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GIRAMONDO

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I LUCID DREAMS

I LUCID DREAMS

di Aurorǘ Gori

Ciao ragazzi! E anche maggio è arrivato...Quest’anno è proprio volato. Comunque, per alleviare la vostra noia, ho pronto per voi un viaggio piuttosto singolare. Mi era giunta voce di un ragazzo che per un intero anno scolastico ha vissuto a Frascati, un comune vicino Roma, frequentando una scuola alquanto bizzarra: in questa scuola infatti si parlano latino e greco! Un tuffo diretto nell’antichità che studiamo sui libri, per alcuni un sogno che diventa realtà! Così ho scovato Ivan Bucciarelli, della classe VB del Liceo Classico, ed ho raccolto informazioni per soddisfare la vostra...anzi la nostra curiosità!

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Come sei venuto a conoscenza di questa scuola e come mai hai deciso di andarci?

Per caso, un giorno, scorrendo tra le immagini della galleria, ho trovato un documento di presentazione delle attività dell’Accademia Vivarium Novum, e, guidato dalla curiosità per un metodo a me completamente ignoto, ho iniziato ad informarmi, attraverso il loro sito, con conferenze, pareri di ex-alunni e di celebri studiosi. La scuola ha sede in una villa del Settecento sulle colline del Tuscolo (a pochi chilometri riposano le fondamenta della villa di Cicerone), distesa su di un grande terrazzamento che permette di abbracciare con lo sguardo le città di Frascati e di Roma (questo certo non è un trascurabile incentivo!). Le testimonianze del lavoro che vi si svolgeva e la presenza di studenti da tutti i continenti del mondo, erano poi per me bastevoli, per desiderare di farne parte. Non credevo di superare la selezione, ma, per fortuna, mia madre mi ha spinto a persistere nella mia intenzione.

Ci spieghi un po' meglio di che scuola si tratta?

È una scuola che, nel segno della tradizione dei grandi umanisti, cerca di (re)introdurre un rapporto più diretto con le lingue classiche, senza mediazione alcuna della propria lingua madre, fra traduzioni e commenti al testo. Gli studenti, i quali possono essere sia solidamente preparati che assolutamente ignari della materia, hanno l’opportunità di imparare attraverso particolari libri editi dalla scuola stessa, che presentano testi d’autore della classicità, come Cesare, Cicerone e Sallustio, corredati da immagini o semplici perifrasi (rigorosamente in greco o latino) per agevolare la comprensione del testo. L’utilizzo attivo della lingua è parte integrante del programma, dunque composizioni e dialoghi in latino e, meno frequentemente, in greco, sono gli esercizi più frequenti ed importanti. Gli inizi sono sconsolanti, ma già dopo qualche mese i progressi diventano manifesti. Oltre a questo, si studiano filosofia rinascimentale, l’italiano e la storia dell’arte, focalizzandosi su alcuni periodi particolari, come il Medioevo o il Rinascimento. Si vive come una comunità, dove tutti interagiscono con tutti, e poche semplici norme regolano senza invasione la vita quotidiana. Le camere sono divise a coppie, e la loro manutenzione ci è completamente affidata. Questa, la condivisione delle camere, all’inizio ardua, diventa importante per mettere a fuoco le proprie pessime abitudini e conoscere a fondo la persona che vive con te.

Come si svolgevano le tue giornate?

Erano giornate particolarmente dense, che non comprendevano solo l’apprendimento del greco e del latino, ma anche altre materie ed attività. Bisogna tener conto infatti che componevamo, nel nostro esiguo numero, una sorta di società, quindi a ciascun studente arano attribuite delle mansioni, inerenti alla pulizia, alla catalogazione della splendida biblioteca e ad altri lavoretti, utili a conservare un discreto ordine e a mantenerci memori delle nostre responsabilità nei confronti degli altri. La mattina esercitavamo il coro, che, per quanta diffidenza possa inizialmente suscitare, si rivela, alla fine dell’anno, l’attività più difficile da abbandonare. Il direttore, il quale è anche insegnante di poesia latina, recupera, da manoscritti medioevali e rinascimentali, melodie per i carmina di Orazio, Catullo, Ovidio fino ad arrivare a quelli di Sant’Agostino e Pascoli, 24

comprendendo Saffo, Alceo e lamelle orfiche. Tutto è adattato secondo le norme metriche, anche se ovviamente non vi è nessuna pretesa di esumare il modo di suonare e cantare degli antichi; è molto utile comunque per memorizzare intere poesie e scoprire la genuina bontà di un carme, che a volte si smarrisce nella monotona scansione metrica. Le lezioni duravano un’ora e mezza, inframmezzate da lunghe pause in modo da permetterci di riposare senza perdere il ritmo e di modulare la stanchezza fino all’ora di cena, le 21, quando ogni lezione cessava e potevamo riunirci, leggere e chiacchierare nella massima libertà. Era un metodo che rimpiango molto, dovendo adesso stare seduto per sei ore consecutive, rinfrancato da misere ricreazioni che ti offrono solo il tempo di palesare la tua stanchezza!

Hai fatto amicizia con qualche ragazzo/a in particolare?

Le amicizie che ancora conservo sono moltissime, con ragazzi di ogni paese e di diverse età. Ci sentiamo spesso, ed ho avuto l’opportunità di ospitarli e di essere ospitato, ad esempio l’Estate scorsa ho visitato la Grecia e Parigi questo Inverno. Altre amicizie che mi sento di rimarcare sono quelle con i professori, con cui, ugualmente, mi sento e scrivo spesso. La piccolezza della nostra società-scuola faceva sì che l’attività scolastica si assimilasse alla società stessa e che dunque i professori non fossero relegati dietro una cattedra limitando le interazioni, ma anzi ti trattassero da amico prima che da studente, mangiassero e passeggiassero con te, imparando a conoscere i tuoi punti di forza ed i tuoi punti deboli, dedicandoti il loro tempo per qualsiasi questione, dall’uso delle particelle μεν e δε nelle orazioni di Isocrate alla nostalgia di casa.

Pensi fosse un metodo di apprendimento migliore quello di seguire lezione direttamente in greco o in latino?

Penso che, come il metodo più scientifico preponderante nei licei, abbia grandi pregi e grandi difetti. Un’auspicabile sinergia tra i due metodi comporterebbe per me una sorte di creatura perfetta, in quanto la preparazione più scientifica basata sulle norme della lingua offrirebbe una solida base per il libero sviluppo di essa e per l’affrancamento dalle regole stesse. Dunque non me la sento di indicare un modello di maggiore efficacia, anche se, da un punto di vista prettamente personale, di rado ho provato così tanta passione per ciò che facevo come quando studiavo in Accademia. Il voto non è posto come meta né come incentivo, perché quando conosci così bene un professore, la sua stima e la sua delusione sono gli incentivi più efficaci, e si tende a dimenticarlo cominciando a studiare per il fine dello studio stesso.

Come definiresti quest’esperienza?

E’ stata, per quanto posso coscientemente affermare, l’esperienza più incisiva della mia vita. Ho cambiato il mio approccio allo studio, alla famiglia, all’amicizia ed infine a me stesso, perché la vita in comunità così piccole è come una lente d’ingrandimento sul comportamento umano e ti concede di notare atteggiamenti ed emozioni che, nel più vasto baratro delle società cittadine, si perdono e confondono e che, così da vicino, inizi, invece, ad apprezzare.

Se ne avessi la possibilità, la ripeteresti?

Al concludersi dell’anno a Frascati ero talmente dispiaciuto che avevo meditato di trascorrervi un ulteriore anno, ma la maturità mi attendeva e forse mi sarei precluso lo sviluppo di altre passioni che per forza di cose lì non potevo coltivare appieno, come il cinema e le letterature moderne. Ciò che rimpiango maggiormente, oltre ovviamente alle bellissime persone che vi ho incontrato, è la quiete che avvolgeva la villa per tutto il giorno, che ho imparato ad apprezzare e che in piena città non smetto di agognare.

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