Foiso Fois

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Gianni Murtas

FOISO

FOIS


in copertina: COLATA DI CEMENTO, 1955-57, particolare. a fronte: ELEONORA D’ARBOREA, 1957, particolare.


Gianni Murtas

FOISO

FOIS


Grafica, impaginazione e fotolito: Ilisso Edizioni Referenze fotografiche: ARCHIVIO ILISSO: nn. 2-33, 35-46, 48, 51, 53-61, 6668, 71-78, 81-91, 97, 99-100, 102-106, 110 (Donatello Tore, Ludovico Mura); n. 34 (Marco Ceraglia); nn. 47, 50, 52, 79-80 (Foto Saporetti); nn. 49, 69-70, 101 (Attilio Della Maria); nn. 92-96, 98 (Nino Solinas).

Periodico mensile n. 13 del 09-03-2005 Direttore responsabile: Giovanna Fois Reg. Trib. di Nuoro n. 2 del 27-05-2004

Tutti i diritti di copyright sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, trasmessa o utilizzata in alcuna forma o con qualsiasi mezzo, senza l’autorizzazione scritta dell’editore. Ogni violazione sarà perseguita a termini di legge.

© Copyright 2005 Ilisso Edizioni - Nuoro www.ilisso.it - e-mail ilisso@ilisso.it ISBN 88-89188-14-6


INDICE

7 IL RINNOVATORE DELL’ARTE SARDA

10 IL SUPERAMENTO DEL FOLKLORE

18 NEOREALISMO E POETICHE DELL’IMPEGNO

34 LA SCELTA DI UN TEMA: IL RITRATTO

48 LA CRISI INFORMALE

59 DAL NEOREALISMO AL REALISMO

102 IL DISEGNO

113 LA XILOGRAFIA

121 CRONOLOGIA

126 DOVE VEDERE FOIS



IL RINNOVATORE DELL’ARTE SARDA

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oiso Fois è probabilmente l’artista più rappresentativo di quel fronte innovatore che nel secondo dopoguerra si assume il compito di trasformare radicalmente l’arte sarda. L’esigenza diffusa nelle giovani generazioni di allontanarsi da un’arte folklorica ormai culturalmente attardata, e il più delle volte propensa ad una stanca rilettura delle esperienze regionaliste del primo Novecento, trova in lui l’interprete più lucido e determinato. La sua pittura, orientata fin dalla fine degli anni Quaranta verso una figurazione capace di parlare della realtà circostante senza ricorrere al filtro idealizzante del folklore e senza rinunciare agli sviluppi linguistici del Moderno, costituisce il punto di partenza di una ricerca che in Sardegna pone apertamente il problema di un rinnovamento dell’arte e traccia un solco profondo con gli orizzonti estetici della prima metà del secolo. Così, senza essere un paladino della Neoavanguardia, ed avendo anzi spesso un atteggiamento critico verso gli esiti più radicali delle correnti astrattoinformali, Fois assume un ruolo guida nello svecchiamento della cultura isolana del dopoguerra. L’adesione al Neorealismo, nella combinazione di istanze etiche ed estetiche, salda il piano pittorico e quello sociale della sua azione, e grazie anche ad un’abile strategia comunicativa, fa di lui per antonomasia il pittore moderno della scena sarda degli anni Cinquanta. Il paragone, diverse volte proposto, con Guttuso stilisticamente non regge; pur nella comune radice realista, e nella condivisa vocazione sociale dell’arte, il pittore sardo ha delle peculiarità, e persino delle arditezze linguistiche, che lo collegano piuttosto agli sviluppi dell’Espressionismo italiano ed europeo; ma è indubbio che il suo ruolo di capofila dell’arte impegnata isolana abbia collocato la sua ricerca nell’ambito del Neorealismo, sollecitando confronti con i maggiori protagonisti della scena nazionale degli anni Cinquanta. Le vicende del decennio successivo, con l’accentuarsi della contrapposizione ideologica tra figurativisti ed astrattisti, e il progressivo assorbimento nell’orbita della tradizione anche della figurazione espressionista e neorealista, hanno in parte alterato la specificità del suo percorso, ora considerandolo come una anticipazione parziale della modernità delle neoavanguardie, ora confinandolo frettolosamente in una posizione di moderata conservazione. Si tratta tuttavia di letture errate, perché se per un verso sacrificano sulla base di un evoluzionismo tut1. Foiso Fois fotografato to formale l’originalità della pittura di Fois, per un da Henri Cartier-Bresson altro sottovalutano la problematicità dell’adesione al nel 1962 (particolare). 7


NEOREALISMO E POETICHE DELL’IMPEGNO

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cquisito il ruolo di leader del rinnovamento regionale, Fois si appresta negli anni Cinquanta a definire meglio gli orizzonti della sua ricerca. Cresciuto in una famiglia di tradizione antifascista (il padre, vicino alle posizioni di Cavallera, aveva dovuto LA MATTANZA, 1951-52 abbandonare la Sardegna per sot- 12-13. olio su tela, cm 152,5 x 205, trarsi alla persecuzione dei fascisti Cagliari, Galleria Comunale d’Arte. iglesienti e successivamente aveva Il quadro, esposto alla IV Mostra Regionale d’Arte di Cagliari nel 1952 e riproposto l’anno dopo a Roma perso il posto di lavoro per non aver alla mostra L’Arte nella Vita del Mezzogiorno d’Italia, voluto iscriversi al Partito Nazionale è oggi conservato presso la Galleria Comunale di È una delle opere cruciali della produzione Fascista), egli aveva rinforzato le sue Cagliari. foisiana degli anni Cinquanta: costruito su una convinzioni prendendo parte come sintesi cromatico-lineare estrema, traduce il suo staffetta alla lotta partigiana e come interesse per le tematiche sociali dell’Isola con un linguaggio efficacissimo che coniuga la novità stilistica militante socialista allo scontro poli- con la centralità ideologica del mondo del lavoro. tico dell’immediato dopoguerra. La Fois introduce nel dipinto ricordi classici combinati soluzioni decorative moderne, giungendo ad sua adesione alle poetiche dell’im- con accenti epici nella resa del tema che si consolideranno pegno è lo sbocco naturale di scelte nei grandi dipinti sociali del decennio.

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“LA SARDEGNA VERSO L’AUTONOMIA” Il dipinto Eleonora d’Arborea, insieme con quello immediatamente successivo intitolato La Rivoluzione di Giovanni Maria Angioj, doveva far parte di un trittico ispirato al tema La Sardegna verso l’Autonomia. L’intento era evidentemente quello di tracciare un itinerario simbolico che, partendo dal momento storico giudicale, passasse dalla rivolta dell’Angioj per arrivare al periodo contemporaneo. Probabilmente deluso dagli sviluppi politici della vicenda autonomistica e incalzato dalle nuove ricerche pittoriche che vanno facendosi strada nell’arte isolana, Fois non porta a termine il progetto, fermandosi ai primi due episodi. La figura di Eleonora, alla quale l’artista ha dato il volto della moglie Carla, è rappresentata come una sorta di Giovanna D’Arco che fa da baluardo alla donna e al bambino sulla destra, schiacciando a terra col piede la spada del nemico. Sul lato opposto una araldica folla di arcieri e cavalieri, che parrebbe uscita da una battaglia di Paolo Uccello, attende muta ai suoi voleri. Il tono didascalico della tela è estremamente efficace e consente a Fois di recuperare icono25-26. ELEONORA D’ARBOREA, 1957 grafie consolidate della grande decorazione quattrocentesca olio su tela, cm 205 (Paolo Uccello, Piero della Francesca) e novecentesca (Corrado x 246, Cagliari, Cagli), filtrandole attraverso una stilizzazione moderna che ne Regione Autonoma della Sardegna. rinnova la forza evocativa e la propensione al racconto.

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FOIS CRITICO E SAGGISTA In parallelo all’attività pittorica, Fois ha coltivato costantemente una produzione letteraria di notevole interesse: recensioni di mostre per il quotidiano nazionale L’Unità, a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta; interventi critici su problemi dell’arte e della politica apparsi sui quotidiani regionali; impegnative ricerche a carattere storico sull’architettura religiosa e civile dell’Isola.Tra queste ultime vanno ricordate le pubblicazioni sui castelli della Sardegna medioevale (Siliqua, Bosa, Monreale, Burgos, ecc.); sulle mura medioevali di Iglesias e di Oristano; sulle chiese vittorine del cagliaritano e, soprattutto, quelle sui ponti romani, sulle torri spagnole, sui forti piemontesi, che restano, ancora oggi, tra gli studi più completi e documentati su tali argomenti.

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62. CASTELDORIA: TORRE PENTAGONA VISTA DA NORD-OVEST, da Castelli della Sardegna medioevale, Cinisello Balsamo, 1992. 63. BURGOS. IL CASTELLO VISTO DALLA VALLE DEL TIRSO: PROSPETTO SUDSUD-OVEST, da Castelli della Sardegna medioevale, Cinisello Balsamo, 1992.

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64. BOSA. IL CASTELLO DI SERRAVALLE. VEDUTA D’INSIEME DELLA TORRE E DELLA MURAGLIA, da Castelli della Sardegna medioevale, Cinisello Balsamo, 1992. 65. CASTELLO DI POSADA O DELLA FAVA. Appunti sulla planimetria e sezione verticale del castello, da Castelli della Sardegna medioevale, Cinisello Balsamo, 1992. Fois, esperto di fortificazioni, è autore della pubblicazione dalla quale sono tratte le foto e il disegno. Il volume riporta numerosi studi come quello riprodotto, realizzati per una più agevole leggibilità dei siti, spesso ridotti per lo più a esigue persistenze.

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82. SARROCH 2, 1982 olio su tela, cm 99 x 120. 83. AUTUNNO, 1982 olio su tela, cm 99,5 x 119,7. 84. ESTATE, 1983 olio su tela, cm 99,3 x 120.

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85. PRIMAVERA, 1982 olio su tela, cm 130 x 172,9.


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CRONOLOGIA

1916 Foiso Fois nasce ad Iglesias il 28 dicembre. 1938 A Cagliari, dove la sua famiglia si era trasferita nel 1923, dopo una permanenza di qualche anno in Toscana, consegue il Diploma di Perito Agrario. 1939-43 Lascia la Sardegna per iscriversi alla facoltà di Economia e Commercio di Genova, ma in seguito ai bombardamenti abbandona la città ligure e raggiunge il fratello Ninì a Firenze. Nel capoluogo toscano entra in contatto con l’ambiente artistico locale e comincia a definire il suo interesse per la pittura. Nel 1942 ottiene la laurea in Economia e Commercio e l’anno successivo si stabilisce nel biellese, presso la moglie del fratello, ed entra a far parte delle brigate partigiane. 1944-45 Nell’inverno del 1944 viene arrestato dai nazisti e dopo pochi giorni rilasciato in seguito ad uno scambio con un ufficiale tedesco catturato dai partigiani. Nello stesso anno tiene la sua prima personale a Biella, alla Galleria Leonardo da Vinci. La mostra, presentata in catalogo da don Luigi Vernetti, raccoglie una serie di acquerelli ispirati ai paesaggi del luogo. L’esperienza si rivela decisiva perché durante la rassegna conosce Luigi Boffa Tarlatta, ritrattista allievo di Giacomo Grosso e docente di figura all’Albertina di Torino. Tarlatta lo convince ad iscriversi all’Accademia per completare con studi regolari il lungo apprendistato da autodidatta. Nel 1945 partecipa a Milano alla Mostra Nazionale degli Artisti Profughi. 1946-48 Nel 1946 sposa Carla Ravetti e l’anno successivo ottiene il Diploma all’Accademia di Belle Arti di Torino ed espone alla Galleria Della Maria di Cagliari presentato dallo scrittore Salvatore Cambosu. Sempre nel 1947 prende parte a Roma alla Mostra Itinerante degli Incisori Sardi. Nel 1948 tiene una personale a Biella presso la Saletta dell’Orso e partecipa al Premio Nazionale di Pittura e Scultura “Città di Milano”. Nello stesso anno rientra in Sardegna stabilendosi con la famiglia a Cagliari.

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107. Foiso Fois mentre dipinge la grande tela L’uomo nella chiesa di Pio X, nel 1977.

1949-50 La mostra che segna un punto di svolta nella sua ricerca è la personale allestita presso la Galleria Della Maria di Cagliari. Superata la fase accademica la sua pittura accoglie suggestioni espressioniste nel colore e 121


DOVE VEDERE FOIS

Cagliari: 1-3. Galleria Comunale d’Arte: Pinacoteca (figg. 12-13, 28) e Raccolta Valle (nucleo di 13 incisioni) 4. Università degli Studi di Cagliari, Collezione Piloni (fig. 7) 5. Chiesa di San Pio X, grande tela decorativa de L’Uomo 6-7. Collezione Regione Autonoma della Sardegna (figg. 25-27)

PER UN APPROFONDIMENTO SULL’OPERA DI FOISO FOIS:

Il più completo volume monografico: S. Naitza, Foiso Fois, Nuoro, Ilisso, 1989.

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S. Naitza, Artisti sardi nella collezione civica, Cagliari, 1985. S. Naitza, M.G. Scano, Quarant’anni di incisione artistica in Sardegna 19301970, Quartu Sant’Elena, 1986. S. Naitza, Per un giudizio su Foiso Fois, presentazione della retrospettiva alla Galleria Comunale di Cagliari, Cagliari, 1989. M.G. Scano Naitza, La collezione Nicola Valle. Incisori Sardi del Novecento, Cagliari, 2000. G. Altea, M. Magnani, Pittura e Scultura dal 1930 al 1960, Nuoro, Ilisso, 2000.


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