Marco Magnani
STANIS
DESSY
in copertina: MATTINO AD ALGHERO, 1957, particolare. a fronte: MENDICANTI, 1924, particolare.
Marco Magnani
STANIS
DESSY
Il presente volume, a firma di Marco Magnani, viene pubblicato postumo. Oltre a rappresentare un sentito omaggio dell’Editore a uno dei più attenti e profondi conoscitori dell’opera di Stanis Dessy e dell’arte sarda del ’900, esso costituisce anche la conclusione di un impegno del quale il compianto storico e critico d’arte non ha potuto vedere gli esiti editoriali.
Grafica, impaginazione e fotolito: Ilisso Edizioni Referenze fotografiche: ARCHIVIO ILISSO: nn. 3, 9, 11-12, 14-54, 56-64, 6877, 80-81, 83-85, 87-96, 99, 101, 103, 105-109, 115-117, 119-120, 127, 132, 136, 140-145 (Pietro Paolo Pinna). Archivio S. Dessy, Sassari: nn. 4, 8, 10, 13, 55, 82, 97-98, 110-114, 118, 121-126, 128-130, 133-135, 137-139 (Marco Ceraglia); nn. 100, 102, 131. Archivio Museo d’Arte della Provincia, Nuoro: n. 6, p. 127 (Donatello Tore).
Periodico quindicinale n. 8 del 20-10-2004 Direttore responsabile: Giovanna Fois Reg. Trib. di Nuoro n. 2 del 27-05-2004
Tutti i diritti di copyright sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, trasmessa o utilizzata in alcuna forma o con qualsiasi mezzo, senza l’autorizzazione scritta dell’editore. Ogni violazione sarà perseguita a termini di legge.
© Copyright 2004 Ilisso Edizioni - Nuoro www.ilisso.it - e-mail ilisso@ilisso.it ISBN 88-89188-07-3
INDICE
7 UNO SGUARDO LIMPIDO E OGGETTIVO 8 A ROMA, NEGLI ANNI DI VALORI PLASTICI 11 PRIMI INCONTRI CAGLIARITANI 14 L’ARTISTA ALLO SPECCHIO 18 SARDEGNA SENZA FOLKLORE 24 LE DECORAZIONI DEL PALAZZO DELLE FERROVIE E DEL PALAZZO DELL’ECONOMIA DI
CAGLIARI
30 I CAPOLAVORI DEGLI ANNI VENTI 38 LE XILOGRAFIE “DÜRERIANE” 46 LA SVOLTA DEI PRIMI ANNI TRENTA 57 LA SCUOLA SARDA DELLA XILOGRAFIA 68 DALLA SCUOLA D’INCISIONE ALLA SCUOLA D’ARTE 90 IDILLIO E NOSTALGIA 104 GLI ANNI FINALI 121 CRONOLOGIA 126 DOVE VEDERE DESSY
UNO SGUARDO LIMPIDO E OGGETTIVO
P
ittore, incisore, scultore, illustratore, caricaturista, disegnatore di ceramiche e di mobili, Stanis Dessy ha toccato svariati campi, nel corso di una carriera, durata oltre sessant’anni, che lo ha visto assumere un ruolo di protagonista nell’arte sarda del primo Novecento. Lavoratore instancabile, ha fatto della fedeltà al “mestiere” il perno della propria attività; un mestiere inteso nel senso più nobile del termine, non come pura manualità artigiana, ma come esercizio rigoroso e attento della tecnica, svolto nel rispetto delle regole dell’arte. La tecnica, si sa, non basta a fare un artista; ma nel caso di Dessy la dedizione al lavoro, la ricerca della pulizia nell’esecuzione e della precisione d’occhio e di mano si sono rivelati funzionali a esprimere una visione artistica personale. Amore e curiosità per tutti gli aspetti del mondo visibile, osservati con uno sguardo distaccato, limpido e oggettivo: si potrebbe riassumere così, in poche parole, il senso della sua pluridecennale ricerca. Se questi caratteri rappresentano delle costanti nella sua opera, non si deve però credere che questa non abbia conosciuto uno sviluppo nel corso degli anni; il percorso di Dessy, estremamente coerente nei suoi dati di fondo, registra una svolta decisa all’altezza dei primi anni Trenta, tanto che è possibile parlare di due Dessy, il gelido, aggressivo e affascinante pittore del periodo giovanile e quello più composto, equilibrato e sereno della maturità.
1. Stanis Dessy in costume popolare di Teulada. Foto di Alfredo Ferri, 1920.
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2. Testatina xilografica da una carta intestata degli anni Trenta.
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VALORI PLASTICI E IL “REALISMO MAGICO”
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La rivista Valori Plastici, fondata a Roma da Mario Broglio nel 1918, raccolse artisti tra loro molto diversi come Carlo Carrà, Giorgio De Chirico, Giorgio Morandi, Ardengo Soffici, accomunati però dal bisogno di “tornare all’ordine” dopo la guerra, di superare lo sconvolgimento portato dalle avanguardie e di riscoprire i valori della tradizione. Sulle sue pagine, la tradizione da recuperare si identifica con l’arte italiana del TreQuattrocento, ma Valori Plastici finirà per fare da catalizzatore per un più vasto arco di esperienze, che comprendono il richiamo al Cinque-Seicento. Prima di chiudere nel 1922, il periodico di Broglio contribuisce così a definire la via italiana al “realismo magico” degli anni Venti: una figurazione lucida, piena di richiami all’antico e pervasa da un senso incantato di attesa. Il termine “realismo magico”, coniato nel 1925 dal critico Franz Roh in riferimento a un gruppo di artisti tedeschi, si usa oggi per indicare il complesso dei realismi europei degli anni Venti. All’interno di questi, la variante germanica (cui Dessy è legato da una certa sintonia) risente, nella sua allucinata e crudele freddezza, della recente esperienza dell’Espressionismo.
5. Giorgio Morandi, NATURA MORTA, 1918. 6. Carlo Carrà, LE FIGLIE DI LOTH, 1919. 7
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7. Edita Broglio Zur Mühlen, PANE E ACQUA, 1926.
PRIMI INCONTRI CAGLIARITANI
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Cagliari Dessy non tarda a inserirsi nell’ambiente culturale cittadino e ad allacciare rapporti con le figure di spicco dell’arte locale: il pittore Filippo Figari e lo scultore Francesco Ciusa. Quest’ultimo lo accoglie nel proprio studio e lo incoraggia a sperimentare la scultura e la ceramica (restano, di questo periodo, un paio di ritratti in gesso e bronzo vicini allo stile dell’artista più anziano). Ma Dessy rimane estraneo alla visione mitica del mondo popolare sardo propria di questi artisti; per lui, segnato dall’esperienza della realtà urbana più che da quella della “primitiva” vita agropastorale, ha maggior peso l’incontro con Felice Melis Marini, portatore di una concezione dell’arte tranquilla e borghese. I “generi” della tradizione pittorica borghese, il paesaggio, il ritratto, la natura morta, sono infatti quelli cui Dessy più volentieri si dedica. Le sue prime opere, alcune delle quali vengono esposte a Cagliari nella mostra del Circolo Universitario Cattolico del 1921 e alla Mostra regionale del 1925, sono infatti soprattutto paesaggi: vedute cittadine come Cagliari. I tetti della Marina (fig. 8), Cagliari. Chiesa di S. Anna, o Cagliari. Castello (fig. 10), scene portuali, scorci di campagna dipinti nei luoghi di villeggiatura estiva della famiglia, Arzana e Aritzo. Sono immagini costruite da una luce chiara e cristallina che sfaccetta nitidamente i volumi, e dove manca qualsiasi concessione al pittoresco e al colore locale.
8. CAGLIARI. I TETTI DELLA MARINA, 1918 olio su tela incollata su cartone, cm 23,3 x 31.
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COS’È LA XILOGRAFIA? È la più semplice e immediata delle tecniche di stampa. Il disegno viene inciso su una tavola di legno (in greco ξυ´λον) con la sgorbia (un coltellino a lama ricurva) o col bulino (uno strumento appuntito). Con un rullo si stende poi l’inchiostro sul legno: le parti scavate restano bianche, quelle in rilievo vengono inchiostrate. Si procede quindi alla stampa per mezzo del torchio. L’immagine che si ottiene è il negativo di quella incisa. Si può utilizzare il legno di filo (ricavato da un taglio del tronco in senso longitudinale) o di testa (tagliato trasversalmente). Il legno di filo, più tenero e con le fibre in evidenza, si incide facilmente con la sgorbia, che dà segni rudi, spessi e imprecisi: è una tecnica adatta a realizzare immagini di forte espressività (la prediligevano gli espressionisti tedeschi), usata da Dessy nei primi anni Venti. Il legno di testa, più duro e compatto, richiede l’uso del bulino, che permette di ottenere segni sottili e puliti, simili al disegno a penna. Si presta quindi a realizzare immagini descrittive e minuziose, come quelle, realistiche e particolareggiate, create da Dessy negli anni Trenta.
78-79. Copertina della rivista L’Eroica, 1931; tavola interna Il Figliol prodigo, xilografia, cm 23,9 x 13,7.
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UN ARTISTA ALLE PRESE CON LA CENSURA FASCISTA: LE VICENDE DE LA GIUSTIZIA Nel 1940 Dessy riceve dal Genio Civile l’incarico di eseguire per il Tribunale di Sassari un grande dipinto raffigurante La Giustizia: le tormentate vicende del lavoro esemplificano i problemi che per gli artisti potevano comportare le commissioni pubbliche negli anni finali del regime fascista. Sottoposto a uno stringente controllo riguardo ai temi e allo stile, Dessy deve infatti cambiare più volte il suo progetto (fig. 105), come dimostrano i bozzetti giunti fino a noi. Dapprima gli si chiede di ridipingere La Giustizia per renderla “più nobilmente”, di dare maggior risalto al pannello centrale della composizione, di eseguire in un solo colore le figure laterali dei legislatori e, dulcis in fundo, di sostituire all’immagine di Mosé, «legislatore ebraico», un altro «più vicino alla stirpe italica». Dessy, obbediente, apporta le modifiche richieste e mette al posto di Mosé la figura “ariana” del Re Carlo Felice (fig. 106). Non contenta del riferimento a casa Savoia (forse a causa degli attriti di questa con Mussolini) la committenza ordina ancora di mettere al posto di Carlo Felice Eleonora d’Arborea. Dessy obbedisce, ma la storia del quadro non è finita. Il dipinto ultimato mostra infatti altri cambiamenti, introdotti dopo la caduta del fascismo (fig. 107): Carlo Felice è riapparso accanto ad Eleonora, mentre, spariti Giustiniano, Augusto e Mussolini (e con essi ogni richiamo all’autorità imperiale) sono stati inseriti due giuristi sassaresi, Domenico Alberto Azuni e Lorenzo Mossa. Solo che, nell’inflazione del dopoguerra, il prezzo stabilito nel 1940 era ridicolmente esiguo; nell’impossibilità di ottenerne l’aggiornamento, Dessy decise di tenersi il quadro, che è rimasto infatti da allora in poi nel suo studio.
104. STUDIO PER LA GIUSTIZIA, 1940 china su carta, cm 24,4 x 33,4. 105. STUDIO PER LA GIUSTIZIA, 1940 carboncino, acquerello e matita su carta, cm 51,5 x 67,4, Sassari, Archivio S. Dessy. 106. STUDIO PER LA GIUSTIZIA, 1941 carboncino, acquerello e matita su carta incollata su cartone, cm 48,9 x 64, Sassari, Archivio S. Dessy.
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GLI ANNI FINALI
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el dopoguerra, gli artisti sardi vedono chiudersi gli spazi che per loro si erano aperti fuori dell’Isola. Venuto meno il sistema espositivo su base regionale messo in piedi dal fascismo, si vedono costretti entro una situazione provinciale dalla quale è sempre più difficile uscire. Sebbene come incisore Dessy mantenga i contatti con l’esterno (dagli anni Cinquanta riprende ad esporre con successo nelle rassegne dell’incisione, in Italia e fuori, e anzi si fa promotore a Sassari di una importante serie di mostre nazionali), come pittore risente anch’egli di queste difficoltà, e risponde chiudendosi sempre più nell’ambiente della sua città e della sua regione, nella cerchia dei suoi affetti e delle sue amicizie. Alla riscoperta di una piccola tradizione di tono tutto sassarese si lega anche la pratica della caricatura, un genere in cui Dessy è maestro e cui si dedica fin dagli anni Trenta; molte di queste sono in realtà concepite come grandi ritratti a colori. La vena satirica rispecchiata dalle caricature trapassa in alcuni ritratti a olio di tipi e figure cittadini, colti con prontezza e con pungente ironia. Ma il Dessy dell’ultimo periodo continua a dare risultati eccellenti anche nella natura morta, nei quadri di fiori, nella veduta urbana e nei molti autoritratti. Questi lo mostrano, alla fine del suo percorso, in grembiule da lavoro o col cappello, il bastone e il giornale in mano, come un bravo pensionato; nel viso i tratti sono più distesi e lo sguardo, dietro le lenti, è quello calmo e – finalmente – bonario di chi sa di aver ben lavorato. 127. IL PORTO DI CAGLIARI, 1959 vernice molle, cm 33,3 x 44, Sassari, Archivio S. Dessy. 128. LE VECCHIE SALINE A SAN BARTOLOMEO, 1966, olio su tela, cm 80 x 100. 129. CAGLIARI. VIALE REGINA MARGHERITA (1966-67), olio su tela, cm 80 x 100. 130. NEBBIA NEL PORTO, 1966, olio su tela, cm 70 x 100.
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CRONOLOGIA
1900 Stanis Dessy nasce il 24 agosto ad Arzana (Nuoro), dove il padre è medico condotto. 1906-16 Frequenta la scuola a Cagliari, ma non porta a termine gli studi classici: decide invece di seguire la propria vocazione artistica. 1917-21 Con una borsa di studio del Municipio di Cagliari, si reca a Roma per frequentarvi i corsi dell’Istituto Superiore di Belle Arti e quelli delle scuole libere del Comune. Tra i suoi maestri sono Duilio Cambellotti, Giovanni Prini, Paolo Paschetto, Camillo Innocenti, Onorato Carlandi. È vicino però soprattutto ad Antonino Calcagnadoro, che gli trasmette la passione per il disegno e l’acquerello. Frequenta gli ambienti della rivista Valori Plastici. Segue con interesse l’opera di Spadini e Ferrazzi, conosce Balla e Marinetti. 1921-22 Tornato a Cagliari, si accosta agli ambienti del Circolo Universitario e dell’Associazione della Stampa; incontra artisti più maturi come Filippo Figari, Luigi Caldanzano e Felice Melis Marini. Per qualche tempo insegna disegno presso la Scuola di Rieducazione per Mutilati. Privo di uno studio proprio, è accolto nel laboratorio di ceramica dello scultore Francesco Ciusa, sotto la guida del quale sperimenta la scultura, realizzando gessi e figurine in terracotta. Nella primavera del 1921 debutta come pittore e scultore nella Mostra del Circolo Universitario Cattolico. Verso il 1922 esegue la decorazione per il Teatro all’aperto del Lido di Cagliari, in uno stile futurista che risente dell’influenza di Balla. 1923 Partecipa con un gesso alla Quadriennale di Torino e inizia la collaborazione come illustratore alla rivista cagliaritana Il Nuraghe, per la quale esegue anche il disegno della prima testata.
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1924 Si fidanza con Ada Dessì, figlia del proprietario di una tipografia di Sassari. Esegue scenografie per alcune rappresentazioni teatrali della Compagnia Stabile Sarda, diretta a Cagliari da Anton Giulio Bragaglia, e collabora all’Index Rerum Virorumque Prohibitorum, appendice satirica e polemica del Bollettino della 146. Stanis Dessy Casa d’Arte Bragaglia. in una foto del 1923. 121
DOVE VEDERE DESSY Sassari:
1. Camera di Commercio (fig. 39) 2. Comune (fig. 101) 3. Chiesa del cimitero 4. Chiesa di Sant’Apollinare 5. Archivio S. Dessy, opera incisoria completa (oltre 600 incisioni), acquerelli, disegni, fotografie, riviste originali (figg. 3, 21-22, 38, 42-44, 46-47, 68-77, 90, 93-96, 105-109, 115-117, 119-120, 127, 141-145)
Nuoro:
6. MAN, Museo d’Arte della Provincia di Nuoro
Orani:
7. Parrocchiale di Sant’Andrea, cappella di San Francesco.
Cagliari:
8. Galleria Comunale d’Arte (fig. 33) 9. Collezione Valle, nucleo di 44 incisioni 10. Università degli Studi, Collezione Piloni 11. Camera di Commercio (fig. 29)
Bosa:
12. Raccolta Permanente A. Atza
Genova:
Collezione The Mitchell Wolfson Jr. - Fondazione Regionale C. Colombo, un olio e quattro xilografie
Roma:
Calcografia Nazionale, nucleo di 84 incisioni
Giuliana Altea - Marco Magnani
STANIS DESSY
PER UN APPROFONDIMENTO SULL’OPERA DI STANIS DESSY: P. Dessy, E. Piras, L’opera grafica di Stanis Dessy, Sassari 1977. G. Altea, M. Magnani, F. Menna, Stanis Dessy. Opere 1918-1982, Sassari 1987. G. Altea, M. Magnani, Pittura e Scultura del Primo ’900, Ilisso, Nuoro 1995.
Il più completo volume monografico: G. Altea, Marco Magnani, Stanis Dessy, Ilisso, Nuoro 2002.
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