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Diamoci un taglio! L’Oncologia si mobilita

Diamoci un taglio! L’Oncologia del Maggiore si mobilita con il taglio della maxi sigaretta

IL GESTO SIMBOLICO IN OCCASIONE DEL WORLD CANCER DAY PER PROMUOVERE LA PREVENZIONE. IL DOTTOR TISEO: “NO AL FUMO, SENZA SE E SENZA MA”

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Un taglio di una maxi sigaretta per sottolineare l’importanza della prevenzione considerata come uno dei migliori alleati contro i tumori. È quanto avvenuto all’Ospedale Maggiore in occasione del World Cancer Day. Un’iniziativa organiz

zata dal personale dell’Oncologia di Parma per sottolineare il rischio che il fumo comporta per la salute e nell’insorgenza dei tumori. Un gesto simbolico accompagnato da un banchetto informativo promosso da Marco Arcidiacono, infermiere della degenza di Oncologia medica, al quale si sono alternati tanti colleghi insieme a Francesco Leonardi direttore dell’Unità Operativa con gli oncologi Marcello Tiseo, Francesca Pucci, Vittorio Franciosi e Nunziata D’Abbiero direttrice della Radioterapia. L’incidenza dei tumori sulla popolazione, per la prima volta in trent’anni, fa segnare una riduzione mentre, di contro, aumenta la sopravvivenza dei pazienti e le capacità di cura degli oncologici. «La prevenzione che ormai si sta

FUMO PASSIVO, la Legge Sirchia compie 15 anni... Quindici anni fa, il 10 gennaio 2005, entrava in vigore la legge 3/2003 (art. 51: “tutela della salute dei non fumatori”) che vieta il fumo nei luoghi pubblici chiusi. L’Italia è stata il primo grande paese europeo a regolamentare il fumo in tutti i locali chiusi pubblici e privati, compresi i luoghi di lavoro e le strutture del settore dell’ospitalità. A quindici anni dall’entrata in vigore della legge, il Ministero della Salute ha diffuso i risultati ottenuti: dall’applicazione della legge ad oggi i fumatori in Italia sono diminuiti di circa un milione; diminuiscono i fumatori nella popolazione di 14 anni e più pari, passando da 23,8% a 19,0%; le vendite di sigarette tradizionali sono passate da circa 92.822 tonnellate nel 2005 a circa 67.460

ALCUNI DATI Secondo l’ultima indagine condotta dall’Istituto Superiore di Sanità sull’abitudine al fumo degli italiani, i fumatori sono 11,6 milioni, ovvero il 22,0% della popolazione (15+ anni). Gli uomini sono 7,1 milioni (28,0%) e le donne 4,5 milioni (16,5%). Oggi in Italia fumano 970.000 persone: nel corso degli ultimi 15 anni i tabagisti sono passati da 12.570.000 del 2005 a 11.600.000 fumatori nel 2019. La comparsa sul mercato negli ultimi anni dei prodotti alternativi alla sigaretta tradizionale non ha contribuito a ridurre la prevalenza dei fumatori, infatti i consumatori di sigarette elettroniche o di sigarette a tabacco riscaldato sono fondamentalmente fumatori duali o non fumatori. Nel 2019, il consumo di sigarette elettroniche contenenti nicotina ha riguardato il 4,6% dei fumatori, mentre quello di prodotti a tabacco riscaldato il 3,5%. Secondo i dati Passi 2018 il divieto di fumo nei locali pubblici è rispettato in circa il 73% dei casi. Ma il 62,6% degli utilizzatori di sigaretta elettronica ed il 62% dei fumatori a tabacco riscaldato si sentono liberi di usare questi prodotti nei luoghi pubblici.

portando avanti da tanti anni è uno dei fattori principali che spiega la

riduzione dei nuovi casi – afferma il

direttore dell’Oncologia medica dell’Ospedale Maggiore Francesco Leonardi –.Mi riferisco sia alla prevenzione primaria, ovvero la riduzione dell’abitudine al fumo e l’attenzione a più corretti stili di vita, quanto alla prevenzione secondaria, gli screening oncologici che permettono diagnosi sempre più precoci e un approccio risolutivo sulle lesioni precancerose». L’incidenza del tumore al polmone in particolare come spiega il dottor Marcello Tiseo, referente del percorso diagnostico terapeutico per le neoplasie polmonari: «è in diminuzione tra gli uomini, ma non è così per le donne. E questo è legato all’aumento dell’abitudine tabagica nel sesso femminile mentre è in calo

tonnellate nel 2018, con una diminuzione pari al 27,3%; la percezione del rispetto del divieto di fumo è pari al 91,9% per i locali pubblici e al 93,9% per i luoghi di lavoro; le richieste di aiuto per smettere di fumare al telefono verde è aumentato dai 2.600 contatti annui nel 2005 a 11.100 nel 2019. Un aumento agevolato anche dall’inserimento del Numero Verde sulle confezioni dei prodotti del tabacco. Permangono segnali di allerta per la diffusione del fumo nei giovani, con le percentuali più alte tra i 20-24 anni, sia per gli uomini (32,4%) che per le donne (22,2%) e per la popolazione generale (27,7%), e la elevata prevalenza dei 15enni che dichiarano di aver fumato sigarette almeno un giorno nell’ultimo mese, con una marcata differenza di genere (24,8% nei ragazzi, 31,9% nelle ragazze).

in quello maschile». Da bandire per Tiseo anche la sigaretta light: «non riduce il rischio, ma genera un diverso tipo di tumore che colpisce le vie respiratorie periferiche». Un’alternativa non è rappresentata neppure dalla sigaretta elettronica che è un approccio

utilizzato soprattutto dagli adolescenti. «Anche la sigaretta elettronica non è priva di rischi - conclude- genera dipendenza e crea infiammazioni alle vie aeree. Quindi l’utilizzo del fumo va bandito, senza se e senza ma».

di Rosaria Frisina

SIGARETTE ELETTRONICHE sì o no? La diminuzione nelle vendite delle sigarette tradizionali registrata nel corso degli ultimi 15 anni è sicuramente attribuibile da una parte ad una variazione nei consumi (il 18,3% dei fumatori consuma sigarette rollate a mano), ma anche all’ingresso sul mercato di nuovi prodotti quali le sigarette elettroniche. Gli utilizzatori (abituali e occasionali) di sigaretta elettronica sono l’1,7% degli italiani (circa 900.000 persone) e di questi circa l’80% sono fumatori (fonte ISS). Di recente l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un nuovo allarme: “Le sigarette elettroniche aumentano il rischio di malattie cardiache e disturbi polmonari, sono dannose per la salute e non sono sicure, sono particolarmente rischiose per lo sviluppo del cervello degli adolescenti e possono danneggiare il feto in crescita. E laddove non siano vietate, devono essere regolamentate”.

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