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Cosa resta nella nostra testa dopo la Pandemia?

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Cineforum bambini

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IL COVID HA PRODOTTO L’AUMENTO DEI DISTURBI COME ANSIA E DEPRESSIONE, MA ANCHE PROBLEMI ALIMENTARI I PIÙ COLPITI SONO I GIOVANI, MA NON SOLO

La salute mentale è una parte fondamentale di tutto quello che è benessere e salute. Questa può essere influenzata da diversi fattori, tra cui la pandemia da Covid-19 che ci ha messo a dura prova.. L’effetto della pandemia, infatti, ha comportato l’aumento di ansia e depressione, ma anche dei disturbi alimentari. Problemi che riguardano maggiormente i giovani, ma anche gli adulti. Chi non aveva problemi ha dovuto affrontare momenti di smarrimento e disagio dovuti alle limitazioni della socialità; per chi era già in una condizione critica sono diminuite le possibilità di chiedere un sostegno e questo ha fatto aumentare, per il sistema sociosanitario, il rischio di non riuscire a intercettare e in parte gestire le richieste di aiuto. Un quadro così, caratterizzato in prevalenza da emozioni negative, è da ricollegare non solo al rischio virale ma anche, e soprattutto, alla condizione di isolamento e solitudine che si è determinata a seguito delle misure di contenimento del contagio. Queste, in molti casi, hanno creato un vuoto nella vita delle persone. In molti si sono sentiti spaesati e indifesi di fronte a quello che per qualcuno è stato un vero “caos interiore”, o un “caos emozionale” rispetto alla sofferenza psichica e relazionale. Il disturbo mentale può essere caratterizzato da importanti problemi nel pensiero, nella regolazione delle emozioni, o nel comportamento di una persona, che di conseguenza riflette una disfunzione dei processi psicologici, biologici o dello sviluppo che compongono il funzionamento mentale. La depressione, ad esempio, per molte persone rappresenta la difficoltà ad interagire con gli altri. Tuttavia, questo stadio è già uno di quelli più avanzati. Le persone depresse a volte smettono di raccontare il proprio dolore, dopo averci provato per tantissimo tempo e in tanti modi, lanciando segnali, consciamente o inconsciamente. Questi problemi mentali hanno portato allo sviluppo di un fenomeno sociale che da diversi anni si sta diffondendo in tutto il mondo: Hikikomori. Letteralmente,

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in giapponese, Hikikomori significa “stare in disparte”, “staccarsi”; dalle parole hiku “spingere” e komoru “fuggire”. È un fenomeno che riguarda principalmente giovani di sesso maschile, tra i 14 ed i 30 anni. In Giappone sono circa 500.000. Nel nostro Paese, all’incirca 100.000. Forse per fragilità o per sofferenza mentale sono tanti i giovani che vivono reclusi per mesi, per anni. Non hanno idea di che giorno sia, del passare del tempo, non hanno obiettivi né uno scopo nella vita. Diversamente dai loro coetanei, non amano uscire e non trascorrono il loro tempo libero

in compagnia degli amici. Dormono tutto il giorno, mentre il mondo va avanti senza di loro, e vivono di notte una vita fatta di relazioni virtuali, dietro la protezione dello schermo, perché così si sentono meno giudicati. In Giappone sono stati ideati inserimenti delle persone in progetti scolastici che prevedono un’educazione priva di votazioni per non risultare stressante o il noleggio di una “sorella in affitto” (rental oneesan), assunta per stimolare la persona a uscire di casa. In Italia, invece, il fenomeno è affrontato principalmente da psicologi, solitamente giovani, per avvicinarsi in modo empatico all’hikikomori con una terapia molte volte in modalità online oppure nella casa del ragazzo o della ragazza, magari attraverso la porta della camera. Alcuni casi si risolvono attraverso poche settimane di terapia, per altri ci vogliono anni, con una media di due o tre anni.

di Erika Corso

PROGETTO ITACA

ADOLESCENZA E DISTURBI MENTALI: CON PROGETTO ITACA LA PREVENZIONE ENTRA IN CLASSE

I disturbi psichici spesso insorgono in adolescenza e altrettanto spesso non vengono riconosciuti in tempo: perché in un’età così turbolenta la linea di confine tra disagio e malattia è davvero poco visibile, per semplice mancanza di informazione e anche per i tanti pregiudizi che ancora gravano su chi soffre di questi disturbi, isolandolo. “La letteratura – spiega Lelio Pallini, Presidente di Progetto Itaca Parma – ci dice che i giovani sono più inclini a chiedere aiuto se possiedono qualche nozione di salute mentale e sulle fonti di aiuto. Per questo la nostra associazione organizza nelle scuole - di norma le secondarie di 2° grado – incontri di informazione e sensibilizzazione dedicati a studenti, insegnanti e genitori”. Il progetto, integrato del programma di prevenzione del Dipartimento Salute Mentale dell’Azienda USL di Parma e validato dall’Istituto di Ricerche Mario Negri di Milano, prevede un ciclo di diversi appuntamenti ad opera di un team formato da due volontari e uno psichiatra. Nel primo incontro si dà spazio a una conversazione in cui si sondano le conoscenze dei ragazzi in tema di disagio psichico; lo psichiatra ne illustra quindi le forme principali – disturbi d’ansia, dell’umore, della personalità, alimentari, psicotici, con un focus sull’influenza delle droghe – e i percorsi di cura. I ragazzi sono invitati a presentare quesiti anonimi, a cui viene data risposta nella prima parte dell’incontro successivo. Si prosegue poi con la presentazione di un testimone, che racconta il suo percorso di malattia e guarigione: l’esperienza in prima persona di chi ha sofferto di un disagio psichico e ne è guarito, costituisce un punto di forza e un momento di approfondimento tra psichiatra e studenti. L’ultimo step prevede la consegna di materiale informativo, l’eventuale visita a una struttura della salute mentale e, a richiesta, incontri di approfondimento per i genitori e gli insegnanti.

Informazioni sul Progetto Scuola: info@progettoitacaparma.org tel. 0521 508806 - www.progettoitacaparma.org

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