Il notiziario agricolo 2 - Febbraio 2017

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Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 2 Anno 2017 - In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo

Anno

66° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI

numero

ASTI

COLDIRETTI

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febbraio 2017



AVANTI A TUTTA BARBERA

Attualità

Cosa pretendiamo dalla nuova annata

Periodico Ufficiale di Coldiretti Asti Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 - Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Anno 66° numero 2 - Febbraio 2017 Stampa Artigrafiche M.A.R. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949

Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl Tel. 0141.380.400 Tel. 335.471017 Abbonamento annuale: Euro 20,00

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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Veramente falsi in Canada

L’Europa fa un grande regalo alle lobby industriali

Etichettatura

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l 15 febbraio, l’Europarlamento e precisamente il Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreementr), ha ratificato un accordo col Canada per le produzioni alimentari ad indicazione geografica Made in Italy. I produttori canadesi potranno così continuare ad utilizzare il termine Parmesan per il formaggio simil Parmigiano, e potranno anche produrre e vendere, come già fanno, Gorgonzola, Asiago e Fontina. Inoltre un’azienda privata canadese potrà continuare a produrre, ora ufficialmente, il prosciutto

di Parma di cui ha da tempo registrato il marchio. Così come vediamo nella fotografia, potranno continuare a produrre, anche con l’ufficialità della Ue, il Prosciutto San Daniele. In Italia, si sa, questi prodotti sono stati inventati, però alla fine sembra quasi una concessione che l’Ue fa alla nostra nazione: d’ora innanzi i canadesi dovranno aggiungere l’indicazione Made in Canada. In questo modo, gli italiani potranno ora permettersi di esportare in Canada il prosciutto di Parma Dop, quello vero Made in Italy. “È un grande regalo alle grandi

lobby industriali che nell’alimentare puntano all’omologazione e al livellamento verso il basso della qualita”. Ha commentato il presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo.

EFFETTI ACCORDO CETA SU DENOMINAZIONI ITALIANE IN SINTESI 1) Il Canada continuerà a produrre e vendere sul proprio mercato Parmesan 2) Il Canada continuerà a produrre e vendere Gorgonzola, Asiago, Fontina ma dovrà aggiungere l’indicazione Made in Canada 3) Il Canada potrà iniziare a produrre e vendere prodotti non presenti prima, come ad esempio lo “squacquerone di Romagna”, ma dovrà aggiungere il termine style o imitazione 4) Potrà entrare sul mercato canadese il prosciutto di Parma Dop (fino ad ora precluso) in coesistenza però con il Prosciutto di Parma canadese Fonte. Elaborazioni Coldiretti

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Primo passo per l’Asti Docg tipologia secco Dopo il primo sì del Ministero, si conta in una rapida approvazione

L’approvazione del disciplinare della nuova Doc Asti tipologia Secco, da parte della commissione tecnica del Ministero dell’Agricoltura, avvenuta a metà febbraio, è un primo passo – afferma Roberto Cabiale, presidente di Coldiretti

Asti e vicepresidente di Coldiretti Piemonte con delega al settore vitivinicolo – di un percorso che speriamo possa essere il più breve possibile. Occorre continuare questo lavoro di squadra, consapevoli dell’indiscussa qualità delle nostre uve e quindi delle grandi

potenzialità del Moscato d’Asti, dell’Asti e dell’Asti nella tipologia Secco. Solo così si potranno mettere in evidenza le notevoli attitudini del nostro territorio che, oltre ad avere produzioni di elevata qualità, è attrattivo dal punto di vista turistico”.


Tanti giovani in agricoltura, con i “segreti” dei nonni Boom di iscrizioni al concorso nazionale “Oscar Green”, scadenza 31 marzo

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Danilo Merlo col nonno Franco, il papà e il cugino: nella loro botteghe di Campagna Amica a Monastero Bormida producono pane come si faceva una volta

Daniele e Annalisa Bocchino ricevono il premio 2013

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Hollywood per fare l’agricoltore a Cortandone nella vecchia cascina del nonno, ha rielaborato l’azienda agricola ideando un format televisivo in onda su Sky. Modernità ed innovazione nella tradizione dunque piace ed incontra il favore dell’opinione pubblica. “D’altra parte – sottolinea Danilo – le cose buone non hanno tempo. È così, un po’ per tutti i prodotti, e vale per tutte le colture agricole. Anche nella nostra agripanetteria, grazie ai saperi di mio nonno Franco, abbiamo deciso di fare il pane come una volta: falciamo il grano con la mietilega e lo lasciamo essiccare in covoni nella “burla”, solo a fine luglio lo trebbiamo con la vecchia “Orsi”, per poi macinarlo quotidianamente col mulino a pietra. E questo decreta il successo del nostro pane”.

Un filo conduttore, l’innovazione nella tradizione, segna il successo di molte nuove imprese agricole; i “segreti” tramandati dai nonni alle giovani generazioni

Oscar Green

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’è un qualcosa di misterioso, nel boom di nuove imprese segnato dal settore agricolo. Molti segreti, tramandati dai nonni ai nipoti, stanno segnando il successo di molte aziende agricole. Non sono però segreti tout court, ma rielaborati, adattati, rivisti e sviluppati in chiave moderna. “L’innovazione nella tradizione – ci svela Danilo Merlo, leader di Giovani Impresa Coldiretti Asti – è il segreto principale dei giovani agricoltori di successo. Prendendo esempi dal passato, ai giorni nostri si possono elaborare idee che quasi sicuramente incontreranno i favori dei consumatori”. Sono molti gli esempi di successo basati sull’innovazione nella tradizione intercettati, in dieci edizioni, dal concorso nazionale “Oscar Green”, le cui iscrizioni all’undicesima edizione sono aperte fino al 31 marzo prossimo. A volte può valere anche un semplice principio, come quello che in agricoltura non si butta mai nulla, così come è successo a Silvia Sannazzaro di Refrancore, vincitrice nella scorsa edizione della selezione regionale. Silvia, con le sue nocciole, ha pensato di riciclare tutto: i gusci per il riscaldamento, il frutto, pressato con una macchina inventata da suo fratello, viene utilizzato per fare l’olio e, soprattutto, l’innovativa cialda come base per fare le torte in pasticceria e persino la pellicina che ricopre la mandorla viene ricuperata per essere impiegata nella produzione di mangimi per animali. Anche l’altro vincitore astigiano della selezione regionale di Oscar Green, Alberto Brosio, ha avuto successo unendo la tradizione con l’innovazione. Alberto, che faceva l’attore ed ha abbandonato


IL CONCORSO

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iovani agricoltori che investono il proprio futuro nella terra, ragazzi che non senza difficoltà puntano tutto sul settore agricolo perché credono fortemente nelle proprie idee innovative. Reinventarsi rinnovando antiche tradizioni di famiglia, regalando al nostro secolo un’agricoltura più creativa,

Oscar Green

’agricoltura fatta e soprattutto reinventata da giovani agricoltori, viene dunque promossa attraverso gli Oscar Green: parliamo di un’agricoltura che produce il buono e il bello dell’Italia, sempre più ecosostenibile e al pas-

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hanno saputo costruire (molti partendo da zero) con grandi sacrifici, realtà imprenditoriali che sono diventate parte dell’eccellenza Made in Italy. Per l’edizione 2017, sono state aggiornate le categorie del Concorso: Agri-You; Campagna Amica; Crea; Fare Rete; Impresa 2.Terra; We Green.

ISCRIZIONI

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dinamica e che crea occupazione. Per questi giovani, pionieri di un nuovo modello di sviluppo come spesso ricorda Maria Letizia Gardoni, Delegata Nazionale dei Giovani di Coldiretti, è stato creato il premio Oscar Green. Il concorso è stato ideato proprio con lo scopo di dare la meritata visibilità, a tutti quei ragazzi che

so con il progresso tecnologico. Tutti i giovani agricoltori che sono interessati a partecipare al concorso Oscar Green 2017, potranno inviare la propria domanda di partecipazione sul sito www. oscargreen.it oppure contat-

tando la segreteria di Giovani Impresa Coldiretti Asti al numero 0141.380.431. Le domande possono essere inviate dal 1 febbraio 2017 e fino al 31 marzo, il sistema sarà tassativamente chiuso entro la mezzanotte.

I PREMI

utte le imprese che parteciperanno al concorso riceveranno un attestato di partecipazione e avranno la possibilità di aggiudicarsi i riconoscimenti regionali con conseguente importante visibilità mediatica anche in occasione della notte degli Oscar Green

del Piemonte. Entro il 15 maggio, progetti più meritevoli avranno accesso alla fase nazionale per entrare nelle top 15 ed ottenere: • entreranno nel DVD “Oscar Green 2017”; • avranno spazi di promozione sui media nazionali;

• le loro storie e i loro video saranno pubblicati sul sito Oscar Green per tutto il 2016; • avranno una consulenza gratuita da parte di Credit Agri Italia per un progetto di sviluppo di impresa e l’accompagnamento al finanziamento dello stesso.

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ALBO D’ORO

Silvia Sannazzaro di Refrancore ritira l’Oscar Green regionale 2016

Giampaolo Laiolo ritira l’Oscar Green regionale 2014

Astigiani vincitori dell’Oscar Regionale Anno 2010 e 2011 Consorzio TRIMILLII Asti Anno 2010 Laiolo Guido Reginin di Laiolo Gianpaolo di Vinchio Anno 2011 Az. Agr. C. Bianca di Cavallero Luisella di Loazzolo Anno 2012 Az. Agr. San Desiderio di Monastero Bormida Anno 2013 Annalisa Bocchino di Canelli Anno 2013 Comune di Canelli nella categoria “Paese Amico” Anno 2014 Paolo Corda di Villafranca Anno 2014 Giampaolo Laiolo di Vinchio Anno 2015 Matteo Garberoglio di San Marzano Oliveto 2016 Silvia Sannazzaro di Refrancore e Alberto Brosio di Cortandone

Alberto Brosio ritira l’Oscar Green regionale 2016

Danilo Merlo ritira l’Oscar Green regionale 2012


CATEGORIE

Ogni candidato può scegliere tra 6 opzioni

Campagna Amica La parola chiave per rendere questi progetti vincenti è capacità di valorizzare i prodotti Made in Italy attraverso il rapporto tra impresa e consumatori. Obiettivo dei progetti dev’essere quello di dare lustro ai prodotti tipici italiani su scala locale, nazionale e mondiale rispondendo alle esigenze dei consumatori in termini di sicurezza alimentare, qualità e tutela ambientale. Saranno presi in considerazione le ripercussioni positive sullo sviluppo e la promozione del territorio, così come la trasparenza per agevolare scelte di consumo consapevoli. Crea Nuova categoria che premia progetti che si distinguono per creatività e innovazione sia di prodot-

Giampaolo Laiolo ritira l’Oscar Green regionale 2010

Fare rete Si rivolge a progetti che rispondono alla parola d’ordine “partnership”. Prende in considerazione modelli di imprese, cooperative, consorzi agrari, società agricole e start up, capaci di creare reti sinergiche in grado di massimizzare i vantaggi delle aziende agroalimentari e del consumatore finale. Si tratta di progetti promossi nell’ambito di partenariati variegati, che coniugano agricoltura e tecnologica così come artigianato tradizionale e mondo digitale, arrivando fino agli ambiti del turismo, del design e di ricerca accademica. Nel caso di start up non agricole, è necessario dimostrare il legame di rete con aziende agricole. La domanda di iscrizione dovrà essere sempre presentata insieme al titolare

Paolo Corda ritira l’Oscar Green regionale 2014

dell’impresa agricola con cui il progetto viene realizzato. Impresa 2.Terra Categoria rivolta a progetti che valorizzano nuovi percorsi tecnologici e di comunicazione. Impresa 2. Terra premierà le giovani aziende agroalimentari che hanno creato una cultura d’impresa esemplare, riuscendo a incanalare creatività, originalità e grande abilità progettuale per lo sviluppo e la crescita dell’agricoltura italiana, coniugando tradizione e innovazione. We green Sostenibilità ambientale è la caratteristica fondamentale di questi progetti che promuovono un modello di sviluppo sostenibile. Il ruolo dell’imprenditore diventa fondamentale per lo sviluppo della comunità e del territorio: nascono imprese più umane, dove l’agricoltura diventa un mezzo fondamentale per il benessere generale. We Green sono tutte quelle imprese che lavorano e producono in modo ecosostenibile riducendo al minimo la produzione di rifiuti, risparmiando energia e risparmiando i materiali attraverso processi innovativi a tutela dell’ambiente.

Gianfranco Torelli ritira l’Oscar Green regionale 2011

Piercarlo Merlino e Giovanni Vassallo ritirano l’Oscar Green regionale 2013

Oscar Green

Rientrano in questa categoria i progetti che sposano il concetto di agricoltura sociale, ovvero volti a rispondere a bisogni della persona e della collettività grazie alla capacità di trasformare idee innovative in servizi e prodotti destinati a soddisfare esigenze generali e al tempo stesso creare valore economico e sociale. .

to che di metodo. La crisi economica e la concorrenza sempre più agguerrita generata da una maggiore apertura dei mercati ha reso necessario puntare su prodotti e processi innovativi in grado di aiutare l’azienda a produrre meglio, in modo più efficiente venendo in contro ad una domanda di mercato sempre più variegata ed eterogenea. Crea premia quelle imprese per cui l’imperativo è innovarsi.

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AGRI-YOU


Attivo il bando per l’insediamento dei giovani Possono essere presentate le domande entro il 31 maggio

Notizie

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al 20 febbraio scorso la Regione Piemonte ha riaperto il bando “Premio per l’insediamento di giovani agricoltori” del PSR 2014-2020. Le risorse finanziarie, già precedentemente assegnate per un importo totale di euro 4.000.000,00, sono ripartite con euro 1.724.800,00 di quota comunitaria, euro 1.592.800,00 di quota statale ed euro 682.400,00 di quota regionale. Le domande possono essere presentate entro il 31 maggio. Al bando possono partecipare i seguenti soggetti: - giovani che richiedono esclusivamente il sostegno dell’operazione 6.1.1 e che non intendono presentare domanda di sostegno nell’ambito dell’operazione 4.1.2 “Miglioramento del rendimento globale e della sostenibilità delle aziende agricole dei giovani agricoltori”;

- giovani che hanno presentato domanda di adesione al bando di dicembre 2015 dell’operazione 4.1.2 e al bando 2016 dell’operazione 6.1.1 nel caso in cui quest’ultima domanda non abbia ottenuto un punteggio di priorità sufficiente, mentre le risorse disponibili sul bando dicembre 2015 consentono l’ammissione al finanziamento della domanda di operazione 4.1.2 La presentazione congiunta della domanda di adesione ad entrambe le operazioni (6.1.1 e 4.1.2) sarà oggetto di uno specifico bando “programma integrato” (detto pacchetto giovani) previsto dalla DGR 16-4684 del 20/02/2017. INTERVENTO: premio di insedia-

mento ai giovani agricoltori per l’avviamento di imprese tramite: 1. subentro in azienda di famiglia; 2. insediamento, in qualità di capo azienda, in azienda esistente condotta in forma societaria; 3. creazione di nuova azienda. CONTRIBUTI: 1. insediamento di un solo giovane 35.000 euro (45.000 euro in montagna); 2. insediamento di due giovani 30.000 euro ciascuno (37.000 euro ciascuno in montagna); 3. insediamento da 3 a 5 giovani 25.000 euro ciascuno ( 30.000 euro ciascuno in montagna). Per info e presentazione domande rivolgersi ai segretari di zona di Coldiretti.

Ecco l’accordo Barilla-Voiello con gli agricoltori Coinvolte 65 mila aziende agricole per 210mila tonnellate di grano duro

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’accordo per garantire la produzione di pasta al 100% italiana venduta con marchio Voiello è un importante contributo per salvare il grano italiano con le semine 2017 che sono crollate del 7,3% per la scomparsa di centomila ettari coltivati. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’accordo siglato dalla Barilla con gli agricoltori italiani. Una iniziativa che coinvolge direttamente anche FDAI (Filiera degli Agricoltori Italiani) promossa dalla Coldiretti che garantisce l’origine e la qualità Made in Italy della materia prima. L’intesa avrà durata

triennale dal 2017 al 2019 e coinvolgerà 65mila aziende agricole italiane, che in tre anni dovranno produrre 210mila tonnellate di grano duro, tra Aureo (130.000 tonnellate) e Svevo (80 mila tonnellate), per un investimento totale da parte di Barilla di circa 62 milioni di euro. Il grano sarà pagato 270 euro a tonnellata come prezzo minimo di vendita. La situazione per la coltura più diffusa in Italia è oggi difficile sull’intero territorio nazionale con la riduzione delle semine determinata dal crollo dei prezzi pagati agli agricoltori che nella campagna

2016 sono praticamente dimezzati per effetto delle speculazioni e della concorrenza sleale del grano importato dall’estero e poi utilizzato per fare pasta venduta come italiana. Da qui la necessità di accelerare sul percorso di ratifica ed entrata in vigore dell’etichettatura di origine obbligatoria per il grano usato per produrre la pasta. Lo schema di decreto, frutto della battaglia del grano lanciata da Coldiretti e condiviso dai Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, è stato inviato alla Commissione Europea a Bruxelles.


Alluvione: ancora nessun segnale dallo Stato In attesa dello stato di calamità per l’agricoltura, almeno si sanno i comuni interessati d’Asti, Loazzolo, Mombaldone, Monastero Bormida, M o n g a rd i no, Olmo Gentile, Revigliasco D’Asti, Rocca D’Arazzo, Roccaverano, Rocchetta Tanaro, San Giorgio Scarampi, San Martino Alfieri, Serole, Sessame, Vesime.

Proroga per l’obbligo “patentini” trattori Chi non ha ancora aderito ai corsi potrà farlo fino al 31 dicembre 2018

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litta, al 31 dicembre 2017, l’entrata in vigore delle disposizioni sul cosiddetto patentino, ovvero l’obbligo di abilitazione all’utilizzo delle macchine agricole. Il provvedimento di proroga, sostenuto da Coldiretti, è stato inserito con un apposito emendamento nella legge di stabilità. Ricordiamo che la norma (decreto legislativo 81/08) prevede che chiunque

utilizza trattori agricoli e forestali, deve essere in possesso di una formazione ed addestramento adeguati e specifici, tali da consentire l’utilizzo delle attrezzature in modo idoneo e sicuro, anche in relazione ai rischi che possano essere causati ad altre persone. Viene invece prorogato al 31 dicembre 2018 l’obbligo di effettuare i corsi di aggiornamento per l’utilizzo Coldiretti Piemonte con la campagna crowdfundig “Ami i lupi? Adotta un pastore…!” promuove l’allevamento e la pastorizia, anche dell’Astigiano, a cominciare dalle capre e dalle robiole “Roccaverano”. Solo chi lavora tutti i giorni in montagna e nelle zone collinari disagiate, sa quante sono le difficoltà, fino all’estremo disagio delle zone colpite dai danni arrecati dai lupi. Di qui il riferimento a questi animali che rischiano di proliferare oltre modo. I fondi, raccolti tramite il sistema del

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alle province di Asti e di Alessandria (erano state inspiegabilmente inserite le sole province di Cuneo e Torino). Questo però vale solamente per le strutture e le infrastrutture pubbliche, quindi non per le imprese agricole. In ogni caso, questo primo atto ufficiale del Governo nazionale, fissa almeno ufficialmente i comuni dell’Astigiano che risultano interessati dall’alluvione: Antignano, Asti, Azzano d’Asti, Bubbio, Castagnole delle Lanze, Castello D’Annone, Cerro Tanaro, Cessole, Costigliole d’Asti, Isola

dei trattori per lavoratori del settore agricolo in possesso di esperienza documentata almeno pari a 2 anni. La precedente scadenza era stata fissata al 12 marzo 2017. Chi non si fosse già iscritto agli appositi corsi, è bene comunque che si prenoti per tempo, in quanto le abilitazioni da rilasciare sono numerosissime. Per le iscrizioni rivolgersi agli uffici zonali di Coldiretti Asti. crowdfunding, vengono impiegati per un lavoro di mappatura delle malghe piemontesi, delle realtà agricole di allevamento montano che offrono prodotti d’alpeggio, delle realtà ricettive di montagna e, non ultimo, della presenza del lupo in Piemonte. Gli allevamenti aderenti vengono inoltre inseriti nella linea di prodotti d’alpeggio con il marchio del progetto, sinonimo di qualità ed affidabilità, al fine di dare un impulso all’economia delle vallate e delle zone collinari.

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urtroppo, le aziende agricole dell’Astigiano colpite dall’alluvione tra il 24 e il 26 novembre 2016, sono ancora in attesa della dichiarazione dello stato di calamità naturale a favore del settore agricolo. Per molte di esse la gestione è ormai insostenibile, anche perchè ormai si è in procinto di mettere a dimora le colture e quindi si rischia di compromettere un’ulteriore annata. Dopo numerosissime rimostranze, il 23 febbraio, il Consiglio dei Ministri, con un decreto, ha per lo meno allargato lo stato di emergenza anche


Auguri a “La Stampa” e lunga vita all’agricoltura Il quotidiano più amato dagli astigiani ha compiuto 150 anni

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l 6 febbraio scorso, al Teatro Alfieri, il quotidiano “La Stampa” ha celebrato i suoi 150 anni di storia. Il giornale, da sempre, più diffuso nell’Astigiano, alla presenza del direttore Molinari, ha voluto regalare ai suoi lettori una “fotografia” della realtà locale per proiettarla nel futuro. L’ha fatto divulgando un sondaggio commissionato a “Eumetra Monterosa” e condotto su un campione di 800 astigiani. Alcuni indici hanno inquadrato la situazione esistente e la percezione di come sentono di vivere i cittadini sul territorio, poi non così male rispetto al resto d’Italia. Le ultime due domande, che evidentemente servivano anche a fare sintesi di tutta l’indagine, hanno rivelato come l’agricoltura sia centrale, sia il vero motore della provincia. La prima delle due domande chiedeva di giudicare lo sviluppo della cultura e del turismo sul territorio. Le prime due voci, con il 95% di consensi positivi vedono i vini e la cucina, la prima espressione diretta, la seconda indiretta, della nostra agricoltura. Ai seguenti tre posti, col 94% di positività, si piazzano i borghi storici e città d’arte, i prodotti alimentari tipici e le bellezze naturali del territorio, quest’ultimo aspetto evidentemente correlato alle colline Unesco e gli altri due evidente espressione della nostra cultura contadina. A se-

Un’inaspettata indagine, divulgata in occasione delle celebrazioni dell’anniversario, mette al centro della nostra provincia e dell’intera sua economia il settore agricolo guire monumenti e musei, i prodotti artigianali e le tradizioni e la cultura locali. Ultimo la capacità di accogliere i turisti. Ancor più marcato ed esplicito il riferimento degli astigiani per la nostra agricoltura, è emerso dall’ultima domanda del sondaggio: quali i punti di forza del territorio? L’85% delle risposte ha indicato l’Agricoltura; il 64% il Turismo; il 61% il Commercio e i Servizi; il 50% l’Industria. Una predisposizione e un orientamento verso l’agricoltura pre-

ponderante, testimoniato anche dal titolo dato all’inserto speciale per celebrare i 150 anni del quotidiano: “I filari della cultura”, con il fondo di Fulvio Lavina, redattore capo delle pagina di Asti e provincia, intitolato “Il nuovo Rinascimento astigiano punta su vino, ambiente e cultura”.


Via alla presentazione della domanda Pac 2017 Scadenza 15 maggio, aumenta al 75% l’obbligo di domande grafiche

componenti (pagamento di base, greening, pagamenti accoppiati e pagamento per i giovani agricoltori). Rispetto ai primi due anni di applicazione (2015 e 2016), gli agricoltori potrebbero aver subito un aumento dei titoli grazie al processo di convergenza e, quindi, maggiore possibilità di superamento della soglia, considerando anche l’aumento di risorse per il sostegno accoppiato e delle corrispondenti tipologie di premio a partire dal 2017 (es. nuovo premio alle vacche nutrici non iscritte ai Libri Genealogici e ai Registri Anagrafici ed appartenenti ad allevamenti non iscritti alla BDN come allevamenti da latte). Recandosi presso gli uffici Coldiretti è possibile avere una stima del livello di pagamenti spettanti al singolo produttore. Dovranno prestare particolare attenzione all’andamento del valore dei titoli gli agricoltori che hanno aderito al regime dei piccoli agricoltori: infatti, nonostante il pagamento sia costante nel tempo e pari all’importo totale

dei pagamenti diretti del 2015, il valore dei titoli, a causa del processo di convergenza, potrebbe essere aumentato e superare la soglia dei 300 euro. In tal caso l’agricoltore potrà uscire dal regime (perdendone i benefici) e vedersi riconoscere un pagamento maggiore. Infine, si ricorda che la domanda per l’ottenimento del premio per il grano duro soggetto a contratti di filiera (introdotto con il decreto 11000 del 2 novembre 2016 e che esula dal regime dei pagamenti diretti) dovrà essere presentata all’interno della Domanda Unica di Pagamento della Pac. Gli uffici Coldiretti sono a disposizione per ulteriori chiarimenti. L’invito agli agricoltori associati è ovviamente quello di recarsi per tempo negli uffici e non attendere la prossimità della scadenza. Per informazioni si può anche consultare il sito http://www.terrainnova.it/.

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Integrazione al reddito

Aumenta a 300 euro la soglia di esclusione, però con la convergenza potrebbero essere aumentati i titoli

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ono stati aperti gli applicativi che consentiranno agli agricoltori la presentazione della domanda di aiuto della Pac, con scadenza al 15 maggio prossimo. A darne notizia è la Coldiretti sottolineando che rispetto al 2016 sarà potenziata la domanda grafica, avviata lo scorso anno. Infatti, per il 2017 la normativa prevede l’obbligo di presentazione della domanda grafica per un numero di beneficiari tale da coprire almeno il 75% della superficie totale determinata per il regime di pagamento di base (+50% rispetto al 2016), per arrivare a regime nel 2018 (100% dei beneficiari). È bene ricordare che, in base a quanto stabilito dalle norme nazionali sui pagamenti diretti, per il 2017 è previsto anche l’aumento della soglia di esclusione dai pagamenti. Infatti, nei primi due anni di applicazione della Pac (2015 e 2016), agli agricoltori con un ammontare di pagamenti diretti inferiore a 250 euro non sono stati erogati gli importi corrispondenti. Dall’anno di domanda 2017, la soglia aumenterà e sarà pari a 300 euro, con conseguente esclusione dai pagamenti degli agricoltori che non raggiungono tale importo. Si ricorda che la soglia è riferita all’importo totale dei pagamenti diretti e corrispondente, quindi, alla somma di tutte le


Pienone negli incontri zonali Coldiretti Già realizzate sei riunioni, mancano solo Canelli e Moncalvo

Sindacato

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tanno riscuotendo un’adesione oltre ogni previsione gli incontri sindacali di zona organizzati da Coldiretti Asti. Otto riunioni nelle principali zone agricole dell’Astigiano, da svolgersi nell’arco di un mese, stanno mettendo in contatto i vertici Coldiretti con la base di migliaia di agricoltori. Si sono già svolte le riunioni per i comuni facenti capo ad Asti, San Damiano e Cortanze per le zone di Montechiaro e Castelnuovo don Bosco, a Vesime, Nizza Monferrato e Villanova. Rimangono ancora da realiz-

Le riunioni zonali di Vesime e Villanova tenutesi il 15 e 23 febbraio

zare due riunioni, per la zona di Canelli, è prevista per il 1° marzo alle ore 20,30 e quella

per la zona di Moncalvo è in programma martedì 7 marzo, sempre alle ore 20,30.

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La riunione zonale di Cortanze dell’8 febbraio

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La riunione zonale di Asti del 16 febbraio

La riunione zonale di San Damiano del 7 febbraio

La riunione zonale di Nizza Monferrato del 21 febbraio


Distintività degli agriturismi piemontesi

Al Circolo della Stampa di Torino l’assemblea regionale

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Associazionismo

L’Assemblea Regionale Terranostra Campagna Amica del 14 febbraio scorso a Torino

13 La Presidente di Terranostra Asti Giovanna Soligo è intervenuta all’Assemblea di Torino

La Presidente regionale Terranostra Campagna Amica Stefania Grandinetti

mo incamminati, utilizzando proprio la leva distintiva del marchio Campagna Amica, conosciuto ormai da milioni di persone”. “La progettualità è sempre più quella di professionalizzare il settore – ha affermato Diego Scaramuzza presidente nazionale degli Agriturismi di Campagna Amica - per cui attiveremo varie attività di consulenza e, grazie anche ai corsi per Agrichef, all’interno degli agriturismi ci saranno figure adeguatamente formate”.

“Si tratta di un marchio che può agevolare le sinergie sul territorio e al quale già i consumatori attribuiscono valore – ha concluso salutando l’assemblea Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte – A livello regionale, abbiamo fortemente seguito e portato a termine l’iter per l’approvazione della legge sugli agriturismi, avvenuta definitivamente lo scorso anno, che sostiene davvero il Made in Piemonte, garanzia di eccellenza e salubrità”.

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istintività è la parola d’ordine. La distintività degli agriturismi di Campagna Amica. Questo il tema principale sul quale si è incentrata l’assemblea ordinaria di Terranostra Piemonte, tenutasi il 14 febbraio presso il Circolo della Stampa di Torino, alla presenza dei neo presidente e direttore nazionali, Diego Scaramuzza e Toni De Amicis. “Il variegato e ricco territorio piemontese, in termini paesaggistici, culturali ed enogastronomici, ci offre grandi opportunità – ha spiegato Stefania Grandinetti presidente degli Agriturismi di Campagna Amica del Piemonte aprendo i lavori dell’assemblea – che dobbiamo cogliere per incrementare la nostra rete, facendo leva sugli elementi che ci rendono distintivi. Il marchio Campagna Amica con il nostro impegno e lavoro costanti sarà anche sinonimo di ospitalità rurale secondo quei canoni che la società, evolvendosi, sta sempre più cercando: la sostenibilità, la sobrietà, la qualità e l’eticità”. I dati sul turismo piemontese parlano di numeri in crescita: le presenze nel 2015 sono state di oltre 13 milioni facendo registrare un più 4,75 per cento rispetto al 2014 e nella sola città di Torino si sono registrate più di 3 milioni di presenze, dato in aumento del 13 per cento rispetto all’anno precedente. “Sicuramente lo scenario regionale è incoraggiante – ha proseguito Grandinetti – per cui abbiamo la possibilità concreta e tangibile di accelerare un percorso virtuoso, sul quale già ci sia-


Consegnata la Medaglia d’oro a Bruno Porta Massimo riconoscimento Coldiretti Federpensionati

Associazionismo

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l primo pensiero al momento dell’investitura alla presidenza dell’Associazione regionale dei Pensionati Coldiretti, è andato al suo predecessore: “Innanzitutto voglio ringraziare Bruno Porta, presidente uscente – ha detto Pierluigi Cavallino, agricoltore sessantanovenne di Poirino - per l’importante percorso che ha svolto con passione e dedizione, sin dal 2002, nell’associazione. Intendo proseguire sulla via della sinergia e della partecipazione con l’organizzazione”. Per Bruno Porta, presidente emerito di Coldiretti Asti, il 20 febbraio scorso a Torino è stata una giornata intensa e ricca di emozioni, un giusto riconoscimento per una vita dedicata all’Organizzazione. Soprattutto quando il presidente e il segretario nazionali di Federpensionati, Giorgio Grenzi e Danilo Elia, gli hanno consegnato la medaglia d’oro della Confederazione Nazionale Coldiretti Federpensionati, il massimo riconoscimento riservato all’olimpo dei dirigenti. Così come quando la presidente di Coldiretti Piemonte, Delia Revelli e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa, gli hanno voluto assegnare una targa “per l’inesauribile passione, l’inestimabile impegno sinda-

A sinistra: Bruno Porta con la medaglia d’oro

cale e la grande dedizione profusa per far crescere l’Organizzazione in termini di risultati e progetti”. L’ASSEMBLEA L’Assemblea Federpensionati Piemonte del 20 febbraio, dopo il rinnovo della dirigenza, ha anche tracciato un programma dell’attività futura. In particolare si lavorerà sulla sanità, per evitare che i cospicui

tagli in ambito pubblico possano far venire meno determinati servizi vitali per la sopravvivenza del tessuto sociale nelle aree rurali e quello dell’assistenza agli anziani al fine di portare avanti ed implementare alcuni progetti già iniziati sui nostri territori e farli diventare sempre più capillari. “Inoltre – ha sottolineato il neo Presidente Cavallino – saremo

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Associazionismo Dall’alto: L’Assemblea regionale Pensionati Coldiretti del 20 febbraio 2017; Bruno Porta ha aperto l’Assemblea del 20 febbraio scorso; Bruno Porta ritira la targa di Coldiretti Piemonte

Il presidente nazionale di Federpensionati, Giorgio Grenzi

Pierluigi Cavallino neo presidente regionale Pensionati Coldiretti

riferimento importante per l’Organizzazione, per la famiglia e per il buon funzionamento delle imprese agricole”. “I pensionati rappresentano il forte anello di congiunzione tra la tradizione ed il futuro e mantengono un ruolo importante nel trasmettere il

loro sapere – ha concluso il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – Sulla scia della nuova Coldiretti, stiamo mettendo in atto una serie di servizi e consulenze per venire incontro alle esigenze dell’Associazione in maniera sempre più efficace sul nostro territorio”.

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parte attiva con la Coldiretti regionale su specifiche tematiche sindacali, care all’intera Organizzazione. Lavoreremo per favorire effettivamente un ricambio generazionale nelle aziende agricole, collaborando con Giovani Impresa, a cui siamo chiamati a trasmettere l’esperienza che abbiamo accumulato nel tempo”. L’assemblea è stata anche l’occasione per presentare la Carta Vantaggi a favore degli agricoltori over 65, dando loro la possibilità di avere sconti in diversi ambiti: dalla spesa all’abbigliamento, dall’assistenza legale alla cura del corpo, dalle prestazioni mediche alle attività turistiche e ristorative. Presente per la prima volta in Piemonte, il presidente nazionale Giorgio Grenzi che nel suo discorso ha tracciato una panoramica delle progettualità su cui Ferpensionati sta lavorando, partendo proprio dalla Carta Vantaggi. “La Carta Vantaggi, che sarà distribuita presso gli uffici zona capillarmente diffusi in tutte le province del Piemonte, vale anche come riconoscimento per l’attività svolta in tanti anni a favore dell’Associazione – ha spiegato Giorgio Grenzi presidente nazionale di Federpensionati – Non solo Carta Vantaggi, ma la propositività per nuove progettualità di welfare e per nuove politiche in ambito sanitario, oltre alla sinergia con i movimenti dei giovani e delle donne. Queste, insieme alla volontà di continuare ad affiancare i percorsi dell’Organizzazione, sono le linee guida sulle quali il movimento, detto anche Senior Coldiretti per sempre, si sta indirizzando”. La presidente di Coldiretti Piemonte Delia Revelli, portando il suo saluto all’assemblea ha sottolineato: “Auguro buon lavoro al neo presidente, ricordando che il progetto di Coldiretti si basa proprio anche sull’importante contributo che l’Associazione pensionati dà e darà nel tempo. Per noi i pensionati, infatti, sono una risorsa fondamentale, capaci di essere tutt’ora un punto di


NUOVE SCADENZE FISCALI PER IL 2017 Il Decreto Milleproroghe ha modificato alcuni adempimenti

Adempimenti

INTRASTAT 2017

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L’art. 4, co.4, DL 193/2016 introduceva l’abolizione della comunicazione Intrastat 2017 per le fatture passive (cd. modello Intra 2). Il decreto mille proroghe 2017 ha posticipato l’abolizione al 2018. Attenzione: rimane dunque, per tutto il 2017, l’obbligo di comunicazione Intrastat delle cessioni intracomunitarie di beni e servizi (modello Intra 1) e l’obbligo di comunicazione Intrastat degli acquisti intracomunitari di beni e servizi (modello Intra 2). COMUNICAZIONE FATTURE EMESSE E RICEVUTE Il decreto fiscale (Dl 193/2016) introduceva dal 2017, per i soggetti passivi Iva, l’obbligo di comunicare

con cadenza trimestrale i dati identificativi di se stessi (soggetto che ha emesso la fattura) e del cliente/committente, data e numero della fattura, base imponibile, aliquota applicata, imposta e tipologia dell’operazione. Il decreto mille proroghe 2017 modifica, per il solo 2017, i termini di invio, attribuendo una cadenza semestrale, e pertanto le fatture emesse e registrate dal 1/1/2017 al 30/06/2017 dovranno essere inviate entro il 16 settembre 2017 e le fatture emesse e registrate dal 1/7/2017 al 31/12/2017 dovranno essere inviate entro il 28 febbraio 2018. Un secondo adempimento che viene introdotto dal 2017 riguarda la trasmissione telematica delle liquidazioni periodiche Iva (anche se a credito). Per questo adempimento resta l’obbligo di invio trimestrale. Quindi entro il 31 maggio per le

liquidazioni da gennaio a marzo, 16 settembre per le liquidazioni da aprile a giugno, 30 novembre per le liquidazioni da luglio a settembre e 28 febbraio per le liquidazioni da ottobre a dicembre. Anche per le imprese agricole in regime di esonero Art. 34 D.P.R. 633/72 con volume di affari inferiore a 7.000,00 euro, con la sola esclusione di quelle operanti nelle zone montane e/o situate ad una altitudine superiore a 700 metri sul livello del mare, permane l’obbligo dell’invio, con cadenza semestrale, delle sole autofatture di vendita. In questo caso le ditte sono esonerati dalla trasmissione delle liquidazioni trimestrali essendo esonerati dalla contabilità. In caso di omessa o errata trasmissione delle fatture, semestralmente, o delle liquidazioni, trimestralmente, sono previste sanzioni.


LEGGE DI BILANCIO 2017

Adempimenti

a legge di bilancio 2017 ha introdotto un’importante novità nel panorama previdenziale italiano che prevede la possibilità di cumulare i periodi assicurativi con contribuzione versata in più gestioni previdenziali per la maturazione del diritto ad un’unica pensione. Il cumulo dei periodi assicurativi non comporta il versamento di alcun onere, né il trasferimento di contributi da una gestione all’altra. Ogni gestione che interviene nel cumulo determina, per la parte di competenza, la quota in rapporto ai propri periodi di iscrizione, secondo le regole di calcolo previste. Hanno titolo a cumulare tutti i soggetti con contribuzione versata in due o più delle seguenti gestioni previdenziali: • Assicurazione generale obbligatoria (Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti e Gestioni Speciali dei Lavoratori Autonomi: commercianti, artigiani, coltivatori diretti) • Gestioni sostitutive dell’Assicurazione generale obbligatoria • Gestioni esclusive dell’Assicurazione generale obbligatoria • Gestione separata INPS • Iscritti alle casse professionali. Il cumulo può essere utilizzato per ottenere la pensione di vecchiaia, di inabilità, indiretta ai superstiti o la pensione anticipata (quest’ultima solo dal 2017). Il diritto alla pensione viene determinato sulla base dei requisiti previsti dalle gestioni che concorrono al cumulo. Il cumulo è previsto anche quando siano stati già raggiunti i requisiti per il diritto a pensione in una delle gestioni

per le quali è previsto il cumulo. RICONGIUNZIONI IN CORSO DI PAGAMENTO Si può chiedere il cumulo anche nel caso si stia già pagando la ricongiunzione e si può chiedere la restituzione di quanto già versato. Questo è possibile solo qualora non sia stato pagato integralmente l’importo e non sia stata liquidata una pensione considerando i periodi oggetto di ricongiunzione. Quindi: • non è consentito rinunciare alla ricongiunzione per ottenere la restituzione di quanto versato e accedere al pensionamento in cumulo se l’onere è stato pagato integralmente • non è oggetto di rinuncia la ricongiunzione che abbia già consentito la liquidazione di una pensione.

L’eventuale restituzione delle rate pagate decorre dal dodicesimo mese dalla data di richiesta di rimborso, in quattro rate annuali, non maggiorate di interessi.

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RINUNCIA ALLA DOMANDA DI TOTALIZZAZIONE Possono accedere alla pensione in regime di cumulo anche coloro che, prima del 1° gennaio 2017, abbiano presentato domanda di totalizzazione a condizione che rinuncino alla domanda stessa e che il procedimento di liquidazione della pensione in totalizzazione non sia ancora concluso. Tutti i soggetti interessati debbono rivolgersi quanto prima agli uffici del Patronato Epaca della Coldiretti al fine di poter calcolare la data esatta del possibile pensionamento ed avere una proiezione dell’importo pensionistico che verrà loro liquidato.

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Cumulo dei periodi contributivi - più facile andare in pensione anticipata


Malattie professionali in agricoltura Quando il lavoro ne costituisce la causa diretta e determinante

Epaca

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coltivatori diretti coloni e mezzadri sono assicurati obbligatoriamente all’Inail, quindi sono tutelati non solo se subiscono un infortunio sul lavoro, ma anche se contraggono una malattia a causa e nell’esercizio del lavoro svolto o dei materiali utilizzati (es. esposizione a sostanze dannose, rumore, ecc.). Le malattie professionali si differenziano dagli infortuni sul lavoro in quanto sono originate da una causa lenta e prolungata nel tempo (es. il lento processo di assorbimento di sostanze tossiche da parte dell’organismo), al contrario dell’infortunio sul lavoro che si caratterizza per una causa violenta e improvvisa (es. una caduta dall’alto). Il riconoscimento della malattia professionale comporta il conseguente indennizzo economico da parte dell’Inail oltre all’erogazione delle necessarie cure mediche riabilitative. Le malattie di origine professionale riconosciute dalla Legge in agricoltura sono elencate in una apposita tabella e sono associate a una o più attività o lavorazioni. Rientrano ad esempio nell’elenco delle malattie professionali in agricoltura: le malattie causate da esposizione a sostanze dannose, quelle causate da radiazioni solari, per le lavorazioni svolte prevalentemente all’aperto; la sordità da rumore; l’ernia discale lombare causata da lavorazioni svolte con macchine che espongono a vibrazioni trasmesse al corpo intero: trattori, mietitrebbia, vendemmiatrice semovente; malattie da sovraccarico degli arti superiori: tendiniti e sindrome del tunnel carpale, ecc.

Sono comunque indennizzabili dall’Inail anche le malattie non presenti nella tabella di Legge: in tal caso, però, il lavoratore deve dimostrarne l’origine lavorativa, vale a dire che la malattia si è verificata a causa e nell’esercizio del lavoro svolto. Data la complessità della mate-

ria è necessario che in caso di sospetta malattia professionale gli interessati prendano contatto tempestivamente con gli uffici del patronato EPACA che provvederà, tra l’altro, al servizio gratuito di consulenza medico legale qualificata. Informazioni al n. 0141.380.404/432.


Diritto di prelazione del coerede nutenzione e uno dei coeredi non vuole affrontarle preferendo cedere la propria quota ad un estraneo. L’erede che vuol vendere la propria quota di eredità a terzi deve prima inviare, a tutti gli altri coeredi, la stessa identica proposta di trasferimento alle medesime condizioni economiche. I coeredi possono comunque rinunciare espressamente a tale diritto di prelazione. La proposta inviata ai coeredi deve essere dettagliata, indicare il prezzo e tutti gli elementi necessari per la cessione e avere forma scritta se la quota comprende beni immobili. Il coerede che ha notificato la proposta può revocarla fino a quando non è stata accettata dai coeredi destinatari; questi ultimi sono in ogni caso obbligati ad accettarla o rifiutarla non potendo pretendere l’inizio di una fase di trattative. Pertanto, i coeredi possono soltanto: - Accettare la proposta di vendita alle stesse identiche condizioni loro offerte; l’accettazione deve intervenire entro il termine massimo di 2 mesi. Se tutti i coeredi esercitano il diritto di pre-

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lazione la quota è assegnata a ciascuno in parti uguali; oppure: - Rifiutare la proposta di vendita. I coeredi non possono quindi offrire un prezzo diverso o più basso rispetto a quello loro offerto. Se i coeredi rifiutano la proposta di vendita della quota ereditaria, l’erede può finalmente cederla a terzi, ma deve assolutamente rispettare gli stessi termini e condizioni offerte ai coeredi. Se il coerede vende la propria quota senza rispettare il diritto di prelazione degli altri coeredi, la vendita è comunque valida ma quest’ultimi hanno il cosiddetto diritto di retratto, cioè il diritto di riscattare la quota ceduta da chiunque l’abbia acquistata e da ogni successivo acquirente.

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’erede può vendere la propria quota di eredità prima che questa venga divisa con gli altri coeredi, ma a condizione che prima preferisca questi ultimi; in altre parole deve garantire a tutti i coeredi il cosiddetto diritto di prelazione. Il diritto di prelazione del coerede è previsto dall’articolo 732 del codice civile il quale stabilisce che: “Il coerede, che vuol alienare a un estraneo la sua quota o parte di essa, deve notificare la proposta di alienazione, indicandone il prezzo, agli altri coeredi, i quali hanno diritto di prelazione. Questo diritto deve essere esercitato nel termine di due mesi dall’ultima delle notificazioni. In mancanza della notificazione, i coeredi hanno diritto di riscattare la quota dall’acquirente e da ogni successivo avente causa, finché dura lo stato di comunione ereditaria.
Se i coeredi che intendono esercitare il diritto di riscatto sono più, la quota è assegnata a tutti in parti uguali”. Il caso classico in cui trova applicazione l’Art. 732 c.c. è quando cade in successione un fabbricato che necessita di urgenti e importanti lavori di ma-

Legislazione

Le casistiche dell’articolo 732 del Codice Civile


FEASR

“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”

Nocciole: superati i 20 mila ettari

La crescita in Piemonte è costante, si punta a preservare la qualità

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a coltura del nocciolo sta vivendo una fase di particolare fortuna, grazie anche alla spinta dell’industria di trasformazione. Il trend delle superfici coltivate a nocciolo in Piemonte è in costante aumento, passando dai 18.200 Ha del 2015 ai 20.800 Ha dell’anno appena passato. L’incremento della produzione sul 2015 è invece oscillata tra il 30 e il 50%. L’aumento di produzione è stato accompagnato da una buona qualità, con una resa media che si è attestata intorno al 46%. I requisiti merceologici in base ai quali viene definita la qualità delle nocciole riguardano, oltre la resa, la forma, l’umidità e il calibro. Il clima e l’abbondanza di produzione hanno influito, inoltre, sul calibro del prodotto che in qualche caso è leggermente ridotto mantenendo comunque una buona resa grazie allo spessore del guscio particolarmente sottile. Dai dati sulle analisi dello scarto è risultato esserci un danno da cimiciato medio pari a 1,5 punti percentuale. Facendo il confronto con l’annata 2015 si registra una diminuzione generale di scarto che prende in considerazione i gusci vuoti, semi marci, rancidi o ammuffiti; l’unico dato in aumento è l’avvizzito (vedi grafico). La maggior perdita di qualità rimane legata agli attacchi delle cimici. Attraverso le loro punture di nutrizione creano il cosiddetto “cimiciato”, ovvero un complesso di alterazioni sotto forma di macchie superficiali, scure, più o meno estese, accompagnate da decrementi qualitativi in grado di compromettere seriamente la commerciabilità delle produzioni. La difesa efficace e sostenibile si basa su pochi interventi mirati, eseguiti al superamento delle

NOCCIOLE IN PIEMONTE

20.800 Ettari coltivati nel 2016 46% la Resa media 1,5 Punti il danno da cimiciato soglie. Il monitoraggio delle cimici nei noccioleti piemontesi (frappage) diventa pratica fondamentale per individuare il superamento della “soglia d’intervento” (2 individui a pianta da disciplinare Piemonte) e quindi il periodo più idoneo ad eseguire i pochi trattamenti a disposizione. La nocciola presenta le problematiche di conservazione tipiche della frutta secca, legate alla suscettibilità della componente grassa all’ossidazione. Un’umidità alta porta il prodotto a riassorbire acqua dall’atmosfera, promuovendo l’irrancidimento e lo sviluppo di muffe. È bene quindi evitare una permanenza prolungata a terra delle nocciole mature adottando il metodo della doppia e/o tripla raccolta: un primo passaggio da eseguire quando circa il 40–50% del raccolto è a terra; un secondo passaggio da eseguire appena la rimanente parte del raccolto è a terra e comunque non oltre 10 giorni dal primo passaggio; un eventuale terzo passaggio da eseguire appena la parte residua del raccolto è a terra e comunque non oltre 10 giorni dal secondo passaggio. Una volta effettuate le operazioni di raccolta e pulitura del raccolto, qualora l’umidità superasse il 14%, è fondamentale procedere all’essiccazione che può avvenire col me-

todo tradizionale, stendendo i frutti in strati da circa 20 cm in un luogo asciutto e soleggiato, avendo cura di mescolarli regolarmente ogni giorno, per 2/3 settimane; oppure servendosi di appositi essiccatori scaldati a 3040 gradi per un periodo ristretto che va dalle 6 alle 8 ore alternando l’aria calda a quella fredda. L’umidità del frutto è, quindi, uno degli aspetti più importanti da considerare soprattutto durante la conservazione, ove occorre scegliere ambienti di stoccaggio non eccessivamente umidi e scarsamente ventilati. In Italia, a differenza delle altre specie da frutto, il nocciolo non è abitualmente oggetto di particolari tecniche di potatura. Infatti spesso e volentieri ci si limita ad un Continua nella pagina successiva


FEASR

“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”

Concimazione: azoto in copertura per grano e orzo

diradamento delle pertiche invecchiate, ad una “rimonda”della chioma ed alle usuali ed indispensabili spollonature. Una coltivazione moderna e razionale del nocciolo non dovrebbe prescindere dalla potatura. Durante la fase adulta dell’impianto gli interventi cesori devono mirare a mantenere un giusto rapporto tra la produzione e sviluppo vegetativo della chioma, preservando le infruttescenze che si trovano sui rami di un anno lunghi almeno 15 cm. e che, normalmente, si accrescono nelle parti più illuminate della chioma. È importante poi favorire la penetrazione della luce all’interno dell’albero, sfoltendo le porzioni più dense di vegetazione. Negli impianti con età superiore a 25 anni spesso si ricorre a potature energiche che promuovono il rinnovo vegetativo. Da prove in campo, dal punto di vista produttivo, si nota che nell’anno della prima potatura si perde una buona parte della produzione, circa il 30%. Tale calo produttivo, comunque, viene recuperato già dall’anno successivo e la superiorità produttiva nelle piante potate, rispetto a quelle testimone, si conserva nei successivi 3-4 anni. Oltre ad influenzare positivamente la produzione, la potatura influenza positivamente anche gli aspetti qualitativi del prodotto provocando un aumento della percentuale di nocciole sgusciate senza alcun difetto.

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a concimazione azotata dei cereali vernini, in particolare frumento e orzo, è di fondamentale importanza; questa deve essere adeguata alle effettive esigenze nutrizionali e varietali e deve essere eseguita in modo da garantire la disponibilità di azoto (N) assimilabile nelle fasi di maggior assorbimento. Le concimazioni devono essere effettuate nel rispetto del regolamento 10/R (normativa nitrati) e, per chi aderisce alla misura 10.1 del P.S.R., nel rispetto dei disciplinari di produzione. Prima di procedere all’acquisto delle unità fertilizzanti, si consiglia di consultare il proprio tecnico e di redigere adeguati piani di concimazione. Le concimazioni non devono essere standard ma modulate in base al terreno, alla rotazione, ad eventuale sostanza organica apportata ed al potenziale produttivo. Indicativamente la percentuale di somministrazione di azoto può essere così ripartita: 30% N in accestimento; 45% N in levata; 25% N in botticella. Prima concimazione di accestimento Verso fine febbraio, durante la fase fenologica di inizio accestimento, se le condizioni del terreno e climatiche lo permettono, intervenire con una dose di concime azotato apportando indicativamente 43-61 unità di N/Ha. In questa fase è bene modulare l’apporto azotato in modo appropriato considerando l’aspetto della coltura, l’andamento climatico invernale ed eventuali apporti di sostanza organica somministrati alla semina. La concimazione all’accestimento favorisce l’emissione delle radici e germogli promuovendo il numero di spighe per mq e la morfogenesi delle infiorescenze che quindi presentano più spighette e più fiori.

Seconda concimazione di levata Alla fase fenologica di inizio levata, indicativamente verso fine marzo primi di aprile e, per quanto possibile, dopo eventuale diserbo, intervenire apportando una dose di circa 43-61 Kg di N/ Ha. La concimazione di levata determina il potenziale di assimilazione della pianta, aumentando la quantità di clorofilla, lo sviluppo della superficie fogliare e la durata funzionale delle foglie. Terza concimazione di botticella Alla fase di botticella, al massimo inizio spigatura, verso fine di aprile primi di maggio, a seconda delle condizioni climatiche, intervenire con una dose di circa 60-85 Kg di N/Ha, indispensabili per la qualità panificatoria. In alternativa si potrebbe effettuare in abbinamento al trattamento fungicida un’adeguata concimazione fogliare. La concimazione in botticella favorisce la fecondazione e riduce l’aborto degli ovuli, determinando un aumento del numero di cariossidi per spiga, migliorando il tenore proteico e le caratteristiche merceologiche della granella. Qualora andamenti stagionali avversi rendessero problematici gli interventi di concimazione, è data la possibilità, previo consenso del tecnico, di intervenire con concimi a lenta cessione. La distribuzione del lenta cessione deve però essere effettuata in tempi utili, indicativamente non oltre la metà dell’accestimento, si consideri che il periodo medio di attività di un concime a lenta cessione dura circa 80-90 giorni. Dose consigliata: 156 Kg di N/Ha. Al fine del conseguimento della qualità molitoria è comunque fondamentale la concimazione di botticella. Ulteriori approfondimenti possono essere fatti consultando i tecnici zonali della Coldiretti.

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Nocciole: superati i 20 mila ettari - segue dalla pagina precedente

Misura 121

Fondamentale per una produzione qualitativa dei cereali vernini


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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”

Come effettuare un’analisi del terreno

Il campionamento per il rilevamento dei parametri chimici, fisici e biologici

Misura 121

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coltivatori hanno a che fare con un bene prezioso, non solo per la loro attività ma anche per la collettività, il terreno: la sua fertilità dipende da parametri chimici (es. azoto, fosforo, potassio, meso e micro elementi, residui, salinità, ph), fisici (es. aria e acqua, struttura, residui colturali) e biologici (es. radici, piante infestanti, funghi e batteri, insetti, lombrichi). Quando si decide di effettuare un’analisi del terreno è fondamentale considerare il metodo di campionamento, i parametri da analizzare, il laboratorio, l’interpretazione dei risultati e la determinazione del piano di fertilizzazione delle colture. Per il campionamento è opportuno intervenire in un momento sufficientemente lontano dagli interventi di lavorazione e di fertilizzazione; per le colture erbacee l’epoca ottimale coincide con i giorni successivi alla raccolta, oppure almeno due mesi dopo l’ultimo apporto di concime. La corrispondenza dei risultati analitici con la reale composizione chimico-fisica del terreno dipende da un corretto campionamento; su questo aspetto sono molto utili le indicazioni del Settore Fitosanitario Regionale contenute nelle Norme Tecniche di produzione inte-

grata delle colture. Il primo requisito di un campione di terreno è senz’altro la sua omogeneità: generalmente si consiglia di effettuare un campionamento di terreno per un appezzamento di superficie pari a un ettaro, criterio che può essere esteso (o ridotto) a seconda che si abbiano o meno caratteristiche omogenee nel suolo e nell’ordinamento colturale. In ogni caso è buona regola prelevare almeno un campione di terreno ogni 1000 metri quadrati. In caso di differenti Unità di Paesaggio Agrario (UPA) cioè porzioni aziendali riconoscibili e tra loro differenti per caratteristiche fisiche (tessitura, morfologia, colore e struttura) o per pratiche colturali (irrigazione, lavorazioni profonde, spandimento reflui, drenaggio) il numero di campioni da sottoporre ad analisi andrebbe aumentato. Al fine di ottenere un campione rappresentativo, il prelevamento deve essere eseguito, per le colture erbacee, come segue: − procedendo nell’appezzamento lungo le diagonali o in maniera casuale, si devono individuare, a seconda dell’estensione, fino a 20 punti di prelievo; − nei punti segnati, dopo aver asportato e allontanato i primi 5 cm in profondità al fine di eliminare la cotica erbosa e gli eventuali detri-


FEASR

campione finale va fatta prima possibile. Le analisi fisico-chimiche costituiscono un importante strumento per una migliore conoscenza delle caratteristiche del terreno. I principali parametri da analizzare sono: granulometria (tessitura), pH in acqua, carbonato di calcio totale, sostanza organica, azoto totale, rapporto C/N, capacità di scambio cationico, fosforo assimilabile, potassio scambiabile, calcio scambiabile, magnesio scambiabile (questi ultimi due dati sono da intendersi come facoltativi nei terreni con pH > 7) e, consigliato per i nuovi impianti, calcare attivo (per pH > 7). La validità dei dati nelle analisi del terreno non ha limiti temporali per granulometria, pH (a meno che vengano posti in atto interventi di correzione) e carbonato di calcio totale (calcare), mentre per gli altri parame-

tri (dati variabili) è di 5 anni. Per determinate colture possono essere utilizzati degli strumenti interpretativi complementari, quali l’analisi fogliare (in particolare per le colture arboree), o tecniche equivalenti come ad esempio lo “SPAD” per stimare il contenuto di clorofilla (ad esempio per i cereali). Tali tecniche sono utili per stabilire lo stato nutrizionale della pianta e per evidenziare eventuali carenze o squilibri di elementi minerali. Qualora i dati derivanti dall’analisi delle foglie o dalle tecniche equivalenti possano essere interpretati sulla base di indici consolidati e affidabili, essi possono essere utilizzati per impostare meglio il piano di concimazione. Per ulteriori approfondimenti e per elaborare il piano di concimazione delle colture è possibile rivolgersi agli Uffici Tecnici Zonali della Coldiretti di Asti.

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ti superficiali presenti, si effettua il prelievo fino ad una profondità di circa 30 cm; − si sminuzza e mescola accuratamente la terra proveniente dai prelievi eseguiti e, dopo aver rimosso ed allontanato pietre e materie organiche (radici, stoppie, sovesci, ecc.), si prende dal miscuglio circa 1 kg di terra da portare al laboratorio di analisi. Nel caso di terreni adibiti a colture arboree è consigliabile prelevare separatamente un campione di “soprassuolo” (topsoil) e uno di “sottosuolo” (subsoil). Il soprassuolo si preleva secondo le norme già descritte per le colture erbacee (cioè fino a circa 30 cm); il sottosuolo si preleva scendendo fino a circa 60 cm di profondità. Nel caso di terreni destinati all’impianto di nuove colture arboree è consigliabile effettuare l’analisi alle due profondità, a meno che non venga effettuato lo scasso. In questo caso si preleverà un unico campione scendendo fino a circa 60 cm di profondità. In ogni caso è bene non prelevare campioni di terreno in prossimità di canali, fossi e capezzagne (almeno 5-10 m). Per prelevare e mescolare i campioni di terreno non vanno utilizzati attrezzi imbrattati di residui, incrostazioni, ruggine, ecc.. I campioni di terreno prelevati devono: − essere posti in sacchetti impermeabili mai usati; − essere muniti di etichetta di identificazione posta all’esterno dell’involucro, con l’indicazione, per le colture arboree, se si tratta di campioni da 0 a 30 cm, da 30 a 60 cm o da 0 a 60 cm di profondità. La consegna al laboratorio del

Misura 121

“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”


FEASR

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Norme tecniche di produzione integrata Su difesa fitosanitaria, diserbo e pratiche agronomiche 2017

Misura 121

L

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a Regione Piemonte ha approvato il testo integrale aggiornato delle Norme tecniche di produzione integrata su difesa fitosanitaria, diserbo e pratiche agronomiche” per la campagna agraria 2017. Tale testo a nostro avviso è uno strumento operativo per chi realmente vuole confrontarsi e adottare un metodo di coltivazione che abbatta il più possibile l’utilizzo dei prodotti chimici di sintesi, oltre che essere obbligatorio per coloro che beneficiano ad esempio dei contributi PSR per la produzione integrata. Riprendiamo alcuni stralci dell’introduzione delle Norme, rinviando tutti gli interessati a poterlo richiedere o poter ricevere eventuali chiarimenti presso gli uffici zonali della Coldiretti ove operano complessivamente almeno una quindicina di tecnici, tra addetti all’assistenza di base e referenti di settore (viticolo, frutticolo, corilicolo, seminativi, orticolo, ecc.). Per produzione integrata si intende quel sistema di produzione agro-alimentare che utilizza tutti i metodi e mezzi produttivi e di difesa dalle avversità delle produzioni agricole, volti a ridurre al minimo l’uso delle sostanze chimiche di sintesi e a razionalizzare la fertilizzazione, nel rispetto dei principi ecologici, economici e tossicologici. Le “Norme Tecniche” indicano i criteri d’intervento, le soluzioni agronomiche e le strategie da adottare per la difesa delle colture ed il controllo delle infestanti, nell’ottica di un minor impatto

Tipologie di impegno per quadro normativo PSR 2014-2020 PSR 2007-2013 X

SQNPI

Difesa e diserbo

X

X

Scelta varietale e materiale di moltiplicazione

X

Avvicendamento colturale

X

Gestione del suolo e pratiche agronomiche per il controllo delle infestanti

X

X

Gestione della pianta e fruttificazione

X

X

Fertilizzazione

X

Irrigazione

X

X X

X

X

X X

Raccolta

X

Post-raccolta

X

verso l’uomo e l’ambiente, consentendo di ottenere produzioni economicamente sostenibili. Esse costituiscono il riferimento regionale per: • l’applicazione dell’operazione “Produzione integrata” nell’ambito della Misura 10 “Pagamenti agro-climatico-ambientali” del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 ai sensi del Reg. 1305/2013; • il proseguimento dell’azione 214.1 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 ai sensi del Reg. 1698/2005 per i beneficiari che abbiano ancora in corso il quinquennio di impegno; • l’applicazione del marchio previsto dal Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata

(SQNPI) ai sensi della legge 3 febbraio 2011 n. 4; • l’applicazione dei programmi operativi per le tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale di cui al Reg. CE 1308/2013, qualora le OO.PP. attivino uno o più interventi in questa direzione. In generale, per la produzione agricola integrata volontaria attuata nella Regione Piemonte si fa sempre riferimento agli impegni previsti dalle presenti Norme Tecniche redatte in conformità alle Linee Guida Nazionali di Produzione Integrata. Le tipologie di impegno sono differenziate a seconda del quadro normativo di riferimento (vedi tabella).


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Il rischio biomeccanico nei lavori agricoli

I MOVIMETI RIPETITIVI Il rischio I movimenti ripetitivi sollecitano intensamente muscoli, articolazioni e tendini, senza però lasciare loro il tempo di ripristinare la condizione fisiologica di “lubrificazione” di questi delicati sistemi meccanici, che con il tempo “grippano”, cioè vengono coinvolti in processi di infiammazione acuta e cronica. I segmenti scheletrici più frequentemente interessati sono la spalla, il gomito, il polso e la mano. La frequenza delle azioni non è l’unico fattore che concorre a generare il sovraccarico funzionale dell’arto superiore: infatti, spesso è la compresenza di altri fattori ad amplificare la nocività dei movimenti ripetitivi. Questi sono tanto più dannosi quanto più sono associati ad azioni che richiedono forza elevata, svolti in posizioni scomode, con carenza di pause e di riposi sufficienti. La Valutazione del rischio Ai sensi del Testo Unico 81/08,

TITOLO VI art. n.168, Il Datore di Lavoro deve prendere in esame le attività lavorative che possano comportare rischi derivanti dai movimenti ripetitivi degli arti superiori prevedendo misure di prevenzione atte a ridurre al minimo il rischio, rispettando i principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo. La valutazione dei rischi deve prendere in considerazione: • Condizioni di movimentazione durante l’operazione di sollevamento • Quantificazione dei pesi sollevati. Nel caso in cui, nel corso del lavoro, vengano sollevati pesi diversi, quantificare percentualmente le azioni di sollevamento dei singoli carichi • Altezza delle mani da terra all’inizio del sollevamento • Altezza delle mani da terra alla fine del sollevamento • Distanza dell’oggetto dal corpo dell’operatore • Frequenza delle azioni di sollevamento • Descrizione di eventuali maniglie che facilitino la presa Caratteristiche dell’esposizione a movimenti ripetitivi • Frequenza e ripetitività delle azioni tecniche. • Livello di forza fisica richiesto. • Posizioni e movimenti sfavorevoli. • Periodi di recupero. • Fattori complementari.

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egli ultimi anni, anche a seguito dello sviluppo di moderni metodi di produzione e dell’espansione di nuovi settori di lavoro, è venuto alla luce il problema della nocività dei movimenti ripetitivi degli arti superiori. Pur non trattandosi di un rischio che determina danni di gravità allarmante, tuttavia esso merita una particolare attenzione, in quanto genera alterazioni invalidanti che: compromettono le capacità operative manuali, necessitano di terapie anche per lunghi periodi, costringono il lavoratore ad assenze frequenti, o ne limitano l’idoneità alla mansione, temporaneamente o definitivamente. Alcuni movimenti degli arti superiori, caratteristici di lavori manuali anche molto ordinari e di per sé innocui, come avvitare, stringere o impugnare un utensile, afferrare e spostare un oggetto, possono diventare dannosi se eseguiti con un’alta velocità di gesti per tempi prolungati. Questa condizione è caratteristica, ad esempio, delle attività svolte in serie o in catena di montaggio, su macchine utensili con cicli di lavoro brevi, nella finitura e nell’assemblaggio, nel confezionamento, ecc..

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Nocività dei movimenti ripetitivi degli arti superiori


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Il primo elemento considerato è la durata di un singolo ciclo di lavoro e la frequenza con cui questo viene ripetuto (numero di azioni tecniche al minuto). Più alta è la ripetitività delle azioni, più elevato è il rischio. Viene poi stimato o misurato il livello di forza impiegato per ogni singolo ciclo: ad esempio la finitura di materiali duri con utensili manuali, lo spostamento di oggetti pesanti, l’utilizzo di utensili pesanti. La presenza di posizioni o movimenti sfavorevoli è il terzo parametro rilevato. Ad esempio, sono sfavorevoli i seguenti movimenti: movimenti che comportano una prensione di precisione con la mano, l’azione di afferrare un oggetto con le dita dall’alto e movimenti molto ampi delle articolazioni rispetto alle normali escursioni. È presa in considerazione, quindi, la distribuzione dei periodi di recupero tra un ciclo di lavoro e il successivo: sono identificate le micro - pause, intervalli di almeno 10 secondi in cui non sono necessarie attività degli arti, dedicati ad esempio al controllo visivo del prodotto, i tempi passivi, ad esempio di preparazione dei materiali o delle macchine, e le macro - pause, cioè le pause organizzate comprese nel turno e la pausa - mensa. Si deve inoltre tener conto dei fattori secondari o complementari che aumentano il rischio di patologie muscolo scheletriche dell’arto superiore, come: • impugnature di attrezzi da lavoro che esercitano compressione su strutture della mano; • dell’avambraccio (forbici, taglierine, ecc.); • utilizzo di strumenti vibranti (avvitatori, scalpelli pneumatici, molette flessibili, ecc.); • movimenti con colpi e contraccolpi (mazzuole, scalpelli manua-

li, ecc.); •impatti ripetuti, specie con l’uso diretto della mano; • movimenti bruschi a strappo della spalla e della mano; • lavoro di estrema precisione (area operativa inferiore a 2 mm. Distanza visiva ravvicinata 10-15 cm.); • contatto delle mani con superfici fredde e umide; • scivolosità degli oggetti; • uso di guanti inappropriati. Patologie da esposizione a movimenti ripetitivi dell’arto superiore • Spalla: periartrite scapolo omerale. • Gomito: epicondilite. • Polso: sindrome del tunnel carpale. • Mano: tenosinovite cronica. Le patologie da movimenti ripetitivi dell’arto superiore sono del tutto simili alle patologie che insorgono nelle stesse sedi, ma per cause non lavorative. Sono definite malattie “correlate al lavoro”, in quanto unicamente associate all’esposizione professionale. Le indagini epidemiologiche sulle esposizioni lavorative a movimenti ripetitivi hanno comunque messo in luce una relazione specifica tra l’attività lavorativa e malattie muscolo - scheletriche dell’arto superiore. Le più comunemente riscontrate sono: • Tendiniti della spalla: in particolare, periartrite scapolo-omerale, infiammazione dolorosa della spalla, che limita il movimento e la forza dell’arto nel suo insieme. • Epicondilite laterale e mediale: infiammazione del gomito con dolore e impaccio al movimento. • Tendinite del tratto mano-polso e sindrome del tunnel carpale: infiammazione dolorosa, sia durante il movimento che a riposo, che coinvolge il fascio di guaine nelle quali scorrono i tendini del polso,

i nervi ulnare e mediano. • Tenosinovite cronica della mano: infiammazione delle guaine e dei tendini della mano. Le infiammazioni acute, trattate con il riposo e idonee terapie, possono regredire senza lasciare esiti. Se invece si ripetono episodi infiammatori frequenti che non regrediscono in modo completo, si ha la cronicizzazione dell’infiammazione, che favorisce la formazione di “briglie” e cicatrici, cisti tendinee, e altre forme degenerative che non regrediscono spontaneamente. Complessivamente, non si tratta di malattie di particolare gravità, ma che comportano una inabilità operativa molto marcata, la necessità di cicli di terapie fisiche e riabilitative con frequenti assenze dal lavoro e un peggioramento della qualità di vita complessiva, anche extralavorativa. Sovraccarico biomeccanico in agricoltura Le attività lavorative che in agricoltura possono generare rischi di sovraccarico biomeccanico possono essere molteplici, una di esse è di certo la potatura manuale della vite.


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Approvato il Piano Forestale 2017-2027

Bibliografia Immagini tratte dalla presentazione “Rischi emergenti in agricoltura – Movimentazione manuale dei carichi, movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori” a cura di S. Ardissone – SPRESAL di Asti

È

stato approvato dalla Giunta regionale il Piano Forestale Regionale 2017-2027. Ha come obiettivo la tutela dei boschi piemontesi attraverso un sistema di gestione attiva e sostenibile che coniughi lo sviluppo economico con la conservazione della biodiversità. Saranno messe in campo, nell’arco dei dieci anni di validità del piano, risorse pari a 200 milioni di euro. Gli ambiti individuati per gli interventi e i finanziamenti sono essenzialmente quattro: produzione-economia-mercato, ambiente e funzioni pubbliche, aspetti sociali, governance. “Auspichiamo che tale Piano, varato dalla Regione, possa effettivamente far ripartire il settore forestale della nostra regione – sot-

tolinea Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte – e che si traduca, dunque, in azioni concrete che possano avere effettive ricadute positive sul territorio”. “Dal punto di vista burocratico, ci auguriamo una decisa semplificazione normativa – spiega il Delegato Confederale Bruno Rivarossa - al fine di eliminare passaggi inutili che portano solo via del tempo alle imprese. Alla luce anche dell’alluvione dei mesi scorsi, infine, è opportuno prevedere degli interventi continui che, conservando le biodiversità e l’identità dei nostri territori boschivi, possano prevenire dissesti idrogeologici ed evitare eventi calamitosi”.

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Come si evince dalle rilevazioni effettuate a cura del Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza Lavoro di Asti, le operazioni di potatura comportano uno stress biomeccanico degli arti superiori notevole. Si ritiene pertanto fondamentale sottolineare l’importanza della valutazione del rischio e l’adozione di eventuali misure di prevenzione e organizzazione del lavoro, quali per esempio: pause di lavoro adeguate per riposare le articolazione del polso, delle braccia e del rachide; sostituzione delle forbici tradizionali con le forbici elettriche, ecc.. Gli operatori agricoli interessati rispetto ai suddetti rischi possono ricevere maggiori informazioni rivolgendosi al Servizio Sicurezza del Lavoro di Coldiretti Asti, Edoardo Marchisio, tel. 0141380418.

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Rilanciare il settore e salvaguardare boschi e biodiversità


RUBRICA COLTIVA LA SALUTE REDATTA DA C.D.C.

I vantaggi delle “Onde d’Urto Radiali” Eclettiche, di breve durata, indolori e meno invasive

Sanità

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a terapia ad “Onde d’Urto Radiali” si esegue mediante l’utilizzo di litotritori, apparecchiature che producono onde d’urto in grado di ridurre l’infiammazione locale, favorire il riassorbimento dei depositi calcifici, indurre la riattivazione dei processi riparativi, nonché diminuire il dolore. Rispetto alle “Onde d’Urto Focali”, le Onde d’Urto Radiali sono meno invasive, in quanto l’energia si diffonde radialmente sulla cute e sui tessuti sottostanti andando a trattare una zona più ampia. Ad esempio, in una calcificazione tendinea, oltre che nella zona inserzionale del tendine, l’Onda d’Urto Radiale agisce anche lungo il percorso dello stesso muscolo. Le Onde d’Urto Radiali consentono inoltre un trattamento di ridotta

durata (pochi minuti) e un basso impatto doloroso sul paziente. Le indicazioni alla Terapia ad Onde d’Urto Radiali, confermate da un crescente numero di pubblicazioni scientifiche internazionali, consistono principalmente in: tendinopatie calcifiche e non calcifiche (es. fascite plantare, gomito del tennista, tendinopatia rotulea, sindrome da conflitto subacromiale), lombalgia idiopatica, sindrome dolorosa pseudo radicolare, sindrome dolorosa miofasciale e zone trigger, algodistrofia, periostite e molte altre patologie. È bene che il Paziente sia a conoscenza delle seguenti informazioni:

. Non è richiesta alcuna preparazione; . Esistono delle controindicazioni in caso di: infezioni acute dell’osso e/o dei tessuti molli, gravidanza, nuclei di accrescimento in prossimità del punto locale, nervi periferici, radici spinali o tessuto polmonare compresi nel punto focale, patologia tumorale, disturbi della coagulazione, pace-maker; . La terapia è effettuata dal Fisioterapista previa visita medica dell’Ortopedico o del Fisiatra.


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Autorizzo Coldiretti Asti ad inserire i miei dati nelle liste per la gestione degli Annunci Economici sul periodico “Il Notiziario Agricolo”. In qualsiasi momento in base all’Art.13 della legge 675/96 potrò chiedere la modifica o la cancellazione, oppure negare il consenso al loro utilizzo scrivendo a Coldiretti Asti, C.so F. Cavallotti n. 41 – 14100 Asti.

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