Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 5 Anno 2019 - In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo
Anno
68° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI
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ASTI
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MAGGIO 2019
vvicendamento alla direzione di Coldiretti Asti. Giovedì 23 maggio il Consiglio direttivo della Federazione provinciale, presieduto da Marco Reggio, ha accolto Diego Furia e salutato Antonio Ciotta. Presenti il delegato Confederale per il Piemonte, Bruno Rivarossa, e Antonio Biso, Responsabile del Servizio Organizzazione Sindacale della Confederazione nazionale Coldiretti a cui spetta la proposta di nomina del direttore di tutte le confederate. Diego Furia, 42 anni, alessandrino di Pontecurone, sposato con due figli, negli ultimi cinque anni è stato direttore della federazione regionale dell’Umbria. Nonostante la giovane età, ha alle spalle una lunga militanza in Coldiretti. Ha iniziato la sua carriera alla Coldiretti di Alessandria, nominato segretario di zona è stato a Tortona, poi nuovamente nel capoluogo alessandrino, nel 2006 la promozione nei quadri dirigenti con la sua prima direzione
a Novara e Verbania, per passare, dopo tre anni, alla guida della Federazione di Torino dove rimane per quattro anni, quindi la direzione dell’Umbria a Perugia, ed ora torna nella regione di origine ad Asti. Antonio Ciotta, lascia la guida di Coldiretti Asti dopo nove anni e cinque mesi per assumere la direzione della Federazione di Savona. Il passaggio di consegne è avvenuto in un clima molto cordiale, ma intriso di emozione. “Non è facile – ha
detto il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio, rivolgendosi a Ciotta – accomiatarsi con chi ha vissuto intensamente oltre nove anni a stretto contatto con la nostra realtà. Ovviamente c’è un legame difficile da superare dal punto di vista umano che lascerà sicuramente una coda di nostalgia, ma qui siamo tutti imprenditori agricoli chiamati a rappresentare tutta una categoria e siamo quindi sicuri che il nuovo direttore, Diego Furia, saprà portare un rinnovato entusiasmo e dare nuovi
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Periodico Ufficiale di Coldiretti Asti Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 - Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Anno 68° numero 5 - Maggio 2019 Stampa Artigrafiche M.A.R. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949
Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl Tel. 0141.380.400 Tel. 335.471017 Abbonamento annuale: Euro 10,00
Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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Subentra ad Antonio Ciotta nominato alla guida della Federazione di Savona
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Diego Furia è il nuovo direttore di Coldiretti Asti
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e ancor più ambiziosi stimoli e obbiettivi a favore del settore agricolo dell’Astigiano”. “Sono stati nove anni bellissimi – ha detto Antonio Ciotta rivolgendosi al Consiglio – e un’esperienza unica, io siciliano ero arrivato con un po’ di pregiudizi che sono stati fin da subito dissipati ed ora devo dire grazie ad Asti, a questa Federazione, per avermi dato la possibilità di operare in un sistema consapevole di quali fossero le cose importanti da fare”. Ringraziando l’assemblea e i rappresentanti confederali per la fiducia, Diego Furia, ha subito voluto rivolgersi al direttore uscente con queste parole: “Non sarà proprio semplicissimo sostituire il lavoro che hai fatto, qui tu hai segnato un’epoca, e mi lasci una delle Federazioni migliori d’Italia. Sono molto onorato – ha aggiunto Furia rivolgendosi alla platea formata dai massimi dirigenti provinciali – e cercherò di portare tutta l’esperienza che ho maturato in questi anni, vivendo questa nuova avventura come un ulteriore momento di crescita, non solo mio ma di tutto questo Consiglio e di tutta l’agricoltura dell’Astigiano”. Fra gli altri, hanno voluto esprimere parole di benvenuto a Diego Furia e di ringraziamento a Antonio Ciotta, i componenti della giunta esecutiva, Gianfranco Torelli, Andrea Rabino e Franco Serra, la responsabile di Coldiretti Donne Impresa, Micaela Soldano, il presidente dell’Associazione pensionati Coldiretti, Mario Raviola, il delegato provinciale e regionale Coldiretti Giovani Impresa, Danilo Merlo, i presidenti provinciali emeriti Maurizio Soave e Roberto Cabiale. “L’avvicendamento – ha spiegato il delegato Confederale per il Piemonte, Bruno Rivarossa - fa parte di un importante progetto organizzativo che vede coinvolte le tre regioni del nord ovest. Il ritorno in Piemonte di Diego Furia è molto importante, anche perché sappiamo come possa essere importante sostituire al meglio Antonio Ciotta, tutto questo è garanzia di continuità e siamo sicuri
che struttura e dirigenza potranno fin da subito dialogare e proseguire sulla strada intrapresa. Anche questo è un passaggio che servirà per creare rinnovate sinergie fra le regioni e che accelererà i percorsi utili alle nostre imprese”. Il dottor Antonio Biso, rappresentante della Confederazione nazionale, nell’ufficializzare il passaggio di consegne, ha sottolineato come Diego Furia possa garantire una pronta conoscenza del territorio che gli permetterà di immergersi immediatamente nella nuova realtà, premurandosi di suggerire ai vertici della federazione come debba però “essere sempre importante che la classe dirigente sappia entrare in sintonia col nuovo direttore e fungere da stimolo all’attività futura”.
Un’esperienza senza uguali, unica, irripetibile
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opo poco più di nove anni, è arrivato il momento che io lasci questa provincia e la direzione della Coldiretti Asti. La Coldiretti, che oramai mi onoro di servire come dipendente da ben 23 anni, mi chiede di impegnarmi in un diverso territorio provinciale alla guida di un’altra Federazione. Una nuova sfida che risponde completamente alle esigenze personali ed al senso che ho sempre inteso dare a questo tipo di responsabilità. Un cambio della dirigenza ed in questo caso della direzione è sempre un’opportunità di arricchimento professionale e umano sicuramente per la struttura e penso, sebbene in forma diversa, anche per
i soci e per i dirigenti eletti. Per me è stato un vero onore operare su questo territorio al servizio di Coldiretti Asti. Tantissimi i ricordi positivi che faranno parte del mio personale bagaglio e mi accompagneranno nella nuova avventura. L’esperienza fatta in questi nove anni è per me sicuramente senza eguali, unica sotto molti punti di vista e certamente non ripetibile. Sono arrivato in questa terra molto titubante, sono stato accolto da voi con grande affetto ed in questi nove anni non avete mai fatto venire meno il sostegno alla mia persona ed alla Federazione. In questi nove anni ho avuto la fortuna di guidare una Federazione ricca di tanta professionalità fondata su passione e
amore per il proprio lavoro. Uomini e donne che sanno di svolgere un ruolo importante per la crescita e lo sviluppo dell’economia agricola di questa provincia. Spero di non aver deluso le aspettative di tutti voi e spero che quanto fatto in questi anni alla guida della Federazione ed a supporto della dirigenza sia realmente stato utile per l’agricoltura di questo territorio. Nel salutarvi e nel ringraziarvi ancora di vero cuore per quanto ho personalmente ricevuto in questi anni in termini di calore umano, nella certezza di incontrarci nel prossimo futuro nelle diverse iniziative che la nostra Coldiretti intenderà realizzare, auguro ad ognuno di voi il bene più prezioso: essere felici! Antonio Ciotta
retti, l’agricoltura era considerata marginalmente nell’economia e anche nella società. Oggi il settore primario e l’agroalimentare rappresentano la parte più sana del nostro Paese e annoverano una serie di primati che possiamo sbandierare con orgoglio in tutto il mondo, dal minor numero di allarmi alimentare, fino al maggior numero in assoluto di Dop e Igp. Sicuramente c’è però ancora molto da fare per tradurre la leadership europea in agricoltura, in un concreto ritorno ai nostri associati. Dovremo ancora lavorare molto e raccogliere molte altre sfide. Prima fra tutte le sfide c’è quella di riuscire a tracciare filiere agroalimentari che vedano i nostri associati protagonisti con i loro prodotti, nella logica della distintività e dell’eccellenza che ogni territorio, e in particolare quello di Asti, può esprimere. La mia prima sensazione è che Asti abbia una grande Federazione e un alto livello di imprenditorialità, un’organizzazione basata su principi solidi, di coerenza, trasparenza e correttezza. Il mio desiderio (per altro già confortato dalle mie prime impressioni), è che tutti si lavori in unica direzione, con unità di intenti a favore degli imprenditori e dell’imprenditoria agricola dell’Astigiano in generale. Credo ci siano tutte le condizioni per lavorare bene e mi ritengo fortunato e onorato di trovarmi in un sistema dove potermi esprimere al meglio. Spero tanto di essere all’altezza e non deludere le lecite aspettative che si possano avere all’arrivo di un nuovo direttore. Diego Furia
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uando dopo anni si lascia un territorio, nel mio caso l’Umbria, c’è sicuramente un po’ di nostalgia, ma si aprono poi subito nuove prospettive e si riacquista un’energia nuova da mettere a disposizione nella nuova realtà in cui si è destinati. Torno in Piemonte e ad Asti, consapevole di ritrovarmi in una delle realtà più importanti a livello nazionale. Cercherò di mettere a frutto tutta l’esperienza che ho maturato in questi anni di Coldiretti. Ho sempre messo al centro del mio operato l’associato Coldiretti e anche ad Asti intendo comportarmi con il massimo rispetto nei confronti di tutti gli imprenditori agricoli, dal primo dirigente, il presidente, fino a chi ha appena sottoscritto, e magari per la prima volta, la tessera dell’organizzazione. Dico questo per sottolineare come la porta del mio ufficio sarà sempre aperta a tutti i Soci e a tutto il personale della federazione, sia per un semplice saluto che per un problema di difficile risoluzione. In questi anni Coldiretti ha saputo dettare la linea, tracciare una strada che percorre, fra tradizione e innovazione, nuove e importanti sfide, in un progetto ben definito che vuole garantire la giusta reddittività ai produttori nel massimo rispetto dei consumatori, dell’ambiente e di tutta l’economia. Oggi Coldiretti rappresenta l’avanguardia di una visione complessiva che fa della trasparenza un unico filo conduttore: dal rapporto diretto con i consumatori instaurato con Campagna Amica, alla puntualità dei serivizi offerti agli associati con Impresa Verde, dalla battaglia sull’etichettatura obbligatoria, alle denunce contro i falsi prodotti made in Italy. Quando iniziai a lavorare in Coldi-
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Ci sono tutte le condizioni per lavorare bene
L’enologia piemontese si rinnova Coldiretti Asti e i produttori accolgono con soddisfazione la rinnovata e ampliata Doc Piemonte
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Reggio: “finalmente si superano i campanilismi e si mette in trasparenza il settore”
La grande novità della rinnovata Doc Piemonte è sicuramente l’estensione, a tutti i vitigni della Denominazione, delle tipologie bivarietali
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E’ importantissimo per il nostro territorio e per la trasparenza dell’intero settore enologico piemontese”, saluta così il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio, il riconoscimento della rinnovata e ampliata Doc Piemonte, così come avvenuto, il 30 maggio, da parte del Comitato Nazionale Vini Dop e Igp. “E’ stato un lungo lavoro e un iter un po’ travagliato, ma oggi finalmente il settore si schioda da un immobilismo che in questi ultimi anni ha sicuramente provocato un rallentamento nella crescita delle imprese vitivinicole dell’Astigiano e dell’intera regione Piemonte. Forse, in questi anni, molti si erano dimenticati che il Piemonte aveva rinunciato alle Igt per puntare tutto
sulle Doc”. La grande novità della rinnovata Doc Piemonte è sicuramente l’introduzione dei vitigni bivarietali, con cui viene in pratica sancita la profonda tradizione legata alla coltivazione di tutte le principali varietà. “Fino ad ora – sottolinea Reggio – non era ufficialmente riconosciuta l’inclinazione storica dell’intera regione alla coltivazione delle uve, e quindi alla trasformazione in vino, di tutte le principali varietà. Dalla Barbera al Dolcetto, dalla Freisa al Nebbiolo, dal Grignolino al Cortese, abbiamo un patrimonio che fin’ora veniva frenato da interessi talvolta di campanile e talvolta di commercio all’ingrosso che non dava la giusta trasparenza al settore e soprattut-
Ad esempio, si potrà così indicare in etichetta “Piemonte Doc Barbera Nebbiolo” to il giusto riconoscimento ai vari territori”. Con la rinnovata Doc Piemonte, ogni produttore piemontese, ha ora la facoltà di indicare il doppio vitigno su tutte le varietà già presenti nel disciplinare alla data di approvazione, sia per i bianchi e i rossi che per i rosati, gli spumanti e i frizzanti. Ad esempio, si potrà così indicare in etichetta “Piemonte Doc Barbera Nebbiolo”, qualora la tipologia Barbera fosse preponderante rispetto alla Nebbiolo e,
Siamo sicuri che il nuovo Governatore del Piemonte coglierà questa sfida di rinnovamento e anche la Langa dell’Astigiano potrà rivendicare le Doc del territorio
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tipologie: Viognier, Pinot Grigio, Riesling, Cabernet, Cabernet Franc, Bussanello e Croatina. Da notare come le ultime due traggano origine da vitigni autoctoni. Infine è stata introdotta la tipologia Albarossa Spumante Rosato. “Siamo anche sicuri – conclude Reggio – che il neo Governatore del Piemonte coglierà questa sfida di rinnovamento e di messa in trasparenza di tutto il settore enologico. Penso ad esempio alla Langa dell’Astigiano che vede una buona produzione vitivinicola che molte volte oggi non viene valoriz-
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zata, ma “sfruttata” dall’altra parte di Langa ben più nota nel panorama enologico mondiale. Penso sia giunto il momento di superare certi egoismi e di dare anche ai vini della nostra Langa il loro vero nome”.
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viceversa, “Piemonte Doc Nebbiolo Barbera” nel caso la bottiglia contenesse la maggioranza di uve nebbiolo rispetto alle barbera. Le sollecitazioni di revisione delle Doc piemontesi, portate avanti da Coldiretti Asti, seguono un percorso già iniziato con la nuova Doc Monferrato Nebbiolo e che ora prosegue nella stessa direzione per valorizzare territori in cui è sempre esistita una forte vocazionalità. “Fra l’altro – rileva Reggio - il nostro problema è anche di riclassificare al meglio la ricaduta della Barbera d’Asti e il fatto di poter indicare la doppia tipologia aiuterà senz’altro a fare emergere quelle peculiarità che nel tempo sono state un po’ dimenticate”. Il nuovo disciplinare intoduce anche l’unità geografica aggiuntiva “Marengo” per i vini Piemonte Cortese spumante e Piemonte Cortese frizzante, per tutti i comuni già indicati del disciplinare e quindi anche in tutti i comuni della provincia di Asti. Per il Marengo viene anche introdotta la specificazione “Storico” per il vino spumante che ricomprende un territorio più ristretto fra cui 35 comuni dell’Astigiano. Il Comitato vitivinicolo nazionale ha anche riconosciuto le seguenti
Linee operative per effettuare l’Enoturismo Ora è più semplice accogliere turisti e fare degustazioni in cantina
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ome avevamo annunciato sul n. 3 di questa stessa rivista, con l’approvazione della Conferenza Stato Regioni è pienamente operativo il decreto sull’enoturismo. Non solo con ‘Cantine aperte’ si potranno d’ora in poi accogliere gli enoturisti, ma sarà più semplice tutto l’anno offrire visite guidate e degustazioni nelle cantina. Mancavano ancora i dettagli delle disposizioni che sono ora stati fugati dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo con l’emanazione delle linee guida che regolano le attività di conoscenza del vino espletate nel luogo di produzione. Alle aziende vitivinicole per accogliere in vigna e in cantina gli enoturisti basterà presentare al Comune la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività). Le imprese potranno far degustare e vendere il proprio vino in abbinamento ad alimenti tipici ‘freddi’. “Una semplificazione – rileva Diego Furia, direttore di Coldiretti Asti - che permetterà alle nostre aziende di valorizzare e monetizzare il loro patrimonio, che non è fatto solo di eccellenti vini, ma è anche cultura, paesaggio e buona alimentazione”. Tra le iniziative che rientrano nella normativa anche quelle a carattere didattico e ricreativo nell’ambito delle cantine. La circolare ministeriale dettaglia le previsioni della legge di Bilancio 2018, che appunto prevedeva che ‘l’attività enoturistica è esercitata,
previa presentazione al comune di competenza della segnalazione certificata di inizio attività (SCIA)…’. Naturalmente la normativa detta le condizioni perché si possa praticare l’enoturismo, che viene classificato come attività agricola connessa, con specifico regime fiscale, esclusivamente nell’ipotesi in cui sia svolta dall’imprenditore agricolo, singolo o associato. “Un ulteriore passo in avanti che accoglie le richieste di Coldiretti – spiega Furia -, che puntano a valorizzare la capacità delle imprese agricole di essere multifunzionali, ed i relativi risvolti positivi per il territorio: ambientali, occupazionali e naturalmente economici”. Fermi i requisiti generali, anche di carattere igienico-sanitario e di sicurezza, previsti dalla normativa vigente, si prevedono i seguenti requisiti e standard di servizio per gli operatori che svolgono attività enoturistiche: • apertura settimanale o anche stagionale di un minimo di tre giorni, all’interno dei quali possono essere compresi la domenica, i giorni prefestivi e festivi; • strumenti di prenotazione delle visite, preferibilmente informatici; • cartello da affiggere all’ingresso dell’azienda che riporti i dati relativi all’accoglienza enoturistica, e almeno gli orari di apertura, la tipologia del servizio offerto e le lingue parlate; • sito o pagina web aziendale;
• indicazione dei parcheggi in azienda o nelle vicinanze; • materiale informativo sull’azienda e sui suoi prodotti stampato in almeno tre lingue, compreso l’italiano; • esposizione e distribuzione del materiale informativo sulla zona di produzione, sulle produzioni tipiche e locali con particolare riferimento alle produzioni con denominazione di origine sia, in ambito vitivinicolo che agroalimentare, sulle attrazioni turistiche, artistiche, architettoniche e paesaggistiche del territorio in cui è svolta l’attività enoturistica; • ambienti dedicati e adeguatamente attrezzati per l’accoglienza e per la tipologia dì attività in concreto svolte dall’operatore enoturistico; • personale addetto dotato di competenza e formazione, anche sulla conoscenza delle caratteristiche del territorio, compreso tra il titolare dell’azienda o i familiari coadiuvanti, i dipendenti dell’azienda ed i collaboratori esterni; • l’attività di degustazione del vino all’interno delle cantine deve essere effettuata con calici in vetro o altro materiale, purché non siano alterate le proprietà organolettiche del prodotto; • svolgimento delle attività di degustazione e commercializzazione da parte di personale dotato di adeguate competenze e formazione, compreso tra: titolare dell’azienda o familiari coadiuvanti; dipendenti dell’azienda; collaboratori esterni.
Boom vignaioli under 25: aumentano del 38%
In un solo anno i produtori di vino della generazione Zeta sono saliti a 1.200
ti per le degustazioni in cantina e spesso curano direttamente il marketing e la commercializzazione. Il trend dei giovani del vino non cambia se si considera la classe di età fino a 35 anni che cresce del 19%. Complessivamente gli under 35 italiani che gestiscono un’azienda vitivinicola – continua Coldiretti - sono quasi 7.300, ovvero il 13% delle 56mila imprese agricole italiane condotte da ragazzi che garantiscono al nostro Paese il vertice in Europa per numero di giovani in agricoltura. Le aziende agricole dei giovani possiedono peraltro una superficie superiore di oltre il 54 per cento
alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna dove il 70% delle imprese giovani opera in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione e vendita aziendale del vino all’enoturismo fino alla vinoterapia. Una opportunità resa possibile dalla legge di orientamento per l’agricoltura (la legge 228/2001), fortemente sostenuta da Coldiretti che ha rivoluzionato il lavoro nelle campagne allargando i confini dell’imprenditorialità agricola e aprendo a nuove opportunità occupazionali.
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on un aumento record del 38% nell’ultimo anno è boom per i vignaioli della Generazione Zeta, i ragazzi under 25 che hanno scelto il vino per realizzare il proprio sogno imprenditoriale e crearsi un futuro lavorativo. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti su dati Agea, con cui si stima che i produttori di vino sotto i 25 anni siano saliti a quota 1200 nel giro di un solo anno, con un incremento in controtendenza rispetto al dato generale, che vede un calo del 6%. L’elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione del vino italiano è l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing, anche attraverso l’utilizzo dei social, e il rapporto con i consumatori, con i giovani vignaioli che prendono in mano le redini delle aziende imprimendo una svolta innovatrice. Crescono le coltivazioni in regime biologico da cui producono vini “naturali”, utilizzano tappi bio prodotti con la barbabietola da zucchero e bottiglie di vetro più leggere. I giovani sono poi specializzati nell’accoglienza dei clien-
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Floriana Fanizza nominata leader nazionale Donne Impresa Coldiretti
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n Italia quasi un’azienda agricola su 3 (29%) è guidata da donne che hanno portato un profondo apporto in termini di innovazione e sostenibilità all’agricoltura italiana, oggi il secondo settore per presenza di imprese rosa dopo il commercio. E’ quanto emerge da un’elaborazione di Coldiretti su dati Unioncamere in occasione dell’elezione a Palazzo Rospigliosi, a Roma, di Floriana
Fanizza, agrichef e imprenditrice agrituristica di Fasano (Puglia) come nuova responsabile nazionale di Donne Impresa Coldiretti la maggiore associazione femminile di categoria. Al suo fianco, in rappresentanza di tutte le regioni d’Italia, una giunta formata dalle due vice presidenti Rita Licastro, olivicoltrice della Calabria e Chiara Bortolas coltivatrice di ortaggi in Veneto, oltre a Elisabetta Secci dalla Sardegna, Wilma Pirola dal-
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Pugliese e Agrichef, guida un esercito in rosa che rappresenta il 29% delle aziende agricole
la Lombardia, Cristina Adelmi dalla Liguria, Margherita Scognamillo dalla Sicilia e Antonella Di Tonno dall’Abruzzo.
Verso altri cinque anni di crescita per le nocciole astigiane Quest’anno raggiunti i 380 euro al quintale, riparte con vigore la campagna corilicola
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e nocciole astigiane e del Monferrato, nella varietà tonda gentile trilobata, quest’anno hanno raggiunto un valore di 380 euro al quintale. Proprio in questi giorni la cooperativa Uecoop “Monferrato Frutta” che attua il progetto di filiera fra Coldiretti e l’industria dolciaria Novi, ha versato il saldo ai corilicoltori per i conferimenti della campagna 2018/2019. Le partite migliori dell’annata hanno superato la resa del 46,5% che moltiplicata al valore di riferimento di 7,60 punto resa, più le premialità sulla qualità garantite dall’accordo Coldiretti-Novi, hanno fatto sfiorare i 400 euro al quintale. Il progetto corilicolo di Coldiretti Asti continua a crescere. Anche per questa nuova annata si susseguono le nuove richieste di adesione da parte dei corilicoltori astigiani. Anche sulle ali del rinnovo del contratto di filiera, siglato nel marzo scorso, i produttori di nocciole di Coldiretti, sanno già che per i prossimi cinque anni potranno contare sull’accordo con Novi. Oltre alla garanzia del ritiro e della fissazione del prezzo massimo di mercato, i produttori potranno contare sulla seria valutazione della resa produttiva e, soprattutto, sui cospicui premi qualità. Andranno dai 5 euro al quintale qualora il valore di riferimento del singolo produttore fosse uguale o
Con la nuova annata gli aderenti all’accordo quinquennale Coldiretti-Novi riceveranno dai 20 ai 30 euro in più al quintale sul prezzo massimo di mercato
Il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio, sottoscrive l’accordo 2019-2023
superiore ai 350 euro al quintale, ai 10 euro se il prezzo base risultasse inferiore ai 350 euro, fino ai 15 euro nel caso di un prezzo base inferiore ai 250 euro al quintale. Oltre questo, ogni produttore si vedrà poi riconoscere dalla Novi una somma di 15 euro per ogni quintale di nocciola conferito. In pratica, per i prossimi cinque anni, ogni corilicoltore di Coldiretti riceverà dalla Novi dai 20 ai 30 euro al quintale in più rispetto al valore di mercato. “In un momento di poche certez-
Continuano a crescere gli aderenti al progetto: 194 produttori con 500 ettari per un potenziale di quasi 4 milioni di Euro
ze dal punto di vista economico – sottolinea Luigi Franco, vice direttore e responsabile economico di Coldiretti Asti – i corilicoltori astigiani possono contare su un accordo quinquennale, sulla certezza di ritiro del prodotto e a un
ACCORDO COLDIRETTI - NOVI PER I PROSSIMI 5 ANNI PREZZO DI RIFERIMENTO: RILEVAZIONI CCIAA DI CUNEO (PRIMO BOLLETTINO DI SETTEMBRE) ACCORDO NOVI: + 15 EURO PER OGNI QUINTALE SEMPRE PREMIO QUALITA’: + 5 Euro al quintale se il prezzo di riferimento è uguale o superiore ai 350 euro + 10 Euro al quintale se il prezzo di riferimento è inferiore ai 350 euro + 15 Euro al quintale se il prezzo di riferimento è inferiore ai 250 euro
Sopra: il presidente Coldiretti Asti, Marco Reggio; a sinistra: Luigi Franco, vice direttore e responsabile economico Coldiretti Asti
getto di filiera esprime già un potenziale di nocciole del Monferrato per un valore di quasi 4 milioni di euro. In ogni caso e in soli tre anni – conclude Reggio - l’accordo Coldiretti/Novi ha raggiunto il
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valore di almeno il 10% dell’intera superficie corilicola dell’Astigiano, 500 ettari su un totale di 3.950. Possiamo quindi guardare al futuro con ottimismo, almeno per i prossimi cinque anni”.
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prezzo decisamente interessante e garantito”. Già in questi anni le adesione dei corilicoltori astigiani al progetto Coldiretti-Novi hanno segnato una crescita esponenziale. Nell’ultima campagna hanno sottoscritto l’accordo di filiera ben 194 imprese agricole dell’Astigiano. La superficie interessata è stata di 100 ettari in più rispetto all’annata precedente ovvero 500 ettari, per una produzione potenziale di 10 mila quintali di nocciole pari al 10% del totale producibile nell’Astigiano. “Già da quest’anno – rileva Luigi Franco –, oltre a nuove adesioni, entreranno in produzione nuovi noccioleti, quindi aumenteranno ulteriormente i conferimenti alla Novi”. “Per altro – rivela il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio – l’azienda dolciaria novese, non ha mai nascosto di avere necessità di maggiore prodotto e proprio per questo è disponibile a pagarlo di più del valore corrente di mercato. A patto che siano nocciole di qualità. In pratica, questo pro-
Filiera corilicola
CONGUAGLIO: IN CASO DI INCREMENTO SULLE RILEVAZIONI DI MERCATO DA OTTOBRE A MAGGIO
Franco Serra leader degli allevatori dell’Astigiano Riconfermato per acclamazione alla guida della sezione Arap; i nuovi delegati
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n’assemblea molto partecipata, tenutasi venerdì 17 maggio, all’agriturismo “La Valle” di frazione Serravalle ad Asti, ha confermato Franco Serra leader degli allevatori dell’Astigiano. Erano in maggioranza, oltre cinquanta, gli allevatori Coldiretti presenti alla consultazione territoriale ed hanno voluto rinnovare il mandato, alla guida della sezione astigiana dell’Associazione regionale allevatori del Piemonte (Arap), al collega di Aramengo. Sempre per acclamazioni sono stati nominati i sei delegati che a luglio, oltre a Franco Serra, prenderanno parte all’assemblea ragionale elettiva. Sono quattro allevatori di razza bovina Piemontese: Andrea Rabino di Villafranca, Domenico Viarengo di Asti Fr. Variglie, Marco Gallia di Tonco, Gianfranco Lisa di Valfenera. Un allevatore di razza Frisona: Franco Perucca di Dusino San Michele. E un allevatore di ovicaprini: Simone Grappiolo di Roccaverano. “Coldiretti – sottolinea il presidente provinciale Marco Reggio – ha sempre creduto e crederà sempre nell’aggregazione dei produttori per l’autocontrol-
lo delle filiere. Per chi pratica l’allevamento, l’associazione allevatori svolge una funzione molto importante avendo, con delega del Ministero della Salute, l’abilitazione alla compilazione dell’anagrafe zootecnica e della tenuta dei libri genealogici”. L’Arap, attraverso le S.T.A. (Sezioni territoriali allevatori come quella di Asti), gestisce, come soggetto terzo e indipendente, tutte le attività tecniche a supporto dello sviluppo degli allevamenti associati con lo scopo di migliorare costantemente il livello qualitativo delle produzioni, ottimizzare il benessere degli animali e aiutare gli stessi allevatori nella razionalizzazione dei costi di produzione e aumentare la marginalità e la remunerazione del loro lavoro. Gli allevatori dell’Astigiano iscritti all’Arap sono ben 428. Nell’ultimo triennio, l’Arap ha subìto una profonda ristrutturazione accorpando in un unico soggetto le varie sezioni territoriali piemontesi (dal 2018 anche quelle liguri) arrivando oggi a controllare ben 312.189 capi. “Sono veramente onorato – ha dichiarato Franco Serra al mo-
mento della sua riconferma – della stima dimostratami dagli allevatori chiedendomi di proseguire quanto fatto insieme in questi anni. Con loro voglio anche ringraziare le istituzioni, tutti i Comuni, a cominciare da quello di Valfenera che ha rilanciato la fiera a livello interprovinciale e, ovviamente, la Regione Piemonte per aver promosso le rassegne zootecniche e appoggiato la promozione della carne di razza Piemontese che proprio nel nostro Monferrato vede la collaborazione di molte amministrazioni locali”.
Filiera Italia:
Un importante incontro col Premier Conte si è tenuto a Milano in occasione di Tuttofood
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Il segretario generale e il presidente nazionale Coldiretti, Vincenzo Gesmundo e Ettore Prandini con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte
Gorno Tempini, del Presidente dell’ICE, Carlo Ferro, del Presidente Confindustria Lombardia, Marco Bonometti, del responsabile direzione CDP imprese, Nunzio Tartaglia, e del Presidente del Comitato Scientifico Filiera Italia, Paolo De Castro. Con 1,3 milioni di addetti (+33,3% in 5 anni), 41,8 miliardi di euro di esportazioni con un incremento del 47,8% dal 2008, le imprese
agricole di eccellenza italiane rappresentate da Coldiretti e i principali marchi dell’industria alimentare nazionale, riuniti in una storica alleanza, hanno presentano al presidente del Consiglio Conte una realtà da primato del Made in Italy nel mondo e le aspettative che il settore ha per il futuro. Una realtà eccezionale fotografata dal primo studio su “Il valore della filiera italiana del
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’agroalimentare nazionale vale 205 miliardi e rappresenta il 12% del Pil ma è soprattutto un elemento di traino per l’intera economia all’estero dove rappresenta il vero simbolo del Made in Italy. E’ quanto è emerso nel corso del primo Forum dell’agroalimentare italiano organizzato il 7 maggio a Milano da Filiera Italia e Coldiretti a TUTTOFOOD alla presenza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. All’evento ha partecipato una nutrita delegazione astigiana guidata dal presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio, e giunta a Milano in pullman. Si è assistito agli accorati interventi del presidente nazionale Coldiretti, Ettore Prandini, del segretario generale, Vincenzo Gesmundo, e dell’amministratore delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia. Hanno fatto seguito le relazioni dell’Assessore all’agricoltura e alimentazione della regione Lombardia, Fabio Rolfi, del Presidente Fondazione Fiera Milano, Giovanni
Made in Italy
uno strumento potentissimo per il “Made in...”
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cibo” illustrato durante il convegno dal presidente del Censis, Giuseppe De Rita. Ma la potenza del Made in Italy del cibo non sta solo nella grandezza dei suoi numeri aggregati che mostrano un settore in decisa controtendenza che cresce più e meglio degli altri e che in poco tempo è stato capace di diventare un traino per l’economia italiana. A fare la differenza è proprio il modello che oggi la produzione agricola nazionale e la parte migliore dell’industria alimentare condividono a pieno e difendono. Va proprio nel senso di promuovere e valorizzare un modello di sviluppo unico e distintivo e una strategia unitaria di internazionalizzazione la partnership tra Filiera Italia e Fiere di Milano che punta a sostenere Milano come porta del cibo italiano verso il mondo. “Con questa iniziativa abbiamo ripreso in mano il testimone lasciato da Expo con il suo slogan “no farmers no party” per sostenere il nuovo protagonismo delle imprese agricole che rappresentano il vero valore aggiunto del sistema agroalimentare nazionale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “con Filiera Italia abbiamo promosso una realtà innovativa legata da un tessuto valoriale che rinvia alla tutela dell’origine, alla difesa del patrimonio agroalimentare, alla sostenibilità, all’equità negli scambi e nel mercato”. Un veicolo potentissimo per accelerare l’affermazione del vero Made in Italy agroalimentare nel mondo che va difeso in Italia ed in Europa dove la battaglia è quella della difesa delle risorse per l’agricoltura, a partire dalla Pac; l’obbligo dell’origine in etichetta per fermare la concorrenza sleale dei prodotti stranieri spacciati per Italiani, la revisione degli accordi di libero
Delegazione astigiana al Forum di Filiera Italia a Tuttofood
scambio e la definizione di standard produttivi uguali per tutti in modo che tutti i prodotti sugli scaffali europei rispettino le stesse norme in termini ambientali, di sicurezza alimentare e di rispetto delle norme sul lavoro”. Al termine del forum Prandini e Gesmundo hanno consegnato al premier un cesto con i prodotti del falso Made in Italy a tavola scovati nei diversi continenti. “Quello che con l’eredità di Expo è ormai sempre più riconosciuto a livello globale - ha detto Luigi Scordamaglia Consigliere delegato di Filiera Italia - è che la filiera italiana del cibo viene considerata il modello ideale per vincere la sfida alimentare del futuro a livello globale. Un modello unico e distintivo il cui successo globale non può che poggiare su una strategia unica e condivisa di filiera. Fare filiera
vuol dire avere commitment pluriennali e trasparenti tra industria e produzione agricola, vuol dire raccontare insieme sui mercati mondiali il vero storytelling delle nostre eccellenze alimentari, vuol dire fare insieme battaglie senza se e senza ma per la massima trasparenza in etichetta e dei processi produttivi, contrastare chiunque sfrutti l’Italian sounding per rubare valore ed identità. In questo senso oggi abbiamo chiesto con una voce sola al Presidente Conte di mettere la filiera del cibo al centro delle priorità politiche del Paese, di difenderla a livello internazionale da dazi e false imitazioni, di adottare politiche premianti anche di carattere fiscale per chi produce in Italia usando prodotti agricoli nazionali, di completare il percorso sulla trasparenza di origine in etichetta”.
Neve, grandine e bufere: alla faccia della primavera Eventi climatici eccezionali, anche nell’Astigiano, da Roccaverano a Penango
26 APRILE PRIMA GRANDINATA Sicuramente anomala per la precocità la grandinata registrata il 26 aprile. Viene da chiedersi
STRANO 5 MAGGIO Un ritorno all’inverno è stato vissuto il 5 maggio scorso nella Langa astigiana a Roccaverano e paesi limitrofi. Una nevicata fuori stagione e
con raffiche di vento molto forti, una vera bufera di neve. GRANDINATA DELL’11 MAGGIO L’11 maggio anche il nord della provincia di Asti è stato toccato dalla prima e precoce grandinata. Gli areali maggiormente colpiti vanno da Piovà Massaia, frazione Gallareto, verso Montiglio, Tonco, Penango e Moncalvo. Gravi danni sono stati segnalati a noccioleti, vigneti e cereali autunno vernini, grano e orzo coricati e germogli danneggiati irreparabilmente.
Maltempo
cosa potrà ancora accadere da qui a settembre. Colpita un po’ tutta la provincia e in particolare le zone di Nizza Monferrato, Incisa Scapaccino e Canelli, anche con chicchi di grandine di 10 cm di spessore. Anche sul capoluogo provinciale si sono registrate copiose precipitazioni di acqua mista a grandine.
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reddo, freddo e caldo, caldo. Non ci sono mezze misure per questa bizzarra primavera. Saranno i cambiamenti climatici in atto, saranno i cicli terresti e le influenze dei pianeti, sarà quel che sarà, ma l’agricoltura sconta ancora una volta gli eccessi del tempo. Solo piogge fuori stagione, anche bombe d’acqua, temperature miti in inverno e brinate sui germogli, grande e improvviso caldo e forti temporali con grandinate. Le montagne russe del tempo hanno colpito un po’ tutta l’Italia e nell’Astigiano si contano almeno tre eventi importanti.
Come intervenire sui vigneti danneggiati Tutte le mosse corrette a seconda del periodo vegetativo
Assistenza tecnica
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ra le calamità naturali, la grandine, da sempre, rappresenta quella più temuta dai viticoltori in quanto produce una serie di danni più o meno ingenti che possono anche ripercuotersi sull’annata successiva. Negli ultimi anni, in particolare in zone molto vocate, come quella del Barolo, contraddistinte dall’elevato valore del prodotto, per salvaguardare la produzione si è anche fatto ricorso all’installazione di reti antigrandine. Purtroppo, tranne tali casi, nella maggior parte delle situazioni la grandine, a seconda del periodo in cui si abbatte, danneggia più o meno gravemente i vigneti. In particolare i germogli, nelle prime fasi di sviluppo, possono venire spezzati o gravemente danneggiati dai chicchi ghiacciati; le foglie a loro volta possono subire lacerazioni, perdendo in parte la loro funzionalità, fino alle situazioni in cui i germogli vengono completamente defogliati. I grappoli hanno risposte diverse in funzione del grado di sviluppo raggiunto; precocemente fino alla fioritura si possono avere colpi sul rachide che portano a far seccare totalmente o in parte il grappolo in formazione; dopo l’allegagione ad essere interessati sono gli acini che fino alla dimensione di grano di pepe spesso con lo sviluppo cadono, mentre in prossimità dell’invaiatura restano sul grappolo, andando incontro a fenomeni di marcescenza o alla comparsa della carie bianca, malattia fungina che colpisce i grappoli in queste circostanze. Gli acini rimasti spesso sono in grado di svilupparsi maggiormente, compensando in parte la perdita. Quando poi i grappoli sono ormai in fase di maturazione il danno, oltre che quantitativo, ricade pesantemente sulla qualità delle uve, alterando i processi fisiologici che regolano lo
sviluppo dei componenti del prodotto finale. In seguito all’evento grandinigeno, in particolare quando i danni sono rilevanti, il dubbio che spesso attanaglia i viticoltori consiste nella scelta delle pratiche da mettere in atto per limitare i danni. Queste differiscono soprattutto in funzione del periodo in cui si verifica il danno. Infatti, quando il danno precoce compromette pesantemente la vegetazione, le numerose prove condotte suggeriscono di intervenire con una potatura più o meno drastica; non si sono visti benefici derivanti dalla sola eliminazione delle parti più direttamente danneggiate, in quanto dai monconi si sviluppano comunque molti germogli in posizione alta rispetto al livello del tralcio, con conseguenti difficoltà in potatura invernale. Quando almeno la parte basale dei germogli risulta poco danneggiata è consigliabile procedere con una speronatura a due gemme dei germogli. Quando invece il germoglio è interamente danneggiato, la potatura ottimale prevede l’eliminazione completa del germoglio rispettando la sola corona, ovvero il punto in cui
il germoglio è inserito sul tralcio e da cui si svilupperanno numerose gemme. Queste operazioni, oltre a consentire una minima produzione nell’annata in corso per quelle varietà con buona fertilità basale (es. Barbera), sono propedeutiche a recuperare la normale produttività per l’annata successiva, in quanto tutta la vegetazione neo-formata non presenta anomalie. Nel corso della stagione bisognerà operare con potature verdi volte a selezionare solo alcuni germogli, in modo che si sviluppino in maniera ottimale, e la vegetazione non sia eccessivamente affastellata. Il tempo impiegato in questa fase sicuramente agevolerà la successiva potatura invernale. La situazione peggiore si verifica quando, in stagione avanzata, si verifica una grandinata intensa, in quanto la vegetazione derivante da una eventuale potatura non riuscirebbe a produrre germogli con adeguata lignificazione e diametro per la stagione successiva. In queste situazioni, soprattutto quando l’apparato fogliare è seriamente compromesso, si assiste spesso a un riscoppio di vegetazione, con
CALDO: UECOOP, A RISCHIO 13,6 MILIONI DI ANZIANI Dopo un mese più freddo che mai, scoppia improvvisamente la calura Oltre 13,6 milioni di anziani over 65 anni in Italia a rischio malori per il caldo torrido. E’ quanto emerge da un’analisi di Uecoop, l’Unione europea delle cooperative Uecoop, su dati Istat in relazione all’ondata di afa con temperature fino a 40 gradi che investe l’Italia dopo un maggio fra i più freddi degli ultimi dieci anni, con uno sbalzo termico che con il colpo di coda dell’influenza e dei raffreddori mette a dura prova in particolare gli anziani. I cambiamenti climatici incidono sull’assistenza imponendo una maggiore attenzione alle temperature, soprattutto d’estate – spiega Uecoop – quando, con i picchi di calore, il rischio disidratazione e collassi aumenta in maniera significativa. Per questo – afferma
Uecoop – è di importanza vitale che l’anziano beva molto anche quando dice di non avere sete e che possa contare sempre a tavola su porzioni di frutta e verdura fresche che garantiscono idratazione, zuccheri semplici e sali minerali. Il progressivo invecchiamento della popolazione con gli over 65 che rappresentano ormai più di 1 italiano su 5 (22,8%) – rileva Uecoop – diventa sempre più importante integrare un percorso di assistenza alla persona che vada dalla cura farmacologica all’alimentazione, dagli stili di
vita al sostegno psicologico, con la necessità di un continuo aggiornamento di metodi e procedure sia da parte dei familiari che da parte di chi opera nel settore come le oltre 328mila persone che in Italia lavorano nelle cooperative sociali e di assistenza. A fronte di una speranza di vita che per gli uomini è di 80,8 anni mentre per le donne arriva a 85,2 anni – conclude Uecoop – la sfida è quella di gestire la qualità dei servizi, le risorse e l’assistenza con una flessibilità legata sia alle risorse disponibili, da parte di Stato e famiglie, sia alle nuove condizioni climatico ambientali in particolare nelle aree urbane dove le bolle di calore sono più frequenti.
Assistenza tecnica
sanitizzare le ferite esistenti, quando non si opti per la potatura totale dei germogli. Quando la grandinata colpisce in stagione avanzata con grappoli già sviluppati, se il danno non è totale, è conveniente addizionare anche un antibotritico. Sia nelle situazioni di grandinata precoce, con successivo intervento di
potatura, sia in quelle dove l’evento è più tardivo, lo sviluppo vegetativo si protrae anche nella stagione autunnale, richiedendo dei trattamenti aggiuntivi per proteggere la nuova vegetazione. Per quanto riguarda eventuali interventi di concimazione, quando la grandinata colpisce vigneti caratterizzati da scarsa vigoria può essere utile addizionare ai trattamenti fitosanitari dei concimi fogliari, in grado di dare una risposta rapida, selezionando prima quelli con un contenuto azotato più elevato mentre in una seconda fase sono da preferire concimi con un maggior titolo di potassio. In ogni caso, quando si verificano gli eventi grandinigeni, i tecnici viticoli Coldiretti sono a disposizione degli associati per sopralluoghi e per definire le contromisure più adeguate nelle diverse situazioni. [Redatto in collaborazione con il Dott. Albino Morando di VIT.EN sas – Calosso]
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sviluppo di gemme latenti e femminelle che rendono molto disordinata la parete fogliare. La conseguenza di tutto ciò consiste nella difficoltà nel corso della potatura invernale di scegliere il legno che dovrà garantire la produzione. Il consiglio in questo caso, frutto di svariate esperienze, è di mantenere almeno una parte di tralcio che si è originato in seguito alla grandinata, anche se di piccolo diametro, in quanto potenzialmente più fertile rispetto alle porzioni colpite. Una seconda possibilità è quella di optare per un anno per la potatura a cordone speronato, soprattutto nel caso in cui i tralci siano stati risparmiati nella loro parte basale, situazione che si verifica in seguito a grandinate con cicchi che scendono verticalmente in assenza di vento. In seguito ad una grandinata si pone anche la questione relativa alla difesa fitosanitaria. In generale è bene intervenire con Rame o/e Folpet nel giro di un paio di giorni per
Regole tecniche per le nuove vasche gasolio Nel febbraio scorso il Ministero dell’Interno ha diramato un apposito decreto
Sicurezza
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iassumiamo, di seguito, le nuove regole tecniche per le vasche del gasolio agricolo, così come previsto dal D.M. 22-112017 del Ministero dell’Interno. Vediamo quali sono i principali requisiti previsti: • Capacità geometrica. Pur lasciando la capacità geometrica massima del contenitore-distributore fissata in 9 m³, viene chiarito che tale capacità può essere ottenuta anche con più contenitoridistributori la cui distanza reciproca deve essere almeno pari a 0,8 m. Nell’ambito di una attività possono essere installati più depositi di distribuzione, nel rispetto della distanza di sicurezza interna, per una capacità complessiva non superiore a 45 m³. • Accesso all’area. Deve essere garantita la possibilità di avvicinamento dei mezzi dei Vigili del Fuoco ai contenitori-distributori, per esigenze di soccorso. • Criteri di installazione e caratteristiche costruttive serbatoio. Es: • A doppia parete e con sistema di monitoraggio continuo dell’intercapedine. • A parete singola, in tal caso il deposito di distribuzione dovrà essere posizionato all’interno di un bacino di contenimento di capacità non inferiore al 110% del volume del deposito di distribuzione stesso, in grado di contenere le eventuali perdite dai serbatoi del deposito e di idonee caratteristiche meccaniche. • Presenza di Dichiarazione di Conformità, Marcature CE, Manuale d’istruzioni. • Installazione: i contenitori-distributori devono essere installati esclusivamente su spazio scoperto al di fuori delle zone in
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cui possono formarsi atmosfere esplosive. E’ vietata l’installazione su rampe carrabili, su terrazze e comunque su aree sovrastanti luoghi chiusi. Devono essere Installati in piano ed essere protetti da idonea difesa fissa atta ad impedire urti accidentali. I contenitori-distributori provvisti di bacino di contenimento devono essere dotati di tettoia di protezione dagli agenti atmosferici realizzata in materiale incombustibile ad eccezione del caso in cui siano inseriti in speciali box prefabbricato con idonee caratteristiche prescritte, essere saldamente ancorati al terreno per evitare spostamenti durante il riempimento e l’esercizio. • Distanze di sicurezza: 3, 5, 10, 15 metri a seconda delle variabili. Tali misure possono essere limitate fino alla metà se interposti ele-
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menti di separazione aventi caratteristiche di resistenza al fuoco EI 60 e con specifiche dimensioni. Altre misure di sicurezza: area di contorno serbatoio avente ampiezza non minore di 3 m, completamente sgombra da materiali di alcun genere e priva di vegetazione che possa costituire pericolo di incendio. Segnaletica di sicurezza secondo D.Lgs. 81/08 e s.m.i. ed apposito cartello fisso che deve indicare le norme di comportamento e i recapiti telefonici dei vigili del fuoco, da contattare in caso di emergenza, nonche’ il recapito telefonico della ditta eventualmente responsabile della gestione e della manutenzione del contenitoredistributore. Deve essere dotato di misure di sicurezza atte ad evitare l’accesso, da parte di estranei, ai dispositivi di sicurezza e controllo. Impianto elettrico e messa a terra conforme. Estintori: In prossimità di ogni contenitore-distributore deve essere garantita la presenza di almeno due estintori portatili con capacità estinguente non inferiore a 21A89B. Nel caso in cui la capacita’ complessiva del deposto di distribuzione sia superiore a 6 m³, deve essere garantita anche la presenza di un estintore carrellato con capacità estinguente non inferiore a B3, raggiungibile con un percorso effettivo non superiore a 20 m rispetto al contenitore-distributore più lontano. Rispetto di norme di esercizio e comportamentali tra le quali la formazione del personale addetto al rifornimento sull’uso del contenitore-distributore e sulle misure da adottare per la lotta antincendio e gestione delle emergenze.
Lotta integrata alla flavescenza dorata della vite
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a alcuni anni tutti i monitoraggi che attraverso i progetti pilota vengono eseguiti sulla presenza della Flavescenza Dorata della vite e del suo insetto vettore Scaphoideus titanus ci dicono che: 1) La popolazione dell’insetto vettore presente ad inizio stagione nei vigneti coltivati e correttamente trattati è diminuita. 2) E’ ancora frequente invece l’immigrazione di insetti provenienti dagli incolti in tutto il periodo estivo e fino alla prima decade di ottobre. 3) Il ciclo dell’insetto vettore ed il picco delle catture presentano negli ultimi anni un certo ritardo ed interessano largamente il mese di agosto/inizio settembre, per cui occorre monitorare bene i vigneti per valutare, solo dove fosse strettamente necessario, l’ipotesi di un terzo trattamento nel rispetto dei tempi di carenza. 4) Vi è uno stretto rapporto tra la maggiore presenza dell’insetto vettore e la diffusione della malattia. 5) Vi è uno stretto rapporto tra la presenza di incolti con vite e la diffusione della malattia. 12 AZIONI DA NON DIMENTICARE • Monitorare in maggio-giugno la presenza delle forme giovanili di scafoideo, per individuare la data migliore per il primo trattamento insetticida obbligatorio. • Nel caso delle aziende biologiche è necessario effettuare 3 trattamenti con piretro, intervenendo più precocemente rispetto alle aziende convenzionali, a
partire da fine maggio-inizio giugno evitando di trattare in fioritura della vite. • Monitorare da inizio luglio a fine ottobre la presenza degli adulti di scafoideo con le trappole cromotattiche (che vanno messe in numero di tre e sostituite ogni 15 giorni, al centro ed al bordo del vigneto) per decidere la data migliore per il secondo trattamento insetticida obbligatorio ed eventuali trattamenti successivi; è particolarmente importante controllare le trappole dopo i trattamenti insetticidi per verificarne l’efficacia ed in tutto il periodo di agosto–settembre per verificare eventuali immigrazioni di scafoideo dall’esterno e prendere provvedimenti. • Trattare tempestivamente: basarsi sulle indicazioni del Settore Fitosanitario Regionale, dei tecnici o dei Progetti pilota presenti in zona, eventualmente corrette dai risultati del monitoraggio aziendale. Ricordarsi che vige il divieto di trattamenti insetticidi in fioritura; che occorre lo sfalcio e appassimento/asportazione della vegetazione sottostante nel caso di presenza di fioriture spontanee prima di eseguire i trattamenti insetticidi; che non si deve trattare in presenza di vento. • Trattare correttamente, utilizzando le protezioni adeguate per l’operatore, con volumi di acqua sufficienti, nelle ore più fresche, acidificando la soluzione (il pH deve essere inferiore a 7), trattando tutti i filari e verificando la compatibilità dell’insetticida con eventuali altri prodotti fitosanitari distribuiti assieme. • Verificare le differenze tra catture al centro ed al bordo del vigneto e prevedere ripassi dell’insetticida sui bordi del vigneto se necessario.
• Durante il periodo giugno-settembre, preferibilmente dopo i trattamenti insetticidi, eliminare la vegetazione con sintomi o capitozzare le piante senza attendere la vendemmia; in inverno estirpare le piante comprese le radici; non occorre bruciare i residui di potatura. • Verificare la presenza di vite selvatica nei dintorni del vigneto ed eliminarla prontamente, preferibilmente tra ottobre e maggio per evitare che gli scafoidei si trasferiscano in massa dall’incolto al vigneto vicino. • Nella progettazione dei nuovi impianti, se possibile tenere conto delle differenze nella sensibilità varietale: alcuni vitigni sono molto sensibili ad Flavescenza Dorata. • Segnalare entro il 15 luglio al proprio Comune ed al Settore Fitosanitario Regionale la presenza di incolti appartenenti a proprietari che non sono disponibili a ripulire prontamente gli appezzamenti abbandonati (fax 011-4323710, mail virologia@regione.piemonte.it. Utilizzare il modello sottostante. • Nella progettazione dei nuovi impianti, considerare l’ambiente circostante: vi sono vigneti abbandonati nell’arco di 200 m? Vi sono incolti con vite selvatica? Evitare gli impianti in situazioni a rischio! • Evitare di rimpiazzare le viti estirpate nelle fasi epidemiche: fino al 10% di fallanze non vi sono riduzioni di resa e non si incorre in anomalie dovute ai controlli delle organismi competenti.
Assistenza tecnica
Cosa sapere in 5 punti e le 12 cose da fare assolutamente
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(Redatto in collaborazione con il Settore Fitosanitario della Regione Piemonte)
PER ULTERIORI INFORMAZIONI RIVOLGERSI AGLI UFFICI TECNICI DELLA COLDIRETTI FLAVESCENZA DORATA DELLA VITE: SEGNALAZIONE CRITICITA’ Al Settore Fitosanitario e servizi tecnico-scientifici Via Livorno 60 - 10144 TORINO Fax 011/4323710 virologia@regione.piemonte.it Nominativo / Ente che segnala ___________________________________________________________________________________________
Tipologia O Vigneto coltivato
O Vigneto in stato di incuria o abbandonato
O Incolto o bosco con vite selvatica O Altro (specificare)
Dati catastali (obbligatori) Comune di __________________________ foglio ____ part. ____________ Comune di __________________________ foglio ____part. ____________ Comune di __________________________ foglio ____ part. ____________ Comune di __________________________ foglio ____part. ____________ Descrizione criticità ________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________________________ Data ………………………………
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Novità sulle norme di commercializzazione ortofrutta Contiene anche le modalità di composizione ed etichettatura di miscugli di prodotti
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stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea il nuovo Regolamento sulle norme di commercializzazione nel settore degli ortofrutticoli. Il dispositivo chiarisce le modalità di composizione ed etichettatura di miscugli di prodotti ortofrutticoli diversi e modifica le norme di commercializzazione generale e specifiche allineandole alle nuove norme di commercializzazione Unece (Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite). Per la commercializzazione di imballaggi di peso uguale o inferiore ai 5 kg, contenenti miscugli di prodotti ortofrutticoli, è necessario riportare in etichetta l’origine dei diversi prodotti, con il nome di ogni singolo Paese o utilizzando la dicitura Ue e/o non Ue. La norma di commercializzazione generale, per i prodotti ortofrutticoli privi di una norma specifica, è stata integrata con elementi generici presenti nelle norme specifiche. La sezione indicazioni esterne” di tutte le norme è stata integrata con le modalità di
GUIDE PER LA COLTIVAZIONE INTEGRATA Presso gli uffici Coldiretti sono in distribuzione le seguenti pubblicazioni tecniche 2019, redatte da Agrion (Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese) con le linee tecniche di coltivazione integrata: - - -
Frutticoltura sostenibile Nocciolo in piemonte Ortaggi, fragola, piccoli frutti e castagno
etichettatura degli imballaggi contenenti imballaggi di vendita. La sezione “disposizioni re-
Sopra: le ������������������������������� tre pubblicazioni in distribuzione; nella foto sotto: un momento di presentazione delle pubblicazioni
lative alla presentazione” di tutte le norme specifiche è stata modificata in modo che l’“omogeneità” di calibro nei
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I° categoria. • Nella norma peperoni sono state variate le classi nella sezione “disposizioni sulla calibrazione”. • Nella norma uva da tavola è stata individuata una tolleranza speciale per gli acini distaccati dal grappolo nelle “disposizioni relative alle tolleranze”. • Nella norma pomodoro è stato chiarito il tipo commerciale ciliegia/cocktail; sono state riformulate le disposizioni sulla calibrazione ed inserimento del tipo costoluto irregolare; sono state definite disposizioni sulle indicazioni esterne nel caso di altre varietà di pomodori in miniatura; è stata riformulata la dicitura per il calibro nella sezione caratteristiche commerciali (disposizioni indicazioni esterne).
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tura del prodotto”, con l’inserimento dell’indicazione del gruppo varietale per le arance Navels e Valencias in alternativa al nome della varietà. Nella norma kiwi è stata integrata la sezione “natura del prodotto” con l’indicazione del colore della polpa o indicazione equivalente se diverso dal verde. Nella norma insalate è stata eliminata la categoria “lattuga a foglie spesse”. Nella norma pesche e nettarine è permesso l’utilizzo di entrambe le diciture pesche noci o nettarine. Nella norma pere è stata riformulata la dicitura sulla tolleranza di 10 mm per i frutti calibrati a diametro prevista per la presentazione del prodotto ed è stato corretto lo schema di calibrazione a peso dei frutti di
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miscugli, laddove previsti, non è obbligatoria ed è stato previsto l’uso della tecnologia laser per l’inserimento delle indicazioni sul frutto, purché non determini difetti sulla buccia o nella polpa. • Nella norma mele è stato ripristinato il gruppo di colorazione D; è stato introdotto il gruppo delle mele in miniatura con relativi requisiti qualitativi (almeno 12°Brix); è stata riformulata la dicitura sulla tolleranza di 10 mm per i frutti calibrati a diametro prevista per la presentazione del prodotto; sono state previste apposite indicazioni sulla “natura del prodotto” in caso di mutanti e mele in miniatura; è stato aggiornato l’elenco varietale. • Nella norma agrumi è stata riformulata la sezione “na-
Principali impegni di condizionalità Sintetico decalogo per i beneficiari di contributi pubblici
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uanto di seguito riportato costituisce una sintesi di alcune importanti prescrizioni di condizionalità a cui sono soggetti tutti i beneficiari di contributi pubblici (PAC, PSR, ecc.), da considerarsi a titolo non esaustivo e, pertanto, per ogni dettaglio si invita a contattare gli uffici tecnici Coldiretti. • La cisterna del gasolio agricolo deve essere dotata di vasca di raccolta per eventuali sversamenti (con capacità del 110% per quelle messe in esercizio dopo il 06/12/2017 e del 50% per quelle precedenti) e sistemata completamente al riparo dagli agenti atmosferici; se la cisterna è omologata con tettuccio+vasca di contenimento è a norma anche quando posizionata su terra battuta. Per chi si approvvigiona di carburante presso le pompe di benzina deve dimostrarlo con scontrini fiscali, fatture o schede carburante. • L’armadietto (o il locale di stoccaggio) dei prodotti fitosanitari deve essere chiuso a chiave, areato mediante apposite prese d’aria e identificato con apposito cartello. • Il registro dei trattamenti fitosanitari va compilato in ogni sua parte (data trattamento, prodotto utilizzato con nome completo da etichetta, dose utilizzata in Kg o in Litri per ettaro, superficie trattata in ettari, fase fenologica della coltura, avversità per cui viene effettuato il trattamento, ecc.). Servono copia delle fatture e/o documentazione d’acquisto dei prodotti, schede di sicurezza e patentino per i prodotti fitosanitari in corso di validità. • Attrezzature irroratrici di prodotti fitosanitari: • Effettuare il controllo funzionale
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delle irroratrici ogni 5 anni (2 anni per i contoterzisti) con certificato rilasciato da un Centro autorizzato dalla Regione (es. “Coldiretti Asti C02”). Per ogni macchina irroratrice compilare ad inizio campagna la scheda di verifica in autocontrollo del corretto funzionamento della stessa. Azienda in zona vulnerabile da nitrati (quando più del 25% della SAU ricade in ZVN) occorre compilare il registro delle fertilizzazioni. Servono le copie delle fatture di vendita dei prodotti (mais, soia, grano, ecc.) oppure dei documenti di conferimento. Se in domanda sono indicate delle foraggere si può dimostrare l’eventuale reimpiego in azienda, diversamente occorrono le copie delle fatture di vendita. Possibilità di conversione ad altri usi dei prati permanenti (cioè sullo stesso terreno da più di 5 anni) solo previa comunicazione telematica all’AGEA, da effettuarsi presso gli uffici Coldiretti. Divieto assoluto di conversione nelle zone Natura 2000/ SIC (salvo deroghe). Autorizzazione all’utilizzo di un pozzo irriguo e/o documentazione attestante l’appartenenza ad un consorzio irriguo. Eventuali rifiuti speciali peri-
colosi (olio, filtri, batterie, contenitori vuoti di prodotti fitosanitari, rifiuti a rischio infettivo per cure al bestiame, ecc.) devono essere stoccati in locali chiusi, all’interno di appositi contenitori separati che impediscano eventuali dispersioni e posizionati su battuto di cemento impermeabile. Per almeno 3 anni è necessario conservare i formulari di smaltimento rifiuti rilasciati da Ditta terza autorizzata oppure le fatture di prestazione da parte di Ditta terza che ha effettuato la manutenzione dei mezzi (es. meccanico/elettrauto per sostituzione olio, filtri, batterie, ecc.). • Per i terreni confinanti con corsi d’acqua: A. E’ vietato applicare fertilizzanti organici (letame, liquame, digestato, ecc.) ed inorganici (concimi chimici) ad un distanza inferiore ai 5 / 10 / 25 / 30 metri dai corsi d’acqua, a seconda di quanto previsto dalle disposi-
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di foraggi destinati al solo reimpiego in allevamento. Direttiva nitrati 10/R. Se è necessario (verificare la normativa) effettuare la Comunicazione 10R + PUA/PUAS e compilare il registro delle fertilizzazioni. Divieto di spandimento di effluenti zootecnici letame / liquame / digestato, ecc.) su terreni innevati, gelati e/o saturi d’acqua in qualsiasi periodo. Vedere dettaglio dei periodi di sospensione nella tabella allegata. Per ogni approfondimento è possibile consultare ad esempio i siti internet: www.reterurale.it, www.arpea.piemonte. it.
Salute & Benessere
colare dei vitelli e dei suini, tenendo conto dei requisiti minimi previsti e condizioni specifiche di gestione dell’allevamento (stabulazione e ricovero, cura, alimentazione e abbeveraggio, libertà di movimento e condizioni minime di illuminazione, ventilazione e igiene, presenza di personale con conoscenze e capacità professionali). Rispettare specifiche condizioni per alcuni allevamenti (es. i vitelli con età inferiore ai 6 mesi devono essere allevati liberi in box adeguatamente dimensionati in base all’età; es. divieto di mutilazioni per vitelli e suini, ecc.). • Deve essere presente il registro di carico e scarico anche in caso
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zioni tecnico operative emanate dalla regione Piemonte e disponibili al link: http://www.regione. piemonte.it/agri/area_tecnico_ scientifica/settore_fitosanitario/ ambiente.htm, cliccando sulla sezione “Misure di mitigazione”. Le distanze si differenziano in base al tipo di corso d’acqua (fiume, torrente, canale, ecc.) e anche se si tratta di terreni in ZVN o fuori. B. Costituzione o non eliminazione di una fascia tampone stabilmente inerbita, spontanea o seminata, adiacente ai corpi idrici superficiali di torrenti, fiumi o canali. Sulle superfici inerbite è necessario effettuare falciature o trinciature ad altezza non inferiore ai 10 cm, in modo da contenere il rischio di ruscellamento superficiale (causa di eventuale inquinamento dei corpi idrici) e preservare un habitat naturalistico ottimale. In alternativa alla fascia tampone inerbita è possibile costituire o non eliminare una fascia tampone arbustiva/ arborea. Le fasce tampone non vanno utilizzate come vie di transito per le macchine e devono avere una larghezza di almeno 5 metri dal ciglio di sponda del corso d’acqua. • Corretta tenuta dell’anagrafe zootecnica (vedere anche Tabella dettagliata per bovini, suini e ovicaprini): A. Apposizione marca auricolare dei capi. B. Aggiornamento del registro di stalla cartaceo, marcatura del capo alla nascita o ingresso/ uscita (morte). C. Registrazione Modelli 4 (per uscita / entrata), modello Ditta autorizzata per smaltimento carcassa (in caso di morte). D. Tutti gli animali, per i quali è previsto, devono avere entrambe le marche auricolari o richiesta di duplicato effettuata. E. Rispettare il benessere degli animali in allevamento, in parti-
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Salute & Benessere
Successo della Giornata interregionale dei Pensionati Si è tenuta a Loano con la partecipazione del presidente e del segretario nazionale dell’Associazione
sibili servizi di assistenza. Non può, quindi, che starci a cuore la salute, la prevenzione e la sicurezza dei nostri pensionati, oltre all’assicurare loro delle pensioni adeguate”. “Questo appuntamento rappresenta un’iniziativa importante ed un’occasione per ricordare il prezioso e duro lavoro dei nostri soci pensionati, protagonisti della rinascita agricola del dopoguerra - afferma Pier Luigi Cavallino presidente dell’Associazione Pensionati di Coldiretti Piemonte -. A loro va il nostro grazie per essere il punto di riferimento per la famiglia, per Coldiretti e per il buon funzionamento delle imprese agricole”. “Questo momento ha una valenza di rilievo anche per fare il punto sul ruolo sociale che la società riconosce in capo a Coldiretti e per sottolinea-
re la funzione d’esempio che, ancora oggi, i soci pensionati hanno nei confronti dei nostri giovani imprenditori - spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. La nuova agricoltura, che concilia innovazione e tradizione, non può rinunciare ad un così prezioso patrimonio: la società e le imprese non possono fare a meno, infatti, di queste grandi persone che, con la loro esperienza di vita, hanno sempre validi insegnamenti, continuano a dare il loro contributo e a preservare i territori nonostante la pensione”. Durante la giornata non è mancata la raccolta firme a sostegno della petizione EatORIGINal – Unmask your food che ha l’obiettivo di estendere l’obbligo in etichetta di indicare l’origine degli alimenti.
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Si è tenuta a Loano, in provincia di Savona, la Giornata interregionale del pensionato Coldiretti
Evento
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d ospitare la XXII Giornata interregionale dei Pensionati Coldiretti è stata la Liguria alla presenza del presidente e del segretario nazionale di Federpensionati Coldiretti Giorgio Grenzi e Danilo Elia, dei presidenti regionali del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta Pier Luigi Cavallino, Angela Romaggi e Yves Perraillon, oltre ai presidenti, direttori e dirigenti delle varie Federazioni provinciali. Presenti anche una cinquantina di pensionati provenienti dall’Astigiano, guidati dal presidente Raviola con il presidente provinciale Coldiretti Marco Reggio, il direttore Diego Furia e Rosanna Porcellana (segretaria dell’Associazione provinciale). Ad officiare la Santa Messa Monsignor Guglielmo Borghetti. A Loano si sono susseguiti nella giornata diversi momenti: dalla preghiera al ricordo di quelli che sono i principi e gli ideali di un’esistenza scandita dai ritmi della terra, dal pranzo presso la struttura del “Loano 2Village” fino al mercato di Campagna Amica con prodotti del territorio ligure. Per il presidente nazionale, Giorgio Grenzi, è stata l’occasione per fare alcune riflessioni, in particolare ha sottolineato: “Se è vero che le attuali generazioni hanno una traiettoria di vita di oltre venti anni maggiore rispetto alle precedenti, è indispensabile che le Istituzioni mettano in atto politiche che tutelino seriamente l’autonomia personale e la non autosufficienza, anche mediante migliori e più acces-
Crowdfunding “Il lavoro: la mia libertà” Per borse lavoro a favore di donne vittime di violenza maschile
Donne Impresa
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al 1° maggio e fino al 31 luglio 2019 è attiva la piattaforma di crowdfunding col progetto “Il lavoro: la mia libertà” realizzato dal Telefono Rosa Piemonte con la collaborazione della Compagnia di San Paolo e di Donne Impresa di Coldiretti Piemonte. La data di avvio non è stata casuale, considerando che la raccolta fondi (rigorosamente on line su sito dedicato) è finalizzata a realizzare borse lavoro per donne vittime di violenza maschile e che, nel loro percorso di allontanamento dalla violenza, hanno la necessità di realizzare almeno in parte la propria autonomia economica.
Ogni borsa lavoro (che dura 6 mesi, per un contratto part time) ha un costo di 5.000,00 euro. Per aderire, è sufficiente collegarsi al sito www.telefonorosa.starteed.eu e seguire le istruzioni per la donazione, che può essere effettuata con carta di credito, Paypal o bonifico bancario. Donne Impresa Coldiretti Asti, dopo aver disposto un punto informativo ogni mercoledì al mercato di Asti, prosegue ora la diffusione dell’iniziativa presso tutti gli uffici provinciali e di zona Coldiretti.
Promosso da Telefono Rosa Piemonte con la collaborazione di Compagnia di San Paolo e Donne Impresa di Coldiretti Piemonte
Castagnole delle Lanze: inaugurato il nuovo ufficio di recapito Coldiretti Nella centralissima piazza Lucchini, servirà anche gli agricoltori di Coazzolo
Attività di base
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27 Da sinistra: Lorenzo Colombaro, Silvano Giachino, Sara Mazzolo, Marco Reggio e Carlo Gallo
Si trova in piazza Lucchini il nuovo recapito Coldiretti a Castagnole
Il Presidente Coldiretti Asti Marco Reggio inaugura gli Uffici Coldiretti di Castagnole delle Lanze
sca tecnico viticolo, Andrea Musso tecnico tenuta registri di cantina, Valentina Sacco ufficio paghe.
L’orario di apertura al pubblico è rimasto invariato dalle ore 9 alle 12 nei giorni di lunedì e giovedì.
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ono stati inaugurati ufficialmente il 16 maggio i nuovi uffici Coldiretti a Castagnole delle Lanze. Presenti il presidente e il direttore proviciali Coldiretti, Marco Reggio e Antonio Ciotta, il presidente di Zona, Carlo Gallo, e i presidenti di sezione Coldiretti di Castagnole e Coazzolo, Lorenzo Colombaro e Silvano Giachino, paesi a cui farà capo il nuovo ufficio. Il recapito si trova ora in piazza Lucchini 3, in un’elegante palazzina di due piani, praticamente nel centro del paese basso. Alla presenza delle autorità locali, di molti associati e di alcuni scolari di Castagnole, don Lino Cane, parroco di San Pietro, ha benedetto i rinnovati locali e tutti coloro che li frequenteranno. “Avere uffici più funzionali e con più postazioni di lavoro – ha dichiarato il presidente provinciale Coldiretti, Marco Reggio – era un’esigenza molto sentita, sia dal personale dipendente che dagli associati. Per altro Castagnole e Coazzolo rappresentano uno dei centri agricoli principali della nostra provincia, con un’agricoltura tutt’ora in espansione, grazie soprattutto alla viticoltura e alla corilicoltura, affiancate recentemente da un crescente interesse turistico”. I nuovi e più accoglienti uffici, rispetto a quelli di via Tagliaferro da cui sono stati trasferiti, si trovano ora al piano terreno e ospitano, in tre ampi locali, tutti i servizi offerti da Coldiretti Asti attraverso la società Impresa Verde, il Centro Assistenza Fiscale, il Centro Assistenza Agricola e l’Epaca. Il recapito è sotto la responsabilità della Segretaria della Zona di Canelli, Sara Mazzolo, che sarà sempre presente negli orari di apertura coadiuvata dai colleghi: Massimiliano Delpiano e Lorella Mocco addetti fiscali, Miriam Ribaldone addetta Epaca, Piero Bo-
RUBRICA COLTIVA LA SALUTE REDATTA DA C.D.C.
La rieducazione respiratoria Utile per il ripristino dei meccanismi di pulizia delle vie respiratorie
Sanità
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a Rieducazione Respiratoria è la terapia di supporto indicata in quasi tutte le patologie dell’apparato respiratorio, quali: bronchite cronica ostruttiva, asma bronchiale, enfisema polmonare, insufficienza respiratoria, bronchiectasia, fibrosi polmonare, cifoscoliosi, sclerosi laterale amiotrofica, apnea ostruttiva notturna. La Rieducazione Respiratoria è finalizzata ad aumentare l’autonomia della capacità funzionale respiratoria nel paziente, favorendo il ripristino dei meccanismi fisiologici di pulizia delle vie respiratorie. La Rieducazione Respiratoria è rivolta a bambini, adolescenti, adulti e anziani e può essere indicata: • In fase pre-operatoria: per preparare Pazienti a rischio (soggetti anziani, fumatori, obesi, affetti da precedenti malattie respiratorie) a interventi chirurgici programmati in chirurgia toracica e chirurgia dell’addome • In fase post-operatoria: per interagire con le cure mediche, accelerando i processi di risoluzione delle affezioni respiratorie acute e limitando i danni delle patologie croniche.
La Rieducazione Respiratoria prevede Esercizi di: • Coordinazione respiratoria: per insegnare a respirare correttamente, sfruttando al meglio i movimenti, al fine di compiere il minor lavoro possibile • Respirazione diaframmatica: per riallenare i muscoli respiratori, migliorandone la forza e la resistenza, al fine di aumentare il livello di ventilazione e la resistenza allo sforzo fisico • Fisioterapia toracica: per rimuovere l’eccesso di secrezioni delle vie aeree, riducendo la resistenza al flusso aereo e il lavoro respiratorio e migliorando l’ossigenazione (aerosol terapia, drenaggio autogeno, drenaggio posturale) • Ricondizionamento fisico: per aumentare il metabolismo della muscolatura scheletrica. Gestione Crisi Asma Bambini Nell’ambito dell’attività di Rieducazione Respiratoria, è attivo un percorso dedicato alla gestione delle crisi d’asma dei bambini da parte dei genitori, che vengono istruiti sulle modalità da mettere in atto per prevenire ed affrontare in modo corretto ed efficace il verificarsi di queste situazioni.
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COLTIVA LA TUA SALUTE
Da oltre dieci anni, l’accordo tra Coldiretti-Epaca e C.D.C. permette di far crescere il valore della prevenzione e della sicurezza nella cultura dell’impresa agricola ed unire la tutela dell’imprenditore, dei suoi familiari e degli ospiti della sua azienda con l’idea di una nuova agricoltura multifunzionale territorialmente sostenibile. C.D.C. rappresenta una delle realtà sanitarie più significative e dinamiche del Piemonte, con un’attività diagnostica completa presso sedi dislocate in modo capillare su tutto il territorio regionale: a Torino, Biella, Cuneo, Novara, Vercelli e Verbania. Grazie a tale collaborazione, i soci Coldiretti-Epaca possono accedere privatamente a tutte le prestazioni con tariffario agevolato esibendo la Tessera Associativa Coldiretti/Epaca, oppure tramite il SSN presentando la richiesta del medico curante. Inoltre presso gli uffici provinciali o zonali Coldiretti-Epaca possono prenotare visite mediche specialistiche e prestazioni diagnostiche presso tutti i centri C.D.C. e con assoluto rispetto della privacy, il socio, tramite il PIN ricevuto in accettazione, può richiedere la stampa del proprio referto online. Periodicamente, tramite questa rubrica, vi informeremo su temi di interesse generale legati alla prevenzione ed alla cura di patologie tipiche del mondo agricolo. C.DC.: ASTI, C.so Galileo Ferraris, 4/a - EPACA: ASTI, C.so F. Cavallotti, 41, tel 0141.380.400 - CANELLI, Via Cassinasco, 11/13 - CASTELNUOVO D.B., V.le Europa, 12/B - MONCALVO, P.zza Carlo Alberto, 25 - MONTIGLIO M.TO, Via Padre Carpignano, 3 - NIZZA M.TO, C.so Acqui, 42/44 - S. DAMIANO D’ASTI, Via Roma, 23 - VESIME, P.zza V. Emanuele II, 3 - VILLANOVA D’ASTI, Via O. Blandino, 19
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el corso degli ultimi anni specifiche disposizioni di legge e diverse sentenze della Corte di Cassazione hanno consentito di ampliare la tabella delle malattie professionali riconoscibili dall’INAIL anche in ambito agricolo.Grazie ad una qualificata consulenza medico-legale, il Patronato EPACA della Coldiretti ha presentato numerose istanze finalizzate al riconoscimento delle malattie professionali più frequenti in agricoltura e sono stati riconosciuti numerosi indennizzi da parte dell’Istituto assicuratore.Evidenziamo di seguito tali malattie professionali, piuttosto frequenti in agricoltura ma anche in altri ambiti lavorativi, per le quali è possibile effettuare richiesta all’INAIL di indennizzo; invitiamo tutti coloro che ritengono di poter essere nelle condizioni per richiedere il beneficio a rivolgersi tempestivamente all’ufficio zona Coldiretti più vicino per la valutazione del caso attraverso una qualificata consulenza medica gratuita. Queste le malattie professionali riconosciute: Sindrome del tunnel carpale; Diminuzione della capacità uditiva (ipoacusia percettiva bilaterale simmetrica); Tendiniti (spalla, gomito, polso, mano; Patologie del ginocchio (borsiti, meniscopatie, tendinopatie del quadricipite). Per ogni ulteriore informazione o chiarimento in merito, invitiamo gli
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Autorizzo Coldiretti Asti ad inserire i miei dati nelle liste per la gestione degli Annunci Economici sul periodico “Il Notiziario Agricolo”. In qualsiasi momento in base all’Art.13 della legge 675/96 potrò chiedere la modifica o la cancellazione, oppure negare il consenso al loro utilizzo scrivendo a Coldiretti Asti, C.so F. Cavallotti n. 41 – 14100 Asti.
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