Il Notiziario Agricolo n. 12 - 2019

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Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 12 Anno 2019 - In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo

Anno

68° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI

numero

ASTI

CONTIENE I.P.

COLDIRETTI

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DICEMBRE 2019



n questo numero de “Il Notiziairo Agricolo” trovate in allegato la seconda parte del “Consuntivo dell’Annata Agraria” esposto il 29 novembre scorso nel corso del Forum Coldiretti dell’Economia Agroalimentare dell’Astigiano. Come avete potuto leggere sul precedente numero di questa stessa rivista, nel corso del Forum sono emerse prepotentemente tutte le potenzialità del settore primario e dell’agroalimentare nei confronti della ricettività rurale del nostro territorio che ruota attorno al patrimonio Unesco di Langhe, Monferrato e Roero. E’ anche per questo che abbiamo dedicato il Calendario 2020 di Coldiretti Asti (che trovate in omaggio sempre in allegato) alle Doc primarie della provincia di Asti e con esse all’abbinamento con un piatto della tradizione gastronomica. Le nostre Doc, e i nostri prodotti a denominazione in generale, così come abbiamo voluto rappresentare al Forum con la “vendemmia del turista”, sono il principale veicolo di promozione del nostro territo-

rio e quindi la principale attrattiva turistica. La nostra impressione, anche in considerazione dell’ulteriore incremento qualitativo registrato nel corso dell’Anteprima della Barbera d’Asti Docg 2019 (come potete vedere nell’ampio resoconto pubblicato nelle pagine successive), è che non sempre gli stessi astigiani siano consapevoli delle grandi potenzialità del nostro territorio dal punto di vista turistico e quindi all’economia ad esso collegata. Quelle stesse potenzialità che un’organizzazione come Coldiretti ha saputo esprimere e rivendicare nella “potente” manifestazione dell’11 dicembre scorso a Torino, non a caso rivendicata col nome “Bogia Piemunt”. Coldiretti perseguirà le rivendicazioni a favore del mondo agricolo e di tutti i consumatori con la stessa

determinazione che ha portato alla validazione della petizione europea con la raccolta di 1 milione e 100 mila firme per arrivare all’etichettatura obbligatoria di tutto ciò che mangiamo. Ecco questo è l’augurio per il 2020 che vogliamo fare ai nostri lettori: avere la consapevolezze delle grandi potenzialità della nostra agricoltura.

Editoriale

BUON MMXX I

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DAL PROSSIMO NUMERO Ruché di Castagnole Monferrato Docg; MAGGIO: Il Vitello Tonnato con Cisterna d’Asti Doc; GIUGNO: I Ravioli con Freisa d’Asti Doc; LUGLIO: Il Tagliere di Salumi Monferrato e Robiola di Roccaverano Dop con Moscato d’Asti Docg, Asti Docg, Asti Secco Docg, Loazzolo Doc; AGOSTO: La Torta di Nocciole con Brachetto d’Acqui Docg, Acqui Docg, Acqui Rosé Docg; SETTEMBRE: Il Fritto Misto con Calosso Doc; OTTOBRE: I Tajarin al Tartufo con Dolcetto d’Asti Doc; NOVEMBRE: La Bagna cauda con Grignolino d’Asti Doc; DICEMBRE: Il Gran Bollito Misto con Barbera d’Asti DOCG, Nizza Docg.

Periodico Ufficiale di Coldiretti Asti

Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 - Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Anno 68° numero 12 - Dicembre 2019 Stampa Artigrafiche M.A.R. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949

Direttore Resp.: Diego Furia Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl Tel. 0141.380.400 - Tel. 335.471017 Abbonamento annuale: Euro 10,00 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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Oltre a decantare i nostri grandi vini e i nostri grandi piatti e prodotti del territorio nel “Calendario Coldiretti Asti 2020”, da queste colonne de “Il Notiziario Agricolo” ci ripromettiamo di proporre questi abbinamenti ogni mese del prossimo anno, cioè su ogni numero della nostra rivista, secondo il seguente calendario prestabilito: GENNAIO: La Polenta con Albugnano Doc, Terre Alfieri Nebbiolo Doc, Monferrato Nebbiolo Doc; FEBBRAIO: L’Insalata Russa con Cortese dell’Alto Monferrato Doc e Terre Alfieri Arneis Doc; MARZO: Il Bonèt con Malvasia di Castelnuovo don Bosco Doc e Malvasia di Casorzo Doc; APRILE: La Carne Cruda con


Manifestazione di Torino dell’11 dicembre 2019

“Bôgia Piemunt: il tuo futuro siamo noi”

Evento

In 20 mila in piazza, con molti astigiani, perchè l’agricoltura merita, al più presto, un’altra velocità

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n SOS per l’agricoltura Made in Piemonte: non c’è più tempo da perdere, serve un’altra velocità. E’ quello che hanno chiesto a gran voce, l’11 dicembre scorso, alla Regione, i 20 mila agricoltori che, da tutto il Piemonte, sono arrivati nel centro di Torino, tra piazza Vittorio Veneto, via Po e piazza Castello, per quella che è stata la più grande manifestazione mai organizzata, negli ultimi anni, proprio nel cuore della città. Quel cuore pulsante, tradizionalmente industriale, ma nel quale ora l’agricoltura riveste un ruolo fondamentale poiché 100 mila persone ogni giorno, con il loro lavoro nelle campagne e nelle zone montane, contribuiscono a rendere l’agroalimentare piemontese l’unico settore in crescita con il più 8% registrato nel 2018. “Una richiesta fortemente sentita e contenuta già nel titolo della nostra manifestazione di oggi: il Piemonte deve muoversi con un’altra velocità”, affermano Marco Reggio e Diego Furia presidente e direttore di Coldiretti Asti che, con il leader dei giovani Danilo Merlo, hanno guidato la

Il corteo con la delegazione di Coldiretti Piemonte

L’arrivo del corteo in piazza Castello


Manifestazione di Torino dell’11 dicembre 2019

Al corteo hanno partecipato anche gli sbandieratori del Palio di Asti

Evento

Il presidio davanti alla Regione Piemonte

La presidente di Terranostra Campagna Amica Giovanna Soligo

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Da sinistra sul palco il delegato Giovani Impresa Danilo Merlo, il direttore Diego Furia e il presidente Marco Reggio

per continuare a fare tutto ciò, garantendo oltretutto occupazione ed economia territoriale, è necessario che la Regione si impegni concretamente. Per questo abbiamo voluto mettere al centro dell’at-

tenzione l’agricoltura a 360 gradi”. Sono infatti numerose le tematiche portate all’attenzione

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nutritissima delegazione proveniente dall’Astigiano. “I nostri agricoltori – sottolinea Furia - difendono la biodiversità di cui il Piemonte è ricco con ben 14 Dop, 9 Igp, 18 Docg, 42 Doc e oltre 40 Sigilli di Campagna Amica, presidiano territori altrimenti disabitati, riducendo il rischio del dissesto idrogeologico e gli effetti dei cambiamenti climatici, producono cibo sano, sicuro e rigorosamente controllato dalle strette normative che vigono nel nostro Paese, ma


Evento

Manifestazione di Torino dell’11 dicembre 2019

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del governo regionale. Dalla problematica della fauna selvatica, dove in Piemonte negli ultimi 6 anni si sono registrati 7.000 incidenti con una media pari a circa 1.200 incidenti l’anno, ma con la tendenza ad aumentare, alla distribuzione delle risorse rimaste per il Psr 2014/2020 che deve dare priorità alle misure legate all’imprenditorialità giovanile visto che 1 giovane su 3 risulta escluso dai finanziamenti. Ci sono poi i tagli alla burocrazia inutile, la necessità di costringere le industrie di trasformazione e la grande distribuzione a retribuire in modo equo il lavoro degli agricoltori, i controlli sulle importazioni. Senza dimenticare la trasparenza lungo le filiere e in particolare per quella frutticola oggetto di attenzione il 28 giugno scorso, quando il presidente Cirio, durante l’evento “Frutta e legalità”, organizzato da Coldiretti Piemonte, si era impegnato a creare un osservatorio per controllare le storture che sottraggono valore al primario. “Ad esempio – rimarca Reggio - vorremmo portare il meglio del cibo Made in Piemonte nelle mense scolastiche ed ospedaliere, poiché nella nostra regione vengono erogati circa 105 milioni di pasti all’anno per oltre 400 milioni di fatturato annuale, occorre anche valorizzare meglio i nostri allevamenti eliminando obblighi anacronistici come quello del periodo prestabilito di demonticazione anche alla luce dei sempre più evidenti cambiamenti climatici e l’urgenza di predisporre misure per la salvaguardia dei territori che possano consentire una più

La capretta Bogia è stata la mascotte della manifestazione Coldiretti

corretta gestione delle acque e degli alvei dei fiumi, non solo durante l’emergenza degli alluvioni. Non dimentichiamo, certamente, tra le priorità che siamo ai blocchi di partenza per la stesura del nuovo Psr col quale possiamo scrivere davvero una nuova pagina per l’agricoltura piemontese e dare un futuro all’economia dei nostri territori. Tan-

te proposte concrete a costo zero, attivabili fin da subito solo, però, con un assessorato che non dorma e che non vada nella direzione opposta”.


Evento

Manifestazione di Torino dell’11 dicembre 2019

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Manifestazione di Torino dell’11 dicembre 2019

Dopo i 20 mila agricoltori in piazza, arrivano i primi risultati Gli impegni del presidente della Regione Cirio dopo le proposte Coldiretti a costo zero

Evento

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entre in piazza Castello i 20 mila agricoltori manifestavano per Bôgia Piemunt: il tuo futuro siamo noi!, una delegazione, guidata dal presidente di Coldiretti Piemonte, Roberto Moncalvo, e dal Delegato Confederale, Bruno Rivarossa, insieme all’intera Giunta di Coldiretti Piemonte con il delegato Giovani Impresa, Danilo Merlo, la responsabile Donne Impresa, Silvia Beccaria, il presidente dell’Associazione Pensionati, Pier Luigi Cavallino, oltre alla presidente degli agriturismi di Campagna Amica, Stefania Grandinetti e al presidente dell’Associazione Pensionati di Coldiretti Cuneo, Dino Ambrogio, è stata ricevuta dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e ha potuto elencare le priorità, a costo zero, ed immediatamente attuabili per dare davvero all’agricoltura piemontese un’altra velocità. “Un confronto necessario quello col presidente Cirio, che ci ha ricevuto prima della conclusione della manifestazione – spiegano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa –, per esprimere le urgenze dell’agricoltura Made in Piemonte. I primi risultati rispetto alle nostre proposte sono arrivati già al termine della mattinata, sulla base di quanto Cirio ci ha assicurato, e ci riferiamo, in particolare, alla questione abbruciamenti, la cui la modifica alla normativa passerà in Consiglio Regionale a gennaio 2020, ed alle misure del Psr riguardanti l’imprenditoria giovanile, come quella dell’insediamento, visto che proprio il prossimo lunedì 16 dicembre il presidente sarà a Bruxelles per discutere con la Commissione europea la ridistribuzione delle risorse rimaste. Lì si giocherà una partita importante che ri-

Roberto Moncalvo interviene sul palco in Piazza Castello

guarda anche le misure dell’indennità compensativa, fondamentale avendo in Piemonte oltre 8 mila aziende in aree montane, e quelle agroambientali. Il presidente ha accolto, mettendosi a disposizione per organizzare a breve un tavolo tecnico, le nostre restanti sollecitazioni circa la fauna selvatica, il controllo delle importazioni, la semplificazione, il controllo della filiera frutticola e la possibilità di offrire nelle mense ospedaliere e scolastiche solo il meglio del Made in Piemonte, tema per cui ha chiesto esplicitamente la nostra collaborazione. Infine, per quanto riguarda la gestione delle acque e degli alvei dei fiumi, è stato predisposto un manuale operativo affinché i sindaci siano autorizzati ad operare e verrà convocato al più presto un incontro con l’assessore regionale Marco Gabusi, presidente

Diego Furia e marco Reggio, direttore e presidente Coldiretti Asti

del Comitato di Indirizzo dell’Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPO), per evitare di agire sempre e solo in emergenza, ma poter prevenire gli eventi alluvionali con una rapida programmazione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del tessuto idrografico piemontese”.


Evento

Manifestazione di Torino dell’11 dicembre 2019

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Barbera d’Asti Docg: l’annata 2019 è meglio della 2018

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Sono state 3.360 le degustazioni proposte in anteprima assoluta

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un’annata da “Oscar” per la Barbera d’Asti Docg. Il giudizio a 5 stelle è stato espresso il 9 dicembre scorso da 150 degustatori riuniti da Coldiretti Asti al Centro Culturale San Secondo per l’annuale “Anteprima della Barbera d’Asti Docg”. “Quest’anno – dichiara Diego Furia, direttore di Coldiretti Asti - abbiamo festeggiato alla grande la diciottesima edizione di “Anteprima Barbera”. Abbiamo avuto con noi il presidente di Assoenologi, esperto di caratura mondiale, Riccardo Cotarella, che con il professor Vincenzo Gerbi dell’Università di Torino e l’enologo Secondo Rabbione del nostro Centro Studi Vini del Piemonte, ha fornito indicazioni e suggerimenti ai nostri vignaioli”. In platea molti titolari di Case vinicole, enologi, tecnici e cantinieri, anche delle principali cooperative, tutti i maggiori grandi esperti del settore vitivinicolo del territorio. Sono intervenuti il Sindaco di Asti, Maurizio Rasero, e il presidente del Consorzio Bar-

Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi

Prof. Vincenzo Gerbi docente dell’Università degli Studi di Torino

Marco Reggio, presidente Coldiretti Asti

Diego Furia, direttore Coldiretti Asti

bera d’Asti, Filippo Mobrici. “E’ stata un’esperienza molto piacevole anche per me – ha dichiarato Cotarella al termine delle degustazioni mettendo in fila i bicchieri con i campioni di

Barbera d’Asti – poter degustare 21 vini insieme a centinaia di persone molto appassionate, che hanno ascoltato i nostri commenti in silenzio religioso e quindi interessati all’argomento. Parlare


Maurizio Rasero, sindaco di Asti

Secondo Rabbione, responsabile Centro Studi VIni del Piemonte

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Filippo Mobrici, presidente del Consorzio di Tutela della Barbera d’Asti

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Da sinistra Diego Furia, Riccardo Cotarella, Marco Reggio, Vincenzo Gerbi, Maurizio Rasero, Filippo Mobrici e Marcello Coppo

deve essere trasformato secondo un’azione dell’uomo, il vino non è un prodotto naturale dell’uva. Si produrrebbe solo aceto se non ci fosse l’uomo che interrompe il processo naturale e con la scienza, con la tecnica, con la sostenibilità e con la cura ottiene un prodotto diverso”. “L’edizione della maggiore età – ha affermato il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio, nell’intervento conclusivo dell’Anteprima - è caratterizzata

dalla conferma della crescita costante delle nostre produzioni. La sfida che ora ci spetta è quella di portare l’aspetto qualitativo ormai conclamato, al cospetto dei consumatori di tutto il mondo per dare la giusta sostenibilità economica alle nostre imprese vitivinicole”. “Il 2020 – conclude Furia - vedrà sicuramente la Barbera d’Asti come primo ambasciatore del nostro territorio e di tutte le sue grandi eccellenze”.

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di vino con passione e amore è qualcosa che riempie l’animo e il fisico”. “Sembrerà strano – ha sentenziato Vincenzo Gerbi che ha condotto tutte le 18 edizioni dell’Antemprima – ma l’annata 2019 merita 5 stelle perchè è più piacevole degli anni precedenti. Ritengo che quest’anno sia emersa tutta la “forza” della Barbera, anche nelle difficoltà climatiche, con un livello di maturazione forse leggermente più basso del 2018 ma più equilibrato dal punto di vista degustativo e quindi più piacevole”. “I vini sono risultati tutti molto interessanti – ha evidenziato Cotarella - non mi hanno meravigliato nel senso che conosco le caratteristiche della Barbera, vitigno generosissimo, sia per versatilità che qualità, eccellente per produrre un vino fresco di beva, addirittura un rosato, un vino di medio affinamento o di lungo invecchiamento. Un vino generosissimo quindi, come è generosa questa terra e come lo sono i produttori che si approcciano al loro lavoro con una passione che definirei unica”. In pratica cresce sempre più la consapevolezza che la Barbera d’Asti Docg possa confrontarsi con il gotha delle produzioni mondiali: “Anche quest’anno i territori della Barbera d’Asti – ha detto Gerbi - confermano le loro caratteristiche, 21 vini tutti diversi uno dall’altro ma tutti di un livello molto alto di qualità”. Applausi per Riccardo Cotarella quando, sollecitato da Rabbione, ha sottolineato quest’impegno dei vignaioli di Barbera d’Asti: “Prima vengono le persone, prima del territorio e dell’uva. L’apporto dell’uomo è fondamentale, in qualunque settore e specialmente nel vino. Basta con queste fantasie che il vino viene da solo. L’uva è un prodotto che


Riccardo Cotarella: E’ stato molto piacevole degustare 21 vini insieme a centinaia di persone molto appassionate, che hanno ascoltato i nostri commenti in silenzio religioso;

Marco Reggio: L’eccellenza qualitativa è ormai conclamata, ora occorre dare la giusta sostenibilità economica ai viticoltori;

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Diego Furia: La Barbera d’Asti sarà sempre più il primo ambasciatore delle nostre grandi eccellenze.

Vincenzo Gerbi: Sembrerà strano, ma l’annata 2019 merita cinque stelle perchè è più piacevole degli anni precedenti;

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Il presidente e il direttore di Coldiretti Asti, Marco Reggio e Diego Furia, impegnati nelle degustazioni

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Lo spumante italiano è il più venduto al mondo, ma l’Asti segna il passo La crescita globale è del 9%, grazie soprattutto a Prosecco e Franciacorta, anche l’export in Francia cresce del 30%

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LO SPUMANTE ITALIANO ALL’ESTERO Principali clienti

delle spumante italiano con le bottiglie esportate che fanno registrare un aumento del 7% nelle vendite, mentre gli Stati Uniti sono al secondo posto con un balzo dell’11% pur in presenza di tensioni commerciali e timori collegati ai dazi, mentre in posizione più defilata sul podio si trova la Germania che rimane il terzo consumatore mondiale di spumante italiano ma che con la frenata dell’economia tedesca paga un calo dell’8% rispetto all’anno precedente. Nella classifica delle bollicine italiane preferite nel mondo ormai il Prosecco ha surclassato l’Asti e il Franciacorta ormai sfida alla pari il prestigioso Champagne francese, tanto che proprio sul mercato transalpino si registra una crescita record delle vendite del 30%. Ma lo spumante italiano piace molto anche nel Paese di Putin, visto

Incremento percentuale

Gran Bretagna

+7%

Stati Uniti

+11%

Germania

-8%

Francia

+30%

Russia

+17%

Giappone

+37%

TOTALE

+9%

Elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi ai primi nove mesi del 2019

l’incremento del 17% in Russia nonostante le tensioni causate dal perdurare dell’embargo su una serie di prodotti agroalimentari Made in Italy. E un aumento in doppia cifra si riscontra anche in Giappone, con +37%. Sul successo delle bollicine tricolori nel mondo pesa però la contemporanea crescita delle imitazioni in tutti i continenti a partire dall’Europa dove sono in vendita bottiglie dal Kressecco al Meer-Secco prodotte in Germania che richiamano palesemente al nostrano Prosecco che viene venduto addirittura sfuso alla spina nei pub inglesi. All’estero finisce circa circa il 70% della produzione nazionale di bollicine.

Filiera Vinicola

on un balzo del 9% delle bottiglie esportate, lo spumante italiano conquista le tavole nel mondo e fra Natale e Capodanno 2019 si registra il record storico di brindisi Made in Italy. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che a fine anno sarà raggiunto per la prima volta il record storico annuale delle vendite all’estero per una quantità superiore a 560 milioni di bottiglie, sulla base dell’andamento delle spedizioni registrato dall’Istat nei primi nove mesi. Dati incoraggianti, ma anche tanto rammarico per l’Asti che è stato l’ambasciatore dello spumante nel mondo e che invece segna il passo. Se in Italia lo spumante si classifica tra gli acquisti irrinunciabili nello shopping delle feste, all’estero non sono mai state richieste così tante bollicine italiane che in quantità dominano nettamente nei brindisi globali davanti allo champagne francese, che però riesce ancora a spuntare prezzi superiori. Fuori dai confini nazionali i consumatori più appassionati sono gli inglesi che non sembrano essere stati scoraggiati dalla Brexit e sono nel 2019 il primo mercato di sbocco

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LVMH acquisisce i rosati di Provenza Più di una bottiglia su 4 (28%) di vino rosato è fatta in Francia, primo produttore mondiale con l’Italia al quarto posto (10%) dietro a Usa (17%) e Spagna (15%). E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Wine Monitor in riferimento all’acquisizione da parte della multinazionale Lvmh (Louis Vuitton Moet Hennessy) della maggioranza di Chateau d’Esclans, produttore del 55% del principale rosato della Provenza nel mercato americano. Negli ultimi dieci anni i consumi mondiali di vino ro-

sato sono cresciuti del 7%, con un andamento positivo. Il 36% del rosato viene bevuto dai francesi, il 15% dagli statunitensi, il 7% dai tedeschi e il 5% dagli italiani. Praticamente il nostro rosato non è profeta in patria se si considera come l’Italia supera i cugini francesi nell’export. I rosati italici hanno una quota del 16% del mercato contro un 14% dei transalpini e dietro la Spagna che ne detiene quasi la metà del totale (42%). L’acquisizione portata a termine dalla Lvmh dimostra come

Un fermo immagine dell’“improbabile” spot della campagna di fine anno predisposta dal Consorzio Brachetto d’Acqui che ricomprende anche l’Acqui Rosé

l’agroalimentare sia diventato un settore privilegiato di investimento, a partire dal vino.

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Crescono i consumi, ma il 28% del mercato è in mano ai francesi, Italia solo quarta


Si regalano sempre più vini e prodotti gastronomici Per il 30% degli italiani il cibo è il dono preferito e anche il meno riciclato

Mercato

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uasi un italiano su tre (30%) ha scelto quest’anno di regalare per le festività vini, spumanti o prodotti alimentari tipici da mettere sotto l’albero ed imbandire le tavole delle feste dove sempre più spesso si discute di cibo e ricette. Per le festività di fine anno, non a caso, si moltiplicano anche le iniziative nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica con degustazioni, show cooking e la possibilità scegliere di preparare i tradizionali cesti enogastronomici. Si registra quest’anno una spinta verso regali utili che privilegia il cibo, per l’affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola, che si esprime con la preparazione fai da te di ricette personali per serate speciali o con omaggi per gli amici che ricordano i sapori e i profumi della tradizione del territorio. Molto diffuso l’omaggio dei cesti enogastronomici, accanto all’immancabile panettone infatti si è affermata la ricerca minuziosa di, formaggi, salumi, conserve del contadino, paste di grani italiani antichi, carne delle razze nazionali toriche, dalla chianina alla piemontese, e vini autoctoni dietro ai quali si nasconde una storia da raccontare sulla tavole della festa dove sempre piu’ spesso si parla di origine della materia prima, di stagionatura, invecchiamento o recupero di varietà a rischio di estinzione da valorizza-

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re in cucina. C’è anche la tendenza a scovare la curiosità e il miglior rapporto prezzo/qualità nei diversi luoghi di acquisto senza preclusioni, dalla grande distribuzione ai piccoli negozi, da internet fino ai mercatini. Sette italiani su dieci (70%) frequentano quest’anno i tradizionali mercatini di Natale che si moltiplicano nelle piazze italiane nel periodo di Natale e tra questi ben la metà (50%) vi acquista proprio prodotti enogastronomici. Una opportunità che unisce il relax con la possibilità di fare acquisti con curiosità e novità per sfuggire alle solite offerte standardizzate. A differenza di quanto accade per le altre tipologie di regali, negli acquisti di bevande e prodotti alimentari si rileva peraltro una maggiore diffidenza verso la spesa on line. Le perplessità riguardano soprattutto la sicurezza dell’acquisto, la consegna di un prodotto integro e i rischi per la mancata corrispondenza delle caratteristiche qualitative del prodotto sul video rispetto a quello consegnato. La migliore garanzia sull’originalità dei prodotti alimentari in vendita è infatti quella della presenza personale del produttore agri-

colo che può offrire oltre ad assaggi diretti anche informazioni dirette sul luogo e sui metodi di produzione utilizzati. Una opportunità che è sostenuta in Italia dalla rete dei mercati degli agricoltori di Campagna Amica dove è possibile acquistare senza intermediazione direttamente dai produttori cibi locali a chilometri zero che non devono essere trasportati da migliaia di chilometri di distanza e garantiscono maggiore freschezza. Genuinità, convenienza e in molti casi anche l’opportunità di prepararsi o farsi preparare i tipici cesti natalizi con prodotti inimitabili caratteristici del territorio a chilometri zero o aiutare la biodiversità con i “Sigilli di Campagna Amica” salvati dall’estinzione e ascoltare i consigli su come utilizzarli in cucina da parte degli agrichef, i cuochi contadini della Coldiretti.

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Manovra: confermati esenzione Irpef e il bonus verde, introdotto il credito 4.0

Giuseppe Conte, presidente del Consiglio dei Ministri

Previste ulteriori agevolazioni per il florovivaismo, reintrodotto l’esonero contributivo per i giovani, mutui a tasso zero per l’imprenditoria femminile ornamentali di oltre 10 milioni ed un totale di circa 3500 addetti. E’ stato sventato anche l’aumento della tassazione del gasolio agevolato grazie al pronto intervento della nostra Organizzazione che ha intercettato la misura nella bozza del decreto clima del ministero dell’Ambiente. La proposta dei sussidi ritenuti ambientalmente dannosi avrebbe finito per colpire anche i carburanti per l’agricoltura e la pesca con un insostenibile aggravio di 800 milioni di euro. Coldiretti ha ottenuto il risultato di bloccare l’intervento sulle accise con un formale impegno assunto dal Governo direttamente con l’organizzazione agricola prima di entrare nella fase calda della manovra finanziaria. E’ stato anche evitato l’inasprimento dell’aliquota IVA dovuta sui prodotti fitosanitari e sui fertilizzanti impiegati in agricoltura. Sempre nella legge di bilancio

hanno trovato spazio misure a sostegno della competitività delle filiere agricole, per un totale di 29,5 milioni, e dell’imprenditoria agricola femminile con la previsione di mutui a tasso zero finalizzati a favorire lo sviluppo ed il consolidamento di aziende condotte da imprenditrici agricole. Al Fondo di solidarietà sono stati assegnati 40 milioni per il 2020 per affrontare la drammatica emergenza della cimice asiatica. La promozione dei prodotti agroalimentari sottoposti ad aumento di dazi voluto dal presidente Usa Donald Trump sarà inserita nel Piano di promozione straordinaria del Made in Italy. E’ stata inoltre estesa la disciplina dell’enoturismo all’Oleoturismo. Aumentato di un milione per ciascun anno del triennio 2020-2022 il fondo indigenti. La manovra ha previsto anche una serie di interventi per la pesca: indennità giornaliera di 30 euro per il fermo pesca obbligatorio e stanziamento di 2,5 milioni per il 2020 per l’arresto temporaneo non obbligatorio e proroga al 31 dicembre del 2020 del Programma triennale della pesca e acquacoltura 2017-2019. Resta da sciogliere il nodo delle sugar e della plastic tax che sono state solo ridotte e rinviate ma rischiano di colpire duramente il Made in Italy agroalimentare che è diventato la prima ricchezza del Paese con la filiera agroalimentare estesa che raggiunge in Italia una cifra di 538 miliardi di euro pari al 25% del Pil ed offre lavoro a 3,8 milioni di occupati. L’obiettivo di riduzione della plastica va perseguito nell’ottica di una visione strategica di ampio respiro con incentivi premianti per lo sviluppo e la ricerca piuttosto che con misure punitive soprattutto perché per alcune categorie di prodotto non ci sono al momento alternative.

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n una situazione di difficoltà per l’economia è stato riconosciuto il ruolo centrale dell’agricoltura per il Paese salvaguardando importanti misure per il settore e affrontando alcune drammatiche emergenze anche se resta il nodo della sugar e plastic tax che rischia di pesare sulla competitività del settore. E’ quanto è emerso in occasione dell’Assemblea nazionale Coldiretti di fine anno. Come sollecitato da Coldiretti, il governo ha confermato l’esenzione Irpef anche per il 2020, che vale 200 milioni, ha reintrodotto per due anni l’esonero contributivo a favore dei giovani agricoltori che si iscriveranno nella gestione previdenziale agricola nel 2020. Un altro importante risultato di Coldiretti è l’introduzione del credito d’imposta che sostituisce super e iper ammortamento e che rende possibile applicare le agevolazioni di Industria 4.0 alle aziende agricole che scelgono di effettuare investimenti in beni strumentali anche per lo sviluppo hi tech. La precedente tipologia di agevolazioni non era, infatti, accessibile alle imprese agricole che per oltre il 90% sono tassate sulla base del reddito catastale. Boccata d’ossigeno per il settore florivivaistico con proroga per il 2020 del bonus verde e trattamento di favore alle imprese che, nei limiti del 10 % del proprio volume di affari, potranno commercializzare anche piante vive e prodotti della floricoltura acquistati da altri imprenditori agricoli florovivaistici applicando sui ricavi derivanti dalla vendita di tali prodotti un coefficiente di redditività pari al cinque per cento. Ricordiamo come il Piemonte florovivaistico generi una produzione lorda vendibile di oltre 130 milioni di euro di cui con più di 1100 imprese diffuse sul territorio, una superficie complessiva di 1300 ettari, una produzione di piante

Fisco

Il Governo avalla le proposte Coldiretti, ma resta il nodo sugar tax


Dopo 1,1 milioni di firme l’Ue deve garantire origine in etichetta Il Consiglio Agricolo Ue studia soluzioni anche perchè il Green Deal inizia dalla tavola

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otto la spinta di 1,1 milioni di firme raccolte in sette paesi europei, il Consiglio Agricolo dell’Unione Europea sta discutendo su come intervenire con l’etichetta di origine degli alimenti, per impedire di spacciare come Made in Italy quelli ottenuti da prodotti stranieri. La petizione promossa da Coldiretti e andata a buon fine ha coinvolto tutte le principali organizzazioni dei cittadini europei sotto la sigla Ice “Eat original! Unmask your food” proprio per chiedere alla Commissione Ue di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti. “Il documento in discussione in Consiglio ha avuto già il sostegno di Italia, Francia, Grecia, Portogallo e Spagna che, per rispondere alle aspettative dei consumatori, chiedono una normativa europea stringente sull’obbligo di indicare l’origine degli alimenti in etichetta. Si chiede in particolare che questo obiettivo possa divenire parte integrante della strategia “farm to fork” del Green New Deal proposto dalla Commissione Europea alla quale si propone di formulare una proposta poiché le norme che entreranno in vigore nell’aprile 2020 non permetteranno un’informazione obbligatoria e completa al consumatore. Nella sola provincia di Asti sono state raccolte quasi 20 mila firme (oltre 100 mila in tutto il Piemonte) per salvaguardare le produzioni che, grazie all’etichettatura d’origine, potranno essere ulteriormente valorizzate e scelte consapevolmente dai consumatori che cercano freschezza e qualità. L’esigenza di trasparenza e di chiarezza è condivisa dalla stra-

Il maxi assegno rappresentativo dell’oltre milione di firme raccolte per la campagna “Stop Cibo Falso”

grande maggioranza dei consumatori europei e dall’82% di quelli italiani che ritiene necessario superare le attuali politiche comunitarie sull’origine del cibo per contrastare l’inganno dei prodotti stranieri spacciati per Made in Italy. Grazie al pressing della Coldiretti è in vigore in Italia l’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati del pomodoro grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018, del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro. Il 13 febbraio 2018 era entrato in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta e del riso, ma prima c’erano stati già diversi traguardi raggiunti: il 19 aprile 2017 è scattato l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo

di etichetta per il pollo Made in Italy mentre, a partire dal 1° gennaio 2008, vigeva l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. L’Unione Europea ha avuto sinora un atteggiamento incerto e contradditorio, obbligando a indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate, per il miele ma non per lo zucchero. A livello comunitario quindi il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, mentre la Commissione Europea ha recentemente specificato che l’indicazione dell’origine è obbligatoria anche su funghi e tartufi spontanei.


L’etichettatura d’origine per i salumi è il prossimo passo Già raggiunta un’intesa in Conferenza Stato Regioni sul decreto carni suine trasformate L’ETICHETTA DI ORIGINE SULLA SPESA DEGLI ITALIANI Cibi con l’indicazione di origine Carne di pollo e derivati Carne bovina Frutta e verdura fresche Uova Miele Extravergine di oliva Pesce Derivati del pomodoro e sughi pronti (*) Latte/Formaggi (*) Pasta (*) Riso (*) Tartufi e funghi spontanei

Cibi ancora senza origine Salumi Carne di coniglio Carne trasformata Marmellate, succhi di frutta, etc. Fagioli, lenticchie, piselli in scatola, etc. Pane Insalate in busta (IV° gamma), sott’oli Frutta e verdura essiccata

(*) grazie a norme nazionali Fonte: Elaborazioni Coldiretti

allevati, macellati e trasformati in Italia. Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: 1. “Origine: UE”; 2. “Origine: extra UE”; 3. “Origine: Ue e extra UE”. Occorre ora accelerare e compiere tutti i passi necessari per la definitiva entrata in vigore di un provvedimento che farà finalmente chiarezza rispetto ad una situazione che vede oggi tre prosciutti sui quattro venduti in Italia fatti con cosce di

maiali provenienti dall’estero, all’insaputa dei consumatori e facendo concorrenza sleale agli allevatori nazionali. I salumi, ottenuti dalle eccellenti carni suine nostrane, potrebbero proprio grazie all’etichettatura d’origine essere ulteriormente valorizzati, rispetto anche ai falsi che vengono spacciati per prodotti del territorio piemontese. L’Italia, che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie come accaduto con l’approvazione, grazie al nostro pressing, dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati del pomodoro.

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l via libera all’obbligo dell’etichettatura d’origine su tutti i salumi è atteso dal 93% degli italiani che ritengono importante conoscere l’origine degli alimenti e dire finalmente basta all’inganno di prosciutti e salami fatti con carne straniera ma spacciati per Made in Italy. In questo senso è estremamente positiva l’intesa raggiunta in Conferenza Stato Regioni sul decreto che introduce l’indicazione della provenienza per le carni suine trasformate. Il provvedimento prevede che i produttori indichino sulle etichette, in maniera leggibile, le informazioni relative a: 1. “Paese di nascita:...” (nome del paese di nascita degli animali); 2. “Paese di allevamento:...” (nome del paese di allevamento degli animali); 3. “Paese di macellazione:...” (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali). Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: 1. “Origine:...” (nome del paese)”. 2. La dicitura “100% italiano” è utilizzabile solo quando ricorrano le condizioni del presente comma e la carne è proveniente da suini nati,

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Bellanova ad Asti sostiene l’etichettatura obbligatoria Ha partecipato a un dibattito pubblico voluto dal Sindaco Rasero

Commercio) sabato 23 novembre, invitata dal Sindaco Maurizio Rasero, partecipando a un confronto pubblico al quale hanno preso parte tutte le organizzazioni di categoria della provin-

cia di Asti. Per Coldiretti è intervenuto il presidente regionale Roberto Moncalvo che ha constatato con piacere come i temi trattati prendano, in pratica, spunto dalle linee di Coldiretti.

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l presidente nazionale Coldiretti, Ettore Prandini, ha espresso apprezzamento alla richiesta del Ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, di far slittare di un anno l’entrata in vigore (nell’aprile 2020) del regolamento europeo 775/2018 contenente norme fortemente ingannevoli per i consumatori che rappresenterebbe di fatto un pericoloso passo indietro rispetto ai decreti varati in Italia per garantire la trasparenza dell’informazione ai consumatori. La ministra, in quota ad “Italia Viva”, è stata ad Asti (presso la Camera di


L’elicicoltura piemontese chiede a gran voce l’etichettatura Nonostante il boom dei consumi e la grande tradizione, permangono elevate importazioni di dubbia provenienza

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umache che passione anche in Italia. Solitamente, in molti corrono con i pensieri alle escargot francesi, ma in Italia i comuni che condividono la passione per le lumache sono ben 13, da Nord a Sud, e formano un itinerario gastronomico interessante e unico. Nel nostro paese, in dieci anni, il giro d’affari ha raggiunto i 290 milioni di euro e il consumo è salito del 320%. Oggi sono ben 870 i produttori in attività e la maggior parte degli allevamenti si trovano proprio in Piemonte. Le regioni dove il consumo di lumache è maggiore sono: Piemonte, Sardegna, Puglia, Sicilia e Veneto. In questo ultimo decennio il costo delle lumache è aumentato del 66%, da 3 a 5 Euro (prezzo al chilogrammo e all’ingrosso). La tradizione di portare a tavola le lumache è ben radicata anche sul nostro territorio, tanto che fra le ricetta più apprezzate ci sono le lumache alla piemontese. Nel menù della nostra tradizione sono anche immancabili le lumache al verde, fritte, e con la bagna cauda. Ottime le proprietà nutrizionali, con un basso apporto calorico, pochi grassi e una buona quantità di calcio e ferro. Da rilevare come la bava di lumaca sia sempre di più utilizzata nella cosmesi e nella medicina per le sue capacità di distendere la pelle, ridurre le cicatrici e le smagliature, idratare e lenire. In Piemonte hanno sede l’Istituto internazionale di Elicicoltura, a Cherasco, ed il Consorzio Lumaca Nostram a Bene Vagienna. “L’Italia, assieme a Francia, Spagna e Grecia, è tra i maggiori produttori, ma il mercato europeo produce meno lumache di quanto ne consuma per cui ne vengono importate migliaia di tonnellate ogni anno, soprattutto dal Maghreb, dalla Turchia e dalla Giordania. Proprio alla luce di questa situazione – ci spiegano il Presidente di Coldiretti Piemonte Roberto Moncalvo e

L’elicicoltura in Italia nel 2019 1. 870 allevamenti in Italia su 500 ettari di terreno; 2. 8.900 lavoratori impiegati (tra diretti e indotto); 3. +320% consumi in 10 anni (dal 2010 a fine 2019); 4. da 3 a 5 Euro l’aumento dei prezzi al chilo per le lumache all’ingrosso; 5. giro d’affari di 290 milioni di Euro. il Delegato Confederale Bruno Rivarossa - occorre che ci sia una normativa per l’etichettatura d’origine delle chiocciole e dei trasformati, che sempre più vengono richiesti dai consumatori. Questo insieme ad un maggiore controllo della filiera e della gestione delle importazioni di lumache dall’estero in modo da poter uniformare gli allevamenti con

l’obiettivo, anche, di migliorarne le rese. Ai consumatori, infatti, consigliamo di acquistarle presso i punti vendita aziendali ed i mercati di Campagna Amica per essere sicuri di trovare un prodotto genuino, di certa provenienza e per sostenere le nostre imprese territoriali che hanno creduto nell’allevamento con metodi innovativi”.

BIOGAS E DIGESTATO GRANDE RISULTATO COLDIRETTI Con un emendamento alla legge di bilancio è stato dato via libera ad una rinnovata disciplina degli impianti di produzione di energia elettrica da biogas e di valorizzazione del digestato. Si tratta di un grande risultato ottenuto da Coldiretti, sottolinea il presidente nazionale Ettore Pandini che salvaguarda la continuità funzionale degli impianti di biogas già autorizzati e promuove l’utilizzo di sottoprodotti importati per la qualità dei suoli. In particolare viene previsto il diritto di continuare ad usufruire di un incentivo sull’energia elettrica anche agli impianti alimentati a biogas entrati in esercizio entro il 31 dicembre 2007 che non abbiano avuto modo di riconvertire la produzione di biometano per effetto dei

ritardi nella fase di approvazione e quindi di attuazione del DM 2 marzo 2018 di incentivazione del biometano. Una norma che contribuisce al raggiungimento degli obiettivi europei in materia di economia circolare diretti a salvaguardare e a migliorare la sostenibilità dell’ambiente e a garantire un utilizzo efficiente e razionale delle risorse naturali. Nelle aziende di allevamento, infatti, il digestato viene equiparato alla sostanza fertilizzante e viene così evitato il blocco dell’utilizzo nel periodo invernale riducendo la dipendenza dai fertilizzanti chimici. Si torna così ad utilizzare la sostanza organica anche per contrastare la preoccupante desertificazione dei terreni.


Turchia: scandalosamente primo produttore di nocciole

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’importazione di nocciole dalla Turchia in Italia, nel 2018 ha superato i 31 milioni di chilogrammi. Una vera invasione, nonostante i numerosi allarmi scattati per gli elevati livelli di aflatossine cancerogene. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla richiesta al Gruppo Economia Tariffaria dell’UE proveniente da una ditta della Germania di concedere a Turchia ed Azerbaigian di importare a dazio zero maggiori quantità di nocciole nella UE. Proprio le nocciole provenienti dai due Paesi si collocano nella top ten dei cibi più pericolosi secondo l’analisi della Coldiretti sulla base delle elaborazioni del sistema di allerta Rapido (Rassf) che nel 2018 ha classificato la Turchia al primo posto per numero di allarmi alimentari fatti scattare nella Ue.

Le nocciole turche arrivano da un Paese sul quale pende peraltro l’accusa di sfruttamento del lavoro minorile, sulla base della lista stilata per il 2018 dal Dipartimento del lavoro statunitense. Anche per questo fanno concorrenza sleale alle produzioni Made in Italy con quotazioni nettamente inferiori a quelle nazionali e prezzi che vanno dai 2,48 euro al chilo nella piazza di Duzce a 2,81 euro al chilo della piazza di Giresum rispetto agli oltre 3 euro pagati in media in Italia a novem-

bre. Da qui l’esigenza di portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine su tutti quegli alimenti ancora ‘anonimi’, a partire da quelli trasformati, come nel caso delle nocciole utilizzate nell’industria dolciaria”.

Urgente approvare la legge per proteggere il territorio

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Nonostante l’alto rischio alimentare, in Italia se ne importano 31 milioni di kg

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’ultima generazione è responsabile della perdita in Italia di oltre 1/4 della terra coltivata (-28%) per colpa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile in Italia negli ultimi 25 anni ad appena 12,8 milioni di ettari. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti www.coldiretti.it divulgata in occasione della Giornata mondiale del suolo che si è celebrata il 5 dicembre. In Piemonte il consumo di suolo complessivo è di circa 175.000 ettari pari quindi al 6,9% della superficie totale regionale che è di 2.540.000 ettari. In termini assoluti la provincia di Torino, con oltre 59.800 ettari di superficie consu-

mata, è la provincia con il valore più alto, seguita nell’ordine da Cuneo (37.800), Alessandria (26.450), Novara (15.100), Asti (11.507), Vercelli (10.600), Biella (7.400) e in ultima posizione dalla provincia del Verbano Cusio Ossola con circa 6.500. La provincia di Torino si conferma, quindi, come l’ambito che contribuisce maggiormente al fenomeno di consumo complessivo regionale incidendo per il 34,1% seguita da Cuneo (21,6%), Alessandria (15,1%), Novara (8,6%), Asti (6,6%), Vercelli, (6,1%), Biella (4,3%) e Verbano Cusio Ossola (3,7%). Infine, circa il 70% delle aree consumate insistono su suoli agricoli. La disponibilità di terra coltivata significa produzione agricola di qualità, sicurezza alimentare e am-

bientale per i cittadini nei confronti del degrado e del rischio idrogeologico. Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo si abbattono i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Per questo, se non si pone un argine al consumo di suolo, si perde un’opportunità in termini di sviluppo economico e occupazionale per l’intero Paese oltre al fatto che c’è un tema che riguarda l’ambiente, la sicurezza e la qualità della vita. Occorre, quindi, accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ormai da anni ferma in Parlamento, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio.

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La disponibilità di terra coltivata significa produzione agricola di qualità


No a semafori e nutriscore, serve una nuova classificazione dei cibi Pressioni Coldiretti e Governo nazionale alla Ue per le etichettature fuorvianti e incomplete

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’etichetta nutrizionale a semaforo e il nutriscore sugli alimenti rischiano di affermarsi nell’Unione Europea sotto la spinta delle multinazionali. Una denuncia che Coldiretti non ha mancato di esternare anche all’incontro sulle nuove tecnologie in Europa, organizzato da EUnews presso l’Ufficio in Italia del Parlamento Europeo. Questi inopportuni e inspiegabili sistemi di etichettatura infatti bocciano ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop) che la stessa Unione Europea dovrebbe invece tutelare e valorizzare. Con questi inganni si rischia di sostenere, con la semplificazione, modelli alimentari sbagliati che mettono in pericolo non solo la salute dei cittadini ma anche il sistema produttivo di qualità del Made in Italy. Il sistema di etichettatura a semaforo è fuorviante, discriminatorio ed incompleto e finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Ad essere bocciati, ad esempio, ci sarebbero anche prodotti del Made in Piemonte. Occorre lavorare affinchè si introduca un sistema diverso “a batteria” che tenga conto dell’insieme della dieta alimentare e non si focalizzi sul singolo prodotto. In Italia se ne è discusso anche a margine della manovra finanziaria, proponendo la possibilità di creare un sistema nazionale di

valutazione e classificazione (rating) dei prodotti, capace di determinare quali azioni di filiera sono necessarie al raggiungimento di standard qualitativi elevati in tutte le fasi della produzione, trasformazione e distribuzione degli alimenti, a garanzia della qualità e della sicurezza alimentare. L’introduzione di questo primo rating dei cibi rappresenterebbe una garanzia per il consumatore italiano e una tutela per l’intera filiera agroalimentare nazionale, anche rispetto a modelli alimentari sbagliati che mettono in pericolo non solo la salute dei cittadini ma anche il sistema produttivo di qualità del Made in Italy. In questo modo sarebbe possibile assicurare il nesso tra la provenienza e la qualità degli alimenti, anche in ragione degli effetti positivi per la salute, facendo chiarezza sulle proprietà nutritive di quell’alimento e la giusta modalità di consumo nel corso della giornata. Sarebbe un’alternativa efficace a siste-

mi di etichettatura nutrizionale a semaforo. Coldiretti sostiene quindi un sistema tutto italiano capace di valorizzare i principi della Dieta mediterranea, nella quale rientrano le eccellenze piemontesi, che hanno fatto del Made in Italy a tavola un modello alimentare apprezzato in tutto il mondo. E’ per questi motivi che anche il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha espresso alla alla nuova Commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, tutte le perplessità e le preoccupazioni italiane sul sistema dell’etichettatura dei prodotti alimentari.


Il 26% boccia la qualità delle mense pubbliche loquio con il presidente Cirio, lo scorso 11 dicembre, in occasione della grande manifestazione Bôgia Piemunt: il tuo futuro siamo noi! ed inserito nel documento che gli abbiamo esposto. Proprio su questo tema, Cirio ha preso un chiaro impegno, chiedendo la nostra collaborazione, per poter offrire ad adulti e bambini cibo genuino e di certa provenienza in tutto il Piemonte”. La nostra regione annovera una vasta gamma di produzioni che rappresentano

il meglio della nostra agricoltura e la identificano non solo a livello nazionale, ma anche oltre ai confini europei: dal riso all’ortofrutta, fino alla carne di cui la razza Piemontese vanta l’Igp del Vitellone con una filiera che impiega annualmente oltre 15 mila addetti per un fatturato che, per il solo allevamento, vale oltre 500 milioni di Euro e per l’intera filiera, comprendente la logistica, il trasporto, la mangimistica, la macellazione ed il sezionamento, raggiunge il miliardo e 30 milioni di Euro. Tutti prodotti che possono essere inseriti nelle forniture alle mense con la logica, oltretutto, dello spreco zero, utilizzando, ad esempio, tutti i tagli di carne, la frutta e la verdura secondo il pieno rispetto della stagionalità. “A livello nazionale, siamo impegnati da anni nel progetto “Educazione alla Campagna Amica” – sottolinea il direttore di Coldiretti Asti, Diego Furia - che coinvolge alunni delle scuole elementari e medie che partecipano a lezioni nelle fattorie didattiche e nei laboratori del gusto organizzati nelle aziende agricole ed in classe. Solo con progetti di filiera possiamo concretamente assicurare ai cittadini trasparenza, freschezza e salubrità”.

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iù di un italiano su quattro (26%) ha una valutazione negativa dei pasti serviti nelle mense scolastiche dove si stima ne vengano consumati 380 milioni all’anno per due milioni e mezzo di studenti, nella sola refezione della scuola dell’obbligo. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’. In Piemonte vengono erogati circa 105 milioni di pasti all’anno per oltre 400 milioni di fatturato annuale. Coldiretti Asti è stata pioniera, già 10 anni fa, nel far inserire all’interno dei capitolati delle mense le produzioni delle imprese agricole del territorio e delle cooperative associate a UeCoop, tanto che in varie mense scolastiche ed ospedali si trova cibo di qualità come ortaggi, frutta, carne, latticini e prodotti dell’allevamento per una fornitura totale, nell’ultimo anno, di quasi 4 milioni di Kg ed un fatturato di circa 5 milioni di euro. “La possibilità di inserire il meglio delle produzioni del territorio nelle mense scolastiche ed ospedaliere deve essere una priorità – spiegail presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio -, come abbiamo fatto presente durante il col-

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Spreco zero e prodotti di stagione per garantire tracciabilità, freschezza, e genuinità in scuole e ospedali


I Capponi San Damiano e Vesime entrano ufficialmente nel Gran Bollito Misto Piemontese Successo di partecipazione alla rassegna dedicata alle giornate del bollito

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n occasione della seconda tappa delle Giornate del Gran Bollito Misto, svoltasi domenica 8 dicembre con la Fiera Storica del Cappone di San Damiano d’Asti, si è tenuta la cerimonia ufficiale di iniziazione del cappone fra i sette ammennicoli del gran bollito. Con l’intervento dello chef della trasmissione “La prova del cuoco” di Rai 1, Diego Bongiovanni, è stato convalidato l’inserimento di un taglio di carne di cappone (di San Damiano o di Vesime) nella ricetta storica del Gran Bollito Misto di Razza Piemontese, in luogo di un taglio di gallina. La dietologa Maria Luisa Amerio ha confermato le peculiarità e le superiori proprietà nutrizionali delle carni di cappone, mentre il veterinario Fausto Solito ha argomentato le caratteristiche uniche di questa tipologia di allevamento, evidenziando le garanzie sanitarie messe in opera dagli allevatori di San Damiano e di Vesime. Ad ufficializzare l’effettiva validità della carne di cappone nel fornire ulteriore prestigio al Gran bollito misto, sono intervenuti i sindaci di San Damiano d’Asti, di Nizza Monferrato e di Vesime, Davide Migliasso, Simone Nosenzo e Pierangela Tealdo, il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio, il direttore dell’Associazione Allevatori del Piemonte, Tiziano Valperga, il rappresentante della Provincia di Asti, Andrea Gamba, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Mario Sacco, il direttore dell’Atl Langhe, Monferrato, Roero, Mauro Carbone. Quest’ultimo ha rivelato come per i turisti stranieri in Italia il brand “Gran Bollito Misto” goda di una fortissima richiesta e popolarità. La conferma è venuta anche dallo chef Bongiovanni: “Chi arriva dall’estero – ha detto il cuoco – chiede principalmente di assaggiare tre prodotti: il Barolo, il

Alcuni allevatori posano a San Damiano con il Sindaco Migliasso, il vice direttore Coldiretti Luigi Franco, lo chef Diego Bongiovanni e la dietologa Maria Luisa Amerio

Il tavolo con i relatori per la cerimonia di iniziazione del bue incontra il cappone di San Damiano

Gli allevatori hanno portato i loro capponi anche nella sala consiglio del Comune di San Damiano

Sopra: La cerimonia di iniziazione del cappone nel gran bollito l’8 dicembre 2019 San Damiano; a lato: Il veterinario Fausto Solito

Tartufo e il Bollito”. Sabato 14 dicembre si è svolta l’ultima tappa delle Giornate del Gran Bollito Misto con la Tradizionale Fiera del Cappone di Vesime. Un percorso iniziato il 1° dicembre a Nizza Monferrato con la Fiera del Bue Grasso e del Manzo (come documento su queste stesse colonne), proseguito a San Damiano con la Fiera storica del Cappone ed arricchito dalla rassegna in agriturismi e ristoranti della zona. E’ così che a Vesime, Capponi e buoi sono stati sistemati, nel centro storico del sug-

gestivo paese con le case in pietra di Langa. Numerosi i capi di cappone presenti alla rassegna, tutti di ottima fattura, con il mantello bianco lucido. Dopo un’attenta valutazione, una giuria di esperti ha decretato che il miglior esemplare è stato portato in fiera dall’Azienda Agricola San Desiderio di Monastero Bormida, secondo classificato l’allevatore Franco Gonella, terzo l’allevatore Natale Mondo. Un riconoscimento particolare è andato anche all’allevatore Mirco Tealdo per la fattiva


Una foto con tutti i premiati; l’ultimo a destra è il professor Roberto Giannino

Il presidente Marco Reggio premia Danilo e Franco Merlo per il miglior esemplare della Fiera di Vesime

Il Sindaco Tealdo, il Segretari Coldiretti Bodrito e l’allevatore Mirco Tealdo

ferito a una semplice gallina. Questa tesi è poi stata confermata anche dal sontuoso bollito dell’ottimo pranzo preparato dalla pro loco. Gli organizzatori e i tre sindaci, di Nizza, San Damiano e Vesime, hanno così deciso di riproporre anche per il prossimo anno questa colla-

borazione per un’edizione ancora più ricca e coinvolgente della rassegna “Le Giornate del Gran Bollito Misto, il Bue incontra il Cappone” e ringraziato quanti hanno collaborato, a cominciare da Ara Piemonte, Coldiretti Asti, Coalvi e Consorzio Barbera.

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collaborazione nella realizzazione della Fiera. Con il Maestro di cucina Roberto Giannino, depositario delle ricette storiche del compianto gastronomo e avvocato Giovanni Goria, è stato possibile decretare che quando il bue incontra il cappone, nasce il vero Gran Bollito Misto di razza Piemontese. Sono stati presentati quattro piatti, uno ognuno, da Pierdomenico Cirio del ristorante albergo Madonna della Neve di Cessole, Guglielmo Roveta dell’agriturismo Villa Gelso di Vesime, Massimiliano Fogliati dell’agriturismo Tre Colline in Langa di Paola Arpione di Bubbio e da Alessia Bodrito dell’agriturismo Bodirito di Cessole. Il professor Roberto Giannino, con il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio, e i sindaci Simone Nosenzo, Davide Migliasso e Pierangela Tealdo, anche sulla base di quanto emerso a San Damiano d’Asti e a Nizza Monferrato, ha potuto degustare e descrivere i piatti e constatare come il cappone non possa che entrare ufficialmente nell’antica ricetta del Gran Bollito Misto di Razza Piemontese ed essere pre-

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Successo per la Fiera di Sua Maestà il Bue Grasso L’edizione numero 382 di Moncalvo è stata molto seguita e partecipata

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ome di consueto anche quest’anno non ha tradito le attesa la Fiera di Sua Maestà il Bue Grasso di Moncalvo. Giunta all’edizione numero 382, si è tenuta l’11 dicembre con almeno 3 mila presenze e un buon numero di animali esposti. L’apposito ring sistemato al centro della piazza, con tanto di tribune per il pubblico, ha visto sfilare i mastodontici bovini di razza Piemontese. Il gran premio è andato Gianpaolo Guastavigna di Bergamasco, il premio speciale per il bue più pesante se lo è aggiudicato Cati Gavello di San Paolo Solbrito con un anima-

le pesante 1.340,50 chilogrammi. Complimenti quindi al sindaco della Città di Moncalvo, Christian Orecchia, alla presidente della pro loco

Luisella Braghero, per l’ottima organizzazione della Fiera, e alla pro loco per il maxi pranzo sapientemente preparato con oltre 600 commensali.


RUBRICA COLTIVA LA SALUTE REDATTA DA C.D.C.

Le malattie reumatiche: artrosiche e artritiche In varie forme, colpiscono il sistema scheletrico, principalmente gli anziani

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e malattie reumatiche comprendono molte patologie che colpiscono prevalentemente il sistema scheletrico ma che possono interessare anche altri organi e apparati. Possono colpire qualsiasi fascia di età ma tendono ad essere maggiormente diffuse nella popolazione anziana. Si va da forme molto frequenti come le patologie artrosiche che comportano un progressivo danno articolare senza coinvolgimento generale a forme artritiche caratterizzate da alterazioni infiammatorie delle articolazioni che colpiscono persone più giovani sino a forme decisamente più rare quali le patologie connettivitiche e vasculitiche come il lupus, la sclerodermia, l’artrite di Horton che interessano prevalentemente organi interni con un importante coinvolgimento generale. Le malattie reumatiche comprendono anche altre patologie come la fibromialgia, l’osteoporosi, la gotta e la condrocalcinosi. Negli ultimi decenni, grazie soprattutto alla diagnosi precoce e a terapie più aggressive, si è riusciti a li-

mitare sensibilmente l’evoluzione di queste patologie; anche il numero di interventi chirurgici per gravi deformità articolari in pazienti artritici è diminuito. Dolori, rigidità mattutina ed eventualmente “gonfiore” di una o più articolazioni sono i principali campanelli d’allarme che devono indurre il medico a un approfondimento diagnostico. La radiografia delle articolazioni interessate e un’eventuale ecografia con metodica Power Doppler consentono la conferma delle patologia artritica, supportata anche da esami ematici che dimostrano un aumento degli indici di flogosi come VES e PCR. In

caso di sospetta artrite il medico di base invierà il paziente allo specialista reumatologo per un corretto inquadramento diagnostico e terapeutico e che valuterà, nelle forme più evolutive, un coinvolgimento interdisciplinare in base alle varie patologie. Saranno eseguiti ulteriori esami quali la ricerca del fattore reumatoide e degli anticorpi anti-CCP in caso di sospetta artrite oppure la ricerca di ANA, ENA, C3-C4, ANCA in caso di sospetta connettivite o vasculite. Anche il ricorso alla Risonanza Magnetica e a studi genetici quali l’assetto HLA sono di stretta competenza specialistica.

numero 12 - 2019

COLTIVA LA TUA SALUTE

Da oltre dieci anni, l’accordo tra Coldiretti-Epaca e C.D.C. permette di far crescere il valore della prevenzione e della sicurezza nella cultura dell’impresa agricola ed unire la tutela dell’imprenditore, dei suoi familiari e degli ospiti della sua azienda con l’idea di una nuova agricoltura multifunzionale territorialmente sostenibile. C.D.C. rappresenta una delle realtà sanitarie più significative e dinamiche del Piemonte, con un’attività diagnostica completa presso sedi dislocate in modo capillare su tutto il territorio regionale: a Torino, Biella, Cuneo, Novara, Vercelli e Verbania. Grazie a tale collaborazione, i soci Coldiretti-Epaca possono accedere privatamente a tutte le prestazioni con tariffario agevolato esibendo la Tessera Associativa Coldiretti/Epaca, oppure tramite il SSN presentando la richiesta del medico curante. Inoltre presso gli uffici provinciali o zonali Coldiretti-Epaca possono prenotare visite mediche specialistiche e prestazioni diagnostiche presso tutti i centri C.D.C. e con assoluto rispetto della privacy, il socio, tramite il PIN ricevuto in accettazione, può richiedere la stampa del proprio referto online. Periodicamente, tramite questa rubrica, vi informeremo su temi di interesse generale legati alla prevenzione ed alla cura di patologie tipiche del mondo agricolo. C.DC.: ASTI, C.so Galileo Ferraris, 4/a - EPACA: ASTI, C.so F. Cavallotti, 41, tel 0141.380.400 - CANELLI, Via Cassinasco, 11/13 - CASTELNUOVO D.B., V.le Europa, 12/B - MONCALVO, P.zza Carlo Alberto, 25 - MONTIGLIO M.TO, Via Padre Carpignano, 3 - NIZZA M.TO, C.so Acqui, 42/44 - S. DAMIANO D’ASTI, Via Roma, 23 - VESIME, P.zza V. Emanuele II, 3 - VILLANOVA D’ASTI, Via O. Blandino, 19


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numero 12 - 2019

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Gli annunci sono riservati agli Associati Coldiretti in regola con il Tesseramento, per i non tesserati è necessario associarsi con tessera da € 15,00. TESTO ANNUNCIO:

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numero 12 - 2019

Cerco terreni - cascine alloggi - case fabbricati - affitti

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Vendo o cerco animali

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Vendo auto, furgoni e moto

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Cerco macchinari trattori - attrezzature varie

Cerco terreni e case

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Offro e cerco lavoro Vendo terreni, - Attività cascine, alloggi, manodopera case e fabbricati

Q Cerco/acquisto regalo e varie

COSTO DELL’INSERZIONE € 5,00, l’annuncio sarà pubblicato per 1 uscita. Il pagamento può essere effettuato presso qualsiasi ufficio Coldiretti Asti. La pubblicazione degli Annunci de “Il Notiziario Agricolo” è riservata esclusivamente per le compravendite fra privati, non si pubblicano annunci di carattere commerciale. L’annuncio verrà pubblicato a partire dal primo numero utile, in caso di mancanza di spazio le pubblicazioni slitteranno sui numeri successivi. L’editore non è responsabile di quanto pubblicato negli annunci, il presente modulo vale come dichiarazione che quanto richiesto di pubblicare corrisponde al vero.

DATA

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Autorizzo Coldiretti Asti ad inserire i miei dati nelle liste per la gestione degli Annunci Economici sul periodico “Il Notiziario Agricolo”. In qualsiasi momento in base all’Art.13 della legge 675/96 potrò chiedere la modifica o la cancellazione, oppure negare il consenso al loro utilizzo scrivendo a Coldiretti Asti, C.so F. Cavallotti n. 41 – 14100 Asti.

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