Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 4 - Anno 2014. In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo
Anno
63° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI
numero
ASTI
COLDIRETTI
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15 aprile 2014
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Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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Grande assise a Milano
Rinnovato l’accordo Coldiretti F.lli Saclà
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Asti: ecco il nuovo Mercato di Campagna Amica
L’osservatorio per la lotta alla Criminalità Agroalimentare
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Successo del “Progetto Grano Tenero”
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Udienza da Papa Francesco
Misura 111 -La stabilizzazione tartarica del vino; Export vini: snellimenti burocratici; Come gestire il vigneto; Sicurezza in ambienti confinati; Residui di potatura; Piano verde 2014; Diabrotica del mais; Compost di qualità come ammendante.
Sommario
Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Periodico ufficiale Coldiretti Anno 63° numero 4 - 15 aprile 2014* Realizzazione grafica e stampa Riflesso – S.r.l. F.lli Scaravaglio & C. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.590425 Abbonamento annuale: Euro 20,00 *Data di chiusura del giornale
argomenti in evidenza
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Stop all’“orgia dei buontemponi” per lasciare spazio alla giustizia
Riflessioni
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di don Francesco Cartello uel grande fuoriclasse che è stato Michel Platini disse un giorno che, se anche mangi con una forchetta d’oro, te ne basta una, perché non hai due bocche da riempire. Più che la sottile ironia francese ci piace sentire nelle parole del tre volte Pallone d’oro la saggezza della campagna piemontese, novarese per la precisione, da dove era partito suo papà per emigrare in Francia. Eppure c’è qualcuno, oggi come ieri, che sembra avere sette teste e sette bocche come i mostri mitologici, vista la “fame” che ha sempre di più. Naturalmente senza curarsi o preoccuparsi se attorno a lui qualcuno la bocca, sua e dei suoi familiari, proprio non riesce a riempirla… È di questi giorni la storia di un alto dirigente che minaccia di “emigrare” all’estero se gli tagliano quel milioncino di euro che annualmente percepisce, o l’ira degli “sforbiciati” che intascano più del capo dello Stato. Per non parlare di aragoste e champagne, mutande e pasticcini, che non fanno parte di uno stipendio ma sono comunque a carico di tutti i cittadini… Se vogliamo parlare allora di “giusta retribuzione”, incominciamo con dire che può essere “ingiusta” in due direzioni, per eccesso e per difetto. Ingiuste per eccesso sono le posizioni sopra ricordate, quando non si vogliono mettere limiti ai propri guadagni, finendo per identificare sé e gli altri in base a quello che si ha, e non a chi si è. Per difetto la retribuzione è ingiusta quando non tiene conto prima di tutto della necessità, e poi se vogliamo anche del merito. Al riguardo filosofi e sociologi hanno accumulato nei secoli montagne di teorie, che hanno finito per guidare o
C’è qualcuno, oggi come ieri, che sembra avere sette teste e sette bocche come i mostri mitologici, vista la “fame” che ha sempre di più. Naturalmente senza curarsi o preoccuparsi se attorno a lui qualcuno la bocca, sua e dei suoi familiari, proprio non riesce a riempirla… ispirare governi e padroni. Nella dottrina sociale della Chiesa il tema è da sempre affrontato, seppure visto nella chiave storica del momento, ma fin da subito mettendo in primo piano la dignità della persona e non il dominio dell’economia. Così è stato nel 1891, con la “Rerum novarum” di Leone XIII, un vero “colpo di fulmine” nella fine del secolo, dove, trattando il tema del salario si afferma che il principio ispiratore di tutta la questione sociale è l’inalienabile dignità della persona umana. L’uomo, infatti, deve essere riconosciuto tale anche quando è retribuito e deve avere, quindi, una quantità di salario che gli permetta il giusto sostentamento per sé e per la sua famiglia: è, quindi, mezzo per lo sviluppo della persona umana ed esecuzione della volontà di Dio. Saranno i documenti successivi ad affrontare in termini sempre più chiari il problema, fino alla “Caritas in veritate” dove Benedetto XVI spiega che “lavoro decente” vuol dire: «un lavoro che, in ogni società, sia l’espressione della dignità essenziale di ogni uomo e di ogni donna; un lavoro scelto liberamente, che associ efficacemente i lavoratori, uomini e donne, allo sviluppo delle loro comunità; un lavoro che, in questo modo, permetta ai la-
voratori di essere rispettati al di fuori di ogni discriminazione; un lavoro che consenta di soddisfare la necessità delle famiglie e di scolarizzare i figli, senza che questi siano costretti essi stessi a lavorare; un lavoro che permetta ai lavoratori di organizzarsi liberamente e di far sentire la loro voce; un lavoro che lasci uno spazio sufficiente per ritrovare le proprie radici a livello personale, familiare e spirituale; un lavoro che assicuri ai lavoratori giunti alla pensione una condizione dignitosa» (n. 63). Per un cristiano poi la Bibbia ha in serbo tutta una serie di considerazioni al riguardo. Pensiamo alle parole violente del profeta Amos: “Voi che schiacciate l’indigente e gli estorcete una parte del grano, voi che avete costruito case in pietra squadrata, non le abiterete; perché so che numerosi sono i vostri misfatti, enormi i vostri peccati…”. E ancora: “Essi sono oppressori del giusto, incettatori di ricompense e respingono i poveri nel tribunale. Essi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani mangiano gli agnelli del gregge e i vitelli cresciuti nella stalla. Canterellano al suono dell’arpa, si pareggiano a David negli strumenti musicali; bevono il vino in larghe coppe e si
un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni. Ecco, il salario da voi defraudato ai lavoratori che hanno mietuto le vostre terre grida; e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore degli eserciti. Avete gozzovigliato sulla terra e vi siete saziati di piaceri, vi siete ingrassati per il giorno della strage …”. Vale ancora notare che nella catechesi di un tempo, e il valore del principio rimane immutato, tra i “quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio” vi era proprio:“Defraudare la giusta mercede a chi lavora”. Concludendo con una considerazione più direttamente legata alla realtà agricola, possiamo notare che in tante situazioni è un mondo dove il lavoro nero ancora trova posto, e lo sfruttamento va di pari passo con la mancanza di rispetto per la dignità e
la sussistenza della persona, cui sovente fanno capo, qui o altrove, altre bocche da sfamare. Ma è anche opportuno considerare che la “giusta retribuzione” non si deve limitare alla sopravvivenza di chi lavora e di chi gli è a carico. Si tratta di una attività dai contorni imprenditoriali che richiede ammortamenti e accantonamenti, possibilità di crescere e di aprire strade nuove alla famiglia. Non si tratta quindi di un rapporto stretto padrone-dipendente, ma di uno sguardo “politico” dove la comunità si fa carico di avviare, attraverso leggi e provvedimenti che promuovano, e non deprimano (pensiamo ai passi carrai…) l’attività dei diretti operatori, per poter creare un benessere che rifluisce su tutti. *Consigliere Ecclesiastico Coldiretti Asti
Grande assise a Milano
Organizzazione
ungono con gli unguenti più raffinati, ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano. Perciò andranno in esilio in testa ai deportati e cesserà l’orgia dei buontemponi…”. E quanto all’“orgia dei buontemponi” non è da meno l’apostolo Giacomo nella sua lettera ai capitoli quarto e quinto: “E ora a voi, che dite: «Oggi o domani andremo nella tal città e vi passeremo un anno e faremo affari e guadagni», mentre non sapete cosa sarà domani! Ma che è mai la vostra vita? Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare. E ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che vi sovrastano! Le vostre ricchezze sono imputridite, le vostre vesti sono state divorate dalle tarme; il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si leverà a testimonianza contro di voi e divorerà le vostre carni come
Il 21 maggio Coldiretti organizza l’incontro del Nord Italia
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Ovviamente c’è molta curiosità fra tutti i dirigenti Coldiretti per conoscere quale sarà il tema conduttore di quest’anno e chi saranno gli invitati. Come sempre sarà un’esperienza esaltante e coinvolgente, scuramente da provare per chi crede nell’associazionismo e nella coesione sociale. Tutti gli associati sono invitati a contattare il proprio Segretario di Zona se interessati a partecipare.
Sarà sicuramente un’esperienza esaltante, simile al “Palalottomatica” di Roma che ha fatto la storia Coldiretti di questo ultimo lustro. Dall’Astigiano parteciperanno 300/400 associati.
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l 21 maggio sarà una data importante per Coldiretti. Tutti gli associati delle regioni del Nord Italia si ritroveranno a Milano Fiera per il bilancio annuale sul progetto di una filiera agricola tutta italiana e per tracciare le prospettive future dell’organizzazione. Quest’anno, infatti, dopo cinque anni consecutivi vissuto ad inizio luglio a Roma per la grande assemblea del Palalottomatica, le bandiere gialle Coldiretti sventoleranno in cinque location diverse. A noi piemontesi toccherà dunque quella di Milano. “Dall’Astigiano – sottolinea Antonio Ciotta, direttore provinciale Coldiretti – pensiamo di essere in 300/400. Affronteremo la trasferta di Milano, che sarà sicuramente molto più agevole di quella verso la Capitale vissuta negli anni passati, in pullmam con partenza da Asti, Canelli e Nizza Monferrato”.
Rinnovato l’accordo Coldiretti-F.lli Saclà Anche quest’anno attivati i conferimenti dalla cooperativa Orto Piemonte
Filiera
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stato rinnovato anche quest’anno l’accordo della filiera orticola piemontese degli associati Coldiretti con la F.lli Saclà Spa. Saranno almeno 9 mila i quintali totali di ortaggi locali che quest’anno saranno ritirati dall’azienda conserviera astigiana. L’accordo di fornitura è stato sottoscritto il 23 marzo, due mesi prima rispetto all’anno passato fra la F.lli Saclà e la cooperativa Orto Piemonte. “Siamo soddisfatti - commenta il presidente Coldiretti Asti, Roberto Cabiale – per questa ulteriore conferma da parte della F.lli Saclà. Il contratto di filiera quinquennale, stipulato tre anni fa, è stato confermato anche quest’anno, dopo il notevole incremento quantitativo registrato l’anno scorso. Invariate le referenze alcuni prezzi sono stati ritoccati verso l’alto, nonostante il momento congiunturale sicuramente difficoltoso per tutti”. L’importante e prestigiosa azienda conserviera dell’Astigiano, si rifornirà dagli orticoltori Coldiretti delle province di Asti, Alessandria, Torino e Cuneo, di carote, cavolfiori, cipolle rosse e bionde, peperoni, rape, scalogno e sedani bian-
900 tonnellate sono gli ortaggi semilavorati che nell’anno 2014 l’importante azienda conserviera astigiana ritirerà dagli orticoltori delle province di Asti, Alessandria, Cuneo e Torino chi e verdi. Grazie alla capillare assistenza tecnica Coldiretti erogata alle imprese associate, che fornisce le massime garanzie qualitative dei prodotti, nei centri di lavorazione, presso la cooperativa agricola “Orto Piemonte”, saranno raccolti e semilavorati gli ortaggi per poi conferirli alla Saclà.
Naturalmente ai produttori saranno garantiti prezzi adeguati e soprattutto la certezza della collocazione del prodotto senza particolari problemi. Da parte sua anche la F.lli Saclà avrà le massime garanzie qualitative, la costanza delle forniture e, soprattutto, il forte valore aggiunto del territorio
PRODOTTO
TIPO DI LAVORAZIONE
Cavolfiori sfiocchettati Carote asciutte Cipolle bionde pelate Cipolle rosse pelate Peperoni detorsolati Sedani bianchi e verdi Scalogno Sedano rapa Rape
Sfiocchettati in fusti in salamoia Scollettate asciutte in sacchi jumbo Pelate messe in fusti in liquido di governo Pelate messe in fusti in liquido di governo Detorsolati messi in fusti in salamoia Tagliati e messi in fusti in salamoia Pelati messi in liquido di governo Pelati messi in fusti in salamoia Pelate messe in fusti in salamoia
Filiera
LE REFERENZE E IL TIPO DI LAVORAZIONE PREVISTE DALL’ACCORDO “ORTO PIEMONTE” E “F.LLI SACLA’ SPA”
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piemontese. “Siamo veramente soddisfatti – conferma il presidente di Orto Piemonte, Renzo Allegretti – sia per i prezzi spuntati con l’azienda agroalimentare, sia per le nuove referenze introdotte nelle forniture. Significa anche che abbiamo lavorato bene durante la campagna scorsa, siamo riusciti a mettere a regime le coltivazioni e ad organizzare al meglio il sistema di lavorazione del prodotto”. “Un ringraziamento particolare – sottolinea Roberto Cabiale – va all’amministratore delegato della F.lli Saclà Spa, il Cavaliere del Lavoro Lorenzo Ercole, e con lui a tutto il management dell’azienda, per il rinnovato impegno verso il territorio e il Made in Italy. Al contrario di quanto accade nella pubblica amministrazione, un’azienda che produce, come la F.lli Saclà, ha capito l’importante valore aggiunto offerto dal territorio e dai produttori locali”.
“Voglio fare il vignaiolo”, di Barbera Grazie al Progetto Coldiretti cresce il valore delle uve: 9,3 € al miriagrammo
Progetto Vino
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ra soddisfazione e stupore, da ieri c’è qualche certezza in più per i produttori di uve dell’Astigiano. Perchè 0,93 euro al chilogrammo per la Barbera d’Asti non li avevano mai visti prima. Gli aderenti al progetto “Progetto Vino” di Coldiretti Asti si sono riuniti negli uffici dell’organizzazione in corso Cavallotti per ritirare l’acconto sulla vendemmia 2013. Sembrava l’uovo di colombo, passare dallo status di semplice produttore a quello di trasformatore e produttore di vino in forma associata, ma ha dato risultati che sanno del miracoloso. Il presidente provinciale Roberto Cabiale e il direttore Antonio Ciotta, coadiuvati dal responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte, Secondo Rabbione, e dal responsabile economico, Luigi Franco, hanno ripercorso le tappe del progetto di trasformazione e vinificazione delle uve avviato due anni fa e, soprattutto, snocciolato i dati dei risultati raggiunti. 93 euro al quintali è il prezzo medio pagato ai produttori di barbera sulla vendemmia 2012, si va dagli 80 euro delle partite di minor pregio, fino a oltre 120 euro al quintale delle produzione qualitativamente più elevate. “Rispetto alle vendemmie precedenti - sottolinea Ermes Moiso, 43 anni di Viarigi, viticoltore produttore di Barbera d’Asti - ho più che raddoppiato il valore delle mie uve. Nel 2011 incassai neanche 30 centesimi al chilogrammo, due anni prima 18 centesimi. Mi vergognavo, ma grazie al progetto Coldiretti ho superato i 90 centesimi. Per me è stato quasi un miracolo”. La tanto vituperata barbera, lui l’ha ribattezzata “Barbera Amica”. Tantè che Coldiretti ne ha anche
imbottigliato una partita con l’etichetta “Amica” che distribuisce in occasione di incontri pubblici e in omaggio alle personalità. “In linea col nostro progetto di una Filiera agricola tutta italiana e Campagna Amica – sottolinea Roberto Cabiale, presidente provinciale Coldiretti – abbiamo cercato di trovare una via alternativa ai tradizionali canali di contrattazione dei prezzi delle uve. Con un gruppo di viticoltori associati al Consorzio Terre di Qualità aderente a “UeCoop” e presieduto da Franco Gallo ci siamo ritrovati per studiare un metodo per rivalutare il valore delle uve barbera. Nel 2011 abbiamo tenuto molti incontri in tutte le zone viticole della provincia, alla fine sono emersi 20 viticoltori che hanno deciso di saltare il passaggio dell’intermediazione delle uve e di procedere con la vinificazione associata. Praticamente – rivela Cabiale – abbiamo individuato, con il Centro Studi Vini del Piemonte coordinato da Secondo Rabbione, un protocollo di vinificazione per valorizzare l’aspetto qualitativo delle uve, abbiamo poi individuato nella Cantina “Barbera dei Sei Castelli” di Agliano Terme e nella grande professionalità del presidente Giuseppe Carbone e dell’enologo Enzo Gerbi, il vinificatore e quindi cercato lo sbocco sul mercato del vino. Il risultato è stato veramente sorprendente”. “È nata così la “Barbera Amica” sottolinea Antonio Ciotta, direttore provinciale Coldiretti - un esperimento che con la vendemmia 2013 si è ulteriormente consolidato. Non sappiamo ovviamente ancora quanto potranno rendere le uve di questa ultima vendemmia, semplicemente perchè dobbiamo attendere la collocazione del vino
sul mercato, ma i 20 produttori dell’anno precedente, sono diventati una quarantina e oltre alla Barbera abbiamo ora in cantina anche Grignolino, Dolcetto, Chardonnay e Cortese. Siamo passati da 1.716 quintali di uve barbera ritirate nel 2012 per una superficie viticola di 22 ettari, a oltre 70 ettari di vigneto per un totale di ben 7 mila quintali di uva vinificati nel 2013. “Come prevede il nostro importante e felice progetto nazionale di “Una filiera agricola tutta italiana” - sottolinea Roberto Cabiale – anche per il vino, come abbiamo fatto per gli ortaggi con l’accordo di fornitura alla F.lli Saclà, il nostro obbiettivo è stato di accorciare sempre più la filiera e di garantire ai produttori una maggiore redditività. I dati dimostrano che ci siamo riusciti”. Maggiore reddittività ai viticoltori, che in questo caso sono diventati vinificatori associati, vuole anche dire garantire una maggiore qualità ed accuratezza del prodotto. In pratica i viticoltori sono ora diventati vignaioli, sottolinea il presidente del Consorzio Terre di Qualità, Franco Gallo: “Abbiamo accorciato la filiera, qualificato il lavoro del viticoltore, creato nuove prospettive e smosso il valore del prodotto. Un bel segnale contro le speculazioni a cui gran parte del comparto spesso deve sottostare”. Nel corso delle riunioni i produttori hanno anche dichiarato all’unisono l’intenzione di proseguire nel progetto anche per la vendemmia 2014, anzi sono molti i viticoltori che chiedono di poter aderire e diventare vinificatori. “Se non avessi aderito al progetto vitivinicolo di Coldiretti – chiosa Moiso – avrei espiantato i vigneti, oggi sento che il mio lavoro può avere un futuro”.
Uve di alta qualità da tutto l’Astigiano rilascio di dichiarazione di conformità. Per la scelta del periodo vendemmiale sono stati effettuati i controlli analitici sulla maturazione, cosiddette “curve di maturazione”, con la comunicazione agli aderenti della data e dell’orario dei conferimenti. La vendemmia è stata separata per vigneto con trasporto entro la giornata di raccolta impiegando rimorchi in acciaio o provvisti di teloni in materiale idoneo per alimenti, evitando di formare cumuli e schiacciamenti con eccessivo ammostamento delle uve. La raccolta - in base agli indici di maturazione - è eseguita compilando una scheda di valutazione per ogni singola partita con registrazione dei valori del grado Babo, indice di qualità fenolica (IQF), tonalità, pH, temperatura dell’uva, aspetto visivo e sanitario e igienico-sanitario dei mezzi di trasporto. “La Qualità si gestisce con i disciplinari di produzione ma questo non basta – sottolinea Secondo Rabbione che ha seguito dalla vigna alla bottiglia il progetto Coldiretti - i disciplinari devono essere applicati e fatti rispettare e tutte le conoscenze e gli interventi produttivi che
possano migliorare la qualità devono essere ottimizzati. Il vino DOCG Barberamica ha raggiunto un buon livello qualitativo. Alle conoscenze e ai controlli manca una regola ed un criterio fondante ed imprescindibile senza il quale l’economia del “Sistema di Gestione della Qualità” non produce effetti: la valorizzazione del prodotto e la giusta remunerazione del viticoltore. Queste in sintesi sono le forze messe in campo con Barberamica: regole, controlli, conoscenze, che da sole non servirebbero a nulla senza una giusta remunerazione del viticoltore. Si è stabilito un grado Babo minimo con interventi mirati in vigneto. Sono stati stabiliti premi qualità crescenti su più fasce di grado. A questi valori è stata aggiunta una premialità legata ad altri parametri ed indici di qualità (pH, temperatura, indice di qualità fenolica, tonalità di colore). Ciò ha permesso – conclude Rabbione - di ottenere una forbice di prezzi insolita che ha consentito di pagare le uve barbera, finalmente, in base al loro giusto valore”.
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e uve del “Progetto Vino” di Coldiretti Asti provengono dalle zone di Asti, Canelli, Moncalvo e Nizza Monferrato. Il Centro Studi Vini del Piemonte, con sede a San Damiano d’Asti, ha seguito l’intero iter qualitativo dalla vigna al vino. Ma vediamo con il responsabile del CSV, Secondo Rabbione, quali sono stati i passaggi più significativi per la produzione che ha consentito ai viticoltori di ricavare dalle loro uve 9,3 € al miriagrammo: “I controlli sull’idoneità dei vigneti e quelli su un apposito protocollo per le lavorazioni agronomiche studiate dal Centro Studi Vini, sono stati curati dal Servizio tecnico di Coldiretti Asti. L’assistenza tecnica ha previsto il controllo delle operazioni di potatura, legatura, potatura verde primaverile, cimatura, sfogliatura, difesa sanitaria e le lavorazioni del terreno. La produzione di uva, ove necessario, è stata ricondotta a 80 quintali ad ettaro, tramite diradamento dei grappoli, attraverso comunicazione della data di inizio del diradamento, seguito da controllo del tecnico e
Progetto Vino
Grazie al protocollo di produzione e vinificazione
Il valore del grano aumenta + 25% È la conseguenza della crisi di febbraio in Ucraina
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dalle situazioni economiche e sociali internazionali sulle quali si innestano facilmente le speculazioni che si spostano con facilità dai mercati finanziari a quelli dei metalli preziosi come l’oro fino alle materie prime come grano, mais e soia. Garantire la stabilità dei prezzi in un mercato a domanda rigida come quello alimentare è un obiettivo di interesse pubblico che continua la Coldiretti - va sostenuto con l’introduzione di interventi di mercato innovativi a livello comunitario, ma anche con investimenti a livello nazionale per sostenere le strutture impegnate a stabilizzare il mercato. In Ucraina nel 2013 - conclude la Col-
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l Patronato Epaca di Coldiretti informa tutti i pensionati che anche quest’anno, come è avvenuto per lo scorso anno, non è previsto l’invio al domicilio del modello CUD cartaceo da parte dell’Inps. Per ottenere il rilascio della certificazione dei redditi, percepiti da Inps e da altri enti previdenziali, è sufficiente recarsi presso uno degli uffici presenti sul territorio di Epaca-Coldiretti con un documento di riconoscimento. Con la stampa del CUD il servizio offerto dagli operatori Epaca garantirà - gratuitamente - anche la stampa del prospetto riepilogativo di pensione 2014 (mo-
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diretti - sono stati raccolte 63 milioni di tonnellate di cereali, il 36,3% in più rispetto all’anno precedente. In particolare, la terra ucraina ha prodotto 22,27 milioni di tonnellate di grano (+41,3%), 7,56 di orzo (+9%) e 30,9 di granoturco (+47,4%). Sono invece scese le quantità raccolte di miglio (102.000 tonnellate, -35,2%), avena (467.200 tonnellate, -25,8%), grano saraceno (179.000 tonnellate, -25%), riso (145.100 tonnellate, -9,2%) e segale (637.700 tonnellate, -5,8%). Inoltre, sono diminuite le barbabietole da zucchero (10,75 milioni di tonnellate, -41,7%) e sono aumentati i semi di girasole (11,04 milioni di tonnellate).
PROGETTO CUD
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Mercati
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l prezzo mondiale del grano è schizzato di quasi il 25 per cento per effetto delle tensioni in Ucraina dall’inizio del mese di febbraio e ha superato il valore di 7 dollari per bushel per le consegne a maggio, al Chicago Board of Trade, punto di riferimento mondiale per le materie prime agricole. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che l’Ucraina è considerata il granaio d’Europa e si classifica tra i paesi leader nelle esportazioni a livello internazionale. Gli effetti delle tensioni internazionali - sottolinea la Coldiretti - si sono sentiti anche sul mercato delle materie prime agricole per la produzione di pane, birra ed anche mangimi per l’allevamento. A preoccupare è la situazione sul Mar Nero per gli effetti che potrebbe avere sulle spedizioni navali a breve termine, ma nel lungo periodo le attuali tensioni rischiano – sottolinea la Coldiretti - di far saltare la creazione in Russia, Ucraina e Kazakistan del Comitato cerealicolo del Mar Nero con l’obiettivo di aumentare la quota di questi Paesi nell’esportazione mondiale dei cereali dall’attuale 20 per cento al 30 per cento, grazie non solo a un nuovo istituto di coordinamento, d’informazione che segue la situazione al mercato di cereali, ma anche una struttura logistica più moderna e più competitiva. Le fluttuazioni dei prezzi delle materie prime agricole sono sempre più condizionate
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Successo del “Progetto Grano Tenero” che anche grazie ad appositi accordi di filiera tra le aziende agricole e le industrie di trasformazione è possibile valorizzare il grano prodotto in provincia di Asti. E questo è possibile solo se si garantisce la qualità”. Aggiunge Cavallito: “Il CAP Nord Ovest è il garante dell’operazione e fornisce tutta la logistica. Per fare questo l’acquisizione delle sementi e degli altri prodotti per la coltivazione è stata effettuata presso le agenzie del Consorzio e così si può garantire la piena tracciabilità della filiera”. I contratti prevedono la messa a dimora di due specifiche varietà di grano: il “Bologna Qualità” e il “Graindor Qualità”. Il valore sarà poi determinato in base alle caratteristiche molitorie di ogni singola partita conferita al Consorzio, fissando come riferimento la media delle quotazioni massime del listino della Borsa di Bologna rilevate tra la prima quotazione del raccolto 2014 ed il primo mercato di agosto 2014 e rapportando il prezzo ai parametri qualitativi. “Il Progetto Grano Tenero – conclude Roberto Cabiale, presidente Coldiretti Asti – si inserisce nell’ampia progettualità Coldiretti di “Una filiera agricola tutta italiana” che sta dando tante soddisfazioni a tutti gli agricoltori italiani. Anche per i cereali, contraria-
mente a quanto molti pensano, è possibile avviare importanti contratti di filiera e dare maggiore valore aggiunto alle produzioni. Ora ci concentreremo sugli accordi con le industrie molitorie e di trasformazione, ma non dimentichiamo che la provincia di Asti ha anche un altro forte valore aggiunto sulla cerealicoltura: la filiera della carne con la pregiata razza bovina Piemontese. L’alimentazione degli animali è un altro importante sbocco della nostra produzione e su cui in futuro si potrà sicuramente lavorare molto, e bene”.
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Il nostro primo obbiettivo con l’adesione di oltre 50 produttori è già stato raggiunto. Potremo così certificare la qualità e dare il giusto valore al lavoro dei nostri cerealicoltori”, è soddisfatto Adriano Cavallito, vice presidente del Consorzio Agrario delle provincie del Nord Ovest, la cooperativa aderente a UeCoop con un fatturato di 100 milioni (130 considerando la controllata Petrolcap). Il “Progetto Grano Tenero” lanciato a novembre da Coldiretti e Cap sta viaggiando spedito verso le tappe che tutti speravano. “Già quest’anno produrremo grano tenero di alta qualità, certificarla e potremo quasi certamente spuntare prezzi superiori mediamente di 3 – 4 euro al quintale”. Il “Progetto Grano Tenero” segue praticamente le orme tracciate con il “Progetto Orticoltura” che ha portato ad un accordo con la F.lli Saclà Spa e il “Progetto Vino” la cui “Barbera Amcia” ha fatto triplicare il valore delle uve. “Coldiretti Asti attraverso la sua rete di tecnici – sottolinea Antonio Bagnulo, responsabile dell’assistenza tecnica dell’Organizzazione – elabora e segue l’applicazione di un disciplinare produttivo che permette la produzione di grani di alta qualità”. Sarà poi il Cap Nord Ovest a distribuire il prodotto nella fascia alta di mercato e garantire la massima redditività ai cerealicoltori. “La nostra esperienza – sottolinea Antonio Ciotta, direttore provinciale Coldiretti – ci dice
Filiera
Coldiretti, Cap Nord Ovest e 50 produttori lavorano sulla qualità
Asti: ecco il nuovo Mercato di Campagna Amica Nella centralissima piazza Statuto attivo ogni martedì pomeriggio
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ualche passante non ha resistito ed ha voluto fare acquisti ancor prima dell’inaugurazione, quando le bancarella erano ancora in fase di allestimento. Prezzi abbordabili e qualità indiscutibile, sono questi gli elementi distintivi del nuovo agri Mercato di Campagna Amica inaugurato il 1° aprile, nella centralissima piazza Statuto di Asti. I produttori Coldiretti hanno sistemato i loro gazebo gialli sotto alla torre ed offerto le loro tipicità di alta qualità. All’inaugurazione, avvenuta alle ore 15, ha preso parte tutta la giunta comunale al completo capeggiata dal Sindaco Fabrizio Brignolo. Il direttore provinciale Coldiretti, Antonio Ciotta, e il responsabile provinciale di Campagna Amica, Luigi Franco, prima di un brindisi con il Brachetto di F.lli Rovero di frazione San Marzanotto, hanno illustrato alle autorità le peculiarità di questo nuovo agrimercato. Sarà riproposto tutte le settimane, ogni martedì pomeriggio, dalle 14 alle 19, con un’ampia offerta di frutta, verdura, salumi, formaggi, mieli, conserve e confetture, più alcune sorprese che varieranno di settimana in settimana. Sottolineando il bellissimo “colpo d’occhio” sulla piazza, addobbata dai produttori con i colori della primavera, il Sindaco Fabrizio Brignolo
ha dichiarato: “Questa piazza, che un tempo era la piazzetta delle erbe, riafferma quella che è la sua vocazionalità, accogliendo le tipicità
astigiane a chilometro zero”. Al Mercato di Campagna Amica, partecipano esclusivamente i produttori agricoli iscritti a Coldiretti
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avere tipicità di altri territori”. I produttori sono rimasti fin da subito favorevolmente colpiti per l’afflusso di pubblico. Da segnalare la presenza della Onlus “Senza Confini”, gestita da persone con difficoltà, che ha proposto le piante ornamentali. Particolarmente apprezzato il miele di Francesco Maccario e il vino a “giusto prezzo” proposto da Luca Robino. Avvolte nella carta di giornale, le uova di Kettou Zora sono andate letteralmente a ruba. I consumatori abituati ai supermercati, hanno valutato con stupore i prezzi della frutta proposta da Franco Rabino, come gli ortaggi di Antonella Vecchiattini e Carlo Fungo. In fine,
13 particolarmente ricco e interessante il banco dei formaggi di Tiziana Bertolin, tutti prodotti ottenuti dalla mungitura di vacche, capre e pecore del suo allevamento. Una bella iniziativa, avvallata dai complimenti ai produttori Coldiretti da parte di tutta la giunta comunale della città, e accolta favorevolmente dagli astigiani.
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che si impegnano a vendere solo i loro prodotti agricoli provenienti dalle loro imprese agricole. “È un agrimercato – ha sottolineato Antonio Ciotta – dove si segue attentamente la stagionalità dei prodotti. Si accorcia così la filiera e per tutti i consumatori è un’occasione per fare una spesa sostenibile, acquistando prodotti agricoli selezionati con cura, sempre freschi e di origine controllata e garantita”. Oltre alla salubrità dei prodotti, da non sottovalutare, in un momento di ristrettezze economiche come l’attuale, il vantaggio di acquistare a prezzi decisamente inferiori alla media in rapporto alla qualità. “Vogliamo fare un mercato dinamico – ha rilevato Luigi Franco - dove ogni settimana potranno aggiungersi o ruotare nuovi produttori per presentare una gamma di prodotti completa e sempre fresca. Intendiamo anche ospitare produttori partecipanti a mercati di Campagna Amica di altre province e regioni per
15 milioni di italiani acquistano dai produttori Sono aumentati del 25% nell’ultimo anno e cercano solo prodotti tipici
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ono quindici milioni gli italiani che hanno fatto acquisti diretti dagli agricoltori. Sono aumenti del 25% in un solo anno. Nonostante l’andamento negativo dei consumi, aumentano in misura esponenziale anche i prodotti al 100% italiani sugli scaffali dei supermercati. Lo ha reso noto il presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel suo intervento al Convegno “Agricoltura e moderna distribuzione” sottolineando
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come in Italia, grazie a Campagna Amica, si sia sviluppata la più vasta e capillare rete di vendita al mondo realizzata dagli agricoltori. Fra fattorie, botteghe e mercati, oggi, sono coinvolti 28mila agricoltori con i loro prodotti coltivati su circa 280mila ettari. Un successo determinato dagli interessi convergenti di produttori e consumatori. Un nuovo modello di consumo che di sta sviluppando nella grande distri-
buzione grazie al marchio valoriale Fai, realizzato da Coldiretti per il progetto di una filiera agricola tutta italiana. Numerose e diversificate sono le filiere produttive che hanno ottenuto il riconoscimento e possono fregiarsi del marchio FAI, dalla pasta al riso nelle varietà Arborio, Carnaroli e Baldo, dall’olio Extra Vergine all’ortofrutta, dal latte UHT ai salumi fino alle carni provenienti da razze autoctone bovine e suine.
Inaugurata una nuova Agrimacelleria All’azienda agricola Negro di Calamandrana il Punto Campagna Amica
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na nuova Agrimacelleria, Punto vendita Campagna Amica, è stata inaugurata il 29 marzo a Calamandrana. Si trova in frazione Garbazzola n. 3 presso l’allevamento di Francesco Negro, giovane trentenne, componente di Giovani Impresa Coldiretti Asti, che dal 2009 ha preso in mano la storica azienda agricola di famiglia. Il Punto Campagna Amico “Agrimacelleria Negro” propone carni bovine e suine provenienti dall’alle-
vamento che cura in modo particolare gli animali di razza Piemontese nutriti esclusivamente con foraggi, mais e orzo prodotti in azienda, e l’integrazione di altri prodotti naturali come fave, crusca, soia e sali minerali. Il metodo di allevamento è dunque tradizionale, senza l’utilizzo di nuclei composti e grassi. Nella fotografia Francesco Negro ritratto dietro al bancone sabato scorso mentre serve i primi clienti della Agrimacelleria.L’apertura al pubblico è prevista tutti i venerdì e sabato
dalle 9 alle 19,30 e alla domenica mattina dalle 9 alle 13.
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I 3 mila furbetti della casta dei campi politica agricola che riceve però ben il 15% delle risorse destinate all’agricoltura. Una rendita fondiaria e finanziaria che - precisa la Coldiretti - senza un deciso cambiamento nella programmazione nazionale rischia di essere mantenuta per i prossimi sette anni. Molti di questi soggetti non contribuiscono alla previdenza agricola mentre altri nelle pieghe dell’attuale legislazione hanno creato società Spa ed Srl ad hoc per avere agevolazioni sull’Imu, sulla concessione edilizia, sull’acquisto dei terreni agricoli e anche sulle bioenergie facendo così concorrenza sleale al reddito e all’attività dei veri agricoltori.
“Ci auguriamo che in questo momento difficile per il Paese – rileva Moncalvo - nessuno abbia la follia di mantenere questi insostenibili privilegi e ci si impegni invece per concentrare le poche risorse disponibili ai chi vive e lavora in agricoltura per il ruolo ambientale, economico e sociale che svolge per il Paese. La lotta a tutte le rendite sembra finalmente rientrata nell’agenda della buona politica e di questo Coldiretti se ne compiace perchè - ha concluso Moncalvo - sono necessarie grandi discontinuità sui temi della giustizia e dell’equità sociale per troppo tempo negati dalla malapolitica”.
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siste un’elite, intoccabile, che riceve contributi agricoli per un importo di oltre mezzo miliardo di euro. Sono grandi gruppi industriali, assicurativi, bancari ed enti di diversa natura che non vivono certo di agricoltura, ma sono i primi tremila beneficiari della Pac. La denuncia arriva dal presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo, con riferimento alle scelte che stanno per essere fatte dall’Italia nell’attuazione della riforma della politica agricola comune per il periodo 2014-2020. È una casta di intoccabili che rappresenta appena lo 0,2% degli interessati dagli interventi di
Attualità
Sono lo 0,2% dei beneficiari Pac, ma succhiano il 15% delle risorse
Per produrre energia ci vuole la materia prima In questi giorni è in corso un vivace dibattito a Mombercelli
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Mombercelli, è piuttosto vivace in questi giorni il dibattito su un presunto nuovo insediamento di un impianto per la produzione di energia. Come spesso ultimamente accade nei nostri paesi rurali, che ormai fanno del territorio il veicolo principale per promuovere la loro economia, si tratta di un momento delicato che rischia di intervenire pesantemente sull’impatto ambientale. Per ora in Comune non è stata depositato nessun progetto ufficiale, ma una società avrebbe prospettato, in primo momento, la volontà di realizzare un grande pirogassificatore per la produzione di energia elettrica, diventato, dopo aver raccolto le proteste unanime dei
cittadini, un impianto (o forse più impianti) a biomassa con l’impiego di pellet e cippato vegetale. Sia come sia, Coldiretti intende ribadire, ancora una volta, come queste tipologie di installazioni sul territorio è bene vengano sottoposte ad un’attenta analisi preventiva del futuro impatto ambientale, quindi sul dimensionamento, sull’estetica della struttura oltre ovviamente sull’assoluta assenza di emissioni, ed ancora, sulla reale sostenibilità dell’impianto in merito al reperimento in loco della materia prima per il suo funzionamento. Quest’ultimo aspetto parte dal principio che è totalmente controproducente per la comunità locale, realizzare un’installazione che deve
costantemente essere rifornita con materiali provenienti da chilometri di distanza con mezzi su gomma che consumo gasolio ed emettono agenti inquinanti. Come dire, produrre energia sprecandone molta altra e inquinando l’ambiente. In sostanza un eventuale nuovo impianto deve utilizzare materia prima locale, anche in conformità al regolamento provinciale che impone la prevalenza del suo reperimento entro il raggio circoscritto alla Comunità Collinare. Qualsiasi impresa che voglia dunque costruire un impianto a biomassa deve pertanto premurarsi preventivamente di stipulare accordi di fornitura con le filiere locali dei produttori.
La “Cantina degli orrori” C’era anche il “Barbera Bianco” rumeno nei falsi presentati al Vinitaly
S. Damiano Cisterna Celle Enomondo Ferrere
all’epoca il Consorzio di tutela della Barbera, presieduto da Giovanni Garavello, oltre a stanare l’azione truffaldina, denunciò e perseguì in giudizio, tramite lo studio Giacobazzi, l’azienda argentina produttrice e commercializzatrice del vino. Ci fu anche una sentenza e la condanna al ritiro delle bottiglie e all’eliminazione delle etichette truffaldine. “Purtroppo – sottolinea il direttore provinciale Coldiretti, Antonio Ciotta, presente oggi al Vinitaly – a quanto pare a distanza di decenni non sono stati fatti grandi passi avanti nella tutela del Made in Italy, anzi nel nostro caso della Barbera sembra si vada ancora peggio. Auspichiamo che i Consorzi di Tutela facciano il loro dovere e comincino nuovamente ad adoperarsi nel loro compito istituzionale. Queste azioni fraudolente, sono la principale causa di ostacolo alla nostra economia, devono essere stanate, scoperte, perseguite e debellate”. In questa cantina dell’orrore, una ditta Argentina risulta ancora protagonista, avendo affinato la tecnica nella falsificazione dei liquori nazionali più prestigiosi come dimostrano il Fernet
Veneto e quello Capri. “La stagnazione dei consumi interni, insieme alla crescita dei mercati esteri, rende più urgente l’intervento delle Istituzioni per tutelare le esportazioni di vino Made in Italy di fronte ai numerosi tentativi di banalizzazione delle produzioni nazionali”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. “Oltre alla perdita economica, a preoccupare è soprattutto il danno di immagine che provocano tra i consumatori emergenti dove – ha precisato Moncalvo - non si è ancora affermata la cultura del vino”. Se l’Italia resta saldamente il maggior esportatore di vino nel mondo, dove quasi una bottiglia scambiata su cinque è Made in Italy, crescono parallelamente i casi di contraffazione a conferma del fatto che il vino italiano è il più amato, ma anche il più imitato all’estero dove sono molte diffuse “copie” che mettono a rischio l’immagine del prodotto e le opportunità di penetrazione dei mercati. Via C. Botta, 4 - 14015
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Non è cambiato nulla ad oltre 20 anni di distanza dal caso “Barbera Argentina”, anzi, forse i Consorzi di tutela si impegnavano di più
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’era anche una “Barbera” prodotta in Romania, in barba a tutte le tutele delle denominazioni di origine, nella “Cantina degli orrori” allestita da Coldiretti nel proprio stand al Vinitaly nel Centro Servizi Arena (corridoio tra i padiglioni 6 e 7). Si vogliono denunciare così i nuovi e incredibili casi di contraffazioni e imitazioni dei nostri vini e dei liquori più prestigiosi che complessivamente provocano perdite stimabili in circa un miliardo di euro alle produzioni Made in Italy sui mercati mondiali. Oltre al vino “Barbera bianco” rumeno, come possiamo vedere nella fotografia, ci sono il Bordolino nella versione bianco e rosso con tanto di bandiera tricolore al Meersecco, il Chianti fatto in California, il Marsala sudamericano e quello statunitense e il Kressecco tedesco. Per la Barbera, il vino più prodotto nell’Astigiano e nel Piemonte, purtroppo, non si tratta del primo caso di palese e clamorosa falsificazione, ma è l’ultima di una lunga serie. “Oltre al danno eclatante, per altro costantemente perpetrato negli anni, ai danni dei nostri produttori di Barbera d’Asti – sottolinea il presidente provinciale Coldiretti, Roberto Cabiale – è incredibile come non sia cambiato molto dal primo palese caso scoperto addirittura all’inizio degli anni Novanta. All’epoca fu una casa vinicola argentina a falsificare e diffondere il nostro vino”. Sono passati oltre vent’anni e a dire il vero
L’Osservatorio per la lotta alla Criminalità Agroalimentare Promosso da Coldiretti, Giancarlo caselli presiede il Comitato Scientifico contro le Agromafie
Agromafia
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i chiama “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” la nuova Fondazione voluta e costituita da Coldiretti per diffondere la conoscenza e la consapevolezza del patrimonio agroalimentare italiano, con l’obiettivo di creare un sistema coordinato e capillare di controlli idonei a smascherare i comportamenti che si pongono in contrasto con la legalità. Giancarlo Caselli guida il Comitato Scientifico della Fondazione, mentre il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ne è il presidente, vice presidente Gian Maria Fara dell’Eurispes. La presentazione è avvenuta con la partecipazione dei Ministri della Giustizia Andrea Orlando e delle Politiche Agricole Maurizio Martina, alla vigilia dell’incontro del Santo Padre con le vittime delle mafie del 21 marzo, nella “Giornata della memoria delle vittime innocenti delle mafie” promossa dalla Fondazione “Libera”. “Di fronte al luogo comune diffuso all’estero che porta gli stranieri ad assimilare l’Italia alla mafia oltre alla pizza o alla pasta, con la Fondazione ci vogliamo fare carico dell’indignazione del 65 per cento degli italiani che non sopporta che la criminalità organizzata danneggi l’immagine del nostro paese e che si sente offeso perché ritiene che la gran arte dei cittadini non ha niente a che fare con i criminali, secondo l’indagine Coldiretti /Ixè ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel precisare che “c’è tuttavia una minoranza del 12 per cento che è rassegnata e lo considera normale, visto che l’abbiamo esportata in tutto il mondo, e un 19 per
Nella foto: un momento della conferenza stampa sull’“Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” promosso dalla Coldiretti. Da sinistra a destra, Fara, Caselli, Orlando, Moncalvo e Martina.
cento che pensa addirittura che faccia parte dell’immaginario collettivo anche grazie film come Il Padrino, La Piovra ed altri”. I tentacoli della criminalità organizzata italiana sono usciti dalla realtà locale e nazionale per infiltrarsi nell’economia e nella società di numerosi Paesi europei, secondo il recente rapporto Transcrime. I settori dell’agricoltura e della pesca sono nel mirino di Cosa Nostra e della Camorra in Spagna dove non manca l’interesse della stessa Camorra e quello della Ndrangheta nel comparto della ristorazione. Tra i centri maggiormente toccati ci sono la capitale Madrid, Vigo e l’Andalusia. Nel Regno Unito, la Camorra ha puntato sui bar e sui ristoranti e la scozzese Aberdeen è considerata un polo particolarmente sensibile. In Germania la Ndrangheta guarda con crescente interesse alle strutture legate alla gastronomia, con preferenza per le città di Geldern, Oberhausen e Duisburg. La criminalità organiz-
zata, infine, non dimentica l’Est europeo. Anche per la vicinanza geografica, l’Albania rappresenta un buon mercato per la Sacra Corona Unita per quanto riguarda bar e ristoranti, mentre opera con illeciti profitti la Camorra in Romania in attività legate all’agricoltura e alla pesca soprattutto nella zona di Vaslui ai confini con la Moldova e in prossimità del Mar Nero. “La criminalità organizzata si combatte con la trasparenza soprattutto in un settore come quello agroalimentare dove è particolarmente rilevante il flusso commerciale, con circa un terzo (33 per cento) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio Made in Italy che contiene materie prime straniere all’insaputa dei consumatori e a danno delle aziende agricole” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo . In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza
all’intera filiera produttiva: a tal fine la Fondazione approfondisce il ruolo della cooperazione suggerendo anche nuove forme giuridiche ed adeguati sistemi di controllo. L’Osservatorio mette a disposizione le proprie conoscenze scientifiche e tecniche attraverso la pubblicazione, per via telematica, di riviste dal carattere giuridico e sociale, l’organizzazione di convegni, la promozione e il finanziamento di ricerche in campo universitario e con la collaborazione di altri enti pubblici e privati. L’Osservatorio - spiega la Coldiretti - intende creare una rete
di contatti tra istituzioni e cittadini attraverso la valorizzazione delle produzioni agroalimentari italiane, avvalendosi degli strumenti informatici attualmente disponibili per diffondere la cultura della tipicità, della qualità e dell’origine della filiera agricola esclusivamente italiana, nella convinzione che la legalità sia una condizione essenziale per il sostegno all’economia dell’intero Paese e che la lotta ai fenomeni di criminalità organizzata presenti nel settore agroalimentare comporta effetti vantaggiosi in termini ambientali, sociali ed occupazionali.
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Nella foto: la “Sauce Maffia” è uno dei prodotti in vendita in Belgio mostrato per la prima volta dalla Coldiretti per chiedere l’intervento delle Istituzioni per fermare uno scandalo che offende le vittime della criminalità e l’immagine del Paese, in occasione della nascita dell’Osservatorio sulla lotta alla criminalità nell’agroalimentare
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e dare completa attuazione alle leggi nazionale e comunitaria che prevedono l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti. Ma è necessario che sia anche resa trasparente l’indicazione dei flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero e venga bloccato ogni finanziamento pubblico alle aziende che non valorizzano il vero Made in Italy dal campo alla tavola. Con l’Osservatorio si intende creare - sottolinea la Coldiretti - un complesso di controlli che assicuri la più completa informativa ai consumatori, contrastando le contraffazioni e le adulterazioni alimentari. In tale prospettiva, la Fondazione intende promuovere iniziative di approfondimento in merito agli interventi e agli effetti delle pronunce di tutte le Autorità amministrative indipendenti che possano interferire nel mercato dell’agroalimentare, analizzando e approfondendo, in particolare, le attività dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. La Fondazione promuove, inoltre, le azioni legali collettive di tutela dei consumatori, con particolare riguardo – continua la Coldiretti - all’accertamento della responsabilità in materia ambientale e alimentare e per la condanna al risarcimento dei danni. Nell’ambito dei propri scopi istituzionali, la Fondazione - precisa la Coldiretti - svolge un ruolo propositivo nel confronti della Commissione d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, nonché delle Commissioni parlamentari d’inchiesta istituite per l’analisi conoscitiva dei fenomeni della contraffazione e della pirateria commerciale. La criminalità si deve combattere attraverso la creazione di un solido sistema che assicuri una tutela rafforzata
Udienza da Papa Francesco Il 19 marzo con Donne Impresa Coldiretti Asti
Associazionismo
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hi ha avuto la fortuna di esserci, ha ancora negli occhi quella macchia di colore giallo in piazza San Pietro all’udienza del 19 marzo, festa di San Giuseppe. Erano i foulard e i berretti delle “Donne Impresa” della Coldiretti astigiana, che hanno scelto quest’anno Roma come meta del loro viaggio, e hanno potuto vivere l’emozione di un incontro ravvicinato con papa Francesco in una piazza gremitissima, ascoltarne la parola calda e coinvolgente, con dedica speciale ai papà nella loro festa. Con le donne in numero preponderante erano presenti ovviamente anche numerosi mariti. Siamo partiti puntuali all’alba di martedì 18 marzo da corso Felice Cavallotti, chiedendo la benedizione del Signore sulla nostra “avventura romana”. Prima sosta per il pranzo nell’incanto di Orvieto, ad ammirare prima di proseguire per Roma, sullo sfondo di un cielo azzurro, la stupenda facciata del Duomo, e l’interno con la cappella del Corporale del miracolo di Bolsena e gli affreschi del “Finimondo” di Luca Signorelli. Alloggiati in uno splendido e tranquillo hotel alle porte di Roma, alzata mattutina per “conquistare” un posto in piazza San Pietro e poter salutare da vicino papa Francesco. Dopo la mattinata di Udienza, il pomeriggio è stato dedicato ad una visita al centro storico della Città Eterna, goduta appieno con l’aiuto di una guida e delle radioline collegate. Nel mattino del giovedì una raccolta concelebrazione nella Cappella Ungherese delle Grotte Vaticane, con il cardinale Giovanni Lajolo e il consigliere ecclesiasti-
co don Francesco Cartello. Un incontro molto bello quello con il cardinale di origini vinchiesi, che ha dato a tutti appuntamento a Mombercelli per la grandiosa Festa e Processione dell’Assunta nei prati di Fontanabuona il prossimo Ferragosto. Un salto ancora nei luoghi “politici” della capitale, Montecitorio e il Senato, per poi chiudere nell’ultima fermata a Civita di Bagnoregio con un pranzo sontuoso proprio di fronte alla fascinosa “città che muore”, teatro di tanti film, sceneggiati e spot pubblicitari. Qualcuno si è accontentato di go-
dere lo spettacolare panorama, con la valle dei calanchi, i più coraggiosi si sono arrampicati fino all’antica Civita, a scoprire l’atmosfera meravigliosa del minuscolo paese. Sulla via del ritorno sono saliti di tono i canti, dell’antica tradizione contadina e religiosa, per concludere con un doveroso applauso ai due magistrali autisti, e un grazie grande a Chiara Franco, “tour leader” di lungo corso ancora una volta capace di preparare e prevedere tutto, e di condurre con fermezza unita ad allegria un gruppo numeroso e affiatato.
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Giornata regionale del Pensionato Pensionati Coldiretti guidato dall’astigiano Bruno Porta, ha fatto le cose per bene ed ha organizzato una giornata di sicuro interesse e di divertimento. Il ritrovo dei partecipanti è previsto a Vicoforte alle 10 per la colazione, a seguire si terrà la solenne celebrazione eucaristica officiata dal Vescovo della diocesi di Mondovì Mons. Luciano Pacomio. Alle 12 è programmato il saluto dei dirigenti nazionali, regionali e provinciali. Quindi il pranzo presso il Chiostro di Casa Regina Montis Regalis e l’intrattenimento di Sonia De Castelli e la sua band.
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arà il Santuario di Vicoforte di Mondovì ad ospitare quest’anno l’annuale Giornata regionale dei pensionati Coldiretti. Giunta alla diciassettesima edizione, giovedì 12 giugno riunirà gli associati in pensione, i loro amici, parenti e chi ha fatto parte dell’organizzazione nella sua vita lavorativa. La quota di partecipazione individuale è stata fissata a 30 euro. Naturalmente anche da Asti sarà organizzata la trasferta in pullman e si prevede una massiccia partecipazione. Come di consueto il comitato regionale dell’Associazione
Pensionati
La 17a edizione a Vicoforte il 12 giugno
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
La stabilizzazione tartarica del vino Una corretta tecnica di stabilizzazione riduce il periodo e i costi della refrigerazione
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a stabilizzazione tartarica risulta indispensabile per separare dal vino gli eccessi di bitartrato di potassio ed evitare pericolose precipitazione del sale dopo l’imbottigliamento. Esiste una costante tra la concentrazione delle molecole dissociate e le molecole neutre indissociate di bitartrato di potassio o cremore. Tale rapporto è regolato dalla legge di azione di massa attraverso la funzione K che indica che ad un determinato valore di pH e ed ad una determinata temperatura si raggiunge l’equilibrio di dissociazione del sale di bitartrato di potassio. Il valore di concentrazione delle molecole dissociate ad un determinato pH e temperatura è anch’esso una costante definita “prodotto di solubilità” (PS) ed è tipico di ogni composto. Il valore del prodotto di solubilità varia in funzione dell’alcol, del pH, della temperatura, della presenza di altre sostanze. Occorre tenere presente che i vini non sono semplicemente delle soluzioni idroalcoliche. Nelle soluzioni idroalcoliche sovrasature la cristallizzazione e precipitazione del bitartrato di potassio o cremore è molto rapida e completa. I vini, al contrario, si trovano sempre in una situazione di netta sovrasaturazione ovvero una condizione non compatibile con il prodotto di solubilità. Per fare un esempio, un vino per raggiungere le stesse condizioni della rispettiva soluzione idroal-
colica dovrebbe essere conservato a - 4°C per almeno 20 giorni se la soluzione è a 20°C e per oltre 100 giorni se la soluzione è a 15° C. Occorre quindi concentrare l’attenzione sulle sostanze che nel vino possono ritardare la precipitazione del bitartrato di potassio. Sono in grado di aumentare la solubilità del bitartrato di potassio gli anioni organici (ac. malico e lattico), gli anioni minerali, i cationi (soprattutto magnesio) che formano sali tartarici solubili. Si consideri ad esempio la fortissima influenza solubilizzante che consegue alla solfitazione dovuta alla presenza di acido solforoso e solforico. Una malolattica precoce post svinatura, consente una migliore stabilizzazione e a valori di pH di 3,5 – 3,6 si hanno le condizioni migliori per la formazione di bitartrato (oltre 60%) Nel vino sono presenti sostanze anticristallizzanti e sequestranti di tipo macromolecolare e colloidale che ritardano la precipitazione del bitartrato. Si tratta in genere di polisaccaridi di varia natura (gomme, pectine, mannoproteine), antociani e polifenoli polimerizzati, frazioni di acido metatartarico naturale, sostanze azotate (peptoni). I peptoni in particolare mostrano un forte effetto inibente sulla velocità di formazione dei microcristalli durante la refrigerazione. Seguono i polifenoli e polisaccaridi. La chiarifica (con bentonite) e la
Nel vino sono presenti sostanze in grado di aumentare la solubilità del bitartrato di potassio e sostanze anticristallizzanti e sequestranti di tipo macromolecolare e colloidale che ne ritardano la precipitazione. La conoscenza di queste dinamiche legata alla una corretta tecnica di stabilizzazione permette di ridurre i tempi e i costi della refrigerazione e di ottenere vini migliori anche sotto il profilo sensoriale.
filtrazione stretta a farina facilitano la precipitazione del cremore perché vengono eliminati questi colloidi protettori. Una verifica di stabilità su un vino refrigerato, molto semplice da effettuare, è la “prova del freddo”: un contenitore da 250 ml di vino si introduce nel congelatore fino a parziale congelamento. Quando si raggiunge la temperatura più bassa il campione deve essere agitato energicamente per qualche minuto e poi lasciato a riposo per 48 ore. Si procede poi con il controllo visivo: l’assenza di sedimenti è un buon indicatore di raggiunta stabilità del vino refrigerato. La temperata di congelamento di un vino corrisponde circa alla metà del grado alcolico meno 1° C (es. in un vino con 14 gradi alcol, la temperatura di congela-
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progressivamente la superficie di contatto con il vino. Alcuni vini in stato di relativa o scarsa sovrasaturazione risultano difficili da stabilizzare proprio per la mancanza di nubecole e di germi di cristallizzazione. L’aggiunta dei germi nel vino (10-30 g/hl) tenuto in costante agitazione per tempi limitati provoca una forte cristallizzazione del sale in stato di sovrasaturazione (stabilizzazione per contatto). I germi di cristallizzazione devono essere disciolti in 10 parti di acqua circa ed aggiunti nella fase finale della refrigerazione quando il vino si trova alle temperature più basse. Dopo l’inoculo occorre effettuare rimontaggi o azionare gli agitatori per almeno 2-3 giorni per migliorare l’effetto di nucleazione e di accrescimento dei microcristalli a contatto del vino e poi lasciare il vino a riposo per favorire la precipitazione dei sali. La cristallizzazione risulta generalmente più rapida in recipienti di piccole dimensioni ed i vini più poveri di bitartrato risultano i più difficili da stabilizzare per effetto della mancata nucleazione. In linea generale si può affermare che nella refrigerazione statica la preparazione del vino
(chiarifica e filtrazione), gli effetti della nucleazione ed una buona tecnica di refrigerazione risultano più importanti della temperatura di refrigerazione raggiunta e dello shock termico. È importante però che la temperatura sia prossima al punto di congelamento e sia mantenuta costante durante il periodo di sosta. Al termine del periodo di refrigerazione permangono nubecole di microcristalli che devono essere asportate a freddo con la filtrazione prima che si solubilizzino nuovamente con l’aumento della temperatura.
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mento è intorno ai 6°C). Il processo di separazione del bitartrato durante la refrigerazione avviene in tre fasi successive: la nucleazione (formazione delle nubecole di microcristalli con vino in agitazione), l’aggregazione reticolare e accrescimento del microcristallo (con vino in agitazione), la sedimentazione (con vino a riposo). Nella refrigerazione statica sembrerebbe che l’abbassamento repentino della temperatura (shock termico) non sia un fattore così determinante per la formazione di nubecole di microcristalli (germi o nuclei di cristallizzazione). La nucleazione si evolve in un processo di aggregazione reticolare con formazione di macrocristalli capaci di separarsi dal liquido e precipitare più o meno velocemente. L’aggregazione reticolare è facilitata dalla presenza di corpi solidi che hanno analogia cristallografica con il bitartrato in sovrasaturazione: aggiunta di germi di cristallizzazione molto fini (20-50 µm) o vasche a superficie ruvida. La granulometria dei germi è molto importante perché riducendo la dimensione del cristallo fino a 10-20 µm si aumenta
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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
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Export vini: snellimento burocratico Per i documenti accompagnatori extra Ue
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inalmente un primo leggero snellimento burocratico nel settore documenti vitivinicoli esportazione extra UE. Come ormai noto, dal 1 di agosto 2013 con l’entrata in vigore dei nuovi documenti di accompagnamento dei prodotti vitivinicoli, ai sensi del Reg. 314/2012 , si sono introdotte importanti novità per i produttori. Lo scorso anno con il D.M. 2 luglio 2013, prima, e la Circolare ICQRF del 26 luglio 2013, poi, si sono fissate le modalità applicative nazionali. La Circolare stabiliva che i prodotti vitivinicoli destinati alla esportazione verso i Paesi al di fuori della Comunità Europea, con dogana di uscita nazionale senza alcun transito in Paesi comunitari e ceduti da produttori titolari di deposito fiscale, avrebbero dovuto essere accompagnati dal documento denominato e-AD elettronico; invece, per i
piccoli produttori in deroga al deposito fiscale (in base all’Art. 37 del testo unico accise 504/95) i prodotti avrebbero dovuto essere accompagnati dal nuovo documento MVV utilizzato anche per le transazioni comunitarie. Tale determinazione è apparsa sin da subito più restrittiva delle disposizioni comunitarie scatenando alcune problematiche in sede di esportazione e autonomi pronunciamenti di senso diverso da taluni Uffici doganali periferici. Tutte le Organizzazioni della filiera vitivinicola, sin da luglio 2013, hanno provveduto con ben tre solleciti a chiedere chiarimenti e semplificazioni al Mipaaf ICQ e alle Dogane nazionali al fine di dirimere la situazione di incertezza. Le prime risposte sono state formalizzate in una prima Circolare del 13 marzo 2014 dell’ICQRF, la n° 441, che accoglie la tesi delle Organizzazioni e il parere
dell’Agenzia delle Dogane rettificando la Circolare del 26 luglio 2013 e stabilendo che in caso di esportazione extra Unione Europea di prodotti vitivinicoli, con uscita dogana nazionale, possono essere utilizzati sia i documenti e-Ad elettronici predisposti dai produttori con deposito fiscale e MVV per piccoli produttori che i documenti normalmente utilizzati ed autorizzati alla circolazione nazionale (DDT, ecc.., per prodotti imbottigliati, mod. IT ex doco, MVV autoprodotto e MVV prestampato per i prodotti vitivinicoli sfusi). Si fa notare pertanto che la semplificazione introdotta interessa sia i produttori titolari di deposito fiscale che i piccoli produttori, e consentirà di gestire le spedizioni di prodotti vitivinicoli destinati ad esportazione extra Unione Europea, con dogana in uscita nazionale, come una circolazione nazionale.
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Come gestire il vigneto Le problematiche alla ripresa vegetativa
Foto 1: Foro di sfarfallamento di bostrico adulto su tralcio
Foto 2: Tralcio completamente roso all’interno dai bostrichi
Foto 3: Larva di nottua nella tipica posizione acciambellata (40-50 mm di lunghezza)
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ne. A causa della presenza, sempre maggiore, di terreni abbandonati nelle nostre aree vitate, la diffusione di questo insetto sta diventando sempre più importante. Il sistema migliore per contenere la popolazione di questo insetto consiste proprio nella corretta eliminazione del legno di potatura; nel caso di infestazioni importanti si può effettuare la lotta agronomica disponendo in vigneto delle fascine esca in modo che le femmine dei bostrichi vadano a ovideporre , per poi distruggerle entro la metà di giugno riducendo molto la popolazione dell’insetto. Normalmente i danni subiti non giustificano mai un intervento chimico. A partire dal rigonfiamento delle gemme si possono verificare dei danni causati dalle nottue. Le larve di questi lepidotteri durante il giorno si trovano nel terreno in prossimità della pianta, nella tipica posizione acciambellata che si può vedere in figura. Durante la notte risalgono il ceppo della vite per nutrirsi, per poi tornare nel terreno prima dell’alba. Di norma questi insetti compiono due generazioni, entrambe dannose, una a cavallo tra il mese di marzo e aprile dove provocano danni alle gemme appena germogliate svuotandole completamente, l’altra in giugno colpisce i grappolini fiorali e le foglie dei germogli. Gli interventi, nel rispetto del Disciplinare di lotta integrata, sono giustificati solo nel caso di forti infestazioni e si possono esplicare nei seguenti casi: • Raccolta manuale delle larve dopo le ore 22 (metodo tradizionale ma chiaramente di difficile effettuazione). • Intervento con spollonatrice a flagelli sul terreno. • Posizionamento di barriere in film plastico a imbuto rovesciato attorno a ceppi, tutori e pali.
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Foto 4: Gemma svuotata da Nottua
• Trattamento chimico in prossimità del ceppo (al massimo un intervento all’anno in fase di germogliamento) con formulati, autorizzati per le nottue, a base di Deltametrina o BetaCiflutrin. Ad eccezione di areali specifici, dove il problema si ripresenta tutti gli anni, non è sempre giustificato l’intervento chimico. Lotta indiretta alla Flavescenza dorata: gestione degli incolti.
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causa delle condizioni meteorologiche particolarmente favorevoli è iniziato il germogliamento della vite già dalla seconda metà del mese di marzo per quanto riguarda le posizioni più soleggiate e le varietà precoci quali Nebbiolo, Malvasia Nera Lunga e Arneis. La fase fenologica è piuttosto precoce per l’epoca e tale periodo risulta essere particolarmente delicato, in quanto vi è ancora una certa possibilità di ritorni di freddo e i giovani germogli di vite sono particolarmente sensibili ad abbassamenti repentini di temperatura che provocano l’allessamento dei germogli o, nei casi più gravi, la loro necrosi. Ovviamente ci sono molti meno rischi di danni da ritorni di freddo su vitigni a germogliamento tardivo, quali ad esempio Freisa e Favorita. Oltre ai danni da agenti abiotici, in questo periodo si possono avere anche dei problemi a livello di insetti; in particolare in aree vitate prossime a boschi e gerbidi, durante la fase di legatura si possono riscontrare delle rotture alla base dei capi a frutto causate dai bostrichi (Sinoxylon perforans e Sinoxylon sexdentatum). Questi insetti all’inizio dell’autunno scavano delle gallerie alla base dei tralci per svernare, provocando un indebolimento della struttura del legno che si spezza molto facilmente. Si possono avere dei danni anche durante il periodo vendemmiale, in particolare per la varietà tardive, in quanto il tralcio, indebolito, può rompersi per il peso dell’uva. Le infestazioni di questo insetto possono risultare particolarmente gravi in vigneti dove non vengono correttamente gestiti i sarmenti di potatura, materiale preferito dalle femmine di questi coleotteri per l’ovideposizio-
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Nell’ottica di ridurre in partenza la popolazione di Scaphoideus titanus, vettore della Flavescenza dorata, è bene, dove possibile, effettuare una corretta gestione degli incolti confinanti con i vigneti; si può operare senza problemi di reinfestazioni poiché la schiusura delle uova è ancora lontana. A tale proposito è bene ricordare che questo insetto ovidepone esclusivamente su vite, non importa se domestica o selvatica, per cui vanno eliminate in particolare le viti selvatiche sviluppate sulle piante arboree che formano in alcuni casi vere e proprie liane in grado di “ospitare” anche migliaia di uova di Scaphoideus; la loro eliminazione è fondamentale per integrare gli interventi insetticidi che verranno eseguiti nei prossimi mesi. A questo proposito qui di seguito è riportato un vademecum a cura del Servizio Fitosanitario Regionale per il controllo della fitoplasmosi. INDICAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA FLAVESCENZA DORATA DELLA VITE A cura del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte 1. Monitorare in maggio-giugno la presenza delle forme giovanili di scafoideo, per individuare la data migliore per il primo trattamento insetticida obbligatorio. 2. Nel caso delle aziende biologiche è bene effettuare 2, meglio 3 trattamenti con piretro, intervenendo più precocemente rispetto alle aziende convenzionali (a partire da fine maggio-inizio giugno evitando di trattare in fioritura della vite). 3. Monitorare da inizio luglio a fine ottobre la presenza degli adulti di scafoideo con le trappole cromotattiche (che vanno messe in numero di tre e sostituite ogni 15 giorni) al centro ed al bordo del vigneto, per decidere la data migliore per il secondo trattamento insetticida obbligatorio ed eventuali trattamenti successivi; è particolarmente importante controllare le trappole dopo i trattamenti insetticidi per verificarne l’efficacia.
4. Trattare tempestivamente: basarsi sulle indicazioni del Settore Fitosanitario Regionale, dei tecnici o dei Progetti pilota presenti in zona eventualmente corrette dai risultati del monitoraggio aziendale. 5. Trattare correttamente, utilizzando le protezioni adeguate per l’operatore, con volumi di acqua sufficienti, nelle ore più fresche, acidificando la soluzione (il pH deve essere inferiore a 7), trattando tutti i filari e verificando la compatibilità dell’insetticida con eventuali altri prodotti fitosanitari distribuiti assieme. 6. Verificare le differenze tra catture al centro ed al bordo del vigneto e prevedere ripassi dell’insetticida sui bordi del vigneto se necessario. 7. Durante il periodo giugno-settembre, preferibilmente dopo i trattamenti insetticidi, eliminare la vegetazione con sintomi o capitozzare le piante senza attendere la vendemmia; in inverno estirpare le piante comprese le radici; non occorre bruciare i residui di potatura. 8. Verificare la presenza di vite selvatica nei dintorni del vigneto ed eliminarla prontamente, preferibilmente tra ottobre e maggio per evitare che gli scafoidei si trasferiscano in massa dall’incolto al vigneto vicino. ì9. Nella progettazione dei nuovi impianti, se possibile tenere conto delle differenze nella sensibilità varietale: alcuni vitigni sono molto sensibili ad FD. 10. Segnalare entro maggio al proprio Comune ed al Settore Fitosanitario Regionale la presenza di incolti appartenenti a proprietari che non sono disponibili a ripulire prontamente gli appezzamenti abbandonati (fax 011/4323710, mail virologia@regione. piemonte.it). 11. Nella progettazione dei nuovi impianti, considerare l’ambiente circostante: vi sono vigneti abbandonati nell’arco di 200 m? Vi sono incolti con vite selvatica? Evitare gli impianti in situazioni a rischio! 12. Evitare di rimpiazzare le viti estirpate nelle fasi epidemiche: fino al 10%
di fallanze non vi sono riduzioni di resa e non si incorre in anomalie dovute ai controlli delle strutture di controllo (Valoritalia, Camera di Commercio di Torino, Agroqualità) INDICAZIONI PER IL CONTROLLO DELLA FLAVESCENZA DORATA DELLA VITE A cura del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte Come eliminare la i ricacci di vite dopo un estirpo e la vite selvatica dagli incolti? 1) Quando si estirpa un vigneto si devono estirpare anche le radici (non basta fare un taglio raso della pianta). Se dopo l’estirpo delle radici compaiono dei ricacci cosa fare? - in primavera (entro maggio) e in autunno trattare i ricacci di vite selvatica con miscela di glifosate ad alta concentrazione (dal 4 all’8% di pc) allo scopo di frenare lo sviluppo della vite. - non fresare o tagliare i ricacci nel periodo giugno-ottobre ma subito prima o subito dopo. 2) Viti selvatiche negli incolti Entro metà maggio tagliare le viti selvatiche alla base (anche le viti selvatiche che si sviluppano su piante di alto fusto). La fascia di rispetto da vigneti confinanti deve essere 15 m. Dopo il taglio trattare la parte rimasta con diserbante: miscela di glifosate ad alta concentrazione (dal 4 all’8% di pc) allo scopo di frenare lo sviluppo della vite. Subito dopo la vendemmia ripetere il trattamento localizzato con diserbante sui ricacci di vite selvatica; in questo periodo la linfa va verso le radici e quindi il trattamento diserbante è più attivo. Dopo il primo anno occorre ripetere la pulizia dai ricacci di vite nei terreni in cui sono stati estirpati i vigneti e negli incolti. Non fresare o tagliare i ricacci nel periodo giugno-ottobre ma subito prima o subito dopo. La presenza dei ricacci di vite deve sempre essere tenuta sotto controllo.
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Sicurezza in ambienti confinati lità e i limiti esplosività (inferiori) delle sostanze presenti • sostanze pericolose, quando eccedono i limiti di esposizione e i dosaggi massimi permessi di esposizione per ogni lavoratore Identificati i pericoli presenti e stimati i rischi, prima di iniziare il lavoro occorre realizzare un sistema sicuro di lavoro comprendente: • addestramento del personale (almeno 16 ore di corso di formazione ed addestramento) • idonee procedure di soccorso Il primo livello di sicurezza è quello di applicare misure per ridurre il più possibile la necessità di entrare nello spazio confinato, ad esempio: • predisporre un perfetto isolamento dell’ambiente • verificare dall’esterno l’atmosfera interna • impiegare telecamere comandate a distanza • utilizzare attrezzature manovrabili a distanza Qualora la valutazione dei rischi evidenzi eccezionali vincoli in relazione alla configurazione dello spazio confinato andranno verificate: • idoneità dei lavoratori a tale ambiente (considerando fattori come la claustrofobia)
• idoneità dei lavoratori ad indossare eventualmente gli autorespiratori • note mediche sulla idoneità del lavoratore allo svolgimento di attività in ambienti confinati Negli spazi confinati possono verificarsi diverse situazioni pericolose, la cui causa è spesso riconducibile a: mancanza di ossigeno, incendio e esplosione, temperatura elevata, concentrazione elevata di polveri, presenza di gas, fumi o vapori tossici, residui che possono emettere gas, fumi o vapori tossici, collasso da calore, annegamento/soffocamento, claustrofobia, scarsa illuminazione, difficoltà e ritardo nel prestare soccorso. I rischi fisici normalmente presenti nel luogo di lavoro risultano spesso amplificati dalla permanenza nell’ambiente confinato. La Coldiretti si sta attivando per realizzare un corso di formazione obbligatorio per tutti gli operatori di ambienti confinati (sia quelli che entrano materialmente nel luogo confinato, sia quelli che assistono dall’esterno). Il corso, a numero chiuso (tenendo conto che andranno formati almeno 2 lavoratori per azienda) e della durata minima di 16 ore, si svolgerà quanto prima e comunque prima della prossima vendemmia. Per informazioni e iscrizioni telefonare in Coldiretti Asti al 0141-380426.
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n base al DPR n. 177/2011 per “spazio confinato” si intende un qualsiasi ambiente limitato, in cui il pericolo di morte o di infortunio grave è molto elevato, a causa della presenza di sostanze o condizioni di pericolo (ad esempio, carenza di ossigeno). Gli spazi confinati sono facilmente identificabili proprio per la presenza di aperture di dimensioni ridotte, nel caso dell’agricoltura: serbatoi, silos, sistemi di drenaggio, chiusi, sistema fognario, cisterne aperte, vasche da vino, tubazioni sotterranee, cantine con ventilazione insufficiente od assente. Durante tutte le fasi delle lavorazioni deve essere adottata ed efficacemente attuata una procedura di lavoro specificatamente diretta ad eliminare o, ove impossibile, ridurre al minimo i rischi propri delle attività in ambienti confinati, comprensiva della eventuale fase di soccorso e di coordinamento con il sistema di emergenza del Servizio sanitario nazionale e dei Vigili del Fuoco. In ogni spazio confinato, alcuni pericoli sono sempre da considerarsi e sempre presenti, almeno in fase di valutazione dei rischi: • livello di ossigeno, quando sotto il 19,5% o sopra il 23,5% • atmosfere esplosive, quando eccedono del 10% il campo di infiammabi-
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Prenotarsi per il corso obbligatorio di 16 ore
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Residui di potatura Il Collegato ambientale approda alla Camera
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pproda finalmente alla Camera dei Deputati il cosiddetto “Collegato ambientale” alla Legge di Stabilità (Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali), licenziato dal Consiglio dei Ministri il 15 novembre 2013 e che contiene disposizioni in materia ambientale, alcune delle quali di profondo interesse per il settore agricolo. Tra le principali novità si segnala, innanzitutto, l’articolo 29 che disciplina la fattispecie della combustione controllata dei residui di potatura sul luogo di produzione. Preso
atto del divario tra le previsioni normative e le usuali pratiche agricole locali e del contrasto interpretativo ed applicativo in materia, la norma prevede che i Comuni possano, con proprie ordinanze, individuare le aree e i periodi in cui è consentito effettuare la bruciatura dei residui vegetali, nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente in materia di inquinamento atmosferico e di salvaguardia della salute umana. La disposizione, fortemente sollecitata da Coldiretti e condivisa anche dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e dal Corpo forestale dello Stato, ha lo scopo di
risolvere l’annoso problema legato alla necessità di distinguere le usuali attività di gestione controllata in campo dei residui vegetali rispetto alle attività di smaltimento illecito di rifiuti abbandonati o depositati in modo incontrollato mediante bruciatura, che sono condotte penalmente sanzionabili. Il disegno di legge, presentato il 12 febbraio, ha iniziato l’iter Commissione lo scorso 18 marzo. Visto il contesto di riferimento e la complessità delle tematiche disciplinate, il provvedimento è destinato, prevedibilmente, ad essere integrato e modificato nel corso dei lavori parlamentari.
Piano Verde 2014 Nuove risorse per aziende singole e associate
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’Assessorato Regionale Agricoltura rende noto che “…continua anche nel 2014 l’azione del Piano verde, il programma regionale per la concessione di contributi negli interessi su prestiti per la conduzione che prese il via nel 2011. È stato predisposto il documento che prevede l’apertura di un bando dedicato alle cooperative agricole e alle altre forme associate composte da almeno 5 imprenditori
agricoli per la concessione di contributi negli interessi sui prestiti. Il bando è immediatamente operativo, rimarrà aperto fino alla scadenza del 31 dicembre 2014. Le risorse stanziate corrispondono ad una somma pari a 700 mila euro. Entro la fine del mese di marzo sarà inoltre predisposto uno stanziamento pari a 450 mila euro per il finanziamento dei prestiti di conduzione contratti da imprenditori sin-
goli e da altre forme associate composte da meno di 5 imprenditori agricoli. Il contributo regionale negli interessi sui prestiti per la conduzione aziendale è stabilito nell’1% per le imprese ubicate in zona di pianura o di collina e nell’1,5% per quelle ubicate in zona di montagna. Nel caso in cui almeno il 50% dell’importo del prestito sia assistito da garanzia prestata da Confidi esso è aumentato di 0,30 punti percentuali.”
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Diabrotica del mais Nuove regole in arrivo
Foto 1: Adulto di diabrotica
Foto 2: Larve di diabrotica
lenza sulla difesa integrata forniscano a tutti gli utilizzatori professionali di fitosanitari anche una consulenza specifica sul controllo della Diabrotica; istituire incentivi appropriati per incoraggiare gli utilizzatori professionali ad applicare gli orientamenti specifici per coltura o settore; garantire l’accesso di tutti gli utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari a una formazione sul controllo sostenibile della Diabrotica; promuovere lo sviluppo tecnologico degli strumenti atti al controllo sostenibile della Diabrotica e la ricerca in tale ambito.
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dovrebbe, pertanto, essere perseguito o favorito mediante le seguenti azioni: rotazione colturale, visto che gli studi scientifici hanno dimostrato essere la tecnica più efficace per rallentare la propagazione del parassita e per ridurne gli effetti; ricorso ad agenti di controllo biologici; adeguamento della data di semina del granturco per evitare che la germinazione coincida con la schiusa delle larve; pulitura delle macchine e attrezzature agricole e rimozione di piante spontanee di granturco nonché adozione di altre misure igieniche. Si dovrebbe preferire la rotazione colturale alla luce della sua elevata efficacia per il controllo della Diabrotica e dei suoi benefici a livello ambientale e agronomico a lungo termine. Tutte le misure dovrebbero essere accompagnate da un monitoraggio della presenza della Diabrotica al fine di individuare l’esigenza e la tempistica adeguata per l’adozione di misure di protezione. Secondo la raccomandazione comunitaria gli Stati membri dovrebbero: assicurare che gli utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari dispongano di informazioni e di strumenti per il monitoraggio della Diabrotica; garantire che i servizi di consu-
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Emergenza piralide del bosso. Occorre intervenire tempestivamente Il Settore Fitosanitario Regionale, rende noto che “La piralide del bosso, Cydalima perspectalis, lepidottero di origine cinese di recente diffusione in Europa, può arrecare danni molto gravi a questa specie arbustiva, tipica del giardino all’italiana. Lo svernamento avviene principalmente ad opera delle larve di terza età che vanno incontro a una forma di ibernamento per poi riprendere l’attività in aprile. Quest’anno, a causa di un inverno particolarmente mite, l’attività trofica di queste larve è partita con forte anticipo, dall’inizio della seconda decade di marzo. Siepi e piante che hanno subito i primi attacchi di questo lepidottero nel 2013, ma che non sono state sottoposte a interventi insetticidi, ospitano sicuramente larve che stanno già erodendo la vegetazione. In queste situazioni è pertanto necessario intervenire tempestivamente per eliminare gli stadi larvali presenti e limitare lo sviluppo delle successive generazioni di questa farfalla.”
Foto 1: Larva in sgusciamento
Foto 2: Larva di quinta età
Foto 3: Adulto
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a Commissione Europea ha deciso di revocare il riconoscimento della diabrotica del mais come organismo nocivo regolamentato con lo stato di quarantena. È già alla Conferenza Stati Regioni il provvedimento di modifica del DM 8 aprile 2009 che sarà approvato a breve. Come è noto la diabrotica è una specie di insetto, parassita del mais, che si è diffusa e stabilita in oltre la metà delle aree di coltivazione di tale coltura nell’Ue ed in Italia ha un’ampia diffusione. Le misure, adottate fino ad ora, intese a prevenire la propagazione della diabrotica nell’Unione si sono rivelate inefficaci. Sulla scorta di una valutazione d’impatto, inoltre, non è possibile perseguire l’obiettivo dell’eradicazione di questo parassita dal territorio dell’Unione, né prevenirne l’ulteriore propagazione nelle aree attualmente indenni da tale organismo nocivo. Con la raccomandazione della Commissione del 6 febbraio 2014 (in GU UE L38 del 7/2/2014) si invitano gli Stati membri a tener conto dei principi generali di difesa integrata di cui all’allegato III della direttiva 2009/128/CE relativa all’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, per il controllo della Diabrotica. Gli Stati membri dovrebbero garantire che gli orientamenti specifici per coltura o settore ai fini della difesa integrata contro la Diabrotica, elaborati dalle autorità pubbliche o dalle organizzazioni che rappresentano gli utilizzatori professionali e destinati ai produttori di mais e agli utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari, siano in linea con le norme sull’uso corretto di prodotti fitosanitari di cui all’articolo 55 del regolamento (CE) n. 1107/2009. Ai metodi chimici dovrebbero essere preferiti metodi biologici sostenibili, mezzi fisici e altri metodi non chimici, se consentono un adeguato controllo degli organismi nocivi. Il controllo della Diabrotica da parte degli utilizzatori professionali
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Compost di qualità come ammendante Molto utile per mantenere la fertilità dei terreni
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rasformare gli scarti organici in compost può essere uno dei modi per contribuire in modo significativo all’uso sostenibile delle risorse. L’impiego del compost come ammendante sui terreni, oltre a mantenere la fertilità, permette di ridurre l’impiego di risorse non rinnovabili utilizzate per produrre fertilizzanti chimici, riducendo allo stesso tempo la quantità di scarti organici da avviare alle operazioni di smaltimento. Come per tutti gli ammendanti l’impiego del compost ha la funzione di migliorare la qualità del suolo, consentendo di conservarne nel lungo periodo la fertilità, il suo stato strutturale, la capacità di assorbire e rilasciare acqua e di trattenere gli elementi nutrivi in forma facilmente assimilabile da parte della pianta, promuovendo tutte le attività biologiche del suolo. Per tali motivi, nell’ambito del nostro coinvolgimento nel progetto collettivo provinciale per l’uso
del compost in agricoltura, divulghiamo il seguente comunicato di GAIA SPA. “In occasione della concimazione primaverile GAIA va incontro agli agricoltori della provincia di Asti offrendo il compost a 3,5 euro alla tonnellata anziché 7 euro. L’ammendante si ritira sfuso (una tonnellata occupa un volume di circa 1,5 metri cubi) all’impianto di compostaggio a San Damiano d’Asti -loc. Borgata Martinetta, 100-. L’offerta è valida da martedì 15 aprile a giovedì 15 Maggio compresi. L’iniziativa è per far conoscere sempre più un prodotto già apprezzato dagli agricoltori. Il compost è ricco di sostanza organica e fornisce elementi nutritivi quali azoto, fosforo e potassio in misura uguale o maggiore del classico letame vaccino. Inoltre consente una migliore lavorabilità del terreno, maggior ritenzione idrica in suoli leggeri, maggior porosità e permeabilità in suoli argillosi e
difende dagli agenti patogeni la radice e il colletto delle piante. Il compost di GAIA è di qualità, ogni lotto è controllato e analizzato, viene rilasciato con apposita etichetta in cui sono indicate tutte le principali caratteristiche e il processo di gestione dell’impianto è certificato ISO9001, ISO14001 ed EMAS. L’ammendante è utilizzabile in presemina per colture da rinnovo (circa 25 tonnellate per ettaro), in foraggere avvicendate e orticole (20 t per ettaro), ma anche prima dell’aratura o dello scasso in frutteti da piantare (circa 30 t per ettaro)…. Per indicazioni su colture e situazioni particolari rivolgersi direttamente all’impianto di compostaggio (0141.977.408). Gli orari di apertura al pubblico dell’impianto di compostaggio per ritirare il compost sono: dal lunedì al venerdì dalle 6,00 alle 13; il Sabato dalle 6,00 alle 11,30. In caso di esigenze o carichi particolari telefonare prima in impianto (0141.977.408).”
Riforma del catasto numero 4 – 2014
Patto tra associazioni per un’equa attuazione
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n vista dell’emanazione dei decreti attuativi della riforma del Catasto, la Coldiretti a altre tredici organizzazioni rappresentanti le diverse realtà associative hanno deciso di costituirsi in commissione nazionale convenendo un piano d’azione per la raccolta dei dati inerenti valori e canoni del triennio 2011-2013 necessari alla messa a punto del
nuovo sistema. Come noto, la revisione del Catasto dei fabbricati porterà ad attribuire a ciascuna unità immobiliare un valore patrimoniale e una rendita. A tal fine si procederà a determinare il valore patrimoniale medio ordinario e la rendita media ordinaria delle unità immobiliari. In questo quadro, le organizzazioni di categoria
ritengono sia essenziale effettuare sin da subito, in modo coordinato e capillare, un accorto monitoraggio sui valori di compra-vendita e sui canoni di locazione delle unità immobiliari e a tal fine si attiveranno anche a livello territoriale per la raccolta di dati che potranno poi essere confrontati con i valori e i redditi (rendite) dell’Agenzia delle entrate.