Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 5 - Anno 2015 - Contiene I.P. - In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo
Anno
64° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI
numero
ASTI
COLDIRETTI
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27 aprile 2015
m m a r i o
Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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Rinnovato l’accordo Coldiretti - F.lli Saclà
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Dall’Albero della Vita i primati del Made in Italy
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Al via le riforme contro i reati alimentari
Terranostra e Campagna Amica fanno rete
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Varato il nuovo acconto per il credito 2015
Allegato a questo numero l’inserto “Speciale Pac 2014-2020”
Speciale Misura 111 Utilizzo del legno per l’affinamento dei vini; Vino: via libera ai registri informatici; Primi interventi colturali in vigneto; Lota obbligatoria alla flavescenza dorata; Frumenti di qualità; Maiscoltura più sostenibile.
Sommario
Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Periodico ufficiale Coldiretti Anno 64° numero 5 - 27 aprile 2015* Realizzazione grafica e stampa Riflesso – Artigrafiche M.A.R. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.092036 Abbonamento annuale: Euro 20,00 *Data di chiusura del giornale
argomenti in evidenza
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Denuncia dei redditi con i modelli 730/2015 Modalità di presentazione con il CAF Coldiretti
Adempimenti
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ntro il 7 luglio 2015 il Mod. 730/2015 presentato al Caf sarà inviato all’Agenzia Entrate in formato telematico. Il 730 è il modello per la dichiarazione dei redditi dedicato ai lavoratori dipendenti e pensionati. Il modello 730 presenta diversi vantaggi. Principalmente, il contribuente non deve eseguire calcoli e ottiene il rimborso dell’imposta direttamente nella busta paga o nella rata di pensione, a partire dal mese di luglio (per i pensionati a partire dal mese di agosto o di settembre); se, invece, deve versare delle imposte, queste vengono trattenute dalla retribuzione (a partire dal mese di luglio) o dalla pensione (a partire dal mese di agosto o settembre) direttamente nella busta paga. Da quest’anno l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione, in una specifica area del suo sito internet, il 730 già precompilato contente alcuni dati già nella disponibilità dell’Agenzia Entrate, a cui si accede utilizzando il codice Pin dei servizi telematici. Il CAF Coldiretti provvederà, dopo aver conseguito delega, a scaricare i dati messi a disposizione e confrontarli con il 730 elaborato. Possono utilizzare il modello 730 i contribuenti che nel 2014 hanno percepito: • redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente (per esempio contratti di lavoro a progetto) • redditi dei terreni e dei fabbricati • redditi di capitale
Pierluigi Musso Responsabile Area Fiscale Coldiretti Asti
• redditi di lavoro autonomo per i quali non è richiesta la partita Iva (per esempio prestazioni di lavoro autonomo non esercitate abitualmente) redditi diversi (come redditi di terreni e fabbricati situati all’estero) alcuni dei redditi assoggettabili a tassazione separata, indicati nella sezione II del quadro D. Possono presentare il modello 730, anche in assenza di un sostituto d’imposta tenuto a effettuare il conguaglio, i contribuen-
ti che nel 2014 hanno percepito redditi di lavoro dipendente, redditi di pensione e/o alcuni redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente e che nel 2015 non hanno un sostituto d’imposta che possa effettuare il conguaglio. Gli uffici di Coldiretti Asti, tramite la società di servizi Impresa Verde Asti Srl, società ausiliaria del CAF COLDIRETTI Srl, sono a disposi per fornire l’assistenza alla compilazione e all’invio del Mod. 730/2015.
ORARI UFFICI COLDIRETTI ASTI Validi dal 6 aprile al 12 luglio 2015 Mattino
Pomeriggio
Lunedì
8,30 – 12,30
14,00 – 18,30
Martedì
8,30 – 12,30
14,00 – 18,30
Mercoledì
8,30 – 12,30
14,00 – 18,30
Giovedì
8,30 – 12,30
14,00 – 18,30
Venerdì
8,30 – 12,30
14,00 – 18,30
Sabato
Chiuso
Chiuso
Quello strano “déblocage” dell’Asti spumante Cosa ha spinto la Regione a un via libera così rischioso? il parere di Coldiretti. Probabilmente a qualcuno serviva un parere unanime viste le condizioni di mercato in cui si trova la filiera. Adesso cosa succederà? È assai probabile che ad agosto ci troveremo un polmone di oltre 300.000 ettolitri di Asti Spumante, ovvero quasi la metà della produzione di un anno! Il mercato sarà nelle condizioni di assorbire tale stoccaggio? Ci auguriamo tutti di sì, ma indiscrezioni dicono come la situazione ai primi tre mesi dell’anno 2015 sia notevolmente peggiorata. In passato per le stesse dimensioni di stoccaggio si è dovuti ricorrere alla distillazione, ma adesso non sarà più possibile. Chi si assumerà la responsabilità di probabili ricadute negative sul mercato? Coloro che hanno dato parere favorevole, in alcuni casi inventando dichiarazioni mai fatte, o la politica rimasta a guardare consapevole del grave errore che si stava compiendo?
Nel prossimo futuro sarà ancora possibile utilizzare lo strumento del blocage/déblocage se poi viene messo in pratica in questo modo? Il tempo ci dimostrerà gli effetti di tale scelta. Ma fin da adesso invitiamo tutta la filiera a riflettere seriamente sul futuro e a cercare come eventualmente rimediare, se mai sarà possibile.
Editoriale
l Consorzio di tutela dell’Asti ha chiesto e, purtroppo, almeno secondo noi, ottenuto lo sblocco della totalità della riserva vendemmiale 2014. Presentando la richiesta ha dovuto allegare i dati delle vendite che delineano un calo consistente. Malgrado questo, la Regione Piemonte ha inteso concedere lo sblocco. Come da prassi, l’Ente regionale, prima di firmare tale importante determina ha verificato il parere delle Organizzazioni professionali. Come Coldiretti, sia in forma verbale che scritta, così come fortemente richiesto dai nostri associati, abbiamo manifestato il nostro pieno dissenso. Tra coloro interpellati dalla Regione durante la consultazione, vi sono stati soggetti che non fanno parte della commissione paritetica. Probabilmente, conoscendo il loro posizionamento, a qualcuno serviva rafforzare il fronte del “SI”. Non contenti di ciò, si è ripetutamente (ben due volte) strumentalizzato
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*direttore Coldiretti Asti
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di Antonio Ciotta*
Rinnovato l’accordo Coldiretti - F.lli Saclà Gli orticoltori attivano nuovi conferimenti alla cooperativa Orto Piemonte
Filiera
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stato sottoscritto il 24 aprile, il nuovo accordo di filiera per le produzioni orticole piemontesi, promosso da Coldiretti e la F.lli Saclà Spa. Anche quest’anno gli orticoltori associati a Coldiretti conferiranno alla prestigiosa industria conserviera astigiana almeno 9 mila quintali di ortaggi prodotti in Piemonte. L’accordo di fornitura, siglato con la sottoscrizione del contratto fra la F.lli Saclà e la cooperativa Orto Piemonte, è stato raggiunto in tempi brevi e con un’intesa ormai consolidata da un rapporto giunto al quarto anno consecutivo. “Non possiamo che essere molto soddisfatti – ha commentato il presidente Coldiretti Asti, Roberto Cabiale – per questa ulteriore conferma da parte della F.lli Saclà. I numeri dell’intesa sono considerevoli e si è ormai a regime rispetto agli impegni dell’accordo definito su base quinquennale. Sono praticamente invariate le referenze e alcuni prezzi sono stati ritoccati verso l’alto, nonostante il momento congiunturale sicuramente difficoltoso per tutti” Le forniture alla Saclà degli orticoltori Coldiretti delle province di Asti, Alessandria, Torino e
L’Accordo siglato nel 2011 fra Coldiretti il Cavaliere del Lavoro Lorenzo Ercole della Saclà
Cuneo, prevedono carote, cavolfiori, cipolle rosse e bionde, peperoni, rape, scalogno e sedani bianchi e verdi. Grazie alla capillare assistenza tecnica Coldiretti erogata alle imprese associate, che fornisce le massime garanzie qualitative dei prodotti, nei centri di lavorazione, presso la cooperativa agricola “Orto Piemonte”, saranno raccolti e semilavorati
900 tonnellate sono gli ortaggi semilavorati che nell’anno 2015 l’importante azienda conserviera astigiana ritirerà dagli agricoltori delle province di Asti, Alessandria, Cuneo e Torino gli ortaggi per poi conferirli alla Saclà. Naturalmente ai produttori saranno garantiti prezzi adeguati e soprattutto la certezza
AGRI AUTO Pratiche di Immatricolazione e Volture Prenotazione revisioni per autoveicoli e ciclomotori Per informazioni rivolgersi agli uffici Coldiretti AGRI AUTO SRL C.so F. Cavallotti 41 - 14100 ASTI - Tel. 0141.380.417
PRODOTTO
TIPO DI LAVORAZIONE
Cavolfiori sfiocchettati
Sfiocchettati in fusti in salamoia
Carote asciutte
Scollettate asciutte in sacchi jumbo
Cipolle bionde pelate
Pelate messe in fusti in liquido di governo
Cipolle rosse pelate
Pelate messe in fusti in liquido di governo
Peperoni detorsolati
Detorsolati messi in fusti in salamoia
Sedani bianchi e verdi
Tagliati e messi in fusti in salamoia
Scalogno
Pelati messi in liquido di governo
Sedano rapa
Pelati messi in fusti in salamoia
Rape
Pelate messe in fusti in salamoia
vato impegno verso il territorio e il Made in Italy. Al contrario di quanto a volte accade in altre realtà, un’azienda che produ-
ce, come la F.lli Saclà, ha capito l’importante valore aggiunto offerto dal territorio e dai produttori locali”.
Filiera
LE REFERENZE E IL TIPO DI LAVORAZIONE PREVISTE DALL’ACCORDO “ORTO PIEMONTE” E “F.LLI SACLA’ SPA”
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della collocazione del prodotto senza particolari problemi. Da parte sua anche la F.lli Saclà avrà le massime garanzie qualitative, la costanza delle forniture e, soprattutto, il forte valore aggiunto del territorio piemontese. “Siamo veramente soddisfatti – conferma il presidente della cooperativa associata a UeCoop “Orto Piemonte”, Renzo Allegretti – sia per i prezzi spuntati con l’azienda agroalimentare, sia per i notevoli quantitativi delle forniture. Significa anche che abbiamo lavorato bene durante le precedenti campagne, siamo riusciti a mettere a regime le coltivazioni e ad organizzare al meglio il sistema di lavorazione del prodotto”. “Un ringraziamento particolare – sottolinea Roberto Cabiale – va all’amministratore delegato della F.lli Saclà Spa, il Cavaliere del Lavoro Lorenzo Ercole, e con lui a tutto il management dell’azienda, per il rinno-
Al via la riforma contro i reati alimentari Presieduta da Caselli, istituita una Commissione presso il Ministero della Giustizia
Attualità
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el mercato globale crescono i rischi derivanti da attività di produzione e distribuzione di cibi adulterati e dalle frodi con conseguenze pesanti per la salute e per l’economia. Il business delle agromafie in un anno è un aumento del 10 per cento, raggiungendo la stratosferica cifra di 15,4 miliardi di euro nel 2014. Occorre sottolineare dunque con favore – ha affermato il presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo - l’istituzione avvenuta il 21 aprile della Commissione di studio per l’elaborazione di proposte di intervento sulla riforma dei reati in materia agroalimentare presso l’Ufficio legislativo del Ministero della Giustizia, su proposta del Guardasigilli Andrea Orlando. Alla guida del nuovo organo ci sarà l’ex procuratore di Torino Giancarlo Caselli, attualmente presidente del Comitato Scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso dalla Coldiretti. “Anche grazie alla disponibilità di nuove tecnologie, la contraffazione e la frode nell’alimentare sono diventate un vero e proprio affare criminale che deve essere perseguito con un sistema punitivo più adeguato”, ha affermato il presidente della Moncalvo sottolineando: ”non si deve pensare solo ad un inasprimento delle pene previste, ma all’articolazione di modelli di sanzioni in grado di colpire i patrimoni economici, ad esempio, attraverso la confisca, così come sperimentato
I dati parlano chiaro: il business delle agromafie è aumentato del 10 per cento in un anno e ha raggiunto i 15,4 miliardi di Euro nel 2014. Una problematica che coinvolge i nostri territori, a cominciare dalle produzioni vinicole per finire a quelle lattiero casearie.
Giancarlo Caselli, presidente del Comitato Scientifico dell’Osservatorio sulla Criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.
per il contrasto alla criminalità organizzata”. Garantire trasparenza negli scambi commerciali e dare una risposta certa a condotte criminali costituisce, del resto la risposta fondamentale che lo Stato può dare per supportare la crescita e la competitività del vero Made in Italy oltre che per rimuovere i rischi per la salute. Anche in questo settore l’Italia può fare da battistrada in Europa per colpire in modo esemplare gli scandali che si ripetono nel tempo, dai polli alla diossina alla carne di cavallo spacciata come manzo, che possano far crollare la fiducia del pubblico dei consumatori e bloccare il regolare funzionamento del commercio. Della neocostituita Commissione faranno parte: Alessandro Berardi, professore ordinario di diritto penale dell’Università di Ferrara; Alberto Gargani, pro-
fessore ordinario di diritto penale dell’Università di Pisa; Pierluigi Di Stefano, Consigliere della Corte di Cassazione; Massimo Donini, professore ordinario di diritto penale dell’Università di Modena; Raffaele Guariniello, sostituto procuratore presso il Tribunale di Torino; Stefano Masini, membro dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare; Aldo Natalini, sostituto procuratore presso il Tribunale di Siena; Vincenzo Pacileo, sostituto procuratore presso il Tribunale di Torino; Cesare Patrone, Capo del Corpo Forestale dello Stato; Cosimo Piccinno, Comandante dei Carabinieri per la Tutela della Salute; Vincenzo Paticchio, comandante del Comando dei Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente; Mario Monopoli, funzionario del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.
Assicurazioni agevolate: proroga al 31 maggio to della compromissione della qualità. C’è poi la possibilità di combinare le avversità in quattro modi: a) polizze che coprono l’insieme delle avversità: avversità catastrofali + avversità di frequenza + avversità accessorie; b) polizze che coprono le seguenti avversità: avversità catastrofali e almeno una avversità di frequenza; c) polizze che coprono almeno 3 delle avversità di frequenza + eventualmente una o entrambe le avversità accessorie a cui può essere aggiunto anche il rischio gelo - brina; d) polizze che coprono l’insieme delle avversità catastrofali e avversità accessorie, sono facoltative e sono obbligatoriamente ricomprese solo nella
prima combinazione. Da sottolineare che per poter accedere ai risarcimenti occorre che il 30% del comune sia stato interessato dall’avversità. La nuova scadenza del 31 maggio ricomprende dunque la possibilità di assicurare le seguenti colture: • A ciclo autunno primaverile; • Permanenti: uva da vino, fruttiferi; • Aciclo primaverile. Per informazioni si possono contattare gli uffici Coldiretti, telefono 0141.380.438.
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Prestiti di conduzione
Fino al 29/5 i finanziamenti del “Piano Verde”
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ono aperti i bandi per accedere ai prestiti di conduzione per l’anno 2015, il Programma regionale denominato “Piano Verde”. Le piccole e medie imprese agricole, imprenditori agricoli singoli e associati fino a un massimo di 5 soci possono presentare domanda alla Regione Piemonte dal 23 aprile e fino al prossimo 29 maggio. IMPORTO DI FINANZIAMENTO CONCESSO Da un minimo di 5.000 € a un massimo di 80.000 €, calcolato su parametri economici prefissati per ciascuna produzione in base alla consistenza del fa-
scicolo aziendale. INTENSITÀ DELL’AIUTO Il contributo per l’abbattimento degli interessi applicati dagli Istituti di credito è nella misura del: • 1 % in pianura e collina; • 1.50 % in montagna. Gli importi dei contributi sono aumentati dello 0,30 % in caso di garanzia Confidi. Se le richieste eccedessero le disponibilità dei fondi stanziati, saranno applicate le priorità previste. Per informazioni e per predisporre le pratiche si possono contattare gli uffici Coldiretti 0141.380.400.
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l Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha consentito di posticipare la scadenza per stipulare le polizze assicurative agevolate sulle colture autunno primaverili e sulle colture permanenti. Sarà possibile fare domanda fino al fino al 31 maggio, con una proroga quindi rispetto alla scadenza di ieri del 20 aprile come stabilito dal piano assicurativo. L’obiettivo é consentire il regolare svolgimento della campagna assicurativa agricola, in considerazione dell’importanza che la gestione dei rischi avrà anche nella nuova programmazione Comunitaria e per una concreta tutela del reddito degli agricoltori attraverso tali strumenti. Con il nuovo termine si risponde anche alle difficoltà segnalate in fase di avvio della campagna. La cosiddetta “Polizza Antigrandine” per le avversità un tempo riconosciute dal “Fondo di Solidarietà”, da quest’anno sono state riclassificate in tre categorie: Catastrofali, Frequenza, Accessorie. Nelle “Catastrofali” sono ora ricomprese alluvioni, gelo/brina e siccità; nella “Frequenza” vengono considerate la grandine, l’eccesso di neve e di pioggia, il vento forte; nelle “Accessorie” il colpo di sole, il vento caldo e gli sbalzi termici. Un’altra novità di quest’anno è l’abolizione della distinzione tra polizze pluririschio e multirischio, prevedendo unicamente polizze con la quantificazione del danno data dalla differenza tra resa effettiva e resa assicurata, tenendo con-
Scadenze
Posticipati i termini per stipulare le polizze alle imprese agricole
Terranostra e Campagna Amica fanno rete Buone prospettive all’Assemblea provinciale delle aziende agrituristiche
Agriturismo
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Continueremo a lavorare affinché le nostre aziende agrituristiche possano dare il loro contributo in un’ottica di valorizzazione del prodotto agricolo locale, in collaborazione con le aziende aderenti a “Campagna Amica” per garantire un’accoglienza di qualità, attenta alle esigenze del cliente, nel rispetto del paesaggio e dell’ambiente”, riassume così l’importante giornata del 20 aprile, Giovanna Soligo, da due anni presidente dell’associazione provinciale “Terranostra”. In una sala gremita da operatori agrituristici, l’assemblea Terranostra, l’associazione delle aziende agrituristiche di Coldiretti Asti, in effetti, ha affrontato argomenti di grande spessore: dalla nuova legge regionale sugli agriturismi, alla rete di Campagna Amica, dalla raccolta dei tappi di sughero per cascina “Graziella” alla questione degli allergeni. L’assemblea si è aperta alla presenza del Notaio per la delibera di alcune modifiche statutarie, che prevedono, in breve, un estensione del mandato degli organi sociali da quattro a cinque anni e la possibilità di inviare le convocazioni tramite diversi strumenti di comunicazione. Il segretario provinciale Terranostra, Luigi Franco, ha poi presentato alla platea le novità introdotte dalla nuova Legge Regionale (L. R. 23 febbraio 2015, n. 2) recante disposizioni sugli agriturismi ed ha commentato: “Oggi è necessario sempre più fare rete per promuovere e valorizzare i prodotti agricoli tipici; per questo il circuito Campagna Amica diventa un’importante risorsa da cui attingere, sfruttando il vantaggio della prossimità fra le aziende agricole pron-
Parola d’ordine: sfruttare al meglio le potenzialità della sinergia fra Terranostra e circuito di Campagna Amica In alto: la sala gremita per l’Assemblea provinciale di Terranostra, tenutasi il 20 aprile nella sede di Coldiretti in corso Felice Cavallotti ad Asti.
te ad offrire una gamma completa e diversificata di prodotti. Così nascono sinergie sul territorio, si rafforzano i rapporti di fiducia e si possono avere ricadute positive sui servizi offerti ai clienti”. Tra le modifiche introdotte dalla nuova legge, quella della cosiddetta prevalenza, con il prodotto derivante dall’azienda agricola che dovrà rappresentare almeno il 25% del costo totale; una quota almeno pari al 60% del prodotto dovrà derivare da aziende agricole site nel territorio piemontese, meglio se tramite accordi di filiera. In deroga è consentito l’approvvigionamento di ingredienti complementari non ottenibili in Piemonte, purchè l’80% del prodotto rimanga di origine agricola piemontese. Vige inoltre l’obbligo di indicare l’origine e la provenienza di tutti i prodotti utilizzati nella preparazione dei pasti.
Altra novità, l’Ospitalità rurale familiare, incompatibile però con altre forme di attività agrituristica, permette al solo Imprenditore Agricolo Professionale di mettere a disposizione una parte abitativa del fabbricato rurale per la ricettività e somministrazione di pasti fino a un massimo di 10 persone al giorno. L’Assemblea è stata un’ottima opportunità di confronto tra le numerose aziende presenti, oltre che una possibilità di conoscersi ed iniziare nuove collaborazioni. Un ulteriore e costruttivo passo verso il “saper fare rete” per lo sviluppo del territorio. In definitiva un buon viatico nell’anno dell’Expo, destinato a far segnare il record assoluto di presenze straniere in Italia. E forse non a caso, proprio l’attività agrituristica riassume bene tutti i temi dell’esposizione universale di Milano, dal cibo, all’ambiente, ai corretti stili di vita.
Vogliamo sapere la provenienza dei cibi scia spazio ad equivoci ed impegna le Istituzioni a introdurla dove ancora manca, dai formaggi ai salumi, dalle conserve ai succhi di frutta fino al latte a lunga conservazione”, ha affermato il Presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo. Non è un caso che secondo la consultazione pubblica on line del Ministero l’89 % dei consumatori ritiene che la mancanza di etichettatura di origine possa essere ingannevole per i prodotti lattiero caseari, l’87% per le carni trasformate, l’83 % per la frutta e verdura trasformata, l’81% per la pasta e il 78% per il latte a lunga conservazione. Tutte maggioranze assolute, che non lasciano spazio a dubbi interpretativi, anche sull’indicazione del luogo di
trasformazione in etichetta, fondamentale per l’84% dei consumatori. Nel momento dell’acquisto per 8 persone su 10 è decisivo che il prodotto sia fatto con materie prime italiane e sia trasformato in Italia, a seguire il 54% controlla che sia tipico, il 45% verifica la presenza del marchio Dop e Igp, mentre per 3 su 10 conta che il prodotto sia biologico.
Lei sarebbe disposto a spendere di più per avere la certezza dell’origine e provenienza ITALIANA del prodotto che acquista? Se si, quanto sarebbe disposto a spendere in più? fino al 5% in più 8032 30,26% da 5 al 20% in più 10706 40,33% oltre il 20% 3189 12,01% disposto (totale) 21927 82,60% non disposto 4617 17,39% NON RISPOSTE 3 0,01% TOTALE 26547
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Una delle domande più significative della consultazione pubblica on-line promossa dal Ministero delle Politiche Agricole
L’ETICHETTA DI PROVENIENZA NELLA SPESA DEGLI ITALIANI
Cibi con l’indicazione di provenienza Carne di pollo e derivati Carne bovina Frutta e verdura fresche Uova Miele Passata di pomodoro Latte fresco Pesce Extravergine di oliva Carne di maiale e di agnello Fonte: Elaborazioni Coldiretti
E quelli senza Pasta salumi Carne di coniglio Frutta e verdura trasformata Derivati del pomodoro diversi da passata Formaggi Derivati dei cereali (pane, pasta) Carne di cavallo Latte a lunga conservazione Concentrato di pomodoro e sughi pronti
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’esigenza di trovare in etichetta la provenienza di tutti i prodotti alimentari, è diventata una prerogativa nazionale. A certificarlo è il sondaggio on-line disposto dal Ministero delle Politiche Agricole. L’82 per cento degli italiani è infatti disposto a spendere di più per avere la certezza dell’origine e provenienza italiana del prodotto alimentare che acquista. Il 40 per cento di chi ha risposto positivamente al sondaggio è disponibile a pagare dal 5 al 20% in più e il 12% anche oltre il 20% del prezzo di un prodotto senza la certezza della provenienza. Dunque anche in una situazione di difficoltà economica bisogna portare sul mercato il valore della trasparenza a vantaggio dei consumatori e dei produttori agricoli, puntando decisamente e senza indugi sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari. L’indagine condotta sul sito internet del Mipaaf, ha coinvolto 26.547 partecipanti nel periodo fra novembre 2014 a marzo 2015. La rilevazione statistica è stata condotta anche in riferimento al regolamento comunitario N. 1169 del 2011, entrato in vigore il 13 dicembre del 2014, che consente ai singoli Stati Membri di introdurre norme nazionali in materia di etichettatura obbligatoria di origine geografica degli alimenti qualora i cittadini esprimano in una consultazione parere favorevole in merito alla rilevanza delle dicitura di origine ai fini di una scelta di acquisto informata e consapevole. “Con il 96,5% dei consumatori che ritiene necessario che l’origine debba essere scritta in modo chiaro e leggibile nell’etichetta il risultato in Italia non la-
Etichettatura
L’82% degli italiani è disposta a pagare di più il prodotto Made in Italy
Per l’Expo ci si aspetta l’Igp per la Piemontese L’iter per garantire la pregiata razza è in via di definizione
Esposizione Universale
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’appuntamento dell’Expo deve essere l’occasione per concludere al più presto il percorso per ottenere il riconoscimento I.G.P. (Indicazione di Origine Protetta) per la carne di Vitellone Piemontese della coscia. L’iter di approvazione è partito già nel 2009 quando, con il parere favorevole della Regione Piemonte, il Consorzio di Tutela e Valorizzazione della razza Piemontese ha presentato la richiesta al Ministero delle Politiche Agricole. Per agevolarne il riconoscimento, il Presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo, e l’interna giunta Confederale ne hanno parlato approfonditamente nell’“Expo Tour” che ha fatto tappa la scorsa settimana in Piemonte. Nell’occasione a Torino è anche stato organizzato il “Vitellone Day” per sostenere la tutela comunitaria della più importante razza bovina da carne italiana per consistenza numerica. Non è solo quindi una necessità per difendere la vera “battuta al coltello” ma anche per tutelare un patrimonio unico del Made in Italy dal punto di vista della biodiversità, dell’ambiente e dell’economia. La razza bovina piemontese conta oltre 350 mila capi con 6 mila aziende impegnate nell’allevamento, sia tradizionale sia legato al pascolamento in alpeggio. Annualmente sono impiegati oltre 15 mila addetti per un fatturato di oltre 500 milioni di Euro, per il solo allevamento, e che raggiunge il miliardo e 30 milioni di Euro per l’intera filiera, comprendente la logistica, il trasporto, la mangimistica, la
macellazione e il sezionamento. “Occorre superare i cavilli burocratici per dare la possibilità agli allevatori di Piemontese di beneficiare dell’effetto traino che l’Expo avrà sul Made in Italy alimentare” ha affermato il Presidente Moncalvo, ricordando la storia centenaria dell’allevamento della Piemontese “la cui presenza è stata rilevata per la prima volta nel 1886 nel comune di Guarene, in provincia di Cuneo”. “Si tratta di un comparto determinante per la realtà regionale” ha evidenziato Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte nell’auspicare che “con il riconoscimento “la carne di Vitellone Piemontese della coscia, dal cui latte già si producono i formaggi D.O.P. Raschera e Castelmagno, pos-
sa diventare “l’ospite d’onore al salone espositivo internazionale che sta per aprirsi a Milano”. A sostegno dell’iniziativa, il 17 aprile scorso a Torino in piazza Bodoni, è anche stato realizzato un mercato speciale di Campagna Amica con formaggi, yogurt, salumi, miele, vino, olio, frutta, verdura, riso, piante ed anche agridetergenti: tanti i prodotti che hanno dato colore e profumo alla piazza dove la degustazione della Piemontese è stata allietata dalle note provenienti dal vicino conservatorio. Un tripudio di profumi e colori grazie all’esposizione di diversi prodotti che rappresentano le eccellenze del Piemonte, della Valle d’Aosta e della Liguria.
In arrivo 8 milioni di stranieri
Un terzo del budget (216 € pari al 32%) stanziato dai visitatori sarà utilizzato per acquistare prodotti alimentari e per i pasti. La prossima settimana l’Expo Tour Coldiretti, con il presidente nazionale, Roberto Moncalvo, farà tappa in Piemonte. zione dei prodotti locali avviate lungo tutta la penisola, con percorsi enogastronomici, città del gusto, mercati degli agricoltori di Campagna Amica, feste e sagre di ogni tipo. “L’Expo avrà veramente successo solo se sapremo creare le condizioni per prolungare il soggiorno dei visitatori stranieri al di fuori della area espositiva di Milano con nuove attrazioni lungo tutta la Penisola nelle città e nelle campagne”, ha affermato il Presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo, sottolineando come “l’Italia possa contare su un sistema di quasi ventunmila agriturismi, quasi diecimila fattorie e mercati degli agricoltori dove poter acquistare prodotti genuini direttamente dal produttore, ma anche su iniziative ad hoc per lasciare della permanenza in Italia un ricordo indimenticabile”. A
tale scopo, la prossima settimana, proprio il presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo, e tutta la giunta esecutiva con i vertici dirigenziali nazionali, saranno in Piemonte per preparare al meglio e da protagonisti la grande esposizione universale di Milano Expo 2015. Si tratta della tappa regionale del tour di consultazioni in atto su tutto il territorio nazionale. È previsto un incontro anche con i dirigenti di Coldiretti Asti, ovviamente unitamente agli altri delle federazioni subalpine. Sarà un giro sui territori di Langhe-Roero e Monferrato che sicuramente farà crescere le aspettative in riferimento all’esposizione di Milano dove Coldiretti ha investito molto. “D’altra parte – sottolinea Antonio Ciotta, direttore Coldiretti Asti - un Expo che mette al centro il cibo, non solo non è mai stato realizzato, ma è la testimonianza dell’importanza strategica che la nostra nazione vuole dare al settore primario, all’agroalimentare, all’ambiente e a tutti gli aspetti che quotidianamente toccano chi lavora e vive di agricoltura. Expo 2015 sarà molto di più di un’occasione di promozione e valorizzazione delle produzioni, sarà un evento che dovrà orientare l’intero continente verso i metodi produttivi sostenibili”.
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LE SPESE DEI TURISTI STRANIERI IN ITALIA PER L’EXPO Voce di spesa Pasti consumati in ristoranti, trattorie e pizzerie
Milioni di euro 1000
% 18
Acquisti alimentari in supermercati e negozi di 750 prodotti tipici locali
14
Alloggio e trasporti
1350
25
Abiti, calzature e altri oggetti di manifattura
1300
24
Attività culturali, ricreative e di intrattenimento
900
17
Altro
100
2
Totale
5400
100
Fonte: Elaborazioni Coldiretti
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uest’anno, grazie all’Expo, arriveranno in Italia 8 milioni di stranieri in più. Genereranno una spesa aggiuntiva stimata in 5,4 miliardi di Euro. È quanto emerge dalla prima analisi Coldiretti sull’impatto economico dell’arrivo dei turisti stranieri per l’Esposizione Universale di Milano. E sarà in particolare l’agroalimentare Made in Italy ad affermarsi come il vero motore della presenza dei turisti stranieri in Italia per l’Expo. Questo perchè la kermesse si tradurrà in occasioni per mangiare fuori e per l’acquisto di souvenir del gusto. La spesa media per ogni arrivo è stimata in 675 euro ed sarà destinata per un terzo (32 per cento) all’acquisto di prodotti alimentari o ai pasti consumati in ristoranti, trattorie o pizzerie. Nel dettaglio il 18 per cento delle spese sostenute da turisti stranieri nel corso del soggiorno sarà riconducibile ai pasti per un totale di oltre un miliardo di euro ai quali vanno aggiunti 750 milioni di euro riconducibili all’agroalimentare per acquisti in supermercati e negozi di prodotti tipici locali che pesano per il 14 per cento. Tra le altre voci di spesa significative ci sono quelle per l’alloggio e i trasporti che assorbiranno il 25 per cento del budget disponibile per un totale stimato in 1,35 miliardi, anche per effetto dei rincari che si sono verificati attorno all’area espositiva. Seguiranno poi le spese da affrontare per l’acquisto di abiti, calzature ed altri oggetti di manifattura per un importo di oltre 1,3 miliardi, pari al 24 per cento. Più contenute saranno le spese per attività culturali, ricreative e di intrattenimento svolte durante il soggiorno in Italia per una cifra che supererà i 900 milioni (17 per cento). L’acquisto di prodotti tipici come ricordo della permanenza in Italia per l’Expo sarà favorita dalle molteplici occasioni di valorizza-
Esposizione Universale
Ognuno spenderà mediamente 675€ per un totale di 5,4 miliardi
Dall’Albero della Vita i primati del Made in Italy Promosso da Coldiretti, come la Tour Eiffel rimarrà il simbolo dell’Expo
Esposizione Universale
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Come la Tour Eiffel è rimasta a simbolo dell’esposizione universale di Parigi del 1889 dedicata al centenario della Rivoluzione francese così l’Albero della Vita resterà il simbolo di una nuova era del cibo, della produzione e dell’ambiente per l’intero pianeta – spiega Ettore Prandini, vice presidente nazionale e presidente di Coldiretti Lombardia – con questa opera abbiamo voluto raccontare e rappresentare la bellezza e la varietà dell’agricoltura italiana, un settore che in questi anni di crisi è riuscito a sostenere l’economia del nostro Paese e lo strategico fronte delle esportazioni. Basti pensare ai risultati del vino o dei grandi formaggi o con i nostri migliori extravergini d’oliva”. Dall’albero della vita nascono i primati del Made in Italy alimentare che può contare dal maggior numero di certificazioni a livello comunitario alla leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, ma anche il primato nella creazione di valore aggiunto per ettaro e quello nella sicurezza alimentare mondiale con la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma, senza dimenticare il fatto che l’agricoltura italiana è tra le più sostenibili dal punto di vista ambientale per la ridotta emissione di gas ad effetto serra. Un’Italia, quella che Coldiretti schiera a Expo, fatta da oltre un milione e mezzo di agricoltori che ogni giorno producono il meglio del Made in Italy e che sono le radici, il tronco e i rami dell’Albero della Vita, l’icona dell’Esposizione universale che
debutta il primo maggio prossimo. La presenza di Coldiretti a Expo Milano 2015 ha l’obiettivo di raccontare il legame tra l’agricoltore e la società, la bellezza della terra e dei territori e la distintività dei prodotti in un Paese che ha 269 Dop, 4813 specialità regionali e 332 vini di alta qualità. Un Paese che ha il primato europeo di imprese biologiche, quasi cinquantamila e una presenza di residui chimici nei cibi di appena lo 0,6%, dieci volte inferiore alla media dei Paesi extracomunitari e meno della metà della UE. L’Albero della Vita è un patrimonio agroalimentare così apprezzato nel mondo da generare anche un mercato parallelo di copie, falsi e surrogati che ogni anno supera 60 miliardi di euro e che sfrutta loghi, immagini e nomi che richiamano l’Italia,
i suoi territori e le sue produzioni. “Quello che vogliamo raccontare – afferma Prandini – è il cibo vero, il lavoro e l’agroalimentare di questo Paese: l’Albero della Vita rappresenta tutto questo”. Un simbolo di Expo che vede Coldiretti affiancata dal Fata Assicurazioni Gruppo Società Cattolica Assicurazioni, Aia - Associazione Italiana Allevatori, Anbi - Associazione Nazionale delle Bonifiche delle irrigazioni e dei miglioramenti fondiari, Asnacodi – Associazione Nazionale Condifesa, Consorzio per la tutela del Formaggio Grana Padano, Olio Dante, Cai - Consorzi Agrari d’Italia, Consorzio Casalasco del Pomodoro, Unaprol - Consorzio olivicolo Italiano, Unaproa - Unione Nazionale tra le Organizzazioni di Produttori Ortofrutticoli, Agrumari e di Frutta in Guscio.
26 milioni di pasti per 50 mila tonnellate di cibo
Per mangiare all’interno dell’area espositiva un giro di affari da 320 mln di euro
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Roberto Moncalvo, presidente nazionale Coldiretti
tori delle diverse regioni a portare i piatti della tradizione contadina nostrana e non mancheranno giornate a tema. Una anticipazione di quello che i visitatori potranno trovare nelle campagne italiane fuori dall’area espositiva dove saranno guidati da una tecnologia esclusiva varata per l’occasione. “L’ Expo avrà veramente successo solo se sapremo creare le condizioni per prolungare il soggiorno dei visitatori stranieri al di fuori della area espositiva di Milano con nuove attrazioni lungo tutta la Penisola nelle città e nelle campagne”, ha affermato il Presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l’Italia puo’ contare su un sistema di quasi ventunmila agriturismi, quasi diecimila fattorie e mercati degli agricoltori dove poter acquistare prodotti genuini direttamente dal produttore, ma anche su iniziative ad
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hoc per lasciare della permanenza in Italia un ricordo indimenticabile”. L’Italia è l’unico paese al mondo che può contare anche sulla leadership europea nella produzione biologica e nell’offerta di prodotti tipici con ben 269 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario, 4813 specialità regionale e 415 vini di alta qualità, ma anche una presenza di residui chimici nei cibi di appena lo 0,6 per cento, dieci volte inferiore alla media dei Paesi extracomunitari e meno della metà della UE.
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ll’interno dell’Expo saranno distribuiti 26 milioni di pasti per un giro di affari complessivo nei sei mesi stimato in 320 milioni di euro per gustare (tra colazioni, pranzi, merende e cene) un totale di circa 450mila tonnellate di cibo che per la stragrande maggioranza sarà Made in Italy. È quanto emerge dal primo studio della Coldiretti sull’Expo nel piatto dal quale si evidenzia però che la vera abbuffata sarà al fuori dall’area espositiva con gli 8 milioni di turisti stranieri che spenderanno durante il soggiorno in Italia ben un miliardo di euro in ristoranti, pizzerie, bar, caffè e rosticcerie per un totale di oltre un miliardo di euro ai quali vanno aggiunti 750 milioni di euro per acquisti di prodotti agroalimentari. Nell’area dell’Expo si calcola che saranno servite 1,5 milioni di colazioni, 17 milioni di pranzi, 4,4 milioni di merende e 3,1 milioni di cene durante i sei mesi con una maggiore concentrazione durante i weekend e negli appuntamenti principali. Si tratta di una media di oltre 140mila pasti al giorno distribuiti in ristoranti barcaffetterie, chioschi e postazioni di street food, ma anche nei padiglioni stranieri che sono attrezzati con la propria ristorazione e nei padiglioni collettivi. Di cibo ce ne sarà dunque di tutti i tipi, dalla cucina tradizionale a quella moderna, e per tutte le tasche, dai chioschi di strada ai ristoranti di classe, ma la vera novità è il primo “Farmer’s Inn di Campagna Amica” che sarà aperto nel roof garden del padiglione della Coldiretti dove saranno direttamente gli agricol-
Da pesce palla a caimano, la prima volta a tavola in Italia In anteprima grilli e larve al cioccolato e vino di serpente.Vietata la carne di cane
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er la prima volta in Italia potrà essere consumato a tavola il pesce palla grazie ad una speciale deroga accordata al Giappone per l’esposizione o la degustazione esclusivamente all’Expo che sta per essere concessa anche al coccodrillo per il quale si è mosso lo Zimbawe. Nel frattempo sono già sbarcati a Milano dalla Thailandia scorpioni ricoperti di cioccolato, larve giganti, termiti disidratate, vodka allo scorpione e cavallette mentre altri insetti dovrebbero arrivare da Vietnam e Birmania, dove sono abitualmente consumati. È quanto emerge dal primo studio sull’Expo nel piatto della Coldiretti che, a Cagliari, in occasione della spedizione dopo anni di divieto del primo maialetto sardo, ha esposto alcune inquietanti curiosità provenienti da diverse parti del mondo, dal vino di serpente che si beve in Cina e in Vietnam, ottenuto mettendo in un infuso alcol e il corpo intero del rettile, che pare sia un ottimo ricostituente, fino ai cioccolatini di grilli e di larve presenti per la prima volta in Italia grazie ad una deroga speciale per l’appuntamento di Milano. All’Expo sarà sicuramente vietata la carne di cane e non potranno essere serviti neanche i datteri di mare, iscritti tra le specie protette, ma i più coraggiosi potranno fare, solo all’interno dell’area espositiva, esperienze uniche con cibi fino ad ora vietati in Italia. Il trasporto è blindato
Coccodrillo alla spiedo per il quale è stata richiesta la deroga per la presenza all’Expo 2015
Sopra: Grilli e larve al cioccolato thailandesi che saranno presenti all’Expo 2015 A Destra: Vino al cobra del Vietnam considerato un ottimo ricostituente
con imballi piombati, aperti solo nei capannoni autorizzati sotto l’occhio di tecnici ministeriali e delle Asl mentre il
cibo che avanza dovrà essere distrutto e incenerito. Il pesce palla, che è stato il primo cibo vietato ad essere
Nasce la App “Farmersforyou”
Attiva dal 1° maggio, localizza la ricettività rurale Coldiretti
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oloro che giungeranno in Italia per l’Expo dedicheranno il 67% del loro tempo per visitare “altro”, oltre all’Expo, e manifestano chiaro interesse per percorsi e visite sul territorio. Secondo una ricerca della società specializzata in indagini sul turismo “Jfc”, che ha analizzato le aspettative dei turisti stranieri, l’appuntamento Expo, per il 22,7% è un’opportunità per visitare quei territori che sapranno proporre soggiorni e percorsi dei “Culinary Travel”. Per questo Coldiretti, in occasione dell’inaugurazione dell’Expo, attiverà “Farmersforyou” la prima App per indicare ai visitatori italiani e stranieri dove dormire, mangiare o acquistare prodotti direttamente dagli agricoltori con oltre 10mila riferimenti. “Farmersforyou” suggerirà dove trovare il vero cibo italiano garantito da Campagna Amica, la più grande Rete europea di vendita diretta degli agricoltori italiani che offre i prodotti e le eccellenze in fattorie e mercati lungo tutta la Penisola, ma anche gli agriturismi dove soggiornare e mangiare. L’Applicazione per smartphone o tablet, in versione italiana e inglese, ha un sistema di ricerca per settore, su base regionale o anche provinciale. In ogni scheda l’utente troverà informazioni riguardanti, i prodotti che si possono acquistare, una selezione delle eccellenze, la mappa per raggiungere il luogo, gli orari di apertura e chiusura, immagini e molto altro. L’App prevede anche il servizio “around me” che geolocalizzando l’utente gli permette di visualizzare in un raggio di 30 km tutto ciò che è presente intorno alla sua persona. L’App è scaricabile a partire dal primo maggio sia su Apple store che Google play. In fine “Farmersforyou” sarà tra le App disponibili con TIM2go (www. tim2go.tim.it), il nuovo servizio di
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“Farmersforyou” è la prima App per mangiare o dormire dagli agricoltori in Italia con oltre diecimila riferimenti di Campagna Amica
tablet sharing realizzato da TIM in collaborazione con Samsung per rendere indimenticabile l’esperienza della visita a Expo 2015 grazie alla possibilità di noleggio di un tablet Samsung Galaxy Tab S 8.4”, dotato di connettività ultraveloce illimitata 4G LTE di TIM utilizzabile sia all’interno che all’esterno dell’area espositiva, che permetterà loro di lasciare a casa mappe, guide turistiche, macchine fotografiche e videocamere.
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autorizzato, è un piatto molto costoso che in giapponese si chiama fugu e che necessita di un’accurata e delicata preparazione per eliminare il pericoloso veleno. Del pesce palla si mangia il preziosissimo filetto crudo, preparato come sashimi mentre le altre parti possono essere usate per la zuppa e la pinna si mangia abbrustolita sul carbone e poi immersa nel sakè caldo. Anche per il coccodrillo la strada è spianata perché si tratta di un rettile comunemente consumato in molti continenti, dall’Asia all’Africa fino alle Americhe. Inoltre l’Unione Europea non proibisce l’importazione di carni di rettile e il coccodrillo si commercializzata già in alcuni Paesi europei, come il Belgio. Gli insetti dovrebbero trovare posto all’Expo nel Future Food District: il Supermercato del Futuro di Expo, ma per il via libera al consumo c’è stato addirittura un importante endorsement della Fao che in un recente studio li classifica come il cibo del futuro perché stima che fanno parte delle diete tradizionali di almeno due miliardi di persone e che potrebbero quindi essere essenziali per combattere la fame. “Una corretta alimentazione non può prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale nei paesi del terzo mondo come in quelli sviluppati”, ha affermato il presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “a questo principio non possono sfuggire neanche bruchi, coleotteri, formiche o cavallette a scopo alimentare che anche se iperproteici sono però molto lontani dalla realtà culinaria nazionale”.
Varato il nuovo accordo per il credito 2015 Ancora possibile sospendere fino a 12 mesi la quota capitale della rete
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dati riguardanti l’inizio del 2015 registrano, dopo due anni di incremento (andamento in controtendenza rispetto agli altri settori economici), una flessione, seppur lieve, delle erogazioni del credito all’agricoltura. Un segnale che è stato interpretato come un possibile campanello d’allarme, anche se potrebbe trattarsi, più semplicemente, di un effetto legato all’attesa connessa con l’attivazione delle misure di finanza agevolata riconducibili al Piano di Sviluppo Rurale. In ogni caso si tratta di un importante indicatore che occorrerà monitorare, in quanto termometro dello stato di salute del tessuto imprenditoriale agricolo. Nel mentre, a livello nazionale, proprio con lo scopo di sostenere le imprese che si trovano in una temporanea condizione di difficoltà finanziaria, ma che presentano prospettive di continuità e sviluppo aziendale, è stato sottoscritto il nuovo “Accordo per il credito 2015”. Un’iniziativa che segue quelle adottate nel corso degli ultimi anni, ovvero a partire dal 2009, che oltre all’ABI (Associazione Bancaria Italiana) vede coinvolte le organizzazioni di categoria, tra cui anche Coldiretti. L’accordo sottoscritto lo scorso 31 marzo, valido fino al 31
Confermato anche l’allungamento dei finanziamenti a favore delle piccole e medie imprese che si trovano in una temporanea situazione di difficoltà finanziaria dicembre 2017, prevede nuovamente la possibilità di ottenere, per un periodo massimo di 12 mesi, la sospensione del pagamento della quota capitale delle rate in scadenza. Un intervento finalizzato a consentire di recuperare liquidità, dovendo effettuare esclusivamente, per l’intero periodo di “moratoria” il versamento della sola quota interessi (alla ordinarie scadenze previste dal piano di ammortamento). Medesimo intervento è applicabile anche alle operazioni di leasing immobiliare, nonché ai contratti di leasing mobiliare, ma in questo secondo caso per un periodo massimo di 6 mesi. L’accesso a tali strumenti è riservato alle piccole e medie imprese “in bonis” (indipendentemente dal settore economico in cui le stesse operano), ovvero che non presentino rate scadute e/o sconfinamenti da più di 90 giorni e non abbiano avanzato una richie-
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sta simile nei 24 mesi precedenti. Per le aziende che rispetto i suddetti requisiti è, altresì, concessa la possibilità di usufruire dell’allungamento della durata dei finanziamenti, per un periodo non superiore a tre anni se trattasi di operazioni chirografarie o quattro anni per i mutui ipotecari. A differenza di quanto verificatosi nel recente passato, prima di richiedere l’applicazione di tali misure, risulterà necessario effettuare un’attenta valutazione in quanto, per effetto delle nuove regole europee (in termini di accantonamento), qualora la banca ritenga vi siano fondate possibilità che l’impresa beneficiaria possa presentare difficoltà nell’effettuare il rimborso del prestito, potrà essere applicata una variazione, in aumento, del tasso di interesse. Per maggiori informazioni è possibile contattare la sede provinciale di ASTI di CreditAgri Italia, al numero: 388-8920723 – e-mail: isabella.vivaldi@creditagri.com
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Utilizzo del legno per l’affinamento dei vini Caratteristiche di varie tipologie di rovere
I fattori che influenzano le caratteristiche del legno non sono solo la specie botanica e la zona geografica di provenienza, ma anche le caratteristiche pedoclimatiche, la tecnica di ottenimento delle doghe, il tipo di stagionatura, il sistema di curvatura delle doghe ed i sistema di tostatura del recipiente. quali Freisa e Nebbiolo, mentre può essere più adatto per la Barbera. Il Quercus Farnetto si produce nelle foreste dell’Europa Centrale, dell’Ungheria e Russia; ha caratteristiche abbastanza simili alla quercia francese; risulta interessante per il suo buon rapporto qualità/prezzo anche se non ha le caratteristiche dei migliori legni francesi. Presenta una grana meno fine, ricco di tannini e piuttosto povero di sostanze aromatiche tra cui si evidenzia una certa presenza di eugenolo. Il Rovere americano, rovere bianco d’America (Quercus alba, Quercus lobata, Quercus Garryana o quercia dell’Oregon) a differenza del rovere europeo, si presenta meno ricco di tannini estraibili; di maggiore compattezza e più ricco in composti aromatici, in particolare di vanillina, di beta-metil-gamma-ottolattone (whisky lattone); L’isomero Cis del B-metil-octalattone risulta 10 volte più aromatico del Trans. Viene meno utilizzato per i vini bianchi in quanto con la sua elevata componente aromatica ne maschera la personalità. Rilascia elevate concentrazioni di lattoni
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americano. Il Rovere europeo, rispetto al legno americano è mediamente più ricco di tannini estraibili, meno ricco di composti aromatici e di minore compattezza. Esso proviene principalmente dalle foreste della Francia Centrale, della ex Jugoslavia, dell’Austria, dell’Ungheria, della Russia fino al Caucaso. Note più abbondanti di sostanze aromatiche (lattoni) si trovano in ordine decrescente nel legno di Rovere del Troncais e dei Vosgi seguiti dal legno della Borgogna e del Limousin. Una delle foreste che offre il miglior legname per la produzione delle barrique è sicuramente la zona dell’Allier ed in particolare la foresta del Troncais dove è abbondante la quercia sessilis con legno a grana fine, povero di tannino e ricco di sostanze aromatiche, adatto per l’affinamento sia dei rossi strutturati che dei bianchi. Il Rovere sessile, molto diffuso nel Massiccio Centrale e nei Vosgi, prodotto dalla Quercus sessilis o Quercus petrea, risulta più ricco di sostanze odorose cedibili, con i due isomeri delle sostanze aromatiche (lattoni) in concentrazione equivalente, e più povero di polifenoli estraibili. Il Rovere peduncolato o farnia (Quercus robur o Quercus peduncolata), molto diffuso nella zona del Limousin, è mediamente più ricco di composti fenolici estraibili (ellagitannini) e più povero di composti odorosi. Nella Quercus peduncolata l’isomero Cis, molto aromatico, è assente. Deve essere quindi attentamente valutato il suo impiego su vini con un certo corredo polifenolico
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on questo numero iniziamo un percorso dedicato all’affinamento ed invecchiamento dei vini in contenitori di legno; parleremo dei vari tipi di legno impiegabili, della composizione del legno, dell’uso e manutenzione dei vasi vinari, delle sostanze estraibili e cedibili dal legno, della produzione e impiego della barrique. È logico pensare, in questo particolare momento storico in cui la nostra barbera affinata, uno dei vini più generosi e versatili al mondo, si offre ai mercati come prodotto innovativo e capace di ristabilire un rapporto di profonda relazione tra il territorio e le sue capacità espressive, come l’uso armonioso e sapiente del legno possa contribuire a recuperare posizioni (sui mercati!), rispetto agli stereotipi dei grandi vini piemontesi. Il legno impiegato in enologia si differenzia per diversi fattori: la specie botanica (legno di castagno e di rovere), la zona geografica di provenienza, le caratteristiche pedoclimatiche che influiscono sulla crescita della pianta, la tecnica di ottenimento delle doghe, la durata e il tipo di stagionatura, il sistema di curvatura delle doghe e in ultimo, non meno importante, il sistema di tostatura del recipiente. In passato veniva molto utilizzato il legno di castagno; un legno molto duro ma nello stesso tempo molto elastico, facilmente lavorabile e molto ricco di tannini che spesso conferivano al vino un retrogusto amaro. Il legno di rovere è di gran lunga il migliore; viene impiegato sia il rovere europeo che il rovere
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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
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(con note dolci di cocco e resina a seconda della concentrazione), di vaniglia e risulta più aromatico del francese in quanto predomina la forma Cis. Anche se di costo minore se ne sconsiglia l’impiego esclusivo per non eccedere nelle cessioni aromatiche. Su grandi partite l’inserimento di alcune barrique di legno americano può dare dei buoni risultati. La zona geografica di provenienza e le caratteristiche pedoclimatiche influiscono sulla crescita dell’albero. La “grana” del legno è sinonimo della larghezza media dei cerchi annuali concentrici, dati dalla
successione del legno di primavera con legno estivo. Generalmente varia di poco lo spessore del cerchio primaverile mentre può variare molto lo spessore di quello estivo in funzione delle caratteristiche pedoclimatiche e della zona di produzione. Ad esempio, in un legno utilizzato per la produzione di barrique, la percentuale di legno primaverile può variare dal 5% (in caso crescita veloce – grana grossa) fino al 50% (in caso di crescita lenta – grana fine). Il legno primaverile presenta una maggiore quantità di cis-lattone e di vanillina mentre il legno estivo presenta una mag-
giore quantità di tannino. Nei terreni poveri ed asciutti, come le foreste francesi dell’Allier e di Troncais, si ha una crescita delle querce lenta e regolare e si ottiene un legno a grana fine, a struttura compatta e poco porosa, ricco di composti odorosi che conferiscono in tempi brevi intensi caratteri di boisé. Nei terreni fertili si ha una crescita più rapida e si ottiene un legno a grana più grossolana e porosa meno ricco di composti odorosi, più ricco di tannini (legno tipo Limousine), generalmente più adatto per l’invecchiamento dell’acquavite.
Vino: via libera ai registri informatici Taglio alla burocrazia, volendo anche da agosto
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l ministro per le Politiche Agricole, Maurizio Martina ha firmato il decreto, attuativo del provvedimento “Campolibero”, relativo alla dematerializzazione dei registri di carico e scarico nel settore vitivinicolo. Si tratta di una misura molto attesa e richiesta da Coldiretti che porterà all’eliminazione graduale dei vecchi registri di cantina cartacei, le novità che verranno introdotte nel settore con il decreto semplificheranno la vita di migliaia di aziende. Questo decreto rappresenta un ulteriore tassello del grande progetto di taglio della burocrazia inutile che la nostra organizzazione sta portando avanti da anni negli ambienti ministeriali. Con le nuove modalità che saranno introdotte i produttori di vino potranno contare su procedure più snelle, per esempio non sarà più necessaria la vidimazione preventiva richiesta ad oggi per tutti i registri cartacei, non ci sarà più
l’obbligo di stampe periodiche, sarà consentita la consultazione a distanza, saranno possibili le verifiche da parte degli organi di controllo senza necessariamente recarsi in azienda, il che ridurrà i costi ed eviterà alle aziende di interrompere l’ordinaria operatività. Il decreto prevede l’obbligo di passare al telematico dal 1° gennaio 2016, con una prima fase di sperimentazione, che dovrebbe partire nelle prossime settimane, in cui sarà possibile passare volontariamente al telematico già a partire dal 1° agosto 2015. Nel merito del testo evidenziamo in particolare i seguenti aspetti: - i termini di registrazione, salvo particolari operazioni, sono di fatto fissati in 30 giorni per tutti; - per le aziende vitivinicole che producono fino a 1000 hl di vino all’anno prevalentemente con uve aziendali, sono previste ulteriori semplificazioni come la possibilità di effettuare le annotazioni riguar-
danti la vinificazione in forma riepilogativa. Scaletta dell’entrata in vigore: • da oggi fino al 31 dicembre 2015: disponibile nel sito SIAN, utilizzabile a titolo sperimentale; • dal 1° agosto 2015: facoltà di abbandonare i registri cartacei e tenere volontariamente solo quello del sistema “telematico”; • dal 1° gennaio 2016: per i soggetti tenuti a questo tipo di documentazione scatta l’obbligo di tenere solo il registro telematico. Principali soggetti obbligati a tenere detto registro: • coloro che detengono i prodotti vitivinicoli per l’esercizio di attività imprenditoriali agricola o commerciale salvo gli esonerati. Principali esonerati: • i titolari di stabilimenti enologici di capacità inferiore a 50 hl; • i commercianti all’ingrosso di prodotti confezionati; • taluni viticoltori non vinificatori e non elaboratori.
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Primi interventi colturali in vigneto to il profilo delle risorse, più verde e più competitiva; • crescita inclusiva: promuovere un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale. Le Misure Agroambientali del nuovo PSR sono denominate AgroClimatiche-Ambientali, per cui si passerà da un’azione di riduzione e razionalizzazione dell’utilizzo dei prodotti fitosanitari, diserbi e concimazioni, ad un interesse più allargato al suolo, alle acque e al clima. Il suolo è la risorsa principale per l’agricoltura e bisogna assolutamente fermare la perdita di suolo agricolo e intervenire sulla sua qualità. Quindi il recupero e la
gestione di terreni non coltivati diventa vitale per le aziende agricole, e per le aziende vitivinicole diventa indispensabile preservalo dall’erosione, mantenerlo fertile ed ordinato in un contesto produttivo e paesaggistico. La viticoltura di qualità, per puntare a vini che possono viaggiare su tutti i mercati mondiali, non può che partire da una buona gestione del suolo per cui l’inerbimento del vigneto diventa una pratica ormai consolidata che migliora la qualità intrinseca dell’uva (acino più piccolo, bucce più spesse), permette un veloce rientro in vigneto dopo gli eventi meteorologici, controlla l’erosione del suole e aiuta a mantenere una biodiversità im-
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on aprile i vigneti hanno fatto registrare un veloce germogliamento grazie ad un clima finalmente caldo e soleggiato dopo un autunno, un inverno ed un inizio primavera mai freddo ma estremamente piovoso. A potatura, legatura, diserbo e concimazione ormai effettuata si avvia l’inizio dei primi interventi di difesa contro le malattie classiche e nuove della vite. Il nuovo Piano di Sviluppo Rurale prevede come obbiettivi principali: • crescita intelligente: sviluppare un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione; • crescita sostenibile: promuovere un’economia più efficiente sot-
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Fondamentali l’inerbimento e la cura del terreno
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portante. La tendenza è di arrivare all’inerbimento totale del vigneto. Ad oggi però se si trovano facilmente macchinari funzionali nella lavorazione sottofila, non ci sono ancora macchine facilmente utilizzabili per uno sfalcio o una trinciatura dell’erba. Altro importante problema del suolo e mantenere la sua fertilità nel tempo, infatti dove da molto tempo si pratica la coltivazione del vigneto si comincia a notare una stanchezza del terreno e un forte impoverimento di sostanza organica. Uno degli obbiettivi dell’azienda viticola deve essere assolutamente il ripristino di un buon titolo di sostanza organica del terreno, e visto che ormai è difficoltoso reperire ed oneroso distribuire del buon letame, bisogna comunque intervenire con concimazioni preferibilmente organiche e quando si progetta un nuovo impianto bisognerebbe ritornare ad un periodo di riposo di almeno un anno prima di effettuarlo ed è comunque indispensabile una buona concimazione organica di fondo. Inoltre, l’uso di micorrizze nel terreno può essere molto utile per migliorare la funzionalità radicale. Il vigneto comunque deve essere posizionato in un contesto
territoriale ordinato, per questo le pubbliche amministrazioni ad ogni livello devono impegnarsi per permettere il raggiungimento di questo obiettivo fondamentale nella prevenzione di problemi fitosanitari e gestionali del territorio. A riguardo delle cure colturali, per raggiungere un prodotto di qualità, la gestione del verde in vigneto deve essere fatta con estrema cura. La chioma deve avere un buon sviluppo e va protetta da attacchi di funghi per permettere alla vite di effettuare al meglio le sue funzioni; la fascia grappoli deve sempre essere libera ed areata, quindi bisogna eliminare le foglie in eccesso e piuttosto precocemente per evitare scottature ai grappoli. Inoltre la produzione va selezionata e eventualmente ridotta (diradamento) nel periodo dell’invaiatura per ottenere uniformità e maturazione ottimale del prodotto. Per quanto riguarda la difesa fitosanitaria, la tendenza è di andare su prodotti specifici a minor impatto ambientale possibile, con il massimo della copertura, per evitare il più possibile rischi agli operatori, all’ambiente ed ottenere una bassa presenza di residui nel prodotto finale. La tendenza è utilizzare prodot-
ti come ad esempio i fosfiti che sostanzialmente non lasciano residui e aiutano la pianta sia nella nutrizione che nella difesa; altro esempio sono i prodotti rameici a basso contenuto di rame e di metalli pesanti. Per quanto riguarda il controllo degli insetti si va verso la pratica della confusione sessuale (tignoletta) o l’uso di insetticidi meno impattanti possibile o comunque di nuova concezione. In considerazione del cambiamento climatico in atto e il presentarsi di nuovi parassiti potenzialmente pericolosi per il vigneto (es. Drosophila suzukii), la diminuzione dell’utilizzo dei ditiocarbammati ed altri aspetti critici, si raccomanda di impostare/verificare la difesa fitosanitaria del vigneto in collaborazione con il proprio servizio di assistenza tecnica al fine di mettere in atto corrette decisioni.
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Lotta obbligatoria alla flavescenza dorata Mombello, Montaldo Torinese, Moriondo Torinese, Pino Torinese, Pralormo, Sciolze. • Di richiamare, per le motivazioni espresse in premessa, le disposizioni già approvate con precedenti provvedimenti che i proprietari e/o conduttori dei fondi e i Comuni dovranno applicare. • In qualsiasi tipo di zona, comprese le zone indenni particolarmente a rischio, nel caso di superfici vitate abbandonate, trascurate o viti inselvatichite dove non esistano le condizioni per effettuare un efficace controllo del vettore, è obbligatorio l’estirpo di tutte le viti o dell’intero appezzamento. • Nelle zone focolaio e nelle zone di insediamento è sempre obbligatorio dopo ogni trattamento insetticida asportare la vegetazione sintomatica o capitozzare le piante, senza attendere la vendemmia; in inverno estirpare le ceppaie comprese le radici. • Nelle zone focolaio e nelle zone di insediamento devono essere effettuati obbligatoriamente due trattamenti insetticidi all’anno. Se il livello di popolazione lo richiede può essere effettuato un terzo trattamento insetticida; tale trattamento è anche previsto dalle Norme Tecniche 2015 di Produzione Integrata “ del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020, ai sensi del Reg. 1305/2013, per il proseguimento dell’azione 214.1 del PSR 2007-2013, ai sensi del Reg. (CE) 1698/2005 e per l’applicazione del Sistema di Qualita’ Nazionale di Produzione Integrata, ai sensi della legge 3/02/2011 n. 4/2011” approvate con la D.D. 17 marzo 2015, n. 134. Le aziende aderenti alle azioni
di Produzione integrata possono effettuare anche un quarto trattamento, scegliendolo tra le seguenti modalità: • un trattamento insetticida a tutto campo; • un trattamento insetticida localizzato sui filari esterni di vigneti situati in prossimità di vigneti abbandonati o incolti o capezzagne con presenza di viti selvatiche in cui si verifichino una recrudescenza della malattia e/o catture significative di adulti di scafoideo su trappole cromotattiche eventualmente poste sui filari limitrofi; • un trattamento insetticida post vendemmia. Qualora occorra trattare a ridosso della vendemmia, sia in pre vendemmia sia in post vendemmia, a causa della reimmigrazione di scafoideo in vigneto può essere effettuato un solo trattamento insetticida all’anno con piretroidi, registrati per l’impiego contro le cicaline della vite e lo scafoideo. In prossimità di incolti o capezzagne con presenza di viti selvatiche il trattamento deve essere localizzato e rivolto al vigneto; è vietato trattare gli incolti e le capezzagne al fine di evitare danni agli insetti pronubi e alle api. Le aziende che aderiscono alle azioni di Produzione Integrata della programmazione del PSR 20142020 per il terzo e il quarto trattamento insetticida possono impiegare una delle sostanze attive già utilizzate nei primi due interventi; una sostanza attiva non potrà comunque essere impiegata più di due volte (clorpirifos etil non può essere utilizzata oltre il 30/07 per il rischio residui nel vino, ma può essere di nuovo impiegata dopo
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on Determinazione Dirigenziale del Settore Fitosanitario Regionale, n. 154 del 20/03/2015, è stata aggiornata l’applicazione in Piemonte del Decreto Ministeriale di Lotta Obbligatoria alla Flavescenza Dorata della vite; ne riportiamo alcuni stralci del provvedimento, con particolare riguardo al territorio astigiano, rinviando gli interessati a contattare i nostri uffici tecnici per ogni ulteriore approfondimento. • Sono individuate come zone di insediamento le seguenti aree: l’intero territorio della Provincia di Asti; l’intero territorio della Provincia di Alessandria; i seguenti comuni della Provincia di Cuneo: Alba, Baldissero d’Alba, Barbaresco, Barolo, Camo, Canale, Castagnito, Castellinaldo, Castiglione Falletto, Castiglione Tinella, Castino, Cherasco, Cigliè, Clavesana, Corneliano d’Alba, Cortemilia, Cossano Belbo, Diano d’Alba, Dogliani, Farigliano, Govone, Grinzane Cavour, Guarene, La Morra, Magliano Alfieri, Mango, Marsaglia, Monchiero, Monforte d’Alba, Montà, Montaldo Roero, Montelupo Albese, Monteu Roero, Monticello d’Alba, Murazzano, Narzole, Neive, Neviglie, Novello, Perletto, Piobesi d’Alba, Pocapaglia, Priocca, Rocca Cigliè, Rocchetta Belbo, Roddi, Roddino, Rodello, Santa Vittoria d’Alba, Santo Stefano Belbo, Santo Stefano Roero, Serralunga d’Alba, Sinio, Sommariva Perno, Treiso, Trezzo Tinella, Trinità, Verduno, Vezza d’Alba; i seguenti comuni della Provincia di Torino: Andezeno, Arignano, Baldissero Torinese, Casalborgone, Chieri, Cinzano, Marentino,
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Tutte le rinnovate disposizioni della Regione Piemonte
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la vendemmia). Si precisa che la possibilità di utilizzare la stessa sostanza attiva per due volte vale solo a partire dal terzo trattamento. Se lo scafoideo è presente in vigneto e occorre trattare a ridosso della vendemmia, vale a dire pre vendemmia o post vendemmia, può essere effettuato un solo trattamento insetticida nella stagione con piretroidi, registrati per l’impiego contro le cicaline della vite e lo scafoideo. Considerato che i formulati commerciali delle sostanze attive ammesse nella lotta allo scafoideo possono avere in etichetta differenze riguardo agli intervalli di sicurezza e agli insetti “bersaglio”, occorre che sia posta particolare attenzione nella scelta dei formulati, soprattutto per i trattamenti in pre vendemmia a causa dell’intervallo di sicurezza. -Le aziende non aderenti alle Misure di Produzione integrata (Azione 214.1) sono tenute al rispetto del numero minimo di trattamenti obbligatori e all’osservanza delle indicazioni presenti in etichetta delle sostanze attive utilizzate. - Le aziende viticole in agricoltura biologica devono effettuare obbligatoriamente tre trattamenti insetticidi con piretro sui giovani ogni 7-10 giorni, nel periodo maggio-giugno; il posizionamento dei trattamenti deve essere stabilito tenendo in considerazione la fioritura della vite e il ciclo dello scafoideo. - Ai sensi dell’art. 17 della L.R. n. 20 del 03/08/1998, al fine di salvaguardare l’azione pronuba delle api, sono vietati i trattamenti con prodotti fitosanitari (insetticidi, erbicidi e fungicidi) tossici per le api durante il periodo di fioritura della vite. I trattamenti sono vietati anche se sono presenti secrezioni nettarifere extrafiorali; in presenza di eventuali fioriture spontanee nella vegetazione sottostante le viti,
occorre eliminare la vegetazione stessa tramite sfalcio e appassimento o asportazione. Il trattamento deve inoltre essere effettuato in assenza di vento per evitare fenomeni di deriva.Devono essere evitati i trattamenti in presenza di melata nei mesi di luglio, agosto e settembre.L’inosservanza di tali norme può essere causa di gravi danni all’apicoltura e all’ambiente. -Qualora venga comunque eseguito il primo trattamento insetticida sui giovani, è possibile non effettuare il rilievo sui giovani e valutare la popolazione di S. titanus mediante l’uso delle trappole cromotattiche. - Deve essere tenuta registrazione dei trattamenti insetticidi effettuati in ogni appezzamento con l’indicazione della data e del prodotto fitosanitario impiegato. Per le registrazioni può essere usato il quaderno di campagna; per le aziende che aderiscono alle azioni di Produzione Integrata della programmazione del PSR 20142020, è sufficiente la compilazione della scheda di registrazione dei trattamenti prevista dalle specifiche norme attuative. Gli altri soggetti possono utilizzare la scheda di registrazione dei trattamenti insetticidi allegata alla presente determinazione per farne parte integrante (allegato 2). - Il Settore Fitosanitario emetterà specifici comunicati in prossimità dei periodi ottimali per l’esecuzione dei trattamenti insetticidi contro l’insetto vettore. Tali bollettini hanno lo scopo di fornire una indicazione generale; tuttavia occorre che si attui una verifica puntuale sul territorio per valutare localmente la presenza del vettore Scaphoideus titanus e dei suoi stadi di sviluppo. Ai rivenditori di prodotti fitosanitari verranno inviate le informazioni relative all’esecuzione dei trattamenti in-
setticidi per la lotta a Scaphoideus titanus ed alla salvaguardia degli insetti pronubi a cui gli acquirenti dovranno attenersi. - Nel periodo invernale è obbligatorio eseguire le seguenti operazioni al fine di migliorare la situazione per la stagione successiva: - eliminare e distruggere la vite selvatica presente in incolti, boschi, rive, gerbidi vicini ai vigneti dove potrebbero essere presenti le uova dell’insetto vettore; - durante la potatura eliminare le piante che hanno manifestato tardivamente i sintomi. - Per i nuovi impianti e per la sostituzione di singole viti è raccomandato l’utilizzo di materiale di moltiplicazione che sia stato sottoposto a trattamento termoterapico a 50°C per 45 minuti. È opportuno che l’effettiva esecuzione del trattamento sia garantita attraverso la reportistica emessa dall’impianto e/o attraverso un sistema di certificazione volontaria, in base alle norme internazionali, che consenta altresì la tracciabilità del materiale di moltiplicazione. - Nei campi di piante madri marze le piante infette devono essere sempre estirpate sia che il campo ricada in zona focolaio sia che ricada in zona di insediamento, pena l’esclusione definitiva del campo dal prelievo di materiale di moltiplicazione. - Nei campi di piante madri marze, nei campi di piante madri portainnesti e nei barbatellai devono essere attuate le disposizioni previste nella Determinazione dirigenziale n. 89 del 17 maggio 2006 che ha disposto specifiche misure obbligatorie per il vivaismo viticolo. -Per le violazioni alle disposizioni regionali in applicazione del Decreto Ministeriale del 31/05/2000 “Misure per la lotta obbligatoria contro la Flavescenza Dorata della vite” sono applicate le sanzioni
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Maiscoltura più sostenibile Grazie a una migliore ottimizzazione dell’irrigazione
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l mais è una coltura irrigua con grandi consumi di acqua, concimi, energia e manodopera. Il fabbisogno idrico medio annuo del mais si stima essere circa 5000 – 6000 m3 d’acqua/ha (pari a 600mm di pioggia). Il limite al raggiungimento delle massime rese produttive risiede in gran parte nella non disponibilità e nel non efficiente utilizzo di acqua ed elementi nutritivi. Per quanto riguarda l’acqua con i metodi tradizionali di irrigazione si possono evidenziare le seguenti criticità: uso di acque fredde, alternanza tra eccesso e carenze d’acqua dopo un intervento irriguo e prima del successivo, impossibilità a distribuire correttamente l’acqua in caso di vento, asfissia dovuta a eccessi di precipitazione non prevedibili che seguano all’intervento irriguo, erosione del suolo, formazione di croste, dilavamento e percolazione di elementi nutritivi, ecc... Risulta, quindi, necessaria una tecnica in grado di ottimizzare e ridurre l’uso dell’acqua, ridurre il consumo di energia e di manodopera. La microirrigazione o irrigazione localizzata è la tecnica capace di rispondere a tali requisiti; oggi il suo impiego prevale nel Centro e Sud dell’Italia dove la disponibilità della risorsa idrica è minore. Al Nord risulta ancora poco utilizzata ma per i suoi grandi vantaggi è destinata ad entrare in competizione con le altre tecniche, in particolare con i sistemi a pioggia che presentano i maggiori costi energetici, di impiantistica e di manodopera.
Nella microirrigazione l’acqua viene diffusa tramite erogatori e localizzata vicino all’apparato radicale della pianta: essa entra nel terreno e si sparge uniformemente in modo circolare, formando quella che viene chiamata ‘cipolla’, bagnando così soltanto la parte del terreno attorno alle radici. Tale sistema crea un’equilibrata concentrazione di aria e acqua dando modo alle piante di crescere uniformemente e in funzione delle loro necessità. Tra i sistemi di microirrigazione quello utilizzabile per il mais è il sistema a goccia. • Distribuzione dell’acqua nella zona radici. • Condotte e manichette. Per quanto riguarda i fertilizzanti alcune tipiche criticità della tecnica tradizionale possono essere: concimazione con azoto, fosforo e potassio in momenti lontani dal reale utilizzo da parte della coltura, non corrispondenza tra rapporti di assorbimento reali della coltura e disponibilità di elementi nel suolo, che costringe spesso a sovradosaggi, sprechi, inquinamenti, perdite per percolazione, lisciviazione, gassificazione, ecc.. Per tutte queste ragioni, alla microirrigazione spesso si associa la fertirrigazione, per cui utilizzando lo stesso impianto si forniscono gli elementi nutritivi alla pianta direttamente nella zona esplorata dalle
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amministrative previste dal comma 2 dell’art. 9 (Misure di emergenza per la prevenzione e l’eradicazione di fitopatie ed infestazioni parassitarie) della legge regionale 29 aprile 2013, n. 6 “Disposizioni regionali in materia agricola” : “I soggetti che non rispettano l’obbligo di estirpazione entro i termini fissati dal Settore fitosanitario regionale, ai sensi del comma 1, sono puniti con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di 0,3 euro per metro quadrato di superficie; in ogni caso la sanzione pecuniaria non può essere inferiore a 1.500,00 euro. Chiunque non rispetti gli obblighi relativi all’esecuzione ditrattamenti fitoiatrici obbligatori entro i termini fissati dal settore fitosanitario, ai sensi del comma 1, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 200,00 euro a 1.200,00 euro”. Sono inoltre applicate le seguenti misure previste dal comma 3 dell’art. 9 (Misure di emergenza per la prevenzione e l’eradicazione di fitopatie ed infestazioni parassitarie) della legge regionale 29 aprile 2013, n. 6 “Disposizioni regionali in materia agricola”: - l’esecuzione coatta delle misure fitosanitarie previste al comma 1 ponendo a carico del trasgressore le relative spese; - la sospensione di ogni forma di contributo economico in ambito agricolo a qualsiasi titolo amministrato dalla Regione Piemonte.
(Articolo realizzato in collaborazione con Francesca Bosio dell’Università del Piemonte Orientale di Alessandria)
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radici e in funzione delle esigenze nutrizionali e fenologiche della coltura; si verifica in tal modo una migliore disponibilità dei nutrienti, un aumento dell’efficienza nel loro assorbimento e minori rischi di perdite. L’impianto di irrigazione localizzata è facilmente automatizzabile, costituito da un sistema di pompaggio, un sistema di filtrazione, condotte adduttrici e ale gocciolanti (manichette). Per eseguire anche la fertirrigazione vanno aggiunte le attrezzature per l’iniezione in linea dei fertilizzanti; inoltre, nelle situazioni più grandi e articolate, è possibile arrivare ad un vero e proprio controllo automatizzato con banchi elettronici programmati per gestire diverse colture, varietà, appezzamenti. L’irrigazione a goccia e la fertirrigazione rivestono grande interesse in quanto rispondono alle crescente necessità di ridurre gli im-
patti ambientali e ottenere prodotti più salubri, soddisfano le esigenze idriche e nutrizionali delle colture riducendo nel contempo gli sprechi, la manodopera, l’impiego di antiparassitari, il consumo di energia e acqua, risorse sempre più preziose. I VANTAGGI DELLA FERTIRRIGAZIONE Dal punto di vista economico, dalle recenti esperienze di campo è emerso che con la fertirrigazione localizzata si ottiene: · Maggior produzione (quali - quantitativa): +10-20% · Minor consumo di energia(gasolio): -40-60% · Minor consumo di acqua: -16-20% · Minor consumo di manodopera: -35/50% · Maggior efficienza dei fertilizzanti: +20-40% · Maggior utilizzo del suolo (da 90% a 100% SAU) Dal punto di vista qualitativo e fitosanitario i vantaggi sono: · Miglioramento generale della qualità della granella. · Riduzione delle patologie fungine (evitando bagnatura/ristagni sul fogliame). · Prevenzione dallo sviluppo di aflatossine(che si formano quando la pianta subisce stress idrico o una concimazione inadeguata). · Possibilità di irrigare durante la fioritura senza compromettere l’impollinazione, quindi migliore allegagione e maggior produzione di granella. · Possibilità di distribuire agrofarmaci contestualmente agli interventi irrigui, eliminando costosi e impattanti passaggi sulla coltura con macchine scavallatrici.
Frumenti di qualità
Gli ultimi interventi colturali previsti
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oncimazione Asporti per una produzione media di 80 quintali/Ha: N azoto: 256 Kg/Ha; P fosforo: 96 Kg/Ha; K potassio: 192 Kg/Ha. Indicativamente la percentuale di somministrazione di azoto può essere così ripartita: 30% N in accestimento; 45% N in levata; 25% N in botticella. Alla fase di botticella, al massimo ad inizio spigatura, verso fine aprile primi di maggio, a seconda delle condizioni climatiche, intervenire con urea (46% N) alla dose di 130 – 185 Kg/Ha (50 – 70 Kg per giornata piemontese) in modo da apportare 60 – 85 Kg/Ha di azoto indispensabili per la qualità panificatoria. In alternativa, in abbinamento al trattamento fungicida, è possibile intervenire con un concime fogliare, contattando preventivamen-
te il proprio tecnico. Trattamento fungicida In fase di fine spigatura, indicativamente verso metà maggio, a 20% di antere emesse, intervenire con il fungicida abbinandolo se necessario all’insetticida. In questa fase è molto importante porre la massima attenzione alle condizioni meteorologiche; interventi non tempestivi, soprattutto se in presenza di avversità atmosferiche, potrebbero favorire compromettenti attacchi di Fusarium; trattamenti effettuati dopo le piogge, in fase di fioritura, non coprono a sufficienza le possibili infezioni di Fusarium spp. In questa fase, il trattamento per contenere questi funghi è determinante per evitare la presenza di micotossine nel prodotto finale. Trattamento insetticida In fase di fine spigatura, se necessario, indicativamente verso metà mag-
gio, intervenire con l’insetticida abbinandolo al fungicida. L’importanza del trattamento nasce dal fatto di contenere gli insetti fitofagi, in primis la Cimice che, se presente, può dare origini a cali di caratteristiche qualitative (W) notevoli. Inoltre, non sottovalutare gli attacchi di Afidi e Lema. In ogni caso valutare con il proprio tecnico la necessità di posizionare l’insetticida in base alla presenza “SOGLIA” dei fitofagi. Per le aziende che aderiscono al P.S.R. misura 214.1, attenersi scrupolosamente a quanto indicato dalle Norme tecniche regionali di produzione integrata. In considerazione delle innumerevoli variabili climatiche ed ambientali, si consiglia di monitorare frequentemente la coltura in campo. Per qualsiasi problema di carattere agronomico o patologico contattare il proprio tecnico Coldiretti di Zona.
La zootecnica dell’Astigiano sempre più in vista Crescono le Agrimacellerie, Agrisalumerie, Agrilatterie e Agrigelaterie
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’economia continua ad arrancare ed anche il settore primario in generale, e quello zootecnico in particolare, non vivono certo un periodo felice. I costi produttivi continuano ad aumentare, mentre il valore dei prodotti rimane stabile se non in diminuzione. Con il progetto “Una filiera agricola tutta italiana” e “Campagna Amica”, Coldiretti ha cercato di ridurre sempre più le filiere produttive, tagliando i passaggi superflui e raggiungendo direttamente i consumatori per dare
alle imprese agricole un maggiore valore aggiunto. Nell’Astigiano un esempio virtuoso di questo nuovo sistema di intendere il primario, ci viene dal settore zootecnico. Molti allevatori hanno saputo reinventare il loro approccio ai mercati ed hanno superato il rapporto con i cosiddetti “mediatori”, i rivenditori e i commercianti, passando dalla vendita all’ingrosso a quella al dettaglio. Sia che si tratti di produzioni lattiere, che casearie o puramente zootecniche, oggi in provincia di Asti
si contano ben 49 punti vendita diretta: Agrimacellerie, Agrisalumerie, Agrilatterie, Agrigelaterie e Botteghe di Campagna Amica. In ognuna di esse, con la formula dal produttore al consumatore, si trovano prodotti a chilometro zero, la genuità, tutte le garanzie di salubrità ed un prezzo inferiore mediamente del 30%. L’espansione di questo sistema è ancora in atto, la dimostrazione ci vine da una doppia inaugurazione avvenuta nella giornata del 18 aprile.
A Rocca d’Arazzo in via Garibaldi 44 il Punto Campagna Amica glie Paola Romanato e i due figli, per proporre direttamente al consumatore i migliori tagli di carne bovina piemontese a un costo agevolato. L’Agrimacelleria Renzo Allegretti affianca al marchio Campagna Amica anche quello del Coalvi, con tutte le garanzie offerte dal Consorzio degli allevatori di razza piemontese, a cominciare dall’applicazione del disciplinare produttivo, fino all’etichettatura che fornisce, direttamente sullo scontrino degli acquisti, tutte le caratteristiche della carne e dell’allevamento. Il punto vendita è aperto al martedì e al giovedì dalle 8
27 Direttore e Vice Coldiretti Asti Antonio Ciotta e Secondo Rabbione con i titolari della Agrimacelleria Allegretti a Rocca il 18 aprile
alle 12,30, il venerdì e sabato dalle 8 alle 12,30 e dalle 16 alle 19,30 e alla domenica mattina dalle 8 alle 12,30. Per informazioni e prenotazioni telefonare al n. 345 2927747.
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al civico 54 al n° 44 di via Garibaldi, l’Agrimacelleria Allegretti Punto Campagna Amica si è spostata di pochi metri, sempre a Rocca d’Arazzo. Si trova ora in locali più moderni e ben rifiniti, dove il grande bancone, come non si vedava in paese da molti decenni, mette in bella mostra i tagli migliori della razza bovina Piemontese. Tutti gli animali provengono dall’azienda agricola Renzo Allegretti di Castell’Alfero frazione Callianetto. Il rinnovato Punto Campagna Amica è gestito direttamente da Renzo Allegretti e dalla sua famiglia, la mo-
Zootecnia
Nuovi locali per l’Agrimacelleria Allegretti
Nuova Agrimacelleria a Nizza Monferrato Inaugurata dall’Azienda Agricola Sergio Ciriotti in C.so Acqui 19
Zootecnia
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Nizza Monferrato, in Corso Acqui n° 19, praticamente di fronte alla sede di zona Coldiretti, è stata inaugurata l’Agrimacelleria Ciriotti. Ad attivarla è stato l’imprenditore Sergio Ciriotti, titolare dell’azienda agricola omonima sita in Loazzolo Regione San Poncio 1. Il locale – già di una macelleria storica - propone carni bovine provenienti dal proprio allevamento che cura esclusivamente animali di razza Piemontese nutriti unicamente con foraggi, mais e orzo prodotti in azienda, e l’integrazione di altri prodotti naturali come crusca e sali minerali. Il metodo di alleva-
mento è dunque tradizionale, senza l’utilizzo di nuclei composti e grassi. Da notare come l’allevamento sia garantito “Ogm free”, ovvero tutti gli alimenti forniti agli animali sono garantiti e certificati senza l’utilizzo di organismi geneticamente modificati. Nel punto vendita si possono
trovare anche carni suine ed insaccati, latte e formaggi provenienti da aziende agricole locali. L’azienda agricola di Sergio Ciriotti si estende su una superficie complessiva di 28 ettari fra prati, cereali, foraggere e vigneti. In questa nuova attività, affiancano Sergio Ciriotti, la Moglie Monica e i figli Riccardo e Davide. La nuova Agrimacelleria Ciriotti di Nizza Monferrato è aperta al pubblico al Venerdì e al Sabato dalle 8,30 alle12,30 e dalle 14,30 alle 19,00 e alla Domenica dalle 8,30 alle 12,30. Per informazioni e prenotazioni si può contattare il titolare al numero 348/2352287.
I fantastici 49 della zootecnica astigiana Punti vendita nell’Astigiano specializzati nella Zootecnica e Botteghe Campagna Amica Az. Agr. Bosco Andrea, Serravalle d’Asti, Agrimacelleria Az. Agr. Ferrero Emilio, Buttigliera d’Asti, Agrimacelleria Az. Agr. Bergandino di Stura Pierantonio, Buttigliera d’Asti, Agrisalumeria Az. Agr. Robba Renzo, Cassinasco, Latte crudo Az. Agr. Glauco di Sadak Hapegyul Nedzhib, Castelnuovo D.B., Formaggi caprini Az. Agr. Gallino Valter, Cisterna d’Asti, Agrimacelleria Cascina Anziano di Gozzellino Rita, Costigliole d’Asti, Agrimacelleria Az. Agr. Ronzano Giovanni, Costigliole d’Asti, Agrimacelleria Az. Agr. La Tizianella di Bertolin Tiziana, Costigliole d’Asti, Formaggi Agrisalumeria Luiset di Casetta Mauro, Ferrere d’Asti, Agrisalumeria Az. Agr. Sepello Alessandro, Mombercelli, Agrimacelleria Cooperativa San Salvatore, Monale, Formaggi caprini e vaccini Az. Agr. Monfrin di Micco Carlo & C., Moncalvo, Agrimacelleria Az. Agr. Cascina Valeggia di Bollito Alan, Moncalvo, Punto Vendita Campagna Amica Az. Agr. Forno Mauro, Montaldo Scarampi, Agrisalumeria Az. Agr. Germano Bruno, Piea, Agrisalumeria Az. Agr. Vecchio Salvatore, Portacomaro, Agrisalumeria Az. Agr. Allegretti Renzo, Rocca d’Arazzo, Agrimacelleria Az. Agr. Il Bricco Gallo di Granzino Marco, Tigliole, Agrimacelleria Az. Agr. Il Tonchese di Artuffo Agostino, Tonco, Carni avicole Agrilatteria del Pianalto di Molino Piero, Valfenera, Agrilatteria Cascina Capello F.lli, Villanova d’Asti, Agrimacelleria Az. Agr. Agrituristica Merlo Aurelio, Monastero Bormida, Bottega Campagna Amica Az. Agr. Diotto Roberto, Serole, Agrimacelleria Az. Agr. Adorno Sandro, Vesime, Agrimacelleria Az. Agr. La Dimitana di Atanasov Toni, Bubbio, Agrimacelleria e Formaggi
Cascina Campagna di Gaboardi Roberto, Vesime, Formaggi di pecora Az. Agr. Cavallero Luisella, Loazzolo, Formaggi Latte Yogurt Az. Agr. Abrile Giuseppe, Roccaverano, Robiola di Roccaverano Az. Agr. Buttiero e Dotta di Buttiero Adelaide, Roccaverano, Robiola di Roccaverano Cascina Rocchino di Santo Loredana, Serole, Robiola di Roccaverano Az. Agr. Diotti Giuseppe, Vesime, Formaggi Caprini Az. Agr. Ferrero Bruno, Serole, Formaggi Caprini Az. Agr. Ghione Enrica Franca, Roccaverano, Robiola di Roccaverano Az. Agr. Blengio Giuliano, Monastero Bormida, Robiola di Roccaverano Az. Agr. Rossello Enrico, Roccaverano, Formaggi Caprini Az. Agr. Nervi Gianfranco, Roccaverano, Formaggi Caprini Az. Agr. Musolino Giuseppa, Roccaverano, Formaggi Caprini Az. Agr. Amaltea di Saglietti Daniela, Roccaverano, Robiola di Roccaverano Az. Agr. Birello Paolo, Serole, Formaggi Caprini Az. Agr. Pistarino Daniela, San Giorgio Scarampi, Robiola di Roccaverano Az. Agr. Ca’ del Ponte Rizzolio & Catalano di Rizzolio Pinuccia, Monastero Bormida, Robiola di Roccaverano Az. Agr. Taschetti Mariolina, Cessole, Formaggi caprini Cascina Perfumo, Nizza Monferrato, Bottega di Campagna Amica Il Ciabot di Robino Luca, Baldichieri, Salumi Az. Agr. Colombaro Giuseppe, Costigliole d’Asti, Agrimacelleria Az. Agr. Negro Francesco, Calamandrana, Agrimacelleria Az. Agr. Pia Enrico, Isola d’Asti, Agrimacelleria a Montegrosso d’Asti Az. Agr. Sergio Ciriotti, Loazzolo, con Agrimacelleria a Nizza M.to
Nell’Astigiano ci sono due nuove AgriTate Hanno ottenuto l’idoneità ad assistere i bambini dai tre mesi ai tre anni di età
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Silvia Marocco,la neo agritata eserciterà presso la sua azienda agricola di Frinco
d’innovazione sui territori. AgriTATA, nello specifico, va incontro alle famiglie garantendo la personalizzazione e la flessibilità dell’orario, oltre ad offrire un’opportunità di integrazione al reddito per le imprese agricole e di conciliazione lavoro-famiglia per le donne”. Fra le neo Agritate ci sono anche le astigiane Francesca Galfrè che opererà a Castelnuovo Calcea e Silvia Marocco che eserciterà nella sua azienda agricola di Frinco. Ricordiamo anche che nell’Astigiano sono già operative, avendo ricevuto l’attestato di abilitazione negli anni passati, Sabrina Bernardi di Passerano Marmorito, Gabriella Domini di Calosso, Genoveffa Mingolla di San Paolo Solbrito. Per usufruire del servizio i genitori possono contattare la coordinatrice pedagogica al numero telefonico: 334.653.88.66.
23 maggio 2015: AgriTata Open Day Sabato 23 maggio le AgriTate del Piemonte vi invitano a visitare la loro casa: un’occasione unica per conoscere di persona un innovativo servizio dedicato alla prima infanzia. Maggiori informazioni sull’AgriTata Open Day sono disponibili contattando Coldiretti Piemonte (www.piemonte.coldiretti.it – 011 56 22 800) oppure la Cooperativa Sociale Linfa Solidale (www.linfasolidale.it – info@linfasolidale.it – tel. 0171 447 280)
Agritate
tendo la personalizzazione e la flessibilità dell’orario. Le AgriTATE, figure professionali formate e specializzate, fanno sì che in ambiente rurale ed agricolo i piccoli possano scoprire la natura, imparare la stagionalità dei prodotti e conoscere le eccellenze della nostra agricoltura. “Riteniamo – afferma Antonio De Concilio, direttore Coldiretti Piemonte – che questo progetto abbia riscosso un grande successo. Ad oggi abbiamo già una quarantina di AgriTATE che operano nella varie province del Piemonte, in particolare tra Torino, Asti e Cuneo, rispondendo ad una richiesta di assistenza all’infanzia molto sentita nella nostra regione, se si pensa che su 1200 Comuni in Piemonte circa 900 non hanno un servizio per la prima infanzia. Il progetto si inserisce in un ampio percorso di Coldiretti, come forza sociale, che spazia dall’agricoltura sociale pura ai servizi
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Siamo soddisfatti per questo terzo corso di formazione, realizzato dall’agenzia formativa I.N.I.P.A. Piemonte, in collaborazione con l’associazione trentina Domus, che si è appena concluso con gli esami di idoneità, il cui risultato ha portato ad avere 11 nuove AgriTATE idonee per offrire l’assistenza alla prima infanzia, in ambito domiciliare e rurale. Grazie al supporto gestionale della Cooperativa Linfa Solidale, le neo abilitate sono già operative ad ospitare i bambini presso la propria azienda agricola, luogo tipicamente adatto alla socializzazione e alla scoperta della natura”, ha commentato Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte. La cerimonia di consegna degli attestati si è tenuta il 23 aprile, presso la sede regionale Coldiretti, alla presenza dell’ Assessore all’Istruzione, Lavoro e Formazione professionale Giovanna Pentenero. “Tecniche di assistenza alla prima infanzia in ambito domiciliare e rurale – AgriTATA”, questo il titolo del corso della durata di 400 ore, che dal settembre scorso ha visto impegnate le aspiranti educatrici in ambito rurale. Il progetto, ideato da Coldiretti Piemonte ed avviato nell’ambito di una sperimentazione triennale dalla Regione, in collaborazione con gli assessorati alle Politiche Sociali, all’Agricoltura e alla Formazione Lavoro, ha l’obiettivo di formare, attraverso un piano di studi, che prevede 260 ore di teoria e 140 di stage, le candidate, provenienti dal territorio piemontese, al fine di acquisire le conoscenze pedagogiche per poter accogliere presso le proprie abitazioni i bambini dai 3 mesi ai 3 anni. Dal 2012 ad oggi sono state eseguite, nel complesso, già 41.270 ore di corso, permettendo in seguito a circa 100 bambini di usufruire del servizio che va incontro alle famiglie, garan-
Malattie professionali in agricoltura Quando il lavoro ne costituisce la causa diretta e determinante
Epaca
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coltivatori diretti coloni e mezzadri sono assicurati obbligatoriamente all’Inail, quindi sono tutelati non solo se subiscono un infortunio sul lavoro, ma anche se contraggono una malattia a causa e nell’esercizio del lavoro svolto o dei materiali utilizzati (es. esposizione a sostanze dannose, rumore, ecc.). Le malattie professionali si differenziano dagli infortuni sul lavoro in quanto sono originate da una causa lenta e prolungata nel tempo (es. il lento processo di assorbimento di sostanze tossiche da parte dell’organismo), al contrario dell’infortunio sul lavoro che si caratterizza per una causa violenta e improvvisa (es. una caduta dall’alto). Il riconoscimento della malattia professionale comporta il conseguente indennizzo economico da parte dell’Inail oltre all’erogazione delle necessarie cure mediche riabilitative. In ogni caso, per i coltivatori diretti le prestazioni economiche e sanitarie sono condizionate alla regolare iscrizione negli elenchi Inps e, per i titolari di azienda, anche al regolare versamento della contribuzione Inail, la cui riscossione è affidata all’Inps, unitamente ai contributi previdenziali. Le malattie di origine professionale riconosciute dalla Legge in
S. Damiano Cisterna Celle Enomondo Ferrere
agricoltura sono elencate in una apposita tabella e sono associate a una o più attività o lavorazioni. Se la malattia denunciata rientra in questo elenco il lavoratore, per vedersi riconoscere il relativo indennizzo, deve solo dimostrare di aver svolto in modo non occasionale una delle attività che in base alla tabella espongono al rischio di quella malattia. Rientrano ad esempio nell’elenco delle malattie professionali in agricoltura: le malattie causate da esposizione a sostanze dannose, quelle causate da radiazioni solari, per le lavorazioni svolte prevalentemente all’aperto; la sordità da rumore; l’ernia discale lombare causata da lavorazioni svolte con macchine che espongono a vibrazioni trasmesse al corpo intero: trattori, mietitrebbia, vendemmiatrice semovente; malattie da sovraccarico degli arti superiori: tendiniti e sindrome del tunnel carpale, ecc. Sono comunque indennizzabili dall’Inail anche le malattie non presenti nella tabella di Legge: in tal caso, però, il lavoratore deve dimostrarne l’origine lavorativa,
Nella fotografia la responsabile dell’Epaca di Asti e provincia, Rosanna Porcellana
vale a dire che la malattia si è verificata a causa e nell’esercizio del lavoro svolto. Data la complessità della materia è necessario che in caso di sospetta malattia professionale gli interessati prendano contatto tempestivamente con gli uffici del patronato EPACA. Gli operatori forniranno tutta l’assistenza necessaria, provvedendo in primo luogo ad inviare tempestivamente la denuncia all’Inail, al fine di evitare la perdita dei benefici economici e offrendo al contempo un servizio gratuito di consulenza medico legale qualificata. Informazioni al n. 0141.380.404/432. Via C. Botta, 4 - 14015
San Damiano d’Asti
Tel. & Fax 0141.975146
cell. 336.253369