Il notiziario agricolo n 06 2015

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Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 6 - Anno 2015 - In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo

Anno

64° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI

numero

ASTI

COLDIRETTI

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15 maggio 2015



m m a r i o

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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Il Papa a Torino vuole incontrare gli Agricoltori

Padiglione Coldiretti: “No farmers no party”

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Gli allevatori astigiani a un bivio storico

Il fenomeno Ruchè, il “Barolo del Monferrato”

La scuola di Refrancore trionfa con “La mucca volante”

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Staffetta a L’Aquila per Asti 2016

Speciale Misura 111 Utilizzo del legno per l’affinamento dei vini; Iscrizione vini alle denominazioni; Manuale da autocontrollo aziendale HACCP; La prelazione agraria in caso di vendita di terreni agricoli; Dispositivi di protezione individuali; Controlli sulla sicurezza degli edifici rurali.

Sommario

Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Periodico ufficiale Coldiretti Anno 64° numero 6 - 15 maggio 2015* Realizzazione grafica e stampa Riflesso – Artigrafiche M.A.R. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.092036 Abbonamento annuale: Euro 20,00 *Data di chiusura del giornale

argomenti in evidenza

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So


Il papa a Torino vuole incontrare gli Agricoltori Il 21 giugno ci sarà anche una delegazione dell’Astigiano

Eventi

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L’ostensione della Sindone nel Duomo di Torino, è caratterizzata da due attenzioni particolari: al mondo dei giovani e a quello della sofferenza. È pensando a tali temi, infatti, che Papa Francesco ha concesso l’ostensione solenne, che si collega al giubileo per il secondo centenario dalla nascita di san Giovanni Bosco” ha spiegato, il 25 marzo, S. E. Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, nel corso della Conferenza stampa per la presentazione ufficiale dell’Ostensione della Sindone 2015. Il programma della visita a Torino di Sua Santità è stato reso noto e completato per quanto possibile anche in riferimento all’ordine e alla sicurezza pubblica. Domenica 21 giugno in Piazzetta Reale una delegazione di Coldiretti Piemonte, formata da 300 agricoltori fra cui alcuni Consiglieri della Federazione di Asti, incontrerà il Santo Padre. Per tutti gli imprenditori agricoli parlerà il presidente di Coldiretti Torino, Fabrizio Galliati. Ma vediamo il programma della visita di Papa Francesco a Torino, il 21 e il 22 giugno prossimi: Domenica 21 giugno Ore 8 Arrivo all’aeroporto di Torino Caselle Il Santo Padre è accolto da: - S. E. Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino - On. Sergio Chiamparino, Presidente della Regione Piemonte - Dottoressa Paola Basilone, Prefetto di Torino - On. Piero Fassino, Sindaco di

Papa Francesco e Don Bosco

Papa Francesco e la Sindone Torino Trasferimento in auto a Piazzetta Reale. A piazza Rebaudengo il Santo Padre sale sull’auto scoperta Ore 8.30 Piazzetta Reale: Incontro con il mondo del lavoro Saluti di un’Operaia, di un Agricoltore e di un Imprenditore Discorso del Santo Padre

Terminato l’incontro, il Santo Padre entra a piedi nella Cattedrale Ore 9.15 In Cattedrale: Preghiera davanti alla Sindone e breve sosta davanti all’altare del Beato Pier Giorgio Frassati Sono presenti: suore di clausura e sacerdoti ospiti delle case del Clero della Diocesi, il Capitolo dei canonici, la Commissione


- Presidente del Concistoro della Chiesa Evangelica Valdese - Pastore Paolo Ribet Nel Tempio: Saluto del Pastore Paolo Ribet Saluto del Pastore Eugenio Bernardini Discorso del Santo Padre Canto Corale, e preghiera del Padre Nostro Terminato l’incontro, il Santo Padre si trasferisce nel salone attiguo per incontrare una Delegazione e scambio di doni Ore 10.15 Il Santo Padre lascia la chiesa Valdese e rientra in Arcivescovado In forma strettamente privata, il Santo Padre incontra alcuni Suoi famigliari; celebra per loro la Santa Messa nella Cappella dell’Arcivescovado e pranza con loro in Arcivescovado Ore 16.30 Prima di lasciare l’Arcivescovado, il Santo Padre incontra brevemente i membri del Comitato dell’Ostensione, gli organizzatori e i sostenitori della visita Ore 17 Il Santo Padre parte in auto dall’Arcivescovado e raggiunge l’aeroporto di Torino Caselle. Lungo il percorso il Santo Padre viene salutato dai giovani dell’Estate Ragazzi

Eventi

Ore 16 Il Santo Padre raggiunge in auto il Cottolengo Chiesa del Cottolengo: Incontro con gli Ammalati e i Disabili Saluti di Don Lino Piano, Padre della Piccola Casa e di un Ammalato Discorso del Santo Padre Ore 17.30 Terminato l’incontro con gli Ammalati, il Santo Padre lascia il Cottolengo e si reca in auto in Piazza Vittorio Ore 18 Piazza Vittorio: Incontro con i Ragazzi e i Giovani Saluti e domande di alcuni giovani Discorso del Santo Padre Concluso l’incontro con i Giovani, il Santo Padre rientra in Arcivescovado Ore 19.30 In Arcivescovado: cena e riposo Lunedì 22 giugno Ore 8.45 Il Santo Padre lascia l’Arcivescovado e si trasferisce in auto al Tempio Valdese, in Corso Vittorio Emanuele II Ore 9 All’ingresso del Tempio il Santo Padre è accolto da: - Pastore Eugenio Bernardini, Moderatore della Tavola Valdese

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ORARI UFFICI COLDIRETTI ASTI Validi dal 6 aprile al 12 luglio 2015 Mattino

Pomeriggio

Lunedì

8,30 – 12,30

14,00 – 18,30

Martedì

8,30 – 12,30

14,00 – 18,30

Mercoledì

8,30 – 12,30

14,00 – 18,30

Giovedì

8,30 – 12,30

14,00 – 18,30

Venerdì

8,30 – 12,30

14,00 – 18,30

Sabato

Chiuso

Chiuso

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Sindone, alcuni parenti del Beato Piergiorgio Frassati, il Cardinale Poletto e i vescovi della Conferenza Episcopale Piemontese e Valdostana Ore 10 Il Santo Padre lascia la Cattedrale e si reca in Piazza Vittorio Ore 10.45 Piazza Vittorio: Concelebrazione eucaristica Omelia Angelus Ringraziamento di S. E. Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino Al termine della celebrazione eucaristica, il Santo Padre raggiunge in auto l’Arcivescovado Lungo via dell’Arcivescovado sono schierati, al passaggio del Santo Padre, i Militari dell’attigua Scuola di Formazione Ore 13 In Arcivescovado: pranzo con i Giovani detenuti del Carcere minorile “Ferrante Aporti”, alcuni immigrati e senza fissa dimora e una famiglia Rom Ore 14.30 Il Santo Padre lascia l’Arcivescovado e si reca al Santuario della Consolata Ore 14.40 Santuario della Consolata: Visita e preghiera in privato Nel santuario sono presenti i sacerdoti ospiti della Casa Ore 14.45 Il Santo Padre esce dal Santuario e si trasferisce alla Basilica di Maria Ausiliatrice Ore 15 Basilica di Maria Ausiliatrice: Incontro con i Salesiani e le Figlie di Maria AusiliatriceSul piazzale antistante la Basilica il Santo Padre saluta i giovani educatori e animatori degli oratori Saluti di Don Angel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani, e di Suor Yvonne Reungoat, Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice Discorso del Santo Padre


Padiglione Coldiretti: “No farmers no party” Non c’è expo, non c’è cibo e non c’è vita senza il lavoro nelle campagne

Esposizione Universale

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na enorme scritta “No farmers no party” indica il padiglione Coldiretti, all’inizio del Cardo sul lato opposto all’Albero della Vita, facilmente riconoscibile dai maxivolti di veri agricoltori che tappezzano completamente le pareti esterne. Una rappresentazione unica che vuole essere il giusto riconoscimento al lavoro di 2,5 miliardi di produttori che nel mondo si impegnano quotidianamente per cercare di garantire cibo per tutti e tutelare la qualità e la sicurezza ambientale. Non c’è Expo, non c’è cibo e non c’è vita senza il duro lavoro nelle campagne. Uno spaccato di verità che caratterizza la presenza di Coldiretti anche al piano terra del padiglione dove i visitatori possono vivere l’esperienza di una full immersion nella campagna che coinvolge tutti i sensi: vista, olfatto, udito, tatto e gusto. L’obiettivo è quello di raccontare il legame tra la società italiana e i suoi agricoltori, soffermandosi sul molteplice ruolo che essi svolgono: produttori di beni, custodi della bellezza della campagna italiana, innovatori, propulsori delle comunità locali, protagonisti dell’economia del Made in Italy che crea ricchezza e lavoro per tutti. Nel padiglione Coldiretti i produttori sono dunque presenti in prima persona per costruire un contatto diretto, vivo e concreto con i visitatori

Sopra: giochi di luce e acqua con “L’Albero della Vita”; a lato: l’ingresso del Padiglione Coldiretti a Expo 2015

in un ambiente segnato dagli odori, i colori, le luci, le asprezze e le armonie della campagna italiana. All’autentica ristorazione contadina, accompagnata da dimostrazioni e laboratori, è dedicato uno spazio nel “Roof Garden” al primo piano del padiglione con il Farmers Inn di Campagna Amica, dove a rotazione regionale sono presentati i piatti dell’autentica tradizione. Coldiretti Piemonte occuperà il Roof Garden nella settimana dal 25 maggio al 2 giugno. Coldiretti Asti sarà presente lundì 1° giugno quando presenterà una “Merenda Sinòira No Stop”. “Vogliamo dare la possibilità

I produttori dell’Astigiano saranno protagonisti all’Expo lunedì 1° giugno di essere protagonisti ad Expo 2015 a più produttori possibile – annuncia Roberto Cabiale, presidente Coldiretti Asti -. Porteremo le nostre eccellenze, le Docg del vino, la Dop della robiola Roccaverano, il Salame Cotto Monferrato. Sarà sicuramente una vetrina prestigiosa e probabilmente anche un importante veicolo promozionale per le nostre imprese. Ad un certo punto ci siamo accorti che tutti parlavano di Expo, ma poi alla fine erano pochi i produttori che sarebbero stati protagonisti. Coldiretti riequilibra così la situazione, portando i produttori e facendo degustare i loro prodotti”. D’altra parte l’Italia

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Esposizione Universale che Coldiretti schiera a Expo è fatta da oltre un milione e mezzo di agricoltori che ogni giorno producono il meglio del Made in Italy e che sono le radici, il tronco e i rami dell’Albero della Vita, l’icona dell’Esposizione universale, di cui Coldiretti ha volu-

to essere promotore. “Gli agricoltori sono il motore dell’Expo ma manca un adeguato riconoscimento economico e sociale al lavoro nei campi” ha affermato il presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “tra i paradossi che

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dovrà affrontare l’Expo c’è il fatto che tra le oltre 800 milioni di persone che nel mondo soffrono la fame molti sono agricoltori, a causa degli effetti di una globalizzazione senza regole che favorisce lo sfruttamento e la speculazione sul cibo”.

Gli italiani riscoprono la cultura del cibo

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’Expo è una grande opportunità per mettere in evidenza uno dei più importanti asset del nostro Paese: lo stile alimentare. Un evento che ci metterà fino ad ottobre al centro dell’attenzione internazionale e ci da la possibilità di concentrare l’attenzione sulla qualità e sulla sicurezza del cibo e dei prodotti alimentari. Un tema ormai essenziale per

il futuro poiché strettamente legato alla crescita demografica e a tutte le problematiche, conseguenti, della produzione alimentare e dell’approvvigionamento. Ma gli italiani sanno quando un alimento può essere considerato di qualità? E come si orientano nei consumi? L’Eurispes, in collaborazione con Coldiretti, ha indagato i comportamen-

ti di acquisto di un campione rappresentativo di cittadini italiani (1042, dai 18 anni in su) nell’ambito dei prodotti alimentari Made in Italy e di qualità. La grandissima maggioranza (84,5%) nei propri consumi alimentari privilegia prodotti Made in Italy. Ben l’80% controlla inoltre l’etichettatura e la provenienza dei prodotti alimentari.

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Sono più attenti alle caratteristiche degli alimenti


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L’abitudine di acquistare spesso prodotti a marchio Dop, Igp, Doc è meno frequente, ma messa comunque in pratica del 43,8% dei consumatori. Più di un terzo (34,4%) compra spesso prodotti alimentari biologici. Oltre un terzo invece di sceglie i prodotti più economici, indipendentemente dalla loro provenienza (34,8%). La quasi totalità degli italiani afferma di preferire gli alimenti di origine italiana, garanzia a loro avviso di qualità e di sicurezza ed espressione di un territorio in grado di produrre una varietà senza pari di eccellenze nel settore. Gli intervistati si presentano inoltre come consumatori quasi sempre attenti alle caratteristiche degli alimenti, come testimonia l’abitudine di leggere le informazioni riportate sulle etichette. D’altra parte, l’acquisto dei prodotti di eccellenza – quelli con marchio e quelli biologici – è un’abitudine diffusa solo in parte, si può presumere, per ragioni di costo. Non sono pochi gli italiani che nei propri consumi alimentari si dimostrano orientati non alla qualità ma al risparmio, scegliendo sempre l’offerta più economica senza tener conto della provenienza. Si tratta senza dubbio di una quota di consumatori lievitata nel corso di questi anni di pressante crisi economica. Mettendo a confronto le risposte fornite quest’anno con quelle del 2012 emerge una accresciuta propensione degli italiani a scegliere gli alimenti Made in Italy: lo fa l’84,5% contro il 77,6% di tre anni fa. È in aumento anche il numero di quanti controllano etichettatura e provenienza dei prodotti (80% contro 76,8%). Sebbene raccolga quasi il 50% consumatori, la ricerca della qualità

con l’acquisto di prodotti con marchio Dop, Igp, Doc rimane stabile (dal 43,8% del 2012 al 46,4% del 2015). Sono inoltre in lieve aumento i consumatori che affermano di scegliere in ogni caso gli alimenti più economici, indipendentemente dalla loro provenienza (passati dal 30,7% al 34,8%). I 18-24enni si distinguono rispetto alle fasce d’età più elevate per la minore propensione ad acquistare in modo privilegiato i prodotti alimentari Made in Italy: dichiara di farlo il 69,6%, contro percentuali superiori all’85% di tutte le altre classi di età. I giovanissimi (dai 18 ai 24 anni) sono anche meno abituati, rispetto agli altri, a controllare l’etichettatura e la provenienza dei prodotti alimentari (70,7%, a fronte di una media dell’80%) e sono anche quelli che affermano più spesso di privilegiare alimenti economici indipendentemente dalla provenienza (40,2%). Si nota dunque nei ragazzi una minore attenzione alla qualità ed alla provenienza italiana degli alimenti, rispetto agli adulti. Non si tratta probabilmente soltanto di minori disponibilità economiche dei più giovani, ma anche di una consapevolezza dell’importanza della qualità e del valore dei prodotti del territorio italiano che evidentemente cresce con gli anni. E le motivazioni sono chiare: si tratta di un’eredità di conoscenza che altrimenti andrà dispersa. Molto invece andrebbe fatto in termini di educazione e di divulgazio-

ne per accrescere una cultura della cibo e della buona alimentazione presso i più giovani. In conclusione, se i consumi alimentari rimangono fermi in questa difficile congiuntura, quelli legati al Made in Italy e alle produzioni di nicchia segnano invece un incremento: nelle scelte di molti italiani la qualità prevale sulla quantità. Nell’ambito di questa tendenza va letta anche la crescita dei farmer markets e della spesa a km zero, il cui successo testimonia la sensibilità verso il rispetto della stagionalità dei prodotti. Lo dimostrano la sempre maggiore diffusione dei punti vendita in Italia che aderiscono alla Campagna Amica promossa da Coldiretti. Queste iniziative rappresentano il tentativo di riavvicinare città e campagna, di accorciare la filiera, di riscoprire prodotti di stagione e territorio, di promuovere consumi alimentari consapevoli e responsabili. I princìpi cardine sono il rispetto della stagionalità e la volontà di valorizzare le peculiarità del territorio. E rappresentano una risposta concreta ai diffusi fenomeni di aggressione al Made in Italy che ledono la nostra immagine all’estero e disarticolano e colpiscono la nostra capacità di esprimere una cultura della qualità.


Il cambio del clima porta i vigneti sulle vette mo parallelo, l’ultima frontiera nord dell’olio d’oliva italiano. Negli ultimi dieci anni la coltivazione dell’ulivo sui costoni più soleggiati della montagna valtellinese è passata da zero a circa diecimila piante, su quasi 30 mila metri quadrati di terreno. Nella Pianura Padana si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee. Una situazione che ha avuto effetti straordinari in Sicilia dove Andrea Passanisi ha trasformato in opportunità il clima ormai torrido, coltivando i primi avocado Made in Italy, frutto tipicamente tropicale, a Giarre ai piedi dell’Etna. A Palermo invece grazie al microclima e alla posizione soleggiata, Letizia Marcenò, che ha sempre voluto puntare sulla diversificazione aziendale, riesce addirittura produrre le prime banane nostrane. Gli effetti si esten-

dono però anche ai prodotti tipici. Il riscaldamento provoca infatti anche il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l’affinamento dei formaggi o l’invecchiamento dei vini. Una situazione che di fatto mette a rischio di estinzione il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy che devono le proprie specifiche caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all’ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e proprio alla combinazione di fattori naturali e umani. Una sfida che mette alla prova la capacità dell’agricoltura di trovare l’innovazione nella tradizione, cercando di ottenere il meglio dai mutamenti economici e climatici. L’Expo serve anche raccontare la terra che cambia e come l’uomo cerca di adattarsi con i cambiamenti climatici che sono uno degli aspetti centrali della Carta di Milano.

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Importante nomina per Secondo Rabbione Entra nel Cda di Biver Banca Gruppo Cassa di Risparmio di Asti

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econdo Rabbione, vice direttore Coldiretti Asti e responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte, è entrato a far parte del Consiglio di Amministrazione di Biver Banca, già Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli ed oggi facente parte del Gruppo Cassa di Risparmio di Asti. La nomina di Rabbione, già componente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti è ancor più importante in quanto il Consiglio di Biver è stato ridotto da 15 a 9 componenti. Con queste nuove nomine il Cda Biverbanca risulta quindi composto dai confermati Aldo Pia (presidente uscente) Carlo Mario Demartini (già vice-

presidente), da Secondo Rabbione appunto, e da altri due astigiani, Giorgio Galvagno e Erminio Goria, più quattro componente, nominati dalle Fondazioni di Biella e Vercelli, Roberto De Battistini; Mario Maggia, Aldo Casalini, Eugenio Zamperone.

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l cambiamento climatico ha portato gli uliveti sulle Alpi e il vino tra le vette, mentre per la prima volta si è iniziato a produrre in Italia frutta esotica, dalle banane all’avocado. Ad affermarlo è una analisi della Coldiretti che, con l’arrivo del caldo, ha messo in mostra dal vivo i nuovi “frutti” Made in Italy del cambiamento climatico ad Expo nel padiglione della Coldiretti “No farmers no party” all’ingresso sud all’inizio del Cardo sul lato opposto all’albero della vita. Che l’Italia abbia la febbre è confermato dalla tendenza al surriscaldamento con ben nove dei dieci anni più caldi della storia che sono successivi al 2000. Dopo il 2014 che è stato il più bollente di sempre nella top ten degli ultimi 210 anni ci sono 2003, 2007, 2012, 2001, poi il 1994, 2009, 2011, 2000 e 2008, sulla base dei dati Isac Cnr. Secondo l’analisi della Coldiretti non solo il vino italiano è aumentato di un grado ma il surriscaldamento ha determinato un anticipo della vendemmia anche di un mese rispetto al tradizionale mese di settembre, smentendo quindi il proverbio “ad agosto riempi la cucina e a settembre la cantina”, ma anche quanto scritto in molti testi scolastici che andrebbero ora rivisti. Il caldo ha cambiato anche la distribuzione sul territorio dei vigneti che tendono ad espandersi verso l’alto con la presenza della vite a quasi 1200 metri di altezza come nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia di Aosta, dove dai vitigni più alti d’Europa si producono le uve per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop. Si è verificato nel tempo anche un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture come l’olivo che è arrivato alle Alpi. È infatti in provincia di Sondrio, oltre il 46esi-

Cambiamenti climatici

Sempre più ulivi al Nord Italia, si coltiva la frutta esotica


Staffetta a L’Aquila per Asti 2016 Il Consorzio Terre di Qualità al Raduno Nazionale Alpini

Associazionismo

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e eccellenze del nostro territorio erano presenti all’88° Raduno Nazionale degli Alpini. Dal 15 al 17 maggio scorso, nell’apposita area allestita nel Villaggio Adunata di L’Aquila, la città di Asti e la sua provincia hanno avuto un posto di rilievo per presentare, in qualità di prossima città e provincia ospitante, l’edizione 2016 dell’Adunata nazionale. C’erano anche i produttori agricoli di Coldiretti Asti Campagna Amica, riuniti nel Consorzio Terre di Qualità. Forte di oltre 100 imprenditori agricoli associati, il Consorzio Terre di Qualità ha potuto presentare le eccellenze agroalimentari, puntando in modo particolare sulla Barbera d’Asti Docg con il brand “Barbera Amica”, sulla Robiola di Roccaverano Dop, sul salame Cotto Monferrato e sul Crudo Piemonte. Saranno inoltre stati promossi i principali servizi offerti dagli operatori turistici rurali, i Punti Vendita, i Mercati e le Botteghe di Campagna Amica e, soprattutto gli Agriturismo Terranostra Campagna Amica, per presentare la migliore ricettività ed accoglienza proprio in vista della Adunata astigiana del maggio 2016. La missione di Coldiretti per L’Aquila 2015 è stata dunque proficua avendo potu-

In alto da sinistra in senso anti orario: Adriano Blengio, Presidente ANA di Asti; Luigi Franco, Responsabile Economico Coldiretti Asti presente all’Adunata nazionale di L’Aquila; Marco Reggio, presidente Consorzio Terre di Qualità.

to tracciare una ideale staffetta con Asti 2016: “Abbiamo voluto trasmettere – sottolinea Roberto Cabiale, presidente Coldiretti Asti – i nostri migliori sentimenti di benevola accoglienza per l’Adunata del prossimo anno. E’ stata l’occasione per presentare a tutti i convenuti a L’Aquila le eccellenze

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del nostro territorio, per altro da sempre molto apprezzate dagli Alpini. La trasferta di L’Aquila, fortemente voluta dalla sezione astigiana dell’Ana presieduta da Adriano Blengio, ha anche rappresentato il primo banco di collaudo per una proficua collaborazione nell’organizzare la grande Adunata di Asti”.


Una Coldiretti in salute, guarda ad Expo Partecipatissima assemblea provinciale il 29 aprile

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Nella foto a sinistra: Roberto Cabiale, Presidente Coldiretti Asti; nella foto a destra Antonio Ciotta, direttore Coldiretti Asti

“battaglia” che ha visto Coldiretti Asti combattere contro la burocrazia per fare abolire la Cosap, l’ingiusta tassa sui “passi carrai” decretata inapplicabile il 4 dicembre dal rinnovato Consiglio della Provincia di Asti ed in seguito rivista nei criteri di applicazione con l’esenzione per gli agricoltori. Ma venendo al rendiconto dell’andamento economico registrato nel 2014 dalla Federazione, approvato all’unanimità dall’Assemblea, anche quest’anno ha trovato un utile d’esercizio che ne conferma lo stato di salute e di costante affidabilità dell’Organizzazione. È stato il direttore, Antonio Ciotta, ad illustrare i dati dei bilanci, sia della Federazione provinciale che della società di servizi Impresa Verde Asti Srl. Il presidente provinciale Coldiretti, Roberto Cabiale, ha anche

voluto annunciare l’imminente impegno a Expo Milano. Coldiretti è impegnata su più fronti alla grande esposizione universale. Oltre all’attiva compartecipazione con l’architetto Balich all’affermazione del simbolo della manifestazione, “L’Albero della Vita”, Coldiretti ha disposto lungo il “Cardo” i suoi produttori di Campagna Amica ed è presente tutti i giorni nel padiglione Italia. Qui oltre ad una presenza istituzionale, al piano rialzato, in un’area denominata “Roof Garden”, propone le eccellenze della nostra agricoltura. “Vogliamo che Expo Milano – ha sottolineato Cabiale – si traduca in un’occasione per tutti i nostri produttori. Il 1° giugno proporremo ad Expo le produzioni dell’Astigiano con una degustazione “no stop” effettuata da almeno una quarantina di imprese agricole dell’Astigiano”.

Rappresentatività

Folto pubblico all’Assemblea Provinciale Coldiretti tenutasi il 29 aprile

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artecipatissima assemblea provinciale, il 29 aprile scorso, per Coldiretti Asti. Nella sala verde di corso Felice Cavallotti, c’erano i rappresentanti del Consiglio provinciale, i rappresentanti di zona e i presidente delle sezioni comunali. Tra questi anche il presidente emerito e presidente dell’Associazione provinciale e regionale Pensionati Coldiretti, Bruno Porta, calorosamente salutato dall’Assemblea, dopo un lungo periodo di assenza conseguente a un grave incidente. Il presidente Roberto Cabiale, oltre all’adempimento formale posto all’ordine del giorno per l’approvazione dei bilanci consuntivo e preventivo, ha voluto porre all’attenzione dell’Assemblea le principali tematiche sindacali affrontate nel corso del 2014. Una sintetica ma molto esaustiva relazione del direttore provinciale, Antonio Ciotta, ha ripercorso le tappe principali dell’anno dal punto di vista politico, economico e sociale. In particolare, alcune date rimarranno indelebilmente scritte nella nostra storia, come ad esempio il 22 giugno 2014 quando l’Unesco ha assegnato il 50° sito all’Italia con il riconoscimento de “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe – Roero e Monferrato”. Il direttore Ciotta ha anche posto l’accento sui principali traguardi tagliati da Coldiretti Asti, come gli accordi di filiera per gli ortaggi, con l’accordo con Saclà e il “Progetto Vino” con il forte valore aggiunto dato ai produttori di uve e la nascita del brand “Barbera Amica”. Da rimarcare la grande


Gli allevatori astigiani a un bivio storico Si è tenuta l’ultima Assemblea Apa la prima della Spa

Associazione Allevatori

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i è proprio chiusa un’epoca con l’Assemblea dell’Associazione Provinciale Allevatori, Apa di Asti, tenutasi domenica 3 maggio all’agriturismo “La Valle” di frazione Serravalle. Non solo è stata la prima assemblea senza l’indimenticato e storico presidente, Rino Cerrato, ma è stato anche sancito ufficialmente l’incorporamento definitivo con l’Associazione Regionale Allevatori del Piemonte, Arap. L’importante assise ha anche dovuto approvare l’ultimo bilancio economico, passato all’unanimità anche perchè porta in dote all’aggregazione regionale una cospicua riserva di liquidità e una sede di proprietà. Tutto questo è stato necessario per la drastica riduzione dei finanziamenti pubblici ai servizi istituzionali svolti dalle associazioni, ossia i controlli negli allevamenti attraverso i tecnici di campagna, la tenuta dei libri genealogici e delle anagrafe degli animali. “Con l’unione delle singole Apa provinciali – ha sottolineato il direttore Arap, Tiziano Valperga – è stato possibile riorganizzare l’attività e rimodulare il personale in base alle effettive esigenze degli allevatori. Dobbiamo ringraziare gli amministratori dell’Apa di Asti per l’occulatezza nella gestione economica e per aver creduto, forse più di ogni altro, che l’unica strada per poter mantenere i servizi era qualla dell’aggregazione a livello regionale”. L’eccellente performace economica dell’Apa di Asti registrata negli anni è frutto anche

Si concretizza la regionalizzazione dell’Associazione degli allevatori in seno all’ARAP Sopra: un momento dell’Assemblea Apa tenutasi il 3 maggio scorso; a lato il direttore Arap Tiziano Valperga e il presidente Apa, Franco Serra

di una realtà zootecnica sempre molto importante. Con 367 allevamenti bovini e 19.815 capi iscritti ai libri genealogici, più 48 allevamenti ovicaprini con 2.327 capi e 31 allevamenti equini, la pur piccola provincia di Asti si posiziona al terzo posto in Piemonte per numero di allevamenti e capi allevati, dietro solo a Cuneo e Torino. Praticamente l’Apa di Asti conta 1 animale iscritto ogni 9 abitanti, o se preferite, escludendo i cavalli, oltre 50 animali ogni allevamento. L’assemblea ha inoltre provveduto al rinnovo della cariche sociali della nuova aggregazione di rappresentanza degli allevatori della provincia di Asti, rinomina Sezione Provinciale Allevatori, Spa di Asti, che diventa a tutti gli effetti parte integrante dell’Associazione Regionale Allevatori ARAP.

Visti i risultati positivi del Consiglio direttivo uscente, l’Assemblea non ha fatto altro che confermare tutti i componenti. “La riconferma di tutti vertici – ha rimarcato il Presidente Apa, Franco Serra – è il frutto di un’affiatamento crescente in questi tre anni di duro e proficuo lavoro. Sono stati anni difficili, abbiamo dovuto riqualificare il personale (qualcuno è stato accompagnato senza conseguenze alla pensione) e siamo riusciti a garantire i servizi agli allevatori nonostante i tagli subiti”. Ma l’Assemblea è anche stata l’occasione per discutere delle principali problematica degli allevatori. Il vicepresidente di Coldiretti Asti, Andrea Rabino, ha ripercorso le importanti iniziative di Campagna Amica che hanno permesso di incentivare la vendita diretta dal produttore


puntato sulla linea vacca-vitello. Gli allevatori dell’Astigiano sono dunque stati gli apripista per un’unione regionale che nelle prossime settimane cooinvolge-

rà le province di Cuneo e Vercelli, poi in giugno la nuova assemblea piemontese delinearà la strada per il coinvolgimento delle altre province.

Aderenti all’Arap-Spa Asti BOVINI RAZZA

ALLEVAMENTI

VACCHE

CAPI

PIEMONTESE

353

7.709

19.078

FRISONA

9

240

507

PEZZATA ROSSA

4

63

94

42

80

2

25

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8.079

19.815

METICCIA LIMOUSINE TOT. OVICAPRINI RAZZA

ALLEVAMENTI

CAPI

CAPRINI SANEN

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2

CAPRINI CAMOSCIATA

8

895

CAPRINI ROCCAVERANO

9

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PECORA DELLE LANGHE DA LATTE

1

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ROCCAVERANO

23

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LANGHE

6

173

EQUINI

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RAZZE OVICAPRINE IN VIA DI ESTINZIONE:

Associazione Allevatori

In alto da sinistra in senso orario: Andrea Rabino; Franco Serra; Rino Cerrato; Tiziano Valperga

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numero 6 – 2015

al consumatore con la nascita delle agri macellerie, salumeria e latterie. Rabino ha anche garantito il massimo impegno per ottenere la tanto attesa IGP Vitellone Piemontese: “Coldiretti ha attivato ad Expo Milano una importante opera di valorizzazione delle eccellenze e per la zootecnica ha previsto, da qui ad ottobre, di promuovere il Vitellone Piemontese. Si spera – ha rimarcato Rabino - che il contesto internazionale dell’Expo possa spingere l’Unione Europea ad un’accellerazione dell’iter di riconoscimento dell’Indicazione Geografica Protetta”. Un importante obbiettivo già raggiunto, dopo anni di duro lavoro, ha invece sottolineato il vice presidente di Coldiretti Asti, è stato l’inserimento nella nuova Pac del premio per le fattrici, un aiuto concreto per chi ha


Attivo il servizio commerciale Arap

Contattando il numero 327 7340360 si può usufruire dei servizi

Associazione Allevatori

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on il passaggio dall’Apa alla Spa di Asti e la nascita di una rinnovata aggregazione regionale, gli allevatori astigiani hanno ora la possibilità di usufruire del servizio commerciale dell’Arap. Grazie all’acquisto di un furgone per raggiungere tutti gli allevamenti e la collaborazione di Giorgio Pavanello, ora l’Arap è in grado di estendere nella nostra provincia gli importanti servizi già in atto nella provincia di Cuneo. Contattando Pavanello al numero telefonico 327 7340360 gli allevatori potranno ricevere le forniture e i rabbocchi dei contenitori di azoto direttamente a domicilio, attivare i piani di accop-

Giorgio Pavanello

piamento dei programmi Pac Anaborapi e Webpac Anafi, usufruire di seme taurino di tutte le principali razze (sessati, genomici ecc...), aderire ai servizi disinfezione ricoveri. Inoltre si possono acquistare a prezzi agevolati, i prodotti per

Confermato il direttivo Apa anche nella Spa

La neonata Sezione Provinciale degli allevatori in seno all’Arap

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on l’Assemblea del 3 maggio scorso, come detto, cessano le funzioni dell’Apa e si attiva la Sezione Provinciale Allevatori della provincia di Asti in seno all’Assaciazione Regionale Allevatori del Piemonte. Il primo consiglio direttivo della Spa, dopo regolare votazione dell’Assemblea, è formato dagli stessi componenti che hanno gestito

l’Apa per il suo ultimo triennio: Franco Serra, Domenico Viarengo, Gianfranco Lisa, Renzo Allegretti, Valter Cantone, Renato Cardona, Mario Casetta, Piero Garrone, Simone Grappiolo, Andrea Rabino, Silvio Simonazzi. Fra questi sono stati confermati anche i presidenti delle sezioni: Mario Casetta per la razza Frisona; Simone Grappiolo per gli ovicaprini; Andrea

Razza Piemontese in vetrina numero 6 – 2015

la detergenza e sanificazione degli impianti di mungitura e igiene della mammella, i moschicidi e ratticidi (lampade, trappole ecc...) e molti altri prodotti zootecnici, dai guanti e i gambali, dai filtri alle guaine, dalle reti e alle marche auricolari.

Rabino per la razza Piemontese; Silvio Simonazzi per la sezione equina. I delegati a rappresentare la Spa di Asti nell’ambito dell’Arap sono: Franco Serra, Domenico Viarengo, Gianfranco Lisa, Renato Cardona, Mario Casetta, Simone Grappiolo, Andrea Rabino. La riunione del prossimo Consiglio provvederà alla nomina del presidente della Spa di Asti.

Confermata anche per il 2015 le principali fiere zootecniche

L

’Assemblea dell’Apa, ora Spa, ha confermato il suo impegno per la promozione della razza bovina Piemontese anche attraverso la collaborazione con le principali fiere zootecniche dell’Astigiano. In particolare, nonostante la congiuntura economica negativa, grazie a una

stretta sinergia con i comuni e altri enti, sono confermate anche per il 2015 le sette principali fiere della Piemontese: Tigliole, Monastero Bormida, Calamandrana, San Giorgio Scarampi (castrato), Valfenera, e le due del bue grasso di Moncalvo e Nizza Monferrato.


Domande Pac: proroga al 15 giugno

L

a Conferenza Stato Regioni ha approvato il decreto del Ministero delle Politiche agricole di proroga della domanda Pac al 15 giugno 2015. Inoltre è stato pubblicato sulla G.U. dell’Ue del 12 maggio 2015 anche il regolamento di esecuzione 2015/747 della Commissione che prevede la proroga dell’ultimo giorno utile per la presentazione della domanda dal 15 maggio al 15 giugno per il solo 2015. La proroga riguarderà sia le domande di aiuto per i pagamenti diretti sia le domande di pagamento dello sviluppo rurale per le misure collegate alla superficie. La modifica approvata prevede che la data per le modifiche alla domanda unica o alla domanda di pagamento passi dal 31 maggio al 15 giugno, facendola coincidere con il termi-

ne ultimo di presentazione della domanda unica 2015 (15 giugno 2015). In sostanza è stata eliminata la possibilità di modifica delle domande senza l’applicazione della penalità nei 15 giorni successivi alla scadenza della domanda. Rimane invariata la possibilità di presentazione delle domande tardive con l’applicazione di penalità (1% per ogni giorno di ritardo) nei 25 giorni successivi l’ultimo giorno utile per la presentazione della domanda corrispondente. Il decreto Mipaaf, ora alla firma del ministro prevede che per l’anno 2015, i termini stabiliti dall’articolo 7, comma 1, e dall’articolo 12, comma 4, del decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali 18 novembre 2014, sono postici-

pati al 15 giugno 2015. Per l’anno 2015, le modifiche alla domanda unica, apportate ai sensi dell’articolo 15 del regolamento (UE) n. 809/2014, sono comunicate per iscritto all’organismo pagatore competente entro il 15 giugno 2015. Il termine stabilito dall’articolo 28, comma 3 del decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali 18 novembre 2014, è posticipato al 15 ottobre 2015. Per l’anno 2015, le Autorità di gestione dei programmi di sviluppo rurale possono posticipare il termine per la presentazione delle domande relative alle misure a superficie e all’indennità compensativa fino al 15 giugno 2015. Sempre per l’anno 2015, il termine per l’aggiornamento del fascicolo aziendale è fissato al 15 giugno 2015.

Integrazioni al reddito agricolo

Stesso termine anche per l’aggiornamento del fascicolo aziendale

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Il fenomeno Ruchè, il “Barolo del Monferrato” Un vino che non conosce crisi, anzi in forte ascesa

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abato 9 e domenica 10 maggio si è svolta alla Mercantile la Festa del Ruchè di Castagnole Monferrato. Giunta all’ottava edizione possiamo dire abbia decretato la definitiva affermazione di questo vino. Al sabato sera i produttori (una trentina i presenti su un totale di quasi quaranta) hanno dovuto limitare gli ingressi per eccesso di pubblico. Sono stati venduti oltre mille calici da degustazione e oltre 3 mila bottiglie. Questa piccola Denominazione di Origine Controllata e Garantita viene prodotta in 7 comuni, oltre a Castagnole Monferrato, a Grana, Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo, Viarigi. “In totale con l’annata 2014 sono state imbottigliate 800 mila bottiglie”, ci spiega Luca Ferraris che è il rappresentante del vino Ruchè di Castagnole Monferrato in seno al Consorzio di Tutela ei Vini d’Asti. “Ad inizio anni Duemila si producevano meno di 100 mila bottiglie ed è in queste ultime tre annate che abbiamo registrato un vero exploit, si è passati da 420 mila bottiglie vendute, alle 630 mila dell’annata 2013 e appunto alle 800 mila attuali, praticamente con un incremento annuo del 2530%”. Il Ruchè non conosce crisi e, vista la propensione a collocarsi nella fascia alta dei mercati, è stato già ribattezzato il “Barolo del Monferrato”. “E pensare – rileva Ferraris – che negli anni Settanta e Ottanta era quasi scomparso, qui si preferivano Barbera e Grignolino. Poi c’è stata una svolta, paradossalmente agevolata dalla

In soli due giorni di festa sono state vendute oltre mille degustazioni e tremila bottiglie. Ogni anno la produzione aumenta del 30% e da meno di 100 mila bottiglie degli anni Duemila, siamo arrivati a 800 mila bottiglie vendute con un alto valore aggiunto Luca Ferraris, rappresentante del vino Ruchè di Castagnole M.to in seno al Consorzio di Tutela dei Vini d’Asti; sotto: degustazione del Ruchè

Flavescenza Dorata, la malattia della vite alla quale il Ruchè è più resistente di altre varietà. Ma soprattutto grazie ad alcuni produttori che hanno sempre creduto nelle potenzialità di questo vino, penso ad esempio ai Crivelli, ai Gatto ai Cavallero. In questi ultimi anni, grazie all’attività del Consorzio, con la partecipazione alle fiere più importanti, come il ProWein di Dusseldorf, abbiamo anche allargato i confini”. Oggi il 30% di Ruchè viene venduto all’estero, in mercati come Stati Uniti e Giappone, dove il valore aggiunto è maggiore. “Forse anche perchè- sottolinea Ferraris – il gusto del Ruchè è unico e non si trova in nessuna altra parte del mondo. E poi perchè in questi ultimi anni il livello qualitativo è cresciuto molto. Chi ha vissuto tutte e otto le edizioni della nostra Festa può testimoniare la crescita qualitativa. Della quarantina di produttori, una decina produce circa il 70% del prodotto totale e questo agevola anche un’of-

ferta uniforme sui mercati”. Per altro, quando si parla di un vino con peculiarità particolari non lo si fa a caso. Il Ruchè è un vino particolarmente difficile da produrre. “Anche la gestione in vigneto delle uve – aggiunge Ferraris non è facile. Pensate che coltivare Ruchè significa avere costi superiori quattro volte rispetto a un vitigno internazionale, come Cabernet, Merlot o Syrah. Poi gestire la fermentazione di un prodotto che in ogni caso supera sempre i 14 e anche i 15 gradi, è sempre molto difficoltoso. Quando è stato rivisto il disciplinare produttivo – conclude Ferraris – si è deciso di eliminare la tipologia amabile e di puntare tutto sul secco, non solo perchè i grandi vini sono tutti ben strutturati e tannici, ma soprattutto perchè la tipologia amabile era il “salvagente” quando qualcosa andava male in cantina. Oggi non è più così e il Ruchè è il nostro Barolo del Monferrato”.


Ruchè se lo assaggi ti innamori

Il caso degli australiani ogn settimana in visita nel Monferrato

N

l’anno. Il Ruchè incontra i favori soprattutto dei giovani, è apprezzato dalle donne e pe-

netra meglio nei mercati Usa, dove le mode enoiche solitamente arrivano per prime.

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Sopra: uno dei gruppi di turisti australiani che ogni mercoledì visitano il Museo delle Contadinerie di Castagnole M.to

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onostante l’ascesa nel gotha enologico sia relativamente recente, il Ruchè di Castagnole Monferrato ha saputo fin da subito ritagliarsi una dimensione internazionale importante. È un vino con peculiarità particolari e chi lo conosce se ne innamora. È il caso dei titolari di una agenzia turistica australiana che con il Ruchè hanno deciso di lavorarci. Visitando il museo delle contadinerie allestito nei crutin di Luca Ferraris, ci siamo imbattuti in un gruppo di turisti arrivati da Sidney e ogni settimana dall’Australia ne arrivano altrettanti, per tutto


Uno sportello per il “Mercato Elettronico” Abilitato da Consip e Coldiretti Asti per le forniture alle pubbliche aministrazioni

Mepa

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l Mercato Elettronico della PA (MEPA) è uno strumento di eProcurement pubblico, gestito da Consip per conto del Ministero Economia e Finanze. Si tratta di un mercato interamente virtuale in cui le amministrazioni acquirenti e i potenziali fornitori si incontrano, negoziano e perfezionano on line contratti di fornitura legalmente validi. L’utilizzo della firma digitale infatti permette a PA e fornitori di conferire valore legale ai documenti pubblicati e consentire il perfezionamento dei contratti di acquisto. Le PA possono ricercare, confrontare ed acquisire i beni ed i servizi, per valori inferiori alla soglia comunitaria, proposti dalle aziende fornitrici “abilitate” a presentare i propri cataloghi sul sistema. I prodotti ed i servizi sono presentati in cataloghi strutturati e descritti nel rispetto di formati standard e secondo le regole e le condizioni definite da Consip per ciascun bando merceologico. Gli acquisti possono essere effettuati secondo 2 modalità: l’Ordine diretto (ODA), cioè l’acquisto diretto da catalogo in base alle offerte pubblicate dai fornitori, o la Richiesta di offerta (RdO) grazie alla quale l’amministrazione può richiedere ai fornitori, selezionandoli liberamente tra quelli abilitati, diverse e ulteriori offerte personalizzate sulla base di

specifiche esigenze. Per le imprese, l’utilizzo del Mepa che ha prima vista può apparire come una limitazione, in realtà può e deve essere un’opportunità. Infatti il Mepa permette la disponibilità di un nuovo canale di vendita verso la PA senza spese di ammissione con conseguente ampliamento del mercato potenziale e della visibilità della propria offerta. Col mercato elettronico si riducono anche i tempi e i costi di vendita derivanti dalla riduzione dei costi di intermediazione e di gestione del processo di vendita. Inoltre è possibile una sensibile riduzione della documentazione da presentare per ogni gara e una maggiore snellezza e velocità delle fasi di presentazione dell’offerta grazie anche alla chiarezza e completezza della documentazione di bando già predisposta. Possono richiedere l’abilitazione al Mercato Elettronico tutte le imprese che abbiano prodotti presenti nei capitolati tecnici dei bandi pubblicati nel Mepa. Tra le categorie merceologiche ci sono anche tutti i prodotti alimentari. Sul sito internet www. acquistinretepa.it si possono trovare tutte le categorie merceologiche e tutte le istruzioni per partecipare ai bandi. Le imprese che vogliono abilitarsi presso lo sportello dovranno essere munite di:

• Kit di firma digitale (smart card) del legale rappresentante e pin; Lettore smart card compatibile con la firma; ovvero Business Key; • La visura camerale per indicare i dati identificativi dell’impresa: la sede legale, i dati del registro imprese, Amministratori, Poteri, l’oggetto sociale. • Dati di Iscrizione all’INPS per indicare la Matricola aziendale INPS; • Dati di Iscrizione all’INAIL per indicare il Codice Ditta INAIL e la Posizione Assicurativa Territoriale P.A.T.; CCNL applicato ed il Settore. Saranno inoltre richieste le seguenti dichiarazioni: • Fatturato specifico relativo all’anno precedente la richiesta; • 1 catalogo cartaceo/ elettronico con i prodotti che si vogliono inserire nel catalogo on line. Per aiutare le imprese ad abilitarsi, Consip e Coldiretti hanno attivato anche ad Asti uno Sportello per ricevere spiegazioni sulle modalità di utilizzo del Mercato Elettronico, per presentare la domanda di abilitazione e per essere assistite anche in seguito ad operare sul Mercato Elettronico. Lo Sportello è abilitato presso Coldiretti Asti in Corso Felice Cavallotti 41, telefono 0141.380.412.


ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Utilizzo del legno per l’affinamento dei vini 2

In questa seconda parte trattiamo la composizione del legno è complessa; esso è composto principalmente da cellulosa, emicellulosa, lignina e tannini idrolizzabili. Il legno europeo presenta una maggior quantità di tannini estraibili rispetto a quello americano. I tannini hanno scarsa incidenza organolettica ma rivestono una grande importanza nei fenomeni di affinamento per la loro facile ossidabilità. A cura di Secondo Rabbione, Resp. Centro Studi Vini del Piemonte lineare di unità di glucosio che rappresenta il 40-45% in peso del legno secco; durante l’affinamento si staccano delle unità di glucosio dalla catena per dare origine al cellobioso, che può agire da nutriente dei lieviti contaminanti Brettanomyces. L’emicellulosa ha una composizione più complessa costituita da una miscela di polisaccaridi, soprattutto di zuccheri a cinque atomi di carbonio (xilosio e arabinosio) e a sei atomi di carbonio (galattosio, ramnosio e mannosio); essa costituisce il 25-35% del peso del legno secco. La lignina del legno di quercia è un polimero tridimensionale costituito dalla copolimerizzazione di due alcoli idrossicinnamilici che sono l’alcol coniferilico e l’alcol sinapilico. Essa rappresenta il 20-25% del peso secco del legno. I prodotti derivati dalla pirolisi

(tostatura) delle lignine vengono classificati in due gruppi: come metossilati quando sono riferibili all’alcol coniferilico (dando origine ad alcuni sentori derivanti da vanillina, eugenolo-chiodi di garofano, guaiacolo); come dimetossilati quando sono riferibili all’alcol sinapilico (dando origine ad altri sentori derivanti dal siringolo-affumicato, acetosiringone, siringaldeide). I tannini idrolizzabili sono copolimeri dell’acido gallico ed ellagico con gli zuccheri. Essi rappresentano il 5 – 10% del peso secco del legno. I più abbondanti tannini delle specie europee sono la vescalagina e la castalagina . Il legno europeo presenta una maggior quantità di tannini estraibili rispetto a quello americano. A seguito della stagionatura e tostatura i tannini vengono de-

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on il numero precedente abbiamo iniziato un percorso dedicato all’affinamento ed invecchiamento dei vini in contenitori di legno; si è parlato in particolare dei vari tipi di legno impiegabili, delle specie botaniche e delle zone geografiche di provenienza. In questo numero parleremo delle caratteristiche di un buon legno e della sua composizione. Tra le caratteristiche di un buon legno occorre annoverare la sua robustezza e resistenza meccanica, la sua lavorabilità (curvatura, elasticità e flessibilità), la ridotta presenza di nodi, la presenza di venature diritte, l’assenza di aromi indesiderati (assenza di componenti aromatici non compatibili con la natura del vino) e la presenza di un buon contenuto di tannini. Nella fabbricazione delle botti viene impiegato solo il durame, ossia la parte morta più interna del tronco, che assume solo funzioni di sostegno, dove i grossi vasi di trasporto sono stati ostruiti da corpi ed escrescenze che garantiscono la tenuta del legno. Non può essere utilizzata la parte viva, permeabile e meno resistente (corteccia, alburno). Le doghe più scure provengono dalla parte più interna del durame (più povera di ellagitannini) mentre il legno più chiaro è quello più vicino all’alburno e più ricco di tannino. La composizione del legno è complessa; esso è composto principalmente da cellulosa, emicellulosa, lignina e tannini idrolizzabili. La cellulosa è un polisaccaride composto da una lunga catena

Misura 111-1B

Gli effetti sui vini della composizione legnosa e dei trattamenti


ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

Misura 111-1B

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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naturati e quindi non conferiscono astringenza al vino. Hanno un ruolo importante nei distillati nei quali trasmettono fragranza. Reagiscono con l’ossigeno molecolare (in presenza di rame, ferro o manganese) formando perossidi che ossidano l’alcol etilico ad aldeide acetica. Nei distillati più molecole di alcol reagiscono con l’etanale formando acetale, che imprime un odore etereo ai distillati. Come detto il rovere europeo risulta più ricco di tannini rispetto a quello americano. ll vino penetra nella doga per una profondità di circa 4-8 mm e dall’entità della penetrazione deriva il livello della solubilizzazione dei tannini. I tannini che vengono ceduti per primi al vino sono quelli meno

polimerizzati, con molecole più piccole. Considerata la loro bassa concentrazione (100-250 mg/L) hanno scarsa incidenza organolettica ma rivestono una grande importanza nei fenomeni di affinamento per la loro facile ossidabilità. Il legno non tostato o a tostatura leggera (anche nel caso dell’uso di frammenti di legno o chips) rilascia una quantità superiore di tannini e risulta quindi più adatto per la stabilizzazione del colore. Possiedono azione antiriducente, diminuendo il rischio di formazione di tioli e composti solforati. Al pH del vino vengono idrolizzati, generando acido gallico e soprattutto acido ellagico, che può dare origine a precipitati. Questi due acidi sono facilmente

ossidabili e possono partecipare all’imbrunimento dei vini bianchi conservati in legno. Oltre ai tannini, durante l’affinamento possono essere ceduti al vino altri composti non volatili, quali i polisaccaridi. Essi si originano in particolare durante le fasi di piegatura del legno. I fenoli colorati più stabili si legano ai polisaccaridi ceduti dal legno di rovere (al pari di quelli ceduti dall’uva), conferendo sensazioni di rotondità, volume e grasso che danno corpo e struttura al vino. Essi, durante l’affinamento, rivestono un ruolo importante nella protezione del colore perché possono esercitare una azione di protezione indiretta sugli antociani, contrastando le precipitazioni di bitartrato che precipitano gli antociani liberi.

Iscrizione vini alle denominazioni Entro giugno occorre presentare anche le variazioni

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ntro il 30 di giugno le variazioni di idoneità e nuove iscrizioni Dop per i vigneti in preparazione alla prossima vendemmia. I produttori che intendono iscrivere nuovi vigneti alle denominazioni o variare le denominazioni nell’ambito delle potenzialità del proprio vigneto, devono effettuare le richieste tramite il proprio fascicolo aziendale. Le casistiche che potrebbero richiedere l’iscrizione: a) Superfici vitate già esistenti e iscritte allo schedario senza una idoneità, che in base alle caratteristiche tecnico produttive possono essere iscritte ad una denominazione;

b) Variazione di idoneità da una denominazione ad un’altra nell’ambito delle quali non è permessa la scelta vendemmiale in rivendicazione. Esempio: “ Barbera d’Asti scelta vendemmiale non consentita verso Barbera del Monferrato”; in questo caso il produttore entro il termine del 30 giugno dovrà assolutamente optare per la variazione dell’idoneità, il procedimento permetterà la rivendicazione in vendemmia della denominazione Barbera del Monferrato. c) Nuovi impianti non ancora iscritti tramite il procedimento di impianto/iscrizione effettuato tramite unica comunicazione. Il conduttore quindi che inten-

de iscrivere allo schedario una superficie idonea alla rivendicazione di una denominazione o variarne l’idoneità dovrà presentare una dichiarazione alla Provincia competente per territorio entro il 30 giugno tramite il proprio fascicolo aziendale. La dichiarazione deve essere predisposta e presentata, utilizzando la procedura informatizzata di compilazione predisposta dalla Regione Piemonte su “estirpo – impianto vigneto” nell’ambito del Sistema Agricolo Piemontese. Come al solito tecnici Coldiretti sono a disposizione per la verifica e la compilazione del procedimento su citato.


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Manuale di Autocontrollo Aziendale H.A.C.C.P.

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gni azienda agricola che coltiva e/o trasforma alimenti ha l’obbligo di possedere, compilare ed aggiornare annualmente il Manuale di Autocontrollo Aziendale (H.A.C.C.P.). L’operatore del settore alimentare che intende iniziare, cessare, effettuare la variazione dei dati identificativi e ad ogni modifica o integrazione significativa della tipologia di attività, delle strutture o del ciclo produttivo delle seguenti attività: • la produzione primaria in generale • la produzione e/o la vendita all’ingrosso e/o al dettaglio di alimenti in sede fissa e/o su aree pubbliche • il trasporto e/o lo stoccaggio • l’attività di preparazione ai fini della somministrazione e/o la somministrazione di alimenti (compresi gli agriturismi)

• l’attività di affittacamere e bed & breakfast, con somministrazione di alimenti (prima colazione), anche in forma non professionale ha l’obbligo di notificare tutti gli stabilimenti del settore alimentare (dove per stabilimento si intende ogni singola unità dell’impresa alimentare e ogni singolo locale), che eseguono una qualsiasi delle fasi di produzione, trasformazione, trasporto, magazzinaggio, somministrazione e vendita. Rientrano tra le attività inerenti la preparazione e/o la somministrazione di alimenti in occasione di manifestazioni temporanee (sagre, fiere, feste popolari, manifestazioni politiche, ecc.), anche per la sola vendita di un bicchiere di vino durante manifestazioni pubbliche. La SCIA SANITARIA (ex Autorizzazione Sanitaria) si inoltra al

SUAP di appartenenza tramite posta certifica (PEC) e firmata digitalmente. Non si può presentare a mano direttamente al SUAP e non si può presentare direttamente all’ASL. L’operatore del settore alimentare, inoltre ha l’obbligo di compilare e detenere in azienda il REGISTRO DEI TRATTAMENTI FITOSANITARI (QUADERNO DI CAMPAGNA) poiché in sede di controllo viene richiesto dalle autorità competenti con il Manuale di Autocontrollo (HACCP). Gli obblighi sopra accennati sono previsti dalla normativa igienico sanitaria, con pesanti sanzioni per gli inadempienti che variano da un minimo di 500 € ad un massimo di 30.000 €.Per ogni ulteriore informazione è possibile contattare presso Coldiretti di Asti: Dott. sa Tiziana Saba, al 335.7502087 oppure al 0141.380439.

Misura 111-1B

Adempimenti alla normativa igienico-sanitaria

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La prelazione agraria in caso di vendita di terreni agricoli

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on la recente sentenza n. 6904 del 7 aprile 2015 la Corte di Cassazione si è pronunciata per la prima volta sulla questione relativa alla spettanza o meno del diritto di prelazione e di riscatto agrario al nudo proprietario del terreno agricolo confinante con quello oggetto di vendita.La Corte di Cassazione ha fornito una interpretazione stringente del dato testuale dell’articolo 7 della legge n. 817 del 1971 in base al quale il diritto di prelazione agraria (nonché lo speculare diritto di riscatto) spetta

al coltivatore diretto proprietario di terreni confinanti con fondi rustici offerti in vendita purché sugli stessi non siano insediati affittuari coltivatori diretti. Secondo i giudici di legittimità la norma prevede ipotesi tassative in cui viene limitato il diritto del proprietario di un terreno agricolo di alienarlo ad un soggetto liberamente scelto e, di conseguenza, ove il confinante che intende esercitare la prelazione sia titolare soltanto della nuda proprietà a questi non può essere riconosciuto tale diritto potestativo. La pronuncia della Corte

di Cassazione è per Coldiretti condivisibile essendo fondata sull’indiscutibile argomento logico secondo cui il nudo proprietario non ha poteri di godimento del bene, che spettano all’usufruttario, per cui non può essere considerato al pari di un proprietario coltivatore diretto che, in ragione della contiguità del proprio terreno con quello posto in vendita, deve essere invece giustamente preferito, sempreché il terreno oggetto di compravendita non sia condotto da un affittuario coltivatore diretto.

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Sentenza Cassazione: non è riconosciuta al confinante nudo proprietario


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Dispositivi di protezione individuale Negli interventi di difesa fitosanitaria

Misura 111-1B

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on l’avvento della stagione primaverile e l’inizio dei primi trattamenti sulle colture diventa di fondamentale importanza l’argomento “dispositivi di protezione individuale”. L’utilizzo di prodotti fitosanitari può comportare un’esposizione per l’operatore ad un rischio chimico più o meno elevato in funzione della tossicità e delle caratteristiche del prodotto stesso, della durata dell’esposizione, della frequenza, delle modalità d’uso e delle vie di assorbimento. Si ricorda che in tutti i casi occorre munirsi di idonei dispositivi, anche nelle aziende che non si avvalgono di manodopera dipendente; chi non ottempera a questo obbligo è soggetto a sanzione da parte degli organi ispettivi. Per Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) si intende qualsiasi dispositivo o articolo destinato a essere indossato o tenuto da una persona affinché essa sia protetta nei confronti di uno o più rischi che potrebbero metterne in pericolo la salute e la sicurezza. I dispositivi si definiscono “individuali” in quanto in dotazione a ogni singolo lavoratore che effettua i trattamenti fitosanitari, pertanto non possono essere condivisi con altri. Il lavoratore e responsabile dello stato di conservazione e manutenzione dei DPI e deve provvedere alla sostituzione di quelli usurati o i ricambi per il loro corretto funzionamento.I DPI devono rispondere ai requisiti previsti dal D. Lgs. 475/1992 e devono sempre possedere obbligatoriamente la dichiarazione di conformità CE, la marcatura CE e la nota informativa. I DPI sono classificati in tre categorie a seconda del rischio dal quale devono proteggere.

L’utilizzo dei prodotti fitosanitari può comportare anche l’impiego di DPI appartenenti alla 3° categoria. In tal caso e obbligatorio sottoporre i lavoratori ad un corso di addestramento al termine del quale lo stesso deve dimostrare di essere in grado di utilizzare correttamente i DPI richiesti. La responsabilità riguardo l’adozione, la scelta e il mantenimento in efficienza del DPI e attribuibile al Datore di lavoro (aziende con dipendenti) o dall’operatore, il quale all’atto dell’acquisto verifica che questi siano: • adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore; • adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro; • tengano conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore; • adattati all’utilizzatore secondo le sue necessità. • All’atto dell’acquisto, i dispositivi devono essere corredati di: • dichiarazione di conformità CE • apposizione della marcatura CE sul DPI e sull’imballaggio • nota informativa redatta anche in italiano

A seconda delle operazioni che verranno svolte possono essere utilizzati differenti tipi di prodotto fitosanitario. Ad esempio per la manipolazione delle confezioni vuote da smaltire ed in alcuni casi durante la preparazione della miscela, si possono utilizzare indumenti quali grembiuli, guanti e stivali, in quanto il rischio e limitato ad alcune parti del nostro corpo, mentre in altre situazioni dovranno essere impiegati indumenti a copertura totale come le tute. Con il prossimo numero de “Il Notiziario Agricolo” inizieremo la pubblicazione dei principali dispositivi di protezione individuali.


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Controlli sulla sicurezza degli edifici rurali

Purtroppo sono molti i requisiti richiesti dagli enti ispettivi

TRAUMATISMI DOVUTI A CONTATTO CON GLI ANIMALI: possono verificarsi in locali di stabulazione e/o sala di mungitura. Adeguamento locali di stabulazione: deve essere previsto per gli operatori un sistema di vie di fuga dai recinti degli animali. Alcune delle ubicazioni più frequenti dei varchi di fuga devono essere predisposti: • negli angoli delle testate delle corsie e dei recinti di stabulazione; • sui lati lunghi delle barriere che delimitano le aree di stabulazione (indicativamente un punto di fuga ogni 20- 25 m); • in corrispondenza delle rampe per il carico dei bovini su

Per i recinti dei tori, oltre ai varchi già descritti, si suggerisce di realizzare il contenimento con elementi tubolari posti in verticale, distanti tra loro 0,35 m, in modo da disporre di varchi di fuga su tutto il perimetro del recinto. Adeguamento sala mungitura: Per garantire una posizione dell’operatore ergonomicamente corretta, il livello del pavimento della fossa del mungitore deve trovarsi ad una quota inferiore di circa 1 m rispetto alla quota del pavimento delle poste di mungitura (valori indicati in vari studi sono compresi nel campo 0,9 – 1,10 m).

Anche le scale di accesso alla sala di mungitura devono rispet-

tare alcuni requisiti: • dotate di corrimano • scalini antiscivolo La disposizione delle poste di mungitura vivamente consigliata è quella a pettine, con mungitura posteriore, poiché riduce al minimo la possibilità di traumatismi dovuti a calci laterali delle vacche. CADUTE DALL’ALTO DEGLI OPERATORI: possono verificarsi durante la salita sui sili verticali. I sili verticali possono essere costruiti in acciaio, calcestruzzo armato o materie plastiche; sono generalmente fissati su di un telaio di acciaio zincato con tiranti di sostegno e posizionati su di un basamento di calcestruzzo armato. Adeguamento sili verticali: le scale a pioli di altezza superiore a m 5, fissate su pareti o incastellature verticali o aventi una inclinazione superiore a 75 gradi, devono essere provviste, a partire da m 2,50 dal pavimento o dai ripiani, di una solida gabbia metallica di protezione avente maglie o aperture di ampiezza tale da impedire la caduta accidentale della persona verso l’esterno. La parete della gabbia opposta al piano dei pioli non deve distare da questi più di 60 cm. I pioli devono distare almeno 15 centimetri dalla parete alla quale sono applicati o alla quale la scala è fissata (RIF. ART. 113 D.LGS.81/08). Inoltre è opportuno predisporre dispositivi atti ad impedire l’accesso alle scale fisse di salita a persone non autorizzate, costituiti da cancelletti chiudibili che

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autocarri o rimorchi. Alcuni esempi di vie di fuga per bovini: A) passo d’uomo per bovini adulti; B) passo d’uomo per bovini di taglia disomogenea con barriera inferiore; C) passo d’uomo per bovini di taglia disomogenea con sportello.

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n questi ultimi anni, nel settore agricolo, la maggior parte degli infortuni rilevabili sono stati correlati all’utilizzo di macchine ed attrezzature (trattori, motocoltivatori e motozappe ecc..). La conseguenza è stata una radicale messa in sicurezza di quelle macchine che non rispettavano i requisiti normativi e una moltitudine di verifiche da parte degli enti ispettivi (es. ASLSPRESAL). Un gran numero di infortuni però sono altresì derivati da carenze strutturali delle aziende agricole e zootecniche e da contatti con gli animali allevati. Pertanto, con la pubblicazione di specifiche linee indirizzo, sono stati previsti una serie di requisiti obbligatori oggetto di controllo specifico da parte degli Enti ispettivi. Proviamo di seguito a esaminare alcuni importanti rischi e requisiti:


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impediscono l’avvicinamento alla scala.

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Uno dei rischi che deriva dagli stessi è connesso con la possibilità di urto accidentale delle macchine operatrici contro i sili, con possibile conseguente crollo di questi ultimi e del loro contenuto, soprattutto nel caso di sili leggeri o dislocati in aree critiche. Ciò risulta evitabile mediante: • introduzione di elementi artificiali di protezione dal pericolo di urto accidentale, come cordoli o aiuole; • Inserimento di strutture metalliche verticali di protezione vera e propria, di adeguata resistenza, in grado di sopportare l’urto accidentale di un mezzo in movimento. È consigliato predisporre protezione mediante griglia di organi in movimento, coclee, trasportatori a tazza o a nastro nelle zone accessibili all’ operatore. • Per quanto riguarda invece i sili orizzontali distinguiamo: • Silo orizzontale a platea: privi di qualsiasi parete di contenimento, con pavimentazione

a livello del terreno, generalmente realizzata in battuto di cemento, su cui si depositano i cumuli di foraggio adeguatamente compattati e ricoperti con teli in plastica. • Silo orizzontale a fossa: sono strutture totalmente o parzialmente interrate dotate di pareti di calcestruzzo. Tale pratica, poco diffusa, richiede che siano realizzate rampe di accesso di adeguata pendenza per poter effettuare il riempimento del silo e soprattutto il prelievo del prodotto insilato. • Silo orizzontale a trincea: è costituito essenzialmente da una platea, da due pareti laterali di contenimento e generalmente da una parete di fondo. CADUTE IMPROVVISE DI MATERIALI: possono verificarsi nei fienili per sovraccarico del solaio o per ribaltamento delle rotoballe Nei fienili il foraggio e la paglia vengono immagazzinati, per la massima parte, in rotoballe o in balle parallelepipede di piccole o grandi dimensioni. Il fieno può essere conservato sia nei vecchi fienili sopraelevati sia, più modernamente e frequentemente, sotto apposite tettoie o porticati chiusi su due o tre lati.Adeguamento dei solai: L’eccessiva densità di fieno imballato potrebbe arrecare problemi alla stabilità degli edifici, occorre quindi indicare, su una parete o in un altro punto ben visibile, il carico massimo tollerato dal solaio, espresso in Kg/m2 o in N/m2. I carichi non devono superare tale valore e devono essere distribuiti razionalmente ai fini della stabilità del solaio (D.Lgs 81/08 art.146). Altro momento critico è dovuto alla movimentazione del foraggio o della paglia, con pericolo di

caduta dall’alto: in questo caso è necessario dotare il fienile di parapetto, costruito con materiale rigido e resistente, con altezza utile di almeno 1 m, dotato almeno di due correnti, di cui quello intermedio a metà tra quello superiore e il pavimento, e di una fascia continua poggiante sul piano di calpestio alta almeno 15 cm o di opportuni sistemi anticaduta nel caso di botole di scarico.

Adeguamento delle scale semplici portatili Le scale semplici portatili devono essere dotate di: • dispositivi antisdrucciolo alle estremità inferiori oppure puntali da conficcare nel terreno; • dispositivi o ganci di trattenuta alle estremità superiori al fine di evitare pericoli di sbandamento o slittamento; • pioli antisdrucciolo per quelle in metallo; • Le scale in legno devono avere i pioli privi di nodi ed incastrati nei montanti, i quali devono essere trattenuti con tiranti di ferro applicati sotto i due pioli estremi ed a metà dei montanti se sono più alte di 4 metri; • Le scale a pioli usate per l’accesso devono essere tali da sporgere a sufficienza oltre il livello di accesso, a meno che altri dispositivi garantiscano una presa sicura. • Adeguamento per ribaltamento rotoballe: • la movimentazione di rotoballe deve avvenire mediante l’utilizzo di trattori con struttura di protezione del


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• per limitare i danni prodotti dalla caduta in fase di movimentazione: l’area suscettibile di caduta, cioè l’area di manovra, deve essere delimitata con recinzione metallica di altezza minima m 2. L’accesso all’area, che sarà dotata di opportuni cancelli apribili, sarà interdetto ai pedoni e consentito unicamente alla macchina operatrice con operatore a bordo e posto di guida protetto.

ADEGUAMENTO VASCHE LIQUAMI Un altro adeguamento di fondamentale importanza riguarderà le vasche per lo stoccaggio delle deiezioni,

interrate e scoperte. Esse devono avere: - parapetto non arrampicabile in materiale resistente (parete piena, cancelli metallici,ecc.) di altezza di almeno 140 cm (consigliati 180 cm); - se il parapetto non è costruito a partire dal piano campagna, deve essere dotato di protezione di arresto al piede di almeno 15 cm; - quando per esigenze della lavorazione o per condizioni di impianto non sia possibile applicare il parapetto, le aperture superiori dei recipienti devono essere provviste di solide coperture o di altre difese atte ad evitare il pericolo di caduta dei lavoratori, o dei visitatori occasionali, entro di essi (D.Lgs 81/2008 Allegato IV punto 3). Tutto ciò non si applica quando le vasche, le canalizzazioni, i serbatoi, ed i recipienti hanno una profondità non superiore a 1 m e non contengono liquidi o materie dannose e siano adottate altre cautele. (I presenti testi sono liberamente tratti da documenti e presentazioni fornite dall’ASL-SPRESAL di Asti) Per esaminare i documenti ufficiali sui requisiti delle strutture rurali e ottenere ogni ulteriore informazione è possibile rivolgersi in Coldiretti AstiServizio Sicurezza del Lavoro, tel. 0141-380418.

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posto guida, tale mancanza costituisce una situazione inaccettabile di grave pericolo. A tale proposito è da notare che esistono due tipi di omologazione dei telai di protezione: ROPS (roll-over protective structure), insieme di elementi strutturali con lo scopo principale di ridurre la possibilità che un operatore trattenuto sul sedile da cinture di sicurezza possa essere schiacciato a seguito di un ribaltamento. FOPS (falling-object protective structure), insieme di elementi strutturali posizionati in modo da garantire all’operatore una adeguata protezione dalla caduta di oggetti dall’alto. Nel caso di movimentazione di rotoballe le macchine operatrici devono avere entrambe le omologazioni. • evitare impilamenti superiori al quarto livello; • per limitare il rischio di caduta delle rotoballe impilate, occorre delimitare trasversalmente le campate del locale di stoccaggio con cavi tesi tra pilastri corrispondenti della stessa campata (passo medio 6–7 m). I cavi, o le funi andranno posti ad altezze corrispondenti alla 3^, alla 4^rotoballa ed eventualmente a quelle superiori.

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Successo del corso biologico e biodinamico Organizzato in aprile da Donne Impresa Coldiretti Asti

della concimazione e delll’utilizzo del compost e del sovescio. Nell’ultima lezione si è andati in trasferta, alla Cascina degli Ulivi di Novi Ligure per testare sul campo quanto appreso nella conduzione con metodo biodi-

namico di un’azienda agricola e agrituristica. Tutti i partecipanti erano entusiasti,a nche perché questo corso ha dato la possibilità di conoscere questo metodo di fare agricoltura ancora così poco conosciuto.

Donne in visita all’Expo

Avvenimenti

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l 22 aprile scorso si è concluso il corso di formazione professionale dal titolo “I METODI BIOLOGICO/DINAMICO” organizzato con la collaborazione dell’INIPA per il coordinamento Donne Impresa Coldiretti Asti. L’argomento della prima lezione era “Agricoltura :una sola parola, diversi modi per praticarla”, la seconda “L’organismo e l’individualità agricola in biodinamica: cos’è un organismo agricolo e le interazioni tra di loro. Le azioni cosmiche e terrestri sui vegetali. Applicazione del metodo biodinamico durante l’anno”. Nella terza lezione si è parlato di ritmi vitali della terra durante l’anno e il giorno, delle semine e dei trapianti, dei diversi livelli

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Martedì 30 giugno la trasferta a Milano

di gran parte delle nazioni del mondo. La quota di partecipazione è di Euro 26,00 (trasporto in pullman-pagamento ztl-parcheggi-accompagnatore riservato), il Biglietto d’ingresso Adulto costa Euro 34,00, per gli Over

65 il costo agevolato è di Euro 24,00. Le adesioni devono pervenire a Chiara Franco, telefonando al numero 335471014 e versando presso gli Uffici Coldiretti l’intera quota (Euro 26,00 + biglietto d’ingresso).

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on partenza alle ore 7,30 davanti alla sede di Coldiretti di Asti in corso Felice Cavallotti 41, il Coordinamento provinciale Donne Impresa Coldiretti organizza per martedì 30 giugno la visita all’Expo di Milano. L’area destinata all’Esposizione Universale occupa 110 ettari ed ospita 130 nazioni che approfondiscono il tema “ Nutrire il pianeta,energia per la vita”. L’ Expo è l’occasione per visitare avveniristiche architetture firmate da celebri architetti, allestimenti coinvolgenti, avvicinandosi alle culture del cibo


La scuola di Refrancore trionfa con “La mucca volante” Al concorso della Centrale del Latte Torino e Coldiretti Asti per Expo 2015

Manifestazioni

L

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’8 maggio scorso, presso l’ufficio scolastico del Comune di Asti, sono stati esaminati i lavori, provenienti da tutta la provincia, per il concorso lanciato in occasione del 7° seminario per insegnanti dal titolo “ALIMENTAZIONE SALUTE AMBIENTE in tre parole EXPO 2015 e prospettive future”. Hanno partecipato al Concorso sei scolaresche, due della scuole di infanzia, due delle scuole primarie e due delle secondarie di 1° grado. La giuria, composta da Saveria Ciprotti del Servizio Istruzione del Comune di Asti, Isabella Schifone di Coldiretti Asti e Julica Napolitano della Centrale del Latte di Torino, ha scelto come vincitore il lavoro effettuato dalla classe IV delle Scuola Primaria di Refrancore dal titolo “La mucca volante”, un libro di grosse dimensioni, con la seguente motivazione: “Per l’originalità e la spontaneità del racconto corale. Per il rispetto dell’ambiente evidente nel riciclo dei materiali di risulta. Per il richiamo a valori pregnanti quale la famiglia e l’amore per i figli. Per la pertinenza al tema sottolineata

dall’importanza del latte nell’alimentazione e nella salute”. La premiazione della classe vincitrice è prevista il 22 maggio presso Coldiretti di Asti. Il premio consiste nel trascorrere una giornata presso la fattoria didattica “I tre tigli” di Montegrosso Cinaglio- Asti Per tutto il periodo, i lavori pervenuti saranno esposti presso la sala

conferenze di Coldiretti di Asti. Novità di quest’anno è la premiazione del lavoro più originale, che è stato prodotto dai bimbi della Scuola d’infanzia XXV Aprile, che hanno realizzato con il tetrapak del latte un portamonete disegnato con un tema di Kandinsky, che hanno così vinto uno zainetto contenente gadget della Centrale del Latte e di Coldiretti.

Giornata regionale del Pensionato

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La 18° edizione a Torino il 25 giugno

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arà la città di Torino, giovedì 25 giugno, ad ospitare quest’anno l’annuale Giornata regionale dei pensionati Coldiretti. Ogni anno questa iniziativa, organizzata dal comitato regionale dell’Associazione Pensionati Coldiretti guidato dall’astigiano Bruno Porta, riunisce gli associati in pensione, i loro amici, parenti e chi ha fatto parte dell’organizzazione nella sua vita lavorativa. Questa diciottesima edizione si tiene alla Casa Madre Salesiana Accoglienza

Valdocco a Torino in via Maria Ausiliatrice. La quota di partecipazione individuale è stata fissata a 30 euro. Naturalmente anche da Asti sarà organizzata la trasferta in pullman e si prevede una massiccia partecipazione, anche se, purtroppo, per motivi logistici, quest’anno il numero dei partecipanti sarà limitato. Invitiamo pertanto tutti gli interessati di mettersi in contatto quanto prima per la prenotazione, considerando però che non tutti potranno partecipare. Come

di consueto il ritrovo dei partecipanti è previsto a Torino alle 9,30, con colazione sul posto. A seguire la solenne celebrazione eucaristica e verso le 12 il saluto dei dirigenti nazionali, regionali e provinciali. Senpre nella stessa struttura è poi previsto il pranzo e l’intrattenimento pomeridiano anche con musiche e balli. Per prendere parte all’iniziativa e prenotare il pullman si può contattare la segreteria dell’Associazione provinciale pensionati al n° 0141.380.400.


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Perito agrario 26 enne cerca lavoro in Asti e dintorni. Automunito, pat A B C E. esperienze lavorative precedenti nel settore alberghiero, edile e manutenzione parchi – giardini. Esperienze in campo elettrico e termoidraulico. Tel. 366 4122911.

Vendo terreno agricolo in Villanova d’Asti, 16 giornate piemontesi, unico lotto, irriguo, adatto per seminativi, fronte strada. Tel. 339.5787978.

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