Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 7 - Anno 2014. In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo
Anno
63° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI
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ASTI
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12 giugno 2014
m m a r i o
Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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In mille alla giornata regionale del pensionato
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Salame Cotto del Monferrato
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Sconfitta la lobby dei succhi senza frutta
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Oscar Green 2014 verso la finale
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“#campolibero”: ecco gli sgravi
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Mobrici Presidente del Consorzio Vini d’Asti
Misura 111 -Operazione verità sui nitrati; Vigneti allineati in Piemonte; La disacidificazione dei vini; Le verifiche in cantina; Flavescenza Dorata, tante criticità, Lotta obbligatoria allo Scaphoideus; Sicurezza degli edifici rurali.
Sommario
Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Periodico ufficiale Coldiretti Anno 63° numero 7 - 12 giugno 2014* Realizzazione grafica e stampa Riflesso – S.r.l. F.lli Scaravaglio & C. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.590425 Abbonamento annuale: Euro 20,00 *Data di chiusura del giornale
argomenti in evidenza
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In mille alla giornata regionale del pensionato Il XVII incontro Coldiretti si è svolto il 12 giugno a Vicoforte
Associazionismo
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rano almeno 1000 i pensionati presenti a Vicoforte di Mondovì il 12 giugno scorso per la XVII Giornata Regionale del Pensionato Coldiretti. Anche dall’Astigiano la partecipazione è stata numerosissima, con pullman partiti dai principali centri delle due province alla volta del Santuario “Regina Montis Regalis”, nel cuore della Provincia Granda di Cuneo. Ha fatto gli onori di casa l’astigiano Bruno Porta, presidente regionale Federpensionati, annunciando, oltre alla giornata di festa, anche un momento di riflessione, sia sull’attività svolta dall’associazione, sia sul futuro della categoria. Nella basilica, dedicata alla Madonna Santissima del Monteregale, la Santa Messa è stata officiata alle ore 11 dal Vescovo della Diocesi di Mondovì, Mons. Luciano Pacomio con la partecipazione di numerosi consiglieri ecclesiastici Coldiretti delle province subalpine. Dopo la celebrazione religiosa, il saluto dei dirigenti nazionali, regionali e provinciali dell’organizzazione e, a seguire, il tradizionale e molto apprezzato
pranzo. Ultimato nell’Ottocento con i campanili e le tre facciate, il complesso trae le sue origini da un santuario medievale, composto da un modesto pilone decorato da un affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna col Bambino, eretto da un fornaciaio per propiziare la buona cottura dei mattoni. Nel 1592, durante una battuta di caccia, un cacciatore di nome Giulio Sargiano colpì per sbaglio l’immagine della Vergine che, secondo la tradizione,
sanguinò. La realtà vede invece il cacciatore pentito che appende il suo archibugio al pilone e inizia una grande raccolta di fondi per riparare il danno ed espiare così il suo peccato. Ancora oggi l’archibugio è conservato in una cappella del Santuario, accanto all’affresco deturpato. Come ormai da tradizione, anche a Vicoforte la giornata si è conclusa in allegria con canti e balli grazie alla partecipazione di Sonia De Castelli e alla sua band.
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Caccia illegittima vicino alle riserve Sentenza della Corte Costituzionale sul Piemonte
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a Corte Costituzionale con sentenza n.136 pubblicata sulla gazzetta ufficiale del 28/05/2014 n.23 è intervenuta sulla legge piemontese sulla caccia. La Corte ha dichiarato che essere illegittima la caccia nelle
aree contigue a parchi e riserve da parte di cacciatori anche non residenti nelle aree medesime. È questo quanto deciso dalla Corte Costituzionale a seguito dell’impugnazione del Governo fatta su richiesta del WWF e di altre associazioni.
Il cinghiale è pesante da digerire
del sud astigiano e ultimamente non solo. Un richiamo forte alle istituzioni è stato fatto in merito al rischio sanitario che comunque la nostra zootecnia vive giornalmente con tantissimi animali selvatici presenti sui territori. Facile infatti pensare alle preoccupazioni che gli allevatori di maiali e capre vivono continuamente con una così simile e numerosa popolazione di ungulati selvatici. Auspichiamo che la Provincia prenda immediatamente le giuste decisioni a tutela della economia agricola e della salute pubblica degli astigiani. *Direttore Coldiretti Asti
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untualmente, come ogni anno durante la semina, il fenomeno dei danni provocati dalla selvaggina, in particolar modo dai cinghiali, esplode in tutte le sue più ampie manifestazioni. Da tutta la provincia, in queste settimane, gli agricoltori hanno fatto sentire il loro grido di allarme e preoccupazione. Non è più tollerabile che un imprenditore debba seminare i propri campi almeno due se non addirittura tre o quattro volte per poter avere la possibilità di un raccolto. E non si può continuare a rispondere loro che bisogna fare la richiesta di risarcimento per due validi motivi. Il primo è che il pagamento dei danni, se tutto va bene, arriva almeno dopo 1218 mesi, visti i tempi burocratici della Regione Piemonte. Il secondo motivo è molto più importante: l’agricoltore non semina per riscuotere un risarcimento danni, bensì per produrre e fornire il suo prodotto ad un cliente e, non da ultimo, per percepire un giusto guadagno. In questi anni si è provato a
proporre agli organi competenti alcune progettualità mirate ad eliminare, o quantomeno ad attenuare, il fenomeno della smisurata presenza del cinghiale nei nostri territori. Visto lo stato delle cose possiamo tranquillamente affermare che qualunque azione intrapresa non è servita a nulla. Esattamente queste le considerazioni portate dalla nostra organizzazione all’ultimo incontro in provincia con il Commissario Ardia e con il responsabile del servizio agricoltura a caccia Dr. Guercio. Unitamente ai dirigenti dei due ATC è stato chiesto di fare una volta per tutte una seria riflessione sulla gestione delle zone proponendo di liberalizzare il territorio se perdurano ancora i danni. Inoltre si è chiesto l’intervento di più selettori, da individuare anche nelle file delle forze dell’ordine come fatto in altre province. Infine la possibilità di autorizzare sempre più battute di caccia di notte maggiormente in coincidenza con le attività delle semine. Stesse preoccupazioni sono state riservate ai caprioli sempre più numerosi e sempre più pericolosi per i nostri vigneti
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RIFLESSO
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di Antonio Ciotta
Editoriale
Come ogni anno, nel periodo delle semine, esplode il caso
La nuova giunta regionale Con Chiamparino entrano Ferrero e Motta
Politica
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on la vittoria del centro sinistra alla elezioni regionali del 25 maggio, l’ha spuntata Sergio Chiamparino, già sindaco di Torino e originario di Portacomaro. Con il nuovo Presidente della Regione entrano in consiglio anche gli astigiani Giorgio Ferrero e Angela Motta (per lei è il terzo mandato). Proprio a Ferrero è stato assegnato l’assessorato all’Agricoltura, Caccia e Pesca, mentre all’ex sindaco di Cuneo, Alberto Valmaggia è andato l’altro assessorato chiave strettamente legato al mondo agricolo, ovvero ambiente, parchi, montagne, foreste, protezione civile, urbanistica, programmazione territoriale. “Nell’apprendere della nomina di Giorgio Ferrero all’Assessorato regionale all’Agricoltura e di Alberto Valmaggia alla Montagna, manifestiamo la nostra più viva soddisfazione per le scelte del presidente della Giunta regionale Sergio Chiamparino, che ha tenuto conto della professionalità e dell’elevata qualità degli assessori che compongono l’intera Giunta. L’aver trovato in tempi brevi gli accordi per la composizione della stessa rappresenta una buona partenza per l’Esecutivo piemontese”. Questo il commento di Coldiretti Piemonte dopo la conferenza stampa di presentazione della nuova giunta regionale. “Manifestiamo al presidente Chiamparino, agli assessori Ferrero e Valmaggia ed agli altri componenti della giunta regionale la totale disponibilità di Coldiretti Piemonte alla più ampia collaborazione nell’interesse dell’economia agrico-
la e non solo della nostra Regione. Saremo vigili ed attenti alle scelte che saranno operate in questi mesi di inizio legislatura, soprattutto in riferimento ai provvedimenti attuativi del secondo pilastro della Pac con il nuovo Piano di Sviluppo Rurale (PSR), che dovrà favorire gli investimenti con un riguardo particolare ai giovani. Di qui, il tetto massimo degli interventi per ogni impresa agricola (capping) e una black list che precluda a imprese pseudo agricole, magari mascherate con strane forme societarie di accedere ai contributi della Pac. Indispensabile anche una rifor-
ma dell’organismo pagatore Arpea, per renderne più efficace l’azione. Inoltre, Coldiretti Piemonte chiede l’immediata promulgazione di una legge che permetta un maggiore controllo della selvaggina, i cui eccessi di popolazione (soprattutto cinghiali e caprioli) stanno devastando le campagne dell’intero Piemonte e generando incidenti stradali. Infine, Coldiretti Piemonte auspica una applicazione operativa nell’erogazione dei fondi strutturali a completamento delle filiere agroalimentari ed una immediata disponibilità e facilitazione all’accesso al credito.
La nuova Giunta regionale del Piemonte guidata da Sergio Chiamparino
Sergio Chiamparino: Presidente della Regione Piemonte, coordinamento ed indirizzo delle politiche del governo regionale, conferenza Stato-regioni, rapporti con l’Unione Europeea e coordinamento delle politiche comunitarie, grandi eventi, affari internazionali, emigrazione. Aldo Reschigna: Vicepresidente, bilancio, patrimonio e affari legali, rapporti con il consiglio regionale, enti locali Francesco Balocco: trasporti, infrastrutture, opere pubbliche Monica Cerutti: giovani, diritto allo studio universitario, cooperazione decentrata, diritti civili, pari opportunità, politiche per l’immigrazione Giuseppina de Santis: attività produttive (industria, commercio, artigianato, imprese cooperative), innovazione, partecipate, rapporti con atenei e centri di ricerca pubblici e privati Augusto Ferrari: politiche sociali, della famiglia e della casa Giovanni Maria Ferraris: sport, personale, polizia locale Giorgio Ferrero: agricoltura, caccia e pesca Antonella Parigi: cultura, turismo e promozione Giovanna Pentenero: istruzione, formazione professionale e lavoro Antonio Saitta: sanità, assistenza (LEA) Alberto Valmaggia: ambiente, parchi, montagne, foreste, protezione civile, urbanistica, programmazione territoriale
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Sconfitta la lobby dei succhi senza frutta Grazie al Governo per vicinanza ad imprese agricole e consumatori
imprese agricole poichè l’aumento della percentuale di frutta nelle bibite potrebbe salvare oltre diecimila ettari di agrumeti italiani con una estensione equivalente a circa ventimila campi da calcio, situati soprattutto in regioni come la Sicilia e la Calabria.
Caccia: l’Atc AT2 anticipa i soldi Per i danni da selvaggina nel territorio sud Tanaro
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opo approfondita discussione e molte riunioni, il Comitato esecutivo dell’ambito territoriale di caccia Atc AT2 Sud Tanaro ha provveduto al pagamento dei danni causati dagli animali selvatici agli agricoltori. A seguito dei trasferimenti regionali, dopo il confronto con tutte le parti rappresentanti i cacciatori, gli ambientalisti, gli agri-
coltori, e i delegati degli enti locali è stato stabilito di erogare il saldo dei danni relativi all’anno 2012 ed entro giugno la quota pari al 75% dei danni subiti durante la campagna 2013. Per riuscire a raggiungere la percentuale di pagamento del 75%, l’ATC ha dovuto integrare il trasferimento regionale con circa 25.000,00 ha spiegato Domenico Perfumo, presidente della
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Notizie
cambiare una norma che permette di vendere l’acqua come fosse succo. Quando la legge sarà approvata duecento milioni di chili di arance all’anno in più saranno “bevute” dai 23 milioni di italiani che consumano bibite gassate, il che significa cinquantamila chili di vitamina C in più. Una decisione che - sostiene la Coldiretti - concorre a migliorare concretamente la qualità dell’alimentazione e a ridurre le spese sanitarie dovute alle malattie connesse all’obesità in forte aumento. Non va peraltro dimenticato - conclude la Coldiretti - l’impatto economico sulle
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relativa commissione tecnica che si occupa di rimborso dei danni. Inoltre, ha dichiarato il presidente dell’ambito di caccia Marco Listello, “seppur con mille difficoltà stiamo anche cercando di intraprendere iniziative volte alla riduzione degli ungulati (caprioli e cinghiali) che sono la causa della quasi totalità dei danni provocati alle colture agricole”.
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stata sconfitta la lobby delle aranciate senza arance grazie all’azione del Governo che si è dimostrato vicino agli interessi reali delle imprese agricole e dei consumatori. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare positivamente il voto dell’aula della Camera all’emendamento del Pd con primo firmatario Oliviero Nicodemo alla legge Comunitaria che alza il contenuto minimo di succo di frutta nelle bibite gassate dal 12 al 20 per cento. Finalmente - sottolinea la Coldiretti – ci sono le condizioni per
Sgravi e agevolazioni all’agricoltura Il Decreto “#campolibero” è all’esame dei Ministri
Economia
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arà all’esame del prossimo Consiglio dei Ministri del 13 giugno il decreto “#campolibero” predisposto dal Ministero delle Politiche agricole con l’obiettivo di rilanciare il settore agroalimentare attraverso la leva di sgravi e agevolazioni fiscali. Si punta, in particolare, a favorire l’occupazione giovanile ma anche a semplificare la vita delle imprese sul fronte burocrazia e controlli. Per quanto riguarda l’occupazione giovanile, secondo una bozza del decreto, si prevedono mutui a tasso zero per gli imprenditori under 40, detrazioni al 19 per cento sull’affitto terreni a coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali under 35 e incentivi alle assunzioni (sgravi di 1/3 della retribuzione lorda). Novità anche sul piano sanzionato-
rio: si introducono disposizioni volte a sanzionare la coltivazione di prodotti Ogm e a contrastare il fenomeno della contraffazione alimentare. Inoltre si estende l’istituto della diffida a tutti gli illeciti agroalimentari di lieve entità puniti con la sola sanzione amministrativa pecuniaria. Come richiesto da Coldiretti, il dl si propone anche di facilitare la vita delle imprese favorendo la sburocratizzazione e per questo si istituisce un registro unico dei controlli, venendo incontro alle richieste delle imprese del settore che lamentavano l’oppressione di troppi controlli, anche sovrapposti, a cui sottostare. Diverse misure di semplificazione riguardano in particolare il settore vitivinicolo. Vengono poi introdotti due credi-
ti di imposta (per l’e-commerce e per la creazione reti di imprese o lo sviluppo di quelle esistenti). Inoltre, al fine di favorire l’emersione dal lavoro sommerso si prevede una deduzione ai fini Irap di una parte dei costi relativi a contratti a tempo determinato caratterizzati da particolari requisiti di stabilità (150 giornate e durata triennale). Un capitolo del decreto riguarda, infine, la riorganizzazione e riduzione dei costi degli enti e società controllate dal ministero. In particolare si prevede, in luogo del consiglio di amministrazione, la figura dell’amministratore unico per tutte le società controllate, stabilendo comunque la riduzione dei compensi e procedure selettive per l’individuazione degli amministratori.
La scelta green degli studenti italiani Oggi, il 54% dei giovani preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21%) o fare l’impiegato in banca (13%)
Gli istituti agrari segnano un + 12% rispetto all’anno scolastico 2013/2014; complessivamente il 24% dei giovani ha optato per l’agricoltura, l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera
per l’agricoltura, l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera. Complessivamente in soli questi tre indirizzi ci sono ben 63.719 nuovi iscritti contro i 60.017 dello scorso anno. Oltre all’incremento record delle scuole tecniche di Agraria, agroalimentare e agroindustria, crescono anche i ragazzi che scelgono le scuole
professionali per i servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (+8 per cento) e quelli che si indirizzano verso l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera (+5 per cento). Una tendenza che si sta accentuando negli ultimi anni nelle scuole superiori che è confermata anche dai livelli superiori di istruzione, secondo
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volta green nelle scuole italiane. Per il nuovo anno scolastico gli istituti agrari hanno avuto un incremento delle iscrizioni del 12 per cento rispetto al 2013/14. Un vero boom con tendenze positive per tutti gli indirizzi legati all’ambiente, all’alimentazione e al turismo. È quanto da un dossier elaborato da Coldiretti in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente proclamata dall’Onu. Nell’anno scolastico 2014/2015 si sono iscritti al primo anno degli istituti tecnici e professionali della scuola secondaria di secondo grado, statali e paritarie 264.541 giovani e tra questi ben il 24 per cento ha optato
Attualità
Ad Agraria il record di iscritti al nuovo anno scolastico
Attualità 10
un’analisi Coldiretti effettuata sulla base di una ricerca Datagiovani relativa agli effetti della recessione sugli Atenei italiani nel periodo dal 2008 ad oggi. Le iscrizioni alle Facoltà di scienze agrarie, forestali ed alimentari hanno fatto registrare la crescita più alta nel periodo considerato con un aumento del 45 per cento. Numeri che testimoniano una vera rivoluzione culturale, confermata anche dai risultati di un sondaggio Coldiretti/ Ixè secondo il quale il 54 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21 per cento) o fare l’impiegato in banca (13 per cento). Ed anche che il 50 per cento degli italiani ritiene che cuoco e agricoltore siano le professioni con la maggiore possibilità di lavoro mentre solo l’11 per cento ritiene che l’operaio possa
avere sbocchi occupazionali. D’altra parte, secondo un altro sondaggio Coldiretti/Ixè, alla domanda su quanto siano importanti i vari settori per l’economia italiana, turismo e agricoltura si piazzano al primo e secondo posto, rispettivamente con il 73 per cento e il 66 per cento delle preferenze, davanti ad artigianato (60 per cento), industria (53 per cento), servizi (49 per cento), commercio (47 per cento), mentre la finanza si colloca all’ultimo posto con il 24 per cento. E per oltre quattro italiani su dieci (il 42 per cento) l’importanza dell’agricoltura è destinata a crescere nei prossimi anni, contro un 38 per cento secondo cui resterà uguale e un 16 per cento che ritiene diminuirà. “I giovani hanno visto prima e meglio di altri dove ci sono reali prospettive e di fiducia per far tornare a crescere l’Ita-
lia” ha affermato il presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “è in atto una rivoluzione generazionale che punta su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina”. “In un momento in cui il mercato del lavoro è in crisi ed è venuta meno la stessa idea che l’industria possa dare a tutti un posto, con le situazioni drammatiche cui stiamo assistendo in queste settimane – sottolinea il delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, Maria Letizia Gardoni - l’agricoltura moderna e multifunzionale consente oggi ai giovani di avviare un’attività imprenditoriale nella quale esprimere le proprie idee e il proprio vissuto di esperienza e cultura”.
Premiata la primaria di San Damiano Hanno ideato un gioco sull’alimentazione
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l 22 maggio, presso Coldiretti di Asti, si è svolta la premiazione della classe II della scuola primaria di San Damiano d’Asti, che ha vinto il Concorso “Con la scuola verso Expo2015: salute, alimentazione, sostenibilità ambientale. La doppia Piramide: Alimentare e Ambientale”. Il concorso, patrocinato dall’Assessorato Istruzione del Comune di Asti, in collaborazione con la Centrale del Latte di Torino e la Coldiretti di Asti, ha premiato la classe che ha prodotto l’elaborato più completo dal punto di vista dei contenuti, ma anche di facile comprensione ed utilizzo. Ogni alunno della classe ha realizzato una parte
di un avvincente gioco da tavolo. Sono intervenuti: Antonio Ciotta, direttore Coldiretti Asti, Saveria Ciprotti e l’Assessore Marta Parodi
del Comune di Asti, Liliana Panza e Iulica Napolitano per la Centrale del latte di Torino e l’insegnante della classe vincente Giuliana Franco.
Salame Cotto del Monferrato Individuato il logo per la Denominazione di Origine
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I vincitori del Concorso, Alberto Selvestrel e Sofia Norcia, con la vice preside del liceo artistico Alfieri, Iolanda Rega e il presidente dell’Associazione dei produttori, Massimo Morando.
Rega (Liceo Benedetto Alfieri) e Roberta Favrin (Camera di Commercio di Asti) ha votato all’unanimità l’elaborato vincente, che maggiormente ha risposto ai requisiti richiesti dal bando. Un premio speciale della Giuria “per l’idea creativa” è stato assegnato agli studenti Eleonora Mo e Giusy Mirabile, sempre della classe terza G. Soddisfazione da parte dei produttori del Cotto Monferrato, molti dei quali presenti all’iniziativa, e del presidente dell’Associazione
Massimo Morando. Commenti positivi anche da parte dei ragazzi (presenti con alcuni genitori) partecipanti al concorso, dei docenti e della vice preside del Liceo Benedetto Alfieri, professoressa Iolanda Rega che ha seguito l’iter dell’aggiudicazione dei premi. Questi gli insegnanti che hanno supportato i ragazzi: Gianna Gandini, Pasquale Riso, Marco Vergano, Gloria Vigliocco, Paola Grassi, Bocchino Erika, con la supervisione di Iolanda Rega.
Made in Italy
stato svelato il 27 maggio alla Camera di Commercio di Asti il logo che contraddistinguerà il Salame Cotto del Monferrato, eccellenza agroalimentare astigiana che ambisce alla DOP. Il bozzetto è stato realizzato da Alberto Selvestrel e Sofia Norcia, studenti della classe terza G del liceo artistico “Benedetto Alfieri di Asti”, vincitori del bando di concorso promosso dall’Associazione Produttori Salame Cotto Monferrato, in collaborazione con Camera di Commercio e Coldiretti Asti. L’iniziativa lanciata nel mese di febbraio ha coinvolto più di 60 allievi del Liceo Artistico, cui era riservato il concorso. Il Logo vincitore è stato scelto tra i 36 elaborati presentati dagli studenti. La commissione giudicatrice, composta da Michela Accossato, Mauro Casetta e Giovanni Ferrero (Associazione produttori), Stefano Zunino (Coldiretti), Emilia Brezzo (Agenform), Iolanda
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Gita al Lago di Garda Il 15 luglio organizzata da Donne Impresa davanti alla sede di Coldiretti Asti in corso Felice Cavallotti 41. Tra le località in programma ci sono Sirmione, Peschiera del Garda, Salò, Gardone Riviera, Limo-
ne sul Garda e Riva del Garda. Quota di iscrizione € 50. Le adesioni devono pervenire alla Coldiretti telefononando ai numeri 0141.380420 – 335.471014.
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l Coordinamento Donne Impresa Coldiretti Asti organizza, per martedì 15 Luglio, una mini crociera sul Lago di Garda. La partenza è prevista
Oscar Green 2014, verso la finale L’8 luglio a Torino i vincitori regionali
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aranno resi noti martedì 8 luglio i nomi dei vincitori regionali del Premio Oscar Green 2014. Alle 18 presso il Teatro Regio di Torino si terranno le premiazioni del conconrso ideato da Giovani Impresa Coldiretti con il patrocinio della Presidenza della Repubblica. Come sempre c’è molta attesa per conoscere chi approderà alle finalissime di Roma. Anche questa ottava edizione di Oscar Green, dopo
un’attenta selezione, premierà l’originalità, l’innovazione, la sostenibilità, la passione, le idee, la ricerca, la diversificazione ed i progetti di filiera delle imprese agricole italiane. All’evento del Regio di Torino prenderanno parte, fra gli altri, la delegata nazionale Giovani Impre-
sa Coldiretti, Maria Letizia Gardoni e il segretario Carmelo Troccoli.
Economia
75 milioni a sostegno delle imprese
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Nuovi crediti previsti dal gruppo C.R. Asti
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Il credito impossibile”, “Prestiti sempre più magri”, “Il credit crunch dimezza i prestiti”, “Stretta oltre la media: dall’analisi della situazione economica italiana degli ultimi 3-4 mesi, emerge che i prestiti alle imprese sono in continua e costante diminuzione, sia nel numero, sia negli importi. Il record negativo è stato raggiunto alla fine del 2013 con una riduzione, su base annua, del 4,9% e un totale di 305 miliardi di euro per nuove erogazioni tra gennaio e settembre 2013, contro i 495 miliardi di Euro erogati nello stesso periodo del 2008 (Fonte: Sole 24 Ore/Banca d’Italia). Dalle pagine del Financial Times arriva l’esortazione alle banche a dare credito alle piccole e medie imprese, per favorire la ripresa economica, l’occupazione e la nascita di un clima di fiducia in tutta Europa. Perché il cuore del problema è la fiducia, il più importante e impalpabile dei beni. Il Gruppo Banca C.R.Asti raccoglie la sfida: per venire incontro alle esigenze e ai bisogni del territorio in cui opera, ha stanziato un plafond di
75 milioni di euro a sostegno di imprese e liberi professionisti per finanziare gli investimenti aziendali. Le imprese clienti di Banca C.R.Asti avranno a disposizione 45 milioni di Euro, mentre per Biverbanca sono stati messi a disposizione 30 milioni di euro, disponibili fino al 31 dicembre 2014, salvo esaurimento del plafond. Il plafond del Gruppo astigiano, rivolto alle aziende clienti meritevoli di credito, si inserisce a pieno titolo tra le iniziative istituzionali, volte a supportare l’innovazione di impresa anche in vista dell’ Expo 2015. Enrico Borgo, direttore mercato di Banca C.R.Asti, delinea le finalità di questa iniziativa: “Ci sono interventi che più di altri possono aiutare le nostre imprese: il plafond messo a disposizione è rivolto principalmente a finanziare l’ingresso nei mercati esteri, l’adozione di processi ecosostenibili, il rinnovamento delle strutture ricettive alberghiere e l’assunzione di personale.” “Lo scenario di estrema difficoltà del sistema economico e finanziario in cui stiamo operando da diversi anni,
ci impone di giocare un ruolo di sostegno alle imprese che intendano crescere e investire per uscire dalla crisi”. Così Carlo Demartini, direttore generale della capogruppo, che prosegue: “L’intervento della Banca rappresenta un segnale di attenzione ai territori dove operiamo. Il nostro dovere come Banca del territorio è essere presenti nella vita delle persone e delle aziende nei momenti importanti, sia in quelli positivi sia in quelli di difficoltà, che richiedono, come in questo caso, risposte concrete”. I fondi messi a disposizione dal Gruppo possono essere utilizzati per l’assunzione e la formazione del personale, per gli investimenti produttivi materiali e immateriali, le certificazioni di qualità, sicurezza e ambiente, per la bioedilizia o la riqualificazione energetica, per gli studi di fattibilità, per indagini di mercato e iniziative promozionali, per la partecipazione a fiere ed eventi e anche per le spese di traduzione o la ricerca di partner commerciali all’estero, oltre che per i servizi di consulenza contrattuale, fiscale e tributaria.
Mobrici presidente del Consorzio Vini d’Asti Stefano Chiarlo (Michele Chiarlo), Enzo Gerbi (Cantina Sociale Barbera dei Sei Castelli), Luigi Dezzani (Dezzani), Giorgio Gozzellino (Cascina Castlèt), Elio Pescarmona (Cantina Tre Secoli), Giovanni Marchisio (Manfredi Aldo & C.), Vitaliano Maccario (Pico Maccario), Giulio Bava (Bava), Luigi Bersano (Mgm), Gianni Bertolino (Olim Bauda), Pierluigi Borgna (Ca’ Bianca), Pietro Brillado (Cantina sociale di Mombercelli), Pierfranco Casavecchia (Cassinelli Maria), Daniele Chiappone (Erede di Chiappone Armando), Giovanni Chiarle (Cantina di Nizza), Luca Ferraris (Ferraris Agricola), Marcello Maggiora (Cantina sociale di Castagnole Monferrato), Claudio Manera (Araldica Castelvero), Polidoro Marabese Evasio (Cantina sociale di Maranzana), Massimo Marasso (F.lli Martini Secondo Luigi), Giovanni Marchisio (Manfredi A.&C.), Maria Chiara Martinotti (Cascina Gilli), Gianluca Morino (Cascina Garitina), Roberto Olivieri (Cossetti Clemente), Giulio Porzio
La Barbera d’Asti Docg (dati 2013) 3.950 ettari 169 comuni 226.800 ettolitri 21 milioni di bottiglie (anno solare 2013) 50% l’export
I primi 6 mercati esteri: Germania (18%), Usa (16%), Gran Bretagna (15%), Danimarca (14%), Canada (9%), Svizzera (6%).
(Vignaioli Piemontesi e Cantine Post dal Vin di Rocchetta Tanaro), Renato Reggio (Cantina sociale di Rivalta Bormida), Stefano Ricagno (Vecchia cantina sociale di Alice Bel Colle), Sergio Rossotto (Terre dei Santi), Mario Scrimaglio (Scrimaglio) e Alessandro Tartaglino (Tartaglino Alessandro).
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Il Consorzio 1946 anno di nascita 180 aziende associate 10 denominazioni tutelate (su 5 esercita l’Erga Omnes): - 2 Docg: Barbera d’Asti e Ruché di Castagnole Monferrato - 8 Doc: Albugnano, Barbera del Monferrato, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti, Freisa d’Asti, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Monferrato, Piemonte. 11.200 ettari di vigneto (7.000 di Barbera pari al 63%) vendemmia 2013 684.600 ettolitri circa produzione totale (436.200 di Barbera pari al 64%) vendemmia 2013 67.400.000 bottiglie (46.000.000 di Barbera pari al 68%) anno solare 2013
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ilippo Mobrici è il nuovo presidente del Consorzio di Tutela della Barbera, Vini d’Asti e del Monferrato. Prende il posto di Lorenzo Giordano, presidente della Cantina sociale di Vinchio e Vaglio Serra e resterà in carica per il trienno 2014-2016. Agronomo, 47 anni, due figli, Mobrici è il responsabile viticolo dei poderi della Bersano Vini, storica azienda con sede a Nizza Monferrato. Un incarico che ricopre dal 1997, dopo aver svolto l’attività di tecnico alla Coldiretti di Asti. Alla conoscenza del vigneto affianca una pluriennale esperienza come degustatore di vino, che mette a frutto partecipando alle commissioni di certificazione per l’idoneità a doc e docg. “La mia sarà una presidenza di continuità – dice il neo presidente - riprenderemo il discorso dell’erga omnes, applicandolo in un’ottica di tutela e vigilanza delle denominazioni, come nelle attività di promozione. In questi tre anni, primo obiettivo sarà lavorare a favore della Barbera d’Asti alla quale si affiancherà presto la nuova realtà del Nizza: bisognerà gestire lo sviluppo della denominazione e cercare nuove strategie di comunicazione e promozione. Ho un’ottima squadra, volenterosa e giovane: produciamo tutti Barbera e ci crediamo. Così come crediamo nel Ruché, numeri più piccoli, ma il vino piace e incuriosisce. Tutti possono dare un grande contributo per fare della viticoltura e dei vini astigiani e monferrini un’eccellenza che ci invidiano in tutto il mondo”. Questo il nuovo Consiglio di Amministrazione presieduto da Filippo Mobrici: Lorenzo Giordano (Cantina sociale di Vinchio e Vaglio Serra),
Associazionismo
Responsabile viticolo della Bersano, succede al presidente di Vinchio Vaglio
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Operazione verità su nitrati Finalmente si scoprì che ad inquinare non sono le stalle
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Si è fatta finalmente quell’operazione verità da tempo auspicata sulla vicenda nitrati e sulle lacune e falsificazioni nell’attribuzione alla zootecnia della responsabilità esclusiva di inquinamento delle acque”. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare la riunione al Ministero dell’Agricoltura d’intesa con le regioni del bacino idrico del Po, congiuntamente con l’Amministrazione dell’Ambiente. Risulta ormai chiarito anche dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) come il coinvolgimento della fonte zootecnica nelle problematiche ambientali sia del tutto trascurabile o minimo mentre assume un diverso teso il contributo di altre sorgenti in particolari minerali. Se in Europa i dati ufficiali forniti dalla Commissione confermano come tra i paesi in cui le
concentrazioni massime registrate di nitrati nelle acque attribuiscono alla Germania il ruolo di Paese maggior inquinatore a causa di un modello zootecnico intensivo, nel nostro Paese occorre ricercare fuori dall’agricoltura le cause del deterioramento della qualità delle acque, così come già l’accordo del 2011 della Conferenza Stato Regioni aveva intuito avviando la realizzazione di nuovi studi sulla natura e l’origine del superamento dei valori soglia. Occorre, dunque, apprezzare - precisa la Coldiretti - il lavoro del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina insieme al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti che, grazie anche alla fattiva collaborazione delle Regioni Lombardia ed Emilia Romagna, hanno rappresentato l’ineludibile necessità di avviare già a partire dal Consiglio europeo dei Ministri dell’ambiente previsto a Creta nel
prossimo luglio la revisione del perimetro delle aree vulnerabili. L’operazione potrà consentire di dare piena attuazione ai nuovi indirizzi di politica agricola europea che hanno stabilito il rafforzamento delle misure di sostegno al settore zootecnico che nel nostro Paese risulta organizzato con modalità sostenibili per la diffusione sul territorio e la complementarietà con la produzione di alimenti tipici e di qualità. È chiaro che, una volta risolto il problema della delimitazione delle zone geografiche, rimuovendo le ingiuste accuse agli imprenditori zootecnici sarà anche possibile introdurre già a partire dal decreto di revisione degli effluenti alcune semplificazioni, con particolare riguardo ai periodi temporali di spandimento oltre che di valorizzazione del digestato proveniente dal trattamento degli stessi reflui zootecnici.
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MERCATI DI CAMPAGNA AMICA ASTI - Piazza Statuto, ogni martedì pomeriggio ASTI - Piazza De Andrè, Mercato in borgo Santa Maria Nuova, venerdì dalle 7 alle 13,30 ASTI - Fronte all’Ospedale Cardinal Massaia si tiene il mercato settimanale al lunedì dalle 7 alle 12 BUBBIO - Mercato della vendita diretta, ogni sabato pomeriggio in Via Roma CALAMANDRANA - Mercato di Terra Amica ogni sabato mattina CASTELNUOVO D. B. - Mercato di vendita diretta del contadino, ogni domenica mattina CORTAZZONE - Mercato Comunale, Prima e terza domenica del mese I produttori di Campagna Amica sono poi massicciamente presenti in altre tre rassegne agroalimentare: ad Asti, sotto i portici di piazza Alfieri, ogni seconda domenica del mese; a Canelli, tutte le prime domeniche del mese; a Nizza Monferrato, nell’ambito del Mercatino dell’Antiquariato, ogni terza domenica del mese.
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Vigneti allineati in Piemonte rare diritti “in portafoglio” tali diritti verranno riassegnati alle aziende agricole direttamente sul proprio fascicolo aziendale, proprio in questi giorni i tecnici delle organizzazioni stanno verificando i dati forniti dalla Regione tramite il sistema informatico regionale. Entro la fine del mese di giugno saranno disponibili ed utilizzabili gli ettari per oltre 7000 aziende viticole piemontesi, dando comunque la possibilità alle aziende di potere riverificare la propria situazione diritti per 120 giorni dalla data di messa in linea dei dati con la rinuncia da parte degli stessi produttori di revisione della propria situazione con l’eventuale utilizzo delle superfici concesse. Operativamente nel mese di giugno le aziende che avranno maturato diritti derivanti proprio dall’allineamento viticolo riceveranno la comunicazione dalla Regione Assessorato Agricoltura tramite posta certificata Pec nella quale verranno riportati i dati della superficie concessa, le aziende a questo punto potranno immediatamente decidere la destinazione delle superfici tenendo conto che dal mese di agosto molto probabilmente verrà riaperto il bando di ristrutturazione vigneti oppure nel caso di non coerenza con i dati storici aziendali od errori di calcolo dovuti comunque al complesso sistema imposto dalla normativa avranno ancora la possibilità di richiedere tramite l’organizzazione professionale la verifica dei propri diritti. Come già riportato in precedenza le aziende che comunque utiliz-
Con l’approvazione dello schedario viticolo regionale aggiornato e l’assegnazione dei diritti di reimpianto, si generano diritti “in portafoglio” che saranno riassegnati alle aziende viticole direttamente sul proprio fascicolo aziendale a partire da giugno. Tutti i viticoltori controllino la Pec.
zeranno i diritti attribuiti e maturati dall’allineamento non potranno più richiedere ulteriori verifiche o contestare l’attribuzione delle superfici. La conclusione del piano operativo di allineamento vigneti con atto pubblico tramite determina regionale significherà anche certezza delle superfici vitate aziendali presenti sul fascicolo dei produttori, tali superfici certificate non potranno più essere messe in discussione da nessun ente di controllo o amministrazione pubblica i futuri controlli dovranno comunque attenersi alle misurazioni ufficializzate dall’allineamento, la conclusione dell’allineamento darà finalmente certezza al mondo intero sull’entità del potenziale viticolo Piemontese ma soprattutto alle aziende che nell’ambito delle proprie attività dichiarative come dichiarazione di produzione e rivendicazione, domande di estirpo reimpianto legate a richieste di contributo come ristrutturazione vigneti non rischieranno più decurtazioni di premio o riduzioni di superfici.
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aranno finalmente riassegnati gli ettari di reimpianto alle aziende derivanti dal riallineamento alle nuove misurazioni. Infatti, dopo quasi tre anni di lavoro, derivanti dal piano operativo concordato con le organizzazioni agricole, si è concluso il riallineamento del potenziale viticolo Piemontese a seguito delle misurazioni Gis previste dall’Unione Europea. La Giunta Regionale, nella seduta del 31 marzo 2014 ha licenziato, su proposta dell’Assessore Regionale all’Agricoltura , la delibera di “Approvazione dello schedario viticolo regionale aggiornato e l’assegnazione dei diritti di reimpianto” che conclude il lavoro del piano operativo, concordato nel 2011 con le organizzazioni agricole (Dgr del 4 luglio 2011): tale piano prevedeva, a fronte dell’obbligo emanato dall’Unione Europea di allineare le superfici vitate al Gis, un percorso atto al recupero dei diritti di reimpianto eventualmente persi con la rideterminazione delle superfici da parte delle aziende agricole, riassegnando il diritto all’azienda stessa. Tale decisione è stata presa all’epoca a seguito delle forti pressioni delle organizzazioni agricole per evitare alle aziende di perdere diritti che avevano maturato in passato a seguito di misurazioni certificate dalle pubbliche amministrazioni e dunque scongiurare la perdita di parte del potenziale vitivinicolo piemontese. Il lungo e complesso lavoro di allineamento è proseguito per quasi tre anni ed ha permesso di gene-
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Si è concluso, dopo 3 anni, il Piano operativo
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La disacidificazione dei vini Le conseguenze sull’evoluzione chimica, biologica, organolettica
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ei precedenti numeri del Notiziario Agricolo abbiamo affrontato temi legati all’acidità, valutando in particolare gli effetti sensoriali della componente acida sull’equilibrio ed armonia dei vini. In questo numero tratteremo brevemente gli aspetti legati alla disacidificazione, intesa come intervento armonizzante e soprattutto stabilizzante, nei confronti dei processi biologici e fisico chimici del vino. Prenderemo in considerazione i prodotti disacidificanti autorizzati dalla vigente legislazione, in particolare il bicarbonato di potassio, il carbonato di calcio, di magnesio e i disacidificanti complessi. La dose di bicarbonato da impiegare nella disacidificazione non è facilmente determinabile perché dipende da diversi fattori tra cui la quantità di acido tartarico, di bitartrato di potassio, dal tenore di alcool e potassio presenti, oltreché dal contributo della temperatura. La dose stechiometrica di bicarbonato da impiegare per ridurre di 1 g/L l’acido tartarico del vino è di 1,33 g/L, pari a 133 g/hL. Si impiegano quindi 518 mg/L di potassio per ridurre l’acidità totale di 1 g/L, espressa in acido tartarico. Per una serie di ragionamenti che esulano dagli obiettivi tecnici che ci siamo prefissati su queste pagine e su cui, per ragioni di spazio, dobbiamo soprassedere (cfr. lavori del Prof. Usseglio e del Prof. Di Stefano del CRA – Istituto Sperimentale per l’Enologia di Asti) possiamo affermare che per la disacidificazione su vini con pH elevato
è preferibile l’impiego del bicarbonato di potassio mentre su vini che presentano un’acidità totale molto alta è preferibile il carbonato di calcio. Impiegando il bicarbonato si verifica l’aumento del pH del vino nella fase cosiddetta di neutralizzazione; in seguito si determina un ritorno con abbassamento del valore di pH. L’acidità totale si riduce invece sia nella fase di neutralizzazione che nella fase di stabilizzazione, per le due funzioni acide interessate. La solubilità del bicarbonato di potassio è immediata. Occorre aggiungerlo lentamente alla massa da trattare con rimontaggio e tener d’occhio il volume del vino a causa dello sviluppo di anidride carbonica. Agendo sensibilmente sul pH del vino, soprattutto nella fase di neutralizzazione, può creare le condizioni per l’insorgenza di ossidazioni sul colore. La disacidificazione con carbonato di calcio porta alla formazione di tartrato neutro di calcio, di difficile precipitazione, per cui può rimanere in soluzione sovra satura per molto tempo. L’aggiunta al vino va effettuata sempre gradualmente, con energico rimontaggio, per evitare una spinta disacidificazione in pochi litri di vino, che in taluni casi può comportare la comparsa di gusti sgradevoli. Il carbonato tende a depositarsi sul fondo durante il trattamento; è necessario pertanto riportarlo in sospensione almeno 2-3 volte nell’arco delle 24 ore, fino a quando non
Soprattutto per la barbera è fondamentale per raggiungere la stabilità e il risultato organolettico desiderato. A cura di Secondo Rabbione, responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte
abbia completamente reagito. La dose stechiometrica necessaria per ridurre l’acidità totale di 1 g/L di acido tartarico è di 0,66 g/L, pari a 66 g/hL di carbonato di calcio. Occorrono quindi 528 mg/L di Ca per ridurre l’acidità totale di 1 g/L, espressa in acido tartarico. La refrigerazione facilita la precipitazione del tartrato di calcio. Lo sviluppo di anidride carbonica può determinare fuoriuscita del liquido trattato. Il trattamento con carbonato di calcio comporta l’aumento del pH nella fase di neutralizzazione; in seguito si determina un ritorno dei valori di pH. L’acidità totale si riduce nella fase di neutralizzazione e rimane costante nella fase di stabilizzazione; nella seconda fase si riduce soltanto l’alcalinità delle ceneri (in pratica dopo l’aggiunta di calcio si ottiene immediatamente l’effetto sull’acidità totale). Nella pratica non si dovrebbero mai superare dosi di 50 g/hL per evitare l’insorgere di gusti amari che potrebbero essere imputabili alla formazione di piccole quantità di acetato di calcio. Il carbonato di magnesio è solubile
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Il trattamento con carbonato di magnesio comporta tre importanti conseguenze: risulta particolarmente adatto per i trattamenti in preimbottigliamento; non comporta precipitazioni di colore; aumenta sensibilmente le sensazioni saline determinando una maggiore pienezza del vino, che, in caso di eccesso, possono dar luogo a sentori di amaro. In caso di necessità è preferibile disacidificare con un pretrattamento in vinificazione o post-vinificazione impiegando prodotti complessi a base di bicarbonato e carbonato di calcio. Al trattamento disacidificante può seguire un ulteriore correzione con bicarbonato utile per l’innesco della fermentazione malolattica. Con l’analisi e la degustazione si stabilirà se intervenire con piccole correzioni dell’acidità prima dell’imbottigliamento, impiegando i sali di magnesio. Nella prassi di cantina è possibile effettuare una corretta disacidificazione aggiungendo al mosto o al vino le dosi di bicarbonato dedotte da quelle usate su un’aliquota previamente stabilizzata per surgelazione in laboratorio (metodo Di Stefano). Sempre in laboratorio è possibile effettuare il calcolo della quantità di bicarbonato di potassio occorrente per l’induzione della fermentazione malolattica.
In questo caso la disacidificazione va effettuata al termine della fermentazione alcolica. Non viene impiegato il carbonato di calcio perché esso viene insolubilizzato rapidamente. Con il potassio si mantiene più a lungo lo stato di neutralizzazione con valori di pH più elevati. In Laboratorio è possibile ancora effettuare prove di disacidificazione finalizzate alla stabilità tartarica. Si agisce prima con carbonato di calcio e si aggiungono poi le dosi di acido tartarico dedotte da quelle usate su un’aliquota previamente stabilizzata per surgelazione (metodo Di Stefano).
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nel vino; la correzione con questo prodotto non porta a precipitazioni anche a basse temperature. Occorre fare molta attenzione alla solubilizzazione del prodotto. Esso deve essere disciolto in vino in rapporto 1:30, 1:50 in quanto tende a precipitare come residuo insolubile. Occorre aggiungerlo alla massa con attenti e prolungati rimontaggi perché tende a precipitare durante il trattamento. Non è opportuno usare acqua perché è difficile da sciogliere in essa anche a grandi diluizioni. La dose stechiometrica necessaria per ridurre l’acidità totale di 1 g/L di acido tartarico è di 0,56 g/L, pari a 56 g/hL di carbonato di magnesio. Occorrono quindi 329 mg/L di magnesio per ridurre l’acidità totale di 1 g/L, espressa in acido tartarico. Tale trattamento è da ritenersi valido solamente quale tampone correttivo in preimbottigliamento, anche pochi giorni prima delle operazioni di filtrazione. Le dosi normali oscillano tra i 5 e i 50 g/hL e vengono determinate principalmente con la degustazione. A livello pratico, non è opportuno procedere a disacidificazioni spinte con il carbonato di magnesio; valori sopra i 50-60 g/hL possono determinare sensazioni eccessive di durezza.
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Le verifiche in cantina Come agiscono gli ispettori dell’ente di controllo
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unti e modalità operative oggetto di verifica da parte degli ispettori incaricati dell’ente di controllo:
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- L’ispettore incaricato dall’ente di controllo comunica il sopralluogo all’azienda indicando la denominazione o le denominazioni oggetto di controllo, in quanto la verifica ispettiva in cantina viene svolta solo per la denominazione o le denominazioni oggetto di controllo in base all’estrazione avvenuta presso lo stesso ente di controllo il tutto in base al piano controlli approvato dal Ministero. - come preparazione all’ispezione in azienda , nell’ottica della predisposizione della documentazione idonea al controllo e come verifica interna, risulta indispensabile richiedere all’ente di controllo la scheda delle denominazioni riguardante la propria cantina (si fa presente che proprio in questo ultimo periodo tale scheda è già stata inviata alle aziende come verifica e controllo interno dei carichi e delle movimentazioni aziendali) - Registri di carico e scarico: devono naturalmente essere compilati
ed aggiornati ; per i registri manuali l’aggiornato delle scritture contabili deve essere assolutamente aggiornata entro le 24 ore dall’operazione; per quel che riguarda i registri informatici basta la stampa dell’ultimo mese in originale, in quanto con il sistema informatico autorizzato dall’ufficio ICQRF del Ministero la stampa in definitivo delle scritture contabili va in deroga di trenta giorni dall’evento, si fa presente che durante il sopralluogo l’azienda deve comunque essere in grado di fornire i carichi aggiornati all’ispettore che verranno convalidati dalla stampa definitiva dei registri. - Si precisa che i registri di cantina devono essere detenuti assolutamente presso lo stabilimento autorizzato come da intestazione sul frontespizio , in deroga e solo tramite autorizzazione del Ministero ICQRF i registri informatizzati o manuali possono essere detenuti presso una impresa specializzata in questo caso l’azienda dovrà fornire l’autorizzazione concessa dallo stesso ufficio competente per il territorio ICQRF. - Registri di scarico e scarico /vini-
Vediamo cosa prevede il Piano dei controlli sulle denominazioni in caso di ispezione nelle cantine di vinificatori ed imbottigliatori; a cura di Pierpaolo Anziano, responsabile vitivinicolo Coldiretti Asti
ficazione: nell’ambito delle normali scritture contabili imposte dalla legislazione vitivinicola si fa presente che in particolare modo è richiesta la gestione delle idoneità quindi i registri in questione dovranno riportare puntualmente i vari passaggi delle denominazioni: carico suddiviso per do e annata, movimentazioni di cantina, idoneità con rispettiva annotazione del numero di certificazione , passaggio da vino atto a vino idoneo. - Registri di scarico e scarico: tutte le informazioni ,menzioni o indicazioni di passaggio in legno riportate in etichetta devono essere riportate anche sui registri gestendo addirittura colonne separate per
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DM 25/07/2003 art 20 paragrafo 1 . - Aggiunta di anidride solforosa, dal 16 aprile non è più necessario indicarla a registro Nell’ambito del nuovo Regolamento n. 314/2012 (art. 2, punto 9 - v.) è stato soppresso l’obbligo “di indicare nei registri le operazioni di aggiunta di anidride solforosa, bisolfiti di potassio o metabisolfito di potassio . L’obbligo era entrato in vigore il 1° agosto 2009 - In cantina: per effettuare il controllo l’ispettore richiede la planimetria dei locali aggiornata in base alla legge 82/2006 art 15 - In cantina: ogni vaso vinario deve riportare la cartellonistica di cantina con tutte le indicazioni sul contenuto in base al DM 3 luglio art 5 - In cantina: ogni partita imbottigliata deve riportare la cartellonistica di cantina con le indicazioni sul prodotto stoccato in base al DM 3
luglio art 5 - Prodotto imbottigliato può essere prelevato dall’ispettore per il controllo dei dati analitici che devono coincidere con le analisi dell’idoneità - Indicazione se il prodotto non è confezionato al momento del controllo non può essere prelevato dall’ispettore in quanto la verifica può avvenire solo sul prodotto confezionato . - Per la bottiglia confezionata e prelevata dall’ispettore viene svolta una verifica dei parametri analitici che verranno confrontati con quelli dell’idoneità e un controllo sull’etichettatura. (si consiglia sempre una verifica delle etichette presso il nostro ufficio vitivinicolo) Prima del controllo si consigli di confrontarsi con la nostra struttura tecnica presente presso i nostri uffici in modo tale da poter verificare tutti i requisiti su menzionati.
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tipologia . - Registri d’imbottigliamento: nell’ambito delle annotazioni richieste dalla legislazione riguardanti il registro d’imbottigliamento tutte le operazioni legate agli imbottigliamenti delle denominazioni di origine dovranno riportare il numero dell’idoneità do , il lotto, il quantitativo movimentato e il numero della botte di estrazione - Registri d’imbottigliamento: tale registro viene utilizzato anche per le operazione di confezionamento o utilizzo delle fascette in particolare è richiesta l’annotazione dell’operazione; la registrazione deve riportare anche in questo caso la data , il numero di certificazione do con la rispettiva indicazione della denominazione ,il numero dei colli movimentati ,il lotto,la serie con il numero iniziale e quello finale delle fascette utilizzate in base all’art 7,paragrafo 3 del DM 08/02/2003 e
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Flavescenza dorata, tante criticità Dopo 15 anni di “strategie” ancora tanti problemi
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l 17/05/2014, presso il Servizio Provinciale Agricoltura, si è tenuta la tavola rotonda “Flavescenza dorata della vite: 15 anni di strategie”, in occasione della quale Coldiretti ha evidenziato come permangano tante criticità nel contrasto di questa malattia. • LA FD È UN FURTO: un furto di VALORE (economico, sociale, paesaggistico, …), un furto di IDENTITA’ (perché deprime una produzione fortemente legata e caratterizzante del territorio) e, di conseguenza, è un furto di FUTURO all’agricoltura e più in generale al territorio (perché in molte aree se togli la viticoltura restano gli incolti o comunque colture marginali….e questa provincia non è nuova a tali fenomeni). • LOTTA OBBLIGATORIA, A MACCHIA DI LEOPARDO: “… le strategie di lotta obbligatoria si basano sulle EVIDENZE SCIENTIFICHE e sulle ESPERIENZE POSITIVE maturate in diversi areali dove la malattia viene contenuta…purtroppo si è verificata un’applicazione delle regole a macchia di leopardo che ha alimentato dubbi sull’efficacia delle strategie di lotta anche in chi le segue scrupolosamente.” Anche su questo territorio, anche tra i principali Soggetti scientifici e di rappresentanza, anche all’interno degli stessi Soggetti, abbiamo spesso assistito a divergenze rispetto alle regole di lotta, con la conseguenza di quell’applicazione parziale e difforme degli interventi messi in atto (“tu tratti, io non tratto, tu estirpi, io capitozzo, io non faccio nulla, ecc…
), nel frattempo la malattia e il suo insetto vettore sono avanzati inesorabilmente con danni disastrosi al patrimonio viticolo. • LOTTA OBBLIGATORIA, ESTIRPO DELLE PIANTE SINTOMATICHE: la FD fin dai primi anni ci ha mostrato, anche per il nostro territorio, che è più facile arrivare ad una convivenza nelle aree a viticoltura specializzata . Non altrettanto si può dire, invece, nelle aree a viticoltura marginale o in fase di abbandono, comunque meno professionali ed omogenee. I capisaldi nella lotta sono l’eliminazione della vite selvatica, i corretti e puntuali trattamenti insetticidi, l’eliminazione delle viti malate; a quest’ultimo riguardo, l’obbligo andrebbe sancito (senza eccezioni) nella normativa regionale, indipendentemente dalla classificazione delle zone come FOCOLAIO, INSEDIAMENTO, INDENNI A RISCHIO….Quindi, l’obbligo di estirpo di piante sintomatiche dovrebbe essere chiaro ed esteso a tutto il territorio come attualmente sancito per le
zone focolaio. • INFORMAZIONE TEMPESTIVA SULLE INDICAZIONI DI LOTTA: ogni agricoltore deve poter disporre tempestivamente delle indicazioni degli interventi, non occorre lasciare al caso, alla buona volontà del singolo. Occorre convergere per riuscire a informare con tempestività tutti i conduttori di vigneto: esperienze illuminanti sono avvenute in certi progetti comunali, con l’invio di lettere a domicilio. • INCOLTI E REGOLAMENTI DI POLIZIA RURALE: un’altra criticità è l’abbandono delle superfici vitate, con creazione di ricacci di vite selvatica non eliminati e “grave serbatoio di rischi” per i vigneti limitrofi. Basti pensare che è stato dimostrato che lo Scafoideo si sposta da tali aree rifugio ai vigneti coltivati superando anche distanze di 500 metri. Purtroppo le ottime linee guida stabilite un anno fa dalla Regione sono state messe a disposizione delle Amministrazioni Comunali, senza obbligo di rece-
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Oggi un regime sanzionatorio più efficace esiste ma resta ancora poco applicato; la gravità della situazione è tale da richiedere un immediato potenziamento delle attività di controllo e un’accelerazione nei tempi di svolgimento delle procedure di irrogazione…. Altrimenti – in gergo automobilistico - è come aver stabilito dei limiti di velocità e non controllarne il rispetto.
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cializzato/utilizzato in Regione) e si pone il problema di come tenere sotto controllo il materiale di provenienza extra-regionale. • SANZIONI (penali, pecuniarie, blocco fascicolo): in questi anni abbiamo speso molte richieste e pressioni, affinché si arrivasse ad un sistema sanzionatorio più agile ed efficace rispetto alle sanzioni di carattere penale, inizialmente previste e di fatto inapplicate.
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pimento nei propri regolamenti; a nostro avviso è stata un’occasione mancata perchè, in tema di Lotta Obbligatoria, doveva/deve essere obbligatorio anche per le pubbliche amministrazioni recepire le indicazioni. • VIVAISMO: attualmente vengono effettuati dal SFR i controlli di tutti i campi madre portainnesto, campi madre marze e barbatellai, quindi dovremmo avere la sanità del materiale…ma così non è, non è sufficiente. Esistono possibilità di miglioramento, ne citiamo alcune: • COLTIVAZIONE DELLE FONTI DI MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE C/O UN UNICO IMPIANTO PROTETTO SOTTO RETE: in questa ipotesi tutto il materiale di moltiplicazione verrebbe prodotto e distribuito da un unico impianto protetto sotto rete antinsetto; tutti i vivasiti dovrebbero approvvigionarsi del materiale c/o tale centro per poi effettuare l’innesto e la coltivazione in barbatellaio. L’evoluzione dovrebbe poi essere che anche la fase di barbatellaio si svolga sotto rete altrimenti non avremo ancora certezza di sanità. • TERMOTRATTARE (es. 50°C x 45’) LE BARBATELLE IN PRETRAPIANTO: tale ipotesi significherebbe valorizzare gli impianti di termoterapia già esistenti presso alcuni vivaisti, oltre a nuovi impianti che andrebbero attivati per riuscire a trattare tutte le barbatelle prodotte in Piemonte. In ogni caso, per avere certezze sul risanamento termoterapico, ogni impianto andrebbe tarato e presidiato; inoltre, il materiale così ottenuto andrebbe reso tracciabile fino alla messa a dimora in vigneto. In entrambe le ipotesi l’attenzione sarebbe rivolta al solo materiale vivaistico piemontese (circa il 65% del totale commer-
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Lotta obbligatoria allo Scaphoideus Le misure adottate quest’anno dalla Regione Piemonte
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on Determinazione Dirigenziale del Settore Fitosanitario Regionale, n. 387 del 23/04/2014, sono state aggiornate le norme di applicazione in Piemonte del Decreto Ministeriale del 31/05/2000 “Misure per la lotta obbligatoria contro la Flavescenza Dorata della vite”; di seguito ne riportiamo alcuni punti salienti di interesse per la nostra provincia. • Sono individuate come zone di insediamento le seguenti aree: l’intero territorio della Provincia di Asti; l’intero territorio della Provincia di Alessandria; i seguenti comuni della Provincia di Cuneo: Alba, Baldissero d’Alba, Barbaresco, Barolo, Camo, Canale, Castagnito, Castellinaldo, Castiglione Falletto, Castiglione Tinella, Castino, Cherasco, Cigliè, Clavesana, Corneliano d’Alba, Cortemilia, Cossano Belbo, Diano d’Alba, Dogliani, Farigliano, Govone, Grinzane Cavour, Guarene, La Morra, Magliano Alfieri, Mango, Marsaglia, Monchiero, Monforte d’Alba, Montà, Montaldo Roero, Montelupo Albese, Monteu Roero, Monticello d’Alba, Murazzano, Narzole, Neive, Neviglie, Novello, Perletto, Piobesi d’Alba, Pocapaglia, Priocca, Rocca Cigliè, Rocchetta Belbo, Roddi, Roddino, Rodello, Santa Vittoria d’Alba, Santo Stefano Belbo, Santo Stefano Roero, Serralunga d’Alba, Sinio, Sommariva Perno, Treiso, Trezzo Tinella, Trinità, Verduno, Vezza d’Alba; i seguenti comuni della Provincia di Torino: Andezeno, Arignano, Baldissero Torinese,
Casalborgone, Chieri, Cinzano, Marentino, Mombello, Montaldo Torinese, Moriondo Torinese, Pino Torinese, Pralormo, Sciolze. • Nelle zone di insediamento, in vigneti con percentuale di presenza della malattia inferiore al 4%, è obbligatorio estirpare le viti infette; nel caso di superfici vitate abbandonate, trascurate o viti inselvatichite dove non esistano le condizioni per effettuare un efficace controllo del vettore, è obbligatorio l’estirpo di tutte le viti o dell’intero appezzamento. Nei vigneti dove non esistano le condizioni per effettuare un efficace controllo del vettore e nei vigneti dove è presente più del 30% di piante infette, determinato anche solo attraverso un campione individuato secondo una metodologia statisticamente idonea a garantirne la rappresentatività rispetto alla totalità del vigneto, il Settore Fitosanitario può disporre l’estirpo dell’intero vigneto. • In qualsiasi tipo di zona, comprese le zone indenni particolarmente a rischio, nel caso di superfici vitate abbandonate, trascurate o viti inselvatichite dove non esistano le condizioni per effettuare un efficace controllo del vettore, è obbligatorio l’estirpo di tutte le viti o dell’intero appezzamento. • Nelle zone focolaio e nelle zone di insediamento è comunque sempre obbligatorio asportare tempestivamente la vegetazione sintomatica. • Nelle zone focolaio e nelle zone di insediamento devono essere effettuati obbligatoriamente due trattamenti insetticidi all’anno. Se il livello di popolazione lo ri-
chiede può essere effettuato un terzo trattamento insetticida; tale trattamento è anche previsto dalle Norme Tecniche 2014 di Produzione Integrata per l’azione 214.1 approvate con D.D. n. 377 del 17 aprile 2014. Può inoltre essere effettuato un quarto trattamento insetticida scegliendo tra le seguenti modalità: - un trattamento insetticida a tutto campo; - un trattamento insetticida localizzato sui filari esterni di vigneti situati in prossimità di vigneti abbandonati o incolti o capezzagne con presenza di viti selvatiche in cui si verifichino una recrudescenza della malattia e/o catture significative di adulti di scafoideo su trappole cromotattiche eventualmente poste sui filari limitrofi; - un trattamento insetticida post vendemmia. Qualora occorra trattare a ridosso della vendemmia, sia in pre vendemmia sia in post vendemmia, a causa della reimmigrazione di scafoideo in vigneto può essere effettuato un solo trattamento insetticida all’anno con piretroidi, registrati per l’impiego contro le cicaline della vite e lo scafoideo. In prossimità di incolti o capezzagne con presenza di viti selva-
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA
mento, - per l’impiego di piretroidi, per un solo trattamento insetticida nella stagione, qualora, a causa della presenza di scafoideo, sia necessario trattare a ridosso della vendemmia, vale a dire in pre vendemmia o in post vendemmia. • Le aziende non aderenti alle Misure di Produzione integrata (Azione 214.1) sono tenute al rispetto del numero minimo di trattamenti obbligatori e all’osservanza delle indicazioni presenti in etichetta delle sostanze attive utilizzate. • Le aziende viticole in agricoltura biologica devono effettuare obbligatoriamente tre trattamenti insetticidi con piretro sui giovani ogni 7-10 giorni, nel periodo maggio-giugno; il posizionamento dei trattamenti deve essere stabilito tenendo in considerazione la fioritura della vite e il ciclo dello scafoideo. Nelle situazioni (sia in zona focolaio sia in zona insediamento) in cui non sono presenti piante con sintomi e viene opportunamente
documentata l’esiguità di popolazione di Scaphoideus titanus (0,02 forme giovanili per pianta) i trattamenti obbligatori con piretro possono essere ridotti a due. • Ai sensi dell’art. 17 della L.R. n. 20 del 03/08/1998, al fine di salvaguardare l’azione pronuba delle api, sono vietati i trattamenti con prodotti fitosanitari (insetticidi, erbicidi e fungicidi) tossici per le api durante il periodo di fioritura della vite. I trattamenti sono vietati anche se sono presenti secrezioni nettarifere extrafiorali; in presenza di eventuali fioriture spontanee nella vegetazione sottostante le viti, occorre eliminare la vegetazione stessa tramite sfalcio e appassimento o asportazione. Il trattamento deve inoltre essere effettuato in assenza di vento per evitare fenomeni di deriva. Devono essere evitati i trattamenti in presenza di melata nei mesi di luglio, agosto e settembre. L’inosservanza di tali norme può essere causa di gravi danni all’apicoltura e all’ambiente. • Deve essere tenuta registrazione dei trattamenti insetticidi effettuati in ogni appezzamento con l’indicazione della data e del prodotto fitosanitario impiegato. Per le registrazioni può essere usato il quaderno di campagna; per le aziende aderenti all’azione 214.1 del PSR 2007-2013, è sufficiente la compilazione della scheda di registrazione dei trattamenti prevista dalle norme attuative di tale regolamento. Gli altri soggetti possono utilizzare la scheda di registrazione dei trattamenti insetticidi allegata alla presente determinazione per farne parte integrante. • Il Settore Fitosanitario emetterà specifici comunicati in prossimità dei periodi ottimali per l’esecu-
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tiche il trattamento deve essere localizzato e rivolto al vigneto; è vietato trattare gli incolti e le capezzagne al fine di evitare danni agli insetti pronubi e alle api. Le aziende che aderiscono all’azione 214.1 del PSR 20072013 per il terzo e il quarto trattamento insetticida possono impiegare una delle sostanze attive già utilizzate nei primi due interventi, una sostanza attiva non potrà comunque essere impiegata più di due volte (clorpirifos etil non può essere utilizzata oltre il 30/07 per il rischio residui nel vino, ma può essere di nuovo impiegata dopo la vendemmia). Si precisa che la possibilità di utilizzare la stessa sostanza attiva per due volte vale solo a partire dal terzo trattamento. Se lo scafoideo è presente in vigneto e occorre trattare a ridosso della vendemmia, vale a dire pre vendemmia o post vendemmia, può essere effettuato un solo trattamento insetticida nella stagione con piretroidi, registrati per l’impiego contro le cicaline della vite e lo scafoideo. Considerato che i formulati commerciali delle sostanze attive ammesse nella lotta allo scafoideo possono avere in etichetta differenze riguardo agli intervalli di sicurezza e agli insetti “bersaglio”, occorre che sia posta particolare attenzione nella scelta dei formulati, soprattutto per i trattamenti in pre vendemmia a causa dell’intervallo di sicurezza. Le aziende che aderiscono all’azione 214.1 del PSR 20072013 non devono richiedere ulteriori deroghe: - per l’esecuzione di un eventuale quarto trattamento insetticida, - per l’utilizzo per due volte della stessa sostanza attiva (piretroidi esclusi) a partire dal terzo tratta-
Misura 111-1B
ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA
Misura 111-1B
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zione dei trattamenti insetticidi contro l’insetto vettore. Tali bollettini hanno lo scopo di fornire una indicazione generale; tuttavia occorre che si attui una verifica puntuale sul territorio per valutare localmente la presenza del vettore Scaphoideus titanus e dei suoi stadi di sviluppo. Ai rivenditori di prodotti fitosanitari verranno inviate le informazioni relative all’esecuzione dei trattamenti insetticidi per la lotta a Scaphoideus titanus ed alla salvaguardia degli insetti pronubi a cui gli acquirenti dovranno attenersi. • Nel periodo invernale è obbligatorio eseguire le seguenti operazioni al fine di migliorare la situazione per la stagione successiva: - eliminare e distruggere la vite selvatica presente in incolti, boschi, rive, gerbidi vicini ai vigneti dove potrebbero essere presenti le uova dell’insetto vettore; - durante la potatura eliminare le piante che hanno manifestato tardivamente i sintomi.
• Per i nuovi impianti e per la sostituzione di singole viti è raccomandato l’utilizzo di materiale di moltiplicazione che sia stato sottoposto a trattamento termoterapico a 50°C per 45 minuti. È opportuno che l’effettiva esecuzione del trattamento sia garantita attraverso la reportistica emessa dall’impianto e/o attraverso un sistema di certificazione volontaria, in base alle norme internazionali, che consenta altresì la tracciabilità del materiale di moltiplicazione. • Per le violazioni alle disposizioni regionali sono applicate le sanzioni amministrative previste dal comma 2 dell’art. 9 (Misure di emergenza per la prevenzione e l’eradicazione di fitopatie ed infestazioni parassitarie) della legge regionale 29 aprile 2013, n. 6 “Disposizioni regionali in materia agricola”: “I soggetti che non rispettano l’obbligo di estirpazione entro i termini fissati dal Settore fitosanitario regionale, ai sensi del comma 1, sono puniti con la sanzione
amministrativa del pagamento di una somma di 0,3 euro per metro quadrato di superficie; in ogni caso la sanzione pecuniaria non può essere inferiore a 1.500,00 euro. Chiunque non rispetti gli obblighi relativi all’esecuzione di trattamenti fitoiatrici obbligatori entro i termini fissati dal settore fitosanitario, ai sensi del comma 1, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 200,00 euro a 1.200,00 euro”. Sono inoltre applicate le seguenti misure previste dal comma 3 dell’art. 9 (Misure di emergenza per la prevenzione e l’eradicazione di fitopatie ed infestazioni parassitarie) della legge regionale 29 aprile 2013, n. 6 “Disposizioni regionali in materia agricola”: - l’esecuzione coatta delle misure fitosanitarie previste al comma 1 ponendo a carico del trasgressore le relative spese; - la sospensione di ogni forma di contributo economico in ambito agricolo a qualsiasi titolo amministrato dalla Regione Piemonte.
UeCoop e Coldiretti promuovono le eccellenze
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La prima inziativa a Nizza sul mercato francese
N
ella prestigiosa cornice internazionale dell’Open di Tennis di Nizza in Costa Azzurra, nel maggio scorso, sono state presentate sul mercato francese alcune eccellenze del “made in Piemonte” delle cooperative agricole aderenti a UECoop e delle aziende associate a Coldiretti. Il pubblico, composto da buyers della grande, media e piccola distribuzione francese,
operatori del settore HoReCa (ristoratori e operatori del catering e delle catene alberghiere), istituzioni, media nazionali e internazionali, ha potuto deliziarsi con un ricchissimo menu di degustazioni: dall’antipasto tipico piemontese della Cooperativa agricola Agricoopecetto, alle carni e salumi dagli allevamenti aderenti a Coldiretti di tutto il territorio regionale, al Raschera DOP della Cooperativa Valle
Josina, alla Robiola di Roccaverano della Cooperativa Terre di Qualità, al Castelmagno della Cooperativa Produttori Alta Valle Grana, sino alle fragole e al miele della Cooperativa Agrisviluppo per chiudere con la torta di nocciole della Cooperativa Corilanga; il tutto “innaffiato” da Arneis, Dolcetto d’Asti della Cooperativa Terre di Qualità e Moscato della Cooperativa Produttori Moscato.
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Sicurezza degli edifici rurali I requisiti strutturali delle aziende agricole e zootecniche e la biosicurezza
TRAUMATISMI DOVUTI A CONTATTO CON GLI ANIMALI: possono verificarsi in locali di stabulazione e/o sala di mungitura. Adeguamento locali di stabulazione: deve essere previsto per gli operatori un sistema di vie di fuga dai recinti degli animali. Alcune delle ubicazioni più frequenti dei varchi di fuga devono essere predisposti : • negli angoli delle testate
zione dell’operatore ergonomicamente corretta, il livello del pavimento della fossa del mungitore deve trovarsi ad una quota inferiore di circa 1 m rispetto alla quota del pavimento delle poste di mungitura (valori indicati in vari studi sono compresi nel campo 0,9 – 1,10 m). Foto 3:
Misura 111-1B
delle corsie e dei recinti di stabulazione; • sui lati lunghi delle barriere che delimitano le aree di stabulazione (indicativamente un punto di fuga ogni 20- 25 m); • in corrispondenza delle rampe per il carico dei bovini su autocarri o rimorchi. Alcuni esempi di vie di fuga per bovini: A) passo d’uomo per bovini adulti; B) passo d’uomo per bovini di taglia disomogenea con barriera inferiore; C) passo d’uomo per bovini di taglia disomogenea con sportello. Foto 1:
Per i recinti dei tori, oltre ai varchi già descritti, si suggerisce di realizzare il contenimento con elementi tubolari posti in verticale, distanti tra loro 0,35 m, in modo da disporre di varchi di fuga su tutto il perimetro del recinto. Foto 2:
Adeguamento sala mungitura: Per garantire una posi-
Anche le scale di accesso alla sala di mungitura devono rispettare alcuni requisiti: • dotate di corrimano • scalini antiscivolo La disposizione delle poste di mungitura vivamente consigliata è quella a pettine, con mungitura posteriore, poiché riduce al minimo la possibilità di traumatismi dovuti a calci laterali delle vacche. CADUTE DALL’ALTO DEGLI OPERATORI: possono verificarsi durante la salita sui sili verticali. I sili verticali possono essere costruiti in acciaio, calcestruzzo armato o materie plastiche; sono generalmente fissati su di un telaio di acciaio zincato con tiranti di so-
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I
n questi ultimi anni, nel settore agricolo, la maggior parte degli infortuni rilevabili sono stati correlati all’utilizzo di macchine ed attrezzature (trattori, motocoltivatori e motozappe ecc..). La conseguenza è stata una radicale messa in sicurezza di quelle macchine che non rispettavano i requisiti normativi e una moltitudine di verifiche da parte degli enti ispettivi (es. ASL-SPRESAL). Un gran numero di infortuni però sono altresì derivati da carenze strutturali delle aziende agricole e zootecniche e da contatti con gli animali allevati. Pertanto sono stati previsti, a seguito dell’elaborazione di linee di indirizzo per la costruzione degli edifici rurali, una serie di requisiti che a breve saranno oggetto di controllo specifico da parte degli Enti ispettivi. Proviamo di seguito a esaminare alcuni importanti rischi e requisiti:
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA
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stegno e posizionati su di un basamento di calcestruzzo armato. Adeguamento sili verticali: le scale a pioli di altezza superiore a m 5, fissate su pareti o incastellature verticali o aventi una inclinazione superiore a 75 gradi, devono essere provviste, a partire da m 2,50 dal pavimento o dai ripiani, di una solida gabbia metallica di protezione avente maglie o aperture di ampiezza tale da impedire la caduta accidentale della persona verso l’esterno. La parete della gabbia opposta al piano dei pioli non deve distare da questi più di 60 cm. I pioli devono distare almeno 15 centimetri dalla parete alla quale sono applicati o alla quale la scala è fissata (RIF. ART. 113 D.LGS.81/08). Foto 4:
Inoltre è opportuno predisporre dispositivi atti ad impedire l’accesso alle scale fisse di salita a persone non autorizzate, costituiti da cancelletti chiudibili che impediscono l’avvicinamento alla scala. Uno dei rischi che deriva dagli stessi è connesso con la possibilità di urto accidentale delle macchine operatrici contro i sili, con possibile conseguente crollo di questi ultimi e del loro contenuto, soprattutto nel caso di sili leggeri o dislocati in aree critiche.
Ciò risulta evitabile mediante: • introduzione di elementi artificiali di protezione dal pericolo di urto accidentale, come cordoli o aiuole; • Inserimento di strutture metalliche verticali di protezione vera e propria, di adeguata resistenza, in grado di sopportare l’urto accidentale di un mezzo in movimento Foto 5:
È consigliato predisporre protezione mediante griglia di organi in movimento, coclee, trasportatori a tazza o a nastro nelle zone accessibili all’ operatore. Per quanto riguarda invece i sili orizzontali distinguiamo: • Silo orizzontale a platea: privi di qualsiasi parete di contenimento, con pavimentazione a livello del terreno, generalmente realizzata in battuto di cemento, su cui si depositano i cumuli di foraggio adeguatamente compattati e ricoperti con teli in plastica. • Silo orizzontale a fossa: sono strutture totalmente o parzialmente interrate dotate di pareti di calcestruzzo. Tale pratica, poco diffusa, richiede che siano realizzate rampe di accesso di adeguata pendenza per poter effettuare il riempimento del silo e soprattutto il prelievo del prodotto insilato. • Silo orizzontale a trincea:
è costituito essenzialmente da una platea, da due pareti laterali di contenimento e generalmente da una parete di fondo. CADUTE IMPROVVISE DI MATERIALI: possono verificarsi nei fienili per sovraccarico del solaio o per ribaltamento delle rotoballe Nei fienili il foraggio e la paglia vengono immagazzinati, per la massima parte, in rotoballe o in balle parallelepipede di piccole o grandi dimensioni. Il fieno può essere conservato sia nei vecchi fienili sopraelevati sia, più modernamente e frequentemente, sotto apposite tettoie o porticati chiusi su due o tre lati. Adeguamento dei solai: L’eccessiva densità di fieno imballato potrebbe arrecare problemi alla stabilità degli edifici, occorre quindi indicare, su una parete o in un altro punto ben visibile, il carico massimo tollerato dal solaio, espresso in Kg/m2 o in N/m2. I carichi non devono superare tale valore e devono essere distribuiti razionalmente ai fini della stabilità del solaio (D.Lgs 81/08 art.146). Altro momento critico è dovuto alla movimentazione del foraggio o della paglia, con pericolo di caduta dall’alto: in questo caso è necessario dotare il fienile di parapetto, costruito con materiale rigido e resistente, con altezza utile di almeno 1 m, dotato almeno di due correnti, di cui quello intermedio a metà tra quello superiore e il pavimento, e di una fascia continua poggiante sul piano di calpestio alta almeno 15 cm o di opportuni sistemi anticaduta nel caso di
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Adeguamento delle scale semplici portatili Le scale semplici portatili devono essere dotate di: • dispositivi antisdrucciolo alle estremità inferiori oppure puntali da conficcare nel terreno; • dispositivi o ganci di trattenuta alle estremità superiori al fine di evitare pericoli di sbandamento o slittamento; • pioli antisdrucciolo per quelle in metallo; • Le scale in legno devono avere i pioli privi di nodi ed incastrati nei montanti, i quali devono essere trattenuti con tiranti di ferro applicati sotto i due pioli estremi ed a metà dei montanti se sono più alte di 4 metri; • Le scale a pioli usate per l’accesso devono essere tali da sporgere a sufficienza oltre il livello di accesso, a meno che altri dispositivi garantiscano una presa sicura. Adeguamento per ribaltamento rotoballe: • la movimentazione di rotoballe deve avvenire mediante l’utilizzo di trattori con struttura di protezione del posto guida, tale mancanza costituisce una situazione inaccettabile di grave pericolo; • evitare impilamenti superiori al quarto livello; • per limitare il rischio di caduta delle rotoballe impilate,
Foto 7:
• per limitare i danni prodotti dalla caduta in fase di movimentazione: l’area suscettibile di caduta, cioè l’area di manovra, deve essere delimitata con recinzione metallica di altezza minima m 2. L’accesso all’area, che sarà dotata di opportuni cancelli apribili, sarà interdetto ai pedoni e consentito unicamente alla macchina operatrice con operatore a bordo e posto di guida protetto. Foto 8:
ADEGUAMENTO VASCHE LIQUAMI Un altro adeguamento di fondamentale importanza riguarderà le vasche per lo stoccaggio delle deiezioni, interrate e scoperte. Esse devono avere: - parapetto non arrampicabile in materiale resistente (parete piena, cancelli metallici,ecc.) di altezza di almeno 140 cm (consigliati 180 cm); - se il parapetto non è costruito a partire dal piano campagna, deve essere dotato di protezione di arresto al piede di almeno 15 cm; - quando per esigenze della lavorazione o per condizioni di impianto non sia possibile applicare il parapetto, le aperture superiori dei recipienti devono essere provviste di solide coperture o di altre difese atte ad evitare il pericolo di caduta dei lavoratori, o dei visitatori occasionali, entro di essi (D.Lgs 81/2008 Allegato IV punto 3). Tutto ciò non si applica quando le vasche, le canalizzazioni, i serbatoi, ed i recipienti hanno una profondità non superiore a 1 m e non contengono liquidi o materie dannose e siano adottate altre cautele. I presenti testi sono liberamente tratti da documenti e presentazioni fornite dall’ASL-SPRESAL di Asti. Nel prossimo numero di questa rivista si affronterà la parte relativa ai requisiti degli impianti elettrici. Per ogni ulteriore informazione è possibile rivolgersi in Coldiretti Asti-Servizio Sicurezza del Lavoro, tel. 0141-380418.
Misura 111-1B
Foto 6:
occorre delimitare trasversalmente le campate del locale di stoccaggio con cavi tesi tra pilastri corrispondenti della stessa campata (passo medio 6–7 m). I cavi, o le funi andranno posti ad altezze corrispondenti alla 3^, alla 4^rotoballa ed eventualmente a quelle superiori.
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botole di scarico.
Importi contributi CDCM
Patronato
Resi noti dall’Inps per l’anno 2014
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Contribuzione IVS Il calcolo dei contributi I.V.S., dovuti dai coltivatori diretti, coloni, mezzadri ed imprenditori agricoli professionali, si basa sulla classificazione delle aziende nelle quattro fasce di reddito convenzionale, indicate nella “Tabella D”, allegata alla legge 2 agosto 1990, n. 233, rimodulate a partire dal 1° luglio 1997 dal decreto legislativo 16 aprile 1997, n. 146 e convertite in euro, come da circolare n. 83 del 23 aprile 2002. Come é noto, ciascuna azienda è inclusa annualmente nella fascia di reddito convenzionale corrispondente al reddito agrario dei terreni condotti e/o a quello determinato dall’allevamento degli animali. La contribuzione dovuta è determinata, ai sensi dell’art. 7 della legge 233/90, moltiplicando il reddito medio convenzionale - stabilito annualmente con Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sulla base della media delle retribuzioni medie giornaliere degli operai agricoli - per
Tabella C – Aliquota di computo
Tabella B – Aliquota di finanziamento Zona normale Anno 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Dal 2018
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il numero di giornate indicate nella citata “Tabella D”, in corrispondenza della fascia di reddito convenzionale in cui è inserita l’azienda e applicando al risultato le aliquote percentuali come di seguito riepilogate. Con decreto del Direttore Generale per le Politiche Previdenziali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è stato determinato il reddito medio convenzionale, per l’anno 2014, in Euro 54,65. Le aliquote da applicare al suddetto reddito sono state rideterminate dal Decreto Legge 201/2011 convertito in Legge 214/2011 che all’art. 24, comma 23 ha previsto che, a partire dal 1° gennaio 2012, le aliquote contributive pensionistiche di finanziamento e di computo dei lavoratori coltivatori diretti, mezzadri e coloni ed anche, a partire dal 2013, per gli Imprenditori Agricoli Professionali iscritti alla relativa gestione autonoma dell’INPS, sono quelle di seguito riportate nelle Tabelle B e C :
Zona svantaggiata
Anni
Aliquota di computo
Maggiore
Minore di
Maggiore
Minore di
2012
21,6%
di 21 anni
21 anni
di 21 anni
21 anni
2013
22,0%
21,6% 22,0% 22,4% 22,8% 23,2% 23,6% 24,0%
19,4% 20,2% 21,0% 21,8% 22,6% 23,4% 24,0%
18,7% 19,6% 20,5% 21,4% 22,3% 23,2% 24,0%
15,0% 16,5% 18,0% 19,5% 21,0% 22,5% 24,0%
2014
22,4%
2015
22,8%
2016
23,2%
2017
23,6%
dal 2018
24,0%
Pertanto per l’anno 2014 le aliquote da applicare ai coltivatori diretti, mezzadri, coloni e imprenditori agricoli professionali comprensive del contributo addizionale del 2%, previsto dall’art.12, ultimo comma, della legge 2 agosto 1990, n. 233 sono le seguenti: • 22,4 % (ridotta a 21,0% per i soggetti di età inferiore a 21 anni) per la generalità delle imprese; • 20,5% (ridotta a 18,0% per i soggetti di età inferiore ai 21 anni) per le imprese ubicate in territori montani o in zone svantaggiate. Si precisa, inoltre, che l’importo del contributo addizionale, di cui al comma 1,
art. 17 della legge 3 giugno 1975, n. 160, per effetto del meccanismo di adeguamento periodico previsto dall’art. 22 della stessa legge, è pari, per l’anno 2014, a € 0,66 a giornata. Contribuzione di maternità Anche per l’anno 2014 il contributo annuo, dovuto ai fini della copertura degli oneri derivanti dall’erogazione dell’indennità giornaliera di gravidanza e puerperio, è fissato nella misura di € 7,49, ai sensi dell’articolo 49 della legge 23 dicembre 1999, n. 488. Tale contributo è dovuto, ai sensi dell’art. 6 della legge 29 dicembre 1987, n. 546 per ciascuna unità attiva iscritta nella Gestione speciale dei colti-
vatori diretti, mezzadri e coloni e, ai sensi dell’articolo 66 del D. Lgs. 26 marzo 2001, n. 151 (T.U. sulla maternità) per gli imprenditori agricoli professionali. Contribuzione INAIL Essendo stato raggiunto l’aumento dei contributi, previsto dall’art. 28 del decreto legislativo n. 38 del 23 febbraio 2000, per il quinquennio 2001 – 2005, e fermo restando quanto stabilito dagli artt. 257 e 262 del T.U. INAIL, il contributo di cui all’art. 4 della legge 27 dicembre 1973, n. 852, dovuto per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali dai coltivatori diretti, mezzadri e coloni, per l’anno 2014 resta fissato nella misura capitaria annua di: • € 768,50 (per le zone normali) • € 532,18 (per i territori montani e le zone svantaggiate). Addizionale INAIL In data 7 giugno 2013 è stato pubblicato sul sito internet del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Pubblicità Legale – il Decreto del 10 aprile 2013 relativo alla “Determinazione dell’addizionale sui contributi assicurativi agricoli per la copertura degli oneri relativi al danno biologico per l’anno 2012”. Tale recupero è stato fissato nella seguente misura: • Aumento dello 0,16% del contributo assicurativo dovuto per l’anno 2012. Il recupero sarà posto in riscossione unitamente all’imposizione contributiva relativa all’anno 2014 tramite lo stesso modello F24, come da tabella seguente: IMPORTO ADDIZIONALE INAIL PER DANNO BIOLOGICO ANNO
ZONE NON AGEVOLATE
ZONE AGEVOLATE
2012 1,23 0,85 Modalità di pagamento La riscossione avverrà tramite l’invio agli interessati di comunicazione dell’importo da versare in quattro rate. I termini di scadenza per il pagamento sono il 16 luglio, il 16 settembre, il 17 novembre 2014 e il 16 gennaio 2015. Per procedere al versamento degli importi dovuti, invitiamo tutti i titolare d’azienda che riceveranno la comunicazione Inps a presentarsi presso gli uffici Epaca Coldiretti.
ANNUNCI
Vendo trattore Fiat 60-66 DT e rimorchio marca Verderone ribaltabile e attrezzi vari. Tel ore pasti 011.9424193 oppure 338.3461712. Vendo trattore Same Aster CV 60, 4 ruote motrici, con cabina e fresa Mod. Palladino, larghezza cm 110. Tel 328.4788299. Vendesi trattore agricolo cingolato, unico proprietario, immatricolato nel 1994, con poche ore di lavoro e con barra protettiva di sicurezza per la postazione di guida e possibilità di cinture di sicurezza. Tel: 011/9876532 – 335/5493267. Vendo motocoltivatore Carraro recente 14 cv diesel con fresa cm. 70. € 2.300,00. Tel. 340.7485643.
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S. Damiano Cisterna Celle Enomondo Ferrere
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