Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 10 - Anno 2014. In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo
Anno
63° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI
numero
ASTI
COLDIRETTI
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25 agosto 2014
m m a r i o
Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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Cinghiali e caprioli vincono agricoltura perde
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Insufficienti gli aiuti Ue per le sanzioni in Russia
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Progetto Vino Coldiretti 2014/15
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Nel Decreto competitività spicca “#Campolibero”
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Vendemmia, meno prodotto ma il 40% è Doc
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+20% boschi in 20 anni ma non c’è chi li cura
Misura 111 -Un’annata in bilico; Documenti per il trasporto delle uve; Convalida documenti vitivinicoli tramite PEC; Fermentazioni campagna 2014/2015 - Vendemmia 2014; Aggiornamento professionale per imprenditori agricoli.
Sommario
Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Periodico ufficiale Coldiretti Anno 63° numero 10 - 25 agosto 2014* Realizzazione grafica e stampa Riflesso – Artigrafiche M.A.R. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.590425 Abbonamento annuale: Euro 20,00 *Data di chiusura del giornale
argomenti in evidenza
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“Contadini per vocazione, non per costrizione” Perchè solo se amata e rispettata la terra produrrà pane per tutti....
Riflessioni
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di Don Francesco Cartello
n mese fa, il 5 luglio, la visita di papa Francesco in Molise. Uno di quei momenti di incontro ai quali ci ha abituato, intrisi di semplicità formale ma di profondità sostanziale, nei gesti e nelle parole. In una delle regioni dove l’agricoltura resta ancora una delle risorse fondamentali, dove la crisi generale trova sbocchi favorevoli nell’innovazione e nella fedeltà. Un messaggio che papa Francesco rivolge soprattutto ai giovani, valido per ogni regione e condizione: l’amore alla terra che va “custodita”, perché porti frutto senza essere sfruttata, la possibilità e l’impegno per un lavoro che coniughi dignità e giustizia. A dare l’avvio alle considerazioni del Papa è stato il saluto di un giovane, rappresentate di tutti i suoi compagni con una duplice qualifica: contadino e studente. Gabriele Maglieri esprime all’università Unimol di Campobasso la sua emozione e si presenta: “Ho 28 anni, sono un agricoltore di Riccia, un comune rurale, figlio di una famiglia che da sempre vive di agricoltura. Ho imparato la nobile arte dell’agricoltura, seguendo l’esempio di mio padre e di mio nonno, ma è qui all’Università che mi sono laureato in scienze agrarie, migliorando la mia professionalità… Mi faccio voce di tutte le 27.000 aziende agricole della regione, gente onesta e lavoratrice…” Gabriele si collega a tre parole care a papa Francesco. La prima è Custodia del creato, citando il Cantico di San Francesco, con “matre terra la quale ne sustenta” lasciandoci la responsabilità di esserne gli attenti custodi, ed au-
spicando anche la custodia della “tipicità” dei prodotti, un valore che ogni giovane dedito al lavoro agricolo ben conosce. La seconda parola è “Dignità del lavoro agricolo”, che porta alla passione di restare sulla terra: “Vogliamo essere contadini per Vocazione e non per Costrizione, perché solo se amata e rispettata la terra produrrà pane per tutti…” E infine la parola Giustizia, con riferimenti alla concessione e all’utilizzo equo e mirato dei finanziamenti, senza assistenzialismi, ma valorizzando la forza della cooperazione di base, in leale collaborazione con tutti. Parole che in ogni latitudine del nostro paese possono e devono essere desiderio, programma e impegno, soprattutto per i giovani. E papa Francesco nella sua risposta immediata dimostra tutta la sua condivisione: “Il restare del contadino sulla terra non è rimanere fisso; è fare un dialogo, un dialogo fecondo, un dialogo creativo. È il dialogo dell’Uomo con la sua terra che la fa fiorire, la fa diventare per tutti noi feconda. Questo è importante. Un buon percorso formativo non offre facili soluzioni, ma aiuta ad avere uno sguardo più aperto e più creativo per valorizzare meglio le risorse del territorio. Condivido pienamente ciò che è stato detto sul “custodire” la terra, perché dia frutto senza essere “sfruttata”. Questa è una delle più grandi sfide della nostra epoca: convertirci ad uno sviluppo che sappia rispettare il creato”. Affascinante ci sembra la visone “dinamica” di un lavoro come quello nei campi che può apparire fisso nei suoi ritmi tradizionali legati alle stagioni e alle tradi-
zioni, e invece offre, e pretende, spazi di creatività, di innovazione, di sguardo sul domani. Sulla “dignità” del lavoro il papa torna infine con parole nette: “Non avere lavoro non è soltanto non avere il necessario per vivere: no. Noi possiamo mangiare tutti i giorni: andiamo alla Caritas, andiamo a questa associazione, andiamo al club, andiamo là e ci danno da mangiare. Ma quello non è il problema. Il problema è: non portare il pane a casa, questo è grave, questo toglie la dignità! E il problema più grave non è la fame, il problema più grave è la dignità.” Ancora una volta ringraziamo papa Francesco per la sua capacità di calarsi nella storia e nella geografia, nei problemi della gente e della loro terra: quella del Molise un mese fa, ma tutti i giorni e per tutti, specialmente i giovani, un invito ancora una volta a “non lasciarsi rubare la speranza…”. *Consigliere Ecclesiastico Coldiretti Asti
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lcuni giorni fa, si è svolto un interessante convegno sulla gestione della selvaggina nei territori agricoli, organizzato dalla Provincia di Asti. Moltissime le relazioni ed altrettanti gli spunti. Ma andiamo con ordine. Le relazioni centrali del convegno sono state svolte da due esperti della Toscana che, con molta semplicità e scioltezza, hanno confermato che fino a quando non si troverà un giusto equilibrio tra fauna selvatica e insediamenti produttivo-agricoli, la questione non sarà risolta. Questa è stata la prima conferma per noi utile. Si è anche sancito che i piani di contenimento o gli abbattimenti selettivi non risultano affatto utili se non si è prima ridotto drasticamente il numero dei selvatici all’interno delle aree idonee al loro rifugio come, ad esempio, i boschi. Seconda conferma di quanto dai noi sostenuto nel corso degli anni. I due professionisti Toscani hanno proposto, al fine di ottenere un maggiore risultato nelle battute, di preferire la caccia notturna sulle altane e di non preoccuparsi né del sesso e né dell’età, ma
di abbattere qualunque esemplare a tiro. Terza conferma delle nostre tesi e proposte. Infine, si è anche detto per la prima volta che quando si rimborsano i danni non bisogna con- Antonio Ciotta, Direttore Coldiretti Asti siderare solo surata di selvaggina. Tutto quello il mancato prodotto o la risemiche si è fatto finora va cambiato na bensì anche il lavoro che l’imse vogliamo essere coerenti con prenditore ha fatto ed è costretto quanto detto al convegno dagli a fare. esperti e dalla Provincia. Quarta conferma. Solo dopo C’è però una nota positiva e cioè queste affermazioni, la Provinche il nuovo Piano si potrebbe cia ha dichiarato che, in effetti, il fare in fretta, poiché comprende piano di abbattimento selettivo e punti già risaputi: caccia notturna quello di contenimento non hansulle altane con raggi infrarossi, no prodotto nessun risultato ponessuna selezione degli esemplari sitivo, visto che sono aumentati i ed abolizione delle zone. Qualcudanni all’agricoltura. no avrà il coraggio di farlo? Questa è una conferma che conNel frattempo c’è chi è condannastatiamo con dolore, perché, to a continuare a subire i danni. dopo anni di battaglia, il probleEcco perché, con grande amarezma ancora persiste ed è ben più za, diciamo che cinghiali e capriominaccioso che in passato. li continuano a vincere, mentre Allora forse è arrivato il momenl’economia di questa provincia to che tutto il sistema cambi apcontinua a perdere. proccio e rivoluzioni il metodo * Direttore Coldiretti Asti offensivo verso la presenza smiRIFLESSO - ASTI
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di Antonio Ciotta*
Editoriale
Però ora si sa cosa fare: si avrà il coraggio di cambiare?
Progetto vino Coldiretti 2014/15 Con la vendemmia si raccoglie su 105 ettari
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on l’avvio della vendemmia, si raccolgono anche le uve del “Progetto Vino” di Coldiretti Asti. Quest’anno la raccolta si è allargata su ben 105 ettari di vigneto. Oltre alla Barbera d’Asti che ha dato avvio tre anni fa al progetto, i viticoltori conferiranno anche Grignolino, Chardonnay e Cortese. Un successo clamoroso con il valore delle uve Barbera triplicato rispetto all’annata 2011, quando 20 viticoltori decisero di saltare il passaggio dell’intermediazione delle uve e di procedere con la vinificazione associata. Già per l’annata 2012 il valore delle loro uve passò da 25/30 euro al quintale agli 80 euro delle partite di minor pregio, fino a oltre 120 euro al quintale delle produzione qualitativamente più elevate. Un trend positivo confermato anche per l’annata 2013 con un valore medio delle uve che si sta assestando sui livelli della vendemmia precedente. Forti consensi dunque da parte dei produttori e grande interesse da parte di tutti gli operatori del settore verso il progetto di Coldiretti. In un primo tempo bistrattato e anche osteggiato, soprattutto da parte degli intermediari di uve. Il progetto vino ha infastidito i cosiddetti “mediatori” che svolgono un “lavoro” ormai desueto e quasi sempre utile unicamente ad allungare in modo abnorme la filiera erodendo la marginalità ai viticoltori. Ma dopo due anni, alla terza vendemmia i viticoltori possono usufruire di un meccanismo ormai ben consolidato: il Consorzio Terre di Qualità associa i viticoltori, il Centro Studi Vini del Piemonte segue il protocollo di produzione delle uve e di vinificazione, la Cantina Sociale
Sopra: Roberto Cabiale, presidente Coldiretti Asti; a lato: Secondo Rabbione responsabile Centro Studi Vini del Piemonte
“Barbera dei Sei Castelli” di Agliano Terme procede alla vinificazione e alla vendita del prodotto. “Come abbiamo fatto e stiamo facendo per gli altri comparti produttivi, dagli ortaggi, alle nocciole, fino al grano e la carne, anche per il vino il nostro obbiettivo - sottolinea Roberto Cabiale, presidente provinciale e vice presidente regionale Coldiretti – era di accorciare sempre più la filiera e di garantire ai produttori una maggiore redditività. Maggiore reddittività ai viticoltori, che in questo caso sono diventati vinificatori associati, vuole anche dire garantire una maggiore qualità ed accuratezza del prodotto”. “Tutto trova origine dal nostro progetto nazionale di “Una filiera agricolta tutta italiana” - rileva Antonio Ciotta, direttore provinciale Coldiretti – che ha dato vita ad una serie di iniziative in grado di ridare consapevolezza al grande valore della nostra agricoltura. Nello specifico il “Progetto Vino” è
Anche quest’anno crescono le attese per l’iniziativa che ha accorciato la filiera del vino; Le Barbera d’Asti, Grignolino d’Asti, Chardonnay e Cortese Monferrato dei produttori del Consorzio Terre di Qualità, sono seguite dal Centro Studi Vini e vinificate alla Cantina Sei Castelli
potuto decollare grazie alla costituzione del Centro Studi Vini del Piemonte e alla sagacia dei viticoltori riuniti attorno all’attività del Consorzio Terre di Qualità aderente a Ue.Coop. Continuando a fare sinergia nell’ambito di tutto il sistema Coldiretti, contiamo anche con questa vendemmia di ottenere ottimi vini e di dare ulteriori soddisfazioni ai produttori”.
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teloni in materiale idoneo per alimenti, evitando di formare cumuli e schiacciamenti con eccessivo ammostamento delle uve. La raccolta - in base agli indici di maturazione - è eseguita compilando una scheda di valutazione per ogni singola partita con registrazione dei valori del grado Babo, indice di qualità fenolica (IQF), tonalità, pH, temperatura dell’uva, aspetto visivo e sanitario e igienico-sanitario dei mezzi di trasporto.
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di inizio del diradamento, seguito da controllo del tecnico e rilascio di dichiarazione di conformità. Per la scelta del periodo vendemmiale sono tuttora in corso i controlli analitici sulla maturazione, cosiddette “curve di maturazione”, con la comunicazione agli aderenti della data e dell’orario dei conferimenti. La vendemmia viene separata per vigneto con trasporto entro la giornata di raccolta impiegando rimorchi in acciaio o provvisti di
Controlli
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i va dal nord della provincia, da Asti a Moncalvo, fino al sud, da Canelli a Nizza Monferrato. Provengono un po’ da tutto l’Astigiano le uve del “Progetto Vino” di Coldiretti Asti. Oltre alla provenienza, la qualità delle uve prima e del vino poi è garantita da un rigido protocollo produttivo a cui devono sottostare i produttori. Un protocollo ideato e seguito scrupolosamente e analiticamente dal Centro Studi Vini del Piemonte, con sede a San Damiano d’Asti. Ma vediamo l’intero iter qualitativo dalla vigna al vino con il responsabile del CSV, Secondo Rabbione: “I controlli sull’idoneità dei vigneti e quelli su un apposito protocollo per le lavorazioni agronomiche studiate dal Centro Studi Vini, sono stati curati dal Servizio tecnico di Coldiretti Asti. L’assistenza tecnica ha previsto il controllo delle operazioni di potatura, legatura, potatura verde primaverile, cimatura, sfogliatura, difesa sanitaria e le lavorazioni del terreno. La produzione di uva, ove necessario, è stata ricondotta a 80 quintali ad ettaro, tramite diradamento dei grappoli, attraverso comunicazione della data
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Il Nizza Docg c’è Approvato il nuovo vino già con l’annata 2014
Gianluca Morino presidente Associazione produttori Nizza
scelta di responsabilità e quindi vogliamo coinvolgere tutto il territorio e promuovere tutte le realtà agricole ed agroalimentare, penso alla carne di Razza Bovina Piemontese, o al Cardo Gobbo di Nizza Monferrato. Mi preme anche sottolineare come non possa esserci alcun concetto negativo di distacco o separazione dalla Docg Barbera d’Asti, ma anzi la consapevolezza del grande lavoro svolto in questi anni per far crescere il Nizza, insieme ai suoi produttori, e il desiderio di trovare una propria strada per ottimizzare la comunicazione e la valorizzazione del vino e del territorio”. In ogni caso le basi per fare bene ci sono tutte, la nuova docg può proprio far leva sull’esperienza della Barbera d’Asti Docg sottozona Nizza che in questi anni ha coinvolto 160 ettari di vigneto per una produzione di 250 mila bottiglie di cui il 46% esportato in Germania, Svizzera, Usa, Cina, Olanda e Danimarca. “Sappiamo che la qualità della produzione sarà medio alta, sarà un prodotto, da subito, riconoscibile perchè
i produttori sono già individuati e ben identificabili ed il meccanismo per la tutela del prodotto, grazie alla collaborazione con il Consorzio dei Vini d’Asti, è già collaudato”. Non rimane dunque che darsi, fin da subito, un nuovo obbiettivo: “Abbiamo le potenzialità e vorremmo raggiungere al più presto – rivela e concluede il presidente Morino - la produzione di 1 milione di bottiglie Nizza Docg, questo ci permetterebbe di ottenere una buona riconoscibilità da parte dei consumatori e da parte dei ristoratori, delle enoteche e delle vinerie”. In sintesi il Disciplinare del Nizza DOCG: Uve: 100% Barbera Non è ammesso arricchimento: il grado alcolometrico potenziale minimo delle uve deve essere pari a 13 gradi. Sono confermati i limiti restrittivi previsti in merito alla resa massima prevista per ettaro (max 7 tonnellate uva per ettaro) e all’affinamento minimo di 18 mesi, di cui minimo 6 in legno Introduzione della dicitura “Nizza riserva” (minimo 30 mesi di affinamento, di cui minimo 12 in legno).
Disciplinare
Morino, presidente dell’Associazione Produttori Nizza: “È un traguardo importante e anche un nuovo punto di partenza perchè è un vino che porta il nome del territorio; Abbiamo le potenzialità e vorremmo raggiungere al più presto la produzione di 1 milione di bottiglie”.
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l Nizza Docg potrà essere assaporato già dall’annata 2014. Dopo la pubblica approvazione del disciplinare del nuovo vino, avvenuta ad Isola d’Asti il 7 luglio scorso sotto l’egida del Ministero delle Politiche agricole, l’iter burocratico è stato completato. Lo conferma il presidente dell’Associazione Produttori del Nizza, Gianluca Morino: “La pratica è stata trasmessa a Bruxelles per una ratifica dell’Unione Europea che però non potrà fare più nessune osservazioni, quindi a tutti gli effetti con questa vendemmia sarà disponibile la prima annata, la 2014, della Nizza Docg”. Ovviamente i produttori che vorranno fregiarsi della Docg del nuovo vino dovranno iscrivere prima i vigneti e poi rivendicare la denominazione. “I piani di controllo – sottolinea Morino – sono già stati avviati per questa vendemmia da parte del Consorzio Vini d’Asti e del Monferrato e moltissimi produttori mi stanno chiedendo il disciplinare per avviare la rivendicazione. Le aspettative sono molte e l’interesse per il Nizza Docg ha già varcato i confini del disciplinare con vignaioli importanti di altre zone che hanno già acquisito vigneti in loco per poter produrre il nuovo vino”. Ci si aspetta dunque un ritorno importante da questa nuova denominazione, sia dal punto di vista economico diretto che da quello della promozione e valorizzazione del territorio ricompreso nel disciplinare produttivo. In tutto sono 18 comuni fra le province di Asti, Cuneo e Alessandria ricadenti della docg con attualmente 44 aziende vinicole associate al Nizza. “L’avvio della nuova denominazione – rileva Morino - è un traguardo importante e anche un nuovo punto di partenza perchè è un vino che porta il nome del territorio. Per i produttori è una
Vendemmia, meno prodotto ma il 40% è Doc È testa a testa con la Francia per il primato produttivo nel 2014
Attualità
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iniziata la vendemmia in Italia con una produzione che per effetto del clima del tutto anomalo di inizio estate molto probabilmente sarà più contenuta dello scorso anno che con oltre 49 milioni di ettolitri è stata particolarmente ricca. Sono le prime stime divulgate da Coldiretti in occasione del distacco del primo grappolo di uva da vino Made in Italy del 2014, avvenuto, con dieci giorni di anticipo rispetto allo scorso anno, nell’azienda agricola Faccoli, in via Cava a Coccaglio in provincia di Brescia in Franciacorta, dove si raccolgono le uve bianche destinate alla produzioni di spumanti che tradizionalmente sanciscono l’avvio delle vendemmia in Italia. Con queste premesse è testa a testa per la conquista del primato produttivo con la Francia dove le prime proiezioni per il 2014 danno una produzione in media con gli ultimi cinque anni di 46,4 milioni di ettolitri, secondo l’Istituto del Ministero dell’agricoltura d’oltralpe. In Italia si è iniziato con le uve pinot e chardonnay in un percorso che proseguirà a settembre ed ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Barbera, Nebbiolo, Aglianico e che si concluderà in alcuni casi addirittura a novembre. Le stime Coldiretti dunque saranno progressivamente definite perché molto dipenderà dalle prossime settimane in cui si inizierà a raccogliere tutte le altre uve sperando di superare l’andamento climatico bizzarro, con un mese di luglio con il 74 per cen-
Con l’inizio della vendemmia in Italia si attiva un motore economico ch genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che da occupazione a 1,25 milioni di persone. La vendemmia 2014 coinvolgerà 650mila ettari di vigne dai quali ben 480mila Docg, Doc e Igt e oltre 200mila aziende vitivinicole
to di precipitazioni in più e circa mezzo grado di temperatura in meno rispetto alla media che ha fatto aumentare l’impegno ed i costi dei viticoltori per la difesa del raccolto. Se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40 per cento ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geo-
grafica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola. Nei primi sei mesi del 2013 gli acquisti delle famiglie italiane di vino e spumanti sono risultati in valore pressochè stabili rispetto allo scorso anno (-0,1 per cento) in un quadro di calo complessivo dei consumi alimentari, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea, mentre le esportazioni sono amentate del 3 per cento nel primo quadrimestre con il risultato che oltre la metà del fatturato che sarà rea-
mazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro.
Attualità
in viticoltura su 141mila ettari di vigneto condotte da under 40 anni e rappresentano ben il 12 per cento del totale delle 161716 aziende agricole “giovani”, secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati relativi all’ultimo censimento. “La decisa svolta verso la qualità ha messo in moto nel vino un percorso virtuoso in grado di conciliare ambiente e territorio con crescita economica e occupazionale anche attraverso l’integrazione di categorie come giovani, donne e immigrati che in questo momento hanno maggiori difficoltà nell’accesso al lavoro”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. La ricaduta occupazionale riguarda sia per le persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio. Secondo una ricerca di Coldiretti, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall’industria di trasfor-
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lizzato dal vino nel 2014 sarà ottenuto dalle vendite sul mercato estero. Con l’inizio della vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che da occupazione a 1,25 milioni di persone. La vendemmia 2014 coinvolgerà 650mila ettari di vigne, dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt e oltre 200mila aziende vitivinicole dove quest’anno rispetto al passato con la crisi si prevede la presenza di un maggior numero di italiani, soprattutto giovani, rispetto agli extracomunitari, come confermano le richieste di lavoro. Secondo una indagine Coldiretti/Ixe’ oltre 2 giovani italiani su 3 (68 per cento) vorrebbero partecipare alla vendemmia 2014. Il settore del vino è uno dei piu’ ambiti dai giovani sia per fare una esperienza lavorativa che per investire come dimostra il fatto che sono ben 19423 le aziende agricole specializzate
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Un’annata in bilico Vendemmia: urgono giornate calde, soleggiate e ventilate
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na vendemmia thriller, col brivido, in bilico fino all’ultimo. Una suspense destinata a protrarsi fino al giorno della raccolta. Si prospettano giorni di passione per i viticoltori dell’Astigiano. Tutti in attesa del beltempo che potrebbe finalmente farsi vivo a fine agosto-inizio settembre. Difficile fare previsioni, una cosa è certa: più i giorni passano e più ci sarà bisogno di sole e alte temperature. Quest’estate pazza, con sole debole e tante piogge, ha quasi fiaccato la resistenza dei grappoli e, a dire il vero, la pazienza dei viticoltori, costretti ad interventi super straordinari per combattere le malattie. Il costo degli interventi agronomici, come le trinciature e le cimature, e dei trattamenti è già il doppio di un’annata normale. Un’annata incominciata con un inverno mite e proseguita con una primavera piovosa e seguita da un’estate fresca e altrettanto piovosa. Infatti dalla fine di aprile non è mai mancata una regolare perturbazione settimanale se non giornaliera. E pensare che l’annata era partita con un anticipo di circa 20 giorni rispetto al 2013, poi ha visto presentarsi tutte le malattie fungine, dalla peronospora all’oidio, fino al black roth e alla muffa grigia, e proliferare tutti gli insetti dannosi alla vite, dalle nottue alla tignoletta, fino alle varie cicaline. Di sventura in sventura, l’unica settimana di gran caldo, registratasi alla fine di luglio nel momento più delicato per l’uva appena scoperta, ha provocato notevoli danni da ustione. Un fenomeno diffor-
me, noto volgarmente anche come “colpi di sole” che in alcuni casi ha già compromesso fino al 30% della produzione. Eppure, ad oggi, 25 agosto, mentre rediamo questo articolo, non tutto è perduto. Anzi, potrebbe ancora prospettarsi un’annata clamorosamente buona, come, ahinoi, decisamente pessima. Soprattutto per le uve più precoci, come le Moscato e le Chardonnay, non ci sono molti margini di manovra: ci vogliono, da subito, le belle giornate. Per le Barbere la situazione è simile, ma una vendemmia più tardiva lascia meglio sperare in un recupero finale. Di sicuro la previsone di una vendemmia anticipata sta sfumando giorno per giorno. La raccolta delle uve moscato inizierà verso i primi giorni di settembre (3/4) e poi via avanti con le altre uve. In alcuni areali, purtroppo, le difficoltà di maturazione anche in caso di bel tempo sono già molto realistiche, laddove i vigneti hanno il cordone compromesso da forti
Quest’estate pazza, con sole debole e tante piogge, ha quasi fiaccato la resistenza dei grappoli e, a dire il vero, la pazienza dei viticoltori. Ma un fine agosto e un settembre col bel tempo potrebbero ancora portare ad un’annata clamorosamente buona
attacchi di peronospora. Se persisterà un tempo fresco umido come negli ultimi mesi, le uve cominceranno a marcire compromettendo sia la qualità che la quantità. In via generale siamo comunque in presenza ancora di buona qualità, grazie a tutto l’impegno profuso dagli imprenditori. Urgono semplicemente giornate calde, ventilate e soleggiate. L’annata è in bilico, il destino si compirà solamente al momento della raccolta.
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Documenti per il trasporto delle uve DOCUMENTI NECESSARI PER IL TRASPORTO DELLE UVE PRODUTTORE IN CONTABILITÀ IVA
PRODUTTORE ESONERATO IVA
NESSUN DOC
NESSUN DOC
ENTRO 40 KM
LO STESSO PRODUTTORE VETTORE/CONTO TERZISTA
SCHEDA DI TRASPORTO O DDT INTEGRATO DATI SCHEDA
OLTRE 40 KM
LO STESSO PRODUTTORE
IT - MVV
VETTORE/CONTO TERZISTA
DA INTEGRATO DEI DATI SCHEDA O DA + SCHEDA
LO STESSO PRODUTTORE
NESSUN DOC
VETTORE/CONTO TERZISTA PAGATO DAL PRODUTTORE
SCHEDA DI TRASPORTO O DDT INTEGRATO DATI SCHEDA
VETTORE/CONTO TERZISTA PAGATO DALLA CANTINA SOC.
DA INTEGRATO DEI DATI SCHEDA O DA + SCHEDA
LO STESSO PRODUTTORE
IT - MVV
VETTORE/CONTO TERZISTA PAGATO DAL PRODUTTORE
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DDT O IN PARTENZA O ALL’ARRIVO
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IT - MVV
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IT - MVV
TRASPORTO A CURA DI UN VETTORE
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TRASPORTO SENZA NESSUN VETTORE IN PROPRIO
IT - MVV
TRASPORTO A CURA DI UN VETTORE
DA INTEGRATO DEI DATI SCHEDA O DA + SCHEDA
ENTRO 40 KM CANTINA SOCIALE OLTRE 40 KM
ENTRO 40 KM ACQUIRENTE VINIFICATORE OLTRE 40 KM
PRIVATO CONSUMATORE
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CENTRI DI INTERMEDIAZIONE
NESSUN ESONERO IN KM
UTILIZZO DEI DOCUMENTI PER LE CASISTICHE INDICATE IN TABELLA TRASPOSRTO UVE E SOTTOPRODOTTI VITIVINICOLI: - documento IT deve essere convalidato alla partenza dal Comune. - documento ‘MVV prestampato da tipografia autorizzata non richiede vidimazione o convalida. -documento MVV stampato direttamente in azienda deve essere timbrato preventivamente dal comune prima dell’utilizzo . Si precisa che le aziende agricole che come attività annessa effettuano occasionalmente il trasporto delle uve per conto terzi non sono tenute ad iscriversi all’Albo dei trasportatori, quindi l’indicazione sulla scheda di trasporto interessa solo gli autotrasportatori. TRASPORTO SOTTOPRODOTTI DELLA VINIFICAZIONE (FECCIA /VINACCIA ) UTILIZZO IN QUALSIASI CASO DEI DOCUMENTI “IT –DOCO” O “MVV” NESSUNA CONVALIDA
IT - MVV NESSUN DOC
IT - MVV
NESSUN DOCUMENTO
IT - MVV
Misura 111-1B
CANTINA DELLO STESSO PRODUTTORE
MODALITÀ DEL TRASPORTO
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IT - MVV
IT - MVV
numero 10 – 2014
DESTINAZIONE DELLE UVE
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Convalida documenti vitivinicoli tramite PEC Per gli “MVV” è ora possibile utilizzare la posta elettronica certificata
Misura 111-1B
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al primo settembre prossimo si potranno convalidare i documenti di trasporto vitivinicoli “MVV” anche tramite posta certificata. L’ultimo decreto sui documenti di trasporto vitivinicoli del 17 giugno 2014 non modifica assolutamente quanto già previsto nelle disposizioni esistenti, pertanto le singole fattispecie di documenti e le relative condizioni di uso per i rispettivi prodotti vitivinicoli non sono cambiate e non cambieranno dal 1° settembre 2014. Con questo decreto ministeriale, in linea con le disposizioni Comunitarie, viene finalmente introdotta, a quasi un anno dall’entrata in vigore dei nuovi documenti MVV, la possibilità di convalida dove prevista tramite posta certificata: • Anche dopo il 1° settembre i documenti esistenti ed utilizzati nella circolazione dei prodotti vitivinicoli sul territorio nazionale continueranno ad essere validi con le stesse modalità di utilizzo. • La convalida a mezzo PEC è effettuabile solo per i documenti MVV e non anche per i DOCO/IT che continueranno a seguire le regole del passato.
• L’uso della PEC per effettuare la convalida di MVV non è obbligatoria per cui la convalida degli stessi potrà essere effettuata anche mediante il comune o la microfilmatrice. • Sarà possibile utilizzare la PEC per assolvere agli obblighi di trasmissione del documento di accompagnamento agli uffici ICQRF (nei casi in cui è richiesto) anche per i documenti MVV già convalidato mediante Comune o microfilmatrice • La convalida di un MVV che scorta in ambito nazionale prodotti imbottigliati non è obbligatoria. Il prospetto 2 (codice univoco PEC) dell’allegato alla fattispecie MVV-DAV-01 non esclude i vini imbottigliati in quanto l’eventuale richiesta di convalida non è considerata errata. • Per quanto riguarda il trasporto delle vinacce e delle fecce non cambia nulla rispetto al passato. Sarà possibile utilizzare anche il nuovo MVV senza obbligo di convalida. • Tutto il complesso delle deroghe alla emissione dei documenti di accompagnamento per uve e per vini rimane inalterato. • Dal 1° settembre i documenti MVV stampati in azienda non dovranno
più essere timbrati preventivamente se convalidati tramite PEC. • Se si utilizza un documento MVV per il trasporto delle uve da vino (nei casi previsti in cui oggi si usa il DOCO/IT) questo dovrà essere convalidato o tramite PEC o al COMUNE. Anche in questo caso non è possibile convalidare un DOCO/IT a mezzo PEC. • Il decreto in oggetto lascia invariata la previsione dell’art. 11 del dm 2 luglio 2013, pertanto l’uso di MVV prestampati non è soggetto a convalida a mezzo PEC se scortano vini imbottigliati destinati all’esportazione UE e Extra UE. • Qualora si voglia convalidare a mezzo PEC un MVV prestampato è obbligatorio “STAMPARE” l’apposito messaggio di avvenuta consegna della PEC sul MVV prestampato. Pertanto non è al momento considerata corretta la trascrizione o l’apposizione della risposta pec , ( messaggio di avvenuta consegna) nell’apposito riquadro. Di seguito si riportano i prospetti del decreto con i riferimenti degli indirizzi di posta certificata dei vari uffici del Ministero e i codici univoci da riportare nell’oggetto dell’invio pec.
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo PROSPETTO 1 - CASELLE PEC ICQRF - UFFICI TERRITORIALI UFFICI TERRITORIALI
PEC
PROVINCE DI COMPETENZA
ICQRF Nord Ovest
aoo.icqrf.to@pec.politicheagricole.gov.it
Alessandria, Aosta, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Genova, Imperia, La Spezia, Savona
ICQRF Lombardia
aoo.icqrf.mi@pec.politicheagricole.gov.it
Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza e della Brianza, Pavia, Sondrio, Varese
ICQRF Nord Est
aoo.icqrf.su@pec.politicheagricole.gov.it
Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza, Bolzano, Trento, Gorizia, Pordenone, Trieste, Udine
ICQRF Emilia Romagna e Marche
aoo.icqrf.bo@pec.politicheagricole.gov.it
Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma,Piacenza; Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro e Urbino
ICQRF Toscana e Umbria
aoo.icqrf.fi@pec.politicheagricole.gov.it
Arezzo, Firenze, Grpsseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Prato, Siena, Perugia, Terni
ICQRF Italia Centrale
aoo.icqrf.rm@pec.politicheagricole.gov.it
Frosinone, Latina, Rieti, Roma, Viterbo, l’Aquila, Chieti, Pescara, Teramo
ICQRF Italia Meridionale
aoo.icqrf.na@pec.politicheagricole.gov.it
Avellino, Benevento, Caserta, Napoli, Salerno, Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Vibo Valenza
ICQRF Italia Sud Est
aoo.icqrf.ba@pec.politicheagricole.gov.it
Bari, Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto, Matera, Potenza Campobasso, Isernia
ICQRF Sicilia
aoo.icqrf.pa@pec.politicheagricole.gov.it
Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa, Trapani
ICQRF Sardegna
aoo.icqrf.ca@pec.politicheagricole.gov.it
Cagliari, Nuoro, Oristano, Sassari, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra, Olbia-Tempio
CODICE UNIVOCO PEC
Finalità (Convalida / trasmissione)
Tipo di trasporto e prodotto
Dest. (Nazionale UE / Extra UE)
NOTE
MVV-DAV-01
Convalida e trasmissione del documento
Trasporto di tutti i prodotti vitivinicoli. Sono esclusi i trasporti di: fecce denaturate, uve da tavola destinate alla trasformazione e prodotti ottenuti dalla trasformazione di uve da tavola, uve dirette ad/spedite da un centro di intermediazione
Nazionale
Vale anche come trasmissione del documento vitivinicolo dei prodotti sfusi ai sensi dell’art. 29 del regolamento per i prodotti ivi elencati. A tal fine se il luogo di partenza ed il luogo di destinazione ricadono in circoscrizioni di competenza di Uffici territoriali diversi, il messaggio di PEC deve essere trasmesso all’Ufficio territoriale competente per il luogo di destinazione (vedasi sez. 2)
MVV-DAV-02
Convalida e trasmissione del documento
Trasporto di: uve da tavola destinate alla trasformazione e prodotti ottenuti dalla trasformazione di uve da tavola, uve dirette ad/spedite da un centro di intermediazione
Nazionale
Vale anche come trasmissione del documento vitivinicolo dei prodotti sfusi ai sensi dell’art. 29 del regolamento, del decreto ministeriale 30 giugno 19955 e dell’art. 7 del decreto ministeriale 19 dicembre 20005. A tal fine se il luogo di partenza ed il luogo di destinazione ricadono in circoscrizioni di competenza di Uffici territoriali diversi, il messaggio di PEC deve essere trasmesso contestualmente anche all’Ufficio territoriale competente per il luogo di destinazione (vedasi sez. 2)
MVV-DAV-03
Convalida del documento
Prodotti vitivinicoli sfusi
UE
MVV-DAV-04
Convalida del documento
Prodotti vitivinicoli sfusi
EXTRA UE
MVV-DAV-05
Convalida del documento
Prodotti vitivinicoli confezionati
UE ed EXTRA UE
MVV-DAV-06
Trasmissione del documento
Trasporto di prodotti sfusi elencati all’art. 29 del regolamento. Sono esclusi i trasporti di: fecce denaturate, uve da tavola destinate alla trasformazione e prodotti ottenuti dalla trasformazione di uve da tavola, uve dirette ad/ spedite da un centro di intermediazione uve
Nazionale
Il documento da trasmettere deve essere già convalidato. Se il luogo di partenza ed il luogo di destinazione ricadono in circoscrizioni di competenza di Uffici territoriali diversi, il messaggio di PEC deve essere trasmesso contestualmente anche all’Ufficio territoriale competente per il luogo di destinazione (vedasi sezione 2)
MVV-DAV-07
Trasmissione del documento
Trasporto di: uve da tavola destinate alla trasformazione e prodotti ottenuti dalla trasformazione di uve da tavola, uve dirette ad/spedite da un centro di intermediazione
Nazionale
Il documento da trasmettere deve essere già convalidato. La trasmissione viene effettuata per ottemperare all’adempimento dell’art. 29 del regolamento, o del decreto ministeriale 30 giugno 1995 e dell’art. 7 del decreto ministeriale 19 dicembre 2000. A tal fine se il luogo di partenza ed il luogo di destinazione ricadono in circoscrizioni di competenza di Uffici territoriali diversi, il messaggio di PEC deve essere trasmesso contestualmente anche all’Ufficio territoriale competente per il luogo di destinazione (vedasi sez. 2)
MVV-DAV-08
Trasmissione del documento
Trasporto di prodotti sfusi elencati all’art. 29 del regolamento.
UE
MVV-DAV-09
Trasmissione del documento
Trasporto di fecce denaturate
MVV-DAV-10
Annullamento operazioni di convalida
Da utilizzare per l’annullamento di operazioni di convalida tramite PEC effettuate in modo non corretto prima dell’apposizione della marca sul documento di accompagnamento (vds sez. 1 paragrafo 4)
MVV-DAV-11
Annullamento del documento convalidato
Da utilizzare per i documenti erroneamente compilati e qualora sia stato trasmesso ai fini della convalida tramite PEC, indipendentemente dal fatto che allo stesso sia applicata o meno la marca (prima della partenza del trasporto) (vds sezione 1 paragrafo 5)
Vale solo per l’operazione di convalida; Per l’assolvimento dell’adempimento di cui all’art. 29 del regolamento il documento già convalidato deve essere trasmesso con il codice univoco TRAS-MVV-DAV-08 (vedasi paragrafo 2 dela sez.2)
Il documento da trasmettere deve essere già convalidato. La trasmissione del documento di accompagnamento viene effettuata per assolvere all’obbligo di comunicazione di cui all’art. 14 della legge 82/2006. Se il luogo di partenza ed il luogo di destinazione ricadono in circoscrizioni di competenza di Uffici territoriali diversi, il messaggio di PEC deve essere trasmesso contestualmente anche all’Ufficio territoriale competente per il luogo di destinazione (vedasi sez. 2)
In tal caso l’invio dei messaggi di PEC ai fini della convalida vale anche come trasmissione dei documenti di accompagnamento che si riferiscono alle operazioni di “scarico”, emessi dai centri di intermediazione delle uve di cui al DM 30 giugno 1995 o dagli stabilimenti di cui al DM 19 dicembre 2000
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Nazionale
Misura 111-1B
PROSPETTO 2 - DODICE UNIVOCO PEC
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Giacenze di cantina annata 2013/2014 Chiusura al 31 luglio, scadenza di presentazione al 10 settembre
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opo il mese di luglio per le cantine, sia agricole che commerciali, è tempo di bilanci. È in questo periodo che tutte le cantine devono predisporre i conteggi con i relativi bilanci sui registri contabili riguardanti l’annata vitivinicola in corso che come ogni anno parte dal 1° agosto dell’anno precedente e si conclude con il 31 luglio dell’anno in corso. Inoltre le aziende soggette a deposito fiscale devono predisporre per l’ufficio tecnico di finanza l’inventario fisico delle materie prime dei semilavorati e dei prodotti finiti con la predisposizione del bilancio energetico e il bilancio di materia prospetto riepilogativo dei movimenti avvenuti nell’annata vitivinicola. Sono chiamati ad effettuare la comunicazione delle proprie giacenze tutti coloro hanno detenuto,movimentato e commercializzato vini nel periodo su indicato e alla data della chiusura dell’anno contabile di cantina detengono vini in giacenza , non esistono esoneri gli unici
esonerati secondo la legislazione vitivinicola riguardano i privati consumatori ed i rivenditori al minuto come enoteche,ristoranti,negozi, almeno che nell’anno non abbiano effettuato vendite unitarie oltre i sessanta litri ,in questo caso anche questi ultimi rientrerebbero nei soggetti obbligati alla comunicazione delle proprie giacenze. Le giacenze di cantina o di magazzino vini devono essere determinate dalla chiusura dei registri di carico e scarico effettuando il bilancio annuo di cantina, le attuali norme riguardanti la tenuta dei registri di cantina prevedono che ogni anno i singoli conti delle entrate e delle uscite devono essere chiusi ad una data prestabilita dagli stati membri. In Italia tale data corrisponde con la dichiarazione di giacenza , e anche quest’ anno la data coincide con il 31 luglio, i dati dei carichi di giacenza dovranno essere inviati nel mese di agosto, come già avvenuto nello scorso anno sarà possibile inviare i dati delle giacenze al Ministero tramite il siste-
ma informatico regionale , questo nell’ottica di regionalizzazione di tutti gli atti amministrativi in campo agricolo. Solo le aziende soggette a Deposito Fiscale vino in base all’art 7 e 8 comma 1 DM 153/2001 devono in concomitanza al suddetto periodo redigere per L’Ufficio Tecnico di Finanza (UTF) competente per il territorio le seguenti dichiarazioni, ed inviarle entro il 10 agosto di ogni anno : a) L’inventario delle materie prime, dei prodotti semilavorati e dei prodotti finiti; b) Il bilancio delle materie prime lavorate , con l’indicazione delle rese di lavorazione; c) Il Bilancio energetico con l’indicazione dei consumi di energia elettrica e dei combustibili attribuibili all’impianto; Nei prossimi giorni i tecnici della nostra Organizzazione saranno a disposizione per ulteriori chiarimenti e per l’assistenza necessaria all’espletamento dei conteggi delle giacenze.
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Fermentazioni campagna 2014/2015 - vendemmia 2014 cui caratteristiche rispondano alle definizioni di cui all’articolo 6 – comma 7 – del decreto legislativo dell’8 aprile 2010 di cui ai punti 15 e 16 dell’allegato VII ter parte II del Regolamento (UE) n. 1308/13. La detenzione delle vinacce ottenute dalla produzione di detti vini tradizionali è vietata a decorrere dal trentesimo giorno a far data dal loro ottenimento come risultante dalla documentazione ufficiale di cantina e, comunque, non oltre la data del 31 maggio 2015. 3. Le comunicazioni relative a fermentazioni spontanee che avvengono al di fuori dei periodi stabiliti ai precedenti punti 1 e 2, per le quali vige l’obbligo di immediata comunicazione ai sensi dell’articolo 9 - punto 3 – della Legge 20.02.2006, n. 82 devono essere indirizzate a: Ispettorato Centrale Repressione Frodi – Ufficio di Torino – Strada Antica di Collegno, 259 – 10146 - Torino e comunicate mediante telegramma o telefax. 4. Ai soli fini dell’applicazione dell’articolo 9 - punto 4 - della Legge 20.02.2006, n. 82, sono considerati “mosti parzialmente fermentati frizzanti” i prodotti vinicoli riconducibili alla definizione di cui al pun-
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to 11 dell’allegato VII ter parte II del Regolamento (UE) n. 1308/13, fra cui i seguenti vini a D.O.C. o D.O.C.G.: Brachetto d’Acqui nella tipologia rosso (D.M. 28.02.2011), Asti nella tipologia Moscato d’Asti (D.M. 16.05.2012), Malvasia di Casorzo (D.M. 26.05.1997), Malvasia di Castelnuovo Don Bosco (D.M. 22.04.2009), Piemonte nelle tipologie Brachetto e Moscato (ex D.M. 17.09.2010), Collina Torinese nelle tipologie Malvasia e Palaverga o Cari (D.M. 14.10.1999). Per ulteriori informazioni rivolgersi agli sportelli informativi Coldiretti.
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a Regione Piemonte, direzione agricoltura, in vista dell’imminente vendemmia, ha emanato la determina 653 per le “Disposizioni di attuazione della normativa comunitaria concernente l’organizzazione comune di Mercato (OCM) del vino, Fissazione del periodo delle fermentazioni, Campagna 2014/2015 (vendemmia 2014). Praticamente il decreto, i cui punti principali riportiamo di seguito, regolamenta le date per la produzione di vini passiti e vini da uve stramature. Nella determina non si fa riferimento al vino Loazzolo in quanto il periodo di fermentazione è già ricompreso nel disciplinare produttivo. 1. Nel territorio della Regione Piemonte il periodo entro il quale sono consentite le fermentazioni e le rifermentazioni vinarie è compreso tra il 1 agosto 2014 ed il 30 novembre 2014. 2. Per la produzione dei vini tradizionali regionali il periodo delle fermentazioni e rifermentazioni vinarie è compreso tra il 1 agosto 2014 ed il 1 maggio 2015. Sono individuati tradizionali, ai soli fini dell’applicazione delle norme citate in premessa, i seguenti vini: Piemonte Moscato passito, Piemonte Brachetto Passito, Brachetto d’Acqui o Acqui passito, Casorzo passito o Malvasia di Casorzo passito, Caluso passito, Strevi, Moscato d’Asti ed ogni altro prodotto vinicolo le
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Determinazione Regione Piemonte n. 653 del 28 luglio 2014
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Aggiornamento professionale per imprenditori agricoli Corsi gratuiti finanziati dal Psr anno 2014 - Misura 111.1.A MODULO PGQ02.01.07 - GESTIONE DELLA QUALITÀ I.N.I.P.A. - CODICE: PGQ19.01.01 PROPOSTE ANNO 2014/2015
ORE
PROPOSTE ANNO 2014/2015
CORSO PER IL CONSEGUIMENTO DEL “PATENTINO” VALIDO PER L’ACQUISTO, IL TRASPORTO E L’UTILIZZO DEI FITOFARMACI Sede: Asti – Canelli – Nizza M.to – S. Damiano d’Asti - Vesime
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NORME IGIENICO/SANITARIE DI CANTINA ED ETICHETTATUTURA Sede: Asti- Canelli o Nizza M.to
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NORME IGIENICO/SANITARIE PER LA SOMMINISTRAZIONE E 9 LA MANIPOLAZIONE DEI PRODOTTI NELLE AZIENDE AGRICOLE Sedi: Asti
DATORE DI LAVORO CON INCARICO DIRETTO R.S.P.P. – RISCHIO MEDIO 32 Sede: Asti – Canelli – Nizza M.to
Misura 111-1B
INCARICATO ATTIVITA’ DI PRIMO SOCCORSO IN AZIENDA GRUPPO “B” 12 Sede: Asti – Canelli – Nizza M.to
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ADDETTO ALLA PREVENZIONE E LOTTO ANTINCENDIO IN AZIEN- 8 DE GRUPPO “B” Sede: Asti – Canelli – Nizza M.to IL LAVORO IN AMBIENTI CONFINATI O SOSPETTI DI INQUINAMENTO Sede: Asti – Canelli – Nizza M.to – Villanova d’Asti
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CORSO DI AGGIORNAMENTO PER DATORE DI LAVORO CON INCA- 10 RICO DIRETTO R.S.P.P. – RISCHIO MEDIO Sede: Asti CORSO DI AGGIORNAMENTO PER L’INCARICATO ALL’ATTIVITA’ DI 6 PRIMO SOCCORSO IN AZIENDA DI GRUPPO “B” Sede: Asti – Canelli CORSO DI AGGIORNAMENTO PER ADDETTO ALLA PREVENZIONE 6 E LOTTA ANTINCENDIO IN AZIENDE GRUPPO “B” Sede: Asti – Canelli FORMAZIONE GENERALE E SPECIFICA DEI LAVORATORI IN AGRI- 12 COLTURA Sede: Asti – Canelli – Nizza M.to – Villanova d’Asti CORSO PER L’ACCREDITAMENTO REGIONALE PER OPERATORI DI 60 FATTORIE DIDATTICHE Sedi: Asti LA DEGUSTAZIONE DEL VINO COME STRUMENTO DI MIGLIORA- 9 MENTO QUALITATIVO Sede: San Damiano d’Asti
I METODI BIOLOGICO/DINAMICO PER LE COLTIVAZIONI MINORI Sede: Asti
ORE
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VALORIZZAZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI 18 AGROALIMENTARI CON L’USO DELLE MODERNE TECNOLOGIE INFORMATICHE Sedi: Asti PRESENTAZIONE GUIDATA DEL VINO IN PUBBLICO Sede: Asti
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DALLA VITE AL VINO SECONDO I DETTAMI DELL’AGRICOLTURA 16 INTEGRATA Sede: Asti MODERNE TECNOLOGIE PER IL RISPARMIO IDRICO E LA NUTRI- 12 ZIONE DELLE COLTURA Sede: Asti GESTIONE BOSCHIVA IN SICUREZZA E PRESERVAZIONE DEL TER- 12 RITORIO Sede: Asti LA CONDIZIONALITA’ PER UN’AGRICOLTURA SOSTENIBILE Sede: Asti
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LA SICUREZZA DEL LAVORO NEGLI ALLEVAMENTI BOVINI Sede: Asti
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TECNICA DELLA NUTRIZIONE DEL VIGNETO Sede: Asti
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TECNICHE FUORI SUOLO PER L’ORTICOLTURA PROTETTA Sede: Asti
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GESTIONE DELL’ATTIVITA’ RICETTIVA NEL SETTORE AGRITURISTI- 12 CO Sede: Asti
RICHIESTA PRE – ISCRIZIONE RAG. SOCIALE AZIENDA…………………………………………………….…………….. .............. PARTITA IVA ………………………………………………………………
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ALLIEVO COGNOME E NOME ………………………………………………………………………………………………………………………………………………….... COD. FISCALE ……………….…….…………………………………………………………………… RUOLO IN AZIENDA………………………………………………. Domicilio in Via/Loc…………………………….……...………...…………………....n………….. C.A.P…………….Comune ………………...…....……...……………… Tel. ………………….………… Cell………………………………….. Fax………………………………. E-mail:………………………………………………..………… Chiede di essere informato circa l’avviamento dei corsi contrassegnati. Ai sensi dell’art. 13 D.Lgs 196/2003, il sottoscritto a conoscenza dell’informativa, autorizza l’INIPA Piemonte alla raccolta, elaborazione e diffusione di tutti i dati personali necessari all’inoltro della domanda presentata e allo svolgimento del servizio richiesto.
Data…………………………………. Firma ………………………………………………..……………………………………………. INFORMAZIONI COLDIRETTI ASTI: Tel. 0141/ 380426 - Fax 0141 - 355138 - E-mail: isabella.schifone@coldiretti.it
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Vladimir Putin
sto punto - sostiene Tonello - per accelerare i tempi per il prodotto in eccesso occorre individuare insieme alla beneficenza altre destinazioni come la distillazione e quella energetica. Occorre soprattutto concentrare le risorse disponibili per la promozione a livello nazionale per aumentare l’efficacia di intervento ed evitarne la dispersione.
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RIFLESSO - ASTI
dotti agroalimentari dall’Italia, il coinvolgimento per un totale di circa 200 milioni di euro all’anno. Ed in particolare l’export di ortofrutta per un importo di 72 milioni di euro nel 2013, le carni per 61 milioni di euro, latte, formaggi e derivati per 45 milioni di euro e importi molti più limitati per il pesce che l’Italia spedisce in Russia. Tardivo è stato giudicato dal vicepresidente della Coldiretti Mauro Tonello l’intervento annunciato dal commissario Europeo Dacian Ciolos a sostegno delle pesche e nettarine in crisi per l’anomalo andamento stagionale che ne ha rallentato i consumi e accavallato i periodi di maturazione con l’aggravio del blocco delle importazioni da parte della Russia. A que-
Attualità
I
125 milioni complessivamente stanziati dalla Commissione per tutta l’Unione Europea a seguito del blocco delle importazioni in Russia di alcune categorie di prodotti alimentari non sono sufficienti a fronte dei danni diretti e indiretti che si stanno verificando. È quanto ha affermato il vicepresidente nazionale Coldiretti Mauro Tonello alla riunione operativa sul settore ortofrutticolo convocata dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina dopo le ritorsioni decise da Vladimir Putin. Molto dipenderà dalla tempestività e dalle modalità operative che devono ancora essere definite ma già ora si può dire che dall’intervento restano esclusi alcuni prodotti ortofrutticoli (compresi solo pomodori, carote, cavolo bianco, peperoni, cavolfiori, cetrioli e cetriolini, funghi, mele, pere, piccoli frutti, uva da tavola e kiwi) ma anche i prodotti diversi dall’ortofrutta ma comunque colpiti dal blocco come carni, pesce e latte e derivati tra i quali ci sono prodotti tipici Made in Italy dal grana padano al parmigiano reggiano fino l prosciutto di Parma fortemente danneggiati dall’embargo. Complessivamente si stimano già, solo per le spedizioni di pro-
AgriTate: da settembre un nuovo corso formativo Sono già 20 in Piemonte, assistono i bambini dai3 mesi ai 3 anni
Formazione
A
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nche quest’anno ed anche ad agosto le Agritate di Coldiretti non sono andate in vacanza! Le famiglie che l’hanno voluto hanno potuto usufruire del servizio di assistenza ai bebè per tutto il periodo estivo. Le Agritate, figure professionalmente formate e specializzate, accolgono presso la loro abitazione, nel contesto di una azienda agricola, i bambini dai tre mesi ai tre anni, seguendo un progetto pedagogico specifico che porta alla riscoperta della natura, della stagionalità e delle eccellenze della nostra agricoltura. Il servizio, promosso da Coldiretti Piemonte e dalla Regione Piemonte, è realizzato in collaborazione con la Cooperativa Sociale Linfa Solidale. “Sono 20 le Agritate, operative su tutto il territorio regionale, che hanno già accolto ed ospitano un centinaio di bambini e che possono essere contattate per prendersi cura dei vostri piccoli”, commenta Maria Chiara Bellino, coordinatrice regio-
nale del progetto per Coldiretti. “Si tratta di un servizio innovativo, formulato da Coldiretti per venire incontro alle famiglie, offrendo l’assistenza alla prima infanzia in ambito domiciliare e rurale – evidenzia il direttore di Coldiretti Piemonte, Antonio De Concilio – garantendo la personalizzazione e la flessibilità dell’orario, oltre alla capillarità sul territorio e alla conciliazione dei tempi della vita familiare e lavorativa”. Dal mese di settembre è in programma l’avvio del terzo corso di formazione regionale “Tecniche di assistenza alla prima infanzia in ambito domiciliare e rurale – Agritata”: della durata di 400 ore, il percorso formativo aperto a tutte le donne che vivono in azienda agricola e che de-
siderano diventare Agritate. Nell’Astigiano sono già attive 4 Agritata: Laura Ambrosio di Aramengo, Sabrina Bernardi di Passerano Marmorito, Maria Paola Ceretti di Monastero Bormida, Gabriella Domini di Calosso, Federica Lisa di Villanova d’Asti, Maria Francesca Lovisolo di Buttigliera d’Asti, Genoveffa Mingolla di San Paolo Solbrito. Conclude Maria Chiara Bellino: “Invitiamo le famiglie che desiderano usufruire del servizio e le ‘future’ agritate, a contattare i nostri uffici”. Per informazioni: Cooperativa Sociale Linfa Solidale: www. linfasolidale.it; info@linfasolidale.it; Tel. 3346838866; Coldiretti Piemonte: www.piemonte.coldiretti.it; piemonte@coldiretti.it; Tel. 0115573716.
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MERCATI DI CAMPAGNA AMICA ASTI - Piazza Statuto, ogni martedì pomeriggio ASTI - Piazza De Andrè, Mercato in borgo Santa Maria Nuova, venerdì dalle 7 alle 13,30 ASTI - Fronte all’Ospedale Cardinal Massaia si tiene il mercato settimanale al lunedì dalle 7 alle 12 BUBBIO - Mercato della vendita diretta, ogni sabato pomeriggio in Via Roma CALAMANDRANA - Mercato di Terra Amica ogni sabato mattina CASTELNUOVO D. B. - Mercato di vendita diretta del contadino, ogni domenica mattina CORTAZZONE - Mercato Comunale, Prima e terza domenica del mese I produttori di Campagna Amica sono poi massicciamente presenti in altre tre rassegne agroalimentare: ad Asti, sotto i portici di piazza Alfieri, ogni seconda domenica del mese; a Canelli, tutte le prime domeniche del mese; a Nizza Monferrato, nell’ambito del Mercatino dell’Antiquariato, ogni terza domenica del mese.
“Lo sviluppo rurale che vogliamo” che faciliti l’accesso al credito e velocizzi la capacità di spesa a favore delle Imprese. “Lo Sviluppo Rurale che Vogliamo”, questo il titolo dato al documento di Coldiretti contenente le proposte e le osservazioni rispetto al PSR 2014/2020, inviato l’8 agosto all’Autorità di Gestione del PSR del Piemonte ed accompagnato da una nota a firma del Presidente Roberto Moncalvo, e del Direttore Antonio De Concilio. In esso vengono anche evidenziate la capacità che l’Esecutivo della Regione Piemonte ha avuto nel saper recuperare, in metodologie e tempi, discrasie e ritardi maturatisi anche per la pausa elettorale. Nelle oltre 40 pagine dell’elaborato, sono state proposte una serie di modifiche tese a realizzare un effettivo sostegno alle imprese agricole ed alle popolazioni delle zone rurali piemontesi, attraverso uno strumento di programmazione e di sviluppo per i prossimi sei anni. Assolutamente prioritaria la destinazione delle risorse finanziarie, finalizzate agli interventi strutturali, all’Impresa Agricola professionale e diretto coltivatrice. In particolare, per gli interventi destinati alla trasformazione, Coldiretti Piemonte ha evidenziato quanto sia fondamentale che attraverso il P.S.R. Piemonte 2014/2020 si realizzi l’acquisizione di valore aggiunto per le produzioni del territorio in una logica di filiera, così come contenuto nel Progetto di Coldiretti per la realizzazione di una Filiera Agricola Tutta Italiana: una progettualità sulla quale oggi vi è anche grande attenzione da parte dell’industria intelligente del nostro Paese.
Antonio De Concilio direttore Coldiretti Piemonte
Il documento evidenzia come vada posta grande attenzione a quanto riportato dall’articolo 7 del Regolamento Comunitario 1305/2013 in riferimento soprattutto ai Giovani Agricoltori, alle Donne ed allo Sviluppo della Filiera Corta. Coldiretti Piemonte ha ipotizzato anche una tabella finanziaria per le singole misure, in grado di premiare anche quelle azioni che già nella precedente programmazione hanno dimostrato capacità di spesa e, quindi, di efficacia nel perseguimento degli obiettivi. Tutto il Piano di Sviluppo Rurale, conclude il documento di Coldiretti Piemonte, deve essere reso fruibile attraverso la massima semplificazione dell’impostazione e delle procedure. In tal senso anche una proposta di scheda di ingegneria finanziaria, che faciliti l’accesso al credito e velocizzi la capacità di spesa a favore delle Imprese evitando di vanificare, con il ritardo nella erogazione dei finanziamenti, l’ efficacia degli interventi.
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uadri Dirigenti di Coldiretti Piemonte riuniti in assise a fine luglio-inizio agosto per approvare il documento sul Programma di Sviluppo Rurale e la relativa dotazione finanziaria per ciascuna delle Misure di intervento. Le osservazioni e le proposte di Coldiretti Piemonte sono poi state pubblicate sul sito della Regione messo a disposizione dall’ Autorità di Gestione del P.S.R. per ricevere contributi e osservazioni da parte del partenariato. Coldiretti Piemonte, pur riconoscendo il lavoro svolto rispetto al Documento proposto nell’ aprile scorso, chiede alla Regione un ulteriore sforzo per poter conseguire pienamente i risultati a cui il P.S.R. deve poter giungere. Innanzitutto è da considerarsi assolutamente prioritaria la destinazione delle risorse finanziarie all’Impresa Agricola professionale e diretto coltivatrice. È assolutamente necessario che nel P.S.R. Piemonte 2014 – 2020 venga posta grande attenzione a quanto riportato dall’articolo 7 del Regolamento Comunitario 1305/2013 in riferimento soprattutto ai Giovani Agricoltori, alle Donne ed allo Sviluppo delle Filiere Corte. Si auspicano poi concreti interventi a sostegno della trasformazione agroalimentare. Essi devono essere finalizzati con priorità assoluta alla realizzazione di valore aggiunto per le produzioni del territorio in una logica di Filiera. Tutto il Piano di Sviluppo Rurale - hanno concluso i dirigenti di Coldiretti Piemonte - deve essere reso fruibile attraverso la massima semplificazione dell’impostazione e va attuata una adeguata misura di ingegneria finanziaria
Programmazione
Inviate le proposte all’Autorità di Gestione del Psr del Piemonte
Ecco il “Piano Florovivaistico” Approvato dalla Conferenza Stato Regioni del 2014/16
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Filiera
.approvazione in Conferenza Stato Regioni del “Piano nazionale florovivaistico”’ per il triennio 20142016 è una carta importante per il rilancio del settore, ma occorre trovare le risorse finanziarie per dotarlo di una serie di strumenti organici ed efficaci, con proposte coerenti con la politica comunitaria e nazionale, al fine di aumentarne la competitività sul mercato interno ed internazionale. È quanto rileva Coldiretti in merito al documento di indirizzo politico-programmatico di medio e lungo periodo che deve tradursi quanto prima in iniziati-
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ve concrete in grado di tutelare nell’attuale difficile momento di crisi una produzione Made in Italy al 100 per 100, dalla selezione delle varietà, alla produzione del seme, fino alla coltivazione della pianta, anche puntando sull’indicazione dell’origine del prodotto che tuttora manca, esponendo il settore a importazioni provenienti da Paesi che non rispettano il lavoro e che impiegano per la coltivazione prodotti banditi nell’Unione europea. Il settore florovivaistico è uno dei comparti di punta dell’economia agricola del nostro paese, con un fatturato di oltre 3 miliardi
di euro e centinaia di migliaia di occupati. Oltre a ciò il florovivaismo alimenta un fortissimo indotto, con lo sviluppo di fattori di produzione, macchine, strutture, distribuzione, logistica, pubblicità, progettazione, assistenza tecnica, manutenzione ed altro ancora.
Consumi Alimentari al minimo da 33 anni Contrazione dell’1,5% rispetto all’anno scorso; lattiero-caseari -5%
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consumi alimentari hanno toccato il fondo nel 2014 e sono tornati indietro di oltre 33 anni sui livelli minimi del 1981. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei consumi finali delle famiglie a valori concatenati dell’Istat. Gli italiani nei primi anni della crisi hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall’abbigliamento alle calzature, ma poi hanno iniziato a tagliare anche sul cibo riducendo al minimo gli sprechi e orientandosi verso prodotti low cost. Nel primo semestre del 2014 il carrello della spesa degli italiani si è ulteriormente svuotato e pesa l’1,5 per cento in meno rispetto allo steso periodo dell’anno precedente, secondo il dati Ismea/Gfk. Si accentua la flessione nel reparto dei lattiero-caseari (-5 per cento),e
l’ortofrutta (-2 per cento), nonostante la generale riduzione dei prezzi. In calo addirittura le uova (-3 per cento) che tradizionalmente sostituiscono la carne nei momenti di difficoltà economica. A cambiare è anche la qualità dei prodotti acquistati con un calo generalizzato (-0,5 per cento) per tutte le forme di distribuzione alimentare
tranne che per i discount, in crescita del 2,4 per cento a maggio. Un segnale confermato dal fatto che più di otto italiani su dieci (81 per cento) non buttano il cibo scaduto con una percentuale che è aumentata del 18 per cento dall’inizio del 2014, secondo il rapporto 2014 di Waste watcher knowledge for Expo.
Nel Decreto competitività spicca “#Campolibero”
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Si aprono opportunità per oltre centomila posti di lavoro; il “pacchetto” comprende: un registro unico dei controlli ispettivi; la semplificazione della burocrazia del settore vitivinicolo; meno adempimenti amministrativi in materia di circolazione delle macchine agricole e di prevenzione degli incendi; il credito d’imposta per nuovi investimenti; agevolazioni fiscali per l’affitto di terreni agricoli a giovani imprenditori; gli sfalci, le potature o le ripuliture considerate normali pratiche agricole. totale partecipazione giovanile. Di rilievo, infine, la norma che considera le attività di raggruppamento e abbruciamento dei materiali agricoli e forestali derivanti da sfalci, potature
o ripuliture, come normali pratiche agricole consentite per il reimpiego come sostanze concimanti o ammendanti e non come attività di gestione dei rifiuti.
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ORARI UFFICI COLDIRETTI ASTI Validi fino al 5 ottobre 2014 Mattino
Pomeriggio
Lunedì
8,30 – 13,30
Chiuso
Martedì
8,30 – 12,30
14,00 – 18,00
Mercoledì
8,30 – 12,30
14,00 – 18,00
Giovedì
8,30 – 12,30
14,00 – 18,00
Venerdì
8,30 – 12,30
Chiuso
Sabato
Chiuso
Chiuso
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Le misure del pacchetto “#campolibero” a favore dell’agricoltura, contenute nel decreto sulla competitività definitivamente convertito in legge dal Senato rappresentano un buon passo in avanti per il rilancio delle campagne dove con la green economy si aprono opportunità per oltre centomila posti di lavoro che possono contribuire alla crescita sostenibile e alla ripresa economica ed occupazionale del Paese”. È quanto ha affermato il presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare come moltissime norme contenute nel provvedimento siano state sostenute dall’Organizzazione, sotto il profilo della semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese agricole, dei controlli e del sostegno all’occupazione giovanile. In particolare sono importanti le disposizioni relative al registro unico dei controlli ispettivi finalizzate ad evitare duplicazioni e sovrapposizioni nei procedimenti di controllo e a recare minor intralcio all’esercizio dell’attività d’impresa. Ma anche quelle che semplificano la burocrazia del settore vitivinicolo dematerializzando e realizzando nell’ambito del Sian i registri dei prodotti vitivinicoli o che alleggeriscono gli adempimenti amministrativi in materia di circolazione delle macchine agricole e di prevenzione degli incendi. Sono positive per lo sviluppo dell’attività agricola le disposizioni relative al credito d’imposta per nuovi investimenti e quelle che prevedono agevolazioni fiscali per l’affitto di terreni agricoli a giovani imprenditori o che, attraverso mutui agevolati per investimenti a tasso zero, sostengono la nascita e lo sviluppo di imprese agricole a prevalente o
Incentivi
Approvato dal Senato, rilancerà la green economy
Un’annata disastrosa per l’apicoltura Solo 5 kg per alveare causa il maltempo in Piemonte
Previsione
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’inconsueto andamento climatico di quest’anno, con un brevissimo anticipo di bel tempo subito dopo la fine dell’inverno, seguito da un interminabile periodo di piogge e temperature pressoché costantemente al di sotto della media, ha determinato gravissimi danni agli apicoltori della nostra regione. I danni maggiori derivano dalla perdita, in molti casi totale e poco meno, del raccolto di miele di acacia dove, a fianco di produzioni pressoché nulle, si registrano valori dell’ordine dei 5 kg di miele/alveare. Anche le fioriture primaverili e di inizio estate del “millefiori” non hanno fornito raccolti soddisfacenti ed il castagno, pur se in netta ripresa dopo i successi conseguiti con la lotta biologica al cinipide, a causa delle piogge e temperature ha anch’esso deluso, salvo alcune situazioni, chi sperava di recuperare un po’ delle perdite subite. Scarse anche le speranze di un recupero con la raccolta della melata a causa del perdurare del mal tempo. A fare di quest’annata un’annata da dimenticare, a fianco della perdita dei raccolti di maggiore interesse, si pongono i crescenti
Gravi perdite di prodotto per l’acacia, male anche il millefiori e il castagno, poca speranza anche per la melata. Coldiretti chiede la possibilità di attivare, con urgenza, misure straordinarie di sostegno, di agevolazione al credito e di esenzione fiscale. Preoccupazione per la diffusione della Vespa velutina
problemi per le lotta alla varroa e le preoccupazioni per la possibile diffusione della Vespa velutina nella nostra regione. “Si tratta di condizioni eccezionali, di cui quasi non si ha memoria, che rischiano di mettere in grandissima difficoltà numerose imprese del settore per le
quali – dice Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Piemonte - chiediamo che in tutte le sedi competenti venga valutata la possibilità di attivare, con urgenza, misure straordinarie di sostegno, di agevolazione al credito e di esenzione fiscale”.
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5 milioni di italiani in zone pericolose Il rischio idrogeologico tocca l’82% dei comuni italiani
Maltempo
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25 presenti nelle aree marginali dove svolgevano una opera quotidiana di manutenzione del territorio, dei boschi e dei corsi d’acqua. In questo periodo in Italia quasi 3 milioni di ettari di terreno coltivato, pari alla superficie della regione Sicilia e Val d’Aosta assieme, sono stati cementificati in pianura o abbandonati in montagna e collina dove ha prevalso l’incuria e si sono moltiplicati i rischi. I cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti con trombe d’aria, grandinate e vere e proprie bombe d’acqua, si abbattono su un terreno reso più fragile dalla cementificazione e dell’abbandono delle aree marginali, ma an-
Sono 6.633 i comuni considerati ad alta probabilità di frane ed alluvioni. In Italia dal 1960 ad oggi sono morte oltre 4 mila persone e la nostra provincia ricorda ancora la tragedia del 5 e 6 novembre 1994. sono passati quasi 20 anni. Occorre valorizzare le funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli. che della mancanza di una programmazione adeguata che valorizzi il ruolo di chi vive e lavora sul territorio come gli agricoltori.
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n Italia sono ben 6633 i comuni in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico (l’82% del totale) con più di 5 milioni di cittadini che ogni giorno vivono o lavorano in aree considerate pericolose per frane ed alluvioni, soprattutto in una situazione in cui si moltiplicano gli eventi estremi e catastrofici per effetto dei cambiamenti climatici. È quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere cordoglio per le vittime dell’alluvione provocata dalla bomba d’acqua caduta nella zona di Refrontolo che ha fatto tracimare il 2 agosto il torrente Lierza nel Trevigiano in Veneto dove il 56 per cento dei comuni e a rischio. Una situazione, purtroppo, vissuta dagli astigiani nel novembre di vent’anni fa quando il fiume Tanaro e torrenti Belbo, Bormida e Versa portarono terrore e distruzione nelle nostre campagne. Una dramma dunque che mette in evidenza ancora una volta la vulnerabilità del territorio nazionale dove a causa delle frane e delle alluvioni sono morte oltre 4mila persone dal 1960 ad oggi mentre gli sfollati e i senzatetto per le sole inondazioni superano rispettivamente i 200 mila e i 45 mila secondo i dati elaborati dal Cnr-Irpi. A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che nell’ultimo trentennio per la mancanza di concrete opportunità economiche e sociali sono praticamente dimezzati gli agricoltori
+20% boschi in 20 anni ma non c’è chi li cura I rischi vengono dall’incuria e dall’abbandono e non certo dai vigneti
Territorio
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egli ultimi 20 anni il bosco italiano è aumentato del 20 per cento ed oggi la stima provvisoria della superficie forestale complessiva, comprensiva delle altre terre boscate (arbusteti, boscaglie e formazioni rade) è pari al valore record di 10,9 milioni di ettari, ben il 35 per cento del territorio nazionale. È quanto afferma la Coldiretti sulla base del terzo Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali di Carbonio elaborato dal Corpo forestale dello Stato nel sottolineare che il vero pericolo per il bosco è l’abbandono e l’incuria e non certo i vigneti che svolgono invece una funzione drenante. Sulla base dei dati Istat negli ultimi 20 anni si è infatti dimezzata la superficie di bosco di proprietà delle aziende agricole che hanno dovuto chiudere per la mancanza di concrete opportunità economiche e sociali e non c’è dunque più chi svolge attività di custodia, di valorizzazione, di protezione e di sorveglianza del bosco. È questa una delle ragioni della fragilità del territorio italiano dove ogni giorno – stima la Coldiretti - viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento con un amento della superficie impermeabilizzata soprattutto nei centri urbani. Tutto questo è il risultato di un modello di sviluppo sbagliato che ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni ben 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Per questi motivi oggi in Italia sono ben 6633 i comuni in cui sono presenti aree a rischio
Ci sono oggi quasi 11 milioni di ettari boschivi, pari al 35% del territorio nazionale, ma negli ultimo 20 anni i boschi di proprietà sono dimezzati. Ogni giorno viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento con un amento della superficie impermeabilizzata soprattutto nei centri urbani. idrogeologico. Per difendere il territorio occorre creare le condizioni affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne
e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli.
Vacanze: pranzo al sacco per gli italiani Panini per la metà degli italiani, la crisi colpisce le ferie del 2014
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n queste vacanze, quasi la metà degli italiani (48 per cento) ha fatto pranzo al sacco. Il mangiare portato da casa è tornato prepotentemente nelle abitudini degli italiani. Così si risparmia e ci si garantisce cibo genuino e di qualità. Un’’indagine Coldiretti/Ixè ha tracciato la classifica dei menu da spiaggia degli italiani. In testa alle preferenze per l’ora di pranzo sotto l’ombrellone c’è la classica macedonia che è scelta da quasi un italiano su tre (29 per cento) seguita dall’insalata di riso che piace al 26 per cento, ma sul podio sale anche la caprese che è un
must per il 20 per cento dei vacanzieri. Tra i piatti preferiti si classificano anche le ricette più radicate della tradizione popolare come la frittata di verdure o la pasta che è il sogno di ben il 17 per cento dei vacanzieri sopra i 65 anni mentre resiste, nonostante la crescente attenzione alla linea, l’ipercalorica parmigiana che resta ambita dal 5 per cento. Si dice addio, invece, alle lasagne che riscuotono appena l’1 per cento dei consensi. L’alternativa più gettonata per chi non cucina sono i panini, scelti per il pranzo al sacco dal 61 per cento dei vacanzieri.
Vino in polvere: danni incalcolabili
Operazione dei Nac smaschera associazione transnazionale
Purtroppo i furbetti dei wine kit si sono diffusi in tutti i continenti, dall’America all’Australia ma anche in Europa dove è particolarmente grave il fatto che dietro questi traffici si nascondano anche operatori italiani.
Made in Italy
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Sopra: Rolando Manfredini intervenuto recentemente all’assamblea di Giovani Impresa Coldiretti Asti è fra coloro che hanno scoperto e denunciato a Striscia la Notizia i wine kit A Sinistra: Jimmy Ghione che mostra un wine kit
lia ma anche in Europa dove è particolarmente grave il fatto che dietro questi traffici si nascondano anche operatori italiani. Il problema – sostiene la Coldiretti - non è legato solo all’utilizzo delle pregiate denominazioni del Belpaese poiché in base alla normativa europea del vino, non è possibile aggiungere acqua nel vino o nei
mosti. La definizione europea del vino non contempla l’aggiunta di acqua come peraltro consentito in altri stati del nuovo mondo (Sud Africa) che continuano a richiedere alla Ue di autorizzare tale pratica per favorire le loro esportazioni. Anche per questo il commercio dei wine kit su tutto il territorio europeo - conclude la Coldiretti - andrebbe vietato.
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stato sventato un inganno globale che mette a rischio la credibilità del Made in Italy in tutti i continenti dove la diffusione dei “wine kit” con etichette italiane è purtroppo capillare e spesso tollerata con danni incalcolabili alle produzioni di vino nazionale. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’operazione del Nucleo Antifrodi Carabinieri di Parma, in collaborazione con i Reparti dell’Arma dei Carabinieri territorialmente competenti, con l’Area Antifrode della Direzione Interregionale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e del servizio Antifrode dell’Ufficio delle Dogane di Reggio Emilia che ha scoperto un’associazione per delinquere transnazionale, dedita alla produzione e commercializzazione in ambito internazionale di ‘Wine Kit’ recanti sulle etichette i riferimenti ad almeno 24 vini italiani Dop e Igp risultati contraffatti (tra i quali Amarone, Barolo, Valpolicella ecc.), diversi per origine e provenienza. I “miracolosi” wine kit promettono con semplici polveri di ottenere in pochi giorni vini dalle etichette più prestigiose mettendo a rischio con l’inganno l’immagine e la credibilità dei nostri vini conquistata nel tempo – sottolinea la Coldiretti - grazie agli sforzi fatti per la valorizzazione di un prodotto che esprime qualità, tradizione, cultura e territorio. Purtroppo i furbetti dei wine kit si sono diffusi in tutti i continenti, dall’America all’Austra-
Successo per le fiere della Razza Piemontese A Tigliole la 63esima dell’8 giugno
Manifestazioni
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nche quest’anno a Tigliole d’Asti, per la 63esima edizione della Fiera Zootecnica della Razza Bovina Piemontese si sono ritrovati moltissimi allevatori che hanno esposto i loro migliori capi, molti consumatori e tutti i maggiori esperti del settore. I tecnici di Coldiretti, dell’Arap e dell’Anaborapi, chiamati dal Comune, hanno discusso sul presente e sul futuro della razza bovina italiana più diffusa. Molto soddisfatto il sindaco Massimo Strocco Merlone che, nonostante il turno elettorale molto ravvicinato e sole due settimane di tempo
Il vitello allo spiedo preparato a Tigliole
per organizzare la fiera, ha avuto il giusto riscontro di pubblico e apprezzamenti per il mercatino e
per il sontuoso pranzo preparato dalla pro loco con lo stupefacente vitello allo spiedo.
A San Desiderio di Monastero la Fiera del 27 luglio
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na settantina di capi bovini di razza Piemontese hanno dato soddisfazione agli allevatori locali: Mauro Arnaldo. Roberto Garbarino, Aurelio Merlo, Pinuccia Rizzolio e Anna Maria Susenna, premiati dalla giuria presieduta dal presidente provinciale dell’Arap Franco Serra. All’assessore regionale
all’agricoltura, Giorgio Ferrero, è stato dato in affido un vitellino. Un premio anche per Franco Merlo, vero deus ex machina della fiera che ha festeggiato i suoi 80 anni. Anche in questo caso un gigantesco girarrosto ha cotto un vitello intero e sfamato le 600 persone intervenute alla manifestazione.
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A Variglie il meeting dell’8 agosto
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norando un appuntamento caro al compianto presidente dell’Associazione provinciale Allevatori, Rino Cerrato, mercoledì 6 agosto, l’allevatore di frazione Variglie di Asti, Domenico Viarengo, ha voluto organizzare nella sua “Cascina Boba” un meeting della Razza Bovina Piemontese. Un appuntamento a cui hanno
partecipato i principali esperti del settore, per l’Anoborapi il presidente Albino Pistone e i tecnici Marco Bona e Guido Garnero, hanno illustrato i miglioramenti della selezione genetica, mentre il veterinario aziendale ha parlato dell’esperienza di Cascina Boba nel miglioramento dei sistemi di allevamento, nonché delle ultime novità in merito alle nor-
mative sulla sicurezza. Inoltre, grazie al contributo di un mangimificio che ha sponsorizzato la giornata, sono stati illustrati vari sistemi e metodi di alimentazione degli animali. All’incontro hanno presienziato il direttore provinciale Coldiretti, Antonio Ciotta, e il presidente dell’Associazione provinciale Allevatori, Franco Serra.
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