Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 10 Anno 2017 - In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo
Anno
66° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI
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ASTI
COLDIRETTI
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ottobre 2017
A Moncalvo la Giornata del Ringraziamento Fissata la data per domenica 10 dicembre nella chiesa di San Francesco Le iniziative della Festa del Ringraziamento
Barbera d’Asti Docg” è fissato per giovedì 23 novembre, il secondo, il “Forum dell’Economia Agroalimentare dell’Astigiano”, è programmato per giovedì 30 novembre. Saranno due incontri di alto livello, l’”Anteprima Barbera” confermerà la sua formula del Meeting di degustazione rivolto ai tecnici e agli operatori del settore, per una prima analisi delle caratteristiche e potenzialità della nuova annata. La serata sarà condotta da Vincenzo Gerbi docente del Di.Va.P.R.A. Industrie Agrarie Università di Torino e Secondo Rabbione responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte. Il “Forum dell’Economia Agroalimentare dell’Astigiano”, ricomprenderà la Conferenza Stampa di consuntivo dell’annata agraria, e traccerà una rinnovata progettualità dell’intero settore primario, con l’analisi delle principali filiere pro-
Coldiretti Asti aderisce alla Colletta Alimentare Tra le iniziative collegate alla Festa annuale del Ringraziamento, Coldiretti partecipa in modo significativo alla realizzazione della ventunesima edizione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, sabato 25
novembre presso i principali supermercati della provincia di Asti. I ragazzi di Giovani Impresa Coldiretti sono già tutti mobilitati per prestare volontariamente un po’ del proprio tempo e raccogliere gli alimenti.
duttive e le prospettive di accordi fra i vari attori del sistema agroalimentare dell’Astigiano. Per informazioni e prenotazioni per la Giornata Provinciale del Ringraziamento, si può contattare la segreteria di Coldiretti Asti al numero telefonico 0141.380431 oppure l’ufficio Zona di Moncalvo al numero 0141.916100.
Evento
Giovedì 23 novembre Asti: Anteprima della Barbera d’Asti DOCG 2017 Sabato 25 novembre, Coldiretti aderisce alla “Colletta Alimentare” Giovedì 30 novembre Asti: Forum Coldiretti dell’Economia Agroalimentare Domenica 10 dicembre Moncalvo: Giornata provinciale del Ringraziamento
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Periodico Ufficiale di Coldiretti Asti Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 - Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Anno 66° numero 10 - Ottobre 2017 Stampa Artigrafiche M.A.R. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949
Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl Tel. 0141.380.400 - Tel. 335.471017 Abbonamento annuale: Euro 20,00 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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uest’anno Coldiretti ha scelto Moncalvo per celebrare la Giornata provinciale del Ringraziamento. L’appuntamento annuale itinerante organizzato per suggellare la fine della stagione agraria, riunire la base associativa in un momento di festa aperto anche alla cittadinanza e proporre spunti e riflessioni sul presente e sul futuro del settore primario, si terrà nella città aleramica domenica 10 dicembre. Il programma prevede alle ore 10,15 il ritrovo dei coltivatori, delle autorità e dei sindaci dell’Astigiano nella Chiesa di San Francesco d’Assisi. Alle 11 la solenne celebrazione Eucaristica del Ringraziamento presieduta dal Vescovo diocesano, Mons. Gianni Sacchi, con la concelebrazione di don Francesco Cartello, Consigliere Ecclesiastico di Coldiretti Asti, e dal parroco don Giorgio Bertola. Seguirà la benedizione degli operatori delle macchine e delle attrezzature agricole. Come ormai da tradizione, la giornata si concluderà con il pranzo sociale, in piazza presso l’apposita struttura predisposta dalla Pro Loco e dall’amministrazione comunale. La Festa provinciale del Ringraziamento, come ogni anno, oltre all’importante appuntamento spirituale, sarà completata da due altri interessanti approfondimenti e riflessioni, uno sulle qualità della nuova annata vitivinicola e uno sulle strategie future di valorizzazione del settore primario. Entrambi gli appuntamenti si terranno al “Palco 19” di Asti, il primo, l’”Anteprima della
Anteprima Barbera 2017: Asti, “Palco 19”, Giovedì 23 novembre, ore 17
Evento
Venti campioni presi in esame nel meeting di degustazioni
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orna per il sedicesimo anno consecutivo l’”Anteprima della Barbera d’Asti Docg”. Il meeting di degustazioni, organizzato da Coldiretti Asti, si terrà giovedì 23 novembre al “Palco 19” di Asti, a partire dalle ore 17. Come si preannuncia l’annata 2017? Come potrà accoglierla il consumatore? Quali potranno essere le strategie vincenti sui mercati? Se lo chiede Coldiretti Asti, insieme ai maggiori esperti in enologia, con l’annuale “Anteprima della Barbera d’Asti Docg”. L’annata viticola della barbera è stata veramente singolare, la siccità sembrava aver compromesso la qualità, ma le piogge al momento giusto hanno d’incanto risuscitato le sorti del vino più prodotto in Piemonte. I vini si preannunciano interessanti come mai, e comunque molto particolari, con gradazioni notevoli e forti diversificazioni di zona in zona.
“I mercuriali delle uve - evidenzia il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale - testimoniano finalmente il trend al rialzo, verso quella soglia minima che ci permette di mantenere le colline dell’Unesco. C’è quindi una rinnovata fiducia verso questo straordinario vino e la voglia di capire come poterne sfruttare a fondo le grandissime potenzialità ancora inespresse”. La regia dell’iniziativa sarà dell’enologo Secondo Rabbione, responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte, che proprio in questi giorni sta svolgendo le analisi organolettiche dei campioni di vino da portare all’Anteprima: “Come ogni anno, e in particolar modo con l’annata 2017 – rileva Rabbione – sarà una grande occasione di confronto fra le varie zone dell’Astigiano. Ovviamente non si tratta di una competizione, ma dell’occasione di esplorare i confini territoriali per avere una visione maggiormente chiara sulle peculiarità di questo
importante vino”. L’incontro-degustazione sarà condotto dal Prof. Vincenzo Gerbi del DISAFA Agrarie Università di Torino tra i maggiori esperti di viticoltura ed enologia a livello nazionale. “L’Anteprima Barbera – sottolinea Antonio Ciotta, direttore provinciale Coldiretti – si svolge nel momento più importante per l’affinamento dei vini nelle cantine, ci saranno quindi tanti spunti d’interesse per i tecnici, i vignaioli, gli operatori del settore e i giornalisti”. I campioni dei vini saranno una ventina, tutti rigorosamente proposti anonimi all’assaggio, ovvero senza indicare il produttore, ma con la sola zona di provenienza e i principali parametri ottenuti dalle analisi di laboratorio. Per prendere parte all’Anteprima Barbera contattare gli uffici Coldiretti (Tel. 0141.380.400) o del Centro Studi Vini del Piemonte (ha sede a San Damiano d’Asti), i posti sono limitati.
Forum Coldiretti dell’Economia Asti, “Palco 19”, Giovedì 30 novembre
borazione fra vari attori delle filiere, primi fra tutti il Progetto Vino che ha visto la nascita del brand “Barbera Amica” attuato con la società cooperativa Terre di Qualità e il Progetto Corilicolo che ha visto la creazione della cooperativa Monferrato Frutta per l’attuazione dell’intesa con Novi-Elah-Dufour per la trasformazione delle Nocciole Piemonte. Nel primo caso, la Barbera Amica ha visto l’interessamento di 150 ettari di vigneto della provincia di Asti per un valore, di oltre 1 milione di euro. Ancora più alto il valore, ottenuto dai 176 corilicoltori dell’Astigiano con il conferimento delle nocciole all’azienda dolciaria novese. “Forte di queste esperienze – rimarca Antonio Ciotta, direttore Coldiretti Asti - il Forum vuole intensificare i rapporti fra i soggetti che lungo la filiera riconoscono il primato dell’agricoltura tendente alla migliore qualità possibile delle produzioni alimentari. Qualità massima intesa non solo come proprietà intrinseca
del prodotto, ma anche come organizzazione ed attuazione dei sistemi produttivi: dalla salvaguardia dell’ambiente, all’etica nella gestione aziendale, dall’attenzione verso il benessere delle persone e degli animali, fino al rispetto della cultura e delle tradizioni. Individuando, attraverso l’esaltazione di tale primato, una metodologia per ottenere un maggiore valore aggiunto attraverso una immagine positiva del territorio dell’Astigiano, dal Monferrato alla Langa dell’Astigiano”. Il Forum di quest’anno sarà incentrato su quattro focus principali, ognuno su una filiera produttiva differente e anche su alcuni percorsi inediti ed innovativi, il tutto con lo scopo di garantire ai produttori il giusto valore al loro lavoro. L’invito, per giovedì 30 novembre al palco 19 di Asti, è dunque esteso a tutti coloro che hanno a cuore l’agricoltura e che lavorano per l’economia dell’Astigiano. Info e prenotazioni al n. 0141.380.400 oppure 335.471.017.
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iovedì 30 novembre, al “Palco 19” (ex teatro Politeama) di Asti, a partire dalle ore 17,30, si terrà il secondo Forum Coldiretti dell’Economia Agroalimentare dell’Astigiano. “Il Forum nasce – rileva Roberto Cabiale, presidente di Coldiretti Asti – dall’esigenza di riunire le teste pensanti maggiormente competenti in determinati argomenti di interesse del settore primario provinciale”. Il Forum snocciolerà i dati dell’annata agraria e cercherà di individuare i punti di forza e di debolezza dell’agroalimentare. “Per poter raggiungere determinati obbiettivi – sostiene Cabiale – occorrono strategie ben precise e predeterminate, andando a proporre soluzioni inedite in campo economico”. Con il Forum, Coldiretti Asti, vuole sollecitare le filiere agroalimentari al fine di perseguire il giusto valore delle produzioni agricole, massimizzando le sinergie fra territorio ed economia. In questi anni, Coldiretti ha sperimentato importanti azioni di colla-
Evento
Nonostante l’annata difficile, nuove iniziative di filiere
A tutta forza contro lobbies e poteri forti Destabilizzante l’azione di Coldiretti per etichettare tutti i prodotti
Attualità
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o avevano annunciato al Villaggio Coldiretti di Milano ad inizio mese, il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo e il segretario generale Vincenzo Gesmundo, aveva annuito il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina: avanti senza paura con l’etichettatura della salsa di pomodoro. Contro lobbie e multinazionali, contro la schiavitù dei bimbi cinesi obbligati a raccogliere i pomodori. E a Cernobbio, durante il Forum dell’agroalimentare, è stata annunciata la firma del decreto che istituisce l’etichetta d’origine per i derivati del pomodoro, come i pelati, i concentrati e i sughi. È un provvedimento che interessa tutti gli italiani, non solo gli agricoltori che vogliono difendere il pomodoro Made in Italy, perchè è una questione legata al rispetto degli standard Fu la carne bovina di Razza Piemontese, col suo Consorzio di tutela Coalvi, a proporre la prima etichettatura
di sicurezza alimentare. È un’ulteriore colpo alla spesa “anonima” e a favore della salvaguardia della salute dei consumatori. D’ora innanzi le confezioni di derivati del pomodoro prodotte in Italia, dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture: a) Paese di coltivazione del pomodoro: nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato; b) Paese di trasformazione del pomodoro: nome del paese in cui il pomodoro è stato trasformato. Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE. In considerazione di tutte le porcherie che girano attorno alle passate di pomodoro, crediamo di non esagerare affermando che l’etichettatura possa considerarsi un ulteriore traguardo della nostra civiltà, in rispetto del genere umano. Sep-
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Dal Villaggio di Milano a Cernobbio, Coldiretti accelera sull’origine in etichetta, è una battaglia per la civiltà pur sotto altri aspetti umanitari, e comunque più locali e meno internazionali, manca però ancora un prodotto importantissimo ad essere privo dell’etichettatura obbligatoria d ell’origine degli ingredienti. È importante perchè è il prodotto più consumato sulle nostre tavole: il pane. L’etichettatura di origine del pane è una rivendicazione sacrosanta per l’effettiva incidenza che può avere sulla salute dei consumatori e anche per la cultura insita nella storia di questo alimento. È anche ovviamente un aspetto economico enorme che vede i produttori di grano privati della dignità del loro lavoro, laddove il valore del loro cereale viene pagato quanto l’acqua per fare il pane incide sulla redditività dei panettieri. Con la battaglia dell’etichettatura dell’origine del pane, Coldiretti persegue sempre l’obbiettivo di provvedimenti analoghi per i salumi, le carni trasformate, le carni di conigli, la frutta e la verdura trasformate.
Dove c’è e dove manca l’origine La lunga battaglia di Coldirettti iniziata con “mucca pazza” il pollo Made in Italy mentre a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro. A livello Comunitario, il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto. Da aprile è in vigore l’etichettatura d’origine per latte e derivati, mentre il prossimo passo è l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare l’origine per il riso e il grano impiegato nella pasta come previsto nello schema di decreto condiviso dai Mi-
L’ETICHETTA DI ORIGINE SULLA SPESA DEGLI ITALIANI Cibi con l’indicazione di origine
Cibi ancora senza origine
Carne di pollo e derivati Carne bovina Frutta e verdura fresche
Salumi Carne di coniglio Carne trasformata Frutta e verdura trasformata Pane
Uova Miele Passata di pomodoro Pesce Extravergine di oliva Latte/Formaggi Pasta in itinere Riso in itinere Derivati del pomodoro diversi da passata e sughi pronti in itinere
nistri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.
Attualità
È
ormai chiaro come l’Italia possa considerarsi leader europeo nella trasparenza e nella qualità, avendo ormai consolidata una funzione di primogenitura di gran parte delle politiche alimentari comunitarie anche con una profonda revisione delle norme sul codice doganale. L’obbligo di indicare in etichetta l’origine, è una battaglia storica di Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004. L’Italia sotto il pressing di Coldiretti ha fatto scattare il 19 aprile 2017 l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per
Al via il nuovo corso per diventare Agritata
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l via il nuovo corso di formazione per diventare AgriTata, realizzato da Coldiretti Piemonte e dall’agenzia formativa I.N.I.P.A. regionale attraverso il supporto gestionale della Cooperativa Linfa Solidale. Il corso, della durata di 400 ore, mira a formare figure professionali specializzate, con adeguate conoscenze pedagogiche, che saranno poi pronte ad accogliere presso le loro abitazioni, in ambiente rurale, i bambini dai tre mesi ai tre anni. Il progetto, nato nel 2012 nell’ambito di una sperimentazione triennale in collaborazione con gli assessorati regionali all’Istruzione, Lavoro e Formazione professionale, alle Poli-
tiche Sociali e all’Agricoltura, ha già permesso a più di 100 bambini di usufruire del servizio. Una progettualità che ha riscosso successo e continua a farlo proprio perché l’AgriTata va incontro alle famiglie garantendo la personalizzazione e la flessibilità dell’orario, oltre a rappresentare un’opportunità di integrazione al reddito per le imprese agricole e di conciliazione lavoro-famiglia per le donne. Negli ambienti rurali viene favorita la socializzazione ed i bambini possono scoprire la natura ed imparare la stagionalità dei prodotti, oltre a conoscere le eccellenze della nostra agricoltura Made in Piemonte.
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Per l’accoglienza, nelle aziende agricole, di bimbi fino a tre anni di età
Grano duro: premio fino a 200 euro ad ettaro Per contratti di filiera legati alla filiera grano-pane
Valore dei cereali
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er la campagna 2017/2018 gli agricoltori potranno accedere ad un premio, stavolta fino a 200 euro per ettaro, per la produzione di grano duro legata a contratti di filiera che favoriscano il rafforzamento della filiera grano-pasta nazionale. A darne notizia è la Coldiretti con il premio che è uno dei risultati della battaglia del grano. Il sostegno può essere richiesto per il grano duro raccolto nel 2018 (semina dell’annata agraria 2017/2018) e prevede un ammontare di risorse complessivo pari a 20 milioni di euro (il doppio rispetto alla precedente campagna). L’importo erogato per la scorsa campagna 2016/2017 sarà compreso, con molta probabilità, tra i 90 e i 100 euro per ettaro, in quanto le domande presentate sono state superiori ai 100.000 ettari. Il fondo prevede la possibilità per le imprese agricole di ottenere un premio per la coltivazione di grano duro di importo massimo pari a 200 euro per ettaro. Per poter ricevere il premio è necessario che l’impresa agricola abbia sottoscritto, nella campagna 2016/2017, contratti di filiera o che sottoscriva contratti di filiera entro il 31 dicembre 2017. Tale contratto deve essere sottoscritto dai produttori di grano duro in forma singola o associata (Cooperative, Consorzi e Organizzazioni di Produttori riconosciute e di cui l’impresa è socia) e deve avere una durata almeno triennale. Ogni agricoltore potrà ricevere il premio solo per i primi 50 ettari e per un ammontare complessivo pari a 15.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari secondo le regole del Regime De Minimis (a tale scopo saranno calcolati anche gli importi ricevuti nella precedente campagna). E’ bene precisare che il limite dei 50
ettari è il limite applicato all’erogazione del premio e non al numero di ettari che possono essere oggetto del contratto di filiera. Ciò vuol dire che quest’ultimo potrà interessare anche una superficie maggiore, ma all’agricoltore sarà riconosciuto il premio al massimo su 50 ettari. Per poter ricevere il premio è necessario presentare un’apposita domanda all’Agea secondo le modalità da essa definite. Tuttavia, se sarà confermata la modalità di presentazione dello scorso anno, l’agricoltore dovrà presentare la domanda entro i termini previsti per la Domanda Unica nell’ambito dei Pagamenti diretti, sulla base di contratti di filiera firmati entro il 31 dicembre 2017 o relativi alla precedente campagna 2016/2017. Alla domanda devono essere allegate: dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà sugli aiuti “de minimis” percepiti negli ultimi tre anni, copia del Contratto/Contratti di Filiera sottoscritti da tutti i soggetti interessati (se il contratto è sottoscritto in forma associata, il Contratto di Filiera deve essere integrato da copia dell’impegno/contratto di coltivazione tra la Cooperativa, il Consorzio e l’Organizzazione di Produttori e l’impresa agricola socia) e la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà con gli identificativi catastali delle particelle coltivate a grano duro e la relativa superficie in ettari. Inoltre, il contratto di filiera deve almeno indicare: • la superficie a grano duro oggetto di contratto che non può eccedere la superficie inserita nel Piano Colturale della Domanda Unica; • la varietà di grano duro da coltivare, impiegando sementi certificate; • le pratiche funzionali al miglioramento qualitativo delle produzioni. Importante è l’aspetto della se-
mente certificata. Infatti, nel Contratto di Filiera è necessario indicare le varietà di semente certificata impiegate, le quali devono risultare iscritte al Registro nazionale delle varietà o al Catalogo comunitario. Inoltre, l’agricoltore deve allegare alla domanda da presentare la copia della fattura di acquisto delle sementi certificate, riportante l’indicazione della categoria e del numero di identificazione del lotto e dovrà seminare una quantità di semente ad ettaro pari almeno a 150 chilogrammi. La fattura di acquisto delle sementi e il/i cartellino/i ufficiale/i devono essere conservati dall’agricoltore ai fini dei controlli. Il Contratto di Filiera può essere sottoscritto tra: produttore agricolo e industria molitoria, produttore agricolo e industria pastaria, produttore agricolo con industria molitoria e pastaria, centri di stoccaggio (tra cui i Consorzi Agrari) con industria molitoria e pastaria. Per quest’ultima casistica, il contratto di filiera deve essere integrato con la copia dell’impegno/contratto di coltivazione tra il centro di stoccaggio e l’impresa agricola. Gli Uffici Coldiretti sono a disposizione per ulteriori approfondimenti.
FILIERA ITALIA
Alleanza agricoltura e industria Gli industriali virtuosi si avvicinano a Coldiretti
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Il presidente nazionale Coldiretti a Cernobbio annuncia la nascita di “Filiera Italia”
Importanti le dichiarazioni del Presidente designato della neonata associazione “Filiera Italia”, Secondo Luigi Cremonini: “Vogliamo così dare voce alla filiera agroalimentare italiana, fatta da aziende grandi medie e piccole che credono nel valore nell’unicità e nella distintività della nostra produzione e del nostro Paese che per questo continuano ad investire per creare qui valore aggiunto ed occupazione e fare sempre più grande il Made in Italy alimentare nel mondo. Una nuova forma di rappresentanza di filiera quindi in cui Coldiretti, insieme a campioni industriali nazionali dei rispettivi settori, sono uniti anche per la realizzazione di accordi economici e committment concreti finalizzati, da un lato ad aumentare in quantità e qualità la produzione agricola del Paese, e dall’altro per assicurarne la massima valorizzazione senza conflittualità ma anzi nella comune convinzione che si vince o si perde insieme”. Così il presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo: “la nuova alleanza tra agricoltura ed industria è una risposta concreta alla fame d’Italia dei consumatori a livello globale. Valorizzare i prodotti agricoli italiani nella trasformazione industriale è un obiettivo importante per lo sviluppo economico ed occupazionale del Paese ma è anche un vero elemento di distintività del Made in Italy che va difeso con responsabilità”.
Difesa del Made in Italy
prodo delle grandi e nobili industrie – rileva Antonio Ciotta, direttore di Coldiretti Asti – a quanto costruito, anche localmente, in questi ultimi anni da Coldiretti insieme alle industrie agroalimentari più sensibili e responsabili. Ormai da tempo la nostra Organizzazione ha avviato collaborazioni con quella parte di agroindustria virtuosa, attivando filiere che esprimono i valori comuni dell’identità territoriale, della trasparenza e della sostenibilità”. In provincia di Asti, l’accordo di filiera che vede più agricoltori interessati è quello con il gruppo dolciario Novi, per la produzione e trasformazione delle nocciole. I corilicoltori dell’Astigiano interessati sono 176 che sommati a quelli dell’Alessandrino diventano 251, per un totale di oltre mezzo milione di chilogrammi di nocciole. Ha preso il via dall’Astigiano per una dimensione regionale, anche l’accordo con l’industria conserviera Saclà che ogni anno vede conferimenti per almeno 900 tonnellate di ortaggi. In Piemonte sono poi attivi da tempo altri accordi di filiera con Inalpi-Ferrero per la produzione di polvere di latte per un totale di 5 mila quintali di latte al giorno e 400 imprese coinvolte, con importanti mulini del territorio nazionale per la fornitura di frumento tenero in filiera certificata, con Saiwa per la produzione di biscotti per un totale di 700 mila quintali di cereali e 600 aziende coinvolte.
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al Forum Coldiretti di Cernobbio, è nata “Filiera Italia”. Si tratta di una nuova realtà associativa che vede, per la prima volta, il mondo agricolo e l’industria agroalimentare italiana d’eccellenza, insieme, per difendere tutta la filiera agroalimentare nazionale. Tra i promotori, con Coldiretti ci sono industrie come Ferrero, Inalca/Cremonini e Consorzio Casalasco (Pomì e De Rica). Filiera Italia è aperta all’adesione di tutte le realtà produttive che si pongono come obiettivo quello di sostenere e valorizzare il Made in Italy dal campo alla tavola, con filiere che esprimono i valori comuni dell’identità territoriale e nazionale, della trasparenza e della sostenibilità, in una logica di consumo consapevole. Filiera Italia nasce anche per favorire la conoscenza e la diffusione di pratiche alimentari basate sui principi della dieta mediterranea, attraverso la combinazione di tutti gli ingredienti utili ad una alimentazione sana, variata ed equilibrata. “Un associazione di agricoltori e industriali che vuole valorizzare il Made in Italy agroalimentare – sottolinea il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale - sarebbe stato impensabile fino a pochi anni fa, e sinceramente forse anche solamente a due anni fa. Vedere le maggiori industrie italiane venirsi a sedere attorno al tavolo Coldiretti, dove sopra c’è la trasparenza, l’origine, la sostenibilità etica dei cibi, quando qualcuno si ostina ancora a pensare che le denominazione di origine non hanno motivo di esistere, è per noi una tappa importantissima del nostro percorso sindacale”. “E’ l’ap-
L’italian sounding vale 60 miliardi Basta agropiraterie nelle fiere come all’Anuga
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on i prodotti italian sounding che hanno raggiunto il valore di 60 miliardi nel mondo occorre difendere con la trasparenza dell’informazione, dalle etichette alle fiere, un patrimonio nazionale dell’Italia sotto attacco dell’agropirateria internazionale. È quanto afferma Coldiretti nel commentare il ritiro di decine di prodotti italiani fasulli all’Anuga la più grande fiera del mondo dedicata al food a Colonia, dopo la denuncia di Fede-
ralimentare. La presenza di prodotti come “Pasta Ciao”, passata “Tomatino” o Parmigiano tarocco rappresenta un inaccettabile danno all’immagine del Made in Italy a tavola, poiché non solo rubano mercato e posti di lavoro a tutta la filiera agroalimentare italiana, ma ingannano i consumatori di tutto il mondo. All’estero, dove le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare
internazionale, sono falsi quasi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre. In testa alla classifica dei prodotti più taroccati ci sono i formaggi a denominazione di origine Dop a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano, ma anche il Provolone, il Gorgonzola, il Pecorino Romano, l’Asiago o la Fontina. Poi ci sono i salumi più prestigiosi dal Parma al San Daniele che spesso “clonati”, ma anche gli extravergini di oliva e le conserve.
News
Varato il bonus verde per terrazzi e giardini
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Sostegno al comparto florovivaistico e un incentivo contro lo smog
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stata accolta dal Consiglio dei Ministri la richiesta “bonus verde” con detrazioni del 36% per la cura del verde privato quali terrazzi e giardini, anche condominiali. Un impegno che arriva per combattere lo smog ed abbellire le città italiane dove ci sono appena 31,1 metri quadrati di verde urbano per abitante. Una misura importante perché nelle città stanno aumentando le restrizioni vista la crescita dei livelli delle polveri sottili. Favorendo la diffusione di parchi e giardini, capaci di catturare le polveri, si potrà ridurre
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l’inquinamento. Una pianta adulta, infatti, può catturare dall’aria da 100 a 250 grammi di polveri sottili. Il verde urbano in Italia però rappresenta appena il 2,7% del territorio dei capoluoghi di provincia (oltre 567 milioni di metri quadrati) sulla base dell’ultimo rilevamento Istat. La situazione è più difficile nelle metropoli che hanno una disponibilità di spazi verdi che va dagli appena 15,9 metri quadrati di verde urbano per abitante a Roma ai 17,2 di Milano fino a 21 di Torino. Si utilizza finalmente la leva fiscale per riconoscere i benefici che
derivano alla collettività dalla cura e dagli investimenti privati nel verde, ma si tratta anche di un importante sostegno al settore florovivaistico Made in Italy che, con un valore della produzione attorno ai 2,5 miliardi di euro, è uno dei comparti di punta dell’economia agricola, contribuendo con 753,6 milioni di euro di esportazioni ed un saldo attivo negli scambi pari a circa 230 milioni di euro nel 2016. Le imprese florovivaistiche italiane, impegnate nella coltivazione di oltre 2.000 specie vegetali, sono 27.000, con oltre 100.000 occupati.
Cannabis: da coltivazione in Italia 10mila posti di lavoro
l via libera dell’Aula della Camera alla proposta di legge sulla coltivazione e la somministrazione della cannabis ad uso medico, rappresenta un’opportunità che potrebbe generare un giro di affari di 1,4 miliardi e garantire almeno 10mila posti di lavoro. Permetterebbe di uscire dalla dipendenza dall’estero e avviare un progetto sperimentale di filiera italiana al 100 per cento che
unirebbe l’agricoltura all’industria farmaceutica. Un primo passo che potrebbe aprire potenzialità enormi se si dovesse autorizzare l’estensio-
ne della produzione nelle serre abbandonate o dismesse a causa della crisi nell’ortofloricoltura. La campagna italiana può mettere a disposizione da subito mille ettari di terreno in coltura protetta. Negli anni 40 con ben 100mila gli ettari coltivati l’Italia era il secondo produttore mondiale della cannabis sativa, che dal punto di vista botanico è simile alla varietà indica utilizzata a fini terapeutici.
Caporalato: viola legge 1 prodotto importato su 5
gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore a sostegno di un vero commercio equo e solidale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. “L’ultimo drammatico caso è quello delle agevolazioni concesse alla Birmania sulle esportazioni in Europa di riso dopo la campagna brutale di pulizia etnica contro la minoranza dei Rohingya denunciata dalle Nazioni Unite che parla di oltre 700mila rifugiati”. Nonostante questo la Birmania gode dal giugno 2013 dell’introduzione da parte dell’Ue del sistema tariffario agevolato a dazio zero che ha fatto aumentare dell’800% nel 2017 rispetto allo scorso anno le importazioni di riso in Italia, che hanno raggiunto il valore record di 7 milioni di chili nel solo primo semestre, sulla base dei dati Istat. Un altro esempio è rappresentato dalle importazioni di conserve di pomodoro dalla Cina al centro delle critiche internazionali per il fenomeno dei laogai, i campi agricoli lager che secondo
alcuni sarebbero ancora attivi, nonostante l’annuncio della loro chiusura. Nel 2016 sono aumentate del 36% le importazioni in Italia di concentrato di pomodoro dal Paese asiatico che hanno raggiunto 92 milioni di chili, pari a quasi il 10% della produzione nazionale in pomodoro fresco equivalente. Rilevanti sono anche le importazioni di nocciole dalla Turchia sulla quale pende l’accusa per lo sfruttamento del lavoro delle minoranze curde, ma il problema dello sfruttamento riguarda anche le rose dal Kenya per il lavoro sottopagato e senza diritti, i fiori dalla Colombia dove è stato denunciato lo sfruttamento del lavoro femminile o la carne dal Brasile dove è stato denunciato il lavoro minorile. Le banane sono il terzo frutto più consumato in Italia, ma su quelle che vengono dall’Ecuador sono stati segnalati trattamenti chimici fuorilegge in Europa, mentre lo zucchero di canna, divenuto di gran moda, viene ottenuto in Bolivia in piantagioni dove si segnala l’abuso di stimolanti per aumentare la resistenza al lavoro. Ma ci sono trattative in corso anche per i prodotti frutticoli con i Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay) dove non ci sono le stesse norme di tutela di lavoro vigenti in Italia. L’Argentina, che è nella lista nera del dipartimento di Stato americano per lo sfruttamento del lavoro minorile nelle coltivazioni di aglio, uva, olive, fragole e pomodori, ha aumentato le esportazioni di prodotti ortofrutticoli in Italia del 15% nel corso del 2016.
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al riso asiatico alle conserve di pomodoro cinesi, dall’ortofrutta sudamericana a quella africana in vendita nei supermercati italiani fino ai fiori del Kenya, quasi un prodotto agroalimentare su cinque che arriva in Italia dall’estero non rispetta le normative in materia di tutela dei lavoratori (a partire da quella sul caporalato) vigenti nel nostro Paese. È quanto emerge da una analisi di Coldiretti, presentata in occasione dell’anniversario della legge nazionale per il contrasto al caporalato. Si stima che siano coltivati o allevati all’estero oltre il 30% dei prodotti agroalimentari consumati in Italia anche da paesi extracomunitari dove non valgono gli stessi diritti sociali dell’Unione Europea e dell’Italia. Riso, conserve di pomodoro, olio d’oliva, ortofrutta fresca e trasformata, zucchero di canna, rose, sono solo alcuni dei prodotti stranieri che arrivano in Italia e sono spesso il frutto di un “caporalato invisibile” che passa inosservato solo perché avviene in Paesi lontani. E tutto questo accade nell’indifferenza delle Istituzioni nazionali ed europee che anzi spesso alimentano di fatto il commercio dei frutti dello sfruttamento con agevolazioni o accordi privilegiati per gli scambi che avvantaggiano solo le multinazionali. “Non è accettabile che alle importazioni sia consentito di aggirare le norme previste in Italia dalla legge nazionale sul caporalato ed è necessario, invece, che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino
Concorrenza sleale
Moncalvo: normativa italiana da esportare all’estero
Coldiretti aggiorna la black list dei cibi Tonno spagnolo al cadmio, arachidi cinesi cancerogene, pistacchi turchi con aflatossine
Cibi stranieri
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l pesce spada e il tonno dalla Spagna inquinato da metalli pesanti, gli integratori e i cibi dietetici con ingredienti non autorizzati dagli Stati Uniti e le arachidi dalla Cina contaminate da aflatossine cancerogene, salgono sul podio della “black list” dei prodotti alimentari più pericolosi per la salute, che vede al decimo posto i pistacchi dalla Turchia per la presenza di aflatossine oltre i limiti di legge. Al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio, Coldiretti ha aggiornato la “black list” dei prodotti alimentari più pericolosi per la salute. La “classifica dei cibi più pericolosi” viene stilata in base alle rilevazioni dell’ultimo rapporto Sistema di allerta rapido europeo (RASFF), che registra gli allarmi per rischi alimentari verificati a causa di residui chimici, micotossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti nell’Unione Europea nel 2016. Sono 2.925 gli allarmi scattati nell’Unione Europea con la Turchia che è il paese che ha ricevuto il maggior numero di notifiche per prodotti non conformi (276), seguita dalla Cina (256) e dall’India (194), dagli Stati Uniti (176) e dalla Spagna (171). Si tratta di Paesi con un fiorente scambio commerciale con l’Italia che riguarda anche i prodotti più a rischio; Nel 2016 sono stati importati dalla Spagna in Italia 167 milioni di chili di pesce in aumen-
to del 5% nel primo semestre del 2017 mentre sono quasi 2 milioni i chili di pistacchi che nel 2016 sono arrivati dalla Turchia che ha esportato in Italia anche quasi 3 milioni di fichi secchi e 25,6 milioni di chili di nocciole che rientrano nella lista nera per elevata rischiosità. Per numero di allarmi fatti scattare nel 2016 al quarto posto della classifica si trovano i peperoni provenienti dalla Turchia che ha fatto registrare contaminazione oltre i limiti consentiti di pesticidi, mentre preoccupante è la situazione della frutta secca, come i pistacchi provenienti dall’Iran e i fichi secchi dalla Turchia, che sono rispettivamente al quinto e sesto
posto, entrambi fuori norma per la presenza di aflatossine, considerate cancerogene anche dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Seguono in classifica le carni di pollo provenienti dalla Polonia, che sono state oggetto di allarme per contaminazioni microbiologiche oltre i limiti di legge, in particolare di salmonella. All’ottavo posto troviamo ancora prodotti contaminati da aflatossine, le nocciole provenienti dalla Turchia, seguiti dalle arachidi dagli USA con lo stesso problema di sicurezza alimentare, che ritroviamo ancora nei pistacchi dalla Turchia e nel peperoncino dall’India. A seguire altri prodotti sono stati tra quelli più segnalati, come per le albicocche essiccate dalla Turchia per contenuto eccessivo di solfiti, la noce moscata dall’Indonesia, per aflatossine e le carni di pollo dai Paesi bassi, per contaminazioni microbiologiche. L’agricoltura italiana è la più gre-
I CIBI PIÙ PERICOLOSI
MOTIVAZIONE
1) Pesce dalla Spagna (96)
metalli pesanti in eccesso (mercurio e cadmio)
2) Dietetici/integratori da USA (93) ingredienti e novel food non autorizzati 3) Arachidi dalla Cina (60)
aflatossine oltre i limiti
4) Peperoni dalla Turchia (56)
pesticidi oltre i limiti
5) Pistacchi dall’Iran (56)
aflatossine oltre i limiti
6) Fichi secchi dalla Turchia (53)
aflatossine oltre i limiti
7) Carni di pollo dalla Polonia (53) contaminazioni (salmonella)
microbiologiche
8) Nocciole dalla Turchia (37)
aflatossine oltre i limiti
9) Arachidi dagli USA (33)
aflatossine oltre i limiti
10) Pistacchi dalla Turchia (32)
aflatossine oltre i limiti
11) Peperoncino dall’India (31)
aflatossine e salmonella oltre i limiti
12) Albicocche secche da Turchia (29)
solfiti oltre i limiti
13) Noce moscata da Indonesia (25)
aflatossine oltre i limiti, certificato sanitario carente
14) Carni di pollo d ai Paesi Bassi (15)
contaminazioni microbiologiche
Fonte: Elaborazioni Coldiretti dati Rasff 2016
Cibi stranieri
en d’Europa con 292 prodotti a denominazione di origine (Dop/ Igp), il divieto all’utilizzo degli Ogm e il maggior numero di aziende biologiche, ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,5%), quota inferiore di 3,2 volte alla media UE (1,7%) e ben 12 volte a quella dei Paesi terzi (5,6%). “Non c’è più tempo da perdere e occorre rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per far conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri”, ha sottolineato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “importanti passi avanti sono stati ottenuti con l’estensione dell’obbligo di indicare la provenienza del riso e del grano impiegato nella pasta ma molto resta da fare perché 1/3 della spesa resta anonima, dai succhi di frutta al concentrato di pomodoro fino ai salumi”.
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Glifosato: stop import in attesa decisione Ue
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n attesa della decisione definitiva è “necessario che le misure precauzionali introdotte a livello nazionale riguardino coerentemente anche l’ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con modalità analoghe come il grano proveniente dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato proprio nella fase di preraccolta”. È quanto afferma Coldiretti in riferimento al rinvio della decisione per rinnovare l’autorizzazione del Glyphosate al prossimo comitato del 6 novembre 2017 dopo che la Commissione ha constatato che
non c’è il sostegno sufficiente per approvare la proposta della Commissione europea. In Italia – sottolinea la Coldiretti è infatti già in vigore il divieto di uso del glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili” quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie ma vige anche il divieto d’uso in campagna in pre-raccolta “al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura” per effetto del decreto del Ministero della Salute in
vigore dal 22 agosto del 2016. Un principio che deve essere ben evidenziato anche nell’ambito dell’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada (CETA) dove al contrario si prevede invece l’azzeramento strutturale dei dazi indipendentemente dagli andamenti di mercato. Circa 1,2 miliardi di chili di grano sono infatti sbarcati lo scorso anno dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato.
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Già bloccato nelle aree vulnerabili e nella pre raccolta
Al via il prog Italiani sempre più consapevoli della qualità del prodotto locale
Innovazione
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rigine, trasparenza e attenzione agli aspetti nutrizionali sono i motivi che spingono il consumatore moderno ad acquistare prodotti agroalimentari Sono diversi, gli studi che dimostrano la disponibilità del consumatore moderno a spendere di più per cibi che riportano la provenienza e l’origine del prodotto, informazioni quali storia, tradizioni, metodi di produzione e siano stati prodotti in maniera sostenibile e biologica. Questo trend è probabilmente il risultato dei diversi scandali che coinvolgono, da diversi anni, il mondo agroalimentare (si pensi alle uova contaminate). Il nuovo consumatore diventa dunque sempre più critico ed esigente: è orientato ad acquistare cibi di qualità, prodotti in maniera sostenibile e portatori di benefici per la salute. Per ricercare queste caratteristiche, il consumatore si affida perciò sempre di più ai piccoli produttori del territorio. Le piccole e medie imprese agroalimentari italiane, troppo spesso però non riescono a cogliere l’opportunità che il mercato gli sta dando per poter davvero valorizzare il proprio lavoro. Ora più che mai, infatti, le piccole e medie aziende lo-
cali dovrebbero sfruttare i moderni mezzi di comunicazione per farsi conoscere, incrementare la propria visibilità e quella dei propri prodotti e aumentare la propria clientela, e quindi le vendite. Le informazioni in etichetta non bastano più al nuovo consumatore, critico, attento e totalmente pervaso, in tutti gli aspetti della vita quotidiana, dalla tecnologia e dalle possibilità che questa dà di ricercare e
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etto Trust e valorizzare l’eccellenza e l’unicità dei propri prodotti e del proprio lavoro. Il progetto promuove l’utilizzo gratuito di una piattaforma in grado di mettere in contatto diretto il consumatore e produttore. Attraverso la piattaforma TRusT™ è infatti possibile tracciare il proprio prodotto, raccontare la propria storia e tradizione, produrre e stampare l’etichetta digitale – il QRCode – da applicare alle proprie confezioni e pubblicare in maniera totalmente automatica sui social network. Qualsiasi consumatore può, scansionando il QrCode, attraverso il proprio smartphone o leggendo il post sui social, accedere a tutte le informazioni che il produttore ha inserito e, se interessato, contattarlo direttamente. Ad oggi è possibile tracciare, raccontare e condividere con TRusT™ più di dodici filiere di produzione – della birra, delle carni, cerealicola, degli insaccati, del latte e derivati, delle lumache, del miele, dell’olio, del vino, ortofrutticola e dei fiori, dei preconfezio-
nati e del riso – e sono in fase di sviluppo quella ittica, del tartufo e dei liquori. Le fasi delle filiere, insieme con i materiali promozionali che la piattaforma genera automaticamente (come ad esempio cards delle dimensioni di biglietti da visita o cavalieri da utilizzare sui banconi dei mercati o ancora, per gli agriturismi, menù), sono state studiate insieme ai produttori Campagna Amica che hanno, per primi, sperimentato la piattaforma, diventando così, Testimonial della soluzione. In sintesi, il progetto di sperimentazione della piattaforma TRusT™, totalmente gratuita, potrebbe rivelarsi la soluzione ideale per il produttore che intende utilizzare i moderni mezzi di comunicazione per farsi conoscere, promuovere e comunicare in maniera chiara e trasparente il proprio prodotto, ed allo stesso tempo una risposta concreta al bisogno di informazione, sicurezza e qualità di un consumatore che oggi acquista più consapevolmente i prodotti agroalimentari.
Innovazione
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arte il progetto nazionale TRusTTM e Campagna Amica per la tracciabilità, valorizzazione e promozione della produzione agroalimentare Promuovere e comunicare con efficacia un’azienda e il suo prodotto è una attività che richiede, da parte del produttore, tendenzialmente due sacrifici, il primo sacrificio di tempo “Quanto tempo impiego per questa attività?”. Un secondo è quello del prezzo “Quanto costa?”. È proprio per rispondere a queste domande che, Campagna Amica in collaborazione con i Coordinatori nazionali di Coldiretti ha promosso il progetto nazionale di sperimentazione della piattaforma TRusT™, totalmente gratuita, per la tracciabilità e storytelling agroalimentare che vede coinvolti più di 300 produttori provenienti da tutte le regioni d’Italia. Il progetto si pone l’obiettivo di supportare le piccole e medie aziende del settore agroalimentare per comunicare
Promuovere e comunicare per facilitare la vendita del prodotto locale
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L’onda lunga delle nocciole sulle nostre colline Fiera di Castellero partecipatissima, la Novi ha raddoppiato il premio qualità
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produttori di nocciole, Coldiretti e la Novi, ci credono. Seppure l’andamento climatico (gelate, grandinate, siccità e proliferazione di insetti dannosi) non sia stato positivo per la corilicoltura, non si placa l’onda lunga dell’entusiasmo verso questa coltura. Lo abbiamo verificato anche alla consueta fiera “Città della Nocciola” di Castellero, giunta quest’anno alla tredicesima edizione. Il 5 ottobre scorso diverse centinaia di corilicoltori si sono dati appuntamento, in un noccioleto ai piedi del piccolo comune, per assistere alla dimostrazione, organizzata dal Comune in stretta collaborazione con Coldiretti Asti. “Abbiamo dovuto dividere i partecipanti – spiega il sindaco Roberto Campia – in tre grandi gruppi, uno per seguire la prova dimostrativa di potatura, uno per la cimatura e cippatura meccanica e un terzo per permettere a tutti, in più riprese, di verificare una attrezzatura innovativa”. All’incontro hanno anche partecipato, accompagnati dal preside, Renato Parisio, alcuni studenti dell’Istituto Agrario “Penna”. “Anche quest’anno – sottolinea il responsabile dell’Assistenza Tecnica di Coldiretti Asti, Antonio Bagnulo – abbiamo voluto collaborare col Comune perchè ci interessa molto portare un messaggio di ecocompatibilità che è un valore importanti per i nostri prodotti e per la loro valorizzazione. Le macchine e attrezzature per la coltivazione dei noccioleti, viste oggi qui a Castellero, così come le tecniche di contrasto a insetti dannosi o la taratura degli atomizzatori, vanno tutte in questa direzione”. Alla domenica, la fiera vera e propria di Castellero ha riproposto il mercatino lungo le suggestive vie
Consegna del Premio Novi a Maurizio Porta e Bruno Iberti con loro Roberto Cabiale, Flavio Repetto e Roberto Campia
Consegna Premio Qualità Novi a Eugenia Baratta
Repetto, patron Novi: Grazie a Coldiretti abbiamo potuto realizzare i nostri propositi di ottenere nocciole di qualità del centro, la “resa della nocciola” e soprattutto l’incontro con i corilicoltori con la consegna del “Premio Qualità Novi”, elargito ai conferitori di “Monferrato Frutta” (la cooperativa con cui Coldiretti rende operativo l’accordo con Novi) direttamente
dal patron dell’industria dolciaria, Cavalier Flavio Repetto. “Devo ringraziarlo – ha dichiarato Roberto Campia – perchè per il terzo anno consecutivo viene a Castellero per consegnare i premi che quest’anno essendoci un ex aequo, sono prati-
Al giovedì centinaia di corilicoltori hanno seguito le prove con le tecniche di coltivazione innovative
Il noccioleto dove si sono svolte le prove meccaniche era ai piedi di Castellero
Valore nocciole
Il folto pubblico che alla domenica ha seguito le premiazioni del concorso Novi
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Cabiale, presidente Coldiretti Asti: Con l’azienda Novi abbiamo trovato un partner che vuole valorizzare il territorio duttori dell’Astigiano ad aver aderito al “Progetto Corilicolo” di Coldiretti Asti, nella scorsa cam-
pagna agraria furono 101. Sicuramente un ottimo viatico per il futuro delle nocciole e dei suoi corilicoltori.
PREMIO QUALITÀ NOVI Riservato ai conferitori Coldiretti con partite superiori ai 30 quintali 1° ex-aequo Maurizio Porta di Montemagno
Partita
Resa Cimiciato
Avariato
Premio
58,5 quintali
49
zero
zero
1.500 Euro
1° ex-aequo Bruno Iberti di Cessole
41,35 quintali 49
zero
zero
1.500 Euro
3° Eugenia Baratta di Monastero B.
41,7 quintali 48,1
2
zero
1.000 Euro
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camente passati da 3 mila euro a 4 mila e 500. Questo è un bel segnale da parte di Novi e mi auguro serva da ulteriore stimolo per i produttori affinchè seguano sempre più questo importantissimo accordo di filiera tra l’azienda novese e Coldiretti Asti”. Seconda classifica al Concorso Qualità Novi-Elah-Dufour, si è aggiudicata il premio di 1.000 euro, Eugenia Baratta di Monastero Bormida con una partita di 41,7 quintali (ricordiamo che al concorso si poteva partecipare solamente con partite superiori ai 30 quintali di peso), con resa 48,1, cimiciato 2 e zero avariato. Come detto ex aequo al primo posto, hanno ricevuto un premio di 1.500 euro, Maurizio Porta di Montemagno e Bruno Iberti di Cessole, il primo con una partita di 58,5 quintali, il secondo con 41,35 quintali, ed entrambi con resa 49, cimiciato e avariato zero. “Sono contento – ha dichiarato Flavio Repetto – per questa che è una bellissima festa e perchè, grazie a Coldiretti, siamo riusciti a mettere in atto i nostri propositi di ottenere nocciole di qualità per realizzare i nostri prodotti”. “Anche da parte nostra – ha sottolineato il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale – abbiamo trovato nell’azienda Novi un partner che valorizza effettivamente il territorio e il Made in Italy e abbiamo incrementato i modo importante il numero dei soci che hanno aderito all’accordo di filiera”. Quest’anno sono stati 176 i pro-
Giovani vignaioli e la sostenibilità ambientale Interessante confronto a Canelli, organizzato da Giovani Impresa Coldiretti
Giovani Impresa
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ra gremita, il 24 ottobre scorso, la sala riunioni dell’ufficio zona Coldiretti di Canelli. Tanti giovani e giovanissimi, la maggior parte neo insediati in agricoltura, produttori di vino. L’argomento messo in discussione dal Comitato provinciale di Giovani Impresa Coldiretti, è subito apparso estremamente interessante per i vignaioli under 30: la sostenibilità ambientale nelle cantine vinicole. Presenti il presidente e il direttore di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale e Antonio Ciotta, hanno portato la loro esperienza il professore Vincenzo Gerbi, professore del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Torino, tra i massimi esperti in enologia, il responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte e vicedirettore di Coldiretti Asti, Secondo Rabbione, e il vignaiolo e vice presidente di Coldiretti Asti, Gianfranco Torelli, in qualità di primo produttore di vino biologico 25 anni fa. I giovani hanno ascoltato e discusso di vino bio, dinamico e naturale, hanno parlato di riduzione dei consumi di energia e di contenimento degli sprechi dell’acqua, “hanno affrontato – spiega il delegato di Giovani Impresa Coldiretti Asti, Danilo Merlo – la problematica della sostenibilità ambientale a trecentosettanta gradi. Tutti erano molto interessati alla tematica e devo dire anche già molto preparati ed aver avuto interlocutori di spessore, è stato sicuramente molto proficuo”. “La riunione – puntualizza Beatrice Tesino Nasini, segretaria provinciale Giovani Impresa – fa parte di una serie di incontri sul territorio che abbiamo intitolato “Giovani imprese crescono”, uno già realizzato con successo a Vil-
All’incontro di Canelli erano presenti, da sinistra verso destra, Gianfranco Torelli, vice presidente Coldiretti Asti e primo produttore di un vino certificato biologico, il presidente Roberto Cabiale, il direttore Antonio Ciotta e il presidente del Consorzio Terre di Qualità, Marco Reggio
Al centro Danilo Merlo e Beatrice Tesino Nasini, delegato e segretaria Giovani Impresa Coldiretti Asti, alla loro destra il professor Vincenzo Gerbi e, alla sinistra Secondo Rabbione, responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte e Vice direttore Coldiretti Asti
La sala dell’ufficio zona Coldiretti di Canelli era gremita di giovani, il 24 ottobre scorso, per seguire l’incontro sulla sostenibilità ambientale nelle cantine
lanova d’Asti sulla zootecnia, e due che realizzeremo nei prossimi mesi, ad Asti per il settore frut-
ticolo ed orticolo e a Castelnuovo don Bosco. Siamo veramente soddisfatti per la partecipazione”.
FEASR
INIZIATIVA FINANZIATA AI SENSI DEL PSR 2014-2020 DELLA REGIONE PIEMONTE - MISURA 1 - OPERAZIONE 1.2.1 - AZIONE 1: “ATTIVITÀ DIMOSTRATIVE E DI INFORMAZIONE IN CAMPO AGRICOLO”
Fertirrigare il nocciolo conviene Contrasta i cambiamenti climatici e migliora il risultato economico
L’ azoto in forma nitrica ed ureica è molto mobile, soggetto ad una rapida percolazione. La forma ammoniacale è fissata dal complesso assorbente del terreno quando si applica in dose piccola, ma si muove facilmente in dose più eleva-
Azoto (N): 80 /100 kg /ha Fosforo (P2O5): 50/60 kg /ha Potassio (K2O): 100/120 kg/ha Da ripristinare con interventi frazionati in fertirrigazione, in funzione ai fabbisogni della coltura, come indicato in Tabella 1. e in Tabella 2. Sulla base del piano di fertirrigazione ri-
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te, saturando la capacità di scambio o di trattenimento del terreno. Con l’irrigazione localizzata (applicazioni più frequenti di minore concentrazione dei soluti) si ottiene una maggiore concentrazione di azoto nitrico nella zona delle radici, aumentando l’efficienza di assorbimento da parte della pianta. Il potassio è mediamente mobile, tende a restare all’ interno del bulbo umido, con una maggiore persistenza rispetto all’azoto nitrico. La somministrazione localizzata e frazionata, secondo le esigenze delle diverse fasi vegetative della coltura, ne permette la migliore mobilità nel bulbo e maggiore efficienza dell’assorbimento del potassio. Il fosforo è poco mobile per la facilità con cui crea legami con Ca (Calcio) e Fe (Ferro) nel terreno. Resta infatti nel bulbo umido, in prossimità della superficie del terreno. Un suo apporto costante satura i punti di legame con Ca e Fe, rendendolo maggiormente disponibile per la coltura. Nell’irrigazione localizzata il fosforo si muove con più facilità nel terreno, diventando più facilmente assimilabile per la coltura per un tempo relativamente più lungo. È fondamentale utilizzare esclusivamente fertilizzanti idonei per la fertirrigazione, completamente solubili in acqua e privi di impurezze. Il nocciolo è una coltura sensibile al cloro ed elevati tenori di salinità del terreno. Con valori crescenti di cloro nel terreno, infatti, la pianta riduce l’assorbimento di azoto. I solfati invece, accumulandosi nel terreno, provocano stress da salinità e squilibri nutrizionali. È quindi importante valutare attentamente le etichette dei concimi, verificando la presenza della dicitura “a basso tenore in cloro” e che non contenga solfati (quindi che la materia prima non derivi né da cloruro potassico né da solfato potassico, bensì nitrato potassico). Per una produzione ipotetica di 20 q.li/ha di nocciole le asportazioni sono:
portato in esempio, il costo di nutrizione medio annuale nella fase produttiva del noccioleto è pari a 630 €/Ha. Con la fertirrigazione si può stimarne un aumento produttivo dal 20 al 40%; con le quotazioni attuali delle nocciole la differenza del risultato economico per un’annata normale, a pari valore di mercato, è stimabile dai €/Ha 1.188 ai €/Ha 2.376. Riassumendo il costo di realizzo di un impianto di irrigazione è mediamente 3.000 €\Ha più il costo della nutrizione è di €\ha 630,00. Annualmente la quota di ammortamento sarà 428 €/anno (impianto irrigazione calcolato in 7 anni) più 630,00 €/anno concime = 1.058 €/ anno ammortamento. Si è già in attivo alla produzione minima attesa. Alla produzione massima attesa si ha un utile di 1.318 €/Ha. Gli interessati ad una valutazione benefici/costi sulla tecnica della fertirrigazione possono contattare l’ufficio Coldiretti di coordinamento, 0141-380427 oppure 335-7502061. [Redatto in collaborazione con il Dott. Agronomo Mattia Canalis]
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a fertirrigazione (fertilizzazione + irrigazione) è la distribuzione dei concimi in apporti frazionati mediante l’acqua di irrigazione, tecnica sviluppata negli anni ‘60 in Israele, in forte e costante crescita in tutto il mondo. È il mezzo più efficace e conveniente per la gestione della nutrizione idricominerale della pianta, offrendo la massima versatilità per soddisfare le specifiche richieste colturali, in base allo sviluppo della pianta e alle condizioni climatiche, incrementando l’efficienza della concimazione. Con la fertirrigazione è inoltre possibile distribuire uniformemente il fertilizzante anche in terreni in pendenza. Il buon risultato della fertirrigazione non può prescindere dalla corretta progettazione dell’impianto di microirrigazione, per garantire uniformità di distribuzione, nel tempo e nello spazio, e dalla conoscenza del fabbisogno idrico e nutrizionale della coltura nelle sue diverse fasi. È fondamentale tenere conto della mobilità degli elementi all’ interno del bulbo bagnato (area radicale raggiunta dall’acqua di irrigazione), poichè essi si muovono con l’acqua. Per cui dove non arriva l’acqua non arrivano gli elementi nutritivi.
FEASR
INIZIATIVA FINANZIATA AI SENSI DEL PSR 2014-2020 DELLA REGIONE PIEMONTE - MISURA 1 - OPERAZIONE 1.2.1 - AZIONE 1: “ATTIVITÀ DIMOSTRATIVE E DI INFORMAZIONE IN CAMPO AGRICOLO”
Valori dei terreni agricoli espropriati Da triplicare in caso di esproprio ai coltivatori diretti
Il valore dei terreni agricoli espropriati stabiliti dalla Commissione espropri della Provincia di Asti Valori che devono essere triplicati per i coltivatori diretti n seguito alla seduta n. 89 del VALORI AGRICOLI MEDI DEI TERRENI COMPRESI NELLE SINGOLE REGIONI AGRARIE - ANNO 2017 16/2/2017, della Commissione Provinciale Espropri di Asti. TIPI DI Regione Regione Regione Regione Regione È stato pubblicato sul Bollettino COLTURA Agraria n. 1 Agraria n. 2 Agraria n. 3 Agraria n. 4 Agraria n. 5 Ufficiale della Regione Piemonte Seminativo 10.304,00 15.010,00* 13.478,00 7.480,00 12.387,00* il valore medio dei terreni agricoli, 10.304,00 15.010,00 13.478,00 7.480,00 12.387,00 Seminativo arborato suddivisi per coltura, e validi per 24.480,00 30.117,00 29.724,00 23.764,00 29.002,00 Seminativo irriguo l’anno 2017 (riferiti all’anno 2016). 11.730,00* 15.010,00 14.044,00 7.904,00 13.844,00 Da sottolineare come per i coltiva- Prato tori diretti che esercitano l’attività Prato arborato 12.915,00 13.844,00 sul fondo, in caso di esproprio Prato irriguo 24.480,00 29.724,00 26.864,00 con cessione volontaria, il valore Prato irriguo arborato 19.804,00 in tabella deve essere triplicato. 42.911,00 42.911,00 Orto Per i proprietari che affittano un 42.911,00 42.911,00 fondo a un coltivatore diretto, in Orto irriguo 12.185,00 22.915,00 20.077,00 Frutteto caso di esproprio con cessione volontaria, il valore del terreno vie- Vigneto 12.916,00 16.790,00 24.538,00* 11.108,00* 11.108,00 ne considerato il 50% in più per Incolto produttivo 562,00 562,00 562,00 562,00 562,00 il proprietario; all’affittuario spetta Pascolo 996,00 996,00 996,00 871,00 invece un’indennità pari al valore 996,00 996,00 871,00 Pascolo cespugliato del terreno. Le tabelle riportate 996,00 Pascolo arborato di seguito possono valere come 2.612,00 3.108,00 3.420,00 2.300,00 2.922,00 punto di riferimento, seppure sen- Bosco ceduo 3.420,00 3.915,00 3.915,00 3.420,00 za alcun vincolo, per le contrat- Bosco Misto tazioni sulle compravendite dei Bosco alto fusto 6.526,00 8.143,00 6.962,00 4.723,00 7.769,00 terreni. Di seguito pubblichiamo Noccioleto 8.924,00 11.154,00 10.039,00 7.723,00 9.703,00 la tabella con i valori degli espro2.053,00 Castagneto pri, che deve essere letta facendo I valori medi validi per l’anno 2017, espressi in euro all’ettaro (€/Ha), sono riferiti all’anno 2016 riferimento alla regione agraria in * Coltura più redditizia superiore al 5% dell’intera superficie coltivata della regione agraria cui sono situati i terreni.
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REGIONE AGRARIA N. 1 = COLLINE DELL’ALTO MONFERRATO ASTIGIANO Albugnano, Aramengo, Berzano San Pietro, Buttigliera d’Asti, Cantarana, Capriglio, Castelnuovo Don Bosco, Cellarengo, Cerreto d’Asti, Cisterna d’Asti, Cocconato, Cortandone, Cortanze, Cortazzone, Dusino San Michele, Ferrere, Maretto, Monale, Moncucco Torinese, Montafia, Montiglio Monferrato parte (ex territorio di Montiglio), Moransengo, Passerano Marmorito, Piea, Pino d’Asti, Piovà Massaia, Roatto, Robella, San Paolo Solbrito, Tonengo, Valfenera, Viale d’Asti, Villafranca d’Asti, Villanova d’Asti. REGIONE AGRARIA N. 2 = MEDIO MONFERRATO ASTIGIANO
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Antignano, Asti, Baldichieri d’Asti, Calliano, Camerano Casasco, Casorzo, Castagnole Monferrato, Castell’Alfero, Castellero, Celle Enomondo, Chiusano d’Asti, Cinaglio, Corsione, Cossombrato, Cunico, Frinco, Grana, Grazzano Badoglio, Moncalvo, Montechiaro d’Asti, Montemagno, Montiglio Monferrato parte (ex territori di Colcavagno e Scandeluzza) Penango, Portacomaro, Revigliasco d’Asti, San Damiano d’Asti, San Martino Alfieri, Scurzolengo, Settime, Soglio, Tigliole, Tonco, Viarigi, Villa San Secondo. REGIONE AGRARIA N. 3 = COLLINE DEL BELBO E DEL TIGLIONE Agliano Terme, Azzano d’Asti, Belveglio, Bruno, Calamandrana, Calosso, Canelli, Cassinasco, Castagnole Lanze, Castel Boglione, Castelletto Molina, Castelnuovo Belbo, Castelnuovo Calcea, Castel Rocchero, Coazzaolo, Cortiglione, Costigliole d’Asti, Fontanile, Incisa Scapaccino, Isola d’Asti, Maranzana, Moasca, Mombaruzzo, Mombercelli, Mongardino, Montabone, Montaldo Scarampi, Montegrosso d’Asti, Nizza Monferrato, Quaranti, Rocca d’Arazzo, Rocchetta Palafea, Rocchetta Tanaro, San Marzano Oliveto, Vaglio Serra, Vigliano d’Asti, Vinchio. REGIONE AGRARIA N. 4 = COLLINE DEL BASSO BORMIDA E DI MILLESIMO E DI SPIGNO Bubbio, Cessole, Loazzolo, Mombaldone, Monastero Bormida, Olmo Gentile, Roccaverano, San Giorgio Scarampi, Serole, Sessame, Vesime . REGIONE AGRARIA N. 5 = PIANURA DEL TANARO ASTIGIANO Castello d’Annone, Cerro Tanaro, Refrancore.
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Sicurezza in cantina e ambienti confinati
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el settore vinicolo, l’operazione di pulizia dei vasi vinari risultata particolarmente rischiosa. Infortuni, anche mortali, si sono verificati per asfissia indotta dagli effetti delle fermentazione delle uve per l’elevato arricchimento dell’aria in anidride carbonica. Pertanto, prima di entrare nei locali e nei vasi di fermentazione per le varie attività, è necessario garantire al loro interno un sufficiente ricambio d’aria ed accertare preventivamente l’efficacia dei sistemi adottati a tal fine. Le principali misure da adottare prima di accedere all’interno di spazi confinati (vasi vinari) sono le seguenti: - verificare che l’apertura di accesso abbia dimensioni adeguate per consentire l’agevole recupero di una persona priva di sensi; - utilizzare apparecchiature per la verifica della qualità dell’aria quali, ad esempio, ossimetri per il monitoraggio del livello di O2 all’interno dell’ambiente confinato;
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- Effetti della riduzione di ossigeno (fonte Spisal - Treviso)
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predisporre procedure scritte e dettagliate per ogni fase di lavoro, divulgarle presso gli operatori e vigilare sulla relativa applicazione; individuare le persone e le competenze; assicurare squadre composte
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da almeno due persone in modo che la presenza di un collega sia in grado di aiutare l’operatore in caso di necessità; disporre e utilizzare apparecchi per la protezione delle vie respiratorie adatti al rischio ricorrendo ad autorespiratori più che a dispositivi a filtro; disporre e utilizzare DPI per il salvataggio mediante pronto sollevamento ed estrazione dell’infortunato (ad. es. imbracatura e argano di sollevamento); assicurare formazione e addestramento adeguati degli operatori; formulare e diffondere procedure scritte e dettagliate per gli interventi di emergenza e soccorso; assicurare un’adeguata preparazione degli addetti aziendali per il Primo Soccorso (riferita in particolare alla ventilazione bocca a bocca).
Misura 121
Come comportarsi per ridurre i rischi nell’introdursi nei vasi vinari
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Le macchine enologiche utilizzate durante il ciclo produttivo devono rispettare i requisiti di sicurezza ai sensi della Direttiva Macchine; È obbligatorio essere in possesso della Dichiarazione di Conformità degli impianti elettrici e della denuncia di messa a terra e delle successive verifiche periodiche; È obbligatorio redigere il Documento di Valutazione dei Rischi in caso di assunzione di personale dipendente e attivare la sorveglianza sanitaria dei lavoratori; È obbligatorio prevedere un’area di stoccaggio idonea, separata, chiusa e opportuna-
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mente segnalata per i prodotti chimici enologici; È obbligatorio l’uso dei Dispositivi di Protezione Individuale, non solo per i dipendenti, ma anche per il titolare, soci e/o coadiuvanti famigliari; È opportuno installare un numero idoneo di estintori: 1 ogni 100mq (34A 233B – 6kg a polvere) a non più di 30 m l’uno dall’altro, preferibilmente lungo le vie di fuga. Gli estintori devono essere posti a 1,50 m dal calpestabile, opportunamente segnalati con cartellonistica; devono inoltre essere presenti estintori adatti per pericoli di incendio specifici; In caso di utilizzo di Anidride
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Solforosa vi deve essere una persona adeguatamente formata, che manipola le bombole, appositamente munita dei DPI; Le bombole contenenti gas a pressione (anidride solforosa, anidride carbonica, azoto etc.) devono essere stoccate in locali/aree separati dalle zone di lavorazione, aerati e riparati dall’irraggiamento solare, lontani da altri materiali infiammabili o che costituiscano un elevato carico di incendio, ovvero in aree esterne debitamente protette ed attrezzate. Inoltre le bombole stoccate devono essere fissate in modo che sia impossibile la loro caduta.
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Lo sapevate che...
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Qualità e innovazione... Secondo la matrice di Andoff, quattro tipologie di innovazione
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uando si parla di qualità nel settore agroalimentare dobbiamo considerare diversi aspetti apparentemente anche molto lontani tra di loro. Ad esempio la qualità può essere rappresentata dalle certificazioni di prodotto, oppure relativa a processi produttivi sostenibili, ovvero inerente alla sicurezza alimentare, ecc.. Sicuramente l’innovazione può ben essere considerata come elemento di qualità ad alto valore aggiunto. Per meglio definire l’innovazione in termini di qualità può tornarci utile osservare la seguente matrice di Ansoff. La matrice ci dice che dati due insiemi (il mercato e il prodotto) le cui variabili dipendenti sono lo status attuale o la novità, è possibile osservare quattro tipi di innovazione: 1. È possibile perseguire una maggiore penetrazione nel mercato, in cui si sta già operando, con vendite del medesimo prodotto ad un numero più ampio di clienti. In questo caso, offriamo lo stesso prodotto nello stesso mercato, ma proponendo una gamma più ampia o raggiungendo un numero maggiore di consumatori. I “Pro” sono che conosciamo bene il mercato, vi abbiamo costruito una buona reputazione e i consumatori sono disposti a darci fiducia. I “Contro” sono che il mercato potrebbe essere saturo ed i consumatori avere a disposizione già un bel numero di opzioni tra cui scegliere. 2. Possiamo sempre rimanere nello stesso mercato ma questa volta, sfruttando la nostra posizione attuale, tentando di lanciare qual-
cosa di completamente nuovo: un’altra varietà vegetale, un nuovo packaging, un nuovo processo o lo sviluppo di un prodotto completamente nuovo. In questo caso le fasi sono: - l’identificazione di una nuova idea e la sua verifica; - l’identificazione del processo produttivo; - il test del prodotto; - la scelta della confezione e dell’argomentazione unica di vendita; - il lancio del prodotto. 3. Potremmo essere più audaci e decidere di lanciare il prodotto che stiamo attualmente vendendo in un nuovo mercato, come in una regione diversa, in un Paese diverso o con un canale di distribuzione diverso. In questo caso, scegliamo di esplorare nuovi confini e raggiungere nuovi clienti, ma l’attenzione dobbiamo focalizzarla sulla costruzione di una reputazione partendo da zero o quasi. È evidente come la comunicazione sia molto importante, così come anche la capacità di stabilire nuove alleanze strategiche: la nostra squadra deve infine sviluppare nuove abilità. 4. Possiamo poi avere una buona idea, per un nuovo prodotto, in un nuovo mercato. Ad esempio, possiamo pensare di utilizzare una tecnologia che già conosciamo ma applicata a un prodotto totalmente diverso e venderlo in una zona completamente “inesplorata”. Per darci un’idea basti pensare al processo di pastorizzazione applicato ai succhi di frutta, oppure possiamo decidere di avviare una
produzione vitivinicola negli Stati Uniti, nonostante la nostra attività principale sia nel settore olivicolo umbro. In questo modo la nostra azienda non dipenderà più da un solo prodotto o mercato. Alcuni esperti di marketing impiegano una griglia più sofisticata in cui vengono presi in considerazione anche gli stadi intermedi, cioè i “prodotti modificati” (a metà tra nuovo ed esistente) e i “mercati ampliati” (tra l’apertura di un punto vendita in un’altra città piuttosto che l’ingresso nel mondo dell’ecommerce). Infine dobbiamo considerare che ci sono 2 ulteriori tipi di innovazione in cui possiamo essere coinvolti: . Innovazione di processo, cioè innovazione nelle modalità produttive . Innovazione di servizio, che ha soprattutto a che fare con i servizi che offriamo ai nostri clienti.
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nno da dimenticare per i cereali a paglia trebbiati nell’estate 2017? Non sempre, almeno così ci racconta il resoconto della filiera frumento tenero e orzo condotta in collaborazione con il Consorzio Agrario Nord-Ovest. Al di là dei dati complessivi riportati in tabella, sicuramente anche per frumento e orzo le cose non sono andate proprio come si voleva; le gelate di aprile, il persistere di un non favorevole andamento climatico primaverile-estivo caldo e siccitoso, ecc., hanno for-
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Applicazione della condizionalità vaguardia dell’ambiente, del paesaggio e della biodiversità. Di contro la società chiede una maggiore attenzione alla sicurezza alimentare, alle tematiche ambientali e al benessere degli animali. I soggetti che devono rispettare gli impegni della condizionalità sono i beneficiari dei seguenti aiuti: • pagamenti diretti; • pagamento del sostegno alla ristrutturazione, alla riconversione dei vigneti e di quello a favore della vendemmia verde; • premio per il sostegno alla forestazione, all’imboschimento e all’allestimento di sistemi agroforestali; • pagamenti agro-climatico-ambientali, per l’agricoltura biologica, per l’indennità natura 2000 e le indennità connesse alla direttiva quadro sull’acqua, le indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici, i pagamenti per il benessere degli animali, il pagamento ai servizi silvo-ambientali e climatici e alla salvaguardia delle foreste.
Filiera cereali a paglia, effettuati 32 contratti con il Cap temente compresso la quantità e la qualità del prodotto atteso. Nel frattempo la campagna 2017 prosegue e, nonostante l’autunno ancora caldo e siccitoso, abbiamo ricominciato a parlare di filiere e delle nuove proposte CAP Nord Ovest per le semine autunnali di frumento tenero e orzo; a tal riguardo gli interessati possono contattare gli uffici Coldiretti per una valutazione e l’eventuale sottoscrizione. Rinviamo ai prossimi numeri di questa rivista per un’analisi tecnico-economica più dettagliata.
Tipologia
TREBBIATURE 2017 Contratti Produzione Valore Tot. n.
n. Q
(Iva esclusa)
Frumento tenero QUALITÀ
19
6739,8
117.946,50
Frumento tenero PANIFICABILE
5
1482,5
25943,75
Frumento tenero BISCOTTIERO
1
1126,2
19708,5
Orzo ZOOTECNICO MALTERIA
7
2119,7
34657,1
32
11468,2
198.255,85
Totali
La durata degli impegni della condizionalità varia a seconda della domanda presentata. Per la Domanda unica di pagamento e/o le domande di pagamento del Programma di Sviluppo Rurale (PSR), gli impegni devono essere rispettati per la durata dell’intero anno civile in cui è stata presentata la domanda. Se, in qualsiasi momento di un dato anno civile, le regole di condizionalità non sono rispettate e tale inadempienza è imputabile direttamente al beneficiario, si applicano le riduzioni all’aiuto. I beneficiari del pagamento del sostegno alla ristrutturazione e alla riconversione dei vigneti devono, invece, rispettare gli impegni per i tre anni successivi alla riscossione dei pagamenti citati, mentre i beneficiari del pagamento dei programmi di sostegno per la vendemmia verde devono rispettare gli impegni della condizionalità nell’anno successivo alla riscossione di tale pagamento. Pertanto per tali beneficiari la decurtazione degli aiuti comunitari si applica nel caso in cui si riscontri il mancato rispetto delle regole di condizionalità in qualsiasi momento nei tre anni successivi all’anno civile in cui è stato concesso il primo pagamento per la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti o in qualsiasi momento dell’anno successivo all’anno civile in cui è stato concesso il pagamento per la vendemmia verde. Dal 2017 le riduzioni ed esclusioni si applicano anche quando l’importo è pari o inferiore a 100 euro per beneficiario e per anno civile. Resta fermo l’obbligo di porre in atto le azioni correttive notificate al beneficiario dall’Autorità competente. Per ogni approfondimento è possibile rivolgersi agli uffici zonali Coldiretti.
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l termine condizionalità sta ad indicare la condizione minima da rispettare per il percepimento degli aiuti previsti dalla Politica Agricola Comune (Pac) e deriva dal fatto che condiziona l’importo degli aiuti comunitari liquidabili. La disciplina relativa alla condizionalità si compone di due tipologie di impegni: i Criteri di Gestioni Obbligatori derivanti dall’applicazione di regolamenti e direttive comunitarie e le Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali, dette anche norme, definite a livello nazionale e relative al corretto mantenimento dei terreni. La condizionalità nell’ambito della Pac ha come obiettivi fondamentali la sicurezza alimentare dei consumatori, la tutela dell’ambiente e il benessere degli animali. Gli interessati al rispetto degli impegni e dei divieti della condizionalità sono gli agricoltori e gli allevatori, vale a dire coloro che forniscono gli alimenti alla collettività e contribuiscono alla sal-
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Quali sono le regole e come deve essere rispettata
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Sospensione invernale reflui zootecnici Anticipata al 1° novembre rispetto al 2016
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a buona gestione delle tecniche agronomiche permette un’efficace tutela delle risorse idriche; nella stagione invernale, particolare attenzione deve essere posta nel gestire correttamente le distribuzioni in campo dei digestati e degli effluenti di allevamento, in particolar modo nelle aree classificate come Zone Vulnerabili ai Nitrati (ZVN). La Regione Piemonte, con la Determinazione Dirigenziale n. 1055 del 14/11/2016, ha introdotto un sistema che, attraverso la pubblicazione di un bollettino bisettimanale, ha permesso di superare la sospensione fissa e continuativa di 90 giorni, relativamen-
te allo spandimento dei liquami e materiali ad essi assimilati. Tale modalità prevede un periodo obbligatorio di divieto pari a 60 giorni consecutivi (dal 01 dicembre al 31 gennaio), oltre ad ulteriori 30 giorni di blocco da definirsi, nei mesi di novembre e febbraio, sulla base dell’andamento climatico e delle condizioni pedologiche, con la possibilità di interrompere il periodo di divieto in corrispondenza di periodi caratterizzati dall’assenza di precipitazioni. Quest’anno, a fronte dell’esperienza riconducibile all’inverno 2016-2017, la suddetta modalità viene avviata dal 1 novembre 2017. L’anticipo rispetto al 2016, do-
vrebbe permettere (condizioni climatiche permettendo) di interrompere il prima possibile, a febbraio 2018, il periodo di sospensione. Naturalmente nei giorni del mese di novembre che verranno indicati in “verde”, nell’ambito del bollettino bisettimanale, sarà possibile procedere con la distribuzione. Quest’anno il bollettino viene pubblicato alla pagina: http://www.3acloud.it:8000/pan/files. html?grp=SPANDIMENTO_REFLUI. Per quanto riguarda tutti i limiti invernali allo spandimento, per le varie categorie di reflui zootecnici, rinviamo ad un’attenta lettura della Tabella riassuntiva 2017/2018.
PERIODI DI SOSPENSIONE DELLO SPANDIMENTO VIGENTI NELLA STAGIONE INVERNALE 2017/2018 IN ZONA VULNERABILE Refluo
Periodo vietato
Durata del divieto (gg)
Letame distribuito sui prati (permanenti o avvicendati)
15 dic-15 gen
30
Letame distribuito su altri terreni; Materiali assimilati a letami* Ammendante compostato con tenore di N totale inferiore al 2,5% (sul secco), di cui non oltre il 15% come N ammoniacale Altri ammendanti organici; Digestato classificato sottoprodotto
15 nov-15 feb
90
15 dic-15 gen
30
15 nov-15 feb
90
Deiezioni di avicunicoli essiccate con processi rapidi a tenori di sostanza secca oltre il 65%
1 nov-28 feb
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Concimi contenenti azoto
15 nov-15 feb
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Materiali palabili
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Materiali non palabili Sulla base di bollettini Liquami, Materiali assimilati ai liquami**, Acque reflue - se distribuiti su terreni dotati di bisettimanali: 1-30 nov e copertura vegetale (prati, pascoli, cerali vernini, erbai autunno-invernali, colture arboree dal 1 feb in poi a compleinerbite, cover-crops) oppure su terreni con residui colturali ed in preparazione di una tamento dei 30 gg. totali semina primaverile anticipata 1 dic-31 gen
90
Liquami, Materiali assimilati a liquami**, Acque reflue - se distribuiti su altri terreni
1 nov-28 feb
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Digestato classificato altro prodotto
1 nov-28 feb
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*materiali assimilati ai letami= lettiere esauste degli allevamenti avicunicoli; deiezioni avicunicole anche non mescolate a lettiera rese palabili da processi di disidratazione (naturali o artificiali,svolti all’interno o all’esterno dei ricoveri); frazioni palabili risultanti dal trattamento dei reflui zootecnici; digestati palabili assimilati ai reflui zootecnici ai sensi della DGR 64-10874 del 2009.**materiali assimilati ai liquami= liquidi di sgrondo dei materiali palabili e dei foraggi insilati; deiezioni avicunicole non mescolate a lettiera; frazioni non palabili risultanti dal trattamento deireflui zootecnici; digestati non palabili assimilati ai reflui zootecnici ai sensi della DGR 64-10874 del 2009; acque di lavaggio di strutture, attrezzature ed impianti zootecnici, se mescolate adeffluenti zootecnici e qualora destinate ad utilizzo agronomico. FUORI ZONA VULNERABILE Refluo Materiali palabili Materiali non palabili
Periodo vietato
Durata del divieto (gg)
nessuno
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1 dic-31 gen
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Aggiornamento per corilicoltori Dopo le prove in campo di Settime e Castellero
ulteriori dettagli contattare l’ufficio di coordinamento provinciale: 0141-380427, 335-7502061.
Attrezzature irroratrici di fitofarmaci A fine stagione pulizia di serbatoi, tubazioni, filtri e ugelli
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a perfetta funzionalità delle attrezzature utilizzate per distribuire i fitofarmaci è un prerequisito fondamentale per garantire l’efficacia di qualsiasi trattamento; a tal fine, terminati i trattamenti di fine stagione occorre provvedere alla pulizia delle sue principali componenti: serbatoio, tubazioni, filtri e ugelli. A seguito dell’ultimo trat-
tamento è inoltre consigliabile l’utilizzo del liquido antigelo onde evitare danni da congelamento nel corso dell’inverno. Va poi ricordato che ogni 5 anni, tutte le attrezzature irroratrici dei fitofarmaci devono essere sottoposte obbligatoriamente al “controllo funzionale” per l’ottimale funzionamento, ad opera di un Centro autorizzato dalla Regio-
ne Piemonte. I principali aspetti del controllo sono: regolatore di pressione, manometro, filtro, portata ugelli e distribuzione ottimale della soluzione, integrità e visibilità scala di lettura del serbatoio, ecc.. Coloro che non avessero ancora provveduto possono mettersi in contatto con il Centro Autorizzato di Coldiretti Asti, tel. 0141 380418, 366 1577501.
Impianto di irrigazione localizzata Procedere con la pulizia di attrezzature, tubazioni e manichette
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er una buona conservazione e funzionalità degli impianti di irrigazione localizzata e fertirrigazione, è buona norma in questa fase della stagione, antecedente al riposo
vegetativo, provvedere alla pulizia di attrezzature, tubazioni e manichette degli impianti utilizzati nel corso dell’estate, per eliminare eventuali accumuli di residui minerali formatesi nel
periodo di impiego. Si consiglia, quindi, di procedere al loro lavaggio con prodotti a base di acido ortofosforico e al successivo risciacquo con acqua pulita.
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organizza nel periodo invernale alcune iniziative di aggiornamento per agricoltori professionali. Per
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l crescente interesse per la coltivazione del nocciolo, è ben testimoniato dalla nutrita partecipazione agli eventi formativi e dimostrativi organizzati quest’anno da Coldiretti Asti, come accaduto a Settime e a Castellero in collaborazione con le Amministrazioni Comunali. Anche al fine di contrastare i cambiamenti climatici in atto, generatori di svariate problematiche tecniche e fitosanitarie (es. notevoli danni da nocciole raggrinzite per siccità o cimiciate), Coldiretti
Triplicata la Borsa di studi Vastadore
Per la prima volta se la aggiudicano in tre, ad ognuno 750 euro
Ricordo di Paolo
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e la sono aggiudicata in tre, l’ottava edizione della Borsa di Studi Paolo Vastadore. Non era mai successo che più di uno studente dell’Istituto Agrario Penna di Asti raggiungesse il massimo dei voti. Il 21 ottobre scorso, Letizia Laustra di Castell’Alfero, Simone Matta di San Paolo Solbrito e Vittoria Vallana di Asti, hanno ricevuto, ognuno, un assegno di 750 euro. Un ottimo viatico per il proseguimento della loro formazione scolastica e il migliore dei modi per onorare anche quest’anno la memoria del giovane tecnico Coldiretti, tragicamente scomparso, il 19 gennaio 2010, all’età di 27 anni, in un incidente stradale mentre tornava a casa dopo una giornata di lavoro. “Questa per noi – ha sottolineato il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale – è sempre una giornata piena di sentimenti, anche perchè il ricordo di Paolo è tuttora ben presente. Auguro a questi tre giovani che si sono fatti onore nel loro percorso scolastico, di avere altrettanto successo nella loro vita lavorativa, sperando che questi sentimenti vissuti qui oggi, intrisi di valori positivi, per altro tipici del mondo rurale e della dottrina cristiano sociale, possano essere di riferimento per tutta la loro vita”. La cerimonia di consegna delle Borse di studi, ha visto la funzione religiosa celebrata dal Consigliere ecclesiastico di Coldiretti Asti, don Francesco Cartello, ovviamente alla presenza della famiglia Vastadore, con l’intervento della sorella Serena, e i ricordi del presidente provinciale Coldiretti, Roberto Cabiale, del direttore Antonio Ciotta, del preside dell’istituto scolastico, Renato Parisio, del provveditore agli Studi di Asti, Franco Calcagno, della Consigliera regionale Angela Motta, dell’assessore all’istruzione del Comune di Asti, Loretta Bologna, della componente della Comunità Collina-
Da sinistra Simone Matta di San Paolo Solbrito, Vittoria Vallana di Asti e Letizia Laustra di Castell’Alfero
Il Consigliere ecclesiastico Coldiretti, don Francesco Cartello, ha celebrato la Santa Messa
Aula Magna dell’Istituto Agrario “Penna” di Asti gremita di allievi, ex allievi e amici di Paolo Vastadore
È sempre vivo il ricordo di Paolo Vastadore, morto tragicamente il 19 gennaio 2010 all’età di 27 anni
nel profondo rinnovamento del setre, Barbara Baino, e del Vice Sindatore primario fornendo una rinnovata co di Isola d’Asti, Mirko Grieco. visibilità all’Istituto Penna, che di par A coordinare gli interventi l’ex sindasuo si appresta all’apertura di un co e amico di famiglia, il professopunto vendita, nel centro di Asti, per re Erildo Ferro che ha sottolineato la distribuzione a chilometro zero dei come questa borsa di studi possa prodotti realizzati dalla scuola. rappresentare una bellissima testimonianza per i giovani I vincitori delle sette edizioni affinchè possano lascia2010 Daniele Longo di Asti re un’impronta nel loro 2011 Fabio Tinelli di Cortanze percorso scolastico e 2012 Giovanni Picollo di Costigliole d’Asti nella loro vita, come per 2013 Valeria Candelo di Villanova d’Asti altro ha lasciato Pao2014 Stefano Graziano di Isola d’Asti lo nella sua intensa ma 2015 Debora Marucco di Piea tragicamente breve esi2016 Ilaria Poncini di Calliano stenza. La Borsa di Stu2017: - Letizia Laustra di Castell’Alfero di Paolo Vastadore, in - Simone Matta di San Paolo Solbrito questi anni, si inserisce - Vittoria Vallana di Asti a pieno merito anche
Iscrizioni negli elenchi dell’Inps Deve esserci la prevalenza di tempo e reddito
dicandosi a tale attività per almeno il 25% del tempo. Si tratta, quindi, di una valutazione che deve essere monitorata attentamente al fine di evitare problemi sia dal punto di vista previdenziale che civilistico. Gli uffici provinciale e zonali della Coldiretti invitano tutti coloro che si trovano nella situazione sopra citata a valutare annualmente con gli operatori del Patronato Epaca il permanere dei requisiti di legge predisponendo un semplice modulo utile ad individuare il rispetto del concetto di prevalenza.
Crescono del 7% le imprese under 35 L’agroalimentare è un’attrattiva per le nuove generazioni
C
resce del 7% il numero di imprese agricole ed alimentari condotte da giovani under 35 che vedono nel cibo Made in Italy nuove e interessanti prospettive di futuro dai campi alla tavola. E’ quanto afferma Coldiretti sulla base dei dati Unioncamere relativi ai primi sei mesi del 2017. Si evidenzia così una forte attrattività del settore per le nuove generazioni. I giovani prima e meglio di altri, hanno capito che l’Italia per crescere deve puntare su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un
valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina. Su 812.834 imprese agroalimentari totali presenti in Italia, sono poco meno di 57mila le imprese agricole e dell’industria alimentare guidate da under 35 a fine giugno 2017. L’Italia è leader in Europa nel numero di giovani in agricoltura hanno di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna dove il 70 per cento delle imprese under 35 che opera in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle
fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. Il risultato è che le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più.
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Previdenza
tivatore diretto, anche per evitare in futuro di essere eventualmente cancellato retroattivamente dall’INPS dagli elenchi previdenziali con conseguente danno sul diritto pensionistico. Tale concetto di prevalenza è stato esteso anche agli IAP (imprenditori agricoli professionali) anche se con accezioni diverse sul piano civilistico; infatti, ai fini dell’attribuzione della qualifica di IAP, per coloro che operano in zona montana è sufficiente dimostrare di derivare dall’attività agricola almeno il 25% del proprio reddito da lavoro complessivo de-
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a normativa base relativa all’iscrizione previdenziale all’INPS dei coltivatori diretti risale alla legge n. 9/1963 e prevede che tale attività venga svolta con carattere di continuità e prevalenza. In particolare, relativamente a quest’ultimo requisito della prevalenza, il coltivatore diretto che, nell’arco dell’anno, svolga anche altra attività lavorativa autonoma o dipendente, deve attentamente verificare che continui a permanere la prevalenza sia di tempo che di reddito ai fini del mantenimento della qualifica di col-
Con un solo giorno di prognosi scatta la denuncia Infortuni, c’è l’obbligo di comunicazione all’Inail a fini statistici
È
scattato, il 12 ottobre scorso, l’obbligo di comunicare all’Inail, ai fini statistici e informativi, gli infortuni subiti da lavoratori con prognosi superiore a un giorno oltre a quello dell’infortunio. In precedenza l’obbligo era solamente ai fini assicurativi per gli infortuni oltre i tre giorni, termine che costituisce la soglia minima di intervento dell’Istituto. La nuova disposizione suddivide
l’obbligo di comunicazione degli infortuni ai fini statistici e ai fini assicurativi: diviene ora necessaria, dunque, la comunicazione anche degli infortuni sotto la soglia di risarcibilità (tre giorni), solamente ai fini statistici. Ai fini assicurativi rimane invece immutata la soglia dei tre giorni, oltre a quello dell’infortunio. A tale adempimento sono sog-
getti tutti i datori di lavoro ed i lavoratori autonomi quali i coltivatori diretti. Il mancato rispetto dei termini previsti per l’invio della comunicazione d’infortunio di un solo giorno ai fini statistici e informativi determina l’applicazione di una sanzione amministrativa. I termini sono di 48 ore dalla ricezione del certificato medico. Per ulteriori informazioni contattare gli uffici Epaca.
Previdenza
Italia: 1,6 anni di vita in più in un decennio
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Siamo ai vertici della longevità mondiale: 82,8 anni
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,6 anni di vita sono stati guadagnati nell’ultimo decennio dagli italiani che salgono ai vertici della longevità mondiale. È quanto emerge da una analisi Coldiretti sui Istat relativi alla speranza di vita degli italiani. Nel 2016, l’età media è salita a 82,8 anni, 85 per le donne e 80,6 per gli uomini. Si tratta di un consistente aumento rispetto alla media di 81,2 anni di dieci anni fa (83,9 per le donne e 78,6 per gli uomini) tanto che l’Italia, si è collocata nel 2016 al primo posto della classifica “Bloomberg Global Health Index su 163 Paesi per la popolazione maggiormente in salute e sana a livello mondiale. Un risultato dovuto alla decisa svolta salutistica degli italiani a tavola che ha portato alla riscoperta della dieta mediterranea con un aumento record dei consumi che va dal +7% per il pesce
fresco fino alla crescita del 6% per la frutta fresca, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Ismea relativi al primo semestre del 2017.
Mai così tanta frutta e verdura è arrivata sulle tavole degli italiani da inizio secolo con una netta inversione di tendenza rispetto al passato. La dieta mediterranea fondata principalmente su pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari ha consentito di conquistare valori record nella longevità. Il ruolo della dieta mediterranea per la salute è stato riconosciuto da numerosi studi scientifici ed anche dall’iscrizione nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco avvenuta il 17 novembre 2010. L’apprezzamento mondiale per la dieta mediterranea si deve agli studi dello scienziato americano Ancel Keys che per primo ne ha evidenziato gli effetti benefici dopo aver vissuto per oltre 40 anni ad Acciaroli in provincia di Salerno.
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