Il notiziario agricolo n 11 novembre 2017

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Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 11 Anno 2017 - In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo

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Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI

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d’Asti Docg non deve andare al di sotto dei 5,50 euro iva esclusa, franco cantina. Con il Forum Coldiretti dell’Economia Agroalimentare dell’Astigiano del 30 novembre, Coldiretti ha saputo riunire importanti attori della filiera, siglando il patto “Filiera Asti” con le industriali alimentari del territorio e rilanciando, o avviando, nuove progettualità per dare valore alle produzioni. E’ il caso del malconcio settore cerealicolo, dove stanno diventando una realtà la prima birra del Monferrato per rivitalizzare la filiera dell’orzo e il pane 100% dell’Astigiano per riunire la filiera del grano tenero attorno a panificatori e molitori. Nuove progettualità sono state abbozzate per il settore zootecnico, con la nascita del Consorzio Allevatori Caprini del Piemonte e con la volontà di incrementare l’allevamento allo stato semibrado della razza bovina Piemontese. Tutto questo, mentre rimane la grande realtà del settore corilicolo con l’accordo con l’azienda dolciaria Novi e si afferma sempre più il modello “Barbera Amica” per il settore vitivinicolo. Nelle pagine seguenti trovate gli approfondimenti su questi argomenti, con la cronaca delle due giornate. In allegato potete invece consultare il primo dei due fascicoli (il secondo sarà allegato a “Il Notiziario Agricolo” n. 12) con tutti i dati dell’annata agraria 2016/2017. Periodico Ufficiale di Coldiretti Asti

Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 - Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Anno 66° numero 11 - Novembre 2017 Stampa Artigrafiche M.A.R. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949

Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl Tel. 0141.380.400

Progetti

l 23 e il 30 novembre scorso, Coldiretti Asti ha vissuto due eventi che potremmo definire straordinari, importanti per il futuro del nostro settore. Il condizionale è d’obbligo per non apparire troppo autoreferenziali e anche un po’ per scaramanzia, ma effettivamente, oggi come non mai, il nostro sindacato imprenditoriale di filiera (vedasi anche pagina 16 di questa stessa rivista) ha tanti progetti in campo per garantire ai propri associati importanti sbocchi di mercato per poter dare valore alle loro produzioni. Ovviamente, in alcuni casi, siamo all’inizio di un percorso ancora lungo e sicuramente tortuoso, ma la via è tracciata. Dall’Anteprima della Barbera d’Asti Docg 2017 del 23 novembre (che per altro ha registrato l’ennesima annata di altissima qualità), il presidente Cabiale ha aperto l’Agenda delle modifiche al disciplinare produttivo per dare un’ultima spallata, ben assestata, ai furbetti della filiera. L’obbiettivo è di non trovare mai più Barbere d’Asti degli equivoci, vendute a meno di 2 euro nei supermercati, andando anche oltre: vino sfuso a non meno di 2,50/3,50 euro al litro; valore del brand ricompreso almeno fra i 2 e i 4 euro a bottiglia; valore aggiunto dato dal territorio Unesco, ricompreso fra 1 e 3 euro a bottiglia. Come si evince dallo schema della pagina accanto, dunque, il valore di una bottiglia di Barbera

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2 EVENTI straordinari

Tel. 335.471017 Abbonamento annuale: Euro 20,00

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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BARBERA 2017:

anche i neofiti potranno apprezzarla 5 mila degustazioni in anteprima assoluta hanno decretato un’annata straordinaria

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4 campioni di vino, oltre 200 assaggiatori, con 500 bottiglie e 5 mila degustazioni, sono stati serviti la sera del 23 novembre scorso al “Palco 19” di Asti, per l’Anteprima Barbera d’Asti Docg annata 2017. Dalla mega degustazione, la prima in assoluto, sono stati lanciati da Coldiretti Asti, in stretta collaborazione col Centro Studi Vini del Piemonte, tre messaggi tecnici e un messaggio politico. Anche per questa sedicesima edizione, l’esposizione degli aspetti tecnici, a corredo di ogni degustazione, è stata affidata al professor Vincenzo Gerbi del Disafa Università di Torino. I dati analitici dei campioni sono invece stati rilevati da Secondo Rabbione, Responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte. Prima considerazione, la versatilità della Barbera d’Asti: “Un’annata particolare – ha spiegato Gerbi – fortemente influenzata dall’andamento climatico che ha portato ad avere uve molto mature con vini di grande corposità e, tuttavia ancora una volta molto eleganti”; “Sono stati fatti pochissimi interventi in vigneto – sottolinea Secondo Rabbione, Responsabile del Centro Studi Vini – ma per contro in cantina abbiamo iniziato presto e finiremo tardi,

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Cabiale: stiamo studiando due modifiche alla Docg; Gerbi: l’annata potrà essere utilizzata come efficace strumento didattico In alto: una veduta del Palco 19 dove si è tenuta l’Anteprima della Barbera 2017. A lato: il presidente provinciale Coldiretti, Roberto Cabiale durante la degustazione

Un’immagine degli interventi prima di dare il via alle degustazioni

abbiamo cominciato i lavori a metà agosto e ad oggi sono ancora in corso”; “Con l’Anteprima Barbera di quest’anno – ha confermato Filippo Mobrici, Presidente del Consorzio Barbera d’Asti – abbiamo avuto la

riprova di aver in mano un cavallo di razza. La Barbera è un vino meraviglioso, sicuramente fra i migliori d’Italia e del mondo, anche per la grande capacità dei produttori di portare a termine la vinificazione in

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Secondo Rabbione responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte ha analizzato i campioni presentati all’Anteprima

Il Professor Vincenzo Gerbi ha commentato ad uno a uno i 24 campioni di vino presentati all’Anteprima Barbera

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condizioni estreme”. Il secondo aspetto tecnico rilevato da Gerbi riguarda le caratteristiche sensoriali: “Quest’anno la Barbera d’Asti è uno strumento didattico formidabile per i neofiti. Chi non conosce la Barbera potrà svolgere un utile esercizio di memorizzazione delle caratteristiche peculiari del vino. L’assaggiatore sco-

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prirà una serie di profumi grandiosi, la troverà morbida, quasi dolce, e se la ricorderà sicuramente per la sua piacevolezza”. Il terzo rilievo tecnico riguarda l’alta gradazione: “Tutti i campioni presi in esame hanno superato abbondantemente i 14 gradi alcol, 8 erano oltre i 15 gradi e 3 hanno sfondato la soglia dei 16 gradi. Fran-

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camente sono gradazioni elevate che ormai si verificano da diverse annata e persisterà questa tendenza occorrerà intervenire agronomicamente in vigneto per contenere i picchi alcolici”. Sotto l’aspetto politico l’Anteprima della Barbera d’Asti ha messo in rilievo la necessità di perseguire l’azione di valorizzazione delle uve e del vino

intrapresa da Coldiretti. “Anche grazie al nostro progetto “Barbera Amica” - ha detto Roberto Cabiale, Presidente di Coldiretti Asti – in un lustro abbiamo assistito all’incremento del valore delle uve dai 20/30 centesimi a oltre l’euro. Siamo soddisfatti, ma non possiamo ancora rallegrarci, anche perchè assistiamo ancora a speculazioni lungo la filiera, con bottiglie di Barbera d’Asti Docg vendute nei supermercati a meno di 2 euro”. “Occorre contenere la produzione – ha rimarcato Mobrici – perchè gli unici titolari della Docg sono i produttori, mentre gli speculatori sono imbottigliatori che non soffrono se il reddito delle uve non è adeguato”. Da queste considerazioni il Presidente Cabiale ha avanzato due proposte: - Rivedere il sistema di riclassificazione della Barbera d’Asti Docg per far confluire parte del prodotto direttamente nella doc Piemonte Barbera; - Rivedere il disciplinare della Docg inserendo parametri più restrittivi.

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NUOVI STRUMENTI per dare valore ai prodotti agricoli

Nasce anche un patto per una “Filiera Asti” fra le imprese buone del territorio

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Evento

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Paola Malabaila con Roberto Cabiale e Renato Erminio Goria

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Presentati il “Pane 100% Astigiano” e la prima “Birra del Monferrato”

Roberto Cabiale e Filippo Mobrici nella Cantina degli Equivoci

Servizio Fitosanitario della Regione Piemonte per sottolineare come occorra leggere i maniera critica gli eventi climatici nefasti che hanno fortemente condizionato l’annata agraria. “La “gelata nera”, la persistente siccità, le grandinate – ha

detto Spanna - sono tutti eventi con cui occorre convivere, ma non sono eventi ripetibili, bisogna avere la consepevolezza che gli eventi estremi possono presentarsi, come possono esserci annate nella norma, e in ogni caso gli agricoltori de-

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olti operatori economici, sindaci, giornalisti e autorità hanno seguito, il 30 novembre scorso, al “Palco 19” di Asti, i lavori del Forum Coldiretti dell’Economia Agroalimentare dell’Astigiano. All’ingresso l’esposizione di Barbera d’Asti Docg nella “Cantina degli Equivoci”, con bottiglie “scovate” nei discount vendute a meno di 2 euro, al loro fianco un cartellone con il valore che dovrebbe avere realmente una Docg, secondo quanto emerso una settimana fa all’Anteprima Barbera d’Asti Docg 2017: da un minimo di 2,50 al litro sfuso, franco cantina, iva esclusa. Ai due lati della sala altre due esposizioni, una con il primo pane 100% dell’Astigiano, e l’altra con la prima birra del Monferrato. Vecchie e nuove filiere dunque al centro del Forum Coldiretti, soprattutto nuovi strumenti per dare valore alle produzioni agricole. E per l’esattezza sette approfondimenti eseguiti durante l’esposizione di tutti i dati dell’annata agraria 2016/2017 curata, con la consueta perizia dal vice direttore di Coldiretti Asti, Luigi Franco. COME GESTIRE GLI “ESTREMI CLIMATICI” E’ intervenuto Federico Spanna del

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vono essere messi nelle condizioni di intervenire agronomicamente. Per questo è bene garantire una corretta e puntuale assistenza tecnica.

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NASCE FILIERA ASTIGIANA Con la presidente dell’Unione Industriali, Paola Malabailia, e il presidente della Camera di Commercio di Asti, Renato Erminio Goria, il presidente Roberto Cabiale ha stretto un patto per avviare un percorso per attivare “Filiera Asti”, mettendo insieme le imprese buone, sia agricole che agroindustriali, aziende virtuose, quelle aziende che, come disse il Cavalier Flavio Repetto, patron di Novi, “hanno una patria”. Sottolineando le esperienze in atto attraverso i progetti orticolo (con Saclà Spa), corilicolo (con Novi), vino “Barbera Amica” (Cantine Cooperative), si vuole percorrere la strada di “Filiera Italia”, costituita a livello nazionale attraverso un patto per difendere l’agricoltura e l’industria alimentare italiana d’eccellenza, valorizzando e sostenendo il Made in Italy e il territorio in cui si opera. L’IDENTITÀ DELLA BARBERA D’ASTI DOCG Sottolineando come le Barbere Docg degli “equivoci” siano prodotti salubri e del tutto leciti dal punto di vista legale, il presidente Cabiale, insieme al presidente del Consorzio

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Federico Spanna, Resp. del Servizio Fitosanitario della Regione Piemonte

Il folto pubblico presente al Forum Coldiretti dell’Economia dell’Astigiano

Nocciole: si punta sulla qualità, sull’aggiornamento professionale degli agricoltori, sul rinnovo tecnologico e sul rafforzamento dell’Igp

della Barbera, Filippo Mobrici, ha chiesto di modificare il disciplinare di produzione della Docg Barbera d’Asti, inserendo specifiche più stringenti, in modo da eliminare dai mercati prodotti che svalutano la denominazione. L’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, ha sottolineato come la nostra viticoltura non possa che tendere all’alta qualità e che le denominazioni debbano sempre rimanere in mano ai viticoltori. 2.000 ETTARI DA INVESTIRE NELLA ZOOTECNIA Dalle considerazioni che nell’Astigiano, nell’ultimo decennio, sono stati persi oltre 4.000 ettari di terreno coltivato per l’abbandono di vigneti e seminativi, che di questi ne siano stati ricuperati circa 2.000

Luigi Franco, vice direttore Coldiretti Asti

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L’ONDA LUNGA DELLA NOCCIOLA PIEMONTE SULLE NOSTRE COLLINE Quali azioni stiamo attuando e quali sarà bene attuare in futuro per cavalcare l’onda di successo attivata

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Nasce il Consorzio degli Allevatori di Caprini del Piemonte

La zootecnia reclama incentivi per la linea vaccha vitello e il semibrado

Da sinistra: Tiziano Valperga, Simone Grappiolo, Roberto Cabiale e Giorgio Ferrero

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con nuovi impianti di noccioleti, Coldiretti propone di investire nella zootecnia per non rischiare di trasformare in incolti permanenti gli oltre 2.000 ettari mancanti all’appello. La progettualità, discussa con l’assessore Ferrero e con il direttore dell’Associazione Regionale Allevatori Arap, Tiziano Valperga, prevede di incentivare l’allevamento semibrado, intervenendo su tre punti di debolezza di un settore comunque in espansione: l’allevamento dei capi da ristallo, riducendo le importazioni dall’estero attraverso la linea vacca vitello; una politica meno stringente dei Piani Regolatori Comunali che praticamente spesso impediscono la possibilità di costruire adeguati ricoveri per gli animali; lo studio di un sistema che incentivi le aree pascolabili. Nel frattempo, Simone Grappiolo, presidente regionale della sezione Caprina dell’Arap, ha presentato il Consorzio Allevatori Caprini del Piemonte, costituito la settimana scorsa, per tutelare e promuovere in particolare il Capretto allevato sotto la madre.

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dal settore corilicolo? Al Forum Coldiretti sono stati chiamati i rappresentanti dei tre comuni che più si sono impegnati, in questi anni, a favore del settore: Paola Borgio, Sindaco di Settime; Roberto Campia, Sindaco di Castellero; Mario Coppa, Assessore del Comune di Castagnole delle Lanze. Perseguire sempre più la qualità, incentivare l’aggiornamento tecnico dei corilicoltori e il rinnovo tecnologico delle imprese, unitarietà di intenti attorno all’Igp Nocciola Piemonte, senza fughe in avanti su nuove denominazioni: queste le strategie emerse all’unisono. PANE 100% DELL’ASTIGIANO Giusto un anno fa, nel corso del primo Forum Coldiretti, fu lanciata l’idea di produrre un pane con il grano del territorio. E ieri sera sono state assaggiate le prime pagnotte 100% Astigiane. Giansecondo Bossi, direttore di Confartigianato Asti, ha illustrato la partnership attuata con Coldiretti e annunciato che presto saranno 35 i panificatori a produrre il nuovo pane; Walter Stroppiana, dell’omonima azienda molitoria, ha illustrato le caratteristiche delle farine ottenute dal disciplinare produttivo attuato dagli agricoltori e atte al disciplinare di panificazione. La prima birra del Monferrato Davide Monastra ha spiegato come in un anno di attività, anche grazie agli agricoltori di Coldiretti, abbia avviato la sua “Malteria Monferrato” a Villafranca d’Asti e abbia ottenuto la collaborazione dei birrifici per produrre la prima birra con l’orzo del Monferrato. Mauro

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Renato Erminio Goria, Presidente CCIAA di Asti

Da sinistra Livio Bottero, Mauro Mascarello e Davide Monastra

Mascarello del Birrificio Torino ha rimarcato come la collaborazione con gli agricoltori possa essere il tassello più importante per produrre birra Made in Italy; Lelio Bottero del Birrificio “Campo di Achille” di Carrù ha scelto di attivare un suo birrificio agricolo, proprio grazie alla nuova esperienza di Malteria Monferrato e di produrre una birra col Moscato.

Simone Grappiolo, Presidente Sezione Ovicaprini dell’Arap

Il Sindaco di Settime Paola Borgio intervenuta al Forum Coldiretti;

Il direttore di Confartigianato Giansecondo Bossi illustra la partnership con Coldiretti per produrre il Pane 100% Astigiano

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Perchè gli agricoltori di Coldiretti “Ringraziano” Si celebra dal 1951 nel periodo compreso tra l’11 novembre e il 17 gennaio entre scriviamo mancano pochi giorni alla celebrazione della Giornata provinciale del Ringraziamento, in programma il 10 dicembre. Quest’anno si tiene a Moncalvo, con la partecipazione del nuovo Vescovo diocesano Gianni Sacchi e del Consigliere Ecclesiastico provinciale Coldiretti, don Francesco Cartello. Il Ringraziamento è una festa che viene da lontano ed ha le sue origini in Italia nel 1951 per iniziativa proprio di Coldiretti. Da allora, puntualmente, viene celebrata la seconda domenica di novembre e a livello locale viene riproposta nel periodo che va dalla festa di San Martino (11 novembre) alla festa di Sant’Antonio Abate (17 gennaio). Nel 1973, con la pubblicazione del documento pastorale “La Chiesa e il mondo rurale italiano”, i vescovi italiani hanno assunto questa giornata come occasione opportuna di riflessione ed evangelizzazione dell’intera chiesa locale. Si legge nel documento sopra citato: «Si curi la Giornata del Ringraziamento in modo da renderla significativa per l’intera Chiesa particolare, oltre che occasione propizia per l’evangelizzazione del mondo rurale». Così dal 1974, ogni anno, i vescovi italiani

ni di ispirazione cristiana che operano nel mondo rurale: Acli Terra, Coldiretti,Fai Cisl , Feder.Agri-Mcl, Ugc Cisl Accanto alla celebrazione liturgica domenicale, momento centrale della festa del Ringraziamento, viene organizzato il giorno precedente un seminario di studio sul tema del messaggio dei vescovi e un momento specifico di preghiera in un santuario della diocesi ospitante. Ogni anno il Santo Padre all’Angelus offre la sua illuminante parola e indica le prospettive di un rinnovato impegno di evangelizzazione nel mondo rurale.

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offrono un messaggio che guida la riflessione e la preghiera. Nel 2005 la Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace ha ritenuto opportuno aggiornare il documento del 1973 con la nota Frutto della terra e del lavoro dell’uomo. Mondo Rurale che cambia e Chiesa in Italia. Già a partire dal 1999 e poi sulla scia del grande evento del Giubileo del mondo agricolo, 12 novembre 2000, l’Ufficio Nazionale CEI per i problemi sociali e il lavoro coordina e programma questa giornata in collaborazione con le associazio-

Riflessioni

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Tema di quest’anno scelto dai Vescovi: “la terra ospitale” La terra, è, in primo luogo, una realtà affidataci per essere coltivata a terra ospitale è al centro del Messaggio per la 67ª Giornata nazionale del Ringraziamento. Ecco alcuni stralci del testo dei Vescovi. Ringraziamento per un dono Fin dalla sua istituzione la Giornata del Ringraziamento si caratterizza ogni anno come invito a guardare ai frutti della terra - ed all’intera realtà del mondo agricolo - nel segno del rendimento di grazie. È, dunque, l’occasione per rinnovare uno sguardo sul mondo che coglie in esso ben più che la semplice natura: come sottolinea l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, la parola da usare è piuttosto creazione, molto più ricca ed espressiva. Una pluralità di dimensioni, nuove opportunità per l’alleanza tra umanità e ambiente Attorno al dono della terra, si intreccia una pluralità di dimensioni: vale la pena di esplicitarle nel loro intreccio, che anche oggi può presentarsi in tutta la sua attualità nella vita di tante famiglie del mondo agricolo. La terra è, in primo luogo realtà affidataci per essere coltivata, in una pratica che genera lavoro, che produce cibo, benessere e sviluppo, contribuendo al contempo a dare significato alle esistenze dei tanti che vi sono coinvolti. Non è certo casuale che proprio in questi anni – lo sottolinea il Rapporto Censis 2016 – il nostro Paese veda una persistente e sempre rinnovata attenzione per la realtà dell’agricoltura, che anche per molti giovani appare come opportunità significativa in cui investire generosamente energie e competenze. Una rinnovata attenzione che è anche il frutto della risposta delle imprese agricole italiane, generalmente familiari, e del loro

Attualità

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associazionismo ad un modello di industrializzazione insostenibile dell’agricoltura mondiale, imposto come esito inevitabile della globalizzazione del paradigma tecnocratico. Diversamente da quel modello, le nostre imprese agricole cercano di riconciliare la famiglia con l’economia di mercato, superando l’incompatibilità con l’«economia dello scarto» e promuovendo snodi di «economia civile». Per farlo le nostre famiglie rigenerano una capacità inclusiva del lavoro che ne esemplifica la trasformazione da “lavoro come produzione” a “lavoro come servizio”; dove si realizzano beni che non sono solo merci, ma cibo, e contemporaneamente si impiega il tempo anche per la relazione, che in se stessa è cura, nello svolgimento dell’attività produttiva. Con questa visione e concretezza del lavoro esse sentono vicine le parole della Laudato si’ dedicate alla necessità di difendere il lavoro, dove si afferma che «l’intervento umano che favorisce il prudente sviluppo del creato è il modo più adeguato di prendersene cura perché implica il porsi come strumento di Dio per aiutare a far emergere le potenzialità che Egli stesso ha scritto nelle cose» (n. 124). In questa luce, la giornata del Ringraziamento è anche memoria viva ed efficace della rinnovata risposta degli agricoltori ai doni del Signore (dono delle terra, dono di se stesso), testimonianza del fatto che Dio è in mezzo al suo popolo. In questo modo di abitarla e lavorarla, la terra emerge chiaramente come una realtà da custodire e trovano ascolto il forte richiamo dell’enciclica Laudato si’ alla cura della casa comune, la sua

percezione di un’interdipendenza globale che «ci obbliga a pensare a un solo mondo, ad un progetto comune», il suo richiamo a «programmare un’agricoltura sostenibile e diversificata» (n. 164). L’enciclica approfondisce le ragioni della promozione di una rinnovata pratica di coltivazione della terra, declinata nel segno dell’attenzione all’ambiente, intensificando le buone pratiche già in atto in molte realtà dei nostri territori, favorendo forme di produzione a basso impatto, attente alla biodiversità, capaci di privilegiare le produzione autoctone e senza varietà geneticamente modificate. È anche un modo di contrastare lo sviluppo di quel mutamento climatico che proprio sull’agricoltura ha alcuni degli impatti più devastanti. Ma la terra è anche una realtà che sempre più ha a che fare con l’ospitalità e l’accoglienza: i mercati e le altre iniziative della vendita diretta degli agricoltori italiani sono diventati espressione - nei grandi centri urbani come nei piccoli borghi - della nuova economia capace nel contempo di restituire protagonismo alle imprese agricole, generare occupazione, migliorare la qualità della vita e delle relazioni sociali; anche in quest’ambito molti sono i cambiamenti significativi che si possono rilevare nel modo di fare agricoltura. Pratiche come quella dell’agricoltura sociale (tra l’altro preziosa occasione di inserimento lavorativo anche per molti immigrati) e dell’agriturismo danno espressione a queste dimensioni della nostra vocazione sulla terra e spesso lo fanno con originali intrecci di modalità inedite e di forme tradizionali. Turismo sostenibile per lo sviluppo Vorremo particolarmente

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Successo per la 21a Colletta Alimentare dati a livello planetario dicono che nel 2016 la fame ha toccato circa 815 milioni di persone, 38 milioni di persone in piu’ dell’anno precedente, nonostante si sia verificato un drastico calo dei prezzi dei prodotti agricoli. “Occorre ripensare a fondo il sistema di produzione e di distribuzione del cibo e perseguire un modello di sviluppo sostenibile che garantisca un sistema di tutela sociale ed economica in grado di assicurare un futuro all’agricoltura e un cibo sicuro e accessibile a tutti”, ha affermato il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. Per l’Italia l’ISTAT certifica che sono 4milioni 600mila le persone che soffrono la fame (in povertà assoluta) e altrettante sopravvivono al limite della soglia di povertà. Sono bambini, anziani, giovani precari, famiglie con figli … dati che bussano alla porta di ciascuno di noi. “Possiamo fare qualcosa, di fronte all’emergenza della fame, qualcosa di umile, e che ha anche la forza di un miracolo.” (Papa Francesco) La 21^ Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, tenutasi sabato 25 novembre, ha ripetuto

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questo miracolo, come per altro ogni anno, grazie all’azione coordinata tra Banco Alimentare e le tante Strutture Caritative convenzionate. Anche sul nostro territorio astigiano, sono una trentina di Enti e Associazioni che vengono aiutate dal Banco Alimentare, con circa 6000 persone bisognose aiutate tutto l’anno grazie alla distribuzione di oltre 250 tonnellate di cibo. Un lavoro incessante che aiuta a “ridare dignità al cibo e alla persona”; il valore aggiunto si mostra nelle storie delle persone che ricevono in dono il cibo recuperato e che ritrovano dignità, speranza, coraggio, compagnia. Con l’annuale Colletta alimentare di fine novembre il Banco Alimentare ha raccolto circa il 20% di quanto distribuisce, anche sul nostro territorio; è un 20% importante, che garantisce un buon assortimento degli alimenti distribuiti ai poveri. Nella sola provincia di Asti la Colletta ha coinvolto quest’anno 120 negozi e supermercati, con 600 volontari e 30 automezzi; una “macchina” imponente che ha funzionato e che ha potuto, già dal lunedì successivo, iniziare la ridistribuiti degli alimenti sul territorio.

Attualità

Così si ridà dignità al cibo e alle persone

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sottolineare quest’anno l’importanza dell’ultimo fenomeno appena accennato: l’agriturismo ricollega tra loro la coltivazione della terra e l’ospitalità, aprendo nuove prospettive - potenzialmente cariche di futuro - per un mondo agricolo che sempre deve rinnovarsi per far fronte a sfide inedite. La bellezza dei nostri territori, del resto, quando è adeguatamente custodita e valorizzata, porta in sé una forza di attrazione importante, capace di offrire a molti quelle esperienze di meditazione e ricreazione nel contatto con la natura che sempre più vengono oggi ricercate. Di più, esse possono alimentarsi in quella sapiente cultura dell’accoglienza - frutto del lavoro di organizzazione della terra e dei beni ordinati alla produzione - e quell’attenzione per la qualità delle relazioni umane e sociali che costituiscono caratteristiche universalmente riconosciute al nostro paese. Promuovere forme di turismo strettamente collegate alla terra ed al mondo agricolo, infatti, permette positive sinergie tra il lavoro di coltivazione e quello legato all’ospitalità, così come tra questi due e la sostenibilità. Coltura e cultura si intrecciano così in forme spesso innovative (ma anche profondamente legate alla tradizione), generando crescita in umanità e buona occupazione, perché sia possibile continuare ad avere cura della terra di Dio. L’agriturismo asseconda il desiderio di tante persone di «fuggire» dalle frenesie imposte dal consumismo e dai ritmi della moderna società per ritrovare nelle campagne italiane nuove energie fisiche e interiori. Un’occasione, quindi, formidabile per aumentare la consapevolezza sul nostro patrimonio materiale e immateriale, fatto di bellezze storicopaesistiche, attività agricole compatibili con l’ambiente ed opportunità di crescita sociale e spirituale.

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Coldiretti sempre più sindacato imprenditoriale di filiera Con “Filiera Italia” finisce un’epoca di contrapposizioni con l’industria

Accordi fi Filiera

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on la costituzione di “Filiera Italia”, come annunciato sul precedente numero di questa stessa rivista e come accennato nelle precedenti pagine, per la prima volta l’agricoltura e l’industria alimentare italiana d’eccellenza sono insieme per difendere, sostenere e valorizzare il Made in Italy. La nuova realtà associativa promossa da Coldiretti, vede già l’adesione di importanti industrie: Ferrero, Inalca/Cremonini e Consorzio Casalasco (Pomì e De Rica) che ha tra i soci fondatori Bonifiche Ferraresi, Ocrim, Farchioni Olii, Cirio agricola, Donna fugata, Maccarese, Ol.Ma, Giorgio Tesi group, Terre Moretti (Bellavista) e Amenduni Spa. E’ una compagine associativa riunita attorno ai valori comuni dell’identità territoriale e nazionale, della trasparenza e della sostenibilità, in una logica di consumo consapevole ma anche per favorire la conoscenza e la diffusione di pratiche alimentari basate sui principi della dieta mediterranea, attraverso la combinazione di tutti gli ingredienti utili ad una alimentazione sana, variata ed equilibrata. Secondo Luigi Cremonini, neo eletto presidente dell’Associazione “nasce finalmente un’alleanza di filiera che mette insieme due componenti preziose e reciprocamente imprescindibili del più importante settore di questo Paese: la produzione agricola e l’industria italiana di trasformazione alimentare. Finisce una contrapposizio-

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L’annuncio della nascita di “Filiera Italia” è stato dato a Cernobbio durante il Forum dell’Agricoltura

ne immotivata e fuorviante e nasce un’alleanza che tutela la vera distintività e l’eccellenza della produzione agroalimentare italiana. Un nuovo protagonista fiero ed orgoglioso di rappresentare in Italia – conclude Cremonini - ma anche sui mercati mondiali sia i prodotti di eccellenza del vero made in Italy sia il modello efficiente e sostenibile dell’agroalimentare italiano che tutto il mondo ammira e richiede”. “Si tratta di una nuova forma di rappresentanza in cui Coldiretti, sempre più sindacato imprenditoriale di filiera, insieme a campioni industriali nazionali dei rispettivi settori, compresi i mezzi tecnici per l’agricoltura e la tecnologia avanzata per la trasformazione alimentare, sono uniti per la realizzazione di accordi economici e commitment concreti finalizzati ad assicurare la massima valorizzazione della produzione agricola nazionale anche attraverso la realizzazione di contratti di filiera sostitutivi

Si accelererà così la realizzazione di accordi economici e commitment concreti finalizzati ad assicurare la massima valorizzazione della produzione agricola

dell’ormai superata stagione della sterile interprofessione”, ha affermato Enzo Gesmundo vicepresidente della neocostituita associazione che avrà la sede a Roma presso la Coldiretti in via XXIV Maggio, 43 (00187) e che avrà in qualità di presidente del Comitato scientifico il prof. Paolo De Castro. Una delle prime battaglie che vedrà impegnata “Filiera Italia” sarà quella contro l’etichettatura a semaforo inglese, oggi replicata e aggravata dal nutriscore francese che penalizza un prodotto di eccellenza come l’olio d’oliva ed avvantaggia incomprensibilmente prodotti come l’olio di colza.

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Valore della Barbera cresciuto del 38,5% in 4 anni Dato significativo per i soci della Cantina sociale “Barbera dei Sei Castelli” ’uva più diffusa in Piemonte, la Barbera d’Asti, ritirata dalla Cantina Sociale “Barbera dei Sei Castelli” di Agliano Terme, ha registrato un incremento di valore del 38,5% negli ultimi 4 anni. Un dato eclatante, infatti nel 2013 le uve venivano pagate 6 euro e 50, per la vendemmia 2016 la cantina cooperativa ha liquidato ai viticoltori un prezzo medio di 9 euro al chilogrammo. Con dovizia di particolari, questi dati sono stati divulgati al Catello di Costigliole d’Asti nel corso di una conferenza stampa, tenutasi il 25 ottobre scorso, alla presenza del presidente del Consorzio di Tutele della Barbera d’Asti, Filippo Mobrici, e del presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale. Ad illustrare questi risultati il presidente Andra Ghignone e l’enologo e direttore della Cantina Enzo Gerbi. Oggi la cantina Cantina Barbera dei Sei Castelli lavora oltre 42 mila quiantali di Barbera d’Asti ed è la più importante del Piemonte. Gli ottimi risultati raggiunti, hanno origine da due fattori fondamentali, il primo quando, vent’anni fa, fu creato l’attuale assetto societario grazie all’accorpamento di due cantine, le Antiche Terre Galleani di Agliano e la Cantina Sociale di Castelnuovo Calcea, il secondo fattore che ha dato sicuramente una svolta, cinque anni fa, quando fu avviato, con Coldiretti Asti e il Consorzio Terre di Qualità, il Progetto “Barbera Amica”. Dopo i lusinghieri risultati dell’annata passata, dal 2017 i viticoltori si aspettano un ulteriore passo in avanti, verso una redditività garantita di 10 mila euro per ogni ettaro di Barbera d’Asti, da sempre considerata da Coldiretti la soglia minima per poter far quadrare i bilanci di un’azienda vitivinicola. «La nostra cantina è la maggior produttrice al mondo di Barbera d’Asti,

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Barbera Amica

Filippo Mobrici Andrea Ghignone e Enzo Gerbi

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circa 42 mila quintali, oltre 500 ettari coltivati - ha sottolineato Andrea Ghignone - la nostra forza è stata quella di garantire un reddito costante ai viticoltori e di puntare sulla nostra funzione socioeconomica in 50 anni di attività con la grande

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sfida nel 1997 dell’accorpamento con altre due cantine del territorio, quella Antiche Terre dei Galleani di Agliano e la Cantina Sociale di Castelnuovo Calcea». «Un’altra scelta fondamentale insieme alla fusione puntualizza Enzo Gerbi - è stata la

sinergia raggiunta nel 2012 con il consorzio Terre di qualità che raggruppa oltre 50 produttori viticoli di Barbera nel progetto Coldiretti “Barbera Amica”, da 6500 quintali della vendemmia 2013 ai 9.500 della vendemmia 2017».

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Trand ancora in forte crescita per la Barbera d’Asti Confermato dall’ultimo bollettino della Camera di Commercio di Asti l bollettino ufficiale dei prezzi dei vini all’ingrosso (Iva esclusa, franco cantina), così come stabiliti dall’apposita Commissione e divulgati dalla Camera di Commercio di Asti, confermano finalmente la costante crescita dei vini e in particolare della Barbera d’Asti. Al 21 novembre scorso il mercato dei vini (il bollettino è stato reso pubblico il 29 novembre) registrava un incremento della Barbera d’Asti Superiore fino a 2,90 euro al litro, così come la semplice Docg saliva fino 1,70 euro. La quotazione è ancora riferita all’annata 2016, solamente per la Barbera del Monferrato e la Piemonte Barbera sono già espresse le quotazioni dell’annata 2017, in ogni caso con analogo lusinghiero risultato, per entrambe le Barbere Doc la quotazone varia da un minimo di 1 euro a un massimo 1,30 euro al litro. Risultati buoni dunque se si guarda indietro solamente a cinque anni fa, ma sicuramente ancora suscettibili di forti miglioramenti per un grande vino come la Barbera d’Asti.

Valore del Vino

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TARTUFO AL MASSIMO STORICO Quest’anno ha raggiunto quotazioni fino a 6.000 euro al chilogrammo I prezzi del tartufo bianco sono schizzati al massimo storico toccando i 6000 euro al chilogrammo. Quest’anno le quotazioni sono stati superiori anche ai 5000 euro del

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2012 o i 4500 euro al chilo del 2007 per pezzature medie attorno ai 20 grammi. A far balzare il prezzo sono state le condizioni climatiche non favorevoli, caldo e siccità anomali,

perché il Tuber magnatum Pico si sviluppa in terreni che devono restare freschi e umidi sia nelle fasi di germinazione che in quella di maturazione.

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Vendemmia scarsa, non solo in Italia, ma in tutta Europa La più precoce del decennio ma con 40% di uve destinate a vino Doc e Docg

Attualità

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er effetto del clima anomalo, la vendemmia 2017, a livello nazionale, si classifica tra le più scarse del dopoguerra con un taglio della produzione del 26% rispetto allo scorso anno. L’Italia mantiene comunque il primato mondiale tra i produttori. E’ anche stata la più anticipata dell’ultimo decennio e fortemente condizionata da una siccità estrema. Dal punto di vista qualitativo, le stime indicano che i circa 40 milioni di ettolitri prodotti, siano stati destinati, per oltre il 40 per cento, ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg). Il 30 per cento è invece andato ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola. La vendemmia (www.coldiretti.it) è stata difficile in tutta Europa dove si stima una produzione in 145 milioni di ettolitri, inferiore del 14% rispetto allo scorso anno, a causa principalmente, degli eventi climatici estremi e del cambiamento climatico, secondo il Copa/Cogeca, l’Organizzazione Europea degli agricoltori e delle loro cooperative. Se l’Italia si conferma al primo posto, in Francia sarà raggiunto un minimo storico di 37 milioni di ettolitri, vale a dire una riduzione del 18% sui livelli dell’anno scorso mentre in Spagna si prevede una produzione di 36 milioni di ettolitri, vale a dire una riduzione del 20% rispetto ai livelli dell’anno scorso ed il Portogallo, in controtendenza, vi è stato un aumento stimato del 10% sui livelli dell’anno scorso. La qualità dell’uva è definita molto buona in tutta l’Europa con un aumento dei prezzi, che però non sarà sufficiente a compensa-

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re alcuni produttori per le perdite di raccolto subite. L’andamento dell’Unione Europea fa crollare dell’8,2% la produzione mondiale di vino che è stimata nel 2017 in 246,7 milioni di ettolitri dall’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv), la piu’ scarsa da diversi decenni, secondo la Coldiretti. Con 23,3 milioni di ettolitri la produzione è in leggero calo (-1%) anche negli Stati Uniti, dove gli incendi hanno colpito i vigneti della Napa Valley, che restano il quarto produttore mondiale davanti all’Australia con 13,9 milioni di ettolitri (+6%). Se la produzione stenta, il consumo mondiale nel 2017 invece aumenta e raggiunge i 243,2 milioni di ettolitri, punto medio in una forchetta che va da 240,5 a 245,8 milioni di ettolitri prevista dall’Organizzazione internazionale della vigna e del vino. Tra le novità di quest’anno si registra uno storico ritorno del vino sulle tavole degli italiani con un aumento record degli acquisti delle famiglie trainato dai vini Doc (+5%), dalle Igt (+4%) e degli spumanti (+6%), secondo l’ analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea del primo semestre dalla quale si evidenzia

che, dopo aver conquistato bar e ristoranti, si registra complessivamente un balzo del 3% anche tra le mura domestiche, con una profonda svolta verso la qualità come dimostra il fatto che a calare sono solo gli acquisti di vini comuni (-4%). Dopo che negli ultimi 30 anni i consumi di vino si sono più che dimezzati toccando il minimo storico dall’unità di Italia con una stima di 33 litri a persona alla anno, il calo – sottolinea la Coldiretti – si è arrestato anche se i livelli nazionali restano di molto inferiori a quelli della Francia dove il consumo di attesta sui 45 litri. Oltre che sulle tavole tricolori, il vino italiano trionfa anche all’estero dove ha messo a segno un nuovo record storico delle esportazioni, con un aumento dell’8% rispetto allo scorso anno quando avevano raggiunto su base annuale i 5,6 miliardi di euro, la prima voce dell’export agroalimentare nazionale, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2017. A spingere la domanda oltre confine sono state soprattutto le vendite di spumante che con un balzo del 15% in molti casi sfidano ormai alla pari lo champagne.

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Glifosato: in Italia resta il divieto Anche se l’Ue ha scandalosamente rinnovato la licenza n Italia resta il divieto di uso del glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili” quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma anche in campagna in pre-raccolta “al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura”. Gli effetti del decreto del Ministero della Salute in vigore dal 22 agosto del 2016 che non vengono modificati dalla decisione dell’Unione Europea di rinnovare per 5 anni la licenza di utilizzo. L’Italia deve porsi all’avanguardia nelle politiche di sicurezza alimentare nell’Unione Europea e fare in modo che le misure precauzionali introdotte a livello nazionale riguardino coerentemente anche l’ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con modalità analoghe come il grano proveniente dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato proprio nella fase di preraccolta”. Un principio che deve essere ben evidenziato

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Attualità

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anche nell’ambito dell’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada (CETA) dove al contrario si prevede invece l’azzeramento strutturale dei dazi indipendentemente dagli andamenti di mercato. Circa un miliardo di chili di grano sono infatti sbarcati lo scorso anno dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato.

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Sarebbe lecito bloccare l’import, compreso un miliardo di chili di grano che arriva ogni anno dal Canada

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Legge consumo del suolo da approvare immediatamente Appello lanciato al presidente del Consiglio, prima che si concluda la legislatura Il disegno di legge sul consumo di suolo diventi legge entro fine legislatura”. È l’appello lanciato dai presidenti di Coldiretti, FAI-Fondo Ambiente Italiano, INU, Legambiente, LIPU, Slow Food, Touring Club Italiano e WWF Italia in una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri competenti. “Salutiamo con favore e speranza – si legge nella missiva - la piena consapevolezza, emersa in occasione degli Stati Generali del Paesaggio (del 25 e 26 ottobre scorsi), nelle dichiarazioni pubbliche del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e del Ministro Dario Franceschini che il nostro Paese non può continuare a limitarsi a registrare un preoccupante e persistente consumo del suolo senza dotarsi di uno strumento normativo che eviti nuovi sfregi al territorio italiano. Questa consapevolezza deve tramutarsi ora in un’assunzione di responsabilità da parte del Governo nel concordare un’azione con il Parlamento per fare in modo che il disegno di legge sul «Contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato», ora all’esame del Senato, diventi legge prima della fine della legislatura. In termini assoluti il consumo di suolo in Italia ha già intaccato dal secondo dopoguerra a oggi circa 21.000 chilometri quadrati del nostro territorio, con un valore di suolo consumato pro-capite che passa dai 167 metri quadrati del 1950 per ogni italiano, a quasi 350 metri quadrati nel 2013 e continua ad avanzare al ritmo di 30 ettari al giorno: occorre agire adesso! Il disegno di legge sul consumo del suolo, ricordiamo, derivava da una prima iniziativa governativa, a fine del 2012 – nella passata legislatura

Petizione

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Un’immagine della campagna promossa per la sottoscrizione della petizione per salvare il suolo

- ed è stato integrato e riproposto in questa legislatura con una plurima paternità governativa. Malgrado ciò è rimasto fermo a Montecitorio per ben 3 anni e 3 mesi. E ora (fine ottobre) è da 518 giorni all’esame del Senato. Il disegno di legge è, dunque, nelle mani del Parlamento da 4 anni e 7 mesi. Ora sono in discussione nelle Commissioni Ambiente e Agricoltura riunite del Senato delle importanti modifiche migliorative che se accolte: permetteranno al Paese di dotarsi di una legge che riconosce il suolo quale bene comune e risorsa limitata; consentiranno di indirizzare le trasformazioni sulla rigenerazione urbana invece che sul consumo di suoli agricoli o verdi; porranno un limite al consumo del suolo; renderanno obbligatorio il censimento degli edifici e delle aree libere. Riteniamo che sia indispensabile dotare il Paese di una norma in-

novativa ed efficace sul consumo di suolo. Ma questo presuppone che nel patto tra Governo e due rami del Parlamento sui disegni di legge da approvare a fine legislatura ci sia anche il ddl sul «Contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato» che, dopo le modifiche del Senato, deve essere approvato senza modifiche dalla Camera dei Deputati. La finestra temporale è stretta perché sta già iniziando la sessione di Bilancio 2018 al Senato ed entro la prossima primavera le Camere verranno sciolte per andare alle elezioni nazionali. C’è poco tempo ma se ci sono l’impegno e la convinzione del Governo e dei due rami del Parlamento, esistono numerosi precedenti che ci dimostrano come ciò sia possibile. Facciamo che sia possibile, chiediamo alle istituzioni di essere coerenti perché alle parole seguano i fatti”.

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Boom per l’acquisto di terreni agricoli, +9% nel 2016 Cresce il valore, aumentano i mutui per gli immobili rurali, molti affitti per i giovani rescono del 9 per cento le compravendite di terreni agricoli, consolidando un’inversione di tendenza significativa dopo che nell’ultimo decennio le attività di acquisto e cessione si sono ridotte del 40 per cento rispetto ai livelli di pre-crisi. Ad affermarlo è un’analisi di Coldiretti sulla base dell’ultimo rapporto Crea sui valori fondiari, dal quale emerge anche una sostanziale tenuta del valore della terra, con la media nazionale che si aggira poco sotto i 20mila euro a ettaro. L’incremento più significativo riguarda le regioni del Nord ovest (11%) e del Sud (10%). Fenomeno che, secondo lo studio, potrebbe essere correlato con la contestuale crescita delle erogazioni di nuovi mutui per l’acquisto di immobili rurali che secondo Banca d’Italia hanno raggiunto nel 2016 un valore pari a 491 milioni di euro (+14% rispetto al 2015). Restano, invece, stazionari i valori fondiari, seppur con un andamento differente a seconda dei territori. Il prezzo medio del Nord Ovest è di 26.200 euro ad ettaro, che sale a 40.500 al Nord Est, spinto soprattutto dal mercato vitivinicolo (quello che contribuisce a rendere più “frizzanti” anche le attività di compravendita), ma scende a 14.800 euro al Centro Italia, fino ai 12.900 del Meridione e agli 8.500 delle Isole. A livello di tipologia di terreno, i prezzi vanno dai 5.700 euro necessari per acquista-

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di Albenga (Savona), un vigneto in Valdobbiadene, nel Trevigiano, o a Montalcino, in provincia di Siena. In fondo alla classifica si piazzano, invece, i pascoli nel Catanzarese o nel Crotonese, che valgono fino a 2mila euro a ettaro. Al di là dell’aumento degli acquisti, il nuovo rapporto Crea conferma il processo di consolidamento dell’affitto che rappresenta sempre più uno strumento strategico a disposizione degli imprenditori per il raggiungimento di economie di scala attraverso l’aumento delle dimensioni aziendali. In generale si registra in crescita la domanda per terreni da condurre in affitto soprattutto da parte dei giovani imprenditori incentivati dal premio di primo insediamento offerto dai Programmi di Sviluppo Rurale, mentre rispetto al passato si attenua l’interesse da parte dei contoterzisti.

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re un ettaro tra le montagne della Sicilia o della Sardegna ai 98.500 per divenire proprietari di un ettaro nelle colline litoranee del Nord Ovest. In mezzo c’è una vasta tipologia di prezzi: le pianure del Nord Est vanno a 44.000 euro ad ettaro, mentre al Centro ne bastano 22.400 e al Sud addirittura 17.700. Analizzando, invece, i valori delle singole produzioni, il top si registra per i vigneti del Barolo, nelle Langhe (Cuneo), dove un ettaro viene quotato fino a un milione di euro. Arriva, invece, anche a 750mila euro un ettaro di meleti nella Val Venosta (Bolzano). Si “risparmia” qualcosa se si acquista un meleto nella Val d’Adige (Bolzano) o una vigna Doc nella zona del lago di Caldaro, entrambi “prezzati” fino a 650mila euro. Mezzo milione di euro valgono invece i terreni irrigui e coltivati a fiori nella Piana

Comgiuntura economica

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Galline alimentate con latte: l’invenzione dell’uovo a prova di chef La storia di successo di Romina e Marco Accossato raccontata anche da Rai Uno d ogni nuova generazione, tra le galline di Marco ce né qualcuna più debole, con qualche problema di crescita. Allora Marco per rinvigorirle e accudirle, con l’aiuto della sorella Romina, le allontana dalle altre e le mette nella stanza più calda, quella che chiama “infermeria”. Lì, Marco e Romina, le imboccano, una ad una. Un giorno Marco si trova alle prese con un esemplare che non vuole saperne di mangiare, né di bere. Per caso scopre che l’unica cosa che ingerisce è il latte vaccino. Un toccasana per le galline che presto diventerà un nutrimento speciale per tutte le galline bianche dell’Azienda Agricola Accossato di Ferrere d’Asti e che darà alla luce al rinomato uovo da chef “La Piemunteisa”. Anche la fortunata trasmissione televisiva di Rai Uno, “Buono a Sapersi”, condotta da Elisa Isoardi, ha scoperto questa mattina, con due collegamenti in diretta, le uova speciali dell’Azienda Agricola Accossato. Umberto Salamone, inviato dalla Isoardi a Ferrere d’Asti, ha intervistato, direttamente dal pollaio dell’azienda, in un primo collegamento, Marco Accossato. Attorniati dalle galline bianche, hanno illustrato le qualità superiori delle uova ottenute alimentando gli animali con il latte a chilometro

Storie di successo

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Tutta la famiglia Accossato con il conduttore televisivo di Rai Uno, Umberto Salamone, inviato a Ferrere da Elisa Isoardi per la trasmissione “Buono a Sapersi”

zero. “Grazie al latte, le nostre uova bianche – ha detto Marco Accossato – hanno proprietà particolari, sono più leggere, proteiche, incredibilmente adatte per cucinare. Il tuorlo, oltre modo schiumoso, in fase di montatura, incamera il triplo di aria di un uovo normale”. Nel secondo collegamento, Salamone ha intervistato Romina che ha illustrato le fasi di selezione e confezionamento delle uova: “Se in cucina facciamo una frittata con queste uova – ha spiegato Romina Accossato – diventa due volte più alta rispetto ad una realizzata con uova normali ed anche i dolci hanno tutta un’altra consistenza, tant’è

che le uva “La Piemunteisa” sono particolarmente apprezzate dagli chef”.È così che due volte al giorno, all’azienda agricola Accossato, si riempiono gli abbeveratoi di latte intero acquistato all’Agrilatteria del Pianalto distante poche centinaia di metri dall’allevamento. “Utilizzia-

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Il noto chef Ugo Alciati del ristorante “Guido” di Fontanafredda: “È un uovo sicuramente diverso, ha un tuorlo corposo, denso, sembra concentrato”

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Storie di successo

Marco Accossato durante il collegamento di Rai Uno in diretta da Ferrere

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Romina Accossato nel reparto di confezionamento intervistata in diretta televisiva per la trasmissione di Rai Uno

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mo abbeveratoi speciali – spiega Romina –, li portiamo due volte a mano direttamente nel pollaio per dare il latte alle galline una ad una. Per il resto le nostro galline sono alimentate a terra con prodotti naturali: cereali, grano e granoturco. Il latte però è la cosa che prediligono e quando ci avviciniamo ci assalgono letteralmente, ne vanno veramente ghiotte”.Con l’invenzione delle uova “al latte”, l’azienda agricola Accossato ha scoperto una nuova dimensione qualitativa, conferma il noto chef Ugo Alciati del ristorante “Guido” di Fontanafredda: “È un uovo sicuramente diverso, ha un tuorlo corposo, denso, sembra concentrato. Il gusto delle uova di Accossato, ottenute dalle galline alimentate col latte, è molto più intenso e aromatico. In questo periodo lo stiamo utilizzando col tartufo, in camicia con fonduta fredda di parmigiano e passata di patate di montagna. In cucina, queste uova, hanno una particolare proprietà legante e le utilizziamo anche per le tagliatelle (solo con la farina, senza acqua, né sale), gli sformati (quando utilizzavamo 4 uova, ora ne bastano 3) e i dolci: per il Pan di Spagna, ad esempio, queste uova buone hanno maggiore potere addensante e monta di più ed è quindi più morbido”. Un vero uovo a prova di chef dunque, ma anche di consumatore, per il benessere della persona, ci tiene a puntualizzare anche Alciati: “Un uovo qualitativo, come ogni prodotto primario che utilizziamo nei cibi, vuol dire maggiori proprietà organolettiche e nutritive, a tutto vantaggio della salute, sia dell’uomo che, in questo caso, degli animali, le galline”.

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La vignetta più lunga d’Italia, per il primo vino bio Gianfranco Torelli di Bubbio ha festeggiato la ricorrenza il 28 ottobre scorso

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l primo vino biologico d’Italia festeggiato con la vignetta più lunga d’Italia. L’Azienda Agricola “Mario Torelli” di Gianfranco Torelli ha celebrato, sabato 28 ottobre 2017, a Bubbio, i 25 anni della prima certificazione Bio, con la terza edizione di “Vignette in Vigna” e la realizzazione della Vignetta più lunga d’Italia, disegnata in diretta dal cartoonist Roby Giannotti. “Abbiamo sempre creduto nel biologico – spiega Torelli - e quando venne approvato il regolamento Cee 2092/91 ci siamo impegnati al massimo per ottenere la certificazione Bio per il nostro Moscato d’Asti. Siamo stati i primi ad ottenerla nel settembre 1992 insieme ad un ristretto manipolo di altri produttori in Piemonte e nel resto d’Italia. In quegli anni a

parlare di biologico eravamo davvero pochi, bisognava crederci veramente”. Tutti i partecipanti ai festeggiamenti hanno porre il loro imprinting alla vignetta di 70 metri disegnata da Giannotti e apprezzare le 40 vignette sistemate lungo i filari del vigneto di moscato. L’evento è stato patrocinato dal Comune di Bubbio, con la collaborazione di altre realtà del territorio come l’Agriturismo “Tre Colline in Langa” di Paola Arpione, che ha da poco festeggiato i suoi primi 5 anni di attività, e l’Associazione culturale Quirin Mayer, creata dal grande artista svizzero per promuovere il proprio parco scultoreo all’aperto e la prestigiosa struttura all’ingresso di Bubbio dove sono esposte bellissime opere.

Cordoglio per la scomparsa di Gaetano Varano Il 26 ottobre è mancato il “papà” della “Legge di Orientamento”

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utta la Coldiretti piange la prematura scomparsa di Gaetano Varano, Capo Area Azione Sindacale della Confederazione Nazionale Coldiretti. Di lui resteranno le grandi intuizioni sindacali e le storiche battaglie per l’agricoltura italiana. La riforma del credito agrario, il riordino fondiario, la riforma dei contratti agrari, l’adeguamento dello strumento assicurativo hanno visto il suo valido e fondamentale contributo.

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Gaetano Varano, Capo Area Azione Sindacale della Confederazione Nazionale Coldiretti

Una grave perdita per tutta l’agricoltura italiana, ma anche per tutti coloro che sono impegnati a riflettere e a operare per il rinnovamento della legislazione agricola. Le intuizioni e il lavoro di Gaetano Varano hanno trovato concretezza, da ultimo, in quella “legge di orientamento” che rappresenta oggi un importante strumento di modernizzazione dell’agricoltura italiana e nel percorso finalizzato ad estendere l’etichettatura obbligatoria a tutti gli alimenti.

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I 106 anni della nonnina di Cunico

Importante traguardo per Rosa che festeggia il compleanno due volte l’anno

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ono 106 le candeline spente da Rosa Segatto di Cunico il 7 ottobre scorso, mamma del presidente della locale sezione Coldiretti. Un importante traguardo che probabilmente sarà rifesteggiato il 7 febbraio prossimo. La nonnina di Cunico infatti è nata il 7 ottobre 1911, come risulta dagli archivi parrocchiali, ma all’anagrafe di Santo Stino di Livenza, paese in provincia di

Rosa Segatto 106 anni

Venezia, risulta nata il 7 febbraio 1912. I quattro mesi di differenza sarebbero la conseguenza di un errore di trascrizione, avvenuto dopo la ricostruzione dell’Anagrafe comunale, andata completamente distrutta durante la guerra mondiale. Auguroni dunque a Rosa e ancora tanti doppi compleanni da condividere con tutta la sua bellissima famiglia.

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poiché lo sviluppo dell’agricoltura Made in Piemonte passa anche dalla formazione. D’altronde, Coldiretti, che pone da sempre particolare attenzione alla diffusione e allo sviluppo delle conoscenze e delle competenze nel settore agroalimentare, ha scelto da tempo di sostenere le iniziative della formazione e della ricerca realizzate dal proprio ente Inipa. Dall’avviare, amministrare e gestire un agriturismo, a coltivare grani antichi a tutela della biodiversità, dalla disciplina dell’etichettatura dei prodotti agroalimentari alla gestione ecosostenibile del noccioleto o del castagneto da frutto, senza dimenticare il settore zootecnico con particolare riferimento al benessere animale ed alla prevenzione dei rischi negli allevamenti, al promuovere l’uso di risorse sostenibili attraver-

so tecniche di produzione integrata per la preservazione dell’ambiente e delle risorse idriche. Sono veramente molteplici i temi affrontati nei corsi articolati sulla base di precise focus area volte, ad esempio, a sostenere la prevenzione e la gestione dei rischi aziendali, a favorire l’ingresso di imprenditori qualificati e ad attuare il ricambio generazionale, a migliorare la competitività, a gestire le risorse idriche, a salvaguardare la biodiversità e a ridurre le emissioni di gas a effetto serra oltre a favorire l’approvvigionamento e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili. Parallelamente, prosegue l’attività finalizzata all’erogazione di corsi riconducibili a specifiche normative, in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro ed utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari.

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n crescita il settore della formazione attraverso i corsi erogati da Inipa Piemonte che proprio in questi giorni ha visto l’approvazione del progetto formativo in attuazione della misura 1.1.1. del Psr 2014/2020 relativa alla formazione professionale in ambito agricolo. Solo nel primo semestre di quest’anno sono stati attuati oltre 800 corsi che hanno coinvolto quasi 20 mila allievi. Numeri importanti che denotano quanto l’Ente sia attivo e ora, grazie all’approvazione del progetto formativo legato al Psr, potremo dare il via a ulteriori 179 corsi che si prevede consentiranno di coinvolgere oltre 2 mila allievi. Si tratta, quindi, di un’offerta ampia e diversificata per professionalizzare sempre più il settore agricolo, prestando attenzione a varie tematiche

Attualità

Nel primo semestre 2017 attivati oltre 800 corsi che hanno coinvolto quasi 20 mila allievi

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RUBRICA COLTIVA LA SALUTE REDATTA DA C.D.C.

Con la spirometria si valuta l’aria nei polmoni Un esame che consente di valutare il calibro dei bronchi a Spirometria è l’esame che valuta il funzionamento dell’apparato respiratorio consentendo di misurare la quantità di aria contenuta nei polmoni ed il suo flusso attraverso i bronchi. In altre parole questo esame consente di valutare il calibro dei bronchi e di formulare diagnosi di malattia ostruttiva come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) o di asma, e di verificare se i polmoni sono iperdistesi, come nell’enfisema polmonare, oppure ristretti, come nella fibrosi polmonare. La Spirometria Semplice consiste nella misurazione della quantità d’aria utilizzata dal polmone durante la respirazione naturale e durante la respirazione forzata. I risultati si confrontano con uno standard noto, in fun-

Sanità

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zione di: età, sesso, altezza e peso. La Spirometria Completa prevede la misura della quantità di aria mobilizzata dal paziente durante la respirazione e del volume complessivo di aria che il polmone può contenere, inclusa l’aria residua a seguito di completa espirazione. Tutti i fumatori dovrebbero eseguire un esame spirometrico. Gli esami durano circa 20 minuti, non sono dolorosi e non presentano controindicazioni.

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COLTIVA LA TUA SALUTE Da oltre dieci anni, l’accordo tra Coldiretti-Epaca e C.D.C. permette di far crescere il valore della prevenzione e della sicurezza nella cultura dell’impresa agricola ed unire la tutela dell’imprenditore, dei suoi familiari e degli ospiti della sua azienda con l’idea di una nuova agricoltura multifunzionale territorialmente sostenibile. C.D.C. rappresenta una delle realtà sanitarie più significative e dinamiche del Piemonte, con un’attività diagnostica completa presso sedi dislocate in modo capillare su tutto il territorio regionale: a Torino, Biella, Cuneo, Novara, Vercelli e Verbania. Grazie a tale collaborazione, i soci Coldiretti-Epaca possono accedere privatamente a tutte le prestazioni con tariffario agevolato esibendo la Tessera Associativa Coldiretti/Epaca, oppure tramite il SSN presentando la richiesta del medico curante. Inoltre presso gli uffici provinciali o zonali Coldiretti-Epaca possono prenotare visite mediche specialistiche e prestazioni diagnostiche presso tutti i centri C.D.C. e con assoluto rispetto della privacy, il socio, tramite il PIN ricevuto in accettazione, può richiedere la stampa del proprio referto online. Periodicamente, tramite questa rubrica, vi informeremo su temi di interesse generale legati alla prevenzione ed alla cura di patologie tipiche del mondo agricolo. C.DC.: ASTI, C.so Galileo Ferraris, 4/a - EPACA: ASTI, C.so F. Cavallotti, 41, tel 0141.380.400 - CANELLI, Via Cassinasco, 11/13 - CASTELNUOVO D.B., V.le Europa, 12/B - MONCALVO, P.zza Carlo Alberto, 25 - MONTIGLIO M.TO, Via Padre Carpignano, 3 - NIZZA M.TO, C.so Acqui, 42/44 - S. DAMIANO D’ASTI, Via Roma, 23 - VESIME, P.zza V. Emanuele II, 3 - VILLANOVA D’ASTI, Via O. Blandino, 19

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PUBBLICAZIONE ANNUNCIO ECONOMICO Gli annunci sono riservati agli Associati Coldiretti in regola con il Tesseramento, per i non tesserati è necessario associarsi con tessera da € 15,00. TESTO ANNUNCIO:

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