Il notiziario agricolo n 14 2014

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Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 14 - Anno 2014. Contiene I.P. - In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo

Anno

63° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI

numero

14 ASTI

COLDIRETTI

Speciale Consuntivo dell’Annata Agraria 20a13/14 1 parte

12 dicembre 2014

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Quella “Cosap” non si doveva fare Dopo un anno di contestazioni la Provincia sta facendo giustizia

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provinciale nell’applicazione della Cosap agricola è praticamente nullo, o meglio, deficitario. Il nuovo consiglio provinciale ha dunque deciso di sottoporre ai Sindaci dell’Astigiano e alle organizzazioni agricole la proposta di cancellare il tributo sui passi carrai che conducono ai fondi agricoli, di applicare l’abbattimento del 50% per le case che servono come abitazione degli agricoltori e di evitare costi di istruzione della pratica consentendo l’autocertificazione per dichiarare le misure dei passi. La proposta sarà presentata ai Sindaci in una prossima riunione e successivamente alle organizzazioni agricole e quindi sarà formulata la modifica delle Delibere del Commissario Straordinario della Provincia di Asti n. 3 del 21/03/2013 e n. 19 del 12/06/2013. “Siamo soddisfatti ed esprimeremo il nostro compiacimento al nuovo Consiglio provinciale – sottolinea il direttore provinciale Coldiretti, Anto-

L’applicazione della tassa al settore agricolo si è rivelata un fallimento

nio Ciotta – ma rimarcheremo anche la necessità di capire come sia stato possibile una gabella del genere quando era plateale il dissenso di Coldiretti e di gran parte delle amministrazioni comunali. A questo punto a noi non basta che ci dicano “avevate ragione”. “Coldiretti – rimarca il presidente Cabiale - è da anni sulle barricate per trasmettere un’etica delle responsabilità a tutto il comparto agricolo, ha affrontato battaglie impegnative sulla legalità, sull’etichettatura obbligatoria, sul made in Italy e non ultima sulla rappresentatività. Una rappresentatività che sulla vicenda Cosap è stata messa seriamente in discussione da un ente pubblico. Ora non si faccia finta di nulla e si liquidi il tutto dicendo che l’ex Commissario ha operato e deciso in solitudine. Questo è il classico caso di una burocrazia fine a se stessa, uno dei grandi malesseri dell’Italia”.

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Il presidente e il direttore Coldiretti, Roberto Cabiale e Antonio Ciotta, nell’incontro con oltre 80 Sindaci: era il 15 ottobre dello scorso anno.

Attualità

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’applicazione al settore agricolo della Cosap (il Canone per l’Occupazione di Spazi e Aree Pubbliche) da parte della Provincia di Asti si è rivelata un fallimento. Era il 15 ottobre 2013, quando almeno 80 Sindaci dell’Astigiano si riunirono presso la sede di Coldiretti esprimendo il loro totale dissenso alla nuova tassa. Nell’occasione i primi cittadini decisero anche di approvare in ogni Comune una delibera chiedendo al Commissario straordinario dell’amministrazione provinciale la rivisitazione dell’impianto di istituzione della tassa.“Questo perchè l’applicazione della Cosap alle strade provinciali – spiegò il presidente provinciale Coldiretti, Roberto Cabiale - è risultata a tutti molto macchinosa, difficile da attuare e, soprattutto, iniqua e con scarse garanzie di un effettivo beneficio fra i costi per la riscossione e l’introito garantito. Sarebbe dunque un palliativo destinato a non risolvere i problemi di bilancio dell’Ente provinciale come invece auspicato dal Commissario straordinario”. A distanza di un anno, la Cosap agricola non ha risolto i problemi economici dell’Ente provinciale, si è rivelata praticamente inapplicabile e ha creato non pochi grattacapi alle imprese agricole. Tantè che il Presidente della Provincia di Asti, Fabrizio Brignolo, con la riunione del Consiglio del 4 dicembre scorso ha analizzato la situazione a livello finanziario con il Consigliere provinciale delegato al Bilancio, Luca Quaglia, ed ha valutato come l’incidenza delle entrate effettiva sui passi agricoli abbia registrato un misero 20% degli 860 mila euro previsti dal Commissario straordinario prima del loro insediamento. Praticamente, come sottolineava Coldiretti un anno fa, detratte le spese per l’istruttoria delle pratiche, il bilancio dell’amministrazione

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Rinviato il pagamento dell’IMU agricola Ora Coldiretti chiede nuovi criteri per i terreni

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titudine in su con l’esenzione a tutti coltivatori direttigli agricoltori. Sottolinea il presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo: “È importante confermare la fondamentale scelta di differenziare l’imposta a favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoltori professionali”, dopo le positive dichiarazioni del sottosegretario all’economia Paolo Baretta sul fatto che “il governo sta provvedendo ad una modifica delle modalità relative all’applicazione del decreto legge 66/2014 relative all’Imu agricola, con l’obiettivo di rinviarne il pagamento stabilito per il 16 dicembre 2014, anche al fine di rivedere i criteri

Coldiretti Asti augura a tutti gli associati un sereno Natale e un felice Anno Nuov Nuovo applicativi”. Nei prossimi giorni dovrebbe essere confermato il posticipo dell’Imu agricola al 26 gennaio.

Psr Misura 121 in pagamento altri 5 milioni Liquidazione per 150 imprese su tutti i lavori già collaudati

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’Unione Europea, con una nota del 2 dicembre, ha accettato la richiesta effettuata a fine primavera dagli uffici della Regione Piemonte, a seguito di una delibera firmata dall’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, che prevede la possibilità di trasferire risorse cofinanziate del PSR 2007-2013 dalla misura n. 112 alla n. 121. In questo modo, sarà possibile finanziare, con i 5 milioni di

euro a disposizione, oltre 150 aziende agricole che avevano presentato progetti ammissibili. La misura in questione, infatti, trainante per la programmazione 2007 – 2013, aveva visto l’approvazione di numerose domande attraverso i suoi fondi. Oltre al numero consistente di aziende già liquidate però, ne restavano molte ancora da mettere in pagamento sui lavori già effettuati e collaudati dai vari uffici provinciali.

RIFLESSO - ASTI

Scadenze

l rinvio del versamento dell’Imu agricola, deciso il 4 dicembre scorso dal Governo, è positivo e non poteva essere evitato. D’altra parte la scadenza del 16 dicembre non solo era molto ravvicinata, ma c’era anche la necessità della definizione di un adeguato criterio per la delimitazione dei terreni agricoli interessati. In particolare risultano particolarmente iniqui i parametri per l’applicazione dell’Imu agricola che dividono in tre fasce il territorio: i Comuni sotto i 280 metri di altitudine che non hanno esenzione; quelli fra i 281 e 600 metri con esenzione parziale; i Comuni da 601 metri d’al-

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Votiamo on line per sostenere il Made in Italy Consultazione sull’etichettatura sul sito del Ministero www. politicheagricole.it

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Come votare

Una volta entrati sul sito del Ministero delle Politiche Agricole http://www.politicheagricole.it basta cliccare sotto alla fotografia riportata sopra dove appare la scritta: Etichettatura: partecipate alla consultazione pubblica.

Calendario COLDIRETTI 2015 allegato in omaggio Allegato a questo numero de “Il Notiziario Agricolo” trovate in omaggio il Calendario Coldiretti Asti 2015. Come di consueto si distingue per il formato non troppo ingombrante, pur mantenendo una chiara lettura delle date e dei giorni dell’anno; ogni pagina contiene un mese con i Santi più popolari e conosciuti nell’Astigiano. L’edizione 2015 è dedicata al “Made in Italy”, all’“Italia che Vogliamo”, alla “Filiera Agricola Tutta Italiana”, con l’inserimento di fotografie e slogan del grande progetto Coldiretti. Perno dei progetti Coldiretti le iniziative di Fondazione Campagna Amica, con i Punti Vendita, i Mercati, gli Agriturismi Terranostra, le Botteghe, i Gruppi di Acquisto. Maggio è riservato a “Impresa Verde”, la società di servizi alle persone e alle imprese, che è un po’ la “mamma” del grande progetto Coldiretti, nata dall’iniziativa agricoltura terzo millennio che ha dato maturità e tranquillità gestionale alle imprese agricole anche grazie al CAA e al CAF Coldiretti. Un altro mese è dedicatio

al nuovo corso dell’agricoltura con i servizi delle “AgriTata” e ai più recenti servizi del “Terzo Millenio” di CreditAgri e UeCoop. Tra gli istituti rimasti sempre al passo con i tempi non poteva poi mancare l’Epaca, l’Ente di Patrocinio e Assistenza per i Cittadini e le Imprese. Il mese di dicembre del ricco Calendario Coldiretti riassume il Sistema Coldiretti Asti. L’ultima pagina di copertina riporta un utile rubrica con gli indirizzi ed i recapiti telefonici dei principali uffici della Federazione provinciale. Ma forse la novità più interessante è esposta nelle due controcopertine con il riassunto di tutti gli avvenimenti che hanno caratterizzato l’anno passato, il 2014, ovviamente nell’ottica di “Una filiera agricola tutta italiana”, il progetto che è destinato a cambiare il corso del nostro settore primario. Buon 2015 a tutti.

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ra dell’origine degli alimenti assegnando un ruolo fondamentale alle valutazioni dei consumatori circa l’importanza di queste informazioni e il valore aggiunto attribuito ai prodotti in relazione al territorio di provenienza. Il questionario è rivolto a consumatori, produttori e operatori, si compone di 11 domande ed è di agevole compilazione, con l’indicazione per ogni domanda di un’opzione di risposta tra quelle individuate.

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otare per sostenere l’indicazione di origine negli alimenti e, con essa, il Made in Italy a tavola. È l’invito di Coldiretti in merito alla consultazione pubblica on line per spingere a livello europeo la necessità di rendere le etichette più trasparenti. Per votare basta collegarsi al Ministero delle Politiche Agricole (https://www.politicheagricole.it) che ha aperto sul proprio sito internet un questionario rivolto a tutti gli italiani. Proprio un anno fa Coldiretti ha messo in campo una grande mobilitazione, partita dal Brennero ed estesa poi a tutto il territorio nazionale, a difesa del vero made in italy e del suo valore reputazionale nel mondo, e a sostegno dei consumatori e delle nostre imprese agricole, minacciate dalla concorrenza sleale del cibo di provenienza estera “travestito” di italianità. Una battaglia che trova ora un ulteriore strumento in questa consultazione pubblica per coinvolgere la collettività sul tema della trasparenza delle informazioni sugli alimenti e il ruolo dell’etichettatura per la valorizzazione dell’origine e del patrimonio agroalimentare italiano. I suoi risultati saranno utilizzati come supporto e rafforzamento delle scelte nazionali che l’Italia farà sul tema dell’etichettatura. In particolare la normativa comunitaria offre agli stati membri la possibilità di introdurre disposizioni sull’etichettatu-

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Dal 13 dicembre in vigore le nuove etichette Ue Caratteri più chiari e maggiore attenzione agli allergeni e ai tranelli

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on l’applicazione delle norme europee sulla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori (Reg. UE 1169/2011), il 13 dicembre sono entratate in vigore le nuove etichette per la vendita dei prodotti alimentari. Le etichette “europee” devono avere caratteri più chiari e grandi, riportare più informazioni, dare maggiore evidenza alla presenza di sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze, indicare il tipo di oli e grassi utilizzati, l’evntuale data di congelamento, e possedere tutte le informazioni sullo stato fisico degli ingredienti utilizzati. Ad esempio non è più possibile utilizzare il termine “latte”, se si usa latte in polvere o proteine del latte. Le indicazioni obbligatorie devono essere scritte in etichetta con caratteri più chiari e grandi, con una dimensione minima di almeno 1,2 mm (o 0,9 nel caso di confezioni piccole). La data di scadenza deve essere riportata su ogni singola porzione preconfezionata e non più solo sulla confezione esterna. La nuova etichetta viene in soccorso anche dei circa 2,5 milioni di italiani che soffrono di allergie alimentari imponendo l’obbligo di indicare le sostanze allergizzanti o che procurano intolleranze (come derivati del grano e cereali contenenti glutine, sedano, crostacei, anidride solforosa, latticini contenenti lattosio) con maggiore evidenza rispetto alle altre informazioni, ad esempio sottolineandole o mettendole in grassetto nella lista degli ingredienti. Anche i ristoranti e le attività di somministrazione di alimenti e bevande devono comunicare gli allergeni, tramite adeguati supporti (menù, cartello, lavagna o registro), ben visibili all’avventore.

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Una tutela è garantita anche per i bambini e le donne in gravidanza e in allattamento con la previsione di avvertenze particolari per determinati alimenti contenenti caffeina, per esempio i cosiddetti “energy drinks”. Non è più possibile ingannare il consumatore celando, dietro la definizione generica di “oli vegetali” o “grassi vegetali”, l’utilizzo di olio grassi tropicali a basso costo (come olio di palma, di cocco o di cotone, che hanno un impatto sulla salute) perchè bisogna specificare quale tipo di olio o di grasso è stato utilizzato in etichetta. Inoltre, se gli oli o i grassi utilizzati sono stati idrogenati, sarà obbligatorio indicare «totalmente o parzialmente idrogenato», a seconda dei casi. Devono anche essere indicati con accuratezza i trattamenti subiti dal prodotto o anche dall’ingrediente e non è possibile usare il termine “latte”, se si usa latte in polvere o proteine del latte. In caso di carne e pesce congelato e preparazioni congelate di carne e pesce congelato non lavorato, occorre indicare la data di congelamento mentre nel caso di alimenti che sono stati congelati prima della vendita e sono venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”.Per tutelare il consumatore da indicazioni ingannevoli, quando si sostituisce un ingrediente normalmente utilizzato, in un particolare prodotto, con un altro ingrediente,

come ad esempio i sostituti del formaggio, l’ingrediente succedaneo impiegato va specificato immediatamente accanto al nome del prodotto, utilizzando per la stessa caratteri adeguati (pari almeno al 75% a quelli utilizzati per il nome del prodotto). Tra le informazioni obbligatorie, oltre al nome, deve esserci l’indirizzo del responsabile dell’alimento, ossia l’operatore con il cui nome o con la cui ragione sociale è commercializzato il prodotto. Tale indicazione non va confusa con quelle dello stabilimento di produzione, obbligatoria per la norma nazionale ma che ora diventa facoltativa, apponibile con l’unica accortezza di non ingenerare confusione nel consumatore stesso rispetto all’indicazione obbligatoria del nome e dell’indirizzo del soggetto responsabile dell’etichettatura. Infine, in virtù di una norma collegata, dal prossimo aprile 2015, dovranno essere indicate in etichetta luogo di allevamento e di macellazione di carni suine e ovi-caprine, come avviene da anni per le carni bovine dopo l’emergenza mucca pazza. In un momento difficile per l’economia in Europa e in Italia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza per combattere la concorrenza sleale a danno delle nostre imprese e per garantire la possibilità di fare scelte consapevoli al consumatore” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare “l’esigenza di accelerare il percorso per rendere obbligatoria l’indicazione di origine in tutti i prodotti alimentari”. Il pressing della Coldiretti in Europa ha data buoni risultati ed ora la strada è tracciata a vantaggio del Made in Italy, dell’economia e del lavoro.

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Il contesto generale è comunque positivo

Speciale Consuntivo dell’Annata Agraria 2013/14

Nonostante il maltempo il settore primario è cresciuto

del “Consuntivo” la pubblichiamo in queste pagine e sul pros-

simo numero de “Il Notiziario Agricolo”.

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nche nell’Astigiano il primario è l’unico settore che crea lavoro. Pur diminuendo il numero delle imprese agricole iscritte alla Camera di Commercio, nel 2014 sono aumentati gli occupati in agricoltura, da 10.880 del 2013 a 11.140, ai quali bisogna aggiungere le prestazioni effettuate dalle numerose cooperative di manodopera agricola e le ore di lavoro impiegate con i cosiddetti voucher durante la raccolta. È quanto è emerso, a Palazzo Enofila il 26 novembre scorso, durante la conferenza stampa di presentazione del Consuntivo dell’Annata Agraria 2013/2014 organizzato da Coldiretti Asti. Una sintesi

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Settore viticolo

Speciale Consuntivo dell’Annata Agraria 2013/14

Si è temuto il peggio, ma la qualità è emersa

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’annata viticola 2014 è stata estremamente complicata, a partire dalla primavera e fino alla vendemmia. L’inverno mite ha portato ad una ripresa vegetativa molto anticipata, circa 20 giorni sull’annata media, anticipo che poi si è perso per il successivo andamento climatico fresco e molto umido della primavera–estate, tanto da arrivare ad una vendemmia in linea con l’annata precedente. Nel 2011 il viticoltore ha dovuto affrontare molteplici problemi creati sia dagli insetti che dalle crittogame, come mai negli ultimi anni. Già all’inizio dell’annata le nottue hanno fatto la loro comparsa soprattutto nelle zone del Canellese e della Valle Bormida procurando in alcuni casi ingenti danni. Il mese di maggio è stato poco soleggiato e con frequenti perturbazioni che hanno portato gli agricoltori ad effettuare dei puntuali e necessari interventi contro peronospora e oidio; il clima tra l’altro ha creato dei problemi alla fioritura della vite, specialmente nelle zone molto anticipate, con cascola e acinellatura. Il mese di giugno è continuato sulla falsa riga del mese di maggio, fresco, umido e piovoso, con relativi problemi di difesa della vite e per quanto riguarda gli insetti è comparsa una forte e prolungata prima generazione di tignoletta tanto da arrivare a danneggiare i piccoli acini, soprattutto nelle zone di a sud del Tanaro fino alla valle Belbo. A luglio si sperava in una svolta climatica, che non è arrivata, e le uniche trequattro giornate luminose, soleggiate e calde, a cavallo della terza settimana, hanno avuto il solo effetto di provocare ustioni ai grappoli scoperti apportando danni in alcuni casi anche veramente considerevoli.

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La seconda generazione della tignoletta è stata anch’essa lunga e abbondante, nelle zone predette, e bisogna anche segnalare il fatto che i trattamenti effettuati non hanno avuto l’effetto desiderato anche perché dilavati dalle frequenti piogge. La situazione non è cambiata molto in agosto, tanto da far temere per la maturazione delle uve, anche perché nonostante i ripetuti trattamenti fitosanitari tanti cordoni o le nuove foglie apicali risultavano compromesse dalla peronospora. Inoltre si è presentata un’abbondante terza generazione di tignoletta, verso la terza decade di agosto, pericolosissima per i vitigni rossi tardivi. Alla fine di agosto a ridosso dell’inizio della vendemmia tutto il mondo agricolo era estremamente preoccupato per l’imminente vendemmia, soprattutto per la sanità e qualità delle uve. A sostenere tale preoccupazione bisogna ricordare il fatto che, a parte il mese di maggio piuttosto ordinario, i mesi di giugno, luglio e agosto hanno fatto registrare ben 25 giorni di pioggia e una somma di circa 200 mm complessivi in media, con una radiazione solare sulla nostra provincia molto bassa ed inferiore ad un’altra annata particolarmente difficile quale il 2002. Nonostante tutto, complessivamente la qualità dell’uva ottenuta è stata soddisfacente, con punte di eccellenza in alcuni areali e situazioni. Ovviamente l’attenzione ai trattamenti, agli interventi sul verde, al diradamento delle

uve e la loro cernita finale, ha dato i suoi frutti permettendo di ottenere uve qualitativamente apprezzabili, a discapito della quantità che è stata bassa in generale, sotto il massimale delle DOC/DOCG. La qualità si è abbassata molto nei vigneti freschi, di fondo valle e interessati da attacchi di tignoletta prima e dall’instaurarsi in seguito della drosofila, dando origine al marciume acido che ha compromesso gravemente le uve. In ultimo, ma non di secondaria importanza, vi è da segnalare in questa particolare annata l’aumento della presenza delle malattie del legno ed in particolar modo della morte delle piante dovuta ad apoplessia e la costante presenza della flavescenza dorata, nonostante il continuo lavoro effettuato. Tutto ciò necessita una riflessione ed un piano di intervento sicuramente più organico ed esteso sia per territorio che sulla ricerca. L’andamento di quest’annata infine dimostra che non rimane spazio all’improvvisazione e che la coltivazione della vite richiede il massimo di attenzione, professionalità e aggiornamento.

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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er quanto riguarda la campagna vendemmiale 2014 il laboratorio del Centro Studi Vini del Piemonte ha operato con tempestività per i controlli della maturazione (curve di maturazione) al fine di monitorare l’andamento dei dati analitici delle uve e metterli a disposizione dei viticoltori-vinificatori per la programmazione della vendemmia. Ad agosto sono iniziati i primi campionamenti sui vitigni ad epoca di maturazione precoce (chardonnay, pinot, sauvignon blanc) per proseguire con quelli a maturazione medio precoce (moscato, brachetto), con quelli ad epoca media (dolcetto, arneis, ruché, malvasia e cortese), con quelli medio-tardivi (grignolino, freisa, bonarda e soprattutto barbera); infine, con gli ultimi campionamenti effettuati sui vitigni a maturazione tardiva (cabernet e nebbiolo). Sono stati rilevati i principali parametri della maturazione quali il grado Babo, gli zuccheri riduttori, il grado alcolico potenziale, l’acidità totale, il pH, l’acido malico, l’acido tartarico, lo stato sanitario riguardante gli eventuali attacchi botritici e da marciume acido. I dati a disposizione permettono di fare importanti valutazioni relative all’annata in corso, per stabilire l’epoca di vendemmia in funzione delle condizioni meteorologiche del periodo e di confrontare la banca dati in nostro possesso con le analisi degli anni precedenti. Il lavoro è stato finalizzato in particolare a dare continuità al progetto di valorizzazione della barbera, per la produzione di vini di fascia alta e medio alta e per restituire valore economico

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a questo vitigno che occupa una posizione centrale nell’economia complessiva del territorio astigiano e piemontese. Non v’è dubbio che si tratta di un’annata molto particolare, difficile non solo dal punto di vista strettamente viticolo ma anche sotto il profilo enologico, definibile in gergo tecnico come annata da malico; tale acido nell’uva diminuisce costantemente nelle annate normali in quanto la migrazione all’acino non compensa la combustione respiratoria; viene bruciato durante la maturazione per far fronte ai bisogni energetici della pianta, consentendo l’accumulo degli zuccheri e si forma anche dalla combustione stessa degli zuccheri. Se invece le temperature sono basse la degradazione è molto più lenta. Per questo le concentrazioni di acido malico sono risultate molto più elevate rispetto ad una annata normale. Si registrano tutt’ora nei vini valori anomali dell’acidità totale che comportano un supplemento di attenzione da parte dell’enologo nella stabilizzazione e affinamento, per una gestione adeguata e corretta del quadro acido, soprattutto in relazione alla fermentazione malolattica. Sull’uva e nei mosti sono stati registrati valori medi di azoto prontamente assimilabile e si è assistito a fermentazioni più rapide che sono terminate senza particolari problemi, per effetto delle concentrazioni osmotiche del mosto mediamente inferiori rispetto agli ultimi anni. Sulle prime partite si notano avvii di malolattica regolari, legati alle elevate concentrazioni di malico e ai pH decisamente adatti allo sviluppo dei batteri lattici. Se stiamo

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Un’annata molto particolare e difficile

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parlando di barbera di fascia alta e di elevata qualità, vale a dire una produzione ottenuta attraverso una tecnica viticola ineccepibile, protocolli esigenti, con interventi agronomici e sulla vegetazione rivolti ad ottenere elevati standard qualitativi, non solo a riguardo della produzione a ettaro, ma anche e soprattutto per la ricerca della massima espressione in aromi varietali e della tipicità (aspetti che dipendono anche molto da una corretta tecnica enologica), possiamo dire che l’annata in corso non si discosta dalle annate migliori; difatti la ricerca della qualità in vigneto e in cantina permettono di ottenere standard qualitativi pressoché costanti, prescindendo dalle influenze negative dettate dalle condizioni climatiche. In particolare, nelle annate climatiche più difficili, si fa sentire molto lo “scollamento” tra produzioni di questo tipo e vini di minor pregio, ottenuti senza particolari attenzioni sia in vigneto che in cantina.

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Settore enologico

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Flavescenza dorata della vite: tante criticità

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• LA FD È UN FURTO: un furto di VALORE (economico, sociale, paesaggistico,…), un furto di IDENTITÀ (perché deprime una produzione fortemente legata e caratterizzante del territorio) e, di conseguenza, è un furto di FUTURO all’agricoltura e più in generale al territorio (perché in molte aree se togli la viticoltura restano gli incolti o comunque colture marginali...e questa provincia non è nuova a tali fenomeni). • LOTTA OBBLIGATORIA, A MACCHIA DI LEOPARDO: “…le strategie di lotta obbligatoria si basano sulle EVIDENZE SCIENTIFICHE e sulle ESPERIENZE POSITIVE maturate in diversi areali dove la malattia viene contenuta … purtroppo si è verificata un’applicazione delle regole a macchia di leopardo che ha alimentato dubbi sull’efficacia delle strategie di lotta anche in chi le segue scrupolosamente.” Anche su questo territorio, anche tra i principali Soggetti scientifici e di rappresentanza, anche all’interno degli stessi Soggetti, abbiamo spesso assistito a divergenze rispetto alle regole di lotta, con la conseguenza di quell’applicazione parziale e difforme degli interventi messi in atto (“tu tratti, io non tratto, tu estirpi, io capitozzo, io non faccio nulla, ecc… ), nel frattempo la malattia e il suo insetto vettore sono avanzati inesorabilmente con danni disastrosi al patrimonio viticolo. • LOTTA OBBLIGATORIA, ESTIRPO DELLE PIANTE SINTOMATICHE: la FD fin dai primi anni ci ha mostrato, anche per il nostro territorio, che è più facile arrivare ad una convivenza nelle aree a viticoltura specializzata. Non altrettanto si può dire, invece, nelle aree a viticoltura marginale o in fase di abbandono, comunque meno professionali ed omogenee. I capisaldi nella lotta sono l’eliminazione della vite selvatica, i corretti e puntuali trattamenti insetticidi, l’eliminazione delle viti malate; a quest’ultimo riguardo, l’obbligo andrebbe sancito (senza eccezioni) nella

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normativa regionale, indipendentemente dalla classificazione delle zone come FOCOLAIO, INSEDIAMENTO, INDENNI A RISCHIO…. Quindi, l’obbligo di estirpo di piante sintomatiche dovrebbe essere chiaro ed esteso a tutto il territorio come attualmente sancito per le zone focolaio. • INFORMAZIONE TEMPESTIVA SULLE INDICAZIONI DI LOTTA: ogni agricoltore deve poter disporre tempestivamente delle indicazioni degli interventi, non occorre lasciare al caso, alla buona volontà del singolo. Occorre convergere per riuscire a informare con tempestività tutti i conduttori di vigneto: esperienze illuminanti sono avvenute in certi progetti comunali, con l’invio di lettere a domicilio. • INCOLTI E REGOLAMENTI DI POLIZIA RURALE: un’altra criticità è l’abbandono delle superfici vitate, con creazione di ricacci di vite selvatica non eliminati e “grave serbatoio di rischi” per i vigneti limitrofi. Basti pensare che è stato dimostrato che lo Scafoideo si sposta da tali aree rifugio ai vigneti coltivati superando anche distanze di 500 metri. Purtroppo le ottime linee guida stabilite un anno fa dalla Regione sono state messe a disposizione delle Amministrazioni Comunali, senza obbligo di recepimento nei propri regolamenti; a nostro avviso è stata un’occasione mancata perchè, in tema di Lotta Obbligatoria, doveva/deve essere obbligatorio anche per le pubbliche amministrazioni recepire le indicazioni. • VIVAISMO: attualmente vengono effettuati dal SFR i controlli di tutti i campi madre portainnesto, campi madre marze e barbatellai, quindi dovremmo avere la sanità del materiale … ma così non è, non è sufficiente. Esistono possibilità di miglioramento, ne citiamo alcune: - COLTIVAZIONE DELLE FONTI DI MATERIALE DI MOLTIPLICAZIONE C/O UN UNICO IMPIANTO PROTETTO SOTTO RETE: in questa ipotesi tutto il materia-

Speciale Consuntivo dell’Annata Agraria 2013/14 le di moltiplicazione verrebbe prodotto e distribuito da un unico impianto protetto sotto rete antinsetto; tutti i vivasiti dovrebbero approvvigionarsi del materiale c/o tale centro per poi effettuare l’innesto e la coltivazione in barbatellaio. L’evoluzione dovrebbe poi essere che anche la fase di barbatellaio si svolga sotto rete altrimenti non avremo ancora certezza di sanità. - TERMOTRATTARE (es. 50°C x 45’) LE BARBATELLE IN PRE-TRAPIANTO: tale ipotesi significherebbe valorizzare gli impianti di termoterapia già esistenti presso alcuni vivaisti, oltre a nuovi impianti che andrebbero attivati per riuscire a trattare tutte le barbatelle prodotte in Piemonte. In ogni caso, per avere certezze sul risanamento termoterapico, ogni impianto andrebbe tarato e presidiato; inoltre, il materiale così ottenuto andrebbe reso tracciabile fino alla messa a dimora in vigneto. In entrambe le ipotesi l’attenzione sarebbe rivolta al solo materiale vivaistico piemontese (circa il 65% del totale commercializzato/utilizzato in Regione) e si pone il problema di come tenere sotto controllo il materiale di provenienza extra-regionale. • SANZIONI (penali, pecuniarie, blocco fascicolo): in questi anni abbiamo speso molte richieste e pressioni, affinché si arrivasse ad un sistema sanzionatorio più agile ed efficace rispetto alle sanzioni di carattere penale, inizialmente previste e di fatto inapplicate. Oggi un regime sanzionatorio più efficace esiste ma resta ancora poco applicato; la gravità della situazione è tale da richiedere un immediato potenziamento delle attività di controllo e un’accelerazione nei tempi di svolgimento delle procedure di irrogazione…. Altrimenti – in gergo automobilistico - è come aver stabilito dei limiti di velocità e non controllarne il rispetto.

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Settore seminativi

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Una stagione condizionata dalle continue piogge

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Prezzi frumento 2014

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FRUMENTO E ORZO La semina è stata effettuata in condizioni climatiche e agronomiche normali, con una buona emergenza della coltura. Dopo l’inverno mite con scarse precipitazioni nevose si è effettuata la prima concimazione azotata nel mese di marzo. Dai sopralluoghi effettuati in quel periodo, mediamente, si è rilevato un ottima presenza di piante/mq e una buona sanità delle medesime. Si segnala che le abbondanti piogge dal mese di aprile in avanti hanno condizionato il ciclo vegetativo e la seconda fertilizzazione come anche i trattamenti fungicidi/insetticidi. Le piogge abbondanti e continue hanno condizionato anche la raccolta a tal punto che in alcuni casi si è danneggiata la qualità della granella (P/L, W). Per quanto concerne le produzioni sono state nella media per Frumento tenero e Orzo, assestandosi entrambe sui 55 q/Ha. Si vuole evidenziare anche in questa campagna agraria che chi ha effettuato i due trattamenti fungicidi, uno ad Aprile contro le septoriosi e l’altro in fase di fioritura contro le fusariosi, ed è riuscito a frazionare la fertilizzazione azotata, ha ottenuto un buon risultato, a livello qualitativo, di sanità di granella e paglia ed è riuscito a trebbiare tempestivamente. Per quanto riguarda il prezzo indicativo di commercializzazione (Euro/tonnellata) registriamo quanto segue: • In trebbiatura Frumento tenero comune € 150,00 Frumento tenero panificabile e panif. Superiore € 170,00 Frumento di forza € 210,00 Orzo € 160,00

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• Ai primi di Novembre Frumento tenero comune € 160,00 Frumento tenero panificabile e panif. Superiore € 180,00 Frumento di forza € 230,00 Orzo € 170,00 PROGETTO DI FILIERA In questo quadro, con la campagna 2013-2014, ha preso avvio anche nell’astigiano il progetto ColdirettiConsorzio Agrario Nord Ovest per

una filiera GRANO DI QUALITÀ che a livello regionale vede coinvolte 300 imprese agricole che producono 400.000 quintali di grano destinato a mulini e aziende di estrazione dell’amido e del glutine. Al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi di qualità, la Coldiretti ha supportato il progetto con la sua capillare rete di assistenza tecnica. Sicuramente occorre perseguire

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

Misura 111-1B

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

anche per la campagna granaria 2014-2015 per la quale le nuove proposte di contratto comprendono varietà di grano panificabile, di grano biscottiero e di orzo, soluzioni interessanti per le diverse situazioni di fertilità e di tecnica agronomica messa in atto. SEMINATIVI A CICLO PRIMAVERILE ESTIVO La campagna 2014 è stata condizionata nuovamente da un andamento climatico particolare; abbondanti e continue piogge nel periodo primaverile/estivo, facendo posticipare le semine in alcuni casi nel mese di giugno. MAIS Le superfici investite a Mais sono rimaste invariate rispetto all’annata agraria precedente. L’andamento climatico avverso nei mesi di Aprile e Maggio, con piogge persistenti, ha condizionato le semine, posticipandole spesso fino al mese di Giugno. Le piogge nel periodo estivo hanno accompagnato la coltura nelle sue fasi fenologiche (dalle 4 foglie/post fioritura) senza stress idrici, ottenendo ottime produzioni e qualità della granella nella provincia di Asti. A fronte di produzioni fuori dalle medie (110 ql/ha) il prezzo del Mais nella prima fase

di raccolta si è aggirato intorno ai 90,00 Euro/Tonnellata (base 25% di umidità). GIRASOLE Le superfici investite a girasole sono rimaste invariate rispetto all’annata agraria precedente. Non si sono rilevati problemi particolari nella coltivazione e/o problemi di malattie ma solo ritardi nella semina (per le piogge abbondanti primaverili) e, in autunno, qualche ritardo di maturazione. Le rese rilevate sono state mediamente di 18 q/Ha. Il prezzo di mercato si aggira intorno ai 280 Euro/Tonnellata. SOIA Le superfici investite a soia sono rimaste invariate. L’andamento climatico piovoso del periodo già sopra menzionato ha posticipato anche in questo caso le semine, di conseguenza posticipando la raccolta a fine Ottobre. Il buon andamento climatico nei mesi di settembre e ottobre ha permesso di svolgere la trebbiature nelle migliori condizioni e con produzioni discrete. Le produzioni si sono aggirate mediamente intorno ai 28 q/Ha. Il prezzo di mercato si aggira intorno ai 295 €/Tonnellata.

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questo passaggio, dalla logica delle “commodities” a quella delle produzioni speciali “specialities”, per consente alle imprese di ricavare valore aggiunto dalla coltivazione del grano, cereale che negli ultimi vent’anni ha vissuto una fase di forte recessione. Nell’astigiano il progetto si è sviluppato attorno alla varietà Graindor con la quale sono stati raggiunti ottimi risultati in termini quantitativi e qualitativi, portando alla trebbiatura e alla formazione di una partita unica di grano di categoria panificabile. Il prezzo riconosciuto è stato di 20 €/q+IVA, quotazione decisamente superiore alle medie di mercato del panificabile, premiando gli sforzi fatti dai produttori per ottenere un buon prodotto finale e nonostante le condizioni climatiche sfavorevoli. Dal punto di vista colturale, tra i principali impegni a cui si sono sottoposti i cerealicoltori va ricordata la difesa fitosanitaria, quando necessaria, e il frazionamento della concimazione azotata in copertura, fattore fondamentale per esprimere le potenzialità della varietà e tendere agli obiettivi di qualità tecnologica prefissati. La soddisfazione per i buoni risultati raggiunti dal progetto, incoraggia Coldiretti e CAP Nord-Ovest a proseguire l’intesa

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Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 - Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Periodico ufficiale Coldiretti - Anno 63° numero 14- 12 dicembre 2014* Realizzazione grafica e stampa Riflesso – S.r.l. F.lli Scaravaglio & C. Reg. Trib. di Asti n.44 del 10-8-2011 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.590425 Abbonamento annuale: Euro 20,00 *Data di chiusura del giornale Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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