Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 5 Anno 2017 - In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo
Anno
66° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI
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ASTI
COLDIRETTI
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maggio 2017
Furti trattori: Coldiretti ha incontrato il Prefetto Esaminata la situazione dei preoccupanti episodi accaduti in provincia di Asti
le aziende agricole si sono viste sottrarre scorte, carburante, Continua a pagina 5
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la problematica della recrudescenza dei furti nelle zone rurali, verificatasi fra la fine del 2016 e i primi mesi del 2017. Fra questi,
Emergenza sicurezza
“
Fino ad oggi i furti di trattori erano un fenomeno inusuale, così come le dinamiche di realizzazione dei colpi sono del tutto atipiche. Per questi motivi c’è preoccupazione fra gli imprenditori agricoli dell’Astigiano. Occorre fare prevenzione e modificare in parte le abitudini”. Riassume così il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale, l’incontro avvenuto il 3 maggio scorso, con i vertici della Prefettura di Asti. Il Prefetto, dr. Paolo Formicola, con il Capo di Gabinetto, Vice Prefetto Dr. Diego Dalla Verde, hanno accolto la richiesta di Coldiretti, allargando la riunione anche alle altre organizzazioni agricole, per affrontare
Attenzione alle truffe, sia a casa che per strada Decalogo con i “Consigli utili” diramati da Prefettura e Forze dell’Ordine
C Emergenza sicurezza
ome convenuto nel corso dell’incontro con il Prefetto di Asti, pubblichiamo di seguito e a favore di tutti gli associati a Coldiretti Asti e quindi di tutti i lettori de “Il Notiziario Agricolo”, il seguente decalogo di “Consigli utili” che la stessa Prefettura ha predisposto insieme alle Forze dell’Ordine, per il problema delle truffe agli anziani.
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Sei di fronte ad un potenziale truffatore se ti avvicina per strada o bussa alla tua porta una persona che riunisce tutte le seguenti caratteristiche:
• è uno sconosciuto, non l’hai mai visto prima, proverà a farti credere che ti conosce e che sei tu a non ricordarti di lui/lei; • ha modi gentili/decisi e molto convincenti, parla bene, è rassicurante; • se è una bella donna e tu sei un uomo, proverà a sfruttare la sua avvenenza per circuirti; • veste bene o indossa un’uniforme da lavoro (da appartenente alle Forze di Polizia, da operaio, postino etc.); • ti racconterà una storia che ti metterà in stato di agitazione: mancati pagamenti, fughe di gas, ladri in
azione nella zona, acqua corrente inquinata, incidenti a familiari, etc. • per risolvere il problema segnalato, e quindi per tranquillizzarti, ti chiederà sempre di prendere/consegnare/spostare/esibire soldi, gioielli, preziosi COSA FARE QUANDO SUONANO ALLA PORTA DI CASA • non fare assolutamente entrare sconosciuti in casa. Utilizza lo spioncino o accosta con la catenella inserita alla porta per osservare senza aprire; • rimani lucido e concentrato. Senza
Visetti presenta la tessera sconti
Con “Benessere Card” le migliori convenzioni nel settore benessere e salute
C
on il prossimo numero di questa rivista i lettori troveranno, in allegato, una brochure con una tessera molto particolare, da staccare e conservare. Si tratta della “BENESSERE CARD”, proposta da molti dei più importanti esercizi commerciali che ad Asti operano nel settore del benessere e della salute e che offriranno sconti promozionali su ampia gamma di prodotti e prestazioni. L’iniziativa è nata da un’idea dell’ORTOPEDIA VISETTI, azienda fondata nel 1915 che si trova in C.so Alfieri 187 ad ASTI. Approfittatene, ritagliando la tessera e presentandovi presso gli esercizi che troverete elencati, con le varie promozioni, sulla brochure.
Periodico Ufficiale di Coldiretti Asti Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 - Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Anno 66° numero 5 - Maggio 2017 Stampa Artigrafiche M.A.R. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949
Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl Tel. 0141.380.400 Tel. 335.471017 Abbonamento annuale: Euro 20,00 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
Quindi: • non girare con grosse somme di denaro contante e tieni la tessera bancomat lontana dal suo codice PIN (meglio memorizzarlo); • rimani lucido, concentrato e non avere paura. Il truffatore non è violento, gioca solo d’astuzia, usala anche tu! • evita il contatto fisico con sconosciuti: strette di mano, abbracci, etc.. Tieni una distanza di sicurezza per poter osservare i movimenti delle sue mani; • ricordati che le domande infastidiscono il truffatore. Interrompilo e fagli quante più domande possibili, fagli capire che la sua storia non ti ha convinto; • diffida di passanti che si uniscono “casualmente” alla conversazione e danno ragione al tuo interlocutore; potrebbero essere complici; • se possibile, fai avvicinare e coinvolgi tu qualcuno che conosci, oppure chiama o fai chiamare il 112, il 113 o il 117.
prodotti vari e, soprattutto, nel mese scorso, anche una dozzina di mezzi di lavoro agricoli. In alcuni casi attrezzature, in altri motocoltivatori e in almeno in sei circostanze sono stati rubati trattori di dimensioni medio-grandi, provocando un danno molto rilevante agli imprenditori agricoli. “C’è disorientamento fra gli imprenditori agricoli, preoccupati, soprattutto, per le modalità di realizzazione dei furti – ha evidenziato il direttore di Coldiretti Asti, Antonio Ciotta -, avvenuti anche direttamente sul campo coltivato, mentre il proprietario del mezzo era a pochi metri di distanza”. “Per attività a basso valore aggiunto, come quella agricola – ha evidenziato Cabiale - la sottrazione di un trattore, del valore di alcune decine di migliaia di euro, rappresenta un danno molto consistente e, talvolta, si traduce anche nell’impossibilità di rimpiazzare il mezzo e quindi di continuare a lavorare come prima. Infatti, ammesso di aver stipulato una copertura assicurativa, il rimborso di un mezzo sottratto, quindi usato, visti i prezzi dei trattori nuovi, andrà a coprire solamente una piccolissima parte dell’esborso necessario per il rimpiazzo”. Di qui le notevoli difficoltà di chi si è visto portare via il trattore e le forti preoccupazione di tutti gli altri agricoltori. L’attività investigativa, coordinata dal Comando provinciale dei Carabinieri, ha fin da subito intensificato i controlli e sensibiliz-
Il Prefetto Dott. Paolo Formicola
zato azioni per prevenire questi crimini. Nel corso dell’incontro i vertici della prefettura hanno sottolineato quest’aspetto. Il caso è già stato trattato nel Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica, ha evidenziato il Prefetto di Asti, e sicuramente sarà uno degli argomenti per il comitato per il “Patto per l’Astigiano Sicuro” che prevede uno specifico protocollo per il controllo di vicinato. Occorre quindi prestare maggiore attenzione, soprattutto per i trattori di grandi dimensioni: “Nessuno avrebbe potuto immaginare – ha rimarcato Ciotta – ladri così spudorati da prelevare mezzi di queste dimensioni, tant’è che molti trattori non hanno neppure un sistema di accensione a prova di furto”. Le indagini non tralasciano nessuna ipotesi, potrebbe trattarsi di furti su commissione, magari per poi rivendere i pezzi di ricambio, così come potrebbe esserci un traffico con paesi stranieri.
Emergenza sicurezza
PER STRADA Un truffatore potrebbe avvicinarti anche per strada e convincerti che hai la soluzione per risolvere un grave problema che in qualche modo ti riguarda. Questa soluzione ha un nome: SOLDI, i tuoi.
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farli entrare in casa fai molte domande specifiche: che lavoro svolgete? Mostratemi i tesserini. Quale ufficio vi ha incaricato di venire e dove si trova? Con che mezzo siete venuti e dove lo avete lasciato? Etc • le domande infastidiscono il truffatore, più gliene farai, più capirà di non essere riuscito a convincerti e quindi sarà spinto ad andarsene; • se non si decide ad allontanarsi da solo, digli che ti sta raggiungendo in casa un parente (marito, figlio, nipote) o che stai chiamando un numero di emergenza 112, 113, 117 per segnalare alle Forze dell’Ordine la situazione e farti confermare che quello che ti sta raccontando è vero.
Voilà la Doc Monferrato Nebbiolo Si punta decisi sull’alta qualità con rese in vigna molto contenute
Valore dell’uva
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on la modifica al disciplinare Monferrato Doc, approvata all’unanimità dal Comitato Vitivinicolo regionale il 17 maggio scorso, anche l’enologia dell’Astigiano, e più in generale tutto il Monferrato, potrà fregiarsi di due tipologie di nebbiolo, vitigno da sempre presente in questo areale: “Monferrato Nebbiolo” e “Monferrato Nebbiolo Superiore”. “Di fatto – rileva il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale – viene regolarizzata una situazione da sempre presente nel Monferrato. Il Nebbiolo è sempre stato coltivato, anche perchè era già un vitigno raccomandato dalla Regione Piemonte, ed è anche da sempre vinificato da numerosissimi vignaioli. Pur avendo quindi tutte le caratteristi per potersi fregiare di una Doc, fin’ora non era possibile farlo. E’ così che l’inserimento del nebbiolo nella Doc Monferrato, ora colmerà questa lacuna. Per i viticoltori è sicuramente un’opportunità in più per dare reddito alle aziende, per il territorio è la possibilità di aggiungere e sviluppare un nuovo brand”. Da notare come la zona di produzione dei vini a denominazione di origine “Monferrato”, così come definita dal rinnovato disciplinare, non sia cambiata e ricomprenda sempre i 118 comuni della provincia di Asti e 113 di quella di Alessandria.
Roberto Cabiale, presidente Coldiretti Asti
Antonio Ciotta, direttore Coldiretti Asti
LE CARATTERISTICHE AL CONSUMO Colore: rosso rubino tendente al granato Profumo: fruttato e caratteristico Sapore: sec co, vellutato, armonico Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 12,00% Vol.; con la menzione Superiore 12,50% Vol. Acidità totale minima: 4,5 g/l Estratto non riduttore minimo: 21,0 g/l; con la menzione Superiore: 22 g/l
Nell’ambito della denominazione, permane invariata anche l’area di produzione definita con la menzione geografica “Casalese”, che è più ristretta e comprende
39 comuni dell’Alessandrino. “La principale novità – rileva Paolo Anziano, responsabile settore vitivinicolo di Coldiretti Asti - consiste nell’inserimento di una
IL DISCIPLINARE Resa
90 q.li per ettaro
Resa
80 q.li ettaro per ettaro
Gradazione delle uve
minino 11.50% Vol. 70% quindi 6300 litri ettaro
Gradazione delle uve
minimo 12 % Vol. 70% quindi 5600 litri ettaro
Resa uva/vino
Affinamento
Il nuovo disciplinare prevede due tipologie, una con 12 mesi di affinamento e una Monferrato Nebbiolo Superiore di 18 mesi di cui 6 in botti di legno
Monferrato Nebbiolo Superiore
Resa uva/vino
12 mesi dal 1 novemAffinamento bre della vendemmia
e dei Vini del Monferrato – spiega Antonio Ciotta, direttore Coldiretti Asti - è di tutelare, valorizzare e meglio contestualizzare i vini a base Nebbiolo che originano nell’area di produzione definita dal disciplinare Monferrato D.O.C., consentendo di indicare ed evidenziare il nome del vitigno in etichetta, nella designazione e presentazione di questi vini”. “Il Nebbiolo – sottolinea Anziano - è un vitigno a bacca nera autoctono ampiamente diffuso e
18 mesi dal 1 novembre della vendemmia con almeno 6 mesi in legno
coltivato nella regione Piemonte, nell’areale astigiano-alessandrino è storicamente presente e coltivato, e da alcuni lustri è entrato, tra l’altro, a far parte di alcuni vini a denominazione di origine quali l’Albugnano d.o.c., il Terre Alfieri d.o.c. Nebbiolo, il Colli Tortonesi d.o.c. rosso, il Piemonte d.o.c. rosso, divenendo un importante costituente, spesso vinificato in purezza, della tipologia preesistente Monferrato d.o.c. Rosso”.
Contributi per i vigneti
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Valore dell’uva
Monferrato Nebbiolo
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Pierpaolo Anziano, responsabile settore vitivinicolo Coldiretti Asti
nuova tipologia con indicazione di vitigno: il “Monferrato” Nebbiolo, con l’introduzione in esclusiva della menzione ‘Superiore’, secondo i riferimenti normativi della Legge n.238/16 (Testo Unico). Tra questi anche un periodo di affinamento minimo di 12 mesi, che si protrae a 18 mesi, di cui 6 in botti di legno, per i vini riportanti la menzione Superiore”. “L’intenzione di chi ha redatto il nuovo disciplinare sotto l’attenta regia del Consorzio della Barbera
na delibera della giunta regionale del Piemonte ha reso pubbliche le ripartizioni dei fondi assegnati dall’Ocm Vino 2017/2018. In totale saranno via via resi disponibili oltre 19,5 milioni di euro, di cui 600 mila per gli investimenti, 8 milioni e mezzo per la ristrutturazione e la conversione dei vigneti e quasi 10 milioni e mezzo per la promozione all’estero. Per ora, ed entro il 30 giugno, si possono presentare le domande per accedere agli aiuti per la ristrutturazione e la conversione dei vigneti. Le domande per beneficiare degli aiuti devono essere presentate avvalendosi del Sistema informativo Agricolo Nazionale (SIAN) e secondo le modalità operative ed i termini stabiliti dall’Organismo Pagatore
AGEA. Per accedervi occorre tener conto dei seguenti criteri di ammissibilità: a) la descrizione dettagliata delle azioni proposte e la tempistica per la loro realizzazione; b) le azioni da realizzare in ogni esercizio finanziario (cronoprogramma) e la superficie interessata da ciascuna operazione. Il criterio di ammissibilità contrassegnato dalla lettera b), è commisurato alla pianificazione dell’utilizzo delle risorse finanziarie regionali. Il beneficiario è tenuto a presentare una domanda di pagamento secondo il cronoprogramma previsto nella domanda iniziale. Le domande possono essere compilata con gli uffici di Coldiretti Asti, per informazioni contattare il numero 0141.380.400.
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Ristrutturazioni e conversioni entro il 30/6
Cresce ancora la “VignetoMania” Quest’anno si soddisferanno il 68% delle richieste dei viticoltori piemontesi
Attualità
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a viticoltura piemontese sta percorrendo un’espansione sostenibile. Possiamo riassumere così l’esito delle richieste di autorizzazione ai nuovi impianti, emersa dalla divulgazione della tabella riassuntiva con le richieste avanzate da tutte le regioni d’Italia. In linea generale, dopo l’eclatante esito del primo anno di applicazione della riforma comunitaria sulla gestione degli impianti vitati, il trand nazionale di richieste continua a crescere ulteriormente. Se l’anno passato le domande presentate erano state oltre 12.000, quest’anno si superano le 19 mila per un totale di 164.895 ettari, quasi tre volte di più del 2016. Praticamente siamo andati oltre 25 volte la disponibilità, contenuta all’1% del totale della superficie attualmente presente in Italia, cioè a 6.458 ettari. Il nostro Piemonte è andato oltre le disponibilità del 28%, quindi saranno soddisfatte il 68,8% delle richieste. Una voglia di crescita del vigneto Piemonte che può considerarsi moderata, rispetto ad altre regione dove è in atto una sorta di “vignetomania”. I viticoltori veneti hanno praticamente chiesto di raddoppiare la loro superficie vitata, presentando domande per oltre 90 mila ettari, rispetto a una disponibilità 865 ettari: si vedranno quindi soddisfare l’1% delle richieste. Il piccolo Friuli, proporzionalmente, ha anche chiesto di più e si vedrà bocciare il 99,2% delle richieste. Oltre al Piemonte, solamente Lazio e Trentino non hanno
SUP. DISPONIBILE (da verificare)
DOMANDE RILASCIATE
REGIONE
N.
Ha
Ha
%
PIEMONTE
01
737
678,3717
466,9286
68,8
VALLE D’AOSTA
02
31
13,6103
4,5602
33,5
LOMBARDIA
03
620
2.213,0912
228,4564
10,3
VENETO
04
7.233
90.826,7236
865,9673
1,0
FRIULI VENEZIA GIULIA
05
1.571
29.264,3470
248,6136
0,8
LIGURIA
06
94
95,0607
15,7000
16,5
EMILIA ROMAGNA
07
1.958
8.398,4991
514,5089
6,1
TOSCANA
08
862
3.909,3206
582,2540
14,9
UMBRIA
09
54
116,1922
127,8734
110,1
MARCHE
10
159
348,5626
171,6025
49,2
LAZIO
11
127
238,8675
186,7594
78,2
ABRUZZO
12
706
1.966,8467
316,4800
16,1
MOLISE
13
151
942,2381
53,7838
5,7
CAMPANIA
14
521
856,2611
240,7300
28,1
PUGLIA
15
1.765
14.869,7350
865,4108
5,8
BASILICATA
16
92
364,3439
50,2252
13,8
CALABRIA
17
105
336,0514
106,5623
31,7
SICILIA
18
1.349
8.433,7015
992,2096
11,8
SARDEGNA
19
197
599,1350
262,6947
43,8
P.A. BOLZANO
20
589
235,6594
54,3349
23,1
P.A. TRENTO
21
462
188,6538
102,3444
54,2
19.383
164.895,2724
6.458,0000
3,9
chiesto almeno il doppio della superficie disponibile e solamente l’Umbria non ha superato
la fatidica richiesta dell’1% della propria superficie vitata. Tutte le altre regioni vanno alla grande.
Fu un Moscato d’Asti il primo vino bio d’Italia 25 anni fa, nell’Astigiano venne rilasciata l’autorizzazione n° 1 per la stampa delle etichette
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Valore del vino
Gianfranco Torelli e Roberto Cabiale, vignaioli e rispettivamente vice e presidente Coldiretti Asti
La rassegna Vinissage ha celebrato le “nozze d’argento” dell’avvenimento, in un momento di forte crescita del bio “La rassegna Vinissage – sottolinea Antonio Ferrentino, Presidente nazionale Città del Bio – ha ospitato oltre un centinaio di piccole e medie aziende vitivinicole, per altro in crescita costante insieme alla partecipazione dei consumatori e che è giusto si tenga ad Asti”. “Vinissage – gli fa eco Torelli – per il consumatore è un momento importante per capire, assaggiare e provare il vino bio; per i viticoltori è invece l’occasione per fare un passo ulteriore in avanti, in quanto, purtroppo, negli ultimi 30 anni, l’Italia ha dimezzato la superficie viticola ed occorre guardare al futuro appoggiando le esigenze dei consumatori e dell’ambiente, ossia offrendo qualità, ecocompatibilità e legame col territorio”. Con una media di crescita annuale del 13%, i prodotti biologici fanno segnare un primato invidiato dai mercati, ci sono però ancora troppe problematiche legate alla distrubi-
9 La prima autorizzazione in Italia per il vino biologico: è per il Moscato d’Asti dell’azienda vitivinicola Torelli di Bubbio e risale al 1922
zione. “Il prezzo pagato dal consumatore – rileva Ferrentino - vede un aumento del costo del biologico di 10 volte lungo la catena di distribuzione. Molte volte quindi chi compra e consuma bio paga caro e chi produce non guadagna nulla”. “Speriamo vivamente – conclude Cabiale – che manifestazioni come Vinissage possano affermarsi sempre più e far parte di un progetto rivolto ai mercati e quindi alle attenzioni dei consumatori. Solo così la nostra viticoltura potrà rivelarsi vincente”.
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i è tenuta, ad Asti, il 6 e 7 maggio, la rassegna di degustazioni e vendita di vino biologico “Vinissage”. Per la provincia di Asti, che da sempre ospita la rassegna, questo è un anno importante. Si celebrano infatti le nozze d’argento, i 25 anni dal primo vino biologico italiano immesso sul mercato. Era un Moscato d’Asti e proveniva da Bubbio nella Langa dell’Astigiano, prodotto dai vigneti di Gianfranco Torelli, pioniere del bio e vice presidente di Coldiretti Asti. “Il primo regolamento Comunitario europeo del bio – sottolinea Torelli - è stato il 2092 del 1991 e l’annata vinicola del 1992 è stata dunque la prima a potersi fregiare della dichiarazione in etichetta della dicitura “Vini ottenuti da uve da agricoltura biologica”, quindi il fato ha voluto che il mio Moscato d’Asti Docg annata 1992 fosse il primo vino biologico certificato in Italia. Sono onorato di conservare la prima autorizzazione alla stampa di etichette biologiche rilasciata da Agri.Bio Piemonte che porta il numero “AIB I027 T000001”. “È sicuramente un primato di rilievo e significativo per l’Astigiano – sottolinea Roberto Cabiale, Presidente di Coldiretti Asti – ed è bello che possa essere detenuto dalle uve Moscato d’Asti. Un vitigno che in questo momento subisce il peso di un’immagine legata alla produzione industriale dell’Asti, ma le cui uve, in realtà, sono da sempre prodotte con grande perizia e in quantitativi molto limitati rispetto al rapporto con la superficie. Le uve Moscato d’Asti Docg (e quindi anche i suoi vini) rappresentano l’eccellenza qualitativa ed è pertanto doppiamente significativo che detengano questo primato sul biologico”.
Operativa l’Igp “Vitellone Piemontese” Il via libera definitivo alla nuova denominazione della carne
Attualità
D
a Bruxelles è arrivato il via ufficiale all’Igp “Vitellone Piemontese”. Sono, infatti, trascorsi i 90 giorni dalla pubblicazione della domanda di registrazione sulla Gazzetta Ufficiale UE serie C del 23 dicembre 2016 e l’Unione Europea ha, quindi, adottato il regolamento, registrando la denominazione «Vitelloni Piemontesi della coscia». “Si è concluso un iter burocratico partito nel 2009 e fortemente sostenuto da Coldiretti che ha portato avanti un lavoro di squadra sinergico – spiega
Roberto Cabiale presidente di Coldiretti Asti”. L’Igp interviene per tutelare la qualità di altissimo livello di questa carne, prodotta dagli allevatori anche dell’Astigiano e conosciuta in tutto il mondo. “Ora occorre operare – rileva Antonio Ciotta, direttore Coldiretti Asti – per la fase di applicazione dell’Igp che prevede, sull’etichetta della carne, la denominazione «Vitellone Piemontese della Coscia», il logo della denominazione, la dicitura «Indicazione Geografica Protetta» e il simbolo dell’Unio-
ne europea”. Nel frattempo, il prossimo 8 giugno, Coldiretti ha deciso di presentare ufficialmente a Roma la nuova Igp. Sarà “lanciata” a livello nazionale nel prestigioso Palazzo Rospigliosi, sede nazionale Coldiretti ubicata difronte al Quirinale. Presenzieranno anche numerosi allevatori dell’Astigiano che affronteranno la trasferta con un pullman organizzato da Coldiretti Asti.
Festa dei pensionati
10 Il 7 e il 29 giugno a Monastero Bormida e ad Oropa
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on la bella stagione l’Associazione Pensionati Coldiretti rinsalda il proprio legame con gli associati e celebra due giornate di festa, una a livello provinciale e una a livello regionale. MONASTERO BORMIDA Mercoledì 7 giugno a Monastero Bormida, l’Associazione Pensionati Coldiretti Asti, presieduta da Bruno Porta, organizza la Giornata Provinciale del Pensionato. Il ritrovo è previsto alle ore 10, a
seguire la celebrazione eucaristica e quindi i festeggiamenti e il pranzo sociale all’Agriturismo San Desiderio. Per info e prenotazioni si possono contattare gli uffici di Coldiretti e chiamare l’ufficio della zona Coldiretti di Vesime al numero 0144/859801. OROPA Giovedì 29 giugno a Oropa provincia di Biella, l’Associazione Pensionati Coldiretti Piemonte organizza la Giornata Regionale
del Pensionato. Anche in questo caso il ritrovo è per le ore 10 al Santuario della Madonna Nera, a seguire la Santa Messa, quindi il pranzo e le visite alle cappelle sacre, al museo e al giardino botanico.
Vivaio Roveta Ernesto • Produzione e vendita piantine di nocciolo certificate varietà Tonda Gentile Trilobata a radice nuda e fitocella • Disponibilità di piantine impalcate di 1-2-3 anni • Consegna a domicilio • Possibilità di visita vivaio • Sugli impianti superiori ai 2 Ha analisi terreno gratuita • Assistenza alla progettazione e realizzazione degli impianti • Vendita di piante impollinatrici • Presente al mercoledì presso il mercato di Asti P.zza Campo del Palio
Collabora con l’Istituto Coltivazioni Arboree della Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e con Coldiretti
Reg. Sant’Antonio, 77 - BUBBIO (AT) - Tel. e Fax 0144.8180 - Cell. 349.8678782 • www.vivai-roveta.it • ernesto@vivai-roveta.it
Alluvione: indispensabile ridurre la soglia del 30% Superare lo scoglio del danno sullla PLV per avere i risarcimenti
Calamità
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Supplemento gasolio per i lavori di ripristino
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a Regione Piemonte ha autorizzato un’assegnazione supplementare di carburante agevolato per le aziende agricole colpite dall’alluvione del novembre scorso. Il supplemento dovrà essere utilizzato per l’esecuzione delle lavorazioni straordinarie nelle aree interessate dalla calamità atmosferica. Per ottenere il carburante, gli interessati dovranno presentare domanda
entro il 30 giugno, corredandola di un’autocertificazione riportante i fogli di mappa interessati dall’evento e di tutte le lavorazioni straordinarie effettuate in autonomia (come ad esempio scasso, dissodamento, livellamento ecc.) eseguite per ripristinare i terreni interessati dall’alluvione. Per presentare domanda o per ulteriori informazioni contattare gli uffici di Coldiretti, telefono 0141.380.400.
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on il riconoscimento, da parte del Mipaaf, del carattere di eccezionalità per l’alluvione del novembre scorso, si è aperta la possibilità di poter procedere con le domande di indennizzo. Possibilità di rilevante importanza per dare una boccata d’ossigeno agli imprenditori agricoli. Resta, però, assolutamente necessario attuare la riduzione della soglia del 30 per cento di danno sulla PLV (produzione lorda vendibile) delle aziende colpite dall’alluvione, al fine di dar loro la possibilità di accedere al fondo nazionale di solidarietà. Una richiesta che Coldiretti Piemonte ha rivolto alla Regione Piemonte. Vista la situazione in cui si trova la maggior parte delle imprese, occorre superare lo scoglio della percentuale minima della Plv, come per altro già avvenuto in passato attraverso l’adozione di uno specifico provvedimento di carattere eccezionale. In gioco c’è la ripresa di un settore che ha subito gli effetti negativi di quanto accaduto e che svolge un ruolo fondamentale per la salvaguardia e la tutela del nostro territorio.
Gelate: la Regione sollecita ai Comuni le zone colpite Un’indagine necessaria, in attesa di eventuali provvedimenti nazionali
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Attualità
a Regione Piemonte è in procinto di effettuare un’indagine conoscitiva in merito alle gelate intervenute nel mese di aprile. Le colture interessate dalla calamità sono ormai note, risultano infatti seriamente danneggiate le piante da frutto, i vigneti, i noccioleti, gli ortaggi, anche in serra, e i cereali. Ripercussioni anche per gli apicoltori, poiché il vento, unito alla siccità, ha danneggiato la fioritura dell’acacia. Rimane da capire quali siano le zone colpite. Il fe-
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nomeno infatti, oltre ai fondovalle, ha colpito in maniere trasversale anche le zone collinari. Per questo motivo la Regione ha inviato una richiesta a tutti Comuni affinchè vengano individuate le zone. Coldiretti Asti ha così preso contatto con i presidenti delle Commissioni agricole dei Comuni dell’Astigiano, affinchè attraverso i tecnici si possano indicare alla Regione un quadro il più possibile esaustivo. Data l’eccezionalità del fenomeno – afferma Roberto Cabiale presidente di Coldiretti Asti – è impor-
tante si mettano in atto aiuti alle imprese in modo che possano far fronte sia alla fase di ripristino sia al mancato reddito derivante dalla minor capacità produttiva. Questo perché, dalle verifiche che i nostri tecnici stanno effettuando, sta emergendo come si rischino pesanti ricadute economiche sui comparti toccati”. Coldiretti porta avanti un’opera di sollecitazione del Governo nazionale, affinchè si possano individuare adeguati strumenti di risarcimento dei danni.
Assicurazioni: sbloccare il sistema di pagamento Liquidazione Psr difficile, Coldiretti sollecita la sburocratizzazione
I
sempre più frequenti eventi atmosferici eccezionali ed imprevedibili aprono la strada ad alcuni necessari ragionamenti sul ritardo dei pagamenti comunitari per la gestione dei rischi. Nel 2015 sono stati stanziati, in attuazione del Programma di Sviluppo Rurale nazionale, 250 milioni per i contributi pubblici, ma ad oggi alle aziende agricole ne sono arrivati appena il 24%. Le regole sul calcolo delle rese
e sui prezzi sono sempre più penalizzanti per le assicurazioni delle imprese che, nonostante tutto, investono sul miglioramento qualitativo e quantitativo delle varietà e sui prodotti di pregio. Una situazione, come sta facendo giustamente notare Asnacodi nazionale, fatta di regole farraginose ed una elevata burocrazia che porta solo ad effetti negativi e che sta creando disaffezione e diffidenza in uno strumento che, invece, ha sempre consentito di dare rispo-
ste concrete agli imprenditori. Occorre sbloccare al più presto i pagamenti riferiti ancora al 2015 e pubblicare immediatamente il bando 2016 affinché le imprese possano presentare la domanda di contributo. L’obiettivo deve essere quello di mettere a disposizione degli imprenditori che hanno subito i danni le risorse per consentire la tutela dei redditi attraverso strumenti efficaci e procedure snelle, oltre che rapide.
Mobrici confermato alla guida del Consorzio Barbera Cinquantenne, agronomo, responsabile viticolo di Poderi Bersano
Il presidente Mobrici con il Consiglio di Amministrazione
PO (Coppo S.r.l.), Luigi DEZZANI (Dezzani S.r.l.), Luca FERRARIS (Ferraris Agricola), Dante GARRONE (Garrone Evasio & Figlio Azienda Agricola), Enzo GERBI (Cantina Sociale Barbera dei Sei Castelli), Giorgio GOZZELINO(Cascina Castlet), Marcello MAGGIORA (Cantina Sociale dei Castagnole Monferrato), Polidoro MARABESE EVASIO (Cantina Sociale di Maranzana), Massimo MARASSO (F.lli Martini Secondo Luigi), Giovanni MARCHISIO (Manfredi A. & C.),
Roberto OLIVIERI (Pico Maccario), Elio PESCARMONA (Tre Secoli), Stefano RICAGNO (Vecchia Cantina Sociale di Alice Bel Colle), Sergio ROSSOTTO (Terre dei Santi), Enrico ROVERO (Rovero F.lli s.s. Agricola), Alessandro TARTAGLINO (Tartaglino Alessandro Azienda Agricola). Il collegio sindacale è composto dal presidente Giorgio Giuseppe Rosso e da Francesco Ferrero e Fabio Pesenti in qualità di sindaci effettivi.
Nomine
F
ilippo Mobrici è stato confermato alla presidenza del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato. Lo ha eletto all’unanimità il Consiglio di amministrazione appena insediato. Il secondo mandato lo vedrà in carica per i prossimi tre anni fino al 2019. Al suo fianco nel ruolo di vicepresidenti confermati Stefano Chiarlo (Michele Chiarlo Azienda Vitivinicola) e Lorenzo Giordano (Cantina sociale di Vinchio e Vaglio Serra). Agronomo, 50 anni, due figli, Mobrici è il responsabile viticolo dei poderi della Bersano, storica azienda con sede a Nizza Monferrato, di cui gestisce con attenzione all’ambiente e alla conservazione del paesaggio, un patrimonio unico di terre e vigneti. È stato riconfermato anche il consiglio di amministrazione che guiderà l’ente fino al 2019. Insieme al presidente e ai due vice, i consiglieri eletti sono: Giulio BAVA (Bava Azienda Vitivinicola), Luigi BERSANO (MGM Mondo del Vino), Gianni BERTOLINO (Tenuta Olim Bauda), Pietro BRILLADO (Cantina Sociale di Mombercelli), Daniele CHIAPPONE (Erede di Chiappone Armando), Giovanni CHIARLE (Cantina di Nizza), Roberto COP-
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Settantenne, moscatista, di Castiglione Tinella
L
’11 maggio scorso, Romano Dogliotti, moscatista di Castiglione Tinella, è stato nominato presidente del Consorzio di Tutela dell’Asti e del Moscato d’Asti. Dogliotti era presente nel Consorzio da ben 27 anni, ha 70 anni e per i prossimi tre anni sarà il 21° presidente. Vicepresidenti
sono stati nominati Stefano Ricagno e Flavio Scagliola per la parte agricola, Giovanni Marzagalli (presidente uscente) e Massimo Marasso per la parte industriale. Gli altri consiglieri sono: Evasio Polidoro Marabese, Filippo Molinari, Fabrizio Canaparo, Elio Pescarmona e Mario Sandri per la parte
agricola, mentre per la parte industriale Giovanni Bosca, Germano Bosio, Mauro Arione, Roberto Bruno, Jean Marc Bartoli, Lorenzo Barbero, Paolo Cugudda, Gianni Martini e Sandro Capra. A Romano Dogliotti e a tutti i componenti del Consorzio i mgliori auguri da parte di Coldiretti Asti.
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Dogliotti nominato presidente del Consorzio dell’Asti
Come è regolamentato l’usufrutto
Legislazione
Diritti e obblighi del proprietario e dell’usufruttuario
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DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE L’usufrutto è il diritto riconosciuto all’usufruttuario di godere e disporre della cosa altrui, traendo da essa tutte le utilità che può dare (compresi i frutti che essa produce), con l’obbligo di non mutarne la destinazione economica (artt. 981, 984). L’usufrutto è un diritto reale di godimento su cosa altrui, subordinato soltanto ai limiti della temporaneità e dell’obbligo di rispettare la destinazione economica del bene. La situazione del proprietario del bene gravato da usufrutto, al quale è sottratto il potere di usare il bene e di farne propri i frutti, è detta nuda proprietà. Secondo quanto previsto dall’art. 979 codice civile, L’usufrutto, non può eccedere in nessun caso la vita dell’usufruttuario, se si tratta di persona fisica oppure i trenta anni se si tratta di persona giuridica. Caratteristiche: • l’usufrutto è intrasmissibile agli eredi; • in caso di cessione dell’usufrutto, il diritto si estingue alla morte del cedente (primo usufruttuario); •è vietato il legato di usufrutto successivo (art. 698) con il quale venga disposto che, alla morte del legatario primo usufruttuario, l’usufrutto passi ad altri soggetti;
•analogamente, l’art. 796 non consente al donante di riservare l’usufrutto dei beni donati a suo vantaggio e, dopo di lui, ad altri soggetti, in ordine successivo. È, invece, ammesso l’usufrutto congiuntivo (art. 678) in cui il godimento del diritto alla morte di ognuno passa ad altri chiamati, le cui quote si accrescono; tale accrescimento si concentra nella persona che sopravvive: solo alla morte dell’ultimo usufruttuario, l’usufrutto si estingue. Oggetto dell’usufrutto possono essere beni mobili o immobili, crediti, titoli di credito, aziende, universalità e beni immateriali (ad es., usufrutto del diritto d’autore). L’USUFRUTTO SI COSTITUISCE • per legge, quando la legge stessa ne determina la costituzione in capo a un determinato soggetto (usufrutto legale); ciò avviene, ad es., nel caso di cui all’art. 324 (usufrutto legale dei genitori sui beni dei figli). • per contratto: i contratti costitutivi di usufrutto richiedono, a pena di nullità, la forma scritta e sono soggetti a trascrizione; • per testamento, si tratta in questo caso di un’attribuzione a titolo particolare (legato ad effetti reali); • per usucapione. I diritti dell’usufruttuario sono: •il diritto di conseguire il possesso
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della cosa (salvo gli obblighi di inventario e di cauzione di cui diremo): egli, cioè, può mettersi in relazione immediata con la cosa per servirsene, amministrarla e farne propri i frutti, senza che sia necessaria la collaborazione del nudo proprietario o di altri soggetti. • il diritto di far suoi i frutti (naturali e civili) della cosa, per tutta la durata dell’usufrutto. • il diritto di cedere il proprio usufrutto per un certo tempo o per tutta la sua durata. Egli, comunque, non ne può disporre mortis causa (l’usufrutto si estingue, infatti, con la morte dell’usufruttuario); •il potere di concedere ipoteca sull’usufrutto (art. 2810, n. 2); •il diritto di locare il bene. Si precisa che il legislatore ha tuttavia sancito che le locazioni (concluse dall’usufruttuario) ancora in corso, alla data della cessazione dell’usufrutto, purché risultino da atto pubblico o da scrittura privata avente data certa anteriore all’estinzione, continuano per la durata stabilita, ma non oltre il quinquennio successivo all’estinzione dell’usufrutto (art. 999, co. 1). Se, poi, l’usufrutto si estingue per scadenza del termine le locazioni non durano oltre l’anno, o, in caso di fondi rustici, per il tempo necessario al raccolto principale (art. 999,
OBBLIGHI DEL PROPRIETARIO In costanza del diritto di usufrutto il proprietario deve:
Musso nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione L’ente della banca Cassa di Risparmio che distribuisce gli utili
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l Consiglio di Indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, nella seduta del 21 aprile scorso, ha nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Ente che resterà in carica per i prossimi quattro anni. Fra i sette componenti che vanno ad aggiungersi al Presidente e al Vice Presidente, Mario Sacco e Pierluigi Bosso, nominati nello scorso luglio, c’è Pierluigi Musso, responsabile fiscale e tributario di Impresa Verde Asti. Gli altri componenti sono: Giuseppe Cardona, Domenica Demetrio, Giuseppe Gai, Giorgio Guasco, Antonio Perna, Elisabetta Tovo. Tra l’altro, nella stessa seduta è stato approvato il progetto di bilancio dell’esercizio 2016 dell’Ente con € 5.588.725 distribuiti nei diversi settori d’intervento del territorio.
Legislazione
OBBLIGHI DELL’USUFRUTTUARIO • rispettare la destinazione economica della cosa (art. 981, co. 1). • restituire la cosa al termine dell’usufrutto; • fare a sue spese l’inventario dei beni e prestare idonea cauzione per prendere possesso della cosa; • nell’esercizio del suo diritto, usare la diligenza del buon padre di famiglia; • sostenere le spese e gli oneri relativi alla custodia, all’amministrazione ed alla manutenzione ordinaria del bene; • pagare le imposte, i canoni, le rendite fondiarie e gli altri pesi annuali che gravano sulla cosa; • denunciare al proprietario le usurpazioni commesse da terzi sul fondo e sopportare, insieme al proprietario e in proporzione al proprio interesse, le spese delle liti che riguardano sia la proprietà che l’usufrutto.
• curare le riparazioni straordinarie del bene previste dall’art. 1005, • far fronte a tutti quei carichi a carattere non annuale posti sulla proprietà (es.: contributi straordinari di miglioria); • concorrere, con l’usufruttuario, alle spese di lite che riguardano contemporaneamente proprietà e usufrutto. L’usufrutto può estinguersi per: • morte dell’usufruttuario, se persona fisica, oppure col decorso di trent’anni se è una persona giuridica; • prescrizione, a seguito di non uso ventennale; • consolidazione, cioè riunione nella stessa persona della titolarità dell’usufrutto e della proprietà. Tale riunione può avvenire, ad es., per usucapione. • totale perimento del bene: se però il perimento è dovuto a fatto del terzo, l’usufrutto si trasferisce sull’indennità da questi pagata al proprietario; • abuso del diritto da parte dell’usufruttuario; per abuso deve intendersi una grave mancanza dell’usufruttuario ai suoi doveri come, per es., aver lasciato deperire un bene per le mancate operazioni di ordinaria manutenzione. L’abuso, però, deve essere dichiarato con sentenza costitutiva dal giudice cui è rimessa la valutazione del caso. • rinuncia dell’usufruttuario; • scadenza del termine, eventualmente indicato nel titolo costitutivo.
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co. 2). •il diritto a un’indennità per i miglioramenti apportati al fondo, che sussistano alla data della cessazione, nella misura della minor somma tra l’importo della spesa e il risultato utile conseguito. Egli, infine, non può costituire servitù passive sul fondo.
Malattie professionali in agricoltura Consulenza medica gratuita all’EPACA
EPACA
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el corso degli ultimi anni specifiche disposizioni di legge e diverse sentenze della Corte di Cassazione hanno consentito di ampliare la tabella delle malattie professionali riconoscibili dall’INAIL anche in ambito agricolo. Negli ultimi mesi grazie ad una qualificata consulenza medico-legale il Patronato EPACA della Coldiretti ha presentato numerose istanze finalizzate al riconoscimento delle malattie professionali più frequenti in agricoltura e sono stati riconosciuti numerosi indennizzi da parte dell’Istituto assicuratore. Evidenziamo di seguito tali malattie professionali, piuttosto frequenti in agricoltura ma anche in altri ambiti lavorativi, per le quali è possibile effettuare richiesta all’INAIL di indennizzo; invitiamo tutti coloro che ritengono di poter essere nelle condizioni per richiedere il beneficio a rivolgersi tempestivamente all’ufficio zona Coldiretti più vicino per la valutazione del caso attraverso una qualificata consulenza medica gratuita. TUNNEL CARPALE La sindrome del tunnel carpale viene riconosciuta come malattia professionale nei confronti di coloro che sono impegnati in lavorazioni, svolte in modo non occasionale, che comportano movimenti ripetuti, mantenimento di posture incongrue e impe-
gno di forza: è il caso, ad esempio, di coloro che sono impegnati o sono stati impegnati nella potatura ovvero coloro che svolgono o hanno svolto l’attività di mungitura senza l’ausilio di mezzi tecnici. Può essere richiesto l’indennizzo entro 2 anni dall’abbandono della lavorazione che ha dato origine alla malattia. DIMINUZIONE DELLA CAPACITÀ UDITIVA I lavoratori che sono affetti da ipoacusia percettiva bilaterale simmetrica per essere stati esposti a lavorazioni rumorose nell’industria, nei trasporti o in agricoltura hanno diritto alla richiesta di indennizzo per il riconoscimento della malattia professionale: a titolo esemplificativo, in ambito agricolo, è una patologia che colpisce frequentemente i trattoristi o coloro che, comunque, utilizzano in modo frequente macchinari piuttosto rumorosi. Può essere richiesto l’indennizzo entro 4 anni dall’abbandono della lavorazione che ha dato origine alla malattia. TENDINITI Sono malattie professionali tabellate le tendiniti della spalla, del gomito, del polso e della mano se coloro che ne risultano affetti svolgono o hanno svolto lavorazioni, in modo non occasionale, che comportano movimenti ripetuti, posture incongrue
ed impegno di forza: sono patologie frequenti, ad esempio, fra coloro che svolgono la raccolta di frutti pendenti, la cernita di frutta e verdura o la sessatura del pollame. Può essere richiesto l’indennizzo entro 1 anno dall’abbandono della lavorazione che ha dato origine alla malattia. PATOLOGIE DEL GINOCCHIO Le borsiti per chi svolge o ha svolto lavorazioni con appoggio prolungato del ginocchio e le meniscopatie degenerative o le tendinopatie del quadricipite per chi svolge o ha svolto lavorazioni con movimenti ripetuti del ginocchio o mantenimento di posture incongrue sono state inserite tra le malattie professionali tabellate: sono patologie frequenti, ad esempio, fra coloro che svolgono la semina o raccolta di frutti od ortaggi a terra, viticoltori ed in genere coloro che sono costretti all’utilizzo prolungato della gamba come punto di appoggio per far leva su attrezzi di lavoro. Può essere richiesto l’indennizzo entro 2 anni dall’abbandono della lavorazione che ha dato origine alla malattia. Per ogni ulteriore informazione o chiarimento in merito, invitiamo gli interessati a rivolgersi al Patronato Epaca della Coldiretti dove personale qualificato saprà fornire le corrette indicazioni del caso.
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Assegni al nucleo familiare
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na delle prestazioni previdenziali che spesso non viene richiesta da coloro che possono averne diritto è certamente l’assegno al nucleo familiare sulle pensioni di reversibilità. Infatti, l’assegno per il nucleo familiare, per legge, può essere pagato anche quando il nucleo sia composto da una sola persona che sia titolare di pensione ai superstiti (in qualità di orfano o in condizione vedovile), a condizione che il richiedente sia minorenne o maggiorenne inabile. Le condizioni più importanti, pertanto, sono essenzialmente due: essere titolare di una pensione di reversibilità di categoria SO (è necessario cioè che il coniuge deceduto abbia svolto un minimo di periodi di lavoro dipendente) ed aver avuto riconosciuta una situazione di inabilità. Rientrano, quindi, nel diritto tutti coloro cui sia stata riconosciuta, anche successivamente al momento
in cui è sorta la pensione di reversibilità, una invalidità civile totale ovvero l’indennità di accompagnamento. Per il pagamento dell’assegno al nucleo familiare da parte dell’INPS, è necessario che il reddito familiare non superi determinati limiti stabiliti ogni anno dalla legge. Il reddito è costituito da quello del richiedente e di tutte le persone che compongono il nucleo familiare. Il reddito del nucleo familiare, da prendere in considerazione ai fini della concessione dell’assegno, è quello prodotto nell’anno solare precedente il 1° luglio di ogni anno ed ha valore fino al 30 giugno dell’anno successivo. Ad esempio, per il periodo 1° luglio 2016 - 30 giugno 2017, si deve considerare il reddito prodotto nel 2015. Ai fini del diritto all’assegno, si considera la somma di tutti i redditi complessivi assoggettabili all’Irpef e dei redditi di qualsiasi natura, compresi - se superiori a € 1.032,91 - quelli
esenti da imposta e quelli soggetti a ritenuta alla fonte. L’importo dell’assegno al nucleo familiare può variare, a seconda del reddito, da 19,59 a 52,91 euro al mese. Qualora vi siano soggetti che non hanno mai inoltrato tale richiesta, è bene ricordare che l’assegno al nucleo familiare può essere richiesto retroattivamente entro il limite prescrizionale di 5 anni. Coloro che sono interessati a presentare la domanda o vogliono avere informazioni più chiare in merito, possono rivolgersi agli uffici più vicini del Patronato Epaca dove troverà personale altamente qualificato in grado di fornire tutta l’assistenza necessaria. E’ anche importantissimo ricordare che tutta la consulenza effettuata dall’Epaca è TOTALMENTE GRATUITA come previsto dalla Legge n. 152/2001 che regolamenta l’attività dei Patronati.
EPACA
Possibilità di richiederli sulle pensioni di reversibilità
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Premio per nascita di un figlio o adozione di minorenne
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partire dal 4 maggio scorso, è disponibile la procedura telematica di acquisizione delle domande relative al premio di 800 euro per la nascita o l’adozione di un minorenne, previsto dalla legge 11 dicembre 2016, n. 232 (legge di bilancio 2017). Il beneficio economico sarà corrisposto dall’Inps su domanda della futura madre, al compimento del settimo mese di gravidanza (inizio dell’8° mese) oppure alla nascita o adozione o affido, per gli eventi verificatisi dal 1° gennaio 2017.
Il premio è concesso in un’unica soluzione per evento ed in relazione ad ogni figlio nato o adottato/affidato. Per avere diritto alla prestazione, le gestanti/madri devono essere in possesso della cittadinanza italiana o comunitaria; le cittadine non comunitarie in possesso dello status di rifugiate politiche e protezione sussidiaria sono equiparate alle cittadine italiane; per le cittadine non comunitarie è richiesto il possesso del permesso di soggiorno UE di lungo periodo oppure di una delle carte di soggiorno per fami-
liari di cittadini UE previste dal D.L. 30/2007. La domanda deve essere presentata dopo il compimento del settimo mese di gravidanza e, comunque, improrogabilmente entro un anno dal verificarsi dell’evento. Per i soli eventi verificatisi dal 1° gennaio al 4 maggio 2017, data di rilascio della procedura telematizzata di acquisizione, il termine di un anno per la presentazione decorre dal 4 maggio. La domanda deve essere presentata telematicamente tramite gli uffici Epaca di Coldiretti Asti.
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Le mamme possono presentare domanda per ottenere 800 euro
FEASR
“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”
Impegni di base per le produzioni integrate Devono essere rispettati dai benefici dell’Op.10.1.1
Misura 121
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a Determinazione della Direzione Regionale Agricoltura n. 338 del 20-04-2017, ha ribadito in modo dettagliato gli impegni di base da rispettare per i beneficiari del contributo di produzione integrata di cui all’Operazione 10.1.1 del Psr 20142020. Tali impegni valgono anche per coloro che intendono utilizzare il marchio nazionale di valorizzazione delle produzioni integrate SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata). Per ogni dubbio e approfondimento si prega di rivolgersi al proprio tecnico Coldiretti, anche al fine di evitare sanzioni e penalità previste in caso di inadempienza. Gestione del suolo: seminativi a) Lavorazioni. Su seminativi con pendenza media >10% sono consentite soltanto la minima lavorazione, la semina su sodo, la scarificatura, e, per pendenze non superiori al 30%, le lavorazioni fino a 30 cm di profondità e la rippatura. b) Solchi acquai temporanei. Su seminativi con pendenza media fra il 10% e il 30%, l’impegno richiede di realizzare solchi acquai temporanei trasversali rispetto alla massima pendenza, a non più di 60 metri l’uno dall’altro; in situazioni geo-pedologiche particolari e di frammentazione fondiaria, occorre adottare idonei sistemi alternativi di protezione del suolo dall’erosione. Gestione del suolo: vigneti e frutteti Lavorazioni. In caso di pendenza media tra il 10% e il 30%, nel periodo primaverile-estivo sono consentite soltanto l’erpicatura fino a 10 cm di profondità o la scarificatura; in caso di pendenza media >30% sono ammesse soltanto le lavorazioni puntuali all’impianto e quelle finalizzate all’asportazione dei residui dell’impianto precedente. Inerbimento. L’impegno di base richiede l’inerbimento naturale o artificiale dell’interfila nel periodo autunnale e invernale, con possibilità di interramento localizzato dei fertilizzanti. In caso di pendenza media >30% l’inerbimento, gestito mediante sfalci, è richiesto anche nel periodo primaverileestivo. Il diserbo chimico del sottofila
può interessare fino al 50% della superficie complessiva della coltura, fatti salvi i casi particolari indicati nelle norme tecniche. Scelta del materiale di moltiplicazione Per le colture ortive si deve ricorrere a materiale di categoria “Qualità CE”. Nei nuovi impianti di fruttiferi effettuati durante il periodo di impegno, deve essere impiegato materiale certificato ai sensi del DM 20/11/2006 come “virus esente” (VF:virus free) o “virus controllato” (VT: virus tested), per le specie e le varietà per cui tale certificazione è disponibile. In caso contrario dovrà essere impiegato materiale di categoria CAC. In caso di autoproduzione di drupacee (olivo escluso), è richiesto l’utilizzo esclusivo di materiale certificato “virus esente”. Il Settore Fitosanitario Regionale può autorizzare, sotto controllo ufficiale, l’autoproduzione di varietà locali. Avvicendamento colturale L’impegno richiede una rotazione quinquennale comprendente almeno tre colture e al massimo un ristoppio per coltura. In alcuni casi i disciplinari riportano prescrizioni specifiche per determinate colture, quali l’indicazione sull’intervallo da rispettare per il ritorno sulla stessa superficie ed eventualmente sulle colture che possono essere inserite in tale intervallo. Sono previsti casi particolari di deroga alla regola generale: per informazioni rivolgersi al proprio tecnico. Fertilizzazione L’impegno richiede di: - disporre di un’analisi fisico-chimica del terreno per la stima delle disponibilità dei macroelementi e degli altri principali parametri della fertilità, al fine di redigere il piano di fertilizzazione. - disporre di un piano di fertilizzazione annuale “a preventivo”; •frazionare gli apporti azotati qualora superino 100 kg/ha per le colture erbacee, 60 kg/ha per le colture arboree. Difesa fitosanitaria e controllo delle infestanti
La difesa fitosanitaria deve essere attuata, nel rispetto delle NORME TECNICHE di produzione integrata diramate dalla Regione Piemonte, impiegando nella minore quantità possibile (quindi solo se necessario e alle dosi minori) i prodotti a minor impatto verso l’uomo e l’ambiente, scelti fra quelli con caratteristiche di efficacia sufficienti ad ottenere la difesa delle produzioni a livelli economicamente accettabili. Irrigazione Redazione di un piano di irrigazione (basato sul bilancio idrico della coltura o sull’utilizzo di strumenti di rilevamento diretto) o, in alternativa, rispetto dei volumi massimi di adacquamento eregistrazione degli interventi irrigui. Regolazione strumentale delle irroratrici - sottoporre a regolazione strumentale le macchine irroratrici di prodotti fitosanitari, a completamento del controllo funzionale previsto dal Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN). In caso di ricorso a un contoterzista, il beneficiario deve assicurarsi che le irroratrici utilizzate sui propri terreni siano state sottoposte a controllo funzionale secondo la cadenza biennale previste dal PAN. - disporre di una certificazione in corso di validità attestante l’effettuazione del controllo funzionale e la regolazione volontaria delle irroratrici da parte di un Centro prova specializzato abilitato dalla Regione. Tenuta del Registro aziendale delle operazioni colturali e di magazzino: - registrare e sottoscrivere, secondo la modulistica predisposta dalla Regione, i dati riguardanti le fertilizzazioni, inclusi gli apporti organici, e i trattamenti fitoiatrici; - registrare le giacenze di concimi e fitofarmaci presenti in azienda all’inizio del periodo di impegno e i successivi acquisti; - conservare per l’intero periodo di impegno le registrazioni sopra indicate e la documentazione di acquisto di concimi e fitofarmaci.
FEASR
“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”
Cambiamenti climatici, come intervenire? precedenti, anzi, invece della pioggia la primavera ha portato anche nella nostra provincia alcuni giorni con temperature minime sotto zero, con diffuse gelate ed effetti devastanti su vigneti, frutteti, ortaggi, seminativi, anche per effetto del periodo precedente, almeno fino a metà aprile, con temperature decisamente sopra le medie un anticipo fenologico che hanno reso le colture molto suscettibili di danni. Gravi anche le ripercussioni sugli apicoltori che, per l’ennesimo anno, prevedono una limitata raccolta del pregiato miele di acacia. Sulle colture frutticole il clima mite di inizio primavera ha accelerato lo sviluppo fenologico di tutte le specie conducendole alla fase di sfioritura-allegagione, fase estremamente sensibile agli abbassamenti termici; ce lo dicono molto chiaramente le soglie critiche riconosciute per melo e pero (-1,5°C), pesco e albicocco (-1°C), susino (-0,5°C), actinidia (0 °C). Nel caso del nocciolo, soprattutto nelle zone di fondovalle e in prossimità di corsi d’acqua, sono gli apici e le porzioni distali dei germogli che sono stati compromessi dagli abbassamenti termici di -2,5 °C, temperatura minima riconosciuta come soglia di resistenza per la vegetazione fra terza e quinta foglia distesa. Tale livello termico non dovrebbe aver causato danni alle infiorescenze in crescita e questo per motivi connessi allo spessore delle pareti vegetali sottoposte al gelo. Negli impianti di recente costituzione (1-3 anni) è stato ritenuto utile effettuare il tagli delle parti colpite e un intervento con una miscela costituita da un prodotto rameico addizionato a zolfo bagnabile per favorire la cicatrizzazione; inutili invece sono le concimazioni fogliari o al terreno, con rischio addirittura che tali interventi possano stimolare la fase vegetativa e far abortire i fiori. Sulla vite i pesanti danni si sono verificati in modo trasversale su tutta la provincia e non tanto nei classici vigneti bassi o/e di fondo valle, in quanto la tramontana ha soffiato forte e quindi ha colpito anche a media altezza in collina, con vere e proprie “strisciate”. Su questa coltura il consiglio dei tecnici è stato
quello di attendere l’innalzarsi e lo stabilizzarsi delle temperature per eventualmente tagliare con forbici i germogli colpiti in modo da evitare danni alle gemme della corona, stimolando queste ultime a germogliare. In ogni caso si prevedono pesanti conseguenze sulla futura vendemmia, ma d’altra parte occorre stimolare le piante a vegetare in modo da avere tralci che possano lignificare in estate in previsione della prossima campagna produttiva 2018. La nostra orticoltura ha subito pesanti danni sia in pieno campo, con i primi trapianti o semine da rifare, sia in coltura protetta che nel migliore dei casi ha salvato le piante già presenti ma con enorme aumento dei costi per rafforzare la protezione sotto serra oppure riscaldare; in ogni caso le temperature successive ai giorni di gelata si sono mantenute sotto la media fino ad inizio maggio, rallentando i cicli vegetoproduttivi delle piante; in molti casi, si è dovuto ricorrere a rifare anche qui i trapianti o le semine. Spesso sono stati eseguiti interventi biostimolanti della vegetazione ma con effetti poco quantificabili. Anche i seminativi autunno-vernini, frumento e orzo, hanno spesso subito danni con estesi imbrunimenti dovuti ai repentini abbassamenti termici accompagnati dal vento di tramontana. In questi casi, per agevolare la ripresa vegetativa, possono essersi rivelate utili concimazioni azotate supplementari. Sicuramente, nei giorni in cui abbiamo elaborato queste considerazioni, non siamo in grado di quantificare settore per settore il danno annuale, occorrerà per questo aspettare la raccolta e riesaminare l’annata nel suo complesso, ma di sicuro sono prevedibili danni complessivi molto importanti. Questo scenario, frutto dei marcati cambiamenti climatici, costringe gli agricoltori a fare i conti con il mutamento in atto, ci stimola ad affinare gli interventi agrotecnici ed evidenzia la necessità di lavorare anche sul versante delle assicurazioni, con formule capaci di salvaguardare il reddito delle imprese agricole.
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inizio primavera avevamo iniziato a toccare con mano le conseguenze delle scarse precipitazioni invernali (pioggia, neve) e delle temperature decisamente sopra la media; a marzo si cominciava a denunciare l’allarme siccità, le temperature massime superiori la media di 2,5 gradi e il calo del 53% delle precipitazioni rispetto lo scorso anno. In realtà le precipitazioni in Italia sono risultate sotto la media lungo tutto l’inverno con un picco negativo a dicembre in cui è caduta addirittura il 67% di acqua in meno. Una situazione preoccupante perché la pioggia e le nevicate invernali sono determinanti per ricostruire le riserve idriche necessarie alle piante alla ripresa vegetativa primaverile per crescere e garantire i raccolti. Si tratta però solo dell’ultimo segnale dei profondi cambiamenti nella disponibilità di acqua e nella distribuzione della pioggia. Siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestando con pesanti conseguenze sulla nostra agricoltura perché si moltiplicano gli sfasamenti stagionali e gli eventi estremi, con precipitazioni brevi ma intense e il repentino passaggio dal maltempo al sereno. I cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. A breve servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua, ma sopratutto un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo come la goccia, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di tecniche agronomiche a basso fabbisogno idrico. Intanto ad aprile, sul fronte dei mercati, in conseguenza del maltempo è stato registrato un +12.6% dei prezzi dei vegetali freschi rispetto allo stesso mese dell’anno scorso; le precipitazioni si sono praticamente dimezzate, in linea con quanto già avvenuto nei mesi
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Purtroppo si stimano danni ingenti alle colture agricole
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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”
Cimice asiatica, la diffusione nell’astigiano Cosa occorre fare (e non fare) per combattere il parassita
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on il miglioramento della situazione climatica, ed il progressivo aumento delle temperature ambientali, torneranno a fare la loro comparsa insetti locali e importati, questi ultimi in grado di danneggiare, come parassiti, le coltivazioni di nocciole ma non solo. L’obiettivo di questo articolo è di fornire un’informazione scientifica e pratica ai lettori e lo stato dell’arte sulle iniziative tecniche messe in campo per studiare, e progressivamente ridurre, in modo eco compatibile e sostenibile, questo parassita. CIMICE ASIATICA: Halyomorphahalys (Stal, 1855) Come parassiti che hanno progressivamente interessato negli ultimi decenni alcune nostre coltivazioni, la Metcalfa e il Cinipide del castagno per citare i più conosciuti, la Cimice asiatica è arrivata in Europa grazie alla globalizzazione del commercio. La rapidità con cui persone, mezzi e materie prime cambiano continente porta innegabili vantaggi ma determina alcuni svantaggi; fra questi occorre annoverare l’involontaria importazione/ esportazione di insetti e malattie dannose. È un insetto originario di Cina, Giappone e Taiwan. Nel Giappone i primi focolai documentati di questa cimice si sono verificati negli anni ‘90 ma incrementi di danno alle coltivazioni intensive sono stati accertati solo nel 2011. In Corea l’Asiatica è un importante parassita di soia, agrumi e frutti tropicali. In America i primi avvistamenti di
questa specie risalgono al 1996 ad Adams Island (Allentown) mentre in Europa l’insetto ha fatto la sua comparsa nel 2004. In Italia il primo esemplare è stato rinvenuto nel settembre 2012 in Provincia di Modena mentre in Piemonte l’insetto è stata rinvenuto nell’agosto del 2013 dal gruppo di lavoro CReSO (oggi AGRION) - DISAFA (Università di Torino) in un frutteto ubicato a Cuneo. Su nocciòlo le segnalazioni di presenza di questo insetto sulle coltivazioni sono
state fatte nella tarda estate del 2015. Nella nostra Provincia l’accertamento della presenza di alcuni esemplari su nocciòlo è avvenuta nello scorso autunno grazie al coordinamento dei servizi di Assistenza Tecnica che collaborano e si coordinano nelle sezioni dell’AGRION. RICONOSCERE E DISTINGUERE LA CIMICE ASIATICA Nella Scheda vengono riportate alcune salienti caratteristiche distintive dellaH. halys e per
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LA CIMICE ASIATICA È PERICOLOSA PERCHÈ …. Nei nostri ambienti è arrivato il parassita MA NON i predatori o i parassiti che nei luoghi di origine riducono numericamente le popolazioni di questa cimice.
RINNOVO “PATENTINO” FITOFARMACI Scade dopo 5 anni, prenotare il corso 6 mesi prima Con le nuove regole in vigore, l’Abilitazione per acquistare e utilizzare i fitofarmaci (“patentino”) scade esattamente al termine dei 5 anni dalla data di rilascio. Sei mesi prima della scadenza prenotare la propria iscrizione ai corsi di Rinnovo, durata 12 ore senza esame finale; diversamente, con Abilitazione scaduta andrà rifatto il corso di primo Rilascio, durata 20 ore oltre a esame finale. Per iscrizioni e ulteriori dettagli è possibile contattare gli Uffici Tecnici Coldiretti.
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sommi capi il ciclo di sviluppo dell’insetto: l’adulto; le caratteristiche ovature; le forme giovanili; la chiusura del ciclo con la comparsa degli adulti di prima e/o seconda generazione dell’insetto.
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Inoltre per crescere la cimice asiatica si nutre di piante molto diverse (polifagia), dai diversi tipi di frutta secca alle orticole con una sequenza che oggi è oggetto di studio e approfondimento. Inoltre questa cimice attaccando una coltura o passando da una specie all’altra sembra “muoversi in gruppo” (gregarismo) determinando un repentino incremento dei danni. Su nocciòloH. halys provoca il danno conosciuto come “cimiciato” ovvero sia una alterazione delle nocciole, non rintracciabile sul guscio ma spesso anche non rilevabile sull’esterno del frutto sgusciato, che interessa l’interno del seme rendendolo immangiabile. LE ATTIVITÀ TECNICHE SVILUPPATE NEL 2017 In quest’annata, sulla base dell’esperienza acquisita nel 2016, il team costituito dai tecnici delle Organizzazioni Professionali Agricole, dalla sezione corilicola dell’AGRION e dalle OP ASCOPIEMONTE e PIEMONTE ASPROCOR si mobiliterà per sviluppare le seguenti attività: • verifiche sperimentali della tecnica “attract and kill”; • verifiche sperimentali sull’impiego di nuove molecole chimiche e/o biotecniche; • definizione e dettaglio degli areali di monitoraggio; • integrazione dei frappage con controlli visivi mirati; • verifiche sulla funzionalità e utilità delle trappole di cattura massale; • pianificazione e coordinamento locale degli interventi di contenimento; • valutazione dei risultati ottenuti tramite il controllo delle produzioni dei siti campionati;
• ottimizzazione della tecnica di controllo della diapausa degli adulti svernanti. ATTENZIONE: LE COSE DA FARE E NON FARE Le attività di ricerca e difesa integrata realizzata nel 2016 hanno già fornito su nocciòlo alcune importanti informazioni che elenchiamo e che DOVRANNO ESSERE PROGRESSIVAMENTE APPLICATE nei nostri noccioleti. Queste cimici volano e si spostano SOPRA (sulla sommità) della chioma delle piante. Occorrerà quindi che: . le aziende corilicole PROGRESSIVAMENTE REALIZZINO PERIODICHE E PROGRAM-
MATE POTATURE delle piante di nocciòlo per abbassarle; . occorrerà curare CON ESTREMA ATTENZIONE la distribuzione degli insetticidi registrati PER SALVAGUARDARE l’ambiente e OTTIMIZZARE L’EFFICACIA degli stessi; . ATTENZIONE: le trappole oggi disponibili sul mercato provocano una “concentrazione” di molte cimici nella e nelle vicinanze della trappola. PER EVITARE DANNI ALLE COLTIVAZIONI E PER IL CORRETTO POSIZIONAMENTO delle stesse rivolgetevi quindi al tecnico di zona. (Articolo redatto dai tecnici corilicoli di AGRION)
PROROGA AL 30 GIUGNO PER I REGISTRI DI CANTINA Con il D.M. del 28 aprile 2017 il Ministero ha concesso la proroga fino al 30/06/2017 del periodo di accompagnamento, previsto dal D.M. n.1486 del 21 dicembre 16, per gli operatori vitivinicoli nella fase di entrata in vigore delle disposizioni sulla tenuta in forma dematerializzata dei registri vitivinicoli (di cui al D.M. 20 marzo 15 n. 293). Il D.M. n. 1486 del 21 dicembre 2016, concernente l’accompagnamento degli operatori vitivinicoli nella fase di entrata in vigore delle disposizioni sulla tenuta in forma dematerializzata dei registri nel settore vitivinicolo, aveva previsto la possibilità per gli operatori di giustificare in via documentale le operazioni che nel registro telematico, in sede di controllo, non risultassero registrate nel rispetto delle modalità indicate nel DM 20 marzo 2015 n. 293 e delle relative diposizioni tecniche applicative. Il prolungamento del periodo di accompagnamento potrà consentire tra l’altro la messa a regime e il corretto funzionamento del registro e dei servizi connessi e attesi dai produttori per i risvolti semplificatori. Inoltre permetterà ai produttori e operatori di avere maggior tempo a disposizione per familiarizzare con il nuovo strumento e i nuovi meccanismi, ridurre il tasso di errore e recuperare in serenità. Gli interessati possono rivolgersi agli uffici tecnici zonali della Coldiretti per gli ulteriori dettagli.
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Controllo delle irroratrici di agrofarmaci Ad opera dei Centri riconosciuti dalla Regione Piemonte
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problema per entrambi le irroratrici utilizzando dei gruppi di comando come quelli presenti nelle foto seguenti.
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Nell’atomizzatore, questa anomalia si manifesta con meno frequenza rispetto alla barra per il diserbo, ma può manifestarsi. Nel caso in cui si riscontri la stessa anomalia delle barre da diserbo, si dovrà provvedere alla sostituzione del gruppo con un nuovo gruppo comando (manuale o elettrico) con ritorni compensati, vedere esempi riportati nelle foto.
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Negli atomizzatori il problema potrebbe essere risolto anche con l’utilizzo di gruppi comando senza ritorni compensati, come quelli presenti nella foto seguente.
Difficilmente, invece, risolviamo il
Per ogni approfondimento contattare i tecnici abilitati al controllo funzionale delle macchine irroratrici della Coldiretti oppure telefonare all’ufficio di coordinamento provinciale: 0141380418, 366-1577501.
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er controllo funzionale si intende l’insieme di verifiche e controlli eseguiti (da personale abilitato di Centri riconosciuti dalla Regione) con l’ausilio di apposita attrezzatura e seguendo uno specifico protocollo di prova, atti a valutare la corretta funzionalità dei componenti di una macchina irroratrice di agrofarmaci. I principali controlli effettuati riguardano: • Serbatoio principale • Pompa principale • Scala di lettura del liquido • Manometro • Gruppo comando • Sistema di filtrazione • Tubazioni • Ugelli Durante questi controlli, tra le anomalie più frequentemente riscontrate si hanno quelle del sistema di regolazione o gruppo comando. I gruppi comando dovrebbero garantire il mantenimento della pressione costante (con una tolleranza del 10%) alla chiusura di una o più sezioni idrauliche (uno o più ugelli); in tal modo, cioè, l’irrorazione dagli ugelli non chiusi avviene con distanza di nebulizzazione e dimensione particelle costante, riducendo i rischi di spreco e deriva. Nelle barre per il diserbo, questa anomalie avviene frequentemente, quindi per ovviare a tale problema occorre dotare le stesse con un gruppo comando (manuale o elettrico) con ritorni compensati, vedere esempi riportati nelle foto.
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DPI per i trattamenti fitosanitari
Lo stoccaggio, i dispositivi protettivi e i tempi tecnici IL DEPOSITO IN AZIENDA DEI PRODOTTI FITOSANITARI 1. Il deposito dei prodotti fitosanitari è obbligatorio per tutti gli utilizzatori professionali.
2. I prodotti fitosanitari devono essere conservati nei loro contenitori originali con etichette integre e leggibili. 3. L’ambiente adibito a deposito dei prodotti fitosanitari
può essere costituito da: • locale apposito; • area specifica, ben delimitata, all’interno di un magazzino; • idonei armadi.
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Foto di esempio di corretto stoccaggio di prodotti fitosanitari:
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Area specifica all’interno di un magazzino adibita allo stoccaggio dei prodotti
Locale specifico
Armadio a norma per lo stoccaggio dei prodotti fitosanitari
I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI) Per Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) si intende qualsiasi dispositivo o articolo destinato a essere indossato o tenuto da una persona affinché essa sia protetta nei confronti di uno o più rischi che potrebbero metterne in pericolo la salute e la sicurezza.
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE NEI LAVORI AGRICOLI DI STAGIONE numero 5 - 2017
Durante l’esecuzione dei lavori MANUALI di stagione si elencano alcuni esempi di DPI da utilizzare per la protezione dei rischi Per quanto riguarda l’esposizione a RUMORE è consigliato l’utilizzo di cuffie o di otoprotettori soprattutto per gli operatori che eseguono lavorazioni su trattrici/macchine non cabinate
Scarpe di sicurezza con puntale rinforzato
Guanti antitaglio
Occhiali per la protezione meccanica
Stivali di sicurezza con puntale in acciaio
Cuffie di protezione da rumore
Nel caso di aziende datoriali si ricorda comunque l’obbligo di effettuare le misurazioni e valutazioni specifiche per quanto riguarda l’esposizione al rumore
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DPI DEL CORPO, DELLE VIE RESPIRATORIE, DEL CAPO E DEGLI OCCHI Gli stivali Devono essere in gomma e modellati in modo da essere indossati sotto la tuta.
Le maschere Le maschere o respiratori a filtro si suddividono in facciali filtranti e semimaschere.
Il casco/sistema elettroventilato integrale L’impiego del casco e particolarmente indicato in caso di trattamenti in serre non provviste di impianto d’irrorazione automatico e obbligatorio in caso di operatori con barba o baffi poiché la maschera non garantirebbe una adesione perfetta alla pelle. Gli occhiali Vanno indossati insieme alla semimaschera.
I filtri Sui filtri combinati, da utilizzare per la protezione delle vie respiratorie durante l’uso di prodotti fitosanitari, saranno riportati due colori e entrambe le lettere e classi di protezione, avremo quindi un filtro con la dicitura AnPn di colore bianco e marrone. Colori distintivi dei filtri 1. Marrone: antigas efficace contro i vapori organici 2. Bianco: antipolvere 3. Marrone – bianco: combinati per aerosol e polveri (il filtro bianco antipolvere deve essere posto verso l’esterno in modo da incontrare per primo il flusso dell’aria in ingresso) Vista la variabilità dei componenti presenti nelle differenti miscele fitoiatriche si consiglia l’utilizzo di filtri combinati A1P2 o A2 P2, fermo restando quanto indicato nella scheda di sicurezza del prodotto specifico.
TEMPI DI TECNICI RIPORTATI IN ETICHETTA Intervallo di sicurezza o tempo di carenza Numero dei giorni che deve intercorrere tra l’ultimo trattamento e la raccolta o tra il trattamento post raccolta e l’ immissione in commercio. e stabilito per legge e viene riportato in etichetta. Tempo di rientro Indica l’intervallo di tempo che deve trascorrere prima di accedere nell’area trattata. Quando questo non e indicato e comunque buona norma far passare almeno 48 ore.
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I guanti Devono essere resistenti all’abrasione e specifici per la manipolazione delle sostanze chimiche pericolose (3a categoria EN 347-1/2/3).
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Esempio etichetta prodotto fitosanitario con individuazione dei tempi di carenza e di rientro
Per ogni ulteriore informazione è possibile rivolgersi al Servizio Sicurezza del Lavoro di Coldiretti Asti, tel. 0141-380418 Fonti bibliografiche: 1. Guida all’uso corretto dei prodotti fitosanitari a cura di: Regione Piemonte 2. Linee guida per un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari a cura di: Regione Emilia Romagna
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Le tute Il tipo 3 abbinato ai tipo 4, 5 e 6 garantisce la tenuta dai liquidi ed e utilizzabile in tutte le più comuni pratiche fitoiatriche.
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Fitofarmaci, nuove regole dal 1 giugno 2017
Scade la deroga che ha consentito l’etichettatura nell’ultimo biennio
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l Ministero della Salute, con circolare dell’8 maggio 2017, conferma gli importanti cambiamenti a partire dal 01/06/2017 conseguenti all’entrata in vigore del Regolamento (CE) n. 1278/2008 (CLP) che ha fissato nuove regole in termini di classificazione, etichettatura e imballaggio dei prodotti fitosanitari (dall’inglese: CLP). Riportiamo di seguito alcuni punti fondamentali e rimandiamo per ulteriori approfondimenti nei prossimi numeri di questa rivista. Dal primo giugno cessa la deroga biennale che ha consentito la commercializzazione di prodotti etichettati secondo la precedente normativa (DPD). I distributori, compresi i rivenditori al dettaglio, sono tenuti ad assicu-
rare che i prodotti posti in vendita siano adeguatamente etichettati ed imballati ai sensi del citato regolamento CLP. Tali soggetti, quindi, non potranno più vendere (o mettere a disposizione anche a titolo gratuito) formulati non rispondenti al Regolamento CLP; dovranno inoltre collaborare alla diffusione di schede di sicurezza aggiornate agli utilizzatori/ acquirenti. Per quanto riguarda gli agricoltori/utilizzatori professionali (anche nel caso di datori di lavoro), dal 01/06/2017: • Non possono acquistare prodotti fitosanitari con etichette non adeguate al nuovo sistema di classificazione. • Possono utilizzare le confezioni classificate e imballate ai sensi della
vecchia normativa DPD, acquistate in data antecedente al 01/06/2017 (purché prodotte prima del 31/05/2015) ma devono possedere la nuova ETICHETTA e la nuova SCHEDA DI SICUREZZA (conforme al Regolamento (UE) N. 2015/830) con pittogrammi, avvertenze, indicazioni, consigli, informazioni tossicologiche, chimico-fisiche ed ecologiche unicamente conformi al Regolamento CLP. Ciò significa che per gli eventuali formulati DPD, dal 01/06/2017, se non si dispone della nuova etichetta e della nuova scheda di sicurezza non possono essere utilizzati e vanno avviati allo smaltimento come rifiuto speciale pericoloso. Per ogni eventuale dubbio rivolgersi agli uffici tecnici Coldiretti.
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Lotta integrata alla flavescenza dorata della vite ottobre la presenza degli adulti di scafoideo con le trappole cromotattiche (che vanno messe in numero di tre e sostituite ogni 15 giorni, al centro ed al bordo del vigneto) per decidere la data migliore per il secondo trattamento insetticida obbligatorio ed eventuali trattamenti successivi; è particolarmente importante controllare le trappole dopo i trattamenti insetticidi per verificarne l’efficacia ed in tutto il periodo di agosto–settembre per verificare eventuali immigrazioni di scafoideo dall’esterno e prendere provvedimenti. 4.Trattare tempestivamente: ba-
sarsi sulle indicazioni del Settore Fitosanitario Regionale, dei tecnici o dei Progetti pilota presenti in zona, eventualmente corrette dai risultati del monitoraggio aziendale. Ricordarsi che vige il divieto di trattamenti insetticidi in fioritura; che occorre lo sfalcio e appassimento/ asportazione della vegetazione sottostante nel caso di presenza di fioriture spontanee prima di eseguire i trattamenti insetticidi; che non si deve trattare in presenza di vento. 5.Trattare correttamente, utilizzando le protezioni adeguate per l’operatore, con volumi di acqua sufficienti, nelle ore più fresche,
PER ULTERIORI INFORMAZIONI RIVOLGERSI AGLI UFFICI TECNICI DELLA COLDIRETTI
FLAVESCENZA DORATA DELLA VITE
MODULO SEGNALAZIONE CRITICITÀ
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Al Settore Fitosanitario e servizi tecnico-scientifici Via Livorno 60 - 10144 TORINO Fax 011/4323710 - virologia@regione.piemonte.it
Nominativo / Ente che segnala ______________________________________ Recapiti - Telefono ___________________Mail _________________________ Tipologia O Vigneto coltivato O Vigneto in stato di incuria o abbandonato O Incolto o bosco con vite selvatica O Altro (specificare) Dati catastali (obbligatori) Comune di __________________________ foglio ______ part. ________ Comune di __________________________ foglio ______part. _________ Comune di __________________________ foglio ______part. _________ Descrizione criticità _________________________________________________ ___________________________________________________________________ ___________________________________________________________________ ___________________________________________________________________ __________________________ Data ………………………………
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IL PUNTO DELLA SITUAZIONE Da alcuni anni tutti i monitoraggi che attraverso i progetti pilota vengono eseguiti sulla presenza della Flavescenza Dorata della vite e del suo insetto vettore Scaphoideus titanus ci dicono che: 1.La popolazione dell’insetto vettore presente ad inizio stagione nei vigneti coltivati e correttamente trattati è diminuita. 2.È ancora frequente invece l’immigrazione di insetti provenienti dagli incolti in tutto il periodo estivo e fino alla prima decade di ottobre. 3.Il ciclo dell’insetto vettore ed il picco delle catture presentano negli ultimi anni un certo ritardo ed interessano largamente il mese di agosto/inizio settembre, per cui occorre monitorare bene i vigneti per valutare, solo dove fosse strettamente necessario, l’ipotesi di un terzo trattamento nel rispetto dei tempi di carenza. 4.Vi è uno stretto rapporto tra la maggiore presenza dell’insetto vettore e la diffusione della malattia. 5.Vi è uno stretto rapporto tra la presenza di incolti con vite e la diffusione della malattia. 12 AZIONI DA NON DIMENTICARE 1.Monitorare in maggio-giugno la presenza delle forme giovanili di scafoideo, per individuare la data migliore per il primo trattamento insetticida obbligatorio. 2.Nel caso delle aziende biologiche è necessario effettuare 3 trattamenti con piretro, intervenendo più precocemente rispetto alle aziende convenzionali, a partire da fine maggio-inizio giugno evitando di trattare in fioritura della vite. 3.Monitorare da inizio luglio a fine
Misura 121
(realizzato in collaborazione con il Settore Fitosanitario della Regione Piemonte - Maggio 2017)
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acidificando la soluzione (il pH deve essere inferiore a 7), trattando tutti i filari e verificando la compatibilità dell’insetticida con eventuali altri prodotti fitosanitari distribuiti assieme. 6.Verificare le differenze tra catture al centro ed al bordo del vigneto e prevedere ripassi dell’insetticida sui bordi del vigneto se necessario. 7.Durante il periodo giugno-settembre, preferibilmente dopo i trattamenti insetticidi, eliminare la vegetazione con sintomi o capitozzare le piante senza attendere la vendemmia; in inverno estirpare le piante comprese le radici; non occorre bruciare i residui di potatura. 8.Verificare la presenza di vite selvatica nei dintorni del vigneto ed eliminarla prontamente, preferibilmente tra ottobre e maggio per evitare che gli scafoidei si trasferiscano in massa dall’incolto al vigneto vicino. 9.Nella progettazione dei nuovi impianti, se possibile tenere conto delle differenze nella sensibilità varietale: alcuni vitigni sono molto sensibili ad Flavescenza Dorata. 10.Segnalare entro il 15 luglio al proprio Comune ed al Settore Fitosanitario Regionale la presenza di incolti appartenenti a proprietari che non sono disponibili a ripulire prontamente gli appezzamenti abbandonati (fax 011-4323710, mail virologia@regione.piemonte. it. Utilizzare il modello pubblicato nella pagina precedente. 11.Nella progettazione dei nuovi impianti, considerare l’ambiente circostante: vi sono vigneti abbandonati nell’arco di 200 m? Vi sono incolti con vite selvatica? Evitare gli impianti in situazioni a rischio! 12.Evitare di rimpiazzare le viti estirpate nelle fasi epidemiche: fino al 10% di fallanze non vi sono riduzioni di resa e non si incorre in anomalie dovute ai controlli delle organismi competenti (es. Valoritalia).
Condizionalità 2017 Atti e Norme per beneficiare di pagamenti diretti e PSR
È
stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 29 marzo il decreto ministeriale che definisce le regole sulla condizionalità per l’anno 2017 e le riduzioni ed esclusioni per inadempienze dei beneficiari dei pagamenti diretti e dei programmi di sviluppo rurale. La condizionalità comprende l’insieme degli atti e delle norme che l’agricoltore è tenuto a rispettare per poter ricevere i pagamenti diretti, i pagamenti relativi alle misure ambientali dello Sviluppo Rurale e i pagamenti dell’Ocm legati ai vigneti (vendemmia verde e ristrutturazione dei vigneti). In particolare, il decreto elenca i Criteri di Gestione Obbligatori (Cgo) e definisce le norme per il mantenimento del terreno in Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali (Bcaa). Il non rispetto delle norme di condizionalità comporta l’applicazione di sanzioni (a valere sui pagamenti spettanti) o l’applicazione di riduzioni od esclusioni adottate in relazione all’insieme delle domande di aiuto o di pagamento presentate dal beneficiario nel corso dell’anno in cui si verifica l’adempienza, nonché alle domande presentate per la vendemmia verde o la ristrutturazione dei vigneti. È bene precisare che la riduzione od esclusione si applica solo qualora l’inadempienza sia imputabile ad atti od omissioni direttamente imputabili al beneficiario e qualora l’inadempienza sia connessa all’attività agricola del beneficiario e/o sia interessata la superficie aziendale del beneficiario. L’inadempienza per negligenza comporta una riduzione dei pagamenti spettanti al beneficiario pari massimo al 5%. Tale percentuale
è aumentata al 15% in caso di reiterazione. I casi di inadempienza giudicati di minore valore (data la loro limitata rilevanza della gravità, portata e durata) non determinano riduzioni od esclusioni. Al beneficiario sarà segnalato l’obbligo di prevedere misure correttive. Qualora in un controllo successivo (entro i tre anni consecutivi) si riscontri la non applicazione delle misure correttive, e quindi il mancato risanamento dell’inadempienza, si applicano riduzioni con effetto retroattivo e l’infrazione si considera reiterata, con aumento della percentuale di riduzione. Se l’inadempienza è stata commessa intenzionalmente dal beneficiario, la riduzione da applicare all’importo complessivo è pari al 20%. In ogni caso l’ammontare complessivo delle riduzioni e delle esclusioni per un anno civile non supera l’importo spettante al beneficiario. In caso di inadempienza intenzionale estrema (ripetizione di una o più infrazioni intenzionali) in termini di portata, gravità o durata, il beneficiario nell’anno successivo, oltre alla sanzione, è escluso da tutti i pagamenti. Rispetto agli anni precedenti, le riduzioni ed esclusioni si applicano anche quando l’importo è pari o inferiore a 100 euro per beneficiario e per anno civile. Nel decreto sono inoltre definite disposizioni specifiche per lo Sviluppo rurale relative alla definizione dei requisiti e delle norme per l’accesso alle misure e ai criteri di riduzione ed esclusione per inadempienze relative agli impegni ed altri obblighi. Gli Uffici Coldiretti sono a disposizione per ulteriori chiarimenti.
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Via C. Botta, 4 - 14015 San Damiano d’Asti
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numero 5 - 2017
ANNUNCI C
Annunci economici 30
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