Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 6 Anno 2017 - In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo
Anno
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CONTIENE I.P.
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Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI
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Commozione all’Assemblea Coldiretti Sentito ricordo a Pietro Bracco. Bilanci approvati all’unanimità n minuto di silenzio e una profonda commozione ha pervaso l’assemblea provinciale Coldiretti del 22 maggio scorso. Il presidente Roberto Cabiale ha voluto ricordare il cinquataseienne Piero Bracco, associato e dirigente componente dell’Assemblea scomparso il 5 maggio a causa di un tragico incidente mentre lavorava il suo vigneto di Sessame. In seguito, l’Assemblea, composta dai rappresentanti di tutti i paesi dell’Astigiano, ha provveduto all’analisi e all’approvazione dei bilanci economici. Sono stati approvati all’unanimità sia il consuntivo che il previsionale. Dal rendiconto annuale sono emersi gli importanti traguardi sindacali segnati da Coldiretti nell’arco dell’anno 2016, quasi a fare da contraltare alla congiuntura economica sfavorevole che non ha risparmiato neanche la Federazione provinciale che ha messo in campo una serie di provvedimenti che hanno richiesto sacrifici anche da parte del personale dipendente. Ovviamente le misure avranno effetti positivi sull’andamento economico dell’attività in corso. “L’approvazione del bilancio consuntivo – ha sottolineato il
Coldiretti Asti in cifre 87
i Consigli di sezione nei paesi dell’Astigiano
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i Consigli di zona, ognuno con almeno 20 componenti
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gli uffici di sezione Coldiretti in provincia di Asti
115
persone lavorano nel sistema Coldiretti Asti
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15.677 i tesserati a Coldiretti Asti al futuro con serenità, così come avallato anche dal consiglio di revisione della Federazione, puntando decisi ad una sempre più incisiva e determinata azione sindacale a tutela degli associati Coldiretti”.
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direttore provinciale, Antonio Ciotta – è un momento di sintesi di tutto il lavoro svolto durante l’esercizio economico dell’anno precedente, il previsionale rappresenta l’impegno degli amministratori per una gestione oculata dell’esercizio economico successivo. Il consenso unanime ottenuto in assemblea dai nostri dirigenti è un premio nei confronti di tutti i dipendenti e i collaboratori della Federazione che hanno lavorato con dedizione e competenza ed è anche un atto di trasparenza nei confronti di tutti gli associati che con il tesseramento dimostrano ogni anno attaccamento alla nostra organizzazione. Dal punto di vista economico – ha concluso il Direttore - possiamo guardare
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Nella mensa dell’ospedale di Asti torna il “Km 0” Frutta e verdura sono delle aziende di Coldiretti Asti
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Alla mensa dell’Ospedale di Asti “Cardinal Massaia” sono tornati i prodotti del territorio”, lo annuncia il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale. “Ci abbiamo impiegato 4 anni – rileva Marco Reggio, presidente del Consorzio “Terre di Qualità” -, ma dalla scorsa settimana i nostri produttori hanno cominciato le forniture, per ora frutta e verdura, ma speriamo, in futuro, di poter accedere a nuove gare anche per carni, formaggi e latticini”. Era l’aprile del 2013, quando diverse imprese agricole dell’Astigiano, fra cui alcune riunite nel Consorzio Terre di Qualità, dovettero interrompere le forniture alla mensa dell’ospedale dell’Asl At. “Abbandonare il canale di distribuzione di latticini, carne e ortofrutta a chilometro zero, fu un duro colpo per l’economia locale – sottolinea Cabiale - e, a pensarci bene, anche per i degenti che dovettero rinunciare alle produzioni del territorio per prodotti in gran parte provenienti da altre regione e stranieri. Fino ad allora le forniture di qualità degli agricoltori dell’Astigiano, garantirono sicuramente un alto livello qualitativo dei 1.500 pasti giornalieri serviti all’Ospedale Cardinal Massaia”. Il modello mensa chilometro zero del Massaia, per un lustro, fu un
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Era dal 2013, con la politica della spending review attuata dal Governo Monti e l’avvento di Consip, che le imprese agricole dell’Astigiano non fornivano più il loro ospedale
esempio di buona gestione, copiato o guardato con invidia da tutto il resto d’Italia. Ci furono molti servizi giornalistici sui media nazionali e molti apprezzamenti, famosa rimane la citazione della trasmissione “Report” di Rai Tre”. Tutto si interruppe con la revisione della spesa pubblica introdotta dall’allora governo Monti, con la cosiddetta spending review e con la centrale di acquisti per la pubblica amministrazione “Con-
Periodico Ufficiale di Coldiretti Asti Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 - Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Anno 66° numero 6 - Giugno 2017 Stampa Artigrafiche M.A.R. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949
Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl Tel. 0141.380.400 Tel. 335.471017 Abbonamento annuale: Euro 20,00 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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I produttori di Coldiretti con il Consorzio Terre di Qualità forniranno per un anno gli ospedali di Asti, Acqui, Ovada e Novi; Programmate consegne per 330 mila Kg. di frutta e ortaggi
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Marco Reggio, presidente del Consorzio “Terre di Qualità”
Cosa prevede la fornitura 80 mila Kg di frutta e 230 mila Kg di ortaggi
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er un anno, il Consorzio Terre di Qualità a cui aderiscono i frutticoltori e gli orticoltori di Coldirtetti Asti, fornirà gli ospedali di Asti, Acqui Terme, Ovada e Novi Ligure. In totale si stimano circa 330.000 chilogramFRUTTA
mi, di cui 80.000 di frutta e 250.000 di ortaggi. Per la frutta i quantitativi più consistenti riguardano le pesche e le mele; per gli ortaggi, le referenze principali sono le patate e le carote. Nella tabella le referenze suddivise per frutta e ortaggi. ORTAGGI
Albicocche
Aglio
Erba cipollina
Porro
Cachi
Alloro
Erbette
Prezzemolo
Fragole
Basilico
Finocchi
Rosmarino
Kiwi
Broccoli
Indivia Scarola
Rucola
Mele
Carote
Radicchio Rosso
Salvia
Meloni
Cavolfiori
Lattuga
Sedani
Nespole
Cavoli Verza
Melanzane
Spinaci
Pere
Cicoria
Patate
Zucca
Pesche
Cipolle
Pomodori
Zucchine
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sip” che, in pratica, escluse i produttori locali dai bandi di fornitura per privilegiare i grandi appalti su scala nazionale. Il bando che si è aggiudicato il Consorzio Terre di Qualità prevede la fornitura di frutta e ortaggi per un anno. “Contiamo vivamente – rileva il direttore di Coldiretti Asti, Antonio Ciotta – che questo sia un nuovo inizio, che si possa presto recuperare il tempo perso in questi quattro anni in modo da rimettere in campo l’eccellenza della sanità astigiana, anche nelle mense. In particolare rimaniamo in attesa che vada a compimento una normativa nazionale sulle gare d’appalto agroalimentari che possa finalmente sancire la precedenza alle produzioni territoriali”
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Roberto Cabiale, presidente Coldiretti Asti; Antonio Ciotta, direttore Coldiretti Asti
Prugne
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Più burro e meno olio di palma
Le industrie dolciarie hanno abbandonato le importazioni: -41%
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che raddoppiate negli ultimi 20 anni raggiungendo nel 2016 circa 500 milioni di chili. Uno sviluppo enorme nonostante che alle perplessità sugli effetti sulla salute si siano aggiunte le preoccupazioni sull’impatto ambientale che - precisa la Coldiretti - sta portando al disboscamento di vaste foreste, senza dimenticare l’inquinamento provocato dal trasporto a migliaia di chilometri di distanza dal luogo di produzione e, naturalmente, le condizioni di sfruttamento del lavoro delle popolazioni locali private di qualsiasi diritto. Un andamento che si riflette anche a livello internazionale dove si assiste ad un aumento della domanda con i consumi di burro che sono cresciuti del 7% negli Stati Uniti, del 5% in Argentina e del 4% in Asia come in Australia nel primo trimestre del 2017 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo analisi della Coldiretti su dati Clal. Il cambiamento ha coinvolto anche gli altri prodotti a base di latte e rende ancor più necessario per l’Italia valorizzare e sostenere il proprio patrimonio lattiero caseario dopo che negli ultimi dieci anni si è praticamente dimezza-
La fotografia è tratta dal sito internet www.ilfattoalimentare.it, il giornale on-line indipendente (non ha nulla a che vedere con “Il Fatto Quotidiano”) negli anni scorsi ha realizzato, insieme a Great Italian Food Trade, una petizione contro l’utilizzo dell’olio di palma contrastando le lobby agroalimentari che non vogliono abbandonare l’olio tropicale.
to il numero di stalle presenti, tanto da aver raggiunto il minimo storico di 30mila allevamenti, rispetto ai 60mila attivi nel 2005.
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’addio all’olio di palma da parte di molte industrie dolciarie, ha fatto impennare le richieste di burro. Le quotazioni del burro alla produzione in Italia a maggio, sono quasi raddoppiate, con un aumento di circa il 90% rispetto allo stesso periodo del 2016. Alla Borsa di Lodi anche il latte spot ha superato i 41 centesimi al litro, contro i 37 centesimi di appena tre mesi fa. Un riposizionamento importante che avviene a poco più di un mese dall’entrata in vigore il 19 aprile 2017 della legge che obbliga ad indicare in etichetta l’origine per tutti i prodotti lattiero caseari fortemente voluta da Coldiretti, che consente di fare scelte consapevoli in un mercato invaso di prodotti stranieri spacciati come italiani. Le importazioni di olio di palma per uso alimentare sono diminuite in Italia del 41% nei primi due mesi del 2017. In pratica, sei italiani su dieci, evitano di acquistare prodotti alimentari che contengano olio di palma. Le importazioni di olio di palma, ad uso alimentare in Italia, hanno quindi invertito la rotta dopo essere più
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Verifiche accatastamento fabbricati Invio postale bonario dell’Agenzia delle Entrate
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’Agenzia delle Entrate sta avviando una campagna di sensibilizzazione per permettere, ai proprietari dei fabbricati rurali non ancora dichiarati al Catasto Edilizio Urbano, di regolarizzare la propria posizione. In queste settimane, tramite il servizio postale, saranno inviati avvisi bonari ai proprietari dei circa 800 mila fabbricati rurali, o loro porzioni. Al ricevimento dell’avviso gli interessati saranno quindi informati sulla propria posizione e potranno verificare se soggetti all’obbligo di dichiarazione. Nel caso si aderisca agli avvisi dell’Agenzia delle Entra-
te, presentando una dichiarazione di aggiornamento catastale, si potrà beneficiare dell’istituto del ravvedimento operoso, con un risparmio sulle sanzioni che, ad esempio, si ridurranno da un importo compreso tra € 1.032 e € 8.264 ad un importo di € 172 (pari ad 1/6 del minimo). È necessario verificare la situazione dei fabbricati segnalati perché non in tutti i casi sarà necessario effettuare una variazione catastale, ma sarà comunque doverosa una segnalazione dell’inesattezza dell’avviso ricevuto. Qualora fosse accertato l’obbligo di dichiarazione e il contribuente non aderisse volontariamente, scatteran-
no le sanzioni previste dalla legge con conseguente variazione d’ufficio con oneri a carico del soggetto inadempiente. Gli uffici di Coldiretti Asti sono a disposizione per le verifiche e comunicazioni del caso.
News
Donne in trasferta in Liguria Visita a un’azienda olivicola e a un vivaio
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gli oli essenziali di erbe aromatiche. Prima del rientro c’è stata la possi-
bilità di visitare il museo dei frutti antichi.
Ecco i Superfood, quelli della nonna, un patrimomio da custodire Un italiano su quattro (25%) ha acquistato almeno qualche volta durante l’anno i superfood, cioè i prodotti alimentari ai quali vengono associati specifiche proprietà salutistiche, con l’Italia che può offrire una valida alternativa ai prodotti esotici come dimostra la prima esposizione dei supercibi della nonna, dalle
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carote viola alla patata turchese, dalla roveja di Cascia alla pompia fino ai fagioli del purgatorio. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ presentata in occasione dell’incontro su “Le vacanze tra cibo e cultura con i superfood della nonna” nell’anno dedicato dall’Onu al turismo sostenibile. Sul territorio nazionale - spiega
la Coldiretti - ci sono ben 40mila aziende agricole impegnate nel custodire semi o piante a rischio di estinzione. Un patrimonio del Made in Italy che in modo del tutto naturale aiuta il benessere e l’ambiente e risponde alla domanda del wellness a tavola, che si sposta dal supermercato alle vacanze
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l 6 giugno scorso, Coldiretti Asti Donne Impresa ha effettuato un interessantissimo viaggio di studio in Liguria. È stata visitata l’azienda agricola “La Fattoria” di Marisa e Sandra Plando a Ranzo in provincia di Imperia, dove è stata seguita una degustazione guidata di olio di oliva. Nel pomeriggio la comitiva, guidata da Paola Romanato, ha fatto visita ai vivai “Montina” di Cisano sul Nèva in provincia di Savona, entrando in contatto con la produzione de-
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Gli inglesi non brindano più
Dopo Brexit: vino mai così caro; l’export Made in Italy cala del 7%
Attualità
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li inglesi non brindano più. Le bottiglie di vino in vendita in Gran Bretagna non sono mai state così care. È l’effetto dei tassi di cambio sfavorevoli, ma anche dell’aumento della tassazione sugli alcolici. È quanto emerge da una analisi di Coldiretti dalla quale si evidenzia che calano del 7% anche le vendite del vino italiano sulla base dei dati Istat relativi ai primo bimestre del 2017. Dal dopo Brexit in Gran Bretagna, per effetto della svalutazione record della sterlina, l’aumento del prezzo del vino, che è in gran parte di importazione, è stato costante. Oggi gli inglesi, per bersi una bottiglia di vino, devono sborsare mediamente 6,3 euro (5,56 sterline). Particolarmente toccato lo spumante italiano che ha in Gran Bretagna - sottolinea Coldiretti - il primo mercato mondiale con il 30% delle bottiglie esportate, in pratica quasi 1 su 3. Ora si è invertita la tendenza e le esportazioni sono in calo anche per gli aumenti delle accise che riguardano tutti i vini e gli spumanti e che a febbraio sono stati di ben il 9% per il prosecco secondo La Wine and spirit trade association (Wsta). La Gran Bretagna è il quarto sbocco estero dei prodotti agroalimentari nazionali Made in Italy con un valore di ben 3,2 miliardi nel 2016. La voce più importante – conclude la Coldiretti - è rappresentata proprio dal vino e dagli spumanti seguiti dalla pasta, dall’ortofrutta, dai formaggi oltre un terzo dei quali è rappresentato da Parmigiano Reggiano e Grana Padano ma va forte anche la mozzarella di bufala campana.
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Ue-Cina: + 19% export italian food Grazie alla difesa delle Doc e del Made in Italy
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a difesa delle produzioni italiane “Doc” dalla concorrenza sleale dei falsi e delle imitazioni, spinge le esportazioni di prodotti alimentari italiani. Nel primo trimestre di quest’anno, l’export in Cina ha fatto registrare un aumento del 19%. È quanto afferma Coldiretti in riferimento all’intesa sulla lista di duecento indicazioni geografiche, 100 europee e 100 cinesi, che saranno considerate da proteggere, attraverso un accordo bilaterale siglato durante il summit economico Ue-Cina. Il valore delle esportazioni agroalimentari italiane in Cina è stato pari a 391 milioni nel 2016 con il vino che è stato il prodotto più richiesto
dal gigante asiatico per un importo di 101 milioni di euro nello stesso anno. Nella lista delle eccellenze da difendere sono ben 26 quelle italiane tra le quali infatti prevalgono i vini come Asti, Barbaresco, Bardolino Superiore, Barolo, Brachetto d’Acqui, Brunello di Montalcino, Chianti, Conegliano-ValdobbiadeneProsecco, Dolcetto d’Alba, Franciacorta, Montepulciano d’Abruzzo, Nobile di Montepulciano, Soave e Grappa ma anche Gorgonzola, Grana Padano, Asiago, Taleggio, Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, Prosciutto S. Daniele, Toscano, bresaola della Valtellina, Aceto balsamico di Modena.
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Benvenuto all’Igp “Vitellone Piemontese” Presentata a Roma con testimonial d’eccezione e gli astigiani protagonisti
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Trasferta in pullman degli allevatori dell’Astigiano; Danilo Merlo ha grigliato la carne; Renzo Allegretti ha preparato la “battuta al coltello” questo importante risultato e ne hanno sottolineato l’importanza economica il presidente ed il direttore del Coalvi, consorzio di tutela della razza Piemontese, Carlo Gabetti e Giorgio Marega. A spiegare il lavoro svolto da Coldiretti presso l’Ue Maurizio Reale, responsabile nazionale di Coldiretti a Bruxelles e ad illustrare le analisi svolte per la sicurezza delle carni italiane Maria Caramelli, direttrice dell’Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. L’agrichef di Campagna Amica, Stefania Grandinetti, ha illustrato l’importanza nella tradizione gastronomica del Piemonte della carne di razza Piemontese, facendo scoprire i piatti tipici e i tagli più idonei per preparare le va-
rie ricette, oltre a fornire i consigli per cucinare al meglio la grigliata in vista dell’estate. Presenti la Regione Piemonte, rappresentata dall’assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero e dal responsabile del settore promozione Paolo Cumino e tra le varie associazioni quella dei Piemontesi a Roma. “Con l’Igp è stato coronato un iter burocratico di approvazione partito nel 2009 e fortemente sostenuto da Coldiretti – spiega Roberto Cabiale presidente di Coldiretti Asti - che ha portato avanti un lavoro di squadra sinergico con tutte le associazioni, quali il Coalvi, l’Anaborapi, l’Arap Piemonte e l’Asprocarne, oltre agli uffici Confederali e a quelli di Bruxelles e le istituzioni che hanno permesso un’accelerazione dell’iter burocratico. Abbiamo la fortuna di annoverare nell’Astigiano ancora 400 allevamenti bovini di razza piemontese, per un totale di oltre 20.000 capi”. “L’Igp – rileva Antonio Ciotta, direttore Coldiretti Asti – interviene per tutelare la qualità di altissimo
Cronaca
La platea alla presentazione dell’Igp “Vitellone Piemontese” tenutosi l’8 giugno a Roma, si riconoscono il presidente Roberto Cabiale, il direttore Antonio Ciotta e l’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero
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a capitale d’Italia ha dato il benvenuto, con un caloroso abbraccio, all’Igp “Vitelloni Piemontesi della Coscia”. Durante la presentazione, moderata da Jimmy Ghione di “Striscia la Notizia”, hanno preso parte oltre 500 allevatori piemontesi. Tra questi anche gli allevatori dell’Astigiano, giunti a Roma in pullman e di buon mattino, capeggiati dal presidente provinciale, Roberto Cabiale, dal delegato di Giovani Impresa Coldiretti Asti, Danilo Merlo, dal direttore, Antonio Ciotta, e dal presidente della sezione astigiana dell’Associazione regionale Allevatori, Franco Serra. La presentazione della nuova indicazione geografica protetta per la carne della razza Piemontese, si è tenuta a Palazzo Rospigliosi, sede nazionale Coldiretti, alla presenza del presidente nazionale, Roberto Moncalvo, e del segretario generale, Vincenzo Gesmundo. Prima della manifestazione, nel cortile del palazzo, Danilo Merlo, in qualità di esperto “grigliatore” (come fa abitualmente nel suo agriturismo a San Desiderio di Monastero Bormida), si è messo al barbecue ed ha cotto i principali tagli della “Piemontese”. Nel frattempo, in un’altra postazione, Renzo Allegretti, esperto Agrimacellaio a Rocca d’Arazzo dove offre agli astigiani la carne proveniente dal suo allevamento di Callianetto, ha preparato la vera battuta al coltello con la coscia di vitellone. Con la presidente di Coldiretti Piemonte Delia Revelli ed il Delegato Confederale Bruno Rivarossa, hanno tracciato il percorso che ha portato ad ottenere
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Cronaca 10
livello di questa carne, prodotta dagli allevatori e conosciuta in tutto il mondo. Con la presentazione di Roma, possiamo avviare al meglio la fase di applicazione dell’Igp che prevede, sull’etichetta della carne, la denominazione «Vitellone Piemontese della Coscia», il logo della denominazione, la dicitura «Indicazione Geografica Protetta» e il simbolo dell’Unione europea. Sicuramente l’Igp andrà a vantaggio di tutta la razza e beneficerà anche tutto l’indotto, dalle macellerie al turismo gastronomico”. Il fatturato della “Piemontese” è di 500 milioni di Euro, che sale a 800 milioni se si comprende nella filiera la logistica, il trasporto, la mangimistica, la macellazione ed il sezionamento. L’allevamento della Piemontese ha una presenza centenaria, rilevata per la prima volta nel 1886. Le caratteristiche organolettiche della carne, sono molto apprezzate dai consumatori per il ridottissimo contenuto in
Renzo Allegretti, Agrimacellaio ingaggiato a Roma per la Igp “Vitellone Piemontese”
lipidi, l’elevato contenuto in proteine, il colore dal rosato al rosso chiaro brillante. L’Indicazione Geografica Protetta «Vitelloni Piemontesi della coscia» è riservata alle carni ottenute dalla macellazione di bovini maschi e femmine di razza Piemontese iscritti al relativo Libro Genealogico o figli di genitori entrambi iscritti al Libro Genealogico, di età superiore a
12 mesi, allevati e ingrassati, dallo svezzamento alla macellazione, nella zona di produzione che riguarda le province di Alessandria, Asti, Cuneo e Torino ed alcuni comuni della provincia di Biella, Novara e Vercelli, mentre in Liguria sono interessati alcuni comuni della provincia di Savona e di Imperia.
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Danilo Merlo col Presidente Moncalvo e Jimmy Ghione
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In Italia va la bistecca Doc, all’estero gli ormoni allevamento restrittivi, sistemi di rintracciabilità elettronica e forme di vendita diretta della carne da parte degli allevatori attraverso le fattorie e i mercati di Campagna Amica. Il risultato è una vera rivoluzione nell’offerta di carne in Italia che si estende dalle macellerie ai supermercati, dallo street food alle hamburgherie, fino all’arrivo della carta delle carni nei menu proposti dai ristoranti più prestigiosi. La conoscenza delle caratteristiche specifiche dei diversi tipi di carne è diventato un valore aggiunto che
arricchisce l’offerta enogastronomica nella ristorazione e nelle case. Una decisa svolta verso la qualità con il 45% degli italiani che privilegia quella proveniente da allevamenti italiani, il 29% sceglie carni locali e il 20% quella con marchio Dop, Igp o con altre certificazioni di origine secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ #NoVeganAllaRiscossa. Il vero problema rimane che ancora il 40% della carne bovina consumata in Italia arriva dall’estero, compresa quella americana trattata con ormoni.
Piattaforma di dialogo per gli allevamenti Intesa Coldiretti - Assocarni per valorizzare la carne italiana
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ssocarni e Coldiretti hanno dato vita insieme ad una esclusiva piattaforma di dialogo con valenza nazionale e territoriale per salvare gli allevamenti italiani e valorizzare l’intera filiera nell’interprofessione. Il patto nasce in riferimento anche all’iniziativa #NoVeganAllaRiscossa organizzata da Coldiretti e getta le basi per tutelare insieme sia dal punto di vista
istituzionale che economico i produttori italiani di carne valorizzandone il lavoro con un corretto e trasparente dialogo interprofessionale e contrattuale. Un impegno importante anche per il 95% degli italiani che secondo l’indagine Coldiretti/ Ixe’ mangia carne nonostante le fake news, gli allarmismi infondati, le provocazioni e le campagne diffamatorie.
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consumatori vogliono sempre più bistecche “DOC”. Negli ultimi 15 anni, gli animali delle razze storiche italiane sono aumentati del 52%. A certificarlo sono le iscrizioni al libro genealogico che, attraverso le Apa (le associazioni locali degli allevatori), garantiscono un controllo sanitario e qualitativo senza pari in tutto il mondo. È quanto emerge da una analisi di Coldiretti illustrata in occasione dell’indagine su “Il popolo dei No Vegan” per la presentazione dell’Igp dei “Vitelloni Piemontesi della Coscia”. La domanda di qualità e di garanzia dell’origine ha portato ad un vero boom nell’allevamento delle razze storiche italiane da carne che, dopo aver rischiato l’estinzione, sono tornate a ripopolare le campagne dagli Appennini alle Alpi. La razza piemontese è la più diffusa e può contare su ben 276mila capi mentre sono oltre 51mila quelli di razza marchigiana, quasi 45mila di chianina, 12mila romagnola, 10mila maremmana e 32mila podolica per un totale di circa oltre 415mila animali allevati. Un patrimonio consolidato anche grazie a iniziative di valorizzazione messe in campo dagli allevatori, con l’adozione di forme di alimentazione controllata, disciplinari di
Valore dell’allevamento
Boom nello street food, in hamburgherie e nei menù dei ristoranti
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TERRA TERRA AGRI 2016/0185 Azione realizzata con il contributo finanziario della Commissione Europea
Nuove opportunità per i giovani imprenditori Droni in campo con l’Agricoltura 4.0 di precisione
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00 giovani, hanno preso parte il 4 maggio scorso a Candiolo, alla formazione sull’agricoltura di precisione. Sono state realizzate interessanti prove in campo, attraverso l’utilizzo del drone, ed affrontati aspetti teorici molto accattivanti. L’iniziativa si è tenuta, sotto l’attenta organizzazione di Giovani Impresa e Coldiretti Piemonte, presso l’azienda Vanzetti Holstein a Candiolo, in provincia di Torino. “Agricoltura 4.0 – spiega Valentina Binno delegata regionale Giovani Impresa – vuole essere un primo momento formativo, a cui hanno partecipato i giovani provenienti da tutte le province del Piemonte ed anche alcune scuole che hanno aderito. È una tematica, infatti, che merita di essere approfondita essendo di rilevante importanza per l’agricoltura del futuro e che sta suscitando notevole interesse. L’agricoltura di oggi sa interpretare le nuove tecnologie, è in grado di affrontare le sfide della sostenibilità e continua ad offrire sempre nuove opportunità. È l’agricoltura moderna – prosegue Binno - inscritta nel modello di sviluppo proposto dalla nostra Organizzazione che, soprattutto i giovani, hanno saputo far proprio grazie anche ad una rivisitazione in chiave digitale”. Oltre alla dimostrazione in campo dell’utilizzo del drone e delle sue applicazioni, i giovani presenti hanno potuto approfondire alcuni aspetti grazie all’intervento del professor Amedeo Reyneri, docente di Agronomia e Coltivazioni erbacee presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino che ha illustrato le applicazioni agronomiche delle tecniche impiegate nell’ agricoltura di precisione. È stata anche l’occasione per la presentazione, a cura del responsabile delle Politiche Economiche di Coldi-
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retti Stefano Leporati, della App TerraInnova, nuova applicazione creata da Coldiretti, rivolta ai giovani che intendono avvicinarsi al settore agricolo, alle imprese che già vi operano e a tutti gli altri imprenditori interessati, e nata per supportare le attività attraverso una serie di specifici servizi integrati online e a portata di smartphone. Infine, è stata fornita, dal vice direttore di Coldiretti Piemonte Enrico Rinaldi, una panoramica sulla misura 6.1.1 del Psr che riguarda proprio l’insediamento dei giovani agricoltori. “Gli strumenti forniti dal Psr potranno dare un nuovo impulso alle attività imprenditoriali nascenti favorendo, appunto, il primo insediamento – commenta Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte nel suo discorso di saluto conclusivo –. Sempre più giovani scelgono l’agricoltura: nel 2016, a livello nazionale, sono aumentati del 12 % i ragazzi under 35 anni che hanno scelto di lavorare in agricoltura ed anche a livello regionale le aziende con il titolare o il legale rappresentante under 40 quest’anno sono aumentate di oltre il 20%. Grazie alle tecnologie prosegue - possiamo giocare un ruolo di primo piano: il digitale infatti può far crescere e valorizzare l’agricoltura che è alla base dei prodotti conosciuti poi in tut-
to il mondo come eccellenze Made in Italy. Abbiamo bisogno proprio dei giovani, quindi, per affrontare le sfide dell’agricoltura 4.0”. “L’agricoltura di precisione non può prescindere dal tener conto delle caratteristiche del nostro tessuto imprenditoriale, della grande varietà dei nostri territori e del fatto che dobbiamo difendere il più grande patrimonio di biodiversità del mondo – sottolinea il Delegato Confederale Bruno Rivarossa - Se abbiamo questi presupposti certamente possono esserci delle prospettive interessanti in termini di miglioramento del lavoro delle nostre imprese agricole, della trasparenza e della tracciabilità delle informazioni verso il consumatore. Obiettivi che da sempre Coldiretti pone nel progetto dell’agricoltura italiana e che trovano, quindi, nell’agricoltura di precisione un alleato”.
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Inflazione: + 9,7% prezzi frutta al dettaglio Ma nei campi è crisi nera: troppi costi e danni da siccità
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SITUAZIONE GRAVISSIMA
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nche nell’Astigiano, in generale, è in corso una gravissima emergenza per la siccità. Un inverno senza neve e con poca pioggia, proseguito con una primavera altrettanto siccitosa, praticamente ha messo sotto stress tutte le colture. Si fa prima a fare un elenco delle zone elette, dove l’arsura del solleone non ha ancora colpito, come i fondo valle freschi, i terreni con forte risalita capillare, le poche aree in cui qualche acquazzone in più ha stemprato per ora il problema. Ovviamente si registrano danni molto differenti tra le giano fino alla mozzarella di bufala. Se l’Emilia Romagna ha richiesto addirittura al Governo lo stato di emergenza la situazione è preoccupante dal Veneto al Piemonte, dalla Lombardia alla Liguria, dalla Toscana al Lazio, dall’Umbria alla Calabria, dalla Campania alla Puglia, dalla Basilicata fino in Sicilia e Sardegna. Sono gli effetti – conclude la Coldiretti - di un primo
varie colture, anche se in ogni caso la situazione peggiora di giorno in giorno. La vite per ora si difende grazie alla forte capacità di esplorazione del suolo, mentre fra i cereali l’unica speranza è di ottenere una produzione quanti-qualitativa accettabile almeno dagli autunnovernini (grano e orzo), sempre che riesca a chiudere il ciclo produttivo per tempo. L’unica speranza è un’estate piovosa, altrimenti tutte le colture in atto rischiano il fallimento quantitativo/qualitativo e comunque (ove possibile) ottenute con costi d’irrigazione esorbitanti. semestre del 2017 in cui le precipitazioni in Italia sono praticamente dimezzate provocando una situazione di grave siccità dopo che l’inizio dell’anno è stato segnato dal rincorrersi di nubifragi, grandine, siccità e gelate fuori stagione.
Crisi
Anche l’Astigiano colpito dalla siccità
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spingere il carrello della spesa, è l’aumento, del 9,7% dei prezzi al dettaglio della frutta e del 7,7% dei vegetali freschi, rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Le campagne sono però in crisi per l’effetto congiunto di speculazioni e condizioni climatiche avverse con quotazioni che in molti casi non coprono i costi di produzione delle aziende. È quanto emerge da una analisi di Coldiretti a commentare i dati Istat sull’inflazione che scende a maggio ad un valore tendenziale dell’1,4%. Proprio nel momento in cui si assiste ad un aumento dei consumi, importante per fronteggiare il grande caldo, pratiche commerciali sleali lungo la filiera stanno provocando situazioni di crisi diffuse per i coltivatori di frutta estiva – sottolinea la Coldiretti – che chiede interventi per prevenire e perseguire tali pratiche, in una situazione in cui nelle campagne le anomalie climatiche della prima parte del 2017 hanno già provocato danni stimati in oltre un miliardo di euro. Nei campi coltivati lungo tutta la Penisola, con il grande caldo, gli agricoltori devono ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni, dagli ortaggi alla frutta, dai cereali al pomodoro, ma anche i vigneti e il fieno per l’alimentazione degli animali per la produzione di latte per i grandi formaggi tipici dal grana padano al parmigiano reg-
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Partecipatissima Giornata dei Pensionati Coldiretti
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a parrocchiale di Monastero Bormida era gremita, il 7 giugno scorso, per la terza edizione della Giornata provinciale dei Pensionati Coldiretti Asti. L’organizzazione, impeccabile, dell’Associazione Pensionati, presieduta da Bruno Porta, in stretta collaborazione con Epaca e Coldiretti Asti, ha messo a punto un programma di rilievo a cui hanno preso parte tantissimi associati e molti Sindaci della valle Bormida, capitanati dal primo cittadino di Monastero, Ambrogio Spiota. Ad accoglierli oltre a Bruno Porta, il presidente regionale dell’Associazione Pensionati Coldiretti, Pier Luigi Cavallino, e il presidente provinciale Coldiretti, Roberto Cabiale. La giornata si è aperta alle ore 10,45 con l’arrivo dei partecipanti nel piazzale antistante la chiesa parrocchiale di Santa Giulia in piazza XX Settembre. Dopo una succulente colazione, preparata dai volontari della Pro Loco nel bellissimo cortile del castello, sono iniziate le celebrazioni. Il Vescovo diocesano, Mons. Pier Giorgio Micchiardi, ha celebrato la Messa, con l’intervento del Consigliere ecclesiastico provinciale Coldiretti, don Francesco Cartello, del titolare della parrocchia, don Guido Barletta. Una solenne celebrazione eucaristica, molto seguita e parte-
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Si è tenuta a Monastero Bormida la festa provinciale
cipata, impreziosita dalle corale di e dall’offertorio dei doni della terra, rappresentativi - come ha tenuto a sottolineare il Consigliere ecclesiastico Coldiretti - delle varie identità territoriali. Sono stati portati all’altare sette cesti con: frutta e ortaggi; vino; latte e robiole; grano e pane; miele; salumi. In un ottavo cesto, un associato ha portato all’altare lo Statuto della Federazione Coldiretti Asti, per testimoniare i principi e i valori dell’Organizzazione, e un altro agricoltore si è invece presentato a mani vuote per rappresentare gli sforzi del proprio lavoro. L’agricoltore Vincenzo Satragni ha invece voluto recitare una sua poesia dal titolo “La Preghiera del Campagnè”. Il Vescovo e i celebranti, come è stato evidenziato nel corso dell’omelia, hanno voluto incentrare la Santa Messa sull’Eucarestia, proponen-
do chiari riferimenti al “Grazie” sia nella lettura che nel Vangelo: “Uniamo il nostro piccolo Grazie a quello di Gesù – ha detto il Vescovo – che lo eleva al Signore insieme al suo. Con questo, cari amici pensionati, vi invito a farvi Apostoli, fra le vostre famiglie e, soprattutto, fra i giovani. Tutti voi sapete come le preghiere, molte volte, si imparano dai nonni. Che ognuno di noi, anche nei momenti più difficili, possa pensare ai doni ricevuti e quindi ringraziare il Signore: dal dono della vita, a quello della salute, dal dono della Fede, a quello della famiglia e del lavoro”. Al termine della celebrazione religiosa ci sono stati tre interventi laici, il saluto di benvenuto, a tutti gli agricoltori in pensione, da parte del sindaco di Monastero Ambrogio Spiota; l’intervento del presidente regionale dell’Associazione Pensio-
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nati, Pier Luigi Cavallino, che ha chiesto al Creatore di intercedere per la buona salute dei pensionati affinchè possano aiutare i giovani
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importante e fondamentale l’aiuto e l’esperienza dei nostri anziani. Essi sono il vero collante fra il passato e il nostro futuro, anche perchè, nelle aziende agricole, gli agricoltori non vanno mai veramente in pensione”. Al termine della giornata il presidente Bruno Porta, ha espresso tutta la sua soddisfazione: “È stata una bellissima manifestazione, in una zona colpita in poco tempo da due gravi calamità naturali. Abbiamo fortemente voluto portare quest’anno la nostra giornata qui in valle Bormida. Era doveroso e siamo stati premiati da una massiccia e sentita partecipazione. Abbiamo visto come, nonostante i disastri dell’alluvione del novembre scorso, tutto sia stato rimesso a nuovo. Questa è la testimonianza di come malgrado le tante difficoltà ci possa sempre essere una speranza e un futuro”. Dopo la Giornata provinciale, anche i pensionati dell’Astigiano presenzieranno sicuramente numerosi alla Giornata regionale in programma giovedì 29 giugno a Oropa provincia di Biella.
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agricoltori in questi anni così difficili; il sentito appello del presidente provinciale dell’Associazione Pensionati, Bruno Porta, affinchè si possano trovare soluzioni al problema della sicurezza nelle campagne. “Non ci sentiamo più tranquilli a casa nostra – ha detto Porta – sono troppi i furti e le rapine, noi anziani ci sentiamo impotenti e la politica non propone soluzioni a nostra tutela. Oggi, però – ha concluso Porta – per noi deve essere un giorno di festa”. E così è stato, dopo la Santa Messa, ormai all’ora di pranzo, il gruppo si è spostato in regione San Desiderio, dove nell’agriturismo della famiglia Merlo è stato consumato un ricco menù in un’atmosfera conviviale e scherzosa. Questa testimonianza di unità e fratellanza è stata la miglior risposta alle tante problematiche attraversate dal settore primario e dai pensionati. “È proprio nei momenti di maggiori difficoltà - ha tenuto a sottolineare il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale - che nelle nostre famiglie e nel nostro lavoro diventa
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Bruno Porta
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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”
Insetti pronubi, per l’agricoltura e l’ambiente Contribuiscono alla produzione agricola dell’84% delle colture
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nsetti prònubi, chi sono? Si definiscono tali quegli insetti che trasportano il polline da un fiore all’altro, permettendo l’impollinazione e la conseguente formazione del frutto.Gli insetti in grado di svolgere questo compito sono molti, i più importanti sono sicuramente le api mellifere, ma non sono le uniche: anche bombi, api solitarie e mosche sirfidi, infatti, presentano caratteristiche morfologiche adatte a tale specializzazione. Dal punto di vista agricolo la ricaduta è indubbiamente importante: gli insetti impollinatori contribuiscono alla produzione agricola dell’84% delle colture, incrementandone il raccolto e migliorando la qualità dei prodotti. Quali prodotti? Molti più di quelli che si possano immaginare: dai fruttiferi quali nocciolo, castagno, melo, pero, pesco, susino, albicocco, ciliegio, kiwi, o piccoli frutti, agli ortaggi come pomodoro, carota, patata, cipolla, peperone, zucca, fava, zucchina, fagiolo, melanzana, zucca e cetriolo. Ma l’elenco può continuare con colza, girasole, senape, soia e grano saraceno; mandorlo, noce e castagno; tra le piante aromatiche possiamo citare basilico, salvia, rosmarino, timo, coriandolo, cumino e aneto; tra i foraggi per gli animali, erba medica, trifoglio e meliloto, senza dimenticare, tra le piante officinali, camomilla, lavanda ed enotera. I pronubi, tra loro, talvolta possono essere considerati “intercambiabili”, talvolta invece gli uni “funzionano” meglio di altri. Rispetto alle api mellifere, ad esempio, le osmie svolgono un’impollinazione
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più efficace su melo e i bombi su fagiolo. Questi ultimi possono effettuare una “vibro-impollinazione” su colture quali pomodoro, peperone e mirtillo, e, in generale, bombi e osmie riescono a bottinare le colture agricole in presenza di condizioni climatiche di freddo e umido, quando le api mellifere non riescono a volare.Tuttavia in Italia è stato calcolato che annualmente l’apporto economico delle api mellifere al comparto agricolo è di circa 1.600 milioni euro, con un contributo da parte di ogni singolo alveare di circa 1.240 euro. Negli ultimi decenni, però, a fronte di un più diffuso ricorso agli impollinatori in frutteti e serre professionali, si sta assistendo in tutta Europa ad una rapida e drammatica diminuzione del numero di api mellifere allevate e di pronubi selvatici. In media si è calcolata una perdita di oltre il 16% delle arnie di api mellifere di tutta Europa, facilmente conteggiabili in quanto allevate, ma anche bombi e api solitarie stanno subendo una progressiva riduzione in molte aree d’Europa. Le ragioni di questo declino sono molteplici: dalla rarefazione degli spazi ricchi di fiori, ai parassiti e le malattie che colpiscono gli insetti, per finire con l’uso ed abuso degli agrofarmaci. Considerando che le api e gli altri pronubi selvatici esistono sulla Terra da milioni di anni e che fino ad oggi hanno giocato un ruolo biologico fondamentale nell’ecosistema, garantendo la sopravvivenza di un grande numero di specie vegetali, migliorando la biodiversità e ostacolando la scomparsa di specie botaniche in
Quando gli impollinatori muoiono anche un pezzo del territorio si perde con loro
via d’estinzione, la loro scomparsa da determinati ecosistemi deve far subito pensare ad una situazione ambientale degradata e a rischio. Le api sono considerate a ragione “sentinelle dell’ambiente”. Alcuni suggerimenti. Creare gli habitat idonei per lo sviluppo e la nidificazione dei pronubi riservando, ad esempio, aree incolte per fioriture spontanee, oppure seminando coltivazioni in grado di produrre fioriture nettarifere o pollinifere (es. colza, trifoglio e fava). Si tratta di due esempi alla portata di tutti e da cui tutti i pronubi potrebbero trarre giovamento. Ma se da un lato è importante costituire habitat idonei, dall’altro è
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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”
Api su amenti di nocciolo e castagno, due produzioni che non possono prescindere dalla fecondazione entomofila
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I bombi garantiscono maggiore allegagione e produttività
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fondamentale consentire loro di sopravvivere e di non morire. In che modo? Gestendo correttamente l’utilizzo degli agrofarmaci, cercando di evitare l’uso di insetticidi noti per essere nocivi ai pronubi e alle api e riducendo l’uso di diserbanti. Utile rammentare l’esistenza anche di una legge regionale (art. 17 L.R. 20/98) che, proprio al fine di salvaguardare l’azione pronuba delle api, vieta i trattamenti antiparassitari con fitofarmaci ed erbicidi tossici per
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le api su colture arboree, erbacee, ornamentali e spontanee durante il periodo di fioritura, dalla schiusura dei petali alla caduta degli stessi. I trattamenti sono altresì vietati in presenza di melate sulle colture oggetto del trattamento, così come in presenza di fioriture nella vegetazione sottostante, che pertanto deve essere asportata prima del trattamento, in modo da non attrarre ignari pronubi. Il rispetto di quanto normato dalla presente legge non andrebbe vis-
suto come una imposizione priva di sensatezza, quanto piuttosto come una ulteriore conferma di principi comportamentali che sono da sempre appartenuti al produttore agricolo, inteso come tutore dell’ambiente in una sostanziale relazione di custodia della terra, densa di valori etici ed estetici, e di rispetto per il paesaggio rurale e la biodiversità.
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Osmia rufa, imenottero apoideo solitario, è un’eccellente impollinatore delle rosaceae (melo, pero, albicocco, ciliegio, ecc.)
(Articolo redatto in collaborazione con la Dott.ssa Ulderica Grassone – Aspromiele)
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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”
Limitazioni d’uso sui fitofarmaci
Fondamentali novità per le distanze da rispettare, 30 m riducibili a 10 on Deliberazione della Giunta Regionale, 20 giugno 2016, n. 25-3509, in applicazione del PAN, Piano Nazionale d’Azione per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, sono state emanate le linee di indirizzo regionali per la riduzione dell’uso di tali prodotti nelle aree frequentate dalla popolazione e nelle aree agricole ad esse adiacenti. Di seguito prendiamo in esame alcune parti del provvedimento, di particolare interesse per gli operatori agricoli.
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MODALITÀ DI AVVISO ALLA POPOLAZIONE Si ricorda l’obbligo di segnalazione del trattamento nei seguenti casi: • impiego di prodotti fitosanitari in ambiti agricoli in prossimità di aree potenzialmente frequentate dalle persone e in ambiti extra-agricoli; • quando espressamente riportato in etichetta; • quando previsto dalle autorità competenti. Il paragrafo A.5.6 del PAN prevede, altresì, l’obbligo di avvisare la popolazione attraverso l’apposizione di cartelli che indicano, tra l’altro, la sostanza attiva utilizzata, la data del trattamento e la durata del divieto di accesso all’area trattata. È opportuno indicare anche lo scopo del trattamento. La durata del divieto di accesso non deve essere inferiore al tempo di rientro indicato nell’etichetta dei prodotti fitosanitari utilizzati. Nel caso in cui l’eti-
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chetta non riporti un tempo di rientro il divieto di accesso nelle aree frequentate dalla popolazione non può essere inferiore a 48 ore. Si ricorda che non possono essere utilizzati prodotti fitosanitari che riportino in etichetta tempi di rientro superiori alle 48 ore. Relativamente alle modalità operative per avvisare la popolazione queste possono essere diverse e vanno opportunamente individuate caso per caso. Solitamente e ove possibile si ricorre all’apposizione di cartelli (es. in Figura 1), mentre qualora il trattamento interessi un’area estesa/vasta, una strada, un viale o un quartiere, lo stesso può essere comunicato attraverso il sito web del Comune o con altri mezzi di grande comunicazione. AREE AGRICOLE ADIACENTI O PROSSIME A QUELLE FREQUENTATE DALLA POPOLAZIONE O DA GRUPPI VULNERABILI Esecuzione dei trattamenti Allo scopo di ridurre i rischi derivanti dall’impiego dei prodotti fitosanitari il PAN, al paragrafo A.5.6, prevede in queste aree il divieto di utilizzo a distanze inferiori a 30 m (distanza di sicurezza) di prodotti fitosanitari classificati tossici, molto tossici e/o recanti in etichetta le frasi di rischio R40, R42, R43, R60, R61, R62, R63 e R68, ai sensi del d.lgs. 65/2003 e s.m.i., o le indicazioni di pericolo corrispondenti, di cui al Reg. 1272/2008. [Vedere la tabella di conversione
delle vecchie frasi R con le nuove frasi H]. Non è necessario rispettare la distanza di sicurezza nel caso di utilizzo di atomizzatori a tunnel oppure qualora la coltura sia all’interno di un ambiente protetto, come ad esempio una serra chiusa. Fatte salve eventuali prescrizioni più restrittive riportate in etichetta, e fatte salve eventuali disposizioni più restrittive adottate dall’Autorità locale competente, il PAN prevede la possibilità di ridurre la distanza di sicurezza fino a 10 m dalle predette aree, qualora vengano adottate idonee misure di contenimento della deriva. Frasi DPD
Frasi CLP
R 40
H 351
R 42
H 334
R 43
H 317
R 60
H 360F
R 61
H 360D
R 62
H 360 Df
R 63
H 361d
R 68
H 341
Misure di contenimento della deriva per colture arboree 1) Presenza di una barriera vegetale continua con copertura fogliare fitta, altezza minima di 3 m; 2) presenza di una barriera artificiale, altezza minima di 3 m; 3) presenza di rete ombreggiante (es. rete antinsetto) fino a terra; 4) adozione di sistemi di regolazione della direzione del flusso
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d’aria (es. convogliatori d’aria a torretta, manichette flessibili, deflettori posizionati nella parte superiore di macchine con disposizione degli ugelli a raggiera) in combinazione con ugelli antideriva ad iniezione d’aria; 5) adozione di sistemi di regolazione della quantità di aria (es. utilizzo di atomizzatori con ventola spenta oppure paratie per esclusione parziale di aria) in combinazione con ugelli antideriva ad iniezione d’aria; 6) in alternativa utilizzo di attrezzature manuali (es. lancia a mano, attrezzature spalleggiate) negli ultimi 20 m trattati, indirizzando la miscela esclusivamen-
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te verso l’interno dell’appezzamento; 7) uso di coadiuvanti antideriva. Misure di contenimento della deriva per colture erbacee 8) Presenza di una barriera vegetale continua con copertura fogliare fitta, altezza superiore di almeno 1 m rispetto alla coltura da trattare; 9) presenza di una barriera artificiale, altezza superiore di almeno 1 m rispetto alla coltura da trattare; 10) presenza di rete ombreggiante (es. rete anti-insetto) fino a terra; utilizzo di barre irroratrici equipaggiate con manica d’aria;
Modalità di distribuzione dei prodotti fitosanitari La distribuzione dei prodotti fitosanitari con macchine irroratrici con sistema di distribuzione del tipo a cannone è vietata in prossimità di aree o di strutture frequentate dalla popolazione. Tali attrezzature possono quindi essere impiegate solo in aree distanti da zone urbane, abitative, industriali o residenziali e solamente nel caso di impossibilità ad intervenire con altri metodi/ attrezzature. In ogni caso la distribuzione dei prodotti fitosanitari può avvenire solo in condizioni di vento tali da non comportare alcuna visibile deriva. Modalità di segnalazione L’obbligo di segnalazione del trattamento decorre nei casi in cui la distanza fra il bordo delle aree potenzialmente frequentate dalla popolazione ed il limite
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11) utilizzo di barre irroratrici con ugelli o campana antideriva nonché dotate di ugello asimmetrico a fine barra; 12) in alternativa utilizzo di attrezzature manuali (es. lancia a mano, attrezzature spalleggiate) negli ultimi 20 m trattati, indirizzando la miscela esclusivamente verso l’interno ell’appezzamento; 13) uso di coadiuvanti antideriva. Per i diserbanti la distanza di sicurezza può essere ridotta a 10 m qualora vengano utilizzate irroratrici equipaggiate con manica d’aria oppure ugelli antideriva o una campana antideriva per applicazioni localizzate. Le barre devono essere dotate di ugello asimmetrico a fine barra.
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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”
esterno dell’appezzamento oggetto del rattamento è inferiore a 30 m ovvero a 10 m nei casi in cui si adottino i sistemi antideriva. Gli utilizzatori professionali devono segnalare l’avvio di esecuzione dei trattamenti fitosanitari secondo le seguenti modalità. Colture estensive e industriali. Prima dell’inizio del trattamento e per tutta la durata dell’operazione, sul lato dell’appezzamento trattato prossimo all’area frequentata dalla popolazione, dovranno essere gli apposti cartelli di cui alla fig. 1, uno all’inizio e uno alla fine. Colture ortofrutticole e vite: prima dell’inizio dell’esecuzione dei trattamenti e per tutta la durata del periodo durante il quale vengono effettuati i trattamenti, devono essere apposti i cartelli
Ulteriori disposizioni La distribuzione di prodotti fitosanitari in aree agricole prossime a plessi scolastici, asili nido, centri diurni per l’infanzia, parchi gioco per l’infanzia, strutture sanitarie e istituti di cura è consentita esclusivamente al di fuori dell’orario di apertura di tali strutture e in ogni caso è consigliabile tra le ore 19:00 e le ore 07:00.
uso professionale, utilizzate per la distribuzione di prodotti fitosanitari devono essere sottoposte al controllo funzionale periodico presso i Centri Prova autorizzati secondo le tempistiche definite al paragrafo A.3 del PAN. Gli utilizzatori sono tenuti ad effettuare la manutenzione periodica e la corretta regolazione delle attrezzature in modo da garantirne l’efficienza e la sicurezza d’impiego. La regolazione deve essere effettuata in base alle caratteristiche del bersaglio con particolare attenzione al volume da utilizzare, alla direzione e alla velocità dell’aria prodotta dal ventilatore della macchina (se presente).
Controllo e regolazione attrezzature Le attrezzature (irroratrici) per
Per ulteriori informazioni rivolgersi agli uffici tecnici della Coldiretti, tel. 0141-380427.
sul lato dell’appezzamento trattato prossimo all’area frequentata dalla popolazione. In alcuni casi, come ad esempio le piste ciclabili, si possono adottare soluzioni che prevedono la collocazione di bacheche ad ogni punto di accesso dell’area.
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Verifiche macchine irroratrici di fitofarmaci
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prenotazione da compilare presso un Centro autorizzato che dovrà riportare la firma del tecnico abilitato e la firma del rappresentante dell’azienda che richiede il servizio. Il modulo dovrà essere custodito in originale presso l’azienda agricola richiedente, ed in copia presso il Centro autorizzato e rappresenterà il documento da esibire in caso di controlli da parte degli Enti preposti. In caso di comproprietà di attrezzature è sufficiente la sottoscrizione in originale del modulo da parte di uno solo dei proprietari, ma tutti
i comproprietari dovranno custodirne una copia. Gli interessati sono pregati di mettersi in contatto con i nostri uffici tecnici per valutare la situazione delle proprie attrezzature irroratrici ed eventualmente prenotarne il controllo ad opera del Centro autorizzato di Coldiretti Asti.
Regole generali per l’esecuzione dei trattamenti fitosanitari
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Decalogo in 18 punti della Regione Piemonte 1. Utilizzare solo prodotti autorizzati allo scopo; 2. cercare di sostituire i prodotti più tossici con prodotti meno pericolosi; 3. utilizzare preferibilmente formulati a basso impatto ambientale e selettivi per gli organismi utili; 4. effettuare i trattamenti solo dopo aver verificato la reale necessita degli stessi; 5. verificare lo stadio di sviluppo dell’avversità da combattere e della coltura, agendo nella situazione più sfavorevole all’avversità; 6. verificare la modalità di azione del prodotto, il suo spettro di azione e la sua selettività; 7. prima di iniziare il trattamento leggere sempre l’etichetta del
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prodotto ed attenersi scrupolosamente alle sue indicazioni; 8. in caso di trattamento in serra verificare che il formulato sia autorizzato a tale scopo; 9. non trattare durante il periodo della fioritura per salvaguardare gli insetti pronubi; 10. sfalciare le erbe fiorite presenti sotto le colture arboree da trattare; 11. non trattare in presenza di bambini, estranei, animali; 12. non trattare nelle ore più calde della giornata o in giornate piovose; 13. non trattare in giornate ventose per evitare l’effetto di deriva del prodotto; 14. evitare che la nube di prodotto fuoriesca dall’appezzamento irrorato, investendo case,
strade, giardini, corsi d’acqua e colture confinanti; 15. rispettare le fasce di rispetto da un corso d’acqua riportate in etichetta; 16. avvertire dell’esecuzione del trattamento tutti coloro che potrebbero venirne coinvolti; 17. apporre cartelli ai bordi dei campi trattati per segnalare la presenza di sostanze tossiche che avvertono che è pericoloso toccare la vegetazione, raccogliere e consumare i frutti; 18. annotare tutte le informazioni relative ai trattamenti effettuati durante l’anno su ogni appezzamento o coltura nel registro dei trattamenti. Estratto da: Regione Piemonte Guida all’uso corretto dei prodotti fitosanitari
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riguardo delle macchine irroratrici di fitofarmaci non ancora sottoposte al controllo funzionale obbligatorio, il Ministero Agricoltura e la Regione Piemonte hanno adottato il meccanismo di PRENOTAZIONE proposto dalla Coldiretti al fine di evitare le sanzioni. Infatti, il 26 novembre 2016 erano scaduti i termini per effettuare il controllo funzionale delle macchine distributrici di prodotti chimici in agricoltura, ai sensi dalla Direttiva UE n. 2009/128/CE e del D.Lgs 150/2012. È stato quindi previsto un modulo ufficiale di
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Evitare le sanzioni con la prenotazione
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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”
Lotta obbligatoria alla Flavescenza Dorata Come comportarsi: l’intera provincia è zona di insediamento on la Determinazione n. 401 del 10/05/2017 il Settore Fitosanitario della Regione Piemonte ha emanato le principali norme 2017 di Lotta Obbligatoria alla Flavescenza dorata della vite; proviamo a ripercorrere alcuni punti salienti del documento. L’intero territorio della Provincia di Asti è confermato come ZONA DI INSEDIAMENTO. Nelle zone focolaio e nelle zone di insediamento è sempre obbligatorio dopo ogni trattamento insetticida asportare la vegetazione sintomatica o capitozzare le piante, senza attendere la vendemmia; in inverno estirpare le ceppaie comprese le radici. Le aziende biologiche devono comunque effettuare tali operazioni nel corso di tutta la stagione vegetativa anche se sono effettuati i trattamenti solo sui giovani dell’insetto vettore. Nelle zone di insediamento, è sempre consigliato l’estirpo delle piante infette. In qualsiasi tipo di zona, comprese le zone indenni particolarmente a rischio, nel caso di superfici vitate abbandonate, trascurate o viti inselvatichite dove non esistano le condizioni per effettuare un efficace controllo del vettore, è obbligatorio l’estirpo di tutte le viti o dell’intero appezzamento. Nelle zone focolaio e nelle zone di insediamento devono essere effettuati obbligatoriamente due trattamenti insetticidi all’anno. Se il livello di popolazione lo richiede può essere effettuato un terzo trattamento insetticida; tale trattamento è anche
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previsto dalle Norme Tecniche 2017 di Produzione Integrata. Le aziende aderenti alle azioni di Produzione integrata possono effettuare anche un quarto trattamento. Per il terzo e il quarto trattamento insetticida, può essere scelta una tra le seguenti modalità: - un trattamento insetticida a tutto campo; - un trattamento insetticida localizzato sui filari esterni di vigneti situati in prossimità di vigneti abbandonati o incolti o capezzagne con presenza di viti selvatiche in cui si verifichino una recrudescenza della malattia e/o catture significative di adulti di scafoideo su trappole cromotattiche eventualmente poste sui filari limitrofi; - un trattamento insetticida post vendemmia. Qualora occorra trattare a ridosso della vendemmia, sia in pre che in post vendemmia, a causa della reimmigrazione di scafoideo in vigneto può essere effettuato un solo trattamento insetticida all’anno con piretroidi, registrati per l’impiego contro lo scafoideo e le cicaline della vite. In prossimità di incolti o capezzagne con presenza di viti selvatiche il trattamento deve essere localizzato e rivolto al vigneto; è vietato trattare gli incolti e le capezzagne al fine di evitare danni agli insetti pronubi e alle api. Le aziende che aderiscono alle azioni di Produzione Integrata della programmazione del PSR 2014-2020 per un eventuale terzo e quarto trattamento insetticida possono impiegare
una delle sostanze attive già utilizzate nei primi due interventi per tali aziende: si consiglia in ogni caso di confrontarsi con il proprio tecnico per ulteriori dettagli e valutazioni. Ai sensi dell’art. 17 della L.R. n. 20 del 03/08/1998, al fine di salvaguardare l’azione pronuba delle api, sono vietati i trattamenti con prodotti fitosanitari (insetticidi, erbicidi e fungicidi) tossici per le api durante il periodo di fioritura della vite. I trattamenti sono vietati anche se sono presenti secrezioni nettarifere extrafiorali; in presenza di eventuali fioriture spontanee nella vegetazione sottostante le viti, occorre eliminare la vegetazione stessa tramite sfalcio e appassimento o asportazione. Il trattamento deve inoltre essere effettuato in assenza di vento per evitare fenomeni di deriva. Devono essere evitati i trattamenti in presenza di melata nei
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mesi di luglio, agosto e settembre. L’inosservanza di tali norme può essere causa di gravi danni all’apicoltura e all’ambiente. Il Settore Fitosanitario e servizi tecnico-scientifici emetterà specifici comunicati in prossimità dei periodi ottimali per l’esecuzione dei trattamenti insetticidi contro l’insetto vettore. Tali bollettini hanno lo scopo di fornire una indicazione generale; tuttavia occorre che si attui una verifica puntuale sul territo-
rio per valutare localmente la presenza del vettore Scaphoideus titanus e dei suoi stadi di sviluppo. Per i nuovi impianti e per la sostituzione di singole viti è raccomandato l’utilizzo di materiale di oltiplicazione che sia stato sottoposto a trattamento termoterapico a 50°C per 45 minuti. È opportuno che l’effettiva esecuzione del trattamento sia garantita attraverso la reportistica emessa dall’impianto e/o attraverso un sistema di certificazione volontaria, in base alle norme internazionali, che consenta altresì la tracciabilità del materiale di moltiplicazione. SANZIONI Per le violazioni alle disposizioni regionali in applicazione del Decreto Ministeriale del 31/05/2000 “Misure per la lotta obbligatoria
contro la Flavescenza Dorata della vite” sono applicate le sanzioni amministrative previste dal comma 2 dell’art. 9 (Misure di emergenza per la prevenzione e l’eradicazione di fitopatie ed infestazioni parassitarie) della legge regionale 29 aprile 2013, n. 6 “Disposizioni regionali in materia agricola”: “I soggetti che non rispettano l’obbligo di estirpazione entro i termini fissati dal Settore fitosanitario regionale, ai sensi del comma 1, sono puniti con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di 0,3 euro per metro quadrato di superficie; in ogni caso la sanzione pecuniaria non può essere inferiore a 1.500,00 euro. Chiunque non rispetti gli obblighi relativi all’esecuzione di trattamenti fitoiatrici obbligatori entro i termini fissati dal settore fitosanitario, ai sensi del comma 1, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 200,00 euro a 1.200,00 euro”. Sono inoltre applicate le seguenti misure previste dal comma 3 dell’art. 9 (Misure di emergenza per la prevenzione e l’eradicazione di fitopatie ed infestazioni parassitarie) della legge regionale 29 aprile 2013, n. 6 “Disposizioni regionali in materia agricola”: - l’esecuzione coatta delle misure fitosanitarie previste al comma 1 ponendo a carico del trasgressore le relative spese; - la sospensione di ogni forma di contributo economico in ambito agricolo a qualsiasi titolo amministrato dalla Regione Piemonte. Per ogni eventuale dubbio o dettaglio rivolgersi agli uffici tecnici zonali della Coldiretti.
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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”
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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”
Perchè il marketing è importante per le aziende agricole? Corso e-learning realizzato da INIPA - Coldiretti educational mmaginate che voi e gli imprenditori dei vostri dintorni produciate esattamente la stessa varietà di prodotto. Ogni settimana, avendo un identico banco al mercato locale, come faranno i consumatori a scegliere quale prodotto acquistare? Se la risposta fosse “in base al prezzo”, in un attimo vi ritroverete a ridurre la qualità del prodotto e i costi di produzione per offrire prezzi più favorevoli. Ma immaginate che un bel giorno, per caso, uno di voi cominci a chiacchierare con i consumatori per capire cosa desiderano veramente e decida di adattare la propria offerta alle “esigenze del mercato”. Può darsi che si metta ad offrire differenti varietà di prodotto oppure a vendere altri prodotti. Potrebbe decorare al meglio la sua bancarella, per renderla identificabile, ed offrire informazioni sui prodotti. Potrebbe infine decidere di cominciare a consegnarli a domicilio! Secondo voi, la concorrenza, a questo punto, sarebbe ancora basata esclusivamente sul prezzo? O forse i consumatori saranno disponibili a pagare qualcosa in più in cambio di prodotti e servizi migliori? Quindi, che cos’è il marketing? Alcuni pensano, erroneamente, che il “marketing” sia solo l’organizzazione delle vendite o la comunicazione pubblicitaria. Al contrario, è un insieme di strumenti che entra in azione molto prima che i prodotti siano pronti per essere venduti sul mercato. Il marketing è prima di tutto una “mentalità” che ci aiuta a “pianificare” la nostra produzione per
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la soddisfazione dei nostri clienti: una modalità di pensiero che va dai processi di produzione fino al modo in cui rispondiamo al telefono... Perché è utile? Perché ci aiuta ad avere le idee giuste e a trovare gli elementi che ci “differenziano” agli occhi dei nostri clienti e dai nostri concorrenti. Ovviamente, il marketing non è una magia, ma la mancanza di una visione orientata al mercato riduce la probabilità di un risultato soddisfacente. Ma in pratica, quali azioni prevede il marketing? Buonsenso, creatività e progettazione! La prima cosa da fare è “analizzare” il vostro mercato: scoprite se i vostri clienti sono soddisfatti o se potete fare qualcosa in più per loro; vedete se esistono nuovi potenziali clienti e capite come coinvolgerli; confrontate tutto ciò che offrono i vostri concorrenti e chiedetevi se potete fare di meglio e in che modo... I risultati di tale analisi costituiranno la base per un piano dettagliato: le attività previste, i ruoli e le
responsabilità, le stime di costi e dei prezzi… fino al modo con cui pensate di misurare i risultati (ad esempio, monitorando le vendite, i prezzi, il numero di clienti, ecc.). Adesso è il momento di agire! Ma non dimenticate di monitorare i risultati: solo così potrete calibrare al meglio la strategia e la vostra personalità aziendale alle esigenze mutevoli del mercato. Ecco una lista di errori di marketing frequenti, che possiamo compiere senza esserne consapevoli: • vendere un prodotto che piace a noi, ma alla maggior parte dei consumatori no; • offrire un ottimo prodotto ad un prezzo troppo basso o con un packaging poco attraente; • lanciare una nuova idea senza difenderla o con troppa lentezza, lasciando ai concorrenti il tempo di copiarla; • non raccontare, né promuovere, tutte le caratteristiche positive del nostro prodotto solo perché sapete di averlo prodotto “bene”; • ignorare l’emergere di un nuovo canale di mercato.
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nostri prodotti e servizi? Sono facili o difficili da sostituire con quelli dei concorrenti? Perché? b. Le tendenze del mercato: il mercato si sta espandendo o contraendo? Qual è l’andamento dei volumi e dei prezzi? Stanno emergendo nuove preferenze, abitudini e paure, ovvero nuovi stili di vita o bisogni? c. La segmentazione del mercato: Quali gruppi di consumatori sono più interessati a ciò che offriamo? Famiglie o single? Bambini, ragazzi, giovani, adulti? Quale fascia di reddito o livello di istruzione? d. Gli spazi di mercato: È possibile identificare gruppi di potenziali nuovi clienti che possiamo acquisire? Quali sono i loro comportamenti d’acquisto e i loro parametri di scelta? e. Il comportamento strategico dei concorrenti: quali sono le strategie attuali dei nostri concorrenti? f. Costi e prezzi. Ad esempio, possiamo farci una prima idea su mercato, concorrenza e consumatori tramite un focus group, un’indagine “quantitativa”, ovvero far compilare un
questionario breve e organizzare un test di prodotto. Pensare, pianificare e agire: il marketing “strategico” e “operativo” Nel preparare la nostra strategia di marketing, dobbiamo però partire da due aspetti: dove ci troviamo ora e dove vogliamo andare. Non tutte le aziende hanno però una chiara idea di “dove sono”. Per questo è indispensabile procurarsi alcune informazioni: • cosa stiamo vendendo e quale aspetto dei nostri prodotti/servizi viene apprezzato; • quali tipologie di consumatori e se ci sono potenziali clienti non ancora raggiunti; • se il trend del mercato è favorevole o meglio diversificare l’offerta; • cosa fanno i concorrenti attuali e se nuovi competitors entreranno nello stesso mercato. Una volta che siamo consapevoli di dove ci troviamo, dobbiamo identificare e pianificare un particolare percorso di sviluppo. Questo è il marketing strategico. Dopodiché, dobbiamo costruire la “personalità” del nostro nuovo approccio, con un mix di iniziati-
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Proviamo a vedere cosa vuol dire nel concreto “fare marketing” in agricoltura? “Un obiettivo senza un piano è solo un desiderio” [Antoine de Saint-Exupéry] Parliamo di METE e PERCORSI. Come prevedere il comportamento dei clienti. Tempo fa, il concetto di consumatore come lo consideriamo oggi non esisteva e le varietà dei prodotti disponibili in vendita erano limitate, per tanto tutto ciò che era prodotto aveva buone possibilità di essere scelto e venduto. Al giorno d’oggi i consumatori sono sempre più informati circa la qualità di un prodotto alimentare e scelgono in modo molto individualizzato: il sapore è certamente importante, ma c’è pure una crescente sensibilità i temi legati alla salute, all’origine degli alimenti, al benessere animale, all’etica e alla sostenibilità. Diventa quindi importante aumentare la fedeltà del consumatore, ampliare e diversificare il portafoglio clienti, tenersi bene informati sul grado di soddisfazione. Monitorare il mercato Il valore di un prodotto non è confinato solo al suo impiego pratico, perciò diviene sempre più importante monitorare il nostro mercato. Appena un mercato diviene interessante, le imprese si ritrovano a sgomitare per farsi notare. Quindi dobbiamo sempre includere un’analisi del mercato alla nostra strategia di marketing. Ma poiché nessuno ha il tempo di leggere tutte le pubblicazioni di settore, possiamo scegliere alcune variabili chiave per raccogliere informazioni in modo pratico e continuativo: a. Il posizionamento: Cosa pensano i clienti? Considerano buono il rapporto qualità/prezzo dei
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Una visione flessibile del processo produttivo permette di cogliere o persino di anticipare le opportunità emergenti. Ma l’orientamento al prodotto è sbagliato? No, nient’affatto, perché è davvero molto importante difendere e portare avanti la qualità. Tuttavia, un atteggiamento orientato al prodotto si concentra di più sulle tecniche produttive, la sua politica di investimenti, l’organizzazione del proprio staff… e tende ad essere piuttosto rigido nei confronti dei cambiamenti dell’ambiente esterno, ritenendo che sarà sempre in grado di vendere ciò che produce. Le confezioni, ad esempio, sono spesso considerate solo come un mezzo per trasportare i prodotti. Se adottiamo un atteggiamento orientato al marketing, stiamo conseguendo un tipo di soddisfazione che nasce
dall’aver raggiunto una maggiore abilità nelle relazioni, delegando parte della libertà decisionale ai nostri clienti! È possibile scoprire consigli, segreti e buone prassi sul marketing per le aziende agricole grazie a INIPA e al suo corso e-learning gratuito, nel quale si parla di marketing, pianificazione, mercati degli agricoltori, qualità, marchio territoriale e forza del territorio, vendere all’estero. Per ulteriori informazioni contattare l’ufficio Coldiretti Asti: 0141-380427.
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ve che riguardano elementi visivi, verbali e messaggi, un corretto comportamento di vendita, i punti in cui far trovare i nostri prodotti, ecc… Il marketing operativo può quindi essere definito come l’insieme delle azioni da compiere. Possiamo identificare quattro fasi principali: 1. Trasformare la strategia in tattica, cioè in un elenco singole azioni dettagliate; 2. Analizzare le competenze delle risorse umane necessarie e chiedere preventivi (ad es. per il logo, il packaging, la pubblicità o un nuovo sito web); 3. Selezionare i responsabili delle diverse attività ed assegnare una “squadra”, un budget, una tabella di marcia e, inoltre, gli strumenti per monitorare i risultati conseguiti; 4. Verificare la sostenibilità economica e la coerenza dell’intero progetto. Perché è importante un atteggiamento orientato al marketing? Un imprenditore agricolo con un atteggiamento orientato al marketing vede la propria attività come circolare: i bisogni del mercato sono sia il suo punto di partenza che il suo obiettivo finale.
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Contratto preliminare detto anche “Compromesso”
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Dopo 10 anni si prescrive il diritto dell’acquirente di ottenere il trasferimento della proprietà dell’immobile, anche se ha pagato il prezzo taio), il promissario acquirente acquista anche il possesso della casa, le chiavi e la possibilità di abitarlo. Ma le parti possono accordarsi in modo diverso, stabilendo un possesso anticipato, ossia concesso già al momento della firma del compromesso. Che succede se non viene rispettato il compromesso? Il compromesso non comporta il passaggio di proprietà. Per cui, se non c’è la collaborazione tra venditore e dell’acquirente, la vendita definitiva non si realizza. Cosa succede se una delle due parti (sia essa il venditore o l’acquirente) non rispetta il preliminare e, dunque, non si presenta dal notaio? Il codice stabilisce che l’altra parte può alternativamente: A) chiedere la risoluzione del contratto e il risarcimento del danno: in pratica, deve rivolgersi al giudice e chiedere di essere sciolta anch’essa dall’obbligo del contratto, ma nello stesso tempo facendosi pagare tutti i danni che le sono derivati dal fallimento dell’affare (dalle spese
vive alla perdita di altre occasioni); oppure B) chiedere l’esecuzione forzata dell’obbligo di contrarre: sarà il giudice, con la propria sentenza, a trasferire la proprietà dell’immobile in via coattiva, sostituendosi al notaio. In questo modo, anche in assenza della collaborazione della controparte, che non si è recata allo studio notarile per il rogito, la vendita si realizza ugualmente ed ha pieni effetti. Che succede se si firma il compromesso e poi non si va dal notaio? Peraltro se si lascia passare 10 anni dalla stipula del compromesso, si prescrive per sempre il diritto di ottenere il passaggio di proprietà con la firma del contratto definitivo (il rogito). Anche se il prezzo è stato pagato per intero. Questo perché i diritti contrattuali “scadono” dopo 10 anni. Questo vuol dire che, se dopo il decennio, le parti non si sono recate dal notaio, l’immobile resta definitivamente nella proprietà del venditore (del resto, il passaggio di proprietà non si è mai verificato in assenza di rogito). E il prezzo della vendita, se pagato, non deve neanche essere restituito. Si può rivendicare l’usucapione? Il promissario acquirente non potrebbe neanche rivendicare l’usucapione. Infatti, chi abita l’immobile nella consapevolezza che la proprietà è ancora del venditore (perché non è stato firmato il contratto definitivo), non può neanche appigliarsi all’usucapione. Si parla, infatti, di detenzione e non di possesso utile ai fini dell’usucapione, ossia di animus possidendi in capo al promissario acquirente.
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utto ha una data di scadenza: anche il compromesso o – come chiamato dalla legge – contratto preliminare. Se, infatti, l’acquirente, pur avendo pagato l’intero prezzo per la vendita dell’immobile, non si reca dal notaio entro il termine stabilito nel compromesso stesso per procedere alla firma del rogito e al definitivo passaggio di proprietà, il suo possesso viene meno e l’immobile va restituito. Il compromesso è un accordo tra il proprietario di un bene (generalmente di un immobile) e un interessato all’acquisto. I due, senza ancora trasferire la proprietà, si impegnano a recarsi dal notaio per la vendita vera e propria entro una certa data dalle stesse prefissata. In questo modo, si realizzano due scopi: da un lato, le parti si vincolano definitivamente alla vendita, cosicché ciascuna delle due sa già che l’altra non potrà più tirarsi indietro; dall’altro lato, le stesse parti si prendono del tempo per poter realizzare tutti quegli adempimenti necessari al passaggio di proprietà e all’utilizzazione del bene (ad esempio: le pratiche per il mutuo bancario, il trasferimento dell’arredo, ecc.). Il passaggio di proprietà si realizza solo con la firma del contratto definitivo di vendita dal notaio (comunemente detto «rogito»). Il compromesso, però, pur non comportando alcuna vendita, fa nascere un duplice obbligo: da un lato quello di acquistare per l’interessato all’acquisto (chiamato «promissario acquirente»); dall’altro lato quello di vendere per il proprietario dell’immobile (chiamato «promittente venditore»). Di norma, solo quando si firma il contratto definitivo di vendita (quello davanti al no-
Legislazione
Un bene, anche se pagato, se non c’è il rogito, va restituito
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Quattordicesima mensilità Istruzioni per poter percepire il bonifico on il messaggio n.1366/2017 l’INPS ha fornito le istruzioni per l’applicazione della nuova normativa per l’erogazione della quattordicesima mensilità sulle pensioni come definita dalla Legge di Bilancio 2017. La somma aggiuntiva spetta ai pensionati, con più di 64 anni di età, in presenza di determinate condizioni reddituali personali. Infatti, ai fini dell’applicazione di questa normativa, conta il solo reddito personale del pensionato indipendentemente dal fatto che lo stesso sia coniugato. La legge di bilancio 2017 ha incrementato la misura della quattordicesima prevista per i soggetti in possesso di un reddito individuale non superiore a € 9.786,86 lordi annui ed ha previsto che la quattordicesima possa essere erogata, con un diverso importo, anche ai soggetti in possesso di un reddito compreso tra € 9.786,86 ed € 13.049,14 lordi annui.
TABELLE RIEPILOGATIVE IMPORTI QUATTORDICESIMA
Il pagamento verrà effettuato d’ufficio dall’INPS con: A) la mensilità di luglio 2017, per coloro che compiono i 64 anni entro il 31/7/2017; B) la mensilità di dicembre 2017, per coloro che compiono i 64 anni nel secondo semestre dell’anno 2017. La quattordicesima viene pagata dall’INPS in via provvisoria sulla base dei redditi presunti e sarà verificata non appena saranno disponibili le informazioni definitive dei redditi dell’anno 2016 o, nel caso di prima concessione, dell’anno 2017. Ai fini del calcolo per stabilire il diritto alla quattordicesima, sono da considerare nel computo i redditi assoggettabili all’IRPEF, nonché i redditi esenti da imposte e quelli soggetti a ritenuta alla fonte o ad im-
posta sostitutiva, compresi i redditi conseguiti all’estero o in Italia presso Enti ed organismi internazionali. Sono invece esclusi: 1. i trattamenti di famiglia comunque denominati; 2. le indennità di accompagnamento; 3. il reddito della casa di abitazione; 4. i trattamenti di fine rapporto comunque denominati; 5. le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata; 6. i redditi delle pensioni di guerra; 7. i redditi delle indennità per i ciechi parziali e dell’indennità di comunicazione per i sordi prelinguali; 8. l’indennizzo previsto dalla L. 210 del 25 febbraio 1992 in fa-
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Soggetti con reddito personale annuo lordo fino a € 9.786,86 Lavoratori dipendenti Lavoratori autonomi
Somma erogata
Fino a 15 anni di contribuzione versata
Fino a 18 anni di contribuzione versata
437,00 euro
Da 15 a 25 anni di contribuzione versata
Da 18 a 28 anni di contribuzione versata
546,00 euro
Oltre 25 anni di contri- Oltre 28 anni di contribuzione versata buzione versata
655,00 euro
Soggetti con reddito personale annuo lordo tra € 9.786,86 ed € 13.049,14 Lavoratori dipendenti Lavoratori autonomi
Somma erogata
Fino a 18 anni di con- Fino a 18 anni di contribuzione versata tribuzione versata
336,00 euro
Da 15 a 25 anni di con- Da 18 a 28 anni di contribuzione versata tribuzione versata
420,00 euro
Oltre 25 anni di contri- Oltre 28 anni di contribuzione versata buzione versata
504,00 euro
vore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati; 9. la somma di 154,94 euro di importo aggiuntivo previsto dalla L. 388 del 23 dicembre 2000 per espressa previsione normativa; 10. i sussidi economici che i Comuni ed altri Enti erogano agli anziani per bisogni strettamente connessi a situazioni contingenti e che non abbiano caratteristica di continuità. Invitiamo tutti coloro che sono interessati a tale beneficio a rivolgersi agli uffici Epaca della Coldiretti per eventuali informazioni e chiarimenti in merito.
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VENDO TRATTORI – MOTOCOLTIVATORI - MOTORI
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numero 6 - 2017
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