Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 7 Anno 2017 - In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo
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Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI
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Un’alleanza trasversale per contrastare il Ceta Anche gli agricoltori di Coldireti Asti erano presenti il 5 luglio a Roma on un pullman, il 5 luglio, gli agricoltori di Coldiretti Asti hanno raggiunto Roma di buon mattino per contrastare l’approvazione del Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement), l’accordo commerciale di libero scambio siglato tra l’Unione Europea e il Canada. La delegazione astigiana, capeggiata dal presidente provinciale, Roberto Cabiale, e dal direttore, Antonio Ciotta, annoverava anche quattro rappresentanti delle amministrazioni comunali, delegati dai Sindaci e con fascia tricolore: Giovanni Avidano, Vice Sindaco del Comune di Rocca d’Arazzo; Serafino Giovo, Vice Sindaco del Comune di Agliano Terme; Federico Tanino, assessore del Comune di di Cinaglio; Paolo Musso, Consigliere del Comune di Settime. Provenienti da tutta Italia, le bandiere gialle di Coldiretti, hanno così “invaso” piazza Montecitorio, piazza Colonna e le vie laterali. L’iniziativa ha riunito un’inedita e importante alleanza con altre organizzazioni, trasversale ad ogni vicinanza e storia politica. Allevatori, agricoltori, consumatori, sindacalisti, ambientalisti, rappresentanti della società civile hanno manifestato insieme a sindaci, assessori, presidenti di Regione e parlamentari di tutti gli schieramenti politici. Oltre quattromila agricoltori tutti contrari all’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada, per una mobilitazione permanente allo scopo di fare pressing anche con email bombing e tweetstorm sui parlamentari chiamati a votare nelle prossime settimane, al Senato e alla Camera,
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Imponente manifestazione davanti a Montecitorio, oltre 4.000 provenienti da tutta l’Italia; Sono già decine le delibere “No Ceta” emanate dai Comuni dell’Astigiano
3 Il direttore di Coldiretti Asti Antonio Ciotta e il presidente Roberrto Cabiale.
(capogruppo lega nord alla camera, Francesco La Forgia (capogruppo mdp), Alfredo Dattorre (mdp), Basilio Catanoso (FI), Oreste Pastorelli (Misto-Psi-Pli), Nicola Fratoianni (SISel), Nicodemo Oliverio (PD), Franco Bordo (Art.1-Mpd), Colomba Mongiello (Pd) e Giorgia Meloni (FdI-An) ed i senatori Giulio Tremonti (Gal), Monica Cirinnà (PdD), Elena Fattori (M5S), Stefano Fassina (SI-Sel) e Loredana De Petris (SI-Sel). Ma sempre dal palco sono inoltre intervenuti, anche Gianni Alemanno, già ministro delle Politiche agricole, Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro delle Politiche agricole, presidente Fondazione Univerde. Susanna Camusso, segretaria generale CGIL, Rossella Muroni, presidente Legambiente, Federica Ferrario di Greenpeace, Cinzia Scaffidi slow food internazionale Monica
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in merito alla ratifica del trattatowww. coldiretti.it #stopCETA). “Una iniziativa di sollecitazione delle forze politiche e di trasparenza per far conoscere agli italiani i comportamenti di voto dei singoli parlamentari del loro territorio su un tema destinato ad avere un pesante impatto economia, lavoro, salute e ambiente”, ha ammonito il presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo. Con lui, sul palco della mobilitazione promossa da Coldiretti, un ampio gruppo di altre organizzazioni: Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch. A sostenere la mobilitazione degli agricoltori della Coldiretti in piazza sono intervenuti i deputati Giuseppe De Cristofaro (si-sel), Giulio Marcon (si – sel), Adriano Zaccagnini (mdp), Massimiliano Fedriga
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di Sisto di Fair Watch, Elio Lannutti di Adusbef, il presidente di Federconumatori Emilio Viafora, Luca Zaia, presidente Regione Veneto, l’Assessore all’agricoltura della Regione Lazio Carlo Hausmann e quello della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero e del Molise Vittorino Facciolla. “A quanto pare – rileva il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale – si sta creando un fronte molto compatto e trasversale, anche molti sindaci e presidenti dei consigli comunali e delle comunità collinari dell’Astigiano stanno aderendo alla nostra richiesta di esprimere la contrarietà con una delibera di giunta o di consiglio. Evidentemente tutti comprendono quanto possa essere deleterio questo trattato, manca solo l’opposizione ufficiale del parlamento nazionale”. Sarebbero tragicamente negativi gli effetti economici e sociali del CETA, anche per il nostro territorio, a cominciare dalla salute delle persone e all’ambiente, fino alle incognite sull’economia “come la concorrenza sleale che subirebbero la nostra zootecnia e la nostra cerealicotura” rileva Cabiale, aggiungendo: “E’ di questi giorni il lancio dell’Igp Vitellone Piemontese che garantisce una carne con una salubrità senza pari in nessuna altra parte del mondo, agevolare importazioni di produzioni di bassissima qualità come quelle canadesi e con contaminazioni che in Italia non sono consentite, arrecherebbe una concorrenza e un danno che non si può nemmeno immaginare di quantificare. E la stessa cosa vale anche per la Robiola Roccaverano, per la Nocciola Piemonte e per le altre denominazioni del territorio”. Il 21 giugno scorso il presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo, con gli altri partner del comitato “No Ceta”, ha incontrato il Presidente del Senato, Piero Grasso, il quale ha poi raccomandato al Parlamento la massima precauzione nel prendere una decisione così importante. Il 22 giugno il vice presidente nazionale Coldiretti, Ettore Prandini, all’audizione al Senato, ha eviden-
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Serafino Giovo, Paolo Musso, Giovanni Avidano e Federico Tanino alla manifestazione “No Ceta” del 5 luglio scorso a Roma.
ziato l’impatto devastante sulla coltivazione di grano in Italia. Già il 27 giugno a Roma, le bandiere gialle di Coldiretti si erano unite al Comitato “NO Ttip” per manifestare il dissenso. Il CETA è uno dei sette trattati internazionali di libero scambio, insieme a TTIP, TPP, TISA, NAFTA, ALCA e CAFTA, e potrebbe essere proprio la “testa d’ariete” per l’approvazione di tutti gli altri. Secondo un Dossier preparato da Coldiretti, delle 291 denominazioni Made in Italy registrate, ne risultano protette appena 41 con il via libera all’utilizzo di bizzarre traduzioni di nomi italiani (un esempio è il parmesan) e alla possibilità di usare espressioni come “tipo”, “stile”, “imitazione”. A questo occorre aggiungere il devastante impatto del Ceta su circa 50.000 tonnellate di carne di manzo e 75.000 tonnellate di carni suine a dazio zero e l’azzeramento strutturale del dazio per il grano proprio mentre il governo canadese si è già mosso per sollevare questioni di compatibilità del trattato con il decreto di indicazione obbligatoria dell’origine della pasta che l’Italia ha depositato a Bruxelles. “A rischio – sottolinea il direttore di Coldiretti Asti, Antonio Ciotta - è lo stesso principio di precauzione, visto che la legislazione canadese ammette l’utilizzo di prodotti chimici vietati in Europa. Inoltre questo accordo di libero scambio con il Canada, legalizzerebbe la pirateria alimentare, aprendo spudoratamente le porte alle imitazioni canadesi dei nostri prodotti tipici”. In meno di una settimana, nell’Asti-
giano sono state emanate delibere “No Ceta” sollecitate da Coldiretti, dai Comuni di Moransengo, Cortanze, Montafia, Albugnano, Settime, Vigliano, Monale, Cinaglio, Agliano, Rocca d’Arazzo, Camerano Casasco, Cocconato, Revigliasco, Monastero Bormida, San Damiano, Castel Boglione, Villa San Secondo, Aramengo, Chiusano, Castelnuovo don Bosco. Hanno inoltre già effettuato analoghe delibere le Unione Collinari “Terre del Tartufo” (Comuni di Moncalvo, Grazzano, Penango) e “Valli Astigiane” (Comuni di Montiglio, Cunico Piea Viale).
Periodico Ufficiale di Coldiretti Asti Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 - Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Anno 66° numero 7 - Luglio 2017 Stampa Artigrafiche M.A.R. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949
Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl Tel. 0141.380.400 Tel. 335.471017 Abbonamento annuale: Euro 20,00 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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Inizia, con difficoltà, il dopo “Voucher” La normativa sul lavoro occasionale è valida, ma l’Inps rallenta
COME DOVREBBERO FUNZIONARE Il limite economico annuo generale per l’utilizzo dello strumento della prestazione occasionale è stato fissato in 5mila euro/anno sia per il prestatore che per l’utilizzatore, fermo
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che il singolo prestatore, rispetto al singolo utilizzatore, non potrà ricevere più di 2.500 euro per anno civile (prima il limite era posto a 2.020 €/anno). Per i prestatori che operano a favore delle aziende agricole il limite annuale sale però a 6.666 euro e resta l’aggancio al valore della retribuzione oraria stabilita dai contratti collettivi (e quindi non i 9 euro fissati dal decreto per tutti gli altri settori, cui vanno sommate aliquote varie) ma un valore orario generalmente più basso come in caso di campagne di raccolta. Come per gli altri settori sull’importo orario è dovuta la contribuzione (33%) e il premio assicurativo (3,5%). Previsti anche limiti di tempo per la prestazione. Non potrà essere superata la soglia di 280 ore/anno, pena la conversione del rapporto in rapporto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato. Per il settore agricolo tale limite va calcolato diversamente ovvero come rapporto tra i 2.500 euro per anno civile e il valore orario della retribuzione stabilito dal contratto (divenendo quindi variabile per provincie e mansioni differenti), con l’effetto che per prestazioni di bassa qualifica (raccolte) la soglia potrebbe risultare significativamente superiore al valore di 280. Per le aziende agricole resta il requisito soggettivo (cioè possono essere utilizzati come prestatori pensionati, studenti e percettori di prestazioni integrative), che però viene allargato alla categoria dei disoccupati iscritti al portale nazionale delle politiche del lavoro. Viene meno invece sia la
distinzione tra imprese sopra e sotto i 7.000 euro/anno di fatturato ai fini IVA che soprattutto la limitazione dell’utilizzo alle sole attività stagionali. Per quanto riguarda la procedura questa verrà interamente gestita da un’apposita piattaforma dell’Inps cui utilizzatori e prestatori devono risultare preventivamente iscritti, integrando nella stessa anche l’obbligo di invio, entro un’ora dall’inizio della prestazione, dei dati relativi alla stessa (prima assolto via mail nei confronti dell’Inl – Ispettorato nazionale lavoro). Quanto ai dati da trasmettere è previsto che sia indicato anche il valore del corrispettivo della prestazione in misura non inferiore a 36 euro per prestazioni entro le quattro ore giornaliere, per il settore agricolo detto valore dovrà conformarsi alla retribuzione oraria prevista dalla contrattazione collettiva. Sempre in agricoltura la durata della prestazione potrà andare a coprire, come già previsto per le comunicazioni all’Inail, un arco temporale di tre giorni. I contratti di prestazione occasionale sono vietati per le imprese che abbiano in forza più di 5 lavoratori subordinati a tempo indeterminato, nell’ambito dell’esecuzione di appalti, qualora il prestatore abbia in corso o abbia cessato da meno di 6 mesi un rapporto di lavoro subordinato con l’utilizzatore, e per le sole imprese agricole qualora il prestatore sia stato iscritto l’anno precedente negli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli (limitazione già presente per le imprese agricole con volume d’affari ai fini IVA inferiore a 7.000 euro/anno).
Manodopera
Lavoro occasionale per pensionati, studenti e disoccupati nel limite di 6.666 euro l’anno. Vendemmia e raccolte a un costo orario ridotto, ma ci sono intoppi burocratici
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opo l’abolizione dei buoni lavoro o voucher, la nuova disposizione riguarda la Disciplina delle prestazioni occasionali, Libretto Famiglia e Contratto di prestazione occasionale. Il nuovo strumento sostituisce di fatto i voucher appena abrogati, rispondendo alle esigenze delle imprese e dei lavoratori del settore agricolo e riprendendo molte delle richieste e proposte avanzate da Coldiretti. Nell’imminenza dele raccolte estive di frutta e verdura e soprattutto la vendemmia, però si registrano inammissibili ritardi burocratici da parte dell’Inps nello sviluppo della procedura informatica che di fatto impediscono alle imprese agricole l’accesso agli strumenti che hanno sostituito i voucher. Sotto accusa i contenuti della circolare INPS che detta le istruzioni operative per le nuove prestazioni occasionali, non consentendo di fatto alle imprese agricole di poter utilizzare la comunicazione preventiva per un arco temporale di tre giorni, prerogativa che la legge attribuisce al settore agricolo proprio in ragione delle sue specificità. Non è ammissibile, denuncia Coldiretti, che ancora una volta sia proprio il settore agricolo ad essere l’unico penalizzato da una burocrazia che prevarica le disposizioni legislative, di fatto bloccandone l’applicazione. Coldiretti chiede al Presidente dell’INPS, Tito Boeri, di superare immediatamente questo blocco per consentire l’utilizzo delle nuove prestazioni occasionali nel settore in cui sono nate e che anche nel passato non hanno dato luogo agli abusi che si sono verificati altrove.
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Mobrici è il presidente di tutti i Consorzi Nominato alla guida di Piemonte Land of Perfection
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Associazionismo
ilippo Mobrici è il nuovo Presidente di Piemonte Land of Perfection. La nomina è avvenuta il 23 giugno con voto unanime da parte del Consiglio di Amministrazione. Mobrici subentra a Giorgio Bosticco. L’attività di Land of Perfection è principalmente di coordinamento di tutti i consozi di tutela dei vini e di pianificazione e realizzazione dell’attività promozionale. Attualmente i consorzi associati sono: Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, Consorzio dell’Alta Langa, Consorzio dell’Asti, Consorzio del Brachetto e dei vini d’Acqui, Consorzio vini
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Doc Caluso Carema Canavese, Consorzio vini Colli Tortonesi, Consorzio della Freisa di Chieri e Collina Torinese, Consorzio del Gavi, Consorzio del Roero, Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato e Vignaioli Piemontesi. Filippo Mobrici ha 50 anni, è responsabile vitivinicolo dell’azienda Bersano di Nizza Monferrato e nell’aprile scorso è stato confermato alla presidenza del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato e recentemente nominato presidente del nuovo G.A.L. Terre Astigiane nelle Colline Patrimonio dell’Umanità.
Filippo Mobrici, eletto Presidente di Piemonte Land of Perfection
Rinnovi nelle associazioni produttori I rappresentanti in Anaborapi, Coalvi, Asprocarne e Cosman Nel mese di giugno si sono svolte le elezioni in molte associazioni del settore dell’allevamento bovino da carne. In ogni Consiglio direttivo sono stati nominati anche i rappresentanti di Coldiretti Asti. Nell’Associazione Nazionale Allevatori di Bovini della Razza Piemontese, Anaborapi sono stati eletti Franco Serra di Aramengo e Domenico Viarengo di Asti (collegio sindacale). Due rappresentanti degli allevatori dell’Astigiano sono stati nominati anche nel Cosorzio di Tutela della Razza Piemontese,
Coalvi, si tratta di Marco Quaranta e Alessandro Molino entrambi di Buttigliera d’Asti. L’Associazione Regionale dei Produttori di Carne, Asprocarne, ha invece individuato, quale rappresentante di Coldiretti Asti, Giovanni Remondino di Tigliole. Infine, è entrato a far parte del nuovo Consiglio direttivo del Consorzio Smaltimento Aninali, Cosman, Andrea Rabino di Villafranca. A tutti il migliore augurio di proficuo lavoro a favore degli allevatori associati a Coldiretti Asti.
Franco Serra confermato nel Consiglio di Anaborapi
Andrea Rabino, vice presidente di Coldiretti Asti, entra nel Cosman
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Agricoltura nella morsa di siccità e nubifragi 1880”. A livello globale, rileva il servizio tec-nico di Coldiretti, gennaio è stato il terzo mese più caldo dall’inizio delle rilevazioni, febbraio, marzo aprile e maggio si sono invece classificati tutti al secondo posto. Nel maggio 2017 la temperatura media sulla superficie della terra e degli egli oceani è stata inferiorio ri ore solo a quella del el 22016 0116 su un valore di ben 0,88 gra- d i Celsius superiore alla media di riferimento del 1951 -1980. Una situazione che ora sta facendo sentire le conseguenze sul settore primario. Nell’Astigiano si fa prima a fare un elenco delle zone elette, dove l’arsura del solleone non ha ancora colpito, ci spiega il responsabile dell’assistenza tecnica di Coldiretti Asti, Antonio Bagnulo: “Nei fondo valle freschi, nei terreni con forte risalita capillare, le poche aree in cui qualche acquazzone in
più per ora il problema. p ù ha pi ha st sstemprato t Ovviamente si registrano danni molto Ovvi Ovvi Ov v aam me differenti diifffer diff ereent tra le varie colture, anche se inn ogni og o g caso la situazione sta precipitando di giorno in giorno”. cip cip ci La La vite e il nocciolo per ora si stanno difendendo, grazie alla s forte capacità di esplorazione f fo del d suolo. Maggiori problematiche interessano già i cerealititi coltori, sono consapevoli che c l’unica speranza per ottenere l’u una p produzione quanti-qualitativa accettabile, almeno per la produaccee zione primaverile-estiva (mais zion zi on e soia), è legata all’irrigazione. so “Purtroppo - rileva Bagnulo - la “Pur nostra nost no s r realtà non dispone di acst qua qua suffi suufffificiente e quindi non si può che sperare nella pioggia e nell’abbassamento delle temperature. Per i cereali autunno-primaverili (grano e orzo), che hanno tenuto fino a tutto maggio, si spera possano arrivare alla mietitura senza troppe perdite”. In ogni caso tutte le colture sono in emergenza idrica. Le foraggere hanno portato a compimento, con difficoltà, solamente il primo taglio, nei terreni più umidi si segnala già un danno almeno del 50% sul secondo taglio e per sul terzo taglio non si fa già più affidamento. Ovviamente questo si traduce anche in un costo consistente nell’approvvigionamento per l’alimentazione degli animali e quindi un danno per gli allevatori. In grave sofferenza anche le colture orticole e, in ogni caso, laddove c’è disponibilità di acqua, l’irrigazione sta
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e calamità, più o meno naturale, attanagliano in una morsa l’agricoltura dell’Astigiano. Mentre è in corso una gravissima emergenza per la siccità, le poche precipitazioni di queste settimane sono state accompagnate da grandinate e trombe d’aria. Il 27 giugno, una terribile grandinata ha falcidiato le colture di Moncalvo e zone limitrofe, in un’area compresa fra Frinco, Chiusano e Corsione. Chicchi grandi come pesche con una insolita forma a fiore (vedi foto), hanno letteralmente tranciato i grappoli d’uva ormai completamente sviluppati e danneggiato piante da frutto, orticoltura e cerealicoltura. Numerose trombe d’aria hanno colpito anche altre zone nei giorni successivi con alberi divelti e colture danneggiate e danni alle strutture, tetti scoperchiati e strade danneggiate. A fare da contraltare a questa situazione permane sostanzialmente la siccità, causata da un inverno senza neve e con poca pioggia, proseguito con una primavera altrettanto siccitosa. Sono così praticamente sotto stress idrico tutte le colture. “D’altra parte – sottolinea il direttore di Coldiretti Asti, Antonio Ciotta - la primavera 2017 è stata la seconda più calda del pianeta a livello climatologico da quando sono iniziate le rilevazioni nel
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facendo lievitare i costi di produzione. Nel frattempo si comincia già a pensare quali saranno le conseguenze sui frutteti del prolungarsi della siccità. Secondo il Cnr, abbiamo vissuto non solo la seconda primavera più calda dal 1800 ad oggi, ma anche l’anomalia di +1,9 gradi con la terza più asciutta di sempre e un deficit di acqua di quasi il 50% rispetto al periodo 1971-2000. “La nostra confederazione nazionale – precisa Ciotta – ha già stimato un danno di oltre un miliardo di euro per la nostra agricoltura, causato dal clima per eventi come la siccità e calamità naturali come gelo, bombe d’acqua e grandinate. Per trovare rimedi, gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte, promuovendo l’utilizzo razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti. Un nostro progetto in particolare sta sviluppando tutte le possibilità
Questa la classifica italiana degli anni più caldi 2015 2014 2003 2016 2007 2012 2001 1994 2009 2011 2000
mantenere un’agricoltura di qualità come la nostra dell’Astigiano, bisogna raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi con interventi strutturali che non possono essere più rimandati. Occorrono quindi interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, creando bacini ed utilizzando le ex cave e le casse di espansione dei fiumi per raccogliere acqua. La politica dovrebbe pertanto essere più attenta a queste esigenze che non sono più rimandabili”. Nel XXI secolo per ben cinque volte è già stato fatto segnare il record delle temperature (2005, 2010, 2014 e 2015 e 2016), ha rilevato la banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre. La situazione è difficile anche in Italia, dove l’anno 2015 è stato più bollente della storia e il 2017 potrebbe essere sulla buona strada, dopo aver fatto segnare la seconda primavera più calda dal 1800.
Flavescenza dorata: premiare chi reimpianta Nonostante la tenacia dei viticoltori, mancano anche i più facili incentivi
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offerte dall’agricoltura di precisione”. Non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale anche per mantenere in vita i sistemi agricoli, senza i quali sono a rischio la sopravvivenza del territorio e la competitività dell’intero settore alimentare. “Di fronte alla tropicalizzazione del clima – spiega il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale – se vogliamo continuare a
ome ciclicamente accade da almeno due decenni, e con maggior gravità in annate con condizioni climatiche sfavorevoli come il 2017, con il suo anomalo andamento caldo e siccitoso, le infezioni di Flavescenza dorata si stanno manifestando con la massima gravità, pur con differenze legate alla sensibilità del vitigno, alla specializzazione e professionalità della viticoltura, alla presenza o meno di fonti di rischio (vigneti mal condotti o abbandonati, presenza di viti selvatiche in aree boschive o incolte, ecc.). Ancora una volta i viticoltori devono fare i conti con l’imprevista e diffusa manifestazione di sintomi e danni da fitoplasmosi, con necessità di pulizia della vegetazione sintomatica, di capitozzature ed estirpi di piante o di vigneti interi. Nuovamente vanno programmate sostituzioni o reimpianti, sfiancan-
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do gli agricoltori, anche economicamente, tanto da richiedere con motivata insistenza di essere aiutati. In questo contesto la Coldiretti si è impegnata ancora una volta per cercare delle opportunità di aiuto alla tenacia dei viticoltori colpiti; nel Bando di Ristrutturazione e Riconversione vigneti è stata ammessa la possibilità che possano finalmente accedere agli aiuti i vigneti da reimpiantare per motivi fitosanitari. Per il medesimo Bando, invece, la Regione non ha accettato l’altra proposta Coldiretti di prevedere un punteggio aggiuntivo a favore dei vigneti colpiti da Flavescenza dorata. Pur riconoscendo che il contributo economico non è tutto, e non si può ritornare a provvedimenti diffusi come si è verificato nei primi anni 2000, sicuramente la viticoltura professionale che soffre ancora pesantemente questa problematica irrisolta, sobbarcandosi i costi per trattamenti fitosanitari
I viticoltori hanno sulle proprie spalle i trattamenti obbligatori, mentre la Regione non agevola le ristrutturazioni e nelle zone Unesco si negano i reimpianti a ritocchino obbligatori, operazioni aggiuntive in vigneto, sostituzioni di viti, reimpianti, ecc., ha bisogno di ossigeno, ha bisogno che le venga riconosciuto il valore che essa rappresenta per il territorio, il paesaggio, l’indotto. Per le stesse motivazioni, sul fronte UNESCO, non comprendiamo chi oppone pseudo motivazioni “storiche” alla possibilità di autorizzare i reimpianti a ritocchino, presupposto per una maggiore meccanizzazione del vigneto, senza deturpare l’armonia del paesaggio e senza ridurre il contrasto a fenomeni erosivi del suolo.
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Torna la notte degli Oscar Green
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l’agricoltore a Cortandone nella vecchia cascina del nonno, ha rielaborato l’azienda agricola ideando un innovativo format televisivo in onda su Sky. In entrambi i casi, il successo è dovuto all’incontro tra la tradizione e l’innovazione. Così come Silvia ha saputo innovare il processo di trasformazione delle nocciole, anche Alberto ha saputo unire l’antico mestiere insegnatogli dal nonno con le sue “moderne” esperienze nel mondo della comunicazione. “L’innovazione nella tradizione – ci svela Danilo – è il segreto principale dei giovani agricoltori di successo. Prendendo esempi dal passato, ai giorni nostri si possono elaborare idee che quasi sicuramente incontreranno i favori dei consumatori”. Modernità ed innovazione nella tradizione dunque piace ed incontra il favore dell’opinione pubblica. “D’altra parte – sottolinea Danilo – le cose buone non hanno tempo. E’ così, un po’ per tutti i prodotti, e vale per tutte le colture agricole. Anche nella nostra
agripanetteria, grazie ai saperi di mio nonno Franco, abbiamo deciso di fare il pane come una volta: falciamo il grano con la mietilega e lo lasciamo essiccare in covoni nella “burla”, solo a fine luglio lo trebbiamo con la vecchia “Orsi”, per poi macinarlo quotidianamente col mulino a pietra. E questo decreta il successo del nostro pane”. Il 13 luglio a nel capoluogo piemontese saranno premiate sei categorie: Agri-You; Campagna Amica; Crea; Fare Rete; Impresa 2.Terra; We Green. Il concorso è stato ideato con lo scopo di dare la meritata visibilità, a tutti quei ragazzi che hanno saputo costruire (molti partendo da zero) con grandi sacrifici, realtà imprenditoriali che sono diventate parte dell’eccellenza Made in Italy. Tutte le imprese che partecipano al concorso ricevono un attestato di partecipazione e con i riconoscimenti regionali avranno un’adeguata importante visibilità che si amplificherà per più meritevoli che avranno accesso alla fase nazionale ed entreranno nelle top 15.
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ALBO D’ORO Astigiani vincitori dell’Oscar Regionale Anno 2010 e 2011 Anno 2010 Anno 2011 Anno 2012 Anno 2013 Anno 2013 Anno 2014 Anno 2014 Anno 2015 Anno 2016
Consorzio TRIMILLII Asti Laiolo Guido Reginin di Laiolo Gianpaolo di Vinchio Az. Agr. C. Bianca di Cavallero Luisella di Loazzolo Az. Agr. San Desiderio di Monastero Bormida Annalisa Bocchino di Canelli Comune di Canelli nella categoria “Paese Amico” Paolo Corda di Villafranca Giampaolo Laiolo di Vinchio Matteo Garberoglio di San Marzano Oliveto Silvia Sannazzaro di Refrancore e Alberto Brosio di Cortandone
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orna puntuale la notte degli Oscar Green del Piemonte. Il 13 luglio, al Borgo Medievale del Valentino di Torino, si conosceranno i vincitori della selezione regionale del concorso che premia l’innovazione organizzato da Giovani Impresa Coldiretti. Per questa undicesima edizione, dall’Astigiano sono pervenute al Concorso sette domande di partecipazione. “Sono sicuro – puntualizza Danilo Merlo, leader di Giovani Impresa Coldiretti Asti e vincitore dell’Oscar regionale nel 2012 - che ci saranno anche quest’anno dei giovani astigiani che sapranno farsi luce. L’agricoltura dell’Astigiano è sicuramente all’avanguardia e sono numerosissimi gli esempi di progetti d’impresa innovativi”. L’anno scorso sono state due i progetti di impresa innovativi emersi a livello regionale dall’Astigiano, quello di Silvia Sannazzaro di Refrancore e quello di Alberto Brosio di Cortandone. Silvia ha rivisitato, in chiave moderna, l’antico principio che in agricoltura non si butta mai nulla. Lo ha fatto con le sue nocciole, riciclando tutto: i gusci sono destinati al riscaldamento, la pellicina che ricopre la mandorla viene ricuperata per essere impiegata nella produzione di mangimi per animali, il frutto, pressato con una macchina inventata da suo fratello, viene utilizzato per fare l’olio e, soprattutto, quanto rimasto dalla pressatura diventa un’innovativa cialda che sta spopolando fra i pasticceri che la utilizzano come base per fare le torte. Alberto, che faceva l’attore ed ha abbandonato Hollywood per fare
Concorso
Appuntamento il 13 luglio al Borgo Medioevale di Torino
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L’App “TerraInnova” conquista i giovani agricoltori Tutte le opportunità della Politica Comunitaria e tante altre funzioni
Agricoltura 2.0
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se. L’Utente sarà avvisato in tempo reale, attraverso specifiche notifiche push, della pubblicazione di nuovi Bandi della propria regione, con una breve sintesi sulle opportunità di finanziamento offerte. Un meccanismo a “semaforo” consentirà inoltre di monitorare le scadenze dei bandi. Tramite l’App TerraInnova, inoltre, gli utenti potranno visualizzare e monitorare l’andamento dei prezzi dei prodotti agricoli di proprio interesse, selezionati nelle proprie “informazioni di profilo”. Notifiche specifiche avvertiranno l’utente nel caso di aggiornamento delle quotazioni di proprio interesse. I prezzi pubblicati sono rilevati sui mercati all’origine dalla rete di rilevazioni Ismea e le quotazioni sono riferite al prezzo medio del prodotto declinato per varietà, caratteristiche e condizioni di vendita. Le rilevazioni hanno cadenza settimanale e, dunque, i prezzi si riferiscono alla settimana in corso. È prevista, inoltre, una sezione specifica destinata ad un modello semplificato di Business plan con cui l’utente potrà valutare, attraverso una “simulazione”, la validità della propria idea imprenditoriale. Inserendo le informazioni relative allo stato attuale dell’azienda ed i dati dell’investimento che si intende effettuare, si potrà ottenere una prima valutazione di massima sull’idea progettuale. Trattandosi di una simulazione, questa specifica sezione ha l’obiettivo di delineare alcune considerazioni ini-
ziali, non esaustive e non vincolanti, che potranno essere oggetto di un successivo approfondimento specifico grazie all’ausilio delle strutture Coldiretti. A tal fine, inoltre, è prevista una specifica sezione con la mappa dei Centri Coldiretti vicini all’azienda con la localizzazione degli uffici, gli orari di apertura e chiusura ed i riferimenti per entrare in contatto con le strutture. Non mancheranno, inoltre, notizie in tempo reale ed un calendario eventi con gli appuntamenti in agenda riferiti al settore. Le utilità dell’App TerraInnova si completano con un meteo giornaliero localizzato e specifico sulla zona di profilazione dell’utente e una sezione con Faq (le domande più abituali) specifiche. È prevista inoltre una casella di posta elettronica di ausilio (Supporto App @) al fine di supportare l’utente nell’utilizzo della stessa e per recepire considerazioni per sviluppi futuri. L’integrazione di tutti questi specifici servizi in un’unica App (realizzata con il contributo dell’Unione Europea), fanno di TerraInnova uno strumento innovativo in grado di mettere a sistema varie funzioni di utilità per le aziende agricole e per tutti gli operatori agricoli in generale. Si può scaricare l’App TerraInnova al seguente link: http://goo.gl/hN3i8t e simulare l’idea imprenditoriale attraverso la specifica sezione Business plan dell’APP TerraInnova. Visitate il sito http://www.terrainnova.it/.
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opo il lancio ufficiale dell’App TerraInnova a fine marzo, Coldiretti ha tenuto in tutta Italia incontri specifici con i giovani agricoltori al fine di illustrare le funzionalità dell’applicazione come strumento di avvicinamento al mondo agricolo. Gli appuntamenti, che hanno interessato tutte le regioni, hanno coinvolto complessivamente 3 mila giovani tramite la collaborazione con Coldiretti Giovani Impresa. Il Tour iniziato Piemonte lo scorso 4 maggio è stato chiuso il 6 giugno in Lombardia. Agli incontri hanno partecipato i giovani che già operano nel settore, ma anche i giovani che intendono avvicinarsi al mondo agricolo e gli studenti degli Istituti Agrari. Oltre alla App, in base alla scelta delle singole regioni, sono state trattate anche altre tematiche utili all’avvio o alla gestione dell’impresa agricola tra le quali, in particolare, il primo insediamento dello Sviluppo rurale e l’agricoltura di precisione. L’App, scaricabile su dispositivi mobili Android e IOSm intende informare le imprese sulle opportunità generate dalla Politica agricola comune, con particolare riferimento allo Sviluppo rurale. Ma come funziona? Al fine di “personalizzare” al massimo i contenuti e le funzionalità dell’App è prevista una semplice profilazione iniziale che consentirà di indirizzare all’utente solo le informazioni di proprio interes-
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Giovani Imprese (zootecniche) crescono Incontro a Villanova d’Asti con tanti giovani imprenditori agricoli
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Da sinistra Andrea Rabino, vice presidente Coldiretti Asti, Danilo Merlo, leader di Giovani Impresa e Graziano Scaglia ideatore della catena “M**Bun”
Con l’App “TerraInnova” la guida per gli aspiranti imprenditori
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er chi vuole avviare un’impresa agricola ma non sa come fare, è arrivato il Kit adatto alle sue esigenze. All’App TerraInnova di Coldiretti sullo Sviluppo rurale, si aggiunge la pubblicazione “Dall’idea all’impresa agricola. Guida all’avvio di un’impresa” con la quale viene fornito un supporto veloce e pratico per avviare un’impresa agricola multifunzionale 2.0 partendo dall’idea sino alla sua concreta realizzazione. Lo sviluppo dell’idea, la sua implementazione e tutti gli strumenti per il finanziamento sono analizzati nella pubblicazione che costituisce parte integrante dell’App TerraInnova, tramite la quale è possibile, tra l’altro, verificare la fattibilità della propria idea imprenditoriale attraverso la compilazione guidata di un Business plan. La presente pubblicazione nasce, quindi,
ad integrazione dell’App TerraInnova e non si limita solo alla fase di elaborazione e fattibilità economica finanziaria dell’idea progettuale, ma vuole accompagnare l’imprenditore alla scoperta dei principali impegni che dovrà rispettare nell’esercizio dell’impresa. Attraverso la spiegazione dei più importanti esperti nazionali di Coldiretti sulle Politiche fiscali, del lavoro, ambientali, della sicurezza alimentare e della Politica agricola comune, il lettore potrà avere informazioni sulle principali norme che regolano il settore. L’App TerraInnova e la pubblicazione “Dall’idea all’impresa agricola. Guida all’avvio di un’impresa” costituiscono, quindi, i due elementi del Kit per l’avvio di un’impresa agricola e puoi scaricarli dal sito http://www. terrainnova.it/.
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Arriva il kit per avviare un’impresa agricola
Giovani Impresa
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l delegato provinciale di Coldiretti Giovani Impresa, Danilo Merlo, ha indetto una serie di incontri sul territorio riservati ai giovani imprenditori agricoli. Il primo appuntamento si è tenuto martedì 27 giugno nell’ufficio di zona Coldiretti a Villanova D’Asti. “È stata una bellissima sorpresa vedere quanti giovani (e quanto sono preparati) partecipare con interesse. È stata una riunione che mi ha riempito il cuore di soddisfazione”, ha detto al termine dell’incontro il leader provinciale dei giovani. “Immaginavo che una riunione sul territorio con argomenti specifici della zona, potesse attrarre i nostri ragazzi, ma sinceramente non pensavo che l’interesse fosse così partecipato”. All’incontro, con la segretaria di Giovani Impresa Coldiretti Asti, Beatrice Tesino Nasini, ha preso parte anche il direttore provinciale Coldiretti Antonio Ciotta: “Devo ammettere - ha detto il Direttore subito dopo la riunione – che i giovani d’oggi sono molto preparati e che sanno cogliere, forse meglio delle generazioni precedenti, le prospettive offerte dai mercati e dal nostro settore in generale”. La serata è stata incentrata sull’allevamento zootecnico e in particolare sulla razza bovina Piemontese. Con Danilo Merlo ha intrattenuto un fitto colloquio con i ragazzi, anche il vice presidente della Federazione, Andrea Rabino, per altro in qualità di giovane allevatore di razza bovina Piemontese che ha seguito da vicino il recente iter di approvazione dell’Igp “Vitellone Piemontese della Coscia”. Graziano Scaglia, allevatore torinese e titolare nonché ideatore della catena “M** Bun” ha invece illustrato la sua esperienza nello “slow/fast” food e nella filiera corta. Nell’occasione sono stati presentati gli ulteriori sviluppi l’applicazione “App TerraInnova”.
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Settore cerealicolo: previsioni mondiali Le produzioni di mais sono in calo dello 0,2%, stabile la soia
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l Dipartimento per l’Agricoltura Statunitense (USDA) ha divulgato il rapporto WASDE di Giugno 2017, che prevede per la stagione 2017-18. Si registrano una diminuzione delle produzioni globali di mais (1031.86 milioni di tonnellate, -0.2%) e una produzione invariata per la soia (344.67 milioni di tonnellate), rispetto alle stime della nuova stagione formulate a maggio. La produzione statunitense di mais è confermata a 357.27 milioni di tonnellate, stabile rispetto al mese scorso, ma in diminuzione del
7.1% rispetto alla stagione in corso, terminante il 31 agosto. La produzione europea di mais per la nuova stagione è stimata a 62 milioni di tonnellate, -2.4% in rapporto alle previsioni di maggio a causa della riduzione delle aree coltivate in Francia e Germania, ma +2.1% se confrontata con la stagione 2016-17. Rispetto alla stagione in corso, terminante il 30 settembre, la produzione globale di soia è stimata inferiore (-1.9%) con riduzioni previste nei 3 principali player produttori: USA (-1.2%), Brasile (-6.1%)
e Argentina (-1.4%). Le proiezioni relative al trade del mais mostrano un aumento dell’export per Ucraina e Russia, ed un aumento dell’import per l’UE-28 (da 14 milioni di tonnellate). Le scorte finali di mais sono stimate a 194.33 milioni di tonnellate, in diminuzione in rapporto sia alle previsioni di maggio (-0.5%), sia alla stagione in corso (-13.5%). Le scorte finali di soia sono previste di 92.22 milioni di tonnellate, superiori rispetto alle ultime stime (+3.1%), ma inferiori rispetto alla stagione corrente (-1.1%).
Tendenze
Messa: pane e vino devono essere Doc
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Disposizioni sulle materie prime per celebrare l’Eucaristia
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’agricoltura italiana può offrire alla Chiesa la migliore qualità per una celebrazione eucaristica “Doc”. È quanto afferma Coldiretti, in riferimento all’invito della Chiesa, rivolto ai suoi stessi sacerdoti, di controllare la provenienza e la qualità del pane e del vino utilizzati nella messa. Le “nuove” disposizioni per l’Eucarestia, sono contenute nella lettera ai Vescovi del Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, il cardinal
Robert Sarah, dove sottolinea, fra l’altro, di verificare l’onestà di chi li produce pane e vino e il loro trattamento nei luoghi di vendita. L’agricoltura italiana è la più green d’Europa ed è responsabilizzata nel superare la crisi ecologica e nel difendere la relazione tra uomo e ambiente nel solco tracciato dall’Enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco. Sono tanti anche gli altri primati conquistati in Europa dalla nostra agricoltura:
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maggior numero di vini con indicazione geografica (73 Docg, 332 Doc e 118 Igt); leadership comunitaria con quasi 60mia imprese che coltivano biologico; minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma; decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati (Ogm) che trova concordi quasi 8 cittadini su 10 (76 per cento).
Il biologico cresce sempre di più numero 7 - 2017
E Amazon si compra Wholefoods
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l fatturato mondiale del biologico ha toccato gli 81,6 miliardi di dollari. Una crescita costante e inarrestabile, confermata anche dall’acquisizione della catena “Wholefoods” da parte di “Amazon”. Metà del fatturato dei prodotti biologici viene realizzato nel Nord America, dove il mercato del biologico ha totalizzato 43.3 miliardi di dollari, mentre l’Europa ha
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raggiunto i 31,1 miliardi di dollari. Accanto alle catene specializzate, particolarmente dinamici sono stati gli acquisti diretti dai produttori nei cosiddetti “farmers market”. L’Italia è leader in Europa nella produzione con circa 60mila imprese agricole impegnate e in forte crescita sono anche i consumi, con un balzo del 20% negli acquisti familiari nel 2016.
Il primo centro italiano di distribuzione di Amazon è stato inaugurato a Castel San Giovanni in provincia di Piacenza nel 2011, quest’anno a settembre sarà inaugurato un magazzino simile a Vercelli dove saranno assunti 600 dipendenti in tre anni e altri 600 al quarto anno di attività
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Fotocronaca: Monastero Bormida 7 giugno 2017
Giornata Provinciale dei Pensionati Coldiretti La fotocronaca della festa di Monastero Bormida Come già annunciato sul precedente numero della nostra rivista, è stata una giornata bellissima, iniziata in chiesa e conclusasi all’Agriturismo San Desiderio, con la par-
Il presidente Cabiale con il direttore Ciotta, il sindaco Spiota e il presidente Cavallino prima della Messa.
tecipazione di centinaia di persone e molte personalità. Chi volesse copia di qualche fotografia può richiederla al seguente indirizzo mail: stefano.zunino@coldiretti.it .
Bruno Porta accoglie il sindaco di Monastero Bormida.
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i seguito pubblichiamo un’ampia fotocronaca della grande festa provinciale dei pensionati tenutasi il 7 giugno scorso a Monastero Bormida.
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In 800 alla Giornata regionale dei Pensionati Si sono ritrovati ad Oropa il 29 giugno, provenienti da tutto il Piemonte
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ambiti: dalla spesa all’abbigliamento, dall’assistenza legale alla cura del corpo, dalle prestazioni mediche alle attività turistiche e ristorative”. “La festa regionale del pensionato rappresenta un’iniziativa importante ed un’occasione di riflessione in cui viene ricordato il prezioso e duro lavoro dei nostri pensionati che sono da esempio anche per i nostri giovani imprenditori - sostengono Delia Revelli Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale - La giornata ha avuto una valenza di rilievo anche per fare il punto sul ruolo sociale che la società riconosce in capo a Coldiretti, d’altronde sono numerose le progettualità in questo ambito promosse anche dall’Associazione Pensionati Coldiretti nell’ottica di garantire un nuovo welfare del territorio”.
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lo stile di vita degli anziani al fine di prevenire patologie che possono causare disabilità e immobilità e dunque limitare l’autosufficienza. Inoltre, stiamo lavorando al disegno di legge per garantire la sicurezza alle persone della terza età, spesso vittime di frodi. Infine – prosegue Grenzi – siamo entrati ufficialmente nel Consiglio di Amministrazione di Age Platform Europe, la rete europea che promuove gli interessi e i diritti dei senior, interessandosi alle loro problematiche”. “Abbiamo voluto esprimere il nostro grazie ai soci pensionati che continuano ad essere un punto di riferimento importante per la famiglia, per Coldiretti e per il buon funzionamento delle imprese agricole - afferma Pier Luigi Cavallino presidente dell’Associazione Pensionati di Coldiretti Piemonte - Diverse le progettualità sindacali che abbiamo in programma per il prossimo autunno, mentre proprio in questi giorni su tutti i territori regionali si sta provvedendo alla distribuzione della Carta Vantaggi che offre la possibilità agli agricoltori over 65 di a v e r e sconti in diversi
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d ospitare la XX Giornata regionale dei Pensionati Coldiretti è stata la Federazione di Vercelli/Biella. Nutrita la delegazione proveniente dall’Astigiano, capeggiata dal presidente provinciale dell’Associazione Pensionati, Bruno Porta. Nella suggestiva cornice del Santuario di Oropa, si sono ritrovati in ottocento. A ricevere la nutrita delegazione, il presidente e il segretario nazionali di Federpensionati Coldiretti Giorgio Grenzi e Danilo Elia, il presidente regionale dell’Associazione Pensionati Pier Luigi Cavallino, il presidente di Coldiretti Piemonte Delia Revelli, il Delegato Confederale Bruno Rivarossa e i presidenti, direttori e dirigenti di tutte le Federazioni provinciali piemontesi e della Valle d’Aosta. Diversi momenti si sono susseguiti nella giornata: dalla preghiera al ricordo di quelli che sono i principi e gli ideali di un’esistenza scandita dai ritmi della terra, dal pranzo al mercato di Campagna Amica con i prodotti tipici del territorio alle visite delle bellezze del luogo quali il Museo dei Tesori, il Giardino Botanico, le Cappelle Sacre e l’Osservatorio Meteo. Nella Basilica Antica del Santuario di Oropa, cuore spirituale del Santuario, è stata concelebrata la Santa Messa dal Vescovo di Biella, Mons. Gabriele Mana, con il rettore del Santuario di Oropa, Don Michele Berchi, insieme a tutti i consiglieri ecclesiastici provinciali di Coldiretti Piemonte. Per il presidente nazionale, Giorgio Grenzi, dei Senior Coldiretti, come lui stesso ha ribadito chiamarsi il movimento, è stata l’occasione per fare il punto sulle numerose progettualità, in particolare ha sottolineato: “Stiamo portando avanti un importante progetto sulla salute per migliorare
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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”
Origine obbligatoria per ortofrutticoli freschi Anche per tartufi, funghi, zafferano occorre indicare la provenienza
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a Commissione UE ha risposto al quesito, posto dal Mipaaf, sull’obbligo di etichettatura di origine, per i prodotti ortofrutticoli non soggetti a norma di commercializzazione specifica o generale. Le norme di commercializzazione specifiche dell’ortofrutta fresca riguardano oggi solo 10 prodotti (pesche/ nettarine, kiwi, mele, pere, agrumi, fragole, uva da tavola, lattughe, indivia riccia e scarola, pomodoro, peperoni dolci) oltre alle banane. Vi è poi la norma di commercializzazione generale valida per gli altri prodotti (es. zucchine). Oltre all’origine, sempre obbligatoria, le norme specifiche prevedono il calibro e la categoria e, in taluni casi, altri parametri (es. grado Brix per il kiwi, % di succo minimo per gli agrumi. Nelle etichette applicate sugli imballaggi, nelle fatture e nei documenti di trasporto del prodotto devono essere riportate origine, calibro e categoria per i 10 prodotti con norma specifica, l’origine per tutti gli altri. Se commercializzati allo stato sfuso, tali informazioni vanno riportate su un cartello. L’obbligatorietà dell’etichettatura di origine per i prodotti ortofrutticoli freschi, privi di una norma specifica e per i quali non fosse applicabile la norma generale (ad esempio tartufi spontanei, funghi spontanei, zafferano, etc), è stata definitivamente chiarita dalla Commissione UE, presupposto per una maggiore trasparenza di mercato per prodotti spesso fondamentali in molte aree. La Commissione Europea ha chiarito che le indicazioni obbligatorie devono essere presenti sui documenti che accompagnano il prodotto in tutte le fasi della commercializzazione e che l’indicazione del Paese di origine è
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sempre obbligatoria per tutti i prodotti ortofrutticoli freschi, anche se esentati dal rispetto delle norme di commercializzazione. Finalmente sarà possibile sapere se i pregiati frutti del bosco sono stati raccolti nella Penisola o se sono arrivati in Italia da Paesi lontani con minore freschezza e garanzie di qualità e sicurezza alimentare. L’obbligo di etichettatura di origine mette chiarezza in un settore in cui nel 2016 sono stati importati in Italia oltre 7 milioni di chilogrammi tra funghi e tartufi freschi, dei quali 2,5 milioni di chili arrivano dalla Polonia e oltre 2 milioni dalla Romania, per un valore complessivo di 41 milioni di euro. Ben 11 milioni di euro riguardano specificatamente i tartufi per un quantitativo di 167000 chili. Un commercio dietro al quale, in mancanza di norme trasparenti sull’obbligo di indicare in etichetta l’origine, si sono nascosti inganni e truffe come dimostrano le numerose operazioni messe in atto dalle forze dell’ordine. Nel 2016 sui 58 controlli nel settore della commercializzazione di tartufo sono state notificate ben 9 notizie di reato e 11 contestazioni amministrative da parte dell’Ispettorato centrale
della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, con diffuse irregolarità di etichettatura e nell’osservanza degli obblighi di rintracciabilità. L’attività di ricerca e raccolta di funghi e tartufi non ha solo una natura hobbistica per appassionati ma svolge anche una funzione economica a sostegno delle aree interne dove rappresenta un’importante integrazione di reddito per migliaia di “professionisti” impegnati a rifornire negozi e ristoranti di prodotti tipici locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici. La prossima tappa di questa battaglia riguarda i prodotti trasformati dove purtroppo c’è ancora poca trasparenza e quindi è urgente un intervento legislativo chiarificatore. Sono infatti notevolissimi i volumi di prodotti importati destinati alla trasformazione (oltre 1,3 milioni di chilogrammi di funghi e tartufi secchi, tritati, in polvere, etc.), spesso spacciati per italiani e con l’utilizzo di sostanze aromatizzanti che si sostituiscono o si affiancano al prodotto richiamato in etichetta, con poca chiarezza nei confronti dei consumatori.
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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”
Adempimenti igienico sanitari per produzioni primarie Tutte le aziende devono avere il manuale Haccp e dal 2007 anche la Scia
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SANZIONI VIOLAZIONI
SANZIONI
Omessa notifica all’Autorità competente
Art. 6, comma 2 del Reg. CE 852/2004
Chi mantiene in attività un’attività in regime di sospensione o di revoca di registrazione
Art. 54, comma da Euro 1500,00 1 del Reg. CE a 9000,00 882/2004
Art. 6, comma 3 del D.Lgs 193/2007
Art. 6, comma 2 del Reg. CE 852/2004
da Euro 500, 00 a 3000,00
Art. 6, comma 3 del D.Lgs 193/2007
da Euro 250,00 a 1500,00
Art. 6, comma 4 del D.Lgs 193/2007
da Euro 500, 00 a 3000,00
Art. 6, comma 5 del D.Lgs 193/2007
Mancata predispo- Art. 5, comma 1 da Euro 1000,00 sizione di procedu- e 2 del Reg. CE a 6000,00 852/2004 re di autocontrollo
Art. 6, comma 6 del D.Lgs 193/2007
Omessa notifica per variazioni
Mancato rispetto dei requisiti geAllegato I, parte nerali contenuti nell’allegato I parte a del Reg CE 852/2004 A (prodotti agricoli primari) Mancato rispetto dei requisiti generali contenuti nell’allegato II (prodotti agricoli trasformati)
Allegato II, parte a del Reg CE 852/2004
da Euro 1500,00 Art. 6, comma 3 D.L 193/2007 a 9000,00
Inadeguatezza dei requisiti generali e di procedure
Art. 5, comma 1 e 2 del Reg. CE 852/2004
Prescrizione, se inadempienza, sanzione da Euro 1000,00 a 6000,00
Art. 6, comma 7 del D.Lgs 193/2007
Mancata o non corretta applicazione del sistema e/o procedure
Art. 5, comma 2 del Reg. CE 852/2004
da Euro 1000,00 a 6000,00
Art. 6, comma 8 del D.Lgs 193/2007
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utte le aziende agricole avviate dopo il 2007, devono possedere l’autorizzazione sanitaria (SCIA) per la produzione primaria (frutta, verdura, nocciole, uva, cereali, ecc.). Tutte le aziende che producono/ trasformano prodotti primari e li vendono a chiunque, in qualunque luogo, devono avere il manuale di autocontrollo igienicosanitario, HACCP. Coloro che si fanno fare prodotti trasformati in conto lavorazione (es. nocciole tostate, confetture, ecc.) per poi vendere tali trasformati al mercato, devono avere un locale di stoccaggio autorizzato (l’autorizzazione prevede, oltre al locale, anche un bagno ed uno spogliatoio adiacente); se si è già in possesso di autorizzazione sanitaria per altre lavorazioni, ma si vendono prodotti derivati da trasformazione in conto lavorazione ciò va comunque segnalato tramite SCIA. Anche per la sola essiccazione di zafferano ed erbe aromatiche occorre un laboratorio di trasformazione (essiccazione) dotato di autorizzazione sanitaria. Per tanto, per decidere ogni adeguamento alla normativa vigente ed evitare le sanzioni previste in caso di inadempienza, occorre: verificare esattamente l’azienda cosa produce e cosa vende, quali sono i prodotti primari e le eventuali trasformazioni in conto terzi; dove vengono stoccati i prodotti destinati alla vendita e quali autorizzazioni sanitarie sono già possedute.
Per ulteriori informazioni contattare il Servizio Adempimenti Igienicosanitari di Coldiretti Asti, tel. 0141-380439.
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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”
Gestione noccioleti colpiti da gelate Disseccamenti, inbrunimenti e ricacci (polloni) a gelata di fine aprile (1920-21 aprile) ha interessato anche il nocciolo - sia in zone di fondovalle che in aree di media collina - un pò in tutto il territorio regionale. A distanza di alcuni giorni dall’evento erano comparsi disseccamenti che interessavano i germogli in sviluppo, l’apparato fogliare (foto1) ed anche alcune infiorescenze in formazione (foto 2). Le successive ricognizioni hanno evidenziato spesso imbrunimenti nella zona sottocorticale del cambio e facile distacco della corteccia. Nei casi più gravi si assiste ad un disseccamento totale della parte aerea del cespuglio, mentre in altre situazioni la chioma continua a vegetare. Nel periodo estivo, alla base del cespuglio si sono sviluppati numerosi ricacci (polloni), pertanto, negli impianti colpiti dalla gelata, si consiglia di : • Selezionare, a seconda del tipo di allevamento, 3 (nel caso di monocaule o vaso cespugliato) oppure 6-8 polloni (se cespuglio) ed eliminare quelli in sovrannumero; • eseguire immediatamente in post raccolta almeno 2 interventi fungicidi con una miscela costituita da RAME (ossiclorurotetraramico oppure ossido di rame oppure rame metallo da solfato neutralizzato con calce spenta) addizionato a ZOLFO BAGNABILE per favorire l’agostamento del legno; • rinviare all’autunno gli interventi di potatura, epoca in cui le pertiche disseccate potranno essere tagliate e sostituite con
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i nuovi ricacci cresciuti nel frattempo. Le altre pratiche agronomiche (es. concimazione) non
dovranno essere modificate. (Articolo redatto in collaborazione con Agrion)
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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”
L’esposizione prolungata ai raggi solari può portare diversi problemi più o meno gravi (l’effetto è soggettivo) principalmente alla pelle e agli occhi (i principali organi bersaglio delle radiazioni). La qualità degli effetti, la loro gravità o la probabilità che alcuni di essi si verifichino, dipendono dalla esposizione radiante, dalla lunghezza d’onda della radiazione e, per quanto riguarda alcuni effetti sulla pelle, dalla fotosensibilità individuale che è una caratteristica geneticamente determinata. Patologie legate all’esposizione ai raggi UV sono, ad esempio, eritema solare, ustioni solari, foto-sensibilizzazione (se in concomitanza all’esposizione solare si assumono particolari farmaci o si utilizzano alcuni prodotti cosmetici), fotoinvecchiamento, foto-carcinogenesi e neoplasia. Considerati dal punto di vista del loro decorso temporale gli effetti prodotti sull’occhio e sulla pelle possono essere suddivisi in: • a) effetti a breve termine o da esposizione acuta con tempi di latenza dell’ordine di ore, giorni; • b) effetti a lungo termine o da esposizione cronica con tempi di latenza di mesi, anni. Nell’attuare le misure di tutela va tenuto sempre conto che il rischio da radiazione UV è strettamente collegato, oltre che all’esposizione, anche ai fattori individuali, per cui l’attuazione delle misure di tutela conseguenti la valutazione dell’esposizione va effettuata lavoratore per lavoratore in relazione anche ai dati personali (fototipo, farmaci, patologie), e lavorativi (presenza di agenti fotosensibilizzanti) in stretta collaborazione con il medico competente. In particolare coloro che lavorano all’esterno, ad esempio in agricoltura, nel comparto pesca e nella cantieristica, sono spesso esposti ad alcune delle sostanze foto sensibilizzanti. Il fototipo ci indica come la pelle reagisce all’esposizione al sole. In base al
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colore della pelle, dei capelli, alla comparsa di eritemi e all’attitudine ad abbronzarsi. Possiamo distinguere i 6 differenti tipi di pelle (fototipi). Per semplicità, possiamo assimilare il fototipo 1 (quasi albino) al 2 (pelle molto chiara) ed il fototipo 6 (pelle nera) al 5 (pelle molto scura). Più basso è il fototipo maggiori saranno le probabilità di scottarsi e maggiore sarà il rischio di danno da esposizione solare, in particolare quello relativo alla comparsa di tumori cutanei. Essendo il fototipo espressione delle caratteristiche costituzionali dell’individuo in grado di condizionare la risposta alle radiazioni solari è fondamentale valutare preventivamente questo fattore in relazione all’attività che il lavoratore dovrà svolgere. MISURE DI PREVENZIONE • Fotoprotezione ambientale: Usufruire sempre – ove possibile - di schermatu-
re con teli e con coperture. • Organizzare l’orario di lavoro, ove possibile, in maniera tale che durante le ore della giornata in cui gli UV sono più intensi (ore 11,00 – 15,00 oppure 12,00 – 16,00 con l’ora legale) si privilegino i compiti lavorativi che si svolgono all’interno o all’ombra, riservando i compiti all’esterno per gli orari mattutini e serali in cui l’esposizione agli UV è minore. • Consumare i pasti e sostare durante le pause sempre in luoghi ombreggiati. Al riguardo va sempre tenuto conto che: • Anche quando il cielo è nuvoloso vi è esposizione alla radiazione solare UV, infatti le nuvole non sono in grado di bloccare il passaggio dei raggi ultravioletti. Vento e nuvole, riducendo la sensazione del calore del sole sulla pelle, possono indurre a pensare che non vi sia rischio di scottature; in realtà questo non è vero, pertanto bisogna proteg-
IN SINTESI: RISCHIO COLPO DI SOLE/CALORE I lavoratori che svolgono attività lavorative in condizioni climatiche calde (lavori all’aperto, lavori nelle serre) sono esposti al rischio colpo di sole e/o di calore. La temperatura corporea può raggiungere o superare i 42,2 °C. FATTORI DI RISCHIO: 1. Ambienti caldi, chiusi, non ventilati 2. Intensi sforzi fisici 3. Abbigliamento non traspirante 4. Inadeguati periodi di riposo in ambienti adeguati 5. Acqua potabile non disponibile COME SI MANIFESTA? 1. All’inizio: confusione, vertigini, nausea, mal di testa, cute calda 2. Successivamente: tremori, formicolio alle dita, incoordinazione 3. Fase conclamata: cute calda e secca, incoscienza, convulsioni, coma
PREVENZIONE 1. Se possibile, lavorare nelle ore più fresche 2. Bagnarsi spesso con acqua fresca 3. Bere di frequente acqua 4. Non bere alcol, energy drink 5. Pasti leggeri e facilmente digeribili: pasta, frutta, verdura 6. Abiti leggeri di cotone, di colore chiaro e copricapo 7. Evitare di lavorare in solitudine SE COMPAIONO I SINTOMI: 1. Trasporta il soggetto in ambiente fresco e ventilato 2. Raffredda il soggetto con acqua fresca, evitando bruschi raffreddamenti 3. Fai bere acqua lentamente e a piccoli sorsi
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A - IL RISCHIO DI ESPOSIZIONE RADIAZIONI UV SOLARI
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“Rischi estivi” per i lavoratori agricoli
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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”
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gersi anche in queste situazioni. • È necessario proteggersi anche in autunno-inverno e non solo in primavera-estate. Alle latitudini della Regione Toscana la protezione è necessaria da marzo ad ottobre per ambienti esterni con radiazione riflessa bassa o moderata ( terreno, acqua, cemento, asfalto, erba) ed in tutti i mesi dell’anno, inclusi novembre – gennaio, per lavorazioni outdoor con radiazione riflessa elevata ( neve, ghiaccio, marmo bianco) con cielo sereno. • Il vetro blocca quasi totalmente la trasmissione della radiazione ultravioletta. • L’esposizione al sole durante i periodi passati all’aria aperta per svago o sport può creare un danno che va a sommarsi a quello che si verifica durante l’esposizione per motivi professionali.
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B - IL RISCHIO DI PUNTURE DI IMENOTTERI L’allergia al veleno degli Imenotteri è un fenomeno di ipersensibilità IgE-mediata verso il veleno degli insetti appartenenti all’ordine degli Imenotteri. Questa reazione allergica può essere causata dalle punture di diversi tipi di specie appartenenti a questo ordine, ma si verifica solo in quegli individui che sono venuti precedentemente in contatto col veleno e, quindi, si sono sensibilizzati ad esso. In Italia gli insetti più frequentemente responsabili di manifestazioni allergiche gravi sono gli imenotteri pungitori ed in particolare l’ape (Apis mellifica), la vespa (Polistes spp), il giallone (Vespula spp) ed il calabrone (Vespa spp). Solo le femmine sono provviste di pungiglioni velenosi. Il veleno presente nel pungiglione degli Imenotteri contiene: - sostanze con attività tossica e irritante che provocano a tutti una reazione locale nella sede della puntura con dolore, arrossamento, gonfiore. Reazioni generalizzate di tipo tossico si possono osservare in caso di punture multiple contemporanee. Le reazioni di tipo tossico compaiono più tardivamente e si sviluppano più lentamente rispetto alle reazioni allergiche.
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- sostanze allergizzanti capaci di sensibilizzare soggetti predisposti geneticamente, che in seguito ad una successiva puntura possono presentare reazioni allergiche anche gravi che insorgono entro pochi minuti o comunque entro un’ora dalla puntura, aumentando rapidamente di intensità.
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Norme preventive per soggetti a rischio di punture d’imenotteri - I pazienti con accertata allergia al veleno degli imenotteri devono essere sempre muniti di preparati monouso a base di adrenalina per auto somministrazione ed eventualmente una piastrina con note di riconoscimento. - In caso di puntura di ape è importante rimuovere immediatamente il pungiglione attraverso un rapido raschiamento con l’unghia o con una lama, evitando di comprimere il sacco velenifero tra le dita perché in questo modo si facilita l’inoculazione del veleno. Se non viene asportato subito, il sacco velenifero continua a pompare il veleno attraverso il pungiglione.
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Evitare movimenti bruschi e urla se avvicinati da un’ape o da una vespa. Non cercare di scacciarle, ma allontanarsi lentamente. Verificare i posti in cui ci possa essere un nido di vespe. Affidare a personale specializzato la bonifica di eventuali alveari o nidi. Evitare l’uso di spray per capelli e cosmetici profumati (deodoranti, creme solari, shampoo profumati) e non indossare abiti larghi neri o dai colori brillanti (preferire il bianco e il verde) in quanto gli Imenotteri vengono attratti da tutto ciò che ricorda fiori colorati e profumati. Munire di zanzariera le finestre dell’abitazione. Durante le attività all’aria aperta, proteggersi con camicie a maniche lunghe, pantaloni lunghi, guanti e non camminare scalzi in particolare nei prati o sulla spiaggia; usare per quanto possibile, scarpe ben chiuse. Gli apicoltori in particolare devono impiegare maschere protettive. Indossare un casco integrale, guanti, pantaloni lunghi per andare in motociclo. Viaggiare in macchina con i finestrini chiusi soprattutto nel periodo estivo; per precauzione è utile tenere in macchina un insetticida. Ricordare in caso di sport all’aperto che il sudore attira gli insetti, così come il colore rosso di molti campi da tennis.
IN SINTESI: RISCHIO ESPOSIZIONE A RADIAZIONI SOALRI Alcune malattie sono causate dall’esposizione ai raggi solari: 1. Malattie della cute: eritema solare, ustione solare, tumori maligni 2. Malattie dell’occhio PREVENZIONE 1. Limitare il più possibile l’esposizione al sole nelle ore più calde 2. Stare all’ombra nelle ore più calde
3. Proteggere adeguatamente occhi, orecchie, faccia, collo, con occhiali e cappello 4. Indossare abiti che proteggono dalla luce solare e non lavorare a pelle nuda 5. Usare creme solari protettive 6. Programmare i lavori con maggior fatica fisica in orari con temperature più favorevoli (preferire orario mattutino)
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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”
Punti fondamentali per il soggetto allergico al veleno di imenotteri - Conoscere norme specifiche per ridurre il rischio di ripuntura. - Essere muniti di adrenalina per autosomministrazione per la terapia d’emergenza in caso di ripuntura. - Praticare, quando necessario, immunoterapia specifica. GLI INFESTANTI NEGLI AMBIENTI ZOOTECNICI Insetti Le attività zootecniche, per la loro natura e l’elevata presenza di detriti organici rappresentano situazioni altamente adatte alla proliferazione di insetti. Fra gli insetti più importanti in ambito zootecnico è necessario ricordare i ditteri afferenti alla famiglia dei muscidi (tra cui Musca domestica è la specie più
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prolifera) e le blatte (principalmente Blatta orientalis). Musca domestica rappresenta la specie numericamente più significativa in ambito zootecnico. Ogni sostanza organica in decomposizione è idonea allo sviluppo delle larve delle mosche quando ha un grado di umidità compreso fra il 40% e 80%. Il periodo dell’anno più favorevole per lo sviluppo delle mosche è aprile-ottobre, ma all’interno delle stalle e degli allevamenti avicoli anche durante l’inverno si possono avere condizioni idonee alla vita di tali insetti. I reflui zootecnici liquidi non danno problemi importanti in fase di stoccaggio, mentre la pollina ed i reflui solidi separati di suini consentono il massimo sviluppo delle mosche. La presenza di mosche è una fonte continua di disturbo sia per gli animali, può determinare perdite economiche (riduzione della produzione di carne, latte e uova), sia per la popolazione che risiede nelle vicinanze delle aziende. Inoltre le mosche possono costituire vettori meccanici in grado di diffondere microrganismi patogeni attraverso l’adesione alla superficie del corpo, in particolare alle zampe, o attraverso l’ingestione, seguita da rigurgito o defecazione. Le blatte, in particolare Blatta orientalis, sono insetti onnivori e lucifugi che sono attivi unicamente di notte. Anche le blatte rappresentano dei vettori meccanici di agenti patogeni, oltre ad essere una fonte di insudiciamento e contaminazione delle derrate alimentari destinate all’alimentazione animale. Le infestazioni degli allevamenti possono estendersi anche alle abitazioni residenziali vicine ai siti di allevamento, in particolare nei casi in cui non siano state mantenute adeguate distanze di rispetto fra attività zootecniche e aree residenziali. In ambito zootecnico non va poi sottovalutata l’importanza delle zanzare che all’interno dell’azienda possono trovare una grande quantità di siti di sviluppo (microfocolai) rappresentati da piccole raccolte d’acqua che possono formarsi su macchinari, imballaggi, teli, pozzetti, caditoie, contenitori, fusti, ecc..
Punti fondamentali per il soggetto allergico al veleno di imenotteri - Conoscere norme specifiche per ridurre il rischio di ripuntura. - Essere muniti di adrenalina per autosomministrazione per la terapia d’emergenza in caso di ripuntura. - Praticare, quando necessario, immunoterapia specifica. GLI INFESTANTI NEGLI AMBIENTI ZOOTECNICI Insetti Le attività zootecniche, per la loro natura e l’elevata presenza di detriti organici rappresentano situazioni altamente adatte alla proliferazione di insetti. Fra gli insetti più importanti in ambito zootecnico è necessario ricordare i ditteri afferenti alla famiglia dei muscidi (tra cui Musca domestica è la specie più prolifera) e le blatte (principalmente Blatta orientalis). Musca domestica rappresenta la specie numericamente più significativa in ambito zootecnico. Ogni sostanza organica in decomposizione è idonea allo sviluppo delle larve delle mosche quando ha un grado di umidità compreso fra il 40% e 80%. Il periodo dell’anno più favorevole per lo sviluppo delle mosche è aprile-ottobre, ma all’interno delle stalle e degli allevamenti avicoli anche durante l’inverno si possono avere condizioni idonee alla vita di tali insetti. I reflui zootecnici liquidi non danno problemi importanti in fase di stoccaggio, mentre la pollina ed i reflui solidi separati di suini consentono il massimo sviluppo delle mosche. La presenza di mosche è una fonte continua di disturbo sia per gli animali, può determinare perdite economiche (riduzione della produzione di carne, latte e uova), sia per la popolazione che risiede nelle vicinanze delle aziende. Inoltre le mosche possono costituire vettori meccanici in grado di diffondere microrganismi patogeni attraverso l’adesione alla superficie del corpo, in particolare alle zampe, o attraverso l’ingestione, seguita da rigurgito o defecazione. Le blatte, in particolare Blatta orienta-
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Cercare di essere sempre in compagnia durante le attività all’aperto ed in luoghi isolati. - Gli alimenti attraggono le vespe; è bene stare lontano da frutteti e da vigne; evitare di cucinare o consumare cibi all’aperto; conservare ben chiusi i rifiuti ed evitare le aree adibite alla loro raccolta; le pattumiere dovranno essere sempre ben pulite e regolarmente irrorate, soprattutto sul bordo, con un insetticida. Gli insetti adorano il profumo del cibo, coprire quindi il cibo e fare attenzione alle bibite in lattina una volta aperte, per la possibilità che un’ape o una vespa vi siano entrate. Ricordare che l’impiego di farmaci ACE-inibitori e beta-bloccanti sono controindicati in pazienti ad elevato rischio di reazioni anafilattiche da punture di Imenotteri, in quanto possono aggravare un’eventuale reazione allergica.
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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”
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lis, sono insetti onnivori e lucifugi che sono attivi unicamente di notte. Anche le blatte rappresentano dei vettori meccanici di agenti patogeni, oltre ad essere una fonte di insudiciamento e contaminazione delle derrate alimentari destinate all’alimentazione animale. Le infestazioni degli allevamenti possono estendersi anche alle abitazioni residenziali vicine ai siti di allevamento, in particolare nei casi in cui non siano state mantenute adeguate distanze di rispetto fra attività zootecniche e aree residenziali. In ambito zootecnico non va poi sottovalutata l’importanza delle zanzare che all’interno dell’azienda possono trovare una grande quantità di siti di sviluppo (microfocolai) rappresentati da piccole raccolte d’acqua che possono formarsi su macchinari, imballaggi, teli, pozzetti, caditoie, contenitori, fusti, ecc.. Ratti I ratti (es.: Rattus norvegicus) possono essere attratti dalla disponibilità di cibo, acqua e ambienti riscaldati. I ratti possono essere vettori di malattie infettive.
Al fine di limitare la proliferazione e la diffusione di zanzare (che possono anche essere vettori di agenti patogeni agli animali) è necessario evitare il formarsi di depositi d’acqua ed evitare di utilizzare copertoni usati quali fermatelo. Per il controllo ed il monitoraggio di alcuni insetti si potranno utilizzare apposite lampade o esche attrattive. Inoltre si potranno impiegare insetticidi attrattivi distribuiti a spot per la lotta alle forme immaginali (adulti) e inibitori della chitino-sintesi nei confronti delle forme pre-immaginali. Negli allevamenti, grazie alla presenza di ambienti confinati, è preferibile intraprendere tecniche di lotta biologica attraverso lanci programmati di imenotteri parassitoidi (la larva di imenottero si sviluppa all’interno della pupa della mosca). La lotta con parassitoidi richiede comunque cura nella gestione del calendario dei lanci ed esperienza. Derattizzazione
LA RIDUZIONE DELL’IMPATTO SOLUZIONI STRUTTURALI Le aperture (porte e finestre) devono essere protette con reticelle e zanzariere per limitare la diffusione degli insetti. SOLUZIONI GESTIONALI Lotta agli insetti Tra i metodi di contenimento ancor oggi la lotta chimica è di gran lunga il più usato, ma la sua efficacia è spesso ridotta a causa dell’insorgenza di fenomeni di resistenza ai principi attivi impiegati. Le strategie di lotta contro mosche e blatte devono quindi basarsi principalmente su tecniche di prevenzione come il corretto stoccaggio dei reflui e dei resti alimentari in contenitori chiusi. Prevenire significa rendere le condizioni ambientali “difficili” per gli insetti, mediante una corretta gestione delle deiezioni animali, controllando il livello di umidità del substrato organico, e mediante un’accurata pulizia dei locali (Süss & Salvodelli, 2005).
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Per attuare la derattizzazione si utilizzano i rodenticidi, molecole tossiche, distribuite sotto forma di esche solide appetibili ai roditori. L’esca è quindi costituita da sostanze attrattive e veleni, spesso costituiti da anticoagulanti (poco tossici per l’uomo e per gli animali domestici quali il difenadione, il pindolo ed i derivati del cumarolo). Le esche verranno distribuite in appositi contenitori fissi, numerati, segnalati. Per la derattizzazione bisognerà: • mantenere un registro del piano di derattizzazione attuato con le schede e le informazioni sui principi attivi e sui prodotti utilizzati; • possedere un armadio chiuso a chiave dove tenere le esche velenose; • utilizzare trappole con le esche velenose all’interno evitando di di-
stribuire polveri o granuli o esche velenose senza protezioni (es.: dall’acqua); • preferire l’uso di esche che contengono molecole chimiche che agiscono con ritardo (es.: anticoaugulanti); • i roditori imparano e trasmettono la conoscenza appresa per cui bisognerà cambiare esca e posizione dei distributori o delle trappole; • se si usano delle trappole bisognerà monitorare quotidianamente la eventuale cattura dei roditori; • predisporre una pianta in scala 1:200 dell’allevamento con la segnalazione della posizione delle trappole con esche; • segnalare la posizione dei distributori o delle trappole con appositi cartelli ad 1,6 metri di altezza e numerarli progressivamente come nella pianta topografica. Per una migliore riuscita della derattizzazione occorre anche mantenere un buon livello di pulizia generale, chiudere tombini e fessure che potrebbero favorire l’entrata dei roditori, tenere gli alimenti in ambienti o contenitori ermeticamente chiusi, rimuovere i rifiuti accumulati a fine giornata lavorativa ed eliminare i rifiuti organici in contenitori ermeticamente chiusi. La derattizzazione non deve essere effettuata se non vengono riscontrate evidenti tracce dei roditori. A cura del Servizio Sicurezza Luoghi di Lavoro di Coldiretti Asti, tel. 0141380418, edoardo.marchisio@coldiretti. it. -
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Fonti bibliografiche:
Radiazioni ottiche naturali - Portale Agenti Fisici (PAF) “Allergia al veleno d’imenotteri” realizzata da Allergy Verona – Unità Semplice Dipartimentale di Allergologia I principali rischi e modalità di prevenzione per i lavoratori agricoli, realizzata da UOOML dell’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale di Cremona – ASST Cremona Linee guida per la costruzione di edifici rurali - Redazione a cura dei Servizi : Veterinario A, Veterinario C, S.I.S.P., S.Pre.S.A.L., S.T.P. di Asti
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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”
Lotta alla Flavescenza Dorata della vite on l’avvio dell’estate si entra nella fase più delicata e strategica per mettere in atto le azioni di contrasto al fitoplasma della Flavescenza dorata della vite e al suo vettore, il cicadellide Scahoideus titanus; di seguito riportiamo in merito alcune semplici indicazioni e novità. • La Flavescenza dorata si previene sole se, dopo aver trattato con l’insetticida e trascorso il tempo di rientro (almeno 48 ore), si estirpano le piante malate e si eliminano i tralci con sintomi: questo serve per togliere la fonte di fitoplasma da cui lo Scafoideo può infettarsi per poi trasmetterlo a viti sane.
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• L’orientamento dei filari in modo trasversale rispetto a superfici a rischio confinanti, es. incolti con Vitis o vigneti mal condotti o nei quali non si pratica la difesa fitosanitaria), rallenta la penetrazione dello Scafoideo all’interno del nostro vigneto da difendere. • È bene segnalare tempestivamente, ai tecnici e al Settore Fitosanitario Regionale, la comparsa di sintomi di fitoplasmosi nelle barbatelle al primo anno di impianto in vigneto: in tal caso è presumibile che l’infezione derivi dal vivaio o dal vigneto campo madre da cui si è attinto il materiale di moltiplicazione originario.
• Rispetto all’insetto vettore, gli esperti hanno dimostrato che negli ultimi anni si è verificato uno spostamento in avanti del suo picco di volo, con una coda di volo arrivata fino a metà ottobre-inizio novembre. È stato dimostrato anche quasi il raddoppio della longevità degli adulti e una triplicazione della fecondità delle femmine. Tutto questo sottolinea ancora una volta la necessità di dover dedicare maggiore attenzione a fine stagione estiva (ultimo trattamento pre o post vendemmia). • In caso di dubbi nell’applicazione dei vari interventi e azioni di lotta, consultare il proprio tecnico.
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Novità e indicazioni per contrastare il fitoplasma
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Come posizionare e gestire le trappole
Rolevamento della presenza dello scafoide con i pannelli cromatici
onsiderata l’utilità di conoscere il livello di presenza in vigneto dell’insetto vettore della FD, riportiamo alcune indicazioni utili per il posizionamento e la gestione delle trappole cromotattiche gialle: Le trappole cromotattiche vanno posizionate poco al di sopra della fascia grappolo e in una zona con foglie e tralci nelle immediate vicinanze (non mettere mai le trappole dove si trova un largo vuoto nella vegetazione). Fissare le trappole ai fili tutori del vigneto con due fili di ferro superiormente ed un filo di ferro inferiormente, per evitare che la trappola sia ribaltata dal vento. Posizionare le trappole lungo una diagonale sul vigneto in esame: una trappola bene all’interno del vigneto e due in altri filari (il penultimo o il terzultimo) verso i bordi; le due trappole di bordo saranno posizionate verso valle e verso monte. Se vi è un’area critica confinante, quale ad esempio un incolto con vite americana o un vigneto abbandonato, mettere se possibile anche una quarta trappola in questa zona incolta. Sostituire le trappole ogni 2 settimane, eseguendo la sostituzione sempre nello stesso giorno della settimana. Alla sostituzione, inserire ciascuna trappola tolta in un sacchetto trasparente, cercando di evitare per quanto possibile di creare troppe pieghe del sacchetto sulla superficie delle trappole (questo per facilitare la lettura). Scrivere sul margine del sacchetto, con pennarello indelebile, le seguenti informazioni: DATA, NOME AZIENDA, COMUNE, FOGLIO, PARTICELLA E POSIZIONE DELLA TRAPPOLA (“CENTRO”,
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“MONTE”, “VALLE”; se c’è una quarta trappola chiamarla “INCOLTO”). Se non si è ancora in grado di riconoscere l’insetto sulle trappole,
confrontarsi con il proprio tecnico e comunicargli in ogni caso il numero di Scafoideo catturati al fine di decidere le azioni di lotta.
Manuali tecnici in distribuzione Orticoltura, Frutticoltura e Corilicoltura ell’ambito della stretta collaborazione con Agrion, Fondazione per la ricerca e l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese, sono in distribuzione presso i nostri uffici le Linee Tecniche 2017 per le colture “ORTAGGI, FRAGOLA E PICCOLI FRUTTI” (280 pagine), “NOCCIOLO” (60 pagine) e “FRUTTICOLTURA SOSTENIBILE” (320 pagine). Tali pubblicazioni, con un taglio pratico da manuale operativo, concentrano tutto quello che occorre sapere sulle varie colture per l’impianto, la coltivazione e la difesa fitosanitaria. Gli interessati possono richiedere copia delle Guide presso gli uffici Coldiretti (fino a esauri-
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mento disponibilità) oppure possono essere scaricate dal sito della Fondazione: www.agrion.it.
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Malattie professionali in agricoltura
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lavorazione che ha dato origine alla malattia. DIMINUZIONE DELLA CAPACITA’ UDITIVA I lavoratori che sono affetti da ipoacusia percettiva bilaterale simmetrica per essere stati esposti a lavorazioni rumorose nell’industria, nei trasporti o in agricoltura hanno diritto alla richiesta di indennizzo per il riconoscimento della malattia professionale: a titolo esemplificativo, in ambito agricolo, è una patologia che colpisce frequentemente i trattoristi o coloro che, comunque, utilizzano in modo frequente macchinari piuttosto rumorosi. Può essere richiesto l’indennizzo entro 4 anni dall’abbandono della lavorazione che ha dato origine alla malattia.
TENDINITI Sono malattie professionali tabellate le tendiniti della spalla, del gomito, del polso e della mano se coloro che ne risultano affetti svolgono o hanno svolto lavorazioni, in modo non occasionale, che comportano movimenti ripetuti, posture incongrue ed impegno di forza: sono patologie frequenti, ad esempio, fra coloro che svolgono la raccolta di frutti pendenti, la cernita di frutta e verdura o la sessatura del pollame. Può essere richiesto l’indennizzo entro 1 anno dall’abbandono della lavorazione che ha dato origine alla malattia. PATOLOGIE DEL GINOCCHIO Le borsiti per chi svolge o ha svolto lavorazioni con appoggio prolungato del ginocchio e le meniscopatie degenerative o le tendinopatie del quadricipite per chi svolge o ha svolto lavorazioni con movimenti ripetuti del ginocchio o mantenimento di posture incongrue sono state inserite tra le malattie professionali tabellate: sono patologie frequenti, ad esempio, fra coloro che svolgono la semina o raccolta di frutti od ortaggi a terra, viticoltori ed in genere coloro che sono costretti all’utilizzo prolungato della gamba come punto di appoggio per far leva su attrezzi di lavoro. Può essere richiesto l’indennizzo entro 2 anni dall’abbandono della lavorazione che ha dato origine alla malattia. Per ogni ulteriore informazione o chiarimento in merito, invitiamo gli interessati a rivolgersi al Patronato Epaca della Coldiretti dove personale qualificato saprà fornire le corrette indicazioni del caso.
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el corso degli ultimi anni specifiche disposizioni di legge e diverse sentenze della Corte di Cassazione hanno consentito di ampliare la tabella delle malattie professionali riconoscibili dall’INAIL anche in ambito agricolo. Negli ultimi mesi grazie ad una qualificata consulenza medico-legale il Patronato EPACA della Coldiretti ha presentato numerose istanze finalizzate al riconoscimento delle malattie professionali più frequenti in agricoltura e sono stati riconosciuti numerosi indennizzi da parte dell’Istituto assicuratore. Evidenziamo di seguito tali malattie professionali, piuttosto frequenti in agricoltura ma anche in altri ambiti lavorativi, per le quali è possibile effettuare richiesta all’INAIL di indennizzo; invitiamo tutti coloro che ritengono di poter essere nelle condizioni per richiedere il beneficio a rivolgersi tempestivamente all’ufficio zona Coldiretti più vicino per la valutazione del caso attraverso una qualificata consulenza medica gratuita. TUNNEL CARPALE La sindrome del tunnel carpale viene riconosciuta come malattia professionale nei confronti di coloro che sono impegnati in lavorazioni, svolte in modo non occasionale, che comportano movimenti ripetuti, mantenimento di posture incongrue e impegno di forza: è il caso, ad esempio, di coloro che sono impegnati o sono stati impegnati nella potatura ovvero coloro che svolgono o hanno svolto l’attività di mungitura senza l’ausilio di mezzi tecnici. Può essere richiesto l’indennizzo entro 2 anni dall’abbandono della
Previdenza
Consulenza medica gratuita all’EPACA
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Acquisizione della proprietà per possesso protratto L’usucapione vale solo fra privati, non sui beni demaniali ’usucapione è un modo di acquisto della proprietà fondato essenzialmente sul decorso del tempo. In particolare il possesso protratto per un certo periodo di tempo fa acquisire al possessore la titolarità del diritto reale corrispondente alla situazione di fatto esercitata. L’usucapione è prevista dall’art. 1158 e segg. codice civile che così dispone: La proprietà dei beni immobili e gli altri diritti reali di godimento sui beni medesimi si acquistano in virtù del possesso continuato per venti anni. Presupposto per il verificarsi dell’usucapione è il possesso ininterrotto e
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province e comuni nonché delle ex province che siano soggetti al regime dei beni demaniali. La ragione di tutto ciò è determinata dalla natura dei beni in questione e dalla funzione che gli stessi assolvono.
Educazione alla salute e al benessere Primo premio agli scolari di Villanova d’Asti
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ono stati consegnati alla Coldiretti di Asti, il 25 maggio, gli attestati di partecipazione e i premi agli scolari astigiani che con le loro scuole hanno preso parte all’iniziativa ludico didattica promossa anche quest’anno dalla Centrale del latte di Torino. Per l’anno scolastico 2016/2017, il 9° seminario annuale per insegnanti ruotava attorno al titolo “Ieri, oggi, futuro: gli itinerari dell’alimentazione che conducono a salute e benessere”. I lavori presentati dalle scolaresche dovevano quindi ruotare attorno a questo tema, con l’obiettivo di promuovere la tra-
sversalità dell’educazione alimentare, coniugando aspetti scientifici e culturali in linea con il piano didattico di prevenzione e salute. Quest’anno Coldiretti Asti è stata coinvolta per parlare di agricoltura rispettosa dell’ambiente e dell’indicazione in etichetta dell’origine della materia prima nei prodotti lattiero-caseari. Presenti il vice direttore di Coldiretti Asti, Luigi Franco, e il responsabile organizzazione, Marco Chiesa. Il primo premio è andato alla scuola primaria “De Amicis” di Villanova d’Asti classe seconda sezioni A e B. Il premio è stata una giornata da
trascorrere nella fattoria didattica “I tre tigli” di Montegrosso Cinaglio.
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continuo per un certo lasso di tempo. I beni demaniali si possono generalmente distinguere in beni immobili, che appartengono necessariamente allo Stato (demanio necessario) e beni sia immobili che mobili che possono appartenere anche a privati (demanio accidentale) e che sono demaniali solo se appartengono allo Stato. Per quanto riguarda i beni demaniali, tenuto conto che essi sono mirati al soddisfacimento dell’interesse della collettività, sono sottoposti a un regime particolare. Ne consegue che non si possono usucapire in alcun modo i beni demaniali, i beni che appartengono a
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