Il notiziario agrigolo n 08 2015

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Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 8 - Anno 2015 - In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo

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64° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI

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Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Periodico ufficiale Coldiretti Anno 64° numero 8 - 9 luglio 2015* Realizzazione grafica e stampa Riflesso – Artigrafiche M.A.R. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.092036 Abbonamento annuale: Euro 20,00 *Data di chiusura del giornale Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

argomenti in evidenza

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Assemblea Giovani Impresa Coldiretti Asti

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Danni da fauna selvatica è un problema sociale

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Una giornata speciale per i pensionati

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Arriva il marchio per i mangimi no Ogm

Progetto Vino Coldiretti Asti: 1 milione di bottiglie

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Che bella la mostra “Vignette in Vigna” a Bubbio

Speciale Misura 111 Utilizzo del legno per l’affinamento dei vini; Rapporti di vicinato e distanze; Cresce l’agricoltura biologica nazionale; Come diventare produttore biologico; Il coleottero crisodelide e la Diabrotica; Il corretto impiego degli agrofarmaci; Difesa fitosanitaria sostenibile; Flavescenza dorata: inadempienze e sanzioni.

Sommario

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“Le distorsioni pesano sull’agricoltura” Il presidente nazionale Coldiretti sull’Enciclica del Papa Se guardiamo all’agricoltura, l’invito dell’Enciclica è quello a rimettere le mani sulla considerazione del mercato, nella sua dimensione globale, caratterizzata da molteplici e concomitanti fattori distorsivi a partire dall’impatto sui prezzi dei sistemi monetari e finanziari, dalla possibilità di assicurare il diritto al cibo attraverso forme di agricoltura famigliare, attenta ai bisogni delle comunità locali, al contrasto delle pratiche di deforestazione, alla rimozione dagli scaffali del cibo a basso costo causa di obesità, fino al necessario investimento in iniziative culturali sul cibo e di educazione alimentare”. È quanto ha affermato il presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo, nell’esprimere apprezzamento per l’Enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco che invita a ricercare il benessere per tutti eliminando inefficienze e sprechi ed a ricercare buone pratiche, condannando la iniqua distribuzione delle risorse della terra. Anche l’agricoltura - sostiene Moncalvo - è responsabilizzata nel superare la crisi ecologica e nel difendere la relazione tra uomo e ambiente. Non possiamo non citare i casi di sfruttamento industriale dei suoli per la produzione di biocarburanti che vengono sottratti alle comunità ai fini del sostentamento o la stessa coltivazione degli Ogm che risulta un modello economico capace di produrre povertà e desertificazione attraverso forme di colonialismo del lavoro e privazione di libertà di scelta.

Riflessioni

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Il presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo da Papa Francesco

Non c’è dubbio che l’Enciclica di Papa Francesco contenga esortazioni impegnative per tutti riconoscendo la necessità di un quotidiano impegno individuale e nel mantenere vivo il dialogo alla ricerca del bene comune. La conversione ecologica che viene ampliamente motivata come imperativo riguarda, infatti, il radicale cambiamento dell’attuale modello di sviluppo in cui ciascuno come operatore o consumatore ha la sua parte. L’enciclica di Papa Francesco ci motiva e ci conforta nel nostro impegno per dare un adeguato riconoscimento economico e sociale del lavoro nei campi dove - sottolinea Moncalvo - pesano gli effetti di una globalizzazione senza regole che favorisce lo sfruttamento, la speculazione sul cibo e sottopaga i prodotti della terra. Con il loro lavoro gli imprenditori agricoli italiani hanno costruito una agricoltura di straordinaria qualità, con caratteri distintivi unici, con una varie-

tà e un’articolazione che non ha uguali al mondo” aggiunge Moncalvo nel sottolineare che “questo know how replicabile in ogni parte del pianeta è il contributo della Coldiretti per forze sociali ed economiche analoghe alla nostra in Paesi assai meno fortunati. L’agricoltura italiana è diventata oggi la più green d’Europa con il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario per prodotti a denominazione di origine Dop/Igp che salvaguardano tradizione e biodiversità, a leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, la più vasta rete di aziende agricole e mercati di vendita a chilometri zero che non devono percorrere lunghe distanza con mezzi di trasporto inquinanti, ma anche la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati come avviene in 23 Paesi sui 28 dell’Unione Europea.

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Assemblea Giovani Impresa Coldiretti Asti Il 29 luglio a Montechiaro d’Asti l’Assemblea Coldiretti Giovani Impresa

na, teologo; Giorgio Ferrero, assessore regionale all’Agricoltura; Roberto Cabiale, presidente provinciale e vice presidente regionale Coldiretti; Danilo Merlo, delegato provinciale Coldiretti Giovani Impresa; Alberto Brosio, apicoltore ex attore. All’incontro sono attesi oltre cento giovani imprenditori agricoli iscritti a Coldiretti Asti, una sorta di “stati generali” dell’agricoltura under 35. “Come rappresentanti dei giovani Coldiretti – sottolinea Danilo Merlo – cercheremo di capire i significati della “Carta di Milano” che rappresenta un’importante eredità culturale per Expo 2015. Vorremmo anche contribuire con idee concrete e dare impulso ad azioni innovative, come, per altro, in questi ultimi anni i giovani hanno saputo fare nel settore primario. Crediamo sia necessaria

La delegata nazionale Giovani Impresa, Maria Letizia Gardoni con il delegato astigiano, Danilo Merlo

una lettura di quanto sta proponendo Expo 2015 e di quanto il dibattito su “Nutrire il Pianeta” sia veramente efficace anche in relazione a tanti interrogativi ancora aperti, molti dei quali trattati anche da Papa Francesco nell’enciclica “Laudato Si’”.

Iniziative

Le idee per nutrire il Pianeta”, con questo titolo dato alla loro assemblea, i ragazzi di Giovani impresa Coldiretti Asti, vogliono elaborare un proprio pensiero per contribuire a un giusto compimento dell’Esposizione Universale di Milano. Mercoledì 29 luglio alle 17,30 si ritroveranno a Montechiaro d’Asti, all’agriturismo “Cascina San Nazario” per un incontro a livello provinciale ma con ospiti di caratura nazionale. Alle ore 18 si terrà una tavola rotonda con gli interventi di: Maria Letizia Gardoni, delegata nazionale Giovani Impresa Coldiretti; Delia Revelli, Presidente Coldiretti piemonte; Carmelo Troccoli, segretario nazionale Coldiretti Giovani Impresa; Valentina Binno, delegata regionale Coldiretti Giovani Impresa; don Marco Andi-

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L’Austria introduce il divieto di coltivazione di Ogm ’Austria vieta la coltivazione di organismi geneticamente modificati. Secondo quanto riporta un articolo apparso sul portale Bauern Zeitung, il Consiglio dei Ministri ha approvato la Legge quadro che impedisce le colture transgeniche. In Austria la coltivazione di Ogm è stata vietata per legge. Il Consiglio dei Ministri ha approvato la Legge quadro sul divieto di coltivazione di Organismi geneticamente modificati. (...) “Tale legge rende definitivamente chiaro che i terreni austriaci rimangono privi di Ogm. In questo modo garantiamo la certezza del diritto agli stati federali, ma soprattutto alle agricoltrici e agli agricoltori, alle consumatrici e ai consumatori”, ha sottolineato il

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Ministro dell’Agricoltura Andrae Rupprechter. Finora i singoli stati federati (...) hanno vietato tali coltivazioni sulla base delle leggi cautelative sull’ingegneria genetica, che non erano tuttavia sostenute da alcuna protezione giuridica europea. La libertà di scelta riguardo alla coltivazione di Ogm decisa dall’Unione europea, ha affermato Rupprechter, rappresenta una tappa importante e risponde a una richiesta che l’Austria avanzava da anni. “La nuova legge quadro – ha spiegato lo stesso ministro – garantisce un approccio unitario tra i diversi Land ed esclude un possibile mosaico di norme. Essa favorisce inoltre una semplificazione

amministrativa”. Da parte sua, il Presidente della Camera dell’Agricoltura (...) Hermann Schultes ha tenuto a sottolineare: “I nostri prodotti alimentari godono di fama sui mercati internazionali. La libertà dagli Ogm (...) rafforza la loro posizione su tali mercati (...)”. “L’agricoltura austriaca segue un triplice principio di sostenibilità: culturale, naturale ed economica. Anche i nostri consumatori, sensibili al tema della sostenibilità ambientale, sono contrari all’impiego di Ogm sui terreni austriaci”, ha inoltre dichiarato il Presidente degli agricoltori austriaci Jakob Auer. (…) [portale Bauern Zeitung – traduzione a cura di agra press]

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Approvata la legge Quadro: garantisce un approccio unitario tra i diversi Land

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Una petizione per salvare il formaggio Made in Italy Coldiretti ha ottenuto una proroga Ue all’ultimatum sul formaggio senza latte ’imponente manifestazione di Coldiretti dell’8 luglio, con migliaia di allevatori, casari e consumatori in piazza Montecitorio, ha portato un immediato risultato. La Commissione europea ha concesso una proroga, al 29 settembre, del termine di risposta alla lettera di diffida sull’infrazione n.4170 con la quale si vuole imporre all’Italia di produrre con la polvere di latte. La mobilitazione ha avuto effetti positivi anche grazie al sostegno di tutte le istituzioni che hanno sottoscritto la petizione lanciata da Coldiretti. Ora anche i cittadini potranno aderire recandosi presso gli uffici Coldiretti nazionali e piemontesi. A rischio c’è l’intero settore lattiero caseario che rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare italiano con un valore di 28 miliardi di euro, 180 mila occupati nell’intera filiera e 35 mila stalle. La legge n.138 dell’ 11 aprile del 1974

Mobilitazione

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Petizione davanti a Montecitorio per salvare i formaggi italiani

garantisce, da oltre 40 anni, il primato della produzione lattiero casearia italiana che riscuote un apprezzamento crescente in tutto il mondo dove le esportazioni di formaggi e latticini sono aumentate del 9,3 per cento nel primo trimestre del 2015. Se tale legge venisse superata a farne le spese sarebbero 51 specialità piemontesi. L’impiego della polvere di latte, inoltre, significherebbe aumentare la dipen-

denza dall’estero con la chiusura delle stalle, la perdita di posti di lavoro ed il venir meno del presidio dei nostri territori. Il pressing esercitato da Coldiretti necessita dell’impegno del Governo e del Parlamento per garantire la norma vigente sul divieto di detenzione ed utilizzo della polvere di latte, al fine di tutelare i cittadini, difendere la distintività e l’eccellenza del vero Made in Italy.

Con un chilo di polvere, 10 di latte numero 8 – 2015

Autogol: sono stati gli industriali a sollecitare la diffida ono 487 i formaggi prodotti con metodi tradizionali da generazioni di allevatori e censiti ufficialmente dalle Regioni. Il via libera alla polvere di latte rischia di farli sparire. Con un chilo di polvere di latte (prezzo sul mercato internazionale di 2 euro) è possibile produrre 10 litri di latte (al prezzo di 20 centesimi, quasi la metà di quanto costa produrlo ai no-

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stri allevatori), 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt e tutto con lo stesso identico sapore perché viene a mancare quella distintività che viene solo dal latte fresco dei diversi territori. Da notare come a danneggiare il Made in Italy agroalimentare siano gli stessi industriali italiani, come purtroppo già accaduto in altre circostanze, vorrebbero vendere i nostri brand senza

doverli produrre con i dovuti crismi. La lettera di diffida inviata all’Italia dalla Commissione Europea è stata infatti sollecitata dall’associazione italiana delle Industrie lattiero casearie (Assolatte). Davanti a Montecitorio i maestri casari hanno acceso la caldaia per mostrare a cittadini e parlamentari come si produce il vero formaggio Made in Italy, sfidando l’imposizione di Bruxelles.

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Consegna dei tappi di sughero per Cascina Graziella Il ricavato devoluto da Terranostra a favore della struttura confiscata alla mafia n questi giorni, la sezione astigiana degli agriturismo di Terranostra Campagna Amica, ha attivato i conferimenti dei tappi di sughero utilizzati nelle aziende agrituristiche dell’Astigiano. Un’iniziativa per fare del bene recuperando un rifiuto. I tappi ricuperati dalle bottiglie, infatti, saranno rivenduti ed il ricavato sarà utilizzato per la ristrutturazione di “Cascina Graziella”, l’azienda agricola di Moncalvo sequestrata alla mafia e destinata alla sede di un centro di recupero per donne in difficoltà. La lodevole iniziativa è stata possi-

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bile grazie alla proposta e all’accordo sottoscritto con l’Associazione “Libera” di Asti che si occupa dei beni confiscati alle mafie. Agli agriturismo interessati all’iniziativa è stato fornito un Box in cartone con i loghi di Campagna Amica, Terranostra e Libera dove riporre i tappi di sughero. Ora i Box sono stati svuotati e i tappi in sughero raccolti per il conferimento ad una fabbrica di materiali isolanti utilizzati in edilizia. Il ricavato previsto, di 1.000,00 €/tonnellata, e con

il contributo della società Amorim (ditta produttrice di tappi), sarà quindi utilizzato esclusivamente per la ristrutturazione di “Cascina Graziella” in Moncalvo.

Notizie

Incontro col Papa a Torino Era presente una delegazione di agricoltori dell’Astigiano l 21 giugno scorso, in Piazzetta Reale a Torino, i dirigenti di Coldiretti Piemonte hanno incontrato Papa Francesco. La delegazione era presente con 200 coltivatori. Papa Francesco, nel sottolineare la tradizione manifatturiera ed artigianale di Torino, ha lasciato agli imprenditori un messaggio di speranza, inco-

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raggiandoli ad investire nella formazione dei giovani, cercando di invertire la tendenza che ha visto calare negli ultimi tempi il livello medio di istruzione e molti ragazzi abbandonare la scuola. Infine, ha evidenziato come la capitale sabauda sia protagonista di una nuova stagione di sviluppo economico e sociale con la

ricerca e l’innovazione. In questo scenario il settore agricolo riveste una posizione di rilievo, offrendo ai giovani possibilità di formazione e dando loro l’opportunità di avviare un’attività imprenditoriale nella quale esprimere idee innovative, facilitati anche dai servizi messi a disposizione da Coldiretti.

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Luigi Franco nominato vicedirettore uigi Franco ha iniziato la carriera come tecnico Catac, per anni è stato Segretario di Zona a San Damiano d’Asti, suo paese d’origine. Ad inizio anni Duemila è stato chiamato presso la sede provinciale per ricoprire l’incarico di responsabile Area Economica di Coldiretti.

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Il 1° giugno scorso, su proposta del direttore provinciale, Antonio Ciotta, è stato nominato Vice Direttore di Coldiretti Asti. Luigi Franco affianca così l’altro vice direttore Secondo Rabbione. I più sinceri complimenti e l’augurio di un proficuo lavoro da parte della redazione de “Il Notiziario Agricolo”

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Affianca Rabbione nell’organigramma di Coldiretti Asti

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Una giornata speciale per i pensionati Successo della prima edizione della manifestazione provinciale Coldiretti ono stati in oltre 200, il 9 luglio scorso, a San Damiano d’Asti, per la prima Giornata provinciale dei Pensionati Coldiretti. L’organizzazione impeccabile dell’Associazione Pensionati, presieduta da Bruno Porta (che è anche presidente regionale), in stretta collaborazione con Epaca e Coldiretti Asti, ha messo a punto un programma memorabile. La giornata di San Damiano si è aperta alle ore 11 con l’arrivo dei partecipanti nel piazzale antistante la chiesa parrocchiale di San Vincenzo. A seguire il Vescovo di Asti, Mons. Francesco Ravinale, ha celebrato la Messa, con l’intervento del Consigliere ecclesiastico provinciale Coldiretti, don Francesco Cartello, del parroco, Antonio Cherioe di Pierino Torchio parroco di Antignano. Una solenne celebrazione eucaristica, molto seguita e partecipata, impreziosita dalle Diapason, corale tutta al femminile, e dall’offertorio dei doni della terra, rappresentativi - come ha tenuto a sottolineare il Consigliere ecclesiastico Coldiretti - delle varie identità territoriali provinciali. “Abbiamo voluto portare all’altare – ha rimarcato don Cartello – otto cesti, tanti quanti il numero delle zone in cui è strutturata Coldiretti, ed in ognuno di essi, oltre agli altri prodotti tipici, abbiamo messo una bottiglia rappresentativa dell’identità territoriale. Ad esempio, per la zona di San Damiano una bottiglia di Terre Alfieri, per quella di

Aissociazione Pensionati

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Oltre 200 persone hanno pranzato alla bocciofila di San Damiano per la Giornata del Pensionato

L’Assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero ha presenziato alla Giornata del Pensionato

Nizza Monferrato, una bottiglia di Barbera, per Villanova una bottiglia di latte. Tutto questo per testimoniare come anche tante specificità, tante diversità, possano diventare preziose; non tutti possiamo essere uguali, anzi, meglio se non lo siamo, un po’ come diventare anziani, o se vogliamo “giovani da troppo tempo”, anche questa è una diversità che può avere tanti aspetti positivi”.

Si è tenuta a San Damiano d’Asti, alla presenza di oltre 200 persone, la prima Giornata provinciale del pensionato Coldiretti Positività trasmesse dagli anziani, soprattutto attraverso i loro profondi valori, ha evidenziato il Vescovo nell’omelia, immedesimandosi nel tempo che passa. “Forse tutti noi ragazzi – ha detto scherzosa-

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Il Presidentedell Associazione Pensionati Coldiretti Bruno Porta

Il direttore Antonio Ciotta con il Comandante della Stazione Carabinieri di San Damiano

Il Vescovo di Asti Mons Francesco Ravinale, don Francesco Cartello e don Antonio Cherio

Giornata Pensionati

Il Presidente provinciale Coldiretti Roberto Cabiale

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Chiesa gremita per la Giornata del Pensionato tenutasi il 9 luglio

previsione. Siamo felici per la bella giornata vissuta a San Damiano. In molti ci chiedevano di organizzare questa Giornata provinciale, anche a supporto di coloro che, per mancanza di posti disponibili, non hanno potuto partecipare

a quella regionale del 26 giugno scorso. Queste sono iniziative che creano affiatamento e spirito aggregativo, sollecitano la voglia di fare e di costruire percorsi di tutela per gli anziani e di aiuto per le loro famiglie”.

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mente Mons. Ravinale – a volte ci sentiamo un po’ contro corrente, ci sembra di pensare diversamente da tutti gli altri, non ci sentiamo più al passo con i tempi, ma è proprio questa la nostra grande forza e una peculiarità che fa si che possiamo ancora essere importanti. Certi valori che possiamo trasmettere, anche se talvolta possono sembrare anacronistici, in realtà rimangono fondamentali per costruire qualsiasi cosa nuova”. Dopo la Santa Messa, ormai all’ora di pranzo, il gruppo si è spostato alla Bocciofila di San Damiano dove un ricco menù ha reso ancor più piacevole la partecipazione. Qui si è registrato fino in fondo l’effettivo affiatamento che regna fra i pensionati Coldiretti, anche se come ha tenuto a sottolineare il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale, gli agricoltori non vanno mai veramente in pensione e rimangono il vero collante per attrarre l’impegno dei giovani in agricoltura. “Oggi il nostro settore – sottolinea Cabiale a margine della manifestazione – è ricco di nuove idee e progetti, anche grazie al ricambio generazionale, mai traumatico, garantito dai nostri anziani che sono, mi permetto di dire, molte volte “tutor” dei giovani. Anche per questo, nonostante la congiuntura economica sfavorevole, il settore primario è quello che brilla maggiormente per innovazione e modernità”. Molto soddisfatto il presidente provinciale e regionale dell’Associazione Pensionati Coldiretti, Bruno Porta: “È stato un successo oltre ogni

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In 400 a Torino

La giornata regionale di Valdocco

Associazione Pensionati

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livello regionale l’Associazione Pensionati ha organizzato, a Torino, il 26 giugno scorso, la XVIII Giornata regionale. Presso il complesso Valdocco, scelto anche come emblema della ricorrenza del bicentenario della nascita di Don Bosco, erano presenti oltre 400 agricoltori provenienti da tutte le province del Piemonte fra cui anche molti dall’Astigiano. Nella basilica di Maria Ausiliatrice alle 11 è stata celebrata la Santa Messa, officiata dal Vescovo della Diocesi di Torino Mons. Cesare Nosiglia, alla quale sono seguiti i saluti dell’Assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero, di Danilo Elia segretario

di Federpensionati Coldiretti nazionale e dei presidenti, direttori e dirigenti Coldiretti delle varie province del Piemonte. “Grande partecipazione da tutte le province della nostra regione per questo appuntamento annuale di aggregazione, condivisione e valutazione della progettualità di Coldiretti che è sempre molto atteso e sentito da tutti i soci – ha affermato Bruno Porta presidente dell’Associazione Pensionati di Coldiretti Piemonte -. Un momento celebrativo per esprimere il nostro grazie a tutti i pensionati che continuano ad essere un punto di riferimento importante per la famiglia, per Coldiretti e per il buon funzio-

namento delle imprese agricole. Molto spesso, infatti, contribuiscono attivamente a portare avanti le aziende, in sinergia con i giovani, nell’ottica di un reale ricambio generazionale”. “La giornata ha avuto una valenza di rilievo anche per fare il punto sul ruolo sociale che la società riconosce in capo a Coldiretti. Molte sono le progettualità in ambito sociale promosse anche dall’Associazione Pensionati Coldiretti nell’ottica di forza sociale e di un nuovo welfare del territorio, con iniziative rivolte alle fasce più deboli quali anziani, bambini e soggetti svantaggiati”, ha sostenuto Delia Revelli Presidente di Coldiretti Piemonte.

Piano per dare visibilità alle Denominazioni di origine

10 Con la lotta a falsi Dop e Igp si possono ottenere 300mila posti di lavoro

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alla lotta alla contraffazione e alla falsificazione dei prodotti alimentari italiani di qualità potrebbero nascere trecentomila nuovi posti di lavoro. È quanto emerge da un’analisi Coldiretti presentata ad Expo in occasione della firma del protocollo d’intesa siglato tra il Ministero delle Politiche Agricole e le associazioni della grande distribuzione per garantire una migliore informazione dei consumatori e favorire nei punti vendita una più facile individuazione dei prodotti a Denominazione di origine. L’Italia è il Paese più forte al mondo per prodotti ‘distintivi’ con 271 prodotti a denominazione Dop e Igp (cui vanno aggiunte due Specialità agroalimentari tradizionali - Stg), per un totale di circa 90mila addetti e 150mila ettari coltivati. Il valo-

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re della produzione è di 6,6 miliardi di euro, mentre il valore dell’export 2014 ammonta a 2,4 miliardi di euro, in crescita del 5 per cento rispetto all’anno precedente. A questi vanno aggiunte le 523 denominazioni di origine per i vini e le 39 indicazioni per gli altri prodotti alcolici, con 200mila produttori e 350mila ettari di vigneti, per un valore della produzione di 7,1 miliardi di euro, oltre ai 4,3 miliardi di euro delle esportazioni. Il tutto per un fatturato al consumo di 13,5 miliardi di euro. A frenare lo slancio offerto da questi “gioielli” del Made in Italy è però il fenomeno dell’italian sounding che nell’alimentare fattura oltre 60 miliardi di euro, quasi il doppio del valore delle nostre esportazioni agroalimentari. “La trattativa sull’accordo di libero scambio tra Unione

Europea e Stati Uniti, Tansatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip) – rileva il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo - è un appuntamento determinante anche per tutelare le produzioni agro-alimentari italiane dalla contraffazione alimentare e del cosiddetto fenomeno dell’Italian sounding molto diffuso sul mercato statunitense. A questa realtà se ne aggiunge una ancora più insidiosa: quale è quella dell’ italian sounding di matrice italiana, che importa materia prima (latte, carni, olio) dai paesi più svariati la trasforma e ne ricava prodotti che successivamente vende come italiani senza lasciare traccia attraverso un meccanismo di dumping che danneggia e incrina il vero Made in Italy, perché non esiste ancora per tutti gli alimenti l‘obbligo di indicare la provenienza in etichetta.

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10 mila quintali di uva, pari a 1 milione di bottiglie Prosegue con successo il “Progetto Vino” legato alla “Barbera Amica” ’era una volta la Barbera, oggi c’è la “Barbera Amica”. Il riferimento non è alla melanconica canzone di Gaber, ma a un’iniziativa di successo intrapresa da Coldiretti Asti sulla filiera vitivinicola. La storia ha inizio quattro anni fa, quando con l’annata 2011 alcuni viticoltori furono presi in mezzo ad una speculazione e il valore delle loro uve Barbera d’Asti crollò a 30 centesimi al chilogrammo. In linea con i progetti di una “Filiera agricola tutta italiana” e di “Campagna Amica”, Coldiretti Asti in collaborazione con il Centro Studi Vini del Piemonte, individuò nel rapporto fra viticoltore e mediatore di uve l’anello debole della contrattazione del prezzo. Con il Consorzio Terre di Qualità (aderente a UeCoop) furono messi insieme venti produttori di uve, decidendo di avviare un percorso di valorizzazione della loro produzione e di seguire un canale alternativo di vendita delle uve, o meglio, del vino che sarebbe stato prodotto. In pratica i nostri si unirono per trasformare la loro attività di semplice viticoltore a quella di vinificatore associato. Il Centro studi vini del Piemonte e i tecnici Coldiretti misero a punto un protocollo di produzione e trasformazione per la Barbera di alta qualità, dal vigneto alla bottiglia. Il Consorzio Terre di Qualità ritirò le uve e le conferì ad una cantina per la trasformazione. Il risultato dell’annata 2012 fu la triplicazione del valo-

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Filiera Vitivinicola

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11 Il presidente Coldiretti Asti Roberto Cabiale con bottiglia Barbera Amica

I viticoltori sono diventati vignaioli ed hanno triplicato il valore delle uve. La “Barbera Amica” è diventata un brand di successo. Per la vendemmia 2015 crescono ancora le adesioni e aumentano le superfici: obbiettivo 10 mila quintali di uve Coldiretti Asti ha così sviluppato ulteriormente il progetto ed ha anche imbottigliato parte del prodotto con una etichetta, chiamandola appunto “Barbera Amica”. Ai 20 produttori che hanno saputo riscrivere il percorso della filiera della Barbera,

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re delle uve Barbera d’Asti rispetto al 2011. Quando fu chiamato a ritirare l’assegno per la vendita delle uve, Ermes, un viticoltore 43enne di Viarigi, un piccolo centro del Monferrato, si stropicciò gli occhi ed esclamò: “Se non avessi aderito al progetto vitivinicolo di Coldiretti avrei espiantato i vigneti, oggi sento che il mio lavoro può avere un futuro. Fino ad oggi mi vergognavo, nel 2010 le uve mi sono state pagate la miseria 18 centesimi al chilogrammo, grazie al progetto Coldiretti ho superato i 90 centesimi. Se ci penso, per me questo è quasi un miracolo. Questa è proprio una Barbera Amica”.

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Filiera Vitivinicola

nelle tre annate successive se ne sono aggiunti un’altra cinquantina, la superficie interessata dal progetto è passata da 22 ettari a oltre 70, i quantitativi sono aumentati da 1.716 a 7 mila quintali di uva vinificata nel 2014. Il valore delle uve Barbera, a seconda della qualità ha oscillato da un minimo di 60 centesimi al chilogrammo fino a 1 euro e mezzo. Con le ultime due vendemmie il progetto è stato allargato ad altre tipologie di uve, come Grignolino, Dolcetto, Freisa, Chardonnay e Cortese. Per la vendemmia 2015, con l’adesione di altri produttori, cresceranno ulteriormente i quantitativi con una superficie interessata di oltre 120 ettari di vigneto. In totale, si prevede che possano essere raccolti almeno 10 mila

Barbera Amica Coldiretti Asti

quintali di uve, per una produzione stimata di 1 milione di bottiglie, tutte facilmente collocabili sul mercato. Sembra la storia di Cenerentola: ora gli stessi mediatori che offrivano

20-30 centesimi per le uve, chiedono di poter rivendere la “Barbera Amica”. Praticamente il nome “Barbera Amica” coniato da Ermes è diventato un brand di successo.

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L’Embargo Russo pesa sul Piemonte agroalimentare

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rollano del 24,9 per cento le esportazioni di prodotti Made in Italy in Russia, ma il taglio sale al 48,2 per cento per i prodotti agroalimentari che sono direttamente colpiti dall’embargo. Questo è quanto emerge da un’analisi Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio estero nel primo quadrimestre del 2015, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Non va meglio per il Piemonte dove gli effetti del provvedimento imposto da Putin sono ingenti. Ad essere colpito è soprattutto il settore ortofrutticolo, ma ne risentono anche quello pataticolo e zootecnico. La preoccu-

pazione, infatti, nasce altresì per il settore delle carni e dei prosciutti Dop Parma e San Daniele, i cui circuiti sono alimentati con oltre 1.500.000 cosce di suini allevati in Piemonte. “Il 60 per cento dei 2 milioni di quintali di frutta prodotti in Piemonte è destinato all’estero, di cui il 40 per cento alla Russia. Con l’embargo, la perdita per le nostre aziende frutticole è gravissima. Il comparto agroalimentare registra già un danno di 60 milioni di Euro”, afferma Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte. “Oltre ai danni economici diretti, questa situazione sta producendo anche uno sconvolgimento degli equilibri di mercato. Le

produzioni ortofrutticole, infatti, degli altri paesi europei, respinte dalla Russia, vengono riversate sul nostro mercato italiano, facendo calare vertiginosamente i prezzi. A farne le spese, ancora una volta, sono le nostre aziende agricole, i cui prodotti non ottengono la giusta remunerazione e valorizzazione”, dichiara Antonio De Concilio direttore di Coldiretti Piemonte. Infine, Il blocco delle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi italiani sta provocando in Russia un boom di prodotti taroccati: dalla mozzarella “Casa Italia” alla robiola Unagrande, dalla mortadella Milano all’insalata “Buona Italia”.

Vino: aumentano del 12% le frodi

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In sette anni sequestri per 16,5 milioni Aumentano del 12 per cento le frodi e le sofisticazioni del vino e degli alcolici negli anni della crisi. Sulla base dei dati relativi ai sequestri effettuati dai carabinieri dei Nas dal 2007 al 2014, i sequestri hanno raggiunto il valore di 16,5 milioni di euro con 132 sanzioni penali e 377 amministrative. L’ultimo in ordine di tempo, a metà giugno, il maxi sequestro da 30 milioni di euro, tra mosti vino e zuccheri, realizzato in una operazione della Guardia di Finanza di Bologna, e dell’Ispettorato Repressione Frodi del MIPAAF, contro le frodi nel set-

Economia

nei primi 4 mesi dell’anno persi 60 milioni di Euro di export

tore vinicolo. In Italia il vino si fa dall’uva e non con l’acqua e lo zucchero come avviene in altri Paesi e per questo - sottolinea la Coldiretti - occorre chiudere con decisione le porte a tutti i tentativi di frode e sofisticazione per difendere il buon nome e la qualità che il Made in Italy si è conquistato nel mondo. Il vino italiano è il prodotto agroalimentare più esportato all’estero dove ha raggiunto nel 2014 un fatturato record di 5,3 miliardi di euro e buone prospettive di crescita si hanno anche nell’anno in corso

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Si può ottenere l’anticipazione della PAC 2015

Finanziamenti agevolati grazie al sistema Coldiretti e CreditAgri

Finanziamenti

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nche quest’anno, il Sistema Servizi Coldiretti, attraverso la struttura dedicata CreditAgri Italia mette a disposizione delle imprese agricole lo strumento dell’anticipo PAC per soddisfare, almeno in parte, le esigenze di credito a breve termine. Attraverso la sottoscrizione di appositi accordi con alcuni Istituti Bancari partner è stato messo a punto e condiviso un modello operativo in grado di favorire l’accesso al credito da parte delle imprese agricole, che potranno così richiedere un finanziamento fino al massimo dell’80% dell’importo richiesto nella domanda unica al netto degli aiuti accoppiati, nel caso di anticipo annuale, ovvero al 70% nel caso di anticipo biennale e del 60% per l’anticipo triennale; il tutto a tassi di assoluto vantaggio ed in ogni caso non da sportello diretto. A questo proposito, ricordiamo che CreditAgri Italia è un Ente Finanziario sottoposto alla Vigilanza della Banca d’Italia in grado di mettere a disposizione delle imprese agricole prodotti e servizi in convenzione con primari Istituti di Credito a tassi e condizioni riservate.In particolare, all’interno dell’offerta di prodotti e soluzioni finanziare, CreditAgri Italia mette a disposizione di tutte le imprese che hanno presentato domanda in Regime di Aiuto Unico, soluzioni in grado di soddisfare tutte le esigenze con risposte in tempi rapidi e a condizioni di particolare favore. In modo semplice e immediato, i titolari delle aziende che decideranno di aderire, potranno

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richiedere l’anticipazione annuale del premio senza dover attendere l’erogazione da parte dell’Organismo Pagatore. Per maggiori dettagli sulle opportunità rivolgiti direttamente al tuo sportello CAA Coldiretti

dove è stata presentata la Domanda Unica Pac ovvero direttamente agli sportelli di CreditAgri Italia presenti in tutte le provincie della Regione individuabili attraverso il sito internet: www. creditagri.com.

Expo, summit sul Ttip al Padiglione Coldiretti Il trattato transatlantico al centro della consultazione tra Europa e Usa

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opo la dichiarazione finale del G7 per un’accelerazione sull’intesa per l’area di libero scambio fra Europa e Usa, il cosiddetto Ttip, per arrivare una cornice dell’accordo entro la fine dell’anno è arrivata ad Expo la prima delegazione Usa guidata del governatore del Nebraska, Pete Ricketts. Per l’incontro è stato scelto il padiglione della Coldiretti, inizio cardo sud, considerato l’impatto rilevante dell’accordo per l’agroalimentare. Al centro del confronto dalla carne agli ormoni Usa che si vorrebbe esportare in Europa dove è proibita fino alla tutela delle denominazioni dei prodotti Made in Italy sul mercato statunitense dove il 99 per cento dei

formaggi di tipo italiano sono in realtà realizzati in Wisconsin, California e New York, dal Parmesan al Romano senza latte di pecora fino al Fontiago, un improbabile mix tra Asiago e Fontina, ma anche il tema della carne clonata e degli Ogm fino al recente via libera Usa all’esportazione di salumi italiani. Gli Stati uniti sono il principale partner commerciale dell’Italia nell’agroalimentare fuori dall’Unione Europea con le esportazioni che hanno superato per la prima volta il record 3 miliardi di euro nel 2014 ma hanno continuato a salire con un boom del 16 per cento spinto anche dal tasso di cambio favorevole nel primo bimestre del 2015.

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Danni da fauna selvatica: è un problema sociale Delegazione Coldiretti chiede interventi urgenti alla Regione

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cacciabili, per le quali la Regione ha approntato una delibera, al vaglio dell’Ispra, che fa chiarezza sui metodi di intervento volti ad eliminare i danni che provocano con sempre maggior frequenza. “L’attuale disagio registrato dagli agricoltori piemontesi richiede misure sia straordinarie che strutturali nell’interesse non solo dell’agricoltura, ma anche della incolumità pubblica – ha spiegato Antonio De Concilio direttore di Coldiretti Piemonte - La Regione ha assicurato la liquidazione dei risarcimenti, ma chiediamo lo snellimento delle procedure per rendere tempestivamente fruibili gli indennizzi. Per questo mettiamo a disposizione i Centri Autorizzati di Assistenza Agricola (CAA) con i quali le amministrazioni competenti possono stipulare convenzioni, al fine di disciplinare e semplificare le modalità di gestione del procedimento”. Coldiretti Piemonte ha assicurato che non farà mancare il proprio contributo alla edificazione di percorsi più articolati, tesi a riordinare e razionalizzare l’intero sistema, evitando anche inutili e pericolose tensioni sociali.

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con ripercussioni ambientali e sociali. Vista l’importanza dell’argomento, abbiamo chiesto che la Regione sostenga le azioni di intervento col Governo nazionale ed anche a Bruxelles”. L’Assessore Giorgio Ferrero ha sottolineato come sia fondamentale per il Governo Regionale poter contare sul contributo di forze sociali come Coldiretti, che riescono a coniugare la rivendicazione con proposte serie per la soluzione delle problematiche. Egli, ha anche colto l’occasione per illustrare in modo analitico le erogazioni d’indennizzi alle aziende, che dovrebbero essere avviate nei prossimi giorni per un valore complessivo di circa 2 milioni e 700 mila euro per gli anni 2013 e precedenti. Per quanto riguarda il 2014, ha spiegato che è già stato predisposto dalla Regione l’atto per la liquidazione dei fondi a disposizione, ammontanti a circa 1 milione e 700 mila euro. Infine, si è aperto un approfondito dibattito in cui sono stati analizzati i problemi provocati dai vari tipi di animali selvatici: dai lupi ai cinghiali, dai caprioli alle nutrie, eliminate dalle specie

Confronto

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’intera dirigenza di Coldiretti Piemonte, guidata dal presidente Delia Revelli e dal direttore Antonio De Concilio, unitamente a rappresentanze provenienti dai territori più colpiti da questa vera piaga, ha incontrato l’Assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero, in rappresentanza anche del Presidente Sergio Chiamparino, presso la Sala Giunta della Regione Piemonte. Presente anche il Comandante del Corpo Forestale dello Stato Paolo Salsotto. Durante l’incontro è stato consegnato il documento, elaborato da Coldiretti a livello nazionale, sul quale si è avviato un proficuo confronto con Legambiente per intraprendere un’analisi della pianificazione faunistico-venatoria sul territorio, al fine di affrontare in modo organico il problema della fauna selvatica, unitamente ad una proposta di legge regionale. Ormai nelle campagne piemontesi è vera e propria emergenza e le condizioni di vita sono rese sempre più difficili dai danni provocati dagli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, attaccano gli animali allevati, causano incidenti stradali, oltre a rappresentare un rischio per la vita dei cittadini. “I nostri agricoltori stanno subendo con maggior frequenza gravi danni alle proprie infrastrutture, agli animali ed alle loro colture che incidono pesantemente sui risultati economici delle attività – ha affermato Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte – È fondamentale, quindi, pensare a prevenire tali fenomeni, prima ancora di risarcire i danni. Questa situazione è insostenibile perché sta provocando, oltretutto, l’abbandono delle aree rurali

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Arriva il marchio per i “Mangimi No Ogm” Grazie ad un accordo fra Coldiretti e Consorzi Agrari d’Italia

CAI

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l mercato dei mangimi senza Ogm è cresciuto in Italia del 15 per cento negli ultimi tre anni. Emerge da uno studio, presentato, da Consorzi Agrari d’Italia (Cai), nel padiglione Coldiretti, ad Expo, in occasione della presentazione del marchio “Mangimi No Ogm”. L’iniziativa vuole rispondere alle esigenze di un numero crescente di consumatori in Italia, in Europa e nel mondo. I Consorzi Agrari aderenti a Cai hanno fatto una scelta di campo avanzata, a tutela del prezioso patrimonio alimentare Made in Italy, convertendo tutti i mangimifici alla produzione di mangimi No Ogm. Dalla conversione degli impianti, già per l’annata in corso, si prevede la produzione di 280.000 tonnellate di mangimi No Ogm che saranno tutte commercializzate con l’unico marchio di Consorzi Agrari d’Italia. Si tratta di una vera svolta per i Consorzi Agrari aderenti a Cai che rappresentano una quota produttiva importante pari a circa l’8 per cento sul totale nazionale, a significare che l’elemento valoriale del No Ogm assume sempre più un ruolo strategico a salvaguardia della qualità e della distintività del Made in Italy. I Consorzi Agrari sono peraltro gli

Il marchio “Mangimi No Ogm” nato dall’accordo tra Coldiretti e Consorzi Agrari d’Italia; per tutelare il prezioso patrimonio alimentare del Made in Italy

unici attori sul mercato che possono controllare la filiera partendo dal seme, giocano un ruolo nevralgico e propulsivo nel panorama agroalimentare nazionale. Il tutto si traduce in grandi opportunità, sia per gli allevatori che intendono distinguere e valorizzare le loro produzioni, ma anche per i cerealicoltori che, attraverso contratti di filiera, possono accorciare i passaggi e valorizzare le produzioni locali di qualità, sull’intero territorio nazionale. Consorzi Agrari d’Italia, con le strutture di riferimento sul territorio, si pone dunque l’obiettivo della valorizzazione dell’identità territoriale nazionale, proponendosi, sempre di più, come elemento aggregante in un contesto generale agricolo in cui fattori quali esperienza, professionalità, capillarità territoriale, efficienza nel fornire servizi alle imprese, possono risultare elementi strate-

gici fondamentali e vincenti. “Recenti studi dimostrano che la disponibilità a pagare di più per prodotti Ogm free è spesso elevata e raggiunge negli Usa in media tra il 14 ed il 21 per cento” ha affermato il Professor Felice Adinolfi, sottolineando come “i valori sono più elevati per la carne per la quale i consumatori statunitensi spenderebbero 7 dollari in più al chilo per averla certificata come proveniente da alimentazione priva di Ogm”. “Di fronte alle incertezze legislative comunitarie abbiamo avviato con responsabilità un percorso di trasparenza unico in Europa per rispondere alle nuove domande che vengono dal mercato” ha affermato il presidente di Consorzi Agrari d’Italia Mauro Tonello. I Consorzi Agrari di Cai con questa scelta si pongono l’obiettivo di diventare leader di mercato nello specifico settore.

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Un mercato cresciuto del 15% in soli tre anni. Dalla conversione degli impianti, già per l’annata in corso, si prevede la produzione di 280.000 tonnellate di mangimi No Ogm

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Ferrero investe nel cioccolato britannico

Offerti 156 milioni di Euro per comprare la Thorntons

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opo la perdita di marchi storici per un fatturato di oltre 10 miliardi dall’inizio della crisi, l’Italia inverte la tendenza con la prima operazione significativa da parte del settore agroalimentare tricolore per l’acquisizione di una società inglese da parte della Ferrero. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’iniziativa del Gruppo piemontese che ha presentato un’offerta di acquisto per la britannica Thorntons,

specializzata nella produzione di cioccolata, per circa 111,9 milioni di sterline (156,3 milioni di euro) per potenziare la sua presenza in Gran Bretagna. L’iniziativa del gruppo piemontese segue tra l’altro – sottolinea la Coldiretti – il rientro in Italia di Italpizza, gruppo leader nella produzione di pizze surgelate che, dopo essere passato agli inglesi del gruppo Bakkavor nel 2008, ha riattraversato la Manica ed ê tornata tricolore, con

il raggiungimento di un accordo con la Filiera Agricola Italiana promossa da Coldiretti, per la realizzazione della prima pizza tutta tricolore fatta con ingredienti certificati italiani, dalla farina al pomodoro, dall’olio alla mozzarella. Un cambio di marcia importante – rileva la Coldiretti – rispetto alla tendenza che dall’inizio della crisi ha visto la progressiva cessione di marchi storici del made in Italy all’estero.

Partership Coldiretti nella Centrale del Latte di Brescia

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da Coldiretti che detiene il 12,65% di CL Brescia. A seguito dell’operazione, Granarolo S.p.A. e Coldiretti controlleranno con quote paritetiche del 50% ciascuna, il capitale sociale di Coldiretti Brescia HC Srl che cambierà ragione sociale e si chiamerà Filab, Filiera Latte Brescia. La partnership Coldiretti e Granarolo ha l’obiettivo di rilevare una parteci-

pazione qualificata del capitale sociale di CL Brescia. Al completamento dell’operazione, Filab, insieme a Bim (Consorzio Comuni bacino imbrifero montano di Valle CamonicaBreno) e a Latte Brescia Soc. Coop. Agricola, controlleranno una quota pari al 24,37% di CL Brescia, diventando il secondo azionista dopo il Comune di Brescia.

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oldiretti ha promosso una partnership con Granarolo S.p.A. per raggiungere una quota paritaria nella Centrale del Latte di Brescia. L’operazione avverrà attraverso un aumento del capitalea sociale di 2 milioni di euro - interamente sottoscritto da Granarolo Spa - di Coldiretti Brescia HC Srl, società attualmente controllata al 100%

Notizie

Granarolo verserà 2 milioni di Euro e nascerà Filab

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Bubbio: che bella mostra “Vignette in Vigna” Nei vigneti di Gianfranco Torelli espone il cartoonist Roby Giannotti

Vino e Cultura

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Bubbio, nei vigneti dell’Azienda Agricola Mario Torelli di Gianfranco Torelli, fino al 30 settembre prossimo, si può visitare la mostra di umorismo tra i filari di vite dal titolo “Vignette in Vigna” del cartoonist Roby Giannotti. L’ingresso è libero tutti i venerdì, sabato e domenica. L’inaugurazione è avvenuta il 30 giugno alla presenza del Sindaco di Bubbio, Stefano Reggio, e del direttore di Coldiretti Asti, Antonio Ciotta. Per l’occasione, in sinergia con i Vini Torelli, un’altra azienda di Bubbio, l’agriturismo “Tre Colline in Langa” di Paola Arpione, è stata collegata ai luoghi della mostra attraverso uno splendido percorso naturale nel verde. Sono 40 le vignette di Roby Giannotti distribuite lungo i vigneti Torelli in una sorta di circuito ad anello. Rappresentano un bellissimo compendio di umorismo capace di promuovere con ironia e gradevolezza il territorio, il mondo del vino, i suoi protagonisti. Il savonese Roby Giannotti, storica matita per oltre 17 anni della Gazzetta dello Sport, è anche direttore artistico della rassegna nazionale SpotornoComics. Ma “Vignette in vigna” non è solo l’occasione per sorridere sui temi del vino e del lavoro in vigna, ma è anche la possibilità di passeggiare tra i filari di Gianfranco Torelli e rendersi conto di persona di cosa significa condurre un vigneto in modo veramente biologico, fuori da convenzioni o semplici luoghi comuni. Con questo spirito, in collaborazione con Lipu, da alcune settimane il vigneto è stato dotato di casette-nido che ospitano già di-

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verse specie di volatili che naturalmente vivono nelle colline della Langa Astigiana. L’azienda Torelli da anni crede nel biologico, non come una moda ma come una ferma convinzione che questa sia l’unica strada per poter continuare a produrre vini eccezionali e lavorare in un territorio in modo sostenibile per noi e per le generazioni future. Non a caso la mostra fa parte di un progetto ben più ampio. Nel periodo della mostra sarà disponibile il libro “Vignette in vigna e…altre storie di Langa” con il catalogo della mostra e una guida con tutto quello che si può fare, vedere, vivere e gustare sia nella Cantina Torelli che nell’agriturismo Tre Colline in Langa.

Un progetto che può essere un esempio di come, senza alcun utilizzo di risorse pubbliche, rimboccandosi le maniche si possano produrre eventi di qualità di livello internazionale capaci di dare valore non solo alle aziende coinvolte ma a tutto il territorio di riferimento: una bella sinergia a chilometro zero, non solo dal punto di vista dei prodotti ma anche delle idee e che proprio per questo va sostenuta e valorizzata.

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Utilizzo del legno per l’affinamento dei vini - 4

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Secondo Rabbione

Nella Quercus peduncolata (specie europea) l’isomero CIS è assente mentre nella Quercus petrea (specie europea) l’isomero CIS e l’isomero TRANS si equivalgono. Note più abbondanti di lattoni sono estraibili dal legno di rovere proveniente dalle foreste del Troncais e dei Vosgi, seguiti dalle barrique della Borgogna e del Limousin. A basse concentrazioni i lattoni danno un piacevole sentore di

In questa quarta parte trattiamo il B-metil - ottolattone o whisky lattone. Proviene direttamente dal legno conferendo caratteristiche note resinose, con odore di noce di cocco e di tostato. Esso si trova chimicamente sotto due forme: in forma cis e trans.L’isomero CIS risulta mediamente 10 volte più aromatico del’isomero TRANS.A cura di Secondo Rabbione, Resp. Del Centro Studi Vini del Piemonte tostato, di noce di cocco mentre a concentrazioni più elevate diventano sgradevoli con note resinose e di vernice. La loro concentrazione (l’isomero CIS in particolare) aumenta con la stagionatura; come già detto, specialmente con l’uso dei chips, l’aumento di alcuni composti dipende dalla cessione in precursori e ciò è dimostrato dall’arricchimento in vanillina e in lattoni anche dopo la separazione dei frammenti di legno dal vino.

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ei numeri precedenti si è parlato, tra le caratteristiche di un buon contenitore di legno, della sua capacità di rilasciare sostanze (c.d. sostanze estraibili o cedibili) che in funzione della loro natura e concentrazione, possono influire sulle caratteristiche sensoriali del vino. Si è già parlato di sostanze cedibili non volatili ed altre volatili. In questo articolo tratteremo ancora sinteticamente di altre sostanza cedibili volatili, capaci di influenzare notevolmente i caratteri olfattivi del vino.Tra di esse sicuramente il B-metil- ottolattone o whisky lattone; questo composto proviene direttamente dal legno conferendo caratteristiche note resinose, con odore di noce di cocco e di tostato. Esso si trova chimicamente sotto due forme: in forma cis e trans. L’isomero CIS risulta mediamente 10 volte più aromatico del TRANS. Il rovere americano (Quercus alba) rilascia elevate concentrazioni di lattoni, (legno dolce, cocco) e risulta molto più aromatico del francese in quanto predomina la forma CIS.

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Gli effetti caratterizzanti della cessione di sostanze volatili

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Un’altra categoria di composti volatili è rappresentata dalle aldeidi furaniche che concorrono alla formazione di sentori di mandorla tostata e di caramello. Tra di esse ricordiamo il furfurale, il 5-metil-furfurale (sentore di mandorla tostata), la 3-furaldeide (sentore di mandorla fresca), il 5-idrossimetil-furfurale (inodoro), il 5-idrossimetil-2-furaldeide (sentore di caramello). Tali composti derivano dalla degradazione termica dei polisaccaridi del legno, quali cellulosa ed emicellulosa. Aumentano quindi passando da una tostatura leggera a quella media e vengono degradati con la tostatura forte trasformandosi in unità monomeriche (zuccheri). Sono mediamente più abbondanti nel legno francese e durante la fermentazione vengono trasformati nei rispettivi alcoli

che hanno un forte aroma erbaceo che ricorda il fieno e la verbena (alcol furfurilico, maltolo, isomaltolo, ciclotene (con sentori di caramello, pane tostato, pane abbrustolito) e furaneolo. Esistono poi altre sostanze volatili cedute dal legno che possiedono un minore impatto olfattivo. Ricordiamo ad esempio il gruppo dei fenil-chetoni (che concorrono all’aroma vanigliato e di legnoso). Tra essi il butirrovanillone soprattutto, l’acetovanillone, il propiovanillone. Gli acidi fenolici conferiscono note astringenti ed amare; l’acido gallico. Essi provengono dal legno e dall’uva. Si presentano in concentrazioni più elevate nella Quercus peduncolata. Le cumarine si formano durante la tostatura del legno (scopoletina, umbelliferone, 4-metil-umbelliferone). Durante la stagionatura si ha la degra-

dazione e idrolisi delle cumarine glicosidate di gusto amaro (esculina e scopolina) che vengono trasformate in agliconi esculetina e scopoletina a sapore neutro o leggermente acido. La nostra barbera affinata, uno dei vini più generosi e versatili al mondo, si offre ai mercati come prodotto innovativo e capace di ristabilire un rapporto di profonda relazione tra il territorio e le sue capacità espressive; l’uso armonioso e sapiente del legno può quindi contribuire a recuperare posizioni, rispetto agli stereotipi dei grandi vini piemontesi. Tale presupposto deve essere messo in relazione ai gusti dei consumatori, che vogliono dare la loro interpretazione e che si orientano verso prodotti diversi nei quali l’uso sapiente del legno può offrire un autentica possibilità di diversificazione della qualità.

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Rapporti di vicinato e distanze

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Cosa si intende per alberi di alto fusto? Si considerano alberi di alto fusto gli alberi il cui fusto, semplice o diviso in rami sorge ad altezza notevole come ad esempio noci, castagne, cipressi ecc... Gli alberi di alto fusto che a norma dell’art. 892 c.c. vanno piantati a non meno di tre metri dal confine vanno identificati con riguardo alla specie di pianta classificata in botanica come “di alto fusto” ovvero se trattasi di pianta non classificata come di alto fusto, con riguardo allo sviluppo da essa assunto in concreto quando il tronco si ramifica ad un altezza superiore ai tre metri. Il codice civile consente ad ogni proprietario di un fondo di recintare la proprietà in qualsiasi momento. Gli unici limiti che egli dovrà osservare sono: • rispettare i propri confini (ossia

non invadere la proprietà altrui); • non compiere “atti emulativi“, ossia quegli atti il cui unico scopo sia quello di nuocere o recare molestia ad altri. Le costruzioni sui fondi confinanti, se non sono unite o aderenti, vanno tenute a una distanza non inferiore a tre metri, sempre che i regolamenti locali non stabiliscano una distanza maggiore. Per il computo della distanza citata non è considerato il muro di cinta che abbia un’altezza non superiore a tre metri. Per quanto concerne gli alberi e le piante, il codice stabilisce una distanza minima di tre metri per gli alberi ad alto fusto, come i noci, e di mezzo metro per le piante da frutto e le siepi che non superino i due metri e mezzo di altezza. In ogni caso, consultare sempre i regolamenti di “Polizia Rurale” approvati dai Comuni.

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Alberi presso il confine Chi vuol piantare alberi presso il confine ,deve osservare le distanze previste dai regolamenti e in mancanza dagli usi locali: il codice civile ha dunque carattere meramente suppletivo. Ciò significa che solo nel caso in cui i regolamenti e gli usi locali nulla dispongano, gli alberi possono essere piantati alle distanze previste dall’articolo 892 codice civile. Presupposto per l’applicazione dell’articolo 892 codice civile è l’adiacenza dei fondi interessati. Così è stato deciso che, qualora due fondi siano tra loro separati da un fosso comune (cioè in comproprietà tra i proprietari dei due fondi), gli stessi non sono tra loro confinanti ed è inapplicabile pertanto,per gli alberi piantati nelle vicinanze del confine con il fosso, la disciplina di cui all’art.892 codice civile. Disciplina civilistica: gli alberi di alto fusto In particolare gli alberi di alto fusto debbono rispettare la distanza di tre metri dal confine. Da precisare come il divieto di tenere alberi di alto fusto, a meno di tre metri dal confine, riguarda anche gli alberi non piantati direttamente nel terreno ma in contenitori infissi al suolo, ancorchè attraverso gli stessi le radici non abbiano contatto diretto con il terreno del fondo e quin di non possano invadere il fondo del vicino. Infatti la previsione normativa mira ad impedire che la parte fuori terra degli alberi riesca di danno ai vicini, per diminuizione di aria, luce, soleggiamento ecc...

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Le disposizioni del Codice Civile su alberi e recinzioni

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Cresce l’agricoltura biologica nazionale 1,3 milioni di ettari (+12,8%), 46 mila produttori

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nche in Italia, come confermano le statistiche fornite dal SINAB (il Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica presso il MIPAAF) esiste una tendenza positiva del biologico, sia in termini di superficie (ormai a quota 1,3 milioni di ettari - +12,8% rispetto al 2012 - circa un decimo della superficie agricola italiana), sia di numero di aziende (46 mila produttori e oltre 52 mila operatori), sia di fatturato (3,5 miliardi di euro, oltre il 2% delle vendite alimentari totali del Paese). L’Italia è al secondo posto in Europa e al quinto nel mondo per superficie biologica. Questi sono alcuni elementi attinti da un’indagine ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che confermano i tanti vantaggi dell’agricoltura biologica rispetto a quella convenzionale, in termini di biodiversità, di qualità delle acque e del suolo, di bilancio di gas serra, di uso e consumo delle risorse quali suolo, acqua ed energia. Nei terreni biologici, dove è proibito l’uso di fertilizzanti e agrofarmaci di sintesi, è possibile rilevare un numero doppio di specie vegetali rispetto a quelli convenzionali, fino al 50% in più di ragni, il 60% in più di uccelli e il 75% in più di pipistrelli. Da un quarto di secolo, la produzione di alimenti bio è continuamente cresciuta in Italia, imponendosi anche come filosofia e stile di vita orientato a principi sociali e ambientali come equità, commercio solidale, sviluppo rurale ed eco-sostenibilità. Dai dati raccolti, emerge che il

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l’Eurofoglia, il logo distintivo dei prodotti biologici

60% dei consumatori italiani acquista bio. Nel 2014 si è registrato un netto incremento sia rispetto al 2012 (+5,8) sia rispetto al 2013 (+ 4,5%). Nei primi cinque mesi del 2014, nelle famiglie italiane i consumi di prodotti biologici confezionati nella grande distribuzione sono aumentati del 17% in valore rispetto ai primi cinque mesi del 2013, mentre la spesa agroalimentare complessiva ha subito una sensibile diminuzione (-1,4%). Settore vitivinicolo A tre anni di distanza dall’emanazione del Reg. 203/2012, gli operatori vitivinicoli biologici non possono che essere soddisfatti per la grande crescita che questo segmento sta avendo, nel mondo, ma anche in Italia. L’export è il capofila, seguito da dettaglio specializzato bio, ristorazione, vendita diretta, enoteche, ecc... A distanza segue la grande distribuzione organizzata nella quale comunque si registra un

aumento del 70% delle vendite di vino negli ultimi 3 anni negli iper e supermercati. Il Regolamento, ufficializzando la riconoscibilità con la dicitura “vino biologico” e l’eurofoglia, ha dato un grande impulso al settore, facendo chiarezza e differenziazione rispetto a generiche e talvolta ingannevoli menzioni in etichetta. La crescita delle cantine e del vino bio sono specchio del deciso incremento anche del vigneto biologico Italia che oggi sfiora i 70.000 ettari. ELICICOLTURA BIOLOGICA Con Nota n. 39857 del 29 maggio 2015 il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha emanato la “Norma nazionale di elicicoltura biologica riconosciuta ai sensi dell’art. 42 del Reg. (CE) n. 834/2007”. Presso gli uffici Coldiretti Asti è possibile richiedere il disciplinare di allevamento biologico della chiocciola/ lumaca (Genere Helix).

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Come diventare produttori biologico

Previsto un periodo di conversione di almeno due anni Colture annuali: • 1° anno di conversione (anno bianco): non è possibile certificare il prodotto; • 2° anno di conversione: il prodotto può essere certificato come “prodotto in conversione all’agricoltura biologica”; • 3° anno e successivi: il prodotto può essere certificato come “proveniente da agricoltura biologica”. Colture perenni: • 1° anno di conversione (anno bianco): non è possibile certificare il prodotto; • 2° anno di conversione: il prodotto può essere certificato come “prodotto in conversione all’agricoltura biologica” • 3° anno di conversione: il prodotto può essere certificato come “prodotto in conversione all’agricoltura biologica”; • 4° anno e successivi: il prodotto può essere certificato come “proveniente da agricoltura biologica”. Per ulteriori informazioni consultare i tecnici Coldiretti.

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domanda di assoggettamento e la documentazione accessoria (planimetrie e visure catastali, titoli di possesso, ecc.). D) Appena l’ODC riceverà la documentazione e dopo le opportune valutazioni, provvederà ad inviare i propri tecnici in azienda per effettuare la prima ispezione (fase di avvio), per accertare se l’azienda in questione possiede i requisiti necessari ai fini della produzione con metodo biologico. E) Se l’azienda risulta idonea, il produttore si impegnerà alla conduzione della stessa secondo le direttive del Reg. CE 834/07. F) L’azienda dovrà osservare un periodo di conversione di almeno due anni prima della semina o, nel caso di colture perenni diversi dai prati, di almeno tre anni prima del raccolto. G) Nel caso in cui il produttore intenda commercializzare i prodotti biologici, dovrà richiedere all’OCC l’autorizzazione, che verrà concessa dopo che l’OCC ha verificato che l’azienda/appezzamento ha ultimato il periodo di conversione, secondo il seguente ordine

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n agricoltura biologica non si possono utilizzare prodotti chimici di sintesi. La produzione di alimenti biologici è disciplinata dal Reg. CE 834/07 (e successive modifiche ed integrazioni) e da prescrizioni specifiche emanate dall’Autorità di Vigilanza (Ministero, Regioni, Province autonome) che detta le norme di produzione, di controllo, di certificazione e di commercializzazione. Per ottenere il riconoscimento di azienda agricola biologica, è necessario: A) Notificare la propria attività presentando l’apposito modello di “Notifica di attività di produzione con metodo biologico” mediante apposito sistema informativo. B) Una copia cartacea del modello dovrà essere trasmessa in bollo e con firma autenticata (o in firma originale con allegata fotocopia di un documento di riconoscimento) all’Autorità competente per la vigilanza (Regione, Provincia) di competenza. C) All’Organismo Di Controllo, scelto tra quelli riconosciuti dal MIPAAF, si deve trasmettere la

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Il coleottero crisomelide e la Diabrotica

Provoca l’allettamento del mais e il risollevamento “a collo d’oca”

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a Diabrotica è un parassita del mais presente su tutto il territorio maidicolo del Piemonte dal 2002; si tratta di un coleottero crisomelide i cui danni principali sono provocati dall’azione trofica delle larve, con allettamenti delle piante e caratteristico risollevamento “a collo d’oca”, e consistente perdita di produzione. La comparsa dei primi adulti, maschi, è avvenuta attorno alla metà di giugno; successivamente compaiono le femmine che ovidepongono e originano le larve responsabili dei danni. È bene sottolineare che la lotta va eventualmente condotta solo ove si pensa di ripetere nel 2016 la coltivazione del mais sullo stesso appezzamento. Il monitoraggio va effettuato po-

Larva e adulto

Trappola cromotropica

sizionando almeno 3 trappole cromotropiche gialle per appezzamento (fino a 5 ettari) che andranno controllate settimanalmente per almeno 6 settimane e sostituite dopo 3 settimane.

Le trappole vanno appese sullo stocco o ad un sostegno e alzate progressivamente sino all’altezza della spiga se la pianta al momento del posizionamento non ha ancora raggiunto l’altezza definitiva. Per quanto riguarda la lotta alla Diabrotica, in base a quanto stabilito nelle Norme Tecniche regionali di produzione integrata, la rotazione colturale è sufficiente, così come è utile impiegare colture intercalari autunno-vernine e posticipare la semina. L’eventuale trattamento fitosanitario si giustifica, con catture di 50 adulti settimanali consecutivi per due settimane, solo nel caso in cui si preveda la coltura del mais nell’anno successivo. Per ogni approfondimento contattare il proprio tecnico zonale.

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MERCATI DI CAMPAGNA AMICA ASTI - Piazza Statuto, ogni martedì pomeriggio ASTI - Piazza De Andrè, Mercato in borgo Santa Maria Nuova, venerdì dalle 7 alle 13,30 ASTI - Fronte all’Ospedale Cardinal Massaia si tiene il mercato settimanale al lunedì dalle 7 alle 12 BUBBIO - Mercato della vendita diretta, ogni sabato pomeriggio in Via Roma CALAMANDRANA - Mercato di Terra Amica ogni sabato mattina CASTELNUOVO D. B. - Mercato di vendita diretta del contadino, ogni domenica mattina CORTAZZONE - Mercato Comunale, Prima e terza domenica del mese I produttori di Campagna Amica sono poi massicciamente presenti in altre tre rassegne agroalimentare: ad Asti, sotto i portici di piazza Alfieri, ogni seconda domenica del mese; a Canelli, tutte le prime domeniche del mese; a Nizza Monferrato, nell’ambito del Mercatino dell’Antiquariato, ogni terza domenica del mese.

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Il corretto impiego degli agrofarmaci

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che il titolare dell’azienda deve: • conservare in modo idoneo le fatture di acquisto dei prodotti fitosanitari, nonché la copia dei moduli di acquisto; • registrare i trattamenti effettuati, annotandoli entro 30 giorni dalla data di esecuzione. È necessario conservare presso la propria azienda, per i tre anni successivi a quello cui si riferiscono gli interventi effettuati, il registro compilato e sottoscritto da uno dei seguenti soggetti: • proprietario o conduttore dell’Azienda agricola; • utilizzatore dei prodotti fitosanitari, nel caso in cui questi non coincida con il proprietario o conduttore dell’azienda e nemmeno con l’acquirente dei prodotti stessi; in questo caso il titolare deve sottoscriverlo al termine dell’anno solare; • acquirente dei prodotti fitosanitari nel caso in cui non coincida con il proprietario o conduttore dell’Azienda; • gli utilizzatori dei prodotti fitosanitari possono avvalersi per la compilazione del registro dei centri di Assistenza agricola di cui all’art. 3 bis del DL 27/5/99 n.165, previa notifica alla ASL di competenza. Si precisa inoltre che: • la compilazione del registro dei trattamenti è obbligatoria anche per le associazioni che effettuano trattamenti in comune nonché per impieghi in ambito extra-agricolo (verde pubblico, diserbo di sedi ferroviarie ecc.); • il registro dei trattamenti deve essere compilato anche quando gli interventi fitosanitari vengono eseguiti per la difesa delle derrate alimentari immagazzinate; • sono esentati dalla compilazione del registro dei trattamenti i sogget-

ti che utilizzano prodotti fitosanitari esclusivamente in orti e giardini familiari il cui raccolto e destinato al consumo proprio; • il registro dei trattamenti deve essere conservato presso la sede legale dell’azienda, compilato a cura del proprietario o conduttore e sottoscritto al termine dell’annata agraria; • per le associazioni che effettuano trattamenti per conto dei loro soci (cooperative, consorzi ecc.) il “registro dei trattamenti” unico, può essere conservato presso la sede dell’Associazione e deve essere compilato e sottoscritto da un responsabile, previa delega rilasciata dai soci; • nel caso in cui i trattamenti siano demandati ad un contoterzista, questi controfirma il registro nell’apposita casella in corrispondenza di ogni intervento effettuato. In alternativa il contoterzista può rilasciare una dichiarazione, firmata, in cui indica tutti i dati relativi al trattamento, al fine della sua corretta registrazione sul registro da parte del committente; • è stato abolito l’obbligo della vidimazione del registro dei trattamenti da parte dell’ASL; lo stesso dovrà essere esibito su richiesta dell’Autorità competente che ha la facoltà di effettuare controlli e riscontri presso le Aziende agricole. La mancata registrazione, salvo che il fatto non costituisca reato, e sanzionabile ai sensi del D.Lgs 150/2012, art. 24, comma 13, sanzione amministrativa da 250 a 1500 euro. In caso di reiterazione della violazione e disposta la sospensione da 1 a 6 mesi o la revoca dell’autorizzazione.

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a Coldiretti di Asti ha da tempo avviato a favore degli associati il SERVIZIO AGROFARMACI che permette di verificare la possibilità di utilizzo degli agrofarmaci, tenendo conto che le crescenti limitazioni dell’attuale normativa rendono non facile l’operato di chi commercializza e chi utilizza tali formulati. In tempo reale l’agricoltore, telefonando ai numeri 0141-380439 oppure 0141-380427, può assicurarsi sulla registrazione per coltura di un determinato agrofarmaco, su eventuali scadenze per il suo impiego, sui tempi di carenza o le dosi di impiego, sulle sostanze attive o/e sui formulati impiegabili, ecc.. Al medesimo servizio si può aderire per la tenuta del REGISTRO DEI TRATTAMENTI (ex Quaderno di campagna), adempimento obbligatorio e soggetto a sanzioni in caso di inadempienza. Riportiamo in merito quanto stabilito dalla Regione Piemonte nella Guida all’uso corretto dei prodotti fitosanitari. Il registro dei trattamenti è il documento nel quale l’agricoltore deve riportare cronologicamente tutti gli interventi di difesa/diserbo effettuati sulle diverse colture nel corso della stagione di coltivazione. Sul registro devono essere annotati i trattamenti effettuati con tutti i prodotti fitosanitari utilizzati in azienda con qualsiasi classificazione. Tale registro deve contenere: • i dati anagrafici relativi all’azienda; • la denominazione della coltura trattata e la relativa estensione espressa in ettari; • la data del trattamento, il prodotto e la relativa quantità impiegata; • l’avversità che ha reso necessario il trattamento. Il D.P.R. 55/2012 all’art. 20 prevede

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Info anche telefoniche ai numeri: 0141 380 439 - 0141 380 427

Per informazioni rivolgersi agli uffici tecnici Coldiretti di Zona oppure in Coldiretti Asti al Servizio Agrofarmaci: 0141-380439, 0141380427.

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Difesa fitosanitaria sostenibile

Come deve essere applicato il Piano di Azione Nazionale

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er la difesa fitosanitaria, ai sensi del D.lgs n.150 del 14/8/2012, attuativo della direttiva 2009/128/CE sull’uso sostenibile degli agrofarmaci, e del Decreto Ministeriale del 22/1/2014 con cui è stato adottato il relativo Piano di Azione Nazionale, gli agricoltori devono rispettare i seguenti impegni: Le attrezzature irroratrici impiegate per uso professionale nell’applicazione dei prodotti fitosanitari devono essere sottoposte a controllo funzionale periodico presso Centri prova abilitati. L’intervallo fra due controlli consecutivi può essere al massimo di 5 anni (fino al 31/12/2020). Deve essere effettuato almeno un controllo funzionale entro il 26/11/2016. Fino a quella data la corretta funzionalità delle attrezzature può essere attestata mediante verifica di un tecnico del settore o di una struttura specializzata (D.lgs n.150/2012, art. 12). Il Centro Prova di Coldiretti Asti a partire da questo periodo estivo realizzerà un intenso programma di controlli per permettere alle imprese agricole del nostro territorio di adeguarsi alle nuove regole. Gli utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari devono dimostrare la conoscenza dei principi generali di difesa integrata obbligatoria (allegato III al D.lgs 150/2012) attraverso l’accesso alle basi informative disponibili (es. bollettini fitosanitari, su supporto cartaceo o informatico). Sul sito internet “Coldiretti Asti

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Tossico

- Informazioni nel settore agricolo Misura 111-1B - Bollettini produzione integrata” è possibile rinvenire tutti i bollettini in ordine cronologico emessi dal Servizio di Assistenza Tecnica Coldiretti Asti. Inoltre, sul sito internet della Regione Piemonte è già possibile consultare i dati delle capannine meteorologiche informatizzate; sul medesimo sito a breve sarà reso disponibile un sito web PAN specifico per le informazioni relative all’uso sostenibile degli agrofarmaci. Dal 26/11/2015 gli utilizzatori professionali devono possedere il certificato di abilitazione all’acquisto e utilizzo dei prodotti fitosanitari, qualunque sia la loro classificazione tossicologica. Fino a tale data il certificato è obbligatorio per chi acquista e utilizza prodotti fitosanitari classificati ed etichettati come “tossico”, molto tossico” e “nocivo”; per quanto riguarda la nuova classificazione CLP, entrata in vigore dal primo giugno 2015, fino al 26/11/2015 il certificato o

Tossico a lungo termine

Irritante; Nocivo

patentino è obbligatorio per i formulati con i pittogrammi indicati in figura; inoltre l’obbligatorietà riguarda i formulati senza pittogrammi ma riportanti in etichetta le seguenti indicazioni di pericolo: H362; EUH029, EUH031, EUH032, EUH070, EUH071. Gli utilizzatori professionali osservano le disposizioni relative allo stoccaggio sicuro dei prodotti fitosanitari (allegato VI.1 al citato Decreto MiPAAF del 22/1/2014); a tale riguardo si rimanda a specifico articolo pubblicato recentemente su questa rivista. Devono essere rispettate le disposizioni vigenti sull’uso di prodotti fitosanitari nelle vicinanze dei corpi idrici o in altri luoghi sensibili. Info: http://www.asti.coldiretti.it.

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Flavescenza dorata: inadempienze e sanzioni La Regione Piemonte ha aggiornato le norme applicative per la lotta tosanitario Regionale, ai sensi del comma 1, sono puniti con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di 0,3 euro per metro quadrato di superficie; in ogni caso la sanzione pecuniaria non può essere inferiore a 1.500,00 euro. Chiunque non rispetti gli obblighi relativi all’esecuzione di trattamenti fitoiatrici obbligatori entro i termini fissati dal Settore Fitosanitario, ai sensi del comma 1, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 200,00 euro a 1.200,00 euro”. Sono inoltre applicate le seguenti misure previste dal comma 3 dell’art. 9 (Misure di emergenza per la prevenzione e l’eradicazione di fitopatie ed infestazioni parassitarie) della legge regionale 29 aprile 2013, n. 6 “Disposizioni regionali in materia agricola”: • l’esecuzione coatta delle misure fitosanitarie previste al

comma 1 ponendo a carico del trasgressore le relative spese; • la sospensione di ogni forma di contributo economico in ambito agricolo a qualsiasi titolo amministrato dalla Regione Piemonte. SEGNALAZIONE INADEMPIENZE Da alcuni anni gli uffici tecnici della Coldiretti sono disponibili per segnalare, su richiesta dei propri associati, le situazioni di mancata ottemperanza alle norme di lotta obbligatoria. Per tanto ribadiamo questa possibilità, tenendo conto che ogni situazione di inadempienza sul territorio rappresenta un pericolo e in definitiva un danno per la viticoltura professionale. Riportiamo il modello che viene utilizzato tenendo conto che chiunque può inviare una segnalazione al Settore Fitosanitario via mail, posta o fax che contenga i seguenti elementi:

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SANZIONI Con Determinazione Dirigenziale n. 154 del 20/03/2015, la Regione Piemonte ha aggiornato le norme applicative 2015 per la lotta obbligatoria alla Flavescenza dorata della vite, tra le quali troviamo anche le disposizioni in caso di inadempienza. Per le violazioni alle disposizioni regionali in applicazione del Decreto Ministeriale del 31/05/2000 “Misure per la lotta obbligatoria contro la Flavescenza Dorata della vite” sono applicate le sanzioni amministrative previste dal comma 2 dell’art. 9 (Misure di emergenza per la prevenzione e l’eradicazione di fitopatie ed infestazioni parassitarie) della legge regionale 29 aprile 2013, n. 6 “Disposizioni regionali in materia agricola” : “I soggetti che non rispettano l’obbligo di estirpazione entro i termini fissati dal Settore Fi-

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FLAVESCENZA DORATA DELLA VITE SEGNALAZIONE CRITICITÀ Tipologia

Vigneto coltivato Vigneto in stato di incuria o abbandonato Incolto o bosco con vite selvatica

Dati catastali (obbligatori) Comune di ______________________________ foglio ____________________ part. _______________________ Comune di ______________________________ foglio ____________________ part. _____________________

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Altro (specificare)

Comune di _______________________________ foglio ____________________ part. ______________________ Comune di ______________________________ foglio ____________________ part. _______________________ Note ______________________________________________________________________________________

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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Chiusura Uffici Estate 2015 Anche quest’anno, per la stagione estiva, gli uffici Coldiretti Asti osserveranno un breve periodo di chiusura ed esattamente da lunedì 10 agosto a venerdì 21 agosto. L’attività riprenderà regolarmente da lunedì 24 VENDO MATERIALE agosto. In caso di urgenze ed esigenze particolari è comunque garantita VARIO l’assistenza agli associati componendo i numeri telefonici ici sseguenti: eg gueent n i:i • 335.7502083 Servizio tecnico; • 335.7502090 Servizio previdenziale infortuni sul lavoro; o; • 335.7502067 Servizio fiscale e tributario; • 335.7502078 Assistenza tecnica viticola; • 335.7502060 - 335.7502074 Emergenze particolari.

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Mercoledì

8,30 – 12,30

14,00 – 18,00

Giovedì

8,30 – 12,30

14,00 – 18,00

Venerdì

8,30 – 12,30

Chiuso

Sabato

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PUBBLICAZIONE ANNUNCIO ECONOMICO Gli annunci sono riservati agli Associati Coldiretti in regola con il Tesseramento, per i non tesserati è necessario associarsi con tessera da € 15,00. TESTO ANNUNCIO:

Telefonare al n.

E-mail: SCEGLI LA CATEGORIA NELLA QUALE INSERIRE L’ANNUNCIO

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COSTO DELL’INSERZIONE € 5,00, l’annuncio sarà pubblicato per 1 uscita. Il pagamento può essere effettuato presso qualsiasi ufficio Coldiretti Asti. La pubblicazione degli Annunci de “Il Notiziario Agricolo” è riservata esclusivamente per le compravendite fra privati, non si pubblicano annunci di carattere commerciale. L’annuncio verrà pubblicato a partire dal primo numero utile, in caso di mancanza di spazio le pubblicazioni slitteranno sui numeri successivi. L’editore non è responsabile di quanto pubblicato negli annunci, il presente modulo vale come dichiarazione che quanto richiesto di pubblicare corrisponde al vero.

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