Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 9 - Anno 2015 - In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo
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Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI
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Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Periodico ufficiale Coldiretti Anno 64° numero 9 - 31 luglio 2015* Realizzazione grafica e stampa Riflesso – Artigrafiche M.A.R. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.092036 Abbonamento annuale: Euro 20,00 *Data di chiusura del giornale Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
argomenti in evidenza
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Moscato: le industrie chiedono più prodotto
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Stop al gioco dell’oca della burocrazia
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Troppa carta dalle vigne alla bottiglia
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Lo sfregio straniero del made in Italy
Positivo incremento dei contratti di filiera cereali
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Vini astigiani in Norvegia
Speciale Misura 111 Utilizzo del legno per l’affinamento dei vini; Giacenze di cantina annata 2014/2015; Stadio di maturazione delle uve; Nuova anagrafe apistica nazionale ; Caldo: api stressate e vacche inappetenti; I rischi in vendemmia per i raccoglitori; Bse: l’Italia a livello “trascurabile”; Quando il vicino non ci dà un taglio.
Sommario
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Chiusura uffici Estate 2015 Da lunedì 10 a venerdì 21 agosto nche quest’anno, per la stagione estiva, gli uffici Coldiretti Asti osserveranno un breve periodo di chiusura nei giorni a cavallo del Ferragosto. Esattamente da lunedì 10 agosto a venerdì 21 agosto sia gli uffici provinciali che di zona e recapito rimarranno chiusi. L’attività riprenderà regolarmente da lunedì 24 agosto. In caso di urgenze ed esigenze particolari è comunque garantita l’assistenza agli associati componendo i numeri telefonici seguenti: • 335.7502083 Servizio tecnico; • 335.7502090 Servizio previdenziale infortuni sul lavoro;
Notizie
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• 335.7502067 Servizio fiscale e tributario; • 335.7502078 Assistenza tecni-
ca viticola; • 335.7502060 - 335.7502074 Emergenze particolari.
ORARI UFFICI COLDIRETTI ASTI Validi fino al 4 ottobre 2015 Mattino
Pomeriggio
Lunedì
8,30 – 12,30
Chiuso
Martedì
8,30 – 12,30
14,00 – 18,00
Mercoledì
8,30 – 12,30
14,00 – 18,00
Giovedì
8,30 – 12,30
14,00 – 18,00
Venerdì
8,30 – 12,30
Chiuso
Sabato
Chiuso
Chiuso
La notte di dolci brindisi con il Moscato Canelli I produttori canellesi vorrebbero un nuovo disciplinare ’11 luglio scorso, si è tenuta con successo, la seconda edizione di “Moscato Canelli e i colori del vino”, la manifestazione ideata e organizzata dall’Associazione Produttori Moscato di Canelli in collaborazione con l’Enoteca Regionale di Canelli, il Comune e la Pro loco Antico Borgo Villanuova. È stata una serata di festa ma anche di riflessione sulla Docg di
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eccellenza che tocca le vigne più vocate di 23 comuni del Moscato d’Asti. Uno degli obbiettivi dell’associa-
zione dei produttori, ha annunciato il presidente Giuseppe Bocchino, “è di arrivare ad avere una docg Canelli, seguendo così la strada che hanno percorso prima di noi i produttori di altre denominazioni importanti. Vorremmo avere un nostro disciplinare del Canelli docg, coinvolgendo tutti i produttori, piccoli e grandi”.
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Rinvio a giudizio per Ricagno
Vicenda dell’allargamento della zona Moscato n qualità di ex presidente del Consorzio di tutela dell’Asti, Paolo Ricagno, il 15 luglio scorso, è stato rinviato a giudizio dal Gup del tribunale di Asti. L’accusa di falso ideologico e abuso d’ufficio farebbe riferimento ad una let-
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tera inviata da Ricagno al Ministero delle Politiche Agricole per fare includere il territorio del Comune di Asti fra quelli in cui si può produrre il Moscato d’Asti Docg, travisando la volontà espressa dal Consorzio di tutela.
La prima udienza del processo è stata fissata per l’11 novembre. Ad accusare Ricagno, 67 anni, difeso dall’avvocato Pesce, un esposto alla Procura dei vertici della cantina sociale Valle Belbo e dell’Associazione Produttori Moscato.
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Uve Moscato è già accordo
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Ultim’ora: la paritetica del 31 luglio ha confermato gli impegni. Quest’anno ci si avvia a una vendemmia tranquilla con prezzi e rese già fissati, le vendite dell’Asti sono però ancora in contrazione e in Paritetica qualcuno ha ancora tentato di ridiscutere un aumento delle rese con il deblocage, ma Coldiretti si è opposta e ha prevalso il buon senso no registrato un -5,2 milioni di bottiglie, ovvero 27 milioni nel 2015 contro i 32 milioni del 2014. In totale, le vendite di Asti e Moscato, sono state di 45.087.000 bottiglie contro 49.802.000 del 2014 (-9%). Secondo il Consorzio le vendite del 2015 sono in linea con quelle del 2013, quindi si stima una consegna di 8.000.000 di contrassegni da oggi al 31 agosto cosí come avvenuto lo scorso anno. Ad oggi le giacenze sono di 379.000 hl ed al 31 agosto, ipotizzando gli 8.000.000 di bottiglie (pari a 60.000 hl), le giacenze dovrebbero attestarsi a 318.000 hl. Per quanto riguarda le vendite del primo semestre (dati dei soli consorziati) si segna un -17% per l’Asti e + 13% per il Moscato. Sull’Asti la Germania ha recuperato in parte (circa il 30% pari a 1 milione di bottiglie), la Russia segna - 20% (-600.000 bottiglie), l’Italia -34% (-750.000) e gli USA non danno segnali di ripresa. Per quanto riguarda il Moscato si segnala un segno positivo di 1, 2 milioni di bottiglie di cui 1 milione in USA e la restante parte in Italia. Per quanto riguarda il futuro del comparto, è stato l’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, che ha presieduto la Commissione, a proporre di iniziare a pianificare una strategia
per il 2016, ha richiesto di valorizzare i sorí e di definire una progettualità che ricomprenda la ricerca ampelografica, scientifica sui cloni, sul metodo classico, e che possa dare spazio all’innovazione. La parte industriale ha recepito alcuni dei suggerimenti dell’Assessore, per quanto riguarda la ricerca e in particolare per indagare sull’eventuale perdita di aromi e sulla salute dei vigneti. Sulla progettualità gli industriali vorrebbero allargare l’Accordo ad altri parametri oltre la contrattazione di prezzo e resa. Tuttavia le industrie hanno dichiarato non esserci i presupposti per discutere di un accordo 2016 (se ne parlerà dopo la vendemmia), ed hanno invece chiesto la possibilità di inserire un deblocage, già per il 2015, di 5-10 quintali, prospettiva comunque affossata nel secondo incontro del 31 luglio. Per Coldiretti Piemonte è intervenuto in Commissione il vice Presidente regionale e presidente della Federazione di Asti, Roberto Cabiale, che in entrambe le riunioni ha contestato con forza i tentativi di intervenire sulle rese, chiedendo per il futuro, visti i precedenti, prima di una eventuale introduzione della riserva vendemmiale, di fissare regole chiare, condivise e rispettate da tutti.
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inalmente, un po’ di pace per il comparto Moscato. Anche se, come sempre, anche quest’anno, la Commissione interprofessionale per la definizione dell’accordo sulle uve Moscato per la vendemmia 2015, la cosiddetta “Paritetica”, un po’ di suspense l’ha regalata. In due incontri, il primo il 20 luglio e il secondo a distanza di dieci giorni, l’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, ha chiuso la contrattazione 2015. In realtà non ci sarebbe stato nulla da contrattare, perchè l’accordo siglato l’anno passato ricomprendeva anche l’annata 2015. Ma anche quest’anno un po’ di discussione c’è stata, d’altra parte le riunioni della paritetica non sono mai banali. Nel primo incontro infatti la parte industriale ha chiesto di rivedere al rialzo la rese produttive attraverso il deblocage. Mentre Coldiretti, Assomoscato e Cia si sono dichiarate fin da subito contrarie, Confagricoltura (ancora una volta con uno strappo allo strano sodalizio di Agrinsieme) appoggiava quella parte di industriali che volevano più prodotto. Onestamente, anche e soprattutto sulla base dei dati delle vendite, la proposta non poteva avere alcun fondamento. Tantè che nel secondo incontro il valore delle uve Moscato Docg veniva confermato a 10,70 euro al miriagrammo per una resa produttiva massima di 100 quintali per ogni ettaro. Facendo comunque un passo indietro, la prima riunione del 20 luglio, è stata molto interessante, soprattutto per la verifica sui volumi di vendita dell’Asti spumante e per comprendere eventuali strategie per il futuro. Il Consorzio di tutela dell’Asti ha fornito i seguenti dati in merito all’andamento del mercato: Al 16 luglio e da inizio anno, la consegna dei contrassegni sull’Asti, è stata di 17.272.000 contro i 16.800.000 del 2014, si rileva pertanto un +3%. Le vendite da inizio anno per l’Asti han-
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Il prezzo fissato a 10,70€ al Mg, la resa fissata a 100 quintali
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Brachetto: ci vuole un radicale rinnovamento Mercato in lieve ripresa, Consorzio ancorato a vecchie logiche, non ci può essere accordo sempre più impellente un radicale rinnovamento per il comparto Brachetto. Il 21 e il 31 luglio scorso si è riunita la Commissione per l’eventuale contrattazione delle uve e Coldiretti non ha potuto fare a meno di sostenere la drastica via del mercato libero. Meglio essere liberi di contrattare con le proprie forze il proprio prodotto che sottostare a accordi imposti con “sotterfugi” che fanno male a tutto il comparto. Ma andiamo per ordine. Il Consorzio di tutela ha fornito i seguenti dati relativi all’imbottigliamento nel primo semestre:
Interprofessione
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Brachetto spumante 7.257 hl contro 7.336 hl del 2014 (-1%); Brachetto tappo raso 1.447 hl contro 1.820 hl del 2014 (-20%); Piemonte Brachetto spumante 2.539 hl contro 1.643 hl del 2014 (+54% pari a 119.000 bottiglie in più); Piemonte Brachetto tappo raso 3.034 hl contro 1.995 hl del 2014 (+52% pari a 138.000 bottiglie in più).
Le vendite di Brachetto Docg quindi segnano, in generale, ossia spumante più tappo raso, un trand negativo del 5% , la tipologia Piemonte registra invece un incremento 53%. Tuttavia insistono giacenze al 30 giugno, pari a 14.229 hl, comunque in recupero rispetto ai 22.454 hl del 2014. Secondo il Consorzio, in ogni caso, il mosto dell’annata 2014 è stato tutto assorbito dai mercati. In base ai numeri di cui sopra il Consorzio di tutela, che come di consueto la cui opinione coincide con quella della parte industriale più incline a spaccare più che unire il sistema, ha proposto di aumentare la resa produttiva per il 2015 di un 20% rispetto al 2014 e precisamente: Brachetto spumante da 30 q/ ha a 36 q/ha + 20 q. di deblocage Brachetto tappo raso da 30 q/ha a 36 q/ha + 25 q. di deblocage Piemonte spumante da 36 q/ha a 43 q/ha + 20 q. di deblocage Piemonte tappo raso da 36 q/ha a 43 q/ha + 25 q. di deblocage
In questo modo, secondo il presi-
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dente del Consorzio, Paolo Ricagno (che stranamente fa riferimento ad un accordo sottoscritto per la parte agricola solo da Confagricoltura e comunque mai rispettato neanche dalla parte industriale, quindi totalmente virtuale), il reddito delle aziende viticole crescerebbe di circa 600 euro ad ettaro. In realtà, come è stato fatto rilevare prontamente, supponendo il valore delle uve imposto arbitrariamente dal Consorzio, l’incremento sarebbe di 300 euro/ha in quanto il presidente avrebbe omesso dal conteggio la sottrazione del valore dell’aromatico (ipotizzata a 40 euro/q). In sostanza, al di là di maldestri tentativi di influenzare la Commissione con dichiarazioni apparse mendaci, la sostanza è che anche i dati, seppur presi con beneficio di inventario, confermano come la decisione di Coldiretti di andare al mercato libero e di non sottoscrivere la proposta di accordo avanzata l’anno passato, ha portato ad un inversione del trand negativo registrato negli ultimi anni. Nella seconda riunione del 31 luglio, il Consorzio e una parte di industriali hanno rielaborato rozzamente la bozza di accordo dell’anno passato, chiedendo di sottoscriverla alle seguenti condizioni: Brachetto spumante 36 q. + 20 q. deblocage Brachetto tappo raso 36 q. + 25 q. deblocage Piemonte spumante 43 q.+ 20 q. deblocage Piemonte tappo raso 43 q. + 25 deblocage
I prezzi: 1 €/kg per Brachetto, 0, 80 €/ kg per Piemonte e 0,40 €/kg per i superi. Le trattenute: 0,025 €/kg per promozione e 0,95 €/kg per declassamento annate precedenti. Anche gli stessi industriali non sono concordi fra loro, alcune case vinicole hanno deciso di non sottoscrivere un accordo del genere, concordi le cantine sociali e ancora spaccata la strana coalizione di Agrinsieme che vede la solita Confagricoltura schierata con il Consorzio, mentre Cia è in sintonia con Coldiretti e Assobrachetto nel cassare l’ennesima proposta indecente di una
Consorzio e industrie rispolverano la proposta al ribasso dell’anno passato chiedendo maggiore prodotto, così si va al mercato libero parte delle industrie e del Consorzio. Stando così le cose, il vice presidente di Coldiretti Piemonte e presidente della federazione di Asti, Roberto Cabiale, ha ribadito che “per quanto ci riguarda anche quest’anno si va al mercato libero e che è sempre più necessario un radicale rinnovamento, in special modo quando si ricevono proposte totalmente squilibrate ad uso e consumo delle industrie”. In effetti le decisioni di questi anni sono sempre apparse piuttosto singolari, se non bizzarre, tanto più che all’ennesima richiesta, avanzata dalla parte agricola, di garantire il ritiro, l’industria ha risposto ancora una volta negativamente. Inoltre il sistema non dispone di alcuna credibilità, in commissione è emersa più volte la richiesta di una verifica istituzionale delle giacenze. Da sottolineare anche come la proposta di accordo prospettata quest’anno prevede una ulteriore riduzione dei prezzi rispetto a quella già avanzata l’anno passato e comunque già non rispettata dalle industrie stesse. Infine è nuovamente emersa una ferma richiesta di spiegazioni sulla gestione delle trattenute da parte del Consorzio (che in ogni caso non hanno motivo di esistere) risultando poco trasparente. Stando così le cose, risulta piuttosto improbabile che la Regione riesca a trovare il sistema per comporre una bozza di determina, tanto più che se del caso vengono già paventati eventuali ricorsi. Anche quest’anno pare proprio che ogni possibile rinnovamento del comparto Brachetto non possa che passare dal cosiddetto “mercato libero”, ovvero libertà di contrattare il valore delle uve e del mosto e in più con resa produttiva come da disciplinare.
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Positivo incremento dei contratti di filiera cereali Chi punta sulla qualità, il km zero e l’Ogm free guadagna di più ono 42 i cerealicoltori dell’Astigiano aderenti al “Progetto filiera cereali di qualità” attuato da Coldiretti Asti e il Consorzio Agrario delle Province del Nord Ovest. Dopo il successo dell’anno scorso, per la nuova stagione, oltre al grano tenero si apre anche la strada all’orzo di qualità. L’anno passato, i produttori di grano che hanno aderito al progetto, hanno spuntato mediamente 2/3 € in più su ogni quintale. Una cifra nettamente superiore alla media, ottenuta grazie all’applicazione di un disciplinare produttivo predisposto da Coldiretti Asti che ha permesso una produzione di grani di alta qualità collocati dal Cap Nord Ovest nella fascia alta di mercato. Il “Progetto cereali di qualità” segue praticamente le orme tracciate con il “Progetto Orticoltura” che ha portato ad un accordo con la F.lli Saclà Spa e il “Progetto Vino” la cui “Barbera Amcia” ha fatto triplicare il valore delle uve. “Coldiretti Asti attraverso la sua rete di tecnici – sottolinea Antonio Bagnulo, responsabile dell’assistenza tecnica dell’Organizzazione – elabora e segue l’applicazione di un disciplinare produttivo che permette la produzione di grani di alta qualità”. Sarà poi il Cap Nord Ovest a distribuire il prodotto nella fascia alta di mercato e garantire la massima redditività ai cerealicoltori. “La nostra esperienza – sottolinea Antonio Ciotta, direttore provinciale Coldiretti – ci dice che anche grazie ad appositi accordi di filiera tra le aziende agricole e le industrie
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In alto, da sinistra e in senso orario: il presidente provinciale Coldiretti Roberto Cabiale, Antonio Ciotta, direttore Coldiretti Asti, Antonio Bagnulo, responsabile assistenza tecnica, Adriano Cavallito, vicepresidente Cap Nord Ovest
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di trasformazione è possibile valorizzare il grano prodotto in provincia di Asti. E questo è possibile solo se si garantisce la qualità”. Aggiunge il vice presidente del Consorzio Agrario, Adriano Cavallito: “Il CAP Nord Ovest è il garante dell’operazione e fornisce tutta la logistica. Per fare questo l’acquisizione delle sementi e degli altri prodotti per la coltivazione è stata effettuata presso le agenzie del Consorzio e così si può garantire la piena
tracciabilità della filiera”. I contratti di filiera prevedono la messa a dimora di specifiche varietà, in modo da soddisfare anche le esigenze specifiche dei molini del territorio che a loro volta raccolgono le richieste sia di piccoli artigiani che di industrie che lavorano all’insegna della qualità e della filiera corta. A questo vanno aggiunte le certificazioni Ogm free, garantite dal Consorzio e dai produttori. Tra l’altro, ogni partita viene analizzata in la-
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Grazie alla sinergia fra Coldiretti e Cap Nord Ovest, nell’Astigiano aumentano i produttori e gli ettari del “Progetto filiera cereali di qualità”, l’obbiettivo è spuntare 2/3 euro in più al quintale
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boratorio sotto tutti gli aspetti qualitativi. Il valore del prodotto primario sarà poi determinato in base alle caratteristiche molitorie di ogni singola partita conferita al Consorzio, fissando come riferimento la media delle quotazioni massime del listino della Borsa di Bologna rilevate tra la prima quotazione del raccolto 2015 ed il primo mercato di agosto 2015 e rapportando il prezzo ai parametri qualitativi. In totale il progetto coinvolge 276 ettari coltivati per una produzione attesa di oltre 13.500 quintali. Per altro, quest’anno nell’Astigiano l’andamento climatico è stato più favorevole rispetto alla precedente campagna. “Si è registrato qualche problema
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a fine inverno – rilevano i tecnici Coldiretti - con un diffuso minor accestimento rispetto alla media, determinando in molti casi produzioni modeste che si sono attestate sotto i 35 quintali per ettaro contro una media complessiva che dovrebbe aggirarsi sui 50 quintali/ ettaro per il frumento tenero e 45 per l’orzo. Dal punto di vista della difesa fitosanitaria, l’andamento climatico primaverile positivo ha permesso, in molti casi, di evitare gli ultimi interventi per la fusariosi e le cimici, problematiche chiave per l’ottenimento di produzioni di pregio sotto il profilo igienicosanitario e tecnologico. “Il Progetto cereali di qualità – conclude Roberto Cabiale, presidente Coldiretti Asti – si
inserisce nell’ampia progettualità Coldiretti di “Una filiera agricola tutta italiana” che sta dando tante soddisfazioni a tutti gli agricoltori italiani. Anche per i cereali, contrariamente a quanto molti pensano, è possibile avviare importanti contratti di filiera e dare maggiore valore aggiunto alle produzioni. Ora ci concentreremo sugli accordi con le industrie molitorie e di trasformazione, ma non dimentichiamo che la provincia di Asti ha anche un altro forte valore aggiunto sulla cerealicoltura: la filiera della carne con la pregiata razza bovina Piemontese. L’alimentazione degli animali è un altro importante sbocco della nostra produzione e su cui in futuro si potrà sicuramente lavorare molto, e bene”.
N. AZIENDE AGRICOLE
N. ETTARI
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Frumento tenero panificabile Frumento tenero biscottiero Orzo TOTALI
Campagna anticipi PAC 2015 numero 9 – 2015
Soluzioni finanziarie per le Imprese Agricole nche quest’anno, il Sistema Servizi Coldiretti, attraverso la struttura dedicata CreditAgri Italia mette a disposizione delle imprese agricole lo strumento dell’anticipo PAC per soddisfare, almeno in parte, le esigenze di credito a breve termine. Attraverso la sottoscrizione di appositi accordi con alcuni
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Istituti Bancari partner, le imprese agricole potranno chiedere un finanziamento fino al massimo dell’80% dell’importo indicato nella domanda unica al netto degli aiuti accoppiati, nel caso di anticipo annuale, ovvero al 70% nel caso di anticipo biennale e del 60% per l’anticipo triennale; il tutto a tassi di assoluto vantaggio ed in ogni caso
non da sportello diretto. Per maggiori dettagli sulle opportunità rivolgiti direttamente al tuo sportello CAA Coldiretti dove è stata presentata la Domanda Unica Pac ovvero direttamente agli sportelli di CreditAgri Italia presenti in tutte le provincie della Regione individuabili attraverso il sito internet:www. creditagri.com.
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Troppa carta dalla vigna alla bottiglia Per semplificare occorre dimezzare ed eliminare molti adempimenti arola d’ordine: semplificazione amministrativa per il mondo vitivinicolo. Questo il focus dell’incontro tenutosi il 21 luglio, presso l’Hotel Majestic di Torino. Ha visto la partecipazione di 200 imprenditori del settore, selezionati e provenienti da Piemonte, Liguria, Lombardia e Valle d’Aosta. A far gli onori di casa il presidente e il direttore di Coldiretti Piemonte, Delia Revelli ed Antonio De Concilio. Non hanno fatto mancare la loro presenza i presidenti, i direttori ed i dirigenti delle varie regioni e province intervenute al convegno, moderato da Sara Paraluppi dell’ufficio Affari Generali della Confederazione Nazionale Coldiretti. Dimezzare il tempo perso dalle imprese con la burocrazia; semplificare ciò che è utile in termini di miglioramento del processo produttivo e sotto il profilo della qualità, sicurezza e riconoscibilità dei prodotti; eliminare ciò che non serve a nulla, è ripetitivo ed, a volte, intollerabile. Questa è l’Italia del vitivinicolo che vorrebbe Coldiretti Piemonte, come è emerso durante il convegno “Semplificazione vitivinicola – Nuova prospettiva di sviluppo”. “Il settore vitivinicolo - ha esordito Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte nel suo intervento di apertura dell’incontro – è davvero importante per l’intera economia del nostro Paese per questo motivo Coldiretti sta organizzando questi incontri sui territori. Coldiretti Piemonte sta lavorando per l’abbattimento e l’armonizza-
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Domenico Bosco, responsabile ufficio vitivinicolo Confederazione Nazionale Coldiretti intervenuto al Convegno di Torino
Semplificazione
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Dal convegno del 21 luglio a Torino la proposta Coldiretti: si possono eliminare 40 tra adempimenti e registri con una riduzione del 50% del tempo speso nelle pratiche burocratiche
nei confronti di ben 20 soggetti diversi che, molto spesso, non comunicano tra loro. Oltre 1000 norme di settore per un totale di 4000 pagine tra direttive, regolamenti, leggi, decreti, circolari, delibere nazionali e regionali. Tutto questo incide in media per 100 giornate all’anno pari ad oltre il 20% del tempo di lavoro dell’impresa vitivinicola”, ha affermato Domenico Bosco responsabile dell’Ufficio vitivinicolo della Confederazione nazionale Coldiretti, per far notare quanto il settore sia strozzato da una macchina burocratica insostenibile.
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zione del numero di adempimenti nelle pratiche vitivinicole. È un tema che ci sta a cuore poiché la maggior parte delle nostre province è a vocazione vitivinicola. Il vino Made in Piemonte, grazie ai suoi alti standard qualitativi, è molto richiesto anche all’estero: il mercato statunitense, in particolare, assorbe oltre il 30% dell’export di vino piemontese e nel 2014 le esportazioni negli USA hanno raggiunto i 200 milioni di Euro”. “Dall’impianto del vigneto alla vendita della bottiglia si contano oltre 70 attività burocratiche
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di costi attualmente a carico delle imprese e della pubblica amministrazione. Tutto questo senza compromettere l’efficacia delle attività di controllo che, anzi, in molte situazioni possono aumentare”, ha commentato Antonio De Concilio direttore di Coldiretti Piemonte. “L’impegno dell’Organizzazione si è maggiormente intensificato nel seguire la stesura della normativa nazionale ed il decreto legge Campolibero rappresenta un primo passo avanti verso l’eliminazione di quella burocrazia inutile che pesa sulle aziende e non porta alcun valore aggiunto al consumatore. Continueremo a migliorare i servizi specialistici e a proporre un’attività di assistenza altamente qualificata”, ha fatto presente Piergiorgio Quarto membro della Giunta Esecutiva della Confederazione Nazionale Coldiretti. Ad aiutare il settore, dal 1 gennaio 2016, arriveranno i registri di cantina informatizzati in ambiente Sian ed i documenti
di accompagnamento informatizzati. “Altre novità vanno dalle comunicazioni verso la pubblica amministrazione e le strutture di controllo informatizzati ed automatizzati alla revisione e semplificazione delle dichiarazioni vitivinicole, senza dimenticare il superamento dei vincoli doganali e delle accise che impediscono la vendita diretta di vino all’interno dell’Unione Europea”, ha concluso Quarto. “Al fine di offrire un servizio sempre più completo e funzionale ai nostri imprenditori ed affinché la semplificazione possa essere vista come un’opportunità di sviluppo, il CAA di Coldiretti ha organizzato una serie di attività specializzate, tra cui la gestione informatica dei registri di cantina e la consulenza da offrire alle aziende vitivinicole per far fronte anche agli adempimenti nel settore delle accise”, come ha illustrato Enzo Gilli del CAA nazionale Coldiretti nel concludere i lavori dell’incontro.
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Le proposte per andare verso una risoluzione del problema, confluite in un Testo Unico in discussione al Parlamento ed alla cui stesura Coldiretti ha dato un sostanziale contributo, vanno dall’adozione di un sistema informatico unico alla non duplicazione delle attività di controllo sui vigneti ed in cantina, dalla revisione del sistema di certificazione e controllo con l’introduzione dell’analisi dei rischi alla revisione ed al coordinamento del sistema sanzionatorio, oltre alla creazione di uno sportello unico per l’export del vino. “Una situazione pesante da sostenere per le aziende del nostro territorio piemontese che detiene una superficie vitata di 43 mila ettari e, nel 2014, ha registrato una produzione di oltre 3,5 milioni di quintali di uva. Con quanto Coldiretti ha voluto apportare nel Testo Unico si possono eliminare almeno 40 tra adempimenti e registri con una riduzione del 50% del tempo, oltre che un risparmio
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Stop al gioco dell’oca della burocrazia Vitivinicolo: c’è il “registro unico dei controlli”
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molte volte un ridimensionamento dell’attività con il taglio agli investimenti. Una realtà che Coldiretti denuncia da anni, ma che solo in questo ultimo biennio ha effettivamente iniziato a far breccia in una parte della politica. Coldiretti è riuscita a far istituire tavoli di lavoro per la semplificazione burocratica e amministrativa, in particolare per il settore vitivinicolo, sia a livello regionale che nazionale. Un lungo lavoro, quasi un braccio di ferro, che il 17 luglio scorso è finalmente approdato alla sottoscrizione, del ministro alle Politiche Agricole, Maurizio Martina, del decreto sul
“registro unico dei controlli”. Questo provvedimento dovrebbe portare alle imprese agricole del Piemonte, per le sole pratiche del “Programma di Sviluppo Rurale”, un risparmio fra i 13 ed i 18 milioni di euro all’anno. Si tratta di un passo avanti verso la semplificazione e l’efficienza burocratica che può dare ulteriore impulso alle battaglie portate avanti da Coldiretti in quanto permette di evitare duplicazioni e sovrapposizioni nei procedimenti di controllo, consentendo così agli imprenditori di avere maggior tempo a disposizione per occuparsi dell’attività agricola.
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Con la firma del Decreto, avvenuta il 17 luglio scorso, i vitivinicoltori piemontesi, nel presentare le pratiche del Psr, risparmieranno fra i 13 ed i 18 milioni di euro all’anno
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00 giornate, pari a oltre il 20% del tempo di lavoro dell’impresa, distolgono gli imprenditori del settore vitivinicolo dal loro reale mestiere. Si dirà che produrre alimenti innuce forti responsabilità ed è dunque necessario sottostare a importanti controlli e verifiche burocratiche, ma allora come spiegare che anche il mestiere dell’ortofrutticoltore, del cerealicoltore e dell’allevatore è assillato per 70 giorni lavorativi dal produrre scartoffie? Economicamente, la ripercussione incide oltre il 40% del valore del prodotto agricolo. Ad opprimere la creatività produttiva delle imprese agricole ci sono, in particolare, la compilazione dei registri, la richiesta delle autorizzazioni ambientali e di quelle sanitarie, e molteplici altri passaggi di carte, con enti e istituzioni, ognuno che gira e rigira, volta e risvolta gli stessi dati con modalità sempre diverse e più complicate. Molte volta sembra un infinito “gioco dell’oca”, dove intoppi e trabocchetti, sempre burocratici, ti impediscono di giungere a un traguardo. È per questo che poter ridurre i numerosi adempimenti burocratici, è l’esigenza principale degli agricoltori che, sempre più, si vedono costretti ad assumere personale per far fronte all’aumento degli impegni amministrativi. Questo perchè all’incremento degli adempimenti burocratici, non può quasi mai corrispondere un aumento del valore del prodotto, anzi causa quasi sempre una perdita di competitività e
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4 settembre: Coldiretti Asti torna all’Expo Programmata una nuova e intera giornata con i nostri produttori
Esposizione Universale
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ome promesso, dopo il clamoroso successo del giugno scorso, Coldiretti Asti ha programmato una nuova ed intera giornata ad Expo Milano 2015 con i produttori dell’Astigiano. La giornata si terrà venerdì 4 settembre e in questi giorni si sta programmando l’invio dei prodotti da valorizzare. Questa volta, anche se il calendario è ancora in via di definizione, probabilmente si punterà ancora sui nostri grandi vini, sul miele, sulla frutta e sul cappone. La giornata “astigiana” si incastra nel corso della settimana dedicata al Piemonte che vedrà, fra l’altro, giovedì 3 settembre, la selezione regionale di “Oscar Green” il concorso per l’innovazione in agricoltura ideato da Giovani Impresa Coldiretti con il patrocinio della Presidenza della Repubblica. Anche per questa nuova trasferta ad Expo, Coldiretti Asti cercherà di fare assurgere a veri protagonosti i produttori. Questo in linea con lo slogan e il nome del padiglione Coldiretti ad Expo 2015: “No farmers, no party”. Tutto questo mentre ci si prepara alla grande Convention annuale nazionale Coldiretti. Si terrà
Il gruppo di Coldiretti Piemonte che ha organizzato la settimana del giugno scorso: il Piemonte sarà nuovamente ad Expo nella prima settimana di settembre
sempre ad Expo il 15 settembre prossimo. Appuntamento quindi ad Expo, nel centro nevralgico fra l’ingresso Merlata, dove si trova il padi-
glione Coldiretti, e l’incrocio fra il Cardo e il Decumano. Per maggiori informazioni contattare i segretari di Zona Coldiretti.
GLI APPUNTAMENTI COLDIRETTI AD EXPO 1/6 Settembre
Settimana dedicata al Piemonte
Giovedì 3 Settembre
Selezione regionale “Oscar Green”
Venerdì 4 Settembre
Giornata dei produttori dell’Astigiano
Martedì 15 Settembre
Convention Coldiretti
• Conto terzi Manuali e/o Meccaniche • RACCOLTA MECCANICA • Realizzazione nuovi impianti SPECIALE FORMULA ANNUALE: dalla potatura alla raccolta RIFLESSO
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LAVORAZIONE DEI NOCCIOLETI
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Lo sfregio straniero al Made in Italy Il vino il più copiato, compresa la Barbera bianca venduta in Romania
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blea nazionale Coldiretti, svoltasi presso l’Auditorium di Palazzo Italia, è stata l’occasione per tracciare il primo bilancio dell’Expo, giunto già a metà percorso, e per porre l’attenzione sugli effetti economici ed occupazionali che si stanno avendo nel settore agroalimentare. I dati presentati parlano chiaro: nelle campagne l’occupazione è in aumento ed è cresciuto anche il numero di giovani under 35 occupati in agricoltura: 12 per cento in più nel 2015. Inoltre, porta avanti la battaglia contro il lavoro in nero, soprattutto degli extra comunitari, poiché senza il quotidiano lavoro di 322 mila migranti nelle campagne italiane il nostro Paese non potrebbe vantarsi di tutte le eccellenze per cui ha ottenuto primati nel mondo. L’inizio dell’Esposizione Universale di Milano ha fatto registrare anche un aumento della domanda di prodotti agroalimentari Made in Italy all’estero, soprattutto in Cina la richiesta è cresciuta fino al 57 per cento. Il prodotto “Made in Piemonte” più ricercato all’estero è il vino, soprattutto negli USA dove
nel 2014 ha raggiunto i 200 milioni di Euro. In totale il mercato statunitense assorbe oltre il 30% dell’export di vino piemontese. Il Piemonte contribuisce, quindi, con l’esportazione delle sue eccellenze agroalimentari, quali il vino, i formaggi DOP, la frutta e le nocciole IGP, ad accrescere il fatturato realizzato dal Made in Italy all’estero. “La tutela del patrimonio agroalimentare all’estero è una area prioritaria di intervento per le Istituzioni a tutela dell’identità nazionale, ma anche per recuperare risorse economiche utili al Paese e per tornare a crescere”, ha affermato il presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo. Le contraffazioni e le falsificazioni dei prodotti alimentari fanno perdere al vero Made in Italy oltre 60 miliardi di euro di fatturato all’estero che potrebbero generare trecentomila posti di lavoro. In questo contesto è particolarmente significativo il piano per l’export annunciato dal Governo italiano che prevede, per la prima volta, azioni di contrasto all’italian sounding a livello internazionale”.
Esposizione Universale
All’assemblea nazionale Coldiretti del 18 luglio, il Ministro ha annunciato l’avvio del “piano per l’export”, la prima vera azione internazionale del governo italiano per contrastare l’italian sounding
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l 18 luglio scorso, Coldiretti ha voluto tenere la propria assemblea nazionale ad Expo 2015. Protagonisti, nel padiglione di Coldiretti “No farmers no party”, sono stati i piatti ed i prodotti più sfregiati del patrimonio alimentare italiano. In almeno un Paese su quattro (25 per cento), tra quelli che partecipano ad Expo, sono realizzate e vendute diffusamente fantasiose ed imbarazzanti interpretazioni di piatti e prodotti alimentari falsamente italiani in sfregio all’identità del Made in Italy. Per la prima volta è stata realizzata una esposizione con esempi scovati nei diversi continenti per denunciare pubblicamente l’oltraggio che si realizza a danno dell’identità e della reputazione della cultura alimentare nazionale. Presenti all’inaugurazione della mostra dello “sfregio al Made in Italy” il Presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, ed il presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare Giancarlo Caselli. Dalla rivisitazione di antiche ricette ai nomi storpiati, come la “Zottarella” che si vende in Germania, dalla banalizzazione delle denominazioni fino ai piatti spacciati per italiani: un oltraggio che si compie in molti Paesi stranieri a danno dell’identità e della reputazione nazionale. A farne le spese anche la Barbera che in Romania si trova come “Barbera bianco”. Queste contraffazioni ed usurpazioni, unitamente ai tentativi di inganno come l’utilizzo della polvere di latte per la produzione dei nostri formaggi, mettono seriamente a rischio il settore agricolo che fa registrare un incremento record del 6,2 per cento di occupati, risultato dieci volte superiore al valore medio totale dell’intera economia nel primo trimestre dell’anno. L’Assem-
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I crimini alimentari valgono 15,4 miliardi Nuovo ordinamento giudiziario con il disastro alimentare e l’agropirateria
Made in Italy
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l crimine alimentare fattura 15,4 miliardi e investe ambiti complessi e articolati nelle attività di produzione e distribuzione dei cibi con un impatto rilevante sull’economia, sull’ambiente e sulla salute. È quanto afferma il presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo, che ha partecipato alla presentazione all’Expo di Milano delle linee guida della Commissione per l’elaborazione di proposte di intervento sulla riforma dei reati in materia agroalimentare presieduta da Giancarlo Caselli alla presenza del Ministro della Giustizia Andrea Orlando e del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina. “Anche grazie alla disponibilità di nuove tecnologie, la contraffazione e la frode nell’alimentare sono diventate un vero e proprio affare criminale che va perseguito con un sistema punitivo più adeguato”, ha detto il presidente Moncalvo. “Il settore agroalimentare richiede un sistema di tutele specifico, non limitato ai casi di contraffazione dei marchi o dei segni esteriori che individuano e distinguono il prodotto sul mercato, ma esteso al valore in sé dell’alimento, con il fine di tutelare non solo la lealtà degli scambi commerciali quanto, piuttosto, la libertà di scelta del consumatore”. L’Italia deve tutelare i primati internazionali conquistati nella qualità alimentare, dal maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario con 273 prodotti Dop/Igp alla leadership europea nel biologico con 43.852 imprese che lo
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L’Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare propone un aggiornamento delle norme attuali, risalenti agli inizi del 1900, attraverso un’articolata operazione di riordino degli strumenti esistenti Giancarlo Caselli
coltivano biologico, ma anche il primato nella sicurezza alimentare mondiale con la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma pari allo 0,2%, quota inferiore di quasi 10 volte rispetto alla media europea (1,9%). In questo settore l’Italia ha il dovere di svolgere il ruolo di battistrada in Europa per colpire in modo esemplare gli scandali che si ripetono nel tempo, dai polli alla diossina alla carne di cavallo spacciata come manzo, che possano far crollare la fiducia del pubblico dei consumatori e bloccare il regolare funzionamento del commercio. La Commissione di studio presieduta dal Presidente ex Procuratore Gian Carlo Caselli, nonché presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare promosso dalla Coldiretti, ha ultimato i lavori nei tempi stabiliti dal Ministero della Giustizia, presentando una articolata proposta di riforma dei reati nel settore agroalimentare al fine di prevenire le conseguenze di comportamenti fraudo-
lenti che compromettono con sempre maggior frequenza il lavoro serio e responsabile degli imprenditori impegnati a garantire alimenti sicuri e di qualità. Salute ed economia pubblica sono i beni sui quali si è soffermata l’attenzione della Commissione che ha operato una serie di interventi tanto sulle norme contenute nel Codice penale quanto sulle disposizioni delle leggi complementari. Ad esempio, è stata elaborata la figura del disastro sanitario per garantire una risposta punitiva alle ipotesi di reato che vanno dalla contaminazione di acque o sostanze alimentari pericolose fino all’omesso ritiro degli alimenti dal mercato, quando da tali condotte possano derivare lesioni gravi o morte ai danni di più persone e il pericolo grave e diffuso di analoghi eventi che mettono in pericolo la salute pubblica. Gravi sono le conseguenze anche per chi si organizza con mezzi e strutture create ad hoc per commettere il reato di agropirateria, nuova figura criminosa che punisce la
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Giubileo: in arrivo 25 milioni di pellegrini Si prevede spenderanno oltre 5 miliardi di euro
grini in arrivo in Italia per il Giubileo straordinario, dedicato alla misericordia, che si terrà dall’8 dicembre 2015 al 26 novembre 2016 secondo la volontà di Papa Francesco. Nell’anno del Giubileo Roma sarà di gran lunga la meta religiosa più frequentata nel mondo con presenze nettamente superiori alle altre sparse per il globo tra le quali svetta Città del Messico, dove il santuario della madonna di Guadalupe richiama 10 milioni di pellegrini ogni anno. I “viaggiatori religiosi” nel mondo sono 300-330 milioni l’anno con un fatturato annuo di 18 miliardi di dollari e un enorme potenziale di crescita, secondo la World Tourism Organization. Le tradizioni e la cultura religiosa in Italia rappresentano dei punti di forza per il richiamo di flussi turistici motivati da interessi religiosi. Il pellegrino non è un turista high-spender e viaggia peraltro principalmente in bassa stagione contribuendo così alla destagionalizzazione delle destinazioni. Dall’ultimo studio Isnart emerge anche che il 41,4% dei turisti religiosi ha un’età compresa tra i 30 e i 50 anni, il 44,4% si affida per l’organizzazione del viaggio al circuito dell’intermediazione, tour operator e agenzie di viaggio. Il 32,7% preferisce viaggiare in compagnia del proprio partner, il 20% sceglie un tour organizzato, il 19,7% un gruppo di amici, il 13,3% la famiglia, mentre il 9,8% viaggia da solo.
Turismo Religioso
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er il prossimo Giubileo sono attesi a Roma 25 milioni di pellegrini per una spesa complessiva stimata in oltre 5 miliardi di euro. Nonostante una forte tendenza alla sobrietà, sia per la scelta dell’alloggio che per l’alimentazione, per altro in linea con la svolta impressa da Papa Francesco, il volano economico sarà veramente cospicuo. Emerge da una analisi Coldiretti, divulgata in occasione dell’inaugurazione del “Villaggio del Gusto” nel Porto di Civitavecchia, la prima grande opera realizzata anche per il ristoro dei pellegrini, con un significativo impatto occupazionale. “Dal Giubileo potrebbe anche venire un effetto positivo sull’occupazione, considerando che l’appuntamento del 2000 portò ad un calo del tasso di disoccupazione di un punto percentuale rispetto all’anno precedente” ha affermato il Presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “gli asset cibo e turismo sono le leve competitive strategiche per sostenere la ripresa economica”. Visitatori e pellegrini in arrivo a Roma dal mare, avranno la possibilità di consumare prodotti freschi direttamente sul posto in apposite aree ristoro, oppure di acquistarli per riempire la “bisaccia del pellegrino” per la giornata ma anche comperare souvenir da far recapitare a domicilio attraverso un ordine on line. Nel più suggestivo porto storico del Mediterraneo, alla banchina 7 dello scalo di Civitavecchia, si potrà trovare un momento di relax tra suggestive casette in legno accolti, oltre che dagli imprenditori agricoli, anche da una cinquantina di giovani ai quali è stata data un’occasione di lavoro. Si prevede che provenga dall’estero oltre il 30 per cento dei pelle-
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vendita di prodotti alimentari accompagnati da falsi segni distintivi o da marchi di qualità - Dop o Igp – contraffatti. Obiettivo importante è stato quello di anticipare la soglia della tutela della salute pubblica e dell’economia, attraverso la predisposizione di specifiche sanzioni da applicare in presenza di un rischio e, quindi, prima ancora di un danno concreto. Per questi motivi va sottolineata la volontà di procedere ad un aggiornamento delle norme attuali, risalenti agli inizi del 1900, attraverso un’articolata operazione di riordino degli strumenti esistenti e di adeguamento degli stessi ad un contesto caratterizzato da forme diffuse di criminalità organizzata che alterano la leale concorrenza tra le imprese ed espongono a continui pericoli la salute delle persone. Una maggior tutela è stata opportunatamente prevista anche attraverso la previsione di più incisivi strumenti di indagine, l’estensione della sanzione a tutte le fasi che conducono alla commissione del reato - ma che non risultano attualmente punite - e la possibilità di applicare le misure cautelari personali quando sussiste il rischio di una continuazione delle attività criminali. Ulteriore ambito di intervento riguarda l’estensione della responsabilità amministrativa di enti, società e associazioni per i reati alimentari commessi dalle persone fisiche attraverso la disciplina di specifici modelli di organizzazione e gestione e la previsione di sanzioni pecuniarie ed accessorie, quali l’interdizione dall’esercizio dell’attività, la sospensione o la revoca di licenze o autorizzazioni.
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Guariniello blocca il formaggio all’acido formico
Raccolta firme Coldiretti per bloccare i latticini col latte in polvere
Sicurezza Alimentare
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oldiretti plaude alla tempestività della Procura della Repubblica di Torino che ha aperto un’inchiesta per verificare l’ipotesi di una frode in commercio ad opera dalla multinazionale olandese DSM. Il PM Raffaele Guariniello ha posto l’attenzione sulla presenza di acido formico di 4.5 volte superiore rispetto ai limiti previsti dal ministero della Salute, in un lotto di formaggio giunto in Italia attraverso una ditta del Vicentino. Ancora una volta Coldiretti sottolinea l’efficace attività svolta sul territorio dagli organi di controllo, che determina un vero e proprio valore aggiunto per le produzioni made in Italy. è quanto l’organizzazione ha voluto affermare anche nella mobilitazione contro l’utilizzo del latte in polvere realizzata nelle scorse settimane, a tutela delle 51 specialità di formaggi piemontesi ma anche a salvaguardia, nel solo Piemonte, di oltre 1900 aziende ed 8000 addetti, che danno vita a 390 milioni di produzione lorda vendibile. Dei reati nell’agroalimentare se nè parlato anche ad EXPO il 27 luglio scorso, in occasione del rapporto sui primi tre mesi di attività della Commissione istituita dal Ministero della Giustizia e di cui sono punti di riferimento Giancarlo Caselli, quale presidente della stessa commissione, ed il PM Guariniello quale referente della Sottocommissione illeciti economici. Sono temi cari a Coldiretti che, già lo scorso anno ha voluto dar vita all’Osservatorio sulla Criminalità nell’agricoltura e
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sul sistema agroalimentare, il cui comitato scientifico è presieduto proprio da Giancarlo Caselli, e la cui attività è stata dedicata anche a proporre norme che potessero dare maggiore efficacia alle attività svolte dagli organi di controllo, a difesa delle aziende sane dell’agroalimentare e dei consumatori. Intanto, in tutte le sedi di Coldiretti, tutti i cittadini possono sottoscrivere la petizione
per sostenere, nei confronti dell’UE, la norma italiana che impedisce l’utilizzo di latte in polvere per la fabbricazione dei prodotti lattiero caseari destinati al consumo umano.
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Vini astigiani in Norvegia
Incontro con i buyer a Oslo il 15 luglio
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Occasioni come questa segnano la rotta giusta per far conoscere all’estero la ricchezza della nostra regione”. Sempre di più il Nord Europa sta affinando il gusto per il bere di qualità e i vini italiani hanno conquistato un po’ alla volta il mercato, grazie alla vera ricchezza del nettare di bacco, il “terroir”, il legame con il territorio, che impreziosisce le caratteristiche e determina l’unicità del vino. L’interesse da parte della Norvegia per i vini italiani è aumentato costantemente ed oggi il nostro Paese ha superato la Francia,
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diventando il primo produttore per volume di vendite, con una quota di mercato del 32,27% (66,3 milioni € in totale), seguito a notevole distanza da Francia (17,87%) e Spagna (10,79%). “La cultura enologica – prosegue Oberto – che si sta diffondendo in Norvegia si abbina alla buona cucina, alla scoperta dei Paesi di provenienza e si tratta di un’opportunità da cogliere, partendo dal vino, per valorizzare a tutto tondo il Made in Italy in un mercato tra quelli che a livello mondiale vantano la più alta capacità di spesa”.
Eventi
Un’immagine dei produttori piemontesi all’evento organizzato ad Oslo il 15 luglio scorso
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’associazione Piedmont Red and White, nata in seno a Coldiretti per volontà di un gruppo di operatori vitivinicoli piemontesi, ha portato nella penisola Scandinava le grandi Doc e Docg di Langa, Monferrato e Roero, grazie ad un progetto finanziato nell’ambito dei fondi OCM Promozione Vino Paesi Terzi della regione Piemonte. 23 imprese vitivinicole piemontesi, tra cui alcune Cantine Cooperative, hanno incontrato buyer, grossisti, sommelier e addetti della ristorazione, ottenendo un’ottima considerazione per i vini presentati, in un evento esclusivo, con degustazioni guidate, organizzato a Oslo lo scorso 15 luglio. “Gli operatori norvegesi – commenta Andrea Oberto, presidente dell’associazione - hanno apprezzato le qualità organolettiche e le peculiarità che contraddistinguono le produzioni aziende presenti, ma soprattutto l’opportunità di essere a tu per tu con i vitivinicoltori, in un dialogo in cui traspare la passione, la cultura enologica e l’impegno nel tramandare una tradizione di famiglia.
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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Utilizzo del legno nell’affinamento dei vini -5 L’impatto sensoriale sulle caratteristiche gusto-olfattive
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opo aver approfondito gli argomenti riguardanti la composizione del legno, le caratteristiche dei vari tipi di rovere, le sostanze estraibili e cedebili, proseguiamo il discorso iniziato alcuni numeri fa su questo giornale a proposito dell’uso del legno per l’affinamento e l’impiego di alcuni materiali legnosi. In generale i vini più strutturati sopportano meglio l’impronta conferita dal legno. Nel legno il vino evapora e perde l’anidride carbonica in eccesso. La CO2 accresce la ruvidezza dei vini: nei vini rossi di pronta beva e meno strutturati si deve aggirare su valori di 0,3/0,6 g/L mentre nei vini affinati ed invecchiati deve essere inferiore a 0,2 g/L. Dopo qualche mese di conservazione in legno il vino rosso presenta una maggiore intensità colorante anche se il tenore di antociani si riduce. Come detto sui precedenti articoli il legno cede composti non volatili (ellagitannini e polisaccaridi) e sostanze odorose volatili. Nel vino affinato compare il caratteristico “goudron” – profumo terziario nobile tipico dei grandi vini rossi che però tende a rendere uniformi i vini invecchiati. Con l’affinamento e l’invecchiamento si attenuano le caratteristiche varietali originarie e scompaiono alcuni composti evidenti nella fase giovanile del vino tra cui aromi primari dell’uva ed altri sentori erbacei caratteristici
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Secondo Rabbione
di alcuni vitigni. L’impiego di contenitori di legno genera costi elevati legati all’investimento di capitali, alla loro limitata vita economica, alla manutenzione, agli spazi di stoccaggio richiesti, al controllo delle temperature e dell’umidità costanti, alla necessità di manodopera (colmature, travasi, lavaggi) e ai cali per evaporazione. Il vino adatto all’affinamento in legno deve essere preparato in vigneto con elevate densità d’impianto, con potature adeguate, con basse rese per pianta e per ettaro. La raccolta deve avvenire alla maturità fenolica, con uve sane e senza attacchi botritici. In genere macerazioni troppo lunghe e con temperature elevate producono vini poco adatti alla barrique a causa di un eccessivo arricchimento di gusti erbacei che la barrique non riesce a correggere. Un vino adatto alla barrique deve possedere un buon contenuto di colloidi
Con l’affinamento e l’invecchiamento si attenuano le caratteristiche varietali originarie e scompaiono alcuni composti evidenti nella fase giovanile del vino tra cui aromi primari dell’uva ed altri sentori erbacei caratteristici di alcuni vitigni. A cura del responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte, Secondo Rabbione glucidici e polisaccaridi che conferiscono volume e rotondità al gusto. Nelle barrique il potenziale redox non scende mai sotto i 350 – 310 mV, contro i 150 – 180 dei vini in vasca. Di norma i vini vengono travasati in barrique appena è terminata la FML per facilitare la precipitazione di tartrati, dei colloidi e della sostanza colorante instabile. La permeazione di ossigeno attraverso le pareti della barrique francese viene valutata per le barrique nuove intorno ai 28 – 30 mg/L/anno (± 1 mg/L/anno) e per barrique usate di 5 passaggi intorno ai 10 mg/L/anno (± 1,4 mg/L/anno). La permeazione si riduce progressivamente per colmataggio. La barrique dà buoni risultati nei primi tre anni, mantenendo il livello di O2 intorno ai 0,3 mg/L; con l’uso prolungato si accentua il colmataggio con il deposito di microcristalli di bitartrato, di placche di sostanza colorante colloidale fino a 2-3 mm di
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profondità. Si riduce di conseguenza la permeazione di ossigeno e l’effetto stabilizzante sul colore. Il legno continua a cedere interessanti sfumature aromatiche (diverse da quelle nuove) e può essere utile il suo impiego per l’affinamento delle acqueviti. In alcuni casi possono essere utilizzati in sostituzione del legno i cosiddetti frammenti legnosi di diversa forma e dimensione. Va ricordato che secondo la legislazione vigente questi possono essere impiegati in modo esclusivo per i vini non DOP. Ne esistono di diversi tipi con caratteristiche molto diverse; possono essere tostati più o meno intensamente per conferire al vino una maggiore complessità aroma-
tica e gustativa, con il sentore di boisé desiderato. Le note olfattive conferite dalle assi di legno sono generalmente più fini rispetto ai risultati ottenuti con i frammenti di legno (chips). I chips aumentano la superficie di contatto con il vino e trasmettono più velocemente gli aromi. Il tipo e la quantità di sostanze volatili trasmesse dai frammenti di legno dipendono da diversi fattori tra cui la specie botanica, le condizioni pedoclimatiche di sviluppo della pianta, dalla stagionatura del legno, che determina perdita di tannini, di astringenza e di amaro. Gli effetti dipendono inoltre dalla quantità di frammenti aggiunta, dal tempo di contatto, dalla temperatura di contatto
(che agisce sulla velocità di scambio). Influiscono inoltre la solfitazione ed il livello di tostatura del legno. Una solfitazione eseguita in concomitanza con l’introduzione di frammenti di legno aumenta l’estrazione. Il livello di tostatura del legno determina la degradazione dei polisaccaridi (cellulosa ed emicellulosa), la degradazione dei polifenoli (tannini idrosolubili) e la disorganizzazione della struttura del legno con maggiore estraibilità delle sostanze contenute. L’aumento di alcuni composti dipende anche dall’arricchimento in precursori e ciò è dimostrato anche dall’arricchimento in vanillina e in lattoni anche dopo la separazione dei frammenti di legno dal vino.
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Giacenze di cantina annata 2014/2015
Chiusura al 31luglio, scadenza di presentazione al 10 settembre
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opo il mese di luglio per le cantine, sia agricole che commerciali, è tempo di bilanci. È in questo periodo che tutte le cantine devono predisporre i conteggi con i relativi bilanci sui registri contabili riguardanti l’annata vitivinicola in corso che, come ogni anno, parte dal 1° agosto dell’anno precedente e si conclude con il 31 luglio dell’anno in corso. Inoltre le aziende soggette a deposito fiscale devono predisporre per l’ufficio tecnico di finanza l’inventario fisico delle materie prime dei semilavorati e dei prodotti finiti con la predisposizione del bilancio energetico e il bilancio di materia prospetto riepilogativo dei movimenti avvenuti nell’annata vitivinicola. Sono chiamati ad effettuare la comunicazione delle proprie giacenze tutti coloro hanno detenuto,movimentato e commercializzato vini nel periodo su indicato e alla data della chiusura dell’anno contabile di cantina detengono vini in giacenza, non esistono esoneri gli unici esonerati secondo la legislazione vitivinicola riguardano i privati consumatori ed i rivenditori al minuto come enoteche, ristoranti, negozi, almeno che nell’anno non abbiano effettuato vendite unitarie oltre i sessanta litri, in questo caso anche questi ultimi rientrerebbero nei soggetti obbligati alla comunicazione delle proprie giacenze. Le giacenze di cantina o di magazzino vini devono essere determinate dalla chiusura dei registri di carico e scarico effettuando il bilancio annuo di cantina, le attuali norme riguardanti la tenuta dei
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registri di cantina prevedono che ogni anno i singoli conti delle entrate e delle uscite devono essere chiusi ad una data prestabilita dagli stati membri. In Italia tale data corrisponde con la dichiarazione di giacenza, e anche quest’ anno la data coincide con il 31 luglio, i dati dei carichi di giacenza dovranno essere inviati nel mese di agosto, come già avvenuto nello scorso anno sarà possibile inviare i dati delle giacenze al Ministero tramite il sistema informatico regionale, questo nell’ottica di regionalizzazione di tutti gli atti amministrativi in campo agricolo. Solo le aziende soggette a Deposito Fiscale vino in base all’art 7 e 8 comma 1 DM 153/2001 devono, in concomitanza al suddetto pe-
riodo, redigere per L’Ufficio Tecnico di Finanza (UTF) competente per il territorio le seguenti dichiarazioni, ed inviarle entro il 10 agosto di ogni anno : a) L’inventario delle materie prime, dei prodotti semilavorati e dei prodotti finiti; b) Il bilancio delle materie prime lavorate, con l’indicazione delle rese di lavorazione; c) Il Bilancio energetico con l’indicazione dei consumi di energia elettrica e dei combustibili attribuibili all’impianto; Nei prossimi giorni i tecnici della nostra Organizzazione saranno a disposizione per ulteriori chiarimenti e per l’assistenza necessaria all’espletamento dei conteggi delle giacenze.
Nuovi diritti di reimpianto vigneti La determina della Regione Piemonte GIUNTA REGINALE DEL 23 GIUGNO 2015 DGR n32-1618 • Regolamento (CE)n 1234/2007 e regolamento (UE)n 1308/2013 Disposizioni transitorie per la gestione del potenziale produttivo viticolo Regionale in materia di gestione dei diritti reimpianto vigneti • CONTENUTO DELLA DETERMINA REGIONALE : 1. Dal 1 gennaio 2016 i diritti di reimpianto non saranno più trasferibili 2. I diritti di reimpianto rilasciati dal 1 agosto 2008, in corso di validità alla data del 31 dicembre 2015, possono essere convertiti in autorizzazioni entro il termine del 31 dicembre
2020, previa richiesta del titolare degli stessi, come stabilito dal decreto ministeriale n 1213del 19 febbraio 2015 3. Le autorizzazioni concesse tramite richiesta del produttore possono essere utilizzate per realizzare il reimpianto di superfici vitate entro tre anni dal rilascio delle stesse 4. Viene eliminato il divieto di trasferimento di diritti di reimpianto dal Piemonte verso altre Regioni ad esclusione dei diritti di reimpianto assegnati a seguito del completamento dell’allineamento delle superfici vitate aziendali (piano allineamento DGR n 26-2302 del 4 luglio 11)
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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Stadio di maturazione delle uve
A
vviandoci alla fase di maturazione delle uve, al fine di una corretta definizione del momento ottimale di vendemmia, in collaborazione con il nostro laboratorio del Centro Studi Vini del Piemonte (CSVP) è possibile realizzare le analisi sull’andamento della maturazione. Le aziende devono segnalare il proprio interesse al servizio di assistenza tecnica Coldiretti, che provvederà ad inoltrare le richieste al CSVP. Affinché il lavoro sia realizzabile e idoneo allo scopo, il CSVP si riserverà di selezionare nell’ambito delle richieste pervenute un congruo numero di vigneti, per avere un numero di prelievi uniforme ed adeguato, per zona viticola e per vitigno. La metodologia di prelievo
Anche quest’anno il CSVP effettuerà le analisi sulle cosiddette “curve di maturazione” per poter programmare al meglio la vendemmia, gli interessati possono contattare gli uffici Coldiretti dell’uva, ormai ampiamente consolidata, si basa sulla campionatura di 2-5 acini (racimoli) per un totale di circa 300 acini integri e completi di pedicello; gli acini devono essere prelevati casualmente nelle diverse posizioni del grappolo, da ogni lato del filare, in modo da rappresentare il più possibile l’intera massa di uva del vigneto. Il campione viene raccolto in appositi sacchetti di nylon, etichettato e consegnato al CSVP direttamente dal tec-
nico di zona. I campioni, appena pervenuti al laboratorio vengono ammostati; il mosto viene centrifugato e filtrato e subito analizzato. Generalmente, sulla base delle diverse epoche di maturazione dei vari vitigni, il primo campionamento deve essere posizionato in modo da permettere 3 prelievi a cadenza settimanale ed un ultimo prelievo a ridosso della vendemmia. Occorre tenere presente che, per quanto possa essere corretto ed accurato il prelievo, esso determinerà sempre una leggera differenza rispetto ai dati di analisi ricavati dalla massa di uva ammostata. Le analisi riguarderanno gli zuccheri riduttori, il grado Babo, l’alcol potenziale, l’acidità totale, il pH, l’acido malico e l’acido tartarico.
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Un servizio del Centro studi vini del Piemonte
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Nuova anagrafe apistica nazionale
È
in dirittura di arrivo la nuova Banca Dati Apistica Nazionale che sostituisce quella regionale attiva fino al 2014. Entro ottobre 2015 ogni apicoltore dovrà dotarsi di un CODICE IDENTIFICATIVO univoco rilasciato dal Servizio Veterinario dell’ASL di residenza. L’anagrafe apistica nazionale prevede che tutti
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i dati richiesti (censimento annuale, compravendita di materiale apistico, nomadismo, ecc.) vengano registrati sul portale informatico della Banca Dati. Gli uffici Coldiretti sono a disposizione degli apicoltori per l’avviamento e la gestione del nuovo adempimento previo acquisizione di specifica delega.
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Entro ottobre munirsi del “Codice Identificativo”
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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Caldo: api stressate e vacche inappetenti
La frutta è più gustosa ma soffrono tutti gli animali in fattoria
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tivazioni di mais necessarie per l’alimentazione degli animali che necessitano di una adeguata irrigazione. Le mucche nelle stalle stressate dalle alte temperature, producono fino al 15 per cento di latte in meno, rispetto ai circa 30 litri al giorno che vengono munti in periodi normali, secondo la Coldiretti nell’evidenziare una emergenza aggravata notevolmente dall’umidità che, come per le persone, aumenta la sensazione di caldo anche per le mucche. Per loro la temperatura ideale è fra i 22 e i 24 gradi, quando invece arriva l’afa e il termometro schizza verso l’alto, gli animali soffrono, mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. In soccorso nelle stalle sono state allestite doccette, ventole e condizionatori ed utilizzati integratori specifici a base di sali di potassio nell’alimentazione preparata dagli allevatori. In difficoltà è in realtà l’intera fattoria italia e anche nei pollai si è sta registrando un calo fra il 5 al 10 per cento nella deposizione delle uova mentre per i maiali
sono stati accesi i condizionatori per evitare che le temperature sfondino la soglia dei 28 gradi oltre la quale gli animali cominciano a soffrire e a mangiare fino al 40 per cento in meno della razione giornaliera. Una situazione che determina un aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo.
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e api sono considerate un indicatore dello stato di salute della natura ed in questo momento per il caldo volano meno e tendono a rimanere a terra senza riuscire più a prendere il polline, a conferma di come l’aumento delle temperature provochi pesanti effetti sulle piante e sugli animali come sulle persone. È quanto afferma la Coldiretti che ha effettuato una analisi sulle cosneguenze dell’anno più caldo di sempre sulla natura. Il caldo favorisce l’evapotraspirazione nelle piante e aumenta la concentrazione zuccherina rendendo più gustosa la frutta indispensabile per combattere il rischio dei colpi di calore dovuto alla grande afa. Oltre a conferire un gusto prelibato alla frutta però il caldo nelle case, nei giardini e nei campi coltivati ha fatto impennare le richieste di acqua da parte delle piante che hanno bisogno di mantenere un adeguato livello di idratazione per non rischiare di seccare sotto i raggi del sole. In difficoltà sono le col-
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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
I rischi in vendemmia per i raccoglitori Come comportarsi per non incorrere in infortuni con la spora del tetano. La vaccinazione contro il tetano è la profilassi più efficace per evitare lo sviluppo della malattia. Occorre inoltre fare un richiamo ogni 10 anni. Durante la vendemmia possono essere presenti sulle uve diversi insetti come api, vespe, calabroni, pertanto è necessario indossare guanti ed abiti con le maniche lunghe per ridurre il rischio di eventuali punture. È importante sottolineare che alcune persone (allergiche) possono sviluppare reazioni molto gravi alle punture di insetti, pertanto è necessario identificarle preventivamente. • Rischio derivate dalla movimentazione manuale carichi
usando anche una certa forza; le articolazioni del polso e della spalla possono quindi assumere delle posture estreme rispetto alla posizione considerata quella ottimale per l’articolazione stessa. Questi fattori associati fra loro possono risultare particolarmente dannosi per le strutture muscolo-tendinee e nervose delle braccia. Durante il lavoro occorre ricercare le posizioni meno affaticanti per le articolazione. Accorgimenti: Evitare di mantenere a lungo la postura del braccio al di sopra della spalla in quanto è classificata come posizione pericolosa (foto 1). Evitare di mantenere a lungo la posizione del polso piegato lateralmente in quanto è classificata come postura pericolosa (foto 2).
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urante Ia fase di vendemmia i rischi a cui possono essere esposti gli operatori addetti alla raccolta sono così riassunti: - per la sicurezza (movimentazione manuale dei carichi, tagli, cadute e scivolamenti); - per la salute (posture incongrue, agenti atmosferici, agenti biologici, movimenti ripetitivi e sovraccarico arti superiori). • Rischio di ferite e tagli per l’uso di forbici Durante la raccolta occorre indossare guanti adeguati contro i rischi meccanici, preferibilmente devono avere questo pittogramma:
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• Rischio biologico Ferite anche piccole, sporche di terra, possono comportare il contatto
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Movimentare oggetti pesanti può comportare un rischio per la colonna vertebrale. Nella movimentazione delle cassette piene di uva è buona norma non piegare il busto ma le gambe. • Rischio derivante da movimenti ripetitivi e posture incongrue Durante la vendemmia vengono effettuati ripetuti movimenti con la mano addetta al taglio, spesso
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Accorgimenti: Prima di tagliare occorre verificare sempre la posizione dell’altra mano.
Nel posizionamento delle cassette sul pianale evitare la rotazione del solo busto ma effettuare una rotazione totale della persona.
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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Bse: l’Italia è a livello “trascurabile” Notevolmente attenuate le restrizioni per la “Mucca Pazza”
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Nel sollevamento delle casse piene di uva (< 20 kg) eseguire l’operazione in coppia.
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Nel caso di aziende datrici di lavoro, l’analisi di tali rischi viene dettagliatamente valutata con l’elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi, adempimento obbligatorio dal 01/06/2013 ai sensi del Testo Unico sulla Sicurezza del lavoro n. 81/2008.
ulla Gazzetta Ufficiale UE L.188 del 16 luglio 2015, è stato pubblicato il Regolamento UE 2015/1162 con la modifica alla lista, votata lo scorso 17 marzo, di porzioni di organi e tessuti considerati materiale animale da eliminare, il cosiddetto Materiale Specifico a Rischio (MSR). Sono state così ulteriormente ridotte le restrizioni contro la BSE, la cosiddetta sindrome da “Mucca Pazza”, ed ora si possono recuperare la colonna vertebrale e l’intero pacchetto intestinale. È dal 2009 che non si registrano casi di mucca pazza tra bovini in Italia, per il rigido sistema di controlli e per le misure di sicurezza messe in atto anche con grandi sacrifici dagli
allevatori. Una spinta decisiva al risultato è stata data dal giudizio positivo dell’Organizzazione mondiale per la sanità animale (Oie) che a fine maggio del 2013 nell’ambito dell’Assemblea generale ha adottato la risoluzione che aveva ufficialmente sancito per l’Italia un nuovo stato sanitario per l’encefalopatia spongiforme bovina (Bse), con il passaggio dal livello di rischio “controllato” a quello “trascurabile”, il piu’ basso. L’Italia con Giappone, Israele, Olanda, Slovenia e Usa fa parte della ristretta cerchia di 19 Paesi, sui 178 aderenti all’Oie, che - precisa la Coldiretti - hanno raggiunto la qualifica sanitaria migliore di rischio “trascurabile” per la mucca pazza (Bse).
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MERCATI DI CAMPAGNA AMICA ASTI - Piazza Statuto, ogni martedì pomeriggio ASTI - Piazza De Andrè, Mercato in borgo Santa Maria Nuova, venerdì dalle 7 alle 13,30 ASTI - Fronte all’Ospedale Cardinal Massaia si tiene il mercato settimanale al lunedì dalle 7 alle 12 BUBBIO - Mercato della vendita diretta, ogni sabato pomeriggio in Via Roma CALAMANDRANA - Mercato di Terra Amica ogni sabato mattina CASTELNUOVO D. B. - Mercato di vendita diretta del contadino, ogni domenica mattina CORTAZZONE - Mercato Comunale, Prima e terza domenica del mese I produttori di Campagna Amica sono poi massicciamente presenti in altre tre rassegne agroalimentare: ad Asti, sotto i portici di piazza Alfieri, ogni seconda domenica del mese; a Canelli, tutte le prime domeniche del mese; a Nizza Monferrato, nell’ambito del Mercatino dell’Antiquariato, ogni terza domenica del mese.
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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Quando il vicino non ci dà un taglio
A chi spetta eliminare i rami sporgenti sulle proprietà altrui
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l’abbattimento dell’albero. Le leggi regionali che vietano l’abbattimento di alberi aventi particolare valore naturalistico non impediscono il diritto del vicino di ottenere la recisione dei rami protesi sul suo fondo. La facoltà di richiedere il taglio dei rami si può esercitare in qualunque tempo, è e può essere esercitata dal titolare del diritto di proprietà sul fondo o
da qualsiasi altro titolare di diritto sullo stesso. Pertanto, il proprietario dei rami non potrà mai rivendicare di aver usucapito la servitù di protendere i rami sul fondo del vicino. Il proprietario degli alberi è tenuto al risarcimento dei danni nei confronti del vicino, anche quando quest’ultimo non si sia avvalso della facoltà di recidere le radici.
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l codice civile all’articolo 896 stabilisce che il vicino sul cui giardino si protendono i rami dell’albero piantato nell’altrui proprietà può chiedere, in qualsiasi momento, di tagliarli. Egli stesso può tagliare eventualmente le radici che si addentrano nel suo fondo. Se dai rami cadono frutti sul giardino del vicino, appartengono a quest’ultimo che, quindi, se ne può legittimamente impossessare senza dovere alcunché. Tale diritto può essere esercitato anche se gli alberi sono posti a distanza di legge dal fondo del vicino. Pertanto è il proprietario del fondo su cui vi sono le piante che deve provvedere al taglio e/o a sostenere le spese per provvedere a tale adempimento. Nel caso in cui, il proprietario del fondo su cui vi sono le piante non provveda, il vicino può chiedere al tribunale i provvedimenti di urgenza. Il vicino può in questo caso chiedere la recisione dei rami ma non
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L’agricoltura in rosa sposa la prevenzione
Convegno Donne Impresa Coldiretti “Coltiviamo la salute”
Salute
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l 13 luglio scorso, la sala del Circolo dei Lettori di Torino si è tinta di rosa per il convegno dal titolo “Coltiviamo la salute” organizzato da Donne Impresa Coldiretti Piemonte e C.D.C., in collaborazione con Epaca e Centro Servizi alla Persona. Presenti in sala le socie di Donne Impresa, fra cui venti astigiane, guidate dalla responsabile regionale Graziella Boveri. “Da oltre dieci anni, C.D.C. ha stipulato un accordo con ColdirettiEpaca che permette di far crescere il valore della prevenzione e della sicurezza nella cultura dell’impresa agricola. Questo evento ha voluto fornire, tramite le relazioni dei nostri medici specializzati, le informazioni utili per la tutela della salute”, ha commentato Luigi Bocchiotti amministratore unico C.D.C. “La presenza delle Donne nell’agricoltura italiana ha dato un forte impulso all’innovazione e alle attività legate alla multifunzionalità, caratterizzando il settore con una crescente attenzione all’alimentazione sana ed al rispetto dell’ambiente attraverso, in particolare, al progetto Educazione alla Campagna Amica. Proprio dalle nostre aziende deriva il cibo controllato e sicuro, utile alla prevenzione ed a una corretta nutrizione” ha sottolineato Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte. Il convegno ha toccato temi di grande attualità ed interesse per il mondo femminile: dalla prevenzione del cancro mammario, grazie ad apparecchi all’avanguardia per lo screening, alle emergenze pediatriche domestiche che riguardano le imprenditrici che rivestono
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Al tavolo dei relatori Delia Revelli Presidente Coldiretti Piemonte e Graziella Boveri responsabile regionale Donne Impresa
Sala del convegno Coltiviamo la salute al Circolo dei Lettori
anche il ruolo di mamme, nonne e, più specificatamente, le AgriTate che fanno dell’assistenza ai bambini una professione. “Donne Impresa è da sempre impegnata, attraverso attività di sensibilizzazione sul territorio, nella promozione di comportamenti legati alla sana alimentazione ed al consumo consapevole. Il convegno ha dimostrato l’importante ruolo dell’agricoltura da cui, appunto proviene il
cibo. Il cibo sano e a km0 che le aziende in rosa promuovono al fine di contribuire alla prevenzione di dannose patologie, come i tumori” ha spiegato Graziella Boveri responsabile regionale Donne Impresa. “Questo convegno si inserisce in un più ampio percorso di Coldiretti, come forza sociale, che spazia dall’agricoltura ai servizi d’innovazione sui territori”, ha evidenziato il direttore di Coldiretti Piemonte
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Malattie professionali in agricoltura vibrazioni trasmesse al corpo intero: trattori, mietitrebbia, vendemmiatrice semovente; malattie da sovraccarico degli arti superiori: tendiniti e sindrome del tunnel carpale, ecc. Sono comunque indennizzabili dall’Inail anche le malattie non presenti nella tabella di Legge: in tal caso, però, il lavoratore deve dimostrarne l’origine lavorativa, vale a dire che la malattia si è verificata a causa e nell’esercizio del lavoro svolto. Data la complessità della materia è necessario che in caso di sospetta malattia professionale gli interessati prendano contatto tempestivamente con gli uffici del patronato EPACA. Gli operatori forniranno tutta l’assistenza necessaria, provvedendo in primo luogo ad inviare tempestivamente la denuncia all’Inail, al fine di evitare la perdita dei benefici economici e offrendo al contempo un servizio gratuito di consulenza medico legale qualificata. Informazioni al n. 0141.380.404/432 RIFLESSO - ASTI
UTTO APERTO ETSE IL M DI AGOSTO
dizionate alla regolare iscrizione negli elenchi Inps e, per i titolari di azienda, anche al regolare versamento della contribuzione Inail, la cui riscossione è affidata all’Inps, unitamente ai contributi previdenziali. Le malattie di origine professionale riconosciute dalla Legge in agricoltura sono elencate in una apposita tabella e sono associate a una o più attività o lavorazioni. Se la malattia denunciata rientra in questo elenco il lavoratore, per vedersi riconoscere il relativo indennizzo, deve solo dimostrare di aver svolto in modo non occasionale una delle attività che in base alla tabella espongono al rischio di quella malattia. Rientrano ad esempio nell’elenco delle malattie professionali in agricoltura: le malattie causate da esposizione a sostanze dannose, quelle causate da radiazioni solari, per le lavorazioni svolte prevalentemente all’aperto; la sordità da rumore; l’ernia discale lombare causata da lavorazioni svolte con macchine che espongono a
Ricambi Agricoli - Oleodinamica - Ferramenta - Giardinaggio
Vasta gamma di macchine agricole e forestali
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coltivatori diretti coloni e mezzadri sono assicurati obbligatoriamente all’Inail, quindi sono tutelati non solo se subiscono un infortunio sul lavoro, ma anche se contraggono una malattia a causa e nell’esercizio del lavoro svolto o dei materiali utilizzati (es. esposizione a sostanze dannose, rumore, ecc.). Le malattie professionali si differenziano dagli infortuni sul lavoro in quanto sono originate da una causa lenta e prolungata nel tempo (es. il lento processo di assorbimento di sostanze tossiche da parte dell’organismo), al contrario dell’infortunio sul lavoro che si caratterizza per una causa violenta e improvvisa (es. una caduta dall’alto). Il riconoscimento della malattia professionale comporta il conseguente indennizzo economico da parte dell’Inail oltre all’erogazione delle necessarie cure mediche riabilitative. In ogni caso, per i coltivatori diretti le prestazioni economiche e sanitarie sono con-
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Quando il lavoro ne costituisce la causa diretta e determinante
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Prevenire i tumori della pelle
I raggi solari sono il principale fattore di rischio
Patronato
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.on l’improvviso arrivo dell’estate aumentano notevolmente le ore trascorse sotto il sole, senza che la pelle abbia avuto il tempo di abituarsi gradualmente. Poiché i raggi solari rappresentano i principali fattori di rischio che favoriscono l’insorgere del melanoma e di altri tumori della cute, è importante cautelarsi e soprattutto capire se la comparsa di nuovi nei o i loro cambiamenti morfologici rappresentano un potenziale pericolo. Ispezionare i nei prima e dopo l’estate, controllando poi se sono intervenuti cambiamenti sospetti, può essere un’ottima prevenzione. Presso la Sede C.D.C. di Via Fabro 12 a Torino inoltre, si può effettuare la Visita Dermatologica e l’Esame di Epiluminescanza per verificare se esponendosi ai raggi solari si corre questo rischio. L’Epiluminescenza, anche chiamata Dermatoscopia, è una tecnica dia-
gnostica non invasiva utile per la verifica di lesioni melanocitarie sospette o per il monitoraggio di nevi
in soggetti con fattori di rischio nei confronti del melanoma (tumore maligno a insorgenza cutanea).
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COLTIVA LA TUA SALUTE Da oltre dieci anni, l’accordo tra Coldiretti-Epaca e C.D.C. permette di far crescere il valore della prevenzione e della sicurezza nella cultura dell’impresa agricola ed unire la tutela dell’imprenditore, dei suoi familiari e degli ospiti della sua azienda con l’idea di una nuova agricoltura multifunzionale territorialmente sostenibile. C.D.C. rappresenta una delle realtà sanitarie più significative e dinamiche del Piemonte, con un’attività diagnostica completa presso sedi dislocate in modo capillare su tutto il territorio regionale: a Torino, Biella, Cuneo, Novara, Vercelli e Verbania. Grazie a tale collaborazione, i soci Coldiretti-Epaca possono accedere privatamente a tutte le prestazioni con tariffario agevolato esibendo la Tessera Associativa Coldiretti/Epaca, oppure tramite il SSN presentando la richiesta del medico curante. Inoltre presso gli uffici provinciali o zonali Coldiretti-Epaca possono prenotare visite mediche specialistiche e prestazioni diagnostiche presso tutti i centri C.D.C. e con assoluto rispetto della privacy, il socio, tramite il PIN ricevuto in accettazione, può richiedere la stampa del proprio referto online. Periodicamente, tramite questa rubrica, vi informeremo su temi di interesse generale legati alla prevenzione ed alla cura di patologie tipiche del mondo agricolo. C.DC.: ASTI, C.so Galileo Ferraris, 4/a - EPACA: ASTI, C.so F. Cavallotti, 41, tel 0141.380.400 - CANELLI, Via Cassinasco, 11/13 - CASTELNUOVO D.B., V.le Europa, 12/B - MONCALVO, P.zza Carlo Alberto, 25 - MONTIGLIO M.TO, Via Padre Carpignano, 3 - NIZZA M.TO, C.so Acqui, 42/44 - S. DAMIANO D’ASTI, Via Roma, 23 - VESIME, P.zza V. Emanuele II, 3 - VILLANOVA D’ASTI, Via O. Blandino, 19
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Chiusura Uffici Estate 2015
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Anche quest’anno, per la stagione estiva, gli uffici Coldiretti Asti osserveranno un breve periodo di chiusura ed esattamente da lunedì 10 agosto a venerdì 21 agosto. L’attività riprenderà regolarmente da lunedì 24 VENDO MATERIALE agosto. In caso di urgenze ed esigenze particolari è comunque garantita VARIO l’assistenza agli associati componendo i numeri telefonici ici sseguenti: eg gue uent n i: nt • 335.7502083 Servizio tecnico; • 335.7502090 Servizio previdenziale infortuni sul lavoro; o; • 335.7502067 Servizio fiscale e tributario; • 335.7502078 Assistenza tecnica viticola; • 335.7502060 - 335.7502074 Emergenze particolari.
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PUBBLICAZIONE ANNUNCIO ECONOMICO Gli annunci sono riservati agli Associati Coldiretti in regola con il Tesseramento, per i non tesserati è necessario associarsi con tessera da € 15,00. TESTO ANNUNCIO:
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numero 9 – 2015
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COSTO DELL’INSERZIONE € 5,00, l’annuncio sarà pubblicato per 1 uscita. Il pagamento può essere effettuato presso qualsiasi ufficio Coldiretti Asti. La pubblicazione degli Annunci de “Il Notiziario Agricolo” è riservata esclusivamente per le compravendite fra privati, non si pubblicano annunci di carattere commerciale. L’annuncio verrà pubblicato a partire dal primo numero utile, in caso di mancanza di spazio le pubblicazioni slitteranno sui numeri successivi. L’editore non è responsabile di quanto pubblicato negli annunci, il presente modulo vale come dichiarazione che quanto richiesto di pubblicare corrisponde al vero.
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Autorizzo Coldiretti Asti ad inserire i miei dati nelle liste per la gestione degli Annunci Economici sul periodico “Il Notiziario Agricolo”. In qualsiasi momento in base all’Art.13 della legge 675/96 potrò chiedere la modifica o la cancellazione, oppure negare il consenso al loro utilizzo scrivendo a Coldiretti Asti, C.so F. Cavallotti n. 41 – 14100 Asti.
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