Il notiziario agrigolo n 11 2015

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Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 11 - Anno 2015 - In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo

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64° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI

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Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Periodico ufficiale Coldiretti Anno 64° numero 11 - 21 settembre 2015* Realizzazione grafica e stampa Riflesso – Artigrafiche M.A.R. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.092036 Abbonamento annuale: Euro 20,00 *Data di chiusura del giornale Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

argomenti in evidenza

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Vince Coldiretti, vince l’Expo, vince l’Italia

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La notte degli Oscar Green

Gli astigiani hanno presidiato il valico del Brennero

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Il settore cerealicolo è in crisi profonda

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I produttori dell’Astigiano protagonisti ad Expo 2015

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Le Doc Made in Ialy volano all’estero

Speciale Misura 111 Il controllo delle temperature nella vinificazione; Vigneto: diitti di impianto e nuove autorizzazioni; Sovescio per vigneto, semine a inizio autunno; Xylella: nessun ischio di contagio per la vite; Raccolta del mais campagna 2015; Semine frumento e orzo; Valore delle uve annata 2015; Come cambia il Regolamento Forestale; Impegni di “Condizionalità” 2015; PAN, difesa integrata obbligatoria.

Sommario

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Accanto al coltivare c’è il custodire Nell’Enciclica e nella Giornata per la cura del creato di don Francesco Cartello* asta eco e accoglienza unanime ha riscosso, a giugno, l’Enciclica “Laudato si’” di papa Francesco. Se il titolo richiama uno dei testi più alti della poesia di sempre, il contenuto non è solo emotivo, legato alla figura di Francesco d’Assisi, ma di un concretezza estrema, come da tutte le parti si è messo in risalto. Tante le realtà anche istituzionali che si sono sentite incoraggiate nella loro opera a favore di questa nostra “Madre Terra” così trascurata, quando non violentata, soprattutto negli ultimi tempi. Così non poteva non essere per Coldiretti, il cui operato da sempre è sulla linea che l’Enciclica richiama e approfondisce. “L’enciclica di Papa Francesco - ha detto don Paolo Bonetti, nostro consigliere ecclesiastico nazionale ci ha aiutato a riprendere le radici della nostra storia in Coldiretti, che fin dalle sue origini ha avuto una visione alta della vita e della società, dove accanto al coltivare c’è il custodire. Il coltivare e il custodire hanno permesso di aprire solide e valide alleanze - ha chiarito don Bonetti -. La salvaguardia del creato non è compito solo dell’agricoltore, ma anche di tutti i cittadini di buona volontà. La terra è casa della vita, per questo è casa comune, ma anche casa degli uomini”. La prima fondamentale alleanza è “quella con la terra, che non è solo luogo di produzione, ma anche un modo di vivere: soprattutto, bisogna aiutare la terra a mantenere la sua fertilità, che è fondamentale per produrre un cibo buono e nutriente, accessibile a tutti”. La seconda alleanza, ha spiegato il consigliere ecclesiastico della Coldiretti, “è tra l’agricoltura e il cibo: l’agri-

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coltore diventa il custode della terra, ma anche del cibo, affinché gli uomini possano sedersi alla tavola della vita e sentire la gioia di appartenere alla stessa famiglia umana”. La terza alleanza è “con il consumatore. Il Papa nell’enciclica molte volte fa un richiamo al dialogo. Per noi dialogo in agricoltura significa alleanza con il consumatore che non è cliente, ma è un cittadino competente che vuol sapere il valore del cibo che acquista”. Un altro aspetto decisivo è “l’alleanza con l’impresa famiglia, perché possiamo ridurre la fame solo se sosteniamo con politiche agrarie serie proprio il piccolo produttore per un’economia di piccola scala. Questo permette al consumatore l’acquisto del cibo in modo diretto”. Necessaria, infine, “l’alleanza con il territorio, che è uno scrigno di valori, di tradizioni, di cultura, di storia. Ecco perché l’alleanza con il territorio e le culture presenti serve per mantenere la salubrità del territorio, la biodiversità delle specie animali e vegetali. Il territorio deve essere un valore per promuovere un progetto sociale ed economico, per creare occupazione e solidarietà”. “L’Enciclica di Papa Francesco – afferma il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo - ci motiva e ci conforta nel nostro impegno per dare un adeguato riconoscimento economico e sociale del lavoro nei campi, dove pesano gli effetti di una globalizzazione senza regole che favorisce lo sfruttamento, la speculazione sul cibo e sottopaga i prodotti della terra. Con il loro lavoro, gli imprenditori agricoli italiani hanno costruito un’agricoltura di straordinaria qualità, con caratteri distintivi unici, con una varietà e un’articolazione che non ha uguali al mondo”. A proseguire ed ampliare l’impegno proposto nelle pagine dell’Enciclica, ecco allora giungere, il

1° settembre, la Giornata mondiale per la cura del creato. Si tratta di una giornata con carattere ecumenico perché nella stessa data la celebra anche la Chiesa ortodossa. Va detto che in Italia la Cei da dieci anni dedica proprio il primo settembre alla preghiera per la salvaguardia del creato. L’auspicio di una giornata comune di preghiera di tutti i cristiani cattolici e ortodossi era stato formulato proprio alla presentazione del testo papale da parte della metropolita di Pergamo Zizioulas, in rappresentanza del Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo. Il risvolto ecumenico della Giornata viene indicato dal Papa come una occasione per testimoniare la crescente comunione tra i cristiani, sottolineando come in un tempo in cui i cristiani affrontano sfide identiche ed importanti, è necessario dare risposte comuni, per risultare più credibili ed efficaci. Nella nostra realtà astigiana intanto il tema della 10° Giornata per la custodia del creato, “Un umano rinnovato per abitare la terra”,viene trattato in questi giorni attraverso un ricco programma di iniziative, elaborate da “Pastorale del Lavoro” , “Progetto culturale” , “Ufficio per l’ecumenismo” e “Polo Universitario Astiss”, che avrà un momento forte sabato 3 ottobre ad Albugnano presso la Canonica di Vezzolano. Anche Coldiretti porterà il suo contributo assieme alle altre istituzioni astigiane al Seminario di studio che, dopo la lettura del Cantico delle Creature, porterà a riflettere sul documento della CEI e ad esprimere idee e proposte su come amare la terra e abitarla con sobri stili di vita. *Consigliere Ecclesiastico Coldiretti Asti

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Vince Coldiretti, vince l’Expo, vince l’Italia Per la prima volta dal dopoguerra un taglio alla fiscalità in agricoltura l 15 settembre scorso, all’Open Air Theatre di Expo, è andata in scena la Giornata nazionale dell’Agricoltura organizzata da Coldiretti con la partecipazione di 30 mila agricoltori provenienti da tutte le regioni d’Italia. Fra questi 4.500 erano piemontesi e oltre 500 arrivavano dall’Astigiano. La giornata degli astigiani si è aperta di buon mattino, con la partenza in pullman alla volta di Milano. Giunti all’Expo una fiumana di persone con cappellino in testa e bandiera Coldiretti appoggiata alle spalle, ha stipato all’inverosimile il teatro allestito al fondo del Cardo, guarda caso proprio di fronte al padiglione di Coldiretti No farmers No Party. Proprio qui, gli organizzatori hanno sistemato una ventina di postazioni con le eccellenze agricole e alimentari (fra cui spiccava una bottiglia di Loazzolo) e gli spazi rappresentativi della diversificata realtà dell’agricoltura italiana raccontata attraverso le storie ed i volti dei veri protagonisti. Sul palco campeggia la scritta Coldiretti con lo slogan “la forza amica del Paese”, sotto, il grande popolo con le bandiere gialle. Un’atmosfera da brividi, coinvolgente ed emozionante, affrontata con ardore dal presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo, che ha introdotto i due ospiti d’onore con due parole importanti: Orgoglio e Legalità. Alla parola “Orgoglio” sale sul palco Carlin Petrini per un incontro intriso di piemontesità. “Oggi – dice Moncalvo rivolgendosi a Carlin - parluma nein piemunteis” (Oggi non si parla in piemontese), da par suo Petrini cita Cesare Pavese

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Giornata Nazionale dell’Agricoltura

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Renzi riconosce un ruolo propositivo a Coldiretti per lo sviluppo del Paese e annuncia: abolite Imu e Irap agricole, oltre all’Imu prima casa Sopra: il formidabile colpo d’occhio dei 30 mila associati Coldiretti il 15 settembre all’Expo; a destra: il presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo con Matteo Renzi

sibilità, terminata la sua esperienza di magistrato a Palermo, di proseguire il suo “Volontariato giudiziario” in qualità di presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare. Così posso contribuire, spiega Caselli, nel fare affermare “i vantaggi che la legalità offre al futuro, soprattutto ai giovani”, qui in Coldiretti c’è “aria pulita, passione autentica, sincera, soprattutto fra i giovani”. Fra i due ospiti, gli interventi istituzionali, che poi non sono così istituzionali, come quando il pre-

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nella definizione del lavoro contadino: “Lavorare è vestire la terra” (Feria d’agosto). Un dialogo tutto incentrato a far emergere i valori del mondo contadino e l’orgoglio di fare un mestiere che riscoprendo le sue origini diventa d’incanto moderno e utile all’intera società. La conclusione, sul valore del cibo e del lavoro contadino, pare una massima piemontese: “Il prezzo deve essere né troppo basso né troppo alto, deve essere giusto”. Alla parola “Legalità” appare Giancarlo Caselli che ringrazia Coldiretti per avergli dato la pos-

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sidente della Regione, Roberto Maroni, confessa: “Mi accusano di fare accordi solo con Coldiretti, ma questo perchè faccio accordi con chi fa proposte”. Oppure quando il Ministro Martina dice di Coldiretti: “Non c’è altra forza in Europa che possa radunare così tanta gente non per protestare ma per proporre”. Poi l’intervento dei giovani, più volte portati ad esempio come vera forza pulita del nostra Paese, incarnati nella delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa: “Noi giovani vogliamo e chiediamo semplicemente di poter fare il nostro lavoro, di poter coltivare la nostra passione” quasi urla Maria Letizia Gardoni con un impeto che fa sobbalzare ed emozionare l’intera platea dei 30 mila. In questa magica atmosfera le parole esaltanti del presidente nazionale Coldiretti: • Oggi festeggiamo il ritorno della nostra Agricoltura al centro delle attenzioni del Paese; • Abbiamo fatto coincidere gli interessi degli agricoltori con quelli di tutta la nazione; • Abbiamo sempre mantenuto una “doppia contabilità’’, portare avanti gli interessi delle nostre imprese, ma senza mai metterli davanti a quelli del Paese; • Oggi la parte migliore dell’industria, della grande distribuzione, della sana cooperazione è tutta con noi; • I nostri nemici sono tutti coloro che non amano l’Italia; • Il cibo come il calcio: il Made in Italy deve essere salvaguardato, quando la presenza degli stranieri supera quella dei nostri ragazzi italiani, si depauperano i vivai e la nazionale non vince più; • Contro il caporalato si sono battuti i nostri bisnonni, indietro non si vuole tornare,

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Alcuni dei gruppi di Astigiani presenti alla manifestazione

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“Io sono cresciuto in una famiglia che alle 13 si chiudeva tutto e si andava a pranzo, quindi ora vi dico le cose che dovevo dirvi venendo qui”: “Dal primo gennaio 2016 sarà cancellata l’Imu prima casa, l’Imu agricola e anche l’Irap agricola”. La detassazione per i terreni e per le attività agricole coinvolge una platea di 3milioni e 175mila contribuenti nei Comuni di pianura, per un ammontare di imposta di 550milioni e altri 260milioni per i terreni collinari e montani. L’abrogazione dell’Irap agricola, che oggi beneficia di un’aliquota agevolata, riguarda oltre 400mila

imprenditori che versano 200milioni l’anno. Poi il presidente Coldiretti dirà: “È la prima volta dal dopoguerra che viene tagliata la fiscalità in agricoltura, un peso cresciuto nel tempo che ostacolava la sfida competitiva che hanno lanciato le nostre imprese in Italia, in Europa e nel mondo”. Così i trentamila, dopo una mattinata ricca di emozioni, possono visitare serenamente la spesso criticata esposizione universale che invece si sta rivelando un successo. Anche l’Expo è un’altra scommessa vinta dall’Italia. E da Coldiretti.

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oggi le nostre famiglie accolgono 322mila immigrati, provenienti da ben 169 diverse nazioni. E poi esiste un caporalato bianco, nel cuore dell’Europa, dove si sfruttano la manodopera a basso costo, l’ambiente, e si producono prodotti di scarsissima qualità. È così che irrompe nell’assemblea il presidente del Consiglio dei Ministri. Renzi riprende lo slogan sul palco e dice: “Coldiretti è la forza amica del Paese, si fa sentire, fa l’interesse dei propri soci, ma è passata dal mugugno e dalla protesta alla proposta e questo è un grande passaggio. È quello che chiedo a tutti i corpi intermedi, perchè chi dice sempre no non serve a nessuno e tantomeno all’Italia”. Poi si lancia in un apprezzamento del vino italiano, dice per tre volte che è “più buono di quello francese”, poi si corregge per non “urtare la sensibilità dei cugini d’Oltralpe” e dice “A me piace di più di quello francese. Però loro lo vendono il doppio, perchè si sono organizzati prima ed hanno messo in piedi un sistema paese dietro al vino”. Il paragone è per dire che è una questione di comunicazione, che occorre superare l’incapacità cronica di noi italiani di riuscire a promuovere all’unisono la nostra identità e i nostri prodotti. “Bisogna parlare bene dell’Italia”, è anche l’appello che Renzi vuole lanciare agli operatori della comunicazione: “Raccontate bene le storie di lavoro presentate da Coldiretti”. Il presidente del Consiglio, torna così a chiedere “Criticate il governo, criticate la politica, ma non il Paese”. E qui si toglie un sassolino con una similitudine con le due tenniste italiane in finale agli U.S. Open. Ben oltre il mezzogiorno, tra una battuta e l’altra rivolte ai 30 mila,

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Gli astigiani hanno presidiato il valico del Brennero Bloccati decine di Tir con prodotti stranieri pronti a diventare italiani ono stati giorni di passione per la nostra agricoltura. In migliaia al Brennero gli allevatori di Coldiretti hanno presidiato la frontiera, fra questi cinquanta astigiani che hanno affrontato la trasferta il 9 settembre. A Bruxelles i giovani imprenditori agricoli di Coldiretti hanno manifestato al Consiglio dei Ministri Agricoli Europei con il Copa Cogeca. Al Brennero Al valico sono stati bloccati i Tir e smascherati i trafficanti di prodotti agroalimentari provenienti dall’estero e spacciati per italiani. Tra i prodotti scovati, lo yogurt “Valgardena” scritto rigorosamente in Italiano ma proveniente dalla Germania e diretto nel Veronese, carote e cavolfiori in confezioni con i colori della bandiera italiana, diretti a Catania, con etichetta rimovibile pronte ad essere spacciate come italiane. Come questi, molti altri prodotti, erano senza etichettatura, pronti a diventare italiani, come i fiori recisi destinati anche alla Riviera Ligure, tonnellate di patate contenute in enormi sacchi anonimi, ma anche intere cisterne di latte dirette ad una grande multinazionale straniera, dai grandi marchi, che opera in Italia. Poi la “mozzarella fresca” di importazione, le cagliate tedesche pronte a diventare formaggi italiani, le pancette fresche con marchiatura illeggibile, le verdure provenienti dalla Svezia. In un camion frigorifero sono stati trovati 10 mila chilogrammi di burro destinato ad aziende piemontesi. Tutti i camion fermati e perquisiti da Coldiretti hanno avuto il sostegno di Polizia, Carabinieri dei Nas e Guardia di Finanza. A Bruxelles

Mobilitazione

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Il 9 settembre scorso 50 allevatori hanno raggiunto la frontiera per bloccare ed effettuare i controlli sui Tir e smascherare così i trafficanti di prodotti agroalimentari Sopra: striscioni e slogan degli allevatori Coldiretti durante la manifestazione per smascherare il falso Made in Italy; a destra: il presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo al Brennero con il Ministro Maurizio Martina.

Dopo le manifestazioni, è stato raggiunto un accordo dai Ministri agricoli, accogliendo molte delle proposte avanzate da Coldiretti. Via libera all’ammasso privato per i formaggi, il burro, il latte in polvere e le carni suine, in particolare i prosciutti. Stanziamento di 500 milioni di euro di risorse aggiuntive per gli allevamenti che si potranno aggiungere alle misure nazionali. La battaglia finale “Risultati importanti – ha detto il presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo, di fronte al Ministro Martina giunto proprio il 9

settembre al Brennero proveniente da Bruxelles per annunciare gli stanziamenti – anche perché entro una settimana le misure annunciate diventeranno realtà, peraltro lasciando la possibilità agli Stati membri di scegliere le modalità migliori per aiutare gli allevamenti in difficoltà, dal latte alla carne. È chiaro comunque che la madre di tutte le battaglia – ha continuato il Presidente Coldiretti - resta l’indicazione dell’origine in etichetta per tutti i prodotti alimentari sulla quale si stanno realizzando importanti convergenze tra i diversi paesi dell’Unione”.

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I produttori dell’Astigiano protagonisti ad Expo 2015 Il 4 settembre si è tenuta a Milano un’intera giornata grazie a Coldiretti Asti

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Sopra: il gruppo di Coldiretti Piemonte con Elisabetta Montesissa responsabile della Fondazione Campagna Amica; A sinistra: La presidente dell Ass Prod Cappone San Damiano Lucia Canta con Giorgio Rabbione e Giuseppe Migliasso; Sotto: Banda del Cusi a Expo

Iniziative

Dopo il successo del giugno scorso, sono stati promossi i vini, le nocciole, le pesche, il miele, la robiola, il salame e il cappone

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Cotto Monferrato Dop, Miele e altre sfiziosità. Fra le altre iniziative, non sono mancate le note di tradizione popolare con la Banda del Cusi, ovvero i suonatori di zucche di Serravalle d’Asti. “Come abbiamo già fatto nel giugno scorso – ha sottolineato il presidente di Coldiretti Asti Roberto Cabiale che ha seguito i produttori per l’intera giornata – abbiamo voluto dare il massimo spazio ai produttori, renderli così veri protagonisti di questo Expo. È giusto che essi abbiano potuto interlo-

quire con i visitatori dell’esposizione, illustrando il loro lavoro e facendo degustare i loro prodotti. D’altra parte i nostri produttori sono portatori di beni, custodi della bellezza della campagna italiana, innovatori, propulsori delle comunità locali, protagonisti dell’economia del Made in Italy che crea ricchezza e lavoro”. In via generale dall’1 a 6 settembre la presenza di Coldiretti Piemonte, sotto lo slogan “RiPiemonTiAmo”, ha fatto emergere in particolare l’importanza della frutta nella dieta alimentare.

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n’altra grande giornata ad Expo 2015 è stata vissuta il 4 settembre, dai produttori di Coldiretti Asti. Dopo il successo del giugno scorso i produttori dell’Astigiano hanno replicato puntando sui nostri grandi vini, sul miele, sulla frutta, sui salumi e sul cappone. La giornata “astigiana” era inserita nella settimana dedicata al Piemonte che ha visto, fra l’altro, la selezione regionale di “Oscar Green” il concorso all’innovazione in agricoltura ideato da Giovani Impresa Coldiretti con il patrocinio della Presidenza della Repubblica. Anche per questa nuova trasferta ad Expo, Coldiretti Asti ha dato spazio e fatto assurgere a veri protagonisti i produttori, proponendo, all’insegna di Campagna Amica, un Puzzle di sapori e colori. Questo in linea con lo slogan e il nome del padiglione Coldiretti ad Expo 2015: “No farmers, no party”. In mattinata è stata servita una colazione “Divina” per fare provare ai visitatori di Expo le mele e i relativi succhi. All’ora di pranzo e di cena, con “A tavola con il Piemonte”, la presidente regionale di Terranostra, Stefania Grandinetti, ha preparato un piatto con il Cappone dei produttori di San Damiano. Nel pomeriggio è stata preparata una dolcissima merenda con l’abbinamento Miele di acacia e Nocciole Piemonte Igp. Prima di cena invece un “Aperitivo ai Dolci Rossi” a base vini Brachetto e Malvasia Doc con le Pesche del Monferrato. Durante tutta la giornata i produttori dell’Astigiano hanno esposto e fatto degustare i grandi vini Doc e Docg, formaggio Robiola di Roccaverano Dop, Salami Crudo e

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Iniziative

Produttori presenti a EXPO

Romeo Sannazzaro (nella foto) con Massimo Boccia ha rappresentato l’Az. Agr. Sama di Refrancore presentando le due varianti del loro olio di Nocciola Piemonte

Sabrina Carlevero dell’Az. Agr. “Ponte Ballerine” di San Damiano ha esposto e fatto degustare i suoi mieli (acacia, millefiori, castagno e flora alpina) e la specialità delle Nocciole Piemonte e Miele di Acacia

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Renzo Artuffo e Giuseppina Sampietro dell’Az. Agr. Artuffo di Tonco hanno illustrato le peculiarità dei loro allevamenti di polli e faraone, nonché delle uova e dei trasformati: ragù di galletto e composta di ciliegie

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A rappresentare l’Az Agr. Gianfranco Torelli di Bubbio c’era ad Expo il giovanissimo (ma già espertissimo) figlio Carlo che ha illustrato le peculiarità del Moscato d’Asti e del Pinot Nero

Dario Dediero con la moglie Manuela Danzo de “La Tanarella” di San Martino Alfieri ha portato in degustazione ad Expo la Barbera d’Asti e l’Arneis

Iniziative

Ci hanno pensato il segretario zona, Giorgio Bodrito, e la segretaria di Giovani Impresa Coldiretti Asti, Sara Mazzolo, a far degustare le fantastiche Robiole Roccaverano dell’Az. Agr. Enrica Franca Ghione di Roccaverano

11 Laura e Valentina Mocco di Cascina Comina di Calosso hanno avuto grande successo col Moscato d’Asti, la Barbera d’Asti, il Piemonte Cortese e il Monferrato Bianco

Luca Robino e Susanna Clerico dell’Az. Agr. “Ciabot” di Baldichieri hanno deliziato i visitatori di Expo con la pancetta, il lardo, il salame crudo e la novità del Lonzardo

Matteo e Silvia Binello dell’Az. Agr. “Pianfiorito” di Albugnano hanno fatto conoscere con successo ai visitatori di Expo l’Albugnano Superiore, la Barbera d’Asti Superiore e l’Albugnano Rosato

Maurizio Bologna dell’Az. Agr. Bologna Luigi di Mosca ha portato ad Expo le apprezzatissime mele Golden e le Orza Gold

Paolo Spagarino di Cascina Carlèn di Nizza Monferrato ha avuto molti apprezzamenti da parte dei visitatori di Expo per i suoi vini (Barbera Superiore Nizza e Monferrato Bianco) e per la sua mostarda d’uva

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Ezio Mondo di Costigliole ha portato alla ribalta dell’esposizione universale i suoi grandi vini: Barbera d’Asti Superiore, Monferrato Chiaretto e Monferrato Dolcetto

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Vai con lo stabilimento in etichetta

Una misura a costo zero che sostiene il Made in Italy e l’occupazione l via libera, alla reintroduzione dell’obbligo di indicare nell’etichetta dei prodotti alimentari, lo stabilimento di produzione, risponde alle aspettative dell’87 per cento degli italiani. Oltre ad averlo chiesto con una consultazione pubblica, è anche una misura a costo zero che sostiene l’occupazione e la competitività del made in Italy. È quanto afferma il presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel commentare positivamente l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, dello schema di disegno di legge di delegazione europea. All’art.4 del D.L. compare la delega per la reintroduzione dell’indicazione obbligatoria della sede dello stabilimento di produzione, o confezionamento, per i prodotti alimentari e per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento n. 1169/2011 in materia di etichettatura. “Inizia - sottolinea il Presidente Moncalvo - un percorso di trasparenza che abbiamo fortemente sostenuto con la nostra mobilitazione al Brennero, per arrivare al più presto anche all’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti i prodotti agricoli ed alimentari”.

Trasparenza

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È una misura che approvano l’87 per cento degli italiani vorevole in merito alla rilevanza delle dicitura di origine ai fini di una scelta di acquisto informata e consapevole. Questa opportunità, che è stata ora colta per l’indicazione dello stabilimento di trasformazione e di confezionamento, deve essere ora sfruttata anche per l’origine della materia prima impiegata, come chiede il 96,5 per cento dei consumatori ritenendo necessario che l’origine debba essere scritta in modo chiaro e leggibile nell’etichetta dove ancora manca, dai formaggi ai salumi, dalle conserve ai succhi di frutta fino al latte a lunga conservazione.

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La scomparsa dell’obbligo di indicare in etichetta lo stabilimento di produzione, era stata provocata dall’entrata in vigore, il 13 dicembre 2014, delle norme europee sulla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori del Reg. UE 1169/2011. Senza l’intervento normativo nazionale, sarebbe impossibile riconoscere nel cibo in vendita l’origine dei prodotti agricoli impiegati ed anche il luogo di trasformazione e confezionamento, rendendo di fatto più facile spacciare come italiani prodotti stranieri. Il regolamento consente, però, ai singoli Stati Membri, di introdurre norme nazionali in materia di etichettatura obbligatoria di origine geografica degli alimenti, qualora i cittadini esprimano, in una consultazione, parere fa-

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La notte degli Oscar Green

Consegnati ad “Expo 2015” i riconoscimenti regionali

Concorso Nazionale

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Matteo Garberoglio di San Marzano Oliveto si è aggiudicato il Premio “De Concilio”

13 famiglia, apportando i cambiamenti e le innovazioni necessarie per saper cogliere le richieste del mercato. Presenti per l’occasione, oltre al presidente ed al direttore regionale di Coldiretti Delia Revelli ed Antonio De Concilio, il presidente e il direttori di Asti,

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Roberto Cabiale e Antonio Ciotta, i dirigenti delle federazioni provinciali, nonché i delegati Giovani Impresa Asti e la segretaria, Danilo Merlo e Sara Mazzolo, e delle varie province del Piemonte capitanati da Valentina Binno, delegato regionale. Inoltre, an-

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giovani imprenditori agricoli piemontesi di Coldiretti hanno vissuto il 3 settembre una intensa notte degli Oscar. In “trasferta” a Milano, all’Expo 2015, hanno organizzato le finali regionali del concorso Oscar Green i premi all’innovazione che vedranno in seguito le finalissime patrocinate dalla presidenza della Repubblica. Nel Palazzo Coldiretti sono stati consegnati i cinque “Oscar Green” della selezione regionale, due menzioni speciali e il VI° memorial Massimiliano De Concilio. E proprio quest’ultimo riconoscimento è finito nell’Astigiano, consegnato nelle mani di Matteo Garberoglio, giovane imprenditore agricolo dell’impresa agricola ”Cà Carussin” di San Marzano Oliveto, per aver saputo cogliere nei tempi della natura il fermento dell’innovazione. Ospiti di Coldiretti Piemonte presso il Roof Garden gli agricoltori che hanno fatto conoscere alla platea le loro esperienze imprenditoriali e hanno mostrato tutto il loro interesse ed entusiasmo nel portare avanti le aziende di

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Oscar Green numero 11 – 2015

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che la Regione Piemonte, con la presenza dell’Assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero, ha voluto esprimere il suo apprezzamento al concorso ed ai giovani finalisti.Il concorso, per altro, continua a crescere. I numeri di quest’anno parlano chiaro: sono state raccolte, in tutto, 1580 domande da parte di giovani con la voglia di fare e di riuscire a fare. Tra le Categorie, Impresa 2.Terra è quella che ha ricevuto il maggior numero di iscrizioni con 593 richieste, seguita poi da Campagna Amica (519), Wegreen (210), Fare Rete (138), Paese Amico (120). Il Piemonte è la regione protagonista, da cui sono arrivate il maggior numero di richieste di iscrizioni (212), seguita da Lombardia (158) e Sicilia (140). Di seguito l’elenco delle imprese premiate per le rispettive categorie: Premio “Massimiliano De Concilio”assegnato a: Matteo Garberoglio dell’ “Azienda Agricola Carussin” – San Marzano Oliveto, provincia di ASTI. Motivazione: per aver saputo cogliere nei tempi della natura il fermento dell’innovazione. Per la categoria “Campagna Amica” finalista regionale è: Enrico Brusa dell’ “Azienda Agricola Fiorendo” - Pinerolo, provincia di TORINO. Motivazione: per aver ridato vita ad un territorio destinato al completo abbandono ed aver colto in pieno lo spirito del vero km 0 nella ristorazione. Per la categoria “Fare rete” finalisti regionali sono: Giovanni e Marco Allocco dell’ omonima azienda agricola - Bra, provincia di CUNEO. Motivazione: per la capacità di innovare e creare sinergia sul territorio proponendo produzioni di qualità.

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Per la categoria “Impresa 2.terra” finalista regionale è: Rachid Elrhazali dell’omonima azienda agricola - Luserna San Giovanni, provincia di TORINO. Motivazione: per la lungimiranza nell’aver favorito l’ occupazione giovanile, sviluppato servizi di inclusione e promosso lo sviluppo locale. Per la categoria “Paese Amico” finalista regionale è: Don Franco Belloni dell’ Istituto superiore “G. Bonfantini” – NOVARA. Motivazione: per la spiccata sensibilità ed il grande impegno nel dare speranza e creare nuove prospettive lavorative in un paese fortemente disagiato per le frequenti calamità naturali, Haiti. Per la categoria “We Green” finalista regionale è: Eleonora Brovelli dell’ impresa “Cooperativa pescatori acquacultori del Golfo di Solcio” - Solcio di Lesa, provincia di

NOVARA. Motivazione: per aver saputo implementare l’attività tradizionale di famiglia completandola e valorizzando i prodotti caratteristici del proprio territorio. Menzione speciale a: Canevaro Luca dell’ “Azienda agricola Canevaro Sandro” – Avolasca, provincia di ALESSANDRIA. Motivazione: per aver saputo cogliere le esigenze di mercato ed aver inserito nuovi prodotti che rappresentano la genuinità del Made in Italy anche all’estero. Menzione speciale a: Cerini Alberto dell’ “Azienda agricola Cerini Armando” - Varallo, provincia di VERCELLI. Motivazione: per aver intrapreso la strada del rinnovamento mantenendo un forte legame con il territorio e la comunità perseguendo l’obiettivo dell’efficienza.

L’Albo d’Oro degli astigiani Anno 2010 e 2011

Consorzio TRIMILLII nella categoria “Esportare il territorio”

2010

Laiolo Guido Reginin di Laiolo Gianpaolo nella categoria “Sostieni il clima”

2011

Az. Agr. C. Bianca di Cavallero Luisella nella categoria “Sostieni lo sviluppo”

2012

Az. Agr. San Desiderio Merlo Aurelio nella categoria “Non solo agricoltura”

2013

Annalisa Bocchino nella categoria “Esportare il Territorio”

2013

Comune di Canelli nella categoria “Paese Amico”; Anno 2014 Paolo Corda di Villafranca nella categoria “Ideando”

2014

Giampaolo Laiolo di Vinchio nella categoria “Esportare il Territorio”

2015

Matteo Garberoglio dell’“Azienda Agricola Carussin” di San Marzano Oliveto, premio “Massimiliano De Concilio”

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Settore cerealicolo: è crisi profonda

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di tonnellate). La produzione statunitense è stimata a 347,64 milioni di tonnellate, con una resa dei terreni in leggero aumento rispetto alle stime precedenti. Si prevede un aumento dell’impiego di mais nella produzione di etanolo. Le scorte del “vecchio raccolto” 2014/15 sono previste al ribasso con un maggior utilizzo del mais nei dolcificanti. Si prevede una riduzione del mais ad uso zootecnico in Cina, Unione Europea e Ucraina. Infatti, mentre in Cina è previsto un maggior utilizzo di sorgo, in UE e Ucraina è atteso un maggior utilizzo di frumento nell’alimentazione animale. L’export è previsto in crescita per Ucraina, Brasile e Russia, parzialmente bilanciato da riduzioni per UE, USA e Serbia. L’import Europeo è stimato in aumento. La produzione mondiale di semi di soia per la nuova stagione 2015/16 (inizio della stagione 1°Ottobre) è attesa a 320,05 milioni di tonnellate, +0,4% rispetto alle previsioni di luglio (318,92 milioni di tonnellate), riflettendo maggiori raccolti previsti negli Stati Uniti e in Ucraina. Negli USA la produzione prevista è di 106,59 milioni di tonnellate, grazie ad un incremento della resa dei terreni, che bilancia la riduzione delle aree coltivate. Si prevede un aumento della trasformazione in farina e olio (crush) in Cina, UE e USA, determinando una diminuzione degli stock finali globali (-4,9 milioni di tonnellate), che si mantengono comunque a livelli record (86,88 milioni di tonnellate). Le esportazioni di soia sono attese in rallentamento per gli USA, e in aumento per il Brasile e l’Argentina. Le importazioni della Cina, che importa un quarto della produzione mondiale di soia, sono previste in aumento a 79 milioni di tonnellate.

Situazione tragica Nonostante la situazione produttiva sia di fatto non eccedentaria e le scorte mondiali di cereali risultino in diminuzione, non si riesce a capire come mai i prezzi alla produzione stiano scontando un ribasso. Ciò viene giustificato esclusivamente da intenti speculativi di origine finanziaria fatta da soggetti che non hanno nessun legame con il mondo produttivo. Ciò che inoltre stride con questa situazione di diminuzione del prezzo all’origine non si rilevi nei prodotti trasformati e nei mangimi che invece non subiscono anch’essi un ribasso, segno questo inequivocabile di una Filiera che ha difficoltà strutturali ed è capace solamente di scaricare sulla produzione le sue problematiche e le sue debolezze e che di fatto sfrutta questa situazione a proprio vantaggio. Una situazione che non può essere più tollerata, continuando di questo passo, è prevedibile che sulle nostre colline non esisteranno più le condizioni per praticare cerealicoltura. Come uscire da questa situazione? Solo con una maggiore attenzione da parte di tutti i componenti la filiera e la garanzia di una stabilità ed adeguata remunerazione di ogni sua componente, collegata alla valorizzazione delle produzioni italiana si può uscire da un sistema che non è più sostenibile. Inoltre per i cereali ad uso zootecnico si deve creare una filiera mangimistica con cereali italiani certificata da utilizzarsi nei nostri pregiati allevamenti che garantiscono carni certificate e selezionate di elevata qualità. In questo modo si potrebbe garantire sia al cerealicoltore che all’allevatore una giusta remunerazione del proprio lavoro.

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Previsioni produzione UE Si prevede un calo (-7,5%) della produzione di cereali nell’UE quest’anno e sono preoccupati dalla mancanza di prodotti per proteggere le colture dagli organismi nocivi e le malattie. Gli ultimi dati indicano che la produzione di cereali nell’UE-28 quest’anno dovrebbe raggiungere le 296 milioni di tonnellate rispetto ai 320,5 milioni dell’anno scorso. Ma non siamo ancora arrivati completamente al periodo di raccolta, per cui le quantità potrebbero essere ancora più basse a causa delle cattive condizioni climatiche come la recente siccità e l’ondata di caldo in tutta l’Europa che hanno fatto soffrire le colture quest’anno in particolare vi è molta incertezza sul mais a causa delle elevate temperature e della mancanza di insetticidi efficaci per proteggere le colture contro bruchi e altri organismi nocivi. Di seguito un riepilogo delle produzioni stimate: • grano tenero, 137,11 milioni di tonnellate; • grano duro, 7,29 milioni di tonnellate; • orzo, 53,47 milioni di tonnellate; • mais, 66 milioni di tonnellate; • segale, 9 milioni di tonnellate; • avena, 7 milioni di tonnellate; • triticale, 11,49 milioni di tonnellate. Previsioni produzioni mondiali di mais e soia La produzione cerealicola mondiale di quest’anno dovrebbe ammontare a 2.527 milioni di tonnellate. Questo rappresenta un calo dell’1,1% rispetto al livello record del 2014, ma in miglioramento rispetto alle proiezioni fatte il mese scorso la produzione di mais per la nuova stagione 2015/16 (inizio della stagione 1°settembre) è prevista a 985,61 milioni di tonnellate, -0.2% rispetto alle previsioni di luglio (987,11 milioni di tonnellate), con riduzioni in Cina (-4 milioni di tonnellate) e UE (-3,5 milioni di tonnellate) parzialmente bilanciate da incrementi negli Stati Uniti (+4 milioni di tonnellate) e Brasile (+2 milioni

Economia

Se si continuerà di questo passo si chiuderanno molte aziende

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Vino: sarà un’annata da ricordare Moscato e Barbera tirano la volata per un’ottima vendemmia

Vendemmia

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ane, belle e buone. Le uve raccolte promettono un’ottima annata vinicola. Il 18 settembre sono iniziati i conferimenti delle barbere alla cantina “Sei Castelli” di Agliano Terme. Sono le uve da cui si otterrà la “Barbera Amica”, il vino di punta del “Progetto Vino” di Coldiretti Asti che in tre anni ha visto l’adesione di decine di imprese viticole per oltre 120 ettari di vigneto. “Ci sono tutti i presupposti per una grande annata”. Questo il commento del presidente di Coldiretti Asti e vice presidente regionale con delega al settore vitivinicolo, Roberto Cabiale. “Il tempo è favorevole e si sta

Ottime uve daranno vini eccellenti, cresce ancora la “Barbera Amica” verificando quanto auspicavamo: dopo le alte temperature di luglio ed inizio agosto, alcune precipitazioni, alternate a belle giornate di sole, stanno portando le uve alla completa maturazione”. Già archiviata con successo la vendemmia delle uve moscato, chardonnay, dolcetto, cortese e grignolino, la barbera sta confermando tutti i pronostici positivi della vigilia. “Il clima “settembrino” sta agevolando la raccolta e, sopratutto,

ha completato la maturazione. Il prodotto è sano, zuccherino, con la giusta gradazione e non eccessivamente abbondante. Questo è sinonimo di alta qualità, quindi avremo verosimilmente un’ottima annata vinicola. Avremo sicuramente produzioni qualitativamente molto elevate”. La conferma dell’alto valore qualitativo delle uve ci viene anche dal Centro Studi Vini del Piemonte con sede a San Damiano d’Asti che ha continuamente monitorato la maturazione delle uve effettuando giornalmente le campionature sui grappoli: le cosiddette “curve di maturazione” indicano tutti parametri qualitativi di ottimo livello.

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Le Doc Made in Italy volano all’estero In attesa di un’ottima vendemmia, cresce l’export del 6%

monte, Valle d’Aosta, Sicilia, Liguria, Friuli, Marche, Molise, Basilicata e Calabria, incrementi superiori al 10 per cento per Lazio, Umbria, Trentino Alto Adige, Puglia, Campania ma sostanziale stabilità in Lombardia e un calo del 5 per cento in Toscana.

Il record dello spumante all’estero L’annata 2014 ha registrato un incremento del 20%

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sono, nell’ordine, gli Stati Uniti che fanno segnare un incremento della domanda del 49 per cento, e il Regno Unito con un balzo addirittura del 55 per cento. All’estero non si sono mai consumate così tante bollicine italiane, in totale lo scorso anno, fuori dai confini nazionali, sono state stappate 320 milioni di bottiglie, superando lo champagne francese le cui esportazioni si sono fermate a 307 milioni di bottiglie.

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RIFLESSO - ASTI

e vendite dello spumante italiano all’estero fanno segnare un record storico con un aumento del 20 per cento delle bottiglie spedite. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti. Nella classifica delle bollicine italiane preferite nel mondo c’è infatti il Prosecco seguito dall’Asti (che purtroppo non ha registrato incrementi nelle vendite) e dal Franciacorta. I principali clienti

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relative ai primi 5 mesi del 2015. Si prevede una produzione nazionale annuale oscillante tra i 44 ed i 46 ettolitri al litro, stimati da Assoenologi con una indicazione a livello regionale di aumenti dal 5 al 10 per cento per Emilia Romagna, Veneto e Pie-

Produzione vinicola

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nche a livello nazionale, le condizioni climatiche hanno creato le condizioni per una vendemmia ottima dal punto di vista qualitativo e quantitativo. La produzione stimata per la vendemmia 2015 è in aumento dal 5 al 10 per cento rispetto ai valori minimi dello scorso anno. Ci sono le condizioni per una annata da ricordare nel settore del vino che ha fatto segnare un valore record nelle esportazioni con un incremento del 6 per cento in valore delle esportazioni, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat

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Brachetto: finalmente un accordo senza trattenute Intesa triennale: 1€/kg per Docg e 0,80 per il Piemonte

Valore delle uve

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’11 settembre scorso è stato sottoscritto da Coldiretti Piemonte l’accordo di filiera per le vendemmie 20152016-2017 per il Brachetto d’Acqui DOCG ed il Piemonte Brachetto DOC. Dopo una estenuante trattativa e grazie alla ferrea posizione tenuta da Coldiretti e la perseverante ed intelligente mediazione dell’assessore Giorgio Ferrero si è giunti ad un accordo che, pur tra le molteplici difficoltà delle due denominazioni, rende, almeno in parte, giustizia alle aziende produttrici di uve Brachetto nell’esclusivo interesse delle quali, da sempre, Coldiretti si è battuta. L’accordo prevede per il Brachetto d’Acqui una resa di 36 q/ha e per il Piemonte Brachetto di 43 q/ha con un incremento produttivo per entrambe le denominazioni del 20% rispetto alla vendemmia 2014. Il prezzo delle uve è stato fissato a 1 €/Kg per il Brachetto d’Acqui ed a 0,80 €/kg per il Piemonte Brachetto.

Per entrambe le denominazioni è previsto il meccanismo del blocage/deblocage e, nel caso di un eventuale sblocco di una parte della riserva vendemmiale, questa sarà utilizzata il prossimo anno come resa base dalla quale partire. Il grande successo di Coldiretti si rispecchia nel prezzo ottenuto che risulta essere uguale a quello dello scorso anno, ma senza trattenute che lo scorso anno erano del 12%. “L’accordo raggiunto permette alle aziende di poter credere ancora nel comparto. Il fatturato per ettaro, rispetto al 2014, risulta essere in crescita e ci auguriamo che nuovi soggetti possano entrare nel comparto per poter rilanciare una delle eccellenze del Piemonte. Il fatto che quest’anno non ci saranno trattenute ci rende particolarmente orgogliosi in quanto, fin dai primi incontri con la nostra base associativa, la richiesta più sentita è sempre stata quella di eliminarle”, afferma Roberto Cabiale presidente di Coldiretti Asti e vicepresidente di Coldiretti Piemonte con dele-

ga al comparto vitivinicolo. Conclude Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Piemonte “Finalmente dopo lunghe discussioni abbiamo raggiunto un accordo che permette al comparto del Brachetto di gettare basi per un possibile rilancio. L’accordo triennale permette al comparto di programmare una crescita costante e fornisce alle nostre aziende quella legittimità che, da anni, Coldiretti persegue”.

Importante incarico per Pierluigi Musso numero 11 – 2015

Rappresenta Coldiretti nella Fondazione C.R.Asti

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l 5 agosto scorso, Pierluigi Musso, responsabile fiscale e tributario di Coldiretti Asti, è stato nominato componente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti. Sostituisce Secondo Rabbione che, come comunicato su questa stessa rivista, nei mesi scorsi era stato nominato componente del Con-

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siglio di amministrazione di Biver Banca, banca del Gruppo CrAsti e radicata sul territorio di Biella e Vercelli. Un incarico prestigioso per Musso, in rappresentanza di Coldiretti Asti, in quanto ricordiamo che la Fondazione gestisce gli utili della Banca Cassa di Risparmio di Asti, attraverso opere

filantropiche nella nostra provincia.

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Fiere agricole di fine estate A Castagnole Lanze,Valfenera e Roccaverano Nocciole Igp a Castagnole

Sull’euforia dell’ottima annata corilicola dell’anno passato, è risultata particolarmente vivace la 156ma edizione della Fiera della Nocciola di Castagnole delle Lanze di lunedì 31 agosto. Le quotazioni, seppure in contrazione rispetto al clamoroso exploit del 2014, sono state ol-

tre i 400 € al quintale. L’annata è comunque buona con rese di tutto rispetto. Alla fiera ha presenziato il segretario della Zona Coldiretti di Canelli, Silvano Larocca. Nella foto un momento della valutazione della resa e del gusto da parte della giuria, chiamata a valutare il prodotto di una ventina di espositori.

Ha riscosso un grande successo la 20ma edizione della “Mostra provinciale dei bovini di razza piemontese” svoltasi lunedì 31 agosto a Valfenera. Molto alto il numero dei capi presentati e di grandissimo livella la qualità delle selezioni. Attorno alla fiera, risalente al 1857, il Comune organizza i festeggiamenti patronali che, nella stessa giornata, hanno visto la “Fiera dell’aglio e del

Manifestazioni

Razza Piemontese a Valfenera

pitu”, la mostra mercato dei prodotti tipici dell’artigianato, il 2° Raduno mezzi agricoli d’epoca, il “Disnè d’la fera” e la “Grigliatissima” con sera-

ta country. Per Coldiretti Asti, erano presenti alla premiazione il Vice presidente Andrea Rabino e il direttore Antonio Ciotta (nelle foto).

questo territorio, ma per anni a rischio di estinzione. Fra gli obiettivi dichiarati di questa fiera c’è anche il recupero della razza Roccaverano per scongiurarne l’estinzione. Alla Fiera erano presenti Luigi Franco, Vice Direttore Coldiretti Asti, il

segretario della Zona Coldiretti Valle Bormida, Giorgio Bodrito, nella foto con gli allevatori, numerose autorità e il presidente dell’Associazione Provinciale Allevatori Franco Serra che ha coordinato la giuria di valutazione dei capi.

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Altrettanto successo di pubblico ha riscosso la dodicesima edizione della Mostra Caprina di Roccaverano. Si è trattata della quarta edizione regionale tenutasi domenica 6 settembre. Nel “ring” sono stati individuati i migliori esemplari presenti, anche se non è stato semplice scegliere i migliori capi tra i circa 170 presenti in mostra. Fra i migliori esemplari, naturalmente, quelli della Camosciata delle alpi e l’autoctona di Roccaverano, anticamente molto diffusa in

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Caprini a Roccaverano

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Il controllo delle temperature nella vinificazione Gli effetti degli shock termici sui lieviti e sulla fermentazione

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Devono essere evitati shock termici, estremamente dannosi per lo svolgimento della fermentazione; abbattimenti delle temperature di 2-4° C sono sempre molto utili, mentre abbattimenti superiori, di 8-10° C, risultano quasi sempre dannosi e molto pericolosi. meno interesse le vinificazioni in bianco condotte a 14 - 15 °C per effetto degli elevati costi di refrigerazione e della capacità dei serbatoi occorrenti, considerato il decorso della fermentazione molto più lento. La temperatura critica di fermentazione indica la temperatura alla quale i lieviti non si riproducono e muoiono: si colloca generalmente sopra i 32°C. L’elevata temperatura ha un effetto indiretto sui lieviti nel senso che aumenta l’effetto inibitore e sterilizzante dell’alcol. Occorre pertanto raffreddare il mosto prima e non dopo che abbia raggiunto la temperatura critica di fermentazione; infatti, lo scopo primario della refrigerazione non è di ab-

bassare la temperatura del mosto surriscaldato, ma di impedire che la temperatura possa raggiungere valori anomali. Inoltre devono essere evitati shock termici, estremamente dannosi per lo svolgimento della fermentazione; abbattimenti delle temperature di 2-4° C sono sempre molto utili, mentre abbattimenti superiori, di 8-10 ° C, risultano quasi sempre dannosi e molto pericolosi. La temperatura raggiungibile dalla massa in fermentazione si considera mediamente di 1,3° C per ogni grado alcolico prodotto dal mosto in fermentazione. La temperatura finale di fermentazione risulterà pari a: temperatura iniziale del mosto + (zuccheri % in volume X 0,5941) X 1,3° C. Tra le varie zone del vinificatore si possono avere differenze sostanziali di temperatura anche fino a 4 – 5° C. Per questo la temperatura del mosto in fermentazione va registrata dopo un rimontaggio di omogeneizzazione: nel cappello e nella zona sottostante la temperatura può essere anche superiore di 8 – 10°C. L’eventuale raffreddamento, come avviene nei moderni vinificatori, deve essere concen-

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ui protocolli di vinificazione assume rilevanza il controllo delle temperature di fermentazione. Nella vinificazione in rosso si considera ottimale una temperatura di fermentazione tra i 22 e i 26° C. La temperatura ideale per vini da invecchiamento o di buona struttura tannica è pari 24 - 26 °C. La temperatura ideale per vini giovani e fruttati, o quando si temono difficoltà nel decorso della fermentazione a causa dell’elevato tenore zuccherino e pressione osmotica è pari a 22 – 24°C. La temperatura ad inizio fermentazione non deve superare i 20° C, perché in questa fase il lievito risulta molto più sensibile. Temperature leggermente inferiori possono essere utili per i vini meno impegnativi e di pronta beva. Come temperature massime si considerano valori di 28,30 °C, per evitare arresti di fermentazione e riduzione dei composti aromatici volatili. Al contrario, con temperature troppo basse, aumentano i costi di produzione e si possono avere problemi organolettici legati alla formazione di acido solfidrico. In generale, incontrano sempre

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

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mente e la loro popolazione risulta insufficiente; se la fermentazione viene condotta a temperature troppo basse si aumenta la produzione di acetaldeide e acido solfidrico e si ha formazione di sentori di lievito; con temperature superiori ai 15° C comincia ad abbreviarsi il periodo di latenza; latenze prolungate, alla pari degli arresti di fermentazione, favoriscono il proliferare di altri microrganismi e lo spunto lattico; con una fermentazione stentata si sviluppano sulla superficie del liquido colonie di batteri e di muffe che provocano aumento dell’acidità volatile; intorno ai 20° C la moltiplicazione dei lieviti raggiunge valori massimi; sopra i 20° C si riduce progressivamente; tra 15 e 20° C si registra la massima resa in alcol, che poi si riduce progressivamente con temperature inferiori o superiori, specialmente oltre i 30°C. Sopra i 20° C aumentano le produzioni di glicerina, acido acetico, alcoli superiori (propilico, butilico, isoamilico). Sopra i 20° C si riducono le produzioni di ac. grassi ed esteri, la cui formazione è massima intorno ai 20° C, si riduce l’acetato di etile prodotto a volte a basse temperature da Hansenula e Pichia, l’acido succinico, specie in carenza di tiamina, i composti solforati volatili e l’aldeide acetica. Le temperature elevate favoriscono la moltiplicazione dei lieviti, ma nello stesso tempo aumentano il potere antisettico dell’alcol; rendono più rapida l’estrazione e la concentrazione dei fenoli; possono favorire un’eccessiva estrazione dei tannini con comparsa di componenti erbacee e terrose. I batteri acetici resistono meglio dei lieviti alcoligeni alle temperature elevate, con rischio di aumento dell’acidità volatile. Le alte temperature favoriscono in genere la produzione di vini più corposi, tannici e colorati, ma con

bouquet meno fine; favoriscono la stabilizzazione del colore e la combinazione tannini - antociani. Quando le temperature iniziali sono elevate la fermentazione può partire e svolgersi rapidamente ma con il rischio di arresti fermentativi a causa della stanchezza dei lieviti, costretti a fermentare in situazioni difficili; l’intensità della fermentazione aumenta con la temperatura fino a 32° - 33° C; a 35° C si ha il limite di resistenza dei lieviti con arresti della fermentazione alcolica; a 37° C si può avere la fermentazione mannitica. In caso di arresti di fermentazione, anche se la macerazione non è completa, occorre svinare per ridurre la temperatura; solfitare con 3 g/hL di solforosa per inibire la carica batterica; inoculare nuovamente la vasca o aggiungere un 10-20% di mosto in piena fermentazione alcolica, oppure ancora aggiungere fecce di un’altra vasca che ha terminato la fermentazione e portare la temperatura intorno ai 20-25°C. L’uso del ghiaccio secco per ridurre la temperatura non è conveniente perché il costo è troppo alto e può avere effetto tossico/caustico al contatto con le membrane cellulari. Ove possibile si interviene raffreddando il mosto in una vasca a parte, sfruttando il delestage e raffreddando parzialmente il mosto prima della messa in rimontaggio. Risulta inutile svinare oltre i 10 gradi di alcol perché in queste condizioni la temperatura inizia da sola a scendere naturalmente per effetto del calo di attività dei lieviti. Nella vinificazione in bianco, temperature tra 16 e 22° C aumentano i componenti aromatici del fruttato evitando il trascinamento degli aromi da parte dell’anidride carbonica; temperature tra 17 e 20°C portano alla massima formazione degli aromi del fruttato dovuti agli esteri di fermentazione.

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trato nella parte alta dei recipienti, sotto il cappello, mentre il riscaldamento va concentrato nella parte più bassa. I vinificatori rilevano la temperatura costantemente e mettono in funzione automaticamente gli impianti di raffreddamento o riscaldamento. L’automazione consente di avere all’inizio una temperatura moderata (18 – 20 °C), per favorire la crescita cellulare e alla fine una temperatura più elevata, per favorire l’estrazione. Alle basse temperature il contenuto di lipidi presente nella membrana dei lieviti tende a solidificarsi, causando un irrigidimento della parete con perdita della sua fluidità, che provoca difficoltà negli scambi fino anche all’arresto della fermentazione. Quando invece la temperatura aumenta la parete cellulare recupera nuovamente la sua fluidità e la fermentazione può ripartire regolarmente. Le elevate temperature possono dare origine ad una eccessiva fluidità della parete cellulare del lievito che lascia entrare le sostanze tossiche dall’esterno con conseguente inattivazione e morte della cellula a seguito di accumulo di etanolo e di solforosa. Anche il glucosio e il fruttosio sono tossici per la cellula: il quantitativo di zucchero introdotto deve essere quindi rapportato alla capacità del lievito di metabolizzarlo. Per questo è molto importante la presenza di fattori di sopravvivenza (steroli ed acidi grassi), soprattutto verso la fine della fermentazione, nella regolazione della fluidità della parete cellulare; tali sostanze vengono prodotte se il lievito è in grado di procurarsi l’ossigeno dal mezzo. Sulle temperature di fermentazione si possono fare molte considerazioni. I lieviti, come sappiamo, sono in grado di vivere anche a basse temperature; quando le temperature iniziali sono inferiori a 10 - 13° C i lieviti si moltiplicano lenta-

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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Vigneto: diritti di impianto e nuove autorizzazioni Ribadiamo le importanti modifiche in vigore dal 1° gennaio 2016

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al prossimo anno il nuovo sistema delle autorizzazioni d’impianto vigneto entrerà in vigore, la modifica dell’intero sistema richiesta dalla Comunità Europea proprio in questi giorni sta prendendo forma tramite decreti nazionali e determine regionali applicative. Pur essendo ancora in attesa del decreto nazionale riguardante le nuove norme sugli impianti viticoli, non ancora licenziato dal Ministero delle Politiche Agricole di seguito riportiamo le novità che verranno introdotte dal 1 gennaio 2016 con la relativa gestione dei diritti d’impianto in vigore fino al 31 dicembre 2015. Diritti d’impianto fino al 31/12/2015: • Tutti i diritti di reimpianto validi al 31/12/2015 potranno essere convertiti in autorizzazioni e utilizzati in ambito aziendale entro il 2023. • potranno essere utilizzati dall’intestatario previo richiesta d’impianto con la possibilità di accedere alla ristrutturazione vigneti prevista da OCM VINO. • Tutti i diritti in corso di validità potranno essere ceduti da coloro che non intenderanno più utilizzarli solo fino al 31/12/2015 • dal 2016 le operazioni di vendita non saranno più consentite • Tutti i produttori che intendono acquistare diritti potranno farlo solo fino al 31/12/2015. I diritti acquistati entro tale data verranno comunque trasformati in autorizzazioni e a partire dal 2016 e potranno essere utilizzati esclusivamente nell’ambito aziendale, con la eventuale possibilità di accedere alla ristrutturazione vigneti prevista da OCM VINO Autorizzazioni d’impianto dal 2016 al 2020 derivanti da diritti già

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in possesso del produttore. • Dal 1 gennaio 2016 i diritti viticoli anche se trasformati in autorizzazioni non potranno essere più ceduti • I titolari di diritto di impianto dovranno presentare alla Regione le richieste di conversione in autorizzazione entro il 31 dicembre 2020 • L’autorizzazione rilasciata dalla conversione di un diritto di impianto avrà una validità di tre anni e potrà usufruire della ristrutturazione vigneti prevista da OCM VINO • I diritti non utilizzati dai produttori dopo il 2020 andranno automaticamente persi o inglobati nella riserva regionale Autorizzazioni d’impianto dal 2016 al 2030 derivanti da estirpo aziendale • Rimarrà sempre la possibilità per i produttori che estirpano una superficie vitata di reimpiantare nell’ambito aziendale analoga superficie • In caso di estirpo e reimpianto sulla stessa superficie l’autorizzazione è immediata. Per reimpianti in appezzamento diverso i tempi dell’autorizzazione sono fissati in tre mesi. • Le autorizzazioni di reimpianto hanno una validità di 3 anni a partire dalla data di rilascio e non possono essere cedute o vendute • Gli impianti derivanti da estirpo/ reimpianto aziendale potranno co-

munque accedere ai contributi di ristrutturazione vigneti prevista da OCM VINO Eventuali autorizzazioni per impianti ex novo concessi gratuitamente su bando nazionale • Dal 2016 i produttori potranno accedere al bando di assegnazione delle autorizzazioni messe a disposizione nella misura massima dell’1% del potenziale viticolo nazionale . • Tali autorizzazioni per nuovi impianti viticoli saranno concesse in forma completamente gratuita e non potranno accedere ai contributi di ristrutturazione vigneti prevista da OCM VINO • A partire dal 2017 tali autorizzazioni potranno subire ulteriori limitazioni, come riduzione della quota nazionale per mancato utilizzo , per problematiche di mercato o per blocchi previsti dai disciplinari DOC/DOCG riducendo eventualmente gli ettari messi a disposizione. • Le autorizzazioni concesse ex novo in nessun caso potranno essere cedute In considerazione delle novità su riportate riteniamo opportuna una profonda valutazione per ogni azienda vitivinicola, in modo tale da poter pianificare attentamente il proprio potenziale viticolo dei prossimi anni.

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Sovescio per vigneto, semine a inizio autunno

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Sovescio di Brassica juncea (semina in Ottobre, trinciatura Aprile-Maggio)

so tempo a rilascio graduale. • Aumento della popolazione microbica utile, grazie all’interramento di sostanza organica nobile. • Azione biofumigante (es.

Brassica juncea) nei confronti dei patogeni sia animali che vegetali (nematodi, larve di insetti, funghi patogeni, ecc..). • Contenimento erbe infestanti grazie alla competizione esercitata dalla coltura da sovescio e, nel caso di sovescio biofumigante, all’azione antigerminello. In considerazione delle varie soluzioni adottabili, es. il tipo di essenze da sovescio, e dell’agrotecnica da mettere in atto, i viticoltori interessati possono contattare i tecnici viticoli Coldiretti per ulteriori approfondimenti.

Xylella: nessun rischio di contagio per la vite La vite deve essere esclusa dall’elenco ospiti del ceppo CoDiRO

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no studio di Cnr e Università di Bari certifica che il ceppo di Xylella per il genere Vitis, denominato CoDiro, e rinvenuto a Lecce, non contamina la vite, proteggendo così i 39 milioni di valore delle esportazioni Made in Italy realizzati nel 2014 di talee innestate e barbatelle di vite, messe a rischio da ingiustificate misure protezionistiche adottate da diverse Paesi. Una buona notizia derivata dai test effettuati dall’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (IPSP) del CNR e dal Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti (Di.S.S.P.A.) dell’Università degli Studi di Bari che sono durati più di 12 mesi e hanno riguar-

dato diverse varietà di vite. Si tratta di un risultato importante per il vivaismo italiano che ha proprio nella vite uno dei suoi punti di eccellenza ma soprattutto si comincia a fare chiarezza su notizie allarmistiche che hanno causato pesanti danni al settore. E’ importante che i risultati scientifici acquisiti possano tradursi a livello comunitario nella eliminazione della vite dall’elenco delle specie ospiti del ceppo CoDiRO, in occasione del prossimo Comitato Fitosanitario Permanente a Bruxelles, nell’ambito del quale dovranno essere assunte le decisioni in merito alla modifica della normativa dell’Unione su Xylella fastidiosa.

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uanto sia importante la qualità e la tipicità dei nostri terreni nel caratterizzare la qualità delle nostre uve e quindi dei vini è ormai ampiamente riconosciuto. Queste caratteristiche pedologiche sono costantemente a rischio per diversificati motivi, ne citiamo alcuni: • La carenza preoccupante di sostanza organica, ormai in molti casi sotto il livello dell’1%. • La distruzione della struttura del terreno, determinata sia dall’uso di concimi chimici di sintesi, sia dal crescente ricorso alle lavorazioni meccaniche. • La grave riduzione dell’attività microbica, determinata dall’uso di diserbanti e di concimi inorganici. Per svariate ragioni la fertilità del terreno si va quindi riducendo e non si è ancora data la giusta importanza a questa problematica. Tra le soluzioni per contrastare questo fenomeno dobbiamo certamente ricordare la possibilità del sovescio, pratica molto efficace per ricostituire la fertilità del terreno sotto tutti i suoi molteplici aspetti. Tra i vantaggi agronomici del sovescio, in particolare quello biofumigante, proviamo a citarne alcuni molto evidenti: • Aumento sostanza organica (circa 150/200 q.li di sostanza secca a pieno campo per ettaro). • Miglioramento della struttura del terreno. • Apporto di elementi nutritivi in forma organica e quindi totalmente disponibili ma nello stes-

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Sono molti i vantaggi agronomici, in particolare quello biofumigante

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Raccolta del mais campagna 2015 Le indicazioni per difendere la qualità

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a campagna agricola 2015 del mais è risultata sicuramente problematica. Dopo un primo periodo decisamente positivo dal punto di vista climatico, si è registrata una lunga siccità tra metà giugno e metà agosto, causata da temperature decisamente sopra la media. È ben visibile nei campi di mais una situazione molto disomogenea tra appezzamenti irrigati e non, e tra quelli non irrigati molta differenza tra appezzamenti freschi e appezzamenti con terreni sciolti e drenanti; comunque anche laddove si è irrigato, non sempre si è riusciti a contrastare i disseccamenti e la riduzione di produzione; tra i sistemi di irrigazione un deciso miglioramento dei risultati si è potuto ottenere negli appezzamenti sottoposti a irrigazione localizzata a goccia. In questa breve nota vogliamo so-

prattutto sottolineare quegli accorgimenti fondamentali da adottare per difendere la qualità del prodotto nella fase di raccolta e conservazione, pensando in particolare alle micotossine che possono pregiudicare la sanità. Sicuramente lo stress termico e idrico, le temperature in media più alte della media e l’andamento molto siccitoso, al di là di temporali e grandinate che possono aver caratterizzato la fase estiva, sono condizioni predisponenti infezioni di Aspe rgillus flavus, fungo produttore di Aflatossina B1 e B2, negativo sia per la granella che per il trinciato di mais. Inoltre, per quanto riguarda la raccolta, una volta raggiunta la maturità fisiologica la permanenza della granella in campo in condizioni di caldo e secco favorisce fortemente lo sviluppo degli aspergilli, allora per prima cosa è

fondamentale non raccogliere la granella con umidità inferiore al 22-24%; inoltre, è conveniente tenere separate le partite di mais che abbiano subito danni da grandine oppure raccolte con umidità inferiore al 20%. In fase di trebbiatura, tendere a ridurre il più possibile eventuali lesioni meccaniche alla granella (rappresentano un’efficace via di ingresso per le infezioni da muffe) e, comunque, favorire la separazione della granella lesionata da quella intera. L’altro accorgimento fondamentale per contrastare efficacemente l’eventuale sviluppo di funghi è che l’essiccazione della granella sia effettuata entro 24 ore dalla raccolta; questo ovviamente porta a tutta una serie di conseguenze e attenzioni di carattere organizzativo che vanno programmate azienda per azienda.

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MERCATI DI CAMPAGNA AMICA ASTI - Piazza Statuto, ogni martedì pomeriggio ASTI - Piazza De Andrè, Mercato in borgo Santa Maria Nuova, venerdì dalle 7 alle 13,30 ASTI - Fronte all’Ospedale Cardinal Massaia si tiene il mercato settimanale al lunedì dalle 7 alle 12 BUBBIO - Mercato della vendita diretta, ogni sabato pomeriggio in Via Roma CALAMANDRANA - Mercato di Terra Amica ogni sabato mattina CASTELNUOVO D. B. - Mercato di vendita diretta del contadino, ogni domenica mattina CORTAZZONE - Mercato Comunale, Prima e terza domenica del mese I produttori di Campagna Amica sono poi massicciamente presenti in altre tre rassegne agroalimentare: ad Asti, sotto i portici di piazza Alfieri, ogni seconda domenica del mese; a Canelli, tutte le prime domeniche del mese; a Nizza Monferrato, nell’ambito del Mercatino dell’Antiquariato, ogni terza domenica del mese.

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Valore delle uve annata 2015

Diramato il mercuriale all’apertura della vendemmia

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Le quotazioni si riferiscono a uve della vendemmia 2015 destinate all produzione di vini D.O.C. e D.O.C.G. (IVA esclusa). I prezzi sono stati rilevati dalla Commissione camerale per l’accertamento dei prezzi all’ingrosso dei vini sulla base delle operazioni di compravendita concluse dai componenti la Commissione o dagli stessi rilevati sulla piazza di Asti. La rilevazione si riferisce a prezzi medi di mercato relativi a transazioni già avvenute e non rappresenta una quotazione fissata per transazioni future.

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a Camera di Commercio di Asti ha diramato il mercuriale di inizio vendemmia. Lo riportiamo di seguito, sottolineando come trattasi di valori su contratti effettivamente già sottoscritti tra venditore e compratore. Pertanto, ad esempio, nel caso delle uve barbera che, alla data della divulgazione del mercuriale, sono ancora da vendemmiare, tali importi dovrebbero quindi essere suscettibili di aumento.

25 * Il prezzo è definito dall’accordo fra la parte agricola e le ditte aderenti al Consorzio Alta Langa ** Il prezzo è definito dalla Commissione Interprofessionale per l’Accordo Moscato per la vendemmia 2015 *** Il prezzo è definito dalla Commissione Interprofessionale per l’Accordo del Brachetto per la vendemmia 2015

Semine frumento e orzo

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on le imminenti semine autunnali di frumento e orzo i contratti di filiera proposti dal Consorzio Agrario Nord-Ovest giungono al terzo anno di applicazione, facendo registrare un crescente interesse da parte dei cerealicoltori astigiani a fronte della pesante crisi di mercato che sta investendo da alcuni anni il settore e che, anche nelle prossime semine, rischia di confermare un trend in discesa

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delle superfici investite. In generale il mercato dei cereali non sembra a breve termine orientato ad una ripresa delle quotazioni; una delle poche note positive è il crescente interesse degli operatori a stabilire accordi di filiera per la produzione di prodotti mirati e di qualità (es. grano di forza e biscottiero); di fatto, lo sviluppo di filiere di qualità sembra rappresentare la principale strategia per battere la crisi e soste-

nere la coltivazione di cereali anche sul nostro territorio. Dopo il positivo riscontro economico delle due campagne precedenti, Coldiretti e CAP Nord-Ovest rilanciano anche per le imminenti semine 2015-2016 la possibilità di aderire alle filiere di frumento tenero panificabile, di frumento biscottiero e di orzo. Per ulteriori informazioni e adesioni gli interessati possono rivolgersi agli uffici zonali della Coldiretti.

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Possibilità di aderire ai nuovi contratti di filiera

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Come cambia il Regolamento Forestale

Tutte le novità che semplificano le procedure dal 1° settembre 2015

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rispettate anche per i robinieti e i castagneti, per i quali sono inoltre previste modalità di gestione specifiche (art. 55), a prescindere dalla forma di governo (ceduo, fustaia o governo misto). Una profonda semplificazione inoltre riguarda i requisiti professionali per l’esecuzione degli interventi selvicolturali (art. 31); dal 1° settembre 2015 gli interventi su superfici superiori ai 5.000 mq dovranno essere realizzati da almeno un operatore in possesso delle competenze professionali riferite all’unità formativa “Utilizzo in sicurezza della motosega nelle operazioni di abbattimento ed allestimento” (F3) oppure di un attestato di frequenza ad un corso di formazione “specifica” dei lavoratori* per il settore ATECO 2007 - A02 (Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali) ai sensi del d. lgs. 81/2008. Tali requisiti sono richiesti indipendentemente dal tipo di intervento e non sono previste deroghe per proprietari, possessori o conduttori del bosco. Le altre principali semplificazioni riguardano: l’adeguamento del regolamento all’entrata in vigore

delle Misure di Conservazione per la rete Natura 2000 (artt. 7 e 30); le modalità di assegno al taglio (art. 9); i tagli a scelta colturale in fustaia (art. 21), che non potranno superare il 40% della provvigione; i tagli intercalari (art. 22), a cui vengono assimilati i tagli di conversione a fustaia, e che dovranno essere eseguiti rilasciando una copertura minima a fine intervento non inferiore al 50%; i tagli successivi (art. 24), per cui vengono semplificate le casistiche relative al volume legnoso residuo; gli interventi nei cedui invecchiati (art. 26 bis), assimilati, in relazione alla struttura del popolamento, ai tagli intercalari o di maturità della fustaia coetanea o al taglio a scelta colturale della fustaia disetanea; gli interventi nei boschi a governo misto (art. 27), le cui casistiche vengono fortemente semplificate; le vie di esbosco (art. 52). Sono infine introdotte alcune casistiche volte a favorire la biodiversità, riguardanti in particolare: gli alberi da conservare ad invecchiamento indefinito (art. 42 bis); le specie arboree forestali esotiche invasive (art. 42 ter).

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al 1° settembre 2015 entrano in vigore importanti modifiche al regolamento forestale, con il Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 4/R del 6.7.2015 approvato con D.G.R. n. 49-1702, volte a semplificare e chiarire tale norma. Nell’ottica di semplificare le procedure per la realizzazione degli interventi selvicolturali, la comunicazione corredata da relazione tecnica (art. 5) viene eliminata e contestualmente vengono ridefiniti i casi per cui sono previste la comunicazione semplice (art. 4) o l’autorizzazione con progetto d’intervento (art. 6); tali istanze, a partire dal 1° settembre 2017, potranno essere presentate solo per via telematica (art. 3). Inoltre, la comunicazione semplice non sarà richiesta per tagli fino a 150 quintali per anno solare, destinati all’autoconsumo del proprietario, del possessore o dell’acquirente del bosco in piedi. Nei boschi a governo a misto il taglio della componente a fustaia dovrà rispettare le epoche di intervento di quella a ceduo (art. 18), tali epoche dovranno essere

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Impegni di “Condizionalità” 2015

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• dei pagamenti diretti (Reg. UE n. 1307/2013); • dei pagamenti di Ristrutturazione e riconversione dei vigneti e Vendemmia verde (Reg. UE n. 1308/2013); • dei premi annuali di Forestazione e imboschimento, Allestimento di sistemi agroforestali, Pagamenti agro-climatico-ambientali, Agricoltura biologica, Indennità Natura 2000 e indennità connesse alla direttiva quadro sull’acqua, Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici, Benessere degli animali, Servizi silvoambientali e climatici a salvaguardia delle foreste (Reg. UE n. 1305/2013); • dei premi annuali relativi alle domande di conferma degli impegni assunti con la vecchia programmazione (Reg. CE n. 1698/2005). Ogni anno ARPEA (Organismo Pagatore Regionale) seleziona un gruppo di aziende che vengono controllate per la verifica del rispetto degli impegni di condizionalità. I controlli sono svolti sia presso la sede aziendale, sia tramite fotointerpretazione di immagini fotografiche e satellitari, sia a livello documentale. Qualora i CGO o le BCAA non siano rispettati a causa di atti o omissioni direttamente imputabili all’agricoltore, il totale dei pagamenti di cui sopra, erogati o che devono essere erogati, è ridotto, oppure l’agricoltore è escluso dal beneficio di tali pagamenti (Reg. (UE) n. 809/2014 e Reg. (UE) n. 640/2014). Relativamente alle modalità di calcolo delle riduzioni di condizionalità, le infrazioni di condizionalità sono divise in: • inadempienze di importanza minore; • infrazioni commesse per negligenza; • infrazioni commesse intenzionalmente; • infrazioni reiterate.

Le inadempienze di importanza minore sono infrazioni di particolare lievità, che non costituiscono un rischio diretto per la salute pubblica o degli animali, i cui effetti possono essere totalmente eliminati a seguito dell’esecuzione di un’azione correttiva da parte dell’agricoltore. Le infrazioni commesse per negligenza sono valutate in base al dimensionamento dei parametri di condizionalità (Portata, Gravità e Durata) delle infrazioni stesse. Il valore delle riduzioni va dall’1 al 5% degli importi richiesti ed ammissibili. Le infrazioni commesse intenzionalmente sono infrazioni di particolare gravità, alle quali è associata una percentuale di riduzione pari al 20%. Le infrazioni reiterate sono infrazioni allo stesso CGO o BCAA commesse, per negligenza o intenzionalità, due o più volte nell’arco di tre anni consecutivi; il triennio si calcola a partire dall’anno della prima infrazione e poi a partire dall’anno di ogni infrazione successiva per le ulteriori reiterazioni. A seguito della reiterazione, l’effetto della riduzione viene triplicato. Nei casi di infrazioni intenzionali causate da ripetute reiterazioni dell’infrazione, la percentuale applicabile per l’infrazione intenzionale è pari alla percentuale triplicata della precedente infrazione. Nel caso di inadempienze intenzionali di carattere estremo, il beneficiario, oltre ad essere soggetto a sanzione, è escluso, nel corso dell’anno civile successivo, da tutti i pagamenti assoggettati alle condizioni e alle norme di condizionalità di cui sopra. Un’inadempienza intenzionale si considera estrema nei casi in cui sia accertata la sua reiterazione. Per ulteriori chiarimenti è possibile contattare i tecnici zonali del Centro di Assistenza Agricola (CAA) Coldiretti.

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el mese di settembre il Servizi Informativi Siap della Regione Piemonte hanno trasmesso, via pec a tutti gli agricoltori beneficiari di contributi pubblici, una comunicazione esplicativa sugli impegni di condizionalità che devono essere rispettati. La comunicazione, personalizzata per ciascuna azienda agricola, contiene una Scheda con l’elenco dei Criteri di Gestione Obbligatori (CGO) e delle norme per il mantenimento del terreno in Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali (BCAA) da rispettare per tutto il 2015. Dal 2015, con l’inizio della nuova programmazione della PAC, anche la Condizionalità è cambiata: rispetto alla precedente programmazione, gli impegni di condizionalità sono rimasti pressoché immutati, ma gli impegni sono stati organizzati in un unico elenco e suddivisi per argomento. I CGO si sono ridotti da 18 a 13, le BCAA da 14 a 7. Un altro elemento di novità è che i Requisiti minimi (fertilizzanti e fitofarmaci) non fanno più parte della Condizionalità, applicandosi alle sole aziende che aderiscono alle misure agro-climatico-ambientali e all’agricoltura biologica. La Scheda di condizionalità è sempre consultabile sia accedendo al procedimento “Condizionalità” dal portale www.sistemapiemonte.it tramite le credenziali di accesso personale sia direttamente dall’Anagrafe Agricola del Piemonte, all’interno della funzionalità “Fascicolo elettronico” sotto la sezione “Procedimenti > Condizionalità”, consultando la Scheda in stato “Presa in carico”. I criteri e le norme di condizionalità si applicano solo all’attività agricola dell’agricoltore o alla superficie agricola dell’azienda. Il loro rispetto è obbligatorio e, in base all’art. 92 del Reg. (UE) n. 1306/2013, essi si applicano alle aziende beneficiarie:

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Una comunicazione pec della Regione ne spiega i contenuti

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PAN, difesa integrata obbligatoria Una PEC della Regione spiega come applicarla

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n Italia, il Decreto legislativo n. 150/2012 (che attua la Direttiva n. 128/2009) e il PAN (Piano d’Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari) individuano per la DIFESA INTEGRATA i seguenti due livelli di applicazione: • VOLONTARIO: prevede l’applicazione dei disciplinari di produzione integrata, di cui la difesa integrata rappresenta un aspetto fondamentale. Questo livello viene da anni finanziato ai richiedenti con apposite misure sui Piani di Sviluppo Rurale, es. l’attuale Azione 214.1 del PSR. • OBBLIGATORIO: è entrato in vigore dal 01/01/2014 e riguarda tecniche di prevenzione e monitoraggio dei parassiti delle piante coltivate, l’utilizzo di mezzi biologici per il loro controllo, il ricorso a pratiche di coltivazione appropriate e l’utilizzo di prodotti fitosanitari che presentano il minor rischio per la salute umana, tra quelli disponibili sul mercato, così come previsto dall’Allegato III del Decreto legislativo sopra citato. Per quanto riguarda il PAN non è superfluo ricordare che è il risultato di una crescente attenzione verso la sostenibilità e mira a ridurre i rischi e gli impatti dei prodotti fitosanitari sulla salute umana, sull’ambiente e sulla biodiversità; promuovere l’applicazione della difesa integrata, dell’agricoltura biologica e di altri approcci alternativi; proteggere gli utilizzatori dei prodotti fitosanitari e la popolazione interessata; tutelare i consumatori; salvaguardare l’ambiente acquatico e le acque potabili; conservare la biodiversità e tutelare gli ecosistemi. Con particolare riguardo alla DIFESA INTEGRATA OBBLIGATORIA, l’Assessorato Regionale Agricoltura ha inviato via PEC a tutte le aziende agricole una lettera, che riportiamo integralmente, con l’obiettivo di informare gli agricoltori e fornire loro

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un documento utile a dimostrare (es. in caso di controlli ufficiali) di “conoscere, disporre direttamente o avere accesso …” alle informazioni necessarie per adottare la difesa integrata. “Si informa che è entrato in vigore il Decreto Ministeriale del 22 gennaio 2014 “Adozione del piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari” che prevede l’applicazione della difesa integrata obbligatoria per tutti gli utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari. Obiettivo prioritario della difesa integrata a basso apporto di prodotti fitosanitari è la riduzione del rischio per l’ambiente, gli operatori, i consumatori, i residenti e gli astanti, derivante dall’impiego dei prodotti fitosanitari. L’applicazione generalizzata delle strategie fitosanitarie sostenibili discende dalla Direttiva 2009/128/CE, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi, nonché dal susseguente decreto legislativo n. 150/2012, che ne costituisce il recepimento. Di quest’ultimo si unisce alla presente lettera l’Allegato III, che approfondisce ed esplicita i principi generali di difesa integrata. La difesa integrata obbligatoria prevede: a) l’applicazione di tecniche di prevenzione e monitoraggio delle infestazioni , delle infezioni e delle infestanti; b) l’utilizzo dei mezzi biologici di controllo dei parassiti; c) il ricorso a pratiche di coltivazione appropriate; d) l’uso dei prodotti fitosanitari che presentino il minor rischio per la salute umana e l’ambiente tra quelli disponibili per uno stesso scopo. Per rispettare la normativa di cui sopra gli utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari devono dimostrare di conoscere, disporre direttamente o avere

accesso a: • dati meteorologici dettagliati per il territorio di interesse, acquisibili anche attraverso collegamento in rete; • dati fenologici e fitosanitari forniti da una rete di monitoraggio e, ove disponibili, dai sistemi di previsione e avvertimento; • bollettini territoriali di difesa integrata per le principali colture; • materiale informativo e/o manuali per l’applicazione della difesa integrata, predisposti e divulgati anche per via informatica dalle autorità competenti. A tale scopo la Regione Piemonte mette a disposizione, direttamente o attraverso Organismi di assistenza tecnica (es. Organizzazioni Professionali Agricole, Associazioni Produttori, Società di servizi, ecc), le informazioni necessarie tramite siti web, sportelli informativi, bollettini tecnici e materiale divulgativo cartaceo (scaricabile anche “on line”). Sono in allestimento altri servizi tecnici finalizzati a fornire ulteriori informazioni e sistemi di supporto alle decisioni. Attualmente sono già operativi i seguenti siti regionali riguardanti la “Guida all’uso corretto dei prodotti fitosanitari” e la consultazione dei dati meteorologici della Rete agrometeorologica regionale: http;//www.regione.piemonte. it/agri/area_tecnico_scientifica/settore_fitosanitario/certificati.htm http://www.3acloud.it:8080/gpmeteo/ index.jsp?rete=RAM_UTENTI A livello territoriale sono invece a disposizione i siti o le strutture dei vari Organismi erogatori dell’assistenza tecnica. Si invita pertanto a consultare ed usufruire di tali supporti, per poter applicare correttamente le tecniche di difesa integrata e dimostrare di ottemperare alla normativa vigente.” Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi agli uffici tecnici della Coldiretti di Asti.

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