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Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 12 - Anno 2015 - In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo
Anno
64° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI
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L’offerta base comprende: - la fornitura e la posa di una caldaia murale a gas a condensazione da interno UNICAL 24KW per il riscaldamento e la produzione istantanea di acqua calda sanitaria; - l’analisi fumi, l’apposizione del bollino verde Regionale e la redazione del libretto d’impianto. Approfitta delle detrazioni fiscali del 65% con l’installazione delle valvole termostatiche in abbinamento alla sostituzione della caldaia.
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m m a r i o
Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Periodico ufficiale Coldiretti Anno 64° numero 12 - 16 ottobre 2015* Realizzazione grafica e stampa Riflesso – Artigrafiche M.A.R. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.092036 Abbonamento annuale: Euro 20,00 *Data di chiusura del giornale Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
argomenti in evidenza
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A Castelnuovo D.B. la festa del Ringraziamento
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McDonald’s la Piemontese è protagonista
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Il Governo conferma: No ai formaggi senza latte
Moncalvo vicepresidente degli Agricoltori Europei
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A Cellarengo e Isola il premio Coldiretti
Malattie Nefrologiche
Speciale Misura 111 Controllo delle alterazioni olfattive e microbiologiche; Dichiarazioni vitivinicole anno 2015; Interventi autunnali nei noccioleti; Sicurezza machine Agricole; Efficienza delle macchine irroratrici di agrofarmaci; Le nutrie sono specie nociva; La birra iraliana triplica l’export; Combustione dei residui vegetali.
Sommario
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Una super annata per la Barbera Una vendemmia da incorniciare, vini ottimi per l’affinamento uest’anno la Barbera ci ha regalato una vendemmia da incorniciare con caratteristiche eccezionali. Sarà un vino di forte struttura, ricco di colore, con una gradazione importante, quindi ricco anche di calore, e con tanti aromi varietali. Sarà un vino particolarmente adatto per l’affinamento. Riposano alla cantina “Sei Castelli” di Agliano Terme i mosti della “Barbera Amica”, il prodotto di punta del “Progetto Vino” di Coldiretti Asti che in tre anni ha visto l’adesione di decine di imprese viticole per oltre 120 ettari di vigneto. “Possiamo dire di essere in presenza di una grande annata”. Questo il commento del presidente di Coldiretti Asti e vice presidente regionale con delega al settore vitivinicolo, Roberto Cabiale. “Il tempo è stato favorevole e si è verificato quanto auspicavamo: dopo le alte temperature di luglio ed inizio agosto, alcune precipitazioni, alternate a belle giornate di sole, hanno portato le uve alla completa maturazione e a una vendemmia serena”. Al Centro Studi Vini del Piemonte, dove sono già state eseguite migliaia di analisi sui mosti, raddoppiando il numero effettuto nel mese di settembre dello scorso anno, si raccolgono solo commenti positivi. Secondo Rabbione, responsabile del Centro che ha sede a San Damiano d’Asti, è entusiasta: “Le gradazioni alcolometriche sono molto elevate, il quadro acido è equilibrato, i vini sono ricchi di aromi varietali.
Enologia
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Il Centro Studi Vini del Piemonte ha eseguito migliaia di analisi sui mosti dell’annata 2015
Sarà un vino di forte struttura, ricco di colore con gradazioni importanti e ottimi aromi varietali. Cresce ancora il “Progetto Vino Coldiretti”, superati i 120 ettari di vigneto fra cui la “Barbera Amica” Per molte barbere è già iniziata la fermentazione malolattica”.Particolare attenzione ora i vignaioli la dedicano alla stabilizzazione del vino. “In questi giorni – sottolinea Rabbione – stiamo eseguendo principalmente analisi per il controllo dell’evoluzione del quadro colore (antociani, polifenoli totali, tannini, rapporto tannini antociani). In generale, tutti gli indici ci suggeriscono caratteristiche ben superiori alla media, questi vini si presteranno particolarmente alle operazioni di affinamento, sia in acciaio che in legno”. “Il
clima “settembrino” – rileva Cabiale - ha agevolato la raccolta delle ultime uve, ormai archiviate barbera, freisa e cabernet, non rimangono che le nebbiolo per il Terre Alfieri e l’Albugnano. Ma tutte le uve sono state di ottima qualità, fin da inizio vendemmia, dalle pinot alle moscato e brachetto, dalle chardonnay e cortese, alle dolcetto e grignolino. Quest’anno non possiamo proprio lamentarci. E da ottime uve non si possono che ottenere vini eccellenti, l’annata sarà sicuramente annoverata fra quelle a cinque stelle”.
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A Castelnuovo D.B. la Giornata del Ringraziamento Fissata la data per domenica 15 novembre al Colle nche per onorare il bicentenario dalla nascita di San Giovanni Bosco, quest’anno la Giornata provinciale del Ringraziamento si terrà a Castelnuovo Don Bosco ed esattamene nella Basilica Pontificia del Colle don Bosco. L’appuntamento annuale itinerante organizzato da Coldiretti per suggellare la fine della stagione agraria, riunire la base associativa in un momento di festa aperto anche alla cittadinanza e proporre spunti e riflessioni sul presente e sul futuro del settore primario, avrà come apice il 15 novembre con la Giornata del Ringraziamento. Il programma prevede alle ore 10 il ritrovo dei coltivatori, delle autorità e dei sindaci dell’Astiginao al Colle don Bosco. Dalle ore 10,15 i presenti potranno visitare la casa natale di San Giovanni Bosco e il Museo della Vita Contadina. Alle 11 nella chiesa superiore della Basilica Pontificia si terrà la solenne celebrazione Eucaristica del Ringraziamento presieduta da Mons. Giacomo Lanzetti con la concelebrazione di don Egidio Deiana, Rettore del Colle, e Don Francesco Cartello, Consigliere Ecclesiastico di Coldiretti Asti. Seguirà la benedizione degli
Evento
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5 Completeranno la Festa del Ringraziamento due appuntamenti al Palazzo Enofila di Asti: il 18 novembre il “Consuntivo dell’Annata” e il 20 “L’Anteprima Barbera 2015” flessioni, uno sull’intero stato di salute del settore primario e un altro sulle qualità della nuo-
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operatori delle macchine e delle attrezzature agricole. Come ormai da tradizione, la giornata si concluderà con il pranzo sociale, presso il ristoro “Mamma Margherita”, sempre ai Becchi. Ma come sappiamo, la Festa provinciale del Ringraziamento da oltre un decennio, oltre all’importante appuntamento spirituale ricomprende due importanti approfondimenti e ri-
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Evento
va annata vitivinicola. Entrambi gli appuntamenti si terranno ad Asti, Palazzo Enofila, il primo, il “Consuntivo dell’Annata Agraria 2014/15”, è fissato per mercoledì 18 novembre, il secondo, l’”Anteprima della Barbera d’Asti Docg”, è programmato per venerdì 20 novembre. Saranno due incontri di alto livello, il “Consuntivo dell’Annata” sarà presentato con la consueta formula della Conferenza Stampa, con l’esposizione di tutti i dati e un’analisi critica suddivisa per ogni settore produttivo. Al centro delle iniziative, il presidente provinciale e il direttore, Roberto Cabiale e Antonio Ciotta, metteranno i grandi sviluppi registrati dal progetto Coldiretti “Una filiera agricola tutta italiana”. Anche l’Anteprima Barbera” confermerà la sua formula del Meeting di degustazione rivolto ai tecnici ed operatori del settore, per una prima analisi delle
caratteristiche e potenzialità della nuova annata. La serata sarà condotta da Vincenzo Gerbi docente del Di.Va.P.R.A. Industrie Agrarie Università di Torino e Secondo Rabbione responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte. Per informazioni, approfondimenti e prenotazioni contattare la segreteria di Coldiretti Asti al numero telefonico 0141 380431 oppure l’ufficio Zona di Castelnuovo don Bosco al numero 011 9876863.
L’anno passato il “Ringraziamento” si è tenuto a Bruno, con la partecipazione di numerosi sindaci
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Festa Provinciale del Ringraziamento
Domenica 15 novembre 2015
CASTELNUOVO DON BOSCO - Basilica Pontificia Colle Don Bosco
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- ore 10,00 Ritrovo dei Coltivatori, Autorità e dei Sindaci - ore 10,15-10,45Visita alla casa natale di San Giovanni Bosco e al Museo della Vita Contadina - ore 11,00 Basilica Pontificia Colle Don Bosco - Chiesa Superiore Celebrazione Eucaristica presieduta dal Mons. Giacomo Lanzetti; concelebrano Don Egidio Deiana, Rettore del Colle e Don Francesco Cartello, Consigliere Ecclesiastico di Coldiretti Asti - ore 12,00 Benedizione degli operatori delle macchine e delle attrezzature agricole - ore 13,00 Pranzo sociale del Ringraziamento, presso il Ristoro “Mamma Margherita”
Mercoledì 18 novembre 2015 Ore 10,00 - Asti - Palazzo Enofila - C.so F. Cavallotti 45 Conferenza Stampa di presentazione del “Consuntivo dell’Annata Agraria 2014-2015” Segue buffet
Venerdì 20 novembre 2015 - Asti - Palazzo Enofila - C.so F. Cavallotti 45
Presentazione “Anteprima della Barbera d’Asti DOCG 2015” Meeting di degustazione rivolto a giornalisti, tecnici ed operatori del settore, per una prima analisi delle caratteristiche e potenzialità della produzione 2015. Intervengono:Vincenzo GERBI del Di.Va.P.R.A. Industrie Agrarie Università di Torino e Secondo Rabbione del Centro Studi Vini del Piemonte. Segue buffet
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È l’Italia il primo produttore mondiale di vino
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’Italia sorpassa la Francia è diventa il primo produttore mondiale di vino con un quantitativo di produzione stimato a 48,9 milioni di ettolitri. È quanto emerge da una analisi Coldiretti sulla base dei dati della Commissione Europea che attesta un calo dell’uno per cento dei raccolti in Francia dove la produzione si dovrebbe fermare a 46,6 milioni di ettolitri mentre al terzo posto disi trova la Spagna con 36,6 milioni di ettolitri in calo del 5 per cento. Il primato italiano è stato sostenuto da condizioni climatiche favorevoli che hanno ga-
rantito un’ottima maturazione delle uve tanto che in diversi territori si parla di annata storica per quantità e qualità. A differenza in Francia particolarmente rilevante è risultato il calo in alcune zone come Beaujolais (–25 %) e la Bourgogne (–11 %) a causa del caldo eccessivo. In Italia si produce oltre un quarto (28 %) del vino europeo che dovrebbe raggiungere 163, 8 milioni di ettolitri, in leggero aumento rispetto allo scorso anno. La vendemmia 2015 è stata la seconda più precoce dal dopoguerra, seconda solo a
quella del 2003, l’anno di una storica siccità, quando iniziò il 2 agosto. Se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 45 per cento ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), quasi il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante a vini da tavola. In Italia il vino genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che dà occupazione a 1,25 milioni di persone.
Made in Italy
Con 48,9 milioni di ettolitri stacca la Francia e la Spagna
Nel mondo una Dop su 5 è Made in Italy
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i ottiene sul territorio nazionale un prodotto ad indicazione geografica (Dop/Igp/Stg) su cinque presenti nel mondo dove l’Italia è leader incontrastata grazie al lavoro svolto dagli agricoltori italiani nel garantire il legame con il territorio ed il rispetto delle tradizioni. È quanto emerge da una analisi Coldiretti in occasione dell’Assemblea mondiale delle Indicazioni Geografiche ad Expo. E’ però un primato a rischio a causa della chiusura, dall’inizio della crisi, di oltre diecimila stalle da latte. In Italia il latte è destinato per quasi la metà alla produzione di formaggi a denominazione di origine che sono di gran
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lunga il primo prodotto per fatturato delle Indicazioni geografiche Made in Italy. I compensi riconosciuti agli allevatori non coprono più neanche i costi di alimentazione degli animali e provocano l’abbandono soprattutto nelle aree di montagna dove si ottengono il maggior numero di formaggi italiani a denominazione. In Italia si ottengono 276 prodotti a indicazione geografica (Dop/Igp o Stg) su 1.299 tutelate a livello internazionale delle quali solo 16 fanno capo a paesi extracomunitari. In Europa dopo l’Italia a salire sul podio sono la Francia e con 223 prodotti tutelati e la
Spagna con 184. Nella lista dei riconoscimenti italiani si trovano nell’ordine 105 ortofrutticoli, 51 formaggi, 43 oli d’oliva, 40 prodotti a base di carne, 12 prodotti della panetteria e della pasticceria, 5 carni e frattaglie fresche, 5 spezie o essenze, 5 pesci, molluschi, crostacei freschi e prodotti derivati, 5 altri prodotti di origine animale,3 aceti, 2 parte alimentari. Diverso è il discorso per il fatturato con i prodotti made in italy a denominazione che sviluppano complessivamente 13 miliardi di volume di affari al consumo realizzato in Italia e all’estero con i prodotti lattiero caseari di gran lunga in testa.
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Ma il primato è a rischio
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Il Governo conferma: No ai formaggi senza latte Rispettato il patto siglato dal premier Renzi il 15 settembre ad Expo l Governo ha confermato, alla scadenza dell’ultimatum dell’UE, il suo no alla produzione di formaggi e yogurt con la polvere di latte, come invece avrebbe voluto imporre la lettera di diffida della Commissione Europea, mettendo a rischio 487 formaggi tradizionali italiani. È stato, così, rispettato il patto salva formaggio siglato, ad Expo lo scorso 15 settembre, dal premier Matteo Renzi e dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, al cospetto dei 30 mila partecipanti Coldiretti in occasione della Giornata nazionale dell’Agricoltura. Coldiretti Piemonte ha contribuito a tale risultato raccogliendo le sottoscrizioni alla petizione popolare nei numerosi mercati di Campagna Amica e presso le sedi Coldiretti su tutto il territorio regionale. Nella settimana di PiemonTiAmo ad Expo c’è stato un vero boom di adesioni tanto che in una sola giornata sono state raccolte oltre 7 mila firme. Inoltre, con la sua presenza alla manifestazio-
Attualità
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ne per dire no ai formaggi senza latte, organizzata a Roma da Coldiretti nazionale lo scorso 8 luglio, alla frontiera del Brennero ed a Bruxelles ha portato avanti la battaglia contro l’inganno ai consumatori, a tutela delle 51 specialità piemontesi e, più in generale, dell’intero patrimonio
gastronomico Made in Italy, frutto del lavoro di più generazioni. D’altronde in gioco ci sono le stalle dei nostri allevatori e la conseguente perdita dei posti di lavoro, oltre all’omologazione ed alla scomparsa delle straordinarie distintività delle nostre produzioni lattiero casearie.
Via Irap e Imu senza aumenti numero 12 – 2015
Il governo precisa che non si toccheranno gasolio, iva o altre imposte stato il premier Matteo Renzi ad annunciare, il 15 settembre scorso, l’annullamento dell’Irap e dell’Imu agricola a partire da gennaio 2016. Il viceministro all’economia Enrico Morando tornando sull’argomento ha precisato che, a compensazione dei tagli fiscali comunicati dal Presidente del Consiglio, non ci saranno inter-
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venti su gasolio, iva ed imposta di registro nell’ambito della legge di stabilità, che prevede un piano di riduzione della pressione fiscale che vale complessivamente 45 miliardi. Saranno, dunque, 20 mila le aziende di Coldiretti Piemonte che beneficeranno del taglio dell’Irap e lo sgravio derivante dall’eliminazione dell’Imu agri-
cola ammonterà a 60 milioni di Euro. Coldiretti apprezza, quindi, l’impegno del Governo a ridurre i costi a sostegno della competitività del settore agricolo e a sviluppare le potenzialità produttive del nostro Paese, limitando la pressione fiscale, come fortemente sollecitato dalla nostra Organizzazione.
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Moncalvo vicepresidente degli agricoltori europei
Importante nomina nel Copa per il presidente nazionale Coldiretti
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Nomine
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Nella foto il neo eletto vicepresidente del COPA Roberto Moncalvo (Coldiretti) con il neoeletto Presidente del COPA, il danese Martin Merrild
Aumenta, sino all’85%, l’anticipo Pac
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Approvato dalla Commissione UE il regolamento per i pagamenti 2015
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stato approvato dalla Commissione Europea il regolamento che dà la possibilità all’Italia di aumentare l’importo degli anticipi Pac per il 2015, così come previsto dal pacchetto di aiuti straordinario al settore agricolo della Commissione Europea. A partire dal 16 ottobre l’Italia potrà anticipare fino al 70 per cento dei pagamenti diretti e sino all’85 per cento degli importi delle misure a superficie e per gli animali nello sviluppo rurale (misure agro-ambientali-climatiche, indennità natura 2000, agricoltura biologica, zone soggette a vincoli naturali, benessere degli animali e servizi silvo-climatici-ambientali e salvaguardia della foresta). Gli anticipi
potranno perciò essere erogati agli agricoltori: quando sarà pubblicato sulla G.U. dell’Unione Europea il regolamento di esecuzione in questione (sino ad allora le percentuali che l’Italia può erogare sono pari al 50 per cento per i pagamenti diretti e al 75 per cento per le misure a superficie e per gli animali dello sviluppo rurale); per i pagamenti diretti, dopo che i controlli amministrativi saranno stati completati; successivamente alla diffusione da parte di Agea dei dati provvisori relativi ai valori e al numero dei diritti all’aiuto. Dati che l’Agea dovrebbe pubblicare nei prossimi giorni. Gli uffici Caa di Coldiretti sono a disposizione per ogni chiarimento.
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’italiano Roberto Moncalvo, presidente nazionale Coldiretti, è stato eletto vice presidente del Comitato delle Organizzazioni Agricole Europee (COPA). L’organismo, fondato nel 1958, rappresenta gli interessi degli agricoltori in Europa e riunisce in sé 60 organizzazioni dei Paesi Membri dell’Unione Europea e 36 organizzazioni partner da altri paesi europei, quali l’Islanda, la Norvegia, la Svizzera e la Turchia. Presidente del Comitato è stato eletto il danese Martin Merrild, presidente del Consiglio danese dell’agricoltura e dell’alimentazione. Roberto Moncalvo, 35 anni di Settimo Torinese, è dal novembre del 2013 leader di Coldiretti. Da neolaureato in Ingegneria al Politecnico di Torino, ha preferito trasformare l’azienda agricola familiare ad orientamento cerealicolo in un’impresa che nel 2005 ha ottenuto il riconoscimento di “fattoria didattica” e dal 2007 ha iniziato a produrre anche ortaggi e fragole per la vendita diretta con l’apertura di un nuovo punto vendita aziendale. “L’elezione ai vertici dell’organizzazione Europea è il riconoscimento della capacità di innovazione e rinnovamento dell’agricoltura nazionale ed anche la dimostrazione di un nuovo protagonismo dell’Italia in Europa” - ha affermato il presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo -. “Vogliamo fare la nostra parte per una Europa che guardi alla valorizzazione delle diverse realtà territoriali e sia piu’ attenta alle reali esigenze dei suoi cittadini”.
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L’Italia si conferma leader per la sicurezza alimentare
Il Ministero della Salute certifica i minori residui di prodotti fitosanitari
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tà estremamente contenuta, pari allo 0,5 per cento. Come per gli scorsi anni, tali risultati sono migliori di quelli europei, che infatti riportano una percentuale di irregolarità pari all’1,5 per cento (dati “The 2013 European Union Report on Pesticide Residues in Food”) e quindi indicano un elevato livello di protezione del consumatore italiano. Nello specifico, per cereali, oli e vino su 1441 campioni analizzati, uno soltanto è risultato non regolamentare, con una percentuale pari allo 0,1 per cento, mentre per gli
ortofrutticoli su 5525 campioni quelli con residui superiori ai limiti massimi di residui sono stati 45 (22 di frutta e 23 di ortaggi), con una percentuale di irregolarità uguale a 0,8 per cento (valore comunque inferiore all’1,7 per cento registrato nel 2012 a livello europeo). Numeri che confermano, secondo Coldiretti, la necessità di mantenere alta l’attenzione sui residui fitosanitari negli alimenti a livelli non conformi a livello europeo, per difendere il lavoro delle imprese italiane dal rischio di concorrenza sleale.
Notizie
’Italia si conferma leader in Europa per la sicurezza alimentare. Lo sottolinea un’analisi Coldiretti sul Rapporto annuale sul Controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti, pubblicato dal Ministero della Salute a cura della Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e la Nutrizione. Nel 2013 sono stati analizzati 9358 campioni di frutta, ortaggi, cereali, olio, vino, baby food e altri prodotti. Di cui 50 sono risultati non regolamentari, con una percentuale di irregolari-
Sovrappeso il 54,5% degli uomini e il 37,5% delle donne
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Nel sud Italia però sono il 10% in più che al nord el Sud Italia sono in sovrappeso o obesi il 59,6 per cento degli uomini e il 42,9 per cento delle donne, valori che sono superiori di 10 punti percentuali rispetto a quelli del Nord-ovest. È quanto emerge da una analisi Coldiretti sulla base dei dati Istat sulla dimensione della salute in Italia, in occasione della settimana della dieta mediterranea. Complessivamente in Italia è in sovrappeso o obeso il 54,5 per
cento degli uomini e il 37,5 per cento delle donne. Questa condizione cresce all’aumentare dell’età, raggiungendo i valori più elevati tra i 65 e i 74 anni, e subisce una lieve flessione nelle età più avanzate. Esistono pronunciate differenze geografiche con le regioni con il maggior numero di persone obese o sovrappeso che sono, per i maschi, il Molise (64,8 per cento), la Campania (61,6 per cento), la Sicilia (60,6 per cento), la Puglia (59,1
D M deambrosis maurizio PNEUMATICI
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per cento) e la Basilicata (58,8 per cento) mentre per le femmine, la Basilicata (46,5 per cento), la Puglia (44,1 per cento), la Campania (43,7 per cento), il Molise (43,4 per cento) e la Sicilia (40,8 per cento). Sul versante opposto si collocano il Trentino-Alto Adige, la Valle d’Aosta, il Piemonte, la Lombardia e la Liguria, con qualche variazione nella posizione di queste regioni nella classifica delle donne rispetto a quella degli uomini.
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Da McDonald’s è protagonista la Piemontese
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a Razza Bovina Piemontese è protagonista in oltre 500 ristoranti McDonald’s italiani con l’hamburger dedicato “McItaly”, realizzato con la carne certificata dal Coalvi, il Consorzio che con Coldiretti ha promosso la richiesta del riconoscimento dell’Igp per il Vitellone Piemontese. Fino al 10 novembre, 1 milione e 600 mila panini stanno facendo conoscere, lungo tutta la penisola, la carne 100 per cento Made in Piemonte, riconosciuta tra le più pregiate al mondo. A questo si aggiunge la massiccia campagna pubblicitaria promossa da McDonald’s su tutti i media, fra cui anche le televisioni nazionali con in bella mostra il marchio Coalvi. Far apprezzare la Razza Piemontese attraverso una catena ristorativa internazionale come McDonald’s, che si rivolge soprattutto alle famiglie ed ai giovani, rappresenta un grande successo per Coldiretti Piemonte. Tale
accordo non è solo un’importante opportunità di business, ma valorizza il territorio ed il lavoro dei nostri agricoltori a difesa di questa razza autoctona e a salvaguardia dell’intero patrimonio Made in Italy. La Piemontese è la più importante razza da carne italiana e conta oltre 350 mila capi con 6 mila aziende impegnate nell’allevamento. Sono impiegati oltre 15 mila addetti per un fatturato che, per il solo allevamento, vale oltre 500 milioni di Euro e per l’intera filiera, comprendente la logistica, il trasporto, la mangimistica, la macellazione ed il sezionamento, raggiunge il miliardo e 30 milioni di Euro. È una carne tenera, a basso conte-
Alimentare
“McItaly Piemontese” porta l’eccellenza del Made in Piemonte in tutta Italia
11 nuto di colesterolo, con pochi grassi e dalle ottime capacità nutrizionali.
Gli italiani non si fidano delle mense scolastiche
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n italiano su cinque (20 per cento) ha una valutazione negativa dei pasti serviti nelle mense scolastiche di figli o nipoti. Inoltre il 42 per cento la ritiene appena sufficiente. È quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’ divulgata in occasione dell’operazione dei Carabinieri relativa alla fornitura di pasti in scuole delle province di Napoli,
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Avellino e Salerno. Una netta maggioranza dell’83 per cento ritiene che le mense dovrebbero offrire i cibi più sani per educare le nuove generazioni dal punto di vista alimentare mentre solo il 13 per cento ritiene che dovrebbero essere serviti i piatti che piacciono di più. In ogni caso il 52 per cento degli italiani considera il costo delle mense scolastiche adeguato
mentre per il 25 per cento è eccessivo. Per assicurare il miglior rapporto prezzo/qualità, ma anche per educare le nuove generazioni, Coldiretti sollecita a privilegiare nelle mense scolastiche i cibi locali a chilometro zero che valorizzano le realtà produttive locali e riducono i troppi passaggi intermedi dietro i quali piu’ elevato è il rischio di frodi e sofisticazioni.
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Secondo 1 italiano su 5 la qualità è pessima
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Anche la Russia vieta gli Ogm
Si allarga il fronte no biotech, si produce solo in 5 paesi on il divieto di coltivare gli Ogm deciso dalla Russia si allarga il fronte contro il biotech, tanto che sono rimasti appena cinque paesi in Europa a coltivare organismi geneticamente modificati. L’annuncio dell’intenzione di proibire la produzione di prodotti geneticamente modificati in Russia, è stato fatto dal vice primo ministro del Governo di Mosca, Arkady Dvorkovich. Un passo che segue l’ulteriore calo delle superfici seminate a transgenico, che nel 2014 sono diminuite del 3 per cento, a conferma della crescente diffidenza nei confronti di una tecnologia che non rispetta le promesse, secondo l’analisi del rappor-
Ogm Free
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to annuale 2014 dell’ “International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications” (ISAAA). La superficie Ogm in Europa nel 2014 conta oggi appena 143.016 ettari di mais Bt coltivati in soli 5 Paesi sui 28 che fanno parte dell’Unione. Peraltro ben il 92 per cento di mais biotech europeo è coltivato in Spagna dove sono stati seminati 131.538 ettari mentre le superfici coltivate sono residuali in Portogallo, Slovacchia, Repubblica Ceca e Romania. Ma anche in quest’ultimo paese si sta verificando un crescente abbandono delle sementi transgeniche da parte degli agricoltori, come nel caso del mais MON810 che le multinazionali sono
arrivate addirittura ad offrire gratuitamente, senza però trovare persone disposte ad utilizzarle. Lo scarso interesse per i semi biotech sarebbe stato determinato dalla minore produttività rispetto alle varietà convenzionali. “Per l’Italia gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico del Made in Italy” commenta il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo nel ricordare che quasi 8 cittadini su 10 (76 per cento) si oppongono oggi al biotech nei campi.
La Francia vuole rinforzare la moratoria sul mais Ogm I ministri di Agricoltura e Ambiente vogliono escludere il territorio transalpino a Francia rafforza la moratoria sugli Ogm. Secondo quanto riportato sul periodico transalpino Capital i ministri francesi hanno chiesto all’Ue l’esclusione del territorio nazionale per i nove mais Ogm già autorizzati o in corso di autorizzazione a livello europeo. I ministri dell’Ambiente e dell’Agricoltura, Segolene Royal e Stephane Le Foll, hanno annunciato di aver deciso di richiedere alla Commissione Europea “l’esclu-
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sione del territorio nazionale per i nove mais Ogm già autorizzati o in corso di autorizzazione a livello europeo”. Una di queste nove varietà è già autorizzata alla coltivazione a livello europeo, il mais MON 810 dell’azienda sementifera americana Monsanto, ed è oggetto di una moratoria in Francia. “Questa decisione è in linea con la legge del 2 giugno 2014 che vieta la coltivazione di mais Ogm sul territorio nazionale”, aggiungono i ministri nel comunicato. In
conformità con una direttiva europea adottata a marzo, gli Stati membri dell’UE possono ormai limitare o vietare sul loro territorio l’utilizzo di Ogm autorizzati a livello europeo. Ampiamente utilizzati negli Stati Uniti e in Asia, gli Ogm dividono l’opinione pubblica in Europa. Il Regno Unito è in generale più favorevole agli Ogm, mentre la Francia e altri paesi vi si oppongono. [Marine Pennetier, periodico – a cura di agra press (gin)]
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Apicoltori: iscrizioni all’Anagrafe entro il 30 ottobre È obbligatoria la registrazione alla Banca Dati Apistica (BDA)
marzo 2015, è stato successivamente prorogato al 30 ottobre 2015 e riguarda tutti gli apicoltori amatoriali e professionali. In base a quanto reso noto dalla Direzione Sanità della Regione Piemonte, al 30 set-
tembre risultavano regolarmente registrati solamente il 48,26 % dei soggetti interessati. Per tanto, gli apicoltori che non avessero ancora provveduto all’iscrizione, è bene che si rivolgano quanto prima agli uffici Coldiretti.
Adempimento importante
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el 2015 è diventata operativa (ai sensi della legge quadro sull’apicoltura n. 313 del 2004) la nuova anagrafe apistica nazionale. Essa prevede, tra l’altro, l’assegnazione di un nuovo codice aziendale, con criteri uniformi a livello nazionale e per tutti gli apicoltori. Disporre di un’anagrafe nazionale aggiornata costituisce un presupposto indispensabile per affrontare efficacemente molte delle problematiche sanitarie che affliggono il settore e per addivenire ad una più equa distribuzione dei fondi messi a disposizione dal Piano Apistico Nazionale. L’obbligo di registrazione nella Banca Dati Apistica (BDA), già previsto per il 16
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Serata sfiziosa alla Douja d’Or
La squadra Coldiretti - Terranostra ha preparato la trippa
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nche quest’anno la squadra Coldiretti, Terranostra e Campagna Amica ha fatto una gran bella figura alla Douja d’Or. Centinaia di piatti tipici abbinati con la Barbera “Amica”, sono stati distribuiti nell’apposito spazio riservato alle associazioni. Sabato 19 settembre sono stati serviti una fantastica “Trippa alla Monferrina” e i dolci, bunet e torta di nocciole, preparati dalle aziende agrituristiche “Cascina S. Nazario” di Montechiaro d’Asti e “Cascina Borio” di Villafranca.
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A Cellarengo e Isola il premio Coldiretti
“Tinca Gobba” e “Baciuà” primi ex aequo al Festival delle Sagre
Miglior Pro Loco
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a “Tinca Gobba Dorata del Pianalto”, preparata in carpione dalla pro loco di Cellarengo, e i “Baciuà”, zampino di maiale lessato cucinato dalla la pro loco di Isola d’Asti, sono i piatti vincitori del premio Coldiretti “Garantiamo l’Origine” preparati al “Festival delle Sagre Astigiane”. Per la prima volta, alla quindicesima edizione, si è dunque registrato un ex aequo. Entrambe le pro loco erano meritevoli di essere premiate, quindi la giuria ha deciso di attribuire in coabitazione il primo posto che garantirsi i mille euro messi in palio da Coldiretti e Fondazione Campagna Amica. La giuria di esperti nominata per l’occasione, ha analizzato con attenzione i piatti concorrenti al premio, riscontrandone in ogni caso la buona tracciabilità e qualità delle materie prime utilizzate nella preparazione. Nel caso dei piatti proposti dalla pro loco di Cellarengo e di Isola d’Asti, sono state valutate con il massimo dei giudizi, la fedeltà di partecipazione negli anni, la completezza della documentazione presentata al concorso e, soprattutto, i contenuti espressi nel dossier di presentazione con particolari riferimenti alla filiera corta. L’unicità e singolarità delle ricette della Tinca Gobba e del Baciuà, entrambe strettamente legate al territorio e alla tradizione, hanno poi fatto un’ulteriore differenza e una distinzione netta con gli altri piatti. “Era giusto premiare entrambi i piatti. Siamo molto soddisfatti del livello delle proposte gastronomiche in gara – ha affermato il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale – il pari merito è anche la riprova del fatto che tutte le pro loco si impegnano costantemente per impiegare materie prime del nostro territorio, accuratamente selezionate. Il livello delle proposte gastronomiche in
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gara è stato veramente alto, direi eccellente”. Le premiazioni del Festival delle Sagre, come da tradizione, si
terranno quest’inverno alla Camera di Commercio di Asti con una celebrazione ufficiale.
ALBO D’ORO DEL CONCORSO 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
Moncalvo Isola d’Asti Cessole Cellarengo Moncalvo Castagnole Monferrato San Damiano d’Asti Azzano Villafranca d’Asti Cellarengo Isola d’Asti Costigliole d’Asti Castello di Annone Cellarengo e Isola d’Asti (ex-aequo)
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Chiusura del fondo e servitù
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’articolo 841 codice civile prevede che il proprietario del fondo possa chiudere la propria proprietà, in qualsiasi momento, purché ne lasci libero e comodo l’ingresso a chi ha diritto ad una servitù di passaggio (art.1064 c.c.). Quindi se da un lato il proprietario può difendere la sua proprietà, dall’altro non deve pregiudicare gli interessi di chi si serve della stessa per accedere al proprio fondo. Un possibile e giusto equilibrio tra le diverse esigenze potrebbe consistere nell’installazione di un cancello sulla via di accesso al fondo con la consegna di copia delle chiavi al titolare del diritto di passaggio o meglio ancora un cancello automatico con consegna del telecomando agli aventi diritto. In tal modo quest’ultimo non soffrirà alcun disagio e, nello stesso tempo, viene garantita a entrambi un’adeguata protezione contro estranei e malintenzionati.
Spostamento servitù Il proprietario del fondo servente non può trasferire l’esercizio della servitù in luogo diverso da quello nel quale è stata stabilita originariamente. Tuttavia, se l’originario esercizio è divenuto più gravoso per il fondo servente o se impedisce di fare lavori, riparazioni o miglioramenti, il proprietario del fondo servente può offrire al proprietario dell’altro fondo un luogo egualmente comodo per l’esercizio dei suoi diritti, e questi non può ricusarlo. Il cambiamento di luogo per l’esercizio della servitù si può del pari concedere su istanza del proprietario del fondo dominante, se questi prova che il cambiamento riesce per lui di notevole vantaggio e non reca danno al fondo servente. L’autorità giudiziaria può anche disporre che la servitù sia trasferita su altro fondo del proprietario del fondo servente o di un terzo che vi acconsenta, purché l’esercizio di essa riesca egualmente agevole al proprietario del fondo dominante.
Prescrizione ed estinzione della servitù Avere il diritto di servitù su un altro terreno – per esempio, il passaggio da una via o da un cortile, oppure l’attraversamento di un cancello – non implica l’esistenza di tale diritto per sempre”: anche la servitù, infatti, si estingue per “non uso” . Si tratta, cioè, di una vera e propria “prescrizione” del diritto, che potrà essere fatta valere dal proprietario del fondo servente per rientrare nella piena proprietà e disponibilità del proprio bene. La servitù, di norma, si prescrive dopo 20 anni di mancato utilizzo (“non uso”) da parte del titolare. Tuttavia, l’estinzione della servitù, secondo una recente sentenza della Cassazione (n.4157 /2015) scatta anche in presenza di un uso saltuario: non è necessario, quindi, dimostrare l’assenza totale di uso, ma basterebbe anche un utilizzo sporadico, avvenuto di tanto in tanto e non in modo continuativo.
Notizie
Problematiche per lasciare libero e comodo il passaggio
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Toro Campione d’Italia a Monastero Bormida
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spite del Toro Club di Acqui Terme, il 25 agosto scorso la squadra di calcio categoria Primavera del Torino F.C., ha festeggiato la conquista dello scudetto presso l’Agriturismo “San Desiderio” di Monastero Bormida. Una bellissima festa, con una sontuosa cena preparata dalla famiglia Merlo, alla presenza del Mister Moreno Longo, del responsabile del settore giovanile Massimo Bava e di quello tecnico Silvano Benedetti, nonchè del Vice presidente della società Giuseppe Cairo. Oltre al papà
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del Presidente, era anche presente la sorella Isabella che non ha nascosto il sogno di vincere, un giorno, anche uno scudetto della serie A. Alla
serata era inoltre presente il giornalista del TG5 Beppe Gandolfo che ha ricordato, insieme a tutti i presenti, la figura di don Aldo Rabino, il capellano del Toro, recentemente scomparso, e da sempre molto vicino ai giovani calciatori. Nella foto i coniugi Merlo con la squadra del Toro Primavera Campione d’Italia.
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La squadra di calcio Primavera ha festeggiato all’agriturismo San Desiderio
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Malattie professionali in agricoltura Quando il lavoro ne costituisce la causa diretta e determinante
Previdenza
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coltivatori diretti coloni e mezzadri sono assicurati obbligatoriamente all’Inail, quindi sono tutelati non solo se subiscono un infortunio sul lavoro, ma anche se contraggono una malattia a causa e nell’esercizio del lavoro svolto o dei materiali utilizzati (es. esposizione a sostanze dannose, rumore, ecc.). Le malattie professionali si differenziano dagli infortuni sul lavoro in quanto sono originate da una causa lenta e prolungata nel tempo (es. il lento processo di assorbimento di sostanze tossiche da parte dell’organismo), al contrario dell’infortunio sul lavoro che si caratterizza per una causa violenta e improvvisa (es. una caduta dall’alto). Il riconoscimento della malattia
professionale comporta il conseguente indennizzo economico da parte dell’Inail oltre all’erogazione delle necessarie cure mediche riabilitative. Le malattie di origine professionale riconosciute dalla Legge in agricoltura sono elencate in una apposita tabella e sono associate a una o più attività o lavorazioni. Rientrano ad esempio nell’elenco delle malattie professionali in agricoltura: le malattie causate da esposizione a sostanze dannose, quelle causate da radiazioni solari, per le lavorazioni svolte prevalentemente all’aperto; la sordità da rumore; l’ernia discale lombare causata da lavorazioni svolte con macchine che espongono a vibrazioni trasmesse al corpo intero: trattori, mietitreb-
bia, vendemmiatrice semovente; malattie da sovraccarico degli arti superiori: tendiniti e sindrome del tunnel carpale, ecc. Sono comunque indennizzabili dall’Inail anche le malattie non presenti nella tabella di Legge: in tal caso, però, il lavoratore deve dimostrarne l’origine lavorativa, vale a dire che la malattia si è verificata a causa e nell’esercizio del lavoro svolto. Data la complessità della materia è necessario che in caso di sospetta malattia professionale gli interessati prendano contatto tempestivamente con gli uffici del patronato EPACA che provvederà, tra l’altro, al servizio gratuito di consulenza medico legale qualificata. Informazioni al n. 0141.380.404/432.
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Malattie nefrologiche
Il 10% della popolazione soffre di disturbi renali
si manifesta il primo danno: glomerulonefriti, pielonefriti, nefropatie vascolari, nefropatie tubulo interstiziali, di nuova insorgenza o ereditarie, acute o croniche, primitivamente renali o secondarie ad una malattia sistemica come il diabete o le collagenopatie. I segni più frequenti sono un’alterazione del colore (scure, rosse) o del volume (scarso) delle urine, lo stimolo ad urinare più frequente-
mente o con bruciore, edemi intorno agli occhi o alle estremità, ipertensione arteriosa, dolore alla schiena. Pertanto, una diagnosi clinica, laboratoristica e strumentale precoce, delle differenti patologie renali, è particolarmente importante, perché consente di mettere in atto tutte le terapie e di adottare i cambiamenti di stile di vita che possono rallentare l’evoluzione.
Salute
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e malattie renali possono evolvere del tutto asintomatiche. Circa il 10% della popolazione è affetto da malattia renale cronica e questa percentuale è più elevata in alcune particolari categorie quali anziani, ipertesi, diabetici o persone obese. I reni hanno la funzione di filtrare le urine e di riequilibrare nell’organismo il contenuto dei sali minerali presenti nel sangue, nei liquidi organici e nelle cellule. Un’ulteriore attività dell’apparato urinario è quella di secernere gli ormoni che regolano la produzione di globuli rossi, il mantenimento in equilibrio della pressione arteriosa ed il metabolismo del calcio/fosforo. Quando compare una patologia renale, queste funzioni possono essere progressivamente alterate, nei casi più gravi fino alla completa abolizione. Le malattie renali possono mostrarsi in maniera diversa a secondo della componente in cui
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Da oltre dieci anni, l’accordo tra Coldiretti-Epaca e C.D.C. permette di far crescere il valore della prevenzione e della sicurezza nella cultura dell’impresa agricola ed unire la tutela dell’imprenditore, dei suoi familiari e degli ospiti della sua azienda con l’idea di una nuova agricoltura multifunzionale territorialmente sostenibile. C.D.C. rappresenta una delle realtà sanitarie più significative e dinamiche del Piemonte, con un’attività diagnostica completa presso sedi dislocate in modo capillare su tutto il territorio regionale: a Torino, Biella, Cuneo, Novara, Vercelli e Verbania. Grazie a tale collaborazione, i soci Coldiretti-Epaca possono accedere privatamente a tutte le prestazioni con tariffario agevolato esibendo la Tessera Associativa Coldiretti/Epaca, oppure tramite il SSN presentando la richiesta del medico curante. Inoltre presso gli uffici provinciali o zonali Coldiretti-Epaca possono prenotare visite mediche specialistiche e prestazioni diagnostiche presso tutti i centri C.D.C. e con assoluto rispetto della privacy, il socio, tramite il PIN ricevuto in accettazione, può richiedere la stampa del proprio referto online. Periodicamente, tramite questa rubrica, vi informeremo su temi di interesse generale legati alla prevenzione ed alla cura di patologie tipiche del mondo agricolo.
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COLTIVA LA TUA SALUTE
C.DC.: ASTI, C.so Galileo Ferraris, 4/a - EPACA: ASTI, C.so F. Cavallotti, 41, tel 0141.380.400 - CANELLI, Via Cassinasco, 11/13 - CASTELNUOVO D.B., V.le Europa, 12/B - MONCALVO, P.zza Carlo Alberto, 25 - MONTIGLIO M.TO, Via Padre Carpignano, 3 - NIZZA M.TO, C.so Acqui, 42/44 - S. DAMIANO D’ASTI, Via Roma, 23 - VESIME, P.zza V. Emanuele II, 3 - VILLANOVA D’ASTI, Via O. Blandino, 19
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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Controllo delle alterazioni olfattive e microbiologiche L’esame delle cause e possibili rimedi nel vino
Misura 111-1B
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fenoli volatili nei vini si formano a partire dagli acidi cinnamici, in particolare dall’acido para-cumarico e ferulico. Nei vini rossi possono essere presenti soprattutto gli etil fenoli mentre nei vini bianchi si presentano soltanto vinilfenoli. Un enzima, la cinnammil-esterasi, prodotto da alcuni ceppi di cerevisiae, idrolizza gli esteri tartarici degli acidi idrossicinnamici, generando fenoli liberi. Certi enzimi pectolitici del commercio non purificati possiedono una elevata attività cinnamilesterasica. Negli ultimi anni è stato possibile mettere a punto metodi efficaci di purificazione degli enzimi enologici, abbassando efficacemente la soglia di produzione della cinnamil-esterasi. Un altro enzima, la cinnammato decarbossilasi, prodotta dai cerevisiae trasforma invece gli acidi cinnamici in vinil-fenoli. E’ stato individuato il gene del lievito che porta alla sintesi della cinnammato decarbossilasi denominato “POF +” (Phenolic off flavour positivo - difetto di odore fenolico). Sono stati condotti studi su diversi ceppi di lieviti enologici; alcuni si sono espressi come “POF negativi” e sono in grado di conferire elevata finezza e franchezza aromatica che li rendono interessanti non solo sui vitigni aromatici, ma anche sui vitigni neutri. Nei vini bianchi, le macerazioni pellicolari abbinate a defecazioni insufficienti possono incrementare la presenza di acidi fe-
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Si stanno sperimentando alcuni coadiuvanti che possono essere impiegati nel controllo della “casse” ferrica e rameica, come coadiuvanti di chiarifica, per il controllo delle popolazioni di Brettanomyces, per la fissazione dei metalli pesanti nolici e la conseguente produzione di vinil-fenoli. Per contro, i mosti iperossigenati, contengono un basso tenore di vinil-fenoli. I vinil-fenoli incidono molto sulla franchezza aromatica dei vini bianchi; infatti, ad una certa concentrazione, interferiscono con la percezione olfattiva generale mascherando gli aromi primari. Alcuni studi hanno evidenziato invece che la presenza di vinil-fenolo in concentrazioni inferiori, può giocare un ruolo nell’espressione varietale del prodotto. L’enzima cinnammato decarbossilasi è inibita dai polifenoli è ciò spiega il fatto per cui la formazione di vinil-fenoli da parte dei lieviti avviene soltanto nei mosti bianchi, durante la fermentazione. La formazione di vinil-fenoli non avviene generalmente nei vini conservati sui lieviti in quanto i lieviti e l’enzima non sono più attivi; non avviene neanche nei mosti rossi in quanto l’enzima viene inibito da una quantità superiore di polifenoli. Il 4-vinil-fenolo viene prodotto a partire dall’acido paracumarico: risulta maleodorante, e conferi-
Secondo Rabbione, responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte, ha redatto il presente articolo sui coadiuvanti
sce una nota fenolica, con odore di farmacia, di medicinale, di vernice. Il 4-vinil-guaiacolo viene prodotto a partire dall’acido ferulico: presenta odore nettamente meno sgradevole con sentori di chiodi garofano, sentore pepato, ma è sempre accompagnato dalla presenza di 4-vinil-fenolo. I lieviti S. cerevisiae non sono in grado di produrre la vinil-fenolriduttasi che riduce i vinil fenoli in etil-fenoli. Nei vini rossi gli etil-fenoli possono originare deviazioni organolettiche con odore fastidioso cosiddetto di scuderia, sudore di cavallo e di stalla. Tenori di 600-700 μ/L sono già sufficienti per conferire sentori alterati ai vini rossi. Essi vengono prodotti principalmente dai lieviti del genere Brettanomyces (o Dekkera) che producono sia la cinnammatodecarbossilasi, non inibita in questo caso dai composti polifenolici, che trasforma gli acidi cinnamici in vinil-fenoli, sia la vinil-fenol-riduttasi che trasforma i vinil in etil-fenoli. Tali lieviti, come sappiamo, si moltiplicano prevalentemente durante l’affinamento con bassi
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dosi scalari di prodotti a base di silici selezionate e carboni attivi. Il trattamento genera una leggera riduzione del colore che giustifica ampiamente il trattamento tramite il quale si può rigenerare un vino difettoso e recuperare, in parte, gli aromi varietali “nascosti” dalle deviazioni organolettiche. Negli ultimi tempi si stanno sperimentando altri coadiuvanti enologici a base di chitina, un polisaccaride molto diffuso in natura, in particolare chitosano e chitina glucano. Essi possono essere impiegati per molteplici scopi: nel controllo della casse e ferrica e rameica, come coadiuvanti di chiarifica, per il controllo delle popolazioni di Brettanomyces, per la fissazione dei metalli pesanti ed il controllo dell’ocratossina. In particolare alcuni prodotti a base chitosano, utilizzati dopo la fermentazione alcolica e malolattica, risultano efficaci contro i Brettanomyces o altri microorganismi indesiderati; sono di origine 100% vegetale, non allergenici, totalmente solubili e a rapida azione. La loro azione nei confronti dei Brettanomyces non è ancora ben conosciuta; sembrerebbero interagire con la membrana
delle cellule, con reazioni da stress, destrutturazione e morte delle cellule. Un’altra ipotesi di azione potrebbe essere dovuta all’assorbimento del prodotto sulla parete dei Brettanomyces con blocco degli scambi intra ed extra cellulari, morte e flocculazione. Alcune prove hanno confermato la riduzione dei Brettanomyces fino al 95% in poco tempo. Un trattamento a 5 g/ hL ha permesso di eradicare la popolazione in 5 giorni (le dosi consigliate del prodotto considerato vanno da 2,5 a 5 g/hL). Esistono poi altri prodotti a base di Chitina glucano (estraibile dall’Aspergillus niger), anch’essi non allergenici, utilizzabili per il collaggio e per eliminare le molecole indesiderabili. Questi prodotti risultano efficaci sia nei confronti delle riduzioni, degli etil-fenoli e possono essere utilizzati in alternativa o insieme alle chiarifiche con colle di origine animale. Contro le forti riduzioni contribuiscono alla ricomparsa delle note varietali e fruttate, risultano efficaci contro il sentore “Brett”, il gusto di topo, e vengono impiegati nei casi di “tampone aromatico” con perdita aromaticità e di franchezza olfattiva.
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tenori di SO2 libera, in caso di temperature elevate o comunque superiori ai 15°C, quando è presente ossigeno (sia in dipendenza della dose che della modalità di somministrazione - ad esempio un travaso che provoca saturazione risulta più pericoloso rispetto ad una microossigenazione), per effetto della contaminazione dei materiali di cantina con lieviti Brettanomyces, in dipendenza del contenuto di acidi cinnamici e in base alla disponibilità di zuccheri fermentescibili (anche se i Brettanomyces sono in grado di utilizzare come fonte di carbonio i pentosi) e sono sufficienti 300 mg/L di zuccheri residui (glucosio, fruttosio, arabinosio), per formare quantità percettibili di etil e vinil-fenoli. La presenza di fenoli volatili durante l’affinamento deve essere ostacolata impiegando adeguati tenori di SO2 libera e controllando le temperature. Anche alcune specie di batteri lattici possono attaccare gli acidi cinnamici (para-cumarico, ferulico e caffeico), trasformandoli in vinil-fenoli e successivamente in etil fenoli. Le deviazioni organolettiche (compreso il sentore “brett”) possono essere trattate provando in laboratorio
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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Dichiarazioni vitivinicole anno 2015
Le rivendicazioni devono essere presentate entro il 15 dicembre
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zione nei limiti del Decreto Ministeriale del 19 dicembre 2000; Si precisa che la dichiarazione deve essere presentata anche se la produzione di uva nella campagna interessata sia stata uguale a zero, così come precisato dalla Commissione UE con nota n. 26185 del 1 luglio 1998 e come ribadito dall’Ispettorato Centrale per il Controllo della Qualità dei Prodotti Agroalimentari con nota n. 27390 pos. 28/6 del 9 dicembre 2002. I soggetti obbligati alla presentazione della sola dichiarazione di vendemmia (quadro C della dichiarazione) devono compilare la medesima con riferimento alla Unità tecnico Economica nel cui territorio sono ubicati i vigneti dai quali sono state ottenute le uve oggetto della dichiarazione stessa. Sono, invece, esonerati dall’obbligo della presentazione della dichiarazione: a) Le persone fisiche o giuridiche o gli Organismi Associativi di dette persone la cui produzione di uve è interamente destinata ad essere consumata come tale,
ad essere essiccata o ad essere trasformata direttamente in succo di uva da parte del produttore oppure da parte di una industria di trasformazione specializzata; b) I produttori le cui aziende comprendono meno di 0,1 ettari di vigneto e il cui raccolto non è stato né sarà, neppure in parte, immesso in commercio in qualsiasi forma; Di norma ciascuna dichiarazione deve corrispondere alla presenza di un Registro di carico e scarico. DICHIARAZIONE DI PRODUZIONE VINICOLA Sono tenuti a presentare la dichiarazione di produzione vinicola tutte le persone fisiche o giuridiche o gli Organismi Associativi di dette persone, incluse le cantine cooperative di vinificazione che nella campagna in corso: a) hanno prodotto vino; b) detengono, con riferimento alle ore 00:01 del giorno 30 novembre, prodotti diversi dal vino (mosti concentrati e/o concentrati rettificati ottenuti nella campagna in corso), uve, mosti, vini nuovi ancora in fermentazione
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utti i produttori di uve destinate alla vinificazione, nonché i produttori di mosto e di vino, devono dichiarare, ogni anno, alle autorità nazionali competenti, i quantitativi dell’ultima vendemmia. Il modello di dichiarazione vitivinicola è unico e riguarda sia la dichiarazione di vendemmia delle uve sia la dichiarazione di produzione del vino. Le superfici dichiarate suddivise in categorie di raccolto (Vino, vino DO, vino varietale) sono confrontate con le superfici risultanti dalle dichiarazioni contenute nello schedario viticolo. Le difformità risultanti dal controllo devono costituire oggetto di un aggiornamento allo schedario. DICHIARAZIONE DI VENDEMMIA Sono tenuti a presentare la dichiarazione di vendemmia: a) tutte le persone fisiche o giuridiche o gli Organismi Associativi di dette persone che producono uve da vino; b) i produttori di uve a duplice attitudine, destinate alla vinifica-
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anche se destinati ad utilizzazioni diverse quali i succhi d’uva, acetifici, ecc.; c) hanno proceduto all’ acquisto e/o trasformazione di prodotti a monte del vino e li hanno ceduti totalmente prima delle ore 00:01 del giorno 30 novembre. Sono, invece, esonerati dall’obbligo della presentazione della dichiarazione: a) le persone fisiche o giuridiche o le associazioni di dette persone già indicate come soggetti esonerati al precedente paragrafo; b) i produttori che, mediante vinificazione nei loro impianti dei prodotti acquistati, ottengono un quantitativo di vino inferiore a 10 hl, che non è stato e non sarà commercializzato sotto qualsiasi forma; c) i produttori di uve che consegnano la totalità della propria produzione ad un Organismo Associativo, soggetto all’obbligo di presentare una dichiarazione, riservandosi di produrre
un quantitativo di vino inferiore a 10 hl, che non è stato e non sarà commercializzato sotto qualsiasi forma. Di norma ciascuna dichiarazione deve corrispondere alla presenza di un Registro di carico e scarico. Nei casi in cui ad una Unità Tecnico Economica corrisponda una unica Unità Produttiva il produttore presenta un’unica dichiarazione riferita obbligatoriamente all’Unità Tecnico Economica . Nei casi in cui una azienda disponga di più stabilimenti enologici identificati con un proprio Registro di carico e scarico, questa effettua una dichiarazione sull’Unita Tecnico Economica per quanto riguarda la vendemmia (Quadro C) e per quanto riguarda la produzione (Quadro G, mentre per le restanti Unità Produttive l’azienda presenta una dichiarazione specifica in cui i movimenti di uve ed altri prodotti a monte del vino sono tracciati
mediante compilazione del quadro F (prodotti ricevuti/ceduti). Il caso di uve o prodotti a monte del vino inviati in conto lavorazione ad apposita azienda contoterzista è un caso di cessione dei prodotti a monte del vino e pertanto va trattato allo stesso modo della vendita delle uve: l’azienda che consegna le uve deve indicare il prodotto e le quantità cedute nel quadro dei prodotti ceduti indicando come destinatario il contoterzista e che la produzione è in conto lavorazione; il contoterzista cessionario deve indicare prodotto, quantità e cedente nel quadro dei prodotti ricevuti. Si precisa che la compilazione del quadro F (prodotti ricevuti/ ceduti) è necessaria anche nel caso in cui l’azienda con più UTE deve registrare i movimenti di uve ed altri prodotti a monte del vino tra le proprie unità produttive (Unità Economiche e/o Unità Produttive .
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ASTI - Piazza Statuto, ogni martedì pomeriggio ASTI - Piazza De Andrè, Mercato in borgo Santa Maria Nuova, venerdì dalle 7 alle 13,30 ASTI - Fronte all’Ospedale Cardinal Massaia si tiene il mercato settimanale al lunedì dalle 7 alle 12 BUBBIO - Mercato della vendita diretta, ogni sabato pomeriggio in Via Roma CALAMANDRANA - Mercato di Terra Amica ogni sabato mattina CASTELNUOVO D. B. - Mercato di vendita diretta del contadino, ogni domenica mattina CORTAZZONE - Mercato Comunale, Prima e terza domenica del mese
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MERCATI DI CAMPAGNA AMICA
I produttori di Campagna Amica sono poi massicciamente presenti in altre tre rassegne agroalimentare: ad Asti, sotto i portici di piazza Alfieri, ogni seconda domenica del mese; a Canelli, tutte le prime domeniche del mese; a Nizza Monferrato, nell’ambito del Mercatino dell’Antiquariato, ogni terza domenica del mese.
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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Interventi autunnali nei noccioleti
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Redatti in collaborazione con la Sezione Corilicoltura del CRESO
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Gleosporiosi Il decorso estivo, secco e asciutto, ha ridotto l’incidenza e la diffusione di questa avversità fungina agli areali piemontesi di coltivazione pianeggianti e di bassa collina, ove è possibile riscontrare la presenza di foglie sulle quali si evidenzia la caratteristica macchia necrotica a “goccia” che progressivamente decolora e secca. Considerati gli sbalzi termici che si verificano in questi giorni tra le ore diurne e quelle notturne, la necessità di garantire la massima efficacia sistemica del principio attivo utilizzato per il contenimento, si consiglia di effettuare in questi giorni il trattamento con il p.a. tiofanate metile impiegando il quantitativo massimo consigliato in etichetta (1,75 L/Ha). Concimazione Per favorire l’accrescimento radicale delle piante di nocciolo (l’azoto viene messo in riserva a fine estate per essere mobilizzato della stagione successiva alla ripresa vegetativa) ed anche la decomposizione del materiale vegetale, si consiglia la distribuzione di concimi azotati in questo periodo. Le piogge verificatesi recentemente hanno determinato quell’incremento di umidità che, in presenza di temperature – dell’aria e del terreno – miti, consentiranno alla matrice organica del suolo di trasformare l’urea, che consigliamo di distribuire in questi giorni, in azoto ammoniacale prima ed azoto nitrico, elemento che sarà assorbito dalle piante di nocciolo. Con-
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sigliamo la distribuzione di 100 kg/ha di urea (46 unità di azoto) per non eccedere il limite di unità previste dalle Norme Tecniche di Produzione Integrata del Piemonte (l’apporto massimo annuale di unità di azoto per ettaro è rimasto invariato rispetto alla precedente a.a., ed è pari a 70 unità. Per chi ha già concimato in un’altra finestra (primavera) si consiglia di apportare urea fino al raggiungimento delle 70 unità. Per
ottimizzare l’effetto delle concimazioni ed evitare perdite per volatilizzazione è buona norma provvedere all’interramento del concime con una leggera fresatura o erpicatura. In ultimo sono sconsigliate concimazioni fogliari con microelementi es. boro e zinco, che oltre a non essere utili in questa fase del ciclo colturale, sono anche scarsamente assorbiti dall’apparato fogliare delle piante che si avviano al riposo vegetativo.
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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
CORSI DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE PER IMPRENDITORI AGRICOLI FINANZIATI DAL PSR, Misura 111 .1.A TITOLO E SEDI DI SVOLGIMENTO DEI CORSI Corso per il conseguimento del “patentino” valido per l’acquisto, il trasporto e l’utilizzo dei fitofarmaci Sede: Asti – Canelli – Nizza M.to – S. Damiano d’Asti - Vesime Corso di aggiornamento per datore di lavoro con incarico diretto r.s.p.p. – rischio medio Sede: Asti Corso di aggiornamento per l’incaricato all’attività di primo soccorso in azienda di gruppo “B” Sede: Asti – Canelli Corso di aggiornamento per addetto alla prevenzione e lotta antincendio in aziende gruppo “B” Sede: Asti – Canelli Formazione generale e specifica dei lavoratori in agricoltura - Sede: Asti – Canelli – Nizza M.to
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La sicurezza del lavoro negli allevamenti bovini - Sede: Asti
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Restituire questa pagina contrassegnando i corsi di interesse e compilando la presente richiesta RAG. SOCIALE AZIENDA…………………………………………………… …………….................................................... PARTITA IVA …………………………………ALLIEVO COGNOME E NOME ……………………………………………… COD. FISCALE ……………….…….………………………RUOLO IN AZIENDA…………………………………………… Domicilio in Via/Loc…………………………….……...………...…………………...........n………….. C.A.P……………....
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Comune ………………...………...……………………Tel. ………………….………… Cell………………………………… Fax………………………………. E-mail:………………………………………………..………… Per informazioni del termine ultimo di accettazione domande ed avvio dei corsi contrassegnati, rivolgersi presso INIPA / COLDIRETTI ASTI: Tel. 0141/ 380426 - Fax 0141 – 355138 - E-mail: isabella.schifone@coldiretti.it
Ai sensi dell’art. 13 D.Lgs 196/2003, il sottoscritto a conoscenza dell’informativa, autorizza l’INIPA Piemonte alla raccolta, elaborazione e diffusione di tutti i dati personali necessari all’inoltro della domanda presentata e allo svolgimento del servizio richiesto.
Data…………………………… Firma ………………………………………………..…………………………………………….
Tutte le indicazioni nei volumi della Regione
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resso gli uffici tecnici Coldiretti è possibile richiedere il settimo volume della Collana sulla sicurezza delle macchine agricole, realizzato dalla Regione Piemonte in collaborazione con il CNR-Imamoter; quest’ultima pubblicazione è dedicata alle macchine agricole
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portate posteriormente. Vengono analizzati i principali aspetti di guida e i pericoli nel loro uso quotidiano, nell’intento di contribuire efficacemente alla riduzione dei fattori di rischio e alla individuazione di buone prassi che consentano l’utilizzo sicuro dei mezzi.
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Sicurezza macchine agricole
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Efficienza delle macchine irroratrici di agrofarmaci Entro il 26/11/2016 obbligatorio almeno un controllo funzionale
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on l’avvicinamento al periodo invernale inizia una fase molto utile per il controllo dello stato di efficienza delle macchine irroratrici di prodotti fitosanitari (PF), tenendo conto di alcune norme generali e scadenze indicate dal PAN (Piano di Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei PF). Riportiamo quanto stabilito dalla Regione Piemonte nelle Norme Tecniche di produzione integrata, relativamente alla scelta, alla manutenzione, nel contempo invitiamo gli interessati a rivolgersi ai nostri uffici tecnici Coldiretti per ogni eventuale dubbio/ approfondimento. SCELTA, MANUTENZIONE E GESTIONE DELLE MACCHINE • Le nuove macchine devono essere scelte in base alle caratteristiche dell’azienda e delle colture da trattare (specie, forme di allevamento, tipologie di impianto ecc.), ed alla facilità e flessibilità d’uso e di regolazione. • Quando possibile si dovranno acquistare macchine nuove dotate di certificazione della loro funzionalità (certificazione ENAMA/ENTAM - www.enama.it/it/certificazione.php). • È importante la scelta di attrezzature adeguatamente predisposte per contenere l’effetto deriva (dispositivi di avvicinamento dell’attrezzatura alla vegetazione, meccanismi di chiusura dell’aria su un lato della macchina ir-
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roratrice, sistemi a tunnel con e senza sistema di recupero del prodotto irrorato, ugelli ad iniezione d’aria ecc.). • L’azienda agricola deve mantenere le attrezzature di distribuzione in uno stato di funzionamento efficiente e sottoporle a manutenzione almeno annuale, o comunque ad intervalli adeguati in funzione della frequenza dell’utilizzo. Allo scopo andranno effettuate verifiche aziendali, successivamente registrate, sulla regolare funzionalità dei principali componenti, con particolare riguardo per gli ugelli, il manometro, la pompa, il regolatore di portata, il sistema di agitazione. • L’attrezzatura deve essere regolarmente sottoposta ad una adeguata pulizia interna ed esterna per garantire il mantenimento del corretto funzionamento e per evitare contaminazioni accidentali di persone, animali e cose. • L’attrezzatura deve essere comunque accuratamente bonificata in ogni sua parte ogni qualvolta ci sia il rischio di possibili contaminazioni con sostanze attive non ammesse dal piano di protezione per la coltura che ci si accinge a trattare. • Al fine di assicurare il mantenimento delle attrezzature in corretto stato di efficienza è necessario sottoporre le stesse a controllo funzionale periodico che deve essere attuato da parte di una struttura terza, riconosciuta da
autorità Regionali e/o Provinciali. • In coerenza con quanto stabilito dalla Direttiva 2009/128/CE del 21 ottobre 2009 sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari”, art. 8 e, successivamente dal Decreto 150/2012 di recepimento della stessa e dal relativo Piano di Azione Nazionale (PAN), tutte le attrezzature utilizzate per la distribuzione dei prodotti fitosanitari dovranno essere sottoposte a controllo funzionale almeno una volta entro il 26 novembre 2016. • Le attrezzature nuove, acquistate dopo il 26 novembre 2011, devono essere sottoposte al primo controllo funzionale entro 5 anni dalla data di acquisto. • Fino 31 dicembre 2020 l’intervallo massimo tra i controlli funzionali non deve superare i 5 anni, mentre successivamente a tale data tale intervallo sarà di 3 anni per le attrezzature già controllate. • Sono considerati validi i controlli funzionali, eseguiti dopo il 26 novembre 2011, effettuati da Centri Prova formalmente riconosciuti dalle Regioni e Province autonome, che siano stati realizzati conformemente alle metodologie previste dal PAN e successive modifiche. • Sono esonerate dai controlli funzionali tutte le irroratrici spalleggiate azionate dall’operatore, con serbatoio in pressione o dotate di pompante a leva manuale e le ir-
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per le principali tipologie colturali. Il PAN definisce i criteri tecnici minimali per l’effettuazione dei controlli periodici e della manutenzione da parte dell’utilizzatore. La regolazione (o taratura) volontaria strumentale dell’irroratrice deve essere svolta tramite idonee attrezzature (banchi prova) e deve essere svolta presso Centri prova abilitati dalla Regione o dalla Provincia autonoma. La preparazione della miscela dovrà essere effettuata con la massima attenzione a non deve essere causa di inquinamento puntiforme. L’esecuzione dei trattamenti dovrà avvenire nel rispetto delle precauzioni operative orientate alla minimizzazione degli effetti deriva. Ad esempio: trattare con una irroratrice correttamente regolata, in assenza di vento, mantenere adeguata distanza da corpi idrici dalle strade, dalle abitazioni e da altre colture sensibili. Lo smaltimento dei residui del trattamento e delle acque di lavaggio dovrà essere attuato in modo da evitare contaminazioni puntiformi di prodotti fitosanitari nell’ambiente. Può a questo proposto essere opportuno gestire lo smaltimento aziendale dei residui di trattamento e di lavaggio attraverso vasche attrezzate per la raccolta e/o sistemi di biodegradazione (esempio bio-bed). IMPIEGO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE • In merito all’impiego di DPI (dispositivi di protezio-
ne individuale), in tutte le fasi operative, dal prelievo del prodotto fitosanitario (PF) fino allo smaltimento del residuo di miscela, il personale addetto alla preparazione ed alla distribuzione delle miscele deve operare nel rispetto delle indicazioni riportate nelle schede di sicurezza dei singoli prodotti fitosanitari impiegati, adottando adeguate protezioni a difesa dei rischi derivanti da assorbimento cutaneo, contaminazione oculare, assorbimento per inalazione e orale. • I DPI (tute, stivali, guanti ecc.) devono essere mantenuti in idonee condizioni di pulizia e conservate in luogo separato rispetto ai PF. I filtri per maschere e cabine pressurizzate vanno periodicamente sostituiti, con frequenza proporzionata al periodo d’uso. SMALTIMENTO DELLE CONFEZIONI Per lo smaltimento delle confezioni vuote o di PF revocati l’agricoltore farà riferimento alle norme vigenti a livello regionale. In ogni caso si tratta di rifiuti produttivi, classificati come speciali e pericolosi, quindi non possono essere trasportati dal produttore, devono essere correttamente stoccati in sacchi o contenitori al coperto e su superfici impermeabili dotate di sistemi di contenimento contro eventuali sversamenti. Tali rifiuti vanno smaltiti almeno una volta all’anno tramite Ditte abilitate al ritiro a domicilio. Per ogni ulteriore dettaglio contattare gli uffici tecnici di Coldiretti.
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roratrici spalleggiate a motore prive di ventilatore quando il loro impiego avviene solo in pieno campo. • Il controllo delle attrezzature per l’applicazione dei prodotti fitosanitari deve riguardare tutti gli aspetti importanti per ottenere un elevato livello di sicurezza e di tutela della salute e dell’ambiente nelle diverse fasi operative (riempimento, preparazione della miscela, trasporto, distribuzione, svuotamento, lavaggio). Occorre dedicare particolare attenzione ai seguenti elementi: pompa, agitazione, serbatoio per l’irrorazione di prodotti liquidi, sistemi di misura, controllo e regolazione, tubi, sistema di filtraggio filtrazione, gruppo di distribuzione. CORRETTO IMPIEGO Per il corretto impiego delle macchine distributrici di PF è importante che le macchine stesse siano sottoposte a periodica regolazione, al fine di stabilire i parametri operativi più adeguati in funzione delle colture presenti in azienda, delle forme di allevamento, dei sistemi di impianto, dello stadio fenologico. La normativa prevede una regolazione obbligatoria che deve essere svolta direttamente dall’utilizzatore dell’attrezzatura ed una volontaria La regolazione obbligatoria prevede la registrazione annuale da parte dell’utilizzatore su apposita scheda da allegare al registro dei trattamenti o sul registro stesso almeno della data di esecuzione della regolazione e i volumi di irrorazione utilizzati
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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
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Le nutrie sono specie nociva
Una delibera della Regione per controllare il proliferare
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seguito della conversione in legge (L. n. 116/2014) del decreto legge n. 91/20124, le nutrie hanno cessato di far parte della fauna selvatica oggetto di tutela e di prelievo venatorio regolamentato e sono state equiparate a specie nocive quali ratti, arvicole, talpe ecc.. Le competenze relative all’adozione delle misure di contenimento delle nutrie hanno, conseguentemente, cessato di essere in capo alle Regioni/Province e sono state delegate ai Comuni . Con Deliberazione delle Giunta n. 70-1995, la Regione Piemonte ha dunque precisato che spetta ai Comuni la responsabilità di redigere i piani di controlli e definito le modalità da adottarsi per la cattura, a soppressione e lo smaltimento delle carcasse e chi sono i soggetti “abilitati” alle operazioni di cui sopra. Di seguito riportiamo l’allegato alla D.G.R. sulle modalità di contenimento. INDICAZIONI TECNICHE PER IL CONTENIMENTO DELLA NUTRIA NUTRIA (Myocastor coypus) Descrizione della specie e del suo impatto sulle attività antropiche: - la nutria è un roditore di media taglia tipico di ambienti acquatici originario del sud America ed importato in Italia nel 1929 a scopo di allevamento commerciale per la produzione di pellicce condotto in strutture di stabulazione spesso inadeguate che hanno facilitato ripetute immissioni nell’ambiente, più o meno accidentali, avvenute nel corso degli ultimi decenni che nel tempo hanno determinato la naturalizzazione della specie sull’intero territorio italiano; - l’incremento annuo della specie è molto consistente a causa dell’ele-
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vato tasso riproduttivo (13,96 piccoli per femmina), delle nascite distribuite nell’intero corso dell’anno con picchi stagionali compresi tra maggio e novembre, degli aspetti favorevoli del nostro clima caldo umido e della buona disponibilità alimentare; - la mortalità naturale provocata quasi unicamente da inverni freddi caratterizzati da temperature al di sotto degli 0 gradi per periodi di tempo prolungati; - la nutria possiede un’elevata capacità dispersiva e la presenza di un fitto reticolo idrografico che caratterizza la regione Piemonte facilita l’incontrollata diffusione e aumento della consistenza della specie; - lo scavo di gallerie utilizzabili come siti di riproduzione della nutria, così come per altre specie quali volpi, tassi ed istrici, ha provocato la progressiva erosione di molte arginature pensili con rilevanti conseguenti rischi idraulici potenzialmente in grado, fra l’altro, di mettere in serio pericolo l’incolumità di cose e persone; - l’elevata presenza di questa specie alloctona ha un carattere invasivo e rappresenta una minaccia per la
conservazione della biodiversità delle biocenosi locali e può pregiudicare lo stato di conservazione di specie faunistiche autoctone o di intere comunità biotiche, tant’è che l’IUCN (International Union for Conservation of Nature) l’ha inserita tra le 100 specie esotiche a maggiore minaccia per la biodiversità a scala globale; - essendo un roditore essenzialmente erbivoro la nutria si rende responsabile di elevati danni alle coltivazioni agricole; - la capillare diffusione raggiunta dalla popolazione di nutria sul territorio regionale rende assai improbabile l’eradicazione della specie, l’obiettivo che la Pubblica Amministrazione deve porsi, per far fronte ai danni ambientali, idraulici, agricoli, prodotti da questa specie, viene individuato necessariamente nel controllo numerico quanto più consistente possibile; Piani di controllo I piani di controllo sono predisposti dai Comuni interessati nel territorio soggetto alla gestione programmata della caccia. Negli Istituti di protezione o nelle aree di Rete Natura 2000, ricadenti in tale territorio, i piani sono predisposti
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civile, personale degli Enti delegati alla tutela delle acque (consorzi di bonifica, servizi tecnici di bacino, ecc.), agricoltori; - con arma da fuoco: da parte di cacciatori coadiutori individuati ed autorizzati dai Comuni o di personale di vigilanza della Provincia. Smaltimento delle carcasse dei capi abbattuti - lo smaltimento delle carcasse degli esemplari di nutria, abbattuti nel-
le operazioni di contenimento della specie, dovrà avvenire nel rispetto delle vigenti disposizioni comunitarie, nazionali e regionali; - i comuni interessati, al fine di prevenire l’insorgenza di problematiche sanitarie (zoonosi) riconducibili alla specie nutria, possono avvalersi della collaborazione dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta per l’esame dei capi abbattuti nelle azioni di contenimento dagli stessi realizzate.
La birra italiana triplica l’export Misura 111-1B
Apprezzata anche in Germania e Gran Bretagna
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olano le esportazioni di birra italiana all’estero. Praticamente sono triplicate negli ultimi dieci anni, con un aumento record del 28 per cento in quantità nel primo semestre 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La birra italiana va forte in Germania (+37 per cento), in Svezia (+5 per cento), fed anche in Gran Bretagna (+3 per cento). La produzione artigianale Made in Italy ha raggiunto i 30 milioni di litri annui. Nel nostro paese, nel 2014, si contano circa 600 microbirrifici, rispetto alla trentina censiti dieci anni fa. I consumi in Italia sono comunque minori rispetto al resto d’Europa, ogni italiano beve in media 29 litri all’anno, il record spetta alla Repubblica Ceca con 144 litri pro capite, seguita dall’Austria 107,8, dalla Germania 105, dall’Irlanda 85,6, il Lussemburgo 85 e a chiudere la Spagna con 82 litri. A garantire la produzione italiana di birra ci sono le coltivazioni nazionali di orzo con una pro-
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duzione di circa 860.000 tonnellate di orzo nel 2014 su una superficie complessiva investita di circa 226.000 ettari. Per quanto concerne la produzione di birra, la filiera cerealicola unitamente al Ministero delle Politiche Agricole ipotizzano un impegno annuo di granella di orzo pari a circa 90.000 tonnellate. Questo sviluppo sta stimolando anche la nascita di iniziative progettuali nel segmento della birra artigianale o agricola, avviando una nuova imprenditorialità costruita con l’impiego dell’orzo aziendale in un contesto produttivo a ciclo chiuso garantito dallo stesso agricoltore.
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dai soggetti gestori ovvero concordati con i medesimi. I piani di controllo vengono redatti per le seguenti finalità: - diminuire l’impatto sulle arginature e le opere di contenimento e canalizzazione idrica, - diminuire i danni all’agricoltura; - ridurre l’impatto sulle fitocenosi e sugli uccelli nidificanti. I mezzi e le modalità di cattura sono i seguenti: - cattura con gabbie-trappola e successiva soppressione eutanasica mediante l’immissione dell’animale in contenitori ermetici per essere esposto a biossido di carbonio ad alta concentrazione: tutto l’anno. Andranno impiegate gabbie-trappola di adeguate dimensioni per la cattura in vivo di nutrie, dotate di apertura singola o doppia (ai due estremi) eventualmente dotate di meccanismo di scatto collegato con esca alimentare (mela, granturco); - con arma da fuoco: dall’apertura generale della caccia al termine della stagione. Nei mesi invernali principalmente in occasione di prolungate gelate; - cattura con gabbie-trappola e successiva soppressione con arma da fuoco nel periodo consentito. È vietato l’uso di veleni e rodenticidi. La soppressione degli animali catturati deve avvenire nel più breve tempo possibile dal momento della cattura e le trappole devono essere controllate almeno una volta al giorno. I soggetti autorizzati al controllo della specie sono: - con gabbie-trappola e soppressione eutanasica in appositi contenitori ad alta concentrazione di biossido di carbonio: può essere effettuata su tutto il territorio comunale, durante l’intero anno da parte di personale designato dai comuni ed individuato tra cacciatori coadiutori, personale della Protezione
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Combustione dei residui vegetali
Le nuove disposizioni sulla gestione delle foreste in Piemonte
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a Direzione Regionale competente sulla gestione delle Foreste ha emanato le seguenti nuove disposizioni per la combustione dei residui vegetali. NEL BOSCO In generale sono vietati l’accensione di fuochi o l’abbruciamento diffuso di materiale vegetale in terreni boscati, pascolivi o cespugliati a partire da una distanza inferiore a cinquanta metri da essi. Con Determinazione Dirigenziale n. 2331 del 28.09.2015 sono state approvate le disposizioni attuative per “l’accensione di fuochi per eliminare una frazione di biomassa facente parte del ciclo biologico forestale, anche in occasione di interventi selvicolturali volti alla cura e alla manutenzione dei boschi, allo scopo primario di ridurre il rischio di incendi boschivi”. In considerazione delle disposizioni del vigente piano regionale antincendi boschivi è ammessa l’accensione dei fuochi solo nelle aree di base con classe di priorità d’intervento alta, moderatamente alta e moderata. Per la Provincia di Asti tali aree corrispondono a quanto segue: Provincia di Asti Langa Astigiana Val Bormida, Bruno, Bubbio, Calamandrana, Canelli, Cassinasco, Castel Boglione, Castel Rocchero, Castelletto Molina, Castelnuovo Belbo, Cessole, Fontanile, Incisa Scapaccino, Loazzolo, Maranzana, Mombaldone, Mombaruzzo, Monastero Bormida, Montabone, Nizza Monferrato, Olmo Gentile, Quaranti, Rocca-
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verano, Rocchetta Palafea, San Giorgio Scarampi, San Marzano Oliveto, Serole, Sessame, Vesime. Per procedere all’accensione è comunque necessario presentare una comunicazione agli uffici regionali competenti almeno 48 ore prima dell’inizio dell’attività e previo accertamento da parte dell’interessato dell’inesistenza di ulteriori impedimenti quali, ad esempio, particolari disposizioni emanate dal Comune o la dichiarazione di stato di massima pericolosità ai sensi dell’art. 5 della l.r. 21/2013. L’attività di abbruciamento è ammessa al massimo per non più di due giorni consecutivi, solo dall’alba al tramonto ed in assenza di vento o condizioni metereologiche che possano favorire l’innesco di incendi. Per la Provincia di Asti è competente l’Ufficio tecnico regionale di Alessandria, Piazza Turati n. 4, tel. 0131-52766. FUORI DAL BOSCO A partire da una distanza superiore a 50 metri. Con l’entrata in vigore della lege 116/2014 (che converte e modifica ilD.L 91/2014) l’abbruciamento nel luogo di produzione di materiale
agricolo o forestale naturale, anche derivato da verde pubblico o privato, non si configura come attività di gestione dei rifiuti (e quindi non costituisce reato). Il materiale che può essere bruciato è costituito da “paglia, sfalci e potature, nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzato in agricoltura, nella selvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa” e l’attività di abbruciamento è consentita per il reimpiego dei materiali come sostanze concimanti o ammendanti. In particolare è consentita la combustione in piccoli cumuli e in quantità giornaliere non superiori a tre metri steri per ettaro. I comuni e le altre amministrazioni competenti in materia ambientale hanno la facoltà di sospendere, differire o vietare la combustione in caso di condizioni meteorologiche, climatiche o ambientali sfavorevoli o di rischi per la pubblica e privata incolumità e per la salute umana. Nei periodi di massimo rischio per gli incendi boschivi, dichiarati dalle Regioni, la combustione di residui vegetali agricoli e forestali è sempre vietata.
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numero 12 – 2015
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