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Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 13 - Anno 2015 - In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo
Anno
64° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI
numero
ASTI
COLDIRETTI
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L’offerta base comprende: - la fornitura e la posa di una caldaia murale a gas a condensazione da interno UNICAL 24KW per il riscaldamento e la produzione istantanea di acqua calda sanitaria; - l’analisi fumi, l’apposizione del bollino verde Regionale e la redazione del libretto d’impianto. Approfitta delle detrazioni fiscali del 65% con l’installazione delle valvole termostatiche in abbinamento alla sostituzione della caldaia.
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m m a r i o
Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Periodico ufficiale Coldiretti Anno 64° numero 13 - 2 novembre 2015* Realizzazione grafica e stampa Riflesso – Artigrafiche M.A.R. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.092036 Abbonamento annuale: Euro 20,00 *Data di chiusura del giornale Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
argomenti in evidenza
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“Non siamo mica americani”
Tutto pronto per la Giornata del Ringraziamento
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Lavoro e legalità: valore aggiunto per il vero Made in Italy
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Le lunghe mani delle tangenti, anche sulle scuole
Una sterile Ue partorisce i “novel food”
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A Debora Marucco la Borsa di studio Vastadore
Speciale Misura 111 Tracciamo un futuro certo per la nostra agricoltura; Vino Coldiretti, quanto vale l’annata 2015?; La protezione degli aromi e delle sostanze ossidabili; Proprietari non responsabili se commissionano un lavoro; “Italia del Bio” certifica il boom del biologico;La filiera bosco-legno-energia; I depositi di gasolio nelle aziende agricole; Cresce vertiginosamente il consumo di noci.
Sommario
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Pane e vino sulla mensa, pane e vino sull’altare Expo, cibo ed Eucarestia: una serata di riflessione in Coldiretti di don Francesco Cartello* n evento si è appena concluso, l’Expo a Milano con l’attenzione del mondo al tema scelto e interpretato nei vari padiglioni: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, cioè il cibo come problema e come risorsa da condividere. Un altro evento sta per profilarsi all’orizzonte della vita della città e dei paesi della nostra diocesi, il Congresso Eucaristico, che si celebrerà dal 10 al 17 aprile 2016. Un filo lega questi momenti, ed è il mettere al centro dell’interesse il cibo come occasione di riflessione ed educazione sulla giustizia, la pace, i rapporti tra i popoli, l’economia, l’ecologia, ma anche per i credenti sulla fede e sulla vita cristiana, da nutrire con il “pane della vita”… Ecco perché, quasi ad apertura della Festa del Ringraziamento, venerdì 13 novembre ad Asti in Coldiretti si vive una serata importante di riflessione su entrambi gli aspetti della realtà “cibo”: quelli economici, politici, solidali che Expo ha rimesso in campo in modo così globale, e quelli sacramentali dell’Eucaristia. A guidare questo secondo incontro in preparazione alle celebrazioni del prossimo aprile, accanto al Vicario don Vittorio Croce (nella sua veste di teologo), il direttore Antonio Ciotta. “Pane e vino sulla mensa”, ovvero cibo e bevanda nella vita quotidiana, sono lo scopo del lavoro agricolo, che oggi ha bisogno di riconsiderazione e riorganizzazione per affrontare le contraddizioni e le sfide del presente. Se da una parte c’è ancora chi soffre la fame (circa 870 milioni di persone denutrite nel biennio 2010-2012), dall’altra c’è chi muore per disturbi di salute legati a un’alimentazione scorretta e troppo cibo (circa 2,8 milioni di decessi per malattie legate a obesità o sovrappeso).
Riflessioni
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Inoltre ogni anno, circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate. “Pane e vino sull’altare”, ovvero l’Eucaristia come Sacramento, sono i doni che il Signore Gesù ci ha lasciato, perchè si è preso a cuore il cibo vero per gli uomini, e si fa Lui stesso cibo: “Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio corpo”. Il messaggio ed il principale comandamento ai cristiani non rimangono astratti ma si fanno cibo materiale. La Vita, intesa come ricerca di Dio attraverso l’amore del prossimo, si fa cibo per ciascuno di noi, per la promozione della vita vera. Ma al di là della dimensione individuale, vi è quella sociale, di relazione. Siamo intorno ad un tavolo, e Gesù non dice “prendi e mangia”, ma “prendete e mangiatene tutti”, tutti insieme e tutti uguali. La Vita si fa cibo per tutti ed il cibo dell’Eucaristia deve diffondersi come cibo per gli altri. E ricordiamo le infinite volte nelle quali il messaggio evangelico passa attraverso il paradigma del pasto, del banchetto, della moltiplicazione dei pani e dei pesci, degli invitati buoni e meno buoni, della pesca, del campo coltivato. E del vino, e del grano fatto crescere nel rispetto dell’ambiente insieme alla zizzania. E del figliol prodigo, e della ricerca e dell’attesa del più lontano. La preghiera di Gesù è: “Padre nostro,... dacci oggi il nostro pane quotidiano”, e non certo: “Padre mio,... dammi il mio pane”. E gli eletti saranno quelli ai quali si potrà dire: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiar”. Ci dovremmo ricordare di queste cose quando ci avviciniamo all’Eucaristia. Il Congresso Eucaristico indetto dal nostro Vescovo padre Francesco il 6 giugno, vigilia del Corpus Domini, si pone nella scia di una tradizione che ha visto momenti forti di devozione e di incontro di tutta la comunità cristiana della diocesi nel
secolo scorso. Si ricorda a livello cittadino quello solenne del 1952, anno del giubileo sacerdotale e dei venti anni di servizio pastorale ad Asti del vescovo monsignor Umberto Rossi, che sarebbe morto poco dopo. Già al tempo del suo episcopato vi erano stati Congressi, come a Piovà Massaia, ma fu soprattutto con il suo successore monsignor Giacomo Cannonero che i Congressi Eucaristici Mariani divennero stabili, toccando i paesi, come San Damiano, Costigliole, Villanova, Mombercelli, per concludersi, dopo quello in Asti nel 1958, a Rocca d’Arazzo l’anno successivo. Nella sua Lettera Pastorale, la sedicesima datata come sempre il 1° settembre, festa della Madonna Porta Paradisi, o del Portone, nostra Patrona, padre Francesco entra in argomento fin dal titolo. “Alzati, mangia e cammina”, ispirato dalla vicenda del profeta Elia. La prima parte, “Il pane del cammino”, ci riporta alla storia del profeta scoraggiato, in fuga dalla regina Gezabele, che spossato dalla marcia nel deserto si corica invocando dal Signore la morte. Ma quando risvegliato da un angelo per due volte si trovò accanto un pane cotto su pietre roventi, dopo aver mangiato e bevuto ebbe la forza di camminare per quaranta giorni e quaranta notti. Accogliamo anche noi l’invito del Vescovo perché, ci dice, “il Congresso non si riduca a una celebrazione occasionale, magari solenne” ma sia l’occasione per riscoprire “nell’Eucaristia il pane del cammino, che sostiene una comunità viva, capace di cogliere ancora i segni dei tempi e di prodigarsi perché, nei tempi che cambiano, il Vangelo continui a proporre quei valori che rimangono perenni”. *Consigliere Ecclesiastico Coldiretti Asti
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È il momento di investire in agricoltura
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possano essere interessati ai nuovi investimenti e ai contributi previsti. Il PSR finanzierà principalmente azioni tendenti alla preservazione, al ripristino e alla valorizzazione degli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura e al potenziamento della redditività delle aziende agricole e della competitività dell’agricoltura. Gli stanziamenti sono di circa 1,09 miliardi di euro di finanziamento pubblico, disponibile fino all’anno 2020. Di questi, 471 milioni di euro vengono dal bilancio dell’UE e 622 milioni di euro sono il cofinanziamento nazionale e regionale. La Regione Piemonte concorre con un contributo di 27 milioni
Obiettivo
annui, il doppio rispetto ai 13 messi a disposizione per la programmazione 2007-2013. Si prevede che 3.900 imprenditori agricoli piemontesi otterranno un sostegno per l’ammodernamento delle loro aziende e che 1.200 giovani agricoltori riceveranno un aiuto per l’insediamento iniziale e l’adeguamento strutturale delle aziende. Un confronto continuo, fra chi farà gli investimenti con chi è deputato a stilare le domande, è indispensabile per poter accedere ai contributi Psr, per questo motivo tutti gli interessati è bene si mettano in contatto, fin da subito, con i segretari di zona di Coldiretti. Info al n. 0141.380.400.
Misura
EUR Totale Pubblico
%
Priorità 1: Trasferimento di conoscenze e innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali 1A: Stimolare l’innovazione, la cooperazione e lo sviluppo della base di conoscenze nelle zone rurali 10,4% di spesa del PSR
01 formazione
1B: Rinsaldare i nessi tra agricoltura, produzione alimentare e silvicoltura, da un lato e innovazione, dall’altro, anche al fine di migliorare la gestione e le prestazioni ambientali 130 operazioni di cooperazione
16 cooperazione
1C: Formazione 36.000 partecipanti ad azioni di formazione
01 conoscenza
02 consulenza 16 cooperazione
Priorità 2: Competitività e redditività delle aziende agricole, gestione sostenibile delle foreste 2A: Risultati economici, ristrutturazione & modernizzazone 3,72% delle aziende agricole che fruiscono del sostegno previsto dal PSR per investimenti di ristrutturazione e ammodernamento
2B: Favorire l’ingresso di agricoltori adeguatamente qualificati nel settore agricolo e, in particolare, il ricambio generazionale 1,79% di aziende che attuano un piano di sviluppo/investimenti per i giovani agricoltori con il sostegno del PSR
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269.998.539
24,7%
01 formazione
3.708.256
0,3%
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3.090.910
0,3%
04 investimenti
128.500.000
11,8%
06 sviluppo aziendale
10.500.000
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08 foreste
8.000.000
1,0%
16 cooperazione
6.900.209
0,7%
01 formazione
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0,6%
02 consulenza
3.090.9009
0,3%
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52.000.000
0,3%
06 sviluppo aziendale
50.500.000
4,8%
Priorità 3: Organizzazione della filiera alimentare, includse la trasformazionee la commercializzazio- 162.828.641 ne dei prodotti agricoli, il benessere degli animali e la gestione dei rischi 3A: Migliorare la competitività dei produttori primari 3,48% di aziende agricole che ricevono un sostegno per la partecipazione a regimi di qualità, mercati locali e filiere corte, nonchè gruppi/organizzazioni di produttori
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01 formazione
3.708.256
14,9% 0,3%
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03 regimi di qualità
30.700.000
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86.000.000
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9.567.533
0,9%
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iglioramenti aziendali, insediamento dei giovani agricoltori, finanziamenti in una logica di filiera, sono le principali misure previste dal nuovo Piano di Sviluppo Rurale, approvato ufficialmente, il 28 ottobre scorso, dalla Commissione europea. Dopo 8 anni anche il Piemonte ha dunque riscritto così la sua strategia per il settore primario. Col nuovo Psr le imprese e gli aspiranti imprenditori agricoli possono finalmente pensare a pianificare meglio il loro futuro. Coldiretti Asti ha già avviato le consultazioni degli associati ed ha cominciato a raccogliere i dati per le pre-domande di coloro che
Nuovo Piano di Sviluppo Rurale
Miglioramenti aziendali e insediamenti giovani nel nuovo Psr
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3B: Prevenzione e gestione dei rischi aziendali 1,19% di aziende agricole che partecipano a regimi di gestione dei rischi
01 formazione
3.708.256
0,3%
02 consulenza
3.090.909
0,3%
05 ripristino potenziale agricolo
10.500.000
1,0%
08 foreste
12.000.000
1,1%
16 cooperazione
462.778
0,0%
360.221.438
33,0%
01 formazione
11.124.768
1,0%
02 consulenza
9.272.727
0,8%
04 investimenti
5.800.000
0,5%
Priorità 4: Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi in agricoltura e in silvicoltura 4A Biodiversità 2,29% di terreni agricoli a sostegno della biodiversità 6,60% di foreste/altre superfici boschiveoggetto di contratti a sostegno della biodiversità
07 servizi di base
1.170.000
0,1%
08 foreste
6.550.000
0,6%
10 agroambiente
226.253.618
20,7%
11 agric. biologica
22.500.000
2,3%
12 Natura 2000
4.800.000
0,4%
4C Erosione e gesione del suolo
13 zone con vincoli naturali
60.000.000
5,5%
6,13% di terreni agricoli oggetto di contratti volti a migliorare la gestione del suolo e o a prevenirne l’erosione
15 servizi silvoclimatico - ambientali
3.250.000
0,3%
16 cooperazione
6.500.325
0,6%
100.897.240
9,2%
01 formazione
3.708.256
0,3%
02 consulenza
3.090.909.
0,3%
04 investimenti
6.700.000
0,6%
16 cooperazione
750.058
0,1%
01 formazione
3.708.256
0,3%
02 consulenza
3.090.909.
0,3%
16 cooperazione
3.750.058
0,3%
01 formazione
3.708.256
0,3%
3.090.909.
0,3%
12.000.000
1,1%
Nuovo Piano di Sviluppo Rurale
4B Gestione delle risorse idriche 9,40% di terreni agricoli oggetto di contratti volti a migliorare la gestione idrica
Priorità 5: Uso efficiente delle risorse e passaggio ad un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente ai cambiamenti climatici nel settore agroalimentare e forestale 5A Efficienza nell’uso dell’acqua 1,10% di terreni irrigui che passano a sistemi di irrigazione più efficienti
5C Energie rinnovabili
6
5.000 t di biomassa mobilizzata 5D Emissione di gas a effetto serrae di ammoniaca produttore in agricoltura
02 consulenza 30.000 UBA interessate nella gestione dell’iallevamento mirati a ridurre le emissioni di GHG e/o ammoniaca 04 investimenti 0,99% di terreni oggetto di contratti di gestione mirati a ridurre le emissioni di GHG e/o ammoniaca
10 agroambiente
15.000.000
1,4%
16 cooperazione
750.058
0,1%
5E Conservazione e sequestro di carbonio
01 formazione
3.708.256
0,3%
02 consulenza
3.090.909.
0,3%
0,63% di terreni agricoli e forestali oggetto di contratti di gestione che contribuiscono al sequestro o alla conservazione del carbonio
08 foreste
12.000.000
1,1%
10 agroambiente
22.000.000
2,0%
16 cooperazione
750.058
0,1%
163.707.760
15,0%
01 formazione
3.708.256
0,3%
07 servizi di base
42.380.000
3,9%
16 cooperazione
5.487.013
0,5%
19 LEADER
66.320.000
6,1%
07 servizi di base
45.580.000
4,2%
16 cooperazione
231.911
0,0%
Assistenza Tecnica
34.800.000
3,2%
Misure soppresse (misura 113)
600.649
0,1%
Totale spesa pubblica in EUR
1.093.054.267
100%
Priorità 6: Inclusione sociale, riduzione della povertà e sviluppo economico nelle zone rurali numero 13 – 2015
6B Stimolare lo sviluppo locale 44,48% di popolazione rurale nell’ambito delle strategie di sviluppo locale 6,95% di popoazione rurale che beneficia di migliori servizi/infrastrutture 60 posti di lavoro creati (tramite Leader) 6C Accesso e qualità delle TIC 9,27% di popolazione rurale che beneficia di servizi/infrastrutture nuovi o migliorati (TIC)
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Tutto pronto per la Giornata del Ringraziamento
Si tiene domenica prossima, 15 novembre, al Colle don Bosco
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ciale, presso il ristoro “Mamma Margherita”, sempre ai Becchi. Ma come sappiamo, la Festa provinciale del Ringraziamento da oltre un decennio, oltre all’importante appuntamento spirituale ricomprende due importanti approfondimenti e riflessioni, uno sull’intero stato di salute del settore primario e un altro sulle qualità della nuova annata vitivinicola. Entrambi gli appuntamenti si terranno ad Asti, Palazzo Enofila, il primo, il “Consuntivo dell’Annata Agraria 2014/15”, è fissato per mercoledì 18 novembre, il secondo, l’”Anteprima della Barbera d’Asti Docg”, è programmato per venerdì 20 novembre. Saranno due incontri di alto livello, il “Consuntivo dell’Annata” sarà presentato con la consueta formula della Conferenza Stampa, con l’esposizione di tutti i dati e un’analisi critica suddivisa per ogni settore produttivo. Al centro delle iniziative, il presidente provinciale e il direttore, Roberto Cabiale e Antonio Ciotta, metteranno i grandi sviluppi registrati dal progetto Coldiretti “Una filiera agricola tutta italiana”, con le applicazioni concrete sul territorio provinciale e con l’intervento di personalità di spicco dell’economia locale. Anche l’”Anteprima Barbera” confermerà la sua formula del Meeting di degustazione rivolto ai tecnici ed operatori del settore, per una prima analisi delle caratteristiche e potenzialità della nuova annata.
A Palazzo Enofila il Consuntivo dell’Annata (mercoledì 18 novembre) e l’Anteprima Barbera (venerdì 20) La serata sarà condotta da Vincenzo Gerbi docente del Di.Va.P.R.A. Industrie Agrarie Università di Torino e Secondo Rabbione responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte. Per informazioni, approfondimenti e prenotazioni contattare la segreteria di Coldiretti Asti al numero telefonico 0141.380431 oppure l’ufficio Zona di Castelnuovo don Bosco al numero 011.9876863. Queste le date e i luoghi delle iniziative: Domenica 15 novembre la “Giornata provinciale del Ringraziamento”, ore 10 a Castelnuovo Don Bosco Basilica Pontificia del Colle don Bosco; Mercoledì 18 novembre “Consuntivo dell’Annata Agraria”, ore 10 ad Asti, Palazzo Enofila; Venerdì 20 novembre “L’Anteprima della Barbera d’Asti DOCG 2014”, ore 17 ad Asti, Palazzo Enofila; Sabato 28 novembre Coldiretti aderisce alla “Colletta Alimentare”, per tutto il giorno nei principali supermercati dell’Astigiano. Alle pagine 20 e 21 di questa stessa rivista trovate gli approfondimenti sul Consuntivo dell’Annata Agraria e sull’Anteprima Barbera
Celebrazioni
Il corteo dell’anno passato per le vie di Bruno con in testa la bandiera e il gonfalone Coldiretti
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tutto pronto al Colle don Bosco per la Giornata provinciale del Ringraziamento. In questi giorni sono già numerose le prenotazioni raccolte da Coldiretti Asti. Saranno sicuramente molti gli associati che si recaranno a Castelnuovo don Bosco nella mattinata di domenica 15 novembre. Il Ringraziamento di quest’anno unisce infatti più spunti di interesse. L’importante location nell’imponente Basilica Pontificia del Colle don Bosco (la Santa Messa si tiene nella grande basilica superiore), la visita alla casetta dove visse don Bosco e quella al sottostante Museo della vita contadina, il bicentenario dalla nascita del Santo, il pranzo nel ristorante Mamma Margherita con i vini del territorio, la Giornata provinciale del Ringraziamento si preannuncia veramente interessante. Ci sono poi i consueti, ed importanti, contenuti dell’appuntamento annuale itinerante organizzato da Coldiretti per suggellare la fine della stagione agraria, riunire la base associativa in un momento di festa aperto anche alla cittadinanza e proporre spunti e riflessioni sul presente e sul futuro del settore primario. Il programma prevede alle ore 10 il ritrovo dei coltivatori, delle autorità e dei sindaci dell’Astiginao al Colle don Bosco. Dalle ore 10,15 i presenti potranno visitare la casetta di don Bosco e il Museo della Vita Contadina. Alle 11 nella chiesa superiore della Basilica Pontificia si terrà la solenne celebrazione Eucaristica del Ringraziamento presieduta da Mons. Giacomo Lanzetti con la concelebrazione di don Egidio Deiana, Rettore del Colle, e don Francesco Cartello, Consigliere Ecclesiastico di Coldiretti Asti. Seguirà la benedizione degli operatori delle macchine e delle attrezzature agricole. Come ormai da tradizione, la giornata si concluderà con il pranzo so-
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Giornata nazionale del Ringraziamento
La celebrazione ogni terza domenica di novembre dal 1951
Celebrazioni
È
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una festa che viene da lontano ed ha le sue origini in Italia nel lontano 1951 per iniziativa della Coldiretti. Da allora puntualmente viene celebrata la terza domenica di novembre e a livello locale viene riproposta nel periodo che va dalla festa di San Martino (11 novembre) alla festa di Sant’Antonio Abate (17 gennaio). Nel 1973, con la pubblicazione del documento pastorale “La Chiesa e il mondo rurale italiano”, i vescovi italiani hanno assunto questa giornata come occasione opportuna di riflessione ed evangelizzazione dell’intera chiesa locale. Si legge nel documento sopra citato: «Si curi la Giornata del Ringraziamento in modo da
renderla significativa per l’intera Chiesa particolare, oltre che occasione propizia per l’evangelizzazione del mondo rurale». Così dal 1974, ogni anno, i vescovi italiani offrono un messaggio che guida la riflessione e la preghiera. Nel 2005 la Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace ha ritenuto opportuno aggiornare il documento del 1973 con la nota Frutto della terra e del lavoro dell’uomo. Mondo Rurale che cambia e Chiesa in Italia. Già a partire dal 1999 e poi sulla scia del grande evento del Giubileo del mondo agricolo, 12 novembre 2000, l’Ufficio Nazionale CEI per i problemi sociali e
il lavoro coordina e programma questa giornata in collaborazione con le associazioni di ispirazione cristiana che operano nel mondo rurale: Acli Terra, Coldiretti,Fai Cisl , Feder.Agri-Mcl, Ugc Cisl Accanto alla celebrazione liturgica domenicale, momento centrale della festa del Ringraziamento, viene organizzato il giorno precedente un seminario di studio sul tema del messaggio dei vescovi e un momento specifico di preghiera in un santuario della diocesi ospitante. Ogni anno il Santo Padre all’Angelus offre la sua illuminante parola e indica le prospettive di un rinnovato impegno di evangelizzazione nel mondo rurale.
Tema: “Il suolo, bene comune” Sede nazionale di quest’anno sarà l’Arcidiocesi di Cagliari Si svolgerà nella Arcidiocesi di Cagliari, domenica 15 novembre 2015, la 65ª Giornata Nazionale del Ringraziamento. La Giornata sarà preceduta, sabato 14 novembre 2015 ore 9.30, da un Seminario di studio presso il Seminario diocesano (Aula Magna - Via Mons. Cogoni, 9 - Cagliari). Custodire la fertilità del suolo,
prestare attenzione alle destinazioni d’uso della terra, arginare il fenomeno del land grabbing – l’accaparramento di terra da parte dei soggetti con maggior disponibilità economica –, garantire il diritto di accesso alla terra e alle risorse ittiche e forestali: sono le sfide che i Vescovi incaricati della pastorale sociale e del lavoro ricordano nel Mes-
saggio. «Compito specifico delle comunità ecclesiali – si legge al termine del Messaggio - è l’attenzione per la dimensione educativa e formativa. Celebriamo, dunque, con gratitudine e speranza la festa del ringraziamento, come abitatori e custodi responsabili della terra affidataci».
Il Messaggio dei Vescovi per questa 65a edizione
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elebriamo questa Giornata del Ringraziamento a pochi mesi dalla pubblicazione dell’Enciclica “Laudato sì” di papa Francesco (LS), che invita tutti gli uomini che abitano la terra alla “cura della casa comune”. Già Papa Benedetto XVI ci ricordava che “ciò implica l’im-
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pegno di decidere assieme… con l’obiettivo di rafforzare quell’alleanza tra essere umano e ambiente che deve essere specchio dell’amore creatore di Dio, dal quale proveniamo e verso il quale siamo in cammino”1. Lacreazione è un processo ancora aperto nel quale l’azione dell’uomo è un
riflesso dell’azione creatrice di Dio. Papa Francesco lo fa usando le parole dell’etica e della Dottrina sociale, ma radicandole anche – con Francesco d’Assisi – nel linguaggio della bellezza e della meraviglia: “Il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che
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e di custodia. Vorremmo richiamarne alcune, che appaiono di particolare rilievo in tal senso: * si tratta in primo luogo di custodire la fertilità del suolo: occorre condividere e approfondire riflessioni da tempo avviate in Italia e a livello internazionale, su modelli agricoli e pratiche produttive che espropriano gli agricoltori e le comunità locali di questa responsabilità. La denuncia dell’eccessiva dipendenza della produzione agricola dai prodotti chimici va collocata in una diversa visione del rapporto tra produttori e consumatori; un “nuovo patto” che generi spazi di libertà e responsabilità per entrambi. Riflessioni aperte alla ricerca di nuove soluzioni lungo tutta la filiera alimentare: dalla produzione al consumo, fino ai “nuovi stili di vita”. Solo così sarà possibile garantire che la terra possa continuare a produrre cibo per tutti, oggi e per le generazioni future. * si tratta anche di prestre attenzione alle destinazioni d’uso della terra, che talvolta ne distorcono la struttura ecosistemica. Come osserva il n. 23 della LS in alcune aree la stessa “deforestazione per finalità agricola” è fattore problematico per il suolo; ma sono
Celebrazioni
suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi (LS n.2). Peccato è anche l’inquinamento, che colpisce la salute di tanti e che può essere causato “dal trasporto, dai fumi dell’industria, dalle discariche di sostanze che contribuiscono all’acidificazione del suolo e dell’acqua, da fertilizzanti, insetticidi, fungicidi, diserbanti e pesticidi tossici in generale” (LS n.20, cf. anche n.8). L’Enciclica giunge ad evocare la figura di Caino per indicare quanto profondamente la rottura dell’alleanza col prossimo spezzi anche il radicamento nella terra e la possibilità di godere dei suoi frutti: « Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lontano da [questo] suolo » (Gen 4,11 citato in LS n. 70). Davvero in tanti contesti il suolo appare come «maledetto»: l’opera di uomini impedisce ad altri di godere dei suoi frutti ed addirittura di poterlo abitare in pace. Le sfide Tale prospettiva evidenzia la rilevanza delle numerose sfide che stanno dinanzi a chi voglia vivere oggi una positiva relazione con la terra, corrispondendo alla vocazione divina in una pratica di cura
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contempliamo nella letizia e nella lode”2. La stessa Enciclica invita, però, anche ad ascoltare con attenzione il grido della terra: richiamando l’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, essa osserva che “Dio ci ha unito tanto strettamente al mondo che ci circonda, che la desertificazione del suolo è come una malattia per ciascuno, e possiamo lamentare l’estinzione di una specie come fosse una mutilazione”. (n.89, che rimanda al n.215 di EG). L’umanità rappresenta l’elemento che apre la terra verso nuove armonie o nuovi disordini, in base alle scelte che operiamo; sarebbe sconsiderato chi distruggesse il territorio da cui dipende la propria vita. Una realtà fondamentale a rischio. Proprio quest’ultimo riferimento ci introduce anche al tema della Giornata del Ringraziamento 2015, che le Nazioni Unite hanno dichiarato Anno Internazionale del Suolo. Nel farlo, esse hanno sottolineato come il suolo abbia una valenza insostituibile in ordine alla produzione di cibo, ma anche per la tutela della biodiversità e per la mitigazione del mutamento climatico. È, dunque, un bene comune fondamentale: come ben sa il mondo agricolo, così profondamente legato alla sua qualità e disponibilità perché quando il suolo si degrada, grave è il rischio per il futuro dell’umanità Non sempre, infatti, l’uomo coltiva e custodisce la terra come amministratore responsabile, (Gen. 2, 15) e sul suolo vengono, così, a riflettersi quegli squilibri che a partire dal cuore umano trovano espressione nella società e nell’economia. Lo richiama lo stesso papa Francesco, quando osserva che “la violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel
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proprio i problemi della gestione del suolo in Italia che ci mettono davanti all’urgenza di uscire da una logica della provvisorietà, denunciando i costi del non fare. Solo se assegniamo al suolo un’opzione riservata nelle traiettorie dello sviluppo, possiamo ricavarne soluzioni utili davanti all’incombere dell’abbandono e di forme speculative e di sfruttamento. Le comunità devono dotarsi di strumenti di valutazione e di scelta per riconoscere e promuovere quelle iniziative individuali e di reti di soggetti che tutelando il suolo si aprono alla valorizzazione dei beni comuni. La prudenza dell’agricoltore, il bilanciamento tra progresso scientifico e consuetudini, tradizioni, che avevano al centro la durevolezza del rapporto uomo-territorio, vanno riconosciute e rivalutate; parte di quella bellezza che ammiriamo da un finestrino di un mezzo in corsa (auto, treno) è frutto di questa saggezza contadina che non è scomparsa, ma sa rigenerarsi * anche più grave su scala internazionale, il fenomeno del land grabbing - l’accaparramento di terra da parte dei soggetti con maggior disponibilità economica - che rischia di distorcere le strutture agroalimentari di molte aree, orientandole a produzioni che ben poco hanno a che fare con le esigenze della popolazione locale * il fenomeno che abbiamo appena citato chiama in causa la questione del diritto dell’accesso alla terra e alle risorse ittiche e forestali, in breve quei beni comuni di cui la DSC proclama la “destinazione universale”. Papa Francesco riporta una dichiarazione dei Vescovi del Paraguay in cui si sottolinea come il diritto alla terra deve essere garantito, “perché il suo esercizio non sia illusorio ma reale.” La comunità internazionale ha reagito agli scandali del “land grabbing” osservando un “grande percorso di dialogo”
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che ha portato all’approvazione, nel 2012, presso la FAO di “Linee guida volontarie per una governance del diritto alla terra e alle risorse naturali”. Un preciso programma che prevede procedure per la difesa e tutela dei diritti dei più deboli, ma la cui applicazione è affidata alla discrezionalità dei governi. C’è, ancora, l’esigenza di ripensare all’importanza delle politiche agricole per lo sviluppo dell’agricoltura familiare, là dove queste non esistono; nonché, ai loro processi di riforma dove esse esistono andando incontro all’agricoltore per quello che egli fa in una visione produttiva multifunzionale, sostenibile e attenta ai beni comuni; allontanandosi da logiche di sfruttamento intensivo sempre più slegate dal “territorio”. Riforme che possono favorire un ritorno alla terra, in particolare dei giovani, un fenomeno che in Italia mostra segnali arricchiti da una splendida capacità innovativa, sia nei prodotti che nei processi, contribuendo a quella diversificazione dell’agricoltura che abbraccia forme di agricoltura sociale e civica, che introducono la “reciprocità” nell’agire economico. Questioni complesse, che esigono coinvolgimento, approfondimento e vigilanza attenta da parte di comunità ecclesiali che su molte questioni tecniche non potranno che stimolare il dibattito tra i competenti (LS n.61), in vista di un discernimento ben informato e dell’assunzione di personali responsabilità nelle scelte morali. Una sfida educativa Quella che il capitolo VI dell’Enciclica LS individua come compito specifico delle comunità ecclesiali è, invece, l’attenzione per la dimensione educativa e formativa. Si tratta, in particolare di apprendere a rinnovare la nostra percezione del mondo, imparando a sentirsi parte di parte di una comunione creaturale sulla terra di tutti e a percepirsi come am-
ministratori di un prezioso bene comune, i cui frutti hanno una destinazione universale. Di imparare soprattutto la dimensione del ringraziamento, mettendosi alla scuola indicataci dall’Eucaristia; in essa, infatti unito al Figlio incarnato “tutto il cosmo rende grazie a Dio. In effetti l’Eucaristia è di per sé un atto di amore cosmico” (n.236). La pratica di chi lavora la terra si scopre in tale prospettiva inserita in un cammino che orienta la terra stessa verso il suo creatore: “L’Eucaristia unisce il cielo e la terra, abbraccia e penetra tutto il creato. Il mondo, che è uscito dalle mani di Dio, ritorna a Lui in gioiosa e piena adorazione: nel Pane eucaristico la creazione è protesa verso la divinizzazione, verso le sante nozze, verso l’unificazione con il Creatore stesso” (n.236). Celebriamo, dunque, con gratitudine e speranza la festa del ringraziamento, come abitatori e custodi responsabili della terra affidataci, facendo nostre le parole di papa Francesco: Signore Dio, Uno e Trino, comunità stupenda di amore infinito, insegnaci a contemplarti nella bellezza dell’universo, dove tutto ci parla di te. Risveglia la nostra lode e la nostra gratitudine per ogni essere che hai creato. Donaci la grazia di sentirci intimamente uniti con tutto ciò che esiste. Dio d’amore, mostraci il nostro posto in questo mondo come strumenti del tuo affetto per tutti gli esseri di questa terra, perché nemmeno uno di essi è dimenticato da te. 1 Benedetto XVI, Messaggio per la XLI Giornata Mondiale della Pace 2008, n. 7. 2 Francesco, Lett. enc. Laudato si’, 24 maggio 2015, n. 12.
Roma, 6 ottobre 2015 Memoria di San Bruno La Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la Pace
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Sprecato 1/3 del cibo prodotto
Allarmanti dati diramati nella giornata dell’alimentazione ficiente, mentre gli sprechi alimentari hanno raggiunto le 670 milioni di tonnellate nei Paesi industrializzati e le 630 milioni di tonnellate in quelli in via di sviluppo. Ogni anno, il cibo che viene prodotto, ma non consumato, utilizza 1,4 miliardi di ettari di terreno (quasi il 30 per cento della superficie agricola mondiale) ed è responsabile della produzione di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra. La lotta alla fame si combatte anche intervenendo con una più attenta gestione e distribuzione della produzione agricola ed alimentare. In Italia sei cittadini su dieci (60 per cento) hanno diminuito
o annullato gli sprechi domestici nel 2014 secondo una tendenza favorita dalla crisi ma molto resta da fare con ogni italiano che ha comunque buttato nel bidone della spazzatura ben 76 chili di prodotti alimentari durante l’anno, secondo l’indagine Coldiretti/ Ixe’. Il 53 per cento degli italiani ritiene che il contenimento degli sprechi alimentari dipende soprattutto dalle scelte dei consumatori con il 46 per cento che sostiene possano essere combattuti con una migliore pianificazione della spesa, secondo elaborazioni Coldiretti sui dati Eurobarometro del settembre 2015.
19a giornata nazionale della Colletta Alimentare Sabato 28 novembre Coldiretti partecipa alla raccolta in tutti i supermercati Le “Dieci Righe” della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare «La fame oggi ha assunto le dimensioni di un vero “scandalo” che minaccia la vita e la dignità di tante persone. Ogni giorno dobbiamo confrontarci con questa ingiustizia, mi permetto di più, con questo peccato […]. Non possiamo compiere un miracolo come l’ha fatto Gesù; tuttavia possiamo fare qualcosa, di fronte all’emergenza della fame, qualcosa di umile, e che ha anche la forza di un miracolo. Prima di tutto possiamo educarci all’umanità, a riconoscere l’umanità presente
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Papa Francesco, Udienza del 3 ottobre 2015, in aula Paolo VI, con il Banco Alimentare.
Grati per quanto il Santo Padre ci ha detto e desiderosi di farne esperienza, invitiamo TUTTI a vivere la Colletta Alimentare.
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oldiretti Asti, tra le numerose iniziative collegate alla Festa annuale del Ringraziamento, partecipa in modo significativo alla realizzazione della diciannovesima edizione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, sabato 28 novembre presso i principali supermercati della provincia di Asti. I ragazzi di Giovani Impresa Coldiretti sono già tutti mobilitati per prestare volontariamente un po’ del proprio tempo e raccogliere gli alimenti.
Società
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n terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate che sarebbero ampiamente sufficienti a sfamare la popolazione che soffre di fame. È quanto ha denunciato Coldiretti in occasione del World Food Day voluto dalle Nazioni Unite con la consegna ad Expo della Carta di Milano al segretario generale Onu, Ban Ki-moon con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al quale ha partecipato anche il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. 800 milioni di persone (una su dieci) nel mondo non hanno ancora cibo suf-
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“Non siamo mica americani”
Allarmismi sulle carni rosse: il problema è degli anglosassoni
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Lo studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul consumo della carne rossa, letto in maniera distorta, sta creando un falso allarmismo deleterio per i nostri allevamenti”. Pur non nascondendo la sua preoccupazione per le ripercussioni momentanee sul settore, il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale, si dice sicuro che “le preoccupazione lasceranno presto spazio alle certezze e non faranno che rafforzare ulteriormente la produzione locale. È una campagna allarmistica del tutto immotivata, soprattutto se si considera che la qualità della carne italiana, dalla stalla allo scaffale, è diversa e migliore e che i cibi sotto accusa come hot dog e bacon non fanno parte della tradizione nostrana”. Contattato ad Expo Milano, al padiglione Coldiretti, il professor Giorgio Calabrese, astigiano e scienziato dell’alimentazione, strabuzza gli occhi e afferma con un vistoso disagio: “L’utilizzo moderato della carne è solo salutista, i problemi insorgono se c’è un abuso, come per ogni altro tipo di alimento. E noi italiani di certo non abusiamo nei consumi di carne. Le statistiche indicano che consumiamo mediamente dai 70 ai 100 grammi di carne (sia rossa che bianca) 2 volte a settimana, più 25 grammi di insaccati a settimana. Siamo sicuramente al di sotto del limite minimo, il problema è degli americani, dei paesi anglosassoni in generale, la cui dieta prevede la carne, il bacon e gli hot dog fin dal mattino.
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Cabiale: “Le nostre carni sono le più sicure al mondo”; Calabrese: “Ma di cosa stiamo parlando, in Italia si consumano mediamente dai 70 ai 100 gr. due volte a settimana di carni rosse e bianche”
Loro si che hanno un’incidenza doppia nelle casistiche di tumore al colon rettale”. Per altro il problema, in generale, non è sulla qualità della carne, anche perchè ad esempio la nostra razza bovina Piemontese fornisce una carne, in assoluto, con il minor contenuto di grassi. “Infatti – specifica il professor Calabrese che ha fatto queste affermazioni anche a “Porta a Porta” – di cosa stiamo parlando, caso mai può incidere maggiormente come viene cucinata la carne”. In ogni caso il nostro Paese, grazie al consumo della carne collocato perfettamente all’interno della dieta Mediterranea, ha il primato di longevità, con 84,6 anni per le donne e i 79,8 anni per gli uomini. Le carni Made in Italy sono più sane, perché magre, non trattate con ormoni, a differenza di quelle americane, e ottenute nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione “Doc” che assicurano il benessere e la qualità dell’alimentazione degli animali. E per gli stessi salumi si segue una prassi di lavorazione di tipo naturale a base di sale. “Non dimentichiamo – sottolinea Cabiale – come in Italia, al
contrario di altri paesi, i controlli sugli allevamenti vengono disposti dal Ministero della Sanità e non dal Ministero dell’Agricoltura. Siamo il paese con maggiori garanzie sulla salubrità che, fra l’altro, hanno un costo molto elevato per gli allevatori”. Ad ogni buon conto, a rassicurare i consumatori italiani è lo stesso studio dell’Oms quando si afferma chiaramente che “È necessario capire quali sono i reali margini di rischio ed entro che dosi e limiti vale la pena di preoccuparsi davvero”. Altrettanto importante è capire esattamente di quali tipi di carne e di quali sistemi di lavorazione si sta realmente parlando quando si punta il dito contro la carne. “Questo ennesimo falso allarme che non riguarda le nostre produzioni conferma – rivela Cabiale - la necessità di accelerare il percorso dell’obbligo di etichettatura d’origine per tutti gli alimenti, a partire dai salumi. È questa la vera battaglia che l’Italia deve fare in Europa per garantire la salute dei suoi cittadini e il reddito delle sue imprese”.
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Una sterile Ue partorisce i “novel food” Il 91% degli italiani dice no alla carne clonata
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Il super panino da tre metri sfornato dalla Coldiretti a Expo
Se dal punto di vista qualitativo la carne italiana è meno grassa, la trasformazione in salumi avviene naturalmente solo con il sale. Proprio quest’anno peraltro la carne è diventata la seconda voce del budget alimentare delle famiglie italiane dopo l’ortofrutta con una rivoluzio-
ne epocale per le tavole nazionali che non era mai avvenuta in questo secolo. La spesa degli italiani per gli acquisti è scesa a 97 euro al mese per la carne che, con una incidenza del 22 per cento sul totale, perde per la prima volta il primato, secondo l’analisi della Coldiretti.
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Sondaggio sul sito www.coldiretti.it Promosso fra tutti i consumatori a tutela della carne
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n riferimento alla querelle innescata da uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul consumo della carne rossa, che purtroppo rischia di “far vivere male” tutti i consumatori e gli allevatori, Coldiretti ha deciso di promuovere un sondaggio sul sito web www.coldiretti.it per valutare l’opinione dei “navigatori” sulle tendenze relative al
consumo di carne. L’intenzione è di utilizzare quanto prima i risultati del sondaggio, per organizzare azioni a tutela della nostra carne. Tutti possono VOTARE E SOLLECITARE IL VOTO DI QUANTE PIU’ PERSONE POSSIBILE (siamo tutti consumatori) in modo da allargare la consultazione e renderla maggiormente attendibile.
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l 91 per cento degli Italiani non mangerebbe carne o latte proveniente da animali clonati. È quanto emerge da una indagine Coldiretti/IPR marketing in relazione all’adozione, da parte del Parlamento europeo, della risoluzione sui “novel food” nel cui ambito di applicazione rientrerebbero anche gli alimenti derivanti da animali clonati. L’Italia può contare sulla leadership europea nella produzione di salumi di qualità con 40 prodotti a denominazione di origine realizzati secondo precisi disciplinari di produzione dall’allevamento, all’alimentazione degli animali fino alla trasformazione. Nell’occasione della giornata della carne a Expo, il 29 ottobre scorso, Coldiretti ha realizzato il panino imbottito più grande del mondo ed ha allestito la più grande esposizione dei salumi tipici regionali a denominazione di origine, dopo lo diffusione delle studio dell’Oms sul consumo della carne rossa. Le caratteristiche di naturalità e di qualità, hanno dato prestigio della norcineria italiana in tutto il mondo, contribuendo a realizzare un fatturato nella filiera delle carni suine italiana pari a 20 miliardi e a dare lavoro a 105mila persone, dei quali circa la metà negli allevamenti. Un patrimonio messo a rischio dagli allarmismi che colpiscono anche la filiera delle carni bovine dove lavorano 80mila persone che generano un fatturato di 12 miliardi di euro.
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Noccioleti crescono, ma occorre accorciare la filiera Il comparto tira ed ha bisogno di maggiore trasparenza
Filiera corilicola
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rescono sempre più le aspettative verso il comparto corilicolo. La particolare euforia vissuta con l’ottima annata dell’anno passato, sta creando la necessità di guardare oltre il periodo temporale dell’annata. I dati di fatto sono due in particolare. Il primo le quotazioni dell’anno passato, con un valore della tonda gentile trilobata attorno ai 500 euro al quintale. Il secondo, un’interesse crescente verso questa coltura che occupa circa 3.500 ettari di superficie nell’Astigiano. Si pensi che ad inizio anni Ottanta si era a 1.200 ettari. “Io sono 50 anni che coltivo nocciole, ci ho sempre creduto – ci spiega Italo Rosso, presidente della sezione Coldiretti di Castellero, il piccolo paese che domenica scorsa ha celebrato la 33esima Fiera Città della Nocciola -, e vedo che sempre più giovani ci credono, anche invogliati da una crescente remunerosità. Però, in questi anni, la messa a dimora delle nocciole, in determinate zone dell’Astigiano come la nostra, è avvenuta principalmente per la crisi di altri comparti, come la viticoltura attanagliata dalla flavescenza dorata”. Tra i maggiori produttori di nocciole c’è il presidente della sezione Coldiretti di Monale, Bruno Cunotto: “In questi anni ho espiantato tutte le mie viti e mi sono messo a coltivare le nocciole. La viticoltura mi stava mandando in depressione, i noccioleti danno invece maggiori soddisfazioni”. Come si sa, il mondo contadino non è però facile agli entusiasmi, troppo spesso le buone prospettive sono state presto
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La produzione è triplicata: negli anni Ottanta si coltivavano 1.200 ettari nell’Astigiano, ora siamo a 3.500. soffocate nei vari passaggi della filiera. “Non vorremmo accadesse questo anche con le nocciole. L’abbiamo vissuto in molte occasioni con il vino – sottolinea Luigi Franco, vicedirettore e responsabile economico di Coldiretti Asti - troppi mediatori, commercianti, trasformatori e vari passaggi, prima di arrivare al consumatore finale, hanno fatto perdere valore alle uve. In questo momento, i produttori di nocciole hanno un’esigenza in particolare: ottenere un valore del prodotto costante nel tempo con la garanzia del ritiro da parte di industriali, commercianti e trasformatori in genere”. In effetti la filiera non pare mai essere trasparente fino in fondo. “Io personalmente – sottolinea Italo Rosso – vorrei la certezza di un metodo corretto nella valutazione delle mie nocciole. Chi ritira il prodotto dovrebbe effettuare la misurazione dell’umidità e stabilire i punti resa in presenza del
produttore”. Anche il momento della collocazione sul mercato del prodotto risulta troppo problematico. “E’ sempre difficile capire quando vendere le nocciole – spiega Daniele Giannuzzi, che coltiva 10 ettari di noccioleto a Castagnole Lanze -, il prezzo oscilla di settimana in settimana. Ad inizio campagna eravamo oltre i 400 euro, poi è calato molto, ora sta risalendo. Una corretta valutazione della resa, poi, è diventata molto importante, incide anche 8 euro a punto”. L’impressione è che il comparto sia ancora troppo influenzato dai mediatori, occorre accorciare la filiera e ottenere maggiori garanzie dalle industrie di trasformazione. “Con il nostro progetto vino – fa presente Luigi Franco - e la “Barbera Amica”, siamo riusciti a mitigare notevolmente questo problema legato alla viticoltura. Qualcosa di simile servirebbe anche per le nocciole”.
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È stato un grande ed indimenticabile Expo
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merenda o veri e propri pasti tutti rigorosamente tricolori. Nell’area del padiglione Coldiretti “No farmers no party” sono stati, infatti, distribuiti 500 pasti al giorno serviti tra pranzi e cene con 100 bottiglie di vino, 1000 porzioni di cibi di strada al giorno ma anche 1500 colazioni al giorno e 2000 degustazioni o merende in media al giorno del tutto gratuitamente. “Abbiamo organizzato - ha spiegato Moncalvo - oltre duemila eventi, accolto 480 classi con circa 11 mila studenti visitatori e distribuito gratuitamente 36 mila kit dell’orto per sensibilizzare sui temi dell’ambiente e della biodivesità”. La presenza degli agricoltori italiani è stata tangibile fin dall’inaugurazione con il padiglione Coldiretti tappezzato completamente dai loro volti con l’enorme scritta “No farmers no party” per ricordare che non c’è Expo, non c’è cibo e non c’è vita senza il duro lavoro nelle campagne. L’unico spazio dove è stata data la possibilità agli agricoltori di tutte le regioni di far conoscere al mondo le proprie storie ed i propri prodotti. Una esperienza di successo sancita dal record di presenze anche alle mostre sui primati del Made in Italy e sostenuta dalla promozione di eventi che hanno segnato il corso dell’esposizione, dall’incontro dei trentamila con il presidente del Consiglio Matteo Renzi al concerto con Edoardo Bennato and Farmers, dall’Oscar Green per l’innovazione a Terra Madre Giovani. Ma Expo è stata una grande occasione per difendere i primati italiani nell’agroalimentare con molteplici appuntamenti dedicati ai singoli prodotti, dal gelato alla birra, dall’ortofutta al pane, dal latte al coniglio, dalle uova al riso che hanno visto la partecipazione attiva degli agricoltori. Grazie alla raccolta organizzata nel padiglione Coldiretti dell’Esposizione in soli tre mesi sono state raccolte quasi 90mila firme a sostegno della petizio-
ne per impedire l’utilizzo della polvere di latte nella produzione dei formaggi italiani ma nel periodo di Expo sono anche aumentate di ulteriori centomila le firme dei cittadini a sostegno della candidatura dell’arte della pizza a patrimonio immateriale dell’Umanità dell’Unesco. Secondo l’indagine Coldiretti/Ixé, l’88 per cento degli italiani che hanno visitato l’esposizione la considera un’esperienza positiva, tanto da aver speso complessivamente 2,3 miliardi tra viaggio, alloggio, spese varie fuori ed ingresso e consumazioni all’interno. Mangiare all’interno di Expo è costato in media 27 euro con la maggioranza del 32 per cento che ha scelto un cucina esclusivamente italiana, il 25 per cento solo quella straniera, il 34 per cento ha provato sia la straniera che quella italiana mentre il 9 per cento non ricorda. Per tre italiani su quattro (il 74 per cento) l’esperienza di Expo può essere considerato un successo del nostro Paese mentre per il 16 per cento è indifferente e solo il 7 per cento la ritiene un insuccesso e il 3 per cento non sa. Alle tendenze positive determinate dalla ripresa economica e dal tasso di cambio favorevole si è aggiunta la spinta propulsiva determinata dalla vetrina mondiale dell’Esposizione che ha fatto volare i prodotti agroalimentari nazionali all’estero che faranno registrare nel 2015 il record storico con un valore annuale superiore ai 36 miliardi di euro, con un incremento del 7 per cento. Sul podio dei padiglioni stranieri preferiti sale il Giappone con il 21 per cento dei consensi seguito dalla Cina con il 9 per cento e dal Kazakistan con l’8 per cento. Per quanto riguarda i padiglioni italiani che sono piaciuti di più al primo posto c’è Palazzo Italia con il 26 per cento seguito da Perugina con il 15 per cento, da Coldiretti con il 12 per cento e da Coop e Eataly con l’11 per cento.
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Siamo stati tra i primi a credere e ad investire in Expo con la tempestiva scelta di sponsorizzarne il simbolo, l’Albero della Vita, e animare quotidianamente il nostro padiglione “No farmers no party” con la partecipazione degli agricoltori provenienti da tutte le regioni d’Italia. Una scelta che è stata premiata dai riconoscimenti dei tanti entusiasti visitatori ma anche dalla convinzione che l’esposizione ha aiutato a restituire dignità e valore al lavoro nei campi dove sono impegnati nel mondo 570 milioni di aziende ed oggi sono più vicini gli ambiziosi obiettivi che sono stati fissati all’inaugurazione “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”. Lo ha dichiarato il presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel presentare la prima indagine completa sul bilancio dell’evento elaborata da Coldiretti/Ixe’ al Forum “Expo: l’eredità e le sfide future”, organizzato dalla Coldiretti a Milano. All’iniziativa hanno preso parte i Ministri delle Politiche agricole, Maurizio Martina, del Lavoro, Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro, Luigi Scordamaglia (presidente Federalimentare), Marco Pedroni (presidente Coop Italia), Angelo Trocchia (presidente Unilever Italia), Paolo De Castro, relatore permanente sui profili di competenza agricola del negoziato per il libero scambio tra Usa e Ue (TTIP) del Parlamento Europeo, Raimondo Serra negoziatore della Commissione europea sul TTIP, assieme a Roberto Weber, presidente dell’Istituto Ixè, e Giuseppe De Rita, presidente Censis. Il protagonismo degli agricoltori italiani è stato uno dei fattori chiave di Expo perché ha permesso di far toccare con mano ai visitatori la realtà delle campagne italiane dove nasce il successo dei prodotti agroalimentari Made in Italy nel mondo. Oltre mezzo milione di persone ha avuto l’occasione di gustare dalle mani degli agricoltori un frutto, un dolce, una
Dsposizione Universale
Il protagonismo degli agricoltori italiani una delle chiavi del successo
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Lavoro e legalità: valore aggiunto per il vero Made in Italy Al Circolo dei Lettori convegno di Coldiretti Piemonte e UeCoop
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a sala del Circolo dei Lettori di Torino è stata la vetrina della tavola rotonda “Lavoro e legalità: valore aggiunto per il vero Made in Italy”, organizzato da Coldiretti Piemonte e UeCoop il 21 ottobre scorso. Vi hanno preso parte gli Assessori regionali al Lavoro ed all’Agricoltura Giovanna Pentenero e Giorgio Ferrero oltre a Romano Magrini capo area sindacale e lavoro di Coldiretti nazionale. A fare gli onori di casa la presidente ed il direttore della Federazione regionale Delia Revelli ed Antonio De Concilio, alla presenza di una nutrita delegazione dell’Astigiano guidata dal presidente Roberto Cabiale e dal direttore Antonio Ciotta. Ad introdurre i lavori la presidente Revelli che ha tracciato l’attuale scenario del mondo del lavoro agricolo: “le nostre aziende vivono un momento economico difficile in cui sicuramente sentono gravare il peso contributivo. Registriamo un aumento della manodopera legato anche al cambiamento messo in atto dagli imprenditori ed in questo panorama un ruolo importante lo sta giocando l’agricoltura multifunzionale verso cui tendono sempre più le imprese agricole. Coldiretti focalizza l’attenzione sulla tutela del Made in Italy perché l’agroalimentare fa da traino per il rilancio complessivo del nostro Paese”. Proprio su quest’ultimo punto ha insistito anche l’intervento di Romano Magrini che ha sottolineato, inoltre, come solo nel settore agricolo sia evidente l’aumento occupazionale, unito ad un ritorno dei giovani in agricoltura e alla loro sempre crescente volontà di scegliere gli istituti agrari. Gli occupati in agricoltura in Italia, infatti, sono aumentati del 7,1%, valore di dieci volte superiore rispetto alla media di tutti gli altri settori ed, in particolare al nord, si è registrato un trend positivo pari al 17,5%. Sono dati si confermano anche in Piemonte, dove vi è l’ulteriore dato positivo che, su questo incremento, la percentuale di giovani supera il 30%.
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Tra il folto pubblico al convegno di Torino sulla legalità anche molti astigiani
“Non può esistere un buon cibo senza un buon lavoro – ha esordito Romano Magrini – Il lavoro dei nostri agricoltori va adeguatamente remunerato al fine di dare valore e riconoscimento alle loro produzioni, oltre che ai territori su cui insistono le loro aziende. Non deve esistere il lavoro nero poiché abbiamo una grande varietà di contratti che rispondono a tutte le nostre esigenze: pos-
siamo usufruire di un’ampia flessibilità che abbiamo conquistato nel tempo e che dobbiamo impegnarci a mantenere”. “Coldiretti Piemonte porta avanti la battaglia a difesa del Made in Italy e del no ogm: non possiamo permettere che l’immagine del nostro patrimonio enogastronomico, conosciuto in tutto il mondo, venga distrutta dalle frodi e dall’illegalità – ha concluso il direttore di Coldiretti Piemonte Antonio De Concilio, moderatore dell’evento - L’agricoltura è oggi capace di offrire prospettive di lavoro sia a chi vuole mettere in campo idee innovative sia a chi è alla ricerca di un’occupazione temporanea. La nostra Organizzazione opera anche al fianco delle Istituzioni al fine di supportare le nostre aziende agricole che vogliono lavorare nel pieno rispetto della legalità”.
Si è tenuta l’assemblea regionale UeCoop In preparazione dell’assise nazionale sono stati nominati i delegati
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i è svolta il 19 ottobre, presso la sede di Coldiretti Piemonte, l’Assemblea regionale UeCoop Piemonte, convocata per la nomina dei delegati all’assemblea nazionale del 4 novembre a Roma. A coordinare i lavori, la presidente e il segretario regionali, Daniela Pallisco e Vittorio Marabotto, con la partecipazione del coordinatore nazionale Vincenzo Sette e di quello per il Nord Italia, Eugenio Torchio. L’Unione Europea delle Cooperative, UeCoop, registra circa trecento coopertative associate in Piemonte, in tutti i 14 settori della cooperazione: dal lavoro e i servizi al sociale, dall’edilizia fino all’agricoltura. Praticamente è già la seconda centrale cooperativa regionale come numero di associati. “A base dei principi ispiratori di UECoop – ha affermato Vincenzo Sette – vi è un nuovo pa-
radigma di sviluppo sostenibile, che alimenta una moderna forma della rappresentanza, dove alla “verticalità” dei settori si sostituisce l’”orizzontalità” dei territori. Una rappresentanza dunque capace di rivolgersi alla gente, alle comunità, di capire e aprirsi al mondo. UECoop rappresenta lo strumento per portare anche in tutti i settori produttivi della cooperazione i principi di trasparenza delle filiere e di alleanza con il consumatore finale, caratteristiche del progetto economico di Coldiretti”. Dall’incontro di lunedì è anche scaturito un approfondito dibattito tra i presidenti delle numerose cooperative presenti, molto utile per portare all’assemblea di Roma le opportune istanze a favore del mondo cooperativo piemontese che per troppi anni non ha praticamente avuto una rappresentanza.
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Le lunghe mani delle tangenti, anche sulle scuole Particolarmente ambito dai mafiosi il giro delle mense da 1,3 miliardi di euro
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Da tutelare nelle scuole ci sono circa il 45 per cento dei bambini negli asili e nelle elementari con una tendenza all’aumento per i cambiamenti imposti dai nuovi stili di vista che favorisce un interesse crescente della malavita. “Si tratta di un crimine particolarmente odioso poiché ai danni provocati al sistema economico ed all’occupazione si aggiungono i pericoli per la salute in una fase delicata della crescita” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. Forse non a caso un italiano su cinque (20 per cento) ha una valutazione negativa dei pasti serviti nelle mense scolastiche di figli o nipoti, mentre il 42 per cento la ritiene appena sufficiente, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. Una netta maggioranza dell’83 per cento ritiene che le mense dovrebbero offrire i cibi più sani per educare le nuove generazioni dal punto di vista alimentare mentre solo il 13 per cento ritiene che dovrebbero essere serviti i piatti che piacciono di più. In ogni caso, il 52 per cento degli italiani considera il costo delle mense scolastiche adeguato mentre per il 25 per cento è eccessivo. “Per assicurare il miglior rapporto prezzo/qualita’ ma anche per educare le nuove generazioni la Coldiretti sollecita a privilegiare nelle mense sco-
lastiche i cibi locali a km 0 che valorizzano le realtà produttive locali e riducono i troppi passaggi intermedi dietro i quali più elevato è il rischio di frodi e sofisticazioni” ha continuato Moncalvo. In questo contesto la Coldiretti denuncia il ritardo applicativo degli appalti verdi previsti per le mense di scuole e ospedali gestite dalla pubblica amministrazione che devono garantire solo frutta e verdura di stagione, almeno il 25 per cento di prodotti a denominazione di origine (IGP e DOP), almeno il 15 per cento di carne biologica mentre almeno il 20 per cento del pesce deve provenire da acquacoltura bio. Gli appalti verdi, che sono entrati nella normativa nazionale da oltre 4 anni, devono essere recepiti da Comuni, Province e Regioni, con la qualità e la stagionalità dei prodotti offerti che entra finalmente nelle gare d’appalto degli Enti pubblici grazie all’introduzione di “Criteri ambientali minimi per il servizio di ristorazione collettiva e la fornitura di derrate alimentari”, previsti nell’ambito del Piano d’Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione (cosiddetta Public Procurement). Al normale requisito base del prezzo più vantaggioso, si affianca un meccanismo di
Appalti agroalimentari
Mentre si allunga l’ombra delle agromafie, un genitore su cinque boccia i pasti, coinvolti 2 milioni di bambini
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ugli appalti delle mense scolastiche che fatturano 1,3 miliardi all’anno si allunga l’ombra delle agromafie che mettono a rischio la salute a l’alimentazione di 2 milioni di bambini tra i 3 ed i 10 che quotidianamente mangiano a scuola. È quanto è emerso nell’incontro “Corruzione e Agromafie” promosso dal presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo, e da Gian Carlo Caselli, Presidente del Comitato scientifico della Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” con la partecipazione tra gli altri di Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Giovanni Legnini, Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura e Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Un pericolo di grande attualità come dimostra l’apertura quest’autunno della grande inchiesta sulla fornitura di pasti in scuole elementari e materne delle provincia di Napoli, Avellino e Salerno con 17 misure cautelari nei confronti di imprenditori e amministratori pubblici per attivita’ di dossieraggio per sbaragliare la concorrenza, e cibo di qualità scadente, talvolta avariato, dato in pasto agli scolari. Si tratta in realtà solo dell’ultimo della lunga serie di episodi che riguarda l’insieme degli appalti pubblici per la ristorazione, dalle scuole agli ospedali fino agli immigrati come hanno dimostrato le recenti cronache di mafia Capitale con tangenti e corruzione.
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punteggio che premia prestazioni ambientali, sociali o di fornitura di prodotti tipici meno diffusi e talvolta più costosi. In questo modo, anche chi propone alimenti di qualità può dunque concorrere, nella fornitura di alimenti, senza vedere compromesso in partenza l’esito della gara, favorendo l’innovazione e il miglioramento socio ambientale del mercato. Nel 2008 l’Italia ha adottato il proprio Piano d’azione nazionale sugli «appalti verdi» o «Green Public Procurement», che fornisce un quadro di riferimento complessivo utile a facilitare l’adozione e l’implementazione di pratiche di GPP sia dal punto di vista tecnico che metodologico. Il Piano d’Azione Nazionale rinvia ad appositi decreti emanati dal Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare, l’individuazione di un set di criteri ambientali “minimi” per gli acquisti relativi a diverse “categorie merceologiche” tra le quali la la ristorazione (servizio mensa e forniture alimenti). Nel 2011 sono stati adottati i criteri minimi ambientali per la ristorazione collettiva e le derrate alimentari.
Agropirateria diventa reato
Via alla riforma delle norme alimentari
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l crimine alimentare cresce e fattura 15,4 miliardi, anche con le innovazioni tecnologiche e con i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globale che lo rendono ancora più pericoloso e per questo va perseguito con un sistema punitivo più adeguato. È quanto afferma Coldiretti, nel commentare positivamente la proposta di riforma delle norme a tutela dei prodotti alimentari presentata, al Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, dalla Commissione per l’elaborazione di proposte di intervento sulla riforma dei reati in materia agroalimentare presieduta da Giancarlo Caselli. Dall’agropirateria al disastro sanitario sono 49 gli articoli contenuti nelle proposta normativa opportunamente finalizzata ad adeguare la le-
Soggiorno invernale a Spotorno numero 13 – 2015
Organizzato da Coldiretti Donne Impresa dall’11 al 25 gennaio
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nche quest’anno Coldiretti Donne Impresa organizza un soggiorno invernale per gli associati e i loro familiari. La località marina prescelta è Spotorno, bella cittadina fra Finale e Savona. Il soggiorno si svolgerà dall’11 al 25 Gennaio 2016. È stata predisposta l’ospitalità in hotel tre stelle fronte mare. Il costo del sog-
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giorno è di 39 € al giorno per ogni persona in camere doppie, il supplemento per la camera singola è di € 16. Per tutti i 14 giorni la quota comprende la pensione completa. Chi interessato può prenotare entro il 30 novembre alla coordinatrice di Coldiretti Donne Impresa, Chiara Franco, al numero di telefono: 335.471.014.
gislazione di contrasto ai reati agroalimentari che hanno un impatto rilevante sull’economia, sull’ambiente e sulla salute. È importante la volontà di procedere ad un aggiornamento delle norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900, attraverso un’articolata operazione di riordino degli strumenti esistenti e di adeguamento degli stessi ad un contesto caratterizzato da forme diffuse di criminalità organizzata che alterano la leale concorrenza tra le imprese ed espongono a continui pericoli la salute delle persone. Si tratta di una esigenza anche per tutelare e valorizzare i prodotti agroalimentari italiani che hanno conquistato il primato nella sicurezza alimentare e nel rispetto ambientale, dal maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario con 274 prodotti Dop/Igp alla leadership europea nel biologico con 43.852 imprese che coltivano biologico, ma anche il primato nella sicurezza alimentare mondiale con la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma.
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A Debora Marucco la Borsa di studio Vastadore
Debora Marucco seconda da sinistra con il Presidente Coldiretti e i familiari di Paolo Vastadore
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I vincitori delle sei edizioni: 2010 Daniele Longo di Asti 2011 Fabio Tinelli di Cortanze 2012 Giovanni Picollo di Costigliole 2013 Valeria Candelo di Villanova 2014 Stefano Graziano di Isola 2015 Debora Marucco di Piea RIFLESSO - ASTI
momento dell’assegnazione della Borsa di Studi – che vogliamo dare ad un giovane che ha saputo distinguersi negli studi. Lo facciamo con molto piacere, ricordando Paolo, in un momento particolarmente sensibile da parte dei giovani verso l’agricoltura. Sempre più giovani si avvicinano al settore primario e sempre più giovani lo fanno affrontando studi specifici, per noi non solo è motivo di orgoglio, ma anche un buon viatico per il futuro. L’assegnazione della borsa di studi ad una giovane donne, poi, ci fa particolarmente piacere, in quanto in questi ultimi anni sono aumentate notevolmente le imprese agricole rosa, garantendo al settore un impulso particolarmente importante alla creatività e all’innovazione”. Sono anche intervenuti, con suggerimenti, consigli e parole di am-
mirazione nei confronti di Debora Marucco, l’assessore comunale Marta Parodi, la delegata della Provincia di Asti, Barbara Baino, la Consigliera regionale, Angela Motta, l’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero. Era la prima volta che si celebrava una messa nell’Istituto scolastico, ha sottolineato il dirigente scolastico Renato Parisio: “Ringraziamo la famiglia per aver voluto, quest’anno, celebrare direttamente in Istituto la cerimonia di consegna della Borsa di Studi in memoria di Paolo. Per noi è anche l’occasione per dare visibilità alla scuola che è in forte crescita, siamo a 700 studenti, ed abbiamo come obbiettivo l’autonomia gestionale”. A Debora il presidente Cabiale ha consegnato l’assegno di 1.000 euro messo a disposizione da Coldiretti Asti.
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na cerimonia molto toccante si è tenuta il 24 ottobre scorso, per la commemorazione di Paolo Vastadore, giovane tecnico Coldiretti, tragicamente scomparso, il 19 gennaio 2010, all’età di 27 anni, in un incidente stradale mentre tornava a casa dopo una giornata di lavoro. Nell’aula Magna dell’Istituto Agrario “G. Penna”, don Francesco Cartello, Consigliere Ecclesiastico Coldiretti Asti, ha officiato una messa in suffragio, alla presenza di numerosissime persone, familiari, amici, colleghi di lavoro, concittadini e autorità. A seguire la consegna della Borsa di Studi a Debora Marucco di Piea d’Asti, la studentessa più meritevole dell’Istituto essendosi diplomata con il miglior risultato all’esame di maturità (100/100). La cerimonia di consegna è stata coordinata dal professore Erildo Ferro, insegnante in pensione, già Sindaco di Isola d’Asti, paese di Paolo, e amico di famiglia. Il professor Ferro ha voluto ricordare il sorriso di Paolo, sempre disponibile e cortese, non solo con gli amici, molti dei quali compagni di scuola, ma anche sul lavoro. “È un piccolo ma tangibile aiuto – ha detto il presidente provinciale Coldiretti, Roberto Cabiale, nel
Commemorazione
Consegnato all’istituto “G:Penna” di Asti il premio alla memoria del tecnico Coldiretti
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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Tracciamo un futuro certo per la nostra agricoltura
A Palazzo Enofila il “Consuntivo dell’Annata Agraria” con nuovi progetti economici in vista
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dato un impulso fondamentale per riscrivere la Politica Agricola Comunitaria emarginando, finalmente, chi sfruttava il settore primario per ottenere rendite senza lavorare. “Dallo scorso anno abbiamo voluto rinnovare la centralità di questo appuntamento, riportandolo sul capoluogo provinciale dopo averlo spostato in tutti i maggiori centri della provincia”, sottolinea così l’importanza dell’iniziativa Antonio Ciotta, direttore provinciale Coldiretti. “Siamo ormai al sesto anno di importanti obbiettivi raggiunti con il nostro progetto “Una filiera agricola tutta italiana” - sottolinea il presidente provinciale Coldiretti, Roberto Cabiale – anche quest’anno vogliamo riaggregare tutti i maggiori esperti dell’economia locale per fare il punto della situazione e per ridefinire nuovi obbiettivi”. Per il “Consuntivo” di quest’anno ci si aspetta dunque la partecipazione dei principali protagosnisti degli accordi di filiera stipulati in questi anni, ed anche alcuni nuovi protagonisti, praticamente si annuncia la presenza dei
maggiori interlocutori economici della provincia ed è data per certa la partecipazione dell’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero. Durante l’esposizione del “Consuntivo dell’Annata Agraria 2014 – 2015” sarà consegnato ai presenti l’ambito dossier, particolarmente ricco di documentazioni, con relazioni, grafici e dati definitivi dell’annata. Il “Consuntivo” divulgato da Coldiretti Asti, è diventato infatti da tempo un ottimo strumento informativo per gli operatori del settore, i media, gli studenti e tutti coloro che si occupano di economia e di lavoro, per analizzare con una pubblicazione sintetica, ma completa, la realtà agricola provinciale. I rilievi e le analisi di mercato, suddivisi per ogni settore produttivo agricolo, rappresentano uno strumento statistico importante anche per impostare al meglio le strategie e gli interventi futuri, nel medio e lungo termine, da parte degli imprenditori agricoli. L’appuntamento è dunque per mercoledì 18 novembre ore 10 al Palazzo Enofila di Asti.
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i si aspetta un’ulteriore accelerata da parte di Coldiretti Asti, verso nuovi progetti economici e rinnovati accordi di filiera. C’è molta attesa per il “Consuntivo dell’Annata Agraria 2014/15” organizzato per mercoledì 18 novembrealle ore 10 a Palazzo Enofila di Asti. Giunto alla sua diciottesima edizione, il Consuntivo dell’Annata Agraria Coldiretti oltre al consueto aggiornamento di tutti i dati statistici dell’agricoltura dell’Astigiano, presenterà ai giornalisti i sorprendenti risultati di cinque anni di progettualità per “Una filiera agricola tutta italiana”. Dal “Progetto Vino” con i viticoltori che hanno triplicato il valore delle loro uve barbera rispetto alla vendemmia 2010, il “Progetto Orticolo” con l’aggregazione dei produttori e le forniture alla “F.lli Saclà”, il “Progetto Grano di Qualità” con sempre più cerealicoltori alla ricerca di un valore aggiunto. E poi c’è la grande rivoluzione culturale di “Campagna Amica” con l’affermazione dei punti vendita, degli agrimercati e delle botteghe che hanno
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Vino: Coldiretti, quanto vale l’annata 2015?
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logo Secondo Rabbione, responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte che proprio in questi giorni sta svolgendo le analisi organolettiche dei campioni di vino da portare all’Anteprima – di degustare anche diverse Barbera d’Alba. Ovviamente non si tratta di una competizione, ma dell’occasione di allargare i confini territoriali per avere una visione maggiormente chiara sulle peculiarità del vino più prodotto in Piemonte. Questa possibilità c’è data grazie alle consulenze eseguite nell’Albese dal Centro studi vini”. C’è dunque molta attesa per conoscere quali saranno i punti distintivi di questa nuova annata. Nel momento più importante per l’affinamento
dei vini nelle cantine, Coldiretti Asti propone questo meeting di degustazioni fra tecnici, vignaioli, operatori del settore e giornalisti. L’appuntamento è per venerdì 20 novembre, alle ore 17 al Palazzo Enofila di Asti in C.so Cavallotti. Naturalmente i vini presi in considerazione per l’”Anteprima” riguarderanno, a campione, il territorio della denominazione e potranno essere messi a confronto con l’esperienza maturata in 14 edizioni. L’incontro-degustazione sarà condotto dal Prof. Vincenzo Gerbi del Di.Va.P.R.A. Industrie Agrarie Università di Torino tra i maggiori esperti di viticoltura ed enologia a livello nazionale e dal responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte, Secondo Rabbione. “Quest’anno è nostra intenzione – sottolinea Antonio Ciotta, direttore provinciale Coldiretti – avere una maggiore interazione con il pubblico, cercando di cogliere non solo gli aspetti tecnici, ma anche economici di mercato e strategici per il futuro della nostra Barbera”. I campioni dei vini saranno rigorosamente proposti anonimi all’assaggio, ovvero senza indicare il produttore, ma con la sola zona di provenienza. Questo aspetto fornirà altri utilissimi strumenti agli esperti, per valutare in anticipo e con maggiori dati di riferimento, l’andamento medio dell’ultima vendemmia sul piano qualitativo e fare i primi raffronti tra una zona e l’altra.
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uanto potrà effettivamente valere l’annata 2015? Se lo chiede Coldiretti Asti, insieme ai maggiori esperti in enologia, con l’annuale “Anteprima della Barbera d’Asti Docg”, in programma al Palazzo Enofila di Asti venerdì 20 novembre a partire dalle ore 17. L’annata viticola è stata eccezionale, i vini si preannunciano veramente interessanti e quindi si cercherà di dare un valore economico realistico ad un’annata veramente qualitativa. “Con il nostro “Progetto Vino” - evidenzia il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale - che fra l’altro ha dato vita all’ormai ultra conosciuta “Barbera Amica”, abbiamo dimostrato che la qualità può essere remunerata adeguatamente ai viticoltori. Con lo strumento dell’”Anteprima Barbera” vorremmo individuare una metodologia per quantificare il valore aggiunto di un’annata superiore alla media, ovverosia fare emergere un “algoritmo” che avvalori un’annata superlativa come la 2015, rispetto ad altre qualitativamente meno favorevoli”. Oltre all’obbiettivo imprescindibile di fornire indici tecnici ed economici scientificamente affidabili, l’Anteprima Barbera di Coldiretti proporrà un’altra importante novità: la degustazione “en primer” non solo di Barbera d’Asti ma anche di Barbera d’Alba. “Per la prima volta avremo la possibilità – sottolinea l’eno-
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Venerdì 20 novembre l’Anteprima della Barbera con meeting di degustazioni
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La protezione degli aromi e delle sostanze ossidabili L’azione di metalli come catalizzatori di ossidazione nei mosti e nei vini
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ulla presenza di metalli nei mosti e nei vini si possono fare tante considerazioni, sia di ordine negativo che positivo. Il rame presente nei mosti e nei vini proviene dai trattamenti cuprici in vigneto o dalle contaminazioni di cantina. Il limite massimo di rame nei vini è pari a 1 mg/L. Le fecce di lievito fissano e complessano il rame e prevengono la casse rameosa. Eccessi di rame possono provocare l’eliminazione di precursori di aromi varietali solforati interessanti (legati alla cisteina). Viceversa, quando il rame viene utilizzato con criterio, può fissare i composti solforati che vanno a creare il cosiddetto “tampone aromatico” nei confronti dei terpeni. Il rame, essendo un potente ossidante (forte catalizzatore di ossidazione), può generare perdita di volume e di rotondità in bocca alla degustazione, eliminare il carattere di fruttato varietale, e, a dosi elevate, provocare la formazione di sensazioni metalliche ed amare. La reazione diretta della solforosa con l’ossigeno molecolare è molto lenta; l’ossidazione chimica dell’ossigeno necessita di catalizzatori, in particolare ioni metallici (ferro e rame) e di composti intermedi di ossidazione. La fermentazione malolattica libera i metalli complessati dall’acido malico, che possono predisporre ad intorbidamenti (casse ferrica e rameosa) e, come detto, catalizzare pericolose reazioni di ossidazione. Nei vini bianchi o rosati ricchi di rame l’impiego della gomma
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Un nuovo copolimero, il Polyvinyl-Imidazol/Polyvinyl-Pyrrolidone, codificato come PVP/ PVI viene impiegato in diverse formulazioni per il controllo dei metalli pesanti e per preservare gli aromi e i composti sensibili all’ossidazione chimica e biochimica. Articolo redatto da Secondo Rabbione, Responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte arabica può prevenire intorbidamenti dovuti al rame soprattutto. I tannini possono formare con i metalli dei complessi “fenoli cationi metallici” chiamati chelati. I tannini ellagici e gallici formano con il rame una quantità superiore di chelati rispetto alle proantocianidine, con precipitazione di una certa quantità di rame. I chelati rame-tannini, rispetto ai soli tannini, permettono l’eliminazione di una maggior quantità di acido solfidrico e di altri tioli maleodoranti. Le dosi di tannino ellagico impiegate per eliminare un eccesso di rame o di ferro di aggirano intorno ai 5-15 g/hL. Quando si pratica una iperossigenazione, la formazione di un precipitato biancastro è sintomo di casse fosfato-ferrica mentre la presenza di un precipitato bruno, nei vini bianchi e marrone cupo, nei vini rossi, può essere sintomo di casse blu (complesso tannino ferro). Le proteine del vino (colloidi idrofili positivi) in ambiente ossigenato, reagiscono con i com-
plessi ferrici provocando una flocculazione reciproca. Recentemente è stato approvato dalla UE un nuovo copolimero, il Polyvinyl-Imidazol/PolyvinylPyrrolidone, codificato come PVP/PVI. Questo copolimero si trova già in commercio in formulati che possono contenere una percentuale diversa di questa nuova molecola. Il copolimero PVI/PVP cattura i metalli pesanti tra cui il rame sotto forma di chelati. La Chelazione, in greco « Kheles = Pinza é un processo fisicochimico in cui viene formato un chelato, tra un legante (chelatore) e un catione metallico che viene così chelato. I metalli (rame e ferro positivi) vengono adsorbiti da siti caricati negativamente del PVP/PVI. Si tratta di un prodotto non pericoloso come può esserlo invece il ferrocianuro di potassio. Le dosi non sono stechiometriche per cui sono necessarie per l’impiego prove scalari di laboratorio. Si eccede nella dose in caso di dosi elevate di metalli; il limite legale è fissato a 50 g/hL. La reazione del copolimero risulta immediata e avviene nel giro di pochi minuti; il prodotto che si crea è insolubile e quindi non necessita di successiva chiarifica per la separazione. Serve in ogni caso qualche rimontaggio (meglio se effettuato dall’alto verso il basso del recipiente) per migliorare il contatto, con 10-12 ore di attesa prima della filtrazione. A termine delle operazioni, come anche per il PVPP utilizzato in chiarifica, serve la filtrazione per la separazione di composti insolubili che si forma-
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(ruolo del copolimero PVI/PVP), la loro ossidazione chimica (ruolo delle mannoproteine ricche di elementi riduttori), e l’ossidazione dei polifenoli ed antociani (sinergia di entrambe le componenti). Il PVP/PVI cattura i polifenoli ossidati ed ossidabili ed in particolare gli acidi cinnamici (interazione dell’acido para-cumarico con la PVP/PVI). L’obiettivo enologico è la diminuzione estrema delle attività delle polifenolossidasi (che hanno metalli nel sito attivo), allo scopo di ridurre l’ossidazione.
Il risultato finale si traduce in un aumento sensibile del potenziale aromatico varietale dei vini. Tale azione può diventare importante anche in caso di fermentazioni alcoliche o fermentazioni malolattiche stentate, dovute a ceppi sensibili al rame o altri metalli pesanti. Si trovano anche altre formulazioni consigliate per la difesa dei vini bianchi e rosati dall’arrossamenento ossidativo (PINKING), che prevedono l’abbinamento del PVP/PVI in miscela con Bentonite e PVPP.
Nuovi vitigni in Piemonte La Regione ha autorizzato la coltivazione e vinificazione La Regione Piemonte ha deliberaora è possibile anche la vinificazioto l’iscrizione nella classificazione ne del prodotto coltivato. necessaria per la coltivazione e I tre nuovi vitigni si aggiungono ad la vinificazione in Piemonte di tre altri vitigni particolari di cui è pernuove varietà di vite: Bragat rosa, messa la coltivazione in Piemonte. Passau e Montanera. Fra questi: Avanà, Doux d’Henry, Fin’ora la coltivazione di questi tre Gamay, Bussanello, Durasa, Navitigni era permessa solo su superscetta, Ancellotta, Ner d’Ala, Corfici inferiori ai 1000 metri quadrati, narea, Viognier, Baratuciat.
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no. Il formulato si trova in commercio in diverse in concentrazioni insieme ad altri coadiuvanti, in funzione del risultato enologico da perseguire. Per il controllo dei metalli pesanti il copolimero viene abbinato a ad una miscela di tannini e di scorze di lievito. Altre formulazioni vengono impiegate nella preservazione degli aromi e dei composti sensibili all’ossidazione chimica e bio-chimica. In questi casi il copolimero viene abbinato con formulati a base di GSH (glutatione) e mannoproteine parietali. I composti aromatici varietali di tipo tiolico, terpenico, norisoprenoidi, vengono rilasciati durante la prima fase della fermentazione alcolica, quando il tenore di rame e l’attività enzimatica delle polifenolossidasi risultano ancora al livello piu alto. Catturare i MP (metalli pesanti) nella prima fase delle vinificazione diventa fondamentale per evitare la distruzione degli aromi
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ASTI - Piazza Statuto, ogni martedì pomeriggio ASTI - Piazza De Andrè, Mercato in borgo Santa Maria Nuova, venerdì dalle 7 alle 13,30 ASTI - Fronte all’Ospedale Cardinal Massaia si tiene il mercato settimanale al lunedì dalle 7 alle 12 BUBBIO - Mercato della vendita diretta, ogni sabato pomeriggio in Via Roma CALAMANDRANA - Mercato di Terra Amica ogni sabato mattina CASTELNUOVO D. B. - Mercato di vendita diretta del contadino, ogni domenica mattina
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MERCATI DI CAMPAGNA AMICA
I produttori di Campagna Amica sono poi massicciamente presenti in altre tre rassegne agroalimentare: ad Asti, sotto i portici di piazza Alfieri, ogni seconda domenica del mese; a Canelli, tutte le prime domeniche del mese; a Nizza Monferrato, nell’ambito del Mercatino dell’Antiquariato, ogni terza domenica del mese.
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La filiera bosco - legno - energia Incontro tra Coldiretti Piemonte e Federforeste
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alorizzazione dei boschi, tracciabilità ed origine del legno al fine di prevenire i rischi di illegalità nel settore, cambiamenti climatici, stabilità dei terreni agricoli: questi i temi trattati durante l’incontro con Federforeste alla presenza del presidente Gabriele Calliari, anche membro di giunta Coldiretti nazionale. L’attività forestale, la filiera bosco-legno-energia, gli interventi di manutenzione ambientale coinvolgono professionalmente sempre più imprese agricole ed agroforestali. Si tratta di un segmento di attività importante a cui Coldiretti Piemonte dedica attenzione in collaborazione con Federforeste. Nell’incontro
si è voluta anche sottolineare l’importanza dei boschi non solo per fini produttivi, ma anche per garantire la stabilità dei territori su cui insistono le aziende dei nostri agricoltori che, grazie al loro lavoro, presidiano e valorizzano zone che altrimenti verserebbero in stato di completo abbandono e rappresenterebbero anche un rischio geologico.
La nostra Federazione, inoltre, siede ai tavoli regionali in cui si sta discutendo del piano forestale e del Programma di Sviluppo Rurale da cui dipendono importanti strumenti che aiutano le aziende agricole a consolidarsi ed innovarsi. Proprio su questo tema Coldiretti con Federforeste ha organizzato al Lingotto Fiere, lo scorso mese di settembre nell’ambito di Forlener 2015, il convegno “Legge forestale e nuovo Psr tra semplificazione e responsabilità. Quale futuro per le imprese?”, oltre ad un corso, attraverso Inipa Piemonte, l’ente di formazione di emanazione Coldiretti, per ottenere la qualifica di operatore forestale.
Proprietari non responsabili se commissionano un lavoro Il caso del deposito e imbrattamento della strada con ghiaia, pietrame e sabbia
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e, al termine dei lavori su un immobile, viene lasciato in strada materiale di risulta, come per esempio sabbia, terra e cemento, l’unico soggetto responsabile, tenuto a risarcire gli eventuali danni provocati alla circolazione, non è il proprietario dell’immobile, ma la ditta che ha eseguito i lavori. Tale principio è stato delineato dalla Corte di Cassazione con la sentenza n.21847 del 27.10.2015. Si ricorda che il codice della strada all’articolo 21 prevede che chiunque esegue lavori o deposita materiali sulle
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aree destinate alla circolazione o alla sosta di veicoli e di pedoni deve adottare gli accorgimenti necessari per la sicurezza e la fluidità della circolazione e mantenerli in perfetta efficienza sia di giorno che di notte. Dunque, la responsabilità per lavori o deposito di materiali su aree destinate alla circolazione o alla sosta di veicoli, senza l’adozione dei predetti accorgimenti indicati dal codice della strada, deve essere imputata all’esecutore materiale dell’attività e non anche del proprietario dell’immobile in favore del quale detta attività viene svolta.
Del resto colui che ha commissionato i lavori non ha poteri di vigilanza e direzione sull’appaltatore (cosa che invece sarebbe avvenuta se la ditta fosse stata propria). Nel caso di specie è stata ritenuta non responsabile dei danni provocati alla strada la proprietaria di un immobile per aver delegato ai lavori una ditta appaltatrice che aveva depositato in strada un cumulo di sabbione. Le responsabilità devono essere, invece, riconosciute in carico alla ditta esecutrice dei lavori che ha espresso una condotta illegittima.
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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
“Italia del Bio” certifica il boom del biologico
U
n tripudio di prodotti per la tre giorni di Italia del Bio, svoltasi a Torino, dal 9 all’11 ottobre, in via Montebello e in via Verdi. Protagoniste oltre 50 aziende di Campagna Amica provenienti da tutta Italia: dal latte biologico d’asina in polvere, che per le sue caratteristiche è il più simile a quello materno e può essere utilizzato nei casi di intolleranza, al sapone di alloro, dalla spugna di zucca al bagnetto piccante di pomodoro-peperone. La spesa degli italiani è sempre più green: supera complessivamente i 20 miliardi di fatturato poiché viene guidata, non solo dal prezzo, ma dall’attenzione verso la salubrità e la naturalità dei prodotti, come
emerge dall’analisi di Coldiretti presentata proprio in occasione di questa manifestazione nel capoluogo sabaudo. Nel primo semestre del 2015 a livello nazionale gli acquisti di prodotti biologici confezionati hanno registrato un incremento del 20 per cento. Anche in Piemonte si registra una crescente richiesta di prodotti biologici e molti acquirenti, anche esteri, ricercano ormai la sicurezza del cibo biologico piemontese. Nella nostra regione, infatti, oltre 30 mila ettari sono ad oggi coltivati con metodo biologico e le produzioni riguardano soprattutto colture da foraggio, prati, cereali, frutta e vite. Molto richiesto a livello inter-
nazionale è il vino biologico piemontese che, anche quest’ anno, ha visto un aumento dell’ export, oltre che delle richieste interne. In Piemonte sono oltre 2 mila gli operatori certificati biologici tra produttori, trasformatori ed importatori. Per far conoscere e diffondere le eccellenze bio del territorio piemontese è molto importante l’ attività messa in atto da Coldiretti che attraverso Terramica, l’associazione dei produttori biologici più grande a livello regionale con oltre 500 soci iscritti, promuove il biologico e le produzioni locali partecipando anche fiere internazionali come il Biofach di Norimberga ed il Sana di Bologna.
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La manifestazione tenutasi a Torino con le aziende di Campagna Amica da tutta Italia
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I depositi di gasolio nelle aziende agricole Le ultime notizie
I serbatoi di gasolio fino a seimila litri a disposizione delle aziende agricole continueranno ad essere esentati dai controlli antincendio (Scia). Lo ha stabilito la legge n.116/2014 (di conversione del decreto–legge n. 91/2014) che ha introdotto il nuovo limite di capacità dei contenitori di carburante al di sopra del quale, in base al Dpr n. 151/2011, scatta l’obbligo di segnalazione ai Vigili del fuoco. Essere esentati da Scia an-
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tincendio non vuol dire non avere obblighi di corretta installazione: tutti i contenitori, infatti, devono comunque rispettare i requisiti del D.M. 19/03/1990.
Decreto Ministeriale 19/03/1990
È consentita l’installazione e l’utilizzo di contenitori-distributori mobili ad uso privato per liquidi di categoria C esclusivamente per il rifornimento di macchine ed automezzi all’interno di aziende agricole, di cave per estra-
zione di materiali e di cantieri stradali ferroviari ed edili, alle seguenti condizioni: • il contenitore deve avere capacità geometrica non superiore a 9.000 litri; • il «contenitore-distributore» deve essere «di tipo approvato» dal Ministero dell’interno ai sensi di quanto previsto dal titolo I, n. XVII, del decreto del Ministro dell’interno 31 luglio 1934; • il «contenitore-distributore» deve essere provvisto di bacino di contenimento di capacità non inferiore alla metà
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Gli obblighi per la corretta installazione dei serbatoi con meno di 6 mila litri
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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA
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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
della capacità geometrica del contenitore, di tettoia di protezione dagli agenti atmosferici realizzata in materiale non combustibile e di idonea messa a terra; • il «contenitore-distributore» deve essere contornato da un’area, avente una profondità non minore di 3 m, completamente sgombra e priva di vegetazione che possa costituire pericolo di incendio; • devono essere osservati i divieti e le limitazioni previsti dal decreto del Ministro dell’interno 31 luglio 1934 (rispetto delle seguenti distanze di sicurezza: 5 m da fabbricati, eventuali fonti di accensione, depositi di materiali combustibili e/o infiam-
mabili; 10 m da fabbricati e/o locali destinati anche in parte a civile abitazione, esercizi pubblici, collettività, luoghi di riunione, di trattenimento o di pubblico spettacolo; 15 m dalle linee ferroviarie; 6 m proiezione verticale dalle linee elettriche ad alta tensione); • in prossimità dell’impianto devono essere installati almeno tre estintori portatili di «tipo approvato» dal Ministero dell’interno, per classi di fuochi A-B-C con capacità estinguente non inferiore a 39A-144B-C, idonei anche all’utilizzo su apparecchi sotto tensione elettrica; • gli impianti e le apparecchiature elettriche devono
essere realizzati in conformità di quanto stabilito dalla legge 1° marzo 1968, n. 186 (Dichiarazione di conformità rilasciata da Ditta autorizzata); • il «contenitore-distributore» deve essere trasportato scarico.
Oltre i 6000 litri
È necessaria un’ulteriore approvazione dell’istallazione. La SCIA che deve essere redatta da un tecnico abilitato, serve a denunciare al comando dei vigili del fuoco l’esistenza del deposito di gasolio e la sua conformità alla normativa vigente in materia di sicurezza antincendio.
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ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Cresce vertiginosamente il consumo di noci
È
prattutto dalle importazioni. Sono stati oltre 35 i milioni di chilogrammi di noci in guscio importate da USA, Francia e Cile nel 2014, per effetto di una crescita tumultuosa delle importazioni e dei consumi, basti pensare che nel 2000 ne venivano importati appena 10 milioni di chilogrammi Il risultato è che più di quattro noci su cinque vendute in Italia provengono dall’estero. A spingere la domanda il fatto che le noci sono considerate delle ottime alleate della salute, come hanno confermato numerosi studi scientifici che ne hanno messo in risalto l’efficacia nei confronti delle patologie della vita moderna, dal colesterolo ai problemi dell’apparato cardiovascolare in generale. Contengono un buon numero di minerali e sostanze benefiche
come calcio, ferro, fosforo, rame e zinco. A fronte di un contenuto calorico importante di circa 600 kilocalorie ogni 100 grammi sono presenti anche le vitamine A, B2, B9 (Acido folico), C, F e P. Un ruolo importante lo giocano anche i grassi monoinsaturi e quelli polinsaturi (Omega-3 e Omega-6), ai quali si deve il merito di ridurre i livelli di colesterolo cattivo nel sangue. Parlando dei vantaggi che questo tipo di frutta secca assicura all’apparato cardiovascolare di rilievo – riferisce la Coldiretti - anche l’azione svolta dall’acido folico o vitamina B9, che riduce i livelli di una sostanza dannosa per le coronarie quale l’omocisteina. Efficace nell’azione di salvaguardia delle arterie anche la presenza nelle noci di arginina, un elemento che svolte un’azione preventiva rispetto alla possibile formazione di coaguli. Le noci possono fornire un aiuto importante alla prevenzione anche quando si parla di patologie tumorali, con particolare riferimento al tumore al seno e al pancreas.
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un vero boom per le noci. Tornano prepotentemente sulle tavole degli italiani che ne consumano più di 45 milioni di chili all’anno con un aumento pari a circa il 60 per cento nel corso di dieci anni. È quanto stima la Coldiretti nel segnalare il prepotente ritorno di uno dei frutti simbolo dell’autunno a livelli che non si raggiungevano da decenni. Le noci considerate in passato nemiche della linea per l’apporto calorico sono state infatti rivalutate come preziose alleate della salute ed i consumi sono dunque esplosi. In Italia negli anni ’70 si producevano circa 80 milioni di chili di noci all’anno ma da allora si è avuto un drastico ridimensionamento della produzione che ha fatto scendere il raccolto ad appena 11 milioni di chilogrammi su una superficie coltivata stimata pari a 9000 ettari di terreno. Anche il Piemonte è fra i principali produttori insieme a Campania, Sicilia, Calabria, Emilia-Romagna e Veneto. Anche se si assiste a segnali di ripresa a livello nazionale, l’aumento dei consumi in Italia viene quindi per ora soddisfatto, so-
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Un incremento del 60% in 10 anni, siamo a 45 milioni di chilogrammi
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Malattie professionali in agricoltura Quando il lavoro ne costituisce la causa diretta e determinante
Previdenza
I
coltivatori diretti coloni e mezzadri sono assicurati obbligatoriamente all’Inail, quindi sono tutelati non solo se subiscono un infortunio sul lavoro, ma anche se contraggono una malattia a causa e nell’esercizio del lavoro svolto o dei materiali utilizzati (es. esposizione a sostanze dannose, rumore, ecc.). Le malattie professionali si differenziano dagli infortuni sul lavoro in quanto sono originate da una causa lenta e prolungata nel tempo (es. il lento processo di assorbimento di sostanze tossiche da parte dell’organismo), al contrario dell’infortunio sul lavoro che si caratterizza per una causa violenta e improvvisa (es. una caduta dall’alto). Il riconoscimento della malattia
professionale comporta il conseguente indennizzo economico da parte dell’Inail oltre all’erogazione delle necessarie cure mediche riabilitative. Le malattie di origine professionale riconosciute dalla Legge in agricoltura sono elencate in una apposita tabella e sono associate a una o più attività o lavorazioni. Rientrano ad esempio nell’elenco delle malattie professionali in agricoltura: le malattie causate da esposizione a sostanze dannose, quelle causate da radiazioni solari, per le lavorazioni svolte prevalentemente all’aperto; la sordità da rumore; l’ernia discale lombare causata da lavorazioni svolte con macchine che espongono a vibrazioni trasmesse al corpo intero: trattori, mietitreb-
bia, vendemmiatrice semovente; malattie da sovraccarico degli arti superiori: tendiniti e sindrome del tunnel carpale, ecc. Sono comunque indennizzabili dall’Inail anche le malattie non presenti nella tabella di Legge: in tal caso, però, il lavoratore deve dimostrarne l’origine lavorativa, vale a dire che la malattia si è verificata a causa e nell’esercizio del lavoro svolto. Data la complessità della materia è necessario che in caso di sospetta malattia professionale gli interessati prendano contatto tempestivamente con gli uffici del patronato EPACA che provvederà, tra l’altro, al servizio gratuito di consulenza medico legale qualificata. Informazioni al n. 0141.380.404/432.
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DATA
FIRMA
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Autorizzo Coldiretti Asti ad inserire i miei dati nelle liste per la gestione degli Annunci Economici sul periodico “Il Notiziario Agricolo”. In qualsiasi momento in base all’Art.13 della legge 675/96 potrò chiedere la modifica o la cancellazione, oppure negare il consenso al loro utilizzo scrivendo a Coldiretti Asti, C.so F. Cavallotti n. 41 – 14100 Asti.
Luogo
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data
Firma
Via C. Botta, 4 - 14015 San Damiano d’Asti Tel. & Fax 0141.975146 cell. 336.253369
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