Il notiziario agrigolo n 14 2015

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Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 14 - Anno 2015 - In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo

Anno

64°

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Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI

numero

ASTI

CONTIENE I.R.

COLDIRETTI

Allegato in omaggio il calendario 2016

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1 dicembre 2015

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m m a r i o

Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Periodico ufficiale Coldiretti Anno 64° numero 14 - 1 dicembre 2015* Realizzazione grafica e stampa Riflesso – Artigrafiche M.A.R. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.092036 Abbonamento annuale: Euro 20,00 *Data di chiusura del giornale Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

argomenti in evidenza

8 Allegato in omaggio il calendario 2016

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Annata straordinaria: la barbera sfusa vale 2,5 euro al litro

Il sentito e suggestivo “Grazie” del mondo agricolo

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Tante novità con il “Consuntivo dell’Annata”

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Coldiretti verso un accordo storico sulle nocciole

Coldiretti Asti augura a tutti gli associati un sereno Natale e un felice anno nuovo

IN ALLEGATO LO SPECIALE CONSUNTIVO DELL’ANNATA AGRARIA 2014/2015

Sommario

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ATTIVITA’ INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale Misura 111 AAzione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

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“Pane e vino sulla mensa, pane e vino sull’altare” Interessante convegno tenuto da Coldiretti e Diocesi di Asti nserito nell’ampio programma della Festa provinciale del Ringraziamento, venerdì 13 novembre nella sede di Coldiretti Asti si è tenuto un seguitissimo ed interessante convegno “Pane e Vino sulla Mensa, Pane e Vino sull’Altare”, organizzato dal settimanale “Gazzetta d’Asti” per il Progetto Culturale Diocesano. Di fronte ad oltre un centinaio di persone, fra cui il vicesindaco di Asti, Davide Arri, il presidente provinciale Coldiretti, Roberto Cabiale, ha salutato i presenti ed introdotto il moderatore dell’incontro, don Francesco Cartello, Consigliere Ecclesiastico Coldiretti. Relatori dell’incontro, il direttore provinciale Coldiretti, Antonio Ciotta e il vicario generale della Diocesi di Asti, Monsignor Vittorio Croce. Il primo ha intrattenuto la platea con un interessantissimo excursus sui significati materiali del cibo e in particolare sul dibattito alimentato dall’Expo, su come nutrire il pianeta e sulle prospettive lanciate dalla “Carta di Milano”. Il secondo ha evidenziato gli aspetti spirituali dell’eucarestia, attraverso l’elaborazione storica del concetto di cibo e bevanda, dall’ebraismo alla Chiesa, attraverso il filo conduttore della convivialità. Se da un lato, come ha evidenziato Ciotta, anche attraverso la “Carta di Milano” e al progetto Coldiretti di “Una filiera agricola tutta italiana”, la società deve e vuole tendere alla produzione di cibo genuino per tutti, sia per aiutare chi è più sfortunato, sia per innalzare lo stile di vita delle

Riflessioni

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Don Croce vicario generale della Diocesi di Asti, Don Cartello Consigliere Ecclesiastico Coldiretti e Antonio Ciotta direttore provinciale Coldiretti il 13 novembre scorso

Il folto pubblico per il Convegno tenutosi nella sala verde di Coldiretti Asti

Il paradosso del cibo nel mondo: ci vogliono leggi per non sprecarlo ed altre per non morire di fame

società più avanzate. Dall’altro lato, come ha testimoniato monsignor Croce, la convivialità di banchettare assieme, come per il fedele rappresenta il massimo punto di incontro nell’eucarestia, nella dimensione umana rappresenta il punto più alto della civiltà: l’uomo si differenzia dall’animale perchè quest’ultimo combatte col suo simile per ottenere il cibo. Sia sotto l’ottica laica, sia dal punto di vista religioso, dun-

que, il dibattito sociale del tema del cibo portato alla ribalta da Expo e trattato ampiamente anche nell’enciclica papale “Laudato Sì”, è come poter sfamare tutti con prodotti genuini e rispettosi dell’ambiente. “Lo stesso Santo Padre – ha sottolineato Ciotta - nel suo messaggio in occasione dell’inaugurazione di Expo, nel finire il suo discorso disse: E che nessun Pane sia frutto di un lavoro indegno dell’uomo”.

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Via Imu e Irap

Le misure nella legge di stabilità ono stati rispettati gli impegni assunti per il taglio delle tasse a chi vive di agricoltura. Il disegno di legge stabilità contiene l’esenzione dal pagamento dell’Imu e dell’Irap come avevano annunciato, il 15 settembre, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina all’incontro con i trentamila della Coldiretti ad Expo. Legge di stabilità, meno tasse e più risorse per le aziende agricole Si prevede tra l’altro l’azzeramento dell’IRAP e la cancellazione dell’IMU per i coltivatori diretti e per gli imprenditori agricoli professionali sia nei terreni in pianura che nelle aree montane, dove è stata tolta a tutti. Inoltre per la promozione all’estero del Made in Italy e per la internazionalizzazione delle imprese italiane sono stati stanziati ulteriori 50

Il popolo Coldiretti alla giornata del 15 settembre all’Expo mentre srotola un maxi striscione

milioni di euro per l’anno 2016. Sarà istituito un fondo con la dotazione di 45 milioni di euro per il 2016 e di 35 milioni di euro a decorrere dal 2017 per finanziare gli investimenti per l’acquisto o il noleggio con patto di acquisto di trattori agricoli o di macchine agricole. Cresce la percentua-

le di compensazione Iva settore lattiero-caseario, mentre vengono stabilizzati i fondi del regime fiscale agro-energie. Infine ci sarà uno stanziamento di 100 milioni di euro per il 2016 e 40 milioni di euro per il 2017 sul Fondo di solidarietà nazionale in agricoltura.

Riduzione Tasse

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Cambiamento di rotta

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l Presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo è intervenuto all’audizione presso le Commissioni riunite bilancio e finanze di Camera e Senato che si è svolta a Palazzo Madama sulla manovra contenuta nel disegno di legge di stabilità 2016. “Sono stati rispettati gli impegni assunti per il taglio delle tasse a chi vive di agricoltura che viene esentato dal pagamento dell’Imu e dell’Irap. La riduzione degli oneri fiscali consente alle imprese agrico-

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le professionali di recuperare risorse per gli investimenti finalizzati all’innovazione e alla crescita dell’occupazione in un settore particolarmente dinamico come l’agroalimentare Made in Italy. È positiva la circostanza per la quale, dopo alcuni anni in cui – a fronte della situazione di crisi economica del Paese – sono stati chiesti sacrifici all’agricoltura (dalle modifiche alle disposizioni IMU alla forte diminuzione delle assegnazioni di gasolio agevolato), per la prima volta vengono assegnate

Roberto Moncalvo Presidente Coldiretti

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Dopo anni si torna a finanziare l’agricoltura

risorse finanziarie e soprattutto ridotto il carico impositivo sul settore”.

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Rete del lavoro agricolo di qualità Contrasto al caporalato e al lavoro nero

Attualità

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al primo settembre 2015 è possibile presentare le istanze di adesione alla Rete del lavoro agricolo di qualità, di cui al D.L. 91/2014, tramite un apposito servizio telematico reso disponibile dall’INPS. Come disposto dall’art. 6, comma 1, del D.L. 91/2014, convertito con modificazioni dalla Legge 11 agosto 2014, n. 116, possono presentare richiesta di adesione alla Rete le imprese agricole in possesso dei seguenti requisiti: a) non aver riportato condanne penali e non avere procedimenti penali in corso per violazioni della normativa in materia di imposta sui redditi e sul valore aggiunto; b) non essere stati destinatari, negli ultimi tre anni, di sanzioni amministrative definitive per le

violazioni di cui alla lettera a); c) essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi. Le domande saranno esaminate dalla Cabina di regia della “Rete del lavoro agricolo di qualità”, presieduta dall’INPS e composta da rappresentanti delle organizzazioni sindacali, delle organizzazioni professionali agricole, dei Ministeri delle Politiche agricole, del Lavoro e dell’Economia e della Conferenza delle Regioni e deliberate entro 30 gg. dalla data di presentazione dell’istanza. In caso di esito positivo, le aziende selezionate entreranno a far parte della Rete e riceveranno il certificato che ne attesta la qualità. L’avvio della Rete del lavoro agricolo di qualità è una prima concreta iniziativa fina-

lizzata allo sviluppo di azioni positive di contrasto al caporalato ed al lavoro nero in agricoltura. L’iscrizione alla Rete del Lavoro agricolo di qualità rileva ai fini dell’attività di vigilanza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dell’INPS, che sarà orientata nei confronti delle imprese non appartenenti alla Rete stessa, salvi i casi di richiesta di intervento proveniente dal lavoratore, dalle organizzazioni sindacali, dall’Autorità giudiziaria o da autorità amministrative e salvi i casi di imprese che abbiano procedimenti penali in corso per violazioni della normativa in materia di lavoro e legislazione sociale, di contratti collettivi, di sicurezza sui luoghi di lavoro e in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto.

Pagamento degli anticipi Pac Subito 620 milioni per gli agricoltori

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gea ha avviato ad inizio novembre il pagamento della prima tranche degli anticipi del premio unico Pac, a seguito della rideterminazione dei diritti all’aiuto di tutti i produttori nazionali per la nuova programmazione dei fondi europei. Il processo prevede l’erogazione immediata di oltre 510 milioni di euro per circa 150 mila aziende. A queste si aggiungono 110 milioni di euro di cui beneficeranno i “piccoli agricoltori”, secondo i dati forniti dallo stesso Organismo Pagatore.

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La fase di pagamento di tutti gli anticipi sarà completata entro fine novembre quando saranno erogati, a seguito del completamento delle verifiche tecniche, ulteriori 400 milioni di euro. Il lavoro compiuto in sinergia con i Caa nazionali e gli Organismi Pagatori regionali ha consentito di cogliere alcune importanti novità europee, ed in particolare l’ampliamento al 70% della quota erogabile in acconto e l’iscrizione di circa 550.000 “piccoli agricoltori” in un regime fortemente semplificato, che ne minimizza gli

oneri burocratici, consentendo di superare le oggettive difficoltà legate al primo anno di applicazione della nuova riforma della Pac. Il Caa Coldiretti continuerà dunque a lavorare con il Ministero e con gli Organismi Pagatori affinché i produttori possano percepire gli aiuti comunitari nel minor tempo possibile e rappresentare, quindi, una risposta concreta alle reali necessità delle imprese agricole. Gli uffici del Caa sono a disposizione degli agricoltori per verificare nel dettaglio i pagamenti in corso.

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Una Coldiretti impavida ha affrontato l’ingiustizia del latte

I primi importanti risultati dopo il braccio di ferro con le industrie senza scrupoli

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za scrupoli cercassero sponde in ogni dove, compreso anche fra altre organizzazioni agricole da sempre conniventi con un sistema che arrichisce i soliti noti, una Coldiretti impavida ha trovato, prima la sponda dei consumatori e poi quella delle istituzioni che hanno compreso le ragioni dell’azione di forza e portato a miti consigli le industrie letteralmente assediate dagli allevatori. È così che il 26 novembre è stata raggiunta un’intesa con la multinazionale Lactalis sul prezzo del latte alla stalla che prevede in tutto il Nord per il prossimo trimestre un aumento di 2,1 centesimi rispetto al prezzo fatturato a ottobre 2015, che verrà conteggiato a partire dal mese di dicembre e fino al mese di febbraio compreso. A questo vanno aggiunti il centesimo garantito dal Ministero delle Politiche Agricole con aiuti straordinari dell’Unione Europea ma anche le risorse che le regioni lattiere direttamente interessate possono mettere a disposizione se vorranno sostenere gli allevatori delle loro realtà territoriali. Una volontà già espres-

sa in sede di tavolo regionale con l’assessore all’Agricoltura Ferrero, che darà sicuramente attuazione al protocollo d’intesa sottoscritto a livello nazionale tra Assolatte, Coldiretti, le altre organizzazioni del mondo agricolo e cooperativo e la grande distribuzione e di prendere atto dell’accordo economico raggiunto con Italatte nella medesima occasione. Secondo l’ufficio studi di Coldiretti tra effetti diretti ed indiretti sul mercato nazionale del latte l’accordo porterà almeno 340 milioni di euro su base annua in più nelle stalle italiane, se ci sarà responsabilmente un allineamento di tutti i soggetti industriali presenti sul territorio nazionale. È una boccata di ossigeno alle imprese che si trovano in un grave momento di difficoltà ma la battaglia della Coldiretti continua nelle sedi istituzionali per arrivare al più presto alla corretta identificazione dei prodotti che usano latte italiano con l’indicazione in etichetta, che impedisca di spacciare come Made in Italy il prodotto importato.

Sindacato

La delegazione astigiana alla manifestazione di Lodi

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stata una battaglia, quasi una guerra, mitigata solo dai tragici fatti di Parigi del 13 novembre. Un braccio di ferro che ha portato gli allevatori di Coldiretti a manifestare di fronte agli stabilimenti di Lactalis, la multinazionale del latte che si è presa tutti i marchi storici dell’alimentare italiano. Coldiretti ha denunciato con forza una situazione insostenibile che ha già portato alla chiusura di oltre mille stalle da latte e alla perdita di quasi quattromila posti di lavoro. Le industrie in un solo anno hanno fatto perdere circa 550 milioni di euro agli allevatori. Come potessero questi “trafficanti” di latte pretendere di continuare a pagare al di sotto dei costi di produzione? Praticamente gli allevatori subivano una riduzione dei compensi fino al 30 per cento rispetto all’anno precedente, su valori inferiori a quelli di venti anni fa. Tutto questo mentre il prezzo moltiplicava quattro volte dalla stalla alla tavola, con l’aggravante di una produzione nazionale ridotta a circa 110 milioni di quintali e un import salito a 85 milioni. Per questi motivi, il 10 novembre scorso, anche gli allevatori dell’Astigiano erano a Lodi per la manifestazione di protesta di fronte alla Galbani. La mobilitazione Coldiretti ha coinvolto decine di migliaia di allevatori con presidi nelle industrie e nei supermercati, trovando il sostegno convinto dei cittadini nella difesa del latte, delle stalle e delle nostre campagne. Nonostante certi industriali sen-

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Il sentito e suggestivo “Grazie” del mondo agricolo

In migliaia alle celebrazioni del 15 novembre al colle don Bosco

Celebrazioni

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È stata una Giornata del Ringraziamento fra le più sentite e partecipate”, è veramente soddisfatto il presidente provinciale Coldiretti, Roberto Cabiale, nel fare un bilancio sull’evento annuale organizzato il 15 novembre a Castelnuovo don Bosco. “Quest’anno abbiamo voluto essere al Colle don Bosco anche per omaggiare il Santo, che ha molte affinità col nostro mondo contadino, in occasione del bicentenario dalla sua nascita”. In effetti è stata una scelta molto felice, ha commentato il consigliere ecclesiastico di Coldiretti Asti, don Francesco Cartello, nel verificare come la basilica superiore fosse gremita di fedeli: “È stata una bellissima festa, con momenti veramente sentiti, dall’omelia di monsignor Giacomo Lanzetti, alla presenza di numerosissimi Sindaci, autorità e moltissimi coltivatori. Le letture e il Vangelo, poi, sono state da impulso per le opportune riflessioni, anche in riferimento alla suggestiva cerimonia dell’offerta all’altare dei doni della terra”. Per altro, attorno alla metafora della vite, “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo” (dal Vangelo secondo Giovanni – Gv 15, 1-17), nella terra dei Santi e delle Doc Freisa, Malvasia, Barbera e Albugnano, monsignor Lanzetti ha incentrato il suo intervento sulla scelta di fede del mondo agricolo, sull’amore al Signore che si trasmette “gli uni agli altri”. “Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla”. E con il commento delle Sacre Scritture, il Vescovo, ha così “dispensato” i fedeli dal-

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La benedizione al termine del Ringraziamento

Chiesa Superiore del Colle gremita per la Giornata del Ringraziamento

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terra. Sono mani vuote, ma anche protese ed aperte, pronte ad accogliere quanto di buono Dio vuole offrirci”. Così come il rettore del Colle, don Egidio Deiana, nel suo intervento ha voluto sollecitare l’assemblea nell’offrire aiuti e collaborazioni alle scuole salesiane nel mondo. In fine, all’indomani della strage di Parigi, sia i fedeli nelle intenzioni, che il Vescovo nel rito di congedo, hanno evidenziato un messaggio per la pace nel mondo “con l’augurio – ha detto monsignor Lanzetti – che ognuno di noi possa essere portatore di pace”. Dopo la solenne celebrazione Eucaristica del Ringraziamento, sul sagrato della grande basilica

9 pontificia dove, fra l’altro, erano stati sistemati una trentina di trattori, il celebrante ha provveduto alla benedizione degli operatori delle macchine e delle attrezzature agricole. Come ormai da tradizione, la giornata si è conclusa con un sontuoso pranzo sociale presso il ristoro “Mamma Margherita” con 400 commensali.

Il “Ringraziamento” di Bruno

Bella celebrazione domenica 29 novembre

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emori della bellissima giornata vissuta l’anno passato per il Ringraziamento provinciale, anche a Bruno si è tenuta una giornata a livello locale.

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Domenica 29 novembre nella chiesa di N.S. Assunta la giornata interparrocchiale del ringraziamento ha visto la partecipazione del sindaco, Manuela Bo, dei rappresentanti dei Co-

muni di Mombaruzzo e Bergamasco. Ad accogliere i convenuti, il presidente di sezione Coldiretti, Mario Barbarino, e il segretario di zona, Fabio Teodo.

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le pene materiali e spirituali: “Allarghiamo questa giornata e facciamo delle nostre vite un inno di ringraziamento”, e ancora “Sappiate rispondere “eccomi”, date la disponibilità ad essere fedeli per annunciare le meraviglie che il Signore ci ha dato”. Così vedrete che “Come scendono la neve e la pioggia, così la terra saprà dare i suoi frutti”. Quegli stessi frutti che, ricreando il momento più suggestivo dell’intera cerimonia religiosa, alcuni associati Coldiretti hanno voluto portare all’altare: pane, vino, carne, miele, frutta e ortaggi. Ma non solo questi beni materiali, ma anche lo statuto della Federazione provinciale Coldiretti e due mani vuote: “ Le mani, insieme al cuore e alla mente – ha detto don Cartello – sono quanto disponiamo noi uomini per ottenere i frutti della

Celebrazioni

Numerosissimi i Sindaci presenti al Ringraziamento Coldiretti 15 novembre 2015; sotto: numerosi labari hanno aperto il corteo con in testa la bandiera Coldiretti

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Celebrazioni

Giornata del Ringraziamento

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Giornata del Ringraziamento 15 novembre 2015 L’offerta all’Altare dei doni della Terra

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Pranzo Sociale

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Il segretario zona di Castelnuovo, Bruno Mirano, ha coordinato i lavori per organizzare la Giornata del Ringraziamento

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Tante novità con il “Consuntivo dell’Annata” Progetto nocciole con la Novi, alleanza con Cgil per il lavoro, prezzo minimo per la Barbera

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Un’annata caratterizzata dal caldo torrido estivo e diversificata a seconda delle colture”. Questo il giudizio sintetico dato da Roberto Cabiale, presidente Coldiretti Asti che il 18 novembre ha organizzato, a Palazzo Enofila, la diciottesima edizione del “Consuntivo dell’Annata Agraria”. Bene per la vite, malissimo per i cereali, così-così per le nocciole, male per il miele, meglio per gli ortaggi. Questi alcuni giudizi espressi nel voluminoso dossier consegnato ai giornalisti con le analisi critiche comparto per comparto. Ma Coldiretti non si è limitata solo ad un giudizio oggettivo, formulato grazie ai dati sciorinati con dovizia dal vicedirettore e responsabile economico di Coldiretti Asti, Luigi Franco. Il presidente Cabiale e il direttore Antonio Ciotta, hanno espresso approfondite analisi di mercato e soprattutto strategie future da percorrere a favore del settore primario e incentrate sul progetto Coldiretti di “Una filiera agricola tutta italiana”. Sono così stati individuati e fissati almeno quattro punti fermi importanti per pianificare le strategie di Coldiretti: • Un Piano di Sviluppo Rurale che vada incontro in via prioritaria alle esigenze delle aziende agricole e in subordine alle industrie serie, escludendo chi sfrutta il territorio anziché investire sul territorio (di questo se ne è parlato con

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Con una stretta di mano fra il Direttore Coldiretti, Antonio Ciotta, e il segretario provinciale CGIL, Giovanni Prezioso, è stata sancita un’alleanza per contrastare speculazioni nel corso della vendemmia e sul lavoro in agricoltura in generale

Il Presidente Coldiretti Roberto Cabiale, e il responsabile del gruppo Novi - Elah - Dufour, Stefano Grosso, hanno sancito l’avvio di un progetto di valorizzazioni delle nocciole

l’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero); • Un nuovo progetto di filiera, in collaborazione con l’industria alimentare Novi, sulla valorizzazione della corilicoltura e sulla collocazione delle nocciole di qualità (una stretta di mano fra il Presidente

Cabiale e Stefano Grosso della Novi ha sancito l’avvio del progetto); • La fissazione a 2,5 euro al litro quale prezzo minimo del vino sfuso Barbera d’Asti per avvalorare la grande annata 2015 dal punto di vista qualitativo (vedasi articolo nelle

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Bilancio 2014/15

Il gruppo di esperti intervenuti durante il Consuntivo dell’Annata, prima da sinistra la Presidente regionale Coldiretti, Delia Revelli

Numerosi giornalisti e operatori della comunicazione hanno partecipato il 18 novembre scorso al Consuntivo dell’Annata stilato da Coldiretti Asti a Palazzo Enofila

pagine successive sull’Anteprima Barbera); • Un’alleanza con Cgil per rivedere le regole del lavoro che quest’anno hanno fatto strillare le cronache descrivendo, ingiustamente, una vendemmia negativa (soluzioni prospettate dal Direttore Ciotta e dal segretario provinciale CGIL, Giovanni Prezioso). Sono poi state affrontate, senza timori, le problematiche attraversate dalla carne bovina messa sotto attacco ingiustificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (che ha poi corretto certe accuse), e dalla cerealicoltura sotto assedio e in profonda crisi. Per entrambi i settori sono an-

che emerse alcune possibilità di ripresa, più immediate e facilmente praticabili per la zootecnia, ha detto il presidente degli allevatori dell’Astigiano, Franco Serra, a più lungo termine e irte di difficoltà per la cerealicoltura il cui mercato mondiale è totalmente in balia di sole cinque grandi multinazionali finanziarie. A preoccupare i vertici Coldiretti anche l’andamento di mercato dell’Asti spumante, i dati delle vendite sono in caduta e il presidente dell’Associazione Moscato, Giovanni Satragno, ha denunciato la mala gestione delle scorte attuata dagli industriali in questi ultimi due anni. Fra le statistiche più interes-

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santi, segnaliamo come, per la prima volta nella sua storia, il settore agricolo della provincia di Asti, abbia registrato il superamento del numero dei lavoratori dipendenti, 5.522, a scapito delle imprese agricole ferme a 5479. A trarre le conclusioni dell’incontro la presidente regionale Coldiretti, Delia Revelli, che ha sottolineato come Coldiretti sia ormai l’unica vera forza sociale che ha saputo anche attuare una progettualità a vantaggio delle imprese agricole e di tutti i consumatori. In allegato a questa rivista trovate il dossier sul “Consuntivo dell’Annata Agraria 2014/15.

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Il Presidente dei Produttori di Moscato, Giovanni Satragno, ha denunciato la crisi in cui si sta avviando il comparto

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Annata straordinaria: la Barbera sfusa vale 2,5€ al litro Il giudizio emerso dalle degustazioni in anteprima organizzate da Coldiretti Asti

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arà l’annata effettivamente superlativa, sarà l’incontro fra Asti e Alba, sarà una rinnovata attenzione verso il vino di qualità, ma l’Anteprima Barbera del 20 novembre scorso è stata la più partecipata e seguita di tutte le quattordici edizioni realizzate da Coldiretti. Quattrocento persone hanno affollato i tavoli sistemati negli ampi saloni di Palazzo Enofila. Il professor Vincenzo Gerbi del Di.Va.P.R.A. Industrie Agrarie Università di Torino, tra i maggiori esperti di viticoltura ed enologia a livello nazionale, coadiuvato dal responsabile del Centro Studi Vini del Piemonte, Secondo Rabbione, che ha provveduto alla rilevazione dei dati scientifici, come ogni anno, ha magistralmente condotto le degustazioni. In tutto 21 Barbera d’Asti e 5 Barbera d’Alba, proposte rigorosamente anonime con la sola indicazione della zona di produzione delle uve: Agliano (3 campioni), Albugnano, Asti, Barbaresco, Bubbio, Calosso, Canelli (2), Casorzo, Castagnito, Castagnole Lanze, Castagnole Monferrato (2), Castel Boglione, Costigliole, Mombercelli, Montegrosso, Neive, Neviglie, Nizza Monferrato (2), San Damiano, Treiso, Vesime. L’annata viticola è stata eccezionale, i vini risultano veramente interessanti, di forte struttura, ricchi di colore, con gradazioni importanti e tanti aromi varietali. L’annata 2015 è particolarmente adatta per l’affinamento. “È un’annata al top – ha detto il professor Gerbi –, dei 26 campioni degustati, tutti già in avanzata fase di “maturazione”, possiamo affermare che ognuno tende all’eccellenza. Il livello qualitativo,

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In 400 hanno partecipato alle degustazioni dell’Anteprima Barbera Codliretti 20 novembre scorso

grazie all’attenzione e alla perizia dei vignaioli, ha raggiunto standard molto elevati. Possiamo annomerare come storica questa annata”. Sulle ali dell’entusiasmo, l’Anteprima Barbera annata 2015 non solo ha soddisfatto i tanti intervenuti alle degustazioni, ma ha saputo proporre un nuovo metodo di valutazione del vino più prodot-

to in Piemonte. È stato quantificato un valore economico minimo della Barbera. “Possiamo dire con certezza scientifica e, senza motivi di smentita – ha affermato Rabbione - che il prodotto eccezionale di quest’anno (dirato e selezionato) debba valere almeno 2,50 euro al litro sfuso”. “Con il nostro “Progetto Vino” - ha evidenziato il presidente di

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Anteprima Barbera 2015

Secondo Rabbione con i colleghi e i collaboratori del Centro Studi Vini del Piemonte

Una parte del personale Coldiretti che ha servito le degustazioni all’Anteprima Barbera

Il professor Gerbi durante le degustazioni

Alcune delle bottiglie campione della degustazioni all’Anteprima Barbera

Coldiretti Asti, Roberto Cabiale -, che fra l’altro ha dato vita all’ormai ultra conosciuta “Barbera Amica”, abbiamo dimostrato che la qualità può essere remunerata adeguatamente ai viticoltori. Con lo strumento dell’”Anteprima Barbera” siamo ora riusciti ad individuare una metodologia per quantificare il valore aggiunto di un’annata superiore alla me-

dia, ovverosia fissare un punto fermo da cui partire per avvalorare l’annata 2015. Questo sarà anche, e soprattutto, un parametro di paragone per le prossime annate”. “Volendo – incalza Rabbione – potremmo fare emergere un indice, una sorta di “algoritmo” con parametri scientifici, che fissi il valore di ogni singola partita

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di barbera in funzione delle sue qualità intrinseche. Per ora, l’unico parametro che teniamo fuori dalle nostre valutazioni è il valore aggiunto dato dal marchio di ogni singola bottiglia e cantina. Quindi se il parametro di riferimento di quest’anno è di € 2,50 litro/sfuso, a questo bisognerà aggiungere il prestigio e l’immagine del vignaiolo e del suo vino”.

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“Istruzioni per l’uso” per il PSR Piemonte A disposizione ci sono 1.090 milioni di euro, 110 per i giovani

Modalità di applicazione

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i è tenuto a Torino, il 30 novembre, il seminario “Programma di sviluppo rurale 2014-2020 – Istruzioni per l’uso”. Organizzato da Coldiretti Piemonte, ha visto la partecipazione dell’Assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero, Gaudenzio De Paoli, autorità di gestione Feasr, con Gualtiero Freiburger, Mario Perosino e Franco Consogno del Settore Programmazione, unitamente agli altri responsabili di Misura. A far gli onori di casa la presidente ed il direttore della Federazione regionale Delia Revelli ed Antonio De Concilio. Presenti anche i presidenti, i direttori ed i dirigenti delle Federazioni provinciali fra cui una delegazione di soci dirigenti dell’Astigiano. “La Regione sta compiendo i primi passi avanti dopo l’approvazione del Programma di Sviluppo Rurale avvenuta a fine ottobre: il 26 e 27 novembre, infatti, si è insediato il Comitato di Sorveglianza in cui sono stati definiti i criteri di selezione dei bandi che vogliamo far partire già entro l’anno per mettere a disposizione le risorse previste”, ha esordito in apertura dei lavori l’Assessore Giorgio Ferrero. “Coldiretti Piemonte sta lavorando al fianco della Regione per declinare nella pratica le misure previste dal PSR a sostegno delle nostre aziende. Si creano le opportunità per l’occupazione di almeno 2500 giovani fra gli aiuti destinati a sostenerne l’insediamento e quelli espressamente a loro dedicati per gli investimenti – ha spiegato Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte - Sono 110 i milioni di euro, infatti, destinati ai giovani di cui metà mirati all’insediamento ed il resto per gli investimenti materiali ed immateriali delle nuove start-up”. Questi contributi danno concreto

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Sopra: uditori numerosi al convegno di Torino del 30 novembre scorso

Sopra: i relatori al convegno di Torino del 30 novembre scorso

aiuto a quei giovani che sempre più si stanno avvicinando all’agricoltura o che intendono portare avanti le attività di famiglia, apportando innovazioni e dando una nuova prospettiva di futuro all’agricoltura del nostro Paese. A livello nazionale, nel 57 per cento dei casi, infatti, i giovani preferirebbero gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale o fare l’impiegato in banca, secondo un sondaggio Coldiretti/Ixé. Gli interventi non si limitano solo ai giovani, come ha fatto notare la Revelli: “Per il miglioramento della competitività di tutte le imprese agricole sono a disposizione 161 milioni di euro, 133 milioni per lo sviluppo delle filiere agroalimentari, 131 milioni per il sostegno delle biodiversità, oltre

300 milioni per le misure agroambientali e 46 milioni per le infrastrutture dedicate allo sviluppo della banda larga”. “Abbiamo di fronte una grande occasione per sostenere lo sforzo di rinnovamento del settore e per aumentare la competitività delle nostre aziende piemontesi – ha commentato il direttore di Coldiretti Piemonte Antonio De Concilio che ha moderato il convegno - E’ necessaria, però, anche un’adeguata ingegnerizzazione finanziaria per recuperare le risorse necessarie a coprirla parte degli investimenti non finanziati dagli aiuti del PSR. A tale scopo Coldiretti mette a disposizione CreditAgri, la “finanziaria degli agricoltori italiani” promossa dall’Organizzazione, al fine di favorire l’accesso al credito”.

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Coldiretti verso un accordo storico sulle nocciole

I punti “rivoluzionari” dell’intesa in discussione con la Novi

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19 zione di eventuali quotazioni favorevoli dopo l’avvenuto conferimento; • Impegno al conferimento anche solamente annuale a discrezione del produttore; • Disponibilità della Novi per investire localmente nella costruzione di strutture per la prima raccolta e l’essiccazione. Tutti punti a garanzia della serietà dell’accordo che si sta delineando e che potrebbe essere sottoscritto a breve. “Se le condizioni saranno queste – ha dichiarato un produttore di nocciole – potremmo definire l’eventuale accordo come storico. Così si accorcerà finalmente la filiera, in barba a tanti “falchetti” che girano attorno al nostro mondo e che acquistano e rivendono senza far altro che allungare la filiera e far perdere valore al prodotto”.

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che si stanno delineando in termini positivi per i nostri produttori, l’incontro di venerdì è la testimonianza di come la strada intrapresa da Coldiretti, quella degli accordi di filiera con le industrie presenti sul territorio e di comprovata tradizione e serietà, sia strategicamente vincente”. Dopo gli accordi con F.lli Saclà per gli ortaggi con la costituzione della cooperativa “Orto Piemonte”, dopo il “Progetto Vino” con il Consorzio “Terre di Qualità” che ha portato all’eliminazione di passaggi intermedi lungo la filiera e dopo la filiera dei “Cereali di Qualità” con il Consorzio delle Province del Nord Ovest, Coldiretti Asti si appresta dunque a sancire un ulteriore passaggio a forte valore aggiunto, questa volta a favore dei produttori di nocciole. Luigi Franco ci spiega i punti salienti dell’accordo in via di definizione: • Protocollo di coltivazione definito con il servizio di assistenza tecnica di Coldiretti; • Ritiro garantito da parte della Novi; • Prezzo minimo garantito da Novi; • Premio di qualità sulla doppia raccolta; • Fissazione della resa alla presenza del produttore; • Adeguamento del prezzo in fun-

Filiera

Siamo sulla buona strada e sicuramente apriremo una nuova via, verso un ennesimo accordo di filiera, a compimento di un progetto economico che rimane l’unico vero e concreto fra tutti i settori produttivi del nostro Paese”. Sottolinea così la sua soddisfazione il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale, a margine dell’incontro del 26 novembre con i produttori di nocciole. La sede della pro di Castellero era gremita da oltre 100 corilicoltori, provenienti da ogni zona della provincia, dal nord a sud, anche a testimonianza della diffusione della coltura sul territorio. Un forte sviluppo registrato in questi ultimi anni quando si è passati da circa 2.000 ettari coltivati in provincia di Asti nel 2006 a ben 3.870 rilevati quest’anno. Con il Presidente Coldiretti, a fare gli onori di casa il Sindaco della “Città della Nocciola”, Roberto Campia, portavoce di una ventina di altri prima cittadini coinvolti da Coldiretti sul progetto con la nota industria alimentare alessandrina, “Novi – Elah – Dufour”, rappresentata dal responsabile degli approvvigionamenti Stefano Grosso. “La folta partecipazione dei produttori – ha rimarcato il vicedirettore e responsabile economico di Coldiretti Asti, Luigi Franco - testimonia l’interesse per questo nuovo progetto di filiera in fase di avvio da parte di Coldiretti e Novi”. Dall’altra parte gli ha subito fatto eco il responsabile della Novi, dichiarando l’azienda disponibile a ritirare la totalità degli approvvigionamenti di Nocciola Piemonte, secondo l’intesa che si andrà a stabilire. Musica per le orecchie dei produttori presenti in sala. “Al di là degli accordi che andremo a definire – rimarca Cabiale - ma

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I 60 anni di Coldiretti al femminile

Le celebrazioni di Donne Impresa Asti e il dibattito contro gli sprechi

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l 1° dicembre scorso, Coldiretti ha celebrato il sessantesimo anniversario di Donne Impresa Asti. Sono 60 anni di una storia intrisa di principi e valori quelli vissuti dalle donne associate a Coldiretti. Nelle famiglie rurali dell’Astigiano, la donna è stata e rimane il fulcro principale, vero motore di un’azione rurale che trova le sue radici nella dottrina sociale della chiesa. Principi come la solidarietà, la sussidiarietà, la partecipazione comunitaria, la destinazione universale dei beni e il principio del bene comune, solo attraverso la sensibilità femminile, potevano avvalorare il lavoro in una terra difficile come la nostra. Coerentemente ai valori in cui credono, le “donne Coldiretti” hanno voluto celebrare l’evento del sessantennale con un convegno dal titolo ““Spreco review: ripartiamo dal cibo”, a cui hanno preso parte il fondatore del “Sermig”, Ernesto Olivero, la firmataria della legge regionale contro lo spreco alimentare, Angela Motta, il delegato al Terzo Settore della Diocesi di Asti, don Dino Barberis. Il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale ha presentato la drammaticità della situazione, con 1 miliardo e 300 milioni di tonnellate sprecate, mentre oggi una persona su dieci non ha ancora cibo a sufficienza. E poi il paradosso delle mense scolastiche, dove noi mandiamo i nostri figli: “Un business da 1,8 miliardi su cui la mafia ha messo le mani – ha detto Cabiale facendo riferimento a un’indagine Coldiretti – e su cui un italiano su cinque non è soddisfatto del cibo servito ai bambini”.

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Il presidente emerito di Coldiretti Asti, Bruno Porta, con Paola Romanato, Chiara Franco, Adriana Bucco e Gianfranca Righino

Il folto pubblico che ha preso parte alle celebrazioni del sessantennale Donne Impresa Coldiretti Asti

Tirata in ballo dal giornalista de “La Stampa”, Franco Binello che ha magistralmente condotto il convegno, Maria Luisa Amerio, direttore Soc Dietologia dell’Asl At (presente anche anche il direttore generale Ida Grossi con il direttore della Soc Igiene degli Alimenti e della Nutrizione Vincenzo Soardo) ha voluto rimarcare un’indagine, condotta in 13 ospedali del Piemonte, da cui è emerso come “negli ospedali, un piatto su tre viene scartato, buttato nella spazzatura”. Angela Motta, la consigliera regionale prima firmataria della legge contro lo spreco alimentare, ha annunciato la discussione del regolamento applicativo della legge, chiedendo il contributo di idee e proposte da parte di tutti, e l’avvio di una proposta di legge sul consumo del suolo specificata-

mente agricolo. Il passaggio più significativo di don Dino Barberis, delegato della Diocesi di Asti per il Terzo Settore, è stato su una rinnovata cultura sociale che preveda di occupare il giusto tempo per non sprecare, di passare dall’etica a un concreto stile di vita, ai gesti quotidiani che ogni individuo può compiere per contribuire alla riduzioni degli eccessi. Con un accenno anche alla cultura monastica, don Barberis, ha sottolineato come l’economia sia “incentrata tutto sul profitto e non sul lavoro e l’occupazione”. Con la sua autorevolezza l’intervento di Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, ha poi calamitato tutte le attenzioni dei presenti. Con esemplificazioni illuminanti, anch’egli, ha sollecitato come “per contenere lo spreco, ci vo-

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In primo piano la direttrice generale dell’ASL At, Ida Grossi, dietro la dietologa Maria Luisa Amerio

possano essere applicate”. Il secondo “Non ci vuole una laurea in economia, per dire lavoriamo tutti un po’ meno, e guadagniamo tutti un po’ meno, per fare lavorare anche gli altri”. Il terzo messaggio contiene un impegno e un augurio: “Una società nuova e meno egoistica è possibile, ma ognuno di noi deve fare la sua parte”. Al termine del convegno, sotto l’organizzazione attenta e precisa di Chiara Franco, da 31 anni preziosa coordinatrice provinciale di Donne Impresa, è stato proiettato un videofilmato che ha ripercorso i passaggi principali dei 60 anni di storia e tratteggiato un ritratto delle imprese

di oggi condotte dalle donne. Le conclusioni celebrative sono toccate alla responsabile provinciale di Coldiretti Donne Impresa, Paola Romanato, che ha rimarcato la vocazione, tutta femminile, nel rinsaldare i principi dell’associazionismo su cui da sempre si muove Coldiretti in qualità di più grande forza sociale del territorio. Ha anche evidenziato “la predisposizione all’innovazione e al sociale delle imprese condotte da donne. Dalle fattorie didattiche, alle agritata, dalle imprese sociali, all’agriturismo, agli agrimercati, in questi ultimi anni le donne hanno avuto molta intraprendenza e anche creatività”.

glia, prima di tutto, una testimonianza personale, perchè ci vuole rispetto per chi ha prodotto il cibo e per chi tutto ha creato, Dio”. Con il rammarico che, oggi, i più poveri e bisognosi sono i giovani (seguiti dagli anziani), Olivero, con la consueta semplicità e delicatezza ha anche lanciato tre messaggi pesanti come macigni. Il primo, riferito probabilmente alle donazioni di cibi invenduti, inutilizzati e sprecati: “Oggi neanche un parroco di campagna – ha detto Olivero - può permettersi di fare qualcosa: ci sono troppe regole, è giusto essere prudenti, ma con tutte queste leggi non si può fare più nulla. Io sono per poche regole, ma chiare, che

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Da destra, don Dino Barberis, Angela Motta, Paola Romanato e il fondatore del Sermig Ernesto Olivero durante il dibattito sullo spreco del cibo con il presidente Cabiale

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Mense: stop alle gare al massimo ribasso A molti dei presenti al sessantesimo di Coldiretti Donne Impresa, durante il dibattito contro lo spreco alimentare, è tornata alla mente una recente indagine promossa da Coldiretti/Ixè in cui si evidenzia che il 20% degli italiani ha una valutazione negativa dei pasti serviti nelle mense scolastiche e che l’83% ritiene che le mense dovrebbero offrire i cibi più sani. L’indagine dell’Asl At sulle mense di tredici ospedali in Piemonte, con un piatto su tre

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gettato nella spazzatura, rafforza sicuramente l’opinione che la “ristorazione pubblica” non solo favorisce gli sprechi, ma è poco apprezzata. Riecheggiano dunque le parole del Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone: “Lo sappiamo tutti che in alcuni ambienti le mense fanno veramente schifo, ma c’è una ragione: il risparmio. Gare con il massimo ribasso, significa utilizzare prodotti di scarsa qualità”. Questo non deve più succedere.

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Anche il Presidente Anticorruzione contro lo “schifo dei pasti pubblici”

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Un lungo percorso verso l’impresa tutta rosa Nasce come gruppo, si trasforma in movimento e trova la piena emancipazione

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de conquista, insieme alla legge 215 sulle azioni positive per l’imprenditoria femminile varata nel 1992. Sono questi gli anni degli aggiornamenti professionali, della ricerca di una funzione più consapevole anche da parte delle donne; così come cambia la la figura del coltivatore diretto, cambiano anche le coltivatrici in una dimensione più ampia delle aziende. Verso la fine del millennio anche il Movimento si adegua ai tempi moderni e nel 1998 diventa Coordinamento per l’imprenditoria femminile, ha così una struttura più snella, è più presente in ogni provincia e più inserito, secondo il principio del mainstreaming, nelle attività di Coldiretti. Gianfranca Righino Verzello rimane in carica fino al 2001, proprio l’anno che segna la nascita della legge di orientamento, fortemente sostenuta da Coldiretti che di fatto rivoluzionerà l’attività d’impresa nelle campagne italiane aprendo nuove opportunità occupazionali e favorendo fortemente l’ingresso progressivo delle donne in agricoltura. Alla guida del Coordinamento per l’imprenditoria femminile Coldiretti subentra Adriana Bucco, imprenditrice agricola di Cellarengo che diventerà responsabile nazionale e Presidente della Commissione femminile del Comitato delle Organizzazioni Agricole Europee (COPA). Il suo

Sopra da sinistra: Luigina Ottaviano è stata la prima delegata delle donne rurali; Cesarina Arri è stata la delegata con il mandato più longevo

mandato terminerà nel 2008 con una ulteriore trasformazione del Coordinamento quando assume il nome di Coldiretti Donne Impresa, quasi a suggellare un percorso di rivendicazione. In realtà, quando nel novembre del 2008 ad Asti viene nominata Paola Romanato Allegretti, le imprese agricole guidate dalle donne, in molti casi, si distinguono già per alcune peculiarità. Una presenza maggiormente diffusa nelle attività innovative e connesse a quella agricola come la trasformazione dei prodotti, il settore dell’agribenessere, le fattorie sociali, il recupero di antiche varietà, le fattorie didattiche, gli agriasilo. Oggi le imprese agricole guidate da donne in Italia sono 220.079. Ormai nelle campagne quasi una azienda agricola su tre (il 28,9 per cento) è rosa.

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a vita associativa femminile nasce nel 1953 con il Gruppo Donne Rurali Coldiretti. Combattono per grandi conquiste sociali, per le pensioni, per l’istruzione e la scuola, per le abitazioni e le infrastrutture nei territori rurali. La prima delegata del Gruppo astigiano, nominata nel maggio del 1954, fu Luigina Fassio Ottaviano. Rimase in carica fino al 1964, quando cominciò il mandato più longevo dell’associazionismo femminile rurale astigiano, quello di Cesarina Fornaca Arri, che raggiungerà anche il vertice regionale e diverrà vice delegata nazionale. Nel 1976 il gruppo donne rurali assunse il carattere di movimento di categoria autogestito dalle imprenditrici agricole. Inizia così ad occuparsi di temi più strettamente professionali e sindacali, continuando comunque ad occuparsi in modo specifico della condizione femminile e del ruolo della donna nella famiglia e nella società. Tra gli obiettivi di rilevo raggiunti c’è sicuramente l’art. 230 bis del Codice Civile che pose su un piano di parità tutti i componenti dell’impresa. Nell’ottobre del 1985 approda ai vertici del Movimento Femminile astigiano Gianfranca Righino Verzello. Due anni dopo viene approvata la legge di tutela della maternità per le lavoratrici autonome, è un’altra gran-

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Luigi Giampaolino è il presidente Ue.Coop Nominato il 5 novembre dall’assemblea di 500 mila soci

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Il neo presidente di Ue.Coop Luigi Giampaolino con il presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo

ciò che rappresenta UE.COOP. Nella sua rilevante carriera, Luigi Giampaolino è stato presidente dell’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici, Presidente della Corte dei Conti della sezione Giurisdizionale della Lombardia e della Puglia. È stato inoltre Consigliere delegato al controllo del Ministero del Tesoro nonché magistrato addetto al controllo dell’IRI, dell’ENAV, dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e della Consip. Ha ricoperto varie volte incarichi di Capo dell’ufficio legislativo e di Capo di gabinetto di vari Ministeri ed è autore di numerose pubblicazioni in materie giuridiche. È stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Cooperazione

i valori ed i principi del modello cooperativo, che si fondano sulla solidarietà, la sussidiarietà e la sostenibilità con l’obiettivo principale di essere uno strumento a favore delle proprie coop associate, puntando sulla centralità dei soci a favore del territorio in cui le imprese operano. “Ho voluto candidarmi alla presidenza di UE.COOP – ha dichiarato Luigi Giampaolino – con l’intento di mettere a disposizione delle Cooperative associate alla UE.COOP, la mia esperienza istituzionale e il mio impegno nell’ottica della difesa del modello cooperativo “vero”, quale strumento sociale volto alla crescita di ogni socio e di ogni territorio”. “La mia missione – ha proseguito Giampaolino – dopo l’esperienza pubblica svolta in passato, sarà quella di essere anche per UE.COOP, il garante dei valori che contraddistinguono un modello societario di cui il Paese ha bisogno, dando risposte concrete con passione, coraggio, trasparenza e coerenza”. Per questo - ha precisato Giampaolino - denunceremo e contrasteremo con forza le abitudini di chi guarda alla cooperazione come ad un sistema per fare cose più a buon mercato, risparmiando sul costo del lavoro dei cooperatori e risparmiando sulla qualità dei servizi. Quella - ha concluso Giampaolino - non è cooperazione e quella non potrà mai essere

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Luigi Giampaolino il nuovo presidente nazionale di UE.COOP, l’Unione Europea delle Cooperative. La nomina è avvenuta il 5 novembre, a Roma, nel corso dell’Assemblea. Giampaolino ha ricoperto la carica di Presidente della Corte dei Conti della Repubblica Italiana dal 2010 al 2013 ed oggi ne ricopre il ruolo di Presidente Emerito. La nuova centrale cooperativa, è stata riconosciuta ufficialmente 2 anni e mezzo fa ed è stata voluta da Coldiretti per segnare una forte discontinuità rispetto al passato anche con l’adozione del primo codice etico di autoregolamentazione per guidare tutti i comportamenti delle associate e di quanti sono chiamati a svolgere funzioni dirigenziali nel rispetto dei principi fondatori della cooperazione. L’elezione di Giampaolino è avvenuta all’unanimità da parte dei delegati delle 4.000 cooperative associate che operano in tutte le categorie e sono dislocate in tutte le regioni del Paese a cui fanno capo oltre mezzo milione di soci. Con UE.COOP si intende rilanciare in Italia un sistema cooperativo che rispetti le regole fondamentali di mutualità, solidarietà e trasparenza al servizio dei soci e della comunità in cui le cooperative operano quotidianamente. UE.COOP promossa inizialmente da Coldiretti è nata infatti per sostenere

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Giorgio Grenzi è il presidente Federpensionati Sessantaseienne, modenese, nominato il 19 novembre dall’assemblea nazionale

Associazione Pensionati

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iorgio Grenzi è il nuovo presidente di Federpensionati Coldiretti, la più importante Associazione Pensionati del lavoro autonomo di tutta Europa con oltre 800 mila pensionati associati. È stato eletto, il 19 novembre, alla presenza del Presidente nazionale dell’Organizzazione Roberto Moncalvo, nell’ambito della XI Assemblea Generale di Federpensionati che ha visto la partecipazione dei presidenti provinciali dell’Associazione Pensionati di Coldiretti Piemonte. All’assise è giunto anche il messaggio del presidente della Cei, il Cardinale Angelo Bagnasco, il quale ha citato l’enciclica di Papa Francesco Laudato Sì e ha esortato i pensionati agricoltori a trasmettere la loro passione e sapienza ai giovani. Grenzi, nato a Nonantola in provincia di Modena il 14 febbraio del 1949, ha svolto la sua attività professionale nella Coldiretti dove ha ricoperto numerosi incarichi a livello locale e nazionale e ha maturato esperienze anche nella centrale cooperativa Ue.Coop, nei Consorzi Agrari, nelle Bonifiche, oltre che in diverse associazioni di produttori. Il 77 per cento dei pensionati italiani giudica medio/ alta la qualità della propria vita, il 67 per cento ha una vita attiva ed il 63 per cento gode di buona salute. Il 55 per cento si rapporta con la comunità in cui vive, valore che denota il ruolo attivo dei pensionati nel tessuto sociale, e l’82 per cento si ritiene utile alla famiglia. Questo è quanto è emerso dall’indagine Coldiretti/Ixé divulgata nell’ambito dell’Assemblea durante la quale si è parlato di rapporto tra generazioni con il ruolo dei nonni nella formazione delle famiglie, di presidi territoriali nelle aree rurali per una maggior fruibilità dei servizi socio-sanitari e alla persona e del ruolo attivo del pensionato quale modello di traino culturale, economico e solidale.

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I pensionati continuano ad essere un punto di riferimento importante per la famiglia, per Coldiretti e per il buon funzionamento delle imprese agricole. Molto spesso, infatti, contribuiscono attivamente a portare avanti le aziende, in sinergia con i giovani, nell’ottica di un reale ricambio generazionale. Il loro supporto è di fondamentale importanza anche per sostenere le battaglie che Coldiretti porta avanti in difesa degli agricoltori italiani che, con il loro lavoro quotidiano, rendono eccellente ed apprezzato in tutto il mondo il patrimonio enogastronomico Made in Italy.

Conti tornano più ai pensionati che ai lavoratori Situazione economica più soddisfacente per chi si è ritirato dal lavoro

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conti economici tornano più ai pensionati che ai lavoratori che si dichiarano in quasi la metà dei casi (47,1%) insoddisfatti della propria situazione economica mentre tra i ritirati dal lavoro la stessa percentuale scende al 44,2%. È quanto emerge dai dati Istat sulla soddisfazione dei cittadini esaminati nell’ambito della XI Assemblea di Federpensionati: il 77 per cento dei pensionati giudica medio/alta la qualità della propria vita, il 67 per cento ha una vita attiva, il 63 per cento gode di una buona salute, il 59 per cento si dichiara contento e il 52 per cento è ottimista per il futuro. Il ruolo attivo dei pensionati è confermato dal fatto che il 55 per cento si rapporta con la comunità che li circonda con ben l’82 per cento che si ritiene utile alla famiglia. Un ruolo chiave nella società anche dal punto di vista economico con la spesa per consumi delle coppie con un capofamiglia anziano (di 65 anni e oltre) che per la prima volta è superiore (e non di poco: circa 1.200 euro l’anno in più) a

quella delle coppie con a capo un giovane di 18-34 anni, secondo il Censis. E negli anni della crisi (2009-2014) gli anziani che vivono soli hanno aumentato la spesa per consumi del 4,7% in termini reali, mentre quella dei millennials single è andata a picco (-12,4%), così come la spesa media delle famiglie italiane nell’insieme (-11,8%). Ammonta a 13 miliardi di euro l’anno la spesa di tasca propria che gli anziani sostengono per la propria salute, per far fronte con risorse proprie a bisogni non coperti dal welfare pubblico, ma 3,3 milioni di anziani spendono 2,7 miliardi di euro l’anno per attività formative proprie o di membri della famiglia (magari un corso di inglese o di violino per un nipote), a cui si aggiungono altri 960 milioni di euro per attività sportive per sé o i propri familiari. In totale secondo il Censis - continua la Coldiretti - sono 7 milioni gli anziani che contribuiscono con i propri soldi al benessere della famiglia, di figli o nipoti, anche finanziando consumi altrui. cucina, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’.

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Contratto preliminare non seguito dal definitivo società immobiliare, la quale aveva sottoscritto con una coppia di coniugi una scrittura privata, poi registrata, avente ad oggetto il preliminare di vendita di un appartamento e di una cantina. L’atto definitivo avanti il notaio non era mai stato stipulato e neppure la coppia aveva ottenuto esecuzione della sentenza di condanna della società al trasferimento con rogito dei beni contestualmente al pagamento del residuo prezzo dovuto, da ciò derivando la successiva prescrizione delle relative obbligazioni. La Corte d’Appello, riformando la decisione del Tribunale, riconosceva i coniugi proprietari dei predetti immobili per l’avvenuta usucapione, derivante dal possesso protrattosi sin dal 1970. I giudici della Corte di cassazio-

ne ribaltano tale decisione, richiamando un principio affermato dalla Sezioni Unite della stessa Cassazione con sentenza n. 7930/2008, applicando l’art. 1140 c.c. e i principi generali in materia di possesso.Tale normativa e principi non consentono la trasmissione del possesso per patto negoziale indipendente e anteriormente alla trasmissione del diritto di proprietà o di altro diritto reale di cui esso costituisca esercizio. Pertanto, l’immissione in possesso all’atto del preliminare di vendita di immobile (immobile, la cui proprietà ed il relativo pieno possesso si trasferisce compiutamente solo con l’atto definitivo traslativo) non può costituire titolo idoneo abilitativo di un’eventuale usucapione del bene.

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e al preliminare non segue il rogito, non si verifica il trasferimento di proprietà di un immobile e pertanto non si instaura il possesso necessario per l’usucapione. In tale situazione, ciò che si trasferisce è solo l’oggetto del possesso, il quale, invece, non si compra e non si vende, non si cede e non si riceve per l’effetto di un negozio. Pertanto , la c.d. “immissione di possesso” all’atto del preliminare di vendita di immobile non può costituire di per sé titolo idoneo abilitativo al fine di una eventuale usucapione del bene. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, seconda sezione civile, nella sentenza n. 23673/2015, depositata il 19 novembre 2015. Avanti la Cassazione ricorre una

Legislazione

L’immissione nel possesso non vale ai fini dell’usucapione

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Prevenzione dell’osteoporosi

Con la “Densitometria Ossea” si può determinare la densità ossea

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a Densitometria Ossea consente la determinazione della densità ossea nei distretti a maggior rischio di frattura (colonna vertebrale e femore) e supporta il Medico nella diagnosi dell’osteoporosi, nella valutazione del rischio di frattura e nel monitoraggio della risposta alla terapia. Questo esame è utilizzato soprattutto nella valutazione dell’osteoporosi, che è una patologia carenziale dell’osso di natura primitiva (postmenopausale o senile) o secondaria (malattie endocrino-metaboliche, disturbi nutrizionali, etc.) che si manifesta in un incrementato del rischio di fratture (le più comuni delle quali sono quelle vertebrali e femorali). La misura della densità ossea può essere eseguita in diversi distretti corporei. Viene generalmente effettuata sul rachide lombare sino all’età di 65 anni, sul femore e/o sul radio oltre tale età. In alcune situazioni cliniche è utile eseguire la mi-

sura su diversi segmenti. Per valutare questo rischio e la risposta alle terapie eventualmente instaurate è opportuno monitorare nel tempo la densità dell’osso. DESTINATARI DEL SERVIZIO La Densitometria Ossea è rivolta ai soggetti più a rischio di sviluppare un’osteoporosi: • donne con alterazioni ormonali in grado di provocare un’accelerata perdita di calcio (menopausa, irregolarità mestruali, amenorree, anoressia, alterazioni tiroidee e paratiroidee, etc.) • uomini con alterazioni dell’assorbimento e del metabolismo del calcio e della vitamina D. Questo esame consente di valutare la composizione corporea (massa magra, massa grassa e massa ossea) in determinate condizioni cliniche e di impostare e monitorare i trattamenti dietetici più idonei. La perdita di massa ossea non riguarda esclusivamente la popola-

zione femminile, ma coinvolge anche la popolazione maschile. Le patologie comuni a entrambi i sessi che possono depauperare l’osso sono: l’intolleranza al glutine o celiachia, l’uso cronico del cortisone per malattie sistemiche come l’artrite reumatoide, l’uso cronico di ormoni tiroidei, l’ipertiroidismo e l’iperparatiroidismo, l’assorbimento ridotto in Pazienti che si sono sottoposti ad intervento per ulcera con rimozione di parte dello stomaco, le sindromi da malassorbimento come le pancreatiti croniche, il deficit cronico di vitamina D e, solo negli uomini, il deficit di produzione di ormoni maschili. L’esame non è soltanto indicato dal punto di vista diagnostico per la definizione dell’osteoporosi conclamata, ma ha anche una funzione preventiva, in quanto l’osteopenia che precede la malattia è un indice predittivo utile all’instaurazione di terapie e alla variazione dell’alimentazione e dello stile di vita.

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COLTIVA LA TUA SALUTE Da oltre dieci anni, l’accordo tra Coldiretti-Epaca e C.D.C. permette di far crescere il valore della prevenzione e della sicurezza nella cultura dell’impresa agricola ed unire la tutela dell’imprenditore, dei suoi familiari e degli ospiti della sua azienda con l’idea di una nuova agricoltura multifunzionale territorialmente sostenibile. C.D.C. rappresenta una delle realtà sanitarie più significative e dinamiche del Piemonte, con un’attività diagnostica completa presso sedi dislocate in modo capillare su tutto il territorio regionale: a Torino, Biella, Cuneo, Novara, Vercelli e Verbania. Grazie a tale collaborazione, i soci Coldiretti-Epaca possono accedere privatamente a tutte le prestazioni con tariffario agevolato esibendo la Tessera Associativa Coldiretti/Epaca, oppure tramite il SSN presentando la richiesta del medico curante. Inoltre presso gli uffici provinciali o zonali Coldiretti-Epaca possono prenotare visite mediche specialistiche e prestazioni diagnostiche presso tutti i centri C.D.C. e con assoluto rispetto della privacy, il socio, tramite il PIN ricevuto in accettazione, può richiedere la stampa del proprio referto online. Periodicamente, tramite questa rubrica, vi informeremo su temi di interesse generale legati alla prevenzione ed alla cura di patologie tipiche del mondo agricolo. C.DC.: ASTI, C.so Galileo Ferraris, 4/a - EPACA: ASTI, C.so F. Cavallotti, 41, tel 0141.380.400 - CANELLI, Via Cassinasco, 11/13 - CASTELNUOVO D.B., V.le Europa, 12/B - MONCALVO, P.zza Carlo Alberto, 25 - MONTIGLIO M.TO, Via Padre Carpignano, 3 - NIZZA M.TO, C.so Acqui, 42/44 - S. DAMIANO D’ASTI, Via Roma, 23 - VESIME, P.zza V. Emanuele II, 3 - VILLANOVA D’ASTI, Via O. Blandino, 19

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Malattie professionali in agricoltura

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coltivatori diretti coloni e mezzadri sono assicurati obbligatoriamente all’Inail, quindi sono tutelati non solo se subiscono un infortunio sul lavoro, ma anche se contraggono una malattia a causa e nell’esercizio del lavoro svolto o dei materiali utilizzati (es. esposizione a sostanze dannose, rumore, ecc.). Le malattie professionali si differenziano dagli infortuni sul lavoro in quanto sono originate da una causa lenta e prolungata nel tempo (es. il lento processo di assorbimento di sostanze tossiche da parte dell’organismo), al contrario dell’infortunio sul lavoro che si caratterizza per una causa violenta e improvvisa (es. una caduta dall’alto). Il riconoscimento della malattia

professionale comporta il conseguente indennizzo economico da parte dell’Inail oltre all’erogazione delle necessarie cure mediche riabilitative. Le malattie di origine professionale riconosciute dalla Legge in agricoltura sono elencate in una apposita tabella e sono associate a una o più attività o lavorazioni. Rientrano ad esempio nell’elenco delle malattie professionali in agricoltura: le malattie causate da esposizione a sostanze dannose, quelle causate da radiazioni solari, per le lavorazioni svolte prevalentemente all’aperto; la sordità da rumore; l’ernia discale lombare causata da lavorazioni svolte con macchine che espongono a vibrazioni trasmesse al corpo intero: trattori, mietitreb-

bia, vendemmiatrice semovente; malattie da sovraccarico degli arti superiori: tendiniti e sindrome del tunnel carpale, ecc. Sono comunque indennizzabili dall’Inail anche le malattie non presenti nella tabella di Legge: in tal caso, però, il lavoratore deve dimostrarne l’origine lavorativa, vale a dire che la malattia si è verificata a causa e nell’esercizio del lavoro svolto. Data la complessità della materia è necessario che in caso di sospetta malattia professionale gli interessati prendano contatto tempestivamente con gli uffici del patronato EPACA che provvederà, tra l’altro, al servizio gratuito di consulenza medico legale qualificata. Informazioni al n. 0141.380.404/432.

Epaca

Quando il lavoro ne costituisce la causa diretta e determinante

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Previdenza numero 14 – 2015

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COSTO DELL’INSERZIONE € 5,00, l’annuncio sarà pubblicato per 1 uscita. Il pagamento può essere effettuato presso qualsiasi ufficio Coldiretti Asti. La pubblicazione degli Annunci de “Il Notiziario Agricolo” è riservata esclusivamente per le compravendite fra privati, non si pubblicano annunci di carattere commerciale. L’annuncio verrà pubblicato a partire dal primo numero utile, in caso di mancanza di spazio le pubblicazioni slitteranno sui numeri successivi. L’editore non è responsabile di quanto pubblicato negli annunci, il presente modulo vale come dichiarazione che quanto richiesto di pubblicare corrisponde al vero.

DATA

FIRMA

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Autorizzo Coldiretti Asti ad inserire i miei dati nelle liste per la gestione degli Annunci Economici sul periodico “Il Notiziario Agricolo”. In qualsiasi momento in base all’Art.13 della legge 675/96 potrò chiedere la modifica o la cancellazione, oppure negare il consenso al loro utilizzo scrivendo a Coldiretti Asti, C.so F. Cavallotti n. 41 – 14100 Asti.

Luogo

S. Damiano Cisterna Celle Enomondo Ferrere

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Firma

Via C. Botta, 4 - 14015 San Damiano d’Asti Tel. & Fax 0141.975146 cell. 336.253369

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