Il Notiziario Agricolo n. 3 - Marzo 2017

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Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 3 Anno 2017 - In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo

Anno

66° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI

numero

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COLDIRETTI

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marzo 2017



“La gioia dell’amore” augurio pasquale per le nostre famiglie

Il valore della famiglia è stato nella storia uno dei cardini del mondo agricolo. Erano le grandi famiglie, dove le generazioni vivevano unite, nella stessa casa: accanto al valore di “famiglia-azienda”, o “famiglia impresa”, sul piano dell’economia e del lavoro, c’era quello di crescere i ragazzi a contatto con i nonni, in una ricchezza di affetti e di trasmissione di sa-

Preghiera alla Santa Famiglia Gesù, Maria e Giuseppe, in voi contempliamo lo splendore del vero amore, a voi, fiduciosi, ci affidiamo. Santa Famiglia di Nazaret, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole di Vangelo e piccole Chiese domestiche. Santa Famiglia di Nazaret, mai più ci siano nelle famiglie episodi di violenza, di chiusura e di divisione; che chiunque sia stato ferito o scandalizzato venga prontamente confortato e guarito. Santa Famiglia di Nazaret, fa’ che tutti ci rendiamo consapevoli del carattere sacro e inviolabile della famiglia, della sua bellezza nel progetto di Dio. Gesù, Maria e Giuseppe, ascoltateci e accogliete la nostra supplica. Amen.

peri ora difficile. Anche i valori religiosi, seppure di stampo tradizionale, erano tenuti ben vivi. Oggi sono superati i problemi del dopoguerra, quando i giovani per trovare moglie “dei paesi tuoi” dovevano “lasciare i buoi” ed emigrare in città: per fortuna in tanti paesi il fenomeno fu compensato dall’arrivo di ragazze forti e decise dal meridione, che contribuirono alla sopravvivenza del tessuto agricolo nei nostri paesi. E, dato confortante, oggi non mancano i giovani decisi a continuare il lavoro dei padri, con nuovo spirito imprenditoriale e nuove conoscenze tecniche. “Giovani Impresa” di Coldiretti Asti “si propone di affermare i valori propri del mondo rurale, di ricercare un’identità ed uno spazio operativo

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e non ci era giunta in tempo come motivo di augurio per la Pasqua, essendo datata 19 marzo 2016, che lo scorso anno era già il sabato delle Palme, l’Esortazione apostolica “Amoris laetitia: la gioia dell’amore” di Papa Francesco può regalarci anche a distanza di tempo la ricchezza di un messaggio e un augurio da vivere in pienezza.

Buona Pasqua

Ad un anno dall’Esortazione apostolica “Amoris laetitia” di Papa Francesco


Buona Pasqua

nuovo nel contesto della società, di valorizzare la crescita e l’insediamento dei giovani nei diversi ambiti di lavoro, dell’impresa e dell’organizzazione professionale”, e annovera circa un migliaio di giovani agricoltori di età compresa fra i 14 e i 28 anni: saranno loro a creare le famiglie di domani, ed a loro soprattutto vogliamo indirizzare alcune riflessioni di Papa Francesco.

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Accanto alle sue “parole chiave” come “misericordia”, “accoglienza”, “inclusione”, in questo documento appare ovviamente “gioia”, e per ben venti volte “tenerezza”: “Nell’orizzonte dell’amore, essenziale nell’esperienza cristiana del matrimonio e della famiglia, risalta anche un’altra virtù, piuttosto ignorata in questi tempi di relazioni frenetiche e superficiali: la tenerezza.” Con molto realismo ricorda poi che «bisogna considerare il crescente pericolo rappresentato da un individualismo esasperato che snatura i legami familiari e finisce per considerare ogni componente della famiglia come un’isola, facendo prevalere, in certi casi, l’idea di un soggetto che si costruisce secondo i propri desideri assunti come un assoluto». Ed ecco più avanti preziosi consigli: “Il dialogo è una modalità privilegiata e indispensabile

per vivere, esprimere e maturare l’amore nella vita coniugale e familiare. Ma richiede un lungo e impegnativo tirocinio. Uomini e donne, adulti e giovani, hanno modi diversi di comunicare… Darsi tempo, tempo di qualità, che consiste nell’ascoltare con pazienza e attenzione, finché l’altro abbia espresso tutto quello che aveva bisogno di esprimere”. Naturalmente un posto privilegiato ha l’educazione dei figli: “Il compito dei genitori comprende una educazione della volontà e uno sviluppo di buone abitudini e di inclinazioni affettive a favore del bene… La formazione morale dovrebbe realizzarsi sempre con metodi attivi e con un dia-

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Periodico Ufficiale di Coldiretti Asti Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 - Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Anno 66° numero 3 - Marzo 2017 Stampa Artigrafiche M.A.R. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949

Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl Tel. 0141.380.400 Tel. 335.471017 Abbonamento annuale: Euro 20,00

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

logo educativo che coinvolga la sensibilità e il linguaggio proprio dei figli…”. E a riguardo in particolare di quella religiosa: “L’educazione alla fede sa adattarsi a ciascun figlio, perché gli strumenti già imparati o le ricette a volte non funzionano. I bambini hanno bisogno di simboli, di gesti, di racconti. Gli adolescenti solitamente entrano in crisi con l’autorità e con le norme, per cui conviene stimolare le loro personali esperienze di fede e offrire loro testimonianze luminose che si impongano per la loro stessa bellezza… È fondamentale che i figli vedano in maniera concreta che per i loro genitori la preghiera è realmente importante. Per questo i momenti di preghiera in famiglia e le espressioni della pietà popolare possono avere maggior forza evangelizzatrice di tutte le catechesi e tutti i discorsi…”. L’augurio pasquale è che nelle nostre famiglie queste parole trovino la giusta risonanza, e chi vorrà arricchirle con una lettura più ampia dell’Esortazione di Papa Francesco scoprirà la bellezza e l’impegno di partecipare a questa “Gioia dell’amore”, facendo propria la preghiera che la conclude.


Alluvione: aziende agricole ancora in difficoltà Da novembre ancora nessun risarcimento, si rischia un’altra annata no sulla PLV (produzione lorda vendibile) per dare la possibilità a tutte le aziende di accedere al fondo nazionale di solidarietà e quindi ai risarcimenti. Coldiretti sollecita quindi ulteriormente la Regione affinché si faccia portavoce presso il Ministero delle Politiche Agricole e si proceda alla riduzione del parametro del 30%. In ogni caso, per molte aziende crescono le difficoltà, la gestione è ormai insostenibile, anche perché ormai si è in procinto di mettere a dimora le colture e quindi si rischia di compromettere un’ulteriore annata. Questi i comuni dell’Astigiano interessati dall’alluvione, così come inseriti dal Governo nazionale in un decreto del 23 febbraio

scorso: Antignano, Asti, Azzano d’Asti, Bubbio, Castagnole delle Lanze, Castello D’Annone, Cerro Tanaro, Cessole, Costigliole d’Asti, Isola d’Asti, Loazzolo, Mombaldone, Monastero Bormida, Mongardino, Olmo Gentile, Revigliasco D’Asti, Rocca D’Arazzo, Roccaverano, Rocchetta Tanaro, San Giorgio Scarampi, San Martino Alfieri, Serole, Sessame, Vesime.

Calamità naturali

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danni al settore agricolo piemontese, causati dall’alluvione del novembre scorso, ammontano a 47,156 milioni di euro. La cifra è stata quantificata dalla Regione Piemonte che ha delimitato ufficialmente le zone agricole danneggiate. I comuni colpiti, con gravi danni alle strutture e ai terreni, sono 222. Con la delibera regionale di delimitazione del territorio, la stessa Regione potrà finalmente chiedere al Ministero delle Politiche Agricole di riconoscere il carattere eccezionale delle forti piogge cadute tra il 21 ed il 26 novembre. Solo con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale dei territori danneggiati, le imprese agricole potranno presentare le domande di risarcimento dei danni subiti. Rimane però ancora l’ostacolo del 30 per cento di dan-

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Terremoto: la solidarietà degli allevatori dell’Astigiano

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l 19 marzo scorso si sono ritrovati a Cocconato gli allevatori del Nord dell’Astigiano e tutti i volontari che in questi mesi hanno collaborato per la raccolta, la donazione e l’invio di fieno alle stalle del centro Italia colpite dal terremoto. Il primo camion con rimorchio carico di rotoballe fu inviato a fine gennaio ad Accumoli (Rieti), hanno poi fatto seguito altri 7 carichi, per un totale di oltre 300 fra rotoballe e cubi di grandi dimensioni. “Solamente i viaggi per il trasporto sono costati quasi 7 mila Euro, questo da l’idea della grande collaborazione e solidarietà che abbiamo riscontrato”, sottolinea Franco Serra, presidente della Sezione Astigiana dell’Associazione degli Allevatori Piemontesi (Spa-Arap) che si è fatto promotore

dell’iniziativa. “Oltre a tutti gli allevatori, dobbiamo ringraziare gli autotrasportatori e anche tanti semplici cittadini che hanno voluto fare una donazione, alcuni dei quali sono riusciti a coinvolgere interi paesi organizzando delle “polente della solidarietà”. Sicuramente – rileva Serra – abbiamo avuto un riscontro oltre ogni aspettativa”. Oltre a tre consegne ad Accumoli, i carichi di fieno sono stati destinati ai colleghi di Arquata e Acquasanta, più a una famiglia spostatasi a Forlì per dare rifugio ai 30 vitellini e 28 vitelli sopravvissuti alla distruzione della loro stalla di Gualdo in provincia di Macerata dove purtroppo sono morti 70 animali. E proprio a questo sfortunato allevatore di Gualdo, sarà destinato un ulteriore carico

messo a disposizione dagli allevatori di Giovani Impresa Coldiretti Asti: “Vista la nostra esperienza positiva – conclude Serra - daremo un aiuto ai giovani di Coldiretti Asti nell’organizzare la consegna, infatti non è semplice programmare la trasferta in queste zone che risultano tutt’ora estremamente disagiate e martoriate dal terremoto”.

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Con 8 Tir hanno già inviato 300 fra rotoballe e cubi di fieno


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sti

tipologia secco

Come sarà? Quale strada prenderà?

Strategie

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l 16 febbraio, l’apposita Commissione tecnica e, il 10 marzo, lo stesso Comitato vitivinicolo nazionale, hanno dato parere positivo alla modifica del disciplinare dell’Asti con l’inserimento della tipologia secco. Il benestare è stato vincolato alle modalità di espressione del livello zuccherino. Dovranno passare 60 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, affinchè il disciplinare possa entrare in vigore a tutti gli effetti. In questi 60 giorni potranno essere opposte delle osservazioni. Coldiretti auspica che le nuove tipologie secco, demi-sec ed extra secco, dell’Asti, possano presto essere commercializzate. Come si sa, c’è stata un po’ di polemica con il Consorzio Prosecco, ma sicuramente non deve essere nelle intenzioni di nessuno andare a confondersi sul mercato con altri prodotti e quindi non crediamo possa essere strategicamente vincente distribuire la nuova tipologia di Asti con etichette che possano in qualche modo richiamare altri prodotti. Asti tipologia secco, ne siamo convinti, può e deve vivere di luce propria, deve essere inequivocabilmente un prodotto nuovo e diverso da quanto proposto dai mercati. D’altra parte, le stesse industrie che stanno già da qualche tempo sperimentando la produzione, crediamo si rendano conto come le uve Moscato d’Asti Docg possano dare un prodotto unico ed inimitabile, anche nella vinificazione con meno zuccheri. In ogni caso, se facessimo una breve indagine fra gli associati Coldiretti, troveremmo un congruo

numero di vignaioli che da anni producono Moscato d’Asti vinificato secco, già a partire dagli anni Novanta alcuni produttori inserirono nella propria lista dei vini questa tipologia di prodotto. Ovviamente c’è modo e modo di produrre uno spumante secco, a cominciare dal metodo di vinificazione, può essere tradizionale, classico (méthode champenoise), con rifermentazione in bottiglia, con l’aggiunta del liqueur d’expedition, oppure con il metodo Charmat, con rifermentazione in autoclave. A seconda del metodo di produzione, vinificare secco può impiegare più o meno impegno, può essere più o meno oneroso. Occorrerà trovare un giusto mix per un opportuno posizionamento sul mercato. Bisognerà comunque guardare inanzitutto ai gusti dei consumatori. Molto probabilmente, la partita si giocherà sulla concentrazione zuccherina, giocando sulla quale si possono ottenere prodotti molto differenti fra loro. Sicuramente Coldiretti ha fatto il suo, sollecitando e seguendo costantemente l’iter burocratico per ottenere la nuova tipologia. Coldiretti Asti andrà però anche oltre agli aspetti legislativi: attraverso il Centro Studi Vini del Piemonte, da tempo si sta sperimentando un prodotto che possa incontrare i favori del mercato, pronti ad offrire i risultati a chi vorrà fare le cose seriamente. Toccherà comunque ai produttori, o meglio, agli industriali individuare una strategia vincente (come detto, molti piccoli produttori hanno già da anni un loro prodotto).

Ci permettiamo giusto un paio di suggerimenti. Non si deve fare lo sbaglio di guardare al modello prosecco come riferimento, inanzitutto perchè si tratta di un altro prodotto e poi perchè con 500 milioni di bottiglie vendute ogni anno, di sicuro, non si farà bagnare il naso da nessuno. Oltre all’imprescindibile aspetto qualitativo, occorre lavorare sull’immagine per dare valore aggiunto al prodotto e questo non può che essere fatto legando il prodotto al suo territorio di produzione. Un’ultima considerazione vogliamo farla sull’Asti attuale, quello dolce. Rimane un prodotto unico al mondo, espressione di un grande territorio sul quale è doveroso continuare a crederci e lavorare sodo per ricuperare il terreno perduto in questi ultimi anni.

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ome detto nell’articolo principale, la vera sfida per i produttori dell’Asti sarà come collocare il nuovo prodotto secco sul mercato. Fra le scelte strategiche c’è quella di seguire i gusti dei consumatori. Diventa quindi fondamentale il residuo zuccherino dello spumante che si andrà a proporre. È il regolamento CE 607/09 a fissare la concentrazione di zuccheri consentita per ogni tipologia di spumante. Come si può vedere anche dalla tabella, fino all’extra dry le tipologie sono sovrapponibili. Non a caso l’Associazione Italiana Sommelier ha riclassificato gli spumanti in base al residuo zuc-


Il “moscato” ha bisogno di un rinnovamento

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oluto dalla parte agricola del mondo del moscato, il 13 marzo scorso, si è tenuto a Santo Stefano Belbo, un incontro con la stampa che si è trasformato in un vero e proprio forum sul futuro del comparto con la partecipazione di almeno trecento vignaioli giunti dai 52 comuni della zona di produzione. Tra i relatori, il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale, Giovanni Satragno, presidente della Produttori di Moscato Associati e tutti gli altri componenti della filiera agricola. Tra il pubblico anche alcuni sindaci con fascia tricolore, i parlamentari Massimo Fiorio e Mino Taricco, l’assessore regionale all’Agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero.

Il presidente Cabiale, ha subito sgombrato eventuali dubbi sulla determinazione della parte agricola nel chiedere la presidenza del Consorzio dell’Asti che dovrebbe essere rinnovata entro maggio, rimarcando l’esigenza di avere pari dignità tra parte agricola e parte industriale all’interno del sodalizio che in questi ultimi anni non ha di certo brillato per i risultati ottenuti: «Non dimentichiamo che il riconoscimento Unesco è arrivato non per gli stabilimenti del fondo valle, che sono una risorsa commerciale, ma per le vigne coltivate dai nostri vignaioli». Giovanni Satragno ha sottolineato l’importanza del “patto tra gentiluomini” alla base dell’alternanza tra presidenza agricola e

industriale ai vertici del Consorzio, «Oggi però mi pare che nella parte industriale scarseggino i gentiluomini» il suo commento. Nell’occasione, fra le strategie da adottare per il futuro, è emersa centrale quella della tipologia secco, anche se, è stato rimarcato, non deve essere lanciato in contrapposizione con l’Asti dolce sul quale occorre programmare nuove campagne promozionali. Proprio sulla campagna pubblicitaria di fine anno, programmata con spot televisivi Rai e Mediaset e con le affissione nei comuni del Moscato, fortemente voluta dalla parte agricole, è stato rimarcato l’ostruzionismo contrapposto dagli attuali vertici del Consorzio dell’Asti. Un motivo in più per avviare un radicale rinnovamento.

Strategie

Oltre 300 vignaioli chiedono la presidenza del Consorzio dell’Asti

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DAL PAS DOSÉ AL DOLCE C o m e t i c l a ssifico gli spumanti

Pas dosé e Brut natur

Zuccheri (Glucosio + Futtosio) – Vini Spumanti, Varietali, Dop, Gassificati

<3

Dosaggio zero (Pas Dosè)

0 <3

Extra brut

0-6

Extra Brut

0-6

Brut

6 - 12

Brut

0-12

Extra dry

12 - 17

Extra Dry (Extra Sec)

12-17

Sec, Dry, Secco

17-32

Secco/Asciutto

17-32

Demi sec o Abboccato

32-50

Abboccato (Demi Sec)

32-50

Dolce o Doux

> 50

Dolce

≥ 50

La classificazione degli spumanti, secondo l’Associa- Il regolamento CE 607/09 fissa la concentrazione di zione Italiana Sommelier zucchero consentita per ogni tipologia di spumante

cherino, introducendo, rispetto al passato, la non sovrapposizione delle fasce, se non per gli estremi. Con gli intervalli che si susseguono

in modo lineare, è così più semplice classificare gli spumanti. Evidentemente come vogliono anche i consumatori. In ogni caso, facendo un

giro fra gli scaffali delle enoteche, l’impressione è che l’attenzione dei consumatori si concentri sempre più verso gli Extra Dry e i Dry.

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GLI SPUMANTI E IL RESIDUO ZUCCHERINO (gr./litro)


Valore dell’uva e del vino

“Barbera Amica”

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Prosegue a vele spiegate il progetto Coldiretti

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i respirava un’aria buona, il 27 febbraio, nella sede di Coldiretti Asti, dove il Consorzio Terre di Qualità ha riunito gli associati aderenti al progetto vitivinicolo. Si è fatto il punto della situazione relativamente alle campagne precedenti per programmare l’annata 2017. Palpabile la soddisfazione da parte di tutti per quanto maturato in termini economici con la vendemmia 2015 e per le aspettative relative alla vendemmia 2016 che ha segnato un ulteriore incremento dei quintali conferiti. “Il progetto, che ricomprende il brand “Barbera Amica” - ha sottolineato il presidente del Consorzio, Marco Reggio - è ormai giunto alla sua sesta annualità e possiamo affermare, senza ombra di smentite, di aver creato e sviluppato assieme una programma-

zione che ha ricreato entusiasmo ed interesse economico verso la viticoltura dell’Astigiano”. Nel dicembre scorso, è stato saldato il corrispettivo della vendemmia 2015, raggiungendo cifre per la Barbera d’Asti, sicuramente impensabili fino a pochi anni prima. Secondo la scala delle gradazioni, sono queste le cifre liquidate ai produttori aderenti al progetto per la Barbera annata 2015 (valori Iva compresa): GRADO BABO VALORE Euro 19 0,738 20 0,799 21 0,862 PUNTA MASSIMA 21,90 0,920 Come si sa, il trend per la Barbera è in ulteriore rialzo, quindi per l’annata 2016 ci si avvicinerà sicuramente sempre più alla soglia di 1 euro al chilogrammo. Nell’ultima annata sono anche stati superati i 10 mila quintali di uve

Da 7,4 a 9,2 euro al miriagrammo, il valore delle uve liquidate nel 2015; Con l’annata 2016 è stata abbattuta la soglia dei 10 mila quintali conferiti da 60 viticoltori con 125 ettari di vigneto conferite alla cantina Sei Castelli di Agliano Terme. In totale hanno aderito al progetto 60 aziende viticole per una superficie di 125 ettari. “Questo a testimonianza – rimarca Reggio - che il percorso è quello giusto e che, una congrua qualità delle uve, ripaga con un altrettanto congruo ricavo. Naturalmente non può soddisfarci del tutto, perché siamo sicuri che ci sono ancora margini di miglioramento affinchè le nostre uve riscontrino un valore


Valore dell’uva e del vino

adeguato ai sacrifici e al rischio d’impresa che affrontiamo durante il ciclo produttivo”. Alle sollecitazioni del presidente provinciale, Roberto Cabiale, del direttore, Antonio Ciotta, e del vicedirettore, Luigi Franco, per il 2017 i produttori hanno manifestato con forza la volontà a proseguire nel progetto e aumentare ancora il numero delle aziende coinvolte con le relative superfici dedicate. Nel corso dell’incontro, un capitolo a parte è stato speso per il miglioramento ulteriore della qualità delle uve che, come detto, corrisponde a una maggiore remunerazione. Tutti concordi nell’individuare un ulteriore percorso di valorizzazione della qualità, concretizzando un dividendo proporzionale non solo al grado babo delle uve, ma basato su altri importanti fattori. Al Centro Studi Vini del Piemonte è stato quindi dato incarico di individuare nuovi ed ulteriori indici di qualità da applicare alla valutazione delle uve conferite dai viticoltori aderenti al progetto. In definitiva Coldiretti Asti prosegue con determinazione nell’individuazione di un metodo per ottenere un giusto valore dell’uva.

9 Alcuni momenti della riunione del Consorzio Terre di Qualità che si è tenuto il 27 febbraio ad Asti; al centro del tavolo il presidente del Consorzio “Terre di Qualità, Marco Reggio

Brachetto: basta altre trattenute!

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odifiche all’accordo di filiera triennale, sottoscritto nel 2015, per il Brachetto d’Acqui DOCG e per il Piemonte Brachetto DOC? No, grazie. “Come già abbiamo sostenuto durante i diversi incontri che si sono svolti in questi mesi, è opportuno mantenere l’accordo triennale fatto nel 2015 e valido per la vendemmia 2017 delle uve Brachetto – ammonisce Roberto Cabiale, presidente Coldiretti Asti e vicepresidente di Coldiretti Piemonte con delega al settore vitivinicolo –. Applicare ora delle trattenute alle imprese significherebbe venir meno agli accordi

presi e, oltretutto, non aiuterebbe il rilancio economico del comparto stesso”. A settembre del 2015, quando l’accordo è stato sottoscritto, erano presenti tutti gli attori della filiera e non essendoci elementi nuovi, Coldiretti ritiene di continuare su questo percorso al quale si era giunti grazie ad un lavoro che la stessa Organizzazione aveva portato avanti attraverso una forma di dialogo tra le parti. “La necessità – conclude Cabiale – è quella di sostenere e dare nuovo impulso alla redditività delle imprese cosa che queste modifiche, comunque, non farebbero”.

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Perchè peggiorare ulteriormente una situazione scandalosa?


Registri di cantina telematici: troppi intoppi Ci vuole più impegno per sburocratizzare veramente il settore vitivinicolo

Vitivinicolo

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oldiretti Asti auspica un vero inizio per la sburocratizzazione del comparto vitivinicolo. L’avvio del “Registro di Cantina” telematico non può, però, prescindere dal corretto funzionamento dei sistemi operativi del Ministero. “Le attese rispetto alla sburocratizzazione che il Testo Unico deve portare sono disattese – spiega Roberto Cabiale presidente di Coldiretti Asti con delega al settore vitivinicolo per tutto il Piemonte –. Le imprese vitivinicole costituiscono l’importante tessuto economico piemontese e non devono trovarsi in difficoltà per

formule che, sicuramente possono avere un’utilità, ma che ad oggi evidenziano palesi difficoltà di funzionamento. La gestione dei registri di cantina telematici si sta rivelando complicata, senza contare che al momento si stanno verificando problematiche di tipo informatico, legate anche al fatto che molte aree rurali ancora non sono coperte dalla rete digitale”. E’ necessario, innanzitutto, rendere funzionanti i sistemi operativi e predisporre gli applicativi per le procedure che vengono richieste. Coldiretti, quindi, pro-

seguirà ad impegnarsi nelle sedi deputate affinché si possa andare a regime, nei tempi opportuni, con le semplificazioni legate allo sviluppo delle attività connesse al registro di cantina telematico e consentire, in modo realmente efficiente, l’automatizzazione delle dichiarazioni di produzione e lavorazione. Solo risolvendo tali problematiche, la sburocratizzazione prevista dal Testo Unico sul vino, raggiunta grazie ad anni di lavoro di Coldiretti, potrà avere realmente una ricaduta positiva sull’attività delle nostre imprese vitivinicole.

Le nuove etichette non devono penalizzare i vignaioli L’UE pensa alle calorie dei vini, mentre lascia usare le “polverine magiche”

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’etichetta nutrizionale sul vino (comprende anche gli altri alcolici) non deve tradursi in un inutile aggravio di oneri burocratici per le aziende vitivinicole, a partire da quelle medio-piccole che contribuiscono in misura importante al nuovo record delle esportazioni di 5,6 miliardi nel 2016. Lo denuncia Coldiretti nel commentare la decisione della Commissione Ue di lasciare ai produttori un anno di tempo per trovare un accordo su un’etichetta per fornire ai consumatori informazioni circa gli ingredienti e le calorie. L’obiettivo comune deve essere quello di fornire informazioni corrette senza però che questo vada

a caricare le imprese agricole di adempimenti burocratici difficili da sostenere, considerata la

grande varietà delle produzioni Made in Italy. La stessa “voglia di trasparenza” dovrebbe però essere garantita anche su altri aspetti del settore vitivinicolo che oggi danneggiano i produttori italiani e i consumatori di tutto il mondo, dalla possibilità consentita dall’Unione Europea ai paesi del Nord Europa di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero, pratica vietata nel nostro Paese, a quella di permettere la vendita di pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette più prestigiose con la semplice aggiunta di acqua.


Accordo Coldiretti e Saclà stagione 2017 Gli orticoltori piemontesi rinnovano con l’industria conserviera

prezzi adeguati e soprattutto la certezza della collocazione del prodotto senza particolari problemi. Un’intesa che dall’altra parte, garantisce alla F.lli Saclà la massima qualità, la costanza delle forniture e, soprattutto, il forte valore aggiunto del territorio piemontese. “Con questo accordo di filiera – conferma il presidente della cooperativa associata a UeCoop “Orto Piemonte”, Francesco Maccario – abbiamo creato condizioni positive per tutti. Pensate, ad esempio, che riusciamo a garantire addirittura il colore dei peperoni: il 30% di quelli conferiti alla Saclà deve essere di colore giallo e il 70% rosso. Noi orticoltori possiamo continuare a lavorare intensamente e in modo proficuo, sia grazie ai prezzi spuntati con l’azienda agroalimentare, sia per i notevoli quantitativi delle forniture. È un’intesa prestigiosa e molto concreta, collaudata negli anni, che ci consente di pianificare al meglio ogni singola organizzazione aziendale”.

Francesco Maccario, orticoltore e presidente della cooperativa “Orto Piemonte” che attua l’accordo di filiera fra Coldiretti e F.lli Saclà Spa .

“In un momento difficile – rimarca Cabiale - per gli equilibri, sia economici che politici internazionali, che stanno mettendo in discussione alleanze e accordi fra i vari stati, questa nostra esperienza, seppur ovviamente circoscritta, che parte dal territorio per andare sui grandi mercati battuti da una grande azienda come la F.lli Saclà, rappresenta un esempio importante di come sia possibile muoversi lungo le filiere agroalimentari. Ci complimentiamo quindi con i vertici della F.lli Saclà Spa e in particolare con il Cavaliere del Lavoro Lorenzo Ercole – conclude Roberto Cabiale – per il rinnovato impegno verso il territorio e il Made in Italy. Con l’augurio che gli ortaggi piemontesi possano ottenere, sempre più, prestigio internazionale”.

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Accordo di Filiera

Confermato l’importante accordo economico per 900 tonnellate di ortaggi semilavorati made in Piemonte, attuato attraverso la cooperativa “Orto Piemonte”

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È

stato sottoscritto oggi, per il settimo anno consecutivo, l’accordo di filiera fra la F.lli Saclà Spa e gli orticoltori Coldiretti delle province di Asti, Alessandria e Cuneo. Per i raccolti dell’annata agraria 2017 sono previste diverse tipologie di ortaggi. In totale, i conferimenti alla prestigiosa industria conserviera astigiana, raggiungeranno anche quest’anno almeno 9 mila quintali di ortaggi made in Piemonte. “Proseguiamo con soddisfazione – commenta il presidente di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale – il cammino intrapreso da diversi anni, nonostante una congiuntura economica sfavorevole. Con unità di intenti da entrambe le parti, sono rimaste invariate le referenze e stabili i prezzi”. L’intesa Coldiretti e Saclà è piuttosto articolata e passa attraverso un capillare e puntuale servizio di assistenza tecnica, erogato alle imprese associate delle tre province del sud Piemonte, per fornire le massime garanzie qualitative dei prodotti. Gli agricoltori selezioneranno i prodotti e li conferiranno al loro centro di lavorazione, presso la cooperativa agricola “Orto Piemonte”; qui gli ortaggi saranno semilavorati per poi essere consegnati alla Saclà. Ovviamente, questo modello organizzativo permette agli orticoltori di garantirsi


Migranti: via libera a ingresso di 17mila lavoratori Con il decreto flussi aumenta la manodopera stagionale

Agevolazioni

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ia libera all’ingresso di 17mila lavoratori extracomunitari. Le domande telematiche per la richiesta della manodopera, potranno essere inviate fino al 31 dicembre utilizzando il sistema disponibile sul sito del Ministero dell’Interno. A renderlo noto è Coldiretti dopo l’approvazione del nuovo decreto (in attesa di pubblicazione) sui flussi. La novità di quest’anno è l’aumento delle quote riservate al settore agricolo, da 13.000 dello scorso anno alle 17.000 di quest’anno per gli ingressi stagionali, e da 4.600 dello scorso anno alle 5.750 di quest’anno per le conversioni dei permessi per lavoro stagionale in permessi di soggiorno per lavoro subordinato che consentiranno

a molte aziende agricole di stabilizzare il rapporto con i propri lavoratori stranieri che anno dopo anno sono entrati con i flussi stagionali. Con la modifica inoltre del Testo Unico sull’Immigrazione, da quest’anno, risultano semplificati anche i requisiti per la richiesta del permesso stagionale pluriennale e la procedura di accoglimento dell’istanza per “silenzio-assenso”, essendo sufficiente che lo straniero abbia fatto regolare ingresso con permesso di soggiorno stagionale almeno una volta nei cinque anni precedenti per potervi avere accesso. Con il click day sarà presto possibile inoltrare le domande di ingresso on line per lavoratori stagionali extracomunitari che troveranno occupazione soprat-

tutto in agricoltura che, insieme al turismo, è il settore con maggiori opportunità occupazionali principalmente per le grandi campagne di raccolta delle principali produzioni Made in Italy: dalla frutta alla verdura, dai fiori al vino fino, ma anche negli allevamenti. Sono molti i “distretti agricoli” dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, e ovviamente dell’uva in Piemonte fino agli allevamenti da latte in Lombardia dove a svolgere l’attività di bergamini sono soprattutto gli indiani mentre i macedoni sono coinvolti principalmente nella pastorizia.

Torna la piccola proprietà contadina

Sempre limitatamente ai territori montani come la valle Bormida

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a legge di Bilancio 2017 ha ripristinato l’agevolazione fiscale sui trasferimenti di proprietà, a qualsiasi titolo, di fondi rustici nei territori montani, fatti con lo scopo di arrotondamento o di accorpamento della proprietà diretto coltivatrice. Meglio conosciuta come “Ppc montana” e disciplinata dall’art. 9 del D.P.R. 601/1973. A decorrere dal 1° gennaio 2017, riguarda i trasferimenti soggetti all’imposta di registro ed all’imposta ipotecaria nella misura fissa, cioè per un importo di 200 euro ciascuna e sono esenti dalle imposte catastali. Questa agevolazione è più conveniente della pic-

cola proprietà contadina, dato che consente di risparmiare l’imposta catastale dell’1% sul prezzo. Dobbiamo tenere presente, peraltro, che l’agevolazione fa espresso ri-

ferimento solo all’arrotondamento della proprietà, e non alla sua formazione, quindi presuppone che l’acquirente sia già proprietario di terreni nel medesimo territorio.


Novità Psr per l’insediamento dei giovani Alzata la produzione standard, chiarimento sui beneficiari

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a Commissione Europea ha innalzato la dimensione economica aziendale massima sul PSR per poter beneficiare del premio insediamento giovani in agricoltura. Si passa da 150 mila a 250 mila euro di produzione standard. Inoltre è stato chiarito che i beneficiari devono avere età compresa tra 18 anni (compiuti) e 41 anni (non compiuti) al momento della presentazione della domanda di sostegno. La Commissione ha anche approvato l’incremento della dota-

zione finanziaria per gli interventi per l’installazione di reti antigrandine e le sistemazioni dei terreni per prevenire i dissesti: si passa da 5,2

a 9,2 milioni di euro mentre l’aliquota di sostegno è stata ridotta dall’80% al 50% del costo dell’investimento ammissibile.

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er la maggiorazione dei premi accoppiati PAC zootecnia, prevista per le vacche nutrici di razza Piemontese iscritte al libro genealogico in caso di adesione al piano di risanamento IBR/ANABORAPI, gli allevatori interessati devono compilare un apposito modulo e provvedere a trasmetterne copia all’ASL di competenza e all’ANABORAPI. Gli allevatori interessati devo-

no trasmettere l’adesione entro il 15 maggio (data di scadenza della Domanda Unica della PAC). Gli allevamenti dovranno versare interamente all’ASL, i costi per il prelievo e per gli esami di laboratorio, secondo due casistiche. Nessun costo per il prelievo, ma 1 euro per ogni capo per l’esame di laboratorio, per gli allevamenti già in possesso di qualifica per IBR (ufficialmente in-

denne, indenne, negativo, negativo vaccinato) e allevamenti positivi nei quali non sono più presenti capi infetti. Pagamento del prelievo 7,50 euro per il primo capo, più 2,50 per i successivi, e costo di 1 euro per ogni capo per l’esame di laboratorio, per gli allevamenti positivi o allevamenti senza qualifica. Gli Uffici Coldiretti sono a disposizione per maggiori informazioni.

Modifiche Pac dal gennaio 2018

Domanda Unica: emesso il decreto di pagamento

Semplificazione, gestione rischi e organizzazione

A giorni saranno liquidati Regime di Base, Greening e premi giovani 2016

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Strasburgo è stata presentata la relazione sulla parte del regolamento omnibus della Commissione UE che modifica tutti e quattro i regolamenti Pac in vigore. Il calendario lavori del Parlamento Europeo scandisce i tempi della riforma della PAC che dovrebbe essere operativa già a partire dal gennaio 2018. Semplificazione, ge-

stione dei rischi e organizzazione i concetti chiave delle proposte di modifica. I deputati avranno tempo fino al 21 marzo per presentare emendamenti alla relazione, che poi verrà votata il 3 maggio in Commissione Agricoltura, per poi avviare i triloghi con Consiglio e Commissione Europea a giugno e giungere al voto finale entro ottobre.

Arpea ha disposto il pagamento del Decreto n. 12 - Domanda Unica 2016 pari ad Euro 1.759.863,15. Nei prossimi giorni saranno assegnati anche alle imprese agricole dell’Astigiano i corrispettivi per i titoli Regime di base, per il Greening e per i Premi Giovani.

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Premio pagamento accoppiato vacche nutrici razza piemontese

News

Piano “IBR” e maggiorazione Pac


Cresce l’Agromafia: + 30% in un anno Occorre vigilare sul sottocosto e sui cibi low cost

Rapporto Coldiretti

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l volume d’affari complessivo dell’ultimo anno dell’agromafia è salito a 21,8 miliardi di euro con un balzo del 30% rispetto all’anno precedente. È quanto è emerso alla presentazione del quinto Rapporto #Agromafie2017 elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare. La stima rimane, con tutta probabilità, ancora largamente approssimativa per difetto, perché restano inevitabilmente fuori i proventi derivanti da operazioni condotte “estero su estero” dalle organizzazioni criminali, gli investimenti effettuati in diverse parti del mondo, le attività speculative poste in essere attraverso la creazione di fondi di investimento operanti nelle diverse piazze finanziarie, il trasferimento formalmente legale di fondi attraverso i money transfer in collaborazione con fiduciarie anonime e la cosiddetta banca di “tramitazione”, che veicola il denaro verso la sua destinazione finale. La filiera del cibo, della sua produzione, trasporto, distribuzione e vendita, ha tutte le caratteristiche necessarie per attirare l’interesse di organizzazioni che via via abbandonano l’abito “militare” per vestire il “doppiopetto” e il “colletto bianco”, come si diceva un tempo, riuscendo così a scoprire e meglio gestire i vantaggi della globalizzazione, delle nuove tecnologie, dell’economia e della finanza 3.0. Sul fronte della filiera agroalimentare, le mafie, dopo aver ceduto in appalto ai manovali l’onere di organizzare e gestire il caporalato e altre numerose forme di sfruttamento, condi-

zionano il mercato stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e la creazione ex novo di reti di smercio al minuto. Nel 2016 si è registrata un’impennata di fenomeni criminali che colpiscono e indeboliscono il settore agricolo nostrano dove quasi quotidianamente ci sono furti di trattori, falciatrici e altri mezzi agricoli, gasolio, rame, prodotti (dai limoni alle nocciole, dall’olio al vino) e animali con un ritorno prepotente dell’abigeato. Non si tratta più soltanto di “ladri di polli” quanto di veri criminali che organizzano raid capaci di mettere in ginocchio un’azienda, specie se di dimensioni medie o piccole, con furti di interi carichi di olio o frutta, depositi di

Operano lungo tutta la filiera, scompaiono i fruttivendoli e fiorai italiani, sostituiti da egiziani, indiani e pakistani; nella ristorazione 5.000 locali coinvolti vino o altri prodotti come file di alveari, intere mandrie o trattori caricati su rimorchi di grandi dimensioni. A questi reati contro l’agricoltura, secondo il Rapporto Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, si affiancano racket, usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione nelle campagne mentre nelle città, silenziosamente, i tradizionali fruttivendoli e i nostri fiorai sono quasi completamente scomparsi, sostituiti i primi da egiziani e i secondi da indiani e pakistani che, pur sapen-


Caporalato straniero nel piatto

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uasi un prodotto agroalimentare su cinque, che arriva in Italia dall’estero, non rispetta le normative in materia di tutela dei lavoratori vigenti nel nostro Paese. La prima voce di non conformità è sicuramente la totale assenza di etica del lavoro, con ampio sfruttamento attraverso il caporalato. Succede sicuramente col riso asiatico, le conserve di pomodoro cinesi, l’ortofrutta sudamericana e africana, fiori del Kenya. Il tutto in vendita tranquillamente nei supermercati italiani. È quanto è emerso alla presentazione del quinto Rapporto #Agromafie2017 con un focus specifico dedicato al “caporalato nel piatto” e l’esposizione degli alimenti più a rischio presenti sugli scaffali. Si stima che siano coltivati o allevati all’estero oltre il 30% dei prodotti agroalimentari consumati in Italia, con un deciso aumento negli ultimi decenni delle importazioni da paesi extracomunitari dove non valgono gli stessi diritti sociali dell’Unione Europea. Tra gli

altri prodotti, oltre a quelli già citati, ci sono: olio d’oliva, zucchero di canna, rose, olio di palma. Lo sfruttamento del lavoro minorile in agricoltura coinvolge circa 100 milioni di bambini, secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), di operai sottopagati e sottoposti a rischi per la salute, di detenuti o addirittura di veri e propri moderni “schiavi”. “Non è accettabile che alle importazioni sia consentito di aggirare le norme previste in Italia dalla legge nazionale sul caporalato ed è necessario, invece, che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore a sostegno di un vero commercio equo e solidale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

Rapporto Coldiretti

Il 20% dei prodotti non è eticamente accettabile

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do proferire a stento poche frasi compiute in italiano, controllano ormai gran parte delle rivendite attive sul territorio. Si direbbe un vero miracolo all’italiana, affiancato però dal dubbio che tanta efficacia organizzativa possa anche essere, spesso, il prodotto di una recente vocazione mafiosa per il marketing. I poteri criminali si “annidano” nel percorso che frutta e verdura devono compiere per raggiungere le tavole degli italiani, e che vede uno snodo essenziale in alcuni grandi mercati di scambio per arrivare alla grande distribuzione. Tra tutti i settori “agromafiosi”, quello della ristorazione è forse il comparto più tradizionale e immediatamente percepito come tipico del fenomeno. In alcuni casi sono le stesse mafie a possedere addirittura franchising e dunque catene di ristoranti in varie città d’Italia e anche all’estero, forti dei capitali assicurati dai traffici illeciti collaterali. Il business dei profitti criminali reinvestiti nella ristorazione coinvolgerebbe oltre 5.000 locali, con una più capillare presenza a Roma, Milano e nelle grandi città. “Le agromafie vanno contrastate nei terreni agricoli, nelle segrete stanze in cui si determinano in prezzi, nell’opacità della burocrazia, nella fase della distribuzione di prodotti che percorrono centinaia e migliaia di chilometri prima di giungere al consumatore finale, ma soprattutto con la trasparenza e l’informazione dei cittadini che devono poter conoscere la storia del prodotto che arriva nel piatto”, ha affermato il presidente nazionale Coldiretti Roberto Moncalvo sottolineando come “per l’alimentare occorra vigilare sul sottocosto e sui cibi low cost dietro i quali spesso si nascondono ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi se non l’illegalità o lo sfruttamento”.


Su internet i fabbricati rurali da accatastare È ancora possibile il ravvedimento con sanzioni molto ridotte

Adempimenti

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ul sito internet dell’Agenzia delle Entrate è possibile verificare nell’elenco dei fabbricati rurali quali risultano ancora censiti nel Catasto terreni. Come è noto, tutti i titolari di diritti reali sugli immobili rurali, hanno l’obbligo di dichiararli al Catasto fabbricati. Se questo non è stato fatto entro il termine previsto del 30 novembre 2012, i proprietari possono ancora presentare la dichiarazione di aggiornamento, usufruendo dell’istituto del ravvedimento operoso. In mancanza del ravvedimento gli Uffici provinciali del Territorio dell’Agenzia delle Entrate procederanno all’accertamento con oneri a carico dello stesso e applicando le sanzioni previste dalla legge. I proprietari inadempienti rice-

veranno nelle prossime settimane una comunicazione da parte dell’Agenzia, che li inviterà a regolarizzare spontaneamente la situazione catastale dell’immobile, beneficiando di sanzioni ridotte. Con il ravvedimento operoso, si può beneficiare di un notevole risparmio sulle sanzioni che, ad esempio, si riducono da un importo compreso tra € 1.032 e € 8.264 ad un importo di € 172 (pari ad 1/6 del minimo). Per regolarizzare la propria posizione il proprietario dovrà rivolgersi ad un tecnico abilitato che dovrà presentare agli uffici dell’Agenzia l’atto di aggiornamento cartografico (Pregeo) e la dichiarazione di aggiornamento del Catasto fabbricati (Docfa). Si ricorda che sono esclusi da

tale obbligo i seguenti fabbricati: manufatti con superficie coperta inferiore a 8 metri quadrati; serre adibite alla coltivazione e alla protezione delle piante sul suolo naturale; vasche per l’acquacoltura o di accumulo per l’irrigazione dei terreni; manufatti isolati privi di copertura; tettoie, porcili, pollai, casotti, concimaie, pozzi e simili, di altezza utile inferiore a 1,80 metri e di volumetria inferiore a 150 metri cubi; manufatti precari, privi di fondazione, non stabilmente infissi al suolo; fabbricati in corso di costruzione o di definizione; fabbricati che presentano un accentuato livello di degrado (collabenti). Per ulteriori informazioni si possono contattare gli uffici di Coldiretti Asti.


Pensioni, nuove “aperture” alla legge Fornero Nuova interpretazione Inps per la quiescenza anticipata

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dipendenti nel settore privato al 28/12/2011; in particolare la possibilità di poter usufruire di questa deroga da parte degli UOMINI che possono far valere questi requisiti: • Almeno 61 anni di età e 36 anni di contribuzione (anche mista lavoro autonomo + dipendente) al 31/12/2012 • Almeno 62 anni di età e 35 anni di contribuzione (anche mista lavoro autonomo + dipendente) al 31/12/2012 • Situazioni intermedie alle due sopra riportate purché il totale della sommatoria tra età e contribuzione sia sempre pari alla quota 97 entro il 31/12/2012 Gli uffici Epaca di Coldiretti Asti sono a disposizione per verificare i singoli casi e fornire la miglior consulenza possibile in materia. Info: 0141380400.

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DONNE • Almeno 60 anni di età al 31/12/2012 • Almeno 20 anni di contribuzione effettiva da lavoro dipendente al 31/12/2012 UOMINI • Almeno 60 anni di età e 36 anni di contribuzione effettiva da lavoro dipendente al 31/12/2012 • Almeno 61 anni di età e 35 anni di contribuzione effettiva da lavoro dipendente al 31/12/2012 • Situazioni intermedie alle due sopra riportate purché il totale della sommatoria tra età e contribuzione sia sempre pari alla quota 96 entro il 31/12/2012 Restano comunque confermate le altre condizioni già previste per l’accesso al pensionamento per coloro che fossero lavoratori

Epaca

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on la circolare n. 196/2016 l’INPS ha comunicato una rilevante modifica dei criteri interpretativi relativi alla disposizione “eccezionale” contenuta nella legge Fornero (art. 24, comma 15-bis), consentendo ad un maggior numero di persone di poter accedere alla pensione in anticipo rispetto ai requisiti generali. La nuova linea interpretativa disposta dal Ministero del Lavoro e dall’INPS prevede l’applicazione della disposizione eccezionale anche a soggetti che, alla data del 28 dicembre 2011, fossero: a) privi di occupazione; b) lavoratori autonomi; c) in attività di lavoro presso una pubblica amministrazione. In funzione della modifica interpretativa, quindi, le disposizioni eccezionali si applicheranno sia a coloro che svolgevano attività di lavoro alle dipendenze di un datore di lavoro privato alla data del 28 dicembre 2011 che a coloro che in tale data si trovavano in una della tre condizioni sopra richiamate. Possono, pertanto, accedere alla pensione all’età di 64 anni (maggiorata degli incrementi dell’aspettativa di vita) coloro che possono far valere i seguenti requisiti:


Attenzione: segnalazioni degli infortuni sul lavoro Obbligatoria la denuncia all’Inail se prognosi supera i 3 giorni

Epaca

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coltivatori diretti, coloni, mezzadri e gli operai agricoli che subiscono un infortunio sul lavoro che comporti conseguenze di carattere permanente possono ottenere, a domanda e in presenza di determinate condizioni, un risarcimento economico da parte dell’Inail. In particolare, al termine del periodo di inabilità temporanea e a seguito di una visita medico-legale, l’Inail deve valutare se in conseguenza dell’infortunio o della malattia professionale, il lavoratore presenta dei danni permanenti (c.d. postumi indennizzabili). Il risarcimento in tal caso non è limitato alle sole conseguenze che derivano dalla diminuzione della capacità lavorativa, ma comprende anche la valutazione del cosiddetto danno biologico, inteso come danno alla salute, vale a dire la menomazione dell’integrità psico-fisica della persona interamente considerata, a prescindere dall’attività svolta e dalla retribuzione percepita. L’indennizzo riconosciuto dall’Inail varia in base alla gravità e, quindi, al grado della menomazione: . dal 6% al 15%: indennizzo in capitale (una tantum); . dal 16% al 100%: rendita mensile che tiene conto anche delle conseguenze patrimoniali delle menomazioni.

Nella fotografia la responsabile dell’Epaca di Asti e provincia, Rosanna Porcellana

Per gradi di invalidità inferiori al 6% non spetta nessun indennizzo (c.d. franchigia). Entro dieci anni, in caso di ricaduta, si può comunque inoltrare all’Inail la richiesta di revisione. Per i coltivatori diretti, le prestazioni economiche a carico dell’Inail sono condizionate alla regolare iscrizione dell’infortunato negli elenchi Inps e, per i titolari di azienda, anche al regolare versamento della contribuzione dovuta all’Inail (“regolarità contributiva”), la cui riscossione è affidata all’Inps, unitamente ai contributi previdenziali. Qualunque sia il grado di menomazione riconosciuto, in caso di successivo aggravamento, verificatosi entro 10 anni dalla data dell’infortunio (o 15 anni in caso di malattia professionale) si può chiedere: • l’indennizzo in capitale, se la

menomazione originariamente inferiore al minimo indennizzabile si è aggravata, raggiungendo o superando il grado del 6%; • l’adeguamento dell’indennizzo in capitale già erogato; • la liquidazione della rendita se la menomazione si è aggravata raggiungendo postumi di grado pari o superiore al 16%. Per i casi di infortunio o malattia professionale avvenuti prima del 25 luglio 2000, vige una disciplina differente. • Ricordiamo che in tutti i casi di infortunio sul lavoro con prognosi superiore a tre giorni è comunque sempre obbligatoria la denuncia di infortunio, da parte del titolare di azienda o datore di lavoro, indipendentemente da ogni valutazione circa la ricorrenza degli estremi di Legge per l’indennizzabilità da parte dell’Inail. Data la complessità della materia è necessario che in caso di infortunio sul lavoro o sospetta malattia professionale, gli interessati prendano contatto tempestivamente con gli uffici del patronato Epaca. Gli operatori forniranno tutta l’assistenza necessaria, provvedendo in primo luogo ad inviare la denuncia all’Inail, offrendo al contempo un servizio gratuito di consulenza medicolegale qualificata.

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Variazioni Inps: obbligatorie le comunicazioni

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coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali, iscritti nelle relative gestioni previdenziali, sono tenuti a comunicare all’INPS ogni variazione aziendale concernente: • iscrizioni e cancellazioni di unità attive; • acquisti e vendite terreno; • affitto e dismissione di terreno; • cambiamento sostanziale di colture o tipologie di allevamento in atto. Tali situazioni, infatti, possono incidere notevolmente sull’importo dei contributi da versare negli anni successivi e, qualora non venissero effettuate, potrebbero comportare l’imposizione di sanzioni amministrative ed interessi legali. Com’è noto, a decorrere dal 1° luglio 1990, tutti coloro che sono

iscritti nella Gestione speciale dei coltivatori diretti, mezzadri, coloni ed imprenditori agricoli sono stati anche inquadrati in una specifica fascia di reddito agrario (dalla 1a alla 4a) sulla base della quale vengono calcolati i contributi da versare annualmente dal punto di vista aziendale e la pensione che verrà erogata al raggiungimento dei requisiti previsti dalle normative in materia di anzianità e vecchiaia. Tali variazioni devono essere tempestivamente segnalate all’INPS entro 90 giorni dal loro verificarsi.

Di conseguenza invitiamo tutti coloro le cui situazioni si sono modificate entro il 31.12.2016 a presentarsi quanto prima presso gli uffici di zona e recapito Coldiretti, dove gli operatori del Patronato Epaca provvederanno a trasmettere tali variazioni.

Documenti di riconoscimento, quali sono?

Legislazione

Compravendite di terreni e cambi colturali e di allevamento

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principali documenti di riconoscimento sono la carta d’identità e il passaporto. Essi possono essere sostituiti da altri documenti purchè in presenza di determinate caratteristiche previste dalla legge. Il Decreto del Presidente della Repubblica 28-12-2000 n.445 stabilisce quanto segue: «Sono equipollenti alla carta d’identità il passaporto, la patente di guida, la patente nautica, il libretto di pensione, il patentino di abilitazione alla conduzione di impianti termici, il porto d’armi, le tessere di riconoscimento, purché munite

di fotografia e di timbro o di altra segnatura equivalente, rilasciate da un’amministrazione dello Stato». Questo significa innanzitutto che la patente è un valido documento di riconoscimento, anche nel nuovo formato a tesserino. A confermarlo è stata, peraltro, una circolare del Ministero dell’Interno, che ha spiegato come la patente, anche nel formato plastificato, contenga i requisiti previsti dalla legge per poter identificare un cittadino italiano. Difatti, anche la nuova patente contiene i due requisiti per

potersi considera re «documento di riconoscimento», ossia: • è munita di fotografia e di timbro o altra segnatura equivalente; • è rilasciato da un’Amministrazione dello Stato. Invece non può essere considerata documento di riconoscimento la tessera sanitaria che è priva di fotografia.

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Tutte le tessere rilasciate dallo Stato e munite di fotografie


RUBRICA COLTIVA LA SALUTE REDATTA DA C.D.C.

L’infiltrazione dell’anca con acidi ialuronici La Viscosupplementazione è efficace già in 2/3 sedute

Sanità

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a Viscosupplementazione è una pratica medica che punta a migliorare i livelli di acido ialuronico nell’articolazione, sfruttando le proprietà di tale molecola: lubrificante, protettiva e nutritiva nei confronti della cartilagine, antinfiammatoria. La Viscosupplementazione delle articolazioni come ginocchio e spalla è una efficace terapia che l’ortopedico esegue fin dagli anni 80, l’infiltrazione dell’anca è una terapia più recente che grazie agli acidi ialuronici di ultima generazione, più concentrati e contenenti molecole di dimensioni maggiori, permette di raggiungere l’obiettivo del miglioramento della sintomatologia con sole 2/3 somministrazioni. LO SCOPO della Viscosupplementazione è quello di sfruttare le proprietà dell’acido ialuronico alleviando la sintomatologia dolorosa e rallentando il processo di degenerazione artrosica, allontanando quindi il momento dell’intervento chirurgico. L’INDICAZIONE alla terapia infiltrativa con acido ialu-

ronico, in associazione eventualmente con altre tipologie di trattamento medico e/o fisico, si ha nelle situazioni di artrosi dell’anca dolorosa ma non grave, con una discreta/buona articolarità e funzionalità residua. Possono trarre giovamento da questa metodica soprattutto i pazienti a cui non è consentito/consigliato l’utilizzo di farmaci antinfiammatori. Non possono eseguire la Viscosupplementazione i pazienti in terapia anticoagulante, quelli con un grado avanzato di artrosi, affetti da connettivopatie e/o terapia con corticosteroidi e riportanti allergia alle uova, alla carne di pollo e ai crostacei. LA TECNICA infiltrativa dell’anca è più comples-

sa di quella delle altre articolazioni, in quanto la sua struttura anatomica rende difficile e sconsigliata l’infiltrazione endoarticolare senza l’ausilio di una guida ecografica. L’ecografia non richiede l’uso di mezzi di contrasto ed inoltre può essere ripetuta senza problemi poiché non c’è carico di radiazioni per l’operatore e per il paziente. Il controllo diretto della posizione intra-articolare dell’ago e del farmaco garantisce la sicurezza del trattamento. L’infiltrazione ecoguidata viene eseguita ambulatorialmente ed è normalmente ben tollerata dai pazienti; l’unica precauzione generalmente consigliata dopo l’esecuzione è il riposo da sforzi eccessivi per le successive 24 ore. www.gruppocdc.it

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COLTIVA LA TUA SALUTE

Da oltre dieci anni, l’accordo tra Coldiretti-Epaca e C.D.C. permette di far crescere il valore della prevenzione e della sicurezza nella cultura dell’impresa agricola ed unire la tutela dell’imprenditore, dei suoi familiari e degli ospiti della sua azienda con l’idea di una nuova agricoltura multifunzionale territorialmente sostenibile. C.D.C. rappresenta una delle realtà sanitarie più significative e dinamiche del Piemonte, con un’attività diagnostica completa presso sedi dislocate in modo capillare su tutto il territorio regionale: a Torino, Biella, Cuneo, Novara, Vercelli e Verbania. Grazie a tale collaborazione, i soci Coldiretti-Epaca possono accedere privatamente a tutte le prestazioni con tariffario agevolato esibendo la Tessera Associativa Coldiretti/Epaca, oppure tramite il SSN presentando la richiesta del medico curante. Inoltre presso gli uffici provinciali o zonali Coldiretti-Epaca possono prenotare visite mediche specialistiche e prestazioni diagnostiche presso tutti i centri C.D.C. e con assoluto rispetto della privacy, il socio, tramite il PIN ricevuto in accettazione, può richiedere la stampa del proprio referto online. Periodicamente, tramite questa rubrica, vi informeremo su temi di interesse generale legati alla prevenzione ed alla cura di patologie tipiche del mondo agricolo. C.DC.: ASTI, C.so Galileo Ferraris, 4/a - EPACA: ASTI, C.so F. Cavallotti, 41, tel 0141.380.400 - CANELLI, Via Cassinasco, 11/13 - CASTELNUOVO D.B., V.le Europa, 12/B - MONCALVO, P.zza Carlo Alberto, 25 - MONTIGLIO M.TO, Via Padre Carpignano, 3 - NIZZA M.TO, C.so Acqui, 42/44 - S. DAMIANO D’ASTI, Via Roma, 23 - VESIME, P.zza V. Emanuele II, 3 - VILLANOVA D’ASTI, Via O. Blandino, 19


FEASR

“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”

Contratti di Filiera primaverili-estivi Presso gli uffici di Coldiretti è possibile sottoscrivere le adesioni

Contratto di Filiera

filiera, così come elencati di seguito. Gli eventuali interessati possono contattare gli uffici zoSoggetto Operativo

nali di Coldiretti Asti, per avere ogni necessaria informazione tecnica ed eventualmente sottoscrivere gli accordi.

Partner/ Destinatario

Scadenza Sottoscrizioni

Ortaggi

Coop. Ortopiemonte

F.Lli Sacla’ Spa

30/04/2017

Uva “Barbera Amica”

Consorzio Terre di Qualità

Cantina Sociale Sei Castelli

30/04/2017

Nocciole

Coop. Monferrato Frutta

Novi Elah Dufour

15/04/2017

Mais

Azienda Agricola

C.A.P. Nord-Ovest

15/04/2017

Sorgo

Azienda Agricola

C.A.P. Nord-Ovest

30/05/2017

Girasole

Azienda Agricola

C.A.P. Nord-Ovest

30/05/2017

Soia

Azienda Agricola

C.A.P. Nord-Ovest

30/05/2017

Misura 121

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on l’avvio della primavera, si aprono diverse possibilità di adesione ai progetti economici di

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Numero Unico di Emergenza

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Polizia di Stato

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Emergenxza Sanitaria

118

Emergenza ambientale - Corpo Forestale

1515

Vigili del Fuoco

115

Croce Verde Asti

0141.595154

Comando dei Vigili Urbani di Asti

0141.399900

Guardia Medica di Asti

800.700707

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NUMERI UTILI IN CASO DI EMERGENZA


FEASR

“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”

Il nocciolo in Piemonte e il vivaismo corilicolo Punti di forza e peculiarità del territorio e della tradizione qualitativa

Misura 121

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Le superfici e le aziende La coltivazione del nocciolo (Corylus avellana L.) costituisce una risorsa molto importante per il sistema produttivo agricolo piemontese sia per l’elevato profilo qualitativo della produzione, tradizionalmente basata sulla varietà “Tonda gentile trilobata” (cultivar che ha ottenuto l’indicazione geografica protetta nel 1993 ed è tuttora la più diffusa, con più del 90% degli impianti), sia per la presenza di imprese agroalimentari locali che alimentano la domanda. La corilicoltura piemontese è caratterizzata, da anni, da un costante e rilevante aumento delle superfici impiantate e un contemporaneo aumento del numero di aziende. Tra il 2015 e il 2016 la superficie investita a nocciolo ha subìto un incremento di 4.642 ettari e il numero di aziende corilicole è aumentato di 1.361 unità. La superficie investita a nocciolo nel 2016 ammontava a 20.559 ettari ed era gestita da 9.357 aziende (fonte: Anagrafe agricola unica del Piemonte) [tabella 1]. La zona collinare si conferma essere la zona altimetrica di maggiore diffusione degli impianti (59% della superficie a nocciolo) [tabella 2]. A livello provinciale, il Cuneese e l’Astigiano si confermano i territori con le maggiori superfici investite a nocciolo [tabella 3]. Dalle zone collinari delle Langhe (tradizionale area di coltivazione) e del Sud Piemonte la coltivazione del nocciolo si è ulteriormente diffusa nelle aree collinari piemontesi e ha continuato la propria espansione nelle zone di

TABELLA 1 Superficie investita a nocciolo (ha)

Aziende con terreni a nocciolo (n.)

2015

15.917

7.996

2016

20.559

9.357

+ 4.642

+ 1.361

TABELLA 2 Zona altimetrica

Superficie investita a nocciolo (ha)

% sulla superficie a nocciolo

Collina

12.101

59

Montagna

5.371

26

Pianura

3.087

15

20.559

100

TABELLA 3 Provincia

Superficie investita a nocciolo (ha)

% sulla superficie a nocciolo

Cuneo

13.061

66,2

Asti

4.426

21,5

Alessandria

2.000

9,7

Torino

471

2,3

Novara

23

0,1

Biella

19

0,1

Vercelli

19

0,1

20.559

100

pianura (meno vocate) in particolare del Cuneese, del Torinese e dell’Alessandrino, sostituendo colture non più remunerative o colpite da gravi fitopatie quali la batteriosi dell’actinidia (diffusasi in Piemonte a partire dal 2010) o la flavescenza dorata della vite.

L’attuale situazione favorevole del mercato e l’aumento della domanda di nocciole da parte dell’agroindutria, inoltre, stanno determinando l’incremento degli impianti anche su terreni marginali, quali aree abbandonate in molti casi localizzate in prossimi-


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L’evoluzione del vivaismo corilicolo piemontese Il costante aumento delle superfici investite ha portato alla trasformazione di molte aziende agricole produttrici di nocciole in aziende vivaistiche ad indirizzo corilicolo, conversione favorita anche dalla possibilità di utilizzare gli impianti aziendali per il prelievo dei polloni (cioè del materiale di propagazione). Queste nuove aziende si sono aggiunte ai molti produttori vivaisti che, per assecondare le richieste del mercato, hanno diversificato o modificato la propria attività indirizzandola alla produzione di piante di nocciolo. La domanda sempre crescente e sempre più esigente di materiale di moltiplicazione sta richiedendo al settore vivaistico una sempre maggiore professionalità, che deve puntare ad un aumento delle rese in vivaio e a soddisfare le richieste sempre più specifiche del mercato con l’offerta di produzioni quali piante micropropagate, nuove selezioni di impollinatori e di cloni, piante innestate, ecc.. In Piemonte operano attualmente 70 aziende vivaistiche autorizzate, prevalentemente concentrate

nel Cuneese e nell’Astigiano, che nel 2016 hanno prodotto circa 2.100.000 piante. Di queste, circa 1.900.000 piante sono derivate da polloni della varietà Tonda gentile trilobata ottenuti dai campi di piante madri delle aziende vivaistiche. La “qualità del materiale vivaistico”, gli obblighi dei vivaisti e del Settore Fitosanitario regionale La produzione di materiale di propagazione di buona qualità costituisce la base per la realizzazione di impianti redditizi. Il materiale di propagazione di nocciolo (così come quello di altre specie di fruttiferi) che viene prodotto secondo la normativa vigente viene denominato materiale “CAC” (conformità agricola comunitaria). Le piante prodotte sono garantite dal produttore vivaista dal punto di vista fitosanitario, cioè viene garantita l’assenza di insetti o malattie (tecnicamente si dice che le piante vengono garantite prive di organismi nocivi, che vengono classificati, a seconda della gravità dell’infestazione o malattia provocata, organismi nocivi “di quarantena” o “di qua-

lità”). Il materiale commercializzato, inoltre, deve avere dimensioni e vigore che lo rendono idonee ad essere impiegato come piante da frutto (requisiti fenologici). Infine, devono essere garantite l’identità e la purezza varietale, cioè l’appartenenza ad una specie e varietà. In Piemonte la maggior parte delle piante di nocciolo prodotte viene commercializzata con la dicitura “Corylus avellana, varietà Tonda gentile trilobata”. L’azienda agricola che acquista il materiale ha il diritto di pretendere materiale garantito per questi tre aspetti. La produzione di materiale vivaistico è normata a livello nazionale da alcuni decreti che stabiliscono, oltre alle caratteristiche a cui devono rispondere le piante prodotte, gli obblighi dei vivaisti e norme dettagliate riguardanti le ispezioni ufficiali che i servizi fitosanitari regionali sono tenuti ad effettuare. I vivaisti che producono e/o commercializzano materiale di moltiplicazione di piante da frutto, incluso il nocciolo, devono essere AUTORIZZATI allo svolgimento dell’attività ed essere ISCRITTI al “Registro dei fornitori di materia-

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tà di centri abitati. Il rilevante e rapido aumento delle superfici investite a nocciolo e l’espansione della coltura in zone meno vocate possono creare le condizioni per la diffusione di organismi nocivi (insetti, funghi, batteri, virus) che potrebbero mettere a rischio le produzioni e la qualità del prodotto. Risulta quindi importante tracciare l’utilizzo del materiale di propagazione impiegato per i nuovi impianti per garantire la qualità del materiale e la sua provenienza da produttori vivaisti autorizzati.

Misura 121

“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”


FEASR

Misura 121

“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”

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le di moltiplicazione di piante da frutto”. Tra gli obblighi previsti dalla normativa risulta particolarmente importante il controllo dei “punti critici” del processo produttivo, per valutare la gestione delle fasi dell’attività vivaistica che permettono la produzione di materiale di qualità. Il vivaista deve inoltre garantire che durante la produzione i lotti di materiali di moltiplicazione siano sempre identificabili e deve sottoporre ad analisi virologiche le piante madri utilizzate per il prelievo del materiale di moltiplicazione. Le piante vendute, infine, devono sempre essere accompagnate da un “Documento di commercializzazione”, che nella maggior parte dei casi consiste nella fattura commerciale su cui devono essere indicati: - la ragione sociale dell’azienda vivaistica - la specie botanica (nome latino); es. “Corylus avellana” - varietà; es. “Tonda gentile trilobata” - la quantità di materiale commercializzato Inoltre, devono essere riportate anche le seguenti indicazioni: QUALITÀ CE ITALIA / I SERVIZIO FITOSANITARIO ITALIANO Servizio Fitosanitario del Piemonte Passaporto delle piante CE (*) Codice fornitore (Aut. reg. n. CN/01/ XXXX) (**) N° di serie Categoria / materiali CAC (*) la dicitura “Passaporto delle piante CE” compare solo nel timbro delle aziende che sono autorizzate all’uso del passaporto. La produzione e commercializzazione di materiale vivaistico di nocciolo non prevede l’uso del

passaporto, quindi nel timbro dei vivai che producono solo nocciolo questa dicitura non compare. (**) si tratta del codice autorizzativo che viene rilasciato ai vivai autorizzati dal Settore Fitosanitario allo svolgimento dell’attività e iscritti nel Registro dei fornitori. In applicazione della normativa in materia vivaistica il Settore Fitosanitario regionale svolge attività ispettiva di controllo e di vigilanza sulle aziende vivaistiche piemontesi e sul materiale di moltiplicazione di nocciolo prodotto. Le aziende che presentano richiesta vengono autorizzate allo svolgimento dell’attività se, a seguito di sopralluogo per la verifica del processo produttivo e dell’esame della documentazione specifica, il Settore Fitosanitario accerta che l’azienda ha i requisiti richiesti dalla normativa. I vivai autorizzati vengono controllati periodicamente durante la stagione vegetativa. Gli ispettori fitosanitari, durante i sopralluoghi, verificano lo stato fitosanitario delle piante in vivaio e delle piante madri e la rispondenza con quanto indicato nelle dichiarazioni annuali dei campi di produzione; effettuano inoltre i controlli sugli esiti delle analisi virologiche effettuate sulle piante madri e sulla correttezza dell’emissione del documento di commercializzazione.

Importanza dell’utilizzo di materiale prodotto da vivaisti autorizzati Le piante di nocciolo prodotte da vivaisti autorizzati forniscono le garanzie che sono state precedentemente elencate: il buono stato fitosanitario delle piante, lo sviluppo equilibrato e la garanzia d’identità varietale. La mancanza del documento di commercializzazione, inoltre, priva l’acquirente della possibilità di rivalersi sul produttore in caso di danno subìto, dal momento che la responsabilità della produzione è sempre del produttore vivaista, sia per quanto riguarda il materiale di moltiplicazione, sia per le piante finite. Il materiale acquistato presso produttori non autorizzati, quindi abusivi, non è soggetto ad alcun tipo di controllo. L’elenco delle aziende vivaistiche autorizzate alla produzione di piante di nocciolo è consultabile sul sito della Regione Piemonte all’indirizzo http://www.regione. piemonte.it/agri/area_tecnico_ scientifica/settore_fitosanitario/ vigilanza/dwd/2016/accreditati_NOCCIOLO.pdf (Silvia Ogliara, Sergio Gallo Settore Fitosanitario e servizi tecnico-scientifici, Regione Piemonte)


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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”

Ortofrutta: norme di commercializzazione

dono l’obbligo di riportare in etichetta i dati relativi all’ origine, alla categoria, alla varietà, in alcuni casi, per 10 prodotti ortofrutticoli (agrumi, mele, pere, pesche e nettarine, actinidia, fragole, pomodori, lattuga e indivia riccia e scarola, peperoni dolci, uva da tavola) e l’origine per tutti gli altri. L’origine è intesa come luogo di coltivazione dei prodotti ortofrutticoli e deve essere sempre espressa come stato (Italia, ovviamente per i prodotti coltivati in Italia), ed eventualmente, solo dopo lo stato, la regione o la provincia. I prodotti ortofrutticoli, al dettaglio, possono essere confezionati o presentati nell’imballaggio, dove ci deve essere l’etichetta, descritta in precedenza, oppure essere esposti e venduti allo stato sfuso, purché sia presente un cartello sul quale figurino in caratteri molto chiari e leggibili le indicazioni previste dalle norme relative alla varietà, all’ origine del prodotto ed alla categoria, per i 10 prodotti citati, oppure le informazioni relative all’origine (in sostanza le stesse informazioni viste per l’etichetta dei prodotti confezionati). Agecontrol, l’organismo deputato ai controlli per conto di Agea,

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oltre ai moduli di iscrizione, cancellazione, variazione, ha predisposto anche un modulo di richiesta copia/duplicato dell’attestato di iscrizione alla BDNOO per chi avesse smarrito il documento o il n. di iscrizione. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il servizio di Coldiretti Asti al tel. 0141-380427.

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L

e aziende ortofrutticole devono essere iscritte alla banca dati nazionale operatori ortofrutticoli (BDNOO), a meno che non facciano esclusivamente vendita diretta al consumatore finale o conferiscano tutto a cooperativa o OP (organizzazione dei produttori ortofrutticoli) o centro di condizionamento o all’industria per la trasformazione o abbiano un volume di vendite inferiore ai 60.000 euro (IVA esclusa). Chi fosse iscritto e non avesse più i requisiti per l’iscrizione o avesse variato alcuni dati aziendali (ragione sociale, sede, cessazione, etc.) deve comunicarlo entro 60 giorni agli organismi preposti, pena il rischio di sanzioni pecuniarie. Sulle etichette e sui documenti di accompagnamento (fatture o documenti di trasporto), deve essere riportato il numero di iscrizione alla banca dati nazionale o, nel caso, la dicitura “esonerato ai sensi del DM 03/08/2011 n°5462, art.5, comma 2” per i soggetti che non hanno l’obbligo di iscrizione alla citata banca dati. I dati in questione, numero di iscrizione o dicitura di esonero, non sono necessari in caso di vendita diretta al consumatore finale. Le norme di commercializzazione dell’ortofrutta, oltre agli adempimenti descritti, preve-

Misura 121

Obbligatoria l’iscrizione alla banca dati nazionale “BDNOO”


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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”

Verifiche macchine irroratrici di fitofarmaci Per evitare sanzioni: prenotazione obbligatoria per i ritardatari

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P

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er le macchine irroratrici di fitofarmaci, non ancora sottoposte al controllo funzionale obbligatorio, il Ministero Agricoltura e la Regione Piemonte hanno adottato il meccanismo di PRENOTAZIONE, così come proposto da Coldiretti, al fine di evitare le sanzioni. Infatti, il 26 novembre 2016 sono scaduti i termini per effettuare il controllo funzionale delle macchine distributrici di prodotti chimici in agricoltura, ai sensi dalla Direttiva UE n. 2009/128/CE e del D.Lgs 150/2012. E’ stato per tanto previsto un modulo ufficiale di prenotazione da compilare presso un Centro autorizzato che dovrà riportare la firma del tecnico abilitato e la firma del rappresentante dell’azienda che richiede il servizio. Il modulo dovrà essere custodito in originale presso l’azienda agricola richiedente, ed in copia presso il Centro autorizzato e rappresenterà il documento da esibire in caso di controlli da parte degli Organismi a ciò preposti. In caso di comproprietà di attrezzature è sufficiente la sottoscrizione in originale del modulo da parte di uno solo dei proprietari, ma tutti i comproprietari dovranno custodirne una copia. Gli interessati sono pregati di mettersi in contatto con i nostri uffici tecnici per valutare la situazione delle proprie attrezzature irroratrici ed eventualmente prenotarne il controllo ad opera del Centro autorizzato di Coldiretti Asti. MANUTENZIONE AZIENDALE DELLE MACCHINE IRRORATRICI L’azienda agricola deve mantenere le attrezzature di distribuzione in uno stato di funzionamento efficiente e sottoporle a manutenzione

almeno annuale, o comunque ad intervalli adeguati in funzione della frequenza dell’utilizzo. Allo scopo andranno effettuate verifiche aziendali, successivamente registrate, sulla regolare funzionalità dei principali componenti, con particolare riguardo per gli ugelli, il manometro, la pompa, il regolatore di portata, il sistema di agitazione. L’attrezzatura deve essere regolarmente sottoposta ad una adeguata pulizia interna ed esterna per garantire il mantenimento del corretto funzionamento e per evitare con-

taminazioni ccidentali di persone, animali e cose. L’attrezzatura deve essere comunque accuratamente bonificata in ogni sua parte ogni qualvolta ci sia il rischio di possibili contaminazioni con sostanze attive non ammesse dal piano di protezione per la coltura che ci si accinge a trattare. Nel caso l’azienda aderisca agli impegni agroambientali del PSR, è prevista la seguente lista di controlli da effettuare e compilare periodicamente a cura dell’utilizzatore beneficiario.

MANUTENZIONE PERIODICA DELLE MACCHINE IRRORATRICI CHECK LIST DEI CONTROLLI TECNICI MINIMI DA EFFETTUARE (VERIFICA VISIVA + TEST DI FUNZIONALITÀ, SE NECESSARIO) Assenza lesioni visibili o perdite di componenti della macchina Funzionalità generale circuito idraulico (la macchina eroga correttamente) Funzionalità regolatore e gruppo comando erogazione (i comandi per la regolazione della pressione e per aprire e chiudere le sezioni di barra funzionano correttamente) Funzionalità pompa Funzionalità sistema di agitazione Il manometro è presente, visibile dal posto di guida ed integro (es. vetro, glicerina, lancetta) Il manometro risponde alle variazioni di pressione Tutti gli ugelli erogano correttamente Antigoccia presenti (su tutti gli ugelli) e funzionanti Pulizia filtri e ugelli Presenza dispositivi di protezione del cardano e del ventilatore Integrità dispositivi di protezione del cardano e del ventilatore Data esecuzione verifica

[ ok ] [ ok ] [ ok ] [ ok ] [ ok ] [ ok ] [ ok ] [ ok ] [ ok ] [ ok ] [ ok ] [ ok ]


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“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”

Compost in agricoltura: può essere una risorsa Le caratteristiche dell’ammendante prodotto nell’Astigiano

– e la vivibilità stessa di quel suolo. Inoltre la sua decomposizione è fondamentale per la crescita delle piante. Il prof. Zucconi, riconosciuto tra i massimi esperti italiani in materia scrive che “percentuali del 3-5% di humus permettono produzioni elevate con pochi implementi esterni. Se invece la sostanza organica scende sotto all’1% iniziano a manifestarsi fenomeni di desertificazione, ridotta coltivabilità anche con input esterni e un forte danno per l’uso degli implementi”. Da poco il compost di San Damiano d’Asti è iscritto anche al registro dei fertilizzanti utilizzabili in agricoltura biologica.

È un traguardo molto importante, anche se non è semplice avere grandi quantità di prodotto in specifica; ogni grammo di compost che esce dall’impianto a San Damiano d’Asti è rigidamente analizzato in laboratori chimici accreditati, sempre accompagnato da un’etichetta che

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per hobby ma anche i vivaisti e i floricoltori hanno potuto apprezzare le qualità dell’ammendante: 1. maggior ritenzione idrica in suoli leggeri; 2. maggior porosità e permeabilità in suoli argillosi; 3. fissazione e rilascio lento e graduale degli elementi nutritivi; 4. positivi effetti agroambientali (contribuisce a prevenire la desertificazione e l’erosione del suolo, favorisce la fissazione temporanea di carbonio a livello del suolo); 5. effetti repressivi sull’insorgenza di marciumi di radice e colletto; 6. apporto al suolo di meso e microelementi utili alla vita vegetale; 7. diminuzione del contenuto di nitrati nelle foglie di ortaggi destinati al consumo fresco. L’ISPRA (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale) nell’Annuario dei dati ambientali 2013 a pag.247 scrive che “il 10% del territorio nazionale è molto vulnerabile ai processi di desertificazione e il 49,2% ha una vulnerabilità media”. La sostanza organica presente nel compost permette di migliorare la struttura del terreno – in particolare l’equilibrio fra macro e micropori

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G

razie all’intervento di Flavio Gotta, responsabile Comunicazione di Gaia Spa, l’azienda di Gestione Ambientale Integrata dell’Astigiano (trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani), partecipata al 45% da Iren Ambiente Spa e per la restante quota da 115 Comuni della provincia di Asti, pubblichiamo questo articolo sulla produzione di compost per l’agricoltura nell’impianto di SanDamiano d’Asti. Il progressivo impoverimento di sostanza organica dei terreni agrari, è un fatto che deve essere contrastato con ogni mezzo, pena la progressiva perdita di coltivabilità e, comunque, della resa quanti-qualitativa delle produzioni. L’Astigiano, inoltre, ha subito una progressiva perdita di allevamenti, con difficoltà quindi di approvvigionamento di sostanza organica da parte delle imprese agricole. In questo quadro si colloca il progressivo aumento di offerta di ottimo compost derivato dalla frazione organica della raccolta differenziata dei rifiuti. Parliamo allora del compost prodotto nell’impianto di San Damiano d’Asti, che è classificato come “ammendante compostato misto”, realizzato solo con gli scarti organici di cucine, mense, attività agroindustriali e con sfalci/potature, tutti materiali selezionati a monte (nelle case dei cittadini o frutto di attività specifiche), controllati in ingresso all’impianto di compostaggio a San Damiano (se arrivano fuori specifica, i carichi vengono respinti) ed il prodotto è analizzato in uscita, prima di essere commercializzato. In 15 anni di produzione e utilizzo del compost, gli agricoltori, gli ortolani


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Sanità

“Avvio anticipato iniziativa prevista nella Domanda di Sostegno n° 20201063409 trasmessa in data 10 ottobre 2016 ai sensi del Psr 2014-2020 della Regione Piemonte – Misura 1 – Operazione 1.2.1- Azione 1: “Attività dimostrative e di informazione in campo agricolo”

ne dettaglia le caratteristiche: solo i lotti che hanno tutti i parametri in linea con il disciplinare del biologico vengono commercializzati come tale; per questo è consigliabile telefonare prima in impianto per sapere se è disponibile compost per il biologico. Tutto l’ammendante prodotto è comunque un compost di Qualità, certificato con il marchio del CIC (Consorzio Italiano Compostatori) con campionamenti a sorpresa e analisi effettuate in laboratori accreditati dal Ministero delle Politiche Agricole. Ottimo per l’agricoltura in pieno campo, l’orticoltura, la frutticoltura la realizzazione di tappeti erbosi ornamentali, ricreativi e sportivi, la paesaggistica, il risanamento ambientale di siti degradati, migliore lavorabilità del terreno grazie alle sue caratteristiche:

no del 2009 “Fertilizzare con il compost”, mettendo a confronto compost di qualità, compost normale e letame emergeva quanto segue: Resa carbonio umificato e in sostanTabella 1 Coltura praticata In pieno campo Giardinaggio

Tecnica di applicazione Prima dell’aratura Prima della semina o del trapianto 30-40 t/ettaro All’impianto dopo lo scasso 2-3 Kg/m2 In copertura tra le file 2 kg in buca di piantagione Al trapianto delle barbatelle 30 t/ettaro Prima dell’aratura e dello scasso 10% di ammendante Mescolato con la terra

Viticoltura In vaso

Consigli per l’utilizzo del compost (tabella 1) Tutti gli utilizzatori sono sempre rimasti molto soddisfatti, nelle annate di siccità ha salvato il raccolto di colture quali il mais (la sua capacità di ritenzione idrica consente comunque meno irrigazione), negli orti ha sempre dato ottimi risultati. Nel contesto astigiano la possibilità di concimare con un ammendante come il compost è un fattore molto positivo, da un lato si recuperano i rifiuti organici (facendo vera e propria “economia circolare”) dall’altro si reintegrano sostanze molto preziose per il suolo e si sostiene l’economia primaria di questo territorio. Il punto debole del compost è certamente la movimentazione. Dover andare fino a San Damiano spesso fa desistere gli utilizzatori. Ma se ci si organizza e si commissiona il tra-

Tabella 2 Prodotto

Compost di qualità Letame Compost generico

za organica umificata (tabella 2) “Per apportare al suolo 1 tonnellata di humus (cioè per reintegrare quanto ogni anno si perde in un ettaro a seguito dei processi di mineralizzazione), bisognerà utilizzare 10t di Compost di Qualità, 25 t di letame o 16t di compost generico. Secondo i calcoli fatti nel suddetto studio, si sono considerati automezzi con capacità di carico di 7 tonnellate con una distanza di 20 km dall’impianto dove prelevare il prodotto, costo orario di spandimento pari a 86€ e una capacità di distribuzione pari a 11 t/ ora per il compost e 14t/ora per il letame, il risultato si vede in tabella 3

Dose media di compost 25-30 t/ettaro 2 Kg/m2

In frutticoltura

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sporto con un rimorchio di 30 mc si riescono a trasportare fino a 20 tonnellate per viaggio. La scomodità vale la resa. Nel progetto della Provincia di Tori-

C organico Umidità Coefficiente Carbonio orgas.o. Umificazione nico umificato umificata % S.S. % t.q. K1 Kg/t t.q. Kg/t t.q. 28 28 30 60 105 30 20

75 35

30 30

23 39

39 66

Tabella 3 Prodotto

Quantità utilizzata (t)

Costo

Totale (€)

Compost di qualità

10

Trasporto 110

Spandimento 78

188

Letame

25

220

154

374

Compost generico

16

165

125

290

1

Il compost di San Damiano d’Asti è venduto esclusivamente sfuso a 7 Euro a tonnellata, da ritirare all’impianto di Compostaggio (Borgata Martinetta 100, sulla strada che da San Damiano va verso Ferrere – tel. 0141977.408). Per andare incontro alle esigenze dell’economia agricola, base del nostro territorio, si fanno accordi con chi ritira più di 100 t/anno dimezzando il prezzo e per gli associati alla Coldiretti è in atto una convenzione con un prezzo di 2Euro/t.


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numero 2 - 2017

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