Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 5 - Anno 2013. In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo
Anno
62° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI
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ASTI
COLDIRETTI
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20 aprile 2013
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Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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Oggi voler fare l’agricoltore è stare al passo coi tempi
Il presidente Marini fra i vignaioli dell’Astigiano
Opportunità per 1 milione e 200 mila italiani
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Lo spumante triplica le vendite all’estero
Ballari eletto alla presidenza di Terramica
50 mila produttori “Bio” in Italia
Speciale Misura 111 -PSR: arrivano le regole di transizione; Scopi della chiarifica; Vige l’obbligo di registrazione della scrittura; Distanze da corpi idrici superficiali; Sicurezza e semplificazioni in agricoltura; Indicazioni per il controllo della Flavescenza dorata della vite; Nuove procedure per adempimenti sanitari.
Sommario
Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Periodico ufficiale Coldiretti Anno 62° numero 5 - 20 aprile 2013* Realizzazione grafica e stampa Riflesso – S.r.l. F.lli Scaravaglio & C. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.590425 Abbonamento annuale: Euro 20,00 *Data di chiusura del giornale
argomenti in evidenza
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Oggi voler fare l’agricoltore è stare al passo coi tempi Ripartire dall’umiltà, ripartire dalla terra di don Francesco Cartello, Consigliere Ecclesiastico Coldiretti Asti
Attualità
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icordando la volta scorsa le lezioni di papa Benedetto e di papa Francesco, contraddistinte dalla parole umiltà e povertà, veniva spontaneo il riferimento alla storia di un mondo, come quello contadino, dove i due termini, in linguaggio cristiano le due virtù, sono stati da sempre di casa. Per necessità, osserva qualcuno, trattandosi del mondo dei poveri, quando non dei “vinti”, ma legato comunque a stili di vita che purtroppo sono stati poco a poco abbandonati. La crisi totale che stiamo attraversando ci costringe a ripensare, e quindi a ripartire, e diciamo che la preziosa eredità dei tempi passati deve darci energia, fantasia e voglia. Non è un caso che la parola umiltà derivi da humus, il termine latino per indicare la terra. Ripartire dalla terra quindi, anche nel senso letterale del lavoro agricolo, fedele alle tradizioni ma capace di innovare. Vogliamo citare due esperienze che Coldiretti sta vivendo: a livello globale le “Fattorie didattiche” e nel territorio piemontese le “Agritate”, forme di attività e di risorse lavorative, ma improntate a un senso sociale del lavoro non solo come interesse ma anche come servizio. Nel caso delle Fattorie, scopo dell’iniziativa è quello di creare una rete di aziende agricole opportunamente attrezzate per accogliere le scolaresche, i gruppi, le famiglie e tutti coloro che sono interessati a scoprire, nel tempo libero, il mondo rurale in quanto ricco bacino di risorse tradizionali e storiche, economiche e produttive, di valori culturali, di benessere e di qualità del vivere. La fattoria diventa anche luogo di socializzazione sul territorio, di incontro
fra generazioni, di trasmissione di un sapere fatto di manualità, di valori, di relazioni, di rispetto reciproco e per l’ambiente. Per i ragazzi, fin da piccoli ormai più abituati al mondo virtuale di un computer che a quello del reale, che interessa tutti i sensi e non solo la vista, potrà essere la scoperta di un mondo “vivo”, come quello degli animali da stalla o da cortile, che si possono toccare, emettono i loro muggiti e ruggiti e hanno i loro inconfondibili odori. Impareranno a conoscere “l’erba che fa il grano” e i gusti veraci di frutta e verdura raccolte nell’orto o sulle piante. In Piemonte si è avviata un’altra iniziativa, le “Agritate”, che potranno ospitare nella propria azienda agricola fino a 5 bambini dai 3 mesi ai 3 anni. Un’area della cascina dovrà essere ‘adattata’ alle esigenze dei piccoli ospiti, con una zona per il gioco e una per la nanna e dovrà ottenere il nulla osta del Comune. Le aspiranti agritate hanno tra i 20 e i 50 anni, non tutte già mamme, e sono dislocate sul territorio piemontese, con una maggiore concentrazione nella provincia di Torino e in quella di Cuneo. “Su 1300 comuni piemontesi, 900
sono privi di servizi per l’infanzia: il progetto Agritata mira a sopperire a queste mancanze. Ma anche a presidiare territori che altrimenti sarebbero abbandonati e a favorire l’occupazione femminile conciliando tempi di lavoro e di famiglia”, spiega Maria Chiara Bellino, coordinatrice del progetto per Coldiretti. Per concludere con una osservazione tra il giocoso e il realistico, se cinquant’anni fa un ragazzo avesse detto che da grande voleva fare il contadino, non avrebbe certo “caricato” come un coetaneo studente, ma anche operaio. Come non ricordare quanti giovani hanno dovuto “emigrare” in città se volevano sposarsi, anche con una ragazza del paese, e come il fenomeno abbia determinato provvidenzialmente l’arrivo dal meridione di tante donne ricche di voglia e di capacità di lavorare che hanno permesso a tante famiglie di continuare la vita in campagna… E se una volta dire a uno studente “vai a zappare” supponeva poca fiducia nelle sue capacità e nel suo impegno, oggi è tempo che si riveli come un utile consiglio, e un attestato di stima verso un futuro “imprenditore agricolo”…
Provincia insaziabile
n altro balzello da far pagare ai cittadini e nel particolare alle imprese. La provincia di Asti, con l’unico scopo di aumentare le entrate tributarie tale da supportare i suoi costi, ha deliberato di introdurre la COSAP, ovvero il canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche. Il settore agricolo sarà interessato da questa tassa relativamente a tutti gli accessi carrai che si trovano sulle strade provinciali. Già, come se non bastasse, questa tassa si aggiunge al momento di crisi generale come quello che stanno attraversando l’Italia in particolare e tutta l’Europa in generale che sta producendo forti cali di consumi alimentari e di conseguenza una forte riduzione dei redditi delle imprese. Non sazi continuano a tassare le imprese e i cittadini. Ora o ci sfugge qualcosa oppure qualcuno si è distratto. In queste ultime settimane, in ogni consesso, politico, istituzionale, economico e sociale, si sta discutendo e proponendo di come aiutare l’economia a cre-
scere e di come passare dalla fase di austerità a quella di sviluppo. Le tasse non aiutano a crescere, caso mai il contrario. Nuova burocrazia non aiuta le imprese. Alimenta piuttosto la ragion d’essere della pubblica amministrazione. Nei diversi incontri realizzati con la Provincia, ci è stato detto che questa scelta è frutto della “Spending Review” ovvero un’applicazione della norma che inserisce la necessità di un equilibrio di bilancio nella pubblica amministrazione. Ma quella norma non dice che debbo aumentare le entrate, bensì dice che debbo riequilibrare il mio bilancio riducendo il più possibile i costi, come del resto stanno facendo oramai da mesi qualunque azienda e qualunque famiglia. Abbiamo anche constatato che la Provincia ha iniziato questo percorso di riduzione dei costi. Forse però visti gli esiti non è ancora abbastanza. Come Coldiretti Asti stiamo preparando un dossier che a giorni presenteremo al Commissario della Provincia per spiegare qual è la situazione fondiaria nella provincia di Asti e cosa potrebbe significare in termini
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economici l’inserimento della COSAP nel raffronto con il ricavo dei singoli fondi. Come Coldiretti Asti non chiediamo un ridimensionamento dell’effetto che potrebbe avere tale balzello nei confronti delle imprese agricole astigiane: noi chiediamo il totale annullamento. Speriamo che prevalga il buon senso. Diversamente speriamo che il Parlamento faccia presto.
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di Antonio Ciotta, direttore Coldiretti Asti
Territorio
Introduce la tassa Cosap, Coldiretti si oppone
GLI ESPOSITORI • • • • • • • • • •
Az. Vitivinicola Giachino Franco di Costigliole d’Asti Coop. Agr. San Salvatore a r.l. di Monale Az. Agr. Le Api di Clara Bandiera di Montechiaro d'Asti Az. Agr. La Tagliana di Paolo Albenga di San Marzano Oliveto Az. Agr. Maccario Francesco di Castelnuovo don Bosco Az. Agr. La Tizianella di Tiziana Maria Bertolin di Costigliole d'Asti Az. Agr. La Colombina di Piercarlo Beccaris di Variglie Az. Agr. Il Palazzo di Vincenzo Leone di Montiglio M.to Az. Agr. Fabrizio Rizzotti di Vespolate (No) Az. Agr. Vecchiattini Antonella di Cortazzone
Il presidente Marini fra i vignaioli dell’Astigiano Inaspettata e graditissima visita al Vinitaly di Verona
no almeno 200 milioni di euro all’anno alla produzione nazionale. Per questo al Vinitaly è stato allestito questo “Angolo della vergogna” e durante il convegno è stato fatto intervenire, fra gli altri, Gian Carlo Caselli, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino. Anche il
Accompagnato dal presidente provinciale Cabiale, insieme al procuratore Caselli ha visitato numerosi stand.
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magistrato ha apprezzato molto i vini astigiani, degustando e chiedendo informazioni particolari sulle nostre doc. Da quando, mezzo secolo fa, sono state istituite le denominazioni, con il progressivo abbandono della commercializzazione dello sfuso, si è arrivati al
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Il procuratore Caselli brinda con il direttore provinciale Coldiretti Ciotta
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opo aver presentato i numeri del vino Made in Italy con il convegno “50 anni di qualità e bellezza nei territori” organizzato al Vinitaly di Verona da Coldiretti e da Città del Vino, che ripercorreva la storia del settore a 50 anni dalla produzione della prima bottiglia di vino italiano Doc del 1963, il 7 aprile scorso, il presidente nazionale Coldiretti, Sergio Marini, ha voluto visitare gli stand degli associati alla Coldiretti di Asti. Accompagnato dal presidente provinciale, Roberto Cabiale, e dal direttore, Antonio Ciotta, il leader nazionale della più grande forza sociale, fra lo stupore dei vignaioli dell’Astigiano, ha brindato nello stand dei Tremillii, il consorzio dei produttori di vini biologici promosso dal componente della giunta provinciale Coldiretti, Gianfranco Torelli. Durante il Vinitaly, Coldiretti ha presentato nel proprio stand le stravaganti imitazioni dei vini Made in Italy, raccolte un po’ in tutto il mondo, come la Barbera rumena. Secondo una stima Coldiretti, i prodotti “taroccati” sottraggo-
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record storico delle esportazioni italiane di vini “Doc/Docg”. Nel 2012 infatti, per la prima volta - ha precisato Marini – è stato superato il tetto dei 2 miliardi di euro (2,086 miliardi) con un aumento dell’8 per cento, superiore a quello medio del vino. L’impegno per la qualità ha accompagnato il passaggio da una economia di autoconsumo in cui il vino rappresentava un bisogno primario ad una in cui viene identificato con un elemento che concorre alla realizzazione personale. Il vino è stato in grado di creare qualità, benessere, occupazione e sviluppo economico nei territori dove si è insediato. Una opportunità occupazionale rilevante confermata dall’utilizzazione nel 2012 di 13.756.061 voucher equivalenti 10 euro dei quali 1.607.338 in agricoltura soprattutto nelle regioni del Piemonte, Veneto, Emilia, Toscana e regioni ad importante vocazione vitivinicola. L’impatto positivo si è esteso pero’ oltre i confini della vigna poiché la raccolta di un grappolo alimenta, secondo l’analisi Coldiretti, opportunità di lavoro in ben 18 settori: 1) agricoltura, 2) industria trasformazione, 3) commercio/ristorazione, 4) vetro per bicchieri e bottiglie, 5) lavorazione del sughero per tappi, 6) trasporti, 7) assicurazioni/credito/finanza, 8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri, 9) vivaismo, 10) imballaggi come etichette e cartoni, 11) ricerca/formazione/divulgazione, 12) enoturismo, 13) cosmetica, 14) benessere/salute con l’enoterapia, 15) editoria, 16) pubblicità, 17) informatica, 18) bioenergie.
Marini allo stand Trimillii con il presidente Cabiale e i produttori.
NUMERI IN CRESCITA PER VINITALY 2013 VISITATORI TOTALI +6%; OPERATORI ESTERI +10% Con 148.000 presenze, delle quali 53.000 estere, Vinitaly 2013 rafforza la sua posizione di leader internazionale tra le fiere del vino dedicate al business. Di qualità gli operatori, che nella quattro-giorni veronese hanno avuto contatti con oltre 4.200 aziende espositrici da più di 20 Paesi. Efficace il lavoro di incoming mirato realizzato da Veronafiere, con aumento dei buyer dai più importanti mercati e da quelli più promettenti.
Opportunità per 1 milione e 200 mila italiani + 3% di posti di lavoro in vigna, i terreni Doc aumentano di 35 volte
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9 rini - è stata l’intera economia dei territori coinvolti come dimostra il fatto che, ad esempio, il valore di un ettaro di Frascati ha superato il valore di 150mila euro con un aumento di 35 volte rispetto al 3 marzo 1966 in cui è stata riconosciuta la Doc con Decreto del presidente della Repubblica avente data 3 marzo 1966. Lo stesso valore di un ettaro di vigneto a Brunello ha raggiunto i 380mila euro, con un aumento di quasi 25 volte rispetto alle quotazioni di 15.537 euro per ettaro
L’Italia ha esportato nel 2012 vini a denominazione di origine (doc/docg) per un valore che ha superato i 2 miliardi di euro (2,086 miliardi). dell’anno di nascita del Consorzio di Tutela nel 1967 secondo Wine-
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Dalle aziende vitivinicole sono nate opportunità di lavoro per un milione e duecentocinquantamila italiani nel 2012 con un aumento del 3 per cento rispetto all’anno precedente di quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto. Lo ha reso noto il presidente nazionale Coldiretti, Sergio Marini, nel suo intervento all’incontro “50 anni di qualità e bellezza nei territori”, organizzato da Coldiretti e dalle Città del vino che ripercorre la storia del settore a 50 anni dalla produzione della prima bottiglia di vino italiano Doc realizzata grazie al DPR 930 del 1963. Oltre la metà (55 per cento) dei posti di lavoro nasce dalla produzione di vini a denominazione di origine (Doc/Docg) che - ha sottolineato Marini - hanno dato un impulso determinante allo sviluppo del settore negli ultimi cinquanta anni. Da allora, quando la maggioranza del vino esportato era sfuso, si è arrivati al record storico delle esportazioni italiane di vini “Doc/Docg” che nel 2012 hanno superato per la prima volta ha precisato Marini - il tetto dei 2 miliardi di euro (2,086 miliardi) con un aumento dell’8 per cento, superiore a quello medio del vino. A cambiare - continua Ma-
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News. L’impegno per la qualità ha accompagnato il passaggio da una economia di autoconsumo in cui il vino rappresentava un bisogno primario ad una in cui viene identificato con un elemento che concorre alla realizzazione personale. Il vino è stato in grado di creare qualità, benessere, occupazione e sviluppo economico nei territori dove si è insediato, ma anche integrazione, come dimostrato dal fatto che vi hanno trovato occasione di impiego soggetti diversamente abili, carcerati, ex tossicodipendenti, ma anche una vasta platea di lavoratori stranieri (nel solo distretto del Prosecco lavorano ben 53 differenti nazionalità di 4 diversi continenti). Una opportunità occupazionale rilevante confermata dall’utilizzazione nel 2012 di 13.756.061 voucher equivalenti 10 euro dei quali 1.607.338 in agricoltura soprattutto nelle regioni del Veneto, Emilia, Toscana e Piemonte regioni ad importante vocazione vitivinicola (erano stati introdotti in via sperimentale per la prima volta in Italia proprio per la vendemmia nel 2008). L’impatto positivo si è esteso pero’ oltre i confini della vigna poiché la raccolta di un grappolo alimenta, secondo l’analisi della Coldiretti, opportunità di lavoro in ben 18 settori: 1) agricoltura, 2) industria trasformazione, 3) commercio/ristorazione, 4) vetro per bicchieri e bottiglie, 5) lavorazione del sughero per tappi, 6) traspor-
ti, 7) assicurazioni/credito/finanza, 8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri, 9) vivaismo, 10) imballaggi come etichette e cartoni, 11) ricerca/formazione/ divulgazione, 12) enoturismo, 13) cosmetica, 14) benessere/salute con l’enoterapia, 15) editoria, 16) pubblicità, 17) informatica, 18) bioenergie. A beneficiarne è stato lo sviluppo locale dei territori del vino che si posizionano in vetta alle diverse classifiche sulla qualità della vita, ma sono anche meta delle vacanze di italiani e stranieri con il turismo enogastronomico che ha raggiunto “in Italia un giro d’affari che va dai 4 ai 5 miliardi di euro l’anno - spiega il presidente delle Città del Vino, Pietro Iadanza - capace di far muovere dai 4 ai 6 milioni di turisti, con una crescita che nel 2012 è stata del +12% sul 2011, in controtendenza all’andamento generale del turismo in Italia. Investire nella qualità, favorire il presidio dei luoghi, tutelare il paesaggio, valorizzare i saperi e i prodotti locali e mantenere viva la propria identità, cercando di migliorarsi sempre anche con una strategia nazionale, perché si tratta di un settore strategico su cui puntare per aumentare in generale i flussi turistici. Ci chiediamo, infatti, come mai un settore fondamentale per l’intera economia italiana, come il turismo enogastronomico, sia ancora orfano di una regia nazionale, che possa identificare in modo unitario i tan-
ti territori che ne sono i protagonisti”. A confermare l’effetto positivo è l’andamento delle quotazioni dei vigneti il cui valore in media è piu’ che raddoppiato (+109 per cento) secondo l’analisi della Coldiretti a vent’anni dell’avvio della Banca dei valori fondiari dell’Inea. Il vigneto Italia si dimostra un patrimonio solido anche in questi momenti di crisi come dimostra il crescente interesse di imprenditori extra-agricoli dal settore e i valori stellari che hanno raggiunto alcuni terreni: dagli 800mila euro all’ettaro del Barolo cru ai 600mila dei vigneti Doc della zona del lago di Caldaro in Trentino, dai 450mila euro dei terreni del Valdobbiadene Doc in Veneto fino ai 380mila euro per la Docg nelle colline di Montalcino in Toscana. Un esempio eclatante viene dallo straordinario incremento di valore che si è realizzato nei terreni dove sono coltivate le uve destinate alle prime quattro doc italiane, la Vernaccia di San Gimignano, l’Est! Est! Est! di Montefiascone, l’Ischia bianco, l’Ischia rosso e l’Ischia superiore e il Frascati riconosciute con Decreto del presidente della Repubblica avente data 3 marzo 1966, ma anche per le prime Docg approvate nel 1980 quali il Brunello di Montalcino, il Barolo, il Vino Nobile di Montepulcìano e il Barbaresco mentre per Chianti e Chianti Classico bisogna attendere fino al 1984.
Vino: + 24%, salgono gli acquisti a Km zero localissimo Pignoletto. Nelle Marche impera il Verdicchio mentre in terza posizione per quanto riguarda le preferenze c’è l’autoctona Passerina. Molto territoriali anche gli abruzzesi che acquistano preferibilmente Montepulciano, Trebbiano e Pecorino. Solopaca e Aglianico sono i vini particolarmente graditi dai campani, mentre i pugliesi mettono in tavola, oltre al Primitivo e al Negroamaro, anche il Sangiovese toscano o emiliano. Infine, se saltiamo nella seconda isola italiana, i sardi dimostrano un grande attaccamento alle proprie vigne riempiendo i bicchieri degli autoctoni Cannonau, Vermentino e Monica di Sardegna.
La domanda sostenuta di vini di produzione locale ha spinto la nascita a livello regionale di numerose realtà per favorirne la conoscenza, la degustazione e l’acquisto. Sono molte le aziende vitivinicole che aprono regolarmente od in speciali occasioni le porte ai visitatori per far conoscere la propria attività con i metodi di produzioni dal vigneto alla cantina. Sono circa 1300 i produttori di vino certificati che fanno parte della rete di vendita diretta di Campagna Amica attraverso punti vendita e mercati degli agricoltori dove - conclude Coldiretti - vengono offerti solo vini locali a chilometri zero.
NELLE PREFERENZE REGIONALI DOMINANO I VINI AUTOCTONI Regione
Primo vino preferito
Secondo vino preferito
Terzo vino preferito
Valle d’Aosta Piemonte
Barbera
Dolcetto
Bonarda
Lombardia
Barbera
Lambrusco
Bonarda
Liguria
Bonarda
Barbera
Lambrusco
Veneto
Cabernet
Merlot
Lambrusco
Trentino-A.Adige
Teroldego
Merlot
Marzemino
Friuli-V.Giulia
Merlot
Cabernet
Friulano
Emilia-Romagna
Lambrusco
Sangiovese
Pignoletto
Toscana
Chianti
Morellino
Sangiovese
Umbria
Trebbiano
Sangiovese
Montepulciano
Marche
Verdicchio
Trebbiano
Passerina
Lazio
Chianti
Montepulciano
Vermentino
Abruzzo-Molise
Montepulciano
Trebbiano
Pecorino
Campania
Solopaca
Aglianico
Lambrusco
Puglia
Sangiovese
Primitivo
Negroamaro
Basilicata-Calabria Cirò
Nero d’Avola
Aglianico
Sicilia
Syrah
Alcamo
Nero d’Avola
Sardegna Cannonau Vermentino Fonte: Coldiretti sui dati SymophonyIri group
Monica di S.
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e è l’export a trainare il settore, a livello nazionale è boom per gli acquisti di vini autoctoni con un aumento del 24 per cento di bottiglie stappate per il Pecorino ma anche del 14 per cento per il Pignoletto fino al 10 per cento di incremento fatto segnare da Falanghina e Negroamaro. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati SymophonyIri group relativi al 2012 , divulgata in occasione della chiusura del Vinitaly dalla quale si evidenzia un forte localismo nella scelta dei vini. Nel tempo della globalizzazione gli italiani – sottolinea la Coldiretti - bevono locale con il vino “chilometri zero” che è il preferito nelle scelte di acquisto in quasi tutte le realtà regionali, dal Piemonte dove la Barbera e il Dolcetto sono i piu’ gettonati alla Toscana dove in tavola si versa soprattutto Chianti e Morellino fino alla Sicilia con il Nero d’Avola e l’Alcamo in testa. Il forte legame del vino con il territorio di produzione, le abitudini di consumo, ma forse anche una maggiore attenzione dei cittadini al sostegno dell’economia locale in un momenti di crisi ha come risultato il fatto che - sottolinea la Coldiretti - le bottiglie piu’ richieste sono quelle prodotte a livello regionale, da Sud al Centro fino al Nord del Paese. Percorrendo la Penisola dall’alto in basso spicca come i veneti diano la loro preferenza ai Cabernet e ai Merlot, manifestando una certa simpatia per il Lambrusco dell’EmiliaRomagna. Vino quest’ultimo che - continua la Coldiretti - domina incontrastato nelle preferenze degli emiliano-romagnoli che mettono al secondo e al terzo posto, rispettivamente il Sangiovese e il
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Mentre l’export traina il settore, cambiano le abitudini
Lo spumante triplica le vendite all’estero Nel 2012 il fatturato è cresciuto fino a 624 milioni di euro
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l fatturato dello spumante italiano all’estero ha raggiunto nel 2012 il massimo storico di 624 milioni di euro per effetto di una crescita record del 14 per cento, il triplo rispetto all’intero settore vitivinicolo aumentato solo del 5 per cento, se si escludono le bollicine. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti che al Vinitaly di Verona, nel proprio stand al Centro Servizi Arena nel corridoio tra i padiglioni 6 e 7, ha esposto il meglio e il peggio dello spumante “Made in Italy” nel mondo, da quello d’oro a quello degli abissi, ma anche le nuove e pericolose imitazioni come il Kressecco al Meersecco tedeschi. Lo spumante italiano è dunque - sottolinea la Coldiretti - il vero traino del Made in Italy nel mondo dove cresce sia in valore (+14 per cento) che come numero di bottiglie (+2 per cento) a differenza del vino che vede tagliate di ben il 10 per cento il numero di bottiglie esportate. Sorprendente l’autentico trionfo fatto registrare in Francia dove - rileva la Coldiretti - lo spumante italiano ha visto una crescita del 33 per cento delle vendite in valore, ma ancora meglio è andata in Gran Bretagna, con un boom del 44 per cento. Calano leggermente, invece, le vendite in Germania (-3 per cento), proprio il paese dove si stanno diffondendo le imitazioni delle bollicine italiane. Ottimi segnali dalla Spagna, con un aumento del 66 per cento. Ma lo spumante avanza anche fuori dal Vecchio Continente, a partire dagli Usa (+15 per cento), dal Canada (+23 per cento) e dal Giappone (+55 per cento). Solo la Cina fa segnare una battuta d’arresto (-9 per cento). Se sul mercato estero le esportazioni in quantità hanno superato nel 2012 quelle dello champagne, le bollicine Made in Italy tengono - sottolinea la Coldiretti - di fronte alla crisi a livello nazionale con
+ 33% in Francia, ma tengono anche i consumi in Italia dove crolla lo champagne (-7%). Nella foto lo Spumante d’Oro e il Kressecco tedeso, imitazione del Prosecco nazionale.
un aumento delle vendite dell’1,4 per cento rispetto al crollo degli acquisti in valore di champagne del 7 per cento. Un nazionalismo frutto della crisi che - afferma la Coldiretti - spinge i consumatori a sostenere i prodotti dell’economia locale per salvaguardare redditi e posti di lavoro. Ad aumentare - precisa la Coldiretti - sono soprattutto quelli secchi come il prosecco che aumenta del 6 per cento mentre un vero boom si registra per il Muller Thurgau (+21 per cento) A sostenere il boom degli spumanti è stata - continua la Coldiretti - la grande capacità di innovazione dei produttori italiani che hanno puntato soprattutto sulla distintività e sul legame con il territorio e la cultura locale per vincere la competizione sul mercato globale. Esempi evidenti sono esposti allo stand della Coldiretti al Vinitaly con l’abbinamento con la polvere d’oro contenuta nello spumante “L’Etoile” dell’Azienda “La Rocchetta” di Villongo (Bergamo). Le piccole stelle d’oro che fluttuano senza alterare profumo e gusto dello spumante non rappresentano soltanto un fatto estetico in quanto il prezioso metallo possiede virtù terapeutiche e proprietà antiossidanti. Lo spumante “Abissi” dell’Azienda Bisson di Chiavari (Genova) matura invece per dodici mesi in mare a 60 metri di profondità mentre ha invece bisogno della musica per essere de-
gustato, il vino di Claudia Adami, la più giovane “prosecchista” veneta, perché dalla vendemmia all’imbottigliamento tutte le fasi della produzione sono state accompagnate dalle note di un’orchestra. Un abbinamento, quello tra il vino e la musica proposto dal “Nona Sinfonia” - rileva la Coldiretti - che fa sì che ogni sorso diventi musica per il palato per una degustazione non banale, ma curata e consapevole. È per chi ha problemi di linea – conclude la Coldiretti – c’è anche la linea di spumanti denominati “Essenza zero”, realizzati dall’Azienda agricola Ricchi di Monzambano (Mantova) nel totale rispetto del metodo classico, senza zuccheri aggiunti. Se l’Italia dello spumante conquista spazi crescenti di mercato nel mondo, crescono però parallelamente i casi di contraffazione a conferma del fatto che lo spumante italiano è il più amato, ma anche il più imitato all’estero dove sono molte diffuse “copie” che mettono a rischio l’immagine del prodotto e le opportunità di penetrazione dei mercati. La Coldiretti ha esposto al Vinitaly alcuni esempi del vino “tarocco” che invade il mondo come il Kressecco e il MeerSecco realizzati in Germania, ma non mancano esempi di imitazione in tutti i continenti in Paesi come il Brasile dove è proprio il prosecco a subire maggiormente i danni del plagio.
Pseudo imprenditori vinicoli acciuffati dai Nas renza etico produttiva”. L’indagine, durata più di un anno e sviluppata dai Servizi Antisofisticazioni Vinicole delle Province Piemontesi, congiuntamente con l’Agenzia delle Dogane, ha permesso di ricostruire l’attività delittuosa posta in essere da una serie di operatori disonesti che, senza nessuno scrupolo, immettevano sul mercato italiano ed inglese prodotti enologici “fasulli” ed adulterati. Infatti venivano commercializzati prodotti di bassissima qualità, spesso con valori al di sotto delle soglie previste per legge, proposti sul mercato estero come prodotti a Denominazione di Origine Controllata o
IGT. Conclude Roberto Cabiale - membro di giunta con delega al settore vitivinicolo - “Nessuna azienda produttrice di vino piemontese è coinvolta nelle indagini, ma il danno economico patito dalle imprese nostrane è sicuramente enorme. Il danno di immagine subito all’estero potrebbe avere un impatto negativo non calcolabile per la nostra eccellenza enologica.” I controlli esistono e questi episodi lo dimostrano. La nostra è una battaglia quotidiana contro il falso made in Italy per la valorizzazione della grande capacità qualitativa produttiva dei nostri viticoltori.
L’inflazione svuota il carrello della spesa Diminuiscono i consumi alimentari
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l carrello della spesa è meno caro perché si svuota dei prodotti base per l’alimentazione dalla frutta (-4 per cento) agli ortaggi (-3 per cento), dal grana padano (-7 per cento) al parmigiano reggiano (- 3 per cento) fino alla carne bovina che registra un calo delle macellazioni del 7 per cento nel primo trimestre. È quanto stima Coldiretti nel commentare i dati relativi all’inflazione nel mese di marzo diffusi dall’Istat dai quali si rileva che i prezzi per gli alimentari sono cresciuti del 2,4 per cento. La riduzione del tasso di inflazione riflette - sottolinea la Coldiretti - il clima di depressione nei
consumi che ha variato non solo i menu, ma anche il livello qualitativo dei prodotti acquistati con 23 milioni di italiani che hanno fatto la spesa low cost. Nel mese di marzo i prezzi addirittura scendono su base annua per il pesce fresco di mare di allevamento (-0,4 per cento) mentre crescono per il pesce fresco di acqua dolce (+1,3 per cento), la farina e altri cereali del 2,2 per cento, per i vegetali freschi del 2,5 per cento, per l’olio di oliva del 2,7 per cento, per i vini del 4,1 per cento, le uova del 6,1 per cento e la frutta fresca che fa segnare il maggior rincaro del 7,7 per cento.
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olleranza zero sulle truffe del vino. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’operazione Red Wine condotta dai Carabinieri del Nas di Milano insieme ai colleghi di altri comandi di Lombardia e Piemonte che hanno eseguito dieci arresti nella notte fra il 16 e il 17 aprile scorso. Una truffa, pare di almeno 10 milioni di euro, che in un momento di crisi economica generale mette a rischio l’immagine di un settore che ha assicurato opportunità di lavoro a un milione e duecentocinquantamila italiani (+ 3 per cento) impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto. Dicono Roberto Moncalvo e Bruno Rivarossa – presidente e direttore Coldiretti Piemonte – “L’operazione coordinata dalla Procura di Vigevano ha coinvolto i Servizi Antisofisticazioni Vinicole della Regione Piemonte, l’Agenzia delle Dogane e i Carabinieri del NAS. Non conosciamo ancora la completa entità della truffa accertata, ma siamo certi che questi risultati ottenuti contro i falsificatori non possono che giovare al mondo vitivinicolo nazionale e piemontese. I nostri produttori hanno fatto crescere con grande fatica e grande lavoro il settore vitivinicolo operando nella correttezza dei disciplinari delle DOC e delle DOCG ed investendo verso il mondo dei consumatori con la piena traspa-
Attualità
Bloccata una colossale truffa di falso vino destinato in Inghilterra
Confermata l’erogazione del carburante agricolo Un equivoco aveva messo in dubbio l’agevolazione
A
metà aprile si è diffusa la notizia dell’eliminazione delle agevolazioni sul gasolio per i mezzi agricoli per i Coltivatori contoterzisti da parte della Regione Piemonte. L’allarme, immediatamente affrontato da Coldiretti, ha fatto emergere trattarsi di una notizia priva di fondamento. Probabilmente, secondo Coldiretti Piemonte, l’equivoco
è stato generato da una circolare dell’assessorato Regionale all’Agricoltura del 15 aprile, dove a seguito della riunione del Coordinamento regionale UMA (Utenti Motori Agricoli), è stato scritto che non sono ammissibili ad agevolazione fiscale i carburanti utilizzati per la fornitura di servizi agromeccanici per conto terzi svolti dall’azienda agricola nell’ambito delle cosiddette attività
connesse. Dicono Roberto Moncalvo e Bruno Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti Piemonte: “I nostri servizi fiscali, regionale e provinciali, stanno cercando di chiarire la problematica con la Regione. Per ora, evidenziamo che non sarà affatto sospesa l’erogazione di carburante agevolato per le ditte agricole che svolgono attività per conto terzi”.
Aumento tariffe autostradali Notizie
Rilevante sul trasporto dei prodotti agricoli
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L
’aumento delle tariffe autostradali pesa in un paese come l’Italia dove l’86 per cento del trasporto commerciale avviene su gomma. È quanto afferma la Coldiretti nel com-
mentare l’aumento tariffario dello 0,07% dei pedaggi sulla rete di Autostrade per l’Italia a partire dal 12 aprile. Particolarmente rilevante è l’incidenza del costo dei trasporti sui prodotti agricoli ed
alimentari. Il rischio - conclude la Coldiretti - è l’effetto valanga con ogni pasto consumato dagli italiani che si stima deve percorrere duemila chilometri prima di giungere in tavola.
Assemblea dell’Apa di Asti Serra: nonostante la crisi garantiti i servizi dei costi di gestione, l’associazione astigiana ha confermato l’erogazione di tutti i servizi riservati agli associati: recapito seme, distribuzione marche auricolari, iniziative zootecniche territoriali ecc... All’assemblea ha anche preso parte il direttore provinciale Coldiretti, Antonio Ciotta, che rimarca con favore: “Anche le quote associative a carico delle imprese zootecniche sono state contenute al fine di contrastare il momento di particolare difficoltà del comparto zootecnico, dovuto al calo del consumo di carne e a prezzi fermi a diversi anni fa. La speranza è che presto alcuni progetti economici che Coldiretti sta mettendo in atto si possano concretizzare per ridare dignità ad un comparto produttivo molto impor-
Il presidente Franco Serra durante l’Assemblea APA
tante per la nostra provincia e per tutta la regione”. Da segnalare come l’associazione, che attualmente conta ben 385 allevamenti iscritti in provincia di Asti, anche nel 2012 abbia confermato l’organizzazione (anche grazie al contributo della Provincia di Asti) di sei rassegne/mostre bovine e una rassegna caprina.
Il trend della consistenza della Razza Bovina Piemontese Allevamenti Capi Vacche Vacche/azienda Età 1 parto Interparto %FA N° tori in FN Consanguineità media dei nati
Anno 2000
Anno 2009
Anno 2010
Anno 2011
Anno 2012
277 12.284 3.961 14.30 29 429 58.09 57
356 20.568 7.288 20.47 29 426 51.05 168
366 21.726 7.673 20.96 30 437 48.27 174
368 20.878 7.713 20,88 30 424 46.66 155
358 20.262 7.458 20,83 29 425 46,56 153
1.91
1.95
2.10
2.14
2,17
Zootecnia
“
È stato, il 2012, un anno complesso e difficile con una ulteriore, ed a dir poco preoccupante, riduzione dei fondi stanziati per la nostra Associazione Provinciale: - 10% sul 2011. Questo ulteriore taglio porta la riduzione complessiva dei fondi dal 2008 ad oggi al -46%; a questa difficoltà occorre aggiungere l’effetto dell’incremento del costo della vita determinatosi con l’inflazione”. Malgrado il momento particolarmente difficile e preoccupante, Franco Serra, presidente dell’Associazione Allevatori di Asti, ha esposto un bilancio comunque positivo all’assemblea annuale tenutasi il 14 aprile scorso. Grazie ad un rigido programma di ristrutturazione, attuato con tutte le Apa provinciali a livello regionale, unitamente a notevoli sacrifici che hanno consentito un contenimento
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SEDE MOSTRA
TIPO RASSEGNA
DATA SVOLGIMENTO
ALLEVATORI
CAPI PRESENTI
Tigliole
Bovina
10 giugno
14
48
Monastero Bormida
Bovina
22 luglio
5
71
San Giorgio Scarampi
Bovina
26 agosto
14
107
Valfenera
Bovina
27 agosto
9
120
Ovicaprina
2 settembre
9
223
Nizza Monferrato
Bovina
2 dicembre
19
38
Moncalvo
Bovina
12 dicembre
31
41
Roccaverano
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Rassegne organizzate dall’Apa di Asti nell’anno 2012
Ballari eletto alla presidenza di Terramica Vicepresidente dei “biologici” l’astigiano Gianfranco Balzola
Prospettive
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o scorso 15 aprile, durante il Consiglio direttivo di Terramica, è stata rinnovata la presidenza e la vicepresidenza dell’associazione. Aldo Viale, imprenditore vivaista di Borgo San Dalmazzo (Cn), lascia l’incarico dopo 21 anni di presidenza, durante i quali ha dato un prezioso contributo per la crescita dell’associazione e dell’intero comparto biologico piemontese. Nata nel 1991 agli “albori del biologico”, Terramica conta oggi oltre 450 aziende associate, distribuiti sull’intero territorio regionale, offrendo un ventaglio di produzioni ampio: dalla frutticoltura all’orticoltura, dalla vitivinicoltura alla cerealicoltura oltre a zootecnia ed apicoltura. Subentrano all’incarico di Presidente Giacomo Ballari, apicoltore e frutticoltore di Barge (Cn), attualmente presidente di Fattoria Amica, in passato già delegato nazionale di Giovani Impresa e presidente Ceja, Consiglio Europeo
Gianfranco Balzola nel suo allevamento bio a Robella.
Giovani Agricoltori, e in veste di vice presidenti, Giuseppe Piovano, orticoltore di Trofarello in provincia di Torino, e Gianfranco Balzola, allevatore di Robella in provincia di Asti. “Interpretando il pensiero di tutti i produttori biologici – dice Giacomo Ballari – desidero ringraziare Aldo Viale per il lavoro svolto e per i preziosi consigli che ancora vorrà riservarci”. Quello del biologico rappresenta oggi un comparto di grande interesse che conta, considerando
l’intera filiera produttiva piemontese, quasi 2.000 operatori ed una superficie coltivata di circa 30.000 ettari. “Il presidente ed i vice presidenti eletti – evidenziano Roberto Moncalvo e Bruno Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti Piemonte – ben rappresenteranno la base associativa dell’associazione, che è cresciuta negli anni fino a rappresentare la quasi totalità delle aziende agricole biologiche piemontesi”.
Boom di iscrizioni agli istituti agrari Cresce l’interesse per l’agricoltura: +29%
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on un aumento record del 29 per cento delle iscrizioni negli istituti professionali agricoli e del 13 per cento negli istituti tecnici di agraria, agroalimentare ed agroindustria, la campagna torna prepotentemente a crescere nell’interesse delle giovani generazioni. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati relativi alle iscrizioni al primo anno delle scuole secondarie di II grado statali e paritarie per l’anno scolastico 2012/2013 divulgati dal Ministero dell’ Istruzione,
dell’Università e della Ricerca dal quale si evidenzia il successo dell’agroalimentare nelle scelte formative. Si tratta di una netta inversione di tendenza rispetto al passato quando la vita in campagna era considerata spesso sinonimo di arretratezza e ritardo culturale nei confronti di quella in città. A confermarlo è una analisi Coldiretti/Swg dalla quale emerge che la metà dei giovani tra i 18 ed i 34 anni - sottolinea la Coldiretti - preferirebbe infatti gestire un agriturismo piuttosto che fare l’impiegato in banca (23 per cen-
to) o anche lavorare in una multinazionale (19 per cento). Il contatto con la natura ed i suoi prodotti - precisano alla Coldiretti - è diventato premiante rispetto all’impegno negli strumenti finanziari di un istituto di credito o nei prodotti fortemente pubblicizzati di una grande multinazionale. Venute meno le garanzie del posto fisso che caratterizzavano queste occupazioni sono emerse tutte le criticità di lavori che in molti considerano ripetitivi e poco gratificanti rispetto al lavoro in campagna.
50 mila produttori “Bio” in Italia
Devono combattere anche contro frodi e concorrenza sleale
Etichettatura
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17 Italia, secondo la Coldiretti a circa 3 miliardi di euro. Un fatturato che pone l’Italia al quarto posto al livello europeo dietro Germania, Francia e Regno Unito e in sesta posizione nella classifica mondiale. Ad essere danneggiate – continua la Coldiretti - sono anche le circa 50mila aziende agricole italiane che coltivano biologico su una superficie coltivata di oltre un milione di ettari che garantiscono all’Italia la leadership europea nei bio per numero di imprese presenti. Di fronte al ripetersi di frodi che riguardano l’importazione di prodotti falsamente biologici è necessario – sottolinea la Coldiretti – che sia facilmente riconoscibile in etichetta
la produzione ottenuta con materia prima e standard nazionali, per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli sulla reale origine del prodotto acquistato.Siamo dunque di fronte ad una truffa che inganna il 46 per cento degli italiani che acquistano almeno qualche volta alimenti biologici dei quali lo fa regolarmente ben il 12 per cento per un totale di 6 milioni di consumatori. È quanto emerge da una indagine Coldiretti/Swg sulle abitudini alimentari degli italiani. L’identikit dell’acquirente regolare di prodotti biologici, è una donna, di età compresa tra i 45 ed i 55 anni con una scolarità alta.
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on un aumento record dei consumi bio del 7,3 per cento in Italia nel 2012 è colpevole il ritardo accumulato nel rendere obbligatoria l’indicazione di origine sugli alimenti che ha favorito il boom delle importazioni di prodotti biologici con aumenti a due cifre negli ultimi anni e il moltiplicarsi di truffe a danno dei produttori biologici italiani e dei consumatori. È quanto afferma Coldiretti sulla base dei dati Ismea nell’esprimere apprezzamento per il maxisequestro della Guardia di Finanza avvenuto l’11 aprile nelle Marche, Emilia Romagna, Sardegna, Molise e Abruzzo di soia, mais e grano tenero contraffatti o contaminati con pesticidi e ogm provenienti dall’Ucraina, dalla Moldavia e dall’India. Un maxisequestro che – sottolinea Coldiretti - ha consentito di togliere dal mercato prodotti base che altrimenti sarebbero finiti in alimenti per i quali si è registrato nel 2012 una grande aumento record dei consumi in Italia come biscotti, dolciumi e snack (+22,9 per cento) e pasta, riso e sostituti del pane (+8,9 per cento). Una truffa che colpisce anche i più piccoli se si considera che negli ultimi dieci anni sono raddoppiati i pasti biologici serviti nelle mense scolastiche, toccando quota 1,2 milioni. Tra esportazioni e consumi interni il giro d’affari complessivo del biologico ammonta in
Giovani in azienda: “coltivare il coraggio” Organizzati tre incontri in provincia di Asti
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Prospettive
li scorsi 9, 11 e 16 aprile si è svolto il corso di formazione per i ragazzi di Coldiretti Giovani Impresa Asti. Tenuto dalla professoressa Stefania Barbiero, il corso ha permesso ai ragazzi di: • Conoscere altri giovani agricoltori e creare una nuova rete di contatti • Confrontare e raccogliere idee utili per l’azienda • Conoscere le opportunità che Giovani Impresa offre
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• Coltivare il coraggio L’iniziativa è stata replicata su tutto il territorio della provincia organizzando tre giornate. Durante la prima giornata sono stati incontrati i ragazzi delle zone di Villanova, San Damiano e Castelnuovo Don Bosco presso l’agriturismo “Cascina Papa Mora” di Adriana e Maria Teresa Bucco a Cellarengo. Il secondo appuntamento ha visto protagonisti i ragazzi delle zone di Asti, Moncalvo e Montiglio presso l’agri-
turismo a Asti “Il buon seme“ di Luisa Vergnano; mentre i ragazzi delle zone di Nizza Monf.to, Canelli e Vesime hanno tenuto il corso nell’ultima giornata presso l’agriturismo “Barbanera” di Barbanera Gianmario a Calamandra. Questo è stato l’inizio di un percorso che proseguirà nei prossimi incontri dove i ragazzi saranno nuovamente invitati a partecipare per scoprire i vantaggi che il lavoro di squadra dà anche nel mondo agricolo.
Corsi universitari più facili Convenzione CCIAA e Coldiretti
È
stata firmata una convenzione tra Coldiretti e l’Università telematica delle Camere di Commercio Italiane (Universitas Mercatorum), per promuovere la preparazione di livello universitario sulla gestione di impresa, in particolare dei giovani imprenditori. Il corso di laurea triennale dell’Universitas Mercatorum prevede in particolare 3 differenti percorsi di studio: Gestione delle imprese; Amministrazione delle imprese pubbliche e private e controllo
S. Damiano Cisterna Celle Enomondo Ferrere
delle performance; EX.TER.O: export dei territori e delle organizzazioni. Per i già laureati vi è poi la possibilità di master come quello di I° livello avviato quest’anno in “Imprese Nuove e Sviluppo Economico”. La convenzione - rivolta ai soci, ai dipendenti di Coldiretti nelle sue diverse strutture territoriali e ai loro familiari (fino al I°) - dà diritto a una riduzione del 35% delle tasse universitarie. In aggiunta alla detrazione vi sarà la possibilità per gli iscritti di partecipare alle diverse
agevolazioni che l’Universitas Mercatorum (http://www. unimercatorum.it/) mette annualmente a disposizione (ad esempio borse di studio che consentono di ridurre il costo di iscrizione).
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San Damiano d’Asti
Tel. & Fax 0141.975146
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Malattie professionali in agricoltura
Quando il lavoro ne costituisce la causa diretta e determinante
a causa e nell’esercizio del lavoro svolto. Data la complessità della materia è necessario che in caso di sospetta malattia professionale gli interessati prendano contatto tempestivamente con gli uffici del patronato EPACA. Gli operatori forniranno tutta l’assistenza necessaria, provvedendo in primo luogo ad inviare tempestivamente la denuncia all’Inail, al fine di evitare la perdita dei benefici economici e offrendo al contempo un servizio gratuito di consulenza medico legale qualificata.
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al rischio di quella malattia. Rientrano ad esempio nell’elenco delle malattie professionali in agricoltura: le malattie causate da esposizione a sostanze dannose, quelle causate da radiazioni solari, per le lavorazioni svolte prevalentemente all’aperto; la sordità da rumore; l’ernia discale lombare causata da lavorazioni svolte con macchine che espongono a vibrazioni trasmesse al corpo intero: trattori, mietitrebbia, vendemmiatrice semovente; malattie da sovraccarico degli arti superiori: tendiniti e sindrome del tunnel carpale, ecc. Sono comunque indennizzabili dall’Inail anche le malattie non presenti nella tabella di Legge: in tal caso, però, il lavoratore deve dimostrarne l’origine lavorativa, vale a dire che la malattia si è verificata
Epaca
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coltivatori diretti coloni e mezzadri sono assicurati obbligatoriamente all’Inail, quindi sono tutelati non solo se subiscono un infortunio sul lavoro, ma anche se contraggono una malattia a causa e nell’esercizio del lavoro svolto o dei materiali utilizzati (es. esposizione a sostanze dannose, rumore, ecc.). Le malattie professionali si differenziano dagli infortuni sul lavoro in quanto sono originate da una causa lenta e prolungata nel tempo (es. il lento processo di assorbimento di sostanze tossiche da parte dell’organismo), al contrario dell’infortunio sul lavoro che si caratterizza per una causa violenta e improvvisa (es. una caduta dall’alto). Il riconoscimento della malattia professionale comporta il conseguente indennizzo economico da parte dell’Inail oltre all’erogazione delle necessarie cure mediche riabilitative. In ogni caso, per i coltivatori diretti le prestazioni economiche e sanitarie sono condizionate alla regolare iscrizione negli elenchi Inps e, per i titolari di azienda, anche al regolare versamento della contribuzione Inail, la cui riscossione è affidata all’Inps, unitamente ai contributi previdenziali. Le malattie di origine professionale riconosciute dalla Legge in agricoltura sono elencate in una apposita tabella e sono associate a una o più attività o lavorazioni. Se la malattia denunciata rientra in questo elenco il lavoratore, per vedersi riconoscere il relativo indennizzo, deve solo dimostrare di aver svolto in modo non occasionale una delle attività che in base alla tabella espongono
Interessante visita a Cuneo Attività di Donne Impresa Asti
Notizie
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l Coordinamento Donne Impresa Asti, il 17 aprile scorso, ha fatto visita alle seguenti aziende agricole della provincia di Cuneo: - Az.Agr. “San Biagio” di Revelli Delia (Responsabile Donne Impresa Cuneo) azienda ittica dove vengono allevati pesci di acqua dolce; • Agritomeria “Sanbiagese” di Elio Marabotto azienda che produce latte “alta qualità”e nel caseificio aziendale garantisce la scelta di formaggi del cuneese e del monregalese; • Az.Agr. “Lo struzzo Alpino“ di Mario Proglio azienda con allevamento di struzzi e spaccio con vendita carne e uova. La giornata è stata estremamen-
noscere queste importanti realtà agricole.
Una famiglia su quattro in difficoltà Causa la crisi crolla il potere di acquisto
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te interessante ed ha permesso a tutto il Coordinamento di co-
l crollo record del potere di acquisto del 4,8 per cento che si è verificato nel 2012 ha messo in difficoltà economiche quasi una famiglia su quattro (24 per cento), ma la situazione è destinata addirittura a peggiorare per quasi la metà degli italiani (48 per cento). È quanto emerge da una analisi Coldiretti-Swg in riferimento ai dati sul Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle societa’ relativi al 2012 divulgati dall’Istat. Il 51 per cento delle famiglie sottolinea la Coldiretti - dichiara di riuscire a pagare appena le spese senza potersi permettere ulteriori lussi, mentre una percentuale dell’8 per cento non ha un reddito sufficiente nemmeno per l’indispensabile.
C’è però anche - continua la Coldiretti - un 40 per cento di italiani che vive serenamente senza particolari affanni economici e l’1 per cento che si può concedere dei lussi. Le difficoltà familiari sostiene la Coldiretti - si trasferiscono nei consumi ed hanno anche toccato la spesa alimentare in calo del 2 per cento nel 2012 La situazione è peggiorata nell’anno in corso con il crollo della spesa anche per i prodotti base dell’alimentazione con un taglio dei consumi in quantità del 4,2 per cento della frutta, del 3 per cento per gli ortaggi mentre si registra un calo delle macellazioni delle carni del 7 per cento, nei primi due mesi dell’anno. A diminuire in quantità sono stati anche gli acquisti familiari di gra-
na padano del 7,5 per cento e parmigiano reggiano del 3,3 per cento anche per la concorrenza dei similgrana con minori garanzie qualitative ma venduti a basso costo. A variare non è stato quindi solo il menu ma anche il livello qualitativo dei prodotti acquistati con un preoccupante forte aumento della presenza di cibi low cost che non sempre sono in grado di garantire standard di qualità e sicurezza elevati. Ma con la crisi in un anno - conclude la Coldiretti - è anche praticamente raddoppiata al 12,3 per cento la percentuale di italiani che dichiara di non poter approntare un pasto adeguato in termini di apporto proteico ogni due giorni.
Il disegno di legge sulla caccia non risolve i problemi abbattimento predisposti dalle province, con il solo ausilio dei cacciatori, non hanno portato ad alcun risultato, anzi la situazione è notevolmente peggiorata sia dal punto di vista agricolo che sociale”. Aggiunge Bruno Rivarossa, direttore di Coldiretti Piemonte: “Cinghiali e caprioli sono spesso causa di incidenti stradali, molti dei quali gravi e in alcuni casi anche mortali. Riceviamo continuamente segnalazioni di sindaci che manifestano la necessità di contenere queste specie, non solamente per gli aspetti agricoli ed ambientali, ma per garantire l’incolumità dell’intera società, in particolare delle persone
che vivono nelle zone collinari e montane. Riteniamo che il disegno di legge attualmente in discussione possa essere rafforzato e migliorato nell’interesse delle imprese, dell’ambiente e di tutta la società. Se non dovessero essere accolte le nostre richieste, ci riserviamo azioni di sensibilizzazione anche con il coinvolgimento delle amministrazioni comunali piemontesi e delle varie associazioni costituitesi a difesa degli interessi del cittadino. Il problema si trascina da troppo tempo e nella gente stanno subentrando, dopo tanta rabbia, anche pericolosi sentimenti di rassegnazione che sono delete-
SERVIZIO COLF E BADANTI
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La Società di servizi Impresa Verde Asti S.r.l. ha istituito un servizio per l’elaborazione delle buste paga dei lavoratori domestici, Colf e Badanti. Il servizio comprende l’espletamento di tutti gli adempimenti burocratici collegati al settore. PER INFORMAZIONI: Tel. 0141 380400 - 380419 - Fax 0141 355138 - C.so F. Cavallotti, 41 14100 ASTI E-mail: asti@coldiretti.it Presso gli uffici di Impresa Verde s.r.l., società ausiliaria del CAF COLDIRETTI, vengono svolte tutte le pratiche relative a: • Mod. RED - INPS - INDAP • Pratiche ISE - ISEE •Modelli 730 • Pratiche di successione
PER INFORMAZIONI: Tel. 0141 380400 - Fax 0141 355138 - C.so F. Cavallotti, 41 - 14100 ASTI E-mail: asti@coldiretti.it
COLDIRETTI ASTI
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l Consiglio Regionale del Piemonte ha trasmesso alla Commissione Agricoltura il disegno di legge licenziato dalla Giunta regionale piemontese in materia di caccia. Coldiretti Piemonte ha partecipato alla consultazione indetta dalla Commissione con il presidente Roberto Moncalvo, accompagnato dal vice direttore Marco Girò e dai tecnici e legali che per l’organizzazione si occupano del settore, consegnando alla commissione e al presidente del Consiglio Regionale, Valerio Cattaneo, un articolato documento contenente le proposte di modifica di Coldiretti Piemonte. Dice Roberto Moncalvo, presidente della Federazione regionale: “Il nostro documento è molto articolato e parte dalla constatazione che il disegno di legge attualmente in discussione affronta la tematica essenzialmente dal punto di vista venatorio, senza dare risposte risolutive alle esigenze del mondo agricolo ed alla società civile. In particolare, abbiamo chiesto di introdurre la possibilità del controllo delle specie di selvaggina in eccesso, nello specifico cinghiali e caprioli, dando la possibilità agli agricoltori di attuare con modalità molto semplificate forme di contenimento delle specie selvatiche sui fondi propri o condotti a qualsiasi titolo. Un modo per tutelare il reddito delle imprese agricole, visto che in questi anni i piani di
Attualità
Nè per l’agricoltura, che per tutela dell’ambiente o la sicurezza stradale
Attualità numero 5 – 2013
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ri dal punto di vista della tutela dell’ambiente e della salvaguardia del territorio”. Coldiretti Piemonte intende proseguire questa battaglia a tutela non solo del settore agricolo, ma dell’intera società piemontese. La collettività in questi anni ha pagato un prezzo troppo alto, sia in termini economici che di vittime, per uno sport che ha perso la sua vera natura, trasformandosi in molti casi in una ricerca del business, fatto da pochi sui terreni agricoli e in “barba” alle legittime richieste della società civile e delle amministrazioni comunali. L’energica posizione assunta da Coldiretti Piemonte deriva anche dalla lettura dei dati. Si pensi che dal 1996 al 2011, in Piemonte si sono spesi per indennizzare una parte dei danni agricoli 33.453.000 euro con una media annua di 2.091.000 euro. Ciò che è davvero sconcertante e che dimostra il chiaro fallimento degli obiettivi della legge regionale 70/96, è che nel 1996 venivano accertati danni per 785.000 euro. Nel 2011, i danni annuali sono passati a 2.261.000 euro. Almeno tre volte tanto! Senza contare gli incidenti stradali, il danno all’ambiente ed i pericoli sanitari. Concludono Moncalvo e Rivarossa: “Abbiamo sempre tenuto nei confronti della Regione una posizione ferma, ma costruttiva. La proposta attuale non ci soddisfa. Chiediamo una immediata integrazione del disegno di legge della Giunta da parte del Consiglio regionale. Se questo non dovesse avvenire, ci riserviamo in tempi brevi, azioni forti, perché sul territorio la rabbia è davvero tanta”.
Acconto danni all’agricoltura Atc Sud delibera 50 mila euro per il 2012
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o scorso 19 aprile, l’Ambito territoriale di caccia, ATC AT2 Sud Tanaro, ha deliberato il pagamento delle domande di risarcimento danni presentate dagli agricoltori per l’anno 2012. L’importo del finanziamento, pari a € 50.000,00, servirà a coprire il 50% del totale dei danni arrecati agli agricoltori lo scorso anno. “Grazie a una attenta economia della gestione interna dell’Atc
– dichiara soddisfatto il rappresentante Coldiretti nel consiglio di amministrazione dell’ambito di caccia, Domenico Perfumo – riusciamo ad elargire questo consistente acconto. Infatti la Regione Piemonte, ad oggi, ha saldato il 2011 ed è quindi in ritardo di un anno. Un bel segnale per l’economia agricola locale che contiamo di confermare non appena la Regione provvederà al trasferimento dell’acconto 2012”.
Giornata regionale del Pensionato La 16a edizione a Novara il 6 giugno
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arà la città di Novara ad ospitare quest’anno l’annuale Giornata regionale dei pensionati Coldiretti. Giunta alla sedicesima edizione, giovedì 6 giugno riunirà gli associati in pensione, i loro amici, parenti e chi ha fatto parte dell’organizzazione nella sua vita lavorativa. La quota di partecipazione individuale è stata fissata a 30 euro. Naturalmente anche da Asti sarà organizzata la trasferta in pullman e si prevede una massiccia partecipazione. Come di consueto il comitato regionale dell’Associazione Pensionati Coldiretti guidato
dall’astigiano Bruno Porta, ha fatto le cose per bene ed ha organizzato una giornata di sicuro interesse e di divertimento. Il ritrovo dei partecipanti è previsto a Novara alle 9,30, con colazione nel chiostro della Cattedrale, alle 10,30 si terrà la solenne celebrazione eucaristica. Alle 12 è programmato il saluto dei dirigenti nazionali, regionali e provinciali. A seguire il pranzo a “Novarello” dove il gruppo sarà intrattenuto anche con musiche e balli. Per prendere parte all’iniziativa e prenotare il pullman si può contattare la segreteria dell’Associazione provinciale pensionati al n° 0141.380.400.
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
PSR: arrivano le regole di transizione In attesa del gennaio 2014 che programmerà fino al 2020
schimento dei terreni non agricoli” all’interno della cosiddetta “lista negativa” ovvero delle misure dei PSR 2007-2013 per le quali non sarà possibile assumere nuovi impegni nei confronti dei beneficiari dopo il 31 dicembre 2013; la definizione delle regole per l’identificazione del momento in cui le autorità di gestione finiscono di assumere impegni a valere sulla corrente programmazione ed iniziano ad assumere impegni sui PSR 2014-2020 (cosiddetta regola del “cut-off”).
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finanziare dei PSR 2007-2013 nell’ambito della procedure delle modifiche in assenza di Decisione comunitaria; la possibilità di estendere sino al 2014 (e quindi non più sino al 2013) la durata degli impegni pluriennali a valere dei contratti in corso per agroambiente-foreste-benessere animali; l’inclusione delle sole misure “113 - Prepensionamento”, 131 “Rispetto delle norme basate sulla legislazione comunitaria”, “221 - Primo imboschimento dei terreni agricoli” e “223 - Imbo-
Misura 111-1B
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n attesa dei prossimi Piani di sviluppo rurale delle Regioni, che dovranno partire il primo gennaio 2014, la Commissione Europea ha definito le regole di transizione, ossia di passaggio dagli attuali Psr a quelli futuri. Sarà comunque inevitabile un periodo di sovrapposizione tra vecchia e nuova programmazione. Pertanto si sono stabilite norme per garantire che le misure previste per il periodo 2007-2013 siano applicate in modo da non assorbire una quota sproporzionata delle risorse finanziarie per il 2014-2020. Inoltre con l’avvicinarsi della fine della fase attuale, si sono ridotti gli oneri procedurali per gli Stati membri che modificano i piani di sviluppo rurale ed altre norme per velocizzare l’avvio della nuova. La proposta di modifica del Reg. (CE) 1974/2006 prevede: l’incremento della flessibilità dall’1 per cento al 3 per cento del limite massimo per le modifiche
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Scopi della chiarifica Uso dei chiarificanti complessi e interazioni tra collaggio e filtrazione
Misura 111-1B
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er terminare l’elenco dei coadiuvanti considerati nei numeri precedenti occorre dedicare alcune battute al sol di silice. Il sol di silice viene generalmente posto in commercio sotto forma formulati in soluzione acquosa al 30%. Al pH normale dei mosti presenta carica elettronegativa e floccula in presenza di micelle di gelatina che al pH dei mosti sono elettropositive. L’azione combinata di questi due colloidi, provoca l’aggregazione delle loro micelle che flocculano trascinando altri colloidi presenti nel mosto. Il sol di silice non è sensibile ai colloidi protettori prodotti dalla botrite e pertanto può essere impiegato su mosti ricchi di colloidi e polisaccaridi; non ha potere di adsorbimento sulle proteine che sono causa di casse proteica; il suo effetto non è influenzato dalla temperatura (che non deve essere comunque inferiore a 12°C) e dal pH; in alcuni casi può essere impiegato nella prevenzione del surcollaggio. La chiarifica sol di silice-gelatina viene usata da tempo nelle operazioni di defecazione dei mosti bianchi. Prima della gelatina deve essere aggiunto il sol di silice. Si usa anche per eliminare il carbone dai mosti: ad esempio sul Pinot grigio, per eliminare il carbone
impiegato per decolorare, si fa seguire la chiarifica gelatina sol di silice. Si può usare sui vini rossi molto torbidi; su vini rossi molto tannici si può utilizzare prima la gelatina. In genere si impiegano dai 50 ai 100 ml di sol di silice al 30% a cui si fa seguire la gelatina. Il rapporto corretto va stabilito con prove di laboratorio. Il rapporto può andare da 5 a 20 parti di sol di silice per 1 parte di gelatina. Quando si impiegano dosi alte di bentonite è bene aumentare la dose di gelatina. Per formare una fitta rete di coaguli la gelatina deve avere un numero di bloom di 80 -100. Non sono adatte le gelatine in lamine (150 – 200 Bloom) che tendono a dare surcollaggio come non sono adatte le gelatine solubili a freddo. L’uso combinato sol di silice gelatina provoca una rapida defecazione che porta alla formazione di flocculi pesanti che trascinano con se altri colloidi
Con questo numero terminiamo il percorso sull’uso dei chiarificanti in enologia dedicando alcune riflessioni agli scopi principali della chiarifica, all’uso dei chiarificanti complessi e alle nuove problematiche dettate dalle limitazioni sull’uso dei coadiuvanti allergenici. del mosto, formando un ridotto volume di fecce e un deposito molto compatto nell’arco di 8 - 16 ore; provoca inoltre una riduzione del volume di feccia, l’aumento della filtrabilità del chiarificato, la possibilità di ridurre l’uso della SO2 in vinificazione, la riduzione di flavani ossidabili e del ferro. Risultati ancora migliori in termini di tempo e di limpidezza si ottengono con l’uso abbinato agli enzimi pectolitici: in questo caso la temperatura deve essere adatta per favorire l’azione degli enzimi. Comparazione degli effetti tra il collaggio e la filtrazione Con la filtrazione l’illimpidimento è più rapido perché si ottiene immediatamente un vino limpido a partire da un vino torbido.
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Con il collaggio si ottiene una limpidezza più stabile, poiché agisce sui colloidi instabili che possono flocculare successivamente. Il collaggio è molto importante per la stabilizzazione del colore dei vini rossi o per la prevenzione della casse ferrica. Nella pratica di cantina collaggio e filtrazione agiscono bene insieme. Il collaggio prima della filtrazione migliora il rendimento dei filtri e floccula le particelle in sospensione, riducendo la colmatazione. I batteri e i lieviti vengono arrestati meglio dalla filtrazione dopo un collaggio. Viceversa, la filtrazione, anche grossolana, di un vino giovane molto torbido permette di avere un collaggio più veloce. Si dice che un vino “prende meglio la colla” dopo la filtrazione che ha eliminato preliminarmente parte delle mucillaggini e delle materie in sospensione. Il collaggio interferisce sulla costituzione del vino più che la
filtrazione; in particolare il collaggio con sostanze proteiche e bentonite riduce il colore dei vini rossi più che la filtrazione e ci sono maggiori possibilità di ridurre la struttura del vino. In generale lo scopo di una chiarifica è quello di preservare la limpidezza di un vino nel tempo, preservarne la fragranza e aumentare il suo “shelf life”. L’impiego di chiarificanti complessi crea spesso un’azione sinergica permettendo di ottenere un’azione un migliore illimpidimento rispetto all’impiego delle singole materie prime. In ogni caso la prova di chiarifica in laboratorio “prova in piccolo” consente di stabilire l’effetto migliore. A conclusione del nostro percorso tra i chiarificanti enologici occorre ricordare che, recentemente, sono entrate in vigore le nuove disposizioni sugli allergeni mediante le quali il legislatore ha stabilito le informazioni da utilizzare nei con-
fronti dei consumatori affetti da allergie alimentari. Tali patologie rappresentano per l’Europa un problema sanitario in crescita che secondo alcune stime, coinvolgono circa l’8% dei bambini ed il 3% degli adulti. La dose necessaria per scatenare una patologia allergica può essere in alcuni casi estremamente ridotta. L’elenco degli allergeni del vino riguardano le uova e i prodotti a base di uova (albumina), il pesce i prodotti a base di pesce (itiocolla), il latte e i prodotti a base di latte (caseina) e i solfiti. Alcune sostanze quali i prodotti derivati di pesce risultano temporaneamente escluse dall’elenco. Occorre pertanto tener conto di queste indicazioni considerato che esistono in commercio nuove formulazioni di chiarificanti complessi, esenti da sostanze allergeniche, con i quali si possono ottenere ottimi risultati di chiari
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Trasferimento del diritto di reimpianto vigneti
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seguito dell’introduzione della nuova modulistica per le cessioni dei diritti di reimpianto vigneti, l’Agenzia Entrate, interpellata dalla Regione sull’obbligo di registrazione, ha risposto ribadendo una precedente posizione con cui sostiene l’obbligatorietà della registrazione delle scritture in misura fissa se sog-
gette a Iva, o in misura proporzionale negli altri casi. Considerata la presa di posizione dell’Agenzia Entrate, dunque, anche per i viticoltori piemontesi scatta l’obbligo di registrazione. Oltre alla registrazione e agli oneri in termini di tempi e di costi, ultimamente veniva anche richiesta dalle Province
l’autenticazione delle firme sulla scrittura privata e l’apposizione delle marche da bollo. Coldiretti, in un recente incontro con l’Assessorato regionale all’Agricoltura, ha definitivamente chiarito come la registrazione della scrittura privata attesti già la data certa e pertanto non debba essere autenticata la firma.
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Vige l’obbligo di registrazione della scrittura
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Distanze da corpi idrici superficiali Le tre casistiche principali
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n riferimento al rispetto di opportune distanze dai corpi idrici superficiali, per opportuna chiarezza riprendiamo in queste pagine tre argomenti che coinvolgono strettamente l’attività agricola, invitando gli interessati per eventuali chiarimenti a contattare gli uffici tecnici Coldiretti.
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1 - STANDARD 5.2: Introduzione di fasce tampone lungo i corsi d’acqua Questo standard è stato introdotto dal 2012 nelle regole di condizionalità e riguarda la costituzione di fasce tampone inerbite, arbustive o arboree lungo fiumi, torrenti e canali. I corpi idrici interessati sono quelli individuati dal Piano di gestione del distretto idrografico del Po. La fascia tampone, da costituire o mantenere lungo il corso d’acqua, è la fascia entro la quale non è consentito distribuire concimi inorganici e ha larghezza variabile in base allo stato di salute dell’acqua. Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta. IMPEGNI APPLICABILI ALLE AZIENDE AGRICOLE A norma dell’articolo 22, comma 1 del Decreto Ministeriale n. 30125 del 22 dicembre 2009 e s.m.i., e al fine di proteggere le acque superficiali e sotterranee dall’inquinamento derivante dalle attività agricole, sono richiesti il mantenimento o la costituzione di una fascia tampone lungo i corpi idrici superficiali di torrenti, fiumi
e canali, in accordo con quanto di seguito specificato. Sono esclusi dall’applicazione dello standard i seguenti elementi: • Scoline e fossi collettori situati lungo i campi coltivati per la raccolta dell’acqua in eccesso e altre strutture idrauliche artificiali destinate a raccogliere e convogliare temporaneamente le acque meteoriche; • adduttori di acqua per l’irrigazione, le cui acque sono destinate soltanto ai campi coltivati; • pensili (corpi idrici in cui la quota del fondo risulta superiore rispetto al campo coltivato); • corpi idrici provvisti di argini rialzati rispetto al campo coltivato, che determinano una barriera tra il campo e l’acqua. I fiumi, torrenti e canali cui si applica lo standard sono quelli indicati negli elaborati del Piano di gestione dell’Autorità di Bacino. Ai fini del presente standard, per “fascia tampone” s’intende una fascia stabilmente inerbita spontanea o seminata, oppure arbustiva o arborea, spontane a o impiantata. La larghezza minima della fascia tampone è differenziata in funzione dello stato attuale del corpo idrico, risultante dal monitoraggio: • almeno 5 metri di larghezza per corpi idrici superficiali il cui stato attuale è classificato come “cattivo” o “scarso”; • almeno 3 metri di larghezza per corpi idrici superficiali il cui stato attuale è classificato come “sufficiente” o “buono”;
La fascia tampone può non essere presente per corpi idrici superficiali il cui stato attuale è classificato come “elevato”. In mancanza della classificazione dello stato attuale del corpo idrico, è richiesta l’introduzione di una fascia tampone di 5 metri di larghezza. La larghezza della fascia tampone viene misurata a partire dal ciglio di sponda del corso d’acqua e al netto della superficie eventualmente occupata da strade che non siano (anche solo parzialmente) inerbite. Sono stabiliti i seguenti impegni inerenti la fascia tampone. a) Entro la larghezza minima richiesta per la fascia tampone è vietato effettuare lavorazioni del terreno, escluse quelle propedeutiche alla capacità filtrante della fascia esistente. b) È vietato applicare fertilizzanti inorganici entro 5 metri dai corsi d’acqua, secondo quanto stabilito dal Codice di Buona Pratica Agricola, parte “Applicazione di fertilizzanti ai terreni adiacenti ai corsi d’acqua”, approvato con D.M. 19 aprile 1999. Tale impegno si intende rispettato con limite di 3 metri, in presenza di: - stato attuale del corpo idrico superficiale interessato “buono” o “elevato”; - frutteti e vigneti inerbiti di produzione integrata o biologica. Nel solo caso di fertirrigazione, l’impegno si considera rispettato
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DEROGHE La deroga agli impegni sopra descritti è ammessa per le risaie. La deroga all’impegno a) è ammessa nei seguenti casi:
• particelle agricole ricadenti in “aree montane”, come da classificazione ai sensi della Direttiva CEE 268/75 del 28 aprile 1975 e s.m.i.; • terreni stabilmente inerbiti per l’intero anno solare; • colture autunno-vernine seminate prima del 1/1/2012 (nel primo anno di applicazione del presente standard). 2 - ACCUMULO TEMPORANEO DI LETAMI MATURI (non in platea, nei campi) Si tratta di norme valide per tutte le aree, vulnerabili e non vulnerabili. L’accumulo temporaneo su suolo agricolo di letami maturi, a valle dello stoccaggio effettuato in platea di almeno 90 giorni, è ammesso per UN PERIODO NON SUPERIORE A TRE MESI. L’accumulo può essere praticato ai soli fini della utilizzazione agronomica sui terreni circostanti non ancora lavorati ed in quantitativi non superiori al fabbisogno di letame dei medesimi. L’accumulo non può essere ripetuto nello stesso punto per più di una stagione agraria e ed deve essere effettuato nel rispetto delle seguenti distanze: a) 5 metri dalle scoline o dal reticolo minore di drenaggio; b) 30 metri dalle sponde dei corsi d’acqua naturali e artificiali; c) 40 metri dall’inizio dell’arenile per le acque lacuali (laghi), nonché dai corpi idrici ricadenti nelle zone umide individuate ai sensi della Convenzione di Ramsar del 2 febbraio 1971; d) 50 metri da abitazioni e 20 metri da strade, fatta eccezione per
quelle interpoderali e per le piste agrosilvopastorali. La conduzione dell’accumulo deve essere tale da: a) limitare lo scorrimento superficiale dei liquidi di sgrondo e il contatto con acque di ristagno; a tale scopo, in assenza di copertura superiore, fatte salve le modifiche conseguenti alla permanenza in campo, l’accumulo deve svilupparsi in altezza favorendo il deflusso superficiale delle acque piovane; b) garantire il drenaggio del percolato prima del trasferimento in campo durante le fasi di stoccaggio; c) favorire l’aerazione della massa. L’accumulo è vietato ai sensi del Piano di Assetto Idrogeologico del Bacino del fiume Po nei territori ricadenti in Fascia A e nei terreni sistemati a campoletto.
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3 – ESECUZIONE TRATTAMENTI FITOSANITARI Tra le vigenti regole da osservare nell’esecuzione dei trattamenti fitosanitari ricordiamo le seguenti: • Non trattare nelle ore più calde della giornata o in giornate piovose. • Non trattare in giornate ventose per evitare l’effetto di deriva del prodotto. • Evitare che la nube di prodotto fuoriesca dall’appezzamento irrorato, investendo case, strade, giardini, corsi d’acqua e colture confinanti. • Sospendere il trattamento ad almeno 10 metri da un corso d’acqua e ad almeno 200 metri da un pozzo di captazione potabile.
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se si verificano le condizioni di cui ai due trattini precedenti. a) L’utilizzo dei letami e dei materiali ad esso assimilati, nonché dei concimi azotati e degli ammendanti organici, è soggetto a quanto stabilito dall’art. 22 del DM 7 aprile 2006; l’uso dei liquami è soggetto a quanto stabilito dall’art. 23 del DM 7 aprile 2006 [ovvero: l’utilizzo dei liquami e dei materiali ad essi assimilati, nonché dei fanghi derivanti da trattamenti di depurazione è vietato almeno entro 10 metri di distanza dalle sponde dei corsi d’acqua superficiali, 30 metri dall’inizio dell’arenile per le acque lacuali, marino-costiere e di transizione, nonché dei corpi idrici ricadenti nelle zone umide individuate ai sensi della Convenzione di Ramsar del 02/02/1971]. L’eventuale irregolarità riscontrata nel corso di controlli su questa disposizione non viene sommata a quella relativa all’atto A4 della condizionalità, riguardante le Zone Vulnerabili da Nitrati. Sono esclusi dall’obbligo di estirpazione gli impianti arborei produttivi compresi nella fascia tampone esistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto. Sono ammessi l’impianto e il reimpianto purché vengano rispettati gli obblighi inerenti la fascia tampone, fatto salvo il rispetto della normativa vigente in materia di opere idrauliche e regime delle acque e delle relative autorizzazioni.
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Sicurezza e semplificazioni in agricoltura Per i lavoratori stagionali del settore agricolo
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on comunicato del Ministero del Lavoro (in GU del 12 aprile 2013 n. 86) è stata ufficializzata la pubblicazione del Decreto Interministeriale del 27 marzo 2013 in materia di informazione, formazione e sorveglianza sanitaria dei lavoratori stagionali del settore agricolo. AMBITO DI APPLICAZIONE Imprese che impiegano lavoratori stagionali in lavorazioni generiche e semplici non richiedenti specifici requisiti professionali per un numero di giornate non superiore a 50 nell’anno e prestatori di lavoro accessorio in attività stagionali di cui all’art. 70 D.Lgs. 10 settembre 2003, n. 276. SORVEGLIANZA SANITARIA Salvo che per i casi specifici nei quali vi è l’esposizione a rischi specifici (per i quali è esclusa la presente semplificazione), gli adempimenti sulla sorveglianza sanitaria si intendono assolti attraverso una visita medica preventiva preassuntiva (prima dell’adibizione alle mansioni) a carico del “primo” datore di la-
voro ed effettuata dal lavoratore presso il medico competente ovvero il dipartimento di prevenzione della ASL. La certificazione di idoneità, che deve essere acquisita in copia dal datore di lavoro, ha validità biennale. Conseguentemente, in questo lasso temporale, tutti i datori di lavoro agricolo (compreso il primo che ha “assolto” l’obbligo, qualora dovesse avvalersi delle prestazioni del medesimo lavoratore in diverso periodo dell’anno o nell’anno successivo) che ricorrono alle prestazioni stagionali dei lavoratori in possesso di quella certificazione d’idoneità
sono esonerati dagli obblighi relativi alla sorveglianza sanitaria. FORMAZIONE E INFORMAZIONE Il datore di lavoro assolve gli obblighi di formazione ed informazione dei lavoratori stagionali e dei prestatori di lavoro accessorio mediante consegna di documenti certificati da Asl o Enti Bilaterali redatti in diverse lingue e aventi contenuto informativo e formativo dei rischi presenti in azienda, degli obblighi cui i lavoratori sono tenuti e di tutto quanto sia necessario per lo svolgimento in sicurezza delle mansioni cui essi vengono adibiti.
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1. Monitorare in maggio-giugno la presenza delle forme giovanili di scafoideo, per individuare la data migliore per il primo trattamento insetticida obbligatorio. 2. Nel caso delle aziende biologiche è bene effettuare 2, meglio 3 trattamenti con piretro, intervenendo più precocemente rispetto alle aziende convenzionali (a partire da fine maggio-inizio giugno evitando di trattare in fioritura della vite). 3. Monitorare da inizio luglio a fine ottobre la presenza degli adulti di scafoideo con le trappole cromotattiche (che vanno messe in numero di tre e sostituite ogni 15 giorni) al centro ed al bordo del vigneto, per decidere la data migliore per il secondo trattamento insetticida obbligatorio ed eventuali trattamenti successivi; è particolarmente importante controllare le trappole dopo i trattamenti insetticidi per verificarne l’efficacia. 4. Trattare tempestivamente: basarsi sulle indicazioni del Settore Fitosanitario Regionale, dei tecnici o dei Progetti pilota presenti in zona eventualmente corrette dai risultati del monitoraggio aziendale. 5. Trattare correttamente, utilizzando le protezioni adeguate per l’operatore, con volumi di acqua sufficienti, nelle ore più fresche, acidificando la soluzione (il pH deve essere inferiore a 7), trattando tutti i filari e verificando la compatibilità dell’insetticida con eventuali altri prodotti fitosanitari distribuiti assieme. 6. Verificare le differenze tra catture al centro ed al bordo del vigneto e prevedere ripassi dell’insetticida sui bordi del vigneto se necessario.
7. Durante il periodo giugno-settembre, preferibilmente dopo i trattamenti insetticidi, eliminare la vegetazione con sintomi o capitozzare le piante senza attendere la vendemmia; in inverno estirpare le piante comprese le radici; non occorre bruciare i residui di potatura. 8. Verificare la presenza di vite selvatica nei dintorni del vigneto ed eliminarla prontamente, preferibilmente tra ottobre e maggio per evitare che gli scafoidei si trasferiscano in massa dall’incolto al vigneto vicino. 9. Nella progettazione dei nuovi impianti, se possibile tenere conto delle differenze nella sensibilità varietale: alcuni vitigni sono molto sensibili ad FD. 10. Segnalare entro maggio al proprio Comune ed al Settore Fitosanitario Regionale la presenza di incolti appartenenti a proprietari che non sono disponibili a ripulire prontamente gli appezzamenti abbandonati (fax 011/4323710, mail virologia@regione.piemonte.it). 11. Nella progettazione dei nuovi impianti, considerare l’ambiente circostante: vi sono vigneti abbandonati nell’arco di 200 m? Vi sono incolti con vite selvatica? Evitare gli impianti in situazioni a rischio! 12. Evitare di rimpiazzare le viti estirpate nelle fasi epidemiche: fino al 10% di fallanze non vi sono riduzioni di resa e non si incorre in anomalie dovute ai controlli delle strutture di controllo (Valoritalia, Camera di Commercio di Torino, Agroqualità) COME ELIMINARE I RICACCI DI VITE DOPO UN ESTIRPO E LE VITI SELVATICHE DAGLI INCOLTI
1) Quando si estirpa un vigneto si devono estirpare anche le radici (non basta fare un taglio raso della pianta). Se dopo l’estirpo delle radici compaiono dei ricacci cosa fare? - in primavera (entro maggio) e in autunno trattare i ricacci di vite selvatica con miscela di glifosate ad alta concentrazione (dal 4 all’8% di pc) allo scopo di frenare lo sviluppo della vite. - non fresare o tagliare i ricacci nel periodo giugno-ottobre ma subito prima o subito dopo. 2) Viti selvatiche negli incolti Entro metà maggio tagliare le viti selvatiche alla base (anche le viti selvatiche che si sviluppano su piante di alto fusto). La fascia di rispetto da vigneti confinanti deve essere 15 m. Dopo il taglio trattare la parte rimasta con diserbante: miscela di glifosate ad alta concentrazione (dal 4 all’8% di pc) allo scopo di frenare lo sviluppo della vite.
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Subito dopo la vendemmia ripetere il trattamento localizzato con diserbante sui ricacci di vite selvatica; in questo periodo la linfa va verso le radici e quindi il trattamento diserbante è più attivo. Dopo il primo anno occorre ripetere la pulizia dai ricacci di vite nei terreni in cui sono stati estirpati i vigneti e negli incolti. Non fresare o tagliare i ricacci nel periodo giugno-ottobre ma subito prima o subito dopo. La presenza dei ricacci di vite deve sempre essere tenuta sotto controllo.
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A cura del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte
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Indicazioni per il controllo della flavescenza dorata della vite
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Nuove procedure per adempimenti sanitari Semplificazione e riordino dello Sportello Unico
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on la DGR 14 novembre 2012 n° 16-4910 la Regione Piemonte ha recepito il Decreto del Presidente della Repubblica 7 settembre 2010, n. 160, “Regolamento per la semplificazione ed il riordino della disciplina sullo sportello unico per le attività produttive”, applicandolo agli adempimenti previsti dal Regolamento CE 852/2004 (Igiene alimenti). La DGR ha stabilito che: 1. Lo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) è l’unico soggetto pubblico di riferimento territoriale per tutti i procedimenti relativi all’esercizio di attività produttive e di prestazione di servizi; l’elenco dei SUAP della Regione Piemonte è consultabile sul sito www.impresainungiorno.gov.it.
2. Le domande, le dichiarazioni, le segnalazioni e le comunicazioni, nonché gli elaborati tecnici e gli allegati, devono essere presentati in modalità telematica al SUAP, che diventa l’interfaccia tra il richiedente e la Pubblica Amministrazione e trasferisce per via telematica, la segnalazione certificata di notifica di inizio attività, alle amministrazioni interessate, le quali adottano modalità telematiche di ricevimento e trasmissione, anche di eventuali richieste aggiuntive. Per trasmissione per via telematica si intende tramite posta elettronica certificata (PEC) o attraverso le Agenzie per le Imprese accreditate. La DGR pertanto ridefinisce le procedure di segnalazione alle ASL, tramite il SUAP, di tutte le notifiche
delle imprese alimentari soggette alla registrazione ai sensi dell’art. 6 del Regolamento (CE) 852/2004, che ora ricade nell’istituto giuridico della segnalazione certificata di inizio attività (SCIA). Inoltre, la Regione Piemonte con la Determinazione Dirigenziale n. 692 del 15/10/2012, “Definizione di linee di indirizzo per il controllo ufficiale nella microimpresa”, ha introdotto alcune novità e semplificazioni all’interno dei Piani aziendali di Autocontrollo (Manuale HACCP); pertanto, tutti i manuali attualmente in possesso delle aziende sono da revisionare per essere in linea con le nuove disposizioni; il servizio specialistico di Coldiretti Asti sta contattando i vari interessati per le verifiche del caso.