Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 7 - Anno 2013. In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo
Anno
Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI
62°
ASTI
COLDIRETTI
Palalottomatica Roma Assemblea Nazionale Coldiretti
Mentre andiamo in stampa è ormai imminente l’appuntamento annuale con l’Assemblea Nazionale Coldiretti. Al Palalottomatica di Roma sono attesi almeno 15 mila associati per programmare il futuro del settore agricolo. Sul prossimo numero de “Il Notiziario Agricolo” pubblicheremo un ampio resoconto della giornata.
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Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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Ue.Coop: ecco il nuovo modello di sviluppo
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“La montagna vuole vivere”
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Danilo Merlo nuovo delegato dei Giovani Coldiretti Asti
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La Pac che vorremmo
Un’astigiana premiata a Roma
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La “carica” dei 500 pensionati Coldiretti
Speciale Misura 111 -PSR: Malolattica: effetti e conseguenza sulla qualità; Attenzione al Black Rot della vite; Flavescenza dorata della vite; Monitoraggio delle Scaphoideus Titanus; La solarizzazione in orticoltura protetta; L’agrillo del nocciolo;
Sommario
Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Periodico ufficiale Coldiretti Anno 62° numero 7 - 28 giugno 2013* Realizzazione grafica e stampa Riflesso – S.r.l. F.lli Scaravaglio & C. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.590425 Abbonamento annuale: Euro 20,00 *Data di chiusura del giornale
argomenti in evidenza
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Art. 62 e le sue vittime A qualcuno non piacciono i soldi subito
Editoriale
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di Antonio Ciotta, direttore Coldiretti Asti
ssistiamo in queste ultime settimane ad una serie di dichiarazioni da parte del mondo produttivo, commerciale, industriale e politico sulle sciagure inflitte all’economia italiana dall’applicazione del famoso art. 62 ovvero l’obbligo per legge del pagamento di tutte le merci acquistate entrò i 30 o 60 giorni a seconda dei casi. Negli ultimi anni, nel quasi totale silenzio ed assenso da parte di molti attori dell’economia e delle istituzioni politiche e sociali italiane, i prodotti agricoli acquistati da commercianti o industriali venivano pagati con enorme ritardo, spesso quando a sua volta il compratore aveva materializzato il proprio incasso e relativo profitto. Sarà mica un caso che quelle aziende che hanno potuto si sono proiettate verso la filiera corta ovvero la vendita diretta dei propri prodotti nei mercati di Campagna Amica o nei propri punti vendita ed in ultimo presso le Botteghe di Campagna Amica: soldi subito alla vendita del prodotto e spesso con un utile maggiore avendo permesso un risparmio al consumatore. Dunque l’art. 62, e l’ulteriore normativa di recepimento di regola-
menti comunitari, altro non fa che introdurre anche in Italia le stesse norme oramai in uso ed obbligatorie nel resto dell’Unione Europea. È o non è una bella cosa poter godere dei propri sacrifici e del proprio lavoro in tempi ragionevolmente compatibili con i cicli produttivi? Eppure a qualcuno, strano a dirsi, questa cosa non piace! Abbiamo raccolto riflessioni negative sull’art. 62 da parte di rappresentanti del mondo del commercio. La loro posizione si può capire ma assolutamente non si può condividere. Abbiamo raccolto però anche delle dichiarazioni di politici che criticano l’applicazione di questa norma e ne chiedono la rivisitazione se non addirittura l’abolizione. Invitiamo calorosamente questi politici a spiegare le motivazioni di tali considerazioni e le fondamenta su cui si poggiano. È forse sbagliato per essi che l’agricoltore percepisca il suo ricavo nei tempi debiti? È forse giusto per costoro che l’agricoltura faccia da banca agli altri anelli della filiera? È forse giusto per costoro che il mercato italiano si continui a comportare in maniera diversa dagli altri che in alcuni casi pagano prima della spedizione della merce come spesso accade con la Germania e i paesi dell’Oriente? È
giusto secondo costoro che l’imprenditore agricolo dopo aver anticipato tutte le spese per la produzione debba ancora aspettare le comodità di altri? A volte ci sentiamo dire che così si irrigidisce la filiera. Costoro hanno mai pensato a quanto la filiera è stata irrigidita proprio dai ritardati pagamenti dei prodotti agroalimentari? Costoro dicano pubblicamente ed in maniera chiara con chi stanno: con le regole del buon senso oppure contro il sistema agricolo di questo paese? Se caso mai ci fossimo sbagliati nel interpretare le parole di costoro confessiamo che siamo fin da subito disponibile a seguire accurato corso di formazione ma pretendiamo che ci venga obbligata la frequenza.
Ue.Coop: ecco il nuovo modello di sviluppo Si è tenuto il 20 giugno l’atteso incontro territoriale della nuova centrale cooperativa
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Il folto pubblico dell’Assemblea Territoriale del Piemonte Ue.Coop.
tello unico al quale le cooperative aderenti si possono rivolgere, sarà creata una task force di consulenti specializzati per aiutare le imprese in cri-
In pochi mesi hanno aderito a Ue.Coop 4 mila cooperative in tutta Italia per un totale di 258 mila cooperatori. Nella nostra regione Ue.Coop rappresenta già 255 cooperative (di cui ben 35 nell’Astigiano) per un fatturato di 650 milioni di euro e 14.211 soci cooperatori.
si ad usufruire degli strumenti normativi. Inoltre si lavorerà per un contratto unico e per la detassazione dei fattori economici di crescita. Entro l’autun-
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i è tenuta il 20 giugno, a Torino Lingotto, la prima Assemblea territoriale del Piemonte di UE.COOP, l’Unione Europea delle Cooperative. Promossa da Coldiretti la nuova centrale cooperative in pochi mesi ha raccolto in tutta Italia l’adesione di 4 mila cooperative per un totale di 258 mila cooperatori. Nella nostra regione UeCoop rappresenta già 255 cooperative (di cui ben 35 nell’Astigiano) per un fatturano di 650 milioni di euro e 14.211 soci cooperatori. Una bella realtà che vede il settore agricolo il più rappresentato con 126 cooperative, seguono 86 coop di produzione lavoro, 31 sociali e le restanti nell’edilizia e nel consumo. A dare lustro a questa primo incontro la partecipazione del Presidente Nazionale di Coldiretti e di UECOOP Sergio Marini che ha spiegato di fronte a 500 persone la forte territorialità della nuova aggregazione. Nel suo intervento Marini ha evidenziato alcuni punti rispetto ai quali la nuova centrale cooperativa intende muoversi: dal credito alla sinergia tra le cooperative aderenti, dall’innovazione all’internazionalizzazione, dalla ricerca economica alla crescita delle cooperative aderenti dando centralità al socio. È già stato istituito uno spor-
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no comunque saranno eletti gli organi sociali che daranno seguito alla progettualità di UE.COOP che avrà comunque una struttura snella, una forte attenzione alle professionalità sparse sul territorio. L’Associazione denominata Unione Europea delle cooperative (UE.COOP) è stata riconosciuta e autorizzata quale Associazione nazionale di rappresentanza con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico emanato nell’aprile scorso. Dice Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte e socio fondatore di UECOOP: “UECOOP nasce per volontà di tanta gente che crede nel ruolo della cooperazione e nei valori forti di solidarietà, sussidiarietà e sostenibilità e mette al centro delle proprie azioni persona e territori, capitale umano e sociale, ricchezze naturali e culturali, risorse uniche del nostro Paese, sul quale fondare una nuova stagione di crescita che coniughi Pil e qualità della vita”. “Era il primo grande incontro dei cooperatori piemontesi – sottolinea Roberto Cabiale, presidente provinciale Coldiretti – e il clima è stato molto propositivo. Oltre al modello di sviluppo proposto da Ue.Coop che abbiamo già condiviso tutti, è piaciuta l’impostazione data alla nuova struttura e, soprattutto, la volontà di dare alla base associativa l’esclusività dell’azione sindacale da rivendicare. Ora si svilupperanno i quadri dirigenti provinciali e regionali e
Dall’alto in senso orario: Sergio Marini, presidente nazionale Ue.Coop; Paolo Scarpa Bonazza Buora, Responsabile cooperazione agroalimentare; Giovanni Satragno, Presidente Associazione Produttori Moscato d’Asti; Piero Montaldo, Presidente della cooperativa “Formazione e Sicurezza” di Canelli.
sappiamo già che il primo congresso nazionale di Ue.Coop si terrà all’Auditorium della Musica di Roma il prossimo 8 ottobre”. Per la nutrita delegazione astigiana, guidata dal direttore provinciale Coldiretti, Antonio Ciotta, presente giovedì al Lingotto, sono intervenuti il presidente dell’Associazione Produttori Moscato d’Asti, Giovanni Satragno, e il presidente della cooperativa “Formazione e Sicurezza” di Canelli, Piero Montaldo. È stato il coordinatore nazionale UeCoop, Vincenzo Sette, a presentare la struttura
organizzativa, presentando i vari esperti e responsabili per ogni settore: Angelo Chiarozzo per il settore sociosanitario, Roberto Grassa per il credito cooperativo, Paolo Scarpa Bonazza Buora per la cooperazione agroalimentare. In particolare UeCoop fa leva su un’organizzazione snella, orizzontale e non verticistica, a cui in ogni caso fanno già parte ottanta dipendenti. Per la provincia di Asti il responsabile è Daniele Longo ed è a disposizione di tutte le cooperative per ogni tipo di consulenza, presso gli uffici di corso F. Cavallotti 41, telefono 0141.380.412.
Danilo Merlo nuovo delegato dei Giovani Coldiretti Asti Ha 21 anni ed è di Monastero B.da; eletto anche il nuovo Comitato
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Sopra: il nuovo Comitato Giovani Impresa Coldiretti Asti, a lato Melica e Merlo durante il passaggio delle consegne.
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per fare il pane e il laboratorio per le conserve. “Ringraziandovi tutti per la fiducia accordatami – ha sottolineato Danilo Merlo al momento dell’investitura - sono felice di poter ricoprire questo incarico che, ovviamente, intendo portare avanti con l’aiuto e il contributo di tutti voi, facendo tesoro di quanto realizzato dal precedente Comitato provinciale guidato da Marco Melica che ringrazio per il suo impegno e la sua de-
dizione”. All’assemblea, coordinata dal punto di vista organizzativo dalla segretaria provinciale Sara Mazzolo, hanno preso parte il delegato di Giovani Impresa Coldiretti Piemonte, Dario Perucca con la segretaria Maria Chiara Bellino, il presidente provinciale Coldiretti, Roberto Cabiale con il direttore Antonio Ciotta. Ed è stato anche il presidente Cabiale a ringraziare l’impegno profuso negli ultimi quattro anni
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anilo Merlo, 21 anni, di Monastero Bormida è stato eletto il 27 giugno, delegato di Giovani Impresa Coldiretti. Nella bella cornice di “Villa Basinetto” in strada Valle San Pietro ad Asti, l’assemblea provinciale composta da un centinaio di giovani imprenditori agricoli, di età compresa fra i 18 e i 30 anni, ha individuato la sua nuova guida: per il prossimo quadriennio Danilo Merlo riceve il testimone da Marco Melica di Buttigliera. Nell’innovativa impresa agricola di famiglia in frazione San Desiderio di Monastero Bormida, Danilo Merlo si occupa della Bottega di Campagna Amica e nello specifico dell’agrimacelleria. Con la sorella, i cugini, i genitori, gli zii e i nonni, fra cui il patriarca Franco, il giovane delegato provinciale di Giovani Impresa Coldiretti, è impegnato in una delle imprese agricole che hanno fatto della multifunzionalità il punto di arrivo. Su una superficie aziendale di circa 26 ettari fra le alte colline della Langa astigiana, trovano infatti posto 170 capi di razza bovina Piemontese, il toro Isidoro che garantisce continuità all’allevamento, 50 capi suini, un salumificio per ottenere insaccati tipici piemontesi, un macello con il bollo CE dove si lavorano 25/30 capi a settimana anche di altri allevatori, lo storico agriturismo, un maneggio con cavalli, asini e pony, una fattoria didattica, un impianto a biogas per lo smaltimento dei liquami e la produzione di energia, alcune casette rustiche con tutti i confort per i soggiorni prolungati dei clienti e anche un grande forno
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IL NUOVO COMITATO
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da Melica e dal Comitato uscente, sottolineando come, oggi, Coldiretti abbia una strategia chiara e obbiettivi ben definiti dal grande progetto di “Una filiera agricola tutta italiana”, “senza dimenticare – ha sottolineato il Presidente – la crisi economica mondiale e i problemi che dobbiamo quotidianamente risolvere noi imprenditori agricoli, a cominciare dalle incomben-
ze burocratiche che attanagliano il settore primario”. “Dobbiamo puntare sull’innovazione – ha sottolineato il delegato regionale dei giovani Coldiretti, Dario Perucca – sforzandoci, proprio perchè siamo giovani, di portare nelle nostre imprese agricole quella carica di entusiasmo e di modernità che può aprire sempre nuove prospettive alla nostra attività”.
L’Assemblea elettiva di Giovani Impresa Coldiretti Asti del 27 giugno, oltre alla nomina del delegato, ha provveduto al rinnovo del Comitato provinciale. Fanno ora parte del direttivo: Claudia Assoro di Cellarengo Davide Bellero di Tonco Andrea Rabino di Villafranca Dario Ronco di Villanova Federico Tanino di Cinaglio Pinuccia Rizzolio di Monastero Bormida Marco Rabezzana di Tigliole Simone Perfumo di Nizza Monferrato Claudio Ollino di Mongardino Matteo Nespolo di Frinco Francesco Negro di Calamandrana Federico Merlino di Canelli Daniele Majalis di Moransengo Carlo Gallo di Montabone Alberto Bersano di Moransengo Francesco Maccario di Castelnuovo don Bosco
Un’astigiana premiata a Roma Secondo posto con la Robiola di Roccaverano
all’aperto nei pascoli dell’azienda. Da maggio 2012 l’azienda è condotta dalla figlia Pinuccia che si occupa prevalentemente dell’allevamento e della vendita del formaggio. “Ca’ del Ponte” ubicata a Monastero Bormida, nel centro della Comunità Montana Langa Astigiana, è inoltre dotata di un punto di vendita “Punto Campagna Amica” dove viene fatta vendita diretta. Az. Agricola “Ca’ del Ponte” Rizzolio & Catalano di Rizzolio Pinuccia, Reg. Sessania, 1 – 14058 Monastero Bormida (AT). Tel. e Fax 0144-88293 e-mail: rizzolio@ live.it.
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l 25 maggio al Tempio di Adriano, sede della Camera di Commercio di Roma, si è svolta la cerimonia di premiazione del “Premio Roma 2013” sezione formaggi per il miglioramento del settore lattiero-caseario. Giunto alla X° edizione, il concorso è diventato un punto di riferimento non solo per le aziende romane ma anche per quelle nazionali. Il concorso è articolato in quattro sezioni: provinciale, regionale, nazionale e internazionale. Nella sezione nazionale l’azienda agricola “Ca’ del Ponte” Rizzolio & Catalano di Rizzolio Pinuccia con la sua Robiola di Roccaverano DOP si è classificata al 2° posto nella tipologia formaggi caprini a latte crudo. L’azienda Agricola “Ca’ del Ponte” nasce dalla passione di Arturo e Maria Rizzolio per la campagna e l’allevamento del bestiame. Il punto di forza dell’azienda è l’allevamento di capre (di razza di Roccaverano e camosciata delle Alpi) e la produzione di formaggi a latte crudo tra cui la Robiola di Roccaverano DOP. L’allevamento in continuo aumento oggi conta più di cento capi che vivono prevalentemente
“La montagna vuole vivere” Presentato da Coldiretti Piemonte un piano di rilancio
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La montagna vuole vivere” è stato il titolo dell’incontro organizzato il 13 giugno scorso da Coldiretti Piemonte presso la sede di piazza San Carlo a Torino. È stato presentato alla stampa un documento a tutela dei 600 margari che vivono di agricoltura chiedendo il mantenimento dei servizi nelle zone montane. Salvaguardare la gente di montagna e la sua agricoltura vuol dire tutelare il paesaggio, presidiare adeguatamente il territorio e ottenere prodotti agroalimentari unici ed inimitabili. Alla presentazione ha preso parte una numerosa delegazione di margari e di dirigenti delle Federazioni provinciali Coldiretti di Asti, Torino, Novara e Cuneo. Fra gli altri anche il presidente e il direttore di Coldiretti Asti, Roberto Cabiale e Antonio
Ciotta. “La Montagna non è un problema ma una risorsa non solo per l’agricoltura ma per l’intera società – ha spiegato Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte -; abbiamo la necessità che il territorio venga maggiormente tutelato e che si ponga fine alle speculazioni in atto sull’affitto degli alpeggi in occasione
delle modifiche alla Pac”. “Rivendichiamo la necessità dei servizi al territorio – ha detto Giovanni Fina segretario AREMA, Associazioni Regionali margari – perchè nelle nostre malghe salgono oltre 600 famiglie piemontesi che attraverso la pratica casearia e la conservazione dei pascoli garantiscono la biodiver-
TTO U T O T APER MESE IL STO O G A I D
Ecco il decalogo “La montagna vuole vivere”
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er garantire la conservazione dell’ambiente montano e la salvaguardia del territorio è necessaria la presenza umana. Di qui la necessità di garantire la vivibilità della famiglia con i servizi socio-assitenziali ai giovani, alle famiglie ed agli anziani. Passa sempre dalla presenza dell’uomo sul territorio lo sviluppo di imprese agro alimentari che producono nel rispetto delle tradizioni introducendo nelle loro imprese innovazione e tecnologia. A questo proposito si chiede alla pubblica amministrazione lo snellimento delle procedure burocratiche e la celerità nelle risposte alle richieste di intervento paesaggistico, urbanistico, economico e finanziario. Alla pubblica Amministrazione si chiede anche una scelta di fondo: se la salvaguardia della montagna e delle zone marginali passa attraverso la presenza delle persone, occorre che il sistema Paese dia la priorità
assoluta a chi vive di montagna attraverso almeno cinque interventi di urgente necessità: mantenimento e potenziamento dei servizi alla persona anche in sinergia con consorzi socio assistenziali e associazioni di volontariato; favorire l’assegnazione degli alpeggi ai margari ed agli allevatori veri, evitando le speculazioni finanziarie in atto in alcune zone da parte dei comuni relativamente ai pascoli di proprietà comunale; prevedere un ritorno economico alla montagna quando sono utilizzate risorse primarie come l’acqua sia per fini civili che per la produzione di energia alternativa; favorire forme imprenditoriali di valorizzazione del paesaggio e del territorio attraverso l’agriturismo e l’enoturismo; il contenimento delle specie selvatiche che danneggiano l’agricoltura (cinghiali, cervi, caprioli, etc). La presenza dell’uomo in montagna e nelle zone svantaggiate deve essere favorita da concreti interventi sul fronte della di-
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Iniziative
Occorre tutelare le zone svantaggiate
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sità, le tipicità e le tradizioni nei vari processi di trasformazione. Non possiamo tollerare che Enti e di Istituzioni ci complichino l’operatività con continui balzelli”. Sergio Barone,- vicepresidente Coldiretti Torino, ha invece rimarcato come “la montagna oggi è vissuta oltrechè dai margari nel periodo estivo da famiglie di agricoltori che combattono con le loro imprese una quotidiana battaglia per debellare l’eccessivo carico burocratico cui sono sottoposti. Questo genera difficoltà operative e costi che non si riescono più a sopportare in questi anni difficili per la nostra economia.” Alla conferenza stampa era anche presente una delegazione dell’UNCEM guidata dal consigliere Roberto Colombero che ha voluto ringraziare “Coldiretti per il documento elaborato nel quale ci riconosciamo pienamente. Aggiungiamo anche la nostra battaglia per la modifica della legge elettorale che tende a dare rappresentatività nelle istituzioni con rappresentanti eletti, al territorio e non solamente come avviene ora, privilegiando la densità della popolazione.” Ha chiuso i lavori il direttore di Coldiretti Piemonte, Bruno Rivarossa, affermando che “il documento sarà ora presentato ai massimi esponenti della Regione Piemonte ed inviato a livello nazionale ad un tavolo di lavoro dove si cercheranno con celerità le risposte ai problemi sollevati perchè le imprese di montagna e più in generale la gente non possono più attendere”.
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minuzione dei costi del lavoro. Gli oneri sociali debbono essere contenuti per rendere competitive le imprese che anche stagionalmente offrono reali possibilità di occupazione. Occorre poi una maggior sinergia tra Enti. Pare una frase fatta ma non lo è. Oggi sui territori montani del Piemonte operano una serie di soggetti pubblicoprivati (Gal, ex comunità montane ora Unione di Comuni, parchi per la tutela ambientale, province, comuni) che necessitano di meglio interagire tra loro generando momenti sinergici positivi con le imprese agricole od operanti negli settori produttivi, si chiede pertanto l’attivazione di una maggior sinergia tra i vari Enti affinchè i loro interventi siano attuati concretamente e sinergicamente abbattendo anche le tempistiche di intervento ed autorizzative. Più in generale è necessario contenere l’espansione dei boschi di invasione (che derivano dall’abbandono, negli ultimi 50 anni, dei terreni coltivati, a causa dell’industrializzazione): i boschi di invasione sottraggono superficie coltivabile, rappresentano il primo habitat per la diffusione di ungulati, e non rappresentano un bosco particolarmente bello e utile, né sotto il profilo produttivo (legname di scarso pregio), né sotto quel-
lo ambientale-protettivo (minor capacità di trattenere il suolo durante eventi climatici avversi). Le prospettive maggiori per la montagna passano attraverso tre principali settori sinergici ed integrati tra loro: Agricoltura, pastorizia e selvicoltura. L’agricoltura perché dà prodotti ottenuti in ambienti particolarmente salubri; la pastorizia perché consente il benessere degli animali e la produzione di carne latte, formaggi e latticini contribuendo in maniera sensibile alla costante manutenzione del territorio; la selvicoltura come
momento di gestione del patrimonio boschivo. Infine, non per questo meno importante sia dal livello comunitario che da quello nazionale e locale dovrebbero arrivare forti segnali di abbattimento dei carichi burocratici a carico di tutte le imprese e soprattutto una defiscalizzazione mirata ai giovani imprenditori che si insediano o già svolgono attività economiche nelle zone montane e marginali. La loro presenza è indispensabile per garantire il presidio del territorio e soprattutto la salvaguardia dell’ambiente.
Più facile finanziare nuovi investimenti litativo o alla riconversione delle produzioni; interventi per la tutela dell’ambiente e degli animali allevati; impianti antibrina e antigrandine; per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Il contributo può riguardare anche l’acquisto di terreni che favoriscano l’accorpamento delle proprietà e interventi di ristrutturazione, costruzione o acquisto di impianti e attrezzature connesse all’attività agricola o agrituristica. Negli altri settori sono ammessi investimenti per: il riscatto di beni acquistati in leasing, per adeguamenti o ammodernamenti in materia di sicurezza del lavoro, per l’acquisto di beni immateriali come i diritti di brevetto, per l’ac-
quisizione di imprese e strutture esistenti, per impianti e attrezzature dirette alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Le domande vanno inviate entro il 31 dicembre 2013. Per ulteriori informazioni e per usufruire del contributo si può contattare CreditAgri Italia, che opera su tutto il territorio nazionale accompagnando gli imprenditori agricoli nell’accesso al credito con la concessione di garanzie. CreditAgri Italia è presente anche ad Asti, in corso Felice Cavallotti 41 e per una consulenza si può contattare il funzionario incaricato Giorgio Nervi al n. 335.750.20.68 e-mail giorgio.nervi@creditagri.com.
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e imprese di tutti i settori possono richiedere alla Camera di Commercio di Asti un contributo sui finanziamenti bancari garantiti da un Consorzio Fidi. L’importo complessivo dell’investimento deve essere compreso tra 15 mila euro e un massimo di 100 mila euro. Il Confidi deve garantire almeno il 30% del finanziamento erogato dalla banca. Il contributo è pari al 3% del finanziamento erogato garantito, con un plafond massimo di 3000 euro per ditta. Nell’ambito del settore agricolo sono ammessi investimenti per: l’acquisto di macchinari innovativi destinati al miglioramento qua-
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BANDO DI CONTRIBUTO IN CONTO CAPITALE ALLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE ASSEGNATO DALLA CCIAA DI ASTI IN COLLABORAZIONE AI CONSORZI DI GARANZIA FIDI Risorse disponibili Le risorse finanziarie messe a disposizione sul bando ammontano euro 110.000,00 Soggetti finanziabili Piccole e medie imprese: è aventi sede legale e/o unità locale operativa nella provincia di Asti; è regolarmente iscritte al Registro Imprese; è in regola con il pagamento del diritto annuale, con riferimento al triennio precedente; è che abbiano ottenuto un finanziamento bancario assistito dalla garanzia mutualistica dei Confidi; è che risultino in attività e non rientrino in una delle ipotesi di esclusione previste dal bando
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Interventi ammissibili L’importo dell’investimento agevolabile e del relativo finanziamento non dovrà essere inferiore a € 15.000,00 e superiore a € 100.000,00 anche nel caso in cui i finanziamenti ottenuti e le spese rendicontate fossero superiori Nel limite del plafond, il massimale di euro 100.000,00 potrà essere raggiunto anche con più finanziamenti approvati con specifica delibera del Confidi. Entro i limiti del massimale, sarà ammesso al contributo il minor importo tra investimento e finanziamento
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Contributo Il contributo camerale è erogato in conto capitale ed è destinato esclusivamente a finanziare gli investimenti Il contributo è pari al 3% dell’investimento effettuato, con un massimo di € 3.000,00 Sul finanziamento il Confidi dovrà deliberare una copertura fidejussoria pari almeno al 30% dell’importo dell’investimento ammesso a contributo. Il finanziamento dovrà avere una durata minima di 18 mesi Investimenti ammissibili TUTTI I SETTORI (escluso settore agricolo) è attrezzature, macchinari, impianti, immobili ed automezzi, compreso il riscatto del bene in leasing mezzi per: è ammodernare, riconvertire o adeguare gli stessi alle norme in materia di sicurezza e tutela della salute all’interno dei luoghi di lavoro; è acquisire le certificazioni di qualità utili o necessarie per la vendita dei prodotti o dei servizi; è beni immateriali (es. diritti di brevetto); è strutture ed imprese esistenti con i relativi oneri patrimoniali, compreso l’avviamento; è impianti e attrezzature finalizzati alla produzione di energia elettrica tramite fonti rinnovabili Investimenti ammissibili SETTORE AGRICOLO è impianti, attrezzature e/o macchinari innovativi destinati al miglioramento qualitativo delle produzioni e alla riconversione delle produzioni agricole; è interventi finalizzati a tutelare l’ambiente naturale, ad adeguare la sicurezza dell’ambiente di lavoro ed a migliorare le condizioni di igiene e il benessere degli animali allevati; è impianti, macchinari ed attrezzature necessarie per la difesa attiva delle produzioni dalle calamità naturali e dagli agenti atmosferici (es. impianti antibrina, reti antigrandine, ecc.; è impianti, attrezzature, macchinari ed interventi volti all’adeguamento dei locali necessari per la coltivazione del fondo, l’allevamento degli animali e la trasformazione dei prodotti agricoli; è adeguamento, ammodernamento e costruzione di locali nonché acquisto di impianti ed attrezzature per lo svolgimento delle attività connesse all’agricoltura e per l’esercizio dell’attività di agriturismo; è impianti e attrezzature finalizzati alla produzione di energia elettrica tramite fonti rinnovabili; è acquisto di terreni finalizzati a migliorare l’efficienza attraverso l’accorpamento delle proprietà Iter della domanda 1. Le imprese, entro il 31 dicembre 2013, devono presentare la richiesta di contributo camerale al Confidi 2. Il Confidi trasmette alla CCIAA, entro il 15 del mese successivo a quello di ricevimento, le richieste di contributo delle imprese accompagnate dal modello di riepilogo 3. La CCIAA provvederà, entro 45 giorni dalla data di ricevimento, ad approvare l’elenco delle imprese ammesse a contributo nel rispetto dell’ordine cronologico di presentazione della richiesta ai Confidi 4. Il Confidi istruisce, di concerto con le Aziende di credito interessate, le proposte di intervento e concede la garanzia sul finanziamento erogato 5. L’impresa trasmette al Confidi la documentazione attestante la realizzazione dell’investimento (fatture, contratto, atto notarile, ecc.) 6. Il Confidi redige la scheda di rendicontazione e la trasmette alla CCIAA 7. La CCIAA provvede, nei tre mesi successivi, alla liquidazione del contributo. Informazioni Per ulteriori informazioni e per usufruire del contributo si può contattare CreditAgri Italia, che opera su tutto il territorio nazionale accompagnando gli imprenditori agricoli nell’accesso al credito con la concessione di garanzie CreditAgri Italia è presente anche ad Asti, in corso Felice Cavallotti 41 e per una consulenza si può contattare il funzionario incaricato Giorgio Nervi al n. 335.750.20.68 e-mail giorgio.nervi@creditagri.com
La Pac che vorremmo Si sono ritrovate a Bruxelles le organizzazioni agricole europee
Politica Agricola Comune
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che intaccano le culture dei popoli e che spesso alimentano un antieuropeismo che non dovrebbe appartenerci. Difendere il budget nella riforma della politica agricola in una Europa che ha bisogno di più agricoltura, riequilibrare la ripartizione del bilancio considerando che al momento attuale l’Italia è il primo contribuente netto (in % del Pil) alle politiche comunitarie e adottare una Politica Agricola
Comune che consenta ai singoli Paesi di premiare chi lavora e vive di agricoltura, chi produce in modo sostenibile e chi produce cibo” sono alcune delle richieste formulate dal presidente della Coldiretti Sergio Marini che ha espresso un giudizio sui miglioramento del Parlamento Europeo e del Consiglio dei Ministri dell’agricoltura su greening, convergenza, pagamenti aggiuntivi ai primi ettari ed in generale sulla
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Confermiamo un percorso avviato con le maggiori organizzazioni agricole europee teso a rafforzare e rendere più efficace una Pac che deve soddisfare sempre meglio i bisogni dei cittadini e degli agricoltori europei”. E’ quanto ha affermato Sergio Marini il presidente della Coldiretti che ha promosso a Bruxelles il primo summit Europeo sulla riforma della Politica Agricola con la partecipazione dei presidenti delle principali organizzazioni agricole europee, Fnsea (Francia), Dbv (Germania), Ifa (Irlanda) e Nfu (Regno Unito) insieme al Presidente del Consiglio agricoltura e pesca, Consiglio dell’Unione europea Simon Coveney e Presidente della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, Parlamento europeo Paolo De Castro. “Serve una politica agricola che – ha sottolineato Marini - dia maggiore garanzie nell’autoapprovvigionamento alimentare, maggior sicurezza dei cibi, che dia risposte alle emergenze sociali, che promuova il ruolo di chi vive di agricoltura, di giovani impegnati nella difesa dei territori, dell’ambiente, della biodiversità, della coesione sociale, che promuova la cultura, la tradizioni e l’innovazione e che sappia, in una visione comune, valorizzare la distintività dei mille territori europei come patrimonio competitivo per l’intero continente”. “Dobbiamo sapere portare l’Ue in Italia e l’Italia in Europa affinchè Bruxelles – ha precisato Marini - sia sempre più il luogo delle visione strategiche e delle scelte strutturali, dove non si ceda più agli egoismi degli stati o alla maniacale intromissione su dettagli
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maggiore flessibilità lasciata agli Stati Membri”. Alla luce della forte differenziazione delle normative in Europa e in applicazione del principio di sussidiarietà, secondo la Coldiretti è necessario che la definizione di “agricoltore attivo” sia demandata allo Stato membro, affinché possano essere considerati tali gli imprenditori agricoli professionali, singoli od associati, sulla base della incidenza del tempo dedicato al lavoro agricolo sul tempo di lavoro complessivo e della incidenza del reddito agricolo sul reddito totale. Il superamento del criterio storico di calcolo dei pagamenti diretti e il processo di convergenza interno a ogni Stato membro necessita di un periodo di tempo adeguato e della massima flessibilità, per consentire un adattamento progressivo dei settori produttivi, data la situazione fortemente dif-
ferenziata da cui parte l’agricoltura italiana. La componente relativa all’inverdimento dei pagamenti diretti, cosi come proposta dalla Commissione europea, costituisce una forte criticità per il sistema agricolo nazionale e rappresenta una contraddizione rispetto alle finalità della riforma, relative alla produzione ed alla competitività. Per questo - ha precisato Marini - devono essere radicalmente riviste le modalità applicative mentre le somme non spese dell’inverdimento, devono rimanere agli Stati membri, per finanziare misure altrettanto (o più) selettive sul versante ambientale. La nuova Politica Agricola – ha continuato la Coldiretti - dovrà puntare a sostenere e rafforzare la competitività dell’agricoltura europea sulla base di un nuovo modello produttivo che combini sostenibilità economica, ambien-
tale e sociale. Ciò pone l’esigenza di una caratterizzazione più “agricola” del complesso degli indirizzi e degli orientamenti programmatori nelle politiche di sviluppo rurale che devono essere quindi potenziate e prioritariamente finalizzate all’innovazione e alla competitività delle imprese agricole, in particolare per sostenere gli investimenti aziendali, promuovere il ricambio generazionale, sostenere la realizzazione di azioni di integrazioni di filiera e di progetti integrati territoriali, migliorare le relazioni fra imprese agricole e i servizi del processo produttivo e consolidare promuovendo e qualificando l’occupazione agricola. È necessario approfondire la centralità e l’attenzione alla filiera corta, come la vendita diretta e il protagonismo dell’agricoltore lungo la filiera, che hanno trovato una particolare attenzione nei piani di sviluppo rurale.
L’accordo Pac premia i veri agricoltori
S. Damiano Cisterna Celle Enomondo Ferrere
risorse - continua Marini - verso i veri agricoltori. L’accordo valorizza infatti il ruolo dei veri imprenditori agricoli stabilendo che possano beneficiare del sostegni solo gli agricoltori attivi e come richiesto da Coldiretti saranno gli Stati membri a definire gli aventi diritto. Viene anche stabilita una lista negativa obbligatoria di coloro che non possono beneficiare dei pagamenti diretti che comprende aeroporti, servizi ferroviari, acquedotti, servizi immobiliari, sportivi e ricreativi, campeggi, con discrezione per gli Stati membri di ampliare tale lista. La cosiddetta convergenza interna, ovvero il passaggio dal sistema storico del valore dei titoli ad un nuovo regime che li riassegna su basi più equilibrate, viene attuata - spiega la Coldiretti - con un’adeguata flessibilità nell’arco dell’intero periodo di applicazione della riforma. Per la prima volta viene deciso di applicare, sebbene su base volontaria, il capping (tetto agli aiuti), in due fasce, la prima tra i 150.000 e i 300.000 e la seconda oltre tale importo. Gli Stati membri possono graduarlo in base all’impiego del fattore lavoro comprese le imposte ed i contributi sociali. Gli Stati membri possono, inoltre, decidere di applicare un pagamento ridistributivo ad integrazione del pagamento di base per i primi ettari di ogni azienda. L’accordo raggiunto - continua la Coldiretti - rivede, sensibilmente, le misure per l’inverdimento sia riguardo alle modalità finanziarie che a quelle applicative. In particolare è stato ampliato il menù
di misure escludendo le colture permanenti e quelle sommerse , come il riso, dalle aree di interesse ecologico che riguarderanno le aziende con più di 15 ettari a seminativi. Sono quindi salvi, come richiesto da Coldiretti, oltre al riso, tutti i frutteti, i vigneti, gli uliveti, ecc. Per quanto riguarda i giovani agricoltori - riferisce la Coldiretti - viene prevista l’obbligatorietà per gli Stati membri di concedere un pagamento annuo alle persone fisiche che non hanno più di 40 anni di età nell’anno della presentazione della domanda del pagamento di base. L’intesa da anche risposte positive alle richieste di Coldiretti sulla necessità di un sostegno, nell’ambito dello sviluppo rurale, per le filiere corte ed i mercati locali, nonché alla promozione per il loro sviluppo. Inoltre, è stato confermata la misura sul finanziamento alle assicurazioni contro le avversità atmosferiche, nonché la possibilità di costituire fondi mutualistici in caso di crisi di mercato nelle sue molteplici forme e per le citate avversità atmosferiche. Sempre nell’ambito dello sviluppo rurale è prevista - conclude la Coldiretti - la possibilità di avere al contempo piani di sviluppo rurale regionali e un piano nazionale per talune misure o interventi. Infine per taluni elementi dell’accordo politico, quali il capping e la degressivita degli aiuti, così come la flessibilità tra pilastri e la convergenza esterna tra gli Stati membri, la decisione finale verrà presa nell’ambito dell’approvazione del nuovo quadro finanziario pluriennale. Via C. Botta, 4 - 14015
San Damiano d’Asti
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’accordo sulla riforma della Politica Agricola (PAC) premierà chi vive e lavora di agricoltura escludendo per la prima volta in un a black list i soggetti che non hanno nulla a che fare con l’agricoltura e soprattutto prevedendo la possibilità per l’Italia di destinare risorse ai soli agricoltori attivi. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini che, nell’esprimere soddisfazione per l’accordo politico raggiunto dal team dei negoziatori di Parlamento, Consiglio e Commissione sulla proposte di regolamento di riforma della Politica Agricola Comune, ha sottolineato che “sensibili miglioramenti sono stati ottenuti anche per l’inverdimento a tutela dei vigneti, frutteti ed uliveti italiani, sulla convergenza e per i giovani agricoltori”. Nei vari passaggi dal nostro Summit a Roma con il Commissario all’agricoltura Dacian Ciolos agli incontri con i colleghi di tutte le principali Organizzazioni agricole europee fino al meeting di poche settimane fa a Bruxelles con il Presidente del Consiglio agricoltura e pesca del Consiglio dell’Unione europea Simon Coveney e il Presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro, la proposta è andata migliorando. Certamente rimane un taglio importante ai finanziamenti destinati all’agricoltura ma l’applicazione nazionale demandata al Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, che ha chiuso positivamente per l’Italia il negoziato, potrà compensare il disagio nell’orientare le
Politica Agricola Comune
Accolte le richieste Coldiretti per migliorare le proposte iniziali
La “carica” dei 500 pensionati Coldiretti Guidati da Bruno Porta, si sono ritrovati a Novara
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na cattedrale gremita e colorata del giallo delle bandiere e dei foulard di Coldiretti, ha salutato giovedì a Novara la Giornata Regionale del Pensionato. Una grande festa, alla presenza di oltre 500 pensionati giunti da tutto il Piemonte. Quasi un centinaio gli astigiani guidati dal presidente provinciale e regionale dell’Associazione pensionati Coldiretti, Bruno Porta, alla presenza del presidente provinciale Roberto Cabiale, del consigliere ecclesiastico provinciale don Francesco Cartello, del vicedirettore provinciale Coldiretti, Secondo Rabbione e della coordinatrice dell’Associazione pensionati di Asti, Rosanna Porcellana. Tutti insieme, dirigenti e dipendenti Coldiretti ormai in pensione hanno vissuto una giornata in allegria visitando le mura antiche del Battistero, del Broletto e della Canonica, la mostra mercato dei “tesori alimentari della terra novarese” e consumato un succulento pranzo a chilometri zero presso il Centro sportivo di Novarello, nel comune di Granozzo. Monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, ha celebrato la Messa in un Duomo, ricordando le origini contadine della sua famiglia, in particolare della madre. Il saluto del prelato è stato rivolto “a chi ha vissuto una vita in campagna e che ora è in pensione, anche se sappiamo bene che chi è agricoltore non si riposa mai, ma continua a far progre-
dire l’attività della propria famiglia”. Ha poi ricordato il valore della “pazienza” propria della civiltà contadina, il significato della parola “umiltà” che deriva da “humus” e rimanda alla terra. E ha rimarcato le parabole e i passi evangelici che – numerosissimi – parlano delle campagne. Un passo anche su alcuni dei temi centrali dell’agricoltura di oggi, dalla stagione fredda e piovosa che ha caratterizzato la primavera alle problematiche connesse “a un mondo della finanza che ha purtroppo abbandonato quello dell’impresa”. Da tutte le province del Piemonte sono stati portati all’altare i doni della terra, simboli di tante agricolture diverse che compongono la preziosità agroalimentare che caratterizza la regione subalpina. Al termine della Messa i saluti delle autorità
presenti: il presidente della Federpensionati piemontese Bruno Porta, che ha ricordato “l’impegno grande dei nostri pensionati al servizio della società e dell’agricoltura”, il segretario nazionale Pensionati Coldiretti, Danilo Elia, che ha portato i saluti del presidente nazionale Antonio Mansueto; Maria Chiara Bellino, segretaria della Federpensionati Coldiretti regionale.
Pensionati: ecco il “Bustone 2013” Recapitato dall’Inps, va restituito al più presto
Servizio “Colf e badanti”
via telematica dei dati reddituali e assistenziali richiesti. Si informa che, qualora i titolari di prestazioni collegate al reddito non facciano pervenire i dati relativi alla propria situazione reddituale nei tempi e nei modi stabiliti dagli Enti Previdenziali, l’istituto procederà alla sospensione delle prestazioni collegate al reddito nel corso dell’anno successivo a quello in cui la dichiarazione dei redditi avrebbe dovuto essere resa. Info: 0141.380.400.
Come essere sicuri di rispettare le regole ed evitare cause di lavoro
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a presenza di colf e badanti è cresciuta in Italia del 43% in dieci anni. Gli occupati del settore domestico sono passati da 1.084.000 del 2001 a 1.554.000 del 2010. Nello stesso periodo, le famiglie italiane, nel ruolo di datori di lavoro, sono cresciute del 27%, frenando la propria crescita proprio negli ultimi due anni e mezzo per gli effetti della crisi. La maggior parte di colf e badanti svolgono questo lavoro per 33 ore settimanali, quasi a tempo pieno, come prima e unica occupazione. Più della metà di essi lavora alle dipendenze di un unico datore di lavoro, mentre più varia è la distribuzione tra coloro che lavorano in più di una casa. Per essere sempre più al passo con i tempi Coldiretti Asti offre a tutti gli associati la propria professionalità con il Servizio “Colf e Badanti”. Del servizio possono usufruirne tutte le famiglie (datore di lavoro) che intendono instaurare un rapporto di lavoro domestico a tempo determinato o indeterminato, ad eseguire tutti i passaggi richiesti per una corretta assunzione. Uno “sportello” che conosce molto bene le problematiche quotidiane, che si propone di svolgere gli adempimenti previsti dalla legge ed
assistere nelle controversie che possono sorgere durante e dopo il rapporto di lavoro domestico. Le famiglie, infatti, devono essere consapevoli che il rapporto che andranno a instaurare tra loro e la collaboratrice è un vero e proprio contratto di carattere subordinato in cui la famiglia assume il ruolo di datore di lavoro e la badante o colf quello di lavoratore dipendente. Questo significa che sorgono tra le parti automaticamente diritti e doveri tipici di qualsiasi rapporto di lavoro (obbligo allo svolgimento delle mansioni concordate, rispetto degli orari, diritto alla retribuzione pattuita, ferie, trattamento di fine rapporto, soprattutto obblighi contributivi e così via). In caso poi di assistenti straniere va presa in considerazione anche la normativa in materia di immigrazione, ingresso e soggiorno dei cittadini stranieri e pertanto chi fornisce lavoro ad un cittadino straniero extracomunitario non in regola con il permesso di soggiorno è perseguibile penalmente. Grazie a Coldiretti sarà prodotta una regolare e chiara lettera di assunzione (Contratto Individuale di Lavoro) indicando con esattezza e fedeltà: • le ore di lavoro reali;
• la retribuzione conseguente; • il trattamento di eventuali ore di straordinario; • le giornate di ferie; • il riposo settimanale; • tutte le altre indicazioni previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro sulla disciplina del rapporto di lavoro domestico. Gli uffici Coldiretti si occuperanno di effettuare le denunce dell’avvenuta assunzione a tutti gli Enti indicati dalla normativa in vigore, sia si tratti di lavoratori comunitari che extra comunitari. Oltre l’assistenza all’assunzione il servizio “Colf e Badanti” comprende: • emissione del prospetto paga (13 mensilità); • calcolo dei contributi trimestrali • calcolo del TFR • gestione di ferie e malattie • certificazione dei redditi di fine anno In questo modo il rapporto di lavoro potrà essere totalmente regolare e si eviteranno i rischi derivanti da contratti parzialmente regolari che pongono le famiglie ad un rischio vertenza, con esborso di somme anche rilevanti. Per ulteriori informazioni gli utenti potranno rivolgersi all’ufficio Coldiretti Asti “Sportello colf e badanti”, tel.041.380.400.
Adempimenti
ca dei destinatari. La comunicazione contiene: la lettera di presentazione diversificata tra residenti in Italia e all’estero, il modello RED Italiano o il modello RED estero, il modello 503 AUT, l’ integrazione RED 2010 campagna RED 2011 e modelli di dichiarazione per i titolari di prestazioni assistenziali. Tutti i pensionati, appena ricevuta la richiesta dall’INPS, sono pregati di recarsi presso gli Uffici CAF/COLDIRETTI per la verifica della posizione e l’inoltro all’INPS in
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n questi giorni, i pensionati stanno ricevendo dall’INPS il cosiddetto “bustone”. Contiene le richieste di dichiarazione reddituale riferite ai titolari di trattamenti pensionistici legati al reddito e in alcuni casi anche i modelli relativi alle prestazioni assistenziali per la verifica della sussistenza dei requisiti sulle prestazioni in godimento. Si tratta di un plico nel quale sono inclusi uno o più documenti a seconda della condizione pensionisti-
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Malolattica: effetti e conseguenze sulla qualità
Misura 111-1B
I fattori che possono condizionare lo sviluppo della fermentazione
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Tolleranza all’alcol L’alcol è fattore limitante per la fermentazione malolattica. Con l’aumento dell’alcol si prolunga il periodo di latenza, si riduce la popolazione finale e si rallenta la degradazione del malico. Una concentrazione del 6% di alcol comincia a condizionare i BL e al 10% inizia ad essere inibente. I Lactobacillus dimostrano una più elevata resistenza rispetto a Oenococcus oeni, anche se alcuni ceppi di Oenococcus oeni riescono ad agire anche a 14-15% di alcol. Alcuni ceppi di Lactobacillus sono in grado di sopravvivere ed agire anche in vini liquorosi con il 20% di alcol. Tenori superiori a 14-15% generalmente ostacolano la FML. Areazione, ossigenazione L’areazione è generalmente favorevole alla FML. I BL sono anaerobi facoltativi microaerofili: possono svilupparsi sia in assenza che in presenza di ossigeno, ricavando l’energia sia dalla fermentazione che dalla respirazione aerobica. Un eccesso di ossigeno può inibire il loro sviluppo e la saturazione con ossigeno ed un vino asfittico possono ritardare la FML. Generalmente piccole dosi di ossigeno si dimostrano utili per l’avvio della FML, mantengono in sospensione i BL e ne favoriscono l’attività. Questa è uno dei fattori da non sottovalutare e che spesso può condizionare positivamente o negativamente lo svolgimento della FML. Infatti, durante la FML risulta molto utile un intervento di Macro-ossigenazione con dosi di 0,5 mg/l giorno di ossigeno fino alla trasformazione di circa il 50% dell’acido malico, accompagnata da agitazioni per rimettere in sospensione i batteri; in segui-
to, in attesa del suo completamento, occorre effettuare più agitazioni per evitare la formazione di odori di ridotto. Disponibilità fattori di crescita L’autolisi dei lieviti favorisce l’arricchimento in amminoacidi, fattori di crescita e vitamine, utilissimi per i BL. I BL sono molto più esigenti dei lieviti in amminoacidi e peptidi, non sono capaci di sintetizzarli per cui li devono trovare nel mezzo; se i fattori di crescita sono insufficienti la FML non parte. Le sostanze minerali in particolare manganese, magnesio e potassio facilitano la FML. L’autolisi dei lieviti sembra essere accelerata dagli stessi BL con la produzione di proteasi e glicosidasi che svolgono una funzione idrolitica sulle pareti cellulari dei lieviti. In generale i BL sono molto più esigenti di vitamine rispetto ai batteri acetici. Valore di pH Il valore del pH è il fattore che può ostacolare maggiormente lo sviluppo dei BL. In generale a pH bassi viene degradato preferibilmente l’acido malico mentre con pH elevati vengono degradati preferibilmente gli zuccheri. I batteri responsabili delle malattie del vino si sviluppano a pH elevati mentre con valori bassi vengono favoriti i BL selezionati (Oenococcus oeni), rispetto agli indigeni meno resistenti. Inoltre il valore del pH modifica la percentuale di SO2 molecolare ed il suo potere antisettico e valori bassi di pH rendono più sensibili i batteri all’alcol. Esistono valori soglia di pH di attacco dell’acido malico e degli zuccheri. Il valore soglia rappresenta il valore più basso di pH a partire dal quale il substrato viene trasformato.
Con questo numero prendiamo in esame tutti i fattori che possono influenzare positivamente o negativamente lo sviluppo e l’evoluzione della fermentazione malolattica. Saperli gestire correttamente risulta di fondamentale importanza, sapendo che le difficoltà e gli insuccessi nella malolattica sono da ricercare di sicuro tra i fattori limitanti considerati in questo articolo. Conoscerli significa risparmiare energie, tempo e denaro e soprattutto ottenere vini esenti da difetti derivanti da deviazioni batteriche ed olfattive. Generalmente il valore soglia dell’acido malico è inferiore rispetto al valore soglia degli zuccheri. Tanto più è elevato lo scarto fra questi due valori tanto più i BL risultano adatti ad una FML in purezza, come nel caso di Oenococcus oeni. Viceversa, alcuni lattobacilli hanno pH soglia dell’acido malico e degli zuccheri molto simile e in alcuni casi praticamente identico. Con pH inferiore a 3,5 si ha prevalenza di Oenococcus oeni; gli zuccheri vengono metabolizzati dopo l’acido malico. Con pH superiore a 3,5 si sviluppano più facilmente i Lactobacillus e i Pediococcus, il cui sviluppo è quasi impossibile a pH inferiori a 3,3, con maggior formazione di diacetile e
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA
considerare per l’avviamento della malolattica sono di 50 mg/l per la totale e di 10 mg/l per la libera. Alla svinatura, in condizioni di normalità, l’aggiunta prudenziale di solforosa non deve superare 1-1,5 g/hl Alcuni ceppi di lievito possono produrre dosi elevate di solforosa che possono ostacolare la FML. Effetto della temperatura Per ogni microorganismo esiste una temperatura minima e massima, una temperatura ottimale e una temperatura mortale. Con la temperatura ottimale si ha una rapida moltiplicazione dei batteri e la fase di latenza si abbrevia. Per i batteri acetici la temperatura ottimale è di circa 30°C mentre per i BL (per la degradazione del malico) è di circa 20° C; al disotto dei 18°C l’avvio della FML è ritardato mentre sopra i 25°C è rallentato. La FML risulta ostacolata con temperature superiori ai 30° C che aumentano la tossicità dell’alcol. I batteri, come i lieviti, sono molto sensibili agli choc termici. Occorre anche dire che la temperatura ottimale di crescita dei BL si riduce con il crescere dell’alcol e quindi varia in molto in funzione della percentuale di alcol presente. Con alcol al 4% la temperatura ottimale è pari a 30°C; con alcol al 14% la temperatura ottimale è pari a 1820°C. La temperatura ottimale per la lo sviluppo di Oenococcus oeni è compresa tra 20° e 25° C. In generale con temperature intorno ai 25°C vengono favoriti i Pediococcus e i Lactobacillus, si rallenta la FML e aumentano i prodotti secondari indesiderati e l’acidità volatile. Con temperature più basse, di 18/20°C, si limita in generale la produzione di prodotti secondari. Quindi la temperatura viene considerata ottimale intorno ai 20°C, soprattutto se il contenuto di solforosa è più elevato. Sotto i 18°C l’avvio della FML è ritardato e occorre riscaldare il
vino o l’ambiente. Sotto i 16/17°C si hanno effetti negativi: qualora la temperatura si abbassasse dopo l’avvio della FML, quando la massa cellulare si è già formata, l’attività batterica può proseguire anche molto lentamente. Con temperature inferiori ai 15° C le cellule possono rimanere vitali per mesi. A 14° - 15° C l’indice di crescita è praticamente nullo mentre a 9° si blocca ogni attività batterica. Impiego del lisozima Il lisozima è un enzima estratto dal bianco d’uovo che ha azione antimicrobica sui batteri gram positivi, mentre non ha azione sui batteri acetici. Può essere utilizzato per evitare la FML nei vini bianchi, per ritardarla a fine fermentazione alcolica nei vini rossi (dosi di 10 g/hl) o per la stabilizzazione microbica a fine FML (dosi di 20 g/hl). Antibiotici I BL sono in grado di sintetizzare composti dotati di attività antimicrobica. Si tratta di proteine (le batteriocine) capaci di svolgere attività inibente verso altri BL e verso i lieviti. Questa è una delle cause che inibiscono le rifermentazioni su vini che hanno terminato la FML e che presentano ancora un residuo di zuccheri. Altri fattori condizionanti la FML sono: la presenza di polifenoli e tannini enologici (in generale i composti fenolici e i tannini enologici sono batteriostatici); la capacità delle vasche (vasche di grandi volumi favoriscono la FML); la durata della macerazione nella vinificazione in rosso (lunghe macerazioni favoriscono la FML); la presenza di batteriofagi, che possono essere causa di arresti della FML dovuti alla presenza di virus che si moltiplicano all’interno dei batteri; la presenza di residui di fitofarmaci (che possono impedire l’avvio della FML); la presenza di acidi grassi la cui presenza inibisce lo sviluppo dei batteri lattici (soprattutto l’acido decanoico).
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note indesiderate di burro, formaggio, latte, sensazioni metalliche, terrose e produzione elevata di acido acetico. In generale, un valore di pH inferiore 3,00 impedisce qualunque sviluppo di BL mentre a 3,20 si può già avere uno sviluppo stentato con una FML pura in cui viene decomposto quasi esclusivamente l’acido malico. A pH superiore a 3,30 è possibile un buon sviluppo dei BL mentre a pH superiore a 3,40 la FML è nettamente facilitata ma aumenta già il pericolo di deviazioni batteriche. A pH superiore a 3,60 si possono sviluppare i batteri responsabili di malattie (amaro, girato) mentre a pH 3,70 – 3,80 il loro sviluppo diventa molto rapido. Il pH ottimale dei BL è pari a 4,20/4,50, condizioni che non sono riscontrabili nei vini. Presenza di anidride solforosa I batteri risultano molto sensibili alla solforosa anche combinata; essa svolge una azione antisettica seppure con effetto 5-10 volte inferiore rispetto alla libera. I bacilli sono più resistenti dei cocchi e Oenococcus oeni è una delle specie più sensibili alla solforosa. I batteri lattici non producono acetaldeide e sono in grado invece di metabolizzarla: rompono il legame tra l’aldeide acetica, l’acido piruvico, gli acidi chetonici e la solforosa, rendendola più attiva. La concentrazione della frazione molecolare dipende dal pH e dalla temperatura. Come sappiamo, a pH 3,8 la frazione molecolare è pari a circa l’1% della libera mentre a pH 2,8 è pari a circa il 10%. Con una frazione di molecolare inferiore a 0,2 mg/l si favorisce la FML; diversamente, quando la molecolare è superiore a 1,2 mg/l la FML viene decisamente inibita. I BL si sviluppano difficilmente con tenori elevati di SO2. In linea generale i limiti massimi da
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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Attenzione al Black Rot della vite Le abbondanti precipitazioni favoriscono il “marciume nero”
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causa delle abbondanti precipitazioni primaverili, sono stati segnalati in tutta la provincia di Asti i sintomi fogliari ascrivibili a Black rot. Si tratta di una malattia, detta anche Marciume nero, causata da un fungo (Guignardia bidwelli) favorito da precipitazioni primaverili prolungate e temperature medie al di sopra di 8-10 gradi, che attacca tutti gli organi della vite in fase di crescita attiva. Per diversi anni tale patologia era quasi sparita dai vigneti astigiani, se si eccettua la zona di Castelnuovo Don Bosco e le aree confinanti con il Roero; per contro nelle ultime annate si è assistito a un ritorno di questa malattia a causa di andamenti climatici predisponenti, con piogge primaverili e repentini sbalzi di temperatura, e per la scarsa attenzione di molti viticoltori non più abituati ad affrontare questo patogeno. La sintomatologia a livello fogliare si presenta piuttosto simile a quella della Peronospora, con cui viene spesso confusa: si ha la formazione di macchie di forma regolare color rosso mattone delimitate da un alone bruno, il cui interno tende a disseccare e a ricoprirsi di minuscole pu-
stole nere (picnidi); a livello di grappolo si ha la formazione sull’acino di un puntino di colore biancastro di circa 1 mm di diametro, con formazione successiva di una macchia di colore bluastro-violaceo che si estende rapidamente a tutto l’acino con abbondante formazione di picnidi. Proprio la presenza di questi ultimi, sia a livello di foglia che di grappolo, rappresentano la caratteristica principale che differenzia la sintomatologia del Black rot da quella della
Peronospora o da fenomeni di fitotossicità; ai fini della diagnosi in campo è sufficiente osservare la zona colpita con una lente per verificare la presenza di picnidi. Anche i giovani germogli vengono colpiti da questo fungo; il sintomo tipico è rappresentato da tacche brune allungate, simili ai sintomi ascrivibili all’Escoriosi. Le infezioni a livello fogliare non provocano danni diretti, ma rappresentano un’importante fonte di inoculo per le infezioni successive: i picnidi
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA lare in due fasi distinte: la profilassi, volta alla diminuzione delle fonti di inoculo, e la lotta chimica vera e propria. La diminuzione dell’inoculo, che richiede molte cure e attenzioni, viene effettuata eliminando durante la potatura i tralci che presentano lesioni, senza dimenticare i viticci legati ai fil di ferro, e i grappoli “mummificati” che andranno allontanati dal vigneto e distrutti. L’unica “arma” utilizzabile dalle aziende biologiche, oltre alla profilassi, sono i trattamenti con rame e zolfo, in via esclusivamente preventiva, non presentano efficacia sulla malattia in atto. Attualmente non esistono molecole specifiche per la difesa contro il Black rot, tuttavia molte sostanze anti-peronosporiche e anti-oidiche sono registrate anche contro questa patologia; i ditiocarbammati (Mancozeb, Propineb, Metiram) utilizzati per i primi trattamenti anti-peronosporici di copertura, hanno un’ottima azione preventiva, così come ce l’hanno contro l’Escoriosi.
La classe di prodotti noti come i triazoli presentano, oltre alla’azione antioidica, un’ottima azione preventiva e curativa contro il Marciume nero e vanno utilizzati a partire dalla prefioritura fino a pre-chiusura grappolo. Le strobilurine, altra classe di principi attivi anti-oidici, hanno una buona azione collaterale contro il Black rot per cui è consigliabile anche il loro utilizzo, così come quello della nuova molecola cyflufenamid. Tutte le classi di molecole sopracitate risultano essere molto importanti per la difesa da questa patologia e la scelta aziendale di non impiegare più nessuna di queste deve essere ben ponderata in funzione della situazione climatica, agronomica e “storica” del vigneto; in situazioni dove si sono registrati attacchi negli anni precedenti si corre il rischio di subire danni sempre più gravi di anno in anno. Per maggiori dettagli contattare i tecnici di Zona oppure telefonare a: 335-7502076; 335-7502078.
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infatti, una volta germinati, dopo un evento piovoso liberano un numero enorme di conidi (spore) che, in presenza di piogge anche di scarsa entità, vengono trasportati sui grappoli dove provocano infezioni secondarie, anche molto gravi. Una volta che i grappoli vengono attaccati si ha la vera e propria “mummificazione” di questi ultimi, che cadendo a terra, rappresentano un’importante fonte di inoculo per l’annata successiva. Risulta essere molto importante la sensibilità varietale: vitigni come Barbera, Sauvignon e Pinot noir sono molto sensibili e un attacco di questo fungo può provocare gravi danni, se trascurato può potenzialmente compromettere la produzione dell’anno. Esistono anche dei fattori agronomici di predisposizione a questa patologia: normalmente i vigneti lavorati risultano più soggetti, così come le forme di allevamento particolarmente basse con grappoli vicini al terreno. La difesa dal Black rot si può artico-
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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Flavescenza dorata della vite Le misure di lotta obbligatoria 2013
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on Determinazione Dirigenziale n. 448 del 27/05/2013, il Settore Fitosanitario della Regione Piemonte ha approvato le norme 2013 di lotta obbligatoria alla Flavescenza dorata della vite, in applicazione del Decreto Ministeriale del 31/05/2000. Vediamo di seguito quanto di specifico interesse per il territorio astigiano.
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• È individuato come zona di insediamento l’intero territorio della Provincia di Asti. • Nelle zone di insediamento, in vigneti con percentuale di presenza della malattia inferiore al 4%, è obbligatorio estirpare le viti infette; nel caso di superfici vitate abbandonate, trascurate o viti inselvatichite dove non esistano le condizioni per effettuare un efficace controllo del vettore, è obbligatorio l’estirpo di tutte le viti o dell’intero appezzamento. Nei vigneti dove non esistano le condizioni per effettuare un efficace controllo del vettore e nei vigneti dove è presente più del 30% di piante infette … il Settore Fitosanitario può disporre l’estirpo dell’intero vigneto. • I Comuni in cui siano stati attivati o si attivino specifici progetti di lotta concordati con il Settore Fitosanitario e la Provincia territorialmente interessata comunicano ufficialmente al Settore Fitosanitario l’attivazione di specifici progetti. I progetti di lotta comunali dovranno essere predisposti attenendosi alle linee guida alla presente determinazione…. Nei progetti pilota comunali può essere reso obbligatorio l’estirpo delle piante infette con qualsiasi percentuale di danno. • I Comuni, al fine di incentivare l’adesione alle misure obbligatorie,
promuovono, per aree omogenee, la formazione di comitati di sorveglianza intercomunale. • Nelle zone focolaio e nelle zone di insediamento è comunque sempre obbligatorio asportare tempestivamente la vegetazione sintomatica. • Nelle zone focolaio e nelle zone di insediamento devono essere effettuati obbligatoriamente due trattamenti insetticidi all’anno. Se il livello di popolazione lo richiede può essere effettuato un terzo trattamento insetticida; tale trattamento è anche previsto dalle Norme Tecniche 2013 di Produzione Integrata per l’azione 214.1 approvate con D.D. n. 268 dell’11 aprile 2013. Può inoltre essere effettuato un quarto trattamento insetticida scegliendo tra le seguenti modalità: - un trattamento insetticida a tutto campo; - un trattamento insetticida localizzato sui filari esterni di vigneti situati in prossimità di vigneti abbandonati o incolti o capezzagne con presenza di viti selvatiche in cui si verifichino una recrudescenza della malattia e/o catture significative di adulti di scafoideo su trappole cromotattiche eventualmente poste sui filari limitrofi; - un trattamento insetticida post vendemmia. In prossimità di incolti o capezzagne con presenza di viti selvatiche il trattamento deve essere localizzato e rivolto al vigneto; è vietato trattare gli incolti e le capezzagne al fine di evitare danni agli insetti pronubi e alle api. Le aziende che aderiscono all’azione 214.1 del PSR 2007-2013 per il terzo e il quarto trattamento insetticida possono impiegare una delle
sostanze attive già utilizzate nei primi due interventi, una sostanza attiva non potrà comunque essere impiegata più di due volte (clorpirifos etil non può essere utilizzata oltre il 30/07 per il rischio residui nel vino, ma può essere di nuovo impiegata dopo la vendemmia). Si precisa che la possibilità di utilizzare la stessa sostanza attiva per due volte vale solo a partire dal terzo trattamento. Le aziende che aderiscono all’azione 214.1 del PSR 2007-2013 non devono richiedere ulteriori deroghe per l’esecuzione di un eventuale quarto trattamento insetticida e per l’utilizzo per due volte della stessa sostanza attiva a partire dal terzo trattamento. Tutte le aziende e i conduttori hobbisti sono tenute a seguire le indicazioni che vengono emanate a livello locale dagli organismi di assistenza tecnica e dai Progetti Pilota. • Ai sensi dell’art. 17 della L.R. n. 20 del 03/08/1998, al fine di salvaguardare l’azione pronuba delle api, sono vietati i trattamenti con prodotti fitosanitari (insetticidi, erbicidi e fungicidi) tossici per le api durante il periodo di fioritura della vite. I trattamenti sono vietati anche se sono presenti secrezioni nettarifere extrafiorali; in presenza di eventuali fioriture spontanee nella vegetazione sottostante le viti, occorre eliminare la vegetazione stessa tramite sfalcio e appassimento o asportazione. Il trattamento deve inoltre essere effettuato in assenza di vento per evitare fenomeni di deriva. Devono essere evitati i trattamenti in presenza di melata nei mesi di luglio e agosto. L’inosservanza di tali norme può es-
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA
Sopra: sintomi di FD su Moscato (da Giallumi della vite, guida al riconoscimento); a lato: Sintomi di FD su Barbera (da Giallumi della vite, guida al riconoscimento)
tiva del pagamento di una somma di 0,3 euro per metro quadrato di superficie; in ogni caso la sanzione pecuniaria non può essere inferiore a 1.500,00 euro. Chiunque non rispetti gli obblighi relativi all’esecuzione di trattamenti fitoiatrici obbligatori entro i termini fissati dal settore fitosanitario, ai sensi del comma 1, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 200,00 euro a 1.200,00 euro”. Sono inoltre applicate le seguenti misure previste dal comma 3 dell’art.
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9 (Misure di emergenza per la prevenzione e l’eradicazione di fitopatie ed infestazioni parassitarie) della legge regionale 29 aprile 2013, n. 6 “Disposizioni regionali in materia agricola”: - l’esecuzione coatta delle misure fitosanitarie previste al comma 1 ponendo a carico del trasgressore le relative spese; - la sospensione di ogni forma di contributo economico in ambito agricolo a qualsiasi titolo amministrato dalla Regione Piemonte.
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sere causa di gravi danni all’apicoltura e all’ambiente. … • Per i trattamenti insetticidi devono essere utilizzati prodotti fitosanitari insetticidi espressamente autorizzati sulla vite contro le cicaline. • Deve essere tenuta registrazione dei trattamenti insetticidi effettuati in ogni appezzamento con l’indicazione della data e del prodotto fitosanitario impiegato. … • Il Settore Fitosanitario emetterà specifici comunicati in prossimità dei periodi ottimali per l’esecuzione dei trattamenti insetticidi contro l’insetto vettore. Tali bollettini hanno lo scopo di fornire una indicazione generale; tuttavia occorre che si attui una verifica puntuale sul territorio per valutare localmente la presenza del vettore Scaphoideus titanus e dei suoi stadi di sviluppo. ... • Nel periodo invernale è obbligatorio eseguire le seguenti operazioni al fine di migliorare la situazione per la stagione successiva: - eliminare e distruggere la vite selvatica presente in incolti, boschi, rive, gerbidi vicini ai vigneti dove potrebbero essere presenti le uova dell’insetto vettore; - durante la potatura eliminare le piante che hanno manifestato tardivamente i sintomi. • Per i nuovi impianti e per la sostituzione di singole viti è raccomandato l’utilizzo di materiale di moltiplicazione che sia stato sottoposto a trattamento termoterapico a 50°C per 45 minuti. E’ opportuno che l’effettiva esecuzione del trattamento sia garantita attraverso la reportistica emessa dall’impianto e/o attraverso un sistema di certificazione volontaria, in base alle norme internazionali, che consenta altresì la tracciabilità del materiale di moltiplicazione…. “I soggetti che non rispettano l’obbligo di estirpazione entro i termini fissati dal Settore fitosanitario regionale, ai sensi del comma 1, sono puniti con la sanzione amministra-
Misura 111-1B
ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
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Monitoraggio delle Scaphoideus titanus Come individuare il vettore della flavescenza dorata
Misura 111-1B
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possibile monitorare gli adulti di Scaphoideus titanus, insetto vettore della Flavescenza dorata, tramite l’utilizzo di apposite trappole, tenendo conto quanto segue: 1) Le trappole cromotattiche sono fogli di plastica di colore giallo con colla, 25 x 30 cm circa, da posizionare all’altezza della vegetazione prevalente: nei vigneti allevati a spalliera poco sopra la fascia grappolo. 2) Devono essere posizionate a fine giugno e sostituite quando hanno perso la capacità incollante o comunque ogni 15 giorni circa. 3) Per ogni vigneto occorre collocarne un numero variabile in base alla dimensione del campo (3 per ogni vigneto con dimensioni di 0,5 ettari, posizionando le trappole secondo una diagonale, una al centro, le altre ai confini del vigneto verso l’esterno in presenza di situazioni critiche quali vigneti trascurati, fondi valle, zone più fresche e ombrose; oltre 0.5 ha posizionare una trappola in più ogni 3000 mq). 4) La lettura della trappola, registran-
Adulto di Scaphoideus titanus (da Giallumi della vite, guida al riconoscimento)
do il numero di adulti di Scaphoideus titanus, deve avvenire con frequenza settimanale al fine di facilitare la decisione per eventuali interventi insetticidi d’urgenza e eccezionali quali ad esempio un trattamento ravvicinato per una zona di confine che ha rappresentato un rifugio per il vettore o un trattamento contro reinfestazioni dall’esterno. 5) La data della lettura e il numero di insetti rilevato devono essere regi-
strati per ogni trappola sulla scheda “Scheda per la registrazione del numero di adulti di Scaphoideus titanus catturati con le trappole cromotattiche” che deve essere tenuta presso l’azienda a disposizione per eventuali controlli. I viticoltori interessati a partecipare al monitoraggio nei propri vigneti possono contattare il proprio tecnico Coldiretti di Zona oppure telefonare al 335-7502076.
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La solarizzazione in orticoltura protetta Una tecnica naturale di disinfezione del terreno
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27 reno opportunamente lavorato, bagnato e pacciamato con film plastico trasparente, alla radiazione solare per un certo numero di giorni nella stagione calda. La solarizzazione è un’agrotecnica economica e di facile esecuzione. La riuscita del trattamento dipende oltre che dalle temperature ragg iunte dal terreno anche dall’attenta esecuzione di tutte le fasi che lo compongono. La preparazione del terreno consiste nella lavorazione dei primi 25-30 cm di profondità del suolo, alla quale deve seguire la sistemazione del fondo come se si dovesse già provvedere alla semina o trapianto della coltura. Il terreno deve essere contemporaneamente irrigato abbondantemente per consentire la trasmissione del calore dagli strati più
superficiali a quelli più profondi e per stimolare le attività vitali di organi di resistenza di funghi, parassiti animali e semi di piante infestanti, rendendoli così più vulnerabili. Dopo l’intervento irriguo e la lavorazione il terreno va subito coperto con film plastico trasparente da 0,03 a 0,05 mm di spessore, cercando di far aderire quanto più possibile il film al terreno ed interrando i bordi con cura. Alle nostre latitudini (Italia settentrionale) la solarizzazione funziona sotto serra o tunnel, in modo da creare una doppia copertura del terreno; va ricordato che, considerate le alte temperatura che si raggiungono, al fine di evitare la degradazione del film plastico superiore (quello della serra) occorre periodicamente effettuare lievi bagnature tra i due film plastici in modo da mante-
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ei terreni sottoposti ad orticoltura la ripetuta coltivazione con la stessa specie di pianta o con piante appartenenti alla stessa famiglia, determina il progressivo accumulo di parassiti (es. patogeni fungini, nematodi) e la competizione di erbe infestanti, tali da ridurre via via le rese e la qualità dei prodotti. Riferendoci soprattutto all’orticoltura intensiva, in serra o tunnel, da alcuni anni l’eliminazione del bromuro di metile ha valorizzato tutta una serie di metodi di lotta alternativi all’utilizzo del solo mezzo chimico. Attualmente, infatti, la disinfestazione del suolo comprende tecniche che utilizzano mezzi fisici (vapore, solarizzazione), mezzi biologici o genetici (specie antagoniste, cultivar/ ibridi resistenti, piante biocide), mezzi agronomici (innesto erbaceo, rotazioni). L’utilizzo dei soli prodotti chimici (es. Cloropicrina, 1,3 Dicloropropene, Metham sodio o potassio, Dazomet) nel lungo periodo intacca la biodiversità dell’ecosistema terreno accentuando problemi tossicologici (stanchezza del terreno) e perdita di struttura del terreno legata alla frequenza delle lavorazioni e alla carenza di agenti cementanti forniti dalla sostanza organica, con un calo inesorabile e vistoso della fertilità. Ecco perché, avvicinandoci al periodo più caldo dell’anno, vale la pena sottolineare la tecnica naturale di disinfezione del terreno nota come solarizzazione, consistente nel sottoporre il ter-
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA
Misura 111-1B
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nere un ambiente molto umido. Per ottenere risultati apprezzabili la copertura deve essere tenuta per almeno 35-40 giorni nella stagione di massima insolazione (fine giugno - prima metà di agosto). È stato dimostrato che la solarizzazione è efficace se la temperatura supera per un periodo di tempo sufficientemente lungo il valore di 37-40°C, generalmente riconosciuto come soglia termica minima per una significativa riduzione del carico dei microrganismi dannosi. Tra i patogeni più noti, particolarmente controllati con questa tecnica, troviamo i funghi del genere Sclerotinia, Verticillium, Fusarium, i nematodi galligeni del genere Meloidogyne, numerose erbe infestanti annuali e perennanti, sia a foglia stretta che a foglia larga. Il trattamento non provoca ‘vuoto biologico’, infatti favorisce la sopravvivenza della microflora utile
(batteri, funghi e attinomiceti antagonisti), in tal modo il sopraggiungere di eventuali organismi patogeni viene contrastato dalla presenza della microflora antagonista. Schematicamente possiamo così riassumere i principali passaggi per realizzare correttamente la solarizzazione in serra: 1. Interramento residui colturali, concimazione organica o/e minerale (non azoto), eventuale distribuzione di geodisinfestanti chimici a dosi ridotte (se si vuole potenziare l’efficacia del trattamento). 2. Lavorazione terreno (25-30 cm), sminuzzamento zolle, livellamento. 3. Abbondante irrigazione del terreno. 4. Copertura terreno con film plastico trasparente sottile (da 0,03 a 0,05 mm di spessore), coprendo o interrando i margini con terreno.
5. Chiusura aperture serra, in modo da creare una “doppia copertura” del terreno, bagnando preventivamente e periodicamente tra i due film plastici. 6. Durata del trattamento: almeno 35 giorni nel periodo di massima insolazione estiva (da fine giugno in avanti). 7. Rimozione telo plastico, lavorazione lieve dell’eventuale crosta superficiale del suolo. Evitare lavorazioni/operazioni preparatorie oltre i 10-15 cm di profondità in modo da non contaminare lo strato superficiale con quello sottostante. 8. Evitare o ridurre gli apporti azotati iniziali sulla prima coltura che segue, in virtù della liberazione di azoto nitrico a seguito del trattamento. Per ulteriori informazioni rivolgersi al servizio di consulenza orticola Coldiretti, 0141-380427.
L’agrillo dei noccioleti (Agrilus viridis) Provoca il deperimento e il disseccamento della pianta
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i tratta di un buprestide xilofago che scava gallerie nelle pertiche e nelle branche del nocciolo, provocandone un progressivo deperimento fino al disseccamento. Le infestazioni si sono intensificate nelle ultime stagioni a causa di una serie di estati siccitose che hanno indebolito le piante favorendo situazioni di stress che facilitano gli attacchi del parassita. Altro fattore non trascurabile è l’abbandono dei noccioleti, spesso senescenti e improduttivi, che diventano ambiente ideale per la proliferazione dell’insetto. I sintomi a carico della pianta sono l’ingiallimento della chioma
nel periodo estivo, il disseccamento delle branche e, nei casi più gravi, la morte. Tali sintomi sono generici, non univocamente imputabili alle infestazioni di agrilo. Ad esempio, gli ingiallimenti si verificano anche in casi di stress idrici o di carenze minerali mentre il disseccamento delle pertiche è talvolta conseguente all’infezione fungina di Cytospora corylicola. Sintomi inconfondibili dell’agrilo sono invece i rigonfiamenti sui rami in corrispondenza delle gallerie sottocorticali, ad andamento irregolare, scavate dalle larve. Le gallerie possono essere messe in evidenza, scortecciando le bran-
che con un coltello da innesto. Il ciclo biologico dell’agrilo Adulti: l’agrilo compie una generazione all’anno e sverna come larva all’interno del legno del nocciolo. Le indagini finora condotte hanno permesso di conoscere il periodo d’inizio degli sfarfallamenti, che avvengono a partire dalla metàfine maggio, a seconda dell’andamento climatico nel periodo e le prime ovideposizioni delle femmine che cominciano a partire dalla metà di giugno, cioè un mese dopo i primi sfarfallamenti. Ovature: le uova sono unite in ovature e nel corso delle indagini si è potuto notare come le uova
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OBIETTIVO
AZIONI CONSEGUENTI Individuare durante i mesi estivi (a luglio e agosto le chiome delle piante colpite ingialliscono) i rami infestati da ovature di agrilo
PREVENIRE LA DIFFUSIONE DEL’AGRILO
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In alternativa alla combustione è possibile accatastare i residui di potatura ricoprendoli con teli in plastica e lasciandole in campo nei mesi estivi in modo da creare una sorta di ‘effetto serra’ sotto la copertura favorevole alla morte degli adulti neo sfarfallati.
meno gravi, sono raggruppate nella Bassa Langa (Barbaresco, Alba) e diventano sporadiche nell’Astigiano e nell’Alessandrino. In particolare la maggior concentrazione degli attacchi nell’Alta Langa e nel Carrucese potrebbe essere collegata al fatto che in queste aree il nocciolo sia diventato quasi una monocoltura; l’agrilo può trovarvi un bacino di sviluppo e di alimentazione
che gli garantisce una buona sopravvivenza. Indicazioni per la difesa La scalarità degli sfarfallamenti e la lunga presenza in campo dell’insetto hanno finora reso difficile impostare programmi di difesa basati sull’impiego di insetticidi. Le indicazioni sul metodo attualmente più efficace per il contenimento del parassita sono di seguito riepilogate.
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siano di preferenza deposte nella parte delle pertiche compresa tra 1 e 2 m dal livello del terreno, principalmente sul lato esposto al sole. Le femmine depongono normalmente 30-40 uova ciascuna e l’incubazione dura 10-12 giorni prima che le larve penetrino all’interno del legno. Larve: sono xilofaghe, cioè si nutrono dei tessuti legnosi. Una volta fuoriuscite dall’uovo, penetrano direttamente all’interno del legno scavando gallerie serpentine sia verso l’alto sia verso il basso. Lo sviluppo larvale si completa entro l’autunno e la larva, matura, si porta sottocorteccia dove rimane a svernare fino alla primavera successiva in cui sfarfallerà l’adulto. Quant’è diffuso il parassita Grazie alla collaborazione con i tecnici dei servizi di consulenza alle aziende corilicole, è stato possibile individuare l’areale di maggior diffusione dell’agrilo, ottenendo informazioni anche sull’entità degli attacchi. Le infestazioni più gravi sono concentrate nell’Alta Langa (Bossolasco, Castino, Cravanzana, Cortemilia, Torre Bormida) e nel Carrucese (Carrù, Piozzo) mentre quelle
Asportare e bruciare il legno della potatura di risanamento nel corso dell’inverno e comunque non oltre l’inizio della primavera per non correre il rischio che dal legno potato sfarfallino nuovi adulti. LA PRATICA AGRONOMICA DEL TAGLIO E DELLA BRUCIATURA DEI RESIDUI DI POTATURA È L’UNICO INTERVENTO DI DIFESA CONSENTITO DAI DISCIPLINARI DI PRODUDUZIONE INTEGRATA PSR SU NOCCIOLO. L’adozione di questa tecnica di lotta consente di contenere effettivamente le larve svernanti all’interno del legno delle piante colpite e di conseguenza di ridurre gli sfarfallamenti primaverili degli adulti.
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Effettuare potature autunnali delle parti colpite ricordando di eseguire tagli consistenti fino a dove scortecciando il legno si individuano gallerie perché è probabile che li si trovino le larve svernanti
Il vero Made in Italy a “Porta a Porta” L’intervento del presidente Coldiretti da Bruno Vespa
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a rete ammiraglia della Rai e il suo talk politico, nonché trasmissione di punta del palinsesto, “Porta a Porta”, si è occupata il 5 giugno scorso del vero Made in Italy, dell’etichettatura trasparente e di buon cibo, dell’educazione alimentare e della qualità, di Ogm free. È stata una puntata importante durante la quale è emersa la voce di imprenditori giovani, che hanno scelto di tornare alla terra e di scommettere sulle potenzialità del settore. In pratica è emerso come l’agricoltura ci possa salvare dalla crisi. Un messaggio che il nostro Presidente Nazionale Sergio Marini ha portato nel suo intervento durante la trasmissione di Bruno Vespa. Il presidente Coldiretti, col ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, ha sottolineato il danno immenso dell’italian sounding per il furto di valore perpetrato ai danni dell’agricoltura italiana proprio mentre scorrevano tristissime immagini di prodotti che di italiano avevamo a malapena il
nome. Spunti e riflessioni per ribadire che la ‘qualità della vita’, il ‘paesaggio’ e il ‘territorio’ contano più del Pil, in quanto beni non delocalizzabili e di inestimabile valore. Non a caso, l’attenzione dei consumatori, ogni qual volta si parli di etichette trasparenti,
contraffazione e pirateria agroalimentare, è sempre altissima. Tutto questo a testimonianza di come Coldiretti sia ormai riuscita a far passare, anche sui grandi media, il concetto di una filiera agricola tutta italiana a difesa del Made in Italy.
Il vino della scuola dell’infanzia
Ritirate le bottiglie dell’uva vendemmiata a Tigliole
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o scorso anno avevano vendemmiato ed ora hanno ritirato le bottiglie di
vino. I bimbi della scuola dell’infanzia “Regina Chiappello” di Pratomorone, sono stati in visita alla azienda agricola “Il Bricco Gallo” di Tigliole per ritirare le bottiglie di vino frutto della vinificazione delle uve che loro stessi avevano raccolto. Nella fotografia, l’allegra compagnia posa con il titolare del Bricco Gallo, Marco Granzino.