Il Notiziario Agricolo n. 8/2013

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Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 8 - Anno 2013. In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo

Anno

62° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI

numero

ASTI

COLDIRETTI

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18 luglio 2013



m m a r i o

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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Palalottomatica: l’Italia che vogliamo

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La notte degli Oscar Green regionali

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Più giustizia ed equità sociale

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Gli astigiani protagonisti dell’innovazione

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Cresce l’occupazione in agricoltura

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Lo scaffale fantasma del Made in Italy

Speciale Misura 111 -PSR: Controllo della fermentazione malolattica; Lotta obbligatoria alla Flavescenza Dorata; Vino: i nuovi documenti di accompagnamento; Gestione in verde del vigneto; Ridotta l’accisa sul gasolio da serra; La qualità del grano tenero; Lotta guidata sul nocciolo

Sommario

Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Periodico ufficiale Coldiretti Anno 62° numero 8 - 18 luglio 2013* Realizzazione grafica e stampa Riflesso – S.r.l. F.lli Scaravaglio & C. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.590425 Abbonamento annuale: Euro 20,00 *Data di chiusura del giornale

argomenti in evidenza

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Palalottomatica 2013 Il progetto Coldiretti Roma, 4 luglio 2013, estratto dal discorso di Sergio Marini

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ent’anni fa, ci dicevano che dovevamo diventare grandi per competere col resto del mondo e per non scomparire. Invece siamo ancora qui e quelle che ci dicevano essere le nostre debolezze, oggi, sono diventate la nostra forza.

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e la politica è la prima responsabile della crisi economica, non possiamo negare che sia stato l’egoismo delle rappresentanze a non aver sviluppato le riforme. Chi ha dei diritti se li tieni e di chi non li ha non se ne occupa nessuno: in questi anni ha sempre vinto il più forte e questo ha creato molti conflitti.

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obbiamo essere orgogliosi di quanto abbiamo fatto, dobbiamo continuare ad avere coraggio, tutti insieme, e continuare ad andare controcorrente.

In Copertina I girasoli cercano il sole

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n questo numero, in copertina, abbiamo immortalato i girasoli. Sono tutti girati, sembrano cercano quel sole che quest’anno si è fatto molto desiderare e che inevitabilmente ha influenzato l’andamento dell’annata agricola. Ora per la vendemmia si spera nel beltempo e nel solleone che possa far maturare in al meglio l’uva e darci ancora un’ottima annata vinicola. Le premesse ci sono.

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a metafora del grano (il cui campo è stato riprodotto nel maxi poster su un intero lato del Palalottomatica): il grano serve per fare il pane, per sfamarsi oggi, ma anche per domani e per l’intero nostro futuro, mantenendo il seme abbiamo delle prospettive e quindi una speranza. Questo ha fatto Coldiretti, ha saputo ridare una speranza. E questa è l’Italia che vogliamo.

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iate orgogliosi della strada intrapresa, a tutti dobbiamo trasmettere la necessità di cambiamento, chiediamo giustizia ed equità.

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o non vi ho chiesto nemmeno un euro, vi ho chiesto coraggio, di andare controcorrente, di avere una visione, di avviare il cambiamento, come ha fatto Coldiretti.

Chiusura Uffici Estate 2013

Anche quest’anno, per il periodo estivo, gli uffici Coldiretti Asti osserveranno un breve periodo di chiusura da giovedì 8 agosto a mercoledì 21 agosto. L’attività riprenderà regolarmente da giovedì 22 agosto. In caso di urgenze ed esigenze particolari è comunque garantita l’assistenza agli associati componendo i numeri telefonici seguenti: • 335.7502083 servizio tecnico; • 335.7502090 servizio previdenziale infortuni sul lavoro; • 335.7502067 serv. fiscale e tributario; • 335.7502060 emergenze particolari; • 335.7502076 assistenza tecnica vinicola • 335.7502074 Emergenze particolari.


Coldiretti, l’Italia che vogliamo In 15 mila all’assemblea nazionale Coldiretti di Roma

Coordinati dal segretario nazionale Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, attorno all’anatema “l’Italia che vogliamo” sono intervenuti il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, il Direttore Generale di “Iper la grande i” Stefano Albertazzi, il procuratore Giancarlo Caselli. Il saluto del Papa e del presidente della Repubblica, la simpatia di Renzo Arbore.

tori italiani sono in grado, anche attraverso l’attività di stimolo e di proposta degli organismi di rappresentanza, di coniugare il miglioramento dell’efficienza produttiva con la promozione di uno sviluppo equilibrato e sostenibile, attraverso un’accresciuta attenzione alla sicurezza alimentare e alla cura e valo-

rizzazione del territorio”. A questo punto è stata data la parola al presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, che ha sottolineato l’ormai consolidata affinità con Coldiretti e la condivisione di molte idee e progetti. Fra queste ha elencato tre priorità: Una nuova Europa in cui non si debbano fare

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Il 4 luglio erano 250 gli imprenditori agricoli astigiani presenti al Palalottomatica di Roma. Hanno viaggiato in pullman per tutta la notte prima, ma ne è valso il sacrificio per il clima entusiasmante e le prospettive per il futuro. Ridata la speranza, ora possiamo darci un futuro.

Assemblea nazionale

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nche quest’anno si è ritrovato al Palalottomatica di Roma. Il grande popolo con le bandiere gialle, per il quinto anno consecutivo, ha celebrato l’Assemblea Nazionale Coldiretti. Erano oltre 15mila, fra cui una nutrita delegazione di imprenditori agricoli dell’Astigiano, partiti in 250 su quattro pullman la sera prima da Asti. Un viaggio lungo e faticoso ma già all’ingresso del Palalottomatica l’ormai consueto sventolio delle bandiere Coldiretti e dei Tricolori, ha appagato ogni sacrificio per l’entusiasmo che ha saputo trasmettere anche agli astigiani guidati dal presidente provinciale Roberto Cabiale e dal direttore Antonio Ciotta. L’assise si è aperta con l’inno nazionale. A campeggiare su una gigantografia di un meraviglioso campo di grano, lo slogan “L’Italia che Vogliamo” sarà il filo conduttore dell’intera mattinata. Ad introdurre i lavori il segretario nazionale Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, che ha voluto intervallare ogni intervento con una serie di video introduttivi tanto efficaci quanto esemplificativi dei grandi passi avanti effettuati da Coldiretti nell’interpretare, orientare e gestire il cambiamento del settore primario. Sempre inizialmente, sono stati letti i saluti del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e di Sua Santità Papa Francesco, con cui entrambi hanno voluto rimarcare il ruolo strategico del settore primario: “Il confronto sulle prospettive dell’agricoltura italiana – ha scritto il Capo dello Stato – trova nell’assemblea annuale di Coldiretti un momento importante di analisi e di approfondimento. Seguendo una consolidata tradizione, gli agricol-


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battaglie per l’etichettatura, ma che queste cose diventino un diritto; Una implementazione dei mercati di prossimità e un aiuto concreto a una ulteriore diffusione dei mercati di Campagna Amica; Una lotta costante e decisa alle contraffazioni. L’assise Coldiretti ha poi accolto con calore Renzo Arbore, il cui fratello nel Foggiano è da sempre iscritto a Coldiretti, che ha promosso l’ormai consolidata collaborazione per l’attività benefica della pasta del Filodoro. Fra le sorprese che non ti aspetti, per gli associati Coldiretti c’è stato l’intervento del Direttore Generale di “Iper la Grande i” Stefano Albertazzi. Sorpresa in quanto il responsabile dell’azienda 100% italiana che dispone di 26 ipermercati e 300 supermercati a marchio “Unes”, ha fornito una visione totalmente diversa dal pensare comune delle società della grande distribuzione organizzata. Albertazzi ha presentato il marchio “VOI”, acronimo di Valore Origine Italiana, che vede tre importante referenze distribuite grazie a Fai: pasta siciliana al 100%; riso Arborio e Carnaroli della Lomellina; olio pugliese e presto di tutte le cultivar regionali; latte delle stalle bresciane pagato 45 centesime al litro e venduto a meno di un euro. Seguito ed interessante anche l’intervento del procuratore Giancarlo Caselli dalle cui parole è trasparita un’importante assonanza di idee con Coldiretti. Il vostro presidente, ha detto Caselli, ci chiede norme più rigorose per tutelare la nostra agricoltura, noi abbiamo bisogno di voi per riformare la giustizia. Quando prende la parola il presidente nazionale Sergio Marini, l’assemblea accresce ulteriormente la soglia d’attenzione. L’esordio è anche quest’anno importante, destinato a tracciare la linea dell’intero prossimo anno di lavoro: “Vent’anni fa, tutti noi, – ha detto Marini – ci sentivamo un peso per la collettività; ci dicevano che dovevamo

L’intervento del presidente Marini: Vent’anni fa, tutti noi, ci sentivamo un peso per la collettività; ci dicevano che dovevamo diventare grandi per competere col resto del mondo e per non scomparire. Invece siamo ancora qui e quelle che ci dicevano essere le nostre debolezze, oggi, sono diventate la nostra forza. diventare grandi per competere col resto del mondo e per non scomparire. Invece siamo ancora qui e quelle che ci dicevano essere le nostre debolezze, oggi, sono diventate la nostra forza. Dobbiamo essere orgogliosi di quanto abbiamo fatto, dobbiamo continuare ad avere coraggio, tutti insieme, e continuare ad andare controcorrente”. Fra i momenti più applauditi, poi, la metafora del grano, il cui campo è stato riprodotto nel maxi poster su un intero lato del Palalottomatica: il grano serve per fare il pane,

per sfamarsi oggi, ma anche per domani e per l’intero nostro futuro, mantenendo il seme abbiamo delle prospettive e quindi una speranza. Questo ha fatto Coldiretti, ha saputo ridare una speranza. E questa è l’Italia che vogliamo.


Più giustizia ed equità sociale Tutelando sempre il più forte, la rappresentanza ha fallito

Assemblea nazionale

Sergio Marini fa appello al coraggio, come unico strumento per avviare il cambiamento: “La rappresentatività è sancita dalla costituzione e non può essere tollerato che si cerchi di ostacolare chi vuole migliorare l’Italia”.

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Sergio Marini all’Assemblea nazionale Coldiretti di Roma

tà e giustizia. Lo ha fatto anche riferendosi alla battaglia per la rappresentatività delle cooperative. “Come possiamo sentirci dire – ha detto il Presidente Coldiretti – che aver fatto UeCoop sia stato uno sbaglio e che la politica non avrebbe

dovuto consentire la nascita di una nuova centrale cooperative. La rappresentatività è sancita dalla costituzione e non può essere tollerato che si cerchi di ostacolare chi vuole migliorare l’Italia”.

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uando il presidente nazionale Coldiretti difronte ai 15 mila del Palalottomatica ha parlato di equità e giustizia, ha anche aperto un argomento che segna profondamente la linea di confine fra il lecito e l’illecito, fra etica e disvalori che segnano la nostra società. Su un passaggio in particolare, quello della critica della rappresentanza, si condensano, forse, tutte le battaglie portate avanti in questi anni da Coldiretti, dalle più evidenti sulle agripiraterie e l’italian sounding, agli Ogm, fino al mondo cooperativo. “Se la politica è la prima responsabile della crisi economica – ha detto Marini - non possiamo negare che sia stato l’egoismo delle rappresentanze a non aver sviluppato le riforme. Chi ha dei diritti se li tieni e di chi non li ha non se ne occupa nessuno: in questi anni ha sempre vinto il più forte e questo ha creato molti conflitti. Per questo Marini continua a fare appello al coraggio, come unico strumento per avviare il cambiamento e riportare equi-


I quattro impegni dei Ministri Pac, no Ogm, semplificazione burocratica e abolizione IMU

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uesta volta il Palalottomatica non ha potuto contenere tutti. Alcune centinaia di agricoltori hanno dovuto seguire l’Assemblea nazionale Coldiretti dai maxi schermi sistemati fuori dal palazzetto. Non era ancora accaduto nei quattro anni precedenti. Anche questo è un ulteriore segnale di come il popolo con le bandiere gialle segua con convinzione la linea tracciata dall’Organizzazione, di come il suo presidente, Sergio Marini, sia sempre più una guida forte e convincente, non solo dei suoi “adepti”, ma ormai trasversalmente, o meglio, orizzontalmente anche di buona parte del mondo economico e politico-istituzionale. Non a caso all’Assemblea sono intervenuti il procuratore Giancarlo Caselli, il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti e ben quattro Ministri. Insomma con coraggio, andando contro corrente, come ha sottolineato lo stesso Marini, Coldiretti ha ridato la speranza. Il progetto di una filiera agricola tutta italiana, le battaglie a difesa del Made in Italy, quelle contro le contraffazioni e gli O.g.m., i tanti progetti di filiera e il braccio di ferro con l’obsoleto sistema cooperativistico, hanno attecchito, Marini e la sua Coldiretti sono sempre più convincenti e le iniziative messe in campo funzionano. Per altro i messaggi di Sergio Marini alla sua Assemblea e di rimando a tutto l’universo mondo, sono stati molto chiari ed inci-

sivi: “Siate orgogliosi della strada intrapresa, a tutti dobbiamo trasmettere la necessità di cambiamento, chiediamo giustizia ed equità”. Marini ha chiesto una legge di salvaguardia dagli Ogm, il riconoscimento che la difesa del Made in Italy è un diritto sancito dalla Costituzione, una legge sul suolo, un impegno per sfruttare l’occasione di Expo Milano, una vera semplificazione burocratica. Ai quattro Ministri, De Girolamo, Orlando, Lorenzin e Zanonato, ha detto “Io non vi ho chiesto nemmeno un euro, vi ho chiesto coraggio, di andare controcorrente, di avere una visione, di avviare il cambiamento, come ha fatto Coldiretti”. E ad uno ad uno, i quattro ministri hanno acconsentito alle richieste di Sergio Marini. Tantè che quando ha ripreso la parola, il Presidente ha fatto un decalogo degli impegni: 1. La Pac, massima disponibilità nel recepire le istanze Coldiretti, quindi il primo pilastro dovrà essere orientato all’agricoltore attivo professionale; 2. Tutti e tre i ministri, che devono firmare il decreto di salvaguardia, hanno detto no agli Ogm; 3. L’applicazione della semplificazione burocratica, per altro già approvata da decreto, deve essere una battaglia da fare insieme; 4. Abolizione dell’IMU.

Dall’alto: i Ministri De Girolamo, Orlando, Lorenzin e Zanonato


Pieno sostegno a patto per l’agricoltura diventi troppo simile o uguale ad altri paesi”. L’abolizione dell’Imu agricola rappresenta - ha continuato Marini - un vero riconoscimento del ruolo ambientale, sociale e culturale del nostro settore agricolo, il riconoscimento di quei beni comuni che l’agricoltura produce e che nessuno paga, il riconoscimento di beni strumentali che nulla hanno a che vedere con una tassa che dovrebbe intaccare i patrimoni. La semplificazione – ha rimarcato Marini - della burocrazia nel comparto, sostenuta anche dal Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato e della Salute Beatrice Lorenzin, è una priorità perché troppo spesso siamo abituati a semplificazioni e poi a semplificazioni delle semplificazioni che portano infine a delle complicazioni ingestibili”. Premiare gli agricoltori attivi ovvero quelli che vivono di agricoltura dopo il bel lavoro fatto dal Parlamento europeo e dal Presidente della Com-

missione agricoltura Paolo De Castro diventa oggi una possibilità degli Stati membri e - ha affermato Marini - non possiamo perdere questa occasione. L’internazionalizzazione vuol dire portare nel mondo l’Italia ma un’Italia vera al 100 per 100 e a tal riguardo apprezziamo l’incoraggiamento del Ministro Zanonato che ha evidenziato che “l’agricoltura è un settore della nostra attività economica che funziona meglio in questo momento e crea occupazione”, sottolineando inoltre il valore di un’iniziativa come quella del marchio Fai, che garantisce prodotti firmati dagli agricoltori italiani. “È fondamentale – ha chiosato Zanonato - che questo marchio si affermi con grande efficacia”.

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li impegni presi dal Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo nel patto per l’agricoltura davanti ai 15mila agricoltori presenti all’Assemblea della Coldiretti trovano il nostro pieno sostegno, perché li reputiamo fondamentali per l’agricoltura italiana. È quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini. Dire no agli Ogm in Italia per valorizzare la biodiversità - ha sottolineato - è stata una tesi sostenuta da tutti e tre i ministri interessati alla firma della clausola di salvaguardia per vietare la coltivazione di Organismi geneticamente modificati, dal Ministro delle Politiche Agricole De Girolamo a quello della Salute Beatrice Lorenzin che tra l’altro ha annunciato l’intenzione di “presentare presto in Parlamento un disegno di legge per valorizzare il ‘km zero’”, fino a quello all’Ambiente Andrea Orlando il quale ha affermato “noi non vogliamo gli Ogm perchè non vogliamo che il nostro Paese

Assemblea nazionale

Se il Governo durerà, gli impegni non mancano


Cresce l’occupazione in agricoltura È l’unico settore che fa segnare un aumento del Pil

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’occupazione giovanile cresce solo in agricoltura. Fa segnare un aumento record del 9 per cento nelle assunzioni di giovani under 35 anni nel primo trimestre del 2013, nonostante gli effetti negativi sulle coltivazioni provocati dal maltempo e i segnali depressivi sui consumi che hanno interessato anche l’agroalimentare. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel corso dell’Assemblea nazionale, nel sottolineare che dal ricambio generazionale in agricoltura è possibile l’inserimento di 200mila giovani nelle campagne. L’agricoltura - ha sottolineato Marini - è l’unico settore che dimostra segni di vitalità economica con una variazione tendenziale positiva del Pil (+0,1 per cento) ed un aumento degli occupati dipendenti complessivi (+0,7 per cento), in netta controtendenza rispetto agli altri comparti nel primo trimestre dell’anno. Una conferma della validità e della modernità del modello di sviluppo agricolo Made in Italy che è fondato sul valorizzazione dell’identità, della qualità, delle specificità e che - ha sostenuto Marini - può rappresentare un riferimento anche per gli altri settori per affrontare e vincere la competizione internazionale. Dentro l’agricoltura non c’è ancora un reddito adeguato ma c’è legittimamente quella visione di futuro e di prospettive e di fiducia che non c’è negli altri settori: ecco perché aumenta l’occupazione giovanile, ecco perché le multinazionali arrivano invece che andarsene, ecco perché aumenta chi frequenta le scuole di agricoltura” ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “l’agricoltura non ha solo una funzione economica ma anche sociale ed ambientale che migliora la qualità della vita di tutti i cittadini in termini di sicurezza,

coesione, relazioni, paesaggio ed in generale aiuta a stare bene. Una serie di funzioni pubbliche a vantaggio della collettività, componenti che in un momento di crisi valgono molto e che - ha concluso Marini - sono l’unica e vera motivazione per cui l’agricoltura merita una particolare attenzione sulle normative fiscali a partire dall’IMU. Oggi si registra un profondo cambiamento rispetto al passato quando la vita in campagna era considerata spesso sinonimo di arretratezza e ritardo culturale nei confronti di quella in città. Il contatto con la natura ed i suoi prodotti è diventato premiante rispetto all’impegno negli strumenti finanziari di un istituto di credito o nei prodotti fortemente pubblicizzati di una grande multinazionale. Si tratta di una vera rivoluzione culturale con il 38 per cento dei giovani che preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (28 per cento) o fare l’impiegato in banca (26 per cento), secondo una recente indagine Coldiretti/Swg. La crescita di opportunità nel settore agricolo è resa evidente dal boom del 29 per cento delle iscrizioni negli istituti professionali agricoli e del 13 per cento negli istituti tecnici di agraria, agroa-

limentare ed agroindustria, secondo una analisi della Coldiretti sui dati relativi alle iscrizioni al primo anno delle scuole secondarie di II grado statali e paritarie per l’anno scolastico 2012/2013 divulgati dal Ministero dell’ Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Si tratta - ha sottolineato la Coldiretti - di una conferma del fatto che in agricoltura il lavoro c’è sia per chi vuole trovare una opportunità di occupazione, magari stagionale, sia per chi vuole intraprendere. Circa il 70 per cento delle imprese giovani - ha continuato la Coldiretti - opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo alle fattorie didattiche fino agli agriasilo, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, agrigelati e addirittura agricosmetici. La domanda di lavoratori si registra infatti per figure professionali tradizionali che vanno dal trattorista al taglialegna fino al potatore, ma anche per quelle innovative all’interno dell’impresa agricola come l’addetto alla vendita diretta di prodotti tipici, alla macellazione, alla vinificazione o alla produzione di yogurt e formaggi.


Mollo tutto e vado a lavorare in campagna 3 giovani su 4 vogliono vivere a contatto con la natura

Dalla grafica editoriale all’agricosmetica: Chiara De Miccolis

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Dalla toga alla manna: Annamaria Musotto

tistico per dedicarsi con passione alla produzione di Vetiver, una pianta erbacea che viene utilizzata in ingegneria

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dedicarsi alle agricolonie, da chi abbandona lo studio dentistico per dedicarsi al soccorso antifrane a chi dice addio alla promettente carriera da grafica editoriale per produrre “agricosmetici”, fino all’informatico che dimentica i computer per allevare capre ed aprire un agriturismo e all’avvocato che appende al chiodo la toga e va in campagna a produrre manna. Sono solo alcune delle fortunate storie di tanti giovani che hanno deciso con coraggio ed un pizzico di ottimismo di mollare i precedenti lavori e dedicarsi con entusiasmo all’agricoltura, raccontate attraverso le brillanti e innovative idee imprenditoriali durante l’Assemblea nazionale della Coldiretti. La creatività giovanile spazia dall’imprenditrice toscana, Valentina Rappelli, che ha mollato il suo precedente lavoro da assistente di uno studio den-

Attualità

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on c’è solo il problema della disoccupazione, più di tre giovani sotto i 40 anni su quattro (77 per cento) una volta trovato il lavoro pensano di cambiarlo perché sono scontenti. È quanto emerge da una analisi Coldiretti/Swg presentata all’Assemblea nazionale della principale organizzazione agricola dove è stato aperto il primo Open Space “Mollo tutto, nuova vita in campagna“ con le storie, il lavoro ed i curiosi prodotti di chi ha cambiato radicalmente vita per andare a fare l’agricoltore in campagna, realizzando il sogno di tanti italiani. Secondo l’indagine Coldiretti/Swg, infatti, il 38 per cento dei giovani italiani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (28 per cento) o fare l’impiegato in banca (26 per cento). “Oggi si registra dunque un profondo cambiamento rispetto al passato, quando la vita in campagna era considerata spesso sinonimo di arretratezza e ritardo culturale nei confronti di quella in città”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “si tratta di una vera rivoluzione culturale con il contatto con la natura ed i suoi prodotti che è diventato premiante rispetto all’impegno negli strumenti finanziari di un istituto di credito o nei prodotti fortemente pubblicizzati di una grande multinazionale”. Dalla maestra che rinuncia al posto fisso per diventare “agriartista” all’operatore di borsa che molla la finanza per


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verde per sostituire il cemento e consolidare le zone franose, al giovane bergamasco Paolo Rotoli, che ha fatto un percorso inverso rispetto a molti suoi coetanei passando dall’informatica all’agricoltura. Da titolare di un negozio di informatica ben avviato nel centro di Clusone, Paolo ha deciso, nonostante il diploma di perito informatico, di abbassare la serranda e dedicarsi alla sua grande passione: la campagna e le capre dalle quali oggi ricava squisiti formaggi che fa assaggiare a tutti gli ospiti del suo agriturismo. Tra le novità del cambio lavoro non può mancare l’affascinante storia marchigiana di Paolo Guglielmi che da broker è diventato agricoltore “sociale” avviando le prime agricolonie, cioè veri e propri campi scuola in campagna per far trascorrere ai bambini del buon tempo a contatto con la natura e far

scoprire loro i tempi e i sapori del mondo contadino, seguendo il ciclo delle piante dal seme fino alla raccolta del frutto, ma anche costruendo giocattoli di campagna con legno riciclato, giocando alla “zappa al tesoro”, realizzando stampe tramite l’utilizzo delle foglie. Ma tra le moltissime storie di ingegno imprenditoriale c’è anche quella di Annamaria Musotto che, dopo essersi laureata in giurisprudenza a Milano ed aver intrapreso gli studi per diventare notaio, ha deciso di tornare in Sicilia per produrre manna, non è quella che cade dal cielo ma uno straordinario dolcificante a basso contenuto di glucosio e fruttosio che si ottiene attraverso una particolare e tradizionale lavorazione del frassino. E ancora c’è anche la nuova esperienza emiliana di Silvia Bendanti che ha rinunciato al posto fisso da maestra per

Infelici sul lavoro, fuggono in campagna: dall’informatica alle capre, dalla borsa all’agricolonia, dalla toga alla manna. produrre dell’ottimo vino emiliano Igt di cui disegna personalmente e con molta cura le esclusive etichette, trasformandosi così in agriartista, e poi la brillante idea di Chiara De Miccolis che ha detto addio alla carriera da grafica editoriale per dedicarsi totalmente alla sua masseria dove produce ottimo olio extravergine di oliva Dop e cosmetici naturali in una vastissima gamma che va dalla crema corpo al doposole fino al sapone interamente realizzati con olio extravergine di oliva ed olii essenziali.


1 impresa agricola su 3 ha meno di 10 anni re un “idea” intorno alla quale sviluppare un progetto senza fermarsi alla semplice visione bucolica. Non accontentarsi delle ipotesi più tradizionali, ma considerare l’ampio spettro di opportunità offerte dal settore che ha esteso le sue competenze dalla produzione alla trasformazione e vendita di prodotti alimentari. E ancora dalle agroenergie fino all’offerta di servizi alle scuole come le fattorie didattiche, ma anche alle pubbliche amministrazioni per la cura del verde. Confrontarsi con chi ha già fatto esperienze analoghe o simili, visitando direttamente le aziende in Italia e in Europa, contribuisce a focalizzare l’idea e ad individuare le migliori soluzioni. Dopo aver verificato la tenuta dell’idea e averla trasferita in un progetto concreto con la collaborazione di esperti, vanno individuate le opportunità concrete che ci sono sul mercato in termini di località, aziende e professionalità. Non è raro trovare occasioni di acquisto soprattutto nelle aree interne o di montagna dove l’attività di coltivazione e di allevamento è piu’ difficile, ma si possono cogliere opportunità per il turismo rurale. Inoltre occorre valutare le alternative dell’acquisto, dell’affitto o della semplice gestione aziendale considerato che sono molti gli agricoltori anziani che non hanno alcuna intenzione di cedere la propria azienda, ma sarebbero disponibili a collaborazioni. Da verificare anche le even-

tuali ipotesi di dismissioni di terreni pubblici da parte delle autorità pubbliche. Individuato il fabbisogno finanziario complessivo, soprattutto per i giovani sotto i 40 anni di età, occorre - ha sostenuto la Coldiretti - verificare l’esistenza di agevolazioni per lo specifico progetto considerato. Agevolazioni che per la maggioranza sono di natura comunitaria e vengono erogate attraverso le regioni con la consulenza dei centri Caa avviati anche dalla Coldiretti. Per l’acquisto della terra occorre verificare la possibilità di un mutuo presso Ismea nell’ambito dei finanziamenti della piccola proprietà contadina, mentre molte banche offrono condizioni specifiche anche grazie ad accordi con il Consorzio fidi Creditagri Italia, promosso dalla Coldiretti per la ricerca delle migliori condizioni di accesso al credito. Dal punto di vista burocratico sono tre i passaggi fondamentali: apertura di una Partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate, iscrizione al Registro delle imprese, sezione speciale Agricoltura, presso la competente Camera di Commercio, e iscrizione e dichiarazione presso l’Inps. Una formazione di base in campo agricolo è importante, ma non decisiva anche perché sono numerosi i corsi di formazione professionale organizzati a livello regionale per acquisire competenze e avere la qualifica di imprenditore agricolo dal punto di vista fiscale.

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uasi una impresa agricola italiana su tre è nata negli ultimi dieci anni a dimostrazione di un profondo processo di rinnovamento che si è verificato nell’agricoltura italiana, dove il 10 per cento dei conduttori ha meno di 40 anni, il 45,3 per cento è diplomato e l’11,2 per cento ha una laurea, tra gli imprenditori agricoli 25-40enni. È quanto emerge da una analisi Coldiretti presentata all’Assemblea nazionale della principale organizzazione agricola dove è stato aperto il primo Open Space “Mollo tutto, nuova vita in campagna“. Oggi in quasi un caso su dieci i giovani imprenditori scelgono proprio il settore agricolo per avviare una attività. In Italia ci sono quasi 59mila le imprese agricole condotte da giovani “under 35” iscritte alla Camere di commercio di cui circa il 70 per cento continua la Coldiretti - opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo alle fattorie didattiche, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici. Per trasformare il desiderio di diventare agricoltore in realtà la Coldiretti ha presentato il vademecum su “Come aprire una azienda agricola” per rispondere alla domanda di campagna delle giovani generazioni. Per far nascere un’impresa è prima di tutto prioritario ave-

Attualità

Il vademecum per fuggire in campagna e diventare agricoltori in 10 mosse


La notte degli Oscar Green regionali Assegnati il 18 luglio al Teatro Regio di Torino

Selezione regionale

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stato il prestigioso Teatro Regio di Torino, il 18 luglio, ad ospitare la grande notte degli “Oscar” per i giovani imprenditori agricoli. Nel foyer del “Toro” di piazza Castello, sono stati consegnati i sette “Oscar Green” della selezione regionale, la menzione speciale per il “Paese Amico” e il premio “Massimiliano De Concilio”. Parteciperanno dunque alla fase finale nazionale, per la categoria Stile e Cultura d’Impresa, Mirella Chiattone di Pancalieri in provincia di Torino per la voglia di sfidare se stessi e se vogliamo la tradizione, proponendo al mercato un prodotto di qualità, estremamente caratteristico e di valore come la menta. Per la categoria IN FILIERA, il finalista regionale è Silvio Busca, di “Corilanga Società Agricola Cooperativa” di Alba, per aver valorizzato la filiera della nocciola con estrema lungimiranza imprenditoriale. Andrà alle finali di Roma Annalisa Bocchino di Canelli, che nella categoria ESPORTARE IL TERRITORIO, ha saputo esportare con successo il Moscato e la Barbera su nuovi mercati come la Cina, Singapore, Indonesia, Malesya, USA, Hong Kong e Sud America. Per la categoria NON SOLO AGRICOLTURA, accede invece alla fase finale di Oscar Green Marco Girodo di Tavagnasco (Torino), per la capacità di reinventarsi, affiancando alla più tradizionale conduzione dei vigneti di famiglia e della produzione orticola, un’attività veramente multifunzionale: dall’agriturismo, all’allevamento di struzzi e relativi derivati. Ha ritirato l’Oscar per la categoria CAMPAGNA AMICA, Delia Revelli, “Soc. Agr. San Biagio” in provincia di Cuneo dove ha ampliato l’allevamento di trote iridee con la produzione di trasformati ittici, inserendosi con grande profitto nel circuito di

Assegnati i sette “Oscar” all’agricoltura ad altrettanti giovani imprenditori, menzione speciale “Paese Amico” e il premio alla memoria di Massimiliano De Concilio

commercializzazione di Campagna Amica. Per la categoria IDEANDO, c’è stato un pari merito fra Melissa Zola di Salussola in provincia di Biella, per aver perseguito con coraggio le idee innovative proposte dalla mamma nell’allevamento delle lumache, e Elena Seliak di Cuneo, che ha promosso l’unico centro del nord Italia per la riabilitazione dei cavalli da corsa. Per la categoria MENZIONE SPECIALE PAESE AMICO, il finalista regionale è Marco Gabusi Sindaco del Comune di Canelli, presenti gli assessori Piercarlo Merlino e Giovanni Vassallo, per il grande impegno nella valorizzazione del territorio, del Made in Italy, dell’agroalimentare. In particolare per il nuovo piano regolatore, per l’inserimento del Km zero negli appalti delle men-

TUTTI I VINCITORI

Ecco l’elenco completo delle aziende piemontesi vincitrici suddivise per categoria che accedono alla fase finale di Roma: “Esportare il territorio”: Annalisa Bocchino di Canelli (Asti) “Paese Amico”: Comune di Canelli (Asti) “Stile e Cultura d’Impresa”: Mirella Chiattone di Pancalieri (To) “In filiera”: Silvio Busca “Corilanga Società Agricola Cooperativa” di Alba (Cuneo) “Non solo Agricoltura”: Marco Girodo di Tavagnasco (To) “Campagna Amica”: Delia Revelli, “Soc. Agr. San Biagio” in provincia di Cuneo “Ideando”: Melissa Zola di Salussola (Biella) e Elena Seliak di Cuneo se, per il mercato del territorio e per il contributo di 100 Euro alle cantine che assumeranno localmente i vendemmiatori. Infine, il premio alla memoria del dipendente Coldiretti, Massimiliano De Concilio, è andato ad Andrea Adorno di Ponti (Alessandria) per l’originalità della scelta aziendale, producendo l’inedito gelato di capra km0 per gli intolleranti al lattosio.


Gli astigiani protagonisti dell’innovazione Premiazione per il Comune di Canelli e per Annalisa Bocchino

di trasmette la passione per il buon bere coniugando innovazione ed esperienza, rimanendo legati ai valori della famiglia e alle tradizioni. Questi sono i valori che stiamo esportando in tutto il mondo grazie ai contatti che l’azienda è riuscita ad avere durante le fiere internazionali; fiere a cui abbiamo partecipato grazie al contributo dell’associazione Made in Piedmont che ci ha permesso di affrontare i mercati internazionali facendo collaborare oggi ben 65 aziende produttrici di vino Piemontesi. Molto importanti sono i contatti che abbiamo avuto grazie ai B2B (eventi di 30-40 minuti in cui si presenta la propria azienda; si dispone di un tavolo degustazione e si hanno appuntamenti continui nel corso della giornata con degustatori ed importatori). Gli ultimi B2B a cui abbiamo partecipato sono stati: “Wine Pleasures”

Dall’export del vino in Asia della giovane laureata, al centro di recupero fisioterapico per i cavalli da corsa, fino ai prodotti ittici e le lumache, le idee vincenti dei giovani Coldiretti ad Assisi; “Message in the bottle” a Bologna e “Muscat World Meeting” a Perpignan. Grazie a queste esperienze oggi l’azienda esporta oltre che nei mercati europei in: Cina, Singapore, Indonesia, Malesya, USA, Hong Kong, Thailandia. Il progetto per i prossimi anni è sicuramente di ampliare le quote di mercato negli stati in cui lavoriamo già e i prossimi paesi target saranno i paesi emergenti come India, Brasile, Messico e Venezuela”. Piercarlo Merlino, assessore all’Agricoltura del Comune di Canelli e Giovanni Vassallo, assessore al Commercio, hanno ritirato il premio per la categoria “Paese Amico”, per il grande impegno nella valorizzazione del territorio, del Made in Italy, dell’agroalimentare. Per la lungimiranza nell’aver compreso l’importante valore del km 0, come meccanismo di identificazione

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Sopra: Daniele e Annalisa Bocchino ricevono l’Oscar 2013; nella pagina successiva: il delegato Coldiretti Giovani Impresa Asti Danilo Merlo consegna l’Oscar a Delia Revelli e Piercarlo Merlino e Giovanni Vassallo ritirano il premio per il Comune di Canelli.

Selezione regionale

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oldiretti rappresenta l’organizzazione più innovativa, con un management fra i più giovani in assoluto e con una strategia ben chiara e definita dal suo progetto di “Una filiera agricola tutta italiana”. La conferma è venuta il 18 luglio, chi ha assistito all’assegnazione degli “Oscar Green” regionale, si è reso anche conto della dinamicità e dell’innovazione portata all’imprenditoria e all’economia nazionale. Una platea di giovani, con due giovani sul palco, uno il presidente regionale Coldiretti, Roberto Moncalvo, e l’altro il delegato Coldiretti Giovani Impresa Piemonte, Dario Perrucca, a presentare un premio, l’Oscar Green, che fa dell’innovazione il suo punto di approdo. E poi i vincitori, per la provincia di Asti, Annalisa Bocchino, con il fratello Daniele, giovanissimi, ormai saldamente al timone dell’impresa vitivinicola di famiglia a Sant’Antonio di Canelli, così come, è giovane il Sindaco dello stesso paese, Marco Gabusi, che ha saputo portare nella città dello spumante una ventata di rinnovamento per il settore primario. Profonde le motivazioni dei premi assegnati agli astigiani. Annalisa Bocchino, per la categoria Esportare il Territorio, ha ricevuto l’Oscar per la straordinaria capacità imprenditoriale, per l’eccellenza raggiunta nelle produzioni e l’importante investimento nelle esportazione del Made in Italy di qualità a livello internazionale: Cina, Singapore, Indonesia, Malesya, USA e Hong Kong, per proseguire con le nuove sfide di India, Brasile, Messico, Venezuela. “La filosofia dell’azienda – ha spiegato la stessa Annalisa, laureata in economia ed accompagnata dal giovane fratello Daniele - è la fedeltà alla tradizione con un occhio rivolto all’innovazione. La nostra volontà è quella


Selezione regionale 16

della vera italianità. Per l’attenzione e la sensibilità nel promuovere il settore vitivinicolo come importante leva turistica per il territorio astigiano. Il Comune con la collaborazione della Regione Piemonte nell’attività di promozione, in Italia e all’estero, dei prodotti dell’agroalimentare. Attraverso la partecipazione alle fiere nazionali e internazionali presenta i prodotti della gastronomia piemontese oltre ovviamente ai vini (con particolare attenzione al Moscato di Canelli prodotti dai singoli produttori) spesso coinvolgendo direttamente i produttori. Durante questi eventi vengono presentati i prodotti tipici della gastronomia piemonte PAT (si spazia dai salumi ai formaggi, ai ravioli al plin, alla carne bovina di razza piemontese, alle nocciole, al torrone, ecc.). Inoltre dal 2012 il comune organizza un mercato dei produttori agricoli, la prima domenica del mese, quando i cittadini possono acquistare i prodotti agricoli direttamente dal produttore consolidando il rapporto produttore-consumatore. In conco-

mitanza della fiera regionale del tartufo buona parte della fiera è messa a disposizione dei produttori agricoli per proseguire il progetto del Km 0. Per valorizzare anche il territorio è stato istituito il distretto del benessere; in protocollo di collaborazione tra i comuni di Acqui Terme, Canelli, Santo Stefano Belbo e Nizza il cui obiettivo è di fare promozione del territorio in ambito turistico-culturale valorizzando l’area all’interno di un più ampio progetto di valorizzazione del prodotto Piemonte e soprattutto delle Colline Piemontesi.

L’Albo d’Oro

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Seppure di recente istituzione, il Concorso Oscar Green ha già dato grandi soddisfazioni alle imprese agricole dell’Astigiano. La nostra provincia, nonostante un’estensione territoriale limitata rispetto alle altre, nelle quattro edizioni ha già ottenuto ben sette riconoscimenti. E da quest’anno abbiamo anche la prima amministrazione pubblica, il Comune di Canelli, vincitrice nella categoria “Paese Amico”. Oltre all’importante e prestigioso riconoscimento, per le aziende l’Oscar rappresenta anche un ottimo veicolo promozionale, grazie alla risonanza mediatica riscossa ogni anno dal premio. Anno 2010 e 2011 Consorzio TRIMILLII nella categoria “Esportare il territorio”; Anno 2010 Laiolo Guido Reginin di Laiolo Gianpaolo nella categoria “Sostieni il clima”; Anno 2011 Az. Agr. C. Bianca di Cavallero Luisella nella categoria “Sostieni lo sviluppo”; Anno 2012 Az. Agr. San Desiderio Merlo Aurelio nella categoria “Non solo agricoltura”; Anno 2013 Annalisa Bocchino nella categoria “Esportare il Territorio”; Anno 2013 Comune di Canelli nella categoria “Paese Amico”.


Lo scaffale fantasma del Made in Italy Valgono 10 miliardi i marchi storici oggi in mani straniere

lità” ha affermato il presidente della Coldiretti. “Il passaggio di proprietà - ha denunciato Marini - ha spesso significato svuotamento finanziario delle società acquisite, delocalizzazione della produzione, chiusura di

Dall’Orzo Bimbo alla Gancia di Canelli, dalla Parmalat alla Star, dai salumi Fiorucci al Chianti, sono molte le perdite d’identità subite in questi anni

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stabilimenti e perdita di occupazione. Si è iniziato con l’importare materie prime dall’estero per produrre prodotti tricolori. Poi si è passati ad acquisire direttamente marchi storici e il prossimo passo è la chiusura de-

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All’Assemblea Coldiretti lo scaffale del made in Italy che non c’è più

Identità

S

ono passati in mani straniere marchi storici dell’agroalimentare italiano per un fatturato di almeno 10 miliardi di euro dall’inizio della crisi, che ha reso piu’ facili le operazioni di acquisizione nel nostro Paese, dall’Orzo bimbo agli spumanti Gancia, dai salumi Fiorucci alla Parmalat, dalla Star al leader italiano dei pomodori pelati finito alla giapponese Mitsubishi, ma nel 2013 è stato ceduto anche il 25 per cento del riso Scotti, mentre per la prima volta la produzione di vino Chianti nel cuore della Docg del Gallo Nero è divenuta di proprietà di un imprenditore cinese. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini sulla base di uno studio presentato all’Assemblea nazionale dove è stato allestito “Lo scaffale del Made in Italy che non c’è più” dal quale si evidenzia che nel mondo c’è fame d’Italia con una drammatica escalation nella perdita del patrimonio agroalimentare nazionale. “I grandi gruppi multinazionali che fuggono dall’Italia della chimica e della meccanica investono invece nell’agroalimentare nazionale perché, nonostante il crollo storico dei consumi interni, fa segnare il record nelle esportazioni grazie all’immagine conquistata con i primati nella sicurezza, nella tipicità e nella qua-


Identità numero 8 – 2013

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gli stabilimenti italiani per trasferirli all’estero. Un processo - conclude il presidente di Coldiretti - di fronte al quale occorre accelerare nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana che veda direttamente protagonisti gli agricoltori per garantire quel legame con il territorio che ha consentito ai grandi marchi di raggiungere traguardi prestigiosi”. Se la settimana scorsa la multinazionale del lusso LVMH ha acquisito una partecipazione di maggioranza nel capitale sociale della Pasticceria Confetteria Cova proprietaria della societa’ Cova Montenapoleone Srl, che gestisce la nota pasticceria milanese, l’ultimo colpo nelle campagne toscane è stato messo a segno - sottolinea la Coldiretti - da un imprenditore cinese della farmaceutica di Hong Kong, che ha acquistato per la prima volta un’azienda vitivinicola agricola nel Chianti, terra simbolo della Toscana per la produzione di vino: l’azienda agricola Casanova La Ripintura, a Greve in Chianti, nel cuore della Docg del Gallo Nero. Nel 2013 - continua la Coldiretti – si è verificato il passaggio di mano del 25 per cento della proprietà del riso Scotti ceduto dalla famiglia pavese al colosso industriale spagnolo Ebro Foods. Nel 2012 la Princes Limited (Princes), una controllata dalla Giapponese Mitsubishi, ha siglato un contratto con AR Industrie Alimentari SpA (ARIA), leader italiana nella produzione di pelati, per creare una nuova società denominata “Princes Industrie Alimentari SrL” (PIA), controllata al 51 per cento dalla Princes, mentre il marchio Star passa definitivamente in mano spagnola con il gruppo Agrolimen che ha aumenta-

to la propria partecipazione in Gallina Blanca Star al 75 per cento. Infine, è volata in Inghilterra la Eskigel che produce gelati in vaschetta per la grande distribuzione (Panorama, Pam, Carrefour, Auchan, Conad, Coop). Nel 2011 la società Gancia, casa storica per la produzione di spumante, è divenuta di proprietà per il 70 per cento dell’oligarca Rustam Tariko, proprietario della banca e della vokda Russki Standard; la francese Lactalis è stata, invece protagonista dell’operazione che ha portato la Parmalat a finire sotto controllo transalpino; il 49 per cento di Eridania Italia Spa operante nello zucchero è stato acquisito dalla francese Cristalalco Sas e la Fiorucci salumi è passata alla spagnola Campofrio Food Group, la quale ha ora in corso una ristrutturazione degli impianti di lavorazione a Pomezia che sta mettendo a rischio numerosi posti di lavoro. Nel 2010 il 27 per cento del gruppo lattiero caseario Ferrari Giovanni Industria Casearia S.p.A fondata nel 1823 che vende tra l’altro Parmigiano Reggiano e Grana Padano è stato acquisito dalla francese Bongrain Europe Sas e la Boschetti Alimentare Spa, che produce confetture dal 1981, è diventata di proprietà della francese Financière Lubersac che ne detiene il 95 per cento. L’anno precedente, nel 2009, è iniziata la cessione di quote della Del Verde industrie alimentari spa che è divenuta di proprietà della spagnola Molinos Delplata Sl, la quale fa parte del gruppo argentino Molinos Rio de la Plata. Nel 2008 la Bertolli era stata venduta all’Unilever per poi essere acquisita dal gruppo spagnolo SOS,

è iniziata la cessione di Rigamonti salumificio spa, divenuta di proprietà dei brasiliani attraverso la società olandese Hitaholb International, mentre la Orzo Bimbo è stata acquisita dalla francese Nutrition&Santè S.A. del gruppo Novartis. Lo stesso anno è stata ceduta anche Italpizza, l’azienda modenese che produce pizza e snack surgelati, all’inglese Bakkavor acquisitions limited. Con l’inizio della crisi si è dunque verificata una accelerazione nel processo di cessione dei marchi storici del Made in Italy che nell’agroalimentare era già in fase avanzata. Nel 2006 la Galbani era entrata in orbita Lactalis, ma lo stesso anno gli spagnoli hanno messo le mani pure sulla Carapelli, dopo aver incamerato anche la Sasso appena dodici mesi prima. Nel 2005 - continua la Coldiretti - la francese Andros aveva acquisito le Fattorie Scaldasole, che in realtà parlavano straniero già dal 1985, con la vendita alla Heinz. Nel 2003 hanno cambiato bandiera anche la birra Peroni, passata all’azienda sudafricana SABMiller, e Invernizzi, di proprietà dal 1985 della Kraft e ora finita alla Lactalis. Negli anni Novanta erano state Locatelli e San Pellegrino ad entrare nel gruppo Nestlè, anche se poi la prima era stata “girata” alla solita Lactalis (1998). Nel 1995 la Stock, venduta alla tedesca Eckes A.G, è stata acquisita nel 2007 dagli americani della Oaktree Capital Management, che lo scorso anno hanno chiuso lo storico stabilimento di Trieste per trasferire la produzione in Repubblica Ceca. La stessa Nestlè possedeva già dal 1993 il marchio Antica gelateria del Corso e addirittura dal 1988 la Buitoni e la Perugina.


MARCHI DEL MADE IN ITALY CHE NON C’E’ PIÙ 2013

CHIANTI CLASSICO (per la prima volta un imprenditore cinese ha acquistato una azienda agricola del Gallo nero) RISO SCOTTI (il 25% è stato acquisito dalla società alla multinazionale spagnola Ebro Foods) PELATI AR - ANTONINO RUSSO (nasce una nuova società denominata “Princes Industrie Alimentari SrL”, controllata al 51 per cento dalla Princes controllata dalla giapponese Mitsubishi)

2012

STAR (passata al 75% nelle mani spagnole del Gruppo Agroalimen di Barcellona (Gallina Blanca) ESKIGEL (produce gelati in vaschetta per la grande distribuzione - Panorama, Pam, Carrefour, Auchan, Conad, Coop) (ceduta agli inglesi con azioni in pegno d un pool di banche) PARMALAT (acquisita dalla francese Lactalis) GANCIA (acquisita al 70% dall’oligarca russo Rustam Tariko)

2011

FIORUCCI –SALUMI (acquisita dalla spagnola Campofrio Food Holding S.L.) ERIDANIA ITALIA SPA (la società dello zucchero ha ceduto il 49% al gruppo francese Cristalalco Sas)

2010 2009

BOSCHETTI ALIMENTARE (cessione alla francese Financière Lubersac che detiene il 95%) FERRARI GIOVANNI INDUSTRIA CASEARIA SPA (ceduto il 27% alla francese Bongrain Europe Sas) DELVERDE INDUSTRIE ALIMENTARI SPA (la società della pasta è divenuta di proprietà della spagnola Molinos Delplata Sl che fa parte del gruppo argentino Molinos Rio de la Plata) BERTOLLI (venduta a Unilever, poi acquisita dal gruppo spagnolo SOS) RIGAMONTI SALUMICIO SPA (divenuta di proprietà dei brasiliani attraverso la società olandese Hitaholb International) ORZO BIMBO (acquisita da Nutrition&Santè S.A. del gruppo Novartis)

Identità

2008

ITALPIZZA (ceduta all’inglese Bakkavor acquisitions limited) GALBANI (acquisita dalla francese Lactalis)

2006

CARAPELLI (acquisita dal gruppo spagnolo SOS)

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SASSO (acquisita dal gruppo spagnolo SOS) FATTORIE SCALDASOLE (venduta a Heinz, poi acquisita dalla francese Andros)

2003 1998

PERONI (acquisita dall’azienda sudafricana SABMiller) INVERNIZZI (acquisita dalla francese Lactalis, dopo che nel 1985 era passata alla Kraft) LOCATELLI (venduta a Nestlè, poi acquisita dalla francese Lactalis) SAN PELLEGRINO (acquisita dalla svizzera Nestlè)

1995

STOCK (venduta alla tedesca Eckes A.G., poi acquisita dagli americani della Oaktree Capital Management)

1993

ANTICA GELATERIA DEL CORSO (acquisita dalla svizzera Nestlè)

1988

BUITONI (acquisita dalla svizzera Nestlè) PERUGINA (acquisita dalla svizzera Nestlè)

S. Damiano Cisterna Celle Enomondo Ferrere

Via C. Botta, 4 - 14015

San Damiano d’Asti

Tel. & Fax 0141.975146

cell. 336.253369

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Fonte: Elaborazioni Coldiretti


ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Controllo della fermentazione malolattica Interventi da monitorare e gestire durante lo svolgimento della malolattica

Misura 111-1B

L

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a FML può partire con una carica batterica di 106 cell/ ml (1.000.000 di cellule/ml). Dalla trasformazione dell’acido malico si ottengono acido lattico (0,67 g) e anidride carbonica (0,33 g). Tutti i BL trasformano l’acido Lmalico bicarbossilico in ac. L-lattico nonocarbossilico ed anidride carbonica. L’acido malico viene prima decarbossilato ad acido piruvico e poi ridotto ad ac. L-lattico. Teoricamente si dovrebbe avere riduzione dell’acidità totale di 0,33 g; in realtà la riduzione è superiore per degradazione dei malati di Ca e di K con liberazione di metalli che salificano altro ac. tartarico che tende a insolubilizzarsi. In un certo senso si potrebbe dire che i BL lattici impiegano l’acido malico per detossificare l’ambiente al fine di elevare il pH e creare le condizioni favorevoli per procurarsi energia dagli zuccheri. Per questo la FML può considerarsi un’attività collaterale dei BL. L’acido malico che si trova in commercio è di tipo racemico cioè una miscela delle sue due forme isomere. Se al vino o al mosto viene aggiunto acido malico commerciale per correggere l’acidità, i BL possono utilizzare solo l’isomero L-malico e non il D-malico. In generale si può considerare la FML conclusa con una concentrazione di acido malico inferiore a 0.20 g/l. E’ più difficile essere sicuri della partenza della FML, perché capita in certi casi di vedere dei falsi positivi all’analisi dell’acido lattico. In genere, con concentrazione superiori a 0.5 g/l, la FML si

considera avviata; in questo caso gli arresti risultano molto rari anche se ancora possibili. Durante la FML, fino alla trasformazione di circa il 50 % dell’acido malico, è utilissimo effettuare un MacrOssigenazione (MacrO) con dosi di di 0,5 mg/l di ossigeno per giorno. Alla degustazione la FML riduce i gusti erbacei conferiti dall’acido malico e favorisce la comparsa di sensazioni più morbide dovute all’acido lattico, molto più dolce. L’ammorbidimento che si registra dopo la FML è dovuto sia alla sostituzione di un acido più forte, che ha caratteri erbaceo-vegetali, con uno più debole, sia per l’arricchimento di polisaccaridi parietali. I vino si presenta con una maggiore complessità aromatica e più strutturato. La complessità aromatica nel suo insieme viene conferita da diversi composti tra cui l’acido acetico in basse concentrazioni; dai composti acetoinici derivanti dalla demolizione dell’acido citrico, in particolare dal diacetile responsabile a basse concentrazioni di note burrate, di aroma di noci, di caramello; dall’acetoino che normalmente non supera la soglia di percezione olfattiva anche in vini che hanno effettuato la FML; dal 2-3 butandiolo, che, ad una concentrazione di 0,5 g/l, conferisce viscosità ed una sensazione di corpo e di struttura; dalla formazione di alcoli superiori; dalla presenza di acetaldeide; da alcuni esteri quali acetato di etile, lattato di etile, che conferisce una nota di “maturo” e di “morbido”; dall’attività glicosidica,

Grazie al Centro Studi Vini del Piemonte, diretto da Secondo Rabbione a San Damiano d’Asti, proseguiamo il nostro approfondimento sulle dinamiche che possono interferire positivamente o negativamente sullo sviluppo dei batteri lattici al fine di poter intervenire nel modo più corretto per salvaguardare i parametri della qualità del vino. in particolare di alcuni ceppi di Oenococcus oeni, in grado di liberare i precursori aromatici; dalla produzione di polisaccaridi da parte dei BL e per idrolisi sulle membrane dei lieviti. Dalla FML possono derivare anche alcuni problemi e cause di alterazioni tra cui: trasformazione degli acidi ferulico e para-cumarico da parte dei lattobacilli (plantarum e brevis) nei rispettivi fenoli volatili (4 etilguaiacolo e 4 etilfenolo); produzione in eccesso di diacetile; innalzamento del pH che può rompere l’equilibrio delle proteine; formazione di pH elevati con precipitazioni di bitartrato, dovute alla rottura dell’equilibrio tra lo stesso bitartrato e l’acido tartarico; liberazione di K, Ca, Fe e Cu dai malati, con i quali l’acido malico formava complessi solubili e stabili, con possibilità di casse ferrica e rameosa e precipitazione di tartrati di K e Ca; il Fe e il Cu sono inoltre cata-


ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

coccus oeni. Al termine della FML bisogna intervenire tempestivamente per bloccare i BL. Il controllo analitico dell’acido malico va fatto per decidere il momento in cui interrompere la FML, al fine di evitate deviazioni batteriche. L’intervento deve essere effettuato quando sono ancora presenti circa 150-200 mg/l di ac. malico residuo, con una solfitazione che, in funzione del pH del vino, deve garantire almeno 20-25 mg/l di SO2 libera. Al termine della FML, dopo la solfitazione, al fine di eliminare le note burrate e di nocciola in eccesso conferite dal diacetile, può essere utile mantenere il vino sulle fecce per 1/2 settimane; ciò serve a favorire la sua riduzione ad acetilmetilcarbinolo e butandiolo. Generalmente, dopo la FML risulta più difficile far ripartire una rifermentazione a causa dei fenomeni

di antagonismo esistenti tra lieviti e batteri. Durante lo sviluppo della FML non si dovrebbero riscontrare BA (al massimo qualche unità per ml). La FML può essere condotta in vasca o in barrique. In barrique si possono ottenere risultati migliori legati alla riduzione di astringenza delle componenti polifenoliche verdi e più reattive, alle combinazioni dei tannini con gli antociani e all’incremento di lattoni ed aldeidi. In vasca la crescita esponenziale dei batteri lattici è più rapida rispetto alla barrique e dopo la FML in vasca la popolazione di batteri decresce rapidamente, mentre in barrique i BL possono rimanere vitali per lungo tempo. Recenti esperienze hanno dimostrato che con la FML in barrique si ottengono vini più morbidi, strutturati, meno astringenti e più intensamente colorati.

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lizzatori di forti ossidazioni; formazione in eccesso di acidità volatile dovuti all’attacco degli zuccheri e dei pentosi; decarbossilazione enzimatica degli amminoacidi e formazione di ammine biogene (istamina, tiramina, putrescina) ed etil carbammati; riduzione di esteri; comparsa di odori sgradevoli e formazione eccessiva di viscosità dovuta al rilascio di polisaccaridi sgradevoli. Generalmente, nel caso di FML molto lente occorre valutare la necessità di aggiungere un nutriente complesso che può ridurre l’effetto degli inibitori, ovvero di acidi grassi a corta catena. Nei casi di FML arrestate, in cui si sospetta la presenza di sostanze tossiche, occorre trattare con scorze di lievito ed effettuare una leggera solfitazione (per bloccare l’attività dei BL indigeni) prima dell’inoculo eventuale di Oeno-

Misura 111-1B

ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo


ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Lotta obbligatoria alla Flavescenza Dorata Le sanzioni per gli inadempienti

Misura 111-1B

I

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n base alla capillare attività di monitoraggio sul ciclo di sviluppo dello scafoideo, vettore della Flavescenza dorata della vite, nelle date 3-7 luglio è scattato il primo trattamento insetticida obbligatorio. Durante l’estate si susseguiranno le attività di monitoraggio degli scafoidei adulti al fine di calibrare con precisione i successivi avvisi di trattamento, in stretta collaborazione con il Settore Fitosanitario Regionale. Si ricorda che la mancata effettuazione dei trattamenti obbligatori rientra nel seguente regime sanzionatorio: “I soggetti che non rispettano l’obbligo di estirpazione entro i termini fissati dal Settore fitosanitario regionale, ai sensi del comma 1, sono puniti con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di 0,3 euro per metro quadrato di superficie; in ogni caso la sanzione pecuniaria non può essere inferiore a 1.500,00 euro. Chiunque non rispetti gli obblighi relativi all’esecuzione di trattamenti fitoiatrici obbligatori entro i termini fissati dal settore fitosanitario, ai sensi del comma 1, è punito con la

sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 200,00 euro a 1.200,00 euro”. Sono inoltre applicate le seguenti misure previste dal comma 3 dell’art. 9 (Misure di emergenza per la prevenzione e l’eradicazione di fitopatie ed infestazioni parassitarie) della legge regionale 29 aprile 2013, n. 6 “Disposizioni regionali in materia agricola”: • l’esecuzione coatta delle misure fitosanitarie previste al comma 1

ponendo a carico del trasgressore le relative spese; • la sospensione di ogni forma di contributo economico in ambito agricolo a qualsiasi titolo amministrato dalla Regione Piemonte. Per ogni eventuale informazione e per partecipare al monitoraggio, i viticoltori possono contattare i tecnici Coldiretti oppure telefonare ai referenti provinciali: Piero Bosca 335-7502078, Matteo Marchisio 335-7502076.

SECONDO TRATTAMENTO PER SCAFOIDEO TRA IL 30 LUGLIO E IL 4 AGOSTO ESITI PRIMO TRATTAMENTO: dopo l’esecuzione del primo trattamento insetticida (inizio luglio), alla prima lettura delle trappole, gli adulti di Scaphoideus titanus (insetto vettore) catturati erano in numero molto ridotto ed i pochi esemplari visti provenivano per lo più da trappole collocate negli incolti con vite selvatica non trattata. Inoltre, alcuni rilievi di forme giovanili effettuati dopo il primo trattamento non hanno evidenziato, anche in zone di solito molto infestate, la presenza di questo insetto. I due dati assieme, oltre ad essere dovuti probabilmente al ciclo dell’insetto in rapporto all’andamento stagionale, testimoniano della buona efficacia del primo trattamento insetticida. SECONDO TRATTAMENTO: il secondo trattamento insetticida contro Scaphoideus titanus, sulla base delle indicazioni ufficiali diramate dal Settore Fitosanitario Regionale, deve essere effettuato tra il 30 luglio e il 4 agosto. Consultare i tecnici Coldiretti per gli ulteriori dettagli.


ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo

Vino: i nuovi documenti di accompagnamento quota è ora a zero, che circolano all’interno del territorio nazionale - spediti da piccoli produttori, non titolari di un deposito fiscale - assoggettati ad accisa ma esclusi ai sensi dell’art. 30 c. 2 del TUA - non sottoposti ad accisa esenti ai sensi dell’art. 36 c. 3 del TUA Con i nuovi documenti si introduce il concetto di “autenticità”, al fine di rendere più efficace il controllo sulla circolazione dei prodotti; come si è già fatto per i documenti nell’ambito delle accise emessi dai produttori con deposito fiscale , anche per i documenti di accompagnamento vitivinicoli MVV che circoleranno all’interno della comunità si preannuncia la telematizzazione questa avverrà comunque in forma graduale e facoltativa nel primo periodo in modo tale da poter permettere l’adeguamento dei sistemi informatici e l’organizzazione del nuovo adempimento. In base alle interpretazioni delle varie bozze di decreto sembra abbastanza chiaro l’obbligo della convalida dei documenti per garantire appunto l’autenticità con la sola esclusione dei prodotti ceduti in abito nazionale e regolarmente confezionati, tale convalida potrà essere espletata tramite invio su posta certificata all’ufficio competente per il territorio del Ministero / ICQ-RF oppure tramite convalida nel comune dove avviene l’invio del prodotto ,in entrambi

i casi la convalida deve avvenire entro la partenza, i suddetti documenti debitamente convalidati dovranno poi essere spediti tramite fax – email o posta al’ICQ-RF competente per il territorio indipendentemente che si tratti di prodotti a monte del vino o vino generico o DOC/G anche se già certificato oppure atto o non certificato, tale invio deve avvenire anche all’ente di controllo per tutti i prodotti sottoposti al piano controlli . Tutto questo è previsto dal 1 agosto 2013 ,con la possibilità che gli Stati Membri possano ancora derogare con il decreto definitivo alcuni obblighi per i trasporti che si svolgono interamente sul proprio territorio È evidente che sebbene l’obiettivo del regolamento sia di consentire alle autorità competenti un adeguato controllo sui prodotti vitivinicoli, a causa della mancanza di coordinamento delle disposizioni normative nazionali in tema di documenti di accompagnamento e sistema di certificazione e controllo dei vini DOP /IGP, si determina ancora una volta un rilevante aggravio burocratico per i produttori. Entro fine mese appena pubblicato il decreto attuativo e definitivo seguirà un a nostra integrazione sull’argomento in modo tale da poter informare tutte le aziende sulle novità e sui dubbi ancora espressi dal presente comunicato causati comunque dalla forte incertezza e confusione espressa nelle varie bozze emanate dal Ministero sull’argomento .

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ncora con tantissimi dubbi ed incertezze è in arrivo l’ennesima novità introdotta dalla comunità europea nell’ambito della nuova OCM vino, a far data dal 1° agosto 2013 dopo diverse proroghe e rinvii entreranno in vigore i nuovi documenti di accompagnamento per la circolazione dei vini in ambito nazionale e comunitario . Proprio in questi giorni verrà emanato il decreto definitivo che introdurrà il nuovo documento europeo di accompagnamento denominato “MVV” , in sostituzione del DA-IT (ex DOCO documento agricolo). Il nuovo dispositivo giuridico sarà attivo dal 1 agosto 2013, e l’organismo competente di riferimento sarà il Dipartimento dell’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari. Il documento MVV dovrà riportare tutte le informazioni contenute nell’allegato VI, parte C del Reg. CE n. 436/09 nell’ambito del trasporto dei prodotti vitivinicoli, inoltre il nuovo dispositivo dovrà portare in modo graduale alla famosa telematizzazione dei documenti di trasporto , questo assolutamente non avverrà dal 1 agosto in quanto l’avvicinamento alla telematizzazione sarà facoltativa e graduale. Il decreto dovrebbe definire le condizioni sussidiarie e suppletive ai trasporti dei prodotti vitivinicoli, ovvero: - soggetti ad accisa, la cui ali-

Misura 111-1B

In vigore dal 1 agosto il “MVV” che sostituisce il “DA-IT”


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Gestione in verde del vigneto Le operazioni agronomiche dopo il germogliamento

Misura 111-1B

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er regolare al meglio il metabolismo della vite risulta necessario curare particolarmente la gestione in verde del vigneto con operazioni i cui scopi possiamo così riassumere: • Riduzione dei ristagni di umidità a livello della fascia grappoli al fine di ridurre i rischi di insorgenza delle fitopatie, in primis l’Oidio e la Botrytis. • Migliore penetrazione dei trattamenti antiparassitari. • Equilibrio ottimale tra vegetazione e produzione in modo da permettere la maturazione ottimale delle uve. • Giusta esposizione alla luce dei grappoli. Andando in ordine di tempo la prima operazione effettuata, di solito poche settimane dopo il germogliamento, è la scacchiatura, cioè l’eliminazione dei germogli formati dalle gemme di controcchio. Questi, normalmente, sono sterili e non risultano utili al fine della potatura invernale e la loro eliminazione permette un migliore passaggio di linfa verso il germoglio principale, migliorandone la crescita prima e la maturazione delle uve dopo. Contemporaneamente alla scacchiatura si effettua anche la spollonatura, che consta nell’eliminazione dei germogli che partono dal ceppo della vite, non utili per la potatura invernale, oppure dal portainnesto, come capita in particolare per la Rupestris Du Lot. Questa operazione può essere eseguita a macchina, con un ottimo rap-

porto costi/benefici, in particolare su aziende di una certa dimensione, tuttavia l’operazione eseguita a mano risulta essere decisamente più accurata. A partire da fine fioritura generalmente si esegue la cimatura, cioè il taglio degli apici dei germogli, con asportazione di un certo numero di foglie. Normalmente è consigliabile conservare almeno 6-7 foglie al di sopra del grappolo più alto; pena difficoltà di maturazione delle uve. L’eliminazione dell’apice, cioè uno dei maggiori punti di richiamo della linfa comporta un maggiore sviluppo delle femminelle; questo si traduce in un ringiovanimento della chioma con formazione di foglie nuove e fotosinteticamente attive, in grado di garantire la formazione di zuccheri per la maturazione dei grappoli. Proprio per questo la seconda cimatura tende ad essere effettuata 10-15 c entimetri più alta rispetto alla prima in ragione del fatto che le foglie fotosinteticamente attive hanno circa 25-30 giorni di vita. Un sistema per permettere una maturazione delle uve più lenta al fine di ottenere uve con grado zuccherino inferiore, come richiesto per alcune tipologie di vino negli ultimi anni, consiste proprio nel ritardare la seconda cimatura, tuttavia questa tecnica va sempre ponderata molto bene in funzione dell’annata in corso e dell’obbiettivo enologico. Altra operazione che può risultare molto utile è la sfemminellatura, con l’eliminazione delle

Come affrontare: scacchiatura - spollonatura, cimatura, sfemminellatura- sfogliatura e diradamento

femminelle a livello della fascia produttiva con maggiore arieggiamento ed esposizione al sole; bisogna avere cura di non effettuarla troppo tardivamente in quanto si rischiano pericolose bruciature dei grappoli. Tale operazione, quasi indispensabile su vitigni a bacca rossa, deve essere ben ragionata su vitigni a bacca bianca o destinati a vini base spumante, dove occorre conservare una certa acidità. In alternativa la sfemminellatura può essere eseguita solo nella parte di filare meno esposta al sole, oppure può riguardare esclusivamente l’apice della femminella in modo da conservare alcune foglie. Alla sfemminellatura può essere abbinata la sfogliatura della fascia grappolo, eseguita manualmente o meccanicamente. Ultimamente alcune aziende hanno provato ad eseguire la sfogliatura precocemente, prima della fioritura, in modo da ottenere grappoli meno compatti, con bucce particolarmente spesse e resistente a scottature e fitopatie. Questa tecnica è senz’altro meritevole di attenzione. In vigneti dove si intende produrre uve con alto potenziale qualitativo si può valutare la


ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA

ta risulta essere più difficoltoso e quindi la maturazione è sfavorita, così come nei grappoli particolarmente grandi. Il periodo più indicato per effettuare il diradamento è a circa venti giorni dall’allegagione, quando l’accrescimento dell’acino è quasi terminato. Molto importante è anche il clima dell’annata: in caso di annate particolarmente calde

e asciutte è bene limitare l’intensità del diradamento al fine di evitare maturazioni troppo precoci con grado zuccherino eccessivo e maturità fenolica incompleta. Nel caso di giovani impianti con viti in allevamento il diradamento deve essere totale e molto precoce al fine di permettere alla vite di concentrarsi sul suo sviluppo vegetativo e radicale.

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possibilità di effettuare il diradamento. Si intende di solito l’asportazione di grappoli interi o porzioni di grappolo al fine di permettere una migliore maturazione del resto della produzione. La portata di questa operazione va eseguita in base a certi contesti o obiettivi: vigneti particolarmente produttivi, vitigni particolarmente fertili (Grignolino, Barbera e Dolcetto), terreni freschi ricchi di acqua e sostanza organica, quando si ricercano vini di alta gradazione alcolica e buona maturazione fenolica. Il vitigno può anche influenzare il tipo di diradamento: ad esempio su Dolcetto, che presenta grappoli particolarmente lunghi può essere interessante eliminarne la punta che tende a non maturare completamente; il Grignolino presenta spesso dei grappoli con “ali” affastellate che andrebbero soppresse per migliorare l’arieggiamento e sfavorire l’insorgere di Botrytis cinerea. In generale è bene eliminare i grappoli più distanti dal ceppo, dove l’arrivo della linfa elabora-

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Ridotta l’accisa sul gasolio da serra L’agevolazione decorrerà dal 1 agosto prossimo

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ia libera al taglio dell’accisa sul gasolio da serra. Si tratta delle disposizioni contenute nel decreto legge per il rilancio economico del Paese approvate in Consiglio dei ministri su indicazione del Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo. La nuova norma prevede che l’accisa sul gasolio per il riscaldamento delle coltivazioni sotto serra, cui attualmente si applica la stessa accisa prevista per tutti i prodotti petroliferi destinati agli usi agricoli, pari al 22 per cento dell’accisa ordinaria, viene ridotta a 25 euro per mille litri, a condizione che i richiedenti siano serricoltori per i quali l’attività imprenditoriale agricola costituisce l’esclusivo o comunque il prevalente fattore produttivo, cioè coltivatori diretti e imprenditori agricoli

professionali, iscritti nella relativa gestione previdenziale ed assistenziale. La disposizione, che decorrerà dal 1° agosto 2013 e fino al 31 dicembre 2015, intende dare una risposta concreta alla perdita di competitività del settore florovivaistico ed orticolo a causa da un lato, del venir meno delle disposizioni che prevedevano l’esenzione dall’accisa per il gasolio

destinato alle serre e, dall’altro, dai continui aumenti dei prezzi dei carburanti con un aggravio dei costi di produzione insostenibili. Il livello di imposizione agevolato sarà applicato sul gasolio per la serricoltura a condizione che le imprese beneficiarie si obblighino a ridurne il consumo, dando così un fattivo contributo al raggiungimento di una maggiore tutela ambientale.

Adeguamenti di sicurezza sulle macchine agricole

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Disponibili sei volumi sull’usato

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resso gli uffici Coldiretti sono in distribuzione alcune pubblicazioni specifiche, curate dalla Regione Piemonte e dall’Istituto per le macchine agricole e movimento terra del CNR, in cui è possibile reperire tutte le informazioni su come devono essere adeguate le macchine e le attrezzature alla vigente normativa sulla sicurezza del lavoro. Le pubblicazioni comunicano,

con rigore tecnico-normativo, attraverso ampio utilizzo di fotografie, tabelle, schemi, per facilitare la lettura e la comprensione dei contenuti. Questa attività informativa trova ampia giustificazione nel fatto che i mezzi meccanici hanno un utilizzo esteso nella nostra agricoltura e l’ampio mercato dell’usato comporta una particolare attenzione, sia da parte delle reti commerciali sia degli utilizzatori.

Della collana MACCHINE AGRICOLE USATE sono attualmente disponibili i seguenti 6 volumi: 1.Macchine per la lavorazione del terreno 2. Macchine per attività zootecniche 3. Macchine per la concimazione e la semina 4.Macchine per la viticoltura 5.Macchine per la foraggicoltura 6.Macchine per la selvicoltura


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La qualità del grano tenero Frumento di forza

Frumento panificabile superiore

Frumento panificabile

Frumento biscottiero

Proteine (%)

13,5 - 14,5

11,5 - 12,5

10 - 11

10 - 9

Alveografo W (Chopin)

300-340

> 250

170 - 200

110 - 80

Alveografo P/L (Chopin)

1,2-0,7

< 0,8

< 0,7

< 0,5

Stabilità al farinografo Braebender (min)

13-16

9 - 11

5-6

<4

Peso ettolitrico (kg/hl)

> 75> 75

> 75

> 75

> 75

Indice di Hagberg (sec)

> 250

> 220

> 220

> 220

Parametri

i campi e le cui punture a carico della spiga possono causare aborto fiorale, striminzimento delle cariossidi o comparsa di aree decolorate, con riduzione della germinabilità dei semi e del valore panificatorio della farina a causa delle alterazioni chimiche indotte dall’immissione della saliva della cimice. Sugli aspetti della scelta varietale e della tecnica colturale ovviamente invitiamo gli interes-

sati a confrontarsi con la consulenza specialistica dei tecnici Coldiretti, anche per adeguare gli interventi agli impegni agroambientali a cui è soggetta eventualmente l’azienda agricola. Gli eventuali agricoltori interessati a effettuare verifiche analitiche sulla qualità delle proprie partite di frumento possono contattare i servizi tecnici Coldiretti per i dettagli del caso.

AUMENTO MARCHE DA BOLLO Il Decreto emergenze n. 43 del 26/04/2013 è stato convertito in Legge dalla Camera venerdì 21 giugno con lo stesso testo già approvato dal Senato. Il provvedimento all’articolo 7 bis prevede l’aumento delle marche da bollo che passano da Euro 14,62 a Euro 16,00 e da Euro 1,81 a Euro 2,00. La Legge è entrata in vigore il 26 giugno 2013, il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

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a produzione di grano di qualità registra un costante aumento di interesse anche nei nostri areali di produzione, sia dal punto di vista igienico-sanitario che per la destinazione finale delle farine. In particolare, sono alcuni specifici parametri di qualità tecnologica della farina che ne condizionano il valore economico; in base al contenuto proteico, al W e P/L (alveografo), stabilità al farinografo, peso ettolitrico, indice di Hagberg, il frumento tenero viene classificato come frumento di forza, f. panificabile superiore, f. panificabile, f. biscottiero, con corrispondenti valori di mercato decrescenti. Per ottenere una produzione di grano di qualità l’agricoltore dispone di due strumenti essenziali: la scelta varietale e la tecnica colturale. Per quanto riguarda le varietà, vi è una continua ricerca da parte delle Ditte sementiere e i risultati possono essere valutati grazie alle prove di confronto varietale per le zone più simili a quelle in cui si opera. La produzione di grano tenero di qualità richiede l’adozione di tecniche agronomiche adeguate; in particolare è fondamentale agire sulla concimazione azotata, frazionando adeguatamente l’azoto in copertura, fino alla fase di botticella per migliorare il contenuto proteico. Un altro aspetto importante per garantire un alto livello qualitativo delle granaglie è l’attenzione alla rotazione colturale e alla difesa fitosanitaria; in particolare vanno controllate le infestazioni di cimici che ciclicamente infestano

Misura 111-1B

Come procedere alle verifiche analitiche


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Lotta guidata sul nocciolo Servizio settimanale di monitoraggio

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ell’ambito delle attività di consulenza tecnica alle aziende corilicole, Coldiretti di Asti in collaborazione con il Dott. Claudio Sonnati del CRESO (Consorzio di Ricerca Sperimentazione e Divulgazione per l’Ortofrutticoltura Piemontese), ha attivato un servizio settimanale di monitoraggio sulla coltura del nocciolo al fine di diramare tempestive indicazioni per la difesa fitosanitaria. Ogni mercoledì, presso gli uffici provinciali della Coldiretti di Asti, vengono effettuati i controlli programmati di campioni vegetali provenienti dai noccioleti astigiani e diramate le eventuali indicazioni agronomiche e fitosanitarie. Per informazioni è possibile telefonare al 0141-380.418.

“Patentini” agrofarmaci

Il rinnovo è consentito solo entro i tre anni dalla scadenza

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a Direzione Regionale Agricoltura ha reso noto che è possibile accedere al percorso di rinnovo dell’autorizzazione all’acquisto dei prodotti fi-

tosanitari classificati molto tossici, tossici e nocivi, con patentino scaduto fino ad un massimo di tre anni. Qualora il patentino a suo tempo ottenuto sia scaduto

da più di tre anni, deve essere obbligatoriamente richiesto un rilascio ex novo. Ogni ulteriore informazione può essere richiesta agli uffici tecnici Coldiretti Asti.

Telefonare allo 0141-380.418 SERVIZIO INFORMATIVO AGROFARMACI Alla luce della profonda revisione in atto delle autorizzazioni alla vendita e all’utilizzo degli agrofarmaci, che in questi ultimi anni sta portando ad una drastica riduzione o limitazioni sui vari formulati, magari già acqui-

stati dall’agricoltore, Coldiretti di Asti ha attivato un servizio di pronta informazione per i propri associati. Gli interessati possono telefonare alla Coldiretti di Asti, tel. 0141-380418, per avere infor-

mazioni dettagliate sugli agrofarmaci attualmente autorizzati sulle coltivazioni, compreso informazioni sulla scadenza per l’impiego di vecchi formulati, etichette ufficiali, schede di sicurezza ecc...


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