Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 9 - Anno 2013. In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo
Anno
62° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI
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5 agosto 2013
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Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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Vendemmia: l’ottimismo è d’obbligo
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Nuove Agritata all’opera
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Da quel lunedì nulla è più come prima
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La Pernigotti in mani turche
Agricoltura: un 2013 in ripresa
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Stop ai wine kit
Speciale Misura 111 -PSR: L’evoluzione dei batteri lattici sui mosti e sui vini; Previsioni vendemmia 2013; Finanziamenti per reti antigrandine e irrigazione; Giacenze di cantina annata 2012/2013; Ispezioni in cantina: piano controlli e denominazioni; Importanti novità per i documenti vitivinicoli.
Sommario
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argomenti in evidenza
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Il “maldestro” tentativo di modificare il disciplinare dell’Asti Dopo l’insolita sollecitudine del Ministero stoppata da Coldiretti, si rimane in attesa della sentenza del Consiglio di Stato
Moscato
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a querelle della richiesta di allargamento della zona del moscato, avanzata da pochi e osteggiata da gran parte del mondo agricolo, ha vissuto nel mese di luglio una ulteriore fase di tensione. L’impressione è stata che qualcuno abbia tentato un “colpo di mano”, tanto silenzioso quanto subdolo e irrispettoso della volontà di gran parte dei viticoltori e degli addetti ai lavori. Coldiretti Piemonte, congiuntamente con l’Associazione Produttori Moscato, l’Associazione Muscatellum e l’Associazione Comuni del Moscato, in seguito alla segnalazione inviata al Ministero in data 19 luglio, ha ottenuto la rettifica del Decreto 12 luglio 2013 concernente la correzione dei disci-
plinari di produzione dei vini DOP e IGP che aveva inserito, con una insolita e ingiustificabile tempestività, nell’area della DOCG “Asti” parte del territorio del Comune di Asti, tra cui i terreni dell’ Azienda Agricola Castello del Poggio. Lo stesso Ministero, con il decreto del 22 luglio 2013, ha considerato l’inserimento del comune di Asti eseguito in maniera impropria in quanto non si configura come correzione del disciplinare di produzione bensì come aggiornamento. “La sentenza del TAR aveva già bloccato l’inserimento del comune di Asti nella DOCG. Questo passo indietro da parte del Ministero, in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato, rap-
presenta un ulteriore segnale di tutela per i viticoltori per i quali la Coldiretti si è sempre battuta” dichiarano il presidente ed il direttore di Coldiretti Piemonte, Roberto Moncalvo e Bruno Rivarossa. Conclude Roberto Cabiale, presidente Coldiretti Asti e membro di Giunta regionale con delega al settore vitivinicolo “Siamo soddisfatti per l’esito della vicenda e continueremo a tutelare al meglio le nostre imprese nell’interesse di tutta la filiera vitivinicola del Moscato nel pieno rispetto delle norme. I nostri associati si sono sempre espressi in maniera contraria all’allargamento della DOCG e rimaniamo fiduciosi sul futuro pronunciamento, previsto in autunno, da parte del Consiglio di Stato”.
Vendemmia: l’ottimismo è d’obbligo Il solleone di questi giorni lancia il recupero di un’annata partita lentamente. Difficoltà per le grandinate e per la tromba d’aria del 29 luglio. In ogni caso, grazie agli interventi dei viticoltori, le uve stanno ben maturando. La riduzione dei consumi nazionali è ampiamente compensata dalla richiesta dell’estero ha dovuto intervenire con varie operazioni e lavorazioni agronomiche per contenere l’accrescimento delle erbe spontanee e la pressione delle malattie fungine, specie ad inizio stagione. Il costo di produzione, già di per sé rilevante per la tipologia di viticoltura esclusivamente collinare e per le lavorazioni manuali, è quindi ulteriormente lievitato. La qualità costa. Più articolato invece il quadro sull’andamento di mercato. Qui registra vivacità nella ricerca di uve e di vini, anche spinta da due annate particolarmente avare, specie l’ultima che ha fatto registrare una scarsezza produttiva addirittura a livello internazionale. Segni incoraggianti questi che aiutano a comprendere dati statistici che seppur differenti da vino a vino, nel complesso e nel confronto tra il 2013 e il 2012 riflettono una tenuta sull’imbottigliato (qualche caso con segno meno e altri con incrementi interessanti), tendente alla crescita, se consideriamo
l’aumento dei volumi certificati e la riduzione delle giacenze. La riduzione dei consumi nazionali è ampiamente compensata dalla richiesta dell’estero. Relativamente ai prezzi delle uve, a parte gli accordi interprofessionali “storici” per Asti, Alta Langa, Brachetto, per le altre Doc/Docg, i rappresentanti delle componenti acquirenti non hanno manifestato interesse o volontà di fissare quotazioni o indicazioni orientative ante vendemmia. Anche in virtù dell’articolo 62, i singoli cedenti dovranno pertanto trovare un accordo con gli acquirenti prima della vendemmia. In questi giorni si rileva, infatti, una marcata attività di contatti tra produttori e vinificatori. In linea con le situazioni di mercato più sopra richiamate, troverebbero generalmente conferma i prezzi della scorsa campagna, con rialzi su talune tipologie, purtroppo assorbiti dai costi di produzione più elevati.
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e verifiche effettuate da Coldiretti Asti in questi giorni, tramite uno specifico Osservatorio Tecnico ed Economico, possono tracciare un primo profilo dell’annata 2013. Il ritardato risveglio vegetativo, dovuto ad un clima di primavera – inizio estate freddo e piovoso, interrompe una serie di vendemmie anticipate, alle quali ci stavamo abituando, riportando i tempi di maturazione alla normalità. In ogni caso, il solleone di fine luglio-inizio agosto, ha lanciato il recupore di un’annata partita lentamente dal punto di vista della maturazione delle uve. Tra qualche giorno, inizieranno i campionamenti per rilevare le curve di maturazione che ogni anno si effettuano insieme al Centro Studi Vini del Piemonte. Le costanti analisi indicheranno con precisione lo stato d’avanzamento della qualità delle uve. Già oggi, in ogni caso, la campagna è promettente, sia sotto il profilo della sanità dell’uva, che della equilibrata quantità, anche nelle aree dove i precoci attacchi di peronospora – prima della fioritura - hanno colpito; una buona allegagione ha compensato il disseccamento di qualche grappolo. Purtroppo, in alcune aree, la grandine ha colpito duro, così come la tromba d’aria del 29 luglio ha messo in difficoltà non pochi viticoltori. I vigneti coricati dal vento, sono stati comunque prontamente rialzati ed ora si spera che la perdita di prodotto possa essere contenuta. Annata che si presenta in ogni caso per molti aspetti “bella”, ma non facile per il viticoltore, che
Nuova annata
L’andamento produttivo e la situazione di mercato lasciano ben sperare
Da quel lunedì, nulla è più come prima La tromba d’aria ha segnato profondamente la comunità rurale
Maltempo
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a violentissima tromba d’aria che ha colpito il 29 luglio l’Astigiano, ha seminato angoscia e terrore. A memoria d’uomo non si ricorda una situazione del genere, una furia del vento mai vista se non nei documentari americani, quando i tornado spazzano via tutto quanto si trovano di fronte. Eppure è accaduto sulle nostre colline di Langa e Monferrato. Per chi ha vissuto direttamente la tempesta, sono stati tre minuti di puro terrore. Testimonianze raccontano di uomini sul trattore che si sono buttati a terra perchè rischiavano di morire soffocati dalla raffica di vento improvvisa arrivatagli addosso ad una velocità di centinaia di chilometri all’ora. Di donne intente ai lavori nei campi costrette a schivare coppi, telegole e tronchi d’albero portati dal vento. È stato quasi un miracolo che nessuno si sia ferito gravemente, di certo, l’esperienza vissuta da molte persone, rimarrà per sempre impressa nella loro mente. Nulla sarà più come prima per chi si è visto portare via il tetto di casa, distruggere la stalla o la cantina, abbattere il pioppeto o sradicare il vigneto. D’ora in poi, scatterà la paura ad ogni temporale. E sono veramente tante le imprese agricole colpite dal cataclisma. Un’area molto vasta, che va (solo per citare alcuni comuni) da Cortiglione, Castelnuovo Belbo, Nizza, Fontanile, Mombaruzzo, Bruno e Castel Boglione, a Calamandrana Roccchetta Palafea, Calosso, fino su in valle Bormida, forse la zona più colpita, da Monastero Bormida, Bubbio, Cessole, a Vesime fino a Perletto di Cortemilia nel Cuneese, e Cassinasco e Roccaverano. Fra i primi a giungere in Valle Bormida, per coordinare il servizio di assistenza alle aziende agricole colpite, anche
Dall’alto: vigneti coricati e tetti scoperchiati dal vento a Vesime (AT); pioppeto distrutto; auto spostata dalla tromba d’aria.
il direttore di Coldiretti Asti, Antonio Ciotta: “Vista la gravità della situazione, con il presidente Roberto Cabiale abbiamo deciso di mobilitare immediatamente tutta la nostra struttura. I tecnici Coldiretti hanno iniziato fin da
subito i sopralluoghi nelle zone danneggiate, anche al fine di eseguire una mappatura per la segnalazione ai Comuni che dovranno sollecitare alla Regione Piemonte lo stato di calamità naturale”.
Fortunatamente è successo di lunedì Il giorno prima c’erano strade frequentate e locali affollati
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In alcune zone dove il 29 luglio si è abbattuta con violenza la tromba d’aria coricando molti vigneti, pochi giorni prima si era manifestata con simile violenza una grandinata. Verso le 18,30 del 24 luglio la tempesta ha colpito in particolare i territori compresi fra Cortiglione e Rocchetta Tanaro, lambendo con più o meno violenza i comuni di Incisa Scapaccino, Vinchio, e altre zone della Val Tiglione, da Belveglio fino a Isola d’Asti.
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Casa senza tetto e auto distrutta.
Asti “sotto esame” Per l’adunanza nazionale degli Alpini
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’apposita commissione nazionale dell’Associazione Alpini è stata recentemente ad Asti per esaminare la città al fine di valutare la candidatura avanzata per l’adunata nazionale del 2015. Il Presidente della Sezione di Asti Blengio, con gli altri dirigenti astigiani dell’associazione e insieme al Sindaco Brignolo, ha illustrato la candidatura e i punti di forza che Asti è in grado di offrire dal punto di vista dell’ospitalità, del supporto logistico e dell’accoglienza per quanto riguarda in particolare
l’offerta culturale, enogastronomica e paesaggistica. “Speriamo che la candidatura di Asti venga accolta e possa superare le altre città attualmente in competizione -ha dichiarato i Sindaco Brignolo- perché vorremmo ripetere la grande adunata che Asti visse nel 1995, in modo da rinnovare l’amicizia del territorio con gli Alpini e offrire al nostro turismo, alla nostra enogastronomia e alle nostre manifestazioni culturali l’opportunità di farsi conoscere da centinaia di migliaia di famiglie”.
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Grandinata del 24 luglio
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stato un vero miracolo che il tornado del 29 luglio scorso non abbia provocato morti o feriti gravi. Fortunatamente l’orario in cui si è verificata la calamità, verso le 8,30 del mattino, e soprattutto il giorno, era un lunedì, ha visto poca gente per strada e di passaggio e locali pubblici poco affollati. Infatti, ad esempio, i titolari degli agriturismo Cà Bianca e Bodrito di Vesime, non osano neppure pensare cosa sarebbe potuto accadere se la furia del vento si fosse presentata il giono precedente, alla domenica, magari nel pomeriggio. Entrambi erano affollati, ed entrambi hanno subito notevoli danni, con vetri e finestre sfondate, coppi, tegole e travi dei tetti a girovagare per i cortili e i luoghi di transito. Sarebbe stata una vera tragedia, anche se, visti i danni materiali, è stato comunque un dramma.
Agricoltura: un 2013 in ripresa Inea: nei campi un 2012 difficile ma l’agricoltura ha retto meglio la crisi
Economia
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l 2012 non verrà ricordato come uno degli anni migliori per l’agricoltura italiana ma il 2013 mostra già dei segnali di ripresa, a conferma del fatto che il settore primario è quello che ha reagito meglio alla crisi iniziata nel 2008. È il quadro dipinto dal rapporto 2012 dell’Inea, l’Istituto nazionale di economia agraria, dove si evidenzia che nei primi mesi di quest’anno nelle campagne aumentano occupazione (+2 per cento, i giovani +9 per cento) ed export (+7 per cento) e ciò nonostante la crisi dei consumi interni. I dati negativi vengono dal calo nel 2012 di produzione (-3,3 per cento) e valore aggiunto (-4,4 per cento), al quale non è sicuramente estraneo il pessimo andamento climatico fatto registrare lo scorso anno, con nevicate record nel mese di febbraio e una gravissima siccità estiva che ha compromesso i raccolti dei seminativi. Al contempo, sono aumentati i costi di produzione (+2,9 per cento). Ottime notizie, invece, dall’export. Le esportazioni agroalimentari hanno oltrepassato quota 31 miliardi di euro (+5 per cento), confermando la crescita fatta registrare nonostante la crisi. Cala, invece, il numero delle imprese agricole, diventate 809.745, 19.000 in meno rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda il credito e le sofferenze bancarie, secondo il rapporto Inea 2012, il comportamento dell’agricoltura è stato meno negativo rispetto agli altri settori dell’economia del Paese e comunque concentrato nello scorso anno. Il settore primario, infatti, tra il 2011 e il 2012 aumenta i propri impieghi per investimenti e attività di pro-
duzione, anche se solo dell’1 per cento, fatto decisamente rilevante anche in considerazione della forte compressione dei finanziamenti registrati del 3,5 per cento in un solo anno. I prestiti bancari sono pari a 44,2 miliardi, con un’incidenza sul totale del 4,6 per cento. Anche dal lato delle sofferenze il settore agricolo si comporta meglio, aumentandone il volume del 14 per cento, tre punti in meno di quanto verificato a livello complessivo e quasi tre punti in piu’ di quanto accaduto nel comparto dei prodotti alimentari. Sul fronte degli investimenti sono calati dell’8 per cento rispetto al 2011, aggravando il valore registrato nel 2011; probabilmente ad avere influito è stata la messa a regime degli aiuti concessi dalle Politiche di Sviluppo Rurale. La produzione di energia rinnova-
bile elettrica ha già quasi raggiunto l’obiettivo europeo 20-20-20 (circa 93 TWh prodotti nel 2012 rispetto ad un obiettivo 2020 di 100 TWh) per la crescita delle installazioni, in particolare degli impianti fotovoltaici. Per quanto riguarda le agroenergie quello che ci si attende dal Piano energetico nazionale al 2020 è un contributo totale delle biomasse per 5,67 Mtep (di cui 5,25 dalle biomasse solide, 0,26 dal biogas e 0,15 dai bioliquidi), mentre elaborazioni più recenti (Enea-Coldiretti), parlano di un contributo energetico potenziale aggiuntivo dell’agricoltura al 2020 di 11,50 Mtep e un contributo percentuale delle agroenergie rispetto al bilancio energetico nazionale al 2020 complessivamente dell’8 per cento, con emissioni di CO2 evitata di 26,37 Mt/anno e un impatto occupazionale di circa 100.000 unità.
Export del vino in Cina Scongiurato, per un anno, il rischio dei dazi
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imarrà “congelato” per un anno il rischio che la Cina metta dei dazi sulle importazioni di vino comunitario. È l’effetto “collaterale” dell’accordo raggiunto da Commissione Europea e autorità di Pechino per risolvere la disputa apertasi sull’import di pannelli solari cinesi in seguito all’accusa di dumping, cioè di vendere questi prodotti in Europa a prezzi di molto inferiori al loro valore commerciale. Una decisione, quella dell’Ue,
che aveva fatto scattare la “rappresaglia” della tigre asiatica. Nel mirino erano così finite le esportazioni di vino europeo in Cina, con l’avvio di un’analoga indagine sulle aziende comunitarie che vendono in Oriente. Misura che vede proprio l’Italia tra le maggiori “vittime”, assieme a Francia e Spagna. L’intesa raggiunta sui pannelli, secondo quanto dichiarato dal commissario Ue al Commercio Karel De Gucht in una conferen-
za stampa, non scaccia definitivamente il pericolo dei dazi sul vino ma apre comunque “una finestra per avviare una trattativa tra l’Unione europea e i produttori cinesi”. Come primo risultato, Pechino si è impegnata a non adottare eventuali misure antidumping sul vino fino alla fine del prossimo giugno.
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stata pubblicata sull’APPLE STORE la versione 2.0 di “iTerranostra”. Fra le novità della “guida” agli agriturismo, un restyling grafico completo, l’adattamento per iphone5, i dati delle aziende aggiornati, l’inserimento della nuova sezione “strade del vino”. L’applicazione, come per la versione precedente, contiene tutti gli agriturismi associati a Terranostra già presenti sul sito www. terranostra.it. Per ogni azienda è possibile ave-
re dettagliate informazioni riguardanti la struttura, i servizi offerti, i prodotti in vendita e i punti di interesse nelle vicinanze, oltre alla galleria fotografica e tutti i contatti. L’applicazione aggiornata è scaricabile gratuitamente per I phone, Ipod touch e I pad e prossimamente sarà rilasciata anche la versione widget per Android e per Windows phone. Ecco l’indirizzo per scaricare la nuova versione: https://itunes.apple.com/it/app/ iterranostra/id515735231?mt=8
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La 2.0 aggiorna gli agriturismo e inserisce le “strade del vino”
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Nuova versione della App iTerranostra
Nuove Agritate all’opera Concluso il secondo corso formativo “Agritata” in Piemonte
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l 26 luglio, sono stati consegnati gli attestati di frequenza e profitto alle Agritate che hanno concluso positivamente il secondo corso di formazione “Tecniche di assistenza all’infanzia in ambito domiciliare – AGRItata -, realizzato da Coldiretti Piemonte in collaborazione con INIPA Piemonte. “Gli obiettivi fondamentali del progetto AGRItata spiegano Roberto Moncalvo, presidente, e Bruno Rivarossa, direttore di Coldiretti Piemonte – sono quelli di avviare un servizio di alta qualità per le famiglie interessate, valorizzando gli aspetti di domiciliarità e ruralità, con l’accoglienza dei bambini in famiglia, nel contesto dell’azienda agricola. Un passo importante della nostra organizzazione, vera forza sociale, per rafforzare il presidio del territorio rurale e per favorire l’occupazione femminile, permettendo di conciliare il tempo dedicato al lavoro e il tempo dedicato alla famiglia”. “Ci auguriamo che progetti sperimentali di questo tipo possano svilupparsi ulteriormente nel tempo – prosegue Rivarossa – in modo da ampliare le opportunità per le imprese agricole, favorendo nuove attività nell’ambito dell’agricoltura sociale”. “L’ambito della prima infanzia è solo uno dei tanti che costituiscono le
potenzialità dell’agricoltura sociale – dichiara Maria Chiara Bellino coordinatrice per Coldiretti del progetto AGRItata – con l’Osservatorio Regionale per l’Agricoltura Sociale stiamo lavorando sul territorio per realizzare nuove formule e progettualità per anziani, soggetti a bassa contrattualità nel mercato del lavoro, per il mondo della disabilità: Coldiretti, forza sociale, proprio per la sua capillarità sul territorio può dare importanti risposte in tal senso. Con l’Agritata si delinea una nuova professione che opera in un contesto familiare. Le Agritate accolgono bambini dai tre mesi ai tre anni, seguendo un progetto pedagogico specifico che porta alla riscoperta della natura, della stagionalità e delle eccellenze della nostra agricoltura. Il progetto sperimentale è realizzato in sinergia con la Regione Piemonte, in particolare con l’Assessorato alle Politiche Sociali e per la Famiglia, l’Assessorato all’Agricoltura e l’Assessorato all’Istruzione, Formazione Professionale e Lavoro. L’ente gesto-
re che costituisce il raccordo operativo tra il progetto e le Agritate è la Cooperativa Sociale Linfa Solidale. “Con la consegna degli attestati al secondo ciclo di Agritate formate e valutate idonee dalla commissione di esame si prosegue nel percorso di crescita di questo importante progetto a cui la nostra cooperativa crede fortemente - evidenzia Andrea Launo presidente della cooperativa Linfa Soldale – saranno quindi operative ulteriori dieci Agritate, oltre alle 15 già attive sul territorio, che potranno essere a disposizione per le numerose famiglie che hanno già manifestato interesse per questo servizio innovativo, che garantisce la personalizzazione e la flessibilità dell’orario, oltre alla capillarità sul territorio e alla conciliazione dei tempi della vita familiare e lavorativa”.
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“Donne Impresa” in Portogallo In visita a Fatima e Lisbona
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re giorni intensi e ricchi di spiritualità, quelli vissuti dal 20 al 23 giugno in Portogallo dal gruppo Coldiretti Donne Impresa Asti. I gitanti hanno fatto tappa a Fatima, pregato la Madonna, e a Lisbona dove in Cattedrale hanno fatto visita alla casa natale di Sant’Antonio da Padova.
La Pernigotti in mani turche Il passaggio di proprietà potrebbe danneggiare le nocciole Piemonte
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cordi di filiera stipulati da Pernigotti con i corilicoltori piemontesi che hanno sdancito la superiorità qualitativa del prodotto nostrano, anche attraverso il giusto riconoscimento economico. Sicuramente il momento è topico, mol-
te volte in passato il passaggio di proprietà ha spesso significato svuotamento finanziario delle società acquisite, delocalizzazione della produzione, chiusura di stabilimenti e perdita di occupazione.
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on la vendita di Pernigotti, come avevamo annunciato sul precedente numero di questa stessa rivista, sale ad oltre 10 miliardi il valore dei marchi storici dell’agroalimentare italiano passati in mani straniere dall’inizio della crisi che ha favorito una escalation nelle operazioni di acquisizione del Made in Italy agroalimentare. La decisione della societa Averna di cedere l’intero capitale dell’azienda piemontese detentrice dello storico marchio dei dolci, al gruppo Toksoz in Turchia, rappresenta un altro duro colpo al Made in Italy, in quanto la Pernigotti cade così nelle mani del maggior produttore mondiale di nocciole e quindi principale concorrente al prodotto nostrano. C’è da augurarsi che il cambiamento di proprietà non significhi necessariamente lo spostamento delle fonti di approvvigionamento della materia prima importante come le nocciole a danno dei coltivatori italiani e piemontesi che offrono un prodotto di più alti standard qualitativi. La speranza è che la nuova proprietà turca non butti a mare quanto costruito in questi anni, in particolare gli importanti ac-
C’è l’anticipo Pac 2013 del 50% Ad inizio agosto erogato il 20%, entro ottobre il 30%, saldo a Natale
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Notizie
on il pagamento del 50% dei contributi previsti dalla Politica Agricola Comune (il 20% a fine luglio, il restante 30% a fine ottobre), anche quest’anno la Regione Piemonte garantirà agli agricoltori piemontesi l’erogazione dell’anticipo sul premio della domanda unica Pac. L’erogazione sarà attuata in due differenti passaggi. Una prima fase compresa tra il 29 di luglio e il 2 di agosto prevede il
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versamento, attingendo a fondi regionali, di una somma pari a circa il 20% del premio complessivo. Successivamente, alla fine di ottobre, sarà erogato il restante 30% attraverso risorse comunitarie. Infine è “calendarizzato” il saldo conclusivo nel periodo delle festività natalizie, compatibilmente con il ciclo di refresh. La suddivisione dell’erogazione in due diversi momenti prova la non trascurabile difficoltà da
parte dell’Assessorato Regionale per mantenere l’impegno preso con gli agricoltori nonostante la situazione complessa attraversata dall’Ente in termini di disponibilità finanziarie. Con questo impegno, deliberato il 25 luglio scorso, la Regione raggiunge l’obiettivo dell’anticipo Pac per 3 le annualità consecutive. In Italia solo l’Ente piemontese e la Lombardia sono riusciti a portare a termine questa operazione.
Tavolo interprofessionale per la pioppicoltura Istituito dalla Regione Piemonte il 23 luglio scorso
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l 23 luglio scorso la Giunta Regionale ha licenziato il provvedimento che istituisce il “Tavolo interprofessionale per la pioppicoltura”. La filiera del pioppo rappresenta la principale realtà produttiva nel campo della arboricoltura da legno, sviluppando sul territorio un apprezzabile insediamento di industrie di trasformazione: le buone prospettive del settore, nonostante il delicato contesto economico globale, presuppongono la potenziale opportunità di affrontare un programma di investimenti nella ricerca di nuovi prodotti derivati da legno di pioppo. La finalità del tavolo sarà quella di favorire sia l’integrazione di filiera, sia la valorizzazione dei prodotti legnosi provenienti dalla pioppicoltura. Nello specifico il nuovo consesso si pone precisi obiettivi a livello regionale: una serie di provvedimenti necessari
allo sviluppo armonico della pioppicoltura, favorire la diffusione delle conoscenze scientifiche, tecniche ed economiche tra gli operatori del settore, sostenere la trasparenza del mercato, sollecitare accordi interprofessionali tra produttori e utilizzatori, favorire il coordinamento delle iniziative regionali nell’ambito di tale comparto. La pioppicoltura, se gestita mediante una programmazione snella e organizzata, garantisce rilevanti ricadute di natura economica assicurando al contempo più che soddisfacenti parametri di sostenibilità ambientale.
Ogm: il decreto vieta la coltivazione Mon810 sulle popolazioni di lepidotteri e sugli imenotteri parassitoidi, così come preoccupanti risultano i rischi legati alla diffusione di parassiti secondari potenzialmente dannosi per altri tipi di colture. Un ulteriore studio condotto di recente dall’Istituto federale di tecnologia di Zurigo conferma i danni della coltivazione di Ogm sulle larve di coccinella, soggette ad un rischio maggiore di mortalità. “La difesa della distintività italiana deve essere una priorità della politica perché da essa dipende l’esistenza stessa del Made in Italy che è il nostro petrolio, il nostro futuro, la nostra leva per tornare a crescere nell’alimentare e non” afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare positivamente la firma del decreto che è “l’unico strumento di cui disponiamo per risolvere definitivamente e rapidamente la questione”. “Si tratta - continua Marini - di un grandioso successo che premia l’impegno degli agricoltori della Coldiretti per affermare un modello di sviluppo sostenibile che ha garantito all’Italia primati nella sicurezza alimentare e nella tutela
ambientale che tutto il mondo ci invidia. In questa occasione voglio ringraziare i Ministri firmatari del decreto, la Conferenza delle regioni che ha approvato l’ordine del giorno a tutela della biodiversità ed i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari che alla Camera e al Senato hanno firmato una apposita mozione, ma anche tutti i movimenti e le associazioni che insieme a noi nella task force “Liberi da Ogm” senza ambiguità hanno combattuto in questi anni per difendere l’agricoltura dalle contaminazioni. Gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura - conclude Marini non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy”.
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ome promesso all’Assemblea nazionale della Coldiretti al Palalottomatica, i tre ministri Nunzia De Girolamo (Politiche Agricole), Beatrice Lorenzin (Salute) e Andrea Orlando (Ambiente) hanno firmato il decreto interministeriale che vieta in modo esclusivo la coltivazione di mais geneticamente modificato appartenente alla varietà Mon810 sul territorio italiano. Il provvedimento consente, finalmente, l’adozione di misure provvisorie di emergenza che si sostanziano nel divieto di coltivazione ai sensi dell’art. 34 del regolamento 1829/2003 e dell’art. 54 del regolamento 178/2002, in conformità con la procedura di cui all’art. 53 del regolamento 178/2002, in attesa che l’Unione europea intervenga con specifiche azioni entro 18 mesi dalla data di pubblicazione del provvedimento. L’Italia si allinea, pertanto, al quadro degli interventi assunti dal Ministro dell’agricoltura francese in data 16 marzo 2012 per impedire anche nel proprio territorio la messa a coltura del mais MON810. Tra l’altro sono recentissimi e allarmanti i dati riportati dal Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA) nel dossier che individua gli impatti della coltivazione del mais
Attualità
Come promesso al Palalottomatica, i tre ministri hanno firmato
Stop ai wine kit Bloccate le vendite in Gran Bretagna
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on il blocco delle vendite dei wine-kit nel Regno Unito abbiamo ottenuto un primo importante risultato di una battaglia che deve proseguire nell’Unione Europea dove si stima che almeno venti milioni di bottiglie di pseudo vino vengano ottenuti attraverso wine kit prodotti in Canada, ma anche in Paesi europei come la Svezia. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’operazione di cooperazione di polizia internazionale sollecitata dai NAC dei Carabinieri con il supporto del Ministero degli Interni. Ora occorre provvedere immediatamente al ritiro dall’intero mercato comunitario dei “miracolosi” wine kit che - sottolinea la Coldiretti - promettono con semplici polveri di ottenere in pochi giorni vini dalle etichette più prestigiose. Come in Svezia dove è stata scoperta dalla Coldiretti una fabbrica
Il presidente Marini ha promosso la battaglia contro i wine kit
che vicino a Goteborg che produce e distribuisce in tutto il continente oltre 140mila wine kit all’anno dai quali si ottengono circa 4,2 milioni di bottiglie tra le quali falsi Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Lambrusco o Montepulciano. L’Unione Europea deve fermare uno
Monsanto rinuncia agli Ogm
scempio intollerabile che - conclude la Coldiretti - mette a rischio con l’inganno l’immagine e la credibilità dei nostri vini piu’ prestigiosi conquistata nel tempo grazie agli sforzi fatti per la valorizzazione di un prodotto che esprime qualità, tradizione, cultura e territorio.
Sono contrari 2 cittadini europei su 3
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na scelta obbligata della crescente opposizione della maggioranza dei cittadini europei che in quasi due casi su tre (61 per cento) si sono detti molto contrari ai cibi geneticamente modificati e che deve riguardare anche il mais Mon810 nei confronti del quale l’Italia ha approvato un decreto interministeriale che ne vieta la coltivazione nel territorio nazionale per l’impatto negativo sull’ambiente. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare la decisione della multinazionale americana Monsanto di ritirare tutte le domande già presentate all’Ue per ottenere l’autorizzazione alla coltivazione di prodotti Ogm con unica eccezione di quella relativa al mais Mon810. A livello nazionale l’opposizione agli ogm è ancora maggiore
con quasi otto italiani su dieci (76 per cento) che si sono detti contrari all’utilizzo di organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura, con un aumento del 14 per cento rispetto allo scorso anno, secondo i dati Ipr marketing. Con il crescere dell’opposizione degli italiani agli Ogm in agricoltura si riducono ad appena il 10 per cento i favorevoli ma - sottolinea la Coldiretti - diminuiscono anche coloro che non hanno una opinione o non rispondono al 14 per cento. Vale la pena ricordare che – sottolinea la Coldiretti - sono già 8 i Paesi europei (Francia, Germania, Lussemburgo, Ungheria, Grecia, Bulgaria, Polonia, Austria) che hanno adottato la clausola di salvaguardia per impedire la contaminazione dei propri terreni. In Europa - conti-
nua la Coldiretti - sono rimasti solo cinque Paesi (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania) a coltivare Ogm, con 129mila ettari di mais transgenico piantati nel 2012, una percentuale irrisoria della superficie agricola comunitaria pari a molto meno dello 0,001 per cento della superficie totale di 160 milioni di ettari coltivati in Europa, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati ISAAA. Gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura - conclude la Coldiretti - non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy.
Da UeCoop la spinta per battere la crisi
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on la presentazione di Ue.Coop Sicilia, si è tenuto l’ultimo dei 20 incontri regionali, fra cui quello organizzato in Piemonte il 20 giugno scorso. Iniziato a Roma il 12 giugno, il tour di Ue.Coop - Unione Europea delle cooperative ha complessivamente visto la partecipazione diretta di circa 4000 cooperative aderenti e di oltre un migliaio di cooperative non aderenti, la metà delle quali, però, ha già presentato domanda di adesione. “È stata una esperienza straordinaria – rileva il presidente di Ue.Coop Sergio Marini -. Straordinaria è stata la vivacità, la forza partecipativa
e propositiva rinvenuta anche nelle centinaia di interventi dei rappresentanti delle cooperative stesse. Una conferma di quanto fosse attesa e di quanta strada farà – sostiene Marini - questo nuovo e moderno soggetto della rappresentanza che di fatto apre una nuova stagione di fiducia e prospettiva per l’intero Paese. Una “Italia che fa l’Italia” – conclude il presidente di Ue.Coop dove crescita e qualità della vita, lavoro e giustizia sociale, dimensione globale e identità territoriale potranno convivere in una rinnovata stagione di democrazia e pluralismo”. A tutti gli incontri sono intervenuti i maggiori rappresentanti delle
istituzioni territoriali, presidenti e Giunte regionali e provinciali, sindaci, prefetti ed esponenti del mondo sociale e produttivo. Significativi, inoltre, sono stati gli interventi, nel capoluogo ligure, dell’Arcivescovo di Genova nonché Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, monsignor Angelo Bagnasco e a Roma del sottosegretario allo Sviluppo economico Simona Vicari, nonché il saluto, in occasione della presentazione di Ue.Coop Marche, del presidente della Camera, on. Laura Boldrini. Il prossimo appuntamento, l’8 ottobre a Roma, aprirà la nuova stagione congressuale.
Da Canelli all’alta onorificenza di Macedonia La bella storia di Ilona Zaharieva a favore dei suoi connazionali
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lona Zaharieva è la presidente dell’associazione “Ponte di Pietra”. Fin dalla fondazione dell’associazione, avvenuta il 26 febbraio 2011, Ilona si è tenacemente battuta per un dignitoso inserimento nella nostra società delle persone di origini macedoni residenti a Nizza Monferrato, Canelli, Mombaruzzo e Neive. Ilona Zaharieva, residente da parecchi anni a Canelli, coniugata e con due figli, presidente della Cooperativa “Lavorare Insieme” aderente a Ue.Coop, è stata insignita dal Presidente della Repubblica di Macedonia, Gorge Ivanov, di una speciale onorificenza al merito per essersi distinta in attività a favore dei macedoni emigrati nelle varie parti del mondo.
Avvenimenti
Terminati con grande partecipazione gli incontri locali
Ilona Zaharieva riceve a Skopje, capitale della Macedonia, di fronte alle maggiori autorità politiche, militari, religiose del Paese e degli Ambasciatori di Stati Uniti e Gran Bretagna l’onoreficenza direttamente dalle mani del Presidente
BANDO DI CONTRIBUTO IN CONTO CAPITALE ALLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE ASSEGNATO DALLA CCIAA DI ASTI IN COLLABORAZIONE AI CONSORZI DI GARANZIA FIDI Risorse disponibili Le risorse finanziarie messe a disposizione sul bando ammontano euro 110.000,00 Soggetti finanziabili Piccole e medie imprese: è aventi sede legale e/o unità locale operativa nella provincia di Asti; è regolarmente iscritte al Registro Imprese; è in regola con il pagamento del diritto annuale, con riferimento al triennio precedente; è che abbiano ottenuto un finanziamento bancario assistito dalla garanzia mutualistica dei Confidi; è che risultino in attività e non rientrino in una delle ipotesi di esclusione previste dal bando
Finanziamenti
Interventi ammissibili L’importo dell’investimento agevolabile e del relativo finanziamento non dovrà essere inferiore a € 15.000,00 e superiore a € 100.000,00 anche nel caso in cui i finanziamenti ottenuti e le spese rendicontate fossero superiori Nel limite del plafond, il massimale di euro 100.000,00 potrà essere raggiunto anche con più finanziamenti approvati con specifica delibera del Confidi. Entro i limiti del massimale, sarà ammesso al contributo il minor importo tra investimento e finanziamento
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Contributo Il contributo camerale è erogato in conto capitale ed è destinato esclusivamente a finanziare gli investimenti Il contributo è pari al 3% dell’investimento effettuato, con un massimo di € 3.000,00 Sul finanziamento il Confidi dovrà deliberare una copertura fidejussoria pari almeno al 30% dell’importo dell’investimento ammesso a contributo. Il finanziamento dovrà avere una durata minima di 18 mesi Investimenti ammissibili TUTTI I SETTORI (escluso settore agricolo) è attrezzature, macchinari, impianti, immobili ed automezzi, compreso il riscatto del bene in leasing mezzi per: è ammodernare, riconvertire o adeguare gli stessi alle norme in materia di sicurezza e tutela della salute all’interno dei luoghi di lavoro; è acquisire le certificazioni di qualità utili o necessarie per la vendita dei prodotti o dei servizi; è beni immateriali (es. diritti di brevetto); è strutture ed imprese esistenti con i relativi oneri patrimoniali, compreso l’avviamento; è impianti e attrezzature finalizzati alla produzione di energia elettrica tramite fonti rinnovabili Investimenti ammissibili SETTORE AGRICOLO è impianti, attrezzature e/o macchinari innovativi destinati al miglioramento qualitativo delle produzioni e alla riconversione delle produzioni agricole; è interventi finalizzati a tutelare l’ambiente naturale, ad adeguare la sicurezza dell’ambiente di lavoro ed a migliorare le condizioni di igiene e il benessere degli animali allevati; è impianti, macchinari ed attrezzature necessarie per la difesa attiva delle produzioni dalle calamità naturali e dagli agenti atmosferici (es. impianti antibrina, reti antigrandine, ecc.; è impianti, attrezzature, macchinari ed interventi volti all’adeguamento dei locali necessari per la coltivazione del fondo, l’allevamento degli animali e la trasformazione dei prodotti agricoli; è adeguamento, ammodernamento e costruzione di locali nonché acquisto di impianti ed attrezzature per lo svolgimento delle attività connesse all’agricoltura e per l’esercizio dell’attività di agriturismo; è impianti e attrezzature finalizzati alla produzione di energia elettrica tramite fonti rinnovabili; è acquisto di terreni finalizzati a migliorare l’efficienza attraverso l’accorpamento delle proprietà Iter della domanda 1. Le imprese, entro il 31 dicembre 2013, devono presentare la richiesta di contributo camerale al Confidi 2. Il Confidi trasmette alla CCIAA, entro il 15 del mese successivo a quello di ricevimento, le richieste di contributo delle imprese accompagnate dal modello di riepilogo 3. La CCIAA provvederà, entro 45 giorni dalla data di ricevimento, ad approvare l’elenco delle imprese ammesse a contributo nel rispetto dell’ordine cronologico di presentazione della richiesta ai Confidi 4. Il Confidi istruisce, di concerto con le Aziende di credito interessate, le proposte di intervento e concede la garanzia sul finanziamento erogato 5. L’impresa trasmette al Confidi la documentazione attestante la realizzazione dell’investimento (fatture, contratto, atto notarile, ecc.) 6. Il Confidi redige la scheda di rendicontazione e la trasmette alla CCIAA 7. La CCIAA provvede, nei tre mesi successivi, alla liquidazione del contributo. Informazioni Per ulteriori informazioni e per usufruire del contributo si può contattare CreditAgri Italia, che opera su tutto il territorio nazionale accompagnando gli imprenditori agricoli nell’accesso al credito con la concessione di garanzie CreditAgri Italia è presente anche ad Asti, in corso Felice Cavallotti 41 e per una consulenza si può contattare il funzionario incaricato Giorgio Nervi al n. 335.750.20.68 e-mail giorgio.nervi@creditagri.com
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L’evoluzione di batteri lattici sui mosti e sui vini e di sostanze nutritive. La malolattica può risultare generalmente difficoltosa a causa carenze nutrizionali, presenza di metaboliti liberati dai lieviti (acido esanoico, ottanoico, decanoico e dodecanoico); presenza di sostanze ad attività antimicrobica prodotte dagli stessi batteri, il cui effetto è transitorio. Con la lisi dei lieviti inizia la moltiplicazione dei batteri fino a raggiungere valori di 106 – 107 cellule/ml, che danno origine alla malolattica. I batteri accelerano con la loro attività proteolitica l’idrolisi della parete cellulare dei lieviti, con liberazione di fattori di crescita e sostanze azotate. La malolattica viene generalmente condotta da Oenococcus oeni e ci può essere l’intervento di altri ceppi a metabolismo dannoso. Al temine della malolattica, dopo una fase stazionaria più o meno lunga, inizia la fase di declino dei lattici. La loro sopravvivenza dipende dal pH e dell’alcol; con pH bassi essi muoiono rapidamente; con pH superiore 3,5/3,6 la popolazione di Oenococcus, Pediococcus e Lactobacillus, al contrario dei lieviti che muoiono quando è esaurito tutto lo zucchero, continua a crescere e può raggiungere 106 – 107 cellule/ ml, anche in assenza di acido malico, provocando pericolose deviazioni batteriche e danni organolettici al vino. Occorre intervenire con un’adeguata solfitazione per evitare che i batteri rimangano attivi durante la fase di affinamento; con 30-40 mg/l di SO2 libera si ha la scomparsa dei lattici in pochi giorni (1-10 UFC/ ml). La loro presenza si mantiene più elevata durante l’affinamento in barrique.
Grazie al Centro Studi Vini del Piemonte con sede a San Damiano d’Asti, terminiamo con questo numero l’approfondimento sui batteri lattici prendendo in considerazione gli aspetti evolutivi della popolazione e i risvolti negativi che si possono generare in seguito ad una non corretta gestione e controllo della malolattica. Alla degustazione molti vini di presentano non netti e non puliti; le alterazioni sensoriali sono quasi sempre riconducibili a deviazioni batteriche, conseguenti alla malolattica; spesso l’alterazione può essere dovuta a più cause che si sommano generando veri e propri difetti; prendiamo anche in considerazione alcune malattie del vino generate dai batteri lattici, anche se piuttosto infrequenti come tali. Degradazione degli zuccheri ad opera dei batteri lattici e spunto lattico I batteri lattici omofermentativi trasformano glucosio e fruttosio direttamente in 2 molecole di acido lattico con poca o nulla formazione di altri prodotti secondari ed acidità volatile in piccole dosi (massimo 0,1-0,15 g/l). La quantità di lattico ottenuto è superiore all’85%. I batteri lattici eterofermentativi, in
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batteri lattici provengono dalle uve e dall’ambiente di cantina (vasi vinari e attrezzature). La loro popolazione è molto scarsa sulle uve in buono stato sanitario: 0-102 UFC x grammo. Il loro numero cresce rapidamente durante le fasi di raccolta e ammostatura e ad inizio della fermentazione alcolica varia da 100 a 10.000 cellule/ml (102 / 104) e possono raggiungere valori di 104/105 parallelamente allo sviluppo dei lieviti, fino ad un massimo di 5-6% di alcol. Tutto ciò dipende anche dai valori di pH e di solforosa. In questa fase si riscontrano diverse specie con Oenococcus oeni che diventa gradualmente la specie più numerosa. Durante la fermentazione si ha selezione dei ceppi resistenti a pH, alcol e solforosa con riduzione del numero fino a 1000 – 100 unità/ml per antagonismo con i lieviti, presenza di acidi grassi saturi (esanoico e ottanoico) prodotti dai lieviti, mancanza di nutrienti. In parte muoiono e in parte entrano nella fase di latenza; Oenococcus oeni, tollerante all’alcol e a bassi valori di pH diventa la specie dominante. Nei vini con pH inferiore a 3,5 predomina l’Oenococcus oeni; con pH superiore a 3,5 predominano altre specie. A fine fermentazione i batteri lattici superano raramente le 100 – 1000 cellule/ml con predominanza di cocchi eterofermentativi di Oenococcus oeni. Quando inizia il declino dei lieviti i lattici entrano in un periodo di latenza che può durare da alcuni giorni a qualche mese; tale periodo di latenza dipende da condizioni fisico-chimiche e biologiche e soprattutto dai valori di pH, solforosa
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Le conseguenze organolettiche negative a seguito svolgimento della malolattica
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ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
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condizioni di pH elevato trasformano il glucosio, fruttosio, mannosio, galattosio e i pentosi con la produzione di acido D-lattico ed L-lattico, acido acetico (0,10-0,25 g/l - con 1 g/l di zuccheri si può avere anche l’aumento di 0,60 g/l di ac. volatile e comparsa di spunto lattico) e numerosi altri composti secondari tra cui anidride carbonica, alcol (alcol etilico in caso di glucosio – mannitolo in caso di fruttosio), ac. succinico, glicerina, 2-3 butilenglicole, acetilmetilcarbinolo, diacetile. Dalla degradazione del fruttosio i batteri lattici eterofermentativi possono dare origine all’agrodolce o fermentazione mannitica con produzione di mannite (mannitolo, alcol polivalente dal sapore dolciastro). L’alterazione dell’agrodolce è determinata dall’accumulo di mannitolo abbinato ad acido acetico. Il vino affetto da spunto lattico perde in pastosità e rotondità, a volte si presenta torbido con riflessi sericei, presenta un odore che ricorda all’inizio al frutta stramatura e poi diventa spunto. Il rischio di fermentazione malolattica impura cresce quando tutto l’acido malico è stato consumato e vengono degradati gli zuccheri e in caso di fermentazione alcolica stentata o di arresti di fermentazione in cui i batteri approfittano della scarsa vitalità dei lieviti. Fermentazione della glicerina: amaro o amarore Si tratta di una malattia piuttosto rara generata da alcuni ceppi di Oenococcus oeni, Leuconostoc e Lactobacillus che attaccano la glicerina con formazione di acroleina. L’acroleina reagendo con i polifenoli dà origine a composti di sapore amaro e putrido, generando la malattia dell’amaro, tipica dei vini rossi. Sono sufficienti 10 mg/l di acroleina per generare l’alterazione. Oltre ad acroleina si può avere formazione di acido acetico, acido
lattico ed acetoino. Il vino si intorbida, si decolora, sviluppa anidride carbonica e si ha aumento di acidità totale.
ci è in grado di fermentare l’acido gluconico con formazione di acido lattico, acido acetico, anidride carbonica.
Degradazione dell’Acido citrico ad opera dei batteri lattici Dall’acido citrico si forma una molecola di ac. ossalacetico e una di aciso acetico (circa 0,1 g/l di ac. acetico ogni 0,2 g/l di ac. citrico). L’acido ossalacetico viene decarbossilato ad ac. piruvico il quale dà origine a 2-3 butilenglicole, acetilmetilcarbinolo , anidride carbonica, tracce di acido lattico e diacetile. Il diacetile a concentrazioni di 2-3 mg/l nei vini bianchi e 4-5 nei vini rossi è favorevole al bouquet del vino; oltre tali valori conferisce odori e gusti sgradevoli di burro e noccioline. La quantità di diacetile prodotta durante la malolattica risulta più elevata in condizioni semiaerobiche e più bassa in condizioni di anaerobiosi. La concentrazione di prodotti secondari è direttamente correlata alla concentrazione di acido citrico che viene metabolizzato quasi completamente durante la malolattica. La degradazione dell’acido citrico può avvenire in concomitanza alla trasformazione dell’acido malico o subito dopo, terminata la trasformazione dell’acido malico, ad opera dei Lactobacillus e dei Leuconostoc (con produzione elevata di diacetile) e di Oenococcus oeni, con produzione contenuta di diacetile.La degradazione dell’acido citrico è molto più lenta e può proseguire dopo il termine della malolattica; l’acido citrico si sostituisce infatti all’acido malico come fonte di carbonio e di energia e favorisce la sopravvivenza dei batteri anche dopo il termine della malolattica.
Degradazione dell’acido tartarico ad opera dei batteri lattici – alterazione del girato È una alterazione rara in quanto i ceppi capaci di attaccare il tartarico sono pochi: Lactobacillus plantarum e brevis; inoltre sono molto sensibili alla solforosa e al pH. Non sono sensibili all’alcol e sono resistenti fino a 16-18% di alcol. Si manifesta in vini con pH superiore a 3,6 – 3,7, poco solfitati, ricchi di sostanze azotate assimilabili, ottenuti da uve alterate e conservati in recipienti incrostati di tartrati. Dalla degradazione dell’acido tartarico si formano ac. acetico, ac. lattico, acido succinico e anidride carbonica. Nei casi più gravi si avrà la degradazione quasi totale dell’acido tartarico con formazione di acido acetico e altri composti indesiderati (malattia del “girato”) con la perdita totale della struttura del vino e delle sue caratteristiche organolettiche.
Fermentazione dell’acido gluconico La maggior parte dei batteri latti-
Malattia del Filante Si tratta di malattia originata da alcuni batteri che attaccano i glucidi ed il fruttosio in particolare e sintetizzano quantità importanti di un polisaccaride esocellulare simile al glucano prodotto dalla botrite. Intorno alla parete cellulare si originano delle capsule che sono strutture gelatinose, più o meno spesse, compatte, aderenti alla parete cellulare, costituite da polisaccaridi sintetizzati dalle cellule e secreti all’esterno. I polisaccaridi possono assumere grandi dimensioni e tenere uniti i batteri tra di loro. Pochi mg di questi polisaccaridi provocano il filante ed il vino assume consistenza viscosa e oleosa. Questo prodotto è resistente alla
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Fermentazione degli amminoacidi I batteri lattici utilizzano gli amminoacidi come fonte di azoto per la sintesi delle proteine e gli stessi amminoacidi possono essere anche
cazione cellulare; succedendosi più generazioni, con l’inoculo di vasche successive, i plasmidi vengono scambiati dal batterio. Produzione di fenoli volatili Alcuni ceppi di Pediococcus, Lactobacillus (brevis in particolare e plantarum) ed Oenococcus oeni sono in grado di degradare gli acidi fenolici con produzione di 4-etilfenolo e 4-etilguaiacolo. La quantità di fenoli prodotta dai batteri, sommandosi con quella dei Brettanomyces può originare il difetto Brett. Degradazione dell’acido sorbico Alcune specie di batteri lattici etero fermentativi tra cui Oenococcus oeni sono in grado di metabolizzare l’acido sorbico e di ridurlo sotto forma di 3,5-esadiene-2-olo che a sua volta reagisce con l’etanolo per dare origine a 2-etossiesa-3,5diene che già a concentrazioni bassissime (0,1 microgrammi/l), conferisce al vino un odore sgradevole di foglie di geranio triturate, che lo rende imbevibile. L’acido sorbico può essere usato come fungistatico in dosi di 200 mg/l sui vini dolci. Non ha alcun effetto sui batteri lattici che lo possono degradare. Per questo motivo viene sempre abbinato con una sufficiente dose di anidride solforosa per inibire i batteri lattici.
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Gusto di topo Si tratta di una sensazione molto sgradevole, persistente e caratteristica, che si percepisce come retrogusto; ricorda l’urina di topo, con formazione di acetamide dovuta ad alcuni ceppi di batteri etero (Lactobacillus brevis, hilgardii) e ai lieviti Brettanomyces /Dekkera Viene provocato dalla degradazione di alcuni amminoacidi con sintesi di piridine dall’odore nauseante, praticamente impossibili da eliminare. In vini con il gusto di topo sono stati riscontrati anche 4-etilfenoli. Si manifesta su vini poco acidi e poveri di solforosa.
impiegati come fonte di energia. Alcuni ceppi di lattobacilli eterofermentativi (L. brevis, hilgardii ) sono in grado di metabolizzare l’arginina, che è l’amminoacido maggiormente presente nel mosto e nel vino, per dare origine a citrullina e carbamilfosfato, che possono reagire con l’alcol etilico con formazione di etil-carbammato, composto ritenuto cancerogeno. Alcuni batteri lattici indigeni (Pediococcus e Lactobacillus) per procurarsi l’energia necessaria possono decarbossilare alcuni amminoacidi con la formazione di ammine biogene: dalla decarbossilazione di ornitina, istidina e lisina si ottiene istamina, tiramina, cadaverina, putrescina, feniletilalanina, responsabili di alcune patologie tra cui mal di testa ed allergie. Hanno nei vini carica positiva e possono essere asportate dalla bentonite. Le ammine biogene si formano in particolare verso la fine della malolattica e durante la conservazione sulle fecce, a seguito della lisi dei lieviti e la liberazione di amminoacidi precursori di ammine; per questo è molto consigliato l’uso di batteri selezionati con ridotta capacità decarbossilasica e privi di plasmidi. Infatti le ammine biogene si accumulano nei plasmidi del batterio che sono trasferibili con la moltipli-
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betaglucanasi e l’enzimaggio non è efficace. Sono predisponenti pH elevati e basse gradazioni alcoliche. Il filante si verifica maggiormente sui vini bianchi in quanto sui rossi i batteri sono sensibili ai tannini. Sono sufficienti poche decine di mg di zuccheri per provocare la produzione di glucani la cui produzione è più abbondante in carenza di nutrienti.
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Previsioni vendemmia 2013 Come l’andamento climatico sta influenzando la nuova annata
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l clima freddo e piovoso di primavera e inizio estate hanno provocato un ritardo fenologico alla vite, non completamente compensato dalle temperature alte di luglio; la conseguenza è , dopo una serie di vendemmie anticipate, un’annata normale come tempi di maturazione. Sempre a causa delle condizioni meteo di primavera e inizio estate ci sono stati forti attacchi di peronospora su grappolo, ma nella maggior parte dei casi, le perdite di produzione sono state limitate grazie alla tempestività della difesa fitosanitaria at-
naro, parte della Val Tiglione. Questi aspetti, uniti al fatto che i viticoltori hanno dovuto sostenere delle spese importanti sia per quanto concerne la gestione delle infestanti che per le operazioni in verde e gli interventi fitosanitari, incidono parecchio sul costo di produzione. In linea generale la vendemmia risulta promettente ed equilibrata, sia dal punto di vista della sanità delle uve che a livello di quantità; tuttavia saranno decisive le condizioni meteorologiche di agosto e settembre a dire l’ultima su questa vendemmia.
Finanziamenti per reti antigrandine e irrigazione Presentare le domande entro il 16 settembre
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ell’ambito della Misura 121 del PSR 2007-2013 “Ammodernamento delle aziende agricole” sono state rifinanziate le Sottoazioni “Installazione reti anti-
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tuata. Con l’arrivo del caldo, durante il mese di luglio, si sono registrati dei problemi di oidio a macchia di leopardo in tutta la provincia. Decisamente più preoccupanti i sintomi di Flavescenza dorata, in continuo aumento su tutto il territorio provinciale. Ci sono stati fenomeni grandinigeni in diverse aree, in particolare tra i territori più colpiti ricordiamo – al momento di realizzazione di queste pagine - quelli di Mombaruzzo, Montabone, Rocchetta Palafea , S. Damiano, Cortiglione, Rocchetta Ta-
grandine” e “Sistemi di irrigazione a basso utilizzo di acqua” con un milione di Euro caduna. Per tanto gli interessati devono presentare Domanda di finanziamento
quanto prima e comunque entro il 16 settembre 2013 (salvo esaurimento anticipato dei fondi), rivolgendosi agli Uffici Coldiretti di Zona per ogni dettaglio.
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Giacenze di cantina annata 2012/2013 na, le attuali norme riguardanti la tenuta dei registri di cantina prevedono che ogni anno i singoli conti delle entrate e delle uscite devono essere chiusi ad una data prestabilita dagli stati membri. In Italia tale data corrisponde con la dichiarazione di giacenza, e anche quest’ anno la data coincide con il 31 luglio, i dati dei carichi di giacenza dovranno essere inviati nel mese di agosto, come già avvenuto nello scorso anno sarà possibile inviare i dati delle giacenze al Ministero tramite il sistema informatico regionale, questo nell’ottica di regionalizzazione di tutti gli atti amministrativi in campo agricolo Solo le aziende soggette a Deposito Fiscale vino in base all’art 7 e 8 comma 1 DM 153/2001 de-
vono in concomitanza al suddetto periodo redigere per l’Ufficio Tecnico di Finanza (UTF) competente per il territorio le seguenti dichiarazioni, ed inviarle entro il 10 agosto di ogni anno: a) L’inventario delle materie prime, dei prodotti semilavorati e dei prodotti finiti; b) Il bilancio delle materie prime lavorate, con l’indicazione delle rese di lavorazione; c) Il Bilancio energetico con l’indicazione dei consumi di energia elettrica e dei combustibili attribuibili all’impianto; Nei prossimi giorni i tecnici Coldiretti saranno a disposizione per ulteriori chiarimenti e per l’assistenza necessaria all’espletamento dei conteggi delle giacenze.
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Api e fitofarmaci, varati alcuni divieti
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l Ministero della Salute ha provveduto ad emanare alcuni provvedimenti relativi alle condizioni di approvazione delle sostanze attive clothianidin, tiametoxam e imidacloprid; ai sensi del Decreto Ministeriale 25 giugno 2013 le autorizzazioni all’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari per il trattamento delle sementi e del terreno, contenenti le sostanze attive clothianidin, tiametoxam e imidacloprid, sono revocate dal 1° luglio 2013. Tali prodotti sono: Poncho, Gaucho 350fs, Imidor, Amigo, Sombrero, Nuprid 350fs, Santana. È revocato, sempre a decorrere dal 1° luglio 2013, l’impiego, dei seguenti prodotti fitosani-
tari: Picus 350 fs, per mais e girasole; Nuprid 600fs, per mais, frumento e orzo; Nuprid 600fs Blanco, per il mais; Cruiser 70ws per mais e cotone; Cruiser 350 fs per mais e cotone. Per quanto riguarda il fipronil il termine del divieto del 20 giugno 2013 stabilito dal DM 25 gennaio 2013 è prorogato al 31 dicembre 2013. In ogni caso si consiglia di attenersi a quanto prescritto nelle etichette dei formulati e alle indicazioni dei rivenditori. Per ogni eventuale dubbio sullo stato autorizzativo dei formulati è possibile contattare il Servizio Informativo Agrofarmaci della Coldiretti di Asti, tel. 0141-380418.
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l mese di Luglio per le cantine sia agricole che commerciali è tempo di bilanci, infatti in questo periodo tutte le cantine dovranno predisporre i conteggi con i relativi bilanci sui registri contabili riguardanti l’annata vitivinicola in corso che come ogni anno parte dal 1° agosto dell’anno precedente e si conclude con il 31 luglio dell’anno in corso, inoltre le aziende soggette a deposito fiscale dovranno predisporre per l’ufficio tecnico di finanza l’inventario fisico delle materie prime dei semilavorati e dei prodotti finiti con la predisposizione del bilancio energetico e il bilancio di materia prospetto riepilogativo dei movimenti avvenuti nell’annata vitivinicola . Sono chiamati ad effettuare la comunicazione delle proprie giacenze tutti coloro hanno detenuto,movimentato e commercializzato vini nel periodo su indicato e alla data della chiusura dell’anno contabile di cantina detengono vini in giacenza, non esistono esoneri gli unici esonerati secondo la legislazione vitivinicola riguardano i privati consumatori ed i rivenditori al minuto come enoteche,ristoranti,negozi, almeno che nell’anno non abbiano effettuato vendite unitarie oltre i sessanta litri ,in questo caso anche questi ultimi rientrerebbero nei soggetti obbligati alla comunicazione delle proprie giacenze. Le giacenze di cantina o di magazzino vini devono essere determinate dalla chiusura dei registri di carico e scarico effettuando il bilancio annuo di canti-
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Bilanci sui registri al 31 luglio invio dichiarazione entro il 10 settembre
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Ispezioni in cantina: piano controlli e denominazioni Punti e modalità operative oggetto di verifica da parte degli ispettori incaricati dell’ente di controllo
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’ispettore incaricato dall’ente di controllo comunica il sopralluogo all’azienda indicando la denominazione o le denominazioni oggetto di controllo, in quanto la verifica ispettiva in cantina viene svolta solo per la denominazione o le denominazioni oggetto di controllo in base all’estrazione avvenuta presso lo stesso ente di controllo il tutto in base al piano controlli approvato dal Ministero. Come preparazione all’ispezione in azienda, nell’ottica della predisposizione della documentazione idonea al controllo e come verifica interna, risulta indispensabile richiedere all’ente di controllo la scheda delle denominazioni riguardante la propria cantina (si fa presente che proprio in questo ultimo periodo tale scheda è già stata inviata alle aziende come verifica e controllo interno dei carichi e delle movimentazioni aziendali). Registri di carico e scarico: devono naturalmente essere compilati ed aggiornati; per i registri manuali l’aggiornato delle scritture contabili deve essere assolutamente aggiornata entro le 24 ore dall’operazione; per quel che riguarda i registri informatici basta la stampa dell’ultimo mese in originale, in quanto con il sistema informatico autorizzato dall’ufficio ICQRF del Ministero la stampa in definitivo delle scritture contabili va in deroga di trenta giorni dall’evento, si fa presen-
te che durante il sopralluogo l’azienda devec omunque essere in grado di fornire i carichi aggiornati all’ispettore che verranno convalidati dalla stampa definitiva dei registri. Si precisa che i registri di cantina devono essere detenuti assolutamente presso lo stabilimento autorizzato come da intestazione sul frontespizio , in deroga e solo tramite autorizzazione del Ministero ICQRF i registri informatizzati o manuali possono essere detenuti presso una impresa specializzata in questo caso l’azienda dovrà fornire l’autorizzazione concessa dallo stesso ufficio competente per il territorio ICQRF. Registri di scarico e scarico /vinificazione: nell’ambito delle normali scritture contabili imposte dalla legislazione vitivinicola si fa presente che in particolare modo è richiesta la gestione delle idoneità quindi i registri in questione dovranno riportare puntualmente i vari passaggi delle denominazioni: carico suddiviso per do e annata, movimentazioni di cantina, idoneità con rispettiva annotazione del numero di certificazione, passaggio da vino atto a vino idoneo. Registri di scarico e scarico: tutte le informazioni, menzioni o indicazioni di passaggio in legno riportate in etichetta devono essere riportate anche sui registri gestendo addirittura colonne separate per tipologia.
Registri d’imbottigliamento: nell’ambito delle annotazioni richieste dalla legislazione riguardanti il registro d’imbottigliamento tutte le operazioni legate agli imbottigliamenti delle denominazioni di origine dovranno riportare il numero dell’idoneità do, il lotto, il quantitativo movimentato e il numero della botte di estrazione. Registri d’imbottigliamento: tale registro viene utilizzato anche per le operazione di confezionamento o utilizzo delle fascette in particolare è richiesta l’annotazione dell’operazione; la registrazione deve riportare anche in questo caso la data, il numero di certificazione do con la rispettiva indicazione della denominazione, il numero dei colli movimentati, il lotto,la serie con il numero iniziale e quello finale delle fascette utilizzate in base all’art 7, paragrafo 3 del DM 08/02/2003 e DM 25/07/2003 art 20 paragrafo 1. Aggiunta di anidride solforosa, dal 16 aprile non è più necessario indicarla a registro. Nell’ambito del nuovo Regolamento n. 314/2012 (art. 2, punto 9 - v.) è stato soppresso l’obbligo “di indicare nei registri le operazioni di aggiunta di anidride solforosa, bisolfiti di potassio o metabisolfito di potassio . L’obbligo era entrato in vigore il 1° agosto 2009. In cantina: per effettuare il
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Il responsabile vitivinicolo Pierpaolo Anziano
FLAVESCENZA DORATA, SEGNALAZIONE INADEMPIENZE Come ogni anno, la Coldiretti di Asti si mette a disposizione per valutare le eventuali inadempienze al Decreto di Lotta Obbligatoria alla Flavescenza dorata. I viticoltori o gli altri soggetti interessati possono contattare i Tecnici Coldiretti di Zona oppure telefonare al 0141-380418 per segnalare eventuali situazioni di mancato rispetto dei trattamenti insetticidi obbligatori o mancata effettuazione degli estirpi delle piante di vite con i sintomi della fitoplasmosi. Tali situazioni vengono inoltrate al Settore Fitosanitario Regionale che con i propri ispettori fitosanitari effettua il sopralluogo di accertamento e notifica le prescrizioni ai conduttori responsabili. In caso di recidività vengono applicate le sanzioni amministrative e penali attualmente previste e già pubblicate nei precedenti numeri di questa rivista.
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essere prelevato dall’ispettore in quanto la verifica può avvenire solo sul prodotto confezionato . Per la bottiglia confezionata e prelevata dall’ispettore viene svolta una verifica dei parametri analitici che verranno confrontati con quelli dell’idoneità e un controllo sull’etichettatura. (Si consiglia sempre una verifica delle etichette presso il nostro ufficio vitivinicolo). Prima del controllo si consigli di confrontarsi con la nostra struttura tecnica presente presso gli uffici Coldiretti in modo tale da poter verificare tutti i requisiti su menzionati.
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controllo l’ispettore richiede la planimetria dei locali aggiornata in base alla legge 82/2006 art 15. In cantina: ogni vaso vinario deve riportare la cartellonistica di cantina con tutte le indicazioni sul contenuto in base al DM 3 luglio art 5. In cantina: ogni partita imbottigliata deve riportare la cartellonistica di cantina con le indicazioni sul prodotto stoccato in base al DM 3 luglio art 5. Prodotto imbottigliato può essere prelevato dall’ispettore per il controllo dei dati analitici che devono coincidere con le analisi dell’idoneità. Indicazione se il prodotto non è confezionato al momento del controllo non può
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Importanti novità per i documenti vitivinicoli Dal 1 agosto si utilizza il documento di accompagnamento “MVV”
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nche se ancora in attesa della pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto e nella completa assenza delle note esplicative ed interpretative preannunciate dallo stesso ministero delle Politiche agricole vista la complessità e la difficile interpretazione del decreto dal 1 AGOSTO 2013 se non ci saranno ulteriori slittamenti, le nuove disposizione nazionali in linea con la normativa comunitaria sui nuovi documenti di accompagnamento vitivinicoli saranno operative grazie alle consuete deroghe all’Italiana . Con il decreto ministeriale n. 7490 del 2 luglio scorso, nasce infatti il nuovo documento denominato Mvv(acronimo di movimenti viti-vinicoli) che in un futuro potrà essere emesso anche in forma elettronica ed inviato e convalidato tramite pec certificata direttamente dalle aziende speditrici, per il momento tale documento potrà essere emesso solo in forma cartacea ma comunque a far data dal 1 agosto 13 in via transitoria l’uso o dei vecchi documenti previsti dall’articolo 2 del vecchio decreto ministeriale 19 dicembre 1994,n 768 nonché dal decreto direttoriale 14 aprile 1999 attualmente impiegati potranno essere mantenuti per l’accompagnamento dei prodotti vitivinicoli sul territorio nazionale. La nuova normativa riguarda i documenti di accompagnamento delle seguenti categorie merceologiche di prodotti: - vini, sia quando contenuti in recipienti di volume pari od inferio-
re a 60 litri (imbottigliati) sia contenuti in recipienti di volume pari o superiore a 60 litri (vini sfusi); - prodotti vitivinicoli (esempio: uve, mosti, mosti concentrati ecc.); - sottoprodotti della vinificazione, quali fecce e/o vinacce, movimentati all’interno del territorio nazionale italiano, ivi compresa la eventuale esportazione effettuata tramite Uffici doganali situati in Italia, ovvero oggetto di movimentazione intracomunitaria. La parte del decreto che prevede le disposizioni che regolano la circolazione nazionale dei vini imbottigliati, è quella che ha subito meno variazioni, in quanto, come già ricordato, anche dopo il 31 luglio 2013 potranno essere ancora utilizzati i documenti attualmente previsti dal DM n. 768/94 e dal DM 14 aprile 1999 fino all’entrata in vigore dei documenti di accompagnamento elettronici senza apportare nessuna modifica od integrazione, l’autenticità è considerata comunque assicurata qualora siano redatti in conformità con le rispettive disposizioni. Trasporto di vini sfusi, di uve o mosti: Questo aspetto, pur presentando le innovazioni di maggior rilievo, prevede anche una semplificazione più ampia per tutti i prodotti e quindi anche per i prodotti sfusi; difatti, per la circolazione in ambito nazionale, potranno ancora essere adoperati anche i documenti DOCO/Mod.IT attualmente previsti dal DM 768/94 e
dal DM 14 aprile 1999 e ciò sarà possibile fino all’entrata in vigore dei documenti di accompagnamento elettronici . Gli operatori, facoltativamente ed in via sperimentale potranno comunque anche avvalersi del nuovo documento MVV predisposto e pre-numerato da tipografie autorizzate o direttamente scaricato dal sito del ministero e numerato in questo caso direttamente dalla cantina, la numerazione progressiva annua dovrà essere completata dal codice ICQ-RF attribuito alla stessa cantina dall’ufficio competente per il territorio. Come noto, tale tipologia di trasporti, in base alla vigente normativa, prevede la timbratura preventiva del documento tramite timbro apposto in Comune e la convalida successiva, da attuarsi sempre presso il Comune o presso l’Icq-rf competente per territorio del documento di accompagnamento . In aggiunta a tali modalità di convalida del documento, lo schema di decreto prevede la possibilità dell’invio di una copia (in formato elettronico) del documento di accompagnamento MMV a mezzo PEC (posta elettronica certificata) al competente Ufficio periferico dell’Icqrf ma che purtroppo non sarà operativa e possibile nel primo periodo di applicazione . Nel concreto delle nuove disposizioni si riassumono i passaggi fondamentali con le seguenti indicazioni : - Entrata in vigore delle norme
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ICQ-RF competente per il territorio; - Trasporto vino/mosto sfuso nell’ambito della comunità europea o extra ce spedito da una cantina che rientra nella deroga dei piccoli produttori ai sensi del TUA 504/95 art 37 accise, utilizzo del nuovo documento MVV acquistato tramite tipografia autorizzata dal ministero oppure stampato e numerato in proprio il documento vidimato preventivamente e convalidato prima della partenza del prodotto, tali documenti dovranno comunque essere compilati secondo le informazioni richieste dall’allegato II del decreto in oggetto compresa l’indicazione della provenienza; - Trasporto vini a denominazione – igp - varietali sfusi nell’ambito della comunità europea o extra ce spedito da una cantina che rientra nella deroga dei piccoli produttori ai sensi del TUA 504/95 art 37 accise, utilizzo del nuovo documento MVV acquistato tramite tipografia autorizzata dal ministero oppure stampato e numerato in proprio il documento vidimato preventivamente e convalidato prima della partenza del prodotto, tali documenti dovranno comunque essere compilati secondo le informazioni richieste dall’allegato II del decreto in oggetto compresa l’indicazione della provenienza, inoltre tali documenti dovranno essere inviati immediatamente all’ufficio ICQ-RF competente per il territorio; - Trasporto uve sul territorio nazionale entro 40 km con mezzo del produttore possibilità di utilizzo vecchio documento (ddt) - Trasporto uve sul territorio nazionale oltre i 40 km o tramite vettore possibili di utilizzo vec-
chio documento (do.co it ) vidimato; - Trasporto sottoprodotti della vinificazione (fecce –vinacce) sul territorio nazionale possibili di utilizzo vecchio documento (do. co it) vidimato; - Transazioni comunitarie (vendita vini in comunità europea) ad opera di cantine con deposito fiscale emissione di documento elettronico e-DA senza nessuna comunicazione o autentica (nessuna modifica del sistema); - Esportazioni extra ce ad opera delle cantine con deposito fiscale emissione del nuovo documento Mvv con gli stessi adempimenti dei punti precedenti. Per una interpretazione più dettagliata e completa delle nuove disposizioni si attende ancora l’emanazione dell’apposita circolare esplicativa che è stata preannunciata dal ministero.
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transitorie sui documenti vitivinicoli 1 agosto 2013; - Nuovo documento MVV può essere acquistato tramite tipografia autorizzata dal ministero dovrà essere redatto in triplice copia non richiede la timbratura preventiva ma solo quella di convalida prima dell’utilizzo; - Nuovo documento MVV può essere stampato direttamente dalla cantina tramite sito del ministero numerato progressivamente per anno con il completamento del codice ICQ-RF attribuito alla cantina dall’uficio competente per il territorio dovrà essere redatto in triplice copia vidimato preventivamente dallo stesso ufficio competente del ministero o dal comune anche in questo caso è prevista la convalida prima dell’utilizzo; - Trasporto vino confezionato sul territorio nazionale, possibilità di utilizzo vecchi documenti senza nessuna integrazione o convalida; - Trasporto vino/mosto sfuso sul territorio nazionale, possibilità di utilizzo vecchi documenti vidimati preventivamente e convalidati prima della partenza del prodotto tali documenti dovranno comunque essere integrati delle informazioni richieste dall’allegato II del decreto in oggetto compresa l’indicazione della provenienza; - Trasporto vini a denominazione –igp -varietali sfusi sul territorio nazionale, possibilità di utilizzo vecchi documenti vidimati preventivamente e convalidati prima della partenza del prodotto,tali documenti dovranno comunque essere integrati delle informazioni richieste dall’allegato II del decreto in oggetto compresa l’indicazione della provenienza inoltre tali documenti dovranno essere inviati immediatamente all’ufficio
Misura 111-1B
ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Pensionati: restituire il “Bustone 2013” Recapitato dall’Inps, serve per confermare o meno l’indennità
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n questi giorni, i pensionati stanno ricevendo dall’INPS il cosiddetto “bustone”. Contiene le richieste di dichiarazione reddituale riferite ai titolari di trattamenti pensionistici legati al reddito e in alcuni casi anche i modelli relativi alle prestazioni assistenziali per la verifica della sussistenza dei requisiti sulle prestazioni in godimento. Si tratta di un plico nel quale sono inclusi uno o più documenti a seconda della condizione pensionistica
dei destinatari. La comunicazione contiene: la lettera di presentazione diversificata tra residenti in Italia e all’estero, il modello RED Italiano o il modello RED estero, il modello 503 AUT, l’integrazione RED 2010 campagna RED 2011 e modelli di dichiarazione per i titolari di prestazioni assistenziali. Tutti i pensionati, appena ricevuta la richiesta dall’INPS, sono pregati di recarsi presso gli Uffici CAF/COLDIRETTI per la verifica della posizione e l’inoltro all’INPS
in via telematica dei dati reddituali e assistenziali richiesti. Si informa che, qualora i titolari di prestazioni collegate al reddito non facciano pervenire i dati relativi alla propria situazione reddituale nei tempi e nei modi stabiliti dagli Enti Previdenziali, l’istituto procederà alla sospensione delle prestazioni collegate al reddito nel corso dell’anno successivo a quello in cui la dichiarazione dei redditi avrebbe dovuto essere resa. Info: 0141.380.400.
Epaca
Malattie professionali in agricoltura
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Quando il lavoro ne costituisce la causa diretta e determinante
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coltivatori diretti coloni e mezzadri sono assicurati obbligatoriamente all’Inail, quindi sono tutelati non solo se subiscono un infortunio sul lavoro, ma anche se contraggono una malattia a causa e nell’esercizio del lavoro svolto o dei materiali utilizzati (es. esposizione a sostanze dannose, rumore, ecc.). Le malattie professionali si differenziano dagli infortuni sul lavoro in quanto sono originate da una causa lenta e prolungata nel tempo (es. il lento processo di assorbimento di sostanze tossiche da parte dell’organismo), al contrario dell’infortunio sul lavoro che si caratterizza per una causa violenta e improvvisa (es. una caduta dall’alto). Il riconoscimento della malattia professionale comporta il conseguente indennizzo economico da parte dell’Inail oltre all’erogazione delle necessarie cure mediche riabilitative. In ogni caso, per i coltivatori diretti le prestazioni economi-
che e sanitarie sono condizionate alla regolare iscrizione negli elenchi Inps e, per i titolari di azienda, anche al regolare versamento della contribuzione Inail, la cui riscossione è affidata all’Inps, unitamente ai contributi previdenziali. Le malattie di origine professionale riconosciute dalla Legge in agricoltura sono elencate in una apposita tabella e sono associate a una o più attività o lavorazioni. Se la malattia denunciata rientra in questo elenco il lavoratore, per vedersi riconoscere il relativo indennizzo, deve solo dimostrare di aver svolto in modo non occasionale una delle attività che in base alla tabella espongono al rischio di quella malattia. Rientrano ad esempio nell’elenco delle malattie professionali in agricoltura: le malattie causate da esposizione a sostanze dannose, quelle causate da radiazioni solari, per le lavorazioni svolte prevalentemente all’aperto; la sordità da rumore; l’ernia discale lombare causata da lavorazioni svolte
con macchine che espongono a vibrazioni trasmesse al corpo intero: trattori, mietitrebbia, vendemmiatrice semovente; malattie da sovraccarico degli arti superiori: tendiniti e sindrome del tunnel carpale, ecc. Sono comunque indennizzabili dall’Inail anche le malattie non presenti nella tabella di Legge: in tal caso, però, il lavoratore deve dimostrarne l’origine lavorativa, vale a dire che la malattia si è verificata a causa e nell’esercizio del lavoro svolto. Data la complessità della materia è necessario che in caso di sospetta malattia professionale gli interessati prendano contatto tempestivamente con gli uffici del patronato EPACA. Gli operatori forniranno tutta l’assistenza necessaria, provvedendo in primo luogo ad inviare tempestivamente la denuncia all’Inail, al fine di evitare la perdita dei benefici economici e offrendo al contempo un servizio gratuito di consulenza medico legale qualificata.
Infortuni sul lavoro
TTO U T O T APER MESE IL STO O G A I D
1. dal 6% al 15%: indennizzo in capitale (una tantum) 2. dal 16% al 100%: rendita mensile che tiene conto anche delle conseguenze patrimoniali delle menomazioni. Per gradi di invalidità inferiori al 6% non spetta nessun indennizzo (c.d. franchigia). Entro dieci anni, in caso di ricaduta, si può comunque inoltrare all’Inail la richiesta di revisione. Per i coltivatori diretti, le prestazioni economiche a carico dell’Inail sono condizionate alla regolare iscrizione dell’infortunato negli elenchi Inps e, per i titolari di azienda, anche al regolare versamento della contribuzione dovuta all’Inail (“regolarità contributiva”), la cui riscossione è affidata all’Inps, unitamente ai contributi previdenziali. Qualunque sia il grado di menomazione riconosciuto, in caso di successivo aggravamento, verificatosi entro 10 anni dalla data dell’infortunio (o 15 anni in caso di malattia professionale) si può chiedere: - l’indennizzo in capitale, se la menomazione originariamente inferiore al minimo indennizzabile si è aggravata, raggiungendo o
superando il grado del 6%; - l’adeguamento dell’indennizzo in capitale già erogato; - la liquidazione della rendita se la menomazione si è aggravata raggiungendo postumi di grado pari o superiore al 16%. Per i casi di infortunio o malattia professionale avvenuti prima del 25 luglio 2000, vige una disciplina differente. Ricordiamo che in tutti i casi di infortunio sul lavoro con prognosi superiore a tre giorni è comunque sempre obbligatoria la denuncia di infortunio, da parte del titolare di azienda o datore di lavoro, indipendentemente da ogni valutazione circa la ricorrenza degli estremi di Legge per l’indennizzabilità da parte dell’Inail. Data la complessità della materia è necessario che in caso di infortunio sul lavoro o sospetta malattia professionale, gli interessati prendano contatto tempestivamente con gli uffici del patronato Epaca. Gli operatori forniranno tutta l’assistenza necessaria, provvedendo in primo luogo ad inviare la denuncia all’Inail, offrendo al contempo un servizio gratuito di consulenza medicolegale qualificata.
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coltivatori diretti, coloni, mezzadri e gli operai agricoli che subiscono un infortunio sul lavoro che comporti conseguenze di carattere permanente possono ottenere, a domanda e in presenza di determinate condizioni, un risarcimento economico da parte dell’Inail. In particolare, al termine del periodo di inabilità temporanea e a seguito di una visita medicolegale, l’Inail deve valutare se in conseguenza dell’infortunio o della malattia professionale, il lavoratore presenta dei danni permanenti (c.d. postumi indennizzabili). Il risarcimento in tal caso non è limitato alle sole conseguenze che derivano dalla diminuzione della capacità lavorativa, ma comprende anche la valutazione del cosiddetto danno biologico, inteso come danno alla salute, vale a dire la menomazione dell’integrità psico-fisica della persona interamente considerata, a prescindere dall’attività svolta e dalla retribuzione percepita. L’indennizzo riconosciuto dall’Inail varia in base alla gravità e, quindi, al grado della menomazione:
Epaca
Obbligatoria la denuncia se la prognosi supera i 3 giorni
Quando la campagna è amica dei bimbi Lodevole iniziativa della scuola materna di Castelnuovo Calcea
Notizie
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utto iniziò in una calda giornata di Settembre, quando Anna e Paolo, la mamma e il papà di Alessia e Nicolò, titolari dell’Azienda Agricola “Laiolo Guido Regin” di Laiolo Gianpaolo nel piccolo Comune di Vinchio, ravvivarono la mattinata dei bambini della Scuola Materna di Castelnuovo Calcea. Gli alunni, insieme alla loro inseparabile maestra Elena, li attendeva nella classe che sarebbe diventata “Cantina per un giorno”; ceste di vino presero il posto di fogli e matite per la felicità dei bambini che trasformarono gli acini in mosto sognando già quel vino che Paolo avrebbe finito di preparare per loro da regalare a Natale a mamma e papà. Un percorso, a tappe, lungo un anno… Prima l’entusiasmo di schiacciare l’uva con le proprie manine, poi un regalo importante: la bottiglia di vino da sistemare sotto l’albero. Quindi, a Giugno, liberi di passeggiare tra i filari di barbera della vigna “ sette bambine” (così soprannominata da Alessia e Nicolò) per
La visita dei bambini da Reginin
soffermarsi poi sulla “causogna” a riposarsi ripassando inglese con la maestra Sabrina che gli ha accompagnata durante l’anno scolastico. Anche se stanchi non potevano non passare a visitare la cantina, che aveva conservato il loro vino da Settembre a Dicembre rendendolo buono e profumato. Per rendere la gita divertente, Anna e Paolo hanno utilizzato i cappellini, gentilmente offerti dalla Coldiretti di Nizza Monferrato, come lascia-passare.
Due gravi perdite
Ci hanno lasciato Rino Cerrato e Luigi Perfumo
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Si sono divertiti tra le bottiglie e le botti dove potevano infilare la testa e gridare il loro nome per sentire l’eco. Per concludere la giornata, ad attenderli, un bel pranzetto a casa di Alessia e Nicolò e un attestato per ricordare loro per sempre, questa avventura! Un grazie speciale va alla loro maestra Elena, perchè grazie al suo invito di Settembre, questi bambini hanno potuto conoscere anche questa piccola realtà.
ORARI UFFICI COLDIRETTI ASTI Validi fino al 28 settembre 2013
ue gravi perdite hanno colpito nel luglio scorso Mattino Pomeriggio il mondo agricolo astigiano. All’età di 78 anni è deceduto Rino Cerrato, allevatore di Cortanze, Lunedì 8,30 – 13,30 Chiuso presidente onorario dell’Apa e già dirigente componente della giunta esecutiva di Coldiretti Asti. Rino Cerrato è stato un allevatore illuminato ed illuminante, fu lui a Martedì 8,30 – 12,30 14,00 – 18,00 proporre, anni fa, l’allevamento della razza bovina piemontese allo stato semi brado. Attento amministratore dell’Associazionme Provinciale Allevatori, Rino, nel setMercoledì 8,30 – 12,30 14,00 – 18,00 tore, è stato un personaggio di spicco, promuovendo sempre con entusiasmo la “Piemontese” attraverso numerose iniziative fra cui le principali fiere zootecniche. Il 30 luglio, all’età di 60 anni, si è spento Luigi Perfumo, Giovedì 8,30 – 12,30 14,00 – 18,00 vignaiolo di Nizza Monferrato, già dirigente componente della giunta esecutiva di Coldiretti Asti, presidente dell’Ambito di Caccia, dell’Antigrandine e assessore Venerdì 8,30 – 12,30 Chiuso comunale e provinciale. Luigi, da sempre ancorato a principi e valori tipici del mondo rurale, aveva la qualità innata di dedicarsi alla crescita del bene sociale e collettivo, aveva il “pallino” Sabato Chiuso Chiuso della politica ed era un uomo molto spiritoso, benvoluto e molto conosciuto. Alle famiglie di Rino Cerrato e di Luigi Perfumo le condoglianze di tutta la Coldiretti.
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CERCO MACCHINARI ATTREZZI CERCO TERRENI - CASE CERCO ACQUISTO VARIE
Cerco fieno silo di loietto in rotoballe fasciate con umidità compresa fra il 30% e il 50% Tel 0141907858 ore pasti oppure 3400559880
Vendesi diritti di reimpianto generici (da estirpo barbera). Quantità mq 8920, anche frazionati. Tel 338 8593469 ore ufficio.
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numero 9 – 2013
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