Il Notiziario Agricolo n. 04 - 2019

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Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 4 Anno 2019 - In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo

Anno

68° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI

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ASTI

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APRILE 2019



Elezioni europee, regionali e amministrative

Comuni con 12 consiglieri: Castagnole delle Lanze; Castelnuovo don Bosco; Costigliole d’Asti; Moncalvo; San Damiano d’Asti; Villafranca d’Asti Comuni con 10 consiglieri: Agliano Terme; Albugnano; Antignano; Aramengo; Azzano d’Asti; Baldichieri d’Asti; Belveglio; Berzano di S.Pietro; Bruno; Bubbio; Buttigliera d’Asti; Calamandrana; Calliano; Calosso; Camerano Casasco; Cantarana; Cassinasco; Castel Boglione; Castell’alfero; Castellero; Castelletto Molina; Castello di Annone; Castelnuovo Calcea; Castel Rocchero; Cellarengo; Celle Enomondo; Cerro Tanaro; Cessole; Chiusano d’Asti; Cisterna d’Asti; Coazzolo; Cocconato; Corsione; Cortandone; Cortazzone; Cortiglione; Cossombrato; Cunico; Dusino S. Michele; Ferrere; Fontanile; Frinco; Grana; Grazzano Badoglio; Incisa Scapaccino; Isola d’Asti; Loazzolo; Maranzana; Maretto; Moasca; Mombaldone; Mombaruzzo; Monale; Moncucco Torinese; Mongardino; Montabone; Montafia; Montaldo Scarampi; Montechiaro d’Asti; Montemagno; Moransengo; Passerano Marmorito; Penan-

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go; Piea; Pino d’Asti; Portacomaro; Refrancore; Revigliasco d’Asti; Robella; Rocca d’Arazzo; Roccaverano; Rocchetta Palafea; Rocchetta Tanaro; S. Giorgio Scarampi; S.Martino Alfieri; S. Marzano Oliveto; Serole; Sessame; Settime; Soglio; Tigliole; Vaglio Serra; Viarigi; Vigliano d’Asti; Villa S. Secondo; Vinchio.

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omenica 26 maggio, dalle ore 7 alle ore 23, si terranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, per il Presidente e il Consiglio della Regione Piemonte e per il Sindaco e i Consigli comunali di 93 Comuni dell’Astigiano. Come è noto Coldiretti non prende posizioni e non da indicazioni di voto. In questi giorni la campagna elettorale sta entrando nel vivo e partiti e candidati chiedono di incontrare i vertici dell’organizzazione per far sentire le proprie ragioni di candidatura anche al mondo agricolo. Per non dare adito a qualsivoglia interpretazione di schieramento per una parte politica piuttosto che un candidato in particolare, Coldiretti Piemonte ha deciso di organizzare un incontro pubblico con tutti i candidati che si terrà al Teatro Regio di Torino il 14 maggio prossimo. Di seguito l’elenco dei Comuni dell’Astigiano interessati dalle elezioni amministrative per l’elezione del Sindaco e del relativo Consiglio. Comuni con 16 consiglieri: Canelli

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Domenica 26 maggio si voterà dalle ore 7 alle 23, incontro pubblico il 14 a Torino


In 5 punti il “Contratto Coldiretti” per le elezioni europee Pac, obbligo dell’origine, codice doganale, accordi libero scambio, standard produttivi

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ifesa delle risorse per l’agricoltura, a partire dalla Pac; obbligo dell’origine in etichetta; eliminazione del codice doganale per identificare il made in Italy; revisione degli accordi di libero scambio; standard produttivi uguali per tutti. Sono i cinque impegni cardine del documento predisposto da Coldiretti in vista delle elezioni europee del prossimo 26 maggio, che sarà presentato a tutti i candidati delle forze politiche in lizza sul territorio nazionale.

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Come è cambiato lo scenario europeo

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La “grande globalizzazione” che ha preso il via negli anni 90 sembra conoscere un processo di ritorno: ripartono con maggior o minor vigore le antiche pulsioni nazionali, si riaffermano le identità territoriali e il nuovo precario ordine ne viene intaccato. Brexit, gli embarghi alla Russia, le “guerre commerciali” - minacciate o reali - fra Usa, Cina e Ue, l’autentico “no deal” (esso si, drammaticamente effettivo) in larga parte del Medio Oriente, ne rappresentano la viva e quotidiana testimonianza. La presunta “armonia” - già messa pesantemente a repentaglio dalla crisi prima finanziaria, poi economica e sociale iniziata nel 2008 - sembra perduta. L’Italia - in considerazione del suo profilo geopolitico – è al centro di questo turbamento epocale. E con l’Italia lo è la sua agricoltura. Per molteplici ragioni. Perché l’agricoltura italiana in questo lungo decennio di depressione ha svolto una cruciale funzione anticiclica: la produzione agricola nel decennio è cresciuta dell’11,2% e il valore aggiunto agricolo dell’8,6%. Perché l’export l’agroalimentare cresce nel decennio del 70,9% raggiungendo la cifra 41,8 miliardi di euro a fine 2018. Perché i prodotti del nostro agroalimentare – in virtù della loro chiave distintiva – hanno per l’insieme della reputazione del Paese, un valore simbolico altissimo. In questa luce, serve che i futuri rappresentanti italiani al Parlamento Europeo – proprio a partire dalle radici europeiste,

oggi appannate ma non cancellate, della nostra comunità – in un delicato equilibrio fra interessi nazionali e interessi europei, sappiano tutelare e proteggere questo patrimonio. Pac, un punto non negoziabile La prossima legislatura sarà fondamentale per l’assetto della politica agricola comune (Pac). Ancora una volta la Commissione ha individuato quale principale indiziato su cui scaricare i prevedibili tagli di bilancio, questa volta dovuti alla Brexit, gli agricoltori. Crediamo che non si possa continuare su questa strada che, peraltro, stride con gli obiettivi, da più parti sbandierati dalla Commissione Ue, di un’Europa che investe nelle sue campagne come fattore di riequilibrio ambientale, sociale ed economico. Chiediamo che non debba essere l’agricoltura a pagare di nuovo il conto. Occorre riequilibrare invece la spesa facendo in modo che la Pac possa recuperare con forza anche il suo antico ruolo di sostegno ai redditi e all’occupazione agricola per salvaguardare un settore strategico per la sicurezza e la sovranità alimentare e per contribuire alla crescita dell’intera economia europea attraverso la filiera produttiva che esso alimenta. Un obiettivo che deve essere raggiunto con una convergenza esterna ed interna per rendere i pagamenti diretti coerenti con parametri come i costi di produzione, il lavoro ed il valore aggiunto.

Origine e trasparenza Accanto alla Pac – su un piano di assoluta parità - c’è la questione dell’etichettatura obbligatoria con l’indicazione dell’origine agricola per tutti i prodotti alimentari. In questa legislatura è stata persa un’occasione per realizzare quella trasparenza richiesta in primo luogo dai consumatori che in larga maggioranza, tanto a livello europeo che nazionale, vedono nell’origine degli ingredienti un fattore fondamentale nella scelta di acquisto. La scelta dell’Europa su questo argomento è stata ancora una volta miope: ha scelto di guardarsi indietro, tradendo le aspettative dei consumatori e di tutti quegli operatori del made in Italy che competono lealmente, agendo sulle leve della qualità e della fiducia dei consumatori. L’obiettivo della nuova legislatura deve essere quello di assicurare le stesse garanzie di trasparenza dell’informazione sui cibi in tutta l’Unione Europea dove rischiano di entrare in vigore nell’aprile 2020 norme fortemente ingannevoli per i consumatori. Periodico Ufficiale di Coldiretti Asti

Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 - Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Anno 68° numero 4 - Aprile 2019 Stampa Artigrafiche M.A.R. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949

Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl Tel. 0141.380.400 Tel. 335.471017 Abbonamento annuale: Euro 10,00

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana


Per un commercio libero e giusto La difesa degli interessi degli agricoltori, degli altri operatori virtuosi del sistema e dei consumatori coincide: questo è il grande punto di forza che ci ha permesso di mobilitare, con un successo a dir poco sorprendente, moltissime energie attorno alla critica che abbiamo rivolto all’Europa

sul tema degli accordi commerciali. Occorre infatti migliorare e armonizzare - con un incessante interlocuzione di tutte le parti coinvolte - tutti quegli accordi di libero scambio (Ceta, Giappone, e in prospettiva il Mercosur, Nuova Zelanda) che potrebbero minacciare le nostre identità e le nostre produzioni. E’ necessario che tutti gli accordi vengano ratificati dai parlamenti nazionali e serve il coinvolgimento delle organizzazioni agricole più rappresentative a livello nazionale nella fase di negoziazione e implementazione. Dal punto di vista commerciale ed economico contestiamo innanzitutto l’esiguità della strumentazione prevista in tali accordi per difenderci dall’agro-pirateria e più in generale dal cibo falso. Oggi l’Italian sounding supera i 100 miliardi di euro l’anno e non possiamo consentire che siano proprio gli accordi a favorirne l’estensione. Gli stabilimenti, la produzione e le quote di mercato di Parmesan e di Romano cheese in Canada crescono, mentre nelle stalle della Sardegna si combatte per un centesimo in più. Inoltre, non possiamo consentire che i nostri partner commerciali possano decidere quali denominazioni d’origine riconoscere e quali no. Cibo e terra Dal punto di vista dei consumatori crediamo che favorire il commercio internazionale non debba significare abbassare il livello complessivo delle tutele. Dobbiamo garantire che i prodotti importati in Europa rispettino quelle garanzie di sostenibilità e salubrità che sono richieste ai prodotti fatti nell’Ue.Va infatti considerato che il numero di prodotti agroalimentari extracomunitari con residui chimici irregolari è stato pari al 4,7% per quelli

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Secondo una rilevazione di Eurobarometro solo il 47% degli italiani è interessato alle elezioni europee

provenienti da paesi extracomunitari rispetto alla media Ue dell’1,2% e ad appena lo 0,4% dell’Italia (dati Efsa). Se impediamo, giustamente, ai nostri agricoltori di utilizzare sostanze che riteniamo poco sicure per l’alimentazione, possiamo poi permettere che arrivino sulle loro tavole da fuori? Quale è il senso? Perché possiamo importare dal Canada grano trattato con glifosato in pre-raccolta mentre nelle nostre campagne è, giustamente, vietato? Perché dobbiamo importare riso dal Vietnam sul quale pesa l’accusa di essere ottenuto con lo sfruttamento del lavoro minorile oltre alle forti perplessità sul livello di sicurezza alimentare? E spesso questo accade proprio grazie ad accordi agevolati dell’Unione Europea come nel caso delle condizioni favorevoli che sono state concesse al Marocco per pomodoro da mensa, arance, clementine, fragole, cetrioli, zucchine, aglio, carciofi, olio di oliva, all’Egitto per fragole, uva da tavola e finocchi, oltre all’olio di oliva dalla Tunisia che non rispettano certo le stesse garanzie vigenti a livello nazionale in materia di lavoro, ambiente e salute. Il risultato non può essere quello di ridurre il livello di sicurezza per i consumatori e minare la competitività dei nostri produttori. Crediamo, inoltre, che sia necessario un intervento chiarificatore sul tema delle tecniche di mutagenesi, che la Corte di giustizia europea ha equiparato agli organismi geneticamente modificati. Riteniamo che laddove le tecniche di mutagenesi producano mutazioni che sono indistinguibili dalle mutazioni che si verificano spontaneamente in natura o da quelle ottenute con tecniche convenzionali di mutagenesi, l’argomento va disciplinato diversamente, garantendo che i benefici del progresso scientifico che rispettano i principi di sostenibilità etica e ambientale, siano disponibili agli agricoltori europei. Infine il problema del consumo del suolo e della perdita di fertilità dovuta anche al fenomeno della desertificazione dei terreni. Il suolo è una risorsa fondamentale non solo per il futuro dell’agricoltura ma per la crescita sostenibile di tutti i territori europei.

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D’altronde, in tema di trasparenza, proprio in questi giorni è arrivata una sentenza storica del Consiglio di Stato, il cui pronunciamento è stato sollecitato proprio dalla Coldiretti, che dà atto della palese insussistenza dei motivi di riservatezza circa la provenienza delle materie prime agricole importate. Viene così messa fine ad una complessa e fitta maglia di norme e procedure doganali che dietro in nome della “privacy” (di chi?) celano un sistema che solo in Italia utilizza circa un terzo di materie prime straniere che diventano poi sul mercato prodotti made in Italy. Sul terreno della trasparenza resta di fondamentale importanza modificare la norma relativa all’ultima trasformazione sostanziale che consente di nascondere dietro il paravento di una singola, e magari minima, lavorazione un cambio di voce doganale che consente di scrivere made in Italy. Così agitando o mescolando qualcosa che viene da chissà dove l’industria riesce, e con le vigenti norme legittimamente, a fare giochi di prestigio sul mercato. Parallelamente sui mercati ci troviamo ad arginare iniziative come quella dell’etichetta a semaforo inglese, legata principalmente all’azione di 4 grandi multinazionali del cibo come Coca cola, Pepsi Co, Mars e Nestlè. Per spingere l’Unione Europea verso un percorso di tutela delle richieste dei cittadini consumatori Coldiretti ha contemporaneamente promosso un fronte europeo per la trasparenza in etichetta con la raccolta di un milione di firme in almeno 7 Paesi dell’Unione (www.eatoriginal.eu).


GLI IMPEGNI DA ASSUMERE IN EUROPA 1. Riaprire la discussione sull’obbligo di indicare in etichettatura l’origine degli ingredienti agricoli Il numero di Paesi che sta andando in questa direzione e l’esigenza sempre più diffusa tra i consumatori di conoscere la provenienza dei prodotti agricoli alla base del cibo che consumano, aprono importanti spazi di manovra. Questi devono essere capitalizzati nella prossima legislatura –

scongiurando quindi l’entrata in vigore nel 2020 dell’attuale impostazione delle norme comunitarie – per portare a compimento il lavoro avviato in Italia prima con i decreti sperimentali su pasta, riso, latte e pomodoro ed ora con l’estensione a tutta la produzione alimentare nazionale.

2. Difesa delle risorse per l’agricoltura

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L’idea che sia il settore agricolo a pagare il conto per la Brexit o a fare spazio a nuovi interventi europei non è accettabile. In questo senso chiediamo un impegno esplicito a chi si candida a rappresentare l’Italia in Europa. Riteniamo che l’Uscita del Regno Unito dall’Europa vada quanto più possibile posticipata e, se ne esiste ancora l’opportunità, scongiurata. Non solo per ragioni di bilancio ma anche per ragioni commerciali e crediamo che in ogni caso vada pre-

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servata l’appartenenza del regno Unito all’unione doganale, Ribadiamo, inoltre, la necessità di lavorare ad una Pac che offre un livello sempre maggiore di servizi ambientali, ma anche capace di premiare i valori economici e sociali generati dall’agricoltura: per queste ragioni chiediamo che la ripartizione delle risorse tra i Paesi membri sappia riconoscere il valore delle diverse agricolture dell’Europa, valorizzando criteri come il valore aggiunto e l’occupazione.

3. Eliminazione del codice doganale per identificare il “made in” Il codice doganale – che definisce come “luogo di origine” dei prodotti il Paese in cui è avvenuta l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale - non può più essere una cassetta degli attrezzi con cui costruire opacità. In tal senso occorre l’apertura di un cantiere per la modifica del modello di regolamentazione europea che deve diventare uno strumento trasparente e finalizzato alla creazione di

fiducia. Per ricomporre un quadro di trasparenza verso i consumatori e di sana competizione tra gli imprenditori del settore, bisogna revisionare la classificazione doganale che fa riferimento al principio di ultima trasformazione sostanziale, definendo nuovi sistemi classificatori coerenti con l’esigenza di comunicare al mercato chi, dove e come ha contribuito a produrre quello che mangiamo.

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4. Revisione degli accordi bilaterali di libero scambio La Coldiretti è consapevole dei benefici che derivano dalla possibilità di eliminare gli ostacoli tariffari e consentire una più fluida circolazione delle merci. Tuttavia anni di conquiste dei consumatori europei non possono essere pregiudicate da meri interessi commerciali.Chiediamo, quindi, che la revisione e la stipula degli accordi commerciali si ispirino al principio di reciprocità. Ossia quello che non è consentito in Europa perché potenzialmente dannoso per i consumatori, per i lavoratori o per l’ambiente non può essere fatto entrare da un portone laterale. Crediamo, quindi, nella necessità di coinvolgere le organizzazioni agricole più rappresentative nella costruzione degli accordi commerciali e nella loro valutazione. Risulta, inoltre, fondamentale, ridurre alcune incomprensibili anomalie che in questo momento stanno governando il modo in cui si confezionano e si implementano gli accordi bilaterali per la parte relativa al commercio agroalimentare. La prima riguarda il riconosci-

mento delle indicazioni geografiche: è il sistema a dover essere riconosciuto nel suo complesso e non solo una parte di questo. Il primo passo in questa direzione è la revisione degli accordi, a partire dal CETA, in funzione dell’ampliamento della lista delle indicazioni geografiche riconosciute. La seconda anomalia è la mancanza di strumenti credibili per il contrasto all’italian sounding: se da un lato il CETA dice di conoscere alcune indicazioni geografiche italiane dall’altro non le tutela dalle imitazioni, la cui presenza sul mercato canadese, al contrario cresce. Infine, va sottolineata l’anomalia, anzi la distorsione, dovuta al sistema delle quote di importazione che riguarda in particolare i nostri formaggi. Va rivisto, negli accordi, il sistema delle quote di importazione e della loro gestione, che penalizza i nostri produttori e favorisce nel caso del CETA quelli canadesi in funzione degli andamenti del mercato.

5. Standards produttivi analoghi per tutti E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute. Ciò

è del resto in linea con lo storico e recente pronunciamento della Corte dei Conti Europea sul mancato rispetto nei cibi di provenienza extraUe degli stessi standard di sicurezza Ue sui residui di pesticidi.


A 58 anni ci ha lasciati Renzo Turello

Vogliamo ricordarlo così: sorridente e vincitore

bito debilitato fisicamente. Tuttavia si è come sempre presentato nel suo ufficio, ha comunicato a tutti quanto gli stesse succedendo, e ha ripreso il suo lavoro. Lo ha fatto fino a poche settimane prima della sua scomparsa. Ancora a fine febbraio ha festeggiato il suo ultimo compleanno con i colleghi negli uffici Coldiretti, aveva subito un paio di operazioni chirurgiche, ma era sempre molto lucido. Ha raccontato a tutti della sua

lotta contro il male, una brutta bestia, ma che da appassionato cacciatore stava cercando di vincere. Renzo era sempre positivo e lo è stato fino all’ultimo, ha raccontato delle cure ricevute in ospedale e ha ringraziato, anche con una lettera ai giornali, per le attenzioni prestategli dal personale ospedaliero. Quelle stesse attenzioni che lui, figlio di agricoltori, ha sempre prestato a tutti gli associati Coldiretti. Renzo era un buono e sapeva farsi ben volere dagli altri. Questo perché Renzo credeva fermamente nel suo lavoro e in quello che faceva giornalmente, sempre a favore degli agricoltori. In quasi 40 anni di Coldiretti sono state migliaia e migliaia le telefonate fatte agli associati per chiedere la partecipazione alle assemblee e alle manifestazioni per rivendicare, tutti insieme, i diritti della categoria. Lo ha fatto riempiendo sale convegni e pullman di associati pronti ad andare a Torino, a Roma o a Bruxelles. A lui nessuno diceva mai di no. E quando qualcuno era impossibilitato o aveva un imprevisto, per non deludere Renzo, stai pur certo che si adoperava per farsi sostituire da un parente o un amico. Purtroppo, ora ci sarebbe da sostituire lui, ma nessuno sarà mai in grado di farlo. Grazie di tutto, Renzo.

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enzo Turello ci ha lasciati troppo presto, il 25 aprile scorso, a soli 58 anni. Storico segretario Coldiretti della zona di Asti, ha dedicato tutta la sua vita all’agricoltura e all’Organizzazione. Renzo iniziò a lavorare in Coldiretti subito dopo il diploma di agrotecnico, era il 1980, fu assegnato al Catac di San Damiano, poi a quello di Isola, quindi divenne vice segretario zona e poco tempo dopo Segretario della Zona di Asti fino a un paio di anni fa, quando la sua grande esperienza venne utile per gestire la zona di Moncalvo. Il 14 dicembre scorso aveva voluto festeggiare la “non pensione”. Era così, Renzo, probabilmente nessuno, prima di lui, aveva mai offerto una cena ai colleghi per aver raggiunto e rimandato l’abbandono della vita lavorativa. E’ stato il suo singolare riconoscimento per aver ricevuto la richiesta di rimanere in servizio ancora un anno o forse più. D’altra parte era solito affermare come fosse per lui un onore lavorare per la Coldiretti e questo onore ha sempre cercato di trasmetterlo anche a tutti gli altri dipendenti. Quella cena, prima delle vacanze natalizie, è forse stato l’ultimo momento di grande spensieratezza che abbiamo vissuto con lui. Con il nuovo anno Renzo ha scoperto di avere un brutto male che lo ha fin da su-

Lutto

Storico segretario zona di Coldiretti Asti


Un patto per il turismo nell’Astigiano

Interessante dibattitto promosso da Coldiretti con Atl e Regione

Territorio

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utti concordi ed uniti nel valorizzare le unicità del Monferrato e dell’Astigiano. Di fronte a 100 persone intervenute il 3 aprile scorso nella sede di Coldiretti Asti, il presidente provinciale dell’organizzazione, Marco Reggio, e la presidente degli agriturismo Terranostra Campagna Amica, Giovanna Soligo, hanno “stretto un patto” con il direttore dell’Atl, Mauro Carbone, e l’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero. Con l’ampliamento del suo territorio, la rinnovata azienda di promozione turistica, come ha rivelato il direttore Carbone, è cresciuta nella qualità “delle note paesaggistiche e agroalimentari e per questo siamo molto felici di presentarci, innanzitutto al mondo dell’agricoltura, che detiene tutto questo patrimonio. Abbiamo un paesaggio di estremo valore tutto legato al sistema collinare e con questo alle sue produzioni tipiche. Questo è il legante e il motivo per cui dobbiamo andare sul mercato a raccontarci al meglio con il patrimonio di aziende che ci sta dietro”. “Dopo questo proficuo incontro vogliamo sviluppare – ha evidenziato il presidente Reggio – tutte le potenzialità delle imprese agricole e tenere sempre aperto un canale con l’Atl, anche perché si è data molto disponibile, per trovare le strategie opportune per cucire un’offerta che faccia incontrare le nostre peculiarità con il turista”. “Le nostre aziende – ha sottolineato la presidente Soligo – sono sempre più consapevoli, ed orgogliose, di avere una forte potenzialità nei confronti della promozione turistica e si rendono conto che se riescono a fare rete potranno costruire qualcosa ancora più importante e interessante per i turisti. In questo senso la collaborazione con l’Atl e la

Giovanna Soligo, Mauro Carbone, Giorgio Ferrero e Marco Reggio

Sala gremita per l’incontro in Coldiretti

Regione può creare quella sinergia utile ad unire il territorio e il paesaggio ai suoi grandi prodotti agroalimentari”. Anche l’assessore Ferrero ha potuto rimarcare la possibilità di costituire una rete efficace fra le aziende e le istituzioni per la promozione del territorio, anche grazie alla nuova legge regionale di riordino di tutte le norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale: “la legge valorizza anche le reti di impresa, mette a disposizione molti strumenti per la multifunzionalità delle imprese per fare attività connesse, dalle più classiche come l’agriturismo, alle fattorie didattiche e sociali, fino ai presidi di prossimità. Abbiamo anche introdotto semplificazioni per le piccole imprese e la “banca della terra” che include l’utilizzo degli incolti da parte di chi ha un progetto per il territorio”. Coldiretti conta quindi che il territorio della provincia di Asti possa esprimere tutte le sue potenzialità

Molti interventi sul turismo anche dal pubblico

anche grazie al fatto di essere entrato a far parte del nuovo “Ente Turismo Langhe, Monferrato e Roero”. “Dall’incontro con Atl e Regione – conclude Reggio – sono sicuramente state rilevate grandi potenzialità per il nostro territorio e anche proposte utili per migliorare l’offerta turistica e l’ospitalità. Come sempre, ora sta nelle persone tradurre il tutto in fatti concreti”


Andrea Rabino è vice presidente dell’Anaborapi

Andrea Rabino è anche vicepresidente di Coldiretti Asti

(CN), Stefano Ghiso di Dego (SV), Renato Giordano di Cuneo, Giusep-

pe Marengo di Bene Vagienna (CN), Bruno Meritano di Villanova d’Asti (AT), Guido Molinero di Piscina (TO), Andrea Rabino di Villafranca d’Asti, Livio Rigazio di Cigliano (VC), Gianni Simonotti di Paruzzaro (NO). In seno allo stesso Consiglio direttivo è stata poi costituita la giunta esecutiva, formata dai seguenti cinque componenti: Renato Giordano (CN), Andrea Rabino (AT), Gianni Simonotti (NO), Guido Molinero (TO), Stefano Ghiso (SV). L’11 aprile scorso sono poi stati nominati Renato Giordano alla presidenza e i due vicepresidenti Andrea Rabino e Gianni Simonotti.

Il “Biodiversità tour” ha fatto tappa a Castelnuovo Belbo La distintività delle produzioni nazionali sono il punto di forza della nostra agricoltura

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ei locali della biblioteca comunale “Fenga” di Castelnuovo Belbo sabato 6 aprile, si è svolta una tappa del “Biodiversità tour 2019”. A moderare l’incontro è intervenuto Stefano Zunino per Coldiretti di Asti che ha illustrato i numeri dell’incremento delle aziende giovani nel settore agricolo, la grande biodiversità che abbiamo in italia e le strategie utilizzate in Europa per difendere il made in Italy attraverso le etichettature obbligatorie. Fra i relatori, oltre al sindaco Aldo Allineri, che ha aperto il convegno portando i saluti e i ringraziamenti da parte dell’amministrazione comunale di Castelnuovo Belbo, vi erano il senatore Massimo Berutti che ha trattato il “Disegno di legge al Senato “ inerente il tema “Piccole produzioni agroalimentari come tutelarle?” . Ha spiegato che le numerose piccole produzioni alimentari tipiche e di qualità presenti nel Paese rappresentano una vera e propria miniera a dispo-

Un’immagine del convegno tenutosi a Castelnuovo Belbo

sizione del consumatore e del turista specificandone i vantaggi. A seguire è intervenuto Massimo Badino che ha illustrato l’importanza della coltivazione conservativa attraverso le tecniche di minima lavorazione e pacciamatura con paglia o altri scarti di produzione con esempi dell’orto sociale naturale di Castelnuovo Belbo, paese premiato dall’ Anci per Innovazione Piemonte nel 2017. L’esperienza dell’agricoltore Vittorio Quaglia ha permesso di spie-

gare il metodo di coltivazione rispettoso dell’ambiente del Cardo Gobbo di Nizza Monferrato presidio Slow food . Ribadita l’importanza della coltivazione senza l’uso di diserbanti ed antiparassitari e teli di plastica neri. Stefano Scavino di Costigliole d’Asti ha esposto la sua esperienza grazie all’aiuto scientifico della Facoltà di Agraria di Torino per coltivare piante acclimatate e riscoperte come il carciofo del Sorì ed il peperone quadrato di Motta di Costigliole d’Asti senza usare erbicidi e pesticidi. Infine l’ intervento di Marco Damele con “La cipolla egiziana ligure tra agrobiodiversità e futuro ” ha fatto notare che essa è una pianta che veniva utilizzata molto in passato e riscoperta dal lavoro di agricoltori difensori della biodiversità. Ha ribadito l’importanza di assaggiare e gustare quello che ci offre la natura per arricchire anche il nostro corpo di vitamine e sali minerali difficilmente presenti nei prodotti dei supermercati.

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l 29 marzo scorso l’assemblea generale dell’Anaborapi, l’associazione nazionale che riusci gli allevatori della razza bovina piemontese, ha provveduto alla consultazione elettorale nominando il nuovo Consiglio direttivo per il triennio 2019/2021. L’assemblea faceva seguito alle assemblee parziali svoltesi in tutte le provincie interessate. Il nuovo Consiglio direttivo è risultato così formato dai seguenti tredici consiglieri: Giovanni Agù di Bardonecchia (TO), Renato Agù di Pontechianale (CN), Bruno Bertola di Morozzo (CN), Piera Luisa Bo di Solero (AL), Maria Cristina Gasco di Mondovì

Associazionismo

Con l’allevatore di Villafranca entra in Consiglio anche Bruno Meritano di Villanova


Nuova sede per lo storico Condifesa Asti I nuovi locali si trovano vicino alla Coldiretti, in Corso Felice Cavallotti 35/a

Antigrandine

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l Consorzio per la Difesa delle Colture Agricole dalle Calamità Atmosferiche della provincia di Asti ha lasciato la sede di Viale alla Vittoria e ha trasferito tutti i suoi uffici in Corso Felice Cavallotti 35/A. “Il Consiglio di amministrazione – spiega il Presidente Roberto Cabiale – ha deciso il trasferimento in locali più adatti all’attuale dimensionamento del consorzio, in linea con una politica di contenimento dei costi che andrà a favore di tutti gli aderenti e per un servizio sempre più rapido ed efficiente”. Il Condifesa di Asti è stata la prima aggregazione ad essere costituita in Italia dopo la conquista del “Fondo di solidarietà nazionale” contro le avversità atmosferiche, avviata proprio dai contadini dell’Astigiano, anche con epiche manifestazioni di piazza propagatesi in tutta la nazione. La sua fondazione risale al 1971 e quindi da 48 anni segue le imprese agricole nel risarcimento dei danni che oggi avviene attraverso l’aggregazione della richiesta di assicurare le colture da parte dei produttori per contrattare i costi dei premi assicurativi con le compagnie e ricevere così il contributo europeo introdotto dopo la soppressione del fondo. Per svolgere questo compito il Consorzio si finanzia con una quota associativa e una percentuale sul valore della produzione assicurata da ogni singolo produttore. “Per questi motivi – sottolinea Cabiale – diventa fondamentale contenere al minimo i costi di esercizio della struttura”. Nei nuovi locali si riunisce il Consiglio di amministrazione del Condifesa, formato da 15 imprenditori agricoli rappresentanti di ogni

Roberto Cabiale è Presidente Condifesa Asti dal 2011

Condifesa Asti si trova in Corso Cavallotti 35 A

Interno dei nuovi uffici del Consorzio “Antigrandine” di Asti

zona dell’Astigiano, qui esercita la sua funzione il Presidente Cabiale con l’indispensabile lavoro di due impiegate, Rosangela Boggio e Antonella Saracco. “Proprio in questi giorni entra nel vivo la “campagna grandine” – rileva Cabiale –, gli uffici sono particolarmente frequentati e la struttura quindi è pienamente operativa e pronta a fornire tutte le informazioni in merito alle varie tipologie di coperture”. Per comprendere come sia importante la funzione del Consorzio, bastano due dati: nel 2018 vi hanno aderito 655 soci con un valore assicurato di oltre 27 milioni e

500 mila euro fra uva, zootecnia e altri prodotti. Fra le novità c’è da rimarcare come il contributo europeo sull’assicurazione dell’uva quest’anno sia finanziato attraverso il Piano di Sviluppo Rurale (e non più con l’Ocm Vino), con la positiva riduzione della soglia (franchigia) dal 30 al 20% e l’aumento del contributo dal 65 al 70%. I nuovi uffici del Condifesa Asti di Corso Cavallotti 35/A hanno mantenuto lo stesso numero telefonico, 0141.33224, e lo stesso indirizzo email: condifesa.asti@ asnacodi.it


Il moscato di Canelli verso un Docg tutta sua losso. Delimitata dalla SP 109, dalla strada che collega regione Cascine con regione Annunziata fino alla SP 6, dalla regione Annunziata fino al paese di Moasca passando per SP 109, dall’ingresso del paese di Moasca verso est sino al confine con San Marzano Oliveto. San Marzano Oliveto: esclusa porzione a nord più bassa e confinante con Castelnuovo Calcea, Nizza Monferrato. Delimitata a partire dal confine con Moasca lungo la strada comunale sino alla SP 50, seguendo la SP 50 passando attraverso in paese di San Marzano Oliveto sino al confine con Calamandrana. Provincia di Cuneo: l’intero territorio dei comuni di Camo, Castiglione Tinella, S. Stefano Belbo ed in parte il territorio dei comuni di Cossano Belbo, Neive, Neviglie, Mango. Per questi la zona è così delimitata: Cossano Belbo: la porzione di territorio posto alla sinistra orografica del fiume Belbo Neive: la porzione di territorio posta alla destra orografica del torrente Tinella Neviglie: la porzione di territorio posta alla destra orografica del torrente Tinella Mango: la parte di territorio a nord della SP 270 sino all’intersezione con la SP 265, e a seguire la porzione a nord sino al confine con Neviglie. La resa massima produttiva delle uve è di 95 quintali ad ettaro (con titolo alcolometrico minimo 11%), che scende a 85 quintali per la tipologia Vigna (con minimo 11,5% Vol.), mentre è ancora più bassa per la Vigna Riserva in base all’età del vigne-

to. E’ sui terreni che si concentra la distintività del disciplinare, devono essere calcarei a tessitura da franco-argillosa, franco-sabbiosa e la giacitura deve essere esclusivamente collinare, con una altitudine minima di 165 metri s.l.m., l’altimetria massima è invece di 500 metri. L’esposizione deve essere su pendii e dossi soleggiati, idonei alla corretta maturazione delle, con esclusione dei terreni di fondovalle, ombreggiati, pianeggianti ed umidi. Nelle aree situate a un altitudine superiore a 400 m. s.l.m. sono da escludere tutte le zone a nord da – 45° a + 45° sessagesimali con pendenza superiore al 25 %. Per quanto riguarda le caratteristiche del vino, il titolo alcolometrico volumico totale minimo deve essere di 12,00% vol. di cui svolto compreso nei limiti dal 4,50 al 6,50% vol.; l’acidità totale minima di 4,5 g/l; l’estratto non riduttore minimo di 16,0 g/l. All’atto dell’immissione al consumo può essere caratterizzato alla stappatura del recipiente da uno sviluppo di anidride carbonica proveniente esclusivamente dalla fermentazione che, conservato alla temperatura di 20° centigradi in recipienti chiusi, presenta una sovrappressione dovuta all’anidride carbonica in soluzione non superiore a 2,5 bar. Infine il vino con la menzione RISERVA e RISERVA Vigna, deve essere immesso al consumo non prima di 30 mesi di invecchiamento e affinamento di cui almeno 20 mesi in bottiglia (a decorrere dal 1 ottobre dell’anno della vendemmia).

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numero 4 - 2019

È

stato varato il 15 aprile scorso il disciplinare della Docg Canelli. Se ne discuteva da 28 anni hanno dichiarato gli stessi produttori di uve moscato che hanno promosso l’avvio del riconoscimento che, se non ci saranno intoppi, dovrebbe concretamente materializzarsi dall’annata 2020. Nel nuovo disciplinare del vino bianco a Denominazione di origine controllata e garantita “Canelli” o “Moscato di Canelli”, sono previste anche le tipologie “Riserva”, “Vigna” e “Riserva Vigna”. La zona di produzione delle uve comprende i seguenti territori dei comuni: Provincia di Asti: l’intero territorio dei comuni di Calamandrana, Calosso, Canelli, Cassinasco, Coazzolo, ed in parte il territorio dei comuni di Bubbio, Castagnole Lanze, Costigliole d’Asti, Loazzolo, Moasca, San Marzano Oliveto. Per questi la zona è così delimitata: Bubbio e Loazzolo la porzione di territorio sito sulla sinistra orografica del fiume Bormida. Castagnole Lanze, la parte posta alla destra orografica del torrente Tinella. Costigliole d’Asti: la porzione di territorio posta alla destra orografica del torrente Tinella sino alla frazione di Boglietto e successivamente sino alla intersezione con la SP23A, e il territorio delle frazioni di Burio e Bionzo delimitate dalla intersezione della SP 23A - SP 23 - SP 59. Moasca: piccola parte di territorio a sud confinante con San Marzano Oliveto, Canelli e Ca-

Filiera vitivinicola

Varato il disciplinare che tocca 11 comuni dell’Astigiano e 7 del Cuneese


Nuove fattorie didattiche abilitate Cinque astigiani hanno seguito il corso con successo

Attestati

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anno seguito un corso di 60 ore ottenendo l’abilitazione e l’iscrizione all’Albo regionale delle Fattorie Didattiche. Sono cinque le aziende agricole astigiane che da febbraio ad aprile hanno seguito le lezioni organizzate da Inipa Nord Ovest in collaborazione con Terranostra. Il filo logico conduttore di tutto il percorso formativo è stato il territorio. Infatti un’azienda agricola didattica si deve fare soprattutto portavoce di quei valori importanti che legano le produzioni alla rintracciabilità, i prodotti alla biodiversità, nel rispetto dell’ambiente, della dignità del mondo agricolo e della preservazione delle tradizioni, degli usi e dei costumi. Nel programma didattico erano pertanto inseriti importanti cenni a

operatori specificatamente formati con i quali il visitatore ha la possibilità di mettersi in rapporto con l’agricoltura nelle sue molteplici sfaccettature. Questi i nomi degli operatori di Fattorie Didattiche abbinati alle aziende dove eserciteranno la loro nuova attivià: • ALESSIA BODRITO, agriturismo Bodrito di Cessole; • SILVIA CIATTINO, Az. Agr. Bosco Mariangela di Settime; • MONICA GRAMMATICO, Az. Agr. Grammatico Monica di Mombaruzzo; • PAULIN TAKUMBO TAKAM, Az. Agr. Polyagrinova di Camerano Casasco; • WILMA TRAVERSA, Az. Agr. Traversa Wilma di Olmo Gentile.

XXII Giornata interregionale dei Pensionati Si terrà il 6 giugno a Loano in provincia di Savona

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iunta alla dodicesima edizione, la Giornata interregionale dei Pensionati, coinvolge gli associati Coldiretti in pensione di Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria. L’appuntamento annuale itinerante, per il secondo anno consecutivo varca dunque i confini piemontesi e, dopo la

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questi argomenti, oltre che al marketing promozionale, alla comunicazione e alla normativa vigente. Diventare Fattoria Didattica non vuole dire, però, solo lavorare con il mondo della scuola ma, poter permettere all’agricoltore di trasmettere a 360° il suo sapere. L’Enoturismo, il Turismo Esperienziale, l’Agricoltura Sociale, le Vacanze Verdi, i Campus Estivi… sono nuove forme di attività connesse all’azienda agricola, praticate oggi, attraverso l’abilitazione di operatore di Fattoria Didattica. La fattoria didattica, oggi, è un luogo di pedagogia attiva, con una proposta formativa che si ispira ad una visione pratica dell’apprendimento, basato sull’osservazione e la scoperta, grazie a strutture adeguate e

bella festa vissuta l’anno passato a Fenis (Aosta), farà quest’anno approdo nella riviera ligure e precisamente a Loano in provincia di Savona. Si terrà giovedì 6 giugno con il seguente programma: • Accoglienza partecipanti; • S. Messa in Basilica; • Pranzo presso Loano 2 Village.

Come di consueto anche l’Associazione provinciale pensionati, guidata da MarioRaviola, sta organizzando la trasferta con almeno un pullman che partirà da Asti. Gli interessati possono contattare la segreteria dell’associaziione per prenotare la partecipazione, tel. 0141380400.


C

oldiretti rilancia forte sul bio. Il presidente Ettore Prandini con il presidente FederBio, Paolo Carnemolla, ha siglato un accordo per garantire la qualità dei prodotti biologici e in particolare il vino. I numeri confermano la validità della strategia. Solo lo spumante biologico ha segnato, infatti, un’impennata delle vendite nel 2018 del 12% per oltre 405mila litri. I vigneti coltivati a biologico o in conversione hanno superato nel nostro Paese i 105mila ettari. Nel settore del vino la maggiore organizzazione agricola italiana ed europea sta allargando il suo campo d’azione e come ha spiegato il segretario generale Enzo Gesmundo, introducendo i lavori del convegno “La rivoluzione green nel bicchiere” tenutosi al Vinitaly. Oggi le prime 10 realtà produttive italiane sono socie di Coldiretti. Una reputa-

L’affollato convegno dal titolo “La rivoluzione green nel bicchiere” tenutosi al recente Vinitaly

zione legata al percorso dei viticoltori nel segno della distintività. Un riconoscimento del ruolo svolto dall’organizzazione è arrivato dal governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha dichiarato: “Se la Coldiretti non ci fosse bisognerebbe inventarla” riferendosi anche alla svolta culturale che a partire “dall’invenzione del Km zero” ha dato un’identità ai piccoli agricoltori che in particolare in Veneto costituiscono la spina dorsale dell’agricoltura. Per Riccardo Cotarella, coordinatore delle politiche di mercato Coldiretti, le produzioni biologiche e biodinamiche sono impegnative e vanno anche valutate sulla base della sostenibilità economica. I tanti passi avanti compiuti nel pianeta del vino bio sono stati evidenziati da due importanti produttori che hanno analizzato i punti chiave da

due ottiche territoriali agli antipodi: Franciacorta ed Etna. Alla scelta dei produttori si affianca la nuova domanda del consumatore che si consolida – ha affermato Roberto Zanoni presidente di Assobio e direttore di EcorNaturaSì, la principale catena italiana di supermercati, specializzata nella distribuzione al dettaglio di prodotti biologici e biodinamici - anche a livello internazionale con un 5% dell’export agroalimentare italiano targato biologico. Paolo De Castro, vice presidente della Commissione agricoltura dell’Europarlamento, ha indicato quelle che dovranno essere le leve della nuova politica della prossima legislatura. Si deve partire – ha detto dall’immediato recepimento in Italia della nuova direttiva sul contrasto delle pratiche sleali, per arrivare alla costruzione

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Coldiretti e Federbio stipulano un importante accordo

Agricoltura bio

Sempre più vino biologico Made in Italy


Agricoltura bio numero 4 - 2019

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della Politica agricola comunitaria garantendo le risorse perché eventuali riduzioni andrebbero a incidere sul reddito degli agricoltori che non devono pagare i tagli della Brexit. De Castro ha concluso sostenendo che l’unica carta da giocare nel futuro è quella della distintività del made in Italy e il biologico è un pezzo di questa distintività. Il presidente di Federbio ha ricordato come il percorso virtuoso del vino biologico sia partito dalla normativa del 2012 e ha sottolineato il ruolo chiave della certificazione “se non funziona si vanificano gli impegni”. È importante – ha spiegato Carnemolla - lavorare sulla ricerca e sui servizi e fornire sostegni a rete alle imprese. Da qui la scelta di siglare il patto per il vino bio con Coldiretti unica organizzazione – ha affermato - che garantisce un presidio capillare del territorio e assicura assistenza tecnica anche attraverso i Consorzi agrari. Una strategia d’avanguardia che da anni caratterizza la politica Coldiretti. “Storia, cultura, tradizione e valorizzazione – ha detto Prandini in conclusione dell’incontro veronese - è ciò che ci contraddistingue rispetto ad altri sistemi produttivi”. E ha ricordato il caso glifosato, utilizzato in alcuni paesi extra Ue nella fase di essiccazione del grano, attaccato dalla Coldiretti mentre tutti lo difendevano a partire dall’industria che accusava l’organizzazione agricola di spaventare i consumatori. Ora invece è proprio l’industria che chiede nei contratti di acquisto che non ci sia glifosato.

E la Bayer, dall’acquisizione della Monsanto che produce glifosato, ha subito pesanti danni in Borsa e per le numerose vertenze aperte negli Stati Uniti per i danni alla salute denunciati dai consumatori. Prandini ha ribadito il ruolo forte della Coldiretti nell’agricoltura distintiva e ha anche contestato che il biologico sia caro, ma soprattutto ha detto “è l’agricoltura tradizionale che si deve far pagare, perché non si può produrre senza guadagnare”. Il biologico è un modello che va esaltato senza però demonizzare il tradizionale. Per

Prandini ci sono dunque spazi di crescita con prospettive di creare lavoro e valore. La Coldiretti ha lanciato però l’allarme sulle produzioni biologiche che arrivano dai paesi Terzi, ma anche da alcuni paesi Ue che non applicano gli stessi modelli di certificazione trasparenti per i cittadini. Importante dunque la funzione della blockchain per puntare a etichette sempre più trasprenti. E proprio la trasparenza nei confronti del consumatore è un asset dell’accordo Coldiretti-Federbio.

FEDERBIO OPERA DA 25 ANNI FederBio www.federbio. it è una federazione nazionale nata nel 1992 per iniziativa di organizzazioni di tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica, con l’obiettivo di tutelarne e favorirne lo sviluppo. FederBio socia di IFOAM e ACCREDIA, l’ente italiano per l’accreditamento degli Organismi di certificazione, è riconosciuta quale rappresentanza istituzionale di settore nell’ambito di tavoli nazionali e regionali. Attraverso le organizzazioni associate, FederBio raggruppa la quasi totalità della rappresentanza del

settore biologico, tra cui le principali realtà italiane nei settori della produzione, distribuzione, certificazione, normazione e tutela degli interessi degli operatori e dei tecnici bio. La Federazione è strutturata in cinque sezioni tematiche e professionali: Produttori, Organismi di Certificazione, Trasformatori e Distributori, Operatori dei Servizi e Tecnici, Associazioni culturali. FederBio garantisce la rigorosità e la correttezza dei comportamenti degli associati in base al Codice Etico e verifica l’applicazione degli standard comuni.


Come diventare produttori agricoli biologici F) L’azienda dovrà osservare un periodo di conversione di almeno due anni prima della semina o, nel caso di colture perenni diversi dai prati, di almeno tre anni prima del raccolto. G) Nel caso in cui il produttore intenda commercializzare i prodotti biologici, dovrà richiedere all’ODC l’autorizzazione, che verrà concessa dopo che l’ODC ha verificato che l’azienda/appezzamento ha ultimato il periodo di conversione, secondo il seguente ordine: Colture annuali: • 1° anno di conversione (anno bianco): non è possibile certificare il prodotto; • 2° anno di conversione: il prodotto può essere certificato come “prodotto in conversione all’agricoltura biologica”; • 3° anno e successivi: il prodotto può essere certificato come “proveniente da agricoltura biologica”. Colture perenni: • 1° anno di conversione (anno bianco): non è possibile certificare il prodotto;

• 2° anno di conversione: il prodotto può essere certificato come “prodotto in conversione all’agricoltura biologica” • 3° anno di conversione: il prodotto può essere certificato come “prodotto in conversione all’agricoltura biologica”; • 4° anno e successivi: il prodotto può essere certificato come “proveniente da agricoltura biologica”. L’azienda agricola biologica è soggetta a vari adempimenti e registrazioni per mettere in condizione l’ODC di certificare l’effettivo rispetto del metodo biologico; inoltre, annualmente va trasmesso il PAP (Programma annuale di produzione) e assoggettarsi ai controlli in loco dell’ODC (di carattere ispettivo, analitico e documentale). Tutte le procedure e le tariffe di certificazione, a carico dell’azienda biologica, per legge non possono avere differenze tra i vari ODC abilitati. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi agli uffici tecnici della Coldiretti.

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Premio Cangrande al professor Gerbi

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Importante riconoscimento al conduttore dell’Anteprima Barbera

eritatissimo riconoscimento al professor Vincenzo Gerbi durante il Vinitaly di Verona. Il presidente e l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino e Giorgio Ferrero, hanno voluto conferire al professore Gerbi il prestigioso premio “Angelo Betti” (ex Cangrande). Vincenzo Gerbi, è professore ordinario di Scienza e Tecnologia degli Alimenti alla facoltà di Agraria dell’Università di Torino e da anni svolge importantissime attività di ricerca e insegnamento in viticoltura ed enologia. Tra l’altro da 18 anni

Vincenzo Gerbi conduce l’Anteprima della Barbera d’Asti Docg, organizzata da Coldiretti Asti per valutare le pontenzialità della nuova annata, fornendo preziosi suggerimenti nella vinificazione ai vignaioli dell’Astigiano.

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n agricoltura biologica non si possono utilizzare prodotti chimici di sintesi; in ogni caso i mezzi tecnici utilizzati (es. per la fertilizzazione, per la difesa fitosanitaria), devono essere espressamente autorizzati per l’agricoltura biologica. Analogamente sementi, piantine e altri materiali di moltiplicazione devono normalmente provenire da aziende certificate biologiche. La produzione di alimenti biologici è disciplinata da varie norme Internazionali, Comunitarie e Nazionali, oltre a prescrizioni specifiche emanate dall’Autorità di Vigilanza (Ministero, Regioni, Province autonome) relativamente alle fasi di produzione, controllo, certificazione e commercializzazione. Per ottenere il riconoscimento di azienda agricola biologica, è necessario: A) Notificare la propria attività presentando la “Notifica di inizio attività di produzione con metodo biologico” mediante apposito sistema informativo. B) Una copia cartacea della Notifica viene archiviata presso il Centro di Assistenza Agricola, in bollo e firmata. C) All’Organismo Di Controllo (ODC), scelto tra quelli riconosciuti dal MIPAAF, si deve trasmettere la Domanda di assoggettamento e la Documentazione accessoria (planimetrie e visure catastali, titoli di possesso, ecc.). D) Appena l’ODC riceve la documentazione e dopo le opportune valutazioni, provvede ad inviare i propri tecnici presso l’azienda per effettuare la prima ispezione e per accertare se l’azienda in questione possiede i requisiti necessari. E) Se l’azienda risulta idonea, il produttore si impegnerà alla conduzione della stessa secondo le direttive previste dalla normativa vigente per l’agricoltura biologica.

Agricoltura bio

Tutti i passi per ottenere il riconoscimento aziendale


La grande sete Persi 9 litri su 10, serve una nuova gestione dell’acqua

Cambiamenti climatici

I

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n Italia quasi 9 litri di pioggia su 10 vanno persi. I cambiamenti climatici impongono un deciso cambio di mentalità nelle gestione dell’acqua. Questo nonostante le precipitazioni rimangano pur sempre copiose rispetto a molti altri Paesi: mediamente 300 miliardi di metri cubi d’acqua all’anno. Purtroppo però le carenze infrastrutturali italiane ne trattengono solo l’11%. Crescita delle temperature, sfasamenti stagionali e soprattutto modificazione della distribuzione e aumento dell’intensità delle piogge sono effetti dei cambiamenti climatici che richiedono interventi strutturali. Le anomalie sono evidenti anche quest’anno in cui l’inverno è stato particolarmente siccitoso, soprattutto al nord dove sono cadute il 50% di precipitazioni in meno rispetto al periodo di riferimento secondo le analisi Coldiretti su dati Isac Cnr. Di fronte alla tropicalizzazione del clima occorre organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà. Per questo servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere

infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana. Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve

ess e r e dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio e la competitività dell’intero settore alimentare.

Esempi di vasche flessibili di accumulo dell’acqua per uso irriguo [tratte dal sito internet di Agricolplast]

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Risparmiare acqua, produrre meglio con l’irrigazione a goccia

Sostenibilità ambientale

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individuata in relazione alla tipologia del suolo (granulometria e tessitura) e non rispetto alla distanza tra le piante; ciò consentirà la creazione di una striscia umettata, lungo la quale le piante risulteranno opportunamente irrigate. L’apporto irriguo per pianta dipende dal tempo d’irrigazione, non dalla portata del gocciolatore; ad esempio, le elevate esigenze irrigue di una coltura possono essere soddisfatte da un erogatore a bassa portata in funzione per diverse ore, oppure da un erogatore ad alta portata per

un tempo più breve. Valvole, contatori volumetrici ed altri pezzi speciali presenti nell’impianto debbono essere dimensionati in relazione alle loro specifiche caratteristiche tecniche. Questi aspetti accennati non sono certo esaustivi del momen momento progettuale che è una fase fondamentale e specifica per ogni appezzamento e coltura; per tanto è fondamentale investire sulla progettazione iniziale a garanzia del buon funzionamento, durata e convenienza economica dell’impianto.

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rrigare a goccia, unitamente alla fertirrigazione, rappresenta una tecnica molto efficace per irrigare meglio e risparmiare acqua; se unitamente viene effettuata anche la fertirrigazione si ottiene l’altro grande vantaggio di distribuire gli elementi fertilizzanti nel momento di effettivo bisogno della coltura, evitando dannosi sprechi, accumuli, dispersioni e percolazioni nelle falde acquifere. La sola scelta del sistema a goccia non è però di per sé sufficiente a garantire un efficiente impiego dell’acqua, in quanto si tratta a di impianti che per loro natura richiedono una progettazione preventiva molto ponderata. Proviamo a fare alcuni ragionamenti relativi alle caratteristiche di un impianto a goccia. Filtrazione adeguata al tipo di acqua disponibile: senza un adeguato sistema di filtrazione, i labirinti ed i fori presenti nei gocciolatori sono destinati inesorabilmente ad otturarsi. Particolare attenzione va data alla presenza o meno di sabbia, che può occludere definitivamente i gocciolatori, per tanto il primo filtro a cui pensare è proprio quello per la sabbia. Valutazione delle esigenze irrigue di picco della coltura: la stima del massimo apporto irriguo necessario alla coltura, va calcolata tenendo conto del periodo con più elevata evapotraspirazione colturale. La sua stima è fondamentale per un impianto, come quello a goccia, caratterizzato da portate giornaliere basse, da turni irrigui brevi e da una forte suddivisione in settori. Un impianto dimensionato sulle esigenze di evapotraspirazione massima sarà in grado di fronteggiare eventi siccitosi anche importanti, mentre un impianto sottodimensionato, prima o poi mostrerà i suoi limiti, così come uno sovradimensionato, risulterà essere eccessivamente costoso. La scelta della portata, della spaziatura tra i gocciolatori e della lunghezza delle linee gocciolanti: la corretta correlazione tra portata erogata e distanza degli erogatori, deve essere


Le riduzioni nei vini, quali le cause, come intervenire Allenare l’olfatto alla ricerca di minime imperfezioni per preservare “franchezza e finezza”

Assistenza tecnica

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l controllo e la prevenzione delle riduzioni è fondamentale per preservare la qualità dei vini; la comparsa di sentori anomali è un rischio che bisogna prevenire con il mantenimento di un equilibrio redox, indispensabile a preservare la franchezza e la finezza olfattiva. Per questo è opportuno allenare il proprio olfatto alla ricerca di anche minime imperfezioni, che possono essere il preludio a problemi ben più gravi; i vini in cantina (in particolare quelli stoccati in vasche di acciaio o cemento) debbono essere assaggiati con maggiore frequenza in quanto i problemi olfattivi possono manifestarsi anche a distanza di pochi giorni. Le riduzioni, insieme ai difetti olfattivi derivanti dalle deviazioni batteriche post-malolattica o legati a malolattiche stentate o non ben controllate, rappresentano in sintesi il pericolo maggiore di deprezzamento organolettico di un vino. Sull’equilibrio redox (potenziale di ossidoriduzione del vino) influiscono il pH e la concentrazione di ossigeno disciolto. Con l’aumentare del pH del vino diminuisce il potenziale redox mentre con l’aumentare dell’ossigeno disciolto il potenziale redox aumenta. Quindi risulta più elevato nelle barriques nuove rispetto a quelle usate e risulta ovviamente più basso nei recipienti non permeabili in acciaio inox o di cemento. Quando a livello sensoriale si manifestano percezioni di chiusura olfattiva, che agiscono come “tampone aromatico”, riducendo o annullando gli aromi fermentativi e varietali, o peggio si manifestano sentori di ridotto, il potenziale redox risulta inferiore a 150 mV. Nei vini in legno esso può raggiungere i 380 mV (non scende mai al di sotto dei 310/350 mV); nei vini in ac-

ARTICOLO A CURA DEL CSVP - LABORATORIO CENTRO STUDI VINI DEL PIEMONTE ciaio è di circa 150 – 180 mV La solforosa presente nel vino, in condizioni di anaerobiosi e di bassi valori di potenziale redox, si riduce a zolfo ed acqua; il passaggio successivo è la formazione di acido solfidrico (H2S). Nei casi di meno gravi, in cui si manifestano sentori di lieve chiusura del vino, si può rimediare semplicemente con una leggera ossigenazione (travaso) e con una contestuale piccola aggiunta di rame (massimo legale al consumo 1 mg/L) con formazione di solfuro di rame insolubile che precipita. L’uso del rame deve essere sempre molto ben ponderato, trattandosi di un forte catalizzatore di ossidazioni. In questi casi anche una piccola aggiunta di solforosa può servire a spostare l’equilibrio della riduzione a zolfo molecolare ed acqua. I composti responsabili di riduzioni vengono distinti in base alla loro volatilità in composti solforati leggeri molto volatili e composti solforati pesanti di volatilità inferiore. L’acido solfidrico e i conseguenti odori di ridotto possono avere origini diverse. Esso, in bassa concentrazione, può contribuire alla complessità aromatica (sentore di

Le riduzioni, insieme ai difetti olfattivi derivanti da deviazioni batteriche post-malolattica o legati a malolattiche stentate o non ben controllate, rappresentano uno dei maggiori pericoli di deprezzamento organolettico di un vino. lievito) mentre a dosi superiori può impartire percezioni di poca pulizia, si “straccio bagnato” fino ad un evidente sentore di riduzione e di “uova marce” in concentrazioni superiori a 15 µg/L. In questi casi occorre intervenire velocemente prima che il composto possa reagire con gli alcoli e dare origine a mercaptani e comparsa di sentori agliacei, difficilmente eliminabili. La formazione di acido solfidrico può avere diverse origini. I lieviti utilizzano le fonti di solforosa disponibili. Lo ione solfuro prodotto dal lievito viene impiegato per la biosintesi degli amminoacidi solforati necessari per la sintesi di peptidi e proteine. In carenza di azoto prontamente assimilabile (APA), di amminoacidi e di alcuni fattori di crescita (piridossina e acido pantotenico), il patrimonio enzimatico del lievito si riduce, si interrompe la sintesi degli amminoacidi, lo ione solfuro non può essere metabolizzato dal lievito e quindi viene espulso nel mosto o nel vino, determinando la riduzione. Altra via di formazione dell’acido sol-


soglia di Descrittore Vino “sano” percezione

Concentrazioni in vini giudicati anomali: “ridotto”

Idrogeno solforato

0,8

Uovo marcio

0,3

>15,0

Metantiolo

0,3

Cavolo putrescente, gomma bruciata

0,7

>5,0

Etantiolo

0,1

Cipolla solfidrico, cerino bruciato

0,0

10,8

Metionolo

1200

Cavolo cotto

800

>1700

fidrico, sempre dovuta alla scarsa dotazione di APA, è dovuta all’impiego, da parte dei lieviti, degli amminoacidi solforati presenti nel mosto. In particolare la cisteina viene metabolizzata e convertita in acido solfidrico e acido piruvico; quest’ultimo andrà a combinare l’anidride solforosa libera diminuendone l’efficacia. I composti tiolici delle pareti cellulari si liberano nel vino anche a seguito della decomposizione enzimatica delle medesime, che porta alla formazione delle mannoproteine. Con il battonnage l’ossigeno disciolto viene a contato con i composti tiolici e li ossida, evitando la formazione degli odori di ridotto. Senza agitazione si ha la compattazione delle fecce per cui si abbassa il potenziale redox nella zona bassa del recipiente, mentre l’ossigeno non può agire sui tioli

che si formano con la glicolisi. Durante la micro-ossigenazione praticata con i batonnages, l’ossigeno viene generalmente consumato dai composti tiolici che si originano dalla decomposizione delle pareti cellulari del lievito; per questo non provoca innalzamento eccessivo del potenziale redox. La stessa micro-ossigenazione, praticata dopo la fermentazione malolattica, ha lo scopo di correggere la comparsa di acido solfidrico; in questi casi si interviene con piccole dosi di ossigeno, in dipendenza del contenuto in polifenoli del vino e di fecce in sospensione. Nella vinificazione in bianco, una defecazione carente del mosto in fase pre-fermentativa, con valori si torbidità superiori ai 250 NTU e una maggiore concentrazione di acidi

Assistenza tecnica

Soglia olfattiva

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Soglia olfattiva di alcuni composti solforati (concentrazione in µL):

grassi, accresce il pericolo di formazione di composti solforati, coinvolti nei difetti organolettici di riduzione. I polifenoli si possono legare ai composti solforati. Questo tipo di reazione viene sfruttata con l’uso di alcuni tannini commerciali per combinazioni tra tioli e composti fenolici e per formazione di perossidi che demoliscono i tioli stessi. Il CSVP consiglia da tempo questa pratica sia a scopo preventivo che curativo; particolarmente adatti si sono dimostrati alcuni tannini ellagici o di galla, in grado di abbattere la presenza di tioli (etantiolo) su vini difettosi. I tannini possono formare con i metalli dei chelati “fenoli-cationi metallici”; in particolare i tannini ellagici e gallici formano con il rame una quantità superiore di chelati rispetto ad altre categorie di tannini, con precipitazione di una certa quantità di rame. I chelati rame-tannini, rispetto ai soli tannini, permettono quindi l’eliminazione di una maggior quantità di tioli. I composti solforati responsabili di problemi olfattivi sono di difficile eliminazione. Presso il CSVP sono stati sperimentati specifici protocolli di intervento che prevedono, oltre alla microossigenazione e all’uso diligente ed oculato del rame, l’impiego di lisati di lievito e di tannini. I polisaccaridi parietali e i tannini ellagici hanno azione adsorbente e complessante e sono in grado di legarsi alle molecole solforate e di eliminarle. Esistono formulati a base di chitina glucano, che si sono dimostrati efficaci sia nei confronti delle riduzioni che degli etil-fenoli e possono essere utilizzati a seconda dei casi e della gravità del difetto organolettico, unitamente al trattamento sopracitato. Nella maggior parte dei casi i protocolli impiegati hanno permesso di restituire al vino la franchezza e la finezza olfattiva, eliminando il “tampone aromatico solforato”. In caso di necessità potere rivolgervi al CSVP (Laboratorio Centro Studi vini del Piemonte) per ogni aggiornamento e chiarimento del caso.


La sicurezza sul lavoro nel settore agricolo Tutte le disposizioni del D.Lgs 81/06 “Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro”

L

Il secondo è la crescita di una mentalità diffusa, di un’attitudine, di un’abitudine a considerare la sicurezza un aspetto essenziale della vita quotidiana, della cura e della preoccupazione per la qualità della propria vita e di quella degli altri. L’agricoltura è uno dei settori a maggior rischio, sia per entità che per frequenza degli infortuni

denunciati, e quindi sono necessari una particolare attenzione ed un coinvolgimento degli Enti e delle Istituzioni che si occupano di elaborare le misure preventive e protettive per tutelare la salute e la sicurezza degli operatori agricoli. In particolare, gli episodi negativi, si possono ricondurre ad una serie ricorrente di cause esposte nel grafico seguente:

All’interno del D.Lgs 81/08 “TESTO UNICO SULLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO” vengono introdotti i concetti chiave per la tutela dei Lavoratori agricoli, le disposizioni per i Datori di Lavoro, le misure preventive tecniche, procedurali ed organizzative e l’utilizzo dei dispositivi di protezione. Fatti salvi gli obblighi del Datore di Lavoro in materia di sicurezza, è utile ricordare che l’art 21 del D.Lgs 81/08 estende anche ai Lavoratori autonomi, compresi i Coltivatori Diretti e i Soci delle Società semplici operanti nel settore agricolo, due obblighi prima ricadenti solo sui Datori di Lavoro con Dipendenti o assimilati:  utilizzare macchine e attrezzature a norma;  munirsi di dispositivi di protezione individuali.

Le misure definite nel Testo Unico e nei successivi decreti attuativi, trovano quindi applicazione in diverse circolari ministeriali e soprattutto nell’emanazione di linee guida di carattere regionale, che definiscono in modo esplicito come adottare le disposizioni comunitarie a livello territoriale ed entrano nel dettaglio della prevenzione dei diversi rischi ipotizzabili. In agricoltura si effettuano molte lavorazioni che richiedono l’utilizzo di macchine e attrezzature (causa più frequente degli infortuni gravi e mortali); le situazioni e i processi lavorativi non sono facilmente standardizzabili, l’età degli addetti (specie nelle Aziende a conduzione familiare) è spesso elevata ed e’ frequente il ricorso a manodopera straniera, poco specializzata. Da qui la necessità di creare una serie di

strumenti che possano consentire agli operatori del settore una più facile gestione della sicurezza, nella salvaguardia della salute e della sicurezza di ogni Lavoratore e nel rispetto della normativa vigente in materia. Particolari attenzioni meritano gli aspetti seguenti:

Prevenzione infortuni

a cultura della sicurezza è uno dei principali indicatori dell’evoluzione di una Società. Essa si realizza su due piani diversi, ma strettamente legati: il primo è quello di un quadro normativo completo ed evoluto, un sistema di Leggi rivolto a garantire le migliori condizioni di sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro.

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Luoghi di lavoro Luogo di lavoro è qualsiasi ambiente accessibile al Lavoratore. Devono essere valutati tutti i rischi legati a carenze strutturali (ad esempio altezze e cubature inadeguate), alla viabilità interna o esterna (vie di circolazione e passaggi non ben delimitati o non adatti alla tipologia di mezzi che devono attraversarle), alla conformazione del terreno (presenza di zone di pericolo a seguito di piogge o allagamenti).


Le attrezzature di lavoro rappresentano uno dei principali rischi per la sicurezza e la salute dei Lavoratori. Nella valutazione dei rischi dovranno essere necessariamente considerate:  L’installazione in conformità alle istruzioni d’uso;  Le procedure di manutenzione ordinaria e straordinaria finalizzate a garantire, nel tempo, la permanenza dei requisiti di sicurezza;  Le istruzioni d’uso e di manutenzione ivi compresa la predisposizione e l’aggiornamento di un registro degli interventi di manutenzione delle macchine e delle attrezzature di lavoro. I mezzi agricoli di trasporto Molto significativo statisticamente, è l’impatto degli infortuni legati al rischio insito nell’utilizzo e nella movimentazione dei mezzi di trasporto e dei mezzi agricoli: fatte salve le prescrizioni rispetto alla conformità legislativa dei mezzi, è importante adottare severi protocolli di manutenzione, esercitare controlli periodici e procedure d’uso appropriate, sia in termini di applicabilità che in termini di formazione, diffusione e controllo. Vengono segnalati infatti molto spesso incidenti derivanti da un utilizzo improprio di

Agenti fisici (rumore e vibrazioni) L’utilizzo in ambito agricolo di macchine ed attrezzature a motore, determina l’esposizione a due importanti fattori di rischio fisico: rumore e vibrazioni. La valutazione del rischio da esposizione a rumore e vibrazioni deve essere effettuata da personale qualificato, può prevedere una serie di misure specifiche sulle attrezzature/macchine e deve considerare il tempo di esposizione. Il tutto finalizzato a determinare il livello di esposizione dei Lavoratori a questi inquinanti ambientali ed a individuare le misure di protezione e prevenzione da adottare durante lo svolgimento della normale attività lavorativa. La movimentazione manuale dei carichi In tutte le attività del settore agricolo esistono numerose operazioni in cui è presente il rischio da Movimentazione Manuale dei Carichi: per attività di sollevamento, trasporto, traino o spinta di carichi, anche pesanti. Questo rischio determina la possibilità di lesioni alla colonna vertebrale e disturbi a carico del sistema muscolo scheletrico. Risulta quindi indispensabile tutelare i Lavoratori introducendo misure procedurali che impongano sforzi controllati e limitati, misure organizzative quali per esempio la Sorveglianza Sanitaria e misure tecniche che prevedano, per esempio, l’ausilio ove possibile di strumenti di sollevamento automatici.

Il rischio da esposizione a sostanze pericolose Non trascurabile inoltre è il rischio da esposizione a sostanze pericolose legato soprattutto all’utilizzo di prodotti fitosanitari. Con il termine prodotto fitosanitario si intende una sostanza o miscela di sostanze utilizzate per prevenire, distruggere o controllare qualsiasi parassita, in grado di causare danni o interferire con la produzione, lavorazione, immagazzinamento di alimenti, materie prime agricole, legno. L’utilizzo dei prodotti chimici nel settore agricolo deve essere regolamentato da procedure interne che prevedano adeguate disposizioni in materia di valutazione del rischio specifico, immagazzinamento, utilizzo e smaltimento. Anche per questa particolare esposizione al rischio è obbligatorio il protocollo di sorveglianza sanitaria e la formazione specifica. Il rischio biologico Esistono diverse situazioni lavorative nel settore agricolo che possono potenzialmente esporre al rischio biologico di contrarre malattie infettive, quando queste vengono trasmesse dagli animali all’uomo vengono definite zoonosi. La trasmissione della malattia può avvenire durante le attività di pulizia dei ricoveri, le operazioni di mungitura, di toelettatura degli animali, la manipolazione degli escrementi o tramite insetti e parassiti. Il rischio da ambienti confinati I rischi principali per le attività in ambienti confinati (silos di stoccaggio cereali ed insilati, cisterne, autoclavi, pozzi, etc.) sono dovuti alla possibile presenza di sostanze inquinanti nell’aria, ovvero alla carenza di ossigeno.

Prevenzione infortuni

Attrezzature di lavoro

strumenti e macchine, incidenti ed infortuni che potrebbero essere evitati se le procedure fossero correttamente redatte, ma soprattutto condivise con gli operatori e applicate rigidamente.

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Alcuni luoghi di lavoro caratteristici dell’ambito agricolo e agrozootecnico (stalle, concimaie) dovranno rispondere a requisiti specifici. E’ poi fondamentale la razionalizzazione degli spazi, il mantenimento di condizioni di ordine e pulizia in tutte le aree interessate, la predisposizione di percorsi di esodo ed uscite di sicurezza, l’apposizione di adeguata cartellonistica di sicurezza.


Prevenzione infortuni 22

In entrambi i casi si può quindi parlare a ragion veduta di rischio di tipo chimico: Ossidi di azoto (NO2, NOx), Ossidi di zolfo (SO2), Monossido di Carbonio, Benzene, formaldeide sono tra i contaminanti aerodispersi a maggior rischio che agiscono attraverso un meccanismo di tossicità. Un altro rischio è legato a cadute accidentali o provocate da sensazioni di vertigini, anche eventualmente correlate alla carenza di ossigeno che provoca inizialmente stato di torpore e sonnolenza. Infine non sono da trascurare rischi correlati ad esposizione a sorgenti acustiche a livelli di emissione pericolosi, anche in virtù della attività svolte all’interno degli spazi e dell’acustica particolare di questi ultimi; disagi riconducibili a situazioni microclimatiche sfavorevoli (elevata umidità, calore eccessivo) ed il sempre presente rischio incendio che va valutato attentamente in relazione all’eventuale presenza di sorgenti di innesco e delle

già citate sostanze chimiche anche potenzialmente infiammabili (Benzene, Formaldeide). Le linee elettriche aeree Infine è opportuno che la valutazione dei rischi, come accennato in precedenza, tenga in considerazione la possibilità di incidenti dovuti alla presenza di linee elettriche aeree, che devono essere ben segnalate ed identificate onde evitare interferenze con conseguenze anche potenzialmente letali. Dalla valutazione dei rischi conseguirà l’adozione di misure di prevenzione e protezione di tipo organizzativo, tecnico e procedurale ed infine, quando necessario, l’organizzazione della sorveglianza sanitaria. In particolare, l’obiettivo principale della sorveglianza sanitaria è la tutela della salute dei lavoratori avvalendosi di strumenti quali:  Valutazione della compati-

bilità tra condizioni fisiche e mansioni;  Individuazione degli stati di ipersuscettibilità individuale ai rischi lavorativi;  Verifica dell’efficacia delle misure di prevenzione dei rischi attuate in azienda. GLI ADEMPIMENTI DI LEGGE • Il settore agricolo si caratterizza per le diverse tipologie di Lavoratori in esso occupati, quali:  Lavoratori subordinati;  Soci Lavoratori (nel caso di cooperative e Società);  Familiari;  Lavoratori a tempo determinato;  Lavoratori stagionali;  Altre tipologie contrattuali (esempio: contratti a chiamata) nonché Lavoratori voucheristi. La seguente tabella riassume i principali obblighi da ottemperare per gli uni e per gli altri:

PRINCIPALI OBBLIGHI PER AZIENDE DATRICI DI LAVORO CATEGORIA

OBBLIGHI Utilizzare attrezzature di lavoro in conformità alle disposizioni di legge vigenti. Macchine ed attrezzature dotate dei dispositivi di protezione e marcatura CE se costruite dopo il 1996.

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Dotare i Lavoratori di idonei Dispositivi di Protezione Individuali (DPI) ed utilizzarli conformemente alle disposizioni di legge vigenti. Aziende con Lavoratori subordinati quali: • Lavoratori fissi e stagionali • Lavoratori assunti con le regole del nuovo mercato del lavoro • Lavoratori familiari con vincoli di subordinazione • Lavoratori minori • Apprendisti

Valutazione di tutti i rischi e stesura del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR). Nomina Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) e degli Addetti Primo Soccorso ed Emergenza. Nomina del Medico Competente (MC) per l’effettuazione della Sorveglianza Sanitaria Individuazione ed applicazione di misure di prevenzione dei rischi. Formazione ed informazione dei Lavoratori sui rischi presenti in Azienda. Consentire ai Lavoratori l’elezione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) e provvedere alla formazione dello stesso. In alternativa si dovrà nominare il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale (RLST) Nello svolgimento di attività in regime di appalto e di subappalto, munire i Lavoratori di apposita tessera di riconoscimento, corredata di fotografia, contenente le generalità del Lavoratore e l’indicazione del Datore di Lavoro.


PRINCIPALI OBBLIGHI PER ALTRE TIPOLOGIE DI AZIENDE CATEGORIA

OBBLIGHI Utilizzare attrezzature di lavoro in conformità alle disposizioni di legge vigenti Macchine ed attrezzature dotate dei dispositivi di protezione e marcatura CE se costruite dopo il 1996.

• • • • • •

Altre situazioni: Lavoratori autonomi Liberi professionisti Soci delle Società semplici operanti nel settore agricolo Componenti dell’impresa familiare Coltivatore/allevatore diretto

Munirsi di dispositivi di protezione individuale (DPI) ed utilizzarli conformemente alle disposizioni di legge vigenti. Munirsi di apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le proprie generalità, qualora effettuino la loro prestazione in un luogo di lavoro nel quale si svolgano attività in regime di appalto o subappalto.

nisti esperti nel campo Sanitario (medici competenti, medici specialisti nelle varie branche, infermieri professionali, tecnici, audiometristi, etc.), e nel campo Tecnico (chimici, fisici, ingegneri, etc.). Il C.D.C. Settore Medicina del Lavoro, mette a disposizione la propria esperienza sanitariatecnico-organizzativa a favore delle aziende associate COL-

DIRETTI, che devono adempiere agli obblighi in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, attraverso un’equipe di Medici Competenti e di Tecnici della Sicurezza, per l’erogazione del Servizio di Sorveglianza Sanitaria e di tutti gli interventi Tecnici finalizzati alla stesura del Documento di Valutazione dei rischi (DVR) e relativi approfondimenti.

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Per supportare le Aziende al fine di adempiere a quanto sopra descritto, COLDIRETTI ha stipulato una Convenzione con C.D.C. Centro Polispecialistico Privato, Via Gabotto 4 - Asti. CDC S.r.l. opera da più di 30 anni in ambito Medicina del Lavoro, mediante una struttura sanitaria tecnicamente e scientificamente avanzata. Di essa fanno parte professio-

Prevenzione infortuni

Con oneri a proprio carico, hanno facoltà di: • beneficiare della sorveglianza sanitaria; • partecipare a corsi di formazione specifici in materia di salute e sicurezza sul lavoro, incentrati sui rischi propri delle attività svolte.


Nuove frontiere per l’innovazione Coldiretti impegnata nella diffusione dell’agricoltura 4.0

Innovazione

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ai sistemi gps all’utilizzo dei droni, dai sensori nei campi alle etichette intelligenti, fino ai sistemi di avanguardia nella produzione ecocompatibile. Il mercato dell’agricoltura precisione in Italia vale già 400 milioni di euro con una crescita del 270% in un anno. E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti su dati dell’Osservatorio Smart AgriFood. L’obiettivo dell’Italia è arrivare entro il 2021 ad avere il 10% della superficie coltivata, pari a circa 1,3 milioni di ettari, con applicazioni intelligenti sempre più evolute e adatte alle produzioni nazionali considerato che i vantaggi dell’agricoltura 4.0 vanno dalla maggior efficienza produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi e dell’impatto ambientale con minor utilizzo di sementi, fertilizzanti, agrofarmaci, acqua di irrigazione, carburanti, lubrificanti. L’agricoltura 4.0 coinvolge di più imprenditori di età inferiore ai 40 anni e laureati, anche se la scelta di utilizzare applicazioni innovative è sempre più legata a fattori come la superficie da coltivare o il settore produttivo di riferimento. Con l’agricoltura di precisione si riesce a stabilire con esattezza quanta acqua e quante sostanze nutritive servono per una determinata coltura, qual è la giusta razione alimentare per un animale, ma anche eliminare infestanti attraverso interventi mirati, prevenire patologie, migliorare la resa delle coltivazioni e la stessa qualità dei prodotti, oltre a rendere più

facile il lavoro ad esempio con la guida satellitare presente ormai sull’8% dei trattori. Esiste però in Italia un pesante “digital divide” tra città e campagna dove le nuove tecnologie sono uno strumento indispensabile per sviluppare le risorse che il territorio può offrire, ma le opportunità offerte dall’agricoltura 4.0, con l’utilizzo dei Big Data Analytics e del cosiddetto “Internet delle cose” rischiano spesso di non essere colte a causa dei ritardi nell’espansione della banda larga nelle zone interne e montane. “Coldiretti è particolarmente attiva sul fronte dell’adozione e diffusione delle innovazioni tra le imprese agricole con attività di supporto per lo sviluppo di progetti di innovazione, basti pensare – conclude il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini – alla nuova figura professionale dell’in-

Dall’innovation advisor, per favorire lo sviluppo di progetti innovativi, al portale del socio di Coldiretti, fino alla blockchain

novation advisor per favorire lo sviluppo di progetti di innovazione o al portale del socio di Coldiretti strumento on-line per la gestione semplificata e veloce dell’amministrazione aziendale dalle fatture elettroniche al quaderno di campagna”. Ma il nostro impegno – conclude Prandini - si estende ai temi della tracciabilità alimentare e l’informazione ai consumatori a partire dalla blockchain, che è una delle ultime applicazioni dell’agricoltura di precisione per migliorare trasparenza, sicurezza, affidabilità dei prodotti”.


Tecnologie per l’agricoltura di precisione quali quantità. Diversi sono i sistemi che ne fanno parte, dal quaderno di campagna digitale del Portale del Socio Coldiretti, per tenere sotto controllo tutte le azioni effettuate, alla misura della conducibilità elettrica della soluzione circolante, per avere informazioni nutrizionali del terreno, ai rilievi multispettrali da drone, per il monitoraggio delle colture, a centraline meteo con sensori su ogni campo, per prevenire malattie e parassiti, con sistemi previsionali (DSS Decision Support System) in grado di fornirci in maniera preventiva informazioni utili a migliorare e integrare le ordinarie tecniche agronomiche, mettendo a disposizione dell’agricoltore e dell’agronomo nuovi strumenti utili alla loro professione. Tutti sistemi integrabili tra loro e con un controllo sempre più completo e ottimale rendendo così i dati utili all’azione in campo, con macchinari specifici

come seminatrici e spandiconcimi a rateo variabile, già presenti sul mercato, a sistemi GpsRtk, per una maggior precisione sia alla guida parallela sia allo strumento utilizzato, fino ad arrivare a battitori automatizzati per la raccolta o a trattamenti da drone (ammesso che la legge italiana ne autorizzi l’impiego) o addirittura a robot in grado di effettuare potature in maniera totalmente autonoma. Di tutto ciò e di tutti i vantaggi che si possono avere ormai si è consapevoli: miglior qualità e quantità di prodotto sono soltanto due degli aspetti in gioco, ma bisogna però pensare a come fare in modo che l’agricoltore approcci a questi nuovi sistemi in maniera rapida e intuitiva, mettendolo nelle condizioni di arrivare a dotare la sua azienda con maggior strumentazione utile al cambiamento. (Articolo redatto in collaborazione con Raffaele Ranieri di SkyDrone360)

Consentiti gli “abbrucciamenti” nei campi

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La Regione ha sospeso lo stato di pericolosità per gli incendi Con apposito provvedimento la Regione Piemonte ha revocato, a decorrere dal 10 aprile scorso, lo stato di massima pericolosità per incendi boschivi su tutto il territorio della regione Piemonte. Ne consegue che, a decorrere dalla stessa data del 10 aprile, decade il divieto di abbruciamento in campo di residui vegetali in quantità giornaliere non superiori a tre metri steri per ettaro. Essendo fuori dal periodo di divieto 01/11-31/03, gli abbruciamenti possono avvenire con le consuete regole, previa verifica che il Comune non abbia stabilito regole più restrittive.

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on l’approssimarsi di un nuovo periodo di programmazione comunitaria l’agricoltura è pronta per adottare la nuova tecnologia che avanza? Lo può certamente fare attraverso l’agricoltura di precisione, o agricoltura 4.0, con la quale è in atto un cambiamento tecnologico importante. L’Europa punta alla riduzione di sostanze di sintesi nelle colture, rendendo l’agricoltura sempre più sostenibile. Anche in Italia, con le direttive ministeriali, del dicembre 2017 e del marzo 2018, si promuove lo sviluppo dell’agricoltura di precisione. Le nuove tecnologie propongono strumentazioni di diagnosi, sensori, metodologie utili a sviluppare aspetti fino a ora poco considerati o ancora non ben applicati. Oggi l’agricoltura di precisione può mettere in condizione l’agricoltore di lavorare con dati e strumenti in grado di migliorare vari aspetti, dalla presenza o meno di sostanze nel terreno con mappature complete, a rilievi per la verifica dello stato vegetativo della pianta, fino a un controllo continuo per la verifica di patogeni o malattie per la riduzione di fitofarmaci e fertilizzanti. Può essere importante anche per una migliore razionalizzazione dell’utilizzo dell’acqua d’irrigazione, monitorando ciò di cui ha bisogno la pianta e intervenendo in maniera mirata solo dove serve e in

Innovazione

Ci sono molti strumenti digitali, ma ora occorre renderli di uso comune


Sicurezza del lavoro: pre-iscrizioni corsi

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oldiretti Asti, in stretta collaborazione con Inipa Nord Ovest, organizza una serie di corsi specifici sulla sicurezza del la-

voro. Al fne di organizzare il numero delle adesioni in riferimento alla sede del corso, da tenersi in ogni caso nel capoluogo provinciale e/o in un altro

centro della provincia di Asti, preghiamo gli interessati di barrare il corso i corsi prescelti e di comunicarli secondo le indicazioni fornite in basso.

COGNOME…………………………………………………… NOME.........…………….................................................... Ruolo aziendale (titolare o coadiuvante o dipendente o privato)................................................................................ Rag. soc. Az. Agr.................................................................................COD. FISCALE ……………….…….…………… Indirizzo.…………………….……...………...……………n………C.A.P……………Comune ………………...………...… Tel. ………………….………… Cell…………………………………E-mail:…………………………………………..…… Chiede di essere informato circa l’avviamento dei corsi contrassegnati. Ai sensi dell’art. 13 D.Lgs 196/2003, il sottoscritto a conoscenza dell’informativa, autorizza l’INIPA Piemonte alla raccolta, elaborazione e diffusione di tutti i dati personali necessari all’inoltro della domanda presentata e allo svolgimento del servizio richiesto.

Data…………………………… Firma ………………………………………………..……………………………………

Formazione

Interesse a partecipare

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TITOLO CORSO

ORE

Addetto alla conduzione di Trattori agricoli su gomma – chi non dimostra di avere una esperienza pregressa di 2 anni (negli ultimi 10 anni acquisita al 31.12.2017)

8

Addetto alla conduzione di Trattori agricoli cingolati – chi non dimostra di avere una esperienza pregressa di 2 anni (negli ultimi 10 anni acquisita al 31.12.2017)

8

Addetto alla conduzione di Trattori agricoli su gomma e cingolati – chi non dimostra di avere una esperienza pregressa di 2 anni (negli ultimi 10 anni acquisita al 31.12.2017)

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Addetto alla conduzione di PLE (piattaforme lavoro elevabile) con stabilizzatore

8

Addetto alla conduzione di PLE senza stabilizzatore

8

Addetto alla conduzione di PLE con o senza stabilizzatore

10

Addetto alla conduzione macchine movimento terra(es: escavatore)

16

Addetto alla conduzione di Carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo – carrelli industriali semoventi (es. muletto)

12

Addetto alla conduzione di Carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo – carrelli semoventi a braccio telescopio (es. Merlo)

12

Addetto alla conduzione di Carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo – carrelli/sollevatori/elevatori semoventi telescopici rotativi

12

Addetto alla conduzione di Carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo – carrelli industriali semoventi, carrelli semoventi a braccio telescopico e carrelli/sollevatori/elevatori semoventi telescopici rotativi

16

Addetto alla conduzione di Gru per autocarro

12

Datore di lavoro con incarico diretto R.S.P.P.- RISCHIO MEDIO – Formazione

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Datore di lavoro con incarico diretto R.S.P.P.- RISCHIO MEDIO – Aggiornamento

10

Incaricato per l’attività di primo soccorso in aziende di gruppo “B” - Formazione

12

Incaricato per l’attività di primo soccorso in aziende di gruppo “B” - Aggiornamento

4

Addetto alla prevenzione e lotta antincendio in aziende di gruppo “B” - Formazione

8

Addetto alla prevenzione e lotta antincendio in aziende di gruppo “B” –Aggiornamento

5

Norme igienico/sanitarie di cantina - HACCP

9

Norme igienico/sanitarie per la trasformazione dei prodotti - HACCP

9

Norme igienico/sanitarie per la produzione primaria e mercati - HACCP

6

Corso per il conseguimento del patentino valido per l’acquisto, il trasporto e l’utilizzo dei fitofarmaci-Formazione

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Corso per il conseguimento del patentino valido per l’acquisto, il trasporto e l’utilizzo dei fitofarmaci-Aggiornamento

12

Corso Formazione lavoratori settore agricolo(formazione generale e specifica)

12

Corso Formazione lavoratori settore agricolo (aggiornamento)

6

Per ricevere maggiori informazioni, compilare e ritagliare la parte col tratteggio e recapitarla secondo le seguenti modalità: - Per posta spedire a: Coldiretti C.so F. Cavallotti 41 – 14100 Asti; - Per mani proprie consegnandola: all’ufficio Coldirettti più comodo; - Per fax al numero: 0141 / 35.51.38; - Per telefono componendo il numero della Segreteria INIPA di Asti: 0141 / 380.409; - Per E-mail all’indirizzo: giovanna.crosetti@coldiretti.it.


Cooperative: sono 2 milioni i nuovi occupati in 5 anni nale seguendo ogni anno oltre 7 milioni di famiglie in un contesto che – spiega Uecoop su dati Istat - vede un progressivo invecchiamento della popolazione con più di 1 italiano su 5 (22,8%) che ha oltre 64 anni e ci sono 2,2 milioni di persone che superano gli 85 anni. Si tratta di fasce di popolazione che fisiologicamente regi-

cupante a livello economico e sociale – evidenzia Uecoop – che colpisce in particolare le zone del centro sud Italia con le isole che hanno il 43,5% delle famiglie in difficoltà sulle spese mediche contro il 9,9% del nord est e il 19% del nord ovest. Una problematica che riguarda più di 1 pensionato su 4 (27,7%) in un contesto dove –

strano un maggiore ricorso a cure, farmaci e assistenza ma con la quale non si esaurisce la domanda di servizi sanitari nonostante i problemi di bilancio delle famiglie con oltre 5 milioni di poveri a livello nazionale. Infatti- spiega Uecoop su dati Eurispes – il 23,2% delle persone ha difficoltà a pagare le spese mediche con i problemi maggiori per chi è solo. Si tratta di un segnale preoc-

sottolinea Uecoop - ci sono oltre 4 milioni di pensionati che prendono meno di 750 euro al mese e un terzo di loro non arriva neppure a 500 euro al mese. La sfida del futuro è quella di potenziare l’assistenza a fronte di 5,7 milioni di italiani che – conclude Uecoop – negli ultimi tre anni si sono indebitati per sostenere i costi per cure mediche.

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on una crescita del 12% dei posti di lavoro e oltre duemila nuovi occupati negli ultimi cinque anni il sistema socio assistenziale delle cooperative “anticipa” lo sblocco delle assunzioni. Con “Quota 100” il Governo ha previsto, nei prossimi tre anni, di compensare la mancanza di medici e infermieri in uscita dal servizio sanitario nazionale. E’ quanto emerge da un’analisi di Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, su dati Camera di Commercio di Milano Lodi Monza, in riferimento alle 104.390 richieste di accesso alla nuova pensione anticipata arrivate all’Inps fino al 28 marzo scorso e che coinvolgono anche la rete socio sanitaria nazionale. Con l’aumento della speranza di vita che per gli uomini sfiora ormai gli 81 anni (80,8) mentre per le donne supera gli 85 (85,2) – evidenzia Uecoop – la sfida del futuro sarà continuare a garantire alti livelli di cure e assistenza, dall’infanzia alla terza età, con un sistema misto dove pubblico privato dovranno sempre più sostenersi a vicenda per soddisfare tutti quei servizi che l’uno o altro non riescono a coprire: dall’assistenza domiciliare ad anziani e disabili alla gestione delle case di cura fino ai centri psicosociali per portatori di handicap o di recupero per le dipendenze. Il mondo cooperativo – spiega Uecoop – svolge un’azione strategica sul territorio nazio-

Previdenza

UeCoop: mancano infermieri, la rete socio assistenziale anticipa “Quota 100”


RUBRICA COLTIVA LA SALUTE REDATTA DA C.D.C.

La Psoriasi, come conoscerla, come curarla È una malattia infiammatoria e può essere di varie tipologie

Sanità

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a Psoriasi è una malattia infiammatoria ad andamento cronico-recidivante con possibile interessamento sia cutaneo che articolare. Esistono varie forme cliniche di psoriasi, distinte per morfologia ed andamento: la psoriasi a grandi placche, la psoriasi guttata, la psoriasi inversa, la psoriasi pustolosa e la psoriasi eritrodermica; diverso anche il coinvolgimento solo delle unghie o del capillizio. Grazie a recenti studi, la Psoriasi non è più intesa come patologia ad esclusivo interessamento cutaneo, ma è considerata una malattia sistemica per l’ampio ventaglio di patologie alle quali può essere associata, come ad esempio le malattie infiammatorie croniche intestinali, le patologie oculari, le malattie metaboliche, i disturbi psicologici ed in particolare un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, con

incremento dei tradizionali fattori di rischio cardiovascolare quali obesità, diabete, sindrome metabolica, iperlipidemia. Fattore molto importante è la frequente associazione di un interessamento articolare, che si presenta più spesso nei pazienti affetti da psoriasi cutanea da più di 10 anni. E’ quindi molto importante proporre al paziente terapie valide ed appropriate per il grado di malattia e per le eventuali pa-

tologie associate, che consentano di migliorarne la qualità di vita. Il paziente deve essere seguito durante l’intero percorso, dalla diagnosi alle eventuali terapie, sia con farmaci topici per i casi più lievi e circoscritti, che con farmaci sistemici, riservati alle forme particolarmente estese. La terapia topica, ovvero l’utilizzo di principi attivi farmacologici applicabili direttamente sulla cute, rappresenta senza dubbio il principale cardine della cura della psoriasi, sempre valido nonostante l’avvento di nuovi farmaci. La terapia sistemica tradizionale si avvale di farmaci in uso da anni (metotrexare, ciclosporina e retinoidi), riservati ai casi più complessi e con peggiore qualità di vita. La risposta clinica il più delle volte è ottima, ma tali farmaci non sono immuni da effetti collaterali, e per questo motivo il paziente è costantemente monitorato con controlli ravvicinati.

numero 4 - 2019

COLTIVA LA TUA SALUTE

Da oltre dieci anni, l’accordo tra Coldiretti-Epaca e C.D.C. permette di far crescere il valore della prevenzione e della sicurezza nella cultura dell’impresa agricola ed unire la tutela dell’imprenditore, dei suoi familiari e degli ospiti della sua azienda con l’idea di una nuova agricoltura multifunzionale territorialmente sostenibile. C.D.C. rappresenta una delle realtà sanitarie più significative e dinamiche del Piemonte, con un’attività diagnostica completa presso sedi dislocate in modo capillare su tutto il territorio regionale: a Torino, Biella, Cuneo, Novara, Vercelli e Verbania. Grazie a tale collaborazione, i soci Coldiretti-Epaca possono accedere privatamente a tutte le prestazioni con tariffario agevolato esibendo la Tessera Associativa Coldiretti/Epaca, oppure tramite il SSN presentando la richiesta del medico curante. Inoltre presso gli uffici provinciali o zonali Coldiretti-Epaca possono prenotare visite mediche specialistiche e prestazioni diagnostiche presso tutti i centri C.D.C. e con assoluto rispetto della privacy, il socio, tramite il PIN ricevuto in accettazione, può richiedere la stampa del proprio referto online. Periodicamente, tramite questa rubrica, vi informeremo su temi di interesse generale legati alla prevenzione ed alla cura di patologie tipiche del mondo agricolo. C.DC.: ASTI, C.so Galileo Ferraris, 4/a - EPACA: ASTI, C.so F. Cavallotti, 41, tel 0141.380.400 - CANELLI, Via Cassinasco, 11/13 - CASTELNUOVO D.B., V.le Europa, 12/B - MONCALVO, P.zza Carlo Alberto, 25 - MONTIGLIO M.TO, Via Padre Carpignano, 3 - NIZZA M.TO, C.so Acqui, 42/44 - S. DAMIANO D’ASTI, Via Roma, 23 - VESIME, P.zza V. Emanuele II, 3 - VILLANOVA D’ASTI, Via O. Blandino, 19


Malattie professionali in agricoltura Consulenza medica gratuita all’EPACA

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nale qualificato saprà fornire le corrette indicazioni del caso.

Previdenza

interessati a rivolgersi al Patronato Epaca della Coldiretti dove perso-

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Via C. Botta, 4 - 14015 San Damiano d’Asti

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el corso degli ultimi anni specifiche disposizioni di legge e diverse sentenze della Corte di Cassazione hanno consentito di ampliare la tabella delle malattie professionali riconoscibili dall’INAIL anche in ambito agricolo. Grazie ad una qualificata consulenza medico-legale, il Patronato EPACA della Coldiretti ha presentato numerose istanze finalizzate al riconoscimento delle malattie professionali più frequenti in agricoltura e sono stati riconosciuti numerosi indennizzi da parte dell’Istituto assicuratore. Evidenziamo di seguito tali malattie professionali, piuttosto frequenti in agricoltura ma anche in altri ambiti lavorativi, per le quali è possibile effettuare richiesta all’INAIL di indennizzo; invitiamo tutti coloro che ritengono di poter essere nelle condizioni per richiedere il beneficio a rivolgersi tempestivamente all’ufficio zona Coldiretti più vicino per la valutazione del caso attraverso una qualificata consulenza medica gratuita. Queste le malattie professionali riconosciute: Sindrome del tunnel carpale; Diminuzione della capacità uditiva (ipoacusia percettiva bilaterale simmetrica); Tendiniti (spalla, gomito, polso, mano; Patologie del ginocchio (borsiti, meniscopatie, tendinopatie del quadricipite). Per ogni ulteriore informazione o chiarimento in merito, invitiamo gli


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Cercasi vigneti in affitto (moscato e barbera) zona di Canelli e comuni limitrofi. Tel. 3332738478 oppure 3355345423. Cerco noccioleti da condurre in affitto. Zona Nizza Monferrato e paesi limitrofi. Massima serietà. Tel. 0141701146 ore pasti.

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Cercasi cingolo d’ occasione e attrezzatura. Tel. 3387632487.

PUBBLICAZIONE ANNUNCIO ECONOMICO

Gli annunci sono riservati agli Associati Coldiretti in regola con il Tesseramento, per i non tesserati è necessario associarsi con tessera da € 15,00. TESTO ANNUNCIO:

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COSTO DELL’INSERZIONE € 5,00, l’annuncio sarà pubblicato per 1 uscita. Il pagamento può essere effettuato presso qualsiasi ufficio Coldiretti Asti. La pubblicazione degli Annunci de “Il Notiziario Agricolo” è riservata esclusivamente per le compravendite fra privati, non si pubblicano annunci di carattere commerciale. L’annuncio verrà pubblicato a partire dal primo numero utile, in caso di mancanza di spazio le pubblicazioni slitteranno sui numeri successivi. L’editore non è responsabile di quanto pubblicato negli annunci, il presente modulo vale come dichiarazione che quanto richiesto di pubblicare corrisponde al vero.

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Autorizzo Coldiretti Asti ad inserire i miei dati nelle liste per la gestione degli Annunci Economici sul periodico “Il Notiziario Agricolo”. In qualsiasi momento in base all’Art.13 della legge 675/96 potrò chiedere la modifica o la cancellazione, oppure negare il consenso al loro utilizzo scrivendo a Coldiretti Asti, C.so F. Cavallotti n. 41 – 14100 Asti.

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