Spedizione in abbonamento postale -45% Poste Italiane Spa – Spedizione in A.P. D.L. 353/03 (Conv. 27/02/04 L. 46) Art. 1 comma 1, DCB Asti. Numero 2 - Anno 2013. In caso di mancato recapito rinviare all'Ufficio P.T. 14100 Asti CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare il relativo importo
Anno
62° Periodico della Federazione Provinciale COLDIRETTI
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Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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Nove riunioni in tutta la provincia
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Dove vanno l’agricoltura italiana ed europea?
Cara Nestlè, il ripieno te lo diamo noi
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Un delegato astigiano in Terramica
Il Tar blocca l’allargamento della zona Moscato
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Inabilità temporanea assoluta al lavoro
Speciale Misura 111 - Impiego dell’albumina nei vini rossi; norme e adempimenti per l’ortofrutta fresca; tagli boschivi nel rispetto delle norme; valutazione rischi lavoro; contributi per acquisto arnie; distributori latte crudo; autorizzazioni patate da consumo, La coltivazione della canapa.
Sommario
Direzione, Redazione, Amministrazione: 14100 ASTI Corso Felice Cavallotti, 41 Tel. 0141.380.400 Fax 0141.355.138 e-mail: stefano.zunino@coldiretti.it www.coldiretti.it Periodico ufficiale Coldiretti Anno 62° numero 2 - 23 febbraio 2013* Realizzazione grafica e stampa Riflesso – S.r.l. F.lli Scaravaglio & C. Reg. Trib. di Asti n.44 del 20-04-1949 Direttore Resp.: Antonio Ciotta Vice Direttore: Stefano Zunino Pubblicità: Impresa Verde Asti srl – Riflesso scarl Tel. 0141.380.400 – 0141.590425 Abbonamento annuale: Euro 20,00 *Data di chiusura del giornale
argomenti in evidenza
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Artefici del proprio destino I progetti economici di Coldiretti rivitalizzano il settore
Riunioni zonali
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entre scriviamo, sono in pieno svolgimento le riunioni zonali. Con una folta partecipazione, gli incontri organizzati da Coldiretti Asti, vedono in programma nove riunioni con il coinvolgimento di almeno un migliaio di dirigenti delle forza sociale maggiormente rappresentativa del territorio. Dopo le prime riunioni di Villanova, Canelli, San Damiano, Montiglio Monferrato e Moncalvo, si può già tracciare un bilancio dell’iniziativa. Il presidente provinciale, Roberto Cabiale, e il direttore, Antonio Ciotta, coordinano il tour nei maggiori centri della provincia coinvolgendo i presidenti e i segretari delle zone, nonchè i responsabili dei vari servizi, dall’economico, al sindacale, dal fiscale al previdenziale, fino all’assistenza tecnica. “Ma al di là delle varie problematiche burocratico-amministrative che coinvolgono le imprese – sottolinea Roberto Cabiale – il maggiore interesse dei nostri associati è focalizzato sullo stato dell’arte del progetto economico di Coldiretti che si sta sviluppando in tutta l’Italia”. Fai, tenete bene a mente questo acronimo che sicuramente farà parlare molto di sè, ovvero la filiera Firmata dagli Agricoltori Italiani, si sta sviluppando sul territorio a macchia d’olio. Con l’obbiettivo di affermare una “Filiera Agricola tutta Italiana”, Coldiretti ha prima istituito i Mercati di Campagna Amica, oggi sono oltre mille in tutta Italia, con cui ha affermato nei confronti dei consumatori il vero valore del made in Italy. Poi sono nati i Punti Campagna Amica, oltre 100 nella sola provincia di Asti, aprendo a tutti le porte delle imprese agricole. Recentemente sono poi nate le Botteghe di Campagna Amica, unica vera alternativa alla grande distribuzione ordinaria. Ma oggi le maggio-
Dagli incontri zonali, in svolgimento in questi giorni, emerge un particolare interesse per gli accordi di filiera, dagli ortaggi alla carne di razza piemontese. Presto sarà svelato un progetto specifico per il vino Barbera d’Asti. ri aspettative dei dirigenti e degli associati Coldiretti sono rivolte agli accordi interprofessionali, a qualla parte del progetto Coldiretti di una “Filiera Agricola tutta Italiana” che è destinata a movimentare sempre più ingenti quantitativi sui mercati. Ed ecco che alle riunioni zonali di Coldiretti Asti “si è parlato principalmente – sottoline il direttore Antonio Ciotta – degli accordi di fornitura stipulati con importanti aziende di trasformazione e distribuzione agroalimentare. Sono ormai una realtà, sempre più consistente, gli accordi per la filiera degli ortaggi, che vede qui ad Asti una fornitura di 8 mila quintali fra carote, cavolfiori, cipolle, peperoni, rape e sedani alla “F.lli Saclà Spa”, come sono altrettanto ben consolidati quelli con la Ferrero per la fornitura del latte, oppure con Gianduiotti e Novi per le nocciole Igp Piemonte. Imminente è la definizio-
Nella foto in alto: la riunione zonale tenutasi a Canelli, sopra Roberto Cabiale e Antonio Ciotta, rispettivamente presidente e direttore provinciali.
ne di un importante accordo con una casa di distrubuzione per la fornitura nel Nord Ovest di Carne di razza bovina Piemontese, così come per il prosciutto Piemonte, e tutto questo mentre i cereali, proprio sulle ali di un accordo Fai, registrano finalmente valori di mercato più adeguati ai costi di produzione”. “Il progetto Coldiretti – rimarca il presidente Cabiale – come speravamo, si sta affermando sempre più e in tutti i comparti produttivi. Dalla passata vendemmia Coldiretti Asti ha anche concentrato i suoi sforzi su uno specifico progetto per il vino, contiamo vivamente di poter annunciare presto importanti azioni a favore del nostro prodotto più diffuso, la Barbera d’Asti”.
Cara Nestlè, il ripieno te lo diamo noi Proposta Coldiretti di mettere nei ravioli Buitoni la carne di razza Piemontese
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Roberto Moncalvo presidente Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa direttore Coldiretti Piemonte
Buitoni, se queste imprese volessero veramente valorizzare il Made in Italy ed indicare, dalle farine alle carni ai prosciutti, l’origine di questi alimenti. In Piemonte, operano centinaia di imprese agricole, singole o associate, che sono disponibili per la stipula di contratti di filiera, che Coldiretti ha già realizzato in altri settori dell’agroalimentare. È però
necessaria la volontà della multinazionale di aprire un dialogo con Coldiretti e gli imprenditori agricoli, affinché si dia la chiara dimostrazione ai consumatori che si intende avviare un processo di trasparenza, che evita caroselli commerciali che mettono a rischio la salute dei consumatori e la credibilità dell’azienda di trasformazione.
Attualità
e la Buitoni con lo stabilimento di Moretta nel Cuneese ci contatta, noi siamo pronti a fornire il ripieno dei ravioli e dei tortellini con la carne dei bovini di razza piemontese, che sono allevati a pochi centinaia di metri dallo stabilimento”. È stata questa la proposta avanzata da Roberto Moncalvo e Bruno Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti Piemonte, in soccorso alla multinazionale Nestlè che è entrata “nell’occhio del ciclone” per aver “scoperto a sua insaputa” di mettere nei ripieni dei ravioli (Buitoni) la carne di cavallo. Coldiretti, oltre a portare avanti da sempre, la ferma battaglia per un’etichettatura chiara e trasparente dei prodotti alimentari che, anche in questa occasione ribadisce con forza, è in condizione di dialogare con colossi industriali come Nestlè-
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Carne cavallo: uno scandalo alimentare all’anno Dalla mucca pazza alla mozzarella blu fino al batterio killer
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na media di uno scandalo alimentare all’anno ha segnato l’inizio del secolo. Dalla mucca pazza all’aviaria, dal latte cinese alla melamina a quello tedesco alla diossina, dalla mozzarella blu al batterio killer nei germogli di soia fino alla carne di cavallo nei ravioli. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione della decisione della Nestlè di ritirare dagli scaffali italiani e spagnoli ravioli e tortellini di manzo Buitoni, dopo che sono state rinvenute tracce di Dna di carne di cavallo pari all’1 per cento. Il ritardo dell’Unione Europea nell’adottare
misure di trasparenza dell’informazione al consumatore, come l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle materie prime
utilizzate, ha favorito - sottolinea la Coldiretti - il moltiplicarsi degli allarmi a tavola provenienti dalle diverse parti del mondo.
Il Tar blocca l’allargamento della zona Moscato Escluso il comune di Asti come chiesto da Coldiretti e Assomoscato
Attualità
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La sentenza del Tar che blocca l’allargamento della zona di origine del Moscato d’Asti Docg al Comune di Asti, è un atto di giustizia verso l’economia del territorio e una chiara affermazione della qualità della nostra vitivinicoltura”, questo il commento, del presidente e del direttore di Coldiretti Piemonte, Roberto Moncalvo e Bruno Rivarossa, sull’annullamento del decreto ministeriale del 16 maggio 2012. Coldiretti Piemonte (unica organizzazione agricola che ha presentato ricorso al Tar, insieme all’Associazione Produttori Moscato d’Asti) ha promosso e vinto il ricorso al tribunale amministrativo dopo che il Ministero delle Politiche Agricole aveva di fatto concesso l’iscrizione all’anagrafe viticola di alcuni ettari di vigneto
Moscato d’Asti Docg, senza un’adeguata pubblicità e senza consultare adeguatamente il Comitato Vitivinicolo Nazionale. “Al di là della querelle burocratico-amministrativa risolta a nostro favore – sottolinea Roberto Cabiale, presidente Coldiretti Asti e membro di Giunta regionale con delega al settore vitivinicolo – siamo soddisfatti per aver tutelato al meglio i nostri associati e per aver fatto salvi i principi democratici di autogoverno della filiera vitivinicola. Con più riunioni pubbliche la nostra base associativa si era infatti espressa negativamente all’inserimento del comune di Asti nel disciplinare produttivo del Moscato d’Asti Docg. Questo
per due motivi: l’eventuale danno economico derivante dall’allargamento della zona di produzione, che sostanzialmente dava atto a una maggiore disponibilità di prodotto sul mercato; la salvaguardia dei presupposti qualitativi del Moscato d’Asti Docg che storicamente non viene contemplata sul territorio del comune di Asti”.
Azienda Agricola Viticola
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Voucher più accessibili tuto del lavoro occasionale accessorio è nato nel 2008 esclusivamente per il settore agricolo e solo successivamente è stato esteso ad altri settori. Una storia di successo tanto che da allora sono stati venduti 4,9 milioni di voucher da 10 euro per 110mila lavoratori. Il sistema dei voucher ha consentito nel tempo di coniugare gli interessi sia dell’impresa agricola, per il suo basso livello di burocrazia, che dei pensionati, degli studenti e dei disoccupati, per le opportunità di integrazione al reddito che è in grado di assicurare, in un quadro di legittimità e tutela anche assicurativa senza per questo, soprattutto nelle regioni dove è più utilizzato, ge-
nerare alterazioni del sistema del mercato del lavoro o interferenze con i contingenti della manodopera dipendente. Uno strumento quindi, come voluto dal Legislatore originario, di contrasto al lavoro sommerso per segmenti marginali di occupazione, idoneo nel contempo ad assicurare, soprattutto in un periodo di congiuntura economica, una giusta integrazione al reddito per fasce deboli del mercato del lavoro, ma certamente anche in grado di avvicinare al mondo dell’agricoltura molti giovani/studenti e preservare il patrimonio di esperienza e professionalità di molti anziani/pensionati. Presso gli uffici Coldiretti è possibile acquistare i voucher.
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iù occasioni di lavoro per studenti e pensionati grazie ai voucher per l’agricoltura. Nuove agevolazioni per l’accesso ai “buoni lavoro” sono state introdotte da una circolare del Ministero del Lavoro. In particolare, così come auspicato da Coldiretti, non trova al momento applicazione la limitazione temporale di utilizzo entro 30 giorni dall’acquisto del voucher, mentre l’autocertificazione resa dal prestatore d’opera, viene a costituire elemento sufficiente ad evitare in capo al datore di lavoro conseguenze sanzionatorie in caso di false attestazioni. Infine il valore del voucher fissato a dieci euro non corrisponde più ad un’ora di lavoro, come nel passato. L’isti-
Lavoro
Nuove disposizioni per agevolare studenti e pensionati
Dove vanno l’agricoltura italiana ed europea? Svoltosi a Cuneo un dibattito con il ministro delle Politiche agricole
Politica
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ltre ottocento dirigenti di Coldiretti Piemonte hanno partecipato a Cuneo all’incontro con il Ministro dell’Agricoltura, Mario Catania. Erano rappresentate tutte le province piemontesi: Asti, Alessandria, Cuneo, Torino, Novara-Vco, Vercelli-Biella. Il dibattito, tecnico e costruttivo, ha messo in evidenza le problematiche dell’agricoltura italiana ed europea. Particolare attenzione è stata data all’agricoltura piemontese. Il Ministro dell’Agricoltura è stato introdotto dagli interventi del presidente regionale Roberto Moncalvo, del direttore regionale Bruno Rivarossa e dei presidenti provinciali Roberto Cabiale di Asti, Roberto Paravidino di Alessandria, Marcello Gatto di Cuneo, Paolo Rovellotti di Novara-Vco, Paolo Dellarole di Vercelli-Biella. Guardando all’Europa, Moncalvo ha evidenziato l’esigenza che la nuova Pac sia improntata all’agricoltore professionale, evitando di finanziare rendite di posizione, come avvenuto finora. L’etichettatura e la rintracciabilità dei prodotti, da sempre nelle richieste di Coldiretti, in termini di necessità assoluta a tutela del Made in Italy, della salute dei consumatori e del lavoro degli imprenditori agricoli, è stato argomento condiviso e rilanciato dal Ministro. Nell’intervento, il Ministro dell’Agricoltura ha evidenziato che il nostro Paese deve impostare una concreta politica nazionale, usando meglio i fondi europei che spettano all’Italia per lo sviluppo rurale. Ha auspicato che nel nuovo PSR vi sia un grande piano nazionale per promuovere la garanzia del reddito alle imprese, attraverso formule assicurative che vedono l’impiego di risorse pubbliche. Relativamente alla protezione del suolo agricolo, ha ricordato che
negli ultimi dieci anni si sono persi 5 milioni di ettari di terreni, di cui 1,5 milioni cementificati. Una situazione che, a detta del Ministro, deve essere fermata poiché la terra è un bene non riproducibile. Venendo ad argomenti più locali, anche su sollecitazione dei rappresentanti dei Movimenti, Dario Perucca, delegato regionale Giovani Impresa, Graziella Boveri responsabile regionale Donne Impresa e Bruno Porta presidente regionale dei Pensionati, il Ministro ha ricordato il provvedimento che ha precluso la possibilità di realizzare impianti fotovoltaici sui terreni coltivabili. Ha inoltre evidenziato che, in futuro, anche gli impianti di biogas dovranno essere alimentati non più con il mais, bensì con sottoprodotti. Una richiesta forte è stata fatta per la conservazione dell’acqua per fini irrigui: la necessità di piccoli e medi invasi nelle zone collinari e montane per trattenere l’acqua e cederla nella stagione irrigua alle coltiva-
zioni. Relativamente alla difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese agricole, il ministro Catania ha evidenziato la necessità di un credito specializzato per l’agroalimentare. Gli attuali prodotti nuovi, messi in campo da Ismea, non sono più sufficienti per rispondere alle esigenze di credito delle imprese agricole. Riattivare un rapporto interprofessionale nell’Ortofrutta, tagliando le troppe intermediazioni, calmierare la burocrazia in agricoltura, come si è già iniziato a fare nel settore del vino, sostegni alla zootecnia e in particolar modo a quella da carne, abbattimento dei costi del lavoro anche attraverso un più facile accesso ai voucher, il contenimento della fauna dannosa all’agricoltura, hanno concluso il partecipato dibattito.
Piano assicurativo agricolo 2013
PRODUZIONI VEGETALI ASSICURABILI TUTTE LE PRODUZIONI AVVERSITÀ ASSICURABILI A CARICO DELLE PRODUZIONI VEGETALI Avversità catastrofali Anno 2013 ALLUVIONE e SICCITÀ Altre avversità anno 2013 - COLPO DI SOLE E VENTI SCIROCCALI - ECCESSO DI NEVE - ECCESSO DI PIOGGIA - GELO BRINA E SBALZI TERMICI - GRANDINE - VENTI FORTI Per l’anno 2013 la copertura assicurativa dovrà comprendere almeno due avversità atmosferiche, attraverso la stipula di polizze pluririschio. A partire dall’anno 2014 la copertura assicurativa dovrà comprendere almeno tre avversità atmosferiche. Le polizze multirischio sulle rese per la stabilizzazione del ricavo aziendale a seguito di avversità atmosferiche coprono l’insieme delle avversità. I valori assicurabili delle produzioni vegetali devono essere contenuti nel
limite della produzione media annua. A tal fine le tabelle Regionali individuano le produzioni unitarie medie annuali per prodotto/tipologia colturale che rappresentano le quantità unitarie massime assicurabili. Nel contratto assicurativo deve essere riportato, per ogni garanzia e bene assicurato, il valore assicurato, la tariffa applicata, l’importo del premio, la soglia di danno e/o la franchigia, gli appezzamenti delle singole colture devono essere individuati catastalmente e devono trovare rispondenza con il piano colturale del fascicolo aziendale validato. Le percentuali contributive massime sui premi assicurativi, da applicare per ogni combinazione coltura, struttura o allevamento /tipologia di polizza/garanzia saranno le seguenti: - Polizze con soglia di danno 30% (le polizza integrative che abbassano la franchigia dal 30 al 10% sono facoltative e non ricevono nessun contributo); - Colture/eventi assimilabili a calamità naturali/pluririschio con due avversità solo per l’anno 2013: fino al 65% della spesa ammessa; - Colture/eventi assimilabili a calamità naturali/pluririschio con almeno tre avversità: per il 2013 fino al 75% della spesa ammessa. A partire dal 2014 la percentuale di aiuto massima per questa tipologia di polizze potrà arrivare fino al 65% della spesa ammessa; Colture/eventi assimilabili a calamità naturali/multirischio: fino all’80% della spesa ammessa. DEFINIZIONI DI EVENTI E GARANZIE Grandine: acqua congelata in atmosfera che cade sotto forma di granelli di ghiaccio di dimensioni variabili.
Gelo: abbassamento termico inferiore a 0 gradi centigradi dovuto a presenza di masse d’aria fredda. Gli effetti negativi della violenza e/o intensità di tale avversità atmosferica devono essere riscontrabili su una pluralità di enti e/o colture limitrofe. Brina: congelamento di rugiada o sublimazione del vapore acqueo sulla superficie delle colture dovuta ad irraggiamento notturno. Gli effetti negativi della violenza e/o intensità di tale avversità atmosferica devono essere riscontrabili su una pluralità di enti e/o colture limitrofe. Eccesso di pioggia: eccesso di disponibilità idrica nel terreno e/o di precipitazioni prolungate eccedenti le medie del periodo che abbia causato danni alle produzione assicurate. Gli effetti di tale evento devono essere riscontrati su una pluralità di enti e/o colture limitrofe o poste nelle vicinanze ed insistenti in zone aventi caratteristiche orografiche analoghe. Alluvione: calamità naturale che si manifesta sotto forma di esondazione, dovuta ad eccezionali eventi atmosferici, di corsi e specchi d’acqua naturali e/o artificiali che invadono le zone circostanti e sono accompagnate da trasporto e deposito di materiale solido e incoerente. Gli effetti di tale evento devono essere riscontrati su una pluralità di enti e/o colture limitrofe o poste nelle vicinanze ed insistenti in zone aventi caratteristiche orografiche analoghe. Vento Forte: fenomeno ventoso che raggiunga almeno il 7 grado della scala Beaufort, limitatamente agli effetti meccanici diretti sul prodotto assicurato, ancorché causato dall’abbattimento dell’impianto arboreo. Gli effetti di tale evento devono essere riscontrati su una pluralità di enti e/o colture limitrofe o poste nelle vicinanze ed insistenti in zone aventi caratteristiche orografiche analoghe.
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on l’approvazione del Piano Assicurativo Agricolo 2013, dopo 40 anni di storia sono state definitivamente archiviate le polizze monorischio a favore delle più complete polizze pluririschio e multi rischio. Cambia anche la contribuzione che per le polizze pluririschio arriva fino al 75% e per le multi rischio arriva fino al 80% del costo assicurativo. Di seguito viene riportata una sintesi delle principali modifiche del piano assicurativo 2013.
Coperture assicurative
In pensione le monorischio, sempre più verso le multi rischio
Coperture assicurative 10
Sbalzo termico: Variazione brusca e repentina della temperatura che per durata e/o intensità arrechi effetti determinanti sulla vitalità delle piante con conseguente compromissione della produzione. Gli effetti negativi della violenza e/o intensità di tale avversità atmosferica devono essere riscontrabili su una pluralità di enti e/o colture limitrofe. Siccità: straordinaria carenza di precipitazioni rispetto a quelle normali del periodo che comporti l’abbassamento del contenuto idrico del terreno al di sotto del limite critico di umidità e/o depauperamento delle fonti di approvvigionamento idrico tale da rendere impossibile anche l’attuazione di interventi irrigui di soccorso. Tale evento deve arrecare effetti determinanti sulla vitalità delle piante oggetto di assicurazione con conseguente compromissione della produzione assicurata. Gli effetti della siccità devono essere riscontrati su una pluralità di enti e/o colture limitrofe o poste nelle vicinanze. Colpo di sole: Incidenza diretta dei raggi solari sotto l’azione di forti calori che per durata e/o intensità arrechi
effetti negativi al prodotto. Gli effetti negativi della violenza e/o intensità di tale avversità atmosferica devono essere riscontrabili in una pluralità di enti e/o colture limitrofe. Eccesso di neve: precipitazione atmosferica da aghi o lamelle di ghiaccio che per durata e/o intensità arrechi effetti meccanici determinanti sulla pianta e conseguente compromissione della produzione. Gli effetti negativi della violenza e/o intensità di tale avversità atmosferica devono essere riscontrabili su una pluralità di enti e/o colture limitrofe. GARANZIE Garanzie pluririschio si intendono i contratti assicurativi che coprono i danni determinati da almeno due eventi, per l’anno 2013 e almeno 3 eventi per l’anno 2014, tra quelli ammessi all’assicurazione agevolata. Garanzie multirischio sulle rese per la stabilizzazione del ricavo aziendale a seguito di avversità atmosferiche Si intendono i contratti assicurativi che coprono la mancata resa quali/ quantitativa della produzione a cau-
sa della combinazione degli eventi avversi ammessi alla copertura assicurativa agevolata comprensiva, eventualmente, delle fitopatie e degli attacchi parassitari. In termini di valore la mancata resa dovrà essere espressa come la differenza tra la resa effettiva risultante al momento del raccolto e la resa media della produzione ordinaria del triennio precedente o, in alternativa, dei cinque anni precedenti escludendo l’anno con la produzione più bassa e quello con la produzione più elevata, moltiplicata per il prezzo medio dell’ultimo triennio. CONSIDERAZIONI Vista l’importanza sempre più rilevante che ricoprono le polizze assicurative all’interno di un’azienda è necessaria una attenta valutazione delle opportunità assicurative offerte dal mercato, così facendo ogni azienda avrà a disposizione un efficace strumento che garantisce, offrendo una copertura assicurativa specifica personalizzata, il reddito annuale. Per ogni chiarimento ed esigenza di consulenza aziendale in merito potete rivolgervi ai nostri uffici.
Indispensabile assicurarsi In caso di calamità si ha la garanzia di un risarcimento
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alla grandine al gelo in frutticoltura, orticoltura e viticoltura, dalle epizoozie nel settore zootecnico alle alluvioni: eventi che quando succedono mettono in ginocchio l’impresa agricola. Sinora da parte dello Stato e della Regione era previsto l’intervento diretto sia sul fronte della concessione del credito agevolato che l’intervento in conto capitale. Ora sia per carenza di fondi nel pubblico che per l’orientamento europeo della nuova Pac, per avere un minimo di garanzie di intervento risarcitorio all’impresa, non resta che assicurarsi. Abbiamo chiesto agli esperti del Consorzio di Difesa dalle Calamità Atmosferiche della
Provincia di Asti di rispondere a quattro domande che spesso gli associati Coldiretti si pongono. Per ottenere risarcimenti in caso di calamità atmosferiche come grandine e gelo non ci resta che l’assicurazione? Infatti la Commissione europea ed il Ministero delle politiche agricole vogliono incentivare gli interventi assicurativi affinché le aziende agricole in caso di calamità naturale (grandine, vento, gelo/brina e sbalzi termici, eccesso di pioggia) di calamità catastrofali (siccità e gelo dal 2014) possano ottenere risarcimento dei danni certi ed in tempi brevi per il mancato reddito. Il Ministero
per la prima volta ha inserito nel Piano assicurativo agricolo nazionale un forte incentivo per le nuove aziende che non si sono mai assicurate negli ultimi cinque anni al fine di allargare il numero delle aziende assicurate. Nel nostro contesto, Italiano ed Europeo, quale è il ruolo dei consorzi di difesa? I Consorzi di Difesa più propriamente chiamati CONDIFESA ed aderenti ad ASNACODI, l’Associazione Nazionale dei Consorzi di Difesa, che esistono solo in Italia, svolgono un ruolo molto importante nel campo agricolo in quanto con trattative collettive mettono in concorrenza le varie società di assi-
Risarcimenti per la siccità nel 2012
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n deroga al Piano Assicurativo agricolo del 2012, per l’impossibilità degli agricoltori di stipulare polizze agevolate per mancanza di un’adeguata offerta assicurativa, è stato emanato il Decreto Ministeriale del 25 gennaio 2013 di riconoscimento della siccità nei comuni delimitati per il periodo dal 1 giugno 2012 al 31 agosto 2012. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 36 del 12 febbraio 2013, questo l’elenco dei Comuni della Provincia di Asti delimitati: Albugnano Antignano – Aramengo – Asti – Azzano d’Asti - Baldichieri – Belveglio - Berzano San Pietro – Buttigliera d’Asti – Calliano - Camerano Casasco – Cantarana – Capriglio – Casorzo – Castagnole M.to - Castell’alfero – Castellero – Castello di Annone - Castelnuovo D. B. – Cellarengo – Celle Enomondo – Cerreto - Cerro Tanaro – Chiusano d’Asti – Cinaglio – Cisterna d’Asti – Cocconato – Corsione – Cortandone – Cortanze – Cortazzone – Cortiglione – Cossombrato – Cunico - Dusino San Michele – Ferrere – Frinco – Grana – Grazzano Badoglio – Incisa Scapaccino – Isola d’Asti – Maretto – Mombaldone - Mombercelli – Monale – Monastero Bormida - Moncalvo - Moncucco T.se – Montafia – Montaldo Scarampi – Montechiaro d’Asti - Montemagno - Montiglio M.to – Moransengo – Olmo Gentile - Passerano Marmorito – Penango – Piea - Pino d’Asti - Piovà Massaia – Portacomaro – Refrancore – Revigliasco d’Asti – Roatto – Robella – Rocca d’Arazzo –Roccaverano - Rocchetta Tanaro – San Damiano d’Asti – San Giorgio Scarampi - San Martino Alfieri - San Paolo Solbrito – Scurzolengo – Serole - Settime – Soglio – Tigliole – Tonco – Tonengo – Valfenera – Viale – Viarigi - Villafranca d’Asti - Villanova d’Asti - Villa San Secondo. I Comuni ricadenti nella Comunità Montana Langa Astigiana Val Bormida sono di competenza della stessa, mentre gli altri sono di competen-
za della Provincia di Asti – Servizio Agricoltura. I titolari di aziende agricole interessati (I.A.P. o coltivatori diretti) che hanno subito danni da siccità superiori al 30 % della produzione lorda vendibile (nel caso di danni alle produzioni vegetali, sono escluse dal calcolo dell’incidenza di danno sulla produzione lorda vendibile le produzioni zootecniche), formulando regolare domanda, potranno beneficiare delle provvidenze previste dall’art. 5 comma 2 del D.Lgs 102/04, in particolare: 1 lett. a) contributo in conto capitale fino all’ 80% sul danno accertato sulla base della produzione lorda vendibile media ordinaria, da calcolare secondo le modalità e le procedure previste dagli orientamenti e dai regolamenti comunitari in materia di aiuti di Stato; 2 lett. b ) prestito ad ammortamento quinquennale a tasso agevolato del 35% del tasso di riferimento per le operazioni di credito agrario oltre i 18 mesi; 3 lett. c) proroga delle operazioni di credito agrario; 4 lett. d) agevolazioni previdenziali (l’esonero parziale del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali propri e per i lavoratori dipendenti, in scadenza nei dodici mesi successivi alla data in cui si e’ verificato l’evento. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, è autorizzato a determinare, con proprio decreto, la percentuale dell’esonero fino a un massimo del 50 per cento). Le domande di risarcimento dei danni alle coltivazioni da parte delle aziende agricole interessate dovranno essere inviate telematicamente, per il tramite del CAA detentore del fascicolo aziendale, attraverso il programma ATM. Dal programma le domande dovranno essere stampate in modo cartaceo e presentate presso gli uffici del Comune del centro aziendale entro il termine perentorio del 28 marzo 2013.
Coperture assicurative
Provvedimento straordinario del Ministero per avere il contributo
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curazione al fine di ottenere le migliori tariffe applicate sul mercato assicurativo. Svolgono una funzione di anticipazione finanziaria a favore delle aziende in quanto pagano interamente i premi alle Compagnie entro le scadenze previste dalle normative ministeriali e di Agea. Inoltre, svolgono un’azione di coordinamento ed i produttori pagano la loro quota parte a fine anno. Svolgono anche un ruolo importante nella gestione delle pratiche di finanziamento pubblico, inserendo i dati sul portale del Sistema Informatico Agricolo Nazionale garantendo una corretta corresponsione del contributo pubblico alle aziende e anticipando la contribuzione PAC e l’eventuale integrazione del Fondo di solidarietà nazionale. Ma se un’impresa vuole assicurarsi per conto suo può farlo? Che convenienza ha? Certamente la normativa ha sempre previsto la possibilità che l’azienda agricola possa assicurarsi con polizze individuali, ovviamente deve corrispondere totalmente i premi assicurativi all’atto della stipula della polizza ed attendere i finanziamenti pubblici senza la garanzia del buon esito della sua pratica. In Italia il 95% delle polizze assicurative sono quelle collettive. Tale percentuale vuol dire che la maggior parte delle Aziende si fidano e si affidano al sistema consortile italiano anche per la reale convenienza economica. Quali sono le tempistiche. Entro quando l’imprenditore deve contattarvi? Al 31 gennaio 2013 il Ministero ha emesso il decreto relativo al nuovo Piano assicurativo agricolo nazionale (PAAN). E’ in fase di emanazione il decreto prezzi Ismea, la circolare relativa alla nuova gestione dei rischi agricoli ai sensi del nuovo PAAN. Il Condifesa sta iniziando la contrattazione collettiva con le Compagnie di assicurazione per cui chi vuole essere assicurato contro i rischi atmosferici nel mese di marzo sarà tempestivamente informato dal Condifesa. Si possono contattare direttamente gli Uffici del Condifesa di Asti presso la sede di Viale alla Vittoria 141.
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Oscar Green fa volare l’Italia perchè nelle nostre imprese agricole c’è la forza giovane del Paese. Vivi con noi questa avventura, offri alla tua impresa una concreta occasione di rilancio.
Info: Coldiretti Asti 333.431.31.60
Consorzi agrari: 200 milioni di fatturato Attività in ulteriore crescita con Cap Sinergie Piemonte e Liguria
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stata costituita l’associazione regionale dei Consorzi Agrari denominata Cap Sinergie. I soci costitutori sono: il Cap Nord Ovest (il Consorzio Agrario che opera nelle province di Cuneo, Asti, Savona ed Imperia), il Cap di Torino e il Cap di Vercelli. Presidente del Cap Sinergie, Antonio Gai, presidente del Cap Nord Ovest, vice presidente Luigi Cavallino, presidente del Cap Torino. Direttore Vanni Valevano. Per il Cap di Vercelli, ha partecipato all’atto costitutivo il presidente, Paolo Dellarole. La sede della nuova associazione è in piazza San Carlo 197 a Torino e la sede operativa è presso il Cap di Carmagnola. Attualmente, il fatturato complessivo supera i 200 milioni l’anno. Dice il presidente Antonio Gai: “La neo costituita associazione di livello regionale è aperta ai Consorzi Agrari del Piemonte che, per ragioni diverse, non hanno ancora aderito, ma già hanno manifestato il loro interesse per il Cap Sinergie. Il nostro obiettivo è quello di lasciare autonomia ai singoli Consorzi Agrari, al fine di mantenere il raccordo con il territorio, tenendo in essere il Consiglio di Amministrazione ed elaborando, quindi, bilanci autonomi. Il Cap Sinergie si configura, pertanto, come un’associazione di secondo livello, che non sostituisce l’autonomia gestionale dei singoli Consorzi agrari, ma semmai, razionalizza l’impiego delle
varie professionalità e, soprattutto, mette in rete i servizi erogati dal Consorzio Agrario, in un’ottica di utilizzo razionale delle risorse umane e delle strutture tecniche ed immobiliari”. Aggiunge Vanni Valevano, direttore del Cap Sinergie: “Per realizzare gli obiettivi che ci siamo prefissati, manterremo l’attuale struttura, andando a potenziare la nostra presenza sul territorio, laddove si dovessero verificare esigenze e situazioni che lo richiedono. Ai nostri dipendenti, chiediamo un ulteriore salto di qualità e la piena condivisione del progetto, il cui fine è di continuare a far crescere la nostra azienda, in un’ottica di servizio alle imprese agricole non solamente nella fornitura dei mezzi tecnici, ma andando a stipulare accordi di filiera nei vari settori per garantire la valorizzazione delle produzioni delle imprese agricole piemontesi. In altre parole, intendiamo mettere insieme le professionalità comuni ai vari Consorzi che, pur mantenendo il posto di lavoro nella provincia in cui operano, assumono funzioni specialistiche, fornendo un servizio ai Cap, che ne ravvisano la necessità e che oggi da soli non ce la fanno a sopportarne i costi”. Cap Sinergie non è solo un’idea od un progetto in fase avanzata di studio. Sin dallo scorso anno, è operativa una centrale acquisti unica per i Consorzi agrari del Piemonte. Questo aumenta il potere contrattuale
dei Consorzi agrari ed offre la possibilità a soci e clienti di acquistare i mezzi di produzione a costi inferiori. Parimenti, da un paio d’anni, sono operativi contratti di filiera che vedono accordi con aziende di primaria importanza nel panorama agroalimentare, come nel caso della Barilla. Con questo accordo, sono valorizzati, economicamente parlando, i grani piemontesi che soddisfano le esigenze della nota industria di trasformazione. I Consorzi agrari del Piemonte stanno inoltre mettendo in rete i servizi di controllo qualità interna e l’adeguamento delle strutture alle normative antinfortunistiche e antincendio, nell’ottica di garantire strutture moderne ed efficienti, ma soprattutto certificate dal punto di vista della normativa nazionale e comunitaria. Conclude Antonio Gai: “Il nostro Cap Sinergie ha una valenza piemontese che è seguita da CAI (l’associazione nazionale Consorzi Agrari d’Italia), che ha nominato Ugo Falchi quale funzionario di collegamento tra il livello regionale e quello nazionale. Uomo di provata capacità manageriale, il dottor Falchi è elemento indispensabile, affinché il lavoro della nuova associazione sia in costante raccordo con gli obiettivi, da noi ampiamente condivisi, del livello nazionale. Questo a garanzia dell’autonomia dei singoli Cap e delle sinergie (di qui il nome) che vogliamo adottare nell’interesse di tutti: soci, clienti e personale”.
Un delegato astigiano in “Terramica” L’associazione dei produttori biologici fondata nel 1991
ciazione Terramica, strutturata in Sezioni Provinciali, opera in tutto il Piemonte ed annovera tra i propri associati imprese ubicate soprattutto nelle province di Torino, Cuneo, Asti ed Alessandria coprendo la quasi totalità dei settori produttivi presenti in Piemonte siano essi riferibili alle produzioni vegetali o zootecniche. Tra gli obiettivi prioritari dell’Associazione: • la sicurezza alimentare • la tutela dell’ambiente ed il benessere degli animali • lo sviluppo e la crescita delle aziende biologiche attraverso iniziative di carattere formativo (aggiornamento e consulenza tecnica) e di promozione e valorizzazione delle produzioni biologiche Terramica concentra i propri sforzi per far conoscere i prodotti biologici estendendo il consumo a nuovi segmenti di
mercato all’interno di canali dedicati quali: • Negozi specializzati, • Gruppi di Acquisto, • Manifestazioni di settore a livello locale, regionale, nazionale ed estero, • GDO • Mercati dei Produttori. L’Associazione Terramica si impegna anche in campagne di educazione ed informazione nelle scuole attraverso percorsi educativi che permettono di coinvolgere i bambini ed avvicinarli al mondo dell’agricoltura trasmettendo i valori del rispetto dell’ambiente e di una sana alimentazione.
Rappresentanza
Nella foto Gianfranco Balzola nel suo alevamento bio a Robella
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ianfranco Balzola, è stato eletto come delegato astigiano nell’Associazione Produttori Biologici Terramica. Balzola conduce, in Frazione Cartiglione di Robella, un allevamento biologico in semibrado di bovini di razza Piemontese per la vendita di vitellini da ristallo. A Balzola, attualmente vice-presidente di Sezione della Coldiretti di Montiglio Monferrato e Robella, il compito di sostenere gli interessi delle aziende biologiche astigiane nella più grande Associazione di produttori biologici del Piemonte. L’Associazione Produttori Biologici Terramica è nata nel 1991 con lo scopo da un lato di fornire un supporto alle aziende operanti nel settore delle produzioni ottenute con i metodi dell’agricoltura biologica, dall’altro di promuovere e far conoscere al consumatore questa tecnica agronomica ed i prodotti biologici. Riconosciuta dalla Regione Piemonte ai sensi della Legge regionale n. 13 del 25 giugno 1999 “Norme per lo sviluppo dell’agricoltura biologica”, attualmente l’Asso-
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Impiego dell’albumina nei vini rossi Le indicazioni per l’affinamento a cura del Centro Studi Vini di San Damiano ’albumina d’uovo ammorbidisce ed affina la struttura dei vini rossi perché, grazie alla sua flocculazione specifica con alcune frazioni del vino, elimina gli eccessi di astringenza e di gusto amaro, senza portare squilibri alle caratteristiche aromatiche e di tipicità del vino. Alle dosi consigliate non crea problemi di surcollaggio. Il suo impiego facilita l’operazione di filtrazione. Viene impiegata principalmente sui vini rossi da affinare. Il prodotto deve essere preventivamente disciolto in acqua fredda (10-15°C) in rapporto 1:10. Occorre agitare bene per una buona dispersione ed aggiungere al vino da trattare rimontando per ottenere una migliore dispersione. Le dosi consigliate variano da 5 a 20 g/hl in funzione del tipo di prodotto da trattare. L’albumina viene impiegata principalmente per ammorbidire gli eccessi di astringenza e correggere l’eccesso di tannino nei vini rossi affinati; essa affina la struttura e corregge i sentori di ossidato, senza alterare le frazioni aromatiche e la tipicità. Possiede carica superficiale elevata ma inferiore alla gelatina solubile a caldo: per questo è molto adatta in post affinamento. Secondo recenti studi il trattamento con albumina a dose elevate provocherebbe una riduzione massima del 4% dei polifenoli totali mentre il trattamento con bentonite a dosi normali, sul medesimo vino, indurrebbe una riduzione dei polifenoli totali valutabile intorno al 10%;
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Essa possiede azione flocculante limitata; forma un deposito compatto che agevola il travaso; viene impiegata per ridurre la tannicità dei vini rossi novelli e dei vini rossi affinati in barrique; deve essere dispersa in acqua fredda in quanto è termolabile. Impiego dei carboni attivi in enologia Esisto diverse formulazioni di carboni attivi impiegabili in enologia, con differenti porosità. I carboni attivati decoloranti sono impiegabili solo sui mosti e sui vini bianchi fino a 100 g/hl). Hanno un elevato potere adsorbente dovuto alla elevata porosità ed alla grande superficie di scambio (30 mq/g), non selettivo, nel senso che possono eliminare in modo indiscriminato difetti olfattivi (ossidato, svanito, riduzione), composti aromatici varietali e terpenici. Provocano una certa ossidazione dovuta alla presenza di molta aria nei pori. Nei mosti e nei vini assumono carica negativa e quindi agiscono non solo sulle sostanze coloranti ed odorose ma anche su tutte le sostanze con carica elettropositiva. Possiedono un elevato potere adsorbente sulle sostanze polifenoliche meno polimerizzate (catechine). Agiscono anche sulle sostanze odoranti (ogni carbone decolorante è in parte anche deodorante). Agiscono poi sui colloidi proteici non coagulati, sugli acidi grassi saturi, favorendo la fermentazione in caso di arresti fermentativi, nella defecazione contro gli antibotritici e sulle micotossine alla pari del caseinato di K.
Proseguiamo il nostro approfondimento sui principali chiarificanti e coadiuvanti enologici impiegabili in enologia; perchè, come e quando utilizzarli. Essi vanno immersi prima in H2O e poi in una porzione di vino prima dell’impiego per eliminare l’eccesso di aria contenuta nei pori, che provoca ossidazione. Vengono impiegati in dosi di 10-50 g/hl effettuando prove scalari di laboratorio (non conviene superare i 20-25 g/hl per evitare l’asporto di aromi varietali e vanno impiegati sui mosti per evitare l’asporto di terpeni liberi). Generalmente è sufficiente un tempo di contatto di 12-15 ore; per migliorarne l’azione occorre mantenere in sospensione il carbone per 20-30 minuti mediante rimontaggio. La separazione dal vino al termine del trattamento va effettuata per filtrazione. Esistono altri tipi di carbone, mediamente porosi, particolarmente adatti per la decontaminazione dei mosti. Essi hanno pori più grandi di quelli dei carboni deodoranti e più piccoli di quelli dei carboni deodoranti. Risultano adatti per l’eliminazione della ocra tossina A e della geosmina, limitando le perdite di colore. La decontaminazione si ottiene con circa 20 g/hl, per far scendere l’ocratossina A sotto i 2 ug/l. Per contaminazione più ele-
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olfattive. La loro composizione è a base di silici selezionate altamente idrofile ad elevato adsorbimento e carboni attivi che adsorbono selettivamente limitando la riduzione del colore. Questi formulati possono essere dopo una prova scalare con analisi olfattiva eseguita in laboratorio. Il prodotto deve essere aggiunto
al vino da trattare tenuto sotto agitazione. L’effetto è rapido e il vino può essere separato dal vino dopo 30-40 minuti di contatto a mezzo filtrazione. Trascorse alcune ore dal trattamento, dopo aver rimesso nuovamente in sospensione il formulato con un rimontaggio, si può far seguire chiarifica e filtrazione.
HACCP di Cantina
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oldiretti, in collaborazione con la sezione di Asti dell’INIPA, l’Istituto Nazionale di Istruzione Professionale in Agricoltura, organizza tre corsi di formazione validi validi ai fini della normativa vigente HACCP cantina. In 9 ore di lezione saranno trattate le “Norme igienico/ sanitarie di cantina e la gestione delle acque reflue” . Questo il calendario deglio incontri: Nizza Monferrato 19 – 21 e 26 Marzo orario 20.00-23.00; Asti 28 Marzo – 3 Aprile – 4 Aprile orario 20.00-23.00;
Canelli 11 – 16 e 18 Aprile orario 20.00-23.00. Nello specifico, il corso tratterà i seguenti argomenti: normativa HACCP (formazione e aggiornamento), etichettatura, documenti e burocrazia nel settore vitivinicolo, gestione delle acque reflue, delle fecce e delle vinacce. Alle lezioni interverrà, fra gli altri, la D.ssa Renza Berruti dell’ASL AT. Per prendere parte ai corsi, che sono completamente gratuiti, occorre iscriversi quanto prima contattando gli uffici di Coldiretti Asti.
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Attivati nuovi corsi a Nizza, Asti e Canelli
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vate occorrono aumentare le dosi. Per il controllo della geosmina occorrono mediamente dosi più elevate. Vengono impiegati in genere dopo alcuni giorni di macerazione o a fine fermentazione considerato che il passaggio di ocratossine nei mosti non è immediato. Anche in questo caso occorre bagnare il carbone attivo, per evitare che una parte di esso torni in superficie e aggiungerlo al mosto-vino durante rimontaggio. Il prodotto deve essere rimandato in sospensione dopo 6-12 ore; deve essere separato dal mosto-vino dopo 1-2 giorni per evitare che le molecole catturate possano essere rilasciate. Può essere utile chiarificare il vino prima della filtrazione. Da esperienze recenti si è evidenziato che trattamenti a 20 g/hl possono abbattere la concentrazione di geosmina del 50% (valori > a 100 ug/l); aumentando la dose (40 g/hl) si può arrivare fino al 70%, senza compromettere l’intensità colorante. Esistono anche formulati a base di carboni attivi particolarmente adatti per il trattamento del sentore “Brett” da etil fenoli, ovvero coadiuvanti specifici studiati per combattere alcune alterazioni biologio-
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Norme e adempimenti per l’ortofrutta fresca Tutte le casistiche per una corretta commercializzazione
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e vigenti disposizioni attuative delle norme comunitarie e nazionali sulla commercializzazione dell’ortofrutta fresca prevedono diversificati impegni a carico degli Operatori che detengono prodotti ortofrutticoli destinati al consumo in ambito comunitario oppure all’import-export. BANCA DATI NAZIONALE OPERATORI ORTOFRUTTICOLI La Banca Dati Nazionale degli Operatori Ortofrutticoli (BNDOO), è gestita dall’AGEA, anche tramite le funzioni affidate all’Agecontrol, per i dati contenuti nei seguenti documenti: domanda di iscrizione/variazione/cancellazione alla BNDOO, verbale di controllo sul mercato interno, certificato di conformità, richiesta di controllo import-export, notifica di spedizione, ecc.. Gli operatori interessati trasmettono a mezzo raccomandata A/R, all’Agecontrol, V. Palestro n. 81, 00185 Roma, apposita domanda di iscrizione alla BNDOO; l’Agecontrol entro 30 giorni comunica all’operatore il numero di iscrizione alla Banca dati. Ogni eventuale variazione dei dati va comunicata da parte dell’operatore entro 60 giorni dall’evenienza. Tra gli operatori tenuti ad iscriversi alla BNDOO ricordiamo i seguenti: - organizzazione dei produttori (OP), loro associazioni (AOP) e gruppi di produttori (GP); - cooperativa di produttori non associati ad OP/AOP/GP o ad altra cooperativa;
- imprenditore agricolo (non associato ad OP/AOP/GP od a cooperativa) con un volume annuo commercializzato superiore a 60.000 Euro, IVA esclusa, per i prodotti soggetti alle norme di qualità. Per quanto riguarda gli imprenditori agricoli, non sono tenuti all’iscrizione coloro che: - vendano, consegnino o avviino prodotti ortofrutticoli a centri di confezionamento, d’imballaggio o deposito, situati nell’ambito nazionale di produzione; - che avviino esclusivamente i prodotti ortofrutticoli ad impianti di trasformazione; - che cedano nella propria azienda i prodotti ortofrutticoli direttamente al consumatore, per il fabbisogno personale di quest’ultimo; - associati ad OP/AOP/GP o cooperativa, che conferiscano esclusivamente prodotti ortofrutticoli alle organizzazioni di produttori o alle cooperative di appartenenza per la commercializzazione; - non associati ad OP/AOP/GP o cooperativa, con volume annuo di prodotto commercializzato inferiore a Euro 60.000; tale importo è riferito all’anno precedente, escludendo l’IVA e solo per i prodotti soggetti a norma di commercializzazione specifica e generale. Gli operatori non tenuti all’iscrizione alla BNDOO sono comunque tenuti all’osservanza della “Norma generale” o delle “Norme specifiche” e possono essere sottoposti a verifica; inoltre, tali operatori non iscritti alla BNDOO,
nei documenti fiscali accompagnatori al prodotto devono sempre riportare la dicitura “ESONERATO AI SENSI DEL D.M. n. 5462 del 03-08-2011”. CONTROLLI UFFICIALI Per quanto riguarda i controlli ufficiali, di prassi i luoghi possono essere: aziende agricole, mercati alla produzione, centri di condizionamento e di deposito, mercati agroalimentari all’ingrosso, mercati di smistamento e di transito, aste, piattaforme della grande distribuzione, piattaforme logistiche di smistamento, punti vendita della grande distribuzione organizzata e non, mercati rionali, esercizi commerciali in sede fissa o ambulante adibiti alla vendita al dettaglio, ecc.. ETICHETTATURA In riferimento all’etichettatura, per i prodotti ortofrutticoli per i quali sono previste “NORME SPECIFICHE” , le disposizioni relative alle indicazioni esterne sono riportate nelle singole norme di commercializzazione; in generale ogni imballaggio deve recare, in caratteri raggruppati su uno stesso lato, leggibili, indelebili e visibili all’esterno, le seguenti indicazioni: - identificazione dell’imballatore e/o speditore (oppure, è facoltà di riportare solo il numero di iscrizione alla BNDOO); - natura del prodotto (nome del prodotto e tipo commerciale), se il contenuto non è visibile dall’esterno; - nome della varietà;
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cati da attacchi di parassiti; privi di umidità esterna anormale; privi di odore e/o sapore estranei. Lo stato dei prodotti deve essere tale da consentire il trasporto e le operazioni connesse, l’arrivo al luogo di destinazione in condizioni soddisfacenti. - Tolleranza: in ciascuna partita è ammessa una tolleranza del 10% in numero o in peso di prodotti non rispondenti ai requisiti qualitativi minimi. All’interno di tale tolleranza i prodotti affetti da marciume non devono superare il 2% del totale. Attualmente è prevista una nor-
ma di commercializzazione specifica per ciascuno dei seguenti prodotti: mele, agrumi, kiwi, lattughe, indivie ricce e scarole, pesche e nettarine, pere, fragole peperoni dolci, uve da tavola, pomodori. In ciascuna norma specifica sono previste dettagliate disposizioni relative alla qualità, alla calibrazione, alle tolleranze, alla presentazione, alle indicazioni esterne. Per adempiere agli obblighi succitati ed avere ulteriori informazioni è possibile rivolgersi all’ufficio tecnico provinciale della Coldiretti di Asti, tel. 0141-380427.
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NORME DI COMMERCIALIZZAZIONE Gli ortofrutticoli a cui non si applica una norma di commercializzazione specifica devono essere conformi alla norma di commercializzazione generale. La norma di commercializzazione generale prevede, tra l’altro, il rispetto di: - Caratteristiche minime di qualità: tenuto conto delle tolleranze ammesse, i prodotti devono essere interi; sani (sono esclusi i prodotti affetti da marciume o che presentino alterazioni tali da renderli inadatti al consumo); puliti, praticamente privi di sostanze estranee visibili; privi di parassiti; esenti da danni alla polpa provo-
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- Paese d’origine del prodotto ed eventualmente zona di produzione o denominazione nazionale, regionale o locale; - caratteristiche commerciali (categoria e calibro); - marchio ufficiale di controllo (facoltativo). In relazione ai prodotti ortofrutticoli per i quali è prevista l’applicazione della “NORMA GENERALE” l’unica indicazione esterna obbligatoria in etichetta è quella relativa al paese d’origine del prodotto.
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Tagli boschivi nel rispetto delle norme I regolamenti forestali, fuori da siti Rete Natura 2000 ed Aree protette
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er effettuare tagli boschivi è necessario rispettare le norme definite dal Regolamento forestale. In base alle diverse caratteristiche del bosco e dell’intervento sono previste diverse procedure che prevedono la predisposizio-
ne di una: Comunicazione semplice, Comunicazione con relazione tecnica (redatta da un tecnico forestale), Autorizzazione con progetto (redatto da un tecnico forestale). In alcuni casi tuttavia non sono necessarie comunicazioni o
autorizzazioni. Di seguito riportiamo un breve schema, relativamente ai tagli nei boschi a governo CEDUO e in quelli a governo MISTO, valido fuori dai siti della Rete Natura 2000 (SIC, ZPS) ed aree protette.
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Boschi a governo ceduo – ceduazione semplice
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Operazione
Superficie interessata mq
Adempimento amministrativo
Prescrizioni tecniche
Taglio
0 – 5.000
Nessuno (la comunicazione semplice è facoltativa)
Rilascio matricine: 10% copertura se robinia e castagno, 20% se faggio Matricine preferibilmente a gruppi o esemplari isolati stabili Rispetto epoche di taglio Rispetto turni minimi Non danneggiare ceppaie, piante in piedi Cumuli di ramaglie non superiori a 10 metri steri Vie d’esbosco non più larghe di 3 m e scarpate < 1m
Taglio
5.001- 50.000
Comunicazione semplice
Rilascio matricine: 10% copertura se robinia e castagno, 20% se faggio Matricine preferibilmente a gruppi o esemplari isolati stabili Rispetto epoche di taglio Rispetto turni minimi Non danneggiare ceppaie, piante in piedi Cumuli di ramaglie non superiori a 10 metri steri Vie d’esbosco non più larghe di 3 m e scarpate < 1m
Taglio
50.001-100.000
Comunicazione con relazione tecnica di tecnico abilitato (Dott. Forestale o Agronomo) + certificazione finale di regolare esecuzione lavori
Rilascio matricine: 10% copertura se robinia e castagno, 20% se faggio Matricine preferibilmente a gruppi o esemplari isolati stabili Rispetto epoche di taglio Rispetto turni minimi Non danneggiare ceppaie, piante in piedi Cumuli di ramaglie non superiori a 10 metri steri Vie d’esbosco non più larghe di 3 m e scarpate < 1m
Autorizzazione con progetto di intervento di tecnico abilitato (Dott. Forestale o Agronomo) + certificazione finale regolare esecuzione lavori
Rilascio matricine: 10% copertura se robinia e castagno, 20% se faggio Matricine preferibilmente a gruppi o esemplari isolati stabili Rispetto epoche di taglio Rispetto turni minimi Non danneggiare ceppaie, piante in piedi Cumuli di ramaglie non superiori a 10 metri steri Vie d’esbosco non più larghe di 3 m e scarpate < 1m
Taglio
Oltre 100.001
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Interventi in base ai tipi di fustaia Tipo di fustaia
Tipo di trattamento
Prescrizioni tecniche
Disetanea o irregolare
Taglio a scelta colturale
Rilasciare almeno 90 metri cubi/ha dopo ogni intervento Nelle fustaie trattate a taglio a scelta a gruppi, le dimensioni non possono superare i 1.000 metri quadrati riodo di curazione non inferiore a 10 anni
Coetanea
Taglio a buche
Può essere praticato su una superficie massima pari al 30% dell’intero popolamento La forma e la distribuzione delle buche devono essere scelte in base alle condizioni stazionali e alle esigenze delle specie costituenti il popolamento La dimensione massima della singola buca è pari a 3.000 metri quadrati
Coetanea
Tagli successivi
Dopo il taglio di sementazione che deve avvenire all’età del turno e salvaguardando le piante portaseme, il volume legnoso residuo non deve essere inferiore a 80 metri cubi, per le categorie maggiormente riscontrabili nelle nostre aree Le piante da rilasciare devono essere scelte tra quelle dominanti, nelle migliori condizioni vegetative
Pe-
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Boschi governati ad alto fusto Operazione
Superficie interessata mq
Adempimento amministrativo
Prescrizioni tecniche
Taglio
0 – 5.000 o max 10 piante
Nessuno (la comunicazione semplice è facoltativa)
Taglio
Oltre 10 piante o da 5.001- 50.000
Comunicazione semplice + martellata da parte di tecnico forestale abilitato (Dott. Forestale o Agronomo)
Rilascio copertura: dipende da tipologia di intervento e da specie presente Rispetto turni minimi Non danneggiare ceppaie, piante in piedi , sottobosco Cumuli di ramaglie non superiori a 10 metri steri Vie d’esbosco non più larghe di 3 m e scarpate < 1m
Taglio
50.001-100.000
Comunicazione con relazione tecnica di tecnico abilitato (Dott. Forestale o Agronomo) + martellata + certificazione finale di regolare esecuzione lavori
Rilascio copertura: dipende da tipologia di intervento e da specie presente Rispetto turni minimi Non danneggiare ceppaie, piante in piedi , sottobosco Cumuli di ramaglie non superiori a 10 metri steri Vie d’esbosco non più larghe di 3 m e scarpate < 1m
Taglio
Oltre 100.001
Autorizzazione con progetto di intervento di tecnico abilitato (Dott. Forestale o Agronomo) + martellata + certificazione finale regolare esecuzione lavori
Rilascio copertura: dipende da tipologia di intervento e da specie presente Rispetto turni minimi Non danneggiare ceppaie, piante in piedi , sottobosco Cumuli di ramaglie non superiori a 10 metri steri Vie d’esbosco non più larghe di 3 m e scarpate < 1m
Boschi in cui convivono sia piante di alto fusto originate da seme sia ceppaie trattate a ceduo, spesso di specie diverse, diffuso è il caso della robinia (trattata a ceduo) frammista a querce, ciliegi, frassini, trattati ad alto fusto, in tali casi devo rispettare le prescrizioni del ceduo e della fustaia Operazione
Superficie interessata mq
Adempimento amministrativo
Prescrizioni tecniche
Taglio
0 – 5.000 o max 10 piante
Nessuno (la comunicazione semplice è facoltativa)
Rilascio minimo di copertura della componente a fustaia del 40% articolata su almeno 3 classi cronologiche La componente a fustaia comprende anche le matricine del ceduo anche se di specie diversa da quella prevalente in fustaia. Rispetto turni minimi Non danneggiare ceppaie, piante in piedi , sottobosco Cumuli di ramaglie non superiori a 10 metri steri Vie d’esbosco non più larghe di 3 m e scarpate < 1m
Taglio
Oltre 10 piante o da 5.001- 50.000
Comunicazione semplice + (oltre 10000 mq) martellata da parte di tecnico forestale (Dott. Forestale o Agronomo abilitato)
Rilascio minimo di copertura della componente a fustaia del 40% articolata su almeno 3 classi cronologiche La componente a fustaia comprende anche le matricine del ceduo anche se di specie diversa da quella prevalente in fustaia. Rispetto turni minimi Non danneggiare ceppaie, piante in piedi , sottobosco Cumuli di ramaglie non superiori a 10 metri steri Vie d’esbosco non più larghe di 3 m e scarpate < 1m
Taglio
50.001-100.000
Comunicazione con relazione tecnica di tecnico abilitato (Dott. Forestale o Agronomo) + martellata + certificazione di regolare esecuzione lavori
Rilascio minimo di copertura della componente a fustaia del 40% articolata su almeno 3 classi cronologiche La componente a fustaia comprende anche le matricine del ceduo anche se di specie diversa da quella prevalente in fustaia. Rispetto turni minimi Non danneggiare ceppaie, piante in piedi , sottobosco Cumuli di ramaglie non superiori a 10 metri steri Vie d’esbosco non più larghe di 3 m e scarpate < 1m
Taglio
Oltre 100.001
Autorizzazione con progetto di intervento di tecnico abilitato (Dott. Forestale o Agronomo) + martellata + certificazione finale regolare esecuzione lavori
Rilascio minimo di copertura della componente a fustaia del 40% articolata su almeno 3 classi cronologiche La componente a fustaia comprende anche le matricine del ceduo anche se di specie diversa da quella prevalente in fustaia. Rispetto turni minimi Non danneggiare ceppaie, piante in piedi , sottobosco Cumuli di ramaglie non superiori a 10 metri steri Vie d’esbosco non più larghe di 3 m e scarpate < 1m
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Boschi a governo misto
Misura 111-1B
Rilascio copertura: dipende da tipologia di intervento e da specie presente Rispetto turni minimi Non danneggiare ceppaie, piante in piedi , sottobosco Cumuli di ramaglie non superiori a 10 metri steri Vie d’esbosco non più larghe di 3 m e scarpate < 1m
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Periodi di taglio dei cedui Il taglio dei boschi governati a fustaia può essere effettuato durante tutto l’anno, per i boschi cedui è invece necessario rispettare il calendario dei periodi di taglio
Misura 111-1B
Secondo quanto previsto dall’articolo 18 del Regolamento forestale i periodi di taglio dei boschi cedui sono così definiti:
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fino a 600 metri s.l.m
dal 1° ottobre al 15 aprile
fra 600 e 1000 metri s.l.m
dal 15 settembre al 30 aprile
oltre 1000 metri s.l.m.
dal 1° settembre al 31 maggio
Le operazioni di concentramento del legname devono essere portate a termine entro trenta giorni successivi alla scadenza dei periodi consentiti per il taglio, le operazioni di esbosco possono essere eseguite tutto l’anno. Oltre 1.000 metri di quota il termine per il concentramento è esteso a novanta giorni. Sono consentiti tutto l’anno: a) interventi in fustaia e nella componente a fustaia dei boschi a governo misto; b) tagli intercalari in tutti i boschi; c) tagli di avviamento a fustaia; d) interventi di ripristino dei boschi danneggiati o distrutti di cui all’articolo 41;
e) ripuliture; f) abbattimento e sgombero di piante morte, deperienti o schiantate da eventi atmosferici. Divieto di taglio raso Il Regolamento Forestale pone espresso divieto di “taglio raso”, inteso come quel trattamento selvicolturale che prevede il taglio contemporaneo di tutti gli alberi presenti sul soprassuolo. L’operatività di tale divieto si estende ad ogni tipo di bosco, indipendentemente dalla forma di governo che lo connota. Conseguentemente, il divieto trova applicazione (e sanzione) tan-
Bosco Il bosco è un terreno coperto da alberi e/o arbusti, di almeno 2000 mq di superficie con una copertura minima del 20%. La copertura è la proiezione della chioma a terra, con il sole a mezzogiorno (ombra delle foglie sul terreno). In mancanza delle foglie si può stimare guardando la distribuzione dei rami degli alberi contro il cielo. Boschi di neoformazione: va ricordato che in caso di abbandono di terreni coltivati, gli appezzamenti possono essere considerati “bosco” dopo 10 anni di età; fino a 30 anni si può poi scegliere il tipo di governo (ceduo, fustaia, misto). to nei boschi in regime di fustaia, quanto in quelli a regime di ceduo o di forma mista. (Articolo realizzato in collaborazione con Marco Benzo, Coldiretti Cuneo, e il libero professionista Davide Degioanni)
Valutazione rischi lavoro
numero 2 – 2013
Per i datori di lavoro entro il 31 maggio
È
il 31 maggio 2013 la data entro la quale è consentita l’autocertificazione della valutazione dei rischi (ai sensi dell’art. 29, c. 5 del TU 81/08) e ciò in relazione alla proroga contenuta nella Legge di Stabilità 2013 (L. 228/2012). Il termine originariamente fissato nel 30 giugno 2012, era stato differito dal Decreto Legge 57 del 12 maggio 2012, ma per consentire ai datori di lavoro di effettua-
re la valutazione dei rischi sulla base delle procedure standardizzate (decreto interministeriale del 30 novembre 2012) si è determinata una ulteriore proroga, quella inserita nella Legge di Stabilità 2013. Da qui la precisazione del Ministero: i datori di lavoro delle imprese sotto i 10 lavoratori che nel passato hanno utilizzato l’autocertificazione per eseguire la valutazione dei rischi aziendali,
possono ancora farlo ma fino e non oltre il 31 maggio 2013.
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Contributi per acquisto arnie Aperto il bando per contrastare la Varroa delle api
Misura 111-1B
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l Servizio Provinciale Agricoltura rende noto che, con DGP n° 13 del 31/01/2013, sono aperti i termini per accedere ai contributi sull’Azione B3 Acquisto arnie idonee ad una razionale lotta alla varroa (arnie con fondo a rete). Possono accedere alla concessione dei contributi gli apicoltori singoli od in forma associata in possesso dei seguenti requisiti: 1 aver presentato la denuncia annuale di possesso alveari per l’anno 2012; 2 essere in possesso di Partita IVA per attività apistica od agricola alla data di presentazione della domanda; 3 essere iscritti al registro delle imprese della Camera di Commercio; 4 condurre almeno 52 alveari, rilevati dall’ultimo censimento apistico regionale; 5 aver costituito il fascicolo aziendale presso un CAA con regolare mandato, prima della presentazione della domanda. Le domande dovranno essere
presentate entro lunedì 11 marzo 2013 alla Provincia di Asti, Servizio Agricoltura, p.za San Martino 11, 14100 Asti, utilizzando l’apposita modulistica AGEA con codice a barre. Per poter essere ammessi al contributo sarà necessario acquistare un numero minimo di arnie pari a 25 ed un numero massimo
pari a 50 arnie, considerando una spesa ammessa per singola arnia pari ad euro 80,00 (IVA esclusa). La percentuale del contributo, rispetto all’investimento ammissibile sarà pari al 60%. Entro il 30 giugno 2013 i beneficiari, effettuati gli acquisti autorizzati, dovranno richiedere la liquidazione del contributo.
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Dichiarazioni per i rifiuti speciali pericolosi
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on specifico riferimento alle imprese agricole che producono rifiuti speciali, sono soggetti all’obbligo di dichiarazione annuale - da presentare entro il 30 aprile 2013, per i rifiuti prodotti nel 2012 - le imprese che producono rifiuti speciali pericolosi (es. olio esausto, batterie usate, contenitori vuoti di fitofarmaci, rifiuti a rischio infettivo, ecc.) con volume di affari annuo
superiore a 8.000 euro, mentre non sono tenute all’adempimento le imprese agricole che producono rifiuti speciali non pericolosi (es. film plastici di imballaggio, teli plastici, ecc.). In materia di rifiuti, tra gli altri adempimenti obbligatori, va ricordato che i rifiuti speciali (risultanti da attività produttive) vanno conferiti a ditte autorizzate per il trasporto o/e lo smaltimento finale, accompagnati da un
Formulario di Identificazione Rifiuto; inoltre, per i rifiuti speciali pericolosi è obbligatoria la tenuta del Registro Rifiuti nel quale annotare periodicamente la produzione di rifiuti (carico) e i conferimenti (scarico). Per ogni ulteriore informazione gli interessati possono contattare gli uffici Zona oppure il Servizio adempimenti ambientali della Coldiretti: 0141380408, 0141-380427.
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Entro il 30 aprile occorre compilare e presentare il MUD
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Distributori di latte crudo Ecco le nuove regole per le macchine automatiche
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ono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale le nuove regole per la vendita di latte e crema crudi, che vanno ad applicare la norma inserita nel decreto Sanità dal ministro Balduzzi, ora legge dello Stato. Le novità interessano soprattutto i distributori automatici. Vediamo cosa prevedono. L’operatore che utilizza distributori automatici per la vendita diretta di latte crudo deve riportare in maniera “chiara e visibile” sul frontale del distributore automatico, in rosso e con caratteri di almeno quattro centimetri, la dicitura “prodotto da consumarsi previa bollitura”. La stessa scritta deve essere apposta sulla confezione o in etichetta per chi
immette sul mercato latte crudo o crema cruda destinati all’alimentazione umana diretta. Inoltre l’operatore deve indicare in maniera chiara e visibile la data di mungitura e la data di scadenza dello stesso, che non deve superare i tre giorni dalla data di mungitura e deve escludere la disponibilità di contenitori destinati al consumo in loco del prodotto. Nel caso in cui il distributore disponga di un sistema di imbottigliamento, i contenitori devono riportare sull’etichetta le stesse
indicazioni riportate sul distributore in colore rosso e con caratteri di almeno un centimetro la dicitura: “prodotto da consumarsi previa bollitura e riportare la data di mungitura e data di scadenza del latte”.
Autorizzazioni patate da consumo Gli adempimenti per produttori che commercializzano all’ingrosso
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hi produce e commercializza all’ingrosso patate da consumo deve essere autorizzato ai sensi dell’art. 19 del D.lgs 19 agosto 2005 n. 214 e s.m.i.. Le successive modifiche e integrazioni sono state apportate con il D.Lgs 9 aprile 2012 n. 84, che in sostanza prevede anche l’iscrizione al Registro Ufficiale dei Produttori (RUP). Sia la richiesta di autorizzazione che di iscrizione al RUP deve essere fatta su apposita modulistica predisposta dal Settore Fitosanitario Regionale e annualmente va pagata la prevista tariffa fitosanita-
ria. È bene ricordare che l’obbligo riguarda solo chi produce e/o commercializza all’ingrosso patate da consumo; invece, non è tenuto chi effettua la vendita diretta al consumatore finale (es. nei mercati al minuto). Allo stesso modo, non è tenuto chi conferisce tutta la produzione ad altri soggetti a lovor volta autorizzati (centri di raccolta collettivi, centri di trasformazione, cooperative, ecc.). Si ricorda che il mancato rispetto di questi adem-
pimenti è punito con sanzione amministrativa da 2500 a 15.000 Euro. Per ulteriori informazioni rivolgersi agli Uffici Zonali della Coldiretti oppure telefonare al 0141-380427.
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
La coltivazione della canapa Coltura ecocompatibile e risorsa rinnovabile
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SEMINA: preparazione del terreno come con i cereali, seminatrice da frumento, distanza tra le file 15/20cm, densità 50 Kg\Ha, costo sementi 5,50 €\Kg, semina primaverile da fine marzo a inizio maggio. RACCOLTA: taglio con falciatrice tradizionale a denti nel periodo di completamento della fase vegetativa (fioritura) fine luglio-
agosto, essicazione e pre-macerazione in campo per circa 30/40 giorni, semplice andanatura e pressatura con roto-imballatrice nel mese di settembre. DEPOSITO E TRASPORTO: magazzinaggio in azienda (come la paglia) e successivo conferimento all’impianto di Carmagnola entro fine anno. VALORE PRODOTTO: (rotobal-
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a coltivazione della canapa, come risorsa rinnovabile per un’agricoltura naturale ed innovativa, fornisce un aiuto efficacie al contrasto dell’inquinamento ambientale, riduce i costi energetici e difende la biodiversità. “Da una pianta antica costruire sano il nostro futuro“: dalla trasformazione delle paglie di canapa si ottengono prodotti per l’edilizia, materiali da costruzione naturali e rinnovabili, isolanti termici per la riqualificazione energetica degli edifici. “Un’opportunità per l’agricoltura, tecnica semplificata e coltura poco esigente”: la canapa è pianta rinnovatrice per eccellenza, preferisce i terreni sciolti. Adatta come prima coltura in rotazione, succeduta da mais, frumento e bietola oppure in rotazione mais, leguminosa, frumento. Adatta anche con le c olture biologiche e per la rotazione nelle misure agroambientali. Si adatta a tutti i terreni, anche collinari, non troppo in pendenza. Non soffre le gelate tardive. Ha un’emergenza veloce che soffoca tutte le infestanti. Soffre il ristagno d’acqua, specialmente nel primo stadio di vegetazione. In primavera si consiglia di provvedere alla preparazione del campo e alla semina come per le coltivazioni di cereali. La canapa sfrutta bene la concimazione organica, anche con il compost, non necessita di diserbo chimico e di trattamenti antiparassitari, non serve l’irrigazione.
ATTIVITA' INFORMATIVA E DIVULGATIVA ai sensi del Regolamento (CE) 1698/2005 – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 Misura 111 Azione 1 Sottoazione B): informazione nel settore agricolo
Misura 111-1B
le) 15/16,50 €\Q.le. PRODUZIONE STIMATA: 80110 Q.LI\HA Possibilità di CONTRATTI DI COLTIVAZIONE che prevedono la fornitura delle sementi certificate all’agricoltore ed il conferimento del prodotto ottenuto al primo trasformatore riconosciuto (Assocanapa srl).
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COLTIVARE LA CASA Materiali dall’agricoltura per l’edilizia naturale la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente ed il risparmio energetico. I prodotti ottenuti dalla prima trasformazione dell’impianto di Carmagnola (unico in Italia) sono: FIBRA TECNICA, utilizzata per la realizzazione di pannelli isolanti termo-acustici per l’edilizia. CANAPULO, miscelato con la calce per ottenere il conglomerato naturale “calcecanapa” utilizzato per la realizzazione di intonaci isolanti, pareti isolanti gettate in opera, pre-miscelati isolanti, mattoni e blocchi isolanti. È POSSIBILE COLTIVARE LA CANAPA ANCHE PER LA PRODUZIONE DI SEME, metodo convenzionale o biologico, per l’impiego Alimentare-Nutraceutico per l’ottenimento di farine ed olio. In questo caso cambia la tecnica di coltivazione e raccolta, si prevede un minor investimento di semente (circa 35Kg/ Ha) ed una semina anche tardiva (aprile-maggio), la raccolta autunnale (fine settembre inizio ottobre) con mietitrebbia e successiva immediata asciugatura con essiccatoio a bassa temperatura. Valore del prodotto: 1,501,80 €/Kg. Produzione stimata: 7-10 Q.li/Ha.
“CANNABIS PROTECTIO” l’uso alimentare dei semi di canapa e dei suoi derivati (olio e farina) grazie ai contenuti nutraceutici ne fanno un vaccino nutrizionale riconosciuto a livello internazionale (OMS-Ministero della Salute). Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi in Coldiretti Asti (tel. 0141-380424) oppure direttamente al Sig. Cesare Quaglia di Assocanapa (cesarequaglia@libero.it; tel. 346 5790191).
Inabilità temporanea assoluta al lavoro Infortuni: la prestazione economica riconosciuta dall’Inail
stazioni economiche a carico dell’Inail sono condizionate alla regolare iscrizione dell’infortunato negli elenchi Inps e, per i titolari di azienda, anche al regolare versamento della contribuzione dovuta all’Inail (“regolarità contributiva”), la cui riscossione è affidata all’Inps, unitamente ai contributi previdenziali. Di recente, l’Inail ha reso disponibile la nuova modalità di pagamento dell’indennità di temporanea mediante accredito in conto corrente bancario o postale. Al fine di ottenere tutte le prestazioni previste dalla legge, è necessario che in caso di infortunio sul lavoro il titolare di azienda e l’infortunato stesso prendano contatto tempestivamente con gli uffici del patronato EPACA.
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do di carenza assicurativa. Infatti, in caso di inabilità temporanea assoluta, l’Inail indennizza il lavoratore solo a partire dal quarto giorno successivo all’evento e per tutta la durata dell’inabilità assoluta, fino alla data della completa guarigione o stabilizzazione clinica. Al riguardo non sono previsti limiti temporali e la misura dell’indennizzo varia in relazione alla durata della inabilità: 60% della retribuzione fino al 90° giorno di astensione completa dal lavoro per inabilità temporanea assoluta; 75% dal 91° giorno in poi. L’indennità è erogata per tutti i giorni, compresi i festivi, ricadenti nel periodo di inabilità assoluta. Per i coltivatori diretti le pre-
Epaca
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seguito di un infortunio agricolo, dopo aver effettuato la regolare denuncia medica ed amministrativa, l’indennità per inabilità temporanea assoluta è la prestazione economica che l’Inail riconosce ai coltivatori diretti, coloni, mezzadri e operai agricoli nel caso di infortunio sul lavoro che comporti una inabilità al lavoro tale da comportare l’astensione completa per più di tre giorni. L’inabilità temporanea al lavoro è riconosciuta fino alla totale guarigione clinica. Inoltre, per essere indennizzata, l’inabilità temporanea deve essere assoluta, cioè deve essere tale da impedire totalmente al lavoratore di svolgere la propria attività lavorativa per il periodo di tempo, più o meno lungo, risultante dalla certificazione medica. Ricordiamo che in tutti i casi di infortunio sul lavoro con prognosi superiore a tre giorni è comunque sempre obbligatoria la denuncia di infortunio, da parte del titolare di azienda o datore di lavoro, indipendentemente da ogni valutazione circa la ricorrenza degli estremi di Legge per l’indennizzabilità da parte dell’Inail. I primi tre giorni successivi all’infortunio costituiscono un perio-
Malattie professionali in agricoltura
Quando il lavoro ne costituisce la causa diretta e determinante
Epaca
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coltivatori diretti coloni e mezzadri sono assicurati obbligatoriamente all’Inail, quindi sono tutelati non solo se subiscono un infortunio sul lavoro, ma anche se contraggono una malattia a causa e nell’esercizio del lavoro svolto o dei materiali utilizzati (es. esposizione a sostanze dannose, rumore, ecc.). Le malattie professionali si differenziano dagli infortuni sul lavoro in quanto sono originate da una causa lenta e prolungata nel tempo (es. il lento processo di assorbimento di sostanze tossiche da parte dell’organismo), al contrario dell’infortunio sul lavoro che si caratterizza per una causa violenta e improvvisa (es. una caduta dall’alto). Il riconoscimento della malattia professionale comporta il conseguente indennizzo economico da parte dell’Inail oltre all’erogazione delle necessarie cure mediche riabilitative. In ogni caso, per i coltivatori diretti le prestazioni economiche e sanitarie sono condizionate alla regolare iscrizione negli elenchi Inps e, per i titolari di azienda, anche al regolare versamento della contribuzione Inail, la cui riscossione è affidata all’Inps, unitamente ai contributi previdenziali. Le malattie di origine professionale riconosciute dalla Legge in agricoltura sono elencate in una apposita tabella e sono associate a una o più
attività o lavorazioni. Se la malattia denunciata rientra in questo elenco il lavoratore, per vedersi riconoscere il relativo indennizzo, deve solo dimostrare di aver svolto in modo non occasionale una delle attività che in base alla tabella espongono al rischio di quella malattia. Rientrano ad esempio nell’elenco delle malattie professionali in agricoltura: le malattie causate da esposizione a sostanze dannose, quelle causate da radiazioni solari, per le lavorazioni svolte prevalentemente all’aperto; la sordità da rumore; l’ernia discale lombare causata da lavorazioni svolte con macchine che espongono a vibrazioni trasmesse al corpo intero: trattori, mietitrebbia, vendemmiatrice semovente; malattie da sovraccarico degli arti superiori:
tendiniti e sindrome del tunnel carpale, ecc. Sono comunque indennizzabili dall’Inail anche le malattie non presenti nella tabella di Legge: in tal caso, però, il lavoratore deve dimostrarne l’origine lavorativa, vale a dire che la malattia si è verificata a causa e nell’esercizio del lavoro svolto. Data la complessità della materia è necessario che in caso di sospetta malattia professionale gli interessati prendano contatto tempestivamente con gli uffici del patronato EPACA. Gli operatori forniranno tutta l’assistenza necessaria, provvedendo in primo luogo ad inviare tempestivamente la denuncia all’Inail, al fine di evitare la perdita dei benefici economici e offrendo al contempo un servizio gratuito di consulenza medico legale qualificata.
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DATA
FIRMA
Autorizzo Coldiretti Asti ad inserire i miei dati nelle liste per la gestione degli Annunci Economici sul periodico “Il Notiziario Agricolo”. In qualsiasi momento in base all’Art.13 della legge 675/96 potrò chiedere la modifica o la cancellazione, oppure negare il consenso al loro utilizzo scrivendo a Coldiretti Asti, C.so F. Cavallotti n. 41 – 14100 Asti.
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