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I Palazzi storici di Vasto e San Salvo

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Vasto e San Salvo oltre alle meravigliose spiagge e Riserve da visitare vantano anche una storia di grande rilievo ben visibile non solo nelle Chiese e nei Castelli che a breve descriveremo ma anche nei Palazzi storici. Di seguito i più significativi.

PALAZZO D’AVALOS. Un tempo residenza dei marchesi del Vasto, Palazzo d’Avalos è sito a due passi da piazza Rossetti e domina dall’alto, con la sua maestosità e il suo splendido giardino napoletano, la parte costiera di Vasto. È uno degli esempi di architettura rinascimentale abruzzese della seconda metà del Cinquecento più significativi. Ospita al suo interno il Museo Archeologico, la Pinacoteca, il Museo del Costume e la Galleria d’Arte Contemporanea.

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Il MUSEO ARCHEOLOGICO è sito al pianoterra del Palazzo ed è uno dei più antichi d’Abruzzo. Fu fondato nel 1849 come Gabinetto Archeologico Comunale di Vasto e al suo interno potrete ammirare reperti archeologici che testimoniano fasi

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storiche: dall’età del ferro al periodo frentano (IX - III sec a.C.), dalla fondazione e sviluppo della città romana di Histonium all’Altomedioevo.

Sono inoltre conservati al suo interno diversi manufatti messi a disposizione dai cittadini, ma anche reperti raccolti dallo storico direttore Luigi Marchesani nel corso di rinvenimenti in città e nel territorio, corredi funebri delle necropoli del Tratturo e di Villalfonsina, i bronzetti votivi dei santuari locali tra cui il guerriero offerente con corazza anatomica e il raro sarcofago bisomo di Publio Paquio Scaeva glorioso proconsole a Cipro al tempo di Roma che lo fece costruire per custodire il suo corpo e quello della moglie Flavia. L’interno di questo raro sarcofago bisomo è diviso in due scomparti separati da una sponda decorata a cordone. Nella parte corrispondente al capo è ricavato un rialzo a mo’ di cuscino. Nella parte sinistra così come in quella destra dove erano adagiati rispettivamente Scaeva e la moglie Flavia, sono incise due iscrizioni corrispondenti alla genealogia dei coniugi e gli incarichi pubblici ricoperti dall’illustre personaggio.

La PINACOTECA custodisce invece non solo le opere di pittura donate alla città nel 1898 di Filippo, Nicola, Giuseppe e Francesco Paolo Palizzi nati a Vasto, ma anche le opere di Gabriele Smargiassi, Francesco Paolo Michetti e Giulio Aristide Sartorio.

Il MUSEO DEL COSTUME. Istituito nel 2000 su iniziativa del Lions Club Vasto Vittoria Colonna, conserva al suo interno preziosi abiti e corredi abruzzesi risalenti al periodo compreso tra gli inizi dell’800 e i primi del ‘900 e donati dalle famiglie vastesi per contribuire alla co-

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fuori dalle righe

stituzione di questa singolare raccolta. Al suo interno troverete anche culle, portenfants, corredini per neonati, attrezzi da lavoro femminile, manichini che indossano abiti da cerimonia compreso un abito da sposa del ‘700 donato dalla famiglia Castelli.

Infine la GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA trae origine dalla mostra permanente presente al suo interno che vede le opere, ottanta per la precisione, dei quattro artisti italiani Bonichi, Carmassi, De Stefano, Falconi e dei quattro artisti spagnoli Mensa, Orellana, Ortega, Quetglas. Pur nella loro diversità testimoniano la loro appartenenza a uno stesso ambito geografico e culturale.

Da visitare inoltre è il magnifico GIARDINO NAPOLETANO. Riportato all’antico splendore da un restauro che gli ha restituito l’originale impianto tardo settecentesco, il Giardino Napoletano è a forma di croce con vialetti ortogonali coperti da un pergolato. Oggi come ieri sarà possibile, tra siepi di bosso e cespugli di rose, ripercorrerlo in una suggestiva passeggiata che vi porterà fino all’incantevole e romantica terrazza panoramica che si affaccia sul suggestivo Golfo d’Oro. Al centro del Giardino Napoletano, dove ancor oggi si trova un pozzo contornato da quattro sedili ricoperti in maioliche, sorgeva un padiglione sorretto da colonne, e due fontane ornamentali con giochi d’acqua che rendevano ancor più gradevoli le passeggiate e le soste nel giardino. All’interno dello stesso e lungo il muro che costeggia il palazzo potrete ammirare anche molti reperti archeologici. Il Giardino Napoletano è un indimenticabile luogo di emozioni che vi farà rimanere senza fiato soprattutto nelle limpide giornate o ancor di più al tramonto quando i colori del crepuscolo lo trasformano in una spettacolare visione che non potrete perdervi.

LA STORIA DEL PALAZZO D’AVALOS. Fondato dal condottiero e signore del Vasto Giacomo Caldora, dell’aspetto originario del Palazzo d’Avalos resta ben poco se non l’impianto strutturale con il grande cortile centrale e qualche traccia nel tessuto murario esterno. Fu nel 1496 che il dominio entrò in mano dei D’Avalos che per tre secoli ne fecero, oltre che luogo di residenza, anche sede delle magistrature cittadine. L’evento più gravoso fu l’incursione delle armate turche di Pialy Pascia nel 1566 che saccheggiarono Vasto e danneggiarono il Palazzo. Fu solo a partire dal 1573 che Isabella Gonzaga, figlia del duca di Mantova avviò, dopo la morte del consorte, i lavori di consolidamento e ricostruzione. Il secolo d’oro del

Palazzo fu il Settecento quando i nuovi signori della famiglia dei Lante della Rovere ne arricchirono gli appartamenti e vi impiantarono una piccola ma vivace corte. Fino all’occupazione francese del 1799 il Palazzo assunse l’aspetto di una reggia per iniziare poi il suo lento declino. Nel corso dell’Ottocento diversi ambienti vennero abbattuti o destinati a diversi usi. Fu solo a partire dagli anni Settanta del Novecento che il Palazzo d’Avalos inizia un graduale percorso di recupero. Nel 1974 il Comune di Vasto ne ha concluso l’acquisizione dando così inizio ai lavori di restauro del complesso.

PALAZZO ARAGONA. Sito nei pressi della Villa Comunale, il Palazzo Aragona venne realizzato nel 1522 da Dario d’Antonello che lo dedicò a Maria d’Aragona, marchesa della città. Costituito da più corpi, organizzati a formare tre corti differenti oltre a una chiesa, alla cappella di Costantinopoli e a neviere (poi abbattuto per la costruzione dello stadio), il Palazzo Aragona fu costruito con fondi depositati nel 1522 da un ufficiale francese di Lautrech al mastrogiurato Dario D’Antonello. Venne poi acquistato dai Figliozzi di Guglionesi per passare nel 1615 a Giovan Carlo di Pompeo Bassano per giungere infine in enfiteusi al Marchese Cesare Michelangelo d’Avalos che lo trasformò in dimora principesca e lo arricchì di oggetti d’arte. Alla morte del marchese l’edificio cadde in abbandono. Fu solo agli inizi dell’Ottocento che il complesso, composto da 21 vani al piano terra e 14 ai piani superiori, venne riscattato, insieme alla sua torre e alla chiesa di Costantinopoli, dalla duchessa Maria Teresa Cestari zia di Ortensia D’Avalos la quale, senza eredi, lo donò segretamente alla nipote Ortensia, moglie di Giovanni Quarto di Belgioioso, il quale affidò il complesso ad un amministratore, l’Avveduto Bartoli Avveduti padre di Maria Antonietta Bartoli Avveduti in arte Elena Sangro, diva del cinema muto e compagna di Gabriele D’Annunzio che qui vi nacque nel 1897. Nel 1922 il complesso venne poi venduto a Umberto Mariani e a sua moglie Giulia Zaccagnini, ricchissimi emigrati di ritorno dall’America che lo modificarono aggiungendo nuovi corpi. Denominato infine “Scuderie di Palazzo Aragona” in onore del Duca di Belgioioso noto appassionato di cavalli e in memoria dell’antico impiego del luogo della stazione della posta, negli anni addietro ha quasi esclusivamente ospitato l’annuale edizione del Premio Vasto d’Arte Contemporanea. Oggi sono in corso i lavori per la realizzazione del Polo Bibliotecario che ospiterà anche documenti e testi provenienti da donazioni e da archivi privati.

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PALAZZO DE VITO. Sito in piazza San Vitale a San Salvo e collegato alla Porta della Terra, Palazzo De Vito fa parte dell’antico borgo murato sorto intorno all’abbazia medievale di San Salvo successivamente intitolata ai Santi Vito e Salvo. E’ giunto ai nostri giorni dopo diverse ristrutturazioni che si sono succedute nel corso dei secoli. Gli ambienti al piano terra furono utilizzati come frantoi, opifici e magazzini. Restano al suo interno tracce di archi e volte originarie.

PALAZZO DI IORIO BRUNO. Sito a San Salvo, il Palazzo è un edificio cinquecentesco prospettante su Piazza San Vitale. Realizzato originalmente con il pianterreno e un piano superiore, nei secoli a seguire è stato sopraelevato. Presenta al suo interno un interessante ambiente seminterrato, voltato a mattoni, allineato alla superficie di calpestio dell’età romana. Sopraelevato nel XX secolo con un secon

do piano, il Palazzo mostra una facciata che è stata restaurata nel 2013 con le murature del pianterreno in pietra spaccata o scalpellata, alternata con ricorsi di mattoni. La muratura del secondo piano invece è in laterizio. La parte originale della facciata è incorniciata da due possenti mattoni. Nel Novecento sono stati poi aggiunti i balconi con le mensole in pietra e con le ringhiere in ferro battuto. All’interno si trova un arco a sesto ribassato e modanato, sorretto da due spallette lisce, ed elementari capitelli, entro cui si trova la porta.

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