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Travel Hashtag, a Cremona un evento
denza annuale, ma grazie al sucsso ottenuto oggi siamo alla e per il 2025 puntiamo a dieci eventi all’anno. Cremona ospiterà l’unico in Italia del 2023, che si svilupperà su due giorni. È nato per esplorare trend e visioni del turismo attraverso eventi nei quali discutere assieme e scambiare relazioni. Sono sempre stati eventi ad invito, ma per Cremona cambieremo logica, con una community che condivide idee, un laboratorio di persone che provano a individuare un percorso. È un evento che gira il mondo, iniziato a Roma, e che non si è fermato nemmeno nel pieno della pandemia, con le edizioni di Milano e Abu Dhabi. L’anno scorso ci fu l’edizione di Londra subito dopo la fine delle restrizioni: io credo che il turismo vada analizzato sempre, anche nei momenti di difficoltà. Quello di New York in particolare è stato un grande successo, tanto che probabilmente lo ripeteremo nel settembre 2023. Lunedì scorso a Londra abbiamo portato le eccellenze italiane al cospetto del mercato inglese».
Poi è entrato nel dettaglio dell’appuntamento cremonese: «Il 21 e 22 marzo si parlerà di turismo culturale, partendo anche dai gap che l’Italia deve superare per svilupparlo al meglio, con un focus sulla cultura che va oltre le grandi mete tradizionali, convinti che le medie città possano svilupparsi notevolmente. L’evento si snoderà su tre elementi: l’ospitalità, il turismo accessibile e la valorizzazione del territorio. Tante città si lamentano del turismo mordi e fuggi: dobbiamo adeguarci ai parametri europei, cercando il modo migliore per fidelizzare i clienti. Su questo piano ci sono Paesi molto più avanti di noi. Stiamo facendo tutto quello che serve?
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L’occasione è importante, si pensi che parteciperanno tanti manager che saranno a Cremona per la prima volta». Martedì 21 marzo il primo talk sarà alle ore 11 all’Auditorium Arvedi del Museo del Violino, dal titolo “Quale ospitalità per le città d’arte e cultura?”. Tra i nomi, Ivana Jelenic, ceo di Enit (Ente Nazionale del Turismo), Leonardo Cesarini (direttore commerciale di Trenord) e la direttrice della rivista Dove Simona Tedesco. Nel pomeriggio un secondo talk a Palazzo Trecchi sull’ospitalità delle città d’arte e mercoledì 22 il terzo e forse più importante, sempre a Palazzo Trecchi, “Una nuova cultura per la valorizzazione del territorio”.
Insomma, per Cremona una grande opportunità. Tra l’altro Romanelli ha detto di lavorare a un format in onda su Sky del quale una puntata sarà incentrata su Cremona.
Paola Milo ha anticipato una ricerca sul livello di soddisfazione degli utenti online, con risvolti positivi per la nostra città.
La chiusura per il sindaco Galimberti, che ha sottolineato l’importanza di maturare relazioni: «È un onore ospitare questo evento, un investimento per la nostra città e un modo per creare consapevolezza, un elemento chiave per sapere cosa va e su quali aspetti poter intervenire».
Occupazione
ENRICO GALLETTI
I giovani lavoratori? Quasi una rarità. Nel decennio 2012-2022 gli occupati 15-34enni sono diminuiti del 7,6% e quelli con 3549 anni del 14,8%, mentre i 50-64enni sono aumentati del 40,8% e quelli con 65 anni e oltre del 68,9%. I lavoratori invecchiano e in futuro ce ne saranno sempre meno: si immagina che nel 2040 le forze di lavoro nel complesso saranno diminuite dell’1,6%, come risultato della radicale transizione demografica che il nostro Paese sta vivendo. Torniamo ai dati. Nei primi nove mesi del 2022 ogni giorno in media 8.500 italiani si sono dimessi dal lavoro: il 30,1% in più rispetto allo stesso periodo del 2019, prima della pandemia. Nello stesso periodo, ogni giorno in media 49.500 italiani hanno iniziato un nuovo lavoro: il 6,2% in più rispetto al 2019. Numeri che emergono dal 6° Rapporto Censis sul welfare aziendale, realizzato in collaborazione con Eudaimon, che fotografano un mercato del lavoro molto dinamico, in cui la ricerca di una occupazione migliore (che per i giovani significa meno precaria) è la bussola che orienta le decisioni e i comportamenti. La fascia della precarietà è infatti ancora ampia: complessivamente, il 21,3% dei lavoratori italiani è occupato con forme contrattuali non standard (tempo determinato, part-time, collaborazioni). La percentuale oscilla dal 27,9% delle lavoratrici donne (rispetto al 16,5% degli uomini) al 39,3% dei lavoratori 15-34enni. Tra gli occupati giovani, la percentuale dei contratti non standard raggiunge il 46,3% tra le femmine, rispetto al 34,2% dei maschi. Il part-time involontario, con meno ore lavorate e quindi retribuzioni più basse, coinvolge il