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L’altra anima del violino di Kavakos
Secondo appuntamento della rassegna “L’altra anima del violino”, che vede giovedì 9 marzo (alle ore 21) il ritorno di Leonidas Kavakos (nella foto). Sette anni dopo la sua partecipazione a Stradivarifestival, il violinista greco, acclamato in tutto il mondo per la sua tecnica ineguagliabile unita a una superba musicalità, torna all’Auditorium Giovanni Arvedi insieme al violino Antonio Stradivari “Willemotte” 1734 e al pianista Enrico Pace, con il quale collabora da quasi vent’anni. In linea con la filosofia di una rassegna che nasce per far emergere il profilo meno conosciuto degli strumenti ad arco, Kavakos propone un concerto assolutamente anticonvenzionale nei contenuti. Il programma, di straordinaria difficoltà tecnica, è
“MANOLA” IN SCENA
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A CREMA
Nancy Brilli e Chiara Noschese sono le protagoniste di “Manola”, di Margaret Mazzantini per la regia di Leo Muscato, in programma il 26 marzo alle ore 18 al Teatro San Domenico. Due sorelle gemelle in contrasto tra loro, come due pianeti opposti nello stesso emisfero emotivo. Anemone, sensuale e irriverente, che aderisce ad ogni dettaglio della vita con vigoroso entusiasmo, e il suo opposto Ortensia, uccello notturno, irsuta e rabbiosa creatura in cerca di una monumentale e originale al tempo stesso: si parte con il respiro ancora settecentesco e mozartiano della prima Sonata per violino di Beethoven, per proseguire in un ardito accostamento con la Sonata n. 2 di Bartok, opera scandita da quella vitalità ritmica e vivacità armonica tipiche del compositore. Innovativa la Sonata n. 2 di Ravel, con quel secondo movimento blues che richiama i suoni jazzistici provenienti da oltreoceano, mentre la Sonata di Franck riporta alle grandi melodie tardo romantiche. Come detto, Leonidas Kavakos suonerà il violino Antonio Stradivari “Willemotte” 1734. I biglietti sono in vendita presso la biglietteria del Museo del Violino e online sul sito www. vivaticket.it perenne rivincita. Le due per un gioco scenico si rivolgono alla stessa terapeuta dell’occulto e svuotano il serbatoio di un amore solido come l’odio. Ed è come carburante che si incendia provocando fiamme teatrali ustionanti.