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Bongiovanni: a Milano ma vicino ai cittadini
Ricordo ad esempio l’emergenza neve del 2015, inattesa: mi svegliai dopo le 4 con 4 centimetri di neve e fu subito allarme».
Manca un anno alla scadenza del mandato ma Leoni ha la strada ben indicata.
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«Lascio il Comune con progetti avviati, dal palazzetto all’ex macello e alle scuole, con gli importanti fondi del Pnrr. Gli uffici andranno sollecitati ma Leoni ha l’esperienza che serve per farlo».
È stato il primo sindaco di centrodestra a Casalmaggiore.
«C’era una tradizione democristiana con sguardo a sinistra, la vittoria fu risicata, ma una soddisfazione molto più grande fu la riconferma: significava che la gente aveva apprezzato».
Come è cambiato il ruolo del sindaco in questi 9 anni?
«Oggi è certamente più difficile, a livello tecnico i giovani hanno meno esperienza dei “vecchi” tanto che è difficile trovare personale preparato; non c’è un vero ricambio generazionale».
Bongiovanni ha poi parlato di come il politico coniuga l’impegno amministrativo con quello lavo- rativo, mentre su come manterrà il contatto con i suoi elettori ha detto: «So che il lavoro che mi attende in Regione sarà profondamente diverso, ma dal venerdì alla domenica mi dedicherò al mio territorio».
A Milano saranno tre i cremonesi in Consiglio, due dei quali in maggioranza. Da sindaco ha affrontato questioni importanti senza poter incidere, come le questioni legate all’ospedale, al ponte sul Po, ai disagi ferroviari. Ora da Milano saranno i sindaci a rivolgersi anche a lei, il che rappresenta una speranza e una grande responsabilità.
«Non tutte le questioni calde dipendono dalla Regione, ma cercherò di fare il possibile. Certamente all’ospedale Oglio Po c’è una situazione drammatica».
C’è il rischio che tre cremonesi di diversi territori disperdano le istanze?
«No, in provincia le questioni principali sono le stesse, dal gap infrastrutturale alla sanità, quindi è anzi un vantaggio. Con gli al- tri due neoconsiglieri (Ventura e Piloni, ndr) ci siamo già incontrati un paio di volte».
La politica può essere una professione o solo un servizio temporaneo?
«È nell’interesse di tutti che ai posti di governo ci siano le migliori personalità che possa esprimere il Paese. Se vuoi fare bene le cose devi farle come fosse un lavoro. La politica non deve essere un hobby da pensionato, poi è chiaro che tanti sindaci non possano accontentarsi del basso stipendio. Diciamo che si può fare il politico di professione a patto di avere capacità e di avere fatto la gavetta, a quel punto è interesse dei cittadini che continui la sua azione».
A fine serata il sindaco di Gussola Stefano Belli Franzini si è rivolto così a Bongiovanni: «Vorrei ringraziarti pubblicamente per questi anni di collaborazione sul territorio e augurarti buon lavoro. La politica fatta come si deve è un lavoro, non ci si improvvisa, e ciò vale anche per un piccolo paese come il mio. Questo territorio ha la necessità di essere rappresentato e so che non dimenticherai la nostra situazione, al di là delle differenze politiche».
Apprezzamento dal neoconsigliere regionale: «Sono parole che fanno piacere, dette da un collega di centrosinistra, ma noi ce ne siamo fregati delle diverse sponde politiche lavorando bene. Io continuerò ad abitare qui, a metterci la faccia e avere responsabilità sul mio territorio. Darò tutto».
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