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Meglio meno, ma meglio Il testamento di Lenin
San Pietroburgo a Berlino e un’intensa campagna propagandistica è lanciata nella Ruhr. Intanto grossi concentramenti di truppe sovietiche si verificano lungo i confini della Polonia e degli Stati Baltici, in quanto occorre un corridoio per raggiungere la Germania.
AMBURGO stituito con una “classe di piccoli e piccolissimi contadini” che lavora sotto la guida degli operai, ma lamenta che lo Stato è in condizion i pietose a causa dell’impreparazione e della mentalità dei burocrati. La soluzione? Elettricità (precedentemente Lenin aveva definito il comunismo come “potere dei soviet ed elettricità per tutto il Paese”) e industria pesante (che avrebbe poi causato i vari disastri ecologici, per esempio quelli sulle spiagge dei paesi baltici).
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LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE
Venendo al secondo problema, il livello internazionale, secondo Lenin l’Occidente non si sta spostando verso il comunismo “come ci aspettavamo”, però l’Oriente “è stato spinto completamente nel movimento rivoluzionario”.
Lenin mette la Germania e l’Oriente una accanto all’altro come i due più importanti elementi del quadro rivoluzionario.
Infatti l’Oriente è fatto di centinaia di milioni “di lavoratori sfruttati”, mentre la Germania sconfitta è un paese molto avanzato e sviluppato, che “può con estrema difficoltà rimettersi in piedi. Tutte le potenze capitaliste di quello che si chiama l’Occidente le danno addosso e le impediranno di risollevarsi”.
LA GERMANIA DEL 1923 Mentre Lenin scrive, qual è l’effettiva situazione della Germania? Grande sconfitta della prima guerra mondiale, essa è stata messa in ginocchio dal trattato di pace di Versailles del 28 giugno 1919. Somme astronomiche di danni di guerra e smembramenti territoriali a favore di Francia, Belgio, Danimarca e Polonia (e più tardi Lituania), essa è autorizzata a difendersi solo con un piccolo esercito di 100.000 uomini, mentre la frontiera occidentale viene completamente smilitarizzata a seguito dei trattati. In questo contesto, l’11 gennaio 1923 Francia e Belgio invadono il ricco bacino carbonifero della Ruhr, sparando su un gruppo di lavoratori tedeschi che protestano pacificamente. Il marco crolla definitivamente raggiungendo gli abissi più profondi. In Russia il Politbjuro (l’ufficio politico del comitato centrale del partito comunista dell’Urss) è convinto che la rivoluzione proletaria in Germania sia imminente come risultato del disastro economico e sociale causato dall’invasione franco-belga della Ruhr. Effettivamente la Germania è sopravvissuta al disastro di Versailles, ma rischia di non sopravvivere a questa nuova catastrofe. In agosto per il cancelliere tedesco Gustav Stresemann la situazione sta diventando insostenibile: l’occupazione e il separatismo renano, con la possibilità di perdere tutta la regione del Reno-Ruhr, il collasso della moneta, la minaccia di un’insurrezione comunista in Sassonia e Turingia, l’agitazione estremista di Adolf Hitler, il separatismo bavarese, le pressioni della Reichswehr (l’esercito) del generale Hans von Seeckt per formare un regime autoritario e altro ancora. La potenziale insurrezione comunista in Germania è fomentata dal Komintern (la terza internazionale) e dal suo agente Karl Radek, un ebreo di Leopoli. Dall’inizio di ottobre, soldi e consiglieri sovietici arrivano in Germania attraverso la missione diplomatica a Berlino, mentre le armi sono spedite per nave da
Quando nel Kpd, il partito comunista tedesco, ci si rende conto che un ottobre rosso tedesco non è fattibile, le teste calde di Amburgo decidono di agire ugualmente. Quindi nell’antica città anseatica, il 23 ottobre, scoppia un’insurrezione pianificata da leader comunisti locali (Hans Kippenberger e Albert Schreiner) e dal loro consigliere sovietico Manfred (Moses) Stern (alias Kleber). La tempo ranea radicalizzazione degli operai è causata dall’invasione francese della Ruhr e dalla decisione del cancelliere Stresemann di terminare il boicottaggio contro questa occupazione. 1.300 comunisti attaccano 26 stazioni di polizia conquistandone 17 e impadronendosi delle armi che vi sono custodite. Queste armi sono usate nei giorni successivi dai cecchini comunisti contro la polizia. Non essendosi materializzato nessun supporto popolare di massa (perfino i portuali rifiutarono di partecipare) la battaglia è disperata, anche se nel sobborgo popolare di Barmbeck (comandato da Ernst Thälmann) la lotta continua fino al 25 ottobre. È un massacro: 21 morti e 175 feriti tra gli insorti e 17 morti e 69 feriti tra la polizia e i soldati. Fallita l’insurrezione di Amburgo, il cancelliere Stresemann usa i suoi poteri di emergenza per dissolvere i governi di coalizione Kpd-Spd in Sassonia e Turingia. Visto anche l’atteggiamento negativo dei lavoratori tedeschi, il Comintern decide di cancellare le pianificate insurrezioni in Sassonia e Turingia. Da allora in poi non ci sarà più nessun tentativo rivoluzionario bolscevico in Germania contro la “democrazia borghese” tedesca.
UN ARTICOLO CHE È UN TESTAMENTO Con questo fiasco clamoroso finisce l’avventura tedesca dei bolscevichi sovietici e Lenin si spegne poco dopo, il 21 gennaio 1924.
Il suo ultimo articolo “Meglio meno, ma meglio” – insieme ad altri quattro pubblicati poco prima – costituisce il testamento politico di Lenin. Questa, per lo meno, era l’opinione di Nikolaj Ivanovič Bucharin , uno dei principali teorici del comunismo dopo Lenin.