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international
TECNICA LA CARENA TONDA LE NOSTRE INCHIESTE VIAREGGIO DIETRO LE QUINTE (2a parte) CANTIERI BENETTI, 140 ANNI DI SUCCESSI
ROYAL HUISMAN KAMAXITHA OVERMARINE MANGUSTA 94 LÜRSSEN YACHTS QUATTROELLE FERRETTI 960 BAGLIETTO MONOKINI ROSSI NAVI KETOS 48 OCEANCO NIRVANA
TRIMESTRALE
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LÜRSSEN YACHTS Testo di Martino Motti - Foto di Klaus Jordan
Nuvolari&Lenard hanno disegnato per il cantiere tedesco Lürssen un gioiello di 86 metri, oggi chiamato “Quattroelle” ma in precedenza noto con l’adeguato appellativo “Bellissimo”. E noi di “Superyacht” abbiamo avuto la fortuna di salirci a bordo. aliamo sul lussuoso tender che ci attende al Quay des millionaires ad Antibes, una breve navigazione e già riconosciamo la sagoma inconfondibile e caratteristica dei Lürssen: è “Quattroelle”, 86 metri di lunghezza, una nave pensata per la crociera oceanica. Il suo stile, una combinazione di lusso e sportività, è già destinato a diventare un classico. Stiamo parlando della prima nave Lürssen disegnata, sia negli esterni che negli interni, dallo studio italiano Nuvolari&Lenard.
S
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Quattroelle
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L’armatore, già proprietario di una nave di 60 metri, dopo aver noleggiato per molti anni barche diverse, aveva le idee chiare sulla sua nuova creatura: linea inconfondibile, moderna, lussuosa ma non avveniristica, italianità come linea guida, progettazione ai massimi livelli, impiantistica di estrema qualità e di ultima generazione e la capacità di vivere gli oceani in completa sicurezza per se stesso, la sua famiglia, gli ospiti e naturalmente l’equipaggio che a bordo vive tutto l’anno. Lenard traccia i primi segni, il primo schizzo ed è già un successo: la linea della nave impone una prora estremamente slanciata, un’opera morta possente ma aggraziata e slanciata dal gioco di incroci arrotondati verso poppa e tre ponti a rastremare che dissimulano la sua notevole altezza. Si potrebbe obiettare che non è dificile disegnare una nave di 86 metri dalle linee ilanti, ma non è vero: infatti il risultato è aggraziato e sportivo, estremamente bilanciato e proporzionato, ma i numeri relativi alle dimensioni e alla cubatura sono impressionanti, addirittura insospettabili se ci si lascia ingannare dalle linee pure della nave. Come spiega Lenard, lo studio non ha voluto stravolgere la tradizionale forma esterna tipica dei Lürssen, ma bensì reintrerpretare e riproporre in qualche modo uno stile che è e deve rimanere distintivo nel panorama mondiale dei megayacht. Ogni progetto Lürssen ha un nome, quello scelto per questa nave era “Bellissimo”. Gli spazi esterni, naturalmente di dimensioni adeguate al mezzo, propongono diversi ambienti votati al relax, al pranzo, al sola-
QuattroelleLÜRSSEN YACHTS Abbonamento n. 1107 valido dal 22/03/2013 al 21/03/2014 - Licenza esclusiva a martino motti
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rium o alle attività marine. A poppa, sul secondo ponte, una piscina a sioro contornata da due aree relax sottolinea la vicinanza al mare: infatti l’illusione ottica creata dalla piscina vista dal salone è di collegamento con il mare, come fosse una baia senza soluzione di continuità, ma a diversi metri di altezza sull’acqua. Sul ponte inferiore è sistemato invece il tavolo pranzo che, con un ingegnoso sistema, può trasformarsi da unico ovale a doppio tondo.Tutta la zona pranzo, in caso di condizioni meteo non ottimali, è chiudibile da vetrate scorrevoli che vanno a cingere, in maniera molto discreta e secondo una linea curva, tutto il pozzetto. L’architetto Valentina Zannier dello studio Nuvolari&Lenard, che ha curato personalmente la progettazione degli interni, del mobilio e delle suppellettili che troveremo all’interno, ci accompagna a visitare la nave. Iniziamo da poppa: a centronave una scala reale creata dal ribaltamento dello specchio di poppa scende in mare per oltre un metro di profondità così da creare una facile discesa sull’acqua. Una porta stagna accede ad una zona relax con bagni e docce. Qui il teak è l’essenza scelta, lavorato a lisca di pesce nelle pareti, mentre l’onice è stato scelto per rivestire i locali bagno. Il fornitore dei marmi di tutta la nave è la ditta italiana Antonini, che è riuscita a scovare blocchi unici per qualità e tipologia di marmi e onici.Valentina mostra una delle sue innumerevoli creazioni: un appendiabiti a scomparsa nella parete in teak, davvero ingegnoso. A seguire si passa direttamente al garage: a
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Quattroelle LÜRSSEN YACHTS tutto baglio con iancate laterali a ribalta dove trovano posto i tender Colombo,le moto d’acqua e i toys. La sala macchine impressiona per la pulizia dell’impiantistica e per l’organizzazione della stessa, tutto votato alla riduzione delle vibrazioni e della rumorosità, come i generatori, inseriti in box insonorizzanti davvero attivi. La cabina di comando della sala macchine incanta per l’ordine e la tecnologia implementata.Tutto è studiato per essere pratico ed ecologico. Con due propulsori da 2.680 cavalli “Quattroelle” può navigare a 14 nodi di crociera con una massima di oltre 18 nodi. L’autonomia è di 6.000 miglia con un serbatoio di 229.000 litri di gasolio. Il capo ingegnere Robert Millar ha voluto nominare i due motori Greta e Juliette in onore di sua nonna e di quella di sua moglie. La lavanderia a seguire è attrezzata con lavatrici e asciugatrici industriali per offrire servizio h24 all’equipaggio ed ospiti. Passiamo dai locali equipaggio, spaziosi ed organizzati per essere vissuti a turni 24 ore al giorno, con 12 cabine doppie e 4 singole (quella del comandante è situata sul ponte bridge). La cabina di comando per audio-video-telefonia è impressionante; il sistema telefonico di bordo permette di avere segnale gsm ovunque e 143 access point wireless disponibili. La cucina è ampia e con doppia isola centrale, ben organizzata e luminosa.
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Passiamo alla zona ospiti; una scala reale decentrata collega i ponti, parallelamente ad un ascensore, la balaustra è in bronzo lavorato, in pratica un’opera d’arte. La richiesta dell’armatore era per un uso intensivo del legno negli interni, ma non necessariamente di stile classico: così è nato questo nuovo “eclettico contemporaneo” in cui diverse essenze sono accoppiate a moquette, tessuti e legni laccati per creare un effetto molto elegante, ricco, personalizzato ma mai volgare o eccessivo. I pavimenti, per esempio, realizzati in legno di Vavona, sequoia americana dai toni rossicci e dalle venature decise ma delicate, seguono disegni curvilinei costruiti incollando con sistema lamellare centinaia di listelli curvati per avere un effetto uniforme di venatura e colore. Il mobilio e le pannellature degli ambienti, spesso in radica di Vavona, sono sempre diversi e richiamanti lo stilema proprio della barca, le linee arrotondate, che ricordano molto l’art deco dei primi del novecento, realizzati con legni, tessuti e pelli differenti. La sala da pranzo principale, dotata di tavolo per 16 allungabile a 20, ha una vista completa sul mare attraverso vetrate e balconi apribili. Le pareti e i sofitti alternano pannellature in legno o stucco veneziano a zone in tessuto, in seta ed opere d’arte in cuoio, vetro di Murano, metallo, dipinti o legno. Gli artisti coinvolti sono europei e uno addirittura giapponese. I tappeti che a zone ricoprono i pavimenti sono realizzati appositamente su disegno per “Quattroelle”. L’illuminazione in tutta la barca è afidata a lampadari e appliques espressamente disegnati dall’arch. Zannier, così come il mobilio. Il salone cinema offre divani per tutti gli ospiti e intrattenimento musicale e video ai massimi livelli tecnologici. La nave rappresenta una vetrina su tutto il meglio della produzione europea, sia nei materiali che nelle lavorazioni. Il gusto estremamente personale caratterizza la barca come family boat, ma è anche molto apprezzata sul mercato del charter internazionale, dove viene venduta ad un milione di euro per settimana. L’architetto Zannier racconta anche di aver lavorato all’ideazione degli interni della barca quasi a carta bianca, con la completa iducia e sintonia con gli armatori, e il risultato si vede. La zona notte comprende 3 cabine vip e 2 ospiti, naturalmente tutte con bagno. Mentre la zona armatore è situata sul ponte superiore e offre anche 2 cabine per le iglie. La cabina per la nanny è invece sul ponte inferiore. La cabina armatore gode di una vista panoramica superlativa sui tre lati di prua con accesso al passavanti e ad un salottino privato alla base della pista dell’elicottero a prua. Una grande cabina armadio rappresenta il sogno di ogni signora. Il bagno è realizzato in quarzite bianca, l’ultimo blocco disponibile trovato in Italia, e in marmo botticino. È davvero sorprendente la sensazione di robustezza e durabilità di tutti gli elementi, anche le porte stesse sono estremamente pesanti e con ferramenta in acciaio inox ultradimensionato.Tutti i marmi arrivano dall’Italia, eccetto l’onice e l’alabastro che provengono dall’Egitto. La descrizione di una barca del genere è quasi impossibile, la dovizia di particolari, di materiali, di lavorazioni e di design rende incredibile “Quattroelle”. Nulla è lasciato al caso ed ogni ambiente, ogni mobile, ogni particolare è stato disegnato a mano su tavole di grande dimensione e sottoposte al cliente. Lo stile delle cabine Vip e guest è identico, con differenze nei materiali, tessuti, colori ed accenti. Si percepisce insomma una linea forte di pensiero progettuale, ma si è voluto differenziare gli ambienti anche per facilitarne il riconoscimento da parte degli ospiti. Ciò che si percepisce visitando la nave è qualcosa che travalica l’immaginazione, una sensazione di estrema eleganza e cura nel dettaglio, di maniacale attenzione per la perfezione costruttiva e per il trattamento dei materiali pregiati. Il pacchiano che talvolta s’incontra su queste grandi navi è completamente bandito, non c’è nulla dal look esagerato, ma l’insieme dei minimi elementi contribuisce a dare un tono estremamente ricco e rafinato. I bagni ne sono un esempio lampante: gli onici lavorati di colori diversi, i marmi, i metalli dorati e i vetri istoriati, le forme sempre arrotondate o stondate regalano la sensazione di ambienti principeschi. Per la salute degli ospiti esiste anche una palestra iperattrezzata al ponte superiore. Naturalmente grande attenzione è stata data all’illuminazione completamente custom e alle inestrature che creano un fantastico mix di luce naturale e artiiciale, come nel salone superiore in parte inestrato e arredato da tavolini in bambù che si affaccia direttamente sulla piscina. La plancia di comando, dai toni scuri e antirilesso, è veramente lineare e pulita, ordinata ed apparentemente semplice nella disposizione, disposta su due livelli come spesso accade sui superyacht. Il tour è terminato e una domanda mi sorge spontanea: ma quanti anni è durata la costruzione? Valentina mi risponde che tra
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progettazione, sviluppo e costruzione ci sono voluti ben tre anni e mezzo con centinaia di architetti, ingegneri e operai coinvolti, con un monte ore/uomo impressionante. Lenard racconta che il primo problema nell’approccio al progetto è stato quello di trovare la chiave che rendesse subito riconoscibile questa barca come Lürssen: è stata trovata nel disegno di alcuni elementi caratterizzanti e di una linea oggettivamente bella e senza tempo, destinata a rimanere tale a lungo e a diventare un termine di paragone. Non esiste nessun elemento della barca che si isola dagli altri, il tutto è armonizzato e fuso insieme. Prosegue Lenard “Il nostro approccio è contrario a quanto accade negli studi architettura: noi disegnamo a mano, dai bozzetti al deinitivo, su tavole di grande formato e con l’utilizzo di stili differenti, perché è impossibile la rappresentazione al computer e produciamo centinaia di modelli in scala fatti a mano che solo in ultima analisi, e dopo approvazione, vengono tradotti in rendering 3D. I makeup sono stati prodotti per ogni singolo elemento dell’imbarcazione. Prima fase è un bozzetto, uno schizzo veloce, che passa poi ad una seconda fase dove vengono prodotti dei fumetti monocromatici; poi segue la produzione di disegni fotorealistici tratti dai bozzetti. Per terminare, il signiicato delle “Quattroelle” è: Love, Life, Liberty and Luxury. Per ulteriori informazioni: Lürssen Werft; Zum Alten Speicher 11; 28759 Bremen-Vegesack; Germany; tel. +49 (0)421 6604166; fax +49 (0)421 6604170; web: e mail: yachts@lurssen.com 64 Abbonamento n. 1107 valido dal 22/03/2013 al 21/03/2014 - Licenza esclusiva a martino motti
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SCHEDA TECNICA Costruttore: Lürssen Yachts - Design interni/esterni: Nuvolari&Lenard - Lunghezza f.t.: m 86,11 - Larghezza massima: m 13,80 - Pescaggio: m 3,90 - Materiale di costruzione: scafo in acciaio, sovrastrutture in alluminio - Dislocamento: kg 2.485.000 - Velocità massima: nodi 17 - Velocità crociera: nodi 12 - Autonomia: miglia 6.000 - Motorizzazione: 2x2.680 HP CAT - Serbatoio carburante: litri 229.000 - Serbatoio acqua: litri 40.600 - Registro: Lloyd Register of Shipping (LRS).
Quattroelle
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captain’s corner
di Martino Motti
INTERVISTA AL COMANDANTE MARCO gRILLI Da quale parte del mondo proviene comandante? Sono veneto, nato a Mestre, il borgo marinaro vicino a Venezia. Come si è avvicinato al mare? Terminata la scuola media inferiore, ho scelto d’istinto l’indirizzo delle scuole superiori, l’Istituto Tecnico Nautico “S. Venier” di Venezia. Volevo acquisire le basi per un lavoro che mi piacesse, che fosse sul mare. Scuola di formazione?
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Rotta preferita?
Non ho una rotta preferita, a me piace navigare comunque. Quali innovazioni del mondo dello yachting l’hanno maggiormente colpita e perché?
L’elettronica sicuramente ha avuto un’escalation incredibile da quando ho iniziato questo mestiere ad oggi. La peggiore avventura mai capitata nella sua esperienza di capitano?
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Tre anni fa nella baia di Saint Tropez una tempesta con onde smisurate e inaspettate rispetto al tempo previsto da tutti i bollettini meteo. La barca si è comportata molto bene in quella situazione e ha subito solo qualche danno estetico; ma il mio equipaggio si è spaventato molto ed è stato veramente contento di arrivare sano e salvo a terra.
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Dopo i 5 anni di I. T. N., diplomato Aspirante al Comando di navi mercantili, ho avuto l’occasione di partecipare ad un corso durante l’inverno successivo per la qualiica professionale di istruttore nautico. È così che mi sono avvicinato alla nautica da diporto. Quali sono i suoi primi ricordi del mare e delle barche? I miei genitori mi hanno sempre portato in vacanza almeno un mese all’anno in località di mare sempre differenti, e alla ine il posto isso è diventata la Sardegna. Amo molto quell’isola e ancor oggi è il posto dove vado sempre più volentieri. Avevamo un gommone ed un windsurf. Durante l’inverno nel periodo scolastico ero iscritto ad un centro sportivo di voga veneta. A distanza di 27 anni, l’inverno scorso, ho acquistato una mascareta per vogare sul lago di Mantova vicino al quale ora vivo con la mia famiglia. Quali le prime esperienze in mare? Le prime vere crociere in mare su uno yacht sono iniziate con il corso per istruttore nautico su barche a vela di 12 e 16 metri in nord Adriatico. Era l’inverno del 1986 e sofiava la bora ma l’eccitazione era tale che il freddo non si sentiva neppure. Precedenti esperienze di comando? Tra il 1988 ed oggi sono stato imbarcato su barche molto differenti, dapprima su un motoryacht Chris Craft and Cruiser, poi sono passato ad una vela di 20 metri “Elisa” di German Frers, successivamente di nuovo su una a motore, il “Paci II”VZ 46, poi ancora un motore, il Canados 23 “Iside”, per poi passare ad un Canados 58, sempre nominato “Iside”. Dal 2004 al 2009 ho comandato il “Milisa VI” Elegance 115 a motore, per poi passare la stagione estiva sul “Bonita J”, un Moonen 34. Nel novembre 2009 sono passato sul “4H”, un Sanlorenzo 40 Alloy sul quale sono ancora oggi. Quali caratteristiche ha la barca che sta comandando? “4H” è un Sanlorenzo 40 Alloy, piuttosto moderno nel design e nel comfort. All’interno è minimalista ma conserva il calore del legno e della pelle, innovativo, con i suoi 4 balconi apribili. Moderna la plancia, anch’essa minimalista, che ha perso la ruota del timone, sostituita da un joystick e pochi comandi a vista, sfoggia 5 schermi multifunzione da 19’’ comandabili attraverso un solo mouse. La barca può ospitare ino a 12 persone.“4H”, motorizzato da due MTU 12V 4000 M90, ha una velocità di crociera di 13,5 nodi con un consumo di 250 litri/h, la massima arriva a 21 nodi. Il serbatoio di carburante ha 30.000 litri di capacità, quello dell’acqua 6.000. C’è un desalinizzatore da 400 litri/h e due generatori da 55 kW. Per il comfort possiede anche stabilizzatori e aria condizionata. Apparecchiature satellitari, telefonia e internet, intrattenimento e musica sono ai massimi livelli. La barca è attrezzata da diversi tender, moto d’acqua e toys. Marina preferita? Marina Genova Aeroporto come base, è un marina confortevole, vivo, completo e molto ben collegato con l’Italia ed il mondo. Marina di Porto Rotondo per vivere il mare con questo tipo di yacht, nella stagione estiva naturalmente.
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services
di Martino Motti
LA SODDISFAZIONE DI ESSERCI RIUSCITI Incontriamo il direttore marketing di MYS Marina Yacht Shipyard di Genova, Rocco Finocchiaro, sull’ultimo yacht in lavorazione, il “Queen Mavia”, uno dei progetti più importanti da quando è nato il cantiere circa due anni fa. Il cantiere è nato circa due anni fa, allora avevamo scritto “il coraggio di crederci” oggi cosa si può dire?
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di seguirlo.Tra l’altro le nostre maestranze sono tutte fatte da dipendenti, 20 solo MYS, più quelli dell’oficina, della falegnameria e della progettazione, i terzisti sono pochissimi, a tutto vantaggio della qualità inale. Cosa è successo in cantiere in questi due anni?
Abbiamo alato ben otto barche sopra i quaranta metri, pur lavorando con l’utilizzo di gru “terrestri” e due progetti molto importanti. Avevamo il piazzale e i capannoni molto pieni ma ben organizzati e siamo riusciti a rispettare tutte le date di consegna. Il primo dei grossi progetti è quello del “Dione Star”, una barca a vela di 38 metri allungata a 43, il secondo è quello dell’Oceanco di 56 metri, ex “Lady Christina”. Le altre barche hanno comportato lavori di carena, di interni, strutture o pitturazione. Alcuni esempi di pregio possono essere “World is not enough”, lo yacht più veloce al mondo, con i suoi 72 nodi, su cui abbiamo eseguito la pitturazione totale e molti lavori di meccanica, un Sanlorenzo di 44 metri, uno di 42 e il “Blue Shadow” di 50 metri dei Cantieri Apuani, di un cliente siriano, sul quale dobbiamo fare un grosso reit: era la barca preferita di Frank Sinatra. Inoltre abbiamo aggiornato la nostra falegnameria, completamente riattrezzata recentemente anche con una macchina a controllo numerico a 8 assi, presse a caldo, presse in curva, bordatrici a nastro, ristrutturato ed organizzato i nuovi ufici di 700 metri quadri sopra la nostra oficina meccanica Santa Maria. Andiamo per gradi, iniziamo dai due progetti più importanti: 136
Il “Dione Star” è stata alata l’anno passato utilizzando ben tre gru, una da 800 tonnellate reggeva la
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Possiamo dire che avevamo ragione, avevamo visto giusto ed intuito le grandi potenzialità che offre il settore dei superyacht. Nonostante le grosse dificoltà burocratiche (anche dovute a cambi continui ai vertici delle istituzioni e degli enti con cui dobbiamo dialogare) che abbiamo avuto per partire e che esistono ancora, siamo riusciti a lavorare e a iniziare la nostra avventura. La stessa reazione da parte dei concorrenti ci ha dato iducia e la forza di andare avanti. Abbiamo investito molto denaro, ma soprattutto tanta passione e tempo per studiare una metodologia di lavoro adatta alle esigenze di un mercato molto soisticato. Lo stesso mercato sembra apprezzare enormemente la nostra ilosoia del “preventivo blindato” cioè di quotazioni chiuse, senza aggiunte e ripensamenti inali: questo per gli armatori o i broker si traduce in una sensazione di sicurezza della spesa e dell’investimento, soprattutto oggi in un momento economicamente così dificile. Io, da parte mia, una volta acquisito un cliente, cerco il più possibile di frequentarlo e vivere con lui molto tempo a bordo, per cercare di capire meglio le sue esigenze e la personalità e per fargli percepire capacità, disponibilità e le possibilità da parte del cantiere
poppa, le due più piccole accoppiate sull’unico bilanciere a prua: una manovra complessa, da manuale. Innanzitutto l’abbiamo svuotata completamente di tutti gli arredi, impianti e suppellettili, mettendone a nudo la struttura metallica. Successivamente, all’interno di uno dei capannoni, la barca è stata tagliata nella sezione mediana, circa a mezzanave, ed allungata di 5 metri. L’allungamento dello scafo ha comportato anche quello dei diversi ponti e della tuga; è stato quindi uno dei pochi casi, forse l’unico, di allungamento da centrobarca di uno yacht a vela. Tra l’altro è stato varato proprio oggi, con l’uso di due sole gru, senza problemi. Seguiranno i lavori agli allestimenti interni e il montaggio dei due alberi: contiamo di consegnare il “Dione Star” per ine agosto. L’Oceanco, 56 metri, è un lavoro di estremo pregio sia per il cantiere costruttore, tra i primi al mondo, equivalente a Rolls Royce o Bentley nel mondo dell’auto, sia per l’armatore e committente, uno sceicco di Abu Dhabi. Sull’Oceanco, oggi “Queen Mavia”, è in atto il reitting di una parte degli ambienti, della cabina armatoriale, del suo bagno, della sala da pranzo, dello scalone interno, della plancia di comando e di altri saloni. Abbiamo predisposto il lavoro nel massimo della pulizia, dell’organizzazione e della qualità, conformemente alle direttive del committente e delle classiicazioni in merito. I surveyors e l’armatore stesso hanno potuto constatare e confermare la qualità e l’accuratezza delle realizzazioni, della tempistica prevista e soprattutto del mantenimento del budget messo a preventivo senza alcun change order da parte nostra.Tutto ciò ha fatto si che lo sceicco confermasse anche il piano 2, ovvero l’allungamento e il riallestimento dei ponti esterni. La nave sarà allungata a poppa di 5 metri e sessanta con modiiche anche al layout della linea esterna che svecchieranno e innoveranno il look del 2001 con soluzioni anche tecniche e di design all’avanguardia. Per noi questo lavoro e questo apprezzamento da parte dello sceicco sono un traguardo ed uno sprone per il futuro. La consegna, piuttosto stretta, è prevista per il maggio 2014. Ci sarà un’ampia beach area con un grande skylight che permette di illuminare l’ambiente sottostante utilizzabile anche come discoteca, portelloni che si aprono e diventano spiagge, due scale in cristallo a poppa, una vasca Jacuzzi con wet bar, un bancone bar, due solarium e una grande zona all’aperto per le feste. Abbiamo sentito parlare di un nuovo travel lift...
Si, proprio ieri abbiamo irmato il contratto per la consegna di un nuovo travel da 830 tonnellate che ci consentirà di inserire una marcia in più e di lavorare meglio e più velocemente. Ci verrà consegnato a dicembre, quindi con il primo di gennaio 2014 saremo già operativi. Nel contempo abbiamo preso anche un carrello idraulico adeguato alla stazza delle nostre lavorazioni. E costruiremo un nuovo grande capannone che ospiterà per prima la “Queen Mavia”. La settimana prossima (ine luglio scorso, ndr) inizieremo a sbancare il piazzale per creare il bacino per il travel, un pennello con ormeggi ed il nuovo capannone; il vecchio bacino verrà tombato e il travel esistente dato in permuta per il nuovo. L’unico progetto temporaneamente fermo, purtroppo per questioni e contrasti di vicinato è quello della palazzina con ufici, alloggi e servizi per gli equipaggi. Il vostro rapporto con Genova?
Dificile e conlittuale: Genova si conferma come una città refrattaria a qualsiasi ventata di innovazione, sviluppo, rilancio, investimento. Non capiscono che innovazione vuole dire nuove fonti di sviluppo, di ricchezza, di lavoro, di attrazione verso la città, anche di tipo turistico. Come esempio su tutti abbiamo proprio di fronte a noi il nuovo Marina Fiera, semideserto, con poche grandi barche e una trentina di barchette: uno spettacolo che fa veramente tristezza e fa amareggiare per la consapevolezza dello spreco del denaro pubblico. Qui dovrebbe diventare come Barcellona o Palma di Maiorca dove realtà simili sono iorenti. Potrebbero essere centinaia le idee di rilancio per la città, per i giovani e il loro futuro, ma è pressoché inutile parlarne. Per ulteriori informazioni: Marina Yacht Shipyard Genova; Piazzale J.F. Kennedy 1; 16129 Genova; tel. 137 010 580760; fax 010 532423; web: www.mysgenoa.it
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