SY 41 - Capt. Andrea Balzarini

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n. 41 - Primavera 2014 - Euro 6,00

international DESIGN BEACH YACHT – SUPERYACHT COME UNA SPIAGGIA CANTIERI CANTIERI NAVALI CODECASA – 42 SERIE VINTAGE TECNICA LA CARENA TONDA I SISTEMI PER ELIMINARE IL ROLLIO I DANNI ESTETICI

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TRIMESTRALE

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captain’s corner

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Da quale parte del mondo proviene comandante? Sono nato a Como, città di lago e montagne. Da sempre il contatto con la natura è stato parte fondamentale nella mia vita, quasi una necessità che ha condizionato profondamente le scelte che ho compiuto crescendo. Come si è avvicinato al mare? Il mio avvicinamento al mare è stato graduale, la dimensione “lacustre” cominciava a starmi un po’ stretta. Una volta terminati gli studi universitari a Milano ho scelto di trasferirmi, assecondando la mia voglia di vicinanza al mare, sulle alture di Lerici, in Liguria. Scuola di formazione? Una delle mie più grandi passioni, sin da bambino, è stata l’edilizia. Ho scelto quindi di intraprendere studi da geometra per poi laurearmi in architettura. Contemporaneamente agli studi cominciavo a concretizzare il mio bagaglio di esperienze nautiche diventando istruttore di vela, prendendo la patente nautica, quindi la patente per navi, per passare in seguito ai brevetti commerciali italiani. Purtroppo la confusione e le dificoltà conseguenti ad una legislazione lacunosa e soggetta a troppe interpretazioni mi hanno costretto ad intraprendere anche la carriera inglese; oggi sono in possesso anche del brevetto Master 200 MCA. Ho pianiicato di dare l’esame 500 GT quest’anno, se gli impegni di lavoro non saranno troppo pressanti. Quali sono i suoi primi ricordi del mare e delle barche? I miei primi ricordi della vela sono legati alla mia gioventù sul lago, dove da sempre mi cimentavo in tutte le discipline veliche: wind surf, derive e cabinati. La passione si è alimentata negli anni, è stato quindi naturale diventare istruttore, dapprima sul lago e in seguito alla scuola Le Glenans, in Francia. Com’è stato l’impatto col mondo del lavoro vero e proprio? Da studente ho cominciato a lavorare a tempo perso su piccole barche da charter. Una volta laureato ed impiegato, il tempo libero è diminuito drasticamente; è così che ho deciso di fare il grande salto e tentare un’attività in proprio. Ho acquistato una piccola barca di 45 piedi con cui ho avviato un’attività di charter con skipper. Sono stati anni molto intensi e “liberi”, ma dal punto di vista economico non troppo gratiicanti. È stato automatico avere quindi l’esigenza di uno stipendio certo e regolare. In questo modo è cominciata la mia carriera da marittimo vero e proprio. Quali le prime esperienze in mare? Inizialmente il mio ruolo a bordo era quello di marinaio tuttofare, dalla manutenzione alla condotta della barca, passando anche per la cucina. Precedenti esperienze di comando? Le prime barche su cui ho lavorato in modo professionale avevano misure modeste, 16,18, 20 metri… ma per me, abituato alle barche da charter o da scuola vela, erano come astronavi complicate ed affascinanti. Sono passato poi a barche più moderne, in composito, molto soisticate, con materiali sempre più rafinati e costosi. Mi sono confrontato con nuove tecnologie, sempre in evoluzione, e con il mondo delle regate d’altura. Sono stati anni faticosi ma di grande crescita, sempre a confronto con professionisti preparati dai quali ho avuto molto da imparare. Ai frenetici anni delle regate sono seguiti quelli su barche da crociera pura, dove le novità e le dificoltà erano rappresentate da impianti più complessi che rispondevano alle esigenze di armatori i cui standard di comfort andavano di pari passo con la taglia delle barche. Anche quella è stata una grande scuola in cui ho dovuto confrontarmi con problemi inusuali per me: la gestione di un equipaggio numeroso, il rapporto con armatori di prestigio, grandi budget da gestire. Barche comode, eleganti e affascinanti, come Jupiter, un one off 100’ dei Cantieri di Fano dalle linee classiche che richiedeva un lavoro di messa a punto e manutenzione continuo per rispondere agli standard richiesti. Quali caratteristiche ha la barca che comanda adesso? Sono comandante di un Southern Wind 100’ RS, barca da crociera veloce, costruita in carbonio e kevlar con standard qualitativi molto alti. L’armo è piuttosto aggressivo con un albero ad alto modulo in carbonio, di grande rigidità e incredibile leggerezza. L’attrezzatura di coperta è piuttosto classica, con particolare attenzione alla razionalizzazione degli spazi. E’ stata creata una zona tecnica in cui il crew può manovrare la barca senza disturbare gli ospiti che godono di una zona guest con tavoli, sedute e prendisole. L’armo è a cutter, con una staysail oltre al genova, assai versatile e lessibile. La zona ospiti è composta da una owner cabin, da una cabina VIP con letti matrimoniali, due cabine ospiti con due letti singoli, un ampio salone che sfrutta i 7 m di baglio con una zona pranzo ed un salotto a divani

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di Martino Motti

INTERVISTA AL COMANDANTE ANDREA BALZARINI


e un uficio separato. Nonostante il carattere sportivo la barca ha interni di alto design realizzati in stile sobrio ed elegante da Nauta Yachts. Nel complesso si tratta di una barca davvero equilibrata, che coniuga prestazioni e comfort in modo incredibile. Marina preferita? Se devo pensare ad una marina in particolare mi viene in mente quella di Ventotene. In pochi posti nel mondo ormeggi in situazioni così incredibili; tra resti archeologici romani e greci che si fondono ed intersecano con testimonianze rinascimentali, il tutto in un tessuto vivo e dinamico. Si respirano secoli di storia circondati da un mare cristallino che offre immersioni degne di località rinomate nel mondo. Rotta preferita? Quella che dal Sud Africa va a Genova che si compie quando si trasferiscono le barche dal cantiere Southern Wind. Ho avuto la fortuna di percorrerla senza soste e di immergermi per più di un mese nella navigazione e nel respiro del mare... semplicemente fantastico! Quali innovazioni del mondo dello yachting l’hanno maggiormente colpita e perché? Sicuramente la grande sempliicazione e razionalizzazione che è avvenuta sulle barche a vela. In poco più di un decennio si è passati da barche che richiedevano equipaggi numerosissimi a barche “one man show”. Il cambiamento è stato supportato da un’implementazione tecnologia davvero eccezionale. Un esempio entusiasmante è il nuovo sistema DSS (Dynamic Stability System), una lama stabilizzatrice mobile che spunta a centro barca come fosse il lap di un aereo e che aumenta la stabilità e quindi la performance, riducendo lo spostamento ed il trascinamento di acqua, nonché lo sbandamento. La peggiore avventura mai capitata nella sua esperienza di capitano? Mi viene in mente un episodio della scorsa primavera, durante la traversata di ritorno dai Caraibi all’Europa. Navigando in condizioni severe tra i 40 e i 50 nodi con onde di 8 metri mi godevo con idati compagni una fantastica navigazione quando, avvistata una barca in lontananza, capimmo subito che qualcosa non andava. Dopo aver invano cercato di contattare l’equipaggio decidemmo di deviare ed avvicinare la barca per veriicare la situazione. Una volta raggiunta ci si presentò una scena davvero desolante: si trattava di un bellissimo Swan alla deriva. Abbiamo subito appreso dalle autorità che tutto l’equipaggio era stato salvato giorni prima. Cosa pensa del suo ruolo di capitano e del mondo dello yachting in cui si trova ad operare? Viene richiesta sempre più specializzazione e professionalità, le autorità richiedono brevetti che implicano corsi sempre più articolati e mirati, le barche moderne impongono un bagaglio di conoscenze sempre più ampio e approfondito e la burocrazia ci costringe ad investire molto tempo in aggiornamenti per restare al passo coi doveri dettati dai registri navali. Penso si sia persa un po’ di poesia nella professione di comandante. Mi arrischierei a dire che forse siamo anche un po’ meno “marinai” di un tempo, molto di quello che fa parte della buona marineria oggi passa in secondo piano. Forse il ruolo che dovremmo avere noi di bordo è proprio questo: cercare di riportare il rapporto tra chi naviga ed il mare ad uno stadio precedente, quando la barca era un mezzo per poter gustare a fondo la magia di un ambiente unico e straordinario.

Maritime Surveyor & Consultant Over 20 years of fully yachting dedicated career as master/engineer/project manager/ coating survey/insurance claims management on several sailing yacht, racing yachts and power boats. Sailing more 300.000 miles in Mediterranean, Caribbean, east Coast USA, Paciic Ocean, New Zeland, Australia, Indonesia, Indian Ocean and red Sea. Four languages luent speaking with technical report in: english, French, German and Italian. Worldwide services provided on any size and type of yacht to: Owner, yacht brokers, insurance companies, lawyers, naval architets, designer, managers, yacht yards and captains.

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