SY 35 - Sail Yacht ADESSO, captain interview

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n. 35 - Inverno 2013 - Euro 6,00

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NAUTA - PICCHIOTTI 101’ X NOI WALLY YACHT WALLY ACE CNR 130 DARLINGS DANAMA OVERMARINE GROUP MANGUSTA 165

TECNICA IL PROGETTO DELLA CARENA LE ALI NON SERVONO SOLO PER VOLARE DESIGN NUOVI PROGETTI DI SUPERYACHT: MY MOBY REFIT SAIL YACHT “ADESSO”

TRIMESTRALE

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SCHEDA TECNICA Costruttore: CCYD (Italia) - Tipo: sloop - Designer: German Frers - Interior design: Gae Aulenti - Anno varo: 1996 - Lunghezza f.t.: m 31,60 - Larghezza m 7,52 - Immersione: m 3,70 - Motorizzazione 1x450 HP Cummins (installato nel 2006) Elica a passo variabile: Propeller Unit CP14-MR KPS - Serbatoio carburante: litri 5.000 - Serbatoio acqua: litri 1.700 - Velocità di crociera: nodi 11,5 - Autonomia: miglia 850 - Generatori: Onan 50 kW e Onan 17,5 kW (agosto 2006), 12 batterie a 24 V per un totale di 3.170 Ah (agosto 2006) - Caricabatterie: 6 Mastervolt, per un totale di 3.500 A, Inverter 35 kW tutte le tensioni e frequenze - Costruzione: composito ad alta tecnologia in sandwich di Kevlar, ibre di carbonio e resine epoxy - Vele: randa fullbatten spectra/carbonio (settembre 2006); genoa Quantum spectra/carbonio (aprile 2012); gennaker Quantum (luglio 2011); tormentine North Sails - VHF: Shipmate RS 8300, SSB: Stephens Sea 322 - Radar: Furuno 1411MK3 48 miglia - Wind computer: Ockam/B&G - Autopilota: Robertson - Ecoscandaglio: Furuno 582 - GPS: 2 Trimble NT200D - Weather fax: Furuno 208A con Navtex - Satcom: C Thrane & Thrane 3020P - Satcom: M Scientiic Atlanta 9821, Mini M CapSat, Computer Apple Macintosh Power/PC 8500 con stampante colori - Tender: Novamarine RH 400 (settembre 2006) con 25 HP Yamaha - Attrezzature di coperta: titanio, Navtec idraulico per tutti i controlli (reittato agosto 2006) - Winches: Harken idraulici - Albero: in carbonio, Omohundro, Nuova Zelanda - Chiglia: inox Ponte: teak (maggio 2011).104

Chi è troppo giovane forse non lo conosce, chi ha qualche anno in più certamente ricorda uno storico cantiere, CCYD, acronimo di Costruzione e Charter Yacht Diporto, nato e cresciuto a Venezia e specializzato da sempre nella produzione di grandi e lussuose barche, soprattutto a vela. “Adesso” è stata varata nel 1996 a Venezia su progetto di German Frers e design degli interni irmati dalla nota architetto Gae Aulenti. Il committente, l’industriale lombardo Giorgio Carriero, la chiama, come tutte le sue barche da regata, “Mandrake”. Carriero è un noto regatante, presente in molte regate di importanza internazionale, come la Admiral’s Cup, per esempio. Il progetto di Frers, quindi, su speciiche dettate da Carriero, vuole condensare le caratteristiche di una barca ilante da regata con quelle di una da crociera, ed ecco che la matita di Gae Aulenti disegna interni estremamente eleganti e rafinati, ma moderni e sportivi allo stesso tempo. La barca, lunga più di 32 metri, è capace di navigare veloce anche con equipaggio ridotto, caratteristica speciicamente richiesta dell’armatore. “Adesso” ha scafo, albero e boma completamente in carbonio con molte delle strutture in titanio ed è stato il primo superyacht ad essere costruito con queste caratteristiche. L’albero è stato laminato in Nuova Zelanda. Frers ha adottato tutte le conoscenze e le tecnologie di allora per sviluppare un progetto in linea con i desiderata dell’armatore: la barca addirittura possiede una chiglia retrattile a scomparsa nel bulbo, utile per aumentare la stabilità senza limitare in alcun modo gli spazi interni, molto ampi anche per la notevole larghezza di 7,5 metri.

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Testo e foto di Martino Motti

SAIL YACHT “ADESSO” EX “MANDRAKE”


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Sail yacht “Adesso” ex “Mandrake”

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Il ponte, quasi di tipo Flush deck o a ponte continuo, non ha una tuga particolarmente sporgente ed è interamente ricoperto in teak; i divani del pozzetto e il tavolo a scomparsa rendono molto elegante e pulita la coperta. Circa dieci anni dopo, nel 2003, l’ing. Carlo De Benedetti acquista “Adesso” dal broker Nauta. Dopo qualche anno, nel 2006, De Benedetti decide di compiere un primo restauro, presso i Cantieri Amico di Genova, necessario per riportare la barca ai vecchi splendori. Nella parte meccanica un ammodernamento è toccato al motore, sostituito con un nuovo Cummins e alla generazione energetica, con l’installazione di due generatori Onan da 50 e 17,5 kW e di 12 batterie a 24 V per un totale di 3500 Ah. Gli impianti idraulici, meccanici ed elettrici così come il dissalatore sono stati completamente smontati e reittati. Non poteva mancare anche un cambio di vele con nuove molto più performanti e moderne. Nel 2011 Code-Zero, una società che opera nel campo del charter nautico, acquista “Adesso” e la immette nei classici circuiti del noleggio di superyacht. Gli anni passano, la coperta comincia a risentire del logorio e tende a scollarsi in alcuni punti. E’ così che si decide di fare un reitting più completo e più pesante del precedente, presso i cantieri Mostes di Genova Prà. Questa volta le aree di intervento sono il ponte, gli osteriggi, il pozzetto, la cabina di prua e i bagni, alberatura e sartiame. Il ponte, di ben 120 metri quadrati di supericie, è stato smontato completamente e sostituito con uno nuovo, in teak birmano da 1,5 centimetri di spessore con un lavoro tradizionale di alta qualità e maestria e comenti in gomma nera. Durante il lavoro di smontaggio, approittando dell’assenza del teak, è stata presa la decisione di modiicare il piano di coperta aggiungendo 4 nuovi osteriggi a ilo ponte, dall’estetica identica agli altri già esistenti, così da rendere ancora più luminosi e ariosi gli interni delle cabine di prua. Nella mole dei lavori l’albero in carbonio è stato silato e posato delicatamente a terra, controllato e pulito così come lo strallo, il paterazzo e le sartie. Il pozzetto era già praticamente perfetto, mancava solo un tocco di eleganza e tecnologia: un tavolo in teak può scomparire in un attimo trasformandosi in pavimento, rendendo così completamente pulito e libero il pozzetto. All’interno la barca è completamente rivestita da boiserie in legno di sicomoro, dalla calda tonalità del miele. A prua, una volta smantellate tutte le strutture originarie, al posto della cabina con bagno e sauna, sono state create due cabine matrimoniali gemelle con proprio bagno. Grande cura è stata posta dalle maestranze nella ricerca del legname per ricreare esattamente lo stesso stile del resto degli interni: i letti sono a cassettone, come nelle barche d’epoca, e i bagni, completamente bianchi di lacca, vetroresina e Corian (piani, lavelli e pavimento), hanno uno stile minimalista spinto. Il nuovo allestimento delle cabine di prua ha comportato, naturalmente, anche la modiica sostanziale degli impianti elettrici, idraulici, dell’aria condizionata e antincendio. Nella cabina di prua originaria è stata creata una paratia di divisione, sono stati modiicati gli imbonaggi dei cielini e delle pareti, così come le strutture dei letti per ricavare due matrimoniali. Un corridoio crea il collegamento tra la zona notte e la zona giorno: proprio al centro dell’ambiente


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Sail yacht “Adesso” ex “Mandrake”

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rettangolare fa bella mostra di sé l’imponente igura dell’albero in carbonio, volutamente lasciato a vista. Proprio in questo punto si aprono le due porte di accesso alle due cabine doppie, ambedue con bagno privato. Queste hanno stessa estetica, costruzione in legno di sicomoro, doppi letti a cassettone e propri bagni che ricalcano sostanzialmente lo stile, ma non il layout, degli altri. Il salone è piuttosto ampio, come sui J Class di un tempo, molto caldo e confortevole, piacevole e fruibile nella sua divisione tra zona divani da un lato e zona pranzo dall’altra. La rafinatezza di questa barca sta proprio nella semplicità e nel rigore delle linee, nelle boiserie, negli arredi: semplici ma assolutamente non banali. Per aumentare l’effetto accogliente dato dal calore del legno sono stati inseriti nell’ambiente divani con rivestimento rosso mattone e poltroncine in midollino. La cucina è trasversale a tutto baglio ed è posta a poppavia del salone. Il look della cucina ripercorre lo stesso stile dei bagni, dove il bianco e le linee squadrate dominano su tutto. Più ancora verso poppa è sistemata la cabina dei marinai, capace di ospitare 4 persone con proprio bagno. Nei primi mesi del 2012 invece “Adesso” è rientrata in cantiere per essere completamente riverniciata nell’opera morta e nelle sovrastrutture. Nonostante la sua bella età “Adesso” è dotata di riscaldamento/condizionamento in ogni cabina, nonché di TV LCD e impianto Hi-Fi. Nata per vincere regate prestigiose è comprensibile come “Adesso” possa navigare a suo agio sia con venti forti che con aliti estivi anche per le nuove vele montate proprio nel 2011 (randa, genoa, gennaker). Ma quando il vento manca è il suo motore Cummins da 450 cavalli a spingerla ad una velocità di crociera di oltre 11 nodi, con un’autonomia di ben 850 miglia. L’elettronica montata a bordo è di ultima generazione e garantisce sicurezza e comfor t. Secondo il cantiere Mostes “Restaurare una barca signiica ripor tarla a nuova vita mantenendone inalterata l’anima e il carattere: gli interventi effettuati su “Adesso” si fondano appunto su questi principi”. Reitting: Mostes; via Pra 11/B; 16157 Genova; tel. 010 665292; fax 010 6974079; email info@cantierimostes.it web www.cantierimostes.it Charter: Code-Zero; cell. 335 1340494,; email info@code-zero.it web www.code-zero.it


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captain’s corner

INTERVISTA AL COMANDANTE PIERPAOLO ERCINI

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Nella plancia di comando del Benetti “Malandrino” ecco, sorridente e disponibile, Pierpaolo Ercini, comandante dalla nascita e ligure DOC. Da quale parte del mondo proviene comandante? Sono nato in Liguria, nel borgo storico di Portovenere nel quale ho passato un’infanzia serena a ianco di mio Nonno Peo (Pietro) classe 1898. Grande marittimo, mio nonno mi ha trasmesso la sfrenata passione per il mare scarrozzandomi con il suo gozzo in giro tra Isola Palmaria, scoglio Ferrale e costa ligure. L’obbiettivo era pescare, farmi conoscere le spiagge meno accessibili e fare ininite nuotate oltre che darmi i primi insegnamenti sul come governare una barca. Come si è avvicinato al mare? Il mio approccio è stato naturale, la mia è la 5^ generazione di comandanti marittimi e l’approccio è avvenuto oltre che con il nonno, con mio zio e mio padre, oggi in pensione. Tutti loro sono stati linee guida della mia formazione professionale, e anche se non abbiamo mai lavorato insieme, hanno sempre saputo darmi i giusti consigli e passarmi quelle nozioni di base che nessun libro può darti né trasmetterti. Scuola di formazione? Ho frequentato dapprima l’Istituto Tecnico Nautico per poi proseguire con il classico iter formativo dei 4 anni di navigazione tra allievo e uficiale di coperta spaziati da esami di patentino e patente. Nel frattempo ho frequentato tutti i corsi richiesti dall’STCW e cercato di carpire i segreti dai comandanti che ritenevo essere i migliori guardando come manovravano, come affrontavano il mare e come prendevano le decisioni nelle situazioni in cui si venivano a trovare. Quali sono i suoi primi ricordi del mare e delle barche? Oltre naturalmente all’ambiente in cui vivevo da bambino a Portovenere, la partenza per la prima stagione nel 1982 a soli 16 anni e l’arrivo a Barcellona in pieni campionati del mondo vinti dall’Italia. E’ stata davvero un’esperienza indimenticabile. Com’è stato l’impatto col mondo del lavoro vero e proprio? Ottimo, anche perché ho sempre amato questo mestiere. E’ un lavoro che richiede alcune caratteristiche di base chiaramente non comuni a tutti, prima fra tutte è quella che io chiamo la “vocazione all’essere zingari”, perché è richiesto uno spirito di adattabilità e una spiccata tendenza al nomadismo senza i quali non si potrebbe andare da nessuna parte. Inoltre il comandante deve essere anche psicologo perché non è sempre facile confrontarsi con l’equipaggio composto da persone di cultura e di etnie diverse. Quali le prime esperienze in mare? Mi ricordo che per me era una festa quando, da piccolissimo, mio nonno mi portava con lui a pescare con la sua barca, fuori dalle rocciose coste delle 5 Terre o alle isole di fronte a Portovenere. Ero proprio felice con mio zio sul suo LASER dove ho imparato i primi rudimenti della vela. Ma soprattutto è stata un’esperienza fantastica timonare la barca al Palio del Golfo dell’Armo di Portovenere e in seguito vincere da timoniere 5 trofei degli Istituti Nautici con ITN Artiglio di Viareggio. Precedenti esperienze di comando? Ho prestato il primo comando nel 1989 a 23 anni, quando mi sono trovato a dover sostituire improvvisamente il comandante in carica colpito da infar to. Ho dovuto fare di necessità vir tù e, dopo aver ripor tato la barca in por to, l’armatore mi chiese se me la sentivo di prendermi quella responsabilità. Accettai forse con incoscienza per trovarmi catapultato in quest’avventura che è la mia vita. Dai 25 ai 29 anni ho comandato un Akir 27 metri e poi sono stato 7 anni con il signor Weiser t, un armatore tedesco che è stato come un padre per me. Comandavo il “Charisma”, un Baglietto di 35 metri che con i suoi 31 nodi era un vero bolide. Poi, tra gli imbarchi più impor tanti, c’è stato il “Bellissima C” di 54 metri e il “Lady Ferial” di 43 metri, di appar tenenza del primo ministro del Qatar

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di Martino Motti


dell’epoca. Tra i più bei ricordi il comando del M/Y “Sensei” nel 2004. Quali caratteristiche ha la barca che sta comandando? E’ “Malandrino”, un Benetti dislocante che sto portando a Rimini per sbarcare, in quanto dal prossimo mese sarò comandante d’armamento per i cantieri Benetti a Livorno. Mi occuperò delle prove in mare delle barche nuove, degli FB, dai 47 metri ai 90. E’ quindi un’altra bella responsabilità, anche se ho già esperienza di questo ruolo con loro a Viareggio. Le caratteristiche di questa barca, comunque, sono quelle di una navetta classica a consumi ridotti con una velocità di 12 nodi, ampi spazi per i passeggeri e grandi spazi aperti sul sun deck. E’ una barca molto comoda e lussuosa ed estremamente all’avanguardia negli accorgimenti tecnici. Marina preferita? Por to Cervo è una marina tra le migliori al mondo per organizzazione e professionalità di marinai e ormeggiatori fondamentali nell’aiutare le barche all’ormeggio. L’ho vissuta per sette anni consecutivi con l’armatore tedesco, ci ho lasciato par te del mio cuore, ho trovato sempre molta collaborazione e soprattutto amicizia da par te di tutto lo staff. Rotta preferita? La rotta che preferisco e’ quella verso la Spagna perché riesco a fermarmi in posti deliziosi quali per esempio Port Vendres in Francia, piccolo borgo marinaro caratteristico, ai conini con la Spagna, e Barcellona che adoro e che considero una delle città più belle al mondo. Considero le Baleari fra le più belle isole del Mediterraneo. Quali innovazioni del mondo dello yachting l’hanno maggiormente colpita e perché? La tecnologia elettronica aiuta notevolmente nella navigazione, molti materiali innovativi rendono le imbarcazioni sempre più veloci e silenziose e soprattutto sempre meno inquinanti ed invasive nei confronti della natura. Secondo me è importante continuare a navigare con i mezzi tradizionali, carte nautiche compasso e squadrette, perché la tecnologia potrebbe sempre venir meno all’improvviso per black out o avarie. La peggiore avventura mai capitata nella sua esperienza di capitano? Ricordo una tempesta nel 2004 davanti Cap Ferrat quando abbiamo salvato una coppia in pericolo su una barca a vela. E’ stata una nottata davvero intensa, un vento infernale e un paio di barche di oltre 40 metri nella Baia di Villefranche hanno disancorato e sono entrate in collisione. Gli uomini del Cross Med di Cap Ferrat, dopo aver ricevuto un SOS da una barca a vela, non riuscivano a uscire con i mezzi di salvataggio per il mare infuriato e il vento sopra i 50 nodi. Con una comunicazione VHF hanno cercato di coinvolgere le barche vicine. Noi, dopo aver appurato la posizione della barca a vela, siamo intervenuti con il nostro gommone di una decina di metri e con l’aiuto del mio primo uficiale e un paio di marinai, abbiamo portato in salvo i naufraghi, rifocillandoli, rivestendoli e riportandoli a terra. Cosa pensa del suo ruolo di capitano e del mondo dello yachting in cui si trova ad operare? È un ruolo estremamente impor tante anche se spesso responsabilità e impegno sono sottovalutati. Non è sempre facile prendere decisioni che, seppur istintive, devono essere afidate all’esperienza. Rimane uno dei mestieri più affascinanti al mondo e oggi, certamente, il ruolo del comandante è anche quello di saper gestire con disponibilità e professionalità i rappor ti con gli armatori e gli ospiti, rimanendo sempre attenti alla sicurezza e alla salvaguardia della vita umana in mare.

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