ITALIA DIGITALE
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REGIONI, GLI INTERMEDIARI DELLA DIGITALIZZAZIONE Gli enti locali non possono essere lasciati soli nel percorso di trasformazione digitale dei servizi al cittadino. Serve un mediatore, che li aiuti a restare al passo con la PA centrale.
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egli ultimi anni c’è stato un importante cambiamento di approccio nell’attuazione della trasformazione digitale in Italia. Si è passati dal definire progettualità di sviluppo con finanziamenti assegnati ai territori su larga scala in assenza di un quadro univoco di indirizzo dal livello centrale (la prima fase e-gov, con i finanziamenti soprattutto orientati a progetti di portali Web e di servizi online), per arrivare poi alla definizione di linee guida e framework di riferimento entro cui le amministrazioni potevano muoversi (il Piano Triennale e le Linee Guida del Team Digitale e di AgID ne sono l’esempio più efficace) e infine a realizzare vere e proprie piattaforme uniche nazionali che erogano servizi dal livello centrale (come Anpr, Spid, pagoPA, app IO e Pdnd, la Piattaforma Digitale Nazionale Dati) e con cui i diversi sistemi informativi degli enti devono interfacciarsi. Si è così venuta a creare la prima vera discontinuità nel percorso di digitalizzazione del Paese, uniformando finalmente in modo netto e 26 |
OTTOBRE 2021
deciso per l’intero livello nazionale alcuni asset di base e i relativi servizi ai cittadini. Contemporaneamente, cercando di aggiungere al punto di vista di livello nazionale anche quello dei territori, occorre tenere in considerazione anche altri aspetti. I passi ancora da compiere
Il framework di servizi abilitati da Spid, pagoPA e app IO ancora non copre il 100% dei servizi pubblici digitali degli
Gianluca Vannuccini
enti locali. Ci sarà dunque ancora molto da lavorare, seguendo il percorso delineato dalle recenti linee guida per il Punto di Accesso Telematico, e molto da collaborare fra territori ed enti centrali per poter arrivare a una uniformazione dei frontend digitali della Pubblica Amministrazione che tenga conto dei sistemi esistenti e delle piattaforme uniche di livello nazionale. Il paradigma mobile-first aiuta sicuramente nel cambiare approccio e nel portare le semplificazioni estreme che i cittadini e le imprese giustamente esigono, ma ci sono ancora molte azioni da fare su procedimenti amministrativi, la modulistica nazionale, regionale e locale e sui relativi processi di digitalizzazione ed automazione, prima di poter inserire il 100% dei servizi digitali di un ente sulla app IO. Inoltre, dialogare con queste piattaforme nazionali richiede sviluppi negli applicativi gestionali degli enti: queste piattaforme evolvono con lo stato della tecnologia e con le trasformazioni normative nazionali ed europee, per cui occorre un lavoro di allineamento perio-