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ECCELLENZE
UNA POTENZA DI STORAGE PER LO STUDIO DEI VULCANI
Un sistema di archiviazione e backup basato su tecnologie di Qsan e Western Digital permette affidabilità, prestazioni e scalabilità, soddisfacendo anche esigenze di costo.
Uno storage molto performante e ad alta densità può essere un ottimo alleato per la ricerca e anche, indirettamente, per la sicurezza fisica delle persone. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) conduce attività di ricerca nel campo della geofisica, geochimica, sismologia, vulcanologia e meteorologia, oltre a svolgere per la Protezione Civile monitoraggi sul rischio sismico e sul rischio di eruzioni. Il dipartimento Roma 1 dell’Ingv, in particolare, porta avanti ricerca di base e applicata, dal laboratorio al campo, per le quali è necessario raccogliere e modellare grandi quantità di dati. Il dipartimento aveva bisogno di consolidare il backup di diverse squadre lavoro in un unico repository ad alta capacità, flessibile e semplice da usare, nonché compatibile con diversi proto-
Foto di Alain Bonnardeaux da Unsplash colli di accesso e archiviazione in cloud. Il progetto, affidato a Storelink, è iniziato con un approfondimento del contesto operativo e degli obiettivi da raggiungere. Si voleva trovare “una soluzione di storage unificata flessibile, espandibile, affidabile e con costi compatibili con il progetto della Pubblica Amministrazione”, racconta Giovanni Fabbriconi, international sales manager di Storelink. “Dopo un'attenta valutazione delle possibili soluzioni, il progetto è stato presentato con la soluzione Qsan e Western Digital, che ha pienamente soddisfatto le aspettative del cliente”. La soluzione congiunta spiega Simone Ceccano, sales manager Italia di Qsan, “offre buone prestazioni, è facile da scalare su richiesta senza utilizzare un numero
LA SOLUZIONE
Qnas XN8024D XCubeNXT
Unified Storage è ampliato dal sistema di dischi per lo storage ibrido Western Digital Ultrastar Data 60 Jbod (la sigla sta per Just a Bunch of Disks e indica una configurazione alternativa al Raid), che consente di gestire l’archiviazione in modalità softwaredefined e fornisce fino a 1,2 PB di storage raw. La tecnologia IsoVibe riduce il degrado delle prestazioni indotto dalle vibrazioni, mentre ArticFlow evita il surriscaldamento introducendo aria fredda. eccessivo di unità rack e offre un'elevata affidabilità di archiviazione grazie all'architettura completamente ridondante. Inoltre, il supporto di un elevato numero di protocolli di accesso e la funzione di sincronizzazione cloud facilitano l'attività dell'ente nel consolidamento dei backup dei vari dipartimenti, garantendo allo stesso tempo un elevato livello di sicurezza grazie al sistema operativo Qsm, basato su Zfs”. “La soluzione combinata di Qsan XCubeNXT e del nostro Ultrastar Data60 risponde perfettamente alle esigenze di stoccaggio di Ingv”, aggiunge Davide Villa, business development director Emeai di Western Digital, “perché offre la flessibilità di determinare la combinazione di hard disk per bilanciare capacità, prestazioni e costi”. Con questo progetto, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha realizzato il consolidamento del proprio sistema di backup per diversi gruppi di ricerca e di emergenza, in modo da garantire archiviazione dei dati ad alta densità, flessibilità e supporto a vari protocolli di accesso e backup su cloud. La soluzione soddisfa esigenze di “capacità, flessibilità e prestazioni, contenendo i costi”, sintetizza Ceccano. “Inoltre, Storelink, grazie alle sue competenze infrastrutturali di alto livello, è in grado di garantire il livello di supporto adatto alle funzionalità della struttura”. Visti gli esiti positivi di questa prima iniziativa, è stato successivamente creato un secondo sito di disaster recovery anch’esso basato sullo storage unificato di Qsan.
L’INDUSTRIA DEL FILO DI FERRO VEDE NEL FUTURO CON L’AI
L’azienda bresciana ha adottato l’intelligenza artificiale di Vedrai per attività di analisi e modellazione predittiva.
L’intelligenza artificiale può essere un ottimo alleato per l’industria manifatturiera, in particolare in tempi segnati da shock di grande impatto, come la pandemia di covid e la guerra russo-ucraina in corso, con le sue conseguenti dinamiche di inflazione e difficoltà di supply chain. Tecnologie come l’AI servono però non solo per affrontare l’emergenza ma soprattutto per guardare al futuro, con una produzione più efficiente e “smart”, con strategie che anticipano nuove tendenze nella domanda o con scelte di diversificazione geografica e altro ancora. Un caso felice è quello di Tecnofil, azienda manifatturiera italiana che opera nel settore della trafileria fabbricando bandelle e fili a basso-medio tenore di carbonio, destinati a numerose applicazioni in ambito industriale, edile, agricolo, vitivinicolo, ferramenta e casalinghi. Fondata nel 1994 a Gottolengo (Brescia) e dal 2016 parte del Gruppo Alfa Acciai, Tecnofil ha voluto affidarsi all’intelligenza artificiale come supporto alle decisioni di business, in particolare con l’obiettivo di massimizzare il margine di guadagno tenendo conto sia delle oscillazioni di mercato sia di cambiamenti interni (per esempio il guasto di un macchinario). La scelta del fornitore è ricaduta di Vedrai, giovane società (nata nel 2020) che sviluppa software per l’analisi predittiva e gli agenti virtuali. Questi ultimi, grazie alla modellazione predittiva basata su apprendimento automatico, calcolano l’impatto futuro di ogni decisione, prima che questa venga presa, con risultati granulari e specifici. Tecnofil ha adottato l’agente virtuale battezzato James, un programma che fornisce una panoramica complessiva dell’andamento aziendale e simula diversi scenari di allocazione di budget, per osservare i risultati futuri a parità di condizioni. Diventa possibile ipotizzare diversi scenari calati nel contesto produttivo e logistico. Qualche esempio? Tecnofil può ottenere una panoramica sull'andamento dei mercati e dei costi di produzione valutando l'efficienza e il rendimento di un nuovo macchinario, prima di procedere all'acquisto dello stesso. Oppure può osservare che cosa accadrebbe se le attività di una linea di produzione, al momento poco fruttuosa, venissero interrotte. I veri benefici della soluzione adottata si vedranno nel tempo. “Da parte delle aziende serve un cambio di mentalità: adottare soluzioni di AI è una scelta che ha impatto non nel breve, ma nel medio-lungo periodo”, commenta Gianluca Periccioli, amministratore delegato di Tecnofil. “Molti imprenditori si aspettano che, acquistando la soluzione, questa dia risultati dopo poco tempo. Mentre un'azienda basata sui dati necessita di un orizzonte di osservazione più lungo. Bisogna cambiare la cultura aziendale,
LA SOLUZIONE
L’agente virtuale “James” permette di confrontare innumerevoli variabili economiche (interne ed esterne all’azienda) per generare modelli predittivi su vendite future, entrate, costi e altri Kpi critici. per abbracciare questa novità: l’organizzazione dei dati, l'apprendimento automatico del machine learning è qualcosa che migliora con il tempo”. “Prendere decisioni in azienda è inevitabile e richiede tempo e soprattutto è un’operazione quotidiana”, aggiunge Michele Grazioli, presidente e amministratore delegato di Vedrai. “L’intelligenza artificiale diventa così un alleato, mostrando agli imprenditori alcune variabili a cui da soli penserebbero e rendendo il futuro aziendale meno rischioso. Con le soluzioni di Vedrai supportiamo le Pmi in questo processo delicato che porterà dei risultati concreti nel medio periodo, ma che è importante avviare fin da subito”.
IN MOTOR VALLEY, LA SCUOLA INCONTRA IL MONDO DEL LAVORO
Un'infrastruttura desktop virtuale basata su tecnologia Lenovo e Vmware garantisce continuità alla didattica e prepara gli studenti su app evolute.
La didattica a distanza per gli studenti può essere anche un modo per sperimentare tecnologie con cui dovranno confrontarsi in futuro. Caso apripista è quello dell’Istituto Superiore Carlo Emilio Gadda, scuola superiore della provincia di Parma, immersa nella “Motor Valley” italiana. Fondato nel 1973, negli anni ha stretto legami con le imprese del territorio, diventando un punto di riferimento per ragazzi e ragazze interessati all'industria ingegneristica e automobilistica. “Già una decina di anni fa, con un'iniziativa chiamata ‘Lab at Home’, avevamo avuto l’intuizione che si potesse offrire ai ragazzi un modo per ritrovare a casa, sui loro computer, i progetti sviluppati a scuola”, racconta la preside, Margherita Rabaglia. La scuola aveva dunque iniziato a permettere l’accesso da remoto ai propri server. Ma oggi la sua offerta formativa include applicazioni evolute di progettazione assistita da computer 3D (CAD), controllo numerico computerizzato (CNC), robotica e realtà aumentata, che richiedono macchine performanti. Serviva dunque una soluzione nuova per garantire la DAD in un modo inclusivo, senza obbligare le famiglie degli studenti all’acquisto di nuovi Pc. Inoltre l’istituto desiderava velocizzare il lavoro del personale tecnico e dei docenti, fino ad allora costretti a preparare manualmente i laptop e le workstation installando e configurando i software di volta in volta. Si è così scelto di creare un’infrastruttura desktop virtuale basata su appliance di Lenovo, su software di Vmware e componenti di Nvidia. “Alla base del progetto c’è stata una collaborazione tra l'istituto Gadda, Lenovo e le aziende del territorio”, racconta Alessandro De Bartolo, country manager di Lenovo. “Questa attenzione e vicinanza al territorio è stata un facilitatore e un elemento virtuoso per portare a compimento questo progetto. Noi di Lenovo abbiamo avuto il vantaggio di poter partire da un’esperienza maturata negli ambienti produttivi di aziende della Motor Valley, e questo ci ha permesso di utilizzare tecnologie normalmente diffuse in ambienti diversi da quello scolastico”. “L’avviamento del progetto”, illustra Luigi Abretti, dello staff tecnico dell’istituto, “è stato pianificato e dimensionato in collaborazione con gli ingegneri di Lenovo, che hanno fornito una tecnologia adeguatamente dimensionata in relazione all’utilizzo dei software”. Dalla fase di selezione del vendor all’avviamento, partito nel novembre del 2021, il progetto è stato completato in sei mesi, un tempo non lungo se consideriamo le attuali difficoltà di supply chain. Con il prossimo anno scolastico sarà attivato un secondo slot di Vdi che potranno fornire desktop virtuali a ulteriori 220 client. I ragazzi e le ragazze possono usare, sia a
LA SOLUZIONE
Sono state adottate due appliance di infrastruttura iperconvergente Lenovo ThinkAgile serie VX, equipaggiate con Gpu Nvidia T4, con software di virtualizzazione VMware vSphere, Vmware vSan e Vmware Horizon. La tecnologia Nvidia Rtx consente l’accelerazione Gpu per i casi d’uso più impegnativi. scuola sia da casa, gli stessi software di progettazione e sistemi Vdi utilizzati anche dalle aziende, e questo rappresenta un vantaggio per il futuro ingresso nel mondo del lavoro. A oggi, l'istituto ha riconfigurato le cinquanta workstation esistenti in modo che fungano da thin client, trasformando le macchine legacy in piattaforme IT ad alte prestazioni. L’infrastruttura Vdi torna utile anche in sede, nel caso le macchine standalone dei laboratori non siano in numero sufficiente e si debbano usare dei think client. Molti i vantaggi ottenuti: per l’IT è diventato più semplice configurare e gestire le workstation ed è possibile eseguire attività di manutenzione da remoto; gli insegnanti, invece, possono ora creare ambienti personalizzati per ogni lezione e attivarli per gli studenti semplicemente premendo un pulsante; per gli studenti, invece, i vantaggi ottenuti sono la continuità della didattica e anche l’inclusione, perché nessuno viene discriminato in base al possesso di un Pc più o meno performante. "Ora eseguiamo senza problemi anche le applicazioni più impegnative, come Autodesk AutoCAD e Autodesk Fusion 360, in ambienti desktop virtuali, contribuendo a migliorare le esperienze per i nostri studenti", spiega Rabaglia. “A lungo termine, prevediamo che la possibilità di gestire le nostre workstation da remoto tramite Vmware Horizon ci aiuterà a ridurre i costi e, soprattutto, i tempi operativi per l'IT”.
IL NAS COMPLETA L’ESPERIENZA DELLA CROCIERA
I sistemi di network-attached storage di Qnap archiviano le fotografie scattate a bordo delle navi, consentendo la stampa su richiesta e la ricerca automatica.
Una nave da crociera non è solo il mezzo di trasporto di un viaggio da sogno, ma è anche un ecosistema tecnologico di significative dimensioni. L'infrastruttura IT a bordo è fatta di server ma anche di dispositivi che devono essere connessi su un’unica rete: macchinetta del caffè, forni delle cucine, sistemi di accesso alle cabine, immagini di videosorveglianza, palmari utilizzati dal personale per l’imbarco degli ospiti e apparati per il Wi-Fi. Questo sistema dev’essere autosufficiente e sempre operativo, dunque le navi hanno bisogno di fare affidamento su server che garantiscano la continuità del servizio. Con alle spalle settant’anni di storia e 25 navi attualmente in servizio, Gruppo Costa conosce bene queste necessità. L’azienda (parte di Gruppo Carnival Corporation e titolare del marchio italiano Costa Crociere e del tedesco Aida Cruises) sulle sue navi ha particolari esigenze di archiviazione dei dati, considerando che oggi offre un servizio fotografico che prevede per ogni viaggio anche decine di migliaia di scatti ad altissima definizione e una fase di post produzione professionale. “Qnap è diventata nostro partner tecnologico di riferimento oltre dieci anni fa, per un’esigenza contingente: quella di disporre di un sistema di repository dei dati di cui avvalersi anche in caso di caduta improvvisa della rete”, ha raccontato Aldo Boccini, head of infrastructure, information technology di Gruppo Costa. “Ci siamo ben presto resi conto delle potenzialità dei Nas di Qnap per la gestione dell’ingente quantità di scatti prodotti in occasione di ogni viaggio”. Partner tecnologico del progetto è stata la società genovese Digipoint, intervenuta in fase di selezione e attiva nel supporto post vendita. A bordo di ciascuna nave sono operativi due Nas che funzionano come archivio e che hanno permesso di tagliare i costi rispetto al metodo precedente, in cui tutti gli scatti venivano stampati ed esposti: ora, invece, la stampa viene fatta on-demand, solo per le immagini scelte dal cliente. Le macchine di Qnap garantiscono anche il backup continuo dei dati, evitando il rischio di perdere scatti, fatto che avrebbe impatti sia sulla soddisfazione dei clienti sia sui guadagni. E non è tutto: con l’integrazione di soluzioni di riconoscimento facciale il lavoro di post produzione e vendita è diventato più efficiente. Ora i passeggeri non devono più perdersi tra la moltitudine di foto esposte, ma possono trovare le proprie foto, già
LA SOLUZIONE
A bordo di ogni nave il Nas TS453 di Qnap viene utilizzato come repository fotografico di crociere precedenti, il modello TS-853 come archivio sempre aggiornato per quelle in corso. L’integrazione di software di riconoscimento facciale e un’applicazione fruibile tramite chiosco multimediale permette la ricerca automatica delle fotografie e la stampa on demand. Altri Nas vengono usati per l’archiviazione dei contenuti multimediali. ritoccate, su un’applicazione fruibile tramite chioschi multimediali e da lì possono acquistarle direttamente. Scoperta la possibilità di integrazione e gestione centralizzata di tutti i Nas, altri dispositivi Qnap sono stati installati a bordo per l’archiviazione di tutti i contenuti di intrattenimento proposti durante le crociere, come musica, film e video. Altri Nas equipaggiano il quartier generale di Genova, l’area logistica e alcune sedi remote. “Siamo molto soddisfatti di Qnap, tanto per le sue performance che per la robustezza dei prodotti”, assicura Boccini. “L’incidenza dei guasti è estremamente bassa, addirittura al di sotto del livello fisiologico previsto, sebbene non siano mai stati presi accorgimenti particolari. Anche la facilità di utilizzo è stata un plus vincente nella scelta di nuove implementazioni, dato che a bordo non sono previste figure con particolari competenze informatiche”. Nell’eventualità di problemi, importante è il ruolo di Digipoint, che attraverso una piattaforma di gestione remota può accedere ai Nas e intervenire all’istante.
PRENOTAZIONI SEMPRE ATTIVE CON IL CUP VIRTUALE
Nelle province di Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone, con la soluzione di Avaya Contact Center è possibile prenotare le prestazioni sanitarie in qualsiasi momento della giornata.
Di norma per prenotare una prestazione sanitaria occorre armarsi di molta pazienza. Dopo aver composto il numero di telefono del Centro Unico Prenotazioni (Cup) di riferimento, parte un’attesa di lunghezza imprecisata, anticamera di una risposta frettolosa per ottenere una data solitamente lontana nel tempo. Ci sono però delle eccezioni. Verrebbe da pensare al Nord Italia e invece l’esperienza d’avanguardia questa volta vede protagonista la Regione Calabria. I pazienti dell’Area Centro, che corrisponde alle province di Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone, possono servirsi del classico contact center con operatori umani (una cinquantina in tutto) oppure utilizzare il Cup virtuale, che garantisce continuità operativa 24 ore al giorno per tutto l'anno. Il progetto di ammodernamento è naturalmente più complessivo e risponde alle necessità di omogeneizzare il livello dei servizi offerti dalle tre aziende di servizi alla persona (Asp) e dalle due realtà ospedaliere coinvolte nell’iniziativa: “Venivamo da un contesto frastagliato e da contratti con gli operatori troppo generici”, spiega Pier Raffaele Martorelli, responsabile del settore sistemi informativi, area programmazione e controllo dell’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. “Inoltre, avevamo l’esigenza di monitorare con precisione l’operato del contact center, poiché non avevamo a disposizione statistiche sui numeri e l’efficacia del servizio”. Oltre alla citata realtà sanitaria, il progetto coinvolge anche le Asp di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia e l’azienda ospedaliera universitaria Mater Domini di Catanzaro. La realizzazione è stata portata avanti da Inginia, società appartenente al gruppo Webge-
LA SOLUZIONE
Avaya OneCloud CCaaS (Contact Center as-a-Service) dota gli operatori di una piattaforma con cui ottimizzare il loro lavoro, con strumenti per la comunicazione telefonica, video, chat, messaggistica. Grazie all’intelligenza artificiale, fornisce in modo rapido risposte pertinenti alle richieste degli interlocutori. Nel progetto per l’area Centro Calabria, Webgenesys ha svolto il ruolo di system integrator, mentre la controllata Inginia si occupa di gestire il servizio. nesys, system integrator con sede a Roma ma operante su tutto il territorio nazionale. Dal punto di vista tecnologico, la scelta è ricaduta sulla soluzione di Avaya per i contact center. “Abbiamo una partnership decennale, che ci ha consentito di investire in competenze e capire come sfruttare al meglio il potenziale del cloud”, conferma Maurizio Nanci, senior project manager di Webgenesys. “Abbiamo così potuto fornire una soluzione in grado di coprire le esigenze di multicanalità ormai proprie anche dei servizi di prenotazione sanitaria, potendo anche misurare la customer satisfaction con un adeguato sistema di reporting”. Proprio la misurazione dell’efficienza del contact center è uno dei vantaggi recepiti dall’utente. “Chi sceglie di prenotare online può decidere se privilegiare la velocità o la vicinanza”, aggiunge Martorelli, “e c’è sempre la possibilità di chiedere l’assistenza di un agente sul canale chat nel caso sia difficoltoso completare la prenotazione in modo autonomo”, “Abbiamo già potuto registrare benefici sulle liste d’attesa e ora l’obiettivo è provare a estendere il servizio ad altre aree della Calabria”.
DATI E TECNOLOGIE PER UN ARTIGIANATO 4.0
L’azienda fiorentina, produttrice di macchine da caffè professionali, con il digitale ha trasformato le proprie attività di fabbrica e la propria logistica.
Fondata nel 1927 a Firenze, La Marzocco è un’azienda italiana specializzata nella produzione di macchine da caffè professionali di alta gamma. Negli ultimi anni questa realtà storica ha compiuto un notevole balzo in avanti, testimoniato dalla crescita del 60% nei ricavi segnata nel 2021 (oltre 210 milioni di euro di giro d’affari) e merito anche di un processo di internazionalizzazione che ha portato l’export a rappresentare il 97% delle vendite. Da sempre attenta alla realizzazione di ogni singola macchina, fatta praticamente quasi a mano e in alcuni casi sulla base delle esigenze del singolo cliente, l’azienda produce a Firenze in piena ottica “industria 4.0”, integrando l’artigianalità con l’uso della tecnologia digitale. Tra le innovazioni recenti c’è stata l’introduzione della connettività Wi-Fi e dei correlati servizi di gestione dati via Internet, combinati con la disponibilità di un’app che informa i baristi sullo stato di funzionamento e di utilizzo della macchina. Questo è anche il punto di partenza per futuri sviluppi di manutenzione proattiva. Ma non è tutto. “Il nostro percorso verso l’artigiano digitale è iniziato quattro anni fa”, racconta Santina Romano, project manager dell’azienda fiorentina. “Uno dei primi passi è stata la costruzione delle fondamenta sopra cui stiamo già sviluppando il nostro percorso di trasformazione digitale: il layout di produzione. Abbiamo posto le basi per creare la nostra fabbrica digitale. Grazie all’architettura hardware e software riusciamo a far avanzare digitalmente le fasi produttive e a reperire le informazioni di ogni macchina durante la sua produzione. Abbiamo ottimizzato la gestione della movimentazione del materiale all’interno della fabbrica e abbiamo digitalizzato la gestione dell’ingresso merci. In particolare, riceviamo dai nostri fornitori le prebolle digitali e possiamo impostare dei controlli di qualità propedeutici allo spostamento del materiale nella fabbrica. Abbiamo anche introdotto le tecnologie Rfid per la movimentazione del materiale all’interno della fabbrica ed esse, insieme allo sviluppo delle app, agevolano le attività degli operatori di magazzino e rendono sempre più affidabili le giacenze. Abbiamo, inoltre, introdotto le smart label e delle app per agevolare il processo produttivo. In particolare, l’operatore di produzione può vedere in tempo reale tutte le informazioni delle macchine da realizzare o già in fase di costruzione e le istruzioni di assemblaggio”. La tecnologia è dunque essenziale per avere visibilità sul funzionamento degli impianti e per poter prendere decisioni basate sui dati. Ogni operatore è stato dotato di un tablet personale sul quale può verificare i compiti che gli sono stati assegnati, confermare la selezione e consultare la scheda di produzione con i dettagli tecnici, le istruzioni di montaggio ed eventuali note del responsabile. Il sistema evidenzia gli stati di fermo e durante le fasi del montaggio aiuta l’operatore mostrando una checklist digitale delle operazioni da compiere o segnalando se debbano essere eseguiti dei particolari controlli. La Marzocco ha anche sviluppato alcune applicazioni custom che, da un lato, permettono ai responsabili di produzione di stabilire in modo agevole il piano giornaliero (controllando anche la disponibilità dei materiali e le skill degli operatori presenti), dall’altro supportano le fasi operative. Tutte queste dotazioni permettono di controllare in tempo reale l’andamento della produzione, mentre alcune dashboard consentono anche di condividere informazioni e di attivare rapidamente delle azioni correttive, se necessario. “Più che di Industria 4.0, in La Marzocco preferiamo parlare di Artigiano 4.0”, sintetizza Romano. “L’artigianalità nella produzione delle macchine rimane al centro e la trasformazione digitale ha l’obiettivo di supportare e agevolare le attività di produzione dei nostri prodotti e di creare una base dati a supporto delle decisioni strategiche”.