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SOSTENIBILITÀ DIGITALE, IN ITALIA C'È ANCORA
Poca Strategia
Come sappiamo, in senso lato, l’espressione “IT sostenibile” si riferisce a tutte le pratiche di produzione, utilizzo e smaltimento di tecnologia che generano un impatto positivo sull’ambiente. Oltre al ciclo di vita degli asset, la definizione include anche la supply chain end-to-end, lo sfruttamento delle materie prime, ma anche la tutela dei diritti umani e il rispetto della giustizia sociale in tutti gli aspetti che coinvolgono un prodotto. Sono ormai molte le realtà che hanno avviato politiche di applicazione dei principi di sostenibilità dell’IT, sia realizzati all’interno dello stesso dipartimen to interessato sia estesi all’azien da nel suo complesso, che può far uso del digitale per comprendere meglio il proprio impatto sull’ambiente e attivarsi per contenerlo. Una fotografia dello stato dell’arte in Italia la fornisce l’ultima edizione dell’annuale “Digital Business Transformation Survey” di The Innovation Group (Tig). Emerge, in prima battuta, che l’attenzione posta dalle aziende al tema della sostenibilità viene giudicata buona dalla maggior parte del campione analizzato. Il 28% si è espresso in modo totalmente positivo e un altro 51% ha valutato l’attuale attenzione come “abbastanza soddisfacente”.
Anche il livello di conoscenza dei dipendenti sulle pratiche adottate è piuttosto alto (per il 71%), mentre la qualità del dibattito interno potrebbe essere migliore, almeno per il 32% del campione.
solo il 28% sta osservando dei benefici misurabili (e per il 4% sono superiori alle attese), mentre il 27% si aspetta di vederli nell'arco di un paio di anni, il 13% crede ci vorrà più tempo e una quota di pessimisti, il 14%, non prefigura vantaggio concreto e misurabile nemmeno in futuro.
In termini quantitativi, tuttavia, la strada da percorrere appare ancora lunga. Solo il 18% delle aziende ha messo in campo un piano completo e ben consolidato, mentre un altro 32% lo ha attivato o lo sta sviluppando. Il 36%, per contro, non ha messo in atto azioni concrete (almeno per quanto gli intervistati dicono di sapere). Ne deriva che i benefici della transizione ecologica sono ancora difficilmente percepiti. Tra le aziende che hanno sviluppato un programma di sostenibilità,
Ma quali sono i benefici sperimentati? Il 60% ha parlato di miglioramento dell’immagine aziendale, mentre il 42% ha indicato effetti sull’innovazione e la differenziazione produttiva e di modelli di business. I vantaggi competitivi e l’apertura di nuovi mercati od opportunità non superano, ciascuno, il 26%. Vero è che il peso percentuale dei fattori qualitativi e più qualificanti è in crescita rispetto a un’analoga indagine realizzata da Tig l’anno scorso. Tuttavia, questi dati indicano chiaramente che il tema della sostenibilità in generale e la sua declinazione nel mondo digitale sono ancora visti con prospettive limitate, senza strategie di lungo termine e senza capacità di misurazione efficaci. Controllare la certificazione dei fornitori, ridurre il consumo di carta o attivare efficaci metodologie di smaltimento è certamente utile, ma i manager del business e dell’IT dovranno impegnarsi (meglio se congiuntamente) nella definizione di progetti di decarbonizzazione e compensazione delle emissioni che abbiano obiettivi chiari e misurabili. Solo così si otterranno risultati positivi per l’ambiente e, a tendere, anche redditizi per il business.
Roberto Bonino