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DOMANDA DEBOLE, MERCATO PC IN CALO DEL 29%

Per Idc nel primo trimestre sono state distribuite meno di 57 milioni di unità. Le scorte in magazzino restano superiori al livello “salutare”.

Una crisi prolungata, una “discesa precipitosa”, causata da una debole domanda, dall’eccesso di scorte in distribuzione a dal peggioramento del clima macroeconomico. Così gli analisti di Idc descrivono lo scenario dei personal computer, un mercato le cui vendite a volume nel primo trimestre di quest’anno sono calate del 29% (versus primo trimestre 2022), con circa 56,9 milioni di unità immesse in distribuzione. Nel primo trimestre del 2022 l’andamento percentuale era stato simile, –28,1% anno su anno, ma ben più alti erano i numeri assoluti (80,2 milioni di unità). Le stime di un’altra grande società di analisti, Canalys, sono dello stesso tenore: la contrazione anno su anno in questo caso è addirittura del 33%, i volumi del trimestre sono 54 milioni di unità. Si tratta, in ogni caso, del quarto trimestre consecutivo di calo percentuale (anno su anno) a doppia cifra. “Consumatori e aziende resteranno cauti nelle spese per nuovi Pc nel breve periodo”, ha commentato Ishan Dutt, senior analyst di Canalys, “e una significativa ripresa del mercato è attesa non prima del quarto trimestre del 2023”.

Nessuno, tra i principali Oem (Original Equipment Manufacturer, nell’ordine Lenovo, Hp, Dell, Apple e Asus), sfugge alla dinamica negativa. Tra i primi cinque la sola Hp è calata meno della media del mercato (-24,2%, secondo i dati di Idc) mentre il ruzzolone peggiore è stato quello di Macbook e iMac (-40,5%), penalizzati forse dall’essere prodotti premium. In generale, la debolezza della domanda è conseguenza del clima macroeconomico e dell’inflazio - ne, ma non solo: si è ormai esaurita la corsa agli acquisti di nuovi Pc, sia nelle aziende sia nelle case degli utenti in smart working, e si ritorna alle dinamiche pre-covid.

“Benché le scorte in magazzino sia siano svuotate negli ultimi mesi, sono ancora al di sopra del livello salutare di quattro-sei settimane”, ha commentato Jitesh Ubrani, research manager dei Mobility and Consumer Device Trackers di Idc. "Anche con pesanti sconti, i distributori e produttori di Pc possono aspettarsi che elevate scorte persistano fino alla metà dell’anno e, potenzialmente, fino al terzo trimestre”.

Non tutto il male verrà per nuocere: gli analisti sottolineano che il momento di stallo permetterà a tutta la catena di fornitura di riorganizzarsi, mentre molti Oem stanno cercando di spostare parte della produzione al di fuori della Cina. Inoltre, secondo Idc, c’è ragione di sperare in un futuro luminoso. Arrivati al 2024, l’invecchiamento della base installata inizierà a farsi sentire, stimolando nuovi acquisti. “Se, a quel punto, l’economia sarò in ripresa”, scrive Linn Huang, research vice president of devices and displays di Idc, “ci aspettiamo un significativo vantaggio per il mercato, perché i consumatori vorranno aggiornarsi, le scuole dovranno sostituire i Chromebook consumati e le aziende vorranno spostarsi su Windows 11. Se nei mercati chiave la recessione si trascinerà fino all’anno prossimo, la ripresa potrebbe essere faticosa”. A detta di Canalys, il mercato dei personal computer ha “fondamenta forti per una crescita di lungo termine”, e i volumi di vendita torneranno al di sopra dei livelli prepandemia. V.B.

l’intervista

RETAIL ANALYTICS CLOUD PLATFORM: LA KILLER APPLICATION?

Oggi c’è una piattaforma, frutto dello sforzo congiunto di due aziende che collaborano da anni, che potrebbe rappresentare un punto di svolta per il data-driven retail. Una piattaforma veloce e pronta all’uso perché basata su cloud e perché già arricchita con l’esperienza accumulata nel corso di anni di analytics applicati al mondo del commercio. “Noi di Sas”, dice Mirella Cerutti, managing director Italy e regional vice president, “abbiamo la capacità di offrire una piattaforma tecnologica che risponde alle necessità del mercato e consente una gestione del dato in qualsiasi forma, dalla sua nascita alla fruizione. Da sempre puntiamo a partnership con i principali player dei diversi settori di mercato e nel mondo retail abbiamo lavorato con Jakala per costruire una soluzione pronta all’uso, soprattutto oggi che c’è una richiesta sempre maggiore di analytics, dovuta anche alla gestione dell’omnicanalità”.

“Abbiamo lanciato la piattaforma insieme a Sas”, racconta Marco Di Dio Roccaz- zella, general manager di Jakala, “usando i dati per personalizzare i processi e per definire pricing e promozioni (quest’anno ad esempio, con un’inflazione ancora alta, c’è da gestire il delicato tema del re-pricing e delle promozioni). Si tratta di una piattaforma semplice, che sfrutta una serie di soluzioni già pre-elaborate e ulteriormente accelerate dal cloud”. Sas e Jakala, in sostanza, puntano sull’offerta di una soluzione facilmente integrabile nei sistemi aziendali e rapida da mettere in produzione, in modo da favorire un veloce ritorno dell’investimento. “Le aziende che riescono veramente a tirare fuori valore dai dati sono poche”, prosegue Cerutti, “proprio perché mancano sul mercato piattaforme semplici da utilizzare ma in grado di gestire e sfruttare il dato in maniera completa, durante tutto il suo ciclo di vita”. Il passaggio sembra semplice ma non lo è, perché l’integrazione deve essere governata e il dato deve rimanere sempre sotto controllo, un obiettivo complesso per molti imprenditori e manager. “Non solo con la nuova Retail Analytics Cloud Platform è possibile governare l’integrazione”, dice Di Dio Roccazzella, “ma l’adoption è più veloce facile grazie al fatto che la piattaforma è già premasticata espressamente per il mondo del retail: per iniziare a usarla efficacemente ci vogliono settimane, e non mesi. Il ritorno è più veloce e l’impatto sul cliente finale è rilevante”. “Quando le aziende vedono i ritorni di questo tipo ti piattaforme”, aggiunge Cerutti, “di norma la richiesta si espande a ulteriori analisi, per abbracciare tutta la gamma degli analytics, dai più semplici ai più complessi, come quelli che coinvolgono intelligenza artificiale e machine learning”. “La soluzione è destinata al più ampio spettro del mercato retail”, precisa Di Dio Roccazzella, “dal lusso alla Gdo, fino all’e-commerce puro, in pratica a tutte le aziende che tengono traccia del comportamento del consumatore finale. Le applicazioni tipiche vanno dalla gestione delle fidelity card in ottica broadcasting, al mondo del pricing e delle promozioni, fino al forecasting”. “Stiamo già lavorando su alcune aziende del largo consumo”, spiega Cerutti, “proprio sulle attività di forecasting. Pianificare meglio la domanda e passare queste informazioni alla produzione significa anche diminuire gli sprechi, con impatto diretto sull’ultima riga ma anche sulla sostenibilità. Nell’ottica di una vera soluzione as-a-service, ogni cliente può iniziare subito a operare attivando i servizi che interessano, crescendo poi gradualmente insieme alla confidenza acquisita e al ritorno ottenuto”. E.M.

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