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IL TAGLIO DEI COSTI NON FERMA LA TRASFORMAZIONE

Le aziende puntano su progetti mirati, con recupero dell’investimento e breve termine, spesso incentrati su cloud e cybersicurezza. Il punto di vista di Insight.

Come si concilia in azienda la spinta alla digitalizzazione con le ottimizzazioni dei costi che l’attuale contesto economico impone? Un system integrator come Insight (12.500 dipendenti e una presenza nella classifica Fortune 500, che elenca le maggiori imprese statunitensi per fatturato) ha un buon punto di osservazione sul mercato e testimonia che oggi nelle aziende coesistono tendenze opposte. “Viviamo in un’era in cui il business e la tecnologia stanno convergendo”, ci ha raccontato Adrian Gregory, recentemente entrato in Insight in qualità di presidente per l’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa). “Oggi la tecnologia è centrale per le aziende di qualsiasi settore, e quindi determinati progetti non possono fermarsi. Non si tratta più di definire strategie tecnologiche, bensì di strategie di business nelle quali la tecnologia è centrale”. La stessa Insight ammette che una tra le attuali tendenze forti nelle aziende è la semplificazione (è uno degli aspetti evidenziati nel suo “Trend Report 2023”), che contempla innanzitutto una razionalizzazione dei costi, sia quelli di personale sia, anche, quelli degli investimenti tecnologici. “Ci si focalizza sulle risorse che già fanno parte dell’azienda”, ha proseguito Gregory, “e anziché imbarcarsi in progetti immensi e pluriennali ci si concentra su iniziative mirate, portate avanti da squadre più piccole. Iniziative che rispondono a specifiche questioni e che hanno un ritorno sull’investimento più rapido”. Altra tendenza osservata da Insight è la prominenza della cybersicurezza. Un tema che, in realtà, non è nuovo ma non è nemmeno mai passato di moda.

“La natura della sicurezza è cambiata”, ha osservato Gregory. “I rischi del Byod (Bring Your Own Device, ndr) non sono ancora stati risolti e nel frattempo la cybersicurezza si è spostata da una prospettiva incentrata sui dispositivi al modello dello Zero Trust. Oggi esistono troppe buone ragioni per commettere attacchi cyber, viste le debolezze dei sistemi legacy, le vulnerabilità, la mancata installazione delle patch. Quindi è necessario dotarsi di servizi di cybersecurity gestiti, delegando a qualcuno di esterno la cura quotidiana della sicurezza. Ci sono poi rischi legati al fattore umano: le persone cliccano su link di phishing, usano password non sicure, compiono gesti avventati. E il modo giusto per affrontare il problema è fare formazione. In terzo luogo, è importante avere un piano di risposta agli attacchi: è sempre meglio prepararsi, pensando che prima o poi l’evenienza capiterà”.

Nonostante la tecnologia sia ormai centrale per il successo di qualsiasi azienda, ancora oggi il mondo del business e quello dell’IT a volte faticano a capirsi a vicenda. “Molti chief information officer che incontriamo nel nostro lavoro ci raccontano che i leader aziendali faticano a comprendere la tecnologia e spesso vogliono risposte su Kpi, statistiche, confronti con il passato”, ha testimoniato Gregory. “Sul cloud computing la domanda classica posta ai Cio è: quanti workload sono stati migrati? Ma non è la domanda giusta da porre. Se il cloud viene utilizzato solo come ambiente su cui migrare le applicazioni, senza pensare a come trasformare il business, allora si creano problemi di governance. Sarebbe meglio ragionare sui vantaggi che il cloud può portare all’azienda, sulle opportunità da poter sfruttare, e magari adottarlo in modo graduale”. Accanto alla semplificazione e alla cybersicurezza, una terza tendenza osservata da Insight è quella delle superapp: piattaforme tecnologiche controllate da un singolo vendor, in cui vengono aggregate applicazioni e funzionalità diverse. Come WeChat (della cinese Tencent), che per oltre 900 milioni di utenti non è solo un’app di messaggistica, ma anche un social media, un aggregatore di notizie, una piattaforma per i pagamenti digitali e altro ancora. Un caso più familiare alle nostre latitudini, e specie nelle aziende, è Microsoft Teams, piattaforma che integra decine di applicazioni della società di Redmond e migliaia di altre.

“Le superapp sono un trend da tenere sott’occhio”, ha dichiarato il manager di Insight. “Le persone desiderano semplicità e avere a che fare con il minor numero di interfacce possibili”.

Il principale settore di mercato di riferimento per il system integrator è quello delle aziende di dimensione mediogrande, che non sempre hanno al proprio interno l’esperienza e le risorse necessarie per gestire processi di adozione e integrazione tecnologica complessi.

“Vantiamo una lunga competenza nella vendita di licenze, nella compliance, nel disegnare contratti ad hoc con i clienti”, ha commentato Pietro Marrazzo, general manager Southern Europe di Insight, “e conosciamo il modo di lavorare delle principali società software al mondo. Possiamo mettere intorno allo stesso tavolo figure aziendali diverse, per far comprendere i benefici delle tecnologie e costruire insieme al business una strategia digitale. A questo abbiamo aggiunto, negli ultimi anni, anche competenze sul cloud”. Nel nostro Paese la società ha realizzato l’anno scorso un incremento di fatturato del 20% sul 2021, crescendo in particolare nell’area della consulenza e nei servizi professionali.

Valentina Bernocco

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