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TECNOLOGIA E SOSTENIBILITÀ A BRACCETTO

Un campus di 130mila metri quadrati nel varesotto: qui Elmec racchiude le sue molte anime.

Cloud provider, system integrator, fornitore di servizi di sicurezza, gestore di device aziendale, operatore delle energie rinnovabili, rivenditore di prodotti ricondizionati. Molte sono le anime di Elmec, ma tutte sono racchiuse nel campus tecnologico allestito a Brunello, nel varesotto. Oggi esteso su una superficie di 130mila metri quadrati, è destinato ad ampliarsi ancora a seguito della recente acquisizione dell’area precedentemente occupata dal produttore di carrelli elevatori Linde, adiacente allo spazio già di proprietà dell’azienda. Qui sorgeranno nuovi uffici e troveranno maggiore spazio alcune delle attività del gruppo.

Oltre cinquant’anni sono passati dalla fondazione di un’azienda che originariamente offriva servizi di “elaborazione meccanografica” (da qui il nome), per poi passare alla rivendita di Pc e via via ai servizi di outsourcing e agli sviluppi che ne hanno caratterizzato la crescita fino a oggi. Sono ormai oltre 700 i dipendenti perlopiù concentrati nel campus centrale, ma in parte dislocati in altre sedi (undici in totale) fra Brescia, Padova, Parma e la Svizzera.

Una parte rilevante dell’area di Brunello è occupata dal green data center inaugurato nel 2015 e certificato Tier IV dall’Uptime Institute. Totalmente sostenibile dal 2021, grazie all’acquisto di energia rinnovabile e alla costituzione degli impianti, l’infrastruttura si sviluppa su due blocchi di server room, al momento occupate parzialmente ma pronte a ospitare la crescita di risorse che l’azienda svilupperà anche negli anni a venire. Il data center vanta oggi un Pue di 1,15 (migliore dell’indice Power Usa- ge Effectiveness medio globale, che è pari a 1,18), grazie all’installazione di un sistema di raffreddamento intelligente, che adatta il proprio impulso alle variazioni della temperatura esterna, ma anche ai pannelli fotovoltaici che funzionano per buona parte dell’anno e a un impianto di illuminazione totalmente a Led. Da qui vengono erogati i servizi di hybrid cloud, ma anche quelli di business continuity e disaster recovery per una clientela composta perlopiù da realtà multinazionali, non necessariamente con quartier generale nel territorio dove opera Elmec. Tra le peculiarità, c’è anche il supporto alla migrazione di sistemi As/400 e Power. Il data center lavora oggi con una potenza da 2,4 Mw e ospita circa 12,4 petabyte di dati. Un’altra sezione del campus è destinata alle attività di CybergOn, un Soc (centro per le operazioni di sicurezza) che consente all’azienda di offrire servizi gestiti di cybersecurity per il rilevamento di attività sospette sui sistemi dei clienti (non solo quelli che già fruiscono dell’offerta cloud) e anche di attivare procedure di remediation. Le oltre 40 persone che lavorano qui si occupano in parte anche di sviluppo interno di soluzioni, collegamento con i clienti e formazioni, con team fra loro separati. Rilevante per volume di attività è anche la componente dedicata al workplace management, in cui rientra anche l’offerta di device-as-a-service. Elmec si occupa di gestire le postazioni di lavoro per i dipendenti delle aziende clienti, fornendo i servizi di assistenza sui modelli dei più importanti produttori di Pc, il provisioning, l’helpdesk e il monitoraggio. Le business unit comprendono anche una componente (3D) dedicata alla manifattura additiva e un’altra (Solar), che si occupa di progettazione e installazione di impianti basati su energie rinnovabili e sostenibilità energetica. Elmec si contraddistingue anche per una serie di iniziative interne improntate al riuso e al riciclo di beni di consumo e per una componente commerciale, denominata Buytec, che si occupa di ricondizionare dispositivi provenienti dal mercato B2B e riproposti a compratori in Europa tramite un e-commerce dedicato, che nel solo 2022 ha portato a distribuire oltre 5.500 device.

Roberto Bonino

POSTA ELETTRONICA, IL PRIMO FRONTE DA PROTEGGERE

Per i cybercriminali, l’email resta il principale strumento per sferrare un attacco. Uno studio di Vanson Bourne ha di recente evidenziato una crescita superiore al 60% nel 2022 per i tentativi di phishing su scala mondiale. Otto aziende su dieci hanno ammesso il rischio di subire fughe di dati causate da comportamenti imprudenti o negligenti dei propri dipendenti nella gestione ordinaria della propria posta elettronica.

Per proteggersi da questo flusso di minacce, le imprese fanno leva su soluzioni che possono essere parte di suite di cybersicurezza complete oppure si affidano a specialisti nel campo dell’email security. Di questo secondo lotto fa parte Retarus, realtà che da parecchio tempo propone la propria Secure Email Platform. “Riteniamo che nello scenario attuale, in cui compaiono sempre più rapidamente e frequentemente nuove varianti virus e nuovi metodi di attacco informatico, per tenere il passo con gli aggressori sia opportuno utilizzare soluzioni cloud con un approccio multivendor”, ha dichiarato Massimi- liano Luppi, head of sales per il mercato italiano di Retarus. “Il cliente può sempre contare sulla migliore protezione possibile contro gli attacchi e può concentrarsi sul proprio core business. Purtroppo, però, la protezione dagli attacchi da sola non è sufficiente. Altrettanto importante è che le aziende dispongano di un ‘piano B’ nel caso in cui l ’ infrastruttura di posta abbia un disservizio. Qui entriamo in gioco noi, con soluzioni per la continuità della posta elettronica: in questo modo le aziende possono continuare a comunicare senza problemi con i fornitori o i clienti anche se il sistema di posta elettronica principale subisce un attacco, evitando così la sospensione delle proprie linee di produzione”.

Gli analisti fanno continuamento notare come l’email sia spesso utilizzata per violare o compromettere altre applicazioni, attraverso movimenti laterali sull’infrastruttura aziendale. Le tecniche di social engineering, nella quale i criminali informatici impersonificano altre persone di una società, rimangono particolarmente diffuse. A questo si aggiungono i ransomware, che sfociano in richieste di riscatto in cambio dello sblocco del computer o dell’applicativo intaccato: anche in questo caso, un link o una email non filtrati permettono agli attaccanti di entrare in possesso delle credenziali di accesso, necessarie per i loro scopi.

Retarus lavora in questo contesto, proponendo soluzioni per la fascia medio-alta del mercato, con la necessità di proteggere e garantire il flusso delle loro comunicazioni business critical. “Per questo offriamo soluzioni SaaS per messaggistica, e-mail security e business integration”, riprende Luppi. “Dalla sede di Milano gestiamo clienti in tutt’Italia, con soluzioni che sono cross-industry, in settori come sanità, finanza, manifatturiero, automotive, logistica e retail. In Italia, in particolare, la maggior parte del nostro business si concentra nel settore manifatturiero e retail”. Per il futuro, Luppi indica la volontà di acquisire migliori relazioni con system integrator ben radicati sul territorio, con il supporto di una struttura di servizi da gestire in combinazione con un organico locale destinato a crescere.

Roberto Bonino

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