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L’INDUSTRIA ITALIANA NELLA TRANSIZIONE BIFRONTE
Il 76% delle aziende manifatturiere italiane ha definito un programma di transizione ecologica, spesso associata a trasformazione digitale. Un’indagine di The Innovation Group.
La green revolution interessa oggi una gran parte delle realtà industriali del nostro Paese, che puntano a ridurre le proprie emissioni di gas serra e la produzione di altre sostanze inquinanti, promuovendo l’uso di fonti energetiche rinnovabili, migliorando l’efficienza energetica e favorendo la conservazione della biodiversità e delle risorse naturali. Secondo l’indagine “Smart Manufacturing Survey 2023. Percorsi di Trasformazione Digitale nel mondo industriale italiano” di The Innovation Group (svolta nel mese di gennaio 2023 su un campione di una sessantina di aziende industriali italiane, intercettando in particolare lineof-business e IT manager) il tema della sostenibilità ambientale è fortemente collegato a quello della trasformazione in chiave digitale. Oggi sono già molte, il 76% del campione, le aziende manifatturiere che si stanno muovendo verso la creazione di un proprio programma di sostenibilità o lo hanno già realizzato. Rimane una piccola quota di aziende (il 14% dei rispondenti) non ancora intenzionate a sviluppare piani in questo senso. In aggiunta, il 44% delle aziende che ha intrapreso il cammino verso la riduzione dell’impronta ambientale sta già osservando benefici misurabili, e un ulteriore 19% si aspetta di ottenerli (seppure in misura inferiore rispetto alle previsioni iniziali).
Oltre, quindi, all’interesse delle aziende industriali verso le tematiche di sostenibilità ambientale, c’è grande attenzione per la trasformazione in chiave digitale: si realizza così quella che nel gergo degli addetti ai lavori è chiamata twin transition, matrimonio di economia digitale e green. Promossa dal Pnrr, questa “transizione bifronte” punta alla modernizzazione del settore industriale e dei suoi processi produttivi, attraverso l’adozione di soluzioni innovative che aiuteranno tutti a diventare più sostenibili. Una “trasformazione gemella” che vuole le aziende più competitive perché più efficienti, veloci, flessibili, resilienti: valori che richiedono un profondo ripensamento del modello produttivo, un’innovazione in chiave digitale del modo di concepire l’impresa.
Tecnologie per il cambiamento
Qual è l’avanzamento dei progetti digitali nell’Industria italiana? Lo scenario economico, finanziario e geopolitico attuale vede imprenditori e manager del sistema manifatturiero impegnati nel traghettare la propria realtà, superando questo periodo di incertezza e puntando a ottenere nuovi vantaggi competitivi.
Uno dei principali facilitatori di questo processo è senz’altro l’adozione di tecnologie digitali innovative. L’indagine di The Innovation Group osserva che il percorso è a buon punto: il 59% del campione riferisce di stare implementando la trasformazione digitale dei processi del business, mentre un 17% avrebbe già completato l’iter, trovandosi così in una fase molto matura di avanzamento. Le iniziative di trasformazione digitale che saranno prioritariamente realizzate nell’arco del 2023 si riferiscono all’automazione dei processi (19% delle risposte), ad accelerare l’agilità del business (14% delle risposte), alla revisione e ottimizzazione della supply chain (14%) e all’accrescimento di competenze digitali delle persone (11%). Invece, tra le tecnologie innovative più spesso adottate spiccano il cloud computing (che raccoglie il 46% dell’adozione di progetti innovativi effettuati nel 2022 per quanto riguarda le componenti IaaS e PaaS, e il 32% per la componente SaaS, entrambe con ulteriore previsione di crescita dell’adozione nel 2023), le tecnologie Big Data e quelle di analytics e Business Intelligence (attivate dal 24% del campione nel 2022 e da altrettanti per il 2023), le soluzioni per l’automazione di processo (Rpa e Bpm, che passano da un 19% nel 2022 a un 38% nel 2023, registrando quindi la crescita più sostenuta per quanto riguarda i progetti innovativi digitali).
La corsa all’innovazione digitale nell’industria passa anche dall’adozione del cloud. La maggioranza delle aziende manifatturiere ascoltate (il 69%) fa oggi ancora un uso “selettivo” del cloud, adottandone i servizi in singoli ambiti molto specifici, a supporto di singoli progetti. Un 8% invece ne fa un uso “ampio”, ossia sta spostando in cloud un gran numero di applicazioni, ambienti di sviluppo, database e infrastrutture. Un ulteriore 4% ha inoltre ora un approccio “cloud-first”, ossia migra tutto ciò che può essere spostato e colloca nativamente nella “nuvola” ogni nuovo sviluppo. Infine, c’è chi tuttora riduce al minimo indispensabile il proprio utilizzo del cloud, e non è una quota irrisoria: il 19% dei rispondenti, infatti, per motivi normativi e di filosofia manageriale, ha ridotto al minimo indispensabile l’utilizzo del cloud.
La gestione della supply chain
Un tema che, come visto in precedenza, è inserito tra le priorità da affrontare nel corso del 2023 da molte aziende del settore è la revisione e l’ottimizzazione della gestione della supply chain. Spostare l’attenzione dal singolo individuo al sistema pare sempre più la strada da percorrere in futuro. La catena di fornitura in questo contesto può essere considerata un vero e proprio sistema interconnesso, all’interno del quale tutti gli attori coinvolti ottengono benefici e vantaggio competitivo. Innovare la supply chain significa dunque adottare tecnologie in grado di favorire la creazione di una filiera produttiva agile, efficiente e trasparente.
Per indagare questi temi, la ricerca di The Innovation Group approfondisce da un lato le attività volte a riprogettare e ottimizzare la supply chain nel mondo industriale, e dall’altro lato le opportunità legate al digitale. Come emerge dai risultati, nell’ultimo anno il ridisegno delle supply chain ha portato a diversificare i fornitori (48%) e a rafforzare il rapporto con quelli principali (44%), a porre maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale (37%) e ad aumentare le scorte del magazzino (37%). La maggior parte delle aziende industriali ha adottato più soluzioni per ottimizzare la gestione della supply chain: al primo posto quelle per l’analisi delle performance della catena di fornitura (usate dal 50% del campione), cui seguono analytics (45%) e data governance (40%).
Ancora limitato, invece, il numero di chi ha avviato una collaborazione estesa con i fornitori tramite il cloud (20%), di chi ha un controllo end-to-end della cybersecurity (20%) o una integrazione per ottimizzare la supply chain (utilizzo di API o microservizi, 15% del campione d’indagine).