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UN MODELLO DI SERVITIZZAZIONE DISTINTIVO PER OGNI AZIENDA
Servitly offre ai manufacturer flessibilità, autonomia e modularità, e permette loro di creare nuovi servizi connessi, basati su IoT.
Macchine “parlanti” crescono in valore grazie ai servizi resi possibili dalla loro connessione Internet of Things (IoT). Un valore che Servitly, azienda produttrice dell’omonimo software, propone ai manufacturer di gestire in autonomia, attraverso una console di configurazione flessibile che attinge a un ricchissimo catalogo di moduli. “Un software standardizzato, ma estremamente flessibile, che svincola i produttori di macchinari dai lock-in delle customizzazioni spinte, potendo in autonomia, grazie a un approccio no-code, definire regole e interpretazioni dei dati forniti dagli apparecchi connessi”: è l’estrema sintesi fatta Stefano Butti, Ceo e co-founder di Servitly, nella descrizione del proprio software, rivolto ai produttori di macchinari destinati all’ambito industriale a quello professionale, fino al consumer. Un target variegato di utilizzatori, accomunati dal fatto di voler avere informazioni provenienti dalle macchine in uso (siano esse elettrodomestici, forni da panettiere o complesse catene di produzione industriale) per ottenere servizi di assistenza efficaci, manutenzione predittiva, ma anche semplicemente per trarne una maggiore efficienza o per aver la possibilità di controllare i consumi.
Cambia la domanda: da prodotti a risultati
“Il mercato sta cambiando la domanda e sta spingendo i produttori ad arricchire la propria offerta con elementi nuovi”, riprende Butti. “È un’evoluzione progressiva verso nuovi criteri di acquisto, che vede i consumatori (in ambito b2c) e le aziende (in ambito b2b) prestare attenzione non solo al prodotto ma anche ai servizi e alla cura che viene rivolta al funzionamento e all’efficienza della macchina stessa”. Un percorso che procede anche con l’evoluzione digitale delle stesse macchine, oggi composte da “ingredienti digitali” meno visibili rispetto alle tradizionali parti meccaniche, e che possono sfuggire alla capacità di utilizzo o manutentiva autonoma dell’utente finale.
Il risultato è che oggi i produttori, se vogliono rimanere competitivi, devono essere in grado di aggiungere qualcosa di più alla propria offerta rispetto alla concorrenza, di arricchirla con informazioni o servizi. Servizi che alcuni di loro stanno già integrando direttamente nei prodotti di nuova generazione, a giustificazione di una proposizione a maggior valore e costo.
L’IoT è, di base, la tecnologia abilitante che consente a un manufacturer di misurare ciò che al suo cliente finale interessa, monitorando il proprio prodotto e migliorandolo per poter generare nuovo valore. Servitly si propone quindi come il software che raccoglie dati e genera le informazioni che il produttore intende trasferire, non solo al cliente, ma anche a tutta la propria catena di distribuzione, dalla vendita ai centri di assistenza attraverso diversi livelli di servizio.
Personalizzazione ad hoc
“Servitly”, commenta Butti, “nasce con l’idea di creare un prodotto software industriale, standardizzato pur nella sua grande flessibilità, il quale si discosta dai prodotti da ‘software boutique’, che rispondono con applicazioni customizzate alle particolari esigenze del cliente, vincolandone però così qualsiasi ulteriore evoluzione o variazione. Per questo motivo abbiamo preferito lasciare ai clienti il grado di personalizzazione da ottenere, grazie a un vastissimo catalogo di moduli che possono essere configurati e possono coprire qualsiasi esigenza di ogni ambito verticale. Un software che si compone di un motore capaci di collettare i dati trasmessi dai prodotti, di trasformarli in informazioni, interpretate secondo i criteri che vengono definiti dal produttore stesso attraverso una console e su eventuali valori discostanti di funzionamento, logiche di ottimizzazione, risparmio energetico o altro”. Servitly offre flessibilità, autonomia e modularità a portata di un maggior numero di manufacturer, che possono così sfruttare le tecnologie IoT presenti sui loro prodotti per definire una nuova offerta di servizi connessi e per creare nuove fonti di ricavi ricorrenti.