“Lo sai che sono nel cervello le idee...” Alessandro
Scuola dell’infanzia “Bollitora” - Carpi 2
L’angolo della conversazione è uno spazio di incontro, di scambio e di socializzazione dove è possibile conoscersi ed esprimersi all’interno del gruppo, dove promuovere le capacità di dialogo e di relazione dei bambini in un clima di apertura, di fiducia e di non-giudizio. Disporsi in cerchio con le panchine, è il modo privilegiato per vedersi, ascoltarsi e sviluppare la capacità di accoglienza, la curiosità, la scoperta delle differenze e delle somiglianze, per raccontarsi le proprie esperienze. Ogni bambino mette a disposizione del gruppo ciò che conosce, il proprio vissuto, le proprie emozioni, che incontrandosi, intrecciandosi e scontrandosi, con il "sapere" degli altri potranno stimolare nuove curiosità che a loro volta, daranno origine a “nuovi saperi“.
17 settembre 2013
Ti racconto… Abbiamo ricevuto la cartolina spedita da Alessandra la osserviamo.
Nidia: anche io ho mandato una cartolina… ma non è ancora arrivata… Alessandra: al mare io andavo dagli scogli. Francesco: ma come, andavi fino agli scogli?!? Alessandra: sì! Maura: e non avevi paura? Alessandra: fa cenno di no con la testa e ride. Alessandro: io non so nuotare… Alessandra: io nuotavo senza niente! Maura: e chi ti ha insegnato? Alessandra: l’Ele! (Applauso!)
Leonardo: io ho imparato a nuotare e saltare nella piscina. Tommaso: dal trampolino? Leonardo: no dal bordo, e poi andavo sotto sotto!! Gabriele: ma cos’è il trampolino? Sara: è una cosa che si salta e ci si butta nel mare! Elisa: è quella cosa che si salta e pluff! Federico: che si salta dalla piscina! Francesco: salti e poi salti un’altra volta e puoi saltare centomila volte e poi ce né uno sopra l’altro, all’ultimo piano che ti spaventi che è troppo alto!!! Aurora: io sono stata al mare con la nonna e usavo i braccioli di Hello Kitty.
Le conchiglie colorate sulla sabbia…
…io sotto l’acqua con la maschera
Francesca: io sono andata nella piscina dove non si tocca senza niente! Lorenzo: io con la maschera ho fatto la capriola sotto l’acqua e io senza braccioli affondo. Sotto avevo gli occhi aperti e vedevo solo sabbia. Daniel: ma neanche un pesciolino? Lorenzo: c’erano anche le alghe che sono delle schifezze del mare. Gabriele: sono tutte verdi. Lorenzo: é salata l’acqua del mare. Tommaso: io ho un retino per prendere i pesci e le alghe che non si mangiano. Leonardo: il mio papà ha preso il camper per lavorare. Riccardo: cosa sono le alghe? Martina: è come erba, e io con la mascherina sono riuscita a toccare la sabbia, era un po’ calda. Francesco: devi stare attenta perché una conchiglia mi ha bucato il piede ed è uscito tanto sangue. Alessandro: il mio papà e io guardavamo i granchi. Federico: a me una medusa mi ha fatto un buco! Francesco: come il mio buco del piede! Martina: era tutta trasparente!!! Sofia: a me non mi hanno pizzicato perché ci guardavo!
Mare mosso …
Giulia: io sono andata in mare che c’era lo scivolo con due piscine, una fredda e una calda, e io stavo in quella fredda perché quella calda era “scottente”. E poi sono stata in tenda! Nicolò: io sono andato con il traghetto in Sardegna e noi usiamo la vespa e non la liberty che è arrugginita! Ho visto un pesce tutto marrone e ho pescato una carpa grossa così!!! Alessandro: io ho la canna nuova e pesco con tutta la mia famiglia. Jacopo S: sono andato al mare, ho fatto una gara con mio amico Luca e con Antonio e Mattia a fare la tuffa (i tuffi). l'acqua del mare era sporchissima e poi sono andato nel mare pulito.
I pesci nel mare
Davide: anche a me l'acqua del mare era sporchissima, l'acqua della piscina era buona. L'acqua del mare ci aveva la cacca, la pipì e la puzza e io non la volevo ma quando andavo sott'acqua il nonno diceva: "Davi, tieni la bocca chiusa" ma io non ero molto capace di nuotare e la tenevo aperta. Giulia: sei andato al mare con il tuo nonno? Davide: si, sono andato al mare che il nonno ha il camper, ho fatto i castelli di sabbia. Sara: io al mare ho messo la testa sott'acqua ma con gli occhi chiusi. C'era mia sorella che andava sugli scogli a pescare i granchi e i pesci e un altro bimbo ha pescato una stellina, io no perchè sono ancora troppo giovane. Lo sai che un signore mi ha buttato giù dallo scoglio e mi sono insanguinata tutta però non la faccia se no dovevo andare all'ospedale. quel signore non ha fatto una bella cosa. Elisa: ma ti sei fatta male? Sara: un pochino e allora il papà mi ha pucciato nell'acqua. Riccardo: anche io al mare ho pescato dei pesci, erano piccolini così (mostra la lunghezza con le mani), erano appena nati. Ho fatto anche i castelli di sabbia con la mia sorella.
C’è il temporale, ma io sono con la mia maschera
Jacopo A: sono andato tante volte al mare. Ho giocato, ho fatto i castelli di sabbia con la mamma e il papà e dopo sono tornato a casa perchè il mare era finito. Gabriele: anche io ho fatto i castelli di sabbia, le formine e c'era anche gli scogli. C'era tantissima acqua, c'era una bellissima nave che parcheggiava. da un'altra parte a destra e poi c'erano tante barche. Leonardo: erano tue le barche? Gabriele: no, io non ci sono andato sulle barche perchè noi eravamo lì per fare il bagno. Io non ho ancora imparato a nuotare senza i braccioli, devo ancora imparare, imparo poi quando divento grande. E poi sono andato in un albergo nuovo che c'era anche la piscina. Tommaso: io sono andato al mare non in albergo perchè avevo una casa al mare. Lo sai che sono andato una volta al mare, una volta al mare e una volta al mare (tre volte al mare), con la mamma e il papà e Giuseppe e ho fatto tanti castelli di sabbia. Martina D: lo sai che a Igea Marina ho incontrato Gabry e siamo andati al bar insieme a prendere una brioche e abbiamo giocato un pò insieme. Facevo i tuffi, andavo sott'acqua con gli occhialini e nuotavo senza i braccioli. Elisa: io ho fatto tanti giorni al mare con la mia cuginetta Letizia però lei faceva un pò di pasticci. Lo sai che una volta al mare mi aveva rotto una cosa di vetro? Ho fatto il castello di sabbia ma lei me lo distruggeva poi è diventata brava e non me lo distruggeva più. Nel mio mare c'era tante onde ma io avevo i braccioli, l'acqua del mare era salata non mi piaceva e allora l'ho sputata. Leonardo: sono andato al mare dal tronco, ho fatto i giochi e poi sono andato in piscina e andavo giù, giù in fondo e si sono rotti gli occhiali e ho preso gli occhiali neri. C'era anche Michele al mare, è mio amico. Martina F: al mare, fatto i giochi.
Melissa: sono andata al mare a giocare con le formine e la sabbia. Io scavavo una buca per mettere un tesoro però non c'erano gli amici, c'era solo mia sorella e c'erano la mamma e il papà in spiaggia. Miriam: io sono andata dov'è andata l'Alessandra allo stesso posto. Ho fatto il castello di sabbia e la minestrina con la sabbia che mia mamma andava a prendere l'acqua per fare la minestrina e poi sono andata al ristorante a mangiare perchè avevo fame e c'erano anche i giochi per giocare a quel ristorante. Nidia: quando sono andata al mare con la mia mamma c'era l'acqua fredda e non facevo mica tanto il bagno però delle volte nuotavo da sola. Io so nuotare bene da sott'acqua senza i braccioli ma non li ho visti i pesci. Sara: erano scappati? Nidia: no, non c'erano perchè mi ha detto la mamma che dormono al giorno e vengono fuori alla sera.
Io nel mare con i braccioli
Giulia: sai dove sono andata? Sono andata lontano dalla nonna a dormire e a giocare e poi sono andata al mare a fare il bagno. Il papà mi ha messo i braccioli così so nuotare, era un pò sporca (l'acqua). Nora: sono andata in montagna a giocare con i miei cuginetti. Dormivo in montagna, andavo a cavallo con Alle, Ste e l'Arianna. Era bello il cavallo, lo sai che lì c'era anche un parco con i giochi. Daniel: io sono andato al mare ad andare dentro una ruota a girare che il signore la fa muovere. Sara: ahh, quella grande che gira? Nidia: la ruota panoramica? Daniel: eh si brava, sono anche andato al delfinario che ci sono i delfini che fanno lo spettacolo, si tuffavano, cacciano fuori la coda. Sono andato a nuotare con i braccioli, c'era anche Siria la mia cuginetta, che nuota con il salvagente, ma è piccolina e poi si stanca e vuole andare a riva.
Ho fatto il mare, la mamma che nuota e il salvagente
23 settembre 2013
E’ nata Fabiana! Daniel racconta
Fabiana
Daniel: La mamma è andata all’ospedale che le dovevano togliere la pancia e Fabiana. Io sono stato a casa con Fabio, il papà di Siria e il papà era in ospedale a fare compagnia alla mamma. Francesco: perché le mamme non devono stare da sole, ma in compagnia! Daniel: poi la mamma ha mangiato e dopo i dottori hanno pulito Fabiana. Riccardo: era sporca di piume?
Daniel: era sporca della pancia della mamma, e l’hanno pulita con le mani e con l’acqua, e poi il papà è venuto a casa e mamma viene più tardi perché deve stare 3 giorni in ospedale… e non abbiamo ancora il sediolino per Fabiana… sì lo abbiamo. Il papà ha detto che si ciucciava le dita perché aveva fame e fabiana mangia a casa perché all’ospedale hanno solo la pappa per i grandi. Nicolò: allora se non mangia per 3 giorni dimagrisce. Daniel: è piccola però è grande, l’ho vista nel computer, l’hanno mandata dall’ospedale, somiglia alla mamma… e ora non so come è diventata, perché è appena nata. Fabiana non ha tanti capelli, ne ha pochini, e i denti non li ha ancora e lei mangia solo acqua e il latte per pappa. Devo ancora comperare la pappa di Fabiana. Il nome lo ha scelto la mamma e a casa c’è la culla e forse piangerà la notte e non può dormire vicino a me perché il letto è aperto e alto, se Fabiana cade si fa male.
Fabiana nel lettino dell’ospedale.
3 ottobre 2013
Ti racconto… È finalmente arrivata la cartolina che Nidia ci aveva spedito questa estate dal mare…
Nidia: è la mia cartolina della Croazia che ero andata al mare con la mamma. Federico: che cos’è la Croazia? Nidia: è un posto con tante case con il tetto arancione, c’era il mare ma non c’era la sabbia c’era i sassi. Leonardo: anche nel mio mare c’era i sassi. Giulia: io sono andata al mare ma c’era tanta sabbia. Nicolò: al mare ho visto tutti e due. A Sassari c’era i sassi e all’altra spiaggia c’era la sabbia e io e il papà scavavamo tante buche per trovare l’acqua.
Francesco: e l’avete trovata? Nicolò: delle volte si! Sara: io con il secchiello rosa ci mettevo dentro la sabbia e facevo i castelli di sabbia, però non li sapevo fare tanto bene. Sofia: io al mare ho visto tanti sassini e tanti ricci. Davide: i ricci? Sofia: sono dei molluschi. Sai che si mangiano perché sono buoni. Io non li ho mangiati però si può mangiarli al mare. Riccardo: io ero andato in un mare bellissimo, c’era tanti pesci. Lorenzo: io ero andato al mare con la nonna. Io sono andato in tutti i mari con la sabbia e con i sassi. Nidia: io volevo stare sempre al mare perché mi piaceva tanto. Lo sai che c’erano anche degli amici del mare? Erano due ragazzine più grandi di me. Io giocavo con l’ I-Pad. Federico: anche io ce l’ho. Davide: e il tuo papà non c’era? Nidia: il mio papà non lo vedo da tanto. Al mare ho viaggiato tutto il giorno e alla notte ho dormito ma non ho dormito tanto bene perché stavo pensando alla mia casa. Aurora: io sono andata al mare con la mamma, Gaietta, il papà e c’era anche la nonna Teresa e la nonna Maria e c’era pure la mia cuginetta, c’erano tutti.
10 ottobre 2013
d
“ L’onomastico è una cosa dove si mangiano i dolci ”
Daniel ci racconta che oggi è il suo onomastico… con i bambini ci interroghiamo sul significato di questa parola
Daniel: oggi è il mio onomastico. Nidia: che cos’è l’onomastico? Daniel: è la mia festa, è San Daniel. Francesco: domani (ieri), era San Francesco, il mio onomastico. Lorenzo: allora bisogna fare la torta. Federico: no, non è un compleanno. Leonardo: perché non si fa il compleanno. Jacopo A: si mangia la torta quando c’è il compleanno. Martina D: il compleanno è una cosa che si festeggia quando si compie gli anni, si fa una festa con gli amici. Miriam: si fa la torta, le candeline e poi si soffia e ci sono i regali. Alessandra: si fa la torta con la nutella, gli smarties, le candeline e si mette la corona del compleanno. Melissa: si fa anche i palloncini e il regalo per i bimbi. Riccardo: tutti fanno il compleanno, e si canta: “tanti auguri a te!” quello (per l’onomastico) non si fa la torta, si va a letto. Francesco: si fa le cose dell’onomastico, si porta dei dolcetti a scuola per gli amici. Io ho portato gli smarties. Daniel: io faccio la torta, la mamma la sta preparando. Tommaso: ci vuole la torta e i regali al compleanno e si può prendere un po’ di confetti al battesimo e anche un po’ di torta. Jacopo S: al compleanno ci sono le candeline. Davide: al compleanno ci metti la torta, le candeline e si mette lo zucchero per diventare più morbida.
Francesco: (l’onomastico) è una cosa che non si compie gli anni, è una cosa dove si mangiano i dolci. Ce l’hanno tutti (l’onomastico) perché passano dei giorni degli onomastici di tutti. Sara:mia sorella ci ha un biglietto che c’è scritto Santa Ester che pittura. Elisa: anche io c’è l’ho e mangio i tic-tac, la mia mamma li compra sempre. Nidia: io non so se ce l’ho, la mamma non me l’ha detto. Aurora: io non l’ho chiesto alla mia mamma, anche Gaietta non l’ha chiesto alla mamma. Lorenzo: io ce l’ho, quando ero in piazza c’era la nonna e c’era tanti giochi. La nonna cercava di comprarmeli , la mamma diceva di no ma la nonna me li ha comprati lo stesso. Sofia: io l’ho chiesto alla mia mamma, ha detto che ce l’ho l’onomastico. Alessandro: io no, la mamma non me l’ha detto. Giulia: io ce l’ho e faccio una cosa bella sai? Prendo le caramelle. Leonardo: io non ce l’ho perché devo andare a calcio. Jacopo S: anche io non ce l’ho perché devo andare in piscina. Francesca: io c’ho solo il compleanno, anche la Laura c’ha solo il compleanno. Martina F: io faccio la torta del compleanno e i regali. Federico: io l’ho perso nel vento, l’ha portato via. Davide: ha fatto volare via anche la torta? Federico: no, la torta la mangio quando faccio il compleanno. Gabriele: secondo me io non ce l’ho perché non viene mai. Nora: io non ce l’ho perché la mia mamma non vuole. Nicolò: io non lo so, lo devo chiedere alla mia mamma se ce l’ho.
ottobre 2013
”Io vedo una cosa e la cosa viene dentro, è un’idea.” Riccardo
Divisi in piccoli gruppi proviamo con i bambini ad immaginare ed interpretare il significato di questa immagine…
Sofia: è un bimbo, ha una grossa cassa in testa perchè sta giocando. Giulia: sta guardando il fiume, fa ridere, ha una scatola grossa nella testa con un uccellino, un cavallo e un arcobaleno. Francesco: è uno scatolone infilzato nella testa del bambino. È uno scatolone magico, vedi che viene fuori un mini pony, un uccellino, un arcobaleno. Sofia: sono delle cose magiche che pensa il bambino perché sta sognando come “Alice nel paese delle Meraviglie”. Francesco: certo, stanno venendo fuori di lì. Riccardo: è uno scatolone nella testa del bambino, pieno di cose del bambino che vuole lui.
Tommaso: sta guardando la terra, sta pensando, pensa a un pony perché forse lo vuole, perché viene fuori dalla sua testa e vuole anche l’uccello perché vedi che sta nella sua testa e c’è anche l’arcobaleno. Alessandro: si, sta pensando delle cose che vuole perché ha una testa di scatolone con le idee, ma noi non abbiamo la testa di scatolone, però anche noi abbiamo le idee, lo sai che sono nel cervello le idee.
Daniel: sta seduto, sta guardando giù, in testa c’è una scatola, sta pensando che vuole delle cose, vuole quelle cose lì: un cavallo, l’uccellino, l’arcobaleno. Francesca: sta pensando a un cavallo, a un uccellino e un arcobaleno, viene fuori dalla testa del bimbo, si è aperta e viene fuori i giochi che vuole lui. Martina F: sta guardando le stelle, è seduto per terra, la sua mamma e il suo papà sono a lavorare. Vuole giocare con l’uccellino e con il cavallo.
Jacopo A: è un bimbo, sta guardando un cavallo che sta chiudendo gli occhi, fa un salto e il cavallo viene fuori dalla testa del bimbo. Nidia: questo bimbo sta pensando alla luna perché gli piace la notte, sta guardando il cielo. C’è un cavallo, un uccellino, un arcobaleno, ci sono dentro i semini nella scatola che se l’è messa in testa il bimbo per giocare. Aurora: è la sua testa e l’uccellino e il cavallino e l’arcobaleno vengono fuori dalla sua testa perché lui è felice. Leonardo: vede su, guarda il cielo, c’è un cavallo, l’arcobaleno, l’uccello, sono dentro la scatola. Fa ridere, c’ha una scatola nella testa. Davide: è un bambino seduto per terra, vuole andare a casa perché è un po’ stanco e allora sta seduto a riposare e poi va a casa sua. Lì c’è una scatola aperta e viene fuori un cavallo. Sara: è un ometto che sta pensando alle case, vedi queste qui (indica le case nel disegno), c’ha un casco sulla testa, si è aprito e c’è un uccellino, un cavallo, un arcobaleno che viene fuori di lì. Alessandra: è un bambino, è seduto per terra, sta guardando le case e le stelle e lì nella testa c’è una scatolina, c’è dentro il cavallo, l’uccellino, l’arcobaleno. Federico: è un bambino, sta guardando per terra, c’è una casa, vedi c’è la polvere per terra e poi ha un cappello di cartone con tante piume, con tre piume.
Lorenzo: è una scatola e una piuma a forma di arcobaleno che guarda di notte dall’alto le luci della città. Miriam: è un cappello del bambino e il mini pony sta uscendo dal cappello, anche l’uccellino e anche l’arcobaleno perché vogliono vedere il cielo. Elisa: è una scatola di bambino perché si apre tutto, vuole pensare qualcosa e allora apre la scatola, noi però non ce l’abbiamo la scatola nella testa. Gabriele: sta pensando di avere un cavallo, un arcobaleno e un uccellino poi non pensa più perché non sta uscendo più niente dalla scatola. Lorenzo: io mi siedo e penso e faccio così (mette il dito sulla tempia), però da me (i pensieri), vengono fuori dalla bocca, perché sono dentro la bocca. Elisa: scendono dalla testa e poi vengono fuori dalla bocca. Gabriele: perché nella bocca c’è le parole e la voce. I pensieri sono nella pancia poi vengono su e vengono fuori dalla bocca.
Nicolò: è Gesù perché mi sembra Gesù e questi qua mi sembrano degli spiriti. Nella testa ha del cartoncino con delle piume che vengono fuori dal suo cervello perché sta pensando a delle piume che stanno venendo fuori dalla sua testa. Martina D: è un bambino, si è inginocchiato e guarda il cielo, è notte, vedi che c’è la luna. C’è un cappello dove c’è l’arcobaleno, un uccello e un mini pony. Melissa: è la testa del bambino, è aperta perché ci mette dentro questi qua, erano nel negozio e poi quel bimbo c’ha messo dentro tutto. Jacopo S: l’ha messo dentro al sacchetto della testa. Sta pensando al mini pony nella testa del bambino. Martina D: forse sta pensando delle cose, sta pensando che gli piacciono e possono giocare insieme. Nora: sta pensando ad avere una fattoria con tutti gli animali, è contento perché lui li vuole quegli animali lì. Melissa: è contento, si vede dalla bocca, è sorridente, non è triste.
Nei giorni successivi, in grande gruppo, riprendiamo le parole dei bambini per condividere insieme le riflessioni fatte…
Nicolò: le idee sono dentro l’intestino che è in testa, sì tutto questo (indica la fronte). Tommaso: no è qui (indica la parte centrale della fronte). Francesco: no è qui (indica il sedere) Nicolò: già, quello è per la cacca!!! Abbiamo il cervello qui! (indica la testa). Alessandro: dove c’è il bernoccolo! Tommaso: ma i pensieri non si vedono. Nicolò: non si vedono le idee perchè se abbassiamo gli occhi si vede solo per terra, non si vede dentro… Adulto: proviamo a chiudere tutti gli occhi e immaginiamo una torta… Nidia: io l’ho vista nel mio sogno mentre chiudevo gli occhi… Martina D: io ho visto anche la cucina… Nidia: io quando chiudo gli occhi vedo i miei sogni! Aurora: io ho sognato Gaietta, che giocava con me e che era grande. Francesco: io riesco a sognare ad occhi aperti! Martina D: anche io ho sognato ad occhi aperti. Nicolò: la mente sogna. Davide: è una cosa che esce dagli occhi. Riccardo: io vedo una cosa e la cosa viene dentro (si trasforma), è un’idea. Nicolò: la cosa però rimane e il cervello rimane nella testa… ma solo che l’idea è trasparente. Giulia: quando uno pensa si vede l’idea. Sofia: io le penso tante!!! con gli occhi chiusi e aperti! Francesco: le idee degli altri non si vedono. Elisa: perché bisogna avere il cervello uguale! Nidia: i cervelli sono dei nostri nomi. Elisa: se la Miriam sarebbe un maschio, non sarebbe uguale, avrebbe un cervello diverso… i cervelli delle femmine sono tutti uguali!
23 ottobre 2013
La piazza di Carpi Quando ci si avvia verso una nuova esperienza è importante raccogliere informazioni, ogni bambino mette a disposizione del gruppo ciò che conosce sul luogo che andremo ad esplorare, dichiara ciò che non sa, cosa vorrebbe trovare, esprime ipotesi, aspettative...
Nidia: la piazza è una cosa dove si mangia al ristorante e si può anche giocare. Martina D: è dove c’è la chiesa, e tante altre case e il bar… Leonardo: ci sono anche le giostre, io ci sono andato. Si può andare in monopattino e anche in bici. Sara: io ho visto un camion che andava in piazza, però in piazza si cammina per fare un giretto, non si va con la macchina. Sofia: nella piazza ci sono i bar. Si può mangiare e bere al bar se si trova un posto. Io delle volte ci vado con la mia mamma, il mio papà e il mio fratellino. Francesca: si può andare a comprare qualcosa, noi possiamo andare in biblioteca. Jacopo S: a fare i giochi. Jacopo A: noi non ci dobbiamo comperare niente, andiamo solo a giocare. Riccardo: andiamo a giocare con i gonfiabili. Lorenzo: no, io non li ho mai visti i gonfiabili in piazza. Miriam: però una volta tanto tempo fa, c’erano i gonfiabili. Melissa: andiamo dal castello, ad andarci dentro. Daniel: ci vai dentro e si gioca. Elisa: in piazza c’è tante cose che vanno a comprare i grandi. Gabriele: forse ci andiamo a giocare oppure a camminare. Tommaso: in piazza ci puoi andare per fare un giretto o per andare dal castello o in biblioteca per leggere un libro se vuoi.
Tornati a scuola i bambini ricordano l’esperienza vissuta osservando alcune fotografie scattate durante l’uscita.
Nicolò: in piazza c’era quella cosa fatta a “m” (portici). Sofia: c’era i portici con le scritte di tutti i negozi. Melissa: dove ci sono i bar. Nidia: dove non ti cade la pioggia in testa, per non bagnare i caffè. Fancesco: oppure per non bagnare i panini gustosi. Daniel: c’è le vetrine, la farmacia che si compra le medicine perché se uno sta malato va a prendere le medicine da guarire. Francesca: c’è le lampade (sotto al portico), perché si accendono quando viene notte. Elisa: così si vede bene.
Nicolò: c’è dei camini che sono rotti vicino alla biblioteca con i libri e i giochi. Sofia: si sono rotti perché è stato il terremoto che li ha rotti, ha rotto tante cose il terremoto. Martina D: c’era anche una casa (teatro) con un bar che si è rotto e lo stavano aggiustando con la gru, c’era un cantiere che lo aggiustava. Davide: c’era anche i vigili e il capo dei vigili che guardavano se lo aggiustavano bene.
Alessandro: io ho visto un orologio gigante!!! Jacopo S: è un orologio gigante nella torre. Riccardo: aveva le lancette e sotto c’era il tunnel. Nicolò: sotto l’orologio c’erano le stanze della Regina, del Re e dei bambini del Re. Sofia: l’ha fatto il Re per guardare le ore, per vedere quando è notte e quando è nato il giorno. Alessandra: c’era un castello… Nicolò: c’era un castello e un elmo bello grosso!!! Ci voleva un gigante!!! Sofia: ma niente cavalieri. Jacopo S. io ho visto anche i cavalieri! Tommaso: quando siamo arrivati dall’elmo dall’altra parte c’è Re Astolfo, me l’ha raccontato la mamma. Io ero andato alla roccaforte a vedere i cavalieri, Re Astolfo che raccontava delle armi, delle armature e dei combattimenti con i cattivi. Nidia: è il palazzo del Re, di Re Astolfo e anche della regina Astolfa. Martina D: poi siamo andati a fare il giro del castello e c’era un altro castello e c’era le prigioni, la cantina di Re Stulfo che i cavalieri se una signora passava lì dalla loro cantina, la mettevano in prigione. Francesca: io ho visto una regina nel castello. Sara: c’erano delle statue marroni, 2 statue di legno a forma di umani!!
Aurora: c’era un elmo gigantesco tutto nero con dei disegni. Gabriele: è di Re Astolfo perché la sua maschera è fatta così. Federico: perché era fatto di cemento così è più forte e ammazza i cavalieri che vogliono fare la battaglia. Alessandro: era bellissimo, io ci sono andato anche dentro che era grandissimo, era per un gigante. Jacopo A: c’era una scritta del castello che c’è scritto “bandiera” e c’è scritto “il castello che è dei cavalieri”. Davide: c’è scritto “prigionata del Re Astolfo” e “non si può entrare da soli”. Alessandra: è per scrivere di Re Astolfo. Aurora: forse c’è scritto che potevano venire i bimbi a vedere il suo castello. Melissa: c’erano i vasi, era di tutti i colori e c’era dei fiori ma dopo non c’era più, erano spariti, li ha presi un signore. Federico: abbiamo visto i fiori e sono scomparsi, era dei fiori speciali, c’era tanti numeri e tante lettere. Sara: era i fiori nei vasi dell’Italia e c’è una scritta perché dobbiamo sapere tutto dell’Italia.
Elisa: c’era una casa delle bandiere, tre bandiere. Miriam: è la casa della bandiera dell’Italia. Sara: perché siamo in Italia. Alessandro: e poi c’è la bandiera dell’invito (striscione pubblicitario), per fare una festa. Elisa: era di un signore che doveva fare la festa con tutti i padroni. Lorenzo: non c’era una festa, non c’era neanche un palloncino, era la casa delle bandiere. Martina F: c’è la bandiera rossa, la bandiera bianca, la bandiera blu. Federico: con le stelle. Nidia: perché siamo in Italia se no mettevano di colore diverso. Nora: e poi c’era una torre alta. Nidia: è una chiesa con il campanile. Francesco: nella torre alta su, su in alto c’era anche un tunnel che alla fine portava nel castello. Martina F. io non l’ho visto… Riccardo: anche io non ho visto il tunnel… Sofia: io si, era attaccato al castello e poi trovavo un tesoro…
Daniel: c’era una chiesa tutta da aggiustare che era rotta… Francesco: forse è stato il terremoto... Daniel: è la terra che si muove che trema tutta la strada… Riccardo: c’era la chiesa con i muratori perché la devono aggiustare. Lorenzo: nella chiesa c’era la croce, tutte le chiese ci hanno la croce perché sono fatte così. Francesco: c’è la croce perché non si può entrare, perché è un po’ rotta. Quando non c’è più la croce allora si può entrare. Lorenzo: la stavano aggiustando perché l’ha buttata giù il terremoto. Alessandra: io vado in chiesa con la mamma quando porto l’Ele. Giulia: anche io ci vado e faccio così (il segno della croce). Francesco: è la croce, è il nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo, Amen. Lorenzo: perché in chiesa c’è anche Gesù. Leonardo: ci sono tante croci nelle porte perché hanno disegnato delle croci i signori. Aurora: io sono andata con mia nonna e mia sorella a vedere la chiesa perché così la vedevo. Nora: io ci vado con la zia Pia e l’Arianna. Giulia: si va a dire la canzone delle cose del Signore e mia sorella va in chiesa a catechismo. Davide: si va a sposare. Gabriele: e dopo che si è sposato si va a mangiare perché fanno sempre così nella mia televisione. Tommaso: ci sono le candeline che si accendono, il prete che nomina padre (marito) e moglie, e c’è Gesù appeso a un quadro. Giulia: si c’è, è appeso alla croce che è morto.
29 gennaio 2014
Che cosa è una C? Un cane, una culla o una cuccia? E una P? Un pesce? Una palla? O tutti e due? Adele e Berta si ritrovano magicamente catapultate all’interno del libro che contiene tutte le parole: il vocabolario. Berta vorrebbe scappare, Adele invece vuole esplorare quello strano universo. Che gran scompiglio però! La grande mano che conosce i segreti dei segni mette in movimento lettere e parole, che prendono forme e significati inattesi e fantastici.
Giulia: siamo andati al teatro che c’è in piazza Francesco: c’era una storia, una storia a matita Martina D: c’era un signore che doveva disegnare delle cose e c’era due signore che una faceva come madre, l’altra come bambina che sono andate dentro al libro Lorenzo: e poi sono uscite che c’era scritto fine
Elisa: c’era una mano che faceva tutte le storie: faceva la balena, i pesci, il sole, i mattoncini… Giulia: faceva i disegni, dei fiori belli, dei cuori… tante cose Francesca: c’era le lettere dell’alfabeto che si muovevano e diventavano un elefante, una culla e anche un bambino Nidia: tutte le lettere dell’alfabeto: A, C, Z, Q… perché le signore erano cadute dentro nel libro delle lettere Lorenzo: c’era la O che l’ha fatto diventare un bambino. Ci ha fatto la faccia, gli occhi, la bocca e poi ha fatto che piange Miriam: la mano ha disegnato un bimbo con la O, ha fatto che piangeva e dopo ha cancellato e ha fatto il sorriso Alessandro: prima faceva che rideva (il bambino), poi la mano cancellava e faceva che piangeva, poi cancellava e faceva che il bimbo era arrabbiato, molto arrabbiato Aurora: la mano era un signore che prendeva delle cose e le metteva sul vetro per fare lo spettacolo
Francesco: con la B ( C ), ha fatto una casa che pioveva, c’è andato dentro così non si bagnavano le signore. Poi la mano con la matita ha scritto i denti e l’ha fatto diventare un cane Nora: faceva il verso del cane che era arrabbiato e poi ha disegnato una culla e un bambino. Le due signore lo dondolavano perché il bimbo piangeva Alessandro: hanno dondolato la culla e dopo hanno cantato la ninna nanna e il bambino non piangeva più, si è addormentato. La mano decideva cosa voleva: se lo girava era una casa, se lo girava così era un cane e la mano ci faceva i denti, due denti aguzzi Gabriele: la mano racconta di tutte le parole dell’alfabeto perché le due signore erano andate dentro a quel libro delle parole il vocalobario (vocabolario) a vederle Melissa: sono andate dentro al libro delle parole con la mano che faceva le lettere dell’alfabeto e le girava Riccardo: faceva con la lavagna magica, ci metteva le figure e poi le passava così (avanti e indietro) Lorenzo: quando la mano andava vicino alla lavagna diventava grandissima come la mano di mio padre, quando andava lontano si vedeva piccola
Sofia: poi le due signore si sono arrabbiate, c’era la rabbia che stava salendo, era un muro della rabbia che non potevano più essere amiche perché non si potevano più parlare Sara: poi quell’altra signora allungava il braccio per dirle che voleva essere ancora sua amica e dopo un po’ viene fuori un fiore così quando vogliono fare la pace c’è il fiore della pace Leonardo: era il muro della rabbia e poi quando non c’è più la rabbia il muro va via perché c’è la pace Elisa: prima è venuta fuori tutta la rabbia e poi è tornato tutto bello. La mano ha disegnato il fiore, il gelato e l’aquilone Alessandra: si era arrabbiata quella signora, c’era tutta la rabbia lunga e poi hanno fatto pace. Una signora l’ha toccata e ci ha chiesto scusa e dopo erano ancora amiche Federico: l’ha toccata perché dovevano fare pace se no non poteva più andare avanti a giocare
Daniel: c’era i mattoni che li separano perché erano arrabbiate, avevano litigato e non potevano più vedersi, non erano più amiche Jacopo S: però dopo fanno ancora la pace, la mano ci fa un fiore, ci fa un gelato e dopo sono amiche Martina F: c’era il mare e i pesciolini piccoli che nuotavano nell’acqua e il pesce grande che li voleva mangiare e le signore sono scappate via perché avevano paura Davide: avevano paura perché stavano nuotando nell’acqua del mare con i pesci ma dopo è venuto lo squalo che le voleva mangiare, ma arriva una balena grossissima che spaventa lo squalo che scappa e le signore vanno via anche loro
Lorenzo: la balena era piccola quando andava vicino alla lavagna, diventava grande quando andava lontano e c’era il trasparente nella pancia che si vedeva Pinocchio e Geppetto Martina D: come le scatole trasparenti e c’era disegnato Geppetto seduto e Pinocchio in piedi Melissa: con la lavagna luminosa si può fare una mano gigante, una balena gigante o una O gigante… tantissime cose Nicolò: c’era una luce dietro ad un vetro che illuminava le cose che se te lo avvicini lo vedi piccolo se lo allontani lo vedi sempre più grande come un mappamondo Sofia: il vetro magico faceva illuminare le cose che c’erano dietro, le faceva diventare grandi o piccole. Con le lettere il signore faceva dei disegni come il bimbo con la culla, il cagnolino… Giulia: ci voleva una luce così illuminava le cose e la mano scriveva le lettere e anche i disegni Martina D: c’era un quadrato di stoffa e dietro c’è la lavagna luminosa che faceva la luce Nicolò: anche noi ce l’abbiamo il quadrato di stoffa, quando abbiamo fatto le ombre, quando facevamo la storia di Gesù. Lorenzo: noi però avevamo il videoproiettore Davide: anche il computer
Lorenzo: e faceva illuminare la stoffa, faceva le ombre Sofia: per fare le ombre eravamo dietro lo schermo, perché ci vuole lo schermo e la luce per fare le ombre. Alessandro: però nella classe c’è bisogno anche del buio se no le ombre non ci vengono Nicolò: ci vuole il buio nella sezione e la luce è dietro al vetro, dietro allo schermo Francesco: per fare la storia di Gesù ci vuole il videoproiettore, un telo, le luci spente e quelli che fanno lo spettacolo Jacopo A: mi piaceva quando le signore entravano nel libro, nel libro delle parole. Era bellissimo. Federico: a me è piaciuto perché c’era lo squalo, la balena e i piranha Riccardo: anche noi possiamo fare queste con la lavagna luminosa Federico: ma noi non ce l’abbiamo Lorenzo: si che c’è, è dall’altra parte del mobile
“Perche’ non facciamo una fantasia sull’alfabeto… fantastico, imprevisto, con lettere tutte diverse, buttate per aria con allegria” (BRUNO MUNARI)
10 febbraio 2014
“I diritti sono nel cervello perché uno pensa a quello che vuole giocare” Alessandra A volte capita che a scuola i bambini perdano il diritto di giocare con un giocattolo se lo utilizzano male. Ma cosa significa la parola “Diritto”? Con i bambini ci interroghiamo sul significato di questa parola
Il diritto di stare con gli amici, se io lo penso poi ci posso giocare
Melissa: io non lo so cosa sono i diritti, non li ho mai visti Francesco: sono delle cose che hanno i bambini Miriam: che possono fare i bambini Leonardo: sono delle cose che servono per giocare Riccardo: noi li abbiamo; di suonare Francesca: di giocare Riccardo: di guardare Nicolò: di andare a scuola Alessandro: di ascoltare la musica Sofia: di ballare Alessandra: di avere degli amici Lorenzo: io non ho nessun diritto e non posso avere i regali… però uno ce l’ho, che ho il diritto di giocare nella mia camera.
Francesco: il diritto è quando uno rompe una cosa, non ha più il diritto di fare quella cosa. Leonardo: vuol dire che non si può più giocare Federico: che uno è troppo birichino e allora non può giocare Tommaso: se hai perso il diritto di giocarci è perché non sei stato bravo Martina D: o se hai preso un gioco senza chiedere Elisa: perché l’ha usato male, non ci ha giocato bene Lorenzo: come me che avevo messo l’acqua dentro la tromba Sara: il diritto è quando puoi giocare, se prendi una cosa senza chiedere non hai più il diritto di giocare con quella cosa li Lorenzo: mio fratello mi ha rotto un gioco e ha perso il diritto di giocarci.
Il diritto di stare con mamma e papà
Daniel: io ho il diritto di fare il bravo che Babbo Natale mi porta i regali. Lorenzo: il diritto è una cosa che ti fa sedere. Elisa: se uno toglie un gioco a un bambino perde il diritto di giocarci e va a sedere Alessandro: il diritto è una cosa brutta perché se uno perde il diritto va a sedere a fare tipo un disegno Riccardo: il diritto è bello perché vai a giocare, puoi suonare… Nicolò: si perché noi abbiamo il diritto di giocare Lorenzo: e il diritto di perderlo
Nidia: è bello il diritto perché si può giocare dove si vuole Gabriele: anche con un amico. I diritti sono nel cuore, quando uno perde il diritto si va a sedere, si calma e dopo può tornare a giocare Jacopo A: i diritti sono qua vicino un po’ al collo, poi vanno giù nella pancia Alessandra: i diritti sono nel cervello perché uno pensa a quello che vuole giocare Martina D: e quando pensa dopo può fare tante cose Giulia: i diritti sono nel cuore perché il cuore dice di fare il bravo
Il diritto di stare con i nonni
Miriam: io ce li ho i diritti: di giocare, di colorare, di andare al parco, di andare sull’altalena… Riccardo: i bimbi hanno i diritti di fare i giochi, i grandi hanno il diritto di lavorare Aurora: si, di lavorare e le mamme di cucinare… Sara: e cucire Nidia: o andare al ristorante Francesco: i grandi hanno il diritto di andare al lavoro, di accompagnare i bimbi a scuola, di telefonare… Davide: oppure di fare una cena e di dormire perché se no non vanno a lavorare e non mi portano a scuola e neanche Dany
Il diritto è nel cuore perché è la cosa più bella del mondo
Sofia: i grandi hanno tanti diritti, anche i bimbi hanno tanti diritti però i grandi non li perdono i diritti perché sono adulti, non li possono perdere Daniel: perché i grandi hanno tanti anni, non li possono perdere Sofia: i grandi hanno tanti diritti perché così possono portare i piccoli da tutte le parti. I bambini hanno il diritto di stare con la mamma e il papà Aurora: perché i bambini non possono stare da soli altrimenti hanno paura Lorenzo: e ci perdiamo perché non troviamo più la strada di casa Francesca: i bimbi hanno paura se si perdono perché vogliono la mamma
Il diritto di avere degli amici
Nora: tutti i bambini hanno il diritto di giocare sulle molle e le mamme e le nonne hanno il diritto di cucinare e il diritto di portarci a scuola Martina F: i bambini possono: giocare, mangiare, stare con la mamma, la sorella Tommaso: e di giocare con mamma e papà Nidia: e di andare in vacanza con loro Jacopo S: i bimbi hanno il diritto di stare da soli, di fare i disegni, di andare a letto quando c’è notte Jacopo A: il diritto vuol dire che è bello e si può disegnare. (il disegno del diritto) è fatto con la sedia e il bimbo che è birichino Melissa: i bimbi hanno il diritto di giocare con gli amici Tommaso: perché qualcuno deve giocare con un amico perché se no non si diverte
Davide: il mio papà e la mamma non me l’hanno detto, non lo hanno ancora visto un diritto… Martina D: non si vedono i diritti. Giulia: i diritti non si vedono, sono nascosti Nora: e poi i bambini li tirano fuori Nidia: sono per pensare, così uno sa quello che vuole fare Gabriele: sono nella testa, perché la testa serve per pensare Sofia: i diritti servono per crescere Alessandro: per diventare grandi
Elisa: perché è nel cervello, così uno pensa Federico: li devi scrivere… Sofia: i diritti sono fatti di carta perché sono scritti, perché sono mandati ai bambini così si può leggere Nicolò: i diritti sono tantissimi perché esistono per tutti, quando si rompono i diritti si rompe il cuore Tommaso: quando si rompono i diritti viene come la guerra che spacca tutto Nicolò: ma il diritto è grande o piccolo? Francesco: è grande perché è la cosa più bella del mondo
E’ il diritto di andare a letto, i diritti sono nella testa
17 febbraio 2014
“Ranocchio” Ranocchio ha tanti amici e insieme a loro affronta le grandi domande poste dai piccoli drammi di ogni giorno. A tutti questi dilemmi esistenziali: morte, innamoramento, paura, felicità… i quattro protagonisti riescono sempre a trovare una risposta positiva grazie alla loro amicizia
Siamo andati a teatro Abbiamo visto uno spettacolo che si chiamava “Ranocchio” C’era un ranocchio che era triste perché non ci aveva degli amici Si che ce li aveva e’ che non aveva voglia di giocare
Era triste non sapeva cosa fare, allora è andato dal signor Lepre che gli dice che il cuore faceva “tum, tum, tum” perché era innamorato, ma lui non lo sapeva
Glielo ha detto il signor Lepre che era innamorato ma non sapeva di chi allora era ancora triste Aveva il batticuore Il ranocchio prima era triste e poi era felice Perché si innamorava dell’anatra Ranocchio ha detto che anche se è un ranocchio, anche se è un’oca lei è così strano ma è bella lo stesso
Si era innamorato del cigno (oca), poi ci dava un fiore perché ci voleva bene E facevano una festa degli innamorati che si sposavano e hanno fatto la torta
Il porcellino ha fatto la torta della festa
E fanno una festa e invitano tutti, anche noi Anche io sono innamorato di Nidia che è la mia fidanzata però il mio cuore non batte forte Io sono innamorata di Jacopo S. delle volte mi batte il cuore e delle volte no Io sono innamorata di Riccardo perché ci voglio bene, mi vengono le parole dolci La mia fidanzata è la Melissa Non può perché la Melissa non vuole, forse è di un altro maschio Però si può lo stesso giocare insieme
Avevano trovato anche un merlo che era morto perché aveva cantato le canzoncine al ranocchio e all’oca Perché aveva già cantato tante canzoni
Cantava per loro perché era suo amico e dopo trovano un altro merlo che diventa amico di loro È morto perché era vecchio e l’avevano seppellito Perché quando le persone sono morte si seppelliscono Tutti quando diventano vecchi muoiono La mia nonna non è morta perché era vecchia ma perché aveva il cancro, ma non so che malattia è, ma ti può anche fare morire per sempre
4 marzo 2014
CARNEVALE Perché si festeggia Carnevale? “Si fa Carnevale perché è bello… È una festa che si fa a scuola quando arriva il giorno di Carnevale… Perché quando si arriva al giorno di Carnevale con la molletta (calendario di sezione) vuol dire “Carnevale è una festa
che bisogna fare la sua festa”
che si festeggia tutti insieme e bisogna
travestirsi… perché sì.” “E’ la festa dei travestimenti!!
Perché è il suo giorno di Carnevale, bisogna fare la festa… Perché è una cosa bella che fa diventare felici tutti i bambini e anche i grandi…”
“Ci siamo travestiti da tutti gli uomini.
Da tutti i personaggi che ci piacevano... E poi abbiamo fatto la sfilata… E abbiamo fatto una festa!! Perché tutti si mettono le maschere: da uomo ragno, da
fatina, da batman, da tutti diversi…” “Abbiamo giocato con i coriandoli Anche con le stelle filanti! Ci siamo tanto divertiti in salone a giocare e a buttarci tutti i coriandoli addosso… E poi abbiamo mangiato delle schifezze: le patatine, le palline, i rosoni, i cereali…”
“Abbiamo mangiato le patatine e le palline di formaggio… Abbiamo anche bevuto l’acqua, la coca-cola e il the…
Mi è piaciuto mangiare tante schifezze… A me è piaciuta la sfilata delle maschere… A me piaceva lanciare i coriandoli e le stelle filanti addosso ai mie amici!!”
6 marzo 2014
“Lulù” Questa è la storia di tre fratelli, nati un mattino d’estate dopo una notte piena di lucciole, che il destino separerà alla nascita. Il bambino con l’ombelico azzurro e blu sarà allevato da una coppia di contadini, il bambino con i capelli azzurri e blu da un falegname e il bambino con il cuore azzurro e blu da una principessa. Diventati grandi si ritroveranno e riusciranno a sconfiggere lo stregone grazie al loro istinto, intelligenza e cuore. E Lulù? Lulù è lo spirito del bosco, è tutto azzurro e blu e dalla sua pancia nascono le lucciole… quelle lucciole che alla fine della storia aiuteranno i tre fratelli a ritrovare la strada di casa.
C’era un signore che faceva le magie e faceva venire le lucciole. Lulù aveva gli artigli, erano gli artigli a fare la magia… Che aveva mangiato il mantello del mago ed era quello che le faceva illuminare la pancia. È Lulù con il mantello nella pancia.
Il falegname che prende il bambino con i capelli azzurro e blu.
Il bimbo che ha l’ombelico azzurro e blu, il contadino, la contadina.
Lulù, la principessa e il bimbo con il cuore azzurro e blu.
Usava una scatola e si apriva e tutto diventava verde Usava dei trucchi che lui sapeva fare, e c’era qualcuno che lo aiutava ma non si vede. Forse aveva il telecomando che comandava Lulù. Aveva il telecomando in quel coso peloso che faceva muovere le liane… Dentro al mostro c’era un omino travestito. Era la storia di 3 fratelli. C’era quello con i capelli blu. Uno l’ombelico azzurro. E uno con il cuore azzurro. Era azzurro e blu. Hanno incontrato uno stregone.
Lo stregone con il mantello nero
Lo stregone voleva uccidere quello con l’ombelico azzurro, perché lo stregone era cattivo. Voleva comandare tutto il mondo. E lo stregone è finito sulla luna… perché voleva prendere il libro d’oro. Il ragazzo che doveva portargli il libro non lo aveva preso allo stregone, e lo stregone gli ha dato del citrullo però. Nel libro non c’era neanche una scritta…
Forse… si erano dimenticati! Lo stregone sale sulla scala del ragazzo e va sulla luna a prendere il libro ma ci rimane perché il ragazzo ha tolto la scala. E’ andato a prendere il pentolone magico … e poi è diventato ricco e non è più andato a lavorare. Poi hanno rimesso la scala, ma lo stregone era ancora cattivo e dopo ha iniziato a rimpiccolirsi perché era cattivo. È diventato piccolo, piccolo come una formica che è andato via per sempre. C’era solo il mantello che stava ancora lì.
Il fratello con il cuore azzurro aveva fatto diventare lo stregone piccolo perché aveva il cuore grosso come una briciolina, che tutti dovevano essere come il suo cuore. Con un cuore grande si diventava felice. Poi è venuta Lulù che era un pupazzo di animale… Ha mangiato il mantello dello stregone così non viene più. E poi arrivano tutte le lucciole e tutti vanno a casa.
Siamo noi che guardiamo lo spettacolo e ci sono tutte le lucciole nel cielo.
Mi è piaciuto il robot Lulù. A me faceva un po’ paura, però era buono. Faceva venire tutte le lucciole che “luminavano” il cielo. Ma “Ranocchio” mi è piaciuto di più perché faceva ridere!