SANREMO ENJOY RIVIERA & COTE D'AZUR - WINTER 2021/22

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ditoriale " Italiani popolo di santi, poeti e navigatori". Lasciamo stare la primogenitura di questa locuzione che ci descrive da decenni e osserviamo invece affascinati a come il mondo intero ci ha visti in quest’ultimo anno. Un popolo che ha vinto veramente tanto di quello che c’era da vincere ai massimi livelli nello sport, nella musica e in ultimo – senza dubbio la vittoria più importante – nella capacità di compattarci come paese per uscire prima degli altri dalla pandemia e ritornare a crescere per dare una speranza e un futuro meno incerto a noi stessi e ai nostri figli. E la nave va, disse qualcuno che parimenti preferisco non citare. Ma come ogni nave, per andare, anche il nostro paese, la nostra terra di confine in particolare, ha bisogno di altri sforzi, di nuove idee, della capacità di valorizzare quello che di bello è in grado di offrire. E non è poco, anzi. Questo numero di Sanremo.it, come sempre diverso nei contenuti e nella ricerca degli argomenti da trattare, insegue la sua filosofia: vedere il bello che c’è nel nostro territorio, saper cogliere le opportunità, promuovere le idee brillanti, i progetti riusciti, i personaggi che partiti dalla nostra terra hanno saputo conquistarsi un profilo di assoluta eccellenza in tutti i campi nei quali si sono cimentati. È un numero di svolta, ecologicamente sostenibile, anche per il nostro magazine. Aspetto, questo, al quale teniamo molto e terremo sempre di più in futuro. Ce lo chiede la nostra sensibilità, ce lo chiedono milioni di giovani che guardano al futuro con il timore di non vedere il bello che da sempre ci accompagna.

" Italy, a land of saints, poets, and sailors”. Let us ignore the author of this description we have lived with for decades, and let us admire, instead, how the world has seen us in the past year. A winning people in literally all top levels in sport, music, and finally – but certainly our greatest feat – in the ability to come together as a country and emerge from the pandemic before the others, to start growing again and give ourselves and our sons the hope in a less uncertain future. “And the ship sails on”, said another man I shall also not mention to be fair. But like every ship, even our country – and our border areas in particular – need new effort, new ideas, and the ability to promote the beauty it has to offer. And the latter is all but limited. This issue of Sanremo.it, different as always in its contents and selection of topics, keeps following its philosophy: to see the sunny side of our area, and know how to seize opportunities, promote brilliant ideas and completed projects, and take pride in individuals that – starting from our land – have managed to build an incredible reputation in every field they have entered. It is a revolutionary, eco-friendly, and sustainable issue for our magazine too. We are proud of this and will give the topic growing importance in the years to come. It is our sensitivity that calls for it, as do the millions of young women and men who look at the future with the fear of no longer seeing the beauty our eyes are pleasantly accustomed to.

Andrea Moggio

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"Les Italiens sont un peuple de saints, de poètes et de navigateurs". Laissons de côté la paternité de cette expression qui nous décrit depuis des décennies, et regardons plutôt avec fascination comment le monde entier nous a vus l'année dernière. Un peuple qui a remporté tant de victoires au plus haut niveau dans le sport, dans la musique, et enfin, sans doute la victoire la plus importante, dans la capacité à s'unir en tant que pays pour sortir avant les autres de la pandémie et renouer avec la croissance pour donner de l'espoir et un avenir moins incertain à nous-mêmes et à nos enfants. Et le bateau poursuit son voyage, a dit quelqu'un que je préfère également ne pas citer. Mais comme tout navire, pour poursuivre son voyage, notre pays, notre région frontalière en particulier, a besoin de plus d’efforts, de nouvelles idées, de la capacité de tirer le meilleur parti de toute la beauté qu’il est en mesure d’offrir. Et ce n'est pas rien, au contraire. Ce numéro de Sanremo.it, comme toujours différent en termes de contenu et de recherche des sujets à traiter, poursuit sa philosophie : voir ce qu'il y a de bon dans notre région, être capable de saisir les opportunités, promouvoir les idées brillantes, les projets réussis et les personnalités qui, à partir de notre terre, ont réussi à acquérir un profil d'excellence absolue dans tous les domaines dans lesquels ils se sont aventurés. C'est un aussi un tournant pour notre magazine écologique et durable. C'est un aspect auquel nous tenons beaucoup et auquel nous nous engagerons toujours plus à l'avenir. Notre sensibilité l'exige, des millions de jeunes qui regardent l'avenir avec la peur de ne pas voir la beauté qui nous a toujours accompagnés.



Inprint Contents Editoriale ITALIANI POPOLO DI SANTI, POETI E NAVIGATORI

DoDo Charming Jewelry PEPITA, NUOVE ICONE DI STILE IN COLLEZIONE

Royal Hotel L’EMOZIONE DI UN SOGGIORNO ESCLUSIVO

2021 l'anno dei record PARTE DA SANREMO

Sanremo Hit Awars 2022 CHI HA VINTO IL FESTIVAL DI SANREMO?

Fanta Sanremo UN TEAM, CINQUE ARTISTI, UN CAPITANO!

Expo Dubai 2020 PER MONACO È UN CALEIDOSCOPIO DI OPPORTUNITÀ

Cristina Scocchia NELL'OLIMPO DEI TOP MANAGER ITALIANI

Carlo Poletti UNA VITA INTENSA TRA CULTURA, TURISMO E POLITICA

Fabrizio Actis IL TEA SOMMELIER

Naïs NEL PAESE DEI LUPI

La Riserva Bianca PARTE LA STAGIONE DELLA RINASCITA DI LIMONE

Il Museo dello Snowboard LA COLLEZIONE UNICA DI DINO BONELLI

Prato Nevoso THE FUN PLACE

Sanremo Outdoor UN'ENTROTERRA UNICO CON TANTE ATTIVITÀ POSSIBILI

Milano Sanremo? PARTECIPA DA CASA CON LE GARE VIRTUALI

Le Rocher Monaco IL FASCINO IMMUTATO DI MONACO VILLE

Il Natale con i presepi artistici DA IMPERIA A BORDIGHERA

Maria Maddalena RIPOSA IN PROVENZA

Collezione Guatelli IL MUSEO DELLA LATTA D'OLIO

Promenade des Anglais LA STORIA DEL LUNGOMARE DI NIZZA

Cyber crime UN TERREMOTO DA 25 MILIARDI DI EURO ENTRO IL 2021

Sanremo.it diventa Green RIVOLUZIONE ECOLOGICA ANCHE PER SANREMO.IT

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Testata registrata presso il Tribunale di Sanremo Iscrizione nel Registro Giornali e Periodici n°8 del 08-08-2012 Periodicità: trimestrale Luogo di pubblicazione: Bordighera, Via F.lli Biancheri, 1 Editore: Innovation Media sas Via F.lli Biancheri, 1 - Bordighera - Italy Tel. +39 0184 26 62 59 info@innovationmedia.it info@sanremo.it Direttore Editoriale, Commerciale e Multimedia & IT: Luca Giovannetti +39 334 18 32 828 luca.giovannetti@sanremo.it Direttore responsabile: Andrea Moggio Redattori: Maria Bologna Stefano Cutellè Alessandro Giacobbe Ilaria Grigoletto Simona Maccaferri Illy Masper Samirah Muran Progetto grafico: Paolo Pinto paolo.pinto67@gmail.com Traduzioni: Luigi Genta Traduzioni (EN/FR) Foto: Dove non specificato ©Depositphotos.com ©Wikipedia Foto di copertina: I Maneskin vincono la 71° edizione del Festival della Canzone Italiana. Inizia l'anno dei Record per l'Italia. ©Maria Laura Antonelli|AGF Stampa: Tipolitoeuropa s.n.c. Via degli Artigiani, 17, 12100 Cuneo CN Sanremo.it ® © n° 0001268952 N° iscrizione ROC: 22738

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2021 l’anno record SANREMO

dei parte da Andrea Moggio L’onda lunga dei Måneskin non accenna a fermarsi, portando sempre più in alto il tricolore in questo incredibile 2021. Nell’anno in cui l’Italia ha vinto a tutti i livelli dello sport, dagli Europei di calcio alle Olimpiadi, ai Giochi Paralimpici, la band partita dalla vittoria del Festival di Sanremo e dal successivo trionfo all’Eurovision Song Contest, travolge anche il tempio del rock internazionale aggiudicandosi la vittoria dell’MTV European Music Awards (EMA), celebrati quest’anno alla Budapest Sports Arena (Papp László Budapest Sportaréna), lo scorso 15 novembre. Trionfo arrivato a pochi giorni dal prestigioso imprimatur di Las Vegas, dove sono stati chiamati dai Rolling Stones, vale a dire la storia del rock mondiale, ad aprire il loro concerto con tanto di ringraziamenti da parte di Mick Jagger. Per Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan è l’ennesima legittimazione da parte dei fan che hanno votato per loro da ogni angolo del globo terracqueo, mettendoli davanti al gotha del rock mondiale del momento, dai Coldplay ai Foo Fighters, dai King of Leon agli Imagine Dragons, ai The Killers. Non era mai successo prima che una band italiana ottenesse tre nomination,

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di cui 2 categorie internazionali (Best Group e Best Rock), tantomeno che vincesse agli EMA e inoltre nella categoria Best Rock. Così come non era mai successo che la band suonasse dal vivo (hanno portato il loro ultimo successo “Mammamia”) e che Victoria, la bassista del gruppo, sia stata la prima donna italiana salita sul palco per esibirsi in occasione dei MTV EMA. “Quest’anno, in particolare, bisogna andar fieri del nostro Paese per i risultati raggiunti non solo da noi, ma da tanti sportivi e da personalità della cultura – ha dichiarato ritirando il premio Damiano - Peccato per i diritti civili, dove continuiamo a rimanere indietro e invece per noi sarebbe stata la vittoria più importante. Siamo sempre schierati da quella parte sia sul palco che nella vita privata“. Un pensiero rivolto all’affossamento in parlamento della legge sulla tutela dei diritti della comunità Lgbt e rafforzato dal look con il quale è salito sul palco: slip di pelle nero, calze a rete e reggicalze. Un altro orgoglio dell’Italia che sa imporre il suo talento, nella musica in questo caso, nello sport durante tutto l’anno. I Måneskin, vincendo l’Eurovision di Rotterdam nel maggio


scorso, hanno aperto un ciclo proseguito con la vittoria splendida della Nazionale di Mancini a Wembley, e ancora gli ori di Marcel Jacobs e della staffetta italiana nei 100 metri, di Tamberi nel salto in alto, fino a contare 40 medaglie alle Olimpiadi di Tokyo, di cui 10 d’oro, oppure le 69 medaglie dei Giochi Paralimpici, un record. Nel mezzo la finale conquistata per la prima volta da un italiano nel tempio del tennis mondiale, con Matteo Berrettini sconfitto solo dal numero uno del mondo Novak Djokovic. Poche settimane e un altro trionfo con l’Italia della pallavolo guidata da Fefé De Giorgi che vince l’oro agli Europei. E ancora con Gianmarco Tamberi primo italiano a vincere la Diamond League, l’Italia campione d’Europa nella pallavolo maschile, Elisa Balsamo vince il mondiale di ciclismo su strada, l’Italia che batte l’Inghilterra per la seconda volta nella storia, Colbrelli che vince la durissima Parigi-Roubaix, la nazionale di basket sorde diventa campione d’Europa, Le Farfalle conquistano la medaglia d’oro nei cerchi e clavette, l’Italia vince il titolo Europeo di Football americano e la coppa del mondo di Pasticceria 2021. Ma i successi italiani del 2021 non si limitano alla musica, allo sport e alla cucina. Come non citare il Premio Nobel

per la fisica assegnato a Giorgio Parisi, fisico teorico dell'Università la Sapienza di Roma, dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, nonché vicepresidente dell'Accademia dei Lincei. Parisi ha ottenuto il massimo riconoscimento per le sue ricerche sui sistemi complessi. Tanta Italia, tanto orgoglio per i frutti di un paese che la pandemia aveva messo in ginocchio ma che in silenzio ha saputo lavorare, soffrire e produrre talenti ed eccellenze che hanno stupito e stupiscono di continuo il mondo intero. C’è tanta fiducia in un futuro tutto da costruire, ma nella consapevolezza di avere basi solide e un materiale umano che se messo nelle condizioni di farlo può giocarsi qualsiasi finale e competere ad ogni livello. All’orizzonte vediamo ancora i Måneskin per l’AMA (American Music Award) e il Grammy Music Award. Forza Italia SANREMO . IT

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2021, THE RECORD YEAR, STARTS FROM SANREMO The long wave of shows no sign of stopping, with the Italian flag waving higher and higher in this incredible year. In the year Italy won all there was to win in sport – from the European Football Championship, to the Olympics, to the Paralympics – the band that kicked off with a victory at the Sanremo Music Festival, then grabbed the Eurovision Song Contest title, also blew away the international temple of rock by winning the MTV European Music Awards (EMA), held on 15 November of this year at the Budapest Sports Arena (Papp László Budapest Sportaréna). A triumph that came only a few days after their prestigious imprimatur in Las Vegas, where they were called up by the Rolling Stones – or by the history of international rock – to open their concert, with a thank you speech by no other than Mick Jagger. Damiano, Victoria, Thomas, and Ethan received yet another validation from their fans, who voted for them from every corner of the globe, with higher consensus than the rock elite – from Coldplay to Foo Fighters, from Kings of Leon to the Imagine Dragons, to The Killers. An Italian band had never earned three nominations before, including 2 in the international categories (Best Group and Best Rock), and certainly had never won the EMA, shockingly in the Best Rock category. Likewise, it had never occurred that the band played live (they shared their latest hit “Mammamia”), and Victoria – the bass player – was the first Italian woman to ever take the stage and perform at the MTV EMA. “We have to be proud – this year in particular – of our country for the results achieved. Not only by us, but by the many sportspeople and personalities in culture”, stated Damiano as he picked up the award, “It’s a shame for civil rights, where Italy is still behind. This would’ve been our greatest success. We are always on that side of the wall, both on stage and in private life”. A frown on the Parliament dropping the law on LGBT rights protection, powered by the look he took the stage with: leather panties, fishnets, and garter strap. Another source of pride for the Italian nation: one that knows how to make its talent stand out – in music, in this case,

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and in sport, yearround. With their win at the Eurovision in Rotterdam, Måneskin opened a string of victories that continued with Mancini’s Azzurri in Wembley, the gold medals grabbed by Marcel Jacobs in the 100-m dash and the men’s relay team in the 4x100-m, just like Tamberi in the high jump – with the final count reaching 40 medals (10 gold) at the Olympics and 69 medals (a record) at the Paralympics in Tokyo. In between, Matteo Berrettini was the first Italian to ever reach the final in the pantheon of world tennis, succumbing only to the n° 1 player in the ranking, Novak Djokovic. A few weeks after the Olympics, Italy triumphed

once again, with Fefè De Giorgi’s men’s volleyball team winning gold at the European Championship. Then, Gianmarco Tamberi again as the first Italian to win the Diamond League, the men’s volleyball team winning the European championship Elisa Balsamo winning the road cycling World Cup, Italy beating England in cricket for the second time ever, Colbrelli winning the harsh Paris-Roubaix, the deaf basketball national team crowned European championship, the Farfalle (“butterflies”) sealing gold at the Artistic Gymnastics World Championships in the hoops and clubs events, the Italian American football team with another European title, and finally the 2021 Pastry World Cup. But 2021 was a year of Italian successes in areas other than music, sport, and cuisine. How can we not mention the Nobel Prize in Physics awarded to Giorgio Parisi, a theoretical physicist at La Sapienza University of Rome and the National Institute of Nuclear Physics, as well as Vice-president of the Lyncean Academy. Parisi achieved the highest recognition of all for his research on complex systems. A mouthful of Italy, and a good deal of pride for the fruits picked by the country that the pandemic had knocked down to its knees, but managed to work and suffer in silence to produce talents and excellence that have surprised and continue to shock the whole world. There is a good amount of trust in a future in the making, but with the solid foundations and human resources that, when given the chance, can play any final and compete at any level. Forza Italia!


2021, L'ANNÉE DES RECORDS COMMENCE À SANREMO L’one de choc des Måneskin ne s'arrête pas et porte le drapeau italien toujours plus haut en cette incroyable année 2021. Au cours d'une année où l'Italie s'est imposée à tous les niveaux du sport, du championnat d'Europe de football aux Jeux olympiques et paralympiques, le groupe, qui a commencé par remporter le festival de Sanremo pour triompher ensuite au Concours Eurovision de la chanson, a également balayé le temple du rock international en remportant les MTV European Music Awards (EMA), célébrés cette année à la Budapest Sports Arena (Papp László Budapest Sportaréna) le 15 novembre. Leur triomphe intervient quelques jours après le prestigieux imprimatur de Las Vegas, où ils ont été invités par les Rolling Stones, c’est-à-dire l’histoire du rock mondial, à ouvrir leur concert, avec les remerciements de Mick Jagger. Pour Damiano, Victoria, Thomas et Ethan c'est une nouvelle légitimation de la part des fans qui ont voté pour eux aux quatre coins du globe, les plaçant devant l'élite du rock mondial du moment, de Coldplay aux Foo Fighters, de King of Leon à Imagine Dragons en passant par The Killers. Jamais auparavant un groupe italien n'avait obtenu trois nominations, dont deux catégories internationales (Best Group et Best Rock), sans parler de sa victoire aux EMA, également dans la catégorie Best Rock. Tout comme il n'était jamais arrivé auparavant que le groupe joue en direct (ils ont chanté leur dernier tube « Mammamia ») et que Victoria, la bassiste du groupe, soit la première Italienne sur scène aux MTV EMAs. « Cette année, en particulier, nous devons être fiers de notre pays non seulement des résultats que nous avons obtenus, personnellement, mais aussi de ceux obtenus par des sportifs et des personnalités culturelles », a déclaré Damiano en recevant la récompense, « Dommage pour les droits civils, où nous continuons à être à la traîne car, en revanche, pour nous cela aurait été la victoire la plus importante. Nous défendons toujours ces principes, tant sur scène que dans notre vie privée ». Une façon d’évoquer l'échec de la loi sur la protection des droits de la communauté LGBT au parlement italien et renforcée par le look avec lequel il est monté sur scène : culotte en cuir noir, bas résille et jarretelles. Une autre fierté de l'Italie qui sait imposer son talent, en l’occurrence dans la musique,

et aussi dans le sport tout au long de l'année. Les Måneskin, en remportant l'Eurovision à Rotterdam en mai dernier, ont ouvert la voie à un cycle qui s'est poursuivi avec la splendide victoire de l'équipe nationale de Mancini à Wembley, et les médailles d'or remportées par Marcel Jacobs et l'équipe italienne de relais sur 100 mètres, Tamberi au saut en hauteur, ainsi que 40 médailles aux Jeux olympiques de Tokyo, dont 10 en or, et 69 médailles aux Jeux paralympiques, un record. Entre les deux, la finale gagnée pour la première fois par un Italien dans le temple du tennis mondial, avec Matteo Berrettini battu seulement par le numéro un

mondial Novak Djokovic. Quelques semaines plus tard, l’Italie connait un nouveau triomphe avec l'équipe italienne de volley-ball emmenée par Fefé De Giorgi qui a remporté l'or aux Championnats d'Europe. Et encore avec Gianmarco Tamberi, premier Italien à remporter la Diamond League, l'Italie championne d'Europe de volley-ball masculin, Elisa Balsamo championne du monde de cyclisme sur route, l'Italie battant l'Angleterre pour la deuxième fois de son histoire, Colbrelli remportant le très difficile Paris-Roubaix, l'équipe nationale de basket-ball des sourds devenant championne d'Europe, les Farfalle remportant la médaille d'or en gymnastique rythmique, l'Italie remportant le titre européen de football américain et la Coupe du monde de pâtisserie 2021. Mais les succès italiens en 2021 ne se limitent pas à la musique, au sport et à la cuisine. Comment ne pas mentionner le prix Nobel de physique décerné à Giorgio Parisi, physicien théoricien de l'université La Sapienza de Rome, de l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare et vice-président de l'Accademia dei Lincei. M. Parisi a reçu la plus haute distinction pour ses recherches sur les systèmes complexes. Une grande Italie, une grande fierté pour un pays que la pandémie avait mis à genoux mais qui, en silence, a su travailler, souffrir et produire des talents et une excellence qui ont émerveillé et continuent d'émerveiller le monde entier. Il y a une grande confiance dans un avenir qui reste à construire, mais avec la certitude qu'il repose sur des bases solides et des ressources humaines qui, si elles sont placées dans les bonnes conditions pour le faire, peuvent être compétitives à tous les niveaux. Forza Italia

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FOTO ©DUILIO RIZZO

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CHI HA VINTO IL FESTIVAL DI SANREMO? LA RISPOSTA È APPARENTEMENTE SEMPLICE: I MÅNESKIN. MA SE CI SEGUIRETE IN QUESTO ARTICOLO, POTRESTE ESSERE SORPRESI. Redazione Ogni anno il Festival di Sanremo premia la canzone e gli artisti che hanno avuto il gradimento migliore, espressione, ogni anno, di un voto prodotto da un insieme di regole e variegate giurie. Inevitabilmente le polemiche si sprecano. Ma qual è la canzone che ha vinto indipendentemente dal voto delle giurie? Demoscopica, di qualità, e così via…? Quella premiata sul palco dell’Ariston nella serata finale? Quella che è risultata più gradita dal pubblico? O altro? Sono infatti tanti gli artisti che da quando esiste il Festival sostengono che il vero vincitore di Sanremo è quello che in effetti ha venduto di più. Una canzone potrebbe alla fine stancare o avere bisogno di più tempo per entrare nel cuore delle persone. Così, da oltre dieci anni, abbiamo ideato una particolare classifica: è quella di Sanremo Hit. Sanremo Hit si compone di quattro elementi: Airplay Radio, Airplay Video, Airplay Spotify e Airplay YouTube. Le classifiche Airplay Radio e Tv sono certificate dal partner Earone, mentre quelle di Spotify e YouTube sono realizzate da nostri rilevamenti diretti sulla piattaforma di ascolto. Abbiamo voluto introdurre queste due nuove classifiche perché vediamo da qualche anno che Radio e Tv sono molto simili, specialmente nelle prime posizioni. Spotify e YouTube prevedono invece meno interlocutori. Le classifiche Radio e TV sono sempre basate sulle richieste e mediate sui dati di ascolto delle radio, ma pur essendo un panel ampio sono sempre suscettibili di influenze. Alla fine di ogni anno viene chiusa la classifica e vengono indicate come vincitrici del Sanremo Hit Award le canzoni che sono risultate più gradite al pubblico degli ascoltatori e fruitori di musica. Quest’anno, in apparenza, la cosa sembrava più semplice, perché i Måneskin, ormai iconica Rock Band, ha vinto di tutto, o quasi: il Sanremo 2021, l’Eurovision 2021, l’MTV EMA – Best Rock, oltre a conquistare una

nomination all’AMA, dove hanno cantato dal vivo … e tanto altro ancora. Quindi il risultato sembrava scontato, ma non è andata in questo modo. I vincitori del Sanremo Hit Award 2022 sono: per la Classifica Airplay Radio e TV vince “Musica Leggerissima” di Colapesce e Di Martino per la Classifica Spotify e YouTube vince “Zitti e buoni” dei Måneskin

Nella tabella sono indicati tutti i dati. Vediamo un veloce profilo degli artisti Colapesce e Dimartino sono diventati nel corso del tempo due dei pilastri della nostra canzone e insieme hanno partecipato per la prima volta al Festival di Sanremo. Colapesce, nato in Sicilia, prende il nome proprio da una delle leggende del luogo, quella secondo la quale il figlio di un pescatore sacrifica la sua vita per reggere una delle colonne che sostiene la Sicilia. Anche Dimartino è di origini siciliane e canta inizialmente insieme a un gruppo impegnato: i Famelika, nato per affermare le sue idee contro la mafia che sta distruggendo la società. Nella canzone "Musica Leggerissima" hanno condensato dieci anni di carriera, esprimendo l’intensità della musica pop all’italiana, tratto caratteristico che entrambi condividono. In questo anno

la loro canzone "Musica Leggerissima" è stata la più richiesta nelle radio italiane, contribuendo ad alleggerire i momenti che tutti abbiamo passatoe di cui c'era davvero bisogno. Quanto a gavetta i Måneskin, a Sanremo 2021, non erano secondi a nessuno. Si è trattato della loro prima partecipazione al Festival e non hanno mostrato nessuna ansia da prestazione. Secondi a XFactor 2017, hanno conquistato le classifiche e il pubblico con i loro album e singoli che ambiscono a entrare nella storia della musica italiana. Le classifiche di Sanremo Hit sono il risultato della collaborazione tra Innovation Media, con Luca Giovannetti ideatore della classifica, e EarOne per la fornitura delle classifiche Airplay Radio e Tv. EarOne fornisce un innovativo servizio di classifiche musicali, che permette di conoscere in tempo reale quali sono i brani e gli artisti più

trasmessi nell'Airplay di oltre 150 radio e 10 tv musicali e da alcune importanti emittenti straniere. Vi ricordiamo che per esprimere la vostra preferenza, basta richiedere a Radio e TV la canzone che preferite del Festival di Sanremo, oppure ascoltare le canzoni su Spotify o YouTube. In fondo, come recita il tormentone ideato da Pippo Caruso nel 1996: Perché Sanremo è Sanremo! SANREMO . IT

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Who won the Sanremo Music Festival? The answer is apparently simple: Måneskin. But if you follow us in this article, you may be surprised. Every year, the Festival di Sanremo awards the song and artists recording the greatest approval: the expression of a vote generated by a set of rules and assorted juries. Inevitably, criticism flourishes. So, what is the song that won regardless of the jury vote – popular, quality, and so on? Perhaps the band awarded on the stage of the Ariston Theatre on the final night? The most acclaimed by the audience? Or another? Numerous artists claim that ever since the birth of the Festival the true winner of Sanremo is whoever sells the most. A song may get boring in the end, or need more time to touch people’s hearts. Therefore, for over 10 years and counting, we have created a special chart: Sanremo Hit. Sanremo Hit is based on four elements: Airplay Radio, Airplay Video, Airplay Spotify, and Airplay YouTube. The Airplay Radio and TV hitlists are certified by our partner EarOne, while the Spotify and YouTube rankings are the results of our direct recordings on the broadcasting platform. We have introduced the latter

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two because we noticed that Radio and TV rankings have been very similar in the past few years, especially in the top positions. Spotify and YouTube involve a smaller pool of interlocutors. Radio and TV hitlists are always based on requests and adjusted to listening statistics, but although they cover a broad panel, they are still subject to external influence. At the end of each year, we lock the charts and name the songs most appreciated by the audience and music listeners the Sanremo Hit Award winners. This year, the decision was seemingly simpler, because Måneskin, the already iconic rock band, has won close to everything: Sanremo 2021, Eurovision 2021, MTV EMA - Best Rock, and a nomination at the AMA, where they performed live… and more. The result seemed obvious, but no sir! The winners of the 2022 Sanremo Hit Award are: In the Airplay Radio and TV charts, “Musica Leggerissima” by Colapesce/Di Martino In the Spotify and YouTube charts, “Zitti e buoni” by Måneskin All the details are provided in the table. Let us look at a short profile of the artists: Over the years, Colapesce and Dimartino have become two pillars of our music, but this is their first appearance at the Sanremo Music Festival. Colapesce, born in Sicily, is named after one of the local legends, which tells of the son of a fisherman who sacrificed his life to hold one of the columns supporting the island. Even Dimartino has Sicilian origins

and initially sang in a socially active band – Famelika – born to state his ideas against the mafia that is killing society. The song "Musica Leggerissima" (a very light music) is a summary of their 10-year career. It expresses the intensity of Italian pop music, a distinguishing feature they share. Over the year, "Musica Leggerissima" was the most requested on Italian radios; the song we needed to give us lightness in the hard times we’ve all been through. As far as working their way up the ladder goes, Måneskin were second to none among Sanremo 2021 participants. It was the first time they ever competed, and showed no signs of “choking”. After 2nd place at X Factor 2017, they conquered the charts and audience with their records and singles, which aim to enter the history of Italian music. The Sanremo Hit rankings are the result of a partnership between Innovation Media – with Luca Giovannetti who created the system, and EarOne, which supplied the Airplay Radio and TV rankings. EarOne provides an innovative music chart service, with real-time statistics on the most broadcast songs and artists in the Airplay of 150 Italian radios and music TVs, as well as prominent foreign stations. We remind you that to express your preference, all you need to do is request the Sanremo song you prefer to Radio and TV stations, or listen to the songs on Spotify or YouTube. Besides, as the hit written by Pippo Caruso in 1996 states: Sanremo is Sanremo!


Qui a remporté le festival de Sanremo ? La réponse est apparemment simple : les Måneskin. Mais si vous continuez à lire cet article, vous pourriez être surpris. Le Festival de Sanremo récompense chaque année la chanson et les artistes qui ont été les plus appréciés, une appréciation, exprimée chaque année par un vote résultat d’un ensemble de règles et de jurys variés. Bien entendu, les polémiques sont inévitables. Mais quelle chanson a gagné indépendamment du vote du jury ? Démoscopique, de qualité, etc. ? Celle qui a gagné sur la scène de l'Ariston le soir de la finale ? Celle que le public a préférée ? Ou quelque chose d'autre ? En fait, nombreux sont les artistes qui, depuis que le festival existe, affirment que le véritable vainqueur de Sanremo est celui qui a vendu le plus. Une chanson peut éventuellement fatiguer ou avoir besoin de plus de temps pour entrer dans le cœur des gens. Ainsi, depuis plus de dix ans, nous avons élaboré un classement particulier : c’est le classement Sanremo Hit. Sanremo Hit se compose de quatre éléments : Airplay Radio, Airplay Vidéo, Airplay Spotify et Airplay YouTube. Les classements Airplay Radio et TV sont certifiés par notre partenaire Earone, tandis que ceux de Spotify et YouTube sont réalisés par nos enquêtes directes sur la plateforme d'écoute. Nous avons voulu introduire ces deux nouveaux classements car nous constatons depuis quelques années que la radio et la télévision sont très similaires, surtout dans les premières positions. Spotify et YouTube, en revanche, ont moins d'interlocuteurs. Les classements Radio et TV sont toujours basés sur des demandes et médiatisés par des

données d'audience radio, mais bien qu'il s'agisse d'un panel important, il est toujours susceptible d'être influencé. À la fin de chaque année, le classement est clos et les chansons qui se sont avérées les plus populaires auprès du public d'auditeurs et de consommateurs de musique sont désignées comme lauréates du Sanremo Hit Award. Cette année, en apparence, cela semblait plus facile, car le groupe de rock désormais emblématique Måneskin a tout rafflé, ou presque : Sanremo 2021, Eurovision 2021, les MTV EMA - Best Rock, ainsi qu'une nomination aux AMA, où ils ont chanté en direct ... et plus encore. Le résultat semblait donc évident, mais il n'en a rien été. Les vainqueurs du Sanremo Hit Award 2022 sont les suivants : Le gagnant du classement Airplay Radio et TV est « Musica Leggerissima » de Colapesce et Di Martino. Pour le classement Spotify et YouTube, c'est « Zitti e buoni » des Måneskin qui l'emporte. Le tableau montre toutes les données. Un rapide profil des artistes Colapesce et Dimartino sont devenus au fil du temps deux des piliers de notre chanson et ensemble ils ont participé pour la première fois au Festival de Sanremo. Colapesce, né en Sicile, doit son nom d'une des légendes locales, selon laquelle le fils d'un pêcheur aurait sacrifié sa vie pour soutenir une des colonnes soutenant la Sicile. Dimartino est également d'origine sicilienne et a d'abord chanté avec un groupe engagé : les Famelika qui s’est formé pour affirmer ses idées contre la mafia qui détruit la société.

Dans la chanson « Musica Leggerissima », ils ont condensé dix ans de leur carrière, exprimant l'intensité de la musique pop à l'italienne, un aspect caractéristique qu'ils partagent tous deux. Cette année, leur chanson « Musica Leggerissima » a été la plus demandée sur les stations de radio italiennes, contribuant à alléger les moments que nous avons tous traversés et dont on avait vraiment besoin. En ce qui concerne les longues années d’expérience sur le tas, à Sanremo 2021, les Måneskin n'avait pas leur pareil. C'était leur première participation au festival et ils n'ont montré aucune anxiété quant à leur performance. Arrivés deuxièmes à XFactor 2017, ils ont conquis les charts et le public avec leurs albums et singles qui aspirent à entrer dans l'histoire de la musique italienne. Les classements Sanremo Hit charts sont le résultat de la collaboration entre Innovation Media, avec Luca Giovannetti créateur des charts, et EarOne pour la fourniture des charts Airplay Radio et Tv. EarOne fournit un service innovant de classements musicaux, qui permet de savoir en temps réel quels sont les chansons et les artistes les plus diffusés dans l’Airplay de plus de 150 stations de radio et 10 chaînes de télévision musicales, ainsi que d'importants diffuseurs étrangers. Nous vous rappelons que pour exprimer votre préférence, il suffit de demander à la radio et à la télévision votre chanson préférée du festival de Sanremo, ou d'écouter les chansons sur Spotify ou YouTube. Après tout, comme le dit le générique inventé par Pippo Caruso en 1996 : "Parce que Sanremo est Sanremo ! SANREMO . IT

www.sanremohit.it

FOTO ©DUILIO RIZZO

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Luca Giovannetti

Correva l’anno 1995, Pippo Caruso firmava la sigla del Festival condotto da Pippo Baudo, diventata poi un tormentone: Perché Sanremo è Sanremo. Tormentone secondo solo al Festival di Sanremo, l’evento televisivo più amato (e criticato) che ogni anno incolla al teleschermo milioni di italiani in Italia e nel mondo. Si sa, l’Italia, da nord a sud, è molto diversa, anche nell’esprimere le proprie passioni. E proprio in occasione del Festival di Sanremo, sull’onda delle diverse giurie demoscopiche che si sono avvicendate negli anni, sono in tanti gli appassionati della kermesse canora a riunirsi con gli amici creando delle vere e proprie giurie popolari: ne parlano, votano e discutono per ore, se non per giorni di canzoni, conduzioni e di tutto il vasto corollario che ogni anni il Festival propone. In fondo è proprio questo uno dei segreti del “Sanremo”, saper riunire e coinvolgere il Paese. In questo insieme di giurie, in un bar delle Marche, un manipolo di appassionati goliardici ha ideato qualcosa di diverso legato al Festival di Sanremo: il FantaSanremo. Ma cos’è il FantaSanremo? È semplicemente un gioco basato sul Festival della canzone. I giocatori devono comporre una squadra scegliendo 5 tra gli artisti in gara, tra i quali deve essere poi nominato un capitano. In base a cosa faranno gli artisti, secondo regolamento, verranno guadagnati (bonus) o persi (malus) dei punti. Il capitano sarà

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FANTA cruciale nella serata finale quando i suoi bonus, ma anche i suoi malus, verranno raddoppiati. All’inizio del gioco vengono assegnati 100 Baudi, la moneta del gioco chiamata così in onore a Pippo Baudo, per comporre la propria squadra. Queste sono le regole base, manca però il

Regolamento che, ogni anno, viene pubblicato prima dell’evento e serve a “quotare” i singoli artisti, e a presentare la lista completa delle azioni che faranno guadagnare (bonus) o perdere (malus) punti. Ovviamente vince chi fa più punti. Il Regolamento è creato dagli ideatori del gioco, un gruppo composto da cantanti, musicisti, insegnanti, tecnici video/audio e addetti ai lavori; ragazzi fermi per via della pandemia che si sono simpaticamente riuniti nella Federazione Italiana FantaSanremo. La sede, ovviamente, è il Bar Corva da Papalina a Porto Sant'Elpidio, nelle Marche.


SANREMO Quindi un gioco normale, con delle regole, ma la particolarità di FantaSanremo è che si è trovato nel posto giusto al momento giusto. A pochi giorni dalla chiusura delle iscrizioni anche Fedez parla del FantaSanremo nelle sue stories e il sito, pensato per un centinaio di squadre, va in blocco. Il team informatico riesce a ripristinare il tutto e le iscrizioni si chiudono con quasi 50.000 squadre. Durante la settimana del Festival tutti i giorni va in diretta su Instagram “FantaSanremo Live!”, un contenitore con diverse

rubriche sulla kermesse e sul gioco coinvolgendo ospiti illustri come Paolo Camilli e Neri Marcorè. 25 artisti su 26 nominano il FantaSanremo durante le loro interviste e Lo Stato Sociale, Random e Colapesce e Dimartino dicono FantaSanremo in Eurovisione sul palco dell’Ariston. Se ricordate un’azione strana sul palco del Festival, probabilmente c’era dietro un’azione indicata da FantaSanremo. In un'Italia chiusa,

con un Teatro Ariston vuoto, la rete ha aiutato in modo inaspettato il Festival di Sanremo. Fiorello, non avendo un pubblico di fronte, perché gli unici presenti in sala erano l’orchestra, il personale di scena e gli artisti, guardava Twitter e Facebook per capire come stava andando e interagiva con il mondo rispondendo. FantaSanremo si è inserito in questo contesto richiamando tutti a osservare, stare attenti, a interagire alleggerendo il particolare momento. Alla versione FantaSanremo si è aggiunta la versione FantaEurovision che ha anche visto Mancini, CT della nazionale, citare FantaSanremo in supporto ai Måneskin. Anche qui, un successo quando i conduttori Rai, gli artisti in gara per Germania, Islanda e San Marino hanno pronunciato FantaSanremo e FantaEurovision in mondovisione. Ci avviciniamo al 72° Festival di Sanremo e la Commissione FIF, con la spregiudicata incoscienza che ha sempre contraddistinto il suo lavoro, sta preparando il FantaSanremo 2022. Quali grandi sorprese e incredibili novità aspettano le fantallenatrici e i fantallenatori? C’è solo un modo per scoprirlo, aspettare e controllare il sito: www.FantaSanremo.com

IL GRUPPO DEI FONDATORI, ANCHE COMMISSIONE FIF. ©FANTASANREMO

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FANTASANREMO It was the year 1995. Pippo Caruso put his name on the song for the Festival presented by Pippo Baudo, which then became a hit: Perché Sanremo è Sanremo (because Sanremo is Sanremo). A hit second to none, other than the Sanremo Music Festival itself: the most beloved (and criticized) TV event of all, which sticks millions of Italians and expats to the screen every year. Everyone knows that from North to South, Italy is extremely diverse, even in terms of interests. Indeed, when the Sanremo Festival takes place, a large number of fans of this music feast – mimicking the different panels of judges selected over the years – meet with their friends to form true people’s juries: they talk about it and debate for hours or days about songs, presenters, and all the repertoire the Festival presents each year. Besides, this is one of the secrets of “Sanremo”: knowing how to bring together and get the entire nation involved. Among the said juries, a bunch of exuberant fans at a café in the Marche region has created something different but still related to the Sanremo Festival: FantaSanremo. What is FantaSanremo? It is simply a game of “fantasy Festival”. The players need to select a team of 5 competing singers, and name a captain. Based on the artists’ real-life results, the teams will gain (bonus) or lose (malus) points. The captain will be key on the final night, when his/her bonuses, but even his/her maluses, will be doubled. At the start of the game, players will be assigned 100 “Baudis” – the game currency named in honour of Pippo Baudo – to assemble their squads. These are the standard rules, but you need to add the Regulations published every year before the event, used to assign a “value” to each artist and including the full list of actions to gain or lose points. Of course, the winner will be the person who claims the most points. The Regulations are drafted by the game developers: a group of singers, musicians, teachers, sound/video technicians, and specialists. Just a few fellows who were out of work due to the pandemic, and took the edge off by creating FIF (the Italian FantaSanremo Federation). The

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headquarters is, of course, “Bar Corva da Papalina” in Porto Sant’Elpidio (Fermo, Marche). Thus a normal game, with normal rules, but lucky to come into existence in the right place at the right time. A few days after registrations closed, rapper and influencer Fedez spoke of FantaSanremo in his IG stories, and the related website crashed! The IT team managed to put the site back online, and registrations closed at nearly 50,000 teams. Throughout the week of the Festival, “FantaSanremo Live!” – a series of broadcasts on the Festival and the game, featuring illustrious guests such as Paolo Camilli and Neri Marcorè – aired on Instagram every day. 25 artists out of 26 mentioned FantaSanremo during their interviews, and bands Lo Stato Sociale, Random, and Colapesce e Dimartino spoke of FantaSanremo in Eurovision broadcast on the stage of the Ariston Theatre. If you remember anything unusual occurring on stage, a suggestion from FantaSanremo is likely to be behind it. In a locked-down Italy, with an empty Ariston Theatre, the web boosted the Sanremo Music Festival in unexpected ways.

Faced with an inexistent crowd – because the only attendants were the orchestra, the stage staff, and the artists – the presenter Fiorello checked Twitter and Facebook to understand the situation, and interacted with the world by answering live. FantaSanremo hopped into this context, giving people a shout to watch, pay attention, and interact, making light of this particular moment. After FantaSanremo came FantaEurovision, which even saw Roberto Mancini, the manager of the national football team, mention FantaSanremo as he acclaimed Måneskin. Yet another success was recorded when the RAI conductors and the artists competing for Germany, Iceland, and San Marino pronounced “FantaSanremo” and “FantaEurovision” in a worldwide broadcast. The 72nd Sanremo Music Festival is coming, and FIF – with the unbiased lightheartedness it is known for – is preparing FantaSanremo 2022. What outstanding surprises and incredible news do the “fantamanagers” hold in store? There is only one way to find out: wait and keep checking the website: www.FantaSanremo.com


C'était en 1995, Pippo Caruso signait le générique du Festival animé par Pippo Baudo, qui est ensuite devenue un tube : Parce que Sanremo est Sanremo. Un tube qui n'a d'égal que le festival de Sanremo, l'événement télévisé le plus apprécié (et le plus critiqué) qui, chaque année, scotche des millions d'Italiens en Italie et dans le monde entier devant leur écran de télévision. Il est bien connu que l'Italie, du nord au sud, est très différente, y compris dans la façon d’exprimer ses passions. Et c'est précisément pendant le Festival de Sanremo que, dans le sillage des différents jurys démoscopiques qui ont été mis en place au fil des ans, de nombreux fans du festival de la chanson se réunissent avec leurs amis pour créer de véritables jurys populaires : ils parlent, votent et discutent pendant des heures, voire des jours, des chansons, des présentateurs et de tout le vaste corollaire que le Festival propose chaque année. Après tout, c'est l'un des secrets de « Sanremo » : savoir rassembler et faire participer le pays. Dans ce groupe de jurés, dans un bar de la région des Marches, un petit groupe de fans passionnés et bons fêtards a imaginé quelque chose de différent lié au festival de Sanremo : le FantaSanremo. Mais c’est quoi le FantaSanremo ? Il s'agit simplement d'un jeu basé sur le célèbre festival italien de la chanson. Les joueurs doivent composer une équipe en choisissant 5 des artistes en lice, parmi lesquels il faut ensuite désigner un capitaine. En fonction de ce que font les artistes, selon le règlement, des points seront gagnés (bonus) ou perdus (malus). Le capitaine sera déterminant lors de la dernière nuit où ses

bonus, mais aussi ses malus, seront doublés. Au début du jeu, 100 Baudi, la monnaie du jeu ainsi nommée en l’honneur de Pippo Baudo, sont attribués pour composer son équipe. Ce sont les règles de base, mais il manque le Règlement qui, chaque année, est publié avant l'événement et sert à « noter » chaque artiste, et à présenter la liste complète des actions qui feront gagner (bonus) ou perdre (malus) des points. Évidemment, celui qui marque le plus de points gagne. Les règles ont été établies par les créateurs du jeu, un groupe de chanteurs, de musiciens, d'enseignants, de techniciens vidéo/audio et de personnes travaillant dans le spectacle ; des travailleurs sans boulot à cause de la pandémie et qui se sont regroupés, de manière sympathique, créant, ainsi, la Federazione Italiana FantaSanremo. Le lieu de rendez-vous est bien sûr le Bar Corva da Papalina à Porto Sant'Elpidio, dans la région des Marches. Un jeu normal donc, avec des règles, mais la particularité de FantaSanremo est qu'il s'est trouvé au bon endroit au bon moment. Quelques jours avant la clôture des inscriptions, même Fedez parle de FantaSanremo dans ses stories et le site, conçu pour une centaine d'équipes, se bloque. L'équipe informatique parvient à tout restaurer et les inscriptions se ferment avec près de 50 000 équipes. Pendant la semaine du festival, « FantaSanremo Live ! » a été diffusé en direct tous les jours sur Instagram, un contenant avec différentes rubriques sur le festival et le jeu, avec la participation d'invités célèbres comme Paolo Camilli et Neri Marcorè. 25 artistes sur 26 mentionnent FantaSanremo pendant

leurs interviews et Lo Stato Sociale, Random, Colapesce et Dimartino prononce le nom FantaSanremo en Eurovision sur la scène Ariston. Si vous vous souvenez d'une action étrange sur la scène du festival, il y avait probablement une action derrière, indiquée par FantaSanremo. Dans une Italie fermée, avec un théâtre Ariston vide, les réseaux sociaux ont aidé le festival de Sanremo d'une manière inattendue. Fiorello, n'ayant pas de public en face de lui, puisque les seules personnes présentes dans la salle étaient l'orchestre, le personnel technique et les artistes, a regardé Twitter et Facebook pour voir comment ça se passait et a interagi avec le monde en répondant. FantaSanremo s'est inscrit dans ce contexte en appelant chacun à observer, à prêter attention, à interagir de manière à alléger un moment si particulier. À la version FantaSanremo s’est ajoutée la version FantaEurovision, dans laquelle Mancini, l'entraîneur de l'équipe nationale, a également mentionné FantaSanremo pour soutenir les Måneskin. Encore une fois, un succès lorsque les présentateurs de la Rai, les artistes en compétition pour l'Allemagne, l'Islande et Saint-Marin ont prononcé FantaSanremo et FantaEurovision en mondovision. Le 72e Festival de Sanremo se rapproche et la Commission FIF, avec l'insouciance qui a toujours distingué son travail, prépare le FantaSanremo 2022. Quelles sont les grandes surprises et les nouveautés incroyables qui attendent les Fantaentraîneurs ? Un seul moyen de le savoir : attendre et consulter le site web www.FantaSanremo.com

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www.fantasanremo.com

FANTASANREMO

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D A L

FESTIVALFESTIVAL Venerdì 2 marzo 2007

Ariel, una vocestelle La notte delle che più voce non si può

Franco Battiato

Renato Zero

Che rivelazione questa piccola Joss Stone torinese dall�aria tenerissima, capace di trasformarsi sul palco in una grintosa interprete, capace di emozionare con voce potente e padronanza scenica. Il voto del Festival premia con lei anche il lavoro di un�agguerrita équipe che accompagna la cantante in tutte le tappe della sua (prevediamo brillante) carriera.

Elisa

Divi di ieri

Gianna Nannini

tava nalisti all�altezza, non Carta, Povia e Da Vinci, segno evidente

Debuttante quella lì? Deve aver terventi misuratipoco e uncon momento gioni che c�entrano il ta- di fatto molto bene i compiti a casa grande spettacolo come la taranta lento e molto con la promozione di Bianca Guaccero, che n dalla sua che omaggia le sue origini pugliesi. “Amici”. prima apparizione mostra di saVuoi vedere che far fare le cose alla Comunque. In una nale persi muovere sul palco con consugente che le saserata fare alla ne sotpaga? totonoCancelliamo rispetto alle altre, tediosi si è dimata disinvoltura. i pensieri della l�esibizione brividoadidare An-una Bella ma per niente algida, bucastinta il prima serata eda proviamo video con la sua vivacità e non sbaGraziano Consiglieri nie Lennox, 26 anni di carriera, 78 glia un colpo, inlando uno dopo Enrica Guidotti milioni di dischi venduti, niente lifl�altro un balletto coinvolgente, inSegue a pag. 3 ting e classe da vendere.

Tiziano Ferro

Carino anche il siparietto tra Bono-

lis all�attore CasFestival Daily salefrancese sulVincent palco sel, che ha proposto di sancire la

Gigi D’Alessio

pace Italia Francia replicando la scenetta della testata di Zidane a Materazzi. Bello e doveroso anche l�omaggio al compianto Mino ReiNella seconda serata del Festival anche il nostro tano, alla cui memoria è andato il è salito sul palco, premio “Cittàgiornale di Sanremo”. Piero ChiamNeanche unasfogliato parola,dainvece, per bretti in cerca di scoop. Valentina Giovagnini, nonostante Il conduttore ha citato da mesi se ne chiedesse un ricordo. un nostro articolo dedicato GUIDOTTI alleEnrica due vallette pizzicate Segue pag. 2 in foto osé, notiziaapubblicata

Sono i sei superospiti italiani che

sul palcoscenico del Alere dello stile melodico italiano Dopo saranno Giua, anche l�altro vincitore Teatro Ariston stasera per la più tradizionale, Little Tony ha evi- del Festival di Castrocaro vede quarta serata del Festival, insietato la trappola della banalità con aprirsime davanti le porte ai giovani finalisti.della seleun brano scritto e arrangiato da zione nale del Festiva della CanDanilo Amerio che, pur in linea col zone Italiana. Un autentico lotto suo repertorio, a molti è sembrato per il patron della manifestazione, con laDino tastiera. Amiiche Stewart,in con più fresco delle canzoni di tantise gioVitola, è prontocoppia a scomha sul offerto al pubblico un eleganvani. Ascoltare per credere. LaMazzocchetti, sua mettere successo di questo giote omaggio a Ennio Morricone, Antonel“E non nisce qui” ha tutte le carte vanissimo cantante, mentre che conquista la sua “Ninna nanna” cirin regola per farsi ricordare. la Ruggiero conhalacantato semplicità.

EDITORIALE

Nella terza serata del Festival Michelle Hunziker porta in scena Boh, il San Bernardo che da cucciolo è stato una star di Striscia la Notizia: “Non mi dire che sul palco dell’Ariston non è mai salito un cane!” esclama divertita. No, non è la prima volta, a dire il vero se ne sono visti e sentiti parecchi. Non è il caso di questa serata, all’insegna dell’eccellenza grazie ad ospiti di rango che hanno accompagnato i venti big reinterpretando i brani in gara con esiti felici e in qualche caso felicissimi. Come il duetto di Simone Cristicchi e Sergio Cammariere, impeziosito di note jazzate, quello di Mango e Laura Valente (e il fatto di essere coppia al Festival e anche nella vita ha colorato il brano di nuovi raffinati e poetici significati) e quello di Johnny Dorelli e Stefano Bollani, con parentesi umoristiche del pianista, talentuoso nelle imitazioni come alle pre-

condata dalle voci intrecciate di due cori alpini. Sarà anche il Festival al tempo della Finanziaria, fatto con i fichi secchi delle cosiddette “risorse interne”, ma certamente è capace di attirare e incuriosire, di fare affezionare ai cantanti in gara raddoppiando i protagonisti sul palcoscenico col gioco degli abbinamenti. L’ospite straniero è stato Miguel Angel Munoz, Robert di(nella Paso Il consigliere Dario ilBiamonti Adelante,foto): idolo delle a cui vanno ag“se lateenagers, politica non puo� salire giunte Nelly cheteatro ha cantato conche gli Zesul Furtado, palco del Ariston a ro Assoluto, e Anggun, partner dei Facchinetpremiare sia il Casinò”. ti. Stasera il festival cambierà nuovamente direMentre ci si interroga su chi consezione, omaggiando i grandi interpreti della mugnerà i premi ai vincitori della 58ª sica italiana.

sul daily, da diciannove anni “voce” del Festival della Canzone Italiana.

Mercoledì

Il Casinò sabato sera sul palco dell’Ariston?

edizione del Festival della Canzone Italiana, sabato sera, sul palco del Teatro Ariston, a causa del silenzio stampa imposto alla politica per il prossimo appuntamento elet-

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Festival 04 Venerdi 2007 DEF.indd 1

Quotidiano di Informazione On Line

torale di aprile, il consigliere di Casinò Spa Dario Biamonti sottolinea l�importanza che venga assegnato al Casinò l�incarico di consegnare i premi ai cantanti vincitori della kermesse canora. “Il Festival è una vetrina importante per tutta la città e soprattutto per la sua azienda ricettiva più importante. Da sempre il Sindaco, il Presidente Segue a pag. 3

niente Festival spazio al calcio

Il Festival della Canzone oggi si ferma per lasciare spazio alle partite di campionato. Anche Festival Daily fa una sosta e riprenderà puntualmente l�uscita venerdì 29 per concludere le sue edizioni domenica 1 marzo.

Antonella scioglierà la riserva?

EUGENIO BENNATO, PIETRA MONTECORVINO Grande sud LOREDANA BERTE’, IVANA SPAGNA Musica e parole SERGIO CAMMARIERE, GAL COSTA L’amore non si piega TOTO CUTUGNO, ANNALISA MINETTI Un falco chiuso in gabbia GIO’ DI TONNO, LOLA PONCE Colpo di fulmine FINLEY, BELINDA Un falco chiuso in gabbia FRANKIE HI NRG, SIMONE CRISTICCHI Rivoluzione MAX GAZZE’, MARINA REI, PAOLA TURCI Il solito sesso GIANLUCA GRIGNANI, NOMADI Cammina nel sole L’AURA, REZOPHONIC Il solito sesso LITTLE TONY,

di Mjryam CANTU’

Radio e Tv premiano Arisa e Povia in bilico. Una serie di motivazioni e l’ambizione personale hanno però persuaso la ex giornalista sportiva a

MICHAEL BOLTON Il mio amico TIROMANCINO, STEFANO DI BATTISTA Il rubacuori TRICARICO, MR. FOREST Vita tranquilla MARIO VENUTI, DENOVO A ferro e fuoco MICHELE ZARRILLO, PAOLO E CHIARA L’ultimo lm insieme

Povia ha vinto con 19 voti iltornare Pre- a Sanremo in una veste che mio Sala Stampa Radiotv. Hanno non è propriamente la sua: presenvotato 72 testate accreditate tare, infatti, il Festival di Sanremo, Voti validi 72. Hanno riportato voti anche Patty Pravo (14 questo voti), 60° in particolare, per lei poMarco Masini e Dolceneratrebbe (6), essere davvero fatale. Se fossimo in un Paese di grandi Afterhours (5), Francesco Renga (4), Sal Da Vinci, Marco Carta, scommettitori i bookmaker la daGemelli Diversi, Nicolai/Di rebbero Batti- sicuramente 4 a 10, almeno sta, Tricarico (3), Alexia/Lavezzi, a sentire i tanti addetti ai lavori che Fausto Leali, Pupo/Paolo non Belli/ hanno mai visto di buon occhio Youssoun N�Dour (1). Arisa vince questa soluzione partita dall’ex difa l�anplein della critica della serettore di Rai Uno (ma perchè poi?). zione nuove proposte.

Oltretutto asseriscono anche che questa “strategia” sia stata voluta a Sanremo per affossare la manifestazione. Se la mission sotterranea do-

Segue a pag. 2

di Tiziana PAVONE

canzone d’autore L Servizio a pag. 14

VeronaSanremo, solo ritorno

Gli Afterhours vincono il premio ‘Mia Martini’

l�organizzazione del Festival poiché il premio dedicato alla sorella non ARISA è stato consegnato durante la serata “Malamorenò” conclusiva.

Q U O T I D I A N O D E L F E S T I VA L

31 GENNAIO / 6 FEBBRAIO

MALIKA AYANE “Ricomincio da qui” SIMONE CRISTICCHI “Meno male” TOTO CUTUGNO “Aeroplani” 22-02-2009 3:12:39

di Ilio MASPRONE

“Povero” (si fa per dire) Gian Marco Mazzi, nominato direttore artistico di questo bel 60° Festival di Sanremo. Da quando ha dovuto occuparsi di estrarre una manciata di cantanti e star mondiali dal cilindro, si è fatto tanti di quei nemici che Dio solo lo ha salvato dalle ingiurie (per altro giunte in abbondanza) e da qualche querela di parte che, se non è ancora arrivata, presto gli capiterà

UNITI SI VINCE

Sarà comunque di Titti PAON

Alle pagine 14-15

ricordato come un Festival ben riuscito e non solo per gli ascolti dell’edizione 2011 che hanno fatto registrare audience e share con picchi molto alti e la migliore media degli ultimi anni, come ha giustamente ricordato il Direttore di sulla testa. Gliel’hanno giurata. Rai Uno Mauro Mazza, ma anGli scontenti sono stati tanti, ma che per l’attenzione riposta dalla questo capita ad ogni Festival. Rai sull’equilibrio tra costi e incassi Di diverso c’è solo il fatto che il buon pubblicitari. Ogni tentativo di poleMazzi non è poi così abituato a farsi mica, quasi scontata, ha trovato sudi Tiziana PAVONE Alle pagine 16-17 GUIDOTTI di Enrica dei nemici in questo ambientino di bito risposte adeguate da parte dejene. Lui non è un duro (anche se sta dalla parte del diabolico Onorevole gli organizzatori. Da Masi a Mazza e Mazzi, tutti hanno assicurato at- Sarà l’effetto Larussa), non ha il “pelo” sullo stotenzione ed impegno nel rispettare Benigni, ma il maco che hanno avuto i suoi predel’attuale fase obiettivamente diffi- pubblico si sve- cessori in passato (alcuni anche galli squaliducci ma nessuno se ne è accile nel contesto nazionale ed inter- glia e decreta la corto: il brodo di Sanremo ha lunazionale, riuscendo a non sacrifi- vittoria di Vec- strato pure loro, in passerella.) care lo spettacolo dal Teatro Ariston. chioni, con la sua Certo canzone appasuna sorta di gran patron ce l’ha anche Mazzi, ed è un omone che si Gianni Morandi ottimo padrone di sionata e struggente. Nella serata chiamanuove Lucio Presta, casa e padrone del palcoscenico ha finale vecchie glorie, pa- non certo conosciuto percerta: essere tra i più...morcondotto sempre con grande garbo pere e una previsione quasi bidi. lasciando molto dello spazio, che il prossimo Festival sarà un MoChi lo conosce sa che questo sigli autori avevano a lui destinato, in- randi bis. gnore non è certo un innocuo agnel-

La squadra2

coming soon Villa e Modugno hanno febbraio 2012 fatto grande Sanremo

La mostra celebra i 60 anni del Festival di Alessandra LUTI

NINO D’ANGELO “Jammo jà” IRENE GRANDI “La cometa di Halley” FABRIZIO MORO “Non è una canzone” NOEMI “Per tutta la vita”

F

Alle pagina 19

POVIA “La verità” PUPO, EMANUELE FILIBERTO “Italia amore mio” ENRICO RUGGERI “La notte delle fate” VALERIO SCANU “Per tutte le volte che”

Segue a pag. 3

mio alla carriera. Ulteriore miracolo, nella serata finale i presentatori cominciano a guardare la telecamera e a capire dove si devono mettere per non far riprendere i tecnici che montano e smontano le at-

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ci sarà? non ci sarà? di Romano LUPI

di Enrica GUIDOTTI

È

la serata dei duetti italiani, tra abbinamenti raffinati e scelte supertrash. Nazionalpopolari anche gli ospiti, da Sabrina Ferilli ad A-

di lunedì 14 febbraio scorso. Uno sforzo organizzativo di Ilio Masrone, direttore di Festivalnews, a lato nella foto con Martina Chiella nostra collabo16-02-2010 3:53:08 ratrice e fashion blogger ufficiale della Camera della Moda.

rima). Ma l’arriverà (?) di questa sera è tutto rivolto alla presenza di Adriano Celentano per l’ultima serata del Festival. Dopo le polemiche relative alle sue estrernazioni nella puntata di martedì sera, il Molleggiato non è più salito sul palco dell’Ariston. Un’assenza che ha causato un’emoraggia di ascolti. Mentre il giornale va in stampa, non sono ancora disponibili i dati di audience e share della puntata di ieri sera, ma un bilancio delle festivalnewsdaily@gmail.com prime serate si può già tracciare: netta vittoria per la prima, sconfitta nella seconda e buon risultato nella terza. Quest’ultima puntata,

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la gara dei giovani il quindicenne Gianni Casillo, a Erica Mou il premio della critica. Fuori dalla gara dei Big Chiara Civello e i Matia Bazar. Stasera finalissima con il ritorno del terremoto Celentano. Bei tempi quando sul palco di Sanremo arrivavano Peter Gabriel o i

Duran. un conduttore). HaDuran condotto con Il Festival ai tempi molta umiltà. Un grande. Al Fe- Segue a pag. 4 stival, inoltre, avvalendosi dell’apporto di Luca Bizarri e Paolo Kessisoglu de le Iene, si è tolto il pensiero di piacere alla dirigenza a tutti i costi. Nell’aria c’era la scommessa di raggiungere i numeri dell’anno scorso, quando a condurre il Festival fu la Clerici. L’occhio con cui si guardava a questa edizione, era critico, vigile, forse addirittura dubbioso. Tenere in piedi cinque estenunati giorni di spettacolo senza annoiare, è difficile per chiunque. Le due co conduttrici, non hanno lasciato il segno delle loro perforSegue a pag. 4

@almamegrettaDUB: 14° posto al primo televoto, ma come si sa tutto è migliorabile.. Un Grazie a tutte le anime-migranti.. di Enrica GUIDOTTI

LUCIANA E L’AMORE

Sanremo, il Festival e il complesso di Edipo

S

20/02/11 05.21

i apre con una celebre scena di Straziami ma di baci saziami la terza serata del Festival, di buon livello, ma certamente

innamorata madipiuttosto di TizianaTiffin, PAVONE Veronica SENATORE dubbiosa sui versi (Ve l’imma-

vince CASILLO

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un gruppo di supporto d’eccezione. Giunti appositamente dalla sua Re-

R Modà

gione, la Basilicata, sono approdati opo la sbornia di gioocco Papaleo, o preferi- a Sanremo i rappresentanti del Gal ginate a commentare “Chiedo vedì, si torna rebilmente Antonio, come La Cittadella del Sapere, gruppo di scusa alla alla pastorizia” di Marta altà. artisti chiamato dai suoi con- azione locale e agenzia di sviluppo suiGlitubi o ieri “Laseraprima volta èche sono tornati a garegcittatidini di Lauria, per per istituzione finanziato dal proson morto” di Cristicchi?). Sul giare con illustri colleghi, alcuni la prima volta al teatro Ariston, ha Segue a pag. 8 palco Fazio e la graditi particolarmente perché e- Littizzetto, voSegue a pag. 2 rano fuori dalla scena da parecchio tempo. Lo spettacolo ha rispettato la gara, anche se lo stacco sulla Ferilli. Ieri sera le canzoni in gara sono state arricchite dalla parDi seguito l’elenco delle cantecipazione di illustri colleghi, che zoni scelte dai Big, con le non l’aggiunta del loro support ci prime indicazioni degli ospiti hanno fatto apprezzare ulteriormente le canzoni. che duetteranno. Anche la scaletta si è “aggiustata” Almamegretta (senza Raiz) per magia, e almeno abbiamo aSerata speciale con con Marcello Coleman, Jascoltato la canzone forse più bella Sanremo Story: i 14 mes Senese e il rapper Cledel festival, Nanì in prima battuta mentino: Il ragazzo della via bigIlhanno in un orario decente. primo a u- scelto una Gluck (Adriano Celentano, scire sul palco è...canzone la prima, cioè lei, dellaGaetano storiaMittideri e Nicola Timpone

SCALETTA QUARTA SERATA

Segue a pag. 2 di Sanremo da cantare con un artista ospite. Le esibizioni non saranno sottoposte al voto. Confermato Pippo Baudo.

di Romano LUPI

MEDIAPARTNER

Servizio pag. 14

VIVA LA CITTA’

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ARISA e Festivalnews Servizio pag. 2

1966) Malika Ayane: Cosa hai messo nel caffè (Riccardo Del Turco, 1969) Simone Cristicchi: Canzone per te (Sergio Endrigo, 1968) Elio 18/02/12 e le storie tese, duetto 03.53

è doppia Annalisa

ARISA, vittoriosa innalza braccio e mano e fà il segno della vittoria, ma potrebbe anche voler dire Due. Perché, di fatto, le vittorie sono proprio due: la sua, naturalmente la più importante, e quella di Festivalnews che sul primo numero di martedì scorso ha azzeccato (e non è la prima volta) la vincitrice di questo 64° Festival di Sanremo. In lei abbiamo creduto fin da subito tant’è che due anni fa l’abbiamo anche premiata quale giovane rivelazione a Monte Carlo, nel corso di un riconoscimento internazionale dedicato agli Italiani nel Mondo. Doppia soddisfazione quindi, mentre le auguriamo tanti altri successi per Cincotti, duetto con Franco con Roccouna Siffredi: Unormai ba- consolidata. carriera E cio piccolissimo (Robertino, Cerri: Tua (Jula De Palma-Tose lo diciamo noi… Ci piace rinina Torrielli, 1959) 1964) cordareAlmeno inoltre tu che ilModà: branoIosanche non vivo (Pino Chiara Galiazzo: Arisa “Contro vento“1965) è Donaggio, nell’universoremese (Mia di Martini, stato scritto e musicato dal suo ex Maria Nazionale: Perdere l’a1989) more (Massimo Ranieri, 1988) Max Gazzè: Ma che freddo compagno Beppe Anastasi. Annalisai.m.Scarrone, con fa (Nada, 1969) Raphael Gualazzi: Luce (tra- Emma Marrone: Per Elisa (Amonti a nord est) (Elisa, 2001) lice, 1981) Marta sui Tubi, duetto con Daniele Silvestri: Piazza Antonella Ruggiero: Nessuno Grande (Lucio Dalla, 1972) I Giovani rimasti in gara. (Mina, 1959) Marco Mengoni: Ciao amore Ospiti Caetano Veloso e Stefano Bollani, new entry nel ciao (Luigi Tenco, 1967) Simona Molinari con Peter progetto di Fazio.

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Crozza:

di Tiziana PAVONE

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di Enrica GUIDOTTI

Mengoni la vittoria

non come la seconda, che sfrutSiamo Basilicata in Festival tava l’effetto rebound dopo il le coppie discusso esordio di a martedì. sostegno di Totò Sul grande schermo dell’Aripiù belle Sanremo ston Nino ManfrediAcon voce i- il sindaco di Lauria Gaetano Mittideri e Nicola Timpone del Gal La Cittadella del Sapere spirata e accento ciociaro legge del mondo il testo di Immensità a Pamela

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E tra i giovani

EMOZIONI IN UN TWEET

Celentano “Monti ci ha lasciato in mutande”

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a serata finale del Festival di San Remo, ha decretato il vincitore assoluto della 61° edizione. Ieri sera la squadra ha calcato il palco dell’Ariston per l’ultima volta, anche se il Gianni nazionale spera che il direttore della Rai Mazza, gli rinnovi il contratto per il prossimo anno: “Ogni anno Sanremo deve apportare delle novità, non può ripetersi. Anche se a me piacerebbe tornare. Non dipende da certo da me”, ha detto in sala stampa davanti al direttore, che non si è espresso in proposito. Certo, i numeri ci sono stati, e lo spettacolo è stato davvero snello, piaciuto a pubblico e critica, perchè purificato da tutti quei balletti e siparietti che allungavano il brodo, facendo addirittura passare in secondo piano l’attenzione sulle canzoni. Il conduttore è vero, viene dal mondo della musica, ma non è nuovo alle presentazioni in televisione, e non dispiace affatto al pubblico che lo ama oltre misura perchè è rimasto il ragazzo semplice della porta accanto. In città ha concesso attenzioni anche ai passanti che lo chiamavano, pur essendo trascinato di corsa alle prove. Lui è così, parla a tutti come se li conoscesse da una vita. Stare coi piedi per terra, è qualcosa che paga umanamente. E dall’altro canto l’impressione è che lui appartenendo al mondo musicale, non abbia voluto strafare, prevaricare i colleghi, né porsi al centro dell’attenzione (non facile per

lessandro Siani. Teenagers in deliRicordando il Premio Dietrolequinte “ rriverà”, cantavano 12 rio per gli One Direction. Stravince mesi fa Emma con e il Gran Galà del Festival i Modà (scusate la

Segue a pag. 2

inisce la dittatura delle te-

enagers infoiate, vince In chiusura della settimana feIRENE FORNACIARI 60° Festival della Canzone feat. NOMADI una bella canzone, canstivaliera ci piace ricordare (ser“Il mondo piange” tata da chi ha scritto una vizio a pag. 21) il Galà dedicato SONOHRA alla prima edizione del premio “Baby” pagina importante della storia della Da X-Factor musica italiana e pazienza se in Dietrolequinte svoltosi al RoMARCO MENGONI diranno che di Aggiornamenti fatto è un preyalminuto Hotel Sanremo nella serata minuto per “Credimimolti ancora”

Il D.G. Mauro Masi

Luci a Sanremo

Tra le candidate favorite Arisa, Nina Zilli e Emma Marrone

La cantante sanremese torna al Festival per la terza volta. Ieri sera l’abbiamo incontrata al party del Victory Morgana.

Ieri sera Grande Party ospitare spazi per dibattiti, spettacoli, concerti e stand gastronoal Victory Morgana mici) per finanziare il suo organo

Le perplessità dei giornalisti, dei didi Dario SALVATORI scografici, dell’ambiente musicale e degli appassionati riguardano principalmente il cast, giudicato non a 60° edizione del Festival adeguato rispetto al passato. Si di Sanremo si apre con un tratta di un cast fortemente rinnogran entusiasmo da parte vato, voluto da una direzione artidello staff organizzativo, stica che ha privilegiato le ragioni della direzione artistica e in mas- della notorietà e dei talent televisivi, sima parte della maggioranza dei in considerazione di un pubblico in cantanti e con scetticismo da stampa progress. Gli molto Afterhours in sala per Marco Mengoni, Noemi, parte degli rispondere addetti ai lavori. Le ra- inEmanuale ai giornalisti, quanto Filiberto (in coppia con vincitori premio criticaValerio Scanu e Tony sono gioni dei primi sono del piuttosto evi-dellaPupo), �Mia Martini�, hanno denti. Il Festival di Sanremo, no- dichiarato: soltanto alcuni dei nomi che hanno “Cirimane siamountrovati Sapenostante tutto, appunta-bene.maliziosamente fatto parlare di Mavamo di non essere qui per vinmento irrinunciabile e soprattutto ria De Filippi Records. cere. Sappiamo essere fuori dail maggior gli sforzo economico La conduttrice non ha nessuna inschemi per unadella manifestazione Rai. Logicocome che ci siano delle tenzione questa maaspetnoi siamo con- di aprire un’etichetta ditative - sottotenti moltidiaspetti delle forti scografi aver portato la nostra mu-ca ma la sua “presenza” a aspettative sica - mutuate anche dal- Sanremo è evidente: Valerio Scanu, e il nostro pensiero”. Nascescorso ancheanno, una polemica seguito l’edizione dello con- a19 anni, proveniente da “Amici”, della notizia Bertè dotta con grande abilità (eche un Loredana piz- sarà affiancato nella serata dei avrebbe intenzione zico di cinismo) da Paolo Bonolis.di denunciare Segue a pag. 2

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Sul palco dell’Ariston questa sera:

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2022

Vince la Monia Russo

storia

Iera sera di il stampa Victory ufficiale, Morgana quanto perché il concetto unità è stato alla base Bay, noto locale con ladirotonda quest’edizione di “Sanremo”. sul mare, è di stato elegante cornice per la festaLo dedicata all’arte culi-ossessivamente “stiamo uniti” naria della ripetuto Regione Puglia, della Morandi alla da Gianni Provincia di Foggia e dell’Unione Segue a pag. 2 dei 5 Reali Siti. Importanti partner e molti giornalisti hanno allietato la serata con ospiti esclusivi, tra cui Francesco Salvi, la Daddario, Monia Russo, Fio Zanotti e Dario Salvatori, intervenuti sul FaustoimpecTAVERNITI palco sotto la di conduzione cabile del nostro direttore.

Cartavincente MARIO REYES & GIPSY KING’S FAMILY Non nisce qui MIETTA, NERI PER CASO Baciami adesso AMEDEO MINGHI, GIULIANA DE DONNO, STEFANIA CUNEO Cammina cammina FABRIZIO MORO, GAETANO CURRERI Eppure mi hai cambiato la vita ANNA TATANGELO,

alla

val dell’unità”. Questo non tanto8perché si è tenuta Servizio a pag. una riedizione dei Festival organizzati dall’allora Partito Comunista Italiano (generalmente, per

“Geniale, Fantastico, Divertente, Non lento”. Questo è il primo commento sul Festival di Marco Carta di Cagliari, cesciuto senza i genitori, vincitore della 59° edizione del Festival di Sanremo. Raggiunta la sala stampa del Roof dell�Ariston per la consueta conferenza, appena nita la diretta Rai, ha dichiarato non nascondendo la grande emozione: “E� una bellissima vittoria che dedico alle persone che mi vogliono bene e sono tante. Un primo posto inaspettato perchè pensavo di classicarmi secondo o terzo. Quando ho sentito il mio nome mi è salito un groppo alla gola, però mi sono contenuto: non pensavo di farcela”. L�effetto della presenza di Maria De Filippi che ti ha lanciato nella sua trasmissione “Amici”, quale è stato? “E� stato bellissimo che lei ci fosse. Il saperla qui mi ha rassicurato molto. Poi, quando l�ho vista così emozionata, ho pensato che sarei stato io a doverla proteggere”. I progetti futuri? “A breve mi piacerebbe tantissimo iniziare un nuovo tour perchè sto studiando ad un grande progetto che vorrei realizzare. Poi ho un sogno nel cassetto che cercherò però di realizzare avanti: mi piacerebbe farmi conoscere anche all�estero”.

Festival 06 domenica 2009 29.indd 1

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PIPPO

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E mò sò... il pronostico di Festivalnews SESSANT ’ANNI Azzeccato Mazzi! E POCO RISPETTO PER LA STORIA 1°

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“ on sarà un’avventura” recitano alcuni versi di una canzone di Lucio Battisti. Ma per Antonella Clerici sarà invece faticoso da affrontare, il forte stress emotivo che comporta questo 60° Festival nato un pelo sfortunato, almeno per quanto riguarda la chiacchierata sua conduzione. In queste ultime settimane il massacro pubblicitario a tappeto non ha risparmiato qualche inghippo. Fino a sfociare tra gli opinionisti specializzati in gossip, che a turno in tv annunciano l’inevitabile flop che ha sempre colpito le presentatrici donna. Antonella sarà, da stasera, sottoposta ad una sofferenza che avrebbe potuto risparmiarsi. Se solo avesse fatto meglio i conti personali, professionali, se avesse dato retta a chi le aveva consigliato di lasciar perdere. L’hanno convinta invece a salire su questo palcoscenico del Teatro Ariston ormai

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La scaletta della terza serata: giovedì

Tutti pazzi per Bianca dello spegnersi di ogni tentativo porta Per fortuna di rinnovamento. non parlare Divi di domani La Guaccero della vittoria di Marco Carta, rospo alla seconda serata del Festival da mandar giù necessario per ra-

Lele Mora l Sanremo a Sanremo 2011 passerà Il talent scout milanese alla il “Festiconquista dellacome città dei fiori?

Quotidiano di Informazione On Line

Et voilà, con Maria De Flippi sul palco dell�Ariston ecco presentata la grande pubblico Raiset, unione necessaria a riconquistare pubblico e a tenere in vita la grande macchina del Festival. Un po� ci dispiace per Bonolis, che ha lavorato bene e dopo quattro giorni sopra la media in cui la musica l�ha fatta da padrona si meri-

I grandi nomi della musica italiana e da Hollywood Penelope Cruz

Gli ospiti della quarta serata

di Romano LUPI

In partnership con

Nel 2010 Gerry Scotti? L’era di Baudo al Festival è finita? L’anno prossimo sarà presentato dal suo collega Scotti?

Marco Carta:

In partnership con

Quotidiano Ufciale del 58° Festival della Canzone Italiana • Anno XIX n°3 • Mercoledì 27 Febbraio 2008

QUOTIDIANO UFFICIALE DEL 57° FESTIVAL DELLA CANZONE ITALIANA DI SANREMO • Anno XVIII n°4

Sanremo jam session

Quotidiano Ufciale del 59° Festival della Canzone Italiana • Anno XX n°6 • Domenica 22 Febbraio 2009

Daily Scene da un matrimonio

DIRETTORE ILIO MASPRONE

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DIRETTORE ILIO MASPRONE

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MEDIAPARTNER

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Il Festival Eccellente chiusura di un Festival all’insegna dell’eleganza dell’Unità

QUOTIDIANO INDIPENDENTE DEL 60° FESTIVAL DELLA CANZONE ITALIANA DI SANREMO

Daily

Direttore Ilio Masprone • E-mail: festivalnewsdaily@gmail.com • Redazione virtuale Sala Stampa Festival - Teatro Ariston Roof • Tel. 335.327111 • Anno XXI n°1 • Martedì 16 Febbraio 2010

DIRETTORE ILIO MASPRONE

MEDIAPARTNER

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Bentornato

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Festival

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di Romano LUPI

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MEDIAPARTNER

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Quotidiano del Festival della Canzone Italiana di Sanremo • Direttore ILIO M

Per chi suona la Campania

Quotidiano del Festival della Canzone Italiana di Sanremo • Direttore ILIO MASPRONE • E-mail: iliomasprone@gmail.com • Anno XXVII • Numero 3 • Giovedì 11 Febbraio 2016

Enrica MFHBSTJ DPO MB di DJUUÆ DIF MP GUIDOTTI P TQJUB TFNQSF QJÜ JOGFEFMF /PO DIF GPTTF WVPUB NB EJ DFSUP JM áVTTP EJ HFOUF TJ Í TQPTUBUP TV BMUSJ JOUFSFTTJ DIF OPO RVFMMJ EFMMB DBO[POF

Interrotta la maledizione dei comici: si ride molto con Luca e Paolo, moltissimo con Ferrero e Arisa, campioni di comicità involontaria

Servizio a pag. 18

I DEAR JACK RITORNANO ALL’AREA STILE

Meno Pil e più Pilates...

di Sara PIANTONI

Al Festival si canta un... Amore Nuovo

di Angela MAIOLINI (ANSA)

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n questo Festival, sono stati tanti i messaggi che ci ha trasmesso il bisogno di una grande novità nella nostra vita. Si è sentita fortemente l’esigenza di cantare un Amore Nuovo, un amore ricco di speranza che riesce a commuovere e a smuovere i cuori, in un periodo difficile di crisi, il Festival si sta

RUBINO

Con Mara Venier e Massimo Giletti

Arisa

Ambasciatrice della Basilicata? i4POP BODPS QJÜ PSHPHMJPTP EJ TFOUJSNJ VO MVDBOP B 4BOSFNP .J TFNCSB EJ SJWJWFSF EB DB MBCSFTF HMJ BOOJ GFMJDJ EJ .JOP 3FJUBOP BM 'FTUJWBMu. Così il direttore di Rai Basilicata Fausto Taverniti, commenta il primo posto della lucana Rosalba Pippa, in arte Arisa. E prosegue: i)P DIJFTUP BM 1SF TJEFOUF EFMMB 3FHJPOF #BTJMJDBUB .BSDFMMP 1JUUFMMB EJ WPMFS BWBO [BSF QFS "SJTB MB QSPQPTUB EJ OPNJOB EJ "NCBTDJBUSJDF EFMMB 3FHJPOF 4QFSP EBWWFSP DIF MB DBOUBOUF BDDFUUJ EJ WPMFS TPTUFOFSF JO QSJNB QFSTPOB JM TJNCPMP EJ VOB 3FHJPOF DIF GVO[JPOB F DIF TJ GB BWBOUJu

15/02/13 04.18

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di Erika CANNOLETTA e soprattutto quale fosse il nesso

di Tiziana PAVONE

A Sanremo capita di incrociare sulla stessa carrozzabile addetti ai lavori che hanno fatto la storia della migliore produzione musicale italiana. Ognuno di loro ha in seno uno scrigno che vale la pena di essere aperto solo per attenti narratori. In un mondo che cambia, e con lui la musica, vorremo capire se ci sarà spazio per l’arte in futuro.

Segue a pag. 2

Il Festival prosegue anche oggi e sempre all’Ariston con un’edizione particolare di “Domenica In” condotta da Massimo Giletti prima e Mara Venier subito dopo. Sarà una puntata molto calda dove verranno trattati temi legati al Festival con tantissimi ospiti. I conduttori racconteranno e commenteranno l’evento canoro. Appuntamento alle ore 14, l’ingresso è libero e biglietti se ne trovano ancora.

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facendo portavoce di un messaggio di speranza: un messaggio casuale o voluto? Intanto partendo dalla prima serata gli ascolti sono aumentati per il grande scoop della numerosa famiglia Anania. Molti si sono domandati il perché di questa scelta

Amarcord con è qui la festa! Piazza Eroi, Vince Tempera e Mara Maionchi Segue a pag. 7

CONTI ricorderà il centenario della nascita di Sinatra

Un invito a Carlo Conti, affinchè dal palco dell’Ariston trovi lo spunto per parlare del centenario della nascita di The Voice, che ricorre quest’anno e delle radici liguri di Frank Sinatra nel centenario della nascita, è lanciato dal sindaco di Lumarzo Guido Guelfo. Nella frazione di Rossi di Lumarzo, in Val Fontanabuona, in provincia di Genova (a due ore dall’Ariston) 23/02/14 04:32 nacque la mamma di The Voice Natalina “Dolly” Garaventa, emigrata giovanissima a Hoboken, New Jersey. “Un grande evento popolare come il Festival crediamo possa ricordare il più grande artista e popolare artista del

‘900, per metà ligure, di cui a dicembre ricorrerà il centenario della nascita celebrato in tutto il mondo”. Il comune del genovesato ogni anno organizza un evento per ricordare le radici liguri di The Voice insieme con la Regione Liguria. Anche da Lercara Friddi, in provincia di Palermo, l’Associazione Culturale Life & Art Promotion si unisce all’invito fatto a Carlo Conti. E infatti è a Lercara Friddi (PA) che affondano le radici di The Voice, nipote di due lercaresi – il calzolaio Francesco e Rosa Saglimbeni, emigrati Oltreoceano nei primissimi anni del ‘900.

La famiglia Vacchino presenta il 29° Quaderno dell’Ariston

con il Festival della Canzone. La domanda è perché un evento che ha da sempre accolto artisti internazionali ora dovrebbe accogliere una famiglia definita normale nonostante i sedici figli? Forse questo è un modo per far capire che c’è bisogno di un ritorno alla verità delle persone. Parlando con la gente incontrata nelle strade sanremesi è emerso proprio il bisogno di vedere gente vera in televisione. Per questo motivo sono stati molto apprezzati i ragazzi de “Il Volo”, a parte la loro indiscussa capacità canora, che hanno conquistato il cuore della gente proprio per il loro modo di essere veri, non si sono vergognati di mostrarsi emozionati e di commuoversi di fronte ad un applauso sentito e meritato. La gente ha bisogno di queste emozioni, e loro sono stati in grado di regalarle. Sempre passeggiando tra le caotiche vie di Sanremo, che in que-

Segue a pag. 18

Un fantomatico Museo di Romano LUPI

Segue a pag. 10 La notizia apparsa su alcuni giornali che dedicavano spazio all’iniziativa di un’ipotetica creazione di un Museo della Canzone Italiana (che non si sa bene dove dovrebbe nascere) è assolutamente forviante e non risponde a verità. L’unico riconosciuto Museo della Canzone Italiana è quello posto su tre antiche carrozze ferroviarie collocate - da oltre quarant’anni - a lato del

Una fortuna, una magia

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tre. E’ la serata delle cover, ma Talent Sanremo l’ha trasformata in una gara in cui i big che ripropongono i grandi successi del passato si sfidano tra loro. “Shining” su Iris, “Seven” su Italia Uno, Grignani che canta Tenco al Festival. E’ la serata dell’horror” commentano i maligni, ma Carlo Conti è tranquillo, padrone della scena, dieci milioni di ascolti e uno share del 41% per la sua seconda serata lo rendono immune a ogni perfidia. Anche stasera le prime battute del Festival sono per le nuove proposte, che si sfidano in una gara a eliminazione diretta con tanto di musichina stile Chi vuol esser milionario. I primi sono il Giovanni Caccamo, bonazzo quasi sosia di Ruper Everett (“E’ nipote di Felice?”, “Canta la palla gira?” ci si chiede sui social) e Serena Brancale, che ha una voce splendida ed è elegante e raffinata, quindi viene eliminata subito. La seconda coppia è quella formata da Amara e Rakele. La prima canta con voce graffiante un brano che ricorda Beautiful di Christina Aguilera, la seconda è giovanissima e porta una canzone più dance. Conti decreta la vittoria di Rakele, ma si sbaglia e deve correggersi qualche minuto dopo: passa Amara, che si è presentata con un turbante in testa in stile ayatollah e indulge un po’ troppo nel birignao mentre canta (“Sembra la moglie del pro-

Ezio Bosso la vera star della serata

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...meno tute blu e più bluetooth, meno welfare e più Woolrich

a vittoria del napoletano Lele nel testa a testa con l’altro partenopeo di Enrica GUIDOTTI Maldestro non ha fatto altro che rinsaldare il rapporto esistente da tempo tra Sanremo e Napoli. Sarà un caso se l’antesignano dell’attuale La seconda serata va fortissimo Festival di Sanremo sia stato conpartela gara dei giovani, le esibizioni proprio un “Festival nopeo di canti, tradizioni deieCampioni e i superospiti costumi”, svolto al Casinò Ellie Goulding e Nicole matuziano tra laRamazzotti, fine del 1931 e l’inizio del 1932 su i-Ma gli applausi più forti sono Kidman. spirazione dell’allora gestore persanreEzio Bosso e una straordinaria della casa da gioco mese Luigi De Santis (anche Virginia Raffaele, una spanna sopra tutti lui napoletano), che avrebbe li ascolti stellari costituito una delle principali fonti di ispirazione per il della gio- serata d’esordio del Festival vane floricoltore sanremese (più di 11 milioni Amilcare Rambaldi, quando,con uno share di telespettatori circa vent’anni dopo,praticamente adel 49%, un itadue) hanno rilassato vrebbe lanciatoliano persu primo Contidella e la sua l’idea di un festival can-squadra. La seserata ha un bel ritmo zone italiana. Ilconda legame tra fluido e regala momenti inatSanremo e la canzone napotesi di grande spettacolo, come letana non è unlacaso e ha ratoccante performance del dici profonde, soprattutto maestro Ezio se Bosso, musicista dai più grandi coreosi considerano conteso le prestigiose grafi del mondo, partecipazioni festivaliere al ma poco conosciuto in patria, che incanta Sanremo dell’altro ieri (Auil pubblico parlando di musica relio Fierro e Roberto e, malato diMuSLA, ruba la scena rolo su tutti), di ieri (MasSegue a pag. 2 simo Ranieri vincitore nel 1988 con “Perdere l’amore”) e di oggi (Gigi D’Alessio in gara in questa edizione con “La prima stella”). Lele, uno degli “allievi di Maria” nell’ultima edizione di Amici, con “Ora mai” ha prevalso su Maldestro (cantore della “Scampia bene”) che con “Canzone per Federica” gli ha conteso il primato fino all’ultimo e si è aggiudicato il premio della critica intitolato alla memoria di Mia Martini. Tra le tante curiosità, oltre al consolidamento tra Sanremo e la canzone napoletana, c’è da ricordare che Lele e Maldestro sono stati gli unici cantanti in gara a presenziare alla trasmissione “Ciao Sanremo” in onda su Canale Italia e che, proprio oggi (dalle 13.30 alle 15.00), terrà la sua ultima puntata nei locali di Radio Sanremo a Portosole.

Segue a pag. Ristorante da Erio, che2ha sede a Vallecrosia a 12 km da Sanremo. La notizia dunque è stata manipolata, e chi millanta l’assurda ipotesi è persona del tutto sconosciuta, così come non è dato a sapere dove vorrà collocare i “Calchi” delle mani dei cantanti che, in questi giorni, stanno creando im13/02/15 04:42 barazzo e confusione in ambienti artistici e della comunicazione.

L’omaggio a Moroder

Un sincero grazie agli Alberghi

Per dovere di ospitalità vogliamo ricordare e ringraziare naturalmente tutti gli Hotel del centro di Sanremo che da ben 27 anni ci consentono di distribuire presso le loro strutture, gratuitamente, il Quotidiano cartaceo Ufficiale del Festival, Festivalnews/Daily che accompagna nella lettura mattutina i clienti per tutta la durata della settimana festivaliera. Senza la loro

FESTIVAL SHOW 2017: ÀQDOLVVLPD

all’Arena w w w. fe s t i va l n ew s. it

di Verona

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di Erika CANNOLETTA - pag. 21

collaborazione il giornale avrebbe una distribuzione certamente meno importante. Purtroppo solo il Royal Hotel Sanremo, incomprensibilmente, per il primo anno, non ha concesso l’autorizzazione. Di questo siamo davvero dispiaciuti come lo sono alcuni clienti che, scendendo nella Hall, lo cercano e non lo trovano. Peccato.

LA PIRAT MUSICAL SBARCA AL PIRAT

di Tiziana PAVONE

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SANREMO 2O21

Via Matteotti, 39 C.so Imperatrice, 3

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SANREMO

SANREMO

SANREMO 2O21

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Direttore responsabile ILIO MASPRONE • ANNO XXXI • NUMERO 6 • DOMENICA 7 MARZO 2021 Via Matteotti, 39 C.so Imperatrice, 3

SANREMO

Via Matteotti, 39 C.so Imperatrice, 3

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SANREMO

SANREMO

Direttore responsabile ILIO MASPRONE • ANNO XXXI • NUMERO 3 • GIOVEDI’ 4 MARZO 2021

Amadeus sì e Fiorello no

Un, dos, tres, Maria!

Quotidiano del Festival della Canzone Italiana di Sanremo • Direttore ILIO MASPRONE • E-mail: iliomasprone@gmail.com • Anno XXVIII • Numero 2 • Mercoledì 8 Febbraio 2017

Conti e De Filippi, due cari “amici”

Idra Driver

solidarietà in movimento a sanremo

FESTIVAL MANNOIA Luca Barbarossa con Sergio Pirozzi

di Enrica GUIDOTTI

I

E

due conduttori in un affettuoso, quanto inedito, atteggiamento durante la serata di ieri sera che ha visto un alto gradimento per la coppia Rai Mediaset vissuta in una atmosfera di grande concitazione,

URSRVWH vince Lele

’ un Festival che fa leva sulle emozioni e sugli eroi del nostro tempo il Sanremo-ter di Carlo Conti. Aperto da una cavalcata di canzoni che non hanno vinto la gara ma sono diventate grandi successi della musica italiana (da “Le mille bolle blu” a “Con te partirò”, passando per “Vita spericolata”, cantate a squarciagola dalla sala stampa dell’Ariston) e dall’omaggio a Tenco a cinquant’anni dalla morte offerto in bianco e nero da un Tiziano Ferro visibilmente emozionato, prosegue inframmezzando alle canzoni momenti dedicati agli eroi di tutti i giorni: i rappre-

di Mauro BOCCACCIO

G

ettando uno sguardo alla scenografia pop- up del Festival di Sanremo trafitta dalle luci led sul maxi-schermo, nella sala stampa dell’Ariston piena come un uovo, la notte prima del gran finale, viene in mente la battuta di Maurizio Crozza: quest’anno il palcoscenico di Sanremo sembra una Tac, una risonanza magnetica, vedrete che domani consegneranno a tutti i risultati degli esami. Il comico genovese ha lasciato il segno anche stasera: Legge elettorale? Facciamo come con il televoto a Sanremo, facciamo il Sanremellum, ha chiesto al Parlamento il comico genovese. I primi risultati della Tac dell’Ariston, certificati dal primario-ti-

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Maria Carmen Martorana:

non solo musica

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ome su un aereo, affollato di una varia umanità canora (e non solo), il Festival del Grande Abbraccio fra Rai-Mediaset, Sky e Discovery, ha cominciato la sua discesa verso la finale di sabato, dopo la terza serata, quella delle cover, vinta da Ermal Meta. Serata filata via liscia liscia, primi ospiti i bambini del Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna, continuata con Maurizio Crozza in versione Papa Francesco. Con Maurizio Crozza, sono tornati a Sanremo altri due comici genovesi : Luca e Paolo ai quali si è incredibilmente unita Maria De Filippi nel monologo sulle cose che ci fanno paura. I

Segue a pag. 2

di Tiziana PAVONE

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Se tornasse a Sanremo come presentatore?

Festivalnews diventa Social!

Il concorso Area Sanremo: Flop dei due ÀQDOLVWL

La patata bollente di Luca e Paolo

Giorgio Tramacere

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G Passano il turno

Valeria Farinacci

fe s t i va l new s. it

11/02/17 03:53

rande novità per Festivalnews, al suo 28° anno. Il quotidiano ufficiale del Festival di Sanremo da un annetto è anche web site: www.festivalnews. it. Ci ha accompagnato per tutto l’anno con notizie, approfondimenti e nell’ultimo periodo con anticipazioni che hanno ottenuto dal popolo del web grande interesse. Durante la settimana Festivalnews approda sui so-cial network, una campagna studiata e seguita da tre giovani promesse nel Social Media Management:

Maldestro e Lele

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Il rapporto tra Comune e Rai, sempre in bilico

Mika superstar Maria e Marica

TERIA LE A TA

Dietro le quinte del teatro, in un albergo del centro, mentre il Festival si avvia alla sua conclusione, già si parla della prossima edizione 2022, sempre che sia possibile. Ovviamente. Lo fanno tre grandi soloni della Rai, ma senza Amadeus e Fiorello che debbano ascoltare. Per ora. Tra le indiscrezioni pare che emergesse, come argomento, proprio la terza volta, con Amadeus? E se sì, ancora con Fiorello? E qui una voce dissentiva dagli altri perché ultimamente pare non corra buon sangue tra due di questi personaggi: uno dei presentatori e uno dei tre soloni. Sono solo discussioni, diremo quasi inutili, perché non è detto che tra un paio di mesi due di quei soloni possano ancora essere al loro posto. Mentre è piú sicuro che Fiore e Ama restino al loro posto in Rai: i soloni in casa Rai vanno e vengono a secondo delle storie politiche del momento romano, mentre gli artisti rimangono. Forse. Al di là di queste considerazioni, salta fuori invece una preoccupazione vera. Ammettiamo per un momento che l’anno prossimo sia riconfermata la stessa conduzione (ed è molto probabile), ma se così non fosse, si potrebbe immaginare un Festival di Sanremo con Segue a pag 4

Il successo del VII Gran Galà della Liguria del Casinò

ma anche di fiducia reciproca. Nelle stesse prove i due conduttori hanno sempre lavorato in totale armonia e i risultati si sono visti con un successo che molti credevano impossibile. Invece i due “cari amici” hanno dimostrato grande professionalità e amore per questa edizione ancora targata Conti.

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Maria Sole Ferrero, Sara Martina e Federi-ca Massara. I social network rappresentano per un giornale un canale nuovo ma ormai fondamentale. Giorno dopo giorno stanno sostituendo ogni via di comunicazione “antica”, anche se per gli amatori della carta stampata come noi, Festivalnews come sempre per tutta la settimana, ver-rà distribuito in tutta la città, cosi da avere continuamente aggiornamenti sul festival ma anche su tutti gli eventi che accadranno collateralmente.

Segue a pag. 14

di Enrica GUIDOTTI

Segue a pag. 6

Siamo alla seGli eroi della serata.

conda serata di un Festival della Canzone particolarmente strano, ma comunque bello e con un’audience molto alta. Tuttavia, non è ancora il momento dei bilanci, se mai è l’occasione per tornare a riparlare di quei, a volte confusi, rapporti tra mamma Rai e Comune di Sanremo. L’argomento è sempre lo stesso, la costriziowww.festivalnews.it ne per la tivvù di Stato di dover pagare i Diritti sul nome Festival di Sanremo alla città, non è mai stata presa con grande entusiasmo da Rai Segue a pag 4

Scalinata Casinò Municipale Oggi pomeriggio ore 16,00

Le fantomatiche

giurie maschiliste E quanto meno opinabili

Di i.m. Servizio a pag 6

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Il Covid non sconfigge DECRETO il Festival RISTORI

Ad Amadeus non è riuscita l’impresa di superare sé stesso nella prima serata del Festival, lo share si è abbassato rispetto all’anno scorso. Tocca cambiare passo, e visto che l’audience favorisce i giovanissimi della fascia 1424, la platea dell’Ariston si riempie di palloncini colorati decorati a faccine e Fiorello entra in teatro ballando musica techno con un costume piumato nero che lo fa semSegue a pag 2

di Ilio MASPRONE

600 MILIONI InQarrivo u e s t ’e d i Faranno zionecantare molto piu’ particolare il festivalha

vinto sul maledetto Servizio a pag Covid, 15 che ha tenuto www.festivalnews.itFRO ƓDWR VRVSHVR WXWWL TXDQWL in una Sanremo blindata a vista. Qualche sporadico caVR FKH SHU´ QRQ KD LQŴXLWR FRPXQTXH VXOOōDQGDPHQWR Segue a pag 4 Di Tiziana PAVONE

Irama

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Ultimo

di Enrica GUIDOTTI

È il parappapappapapà della superclassica sigla del Festival ad aprire la terza serata, tradizionalmente dedicata alle cover e ai duetti con tutti i Campioni in gara. Scaramantico ricordo di tempi migliori in un’edizione in cui gli spettatori continuano a diminuire. Perché Sanremo è Sanremo, si evocano i suoi SL» IDPRVL RIƓFLDQWL H $PDdeus con Fiorello ricorda Pippo Baudo e il maestro Pippo Caruso. È il 4 marzo e il primo omaggio è per Segue a pag 2

di Enrica GUIDOTTI

Apertura istituzionale per la VHUDWD ƓQDOH GHO )HVWLYDO FRQ OōLQQR Gō,WDOLD VXRQDWR GDOOD EDQGD GHOOD 0DULQD 0LOLWDUH SRL ª VXELWR JDUD FKH JOL DUWLVWL GD DVFROWDUH VRQR H VL ULVFKLD FKH LO VHVVR LEXSUR-

sanremo music expo the musical experience

Il Festival Sua Maestà

nonLigabue solo Musica e Canzoni

Premio Miglior Duetto a Nada e Motta www.festivalnews.it

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Di Luca GIOVANNETTI

09/02/19 03:19

Di Illy MASPER

Servizio a pag 8

Servizio a pag 10

www. fes tiv a lnews. it

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di Ilaria SISMONDINI - pag. 14

Italian Graffiti

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18/03/21 14:06

OSPITE ENZO MICCIO

E NOI PUNTIAMO SU...

Trionfo rock

Guest star della serata Rita Pavone che ha ritirato il Premio NumeriUno-Città di Sanremo dalle mani del

Sindaco Alberto Biancheri e dal Presidente della Redi Ilio MASPRONE gione Liguria Giovanni Toti.

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di Ilio MASPRONE

Discosanremo

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di Mauro BOCCACCIO

sentanti della Guardia di Finanza, della Croce rossa, del Soccorso alpino, delle Forze armate e dei Vigili del fuoco che ogni giorno dedicano la vita agli altri ed erano presenti sui luoghi del terremoto e a Rigopiano, e poi i ragazzi che si sono inventati il modo di debullizzare la loro scuola. Modello C’è posta per te nei testi come nelle inquadrature, e infatti da subito Maria de Filippi - che doveva essere l’aliena, l’ospite, l’intrusa Mediaset in casa Rai - si muove a suo agio, si siede sul gradino (“Il mio posto naturale” dice) e in pochi minuti prende il timone della conduzione. “Tre è il numero per-

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C

Quotidiano del Festival della Canzone Italiana di Sanremo • Direttore ILIO MASPRONE • E-mail: iliomasprone@gmail.com • Anno XXIX • Numero 3 • Sabato 9 Febbraio 2019

per il Festival 2022?

Quotidiano del Festival della Canzone Italiana di Sanremo • Direttore ILIO MASPRONE • E-mail: iliomasprone@gmail.com • Anno XXVIII • Numero 4 • Venerdì 10 Febbraio 2017

MASPRONE • E-mail: iliomasprone@gmail.com • Anno XXVIII • Numero 5 • Sabato 11 Febbraio 2017

Via Matteotti, 39 C.so Imperatrice, 3

SANREMO Direttore responsabile ILIO MASPRONE • ANNO XXXI • NUMERO 4 • VENERDI’ 5 MARZO 2021

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i a b u D o p Ex

2020

NITÀ U T R O P P O DI O I P O C S LEIDO A C Dopo aver elogiato i tanti progressi N U È O C raggiunti dagli Emirati Arabi Uniti A N Maria Bologna in vari campi e le opportunità offerte PER MO Foto © Axel Bastello Palais Princier

Esattamente a 44 giorni dall'apertura dell'Esposizione Universale di Dubai 2020, per 24 ore, a sventolare sul pennone più alto della Al Wasl Square, situata nel cuore del deserto trasformato per l'occasione, è stata la bandiera monegasca. L’occasione è stata il Monaco Day e l’iniziativa ha voluto rendere omaggio al padiglione del Principato intitolato 'Monaco 360°, a world of opportunities'. Ad accogliere la nutrita delegazione al seguito del Sovrano, composta dalla Principessa Stéphanie, con i figli Louis (con la moglie) e Camille, da Gareth Wittstock e dai più alti rappresentanti delle istituzioni monegasche, sono stati la direttrice dell'Expo e ministro della Cooperazione Internazionale negli Emirati Arabi Uniti (EAU) Reem Ebrahim Al Hashimy e lo sceicco Nahayan Bin Mabarak Al Nahayan, Commissario generale di Expo 2020 e Ministro della tolleranza EAU.

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Il Principato di Monaco oltre ad essere tra i 192 paesi ad aver allestito il suo padiglione, comincia a raccogliere consensi con i suoi 220 mila visitatori. E’ anche l'hub “più piemontese di tutti”, grazie al partenariato con Exclusive Brands Torino, mettendo in luce i prodotti di eccellenza del Made in Italy, scelti come offerta personalizzata, insieme a quelli presenti sul mercato monegasco. Del resto, coerente con la politica di sviluppo del Governo monegasco, cercare di fare rete tra imprese internazionali è l'approccio che riflette pienamente la tematica di questa esposizione: "Collegare le menti, creare il futuro". Infatti, nel padiglione monegasco non mancano giornate promozionali, conferenze e attività volte a mettere in evidenza quanto il Principato offre, non solo in termini turistici, ma anche con le sue tipicità. Lo stesso Principe Alberto II di Monaco ne ha fatto cenno durane il suo discorso.

dall'Expo per far progredire lo sviluppo globale, ha sottolineato la visione proiettata nel futuro del suo Regno, grazie anche alle attività svolte in passato dai suoi illustri antenati: "Da quasi 150 anni il Principato di Monaco ha preso parte alle esposizioni universali, poiché già sotto il regno del Principe Carlo III ha partecipato per la prima volta a un'esposizione mondiale, a Vienna nel 1873. Personalmente io l’ho fatto a 9 anni, visitando insieme ai miei genitori (il Principe Ranieri III e la moglie, la Principessa Grace, ndr) e a mia sorella, la Principessa Caroline, quella organizzata a Montreal nel 1967. Questo per dire come anche io mi sia adeguato alla nostra consolidata tradizione dinastica e che, per consuetudine, i nostri padiglioni hanno sempre riflesso l'immagine del Regno dei Grimaldi, evidenziando i tratti salienti della sua architettura, della sua identità e delle varie realizzazioni compiute nel tempo”. Inoltre, partecipare ad una esposizione universale senza ricordare la figura del


Principe Alberto I, a cui sono dedicate decine di eventi già quest'anno, ma ancora di più dal 2022 in occasione dei 100 anni dalla sua morte, è stata una evidenza per il Sovrano, che ha colto l'occasione per sottolineare come fosse un uomo di pace e armonia, che ha capito perfettamente il ruolo che le esposizioni universali possono svolgere per promuovere una migliore conoscenza degli altri e il dialogo pacifico tra i popoli: "Lungi dallo sminuire il tema dell'Expo Dubai 2020, questo richiamo storico mi avvicina a lui. Collegare le menti che creano il futuro significa anche conoscere la propria storia per guardare al futuro. Ricordando ciò che i nostri antenati hanno fatto ci permette di proiettarci nel futuro e immaginare quello che vogliamo per i nostri figli. Ma collegare le menti ci consente anche di mettere in discussione l'uso che possiamo fare degli straordinari mezzi tecnici a nostra disposizione oggi". Il padiglione di Monaco a Dubai, nel quartiere Opportunity, diretto dal Commissario Generale Albert Croesi, Managing director of Monaco Inter Expo (MIE), è stato concepito da Robert Mueller, che ne è il direttore creativo. Ricorda un monolite, di un'architettura poligonale, alto 62 metri. La forma ricorda un diamante grezzo ma anche la conformazione geomorfologica della

Rocca di Monaco - su cui si erge il quartiere di Monaco Ville – e presenta soluzioni logistiche tecnologicamente eco-sostenibile all’interno di un percorso verde ove stand gastronomici monegaschi completano l’offerta. Ne esiste una replica, in piccolo, sul Porto Ercole, a Monaco. Inaugurato lo scorso 8 ottobre, questa versione in miniatura è accessibile liberamente per tutta la durata dell'esposizione universale di Dubai, ossia fino al 31 marzo. Non è certo la replica esatta, ovviamente, al suo interno non ci sono gli specchi caleidoscopici, con oltre 1000 riflessi, attraverso cui sono proiettate immagini che permettono ai visitatori di apprendere la storia monegasca attraverso una esperienza immersiva in 3D. Non ci sono nemmeno gli stand dove è possibile apprendere quali e quanti sono gli attori della vita culturale del Principato di Monaco, oltre a tavoli interattivi utili per comprendere le tante azioni compiute dalle fondazioni intitolate al Principe Alberto II e alla Principessa Charlene, o dal Centro Scientifico di Monaco, tanto per dire. Quella allestita a Monaco, piccola struttura a ridosso della piscina comunale, è più che altro un invito ad ammirare il padiglione monegasco allestito a Dubai e incuriosire il visitatore a vederlo personalmente. Tuttavia, il micro-padiglione Monaco presenta una caratteristica che è anche un'opportunità unica: una panchina

interattiva, strutturata con tanto di schermo e microfono, che permette di comunicare in tempo reale direttamente con chiunque sia presente nell'analoga postazione allestita all'interno del padiglione monegasco di Dubai. Una sorta di Facetime in grande stile, diciamo così, organizzato per permettere di scambiare idee, colloquiare e interagire a distanza. Insomma, per questa 35a esposizione universale, Monaco, in particolare in occasione della visita ufficiale del Principe Alberto, l'obiettivo che il suo governo si era prefisso, pare sia già stato ampiamente raggiunto. Per quanto piccolo sia questo Paese, famoso per il Gran Premio di Formula Uno, il Monaco Yacht Show, il Rolex Monte Carlo Masters, ma anche per i suoi casinò e il lusso, e il suo impegno a tutela dell'ambiente e lo sviluppo sostenibile sono i principali pilastri del futuro monegasco: “I padiglioni sono stati lo specchio del Principato, riflettendo ed evidenziando i punti salienti della sua architettura, della sua identità e delle sue varie realizzazioni. Sono stati anche luoghi per condividere il nostro know-how, le nostre scoperte e i nostri impegni” ha affermato ancora il Principe durante la sua visita ufficiale a Dubai, conclusasi il 14 novembre scorso. E se lo dice lui noi ci crediamo! Per aggiornamenti sulle iniziative in agenda previste nell'ambito del padiglione monegasco ospitato all'Esposizione Universale di Dubai vi consigliamo di consultare il sito: www.pavillonmonaco.com SANREMO . IT

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Exactly 44 days from the opening of the Dubai Universal Exhibition, the Monegasque flag waved on the tallest flagpole of all at Al Wasl Square, in the middle of the desert, transformed for the occasion. The occasion was Monaco Day, and the initiative was a tribute to the pavilion named “Monaco 360°, a world of opportunities”. Reem Ebrahim Al Hashimy – Expo Director and UAE Minister of International Cooperation – and the sheikh Nahyan bin Mubarak Al Nahyan – Expo 2020 Commissioner General and UAE Minister of Tolerance – welcomed the King and a large delegation including Princess Stéphanie, her sons Louis (with his wife) and Camille, Gareth Wittstock, and the highest representatives of the Monegasque institutions. The Principality of Monaco is not only one of the 192 countries to have set up a pavilion in Dubai, but also one of the most popular, with its 220,000 visitors. It is also the most “Piedmontese” hub of all, thanks to the partnership with Exclusive Brands Torino, and promotes products of Made in Italy excellence, paired with Monegasque products in customized packages. Besides – faithful to the Monegasque government’s development policy – networking among international businesses is an approach that fully reflects the theme of this Expo: “Connecting minds, creating the future”. In fact, the Monegasque pavilion offers numerous promotional days, conferences, and activities to underline how much the

Moreover, it would be impossible for the monarch not to take part in a universal exhibition without commemorating the figure of Prince Albert I, to whom the principality has dedicated dozens of events this year, with even more to come in 2022, to celebrate the 100th anniversary of his death. The Prince took the occasion to underline how he was a man of peace and harmony, who perfectly understood the role those universal expos can play in the promotion of better awareness of others and a pacific dialogue among peoples: “Not to belittle the theme of the Dubai 2020 Expo, this historic reference brings me closer to him. Connecting the minds that create the future

EXPO 2020 DUBAI:

A KALEIDOSCOPE OF OPPORTUNITIES FOR MONACO Principality has to offer not only in terms of tourism, but also with its traditions. Prince Albert II of Monaco also mentioned this in his speech. After praising the United Arab Emirates for the progress achieved in various areas, as well as the opportunities granted by the Expo to improve global development, the prince underlined his Kingdom’s future-oriented vision, even thanks to the work of his illustrious ancestors: “The Principality of Monaco has taken part in universal exhibitions for nearly 150 years: its first participation, at the Vienna Expo of 1873, took place under the rule of Prince Charles III. I have personally taken part when I was 9, as I attended the 1967 Montreal Expo with my parents (Prince Ranieri III and his wife, Princess Grace, editor’s note) and my sister, Princess Caroline. I say this to explain that I merely adapted to a consolidated dynastic tradition, and our pavilions have always reflected the image of the Kingdom of Grimaldi, putting the highlights of its architecture, its identity, and the various creations made in time at centre stage”.

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SANREMO . IT

also means knowing one’s history to look ahead. Remembering what our ancestors have done allows us to travel to the future and imagine what we want our children to find there. But connecting minds also lets us debate on how we can use the extraordinary technology we have today”. The Monaco pavilion of Dubai, in the Opportunity District, directed by Commissioner General Albert Croesi – Managing director of Monaco Inter Expo (MIE) – has been designed by Robert Mueller, who is its creative director. It resembles a monolith, with its polygon architecture peaking at 62 metres. The shape is similar to that of a rough diamond, but also mimics the geomorphology of the Rock of Monaco – the home of the Monaco Ville district. It boasts eco-friendly technological solutions in a green itinerary where Monegasque food stands complete the offer. A miniature replica may be found at Port Hercule in Monaco. Inaugurated on 8 October earlier this year, this small version may be accessed free of charge for the entire duration of the Dubai Expo –

until 31 March. Of course, it is not an exact replica: it does not include kaleidoscopic mirrors, with over 1000 reflectors through which visitors may view projected images of Monegasque history in a 3D immersive experience. It also doesn’t include the stands, where visitors may find out the names and feats of the actors of Monaco cultural life, or the interactive boards explaining the numerous actions of the foundations named after Prince Albert II and Princess Charlene, or by the Monaco Scientific Centre, just to mention a few. The small structure set up in Monaco, adjacent to the city pool, is mostly an invitation to admire the Monegasque pavilion in Dubai and stimulate viewers to visit it in person. Nonetheless, the Monaco micro-pavilion boasts a feature that is also a peculiar opportunity: an interactive bench, including a display and microphone, allowing live communication with anyone sitting in the identical station at the Monegasque pavilion of Dubai. You might call it a classy form of FaceTime, set up to exchange ideas, talk, and interact at a distance. In short, it seems that Monaco – especially on the occasion of Prince Albert’s official visit – has already reached the goal it had set for this 35th universal exhibition. As small as it may be, this country is famous for its Formula 1 Grand Prix, the Monaco Yacht Show, the Rolex Monte Carlo Masters, as well as its casinos and luxury, but also its commitment towards the environment and sustainable development, which are the pillars of its future. “The pavilions are the mirror of the Principality: they highlight the strong points of its architecture, its identity, and its numerous creations. They are also places to share our know-how, our findings, and our commitments”, stated the Prince on his official visit in Dubai, which ended on 14 November. If he says it, we sure believe him! For updates on the initiatives scheduled to take place at the Monegasque pavilion of the Dubai Universal Exhibition, please consult the website www.pavillonmonaco.com


des Émirats arabes unis (EAU), et par le Sheikh Nahayan Bin Mabarak Al Nahayan, commissaire général de l'Expo 2020 et ministre de la Tolérance des EAU. En plus d’être l’un des 192 pays à avoir installé son pavillon, la Principauté de Monaco est parmi les plus appréciés avec ses 220 000 visiteurs. Il s’agit aussi du pôle « le plus piémontais de tous », grâce à son partenariat avec Exclusive Brands Torino, qui met en valeur l'excellence des produits Made in Italy, choisis dans le cadre d'une offre personnalisée, ainsi que ceux du marché monégasque. De plus, conformément à la politique de développement du Gouvernement monégasque, la recherche d'une mise en réseau des entreprises internationales est la démarche qui s'inscrit pleinement dans le thème de cette exposition : « Connecter les esprits, créer l'avenir ». En effet, le pavillon monégasque propose de nombreuses journées promotionnelles, des conférences et des activités visant à mettre en valeur ce que la Principauté a à offrir, non seulement en termes de tourisme, mais aussi avec ses caractéristiques typiques. Le Prince Albert II de Monaco l'a luimême mentionné lors de son discours. Après avoir salué les nombreuses avancées réalisées par les Émirats arabes unis dans

différents domaines et les opportunités offertes par l'Expo pour faire progresser le développement mondial, il a souligné la vision de son règne, une vision tournée vers l’avenir, grâce aussi aux activités menées dans le passé par ses illustres ancêtres : « Depuis près de 150 ans, la Principauté de Monaco participe aux expositions universelles, puisque déjà sous le règne du Prince Charles III elle participait pour la première fois à une exposition universelle, à Vienne en 1873. Personnellement, j'y ai participé à l'âge de 9 ans, lorsque j'ai visité l'Exposition universelle de Montréal en 1967 avec mes parents (le prince Rainier III et son épouse, la princesse Grace) et ma sœur, la princesse Caroline. Ceci pour dire que je me suis, moi aussi, adapté à cette tradition bien établie de notre dynastie et que, selon la coutume, nos pavillons ont toujours reflété l'image du Royaume des Grimaldi, en mettant en valeur les traits saillants de son architecture, son identité et les différentes réalisations accomplies au fil du temps" ». Par ailleurs, participer à une Exposition universelle en rappelant la personne du Prince Albert Ier, auquel des dizaines d'événements sont déjà dédiés cette année, mais plus encore à partir de 2022 à l'occasion du 100e anniversaire de sa mort, a été un moment fort pour le Souverain, qui en a profité pour souligner qu'il était un homme de paix et d'harmonie, qui avait parfaitement compris le rôle que les Expositions universelles peuvent jouer pour promouvoir une meilleure compréhension des autres et un dialogue pacifique entre

parcours vert où des stands gastronomiques monégasques complètent l'offre. Il en existe une réplique plus petite sur le Port Hercule de Monaco. Inaugurée le 8 octobre, cette version miniature est librement accessible pendant toute la durée de l'Exposition universelle de Dubaï, jusqu'au 31 mars. Il ne s'agit pas d'une réplique exacte, bien sûr. À l'intérieur, il n'y a pas de miroirs kaléidoscopiques, avec plus de 1 000 reflets projetant des images permettant aux visiteurs de découvrir l'histoire monégasque à travers une expérience immersive en 3D. Il n’y a pas non plus les stands qui permettent également aux visiteurs de découvrir les nombreux acteurs de la vie culturelle de la Principauté de Monaco, ainsi que des tables interactives permettant de comprendre les nombreuses actions menées par les fondations portant le nom du Prince Albert II et de la Princesse Charlène, ou par le Centre scientifique de Monaco. Celui installé à Monaco, une petite structure à côté de la piscine municipale, est plutôt une invitation à admirer le pavillon de Monaco installé à Dubaï et à inciter les visiteurs à le voir par eux-mêmes. Toutefois, le micro-pavillon de Monaco présente une caractéristique qui constitue également une opportunité unique : un banc interactif, équipé d'un écran et d'un microphone, qui permet aux visiteurs de communiquer en temps réel directement avec quiconque est présent au lieu analogue dans le pavillon de Monaco à Dubaï. Une sorte de Facetime à grande échelle, pour ainsi dire, organisé pour permettre l'échange d'idées, la

EXPO 2020 DUBAÏ :

UN KALÉIDOSCOPE D'OPPORTUNITÉS POUR MONACO les peuples : « Loin de nuire au thème de l'Expo Dubaï 2020, ce rappel historique me rapproche de lui. Connecter les esprits qui créent l'avenir, c'est aussi connaître son histoire pour se tourner vers l'avenir. Se souvenir de ce que nos ancêtres ont fait nous permet de nous projeter dans l'avenir et d'imaginer ce que nous voulons pour nos enfants. Mais connecter les esprits permet aussi de s'interroger sur l'utilisation que nous pouvons faire des extraordinaires moyens techniques dont nous disposons aujourd'hui ». Le pavillon de Monaco, situé dans le quartier Opportunity de Dubaï, dirigé par le commissaire général Albert Croesi, directeur général de Monaco Inter Expo (MIE), a été conçu par Robert Mueller, qui en est le directeur de création. Le pavillon évoque un monolithe, une architecture polygonale, de 62 mètres de haut. Sa forme rappelle celle d'un diamant brut, mais aussi la conformation géomorphologique du Rocher de Monaco, sur lequel est construit le quartier de MonacoVille, et présente des solutions logistiques technologiquement éco-durables dans un

conversation et l'interaction à distance. Bref, pour cette 35e Exposition universelle, Monaco, notamment à l'occasion de la visite officielle du Prince Albert, l'objectif que s'était fixé son gouvernement semble déjà largement atteint. Aussi petit que soit ce pays, il est célèbre pour le Grand Prix de Formule 1, le Monaco Yacht Show, le Rolex Monte Carlo Masters, mais aussi pour ses casinos et son luxe. Son engagement en faveur de la protection de l'environnement et du développement durable sont les principaux piliers de l'avenir de Monaco : « Les pavillons ont été le miroir de la Principauté, reflétant et mettant en valeur les points forts de son architecture, de son identité et de ses différentes réalisations. Ce sont aussi des lieux de partage de notre savoir-faire, de nos découvertes et de nos engagements » a déclaré le Prince lors de sa visite officielle à Dubaï, qui s'est achevée le 14 novembre. Et s'il le dit, nous le croyons ! Pour connaître le programme des initiatives du pavillon monégasque à l'Exposition universelle de Dubaï, consulter le site : www.pavillonmonaco.com SANREMO . IT

www.pavillonmonaco.com

44 jours exactement avant l'ouverture de l'Exposition universelle de Dubaï 2020, pendant 24 heures, le drapeau monégasque a flotté sur le plus haut mât de la place Al Wasl, au cœur du désert, transformé pour l'occasion. A l'occasion du Monaco Day, l'initiative a rendu hommage au pavillon de la Principauté intitulé « Monaco 360°, un monde d'opportunités ». L’importante délégation accompagnant le Souverain, composée de la Princesse Stéphanie, de ses enfants Louis (avec son épouse) et Camille, de Gareth Wittstock et des plus hauts représentants des institutions monégasques, a été accueillie par Reem Ebrahim Al Hashimy, directrice de l'Expo et ministre de la Coopération internationale

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CRistina

cocchia Andrea Moggio

Un anno fa, l’Osservatorio nazionale che monitora la reputazione online dei top manager italiani (www.topmanagers.it), la inseriva intorno alla 60esima posizione. Sono trascorsi appena 12 mesi, Cristina Scocchia, 48 anni, sanremese, che dopo 4 anni ai vertici del colosso dei cosmetici Kiko Milano si appresta a prendere la barra del comando di Illy Caffè, si trova ora ad occupare la 25esima posizione di questa particolare classifica, che la vede seconda tra le donne solo a Miuccia Prada (17esima). Merito del rilancio di un’azienda come Kiko da 600 milioni di fatturato all’anno, che in soli due esercizi, sotto la sua guida, ha portato a raddoppiare il margine operativo (il cosiddetto Ebitda) attraverso una riorganizzazione che ha inizialmente comportato la chiusura di circa 150 dei 900 negozi sparsi nel mondo. L’obiettivo del prossimo triennio prevede invece 100 aperture all’anno, con formule più sostenibili e performanti. Un programma di crescita e sviluppo che traguarda al 2023, attraverso aperture in franchising di punti vendita in altri 20 mercati mondiali. Ora, da gennaio 2022, la nuova avventura professionale come amministratore delegato di Illy Caffé, nel cui board Cristina Scocchia siede già da tre anni. “In vista della prossima quotazione in borsa – ha dichiarato il presidente Andrea Illy – la nostra scelta è caduta su una manager di talento riconosciuto nello sviluppo di brand ad alto contenuto estetico ed esperienziale”. Salita alla ribalta anche di recente per essersi esposta pubblicamente contro le pressanti richieste del mondo politico e sindacale, che chiedeva alle aziende di farsi carico delle spese dei tamponi per i dipendenti No Vax (“Siamo a favore del green pass perché siamo a favore del vaccino, chi non vuole vaccinarsi si paghi i tamponi”), Cristina Scocchia è considerata ormai da anni tra i manager più illuminati e affidabili del panorama non solo nazionale. Non a caso è stata cooptata nel recente passato nei consigli di amministrazione di EssilorLuxottica, Illycaffè e Pirelli Spa. Dopo una lunga esperienza nella multinazionale Procter&Gamble, iniziata ancora prima di laurearsi alla Bocconi di Milano con il massimo dei voti, conclusa da responsabile del settore beauty Max Factor in 75 paesi del mondo, nel 2014 un nuovo salto di qualità con il prestigioso e impegnativo incarico di rilanciare L’Oréal Italia, da anni in forte declino nel nostro paese. Anticipando politiche aziendali che solo negli ultimi due anni sono state adottate dalla gran parte delle aziende mondiali, a causa della pandemia come lo smart working e la trasformazione digitale in primis, Cristina Scocchia, nel doppio ruolo di presidente e amministratore delegato, riporta L’Oréal a crescere e recuperare importanti fette di mercato. Se ne accorge persino il governo francese, che nel 2019, quando ha già traslocato da un paio d’anni in Kiko Milano, la nomina di Cavaliere dell’Ordine della Legione d’Onore. Nel frattempo, la rivista Forbes la inserisce tra le 100 donne leader più influenti d’Italia.

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FOTO © D. MIRCOSELLIRO | WIKIPEDIA

Sposata con un medico, ha un figlio 12enne che vive con lei a Milano, dove si è trasferita dopo 13 anni vissuti a Ginevra. Della prematura nascita del figlio, nel 2009, quando ancora era in Procter&Gamble, aveva parlato alcuni anni fa in una bella intervista concessa a Repubblica: “Al quinto mese in un attimo sono passata da una vita sempre di corsa a una stanza d’ospedale. Ma in quel momento dovevo impegnare le mie energie per lui, perché tutto andasse bene. L’azienda mi è stata vicina come una famiglia, ho capito che significa lavorare in un’impresa di cui condividi i valori”. Ora il marito, per essere più vicino alla famiglia, si è trasferito a Lugano. “Ci conoscemmo durante un weekend con mia cugina, fu un colpo di fulmine. Subito dopo lui mi chiese di sposarlo” ha raccontato la manager nata a Coldirodi, insignita nelle settimane scorse del riconoscimento di Cittadino benemerito di Sanremo. “Ho avuto la fortuna di fare tanta strada, di avere tante belle avventure – sottolinea Cristina Scocchia nel rimarcare l’amore per la sua città – Ho avuto la possibilità di vivere in tante città, in tanti paesi, con tante culture diverse. Ognuna di queste esperienze mi ha arricchito come persona e come manager, ma non ho mai dimenticato le mie radici. Abbiamo tutti bisogno di un porto, di un faro. Ecco, per me Sanremo è il mio porto, è il mio faro. Ogni volta che mi allontano troppo ho bisogno di tornare, perché qui ci sono le mie radici. A Sanremo ci sono la mia infanzia, un’adolescenza bellissima, degli amici e dei ricordi bellissimi e soprattutto qua c’è la mia famiglia”. Figlia unica di due insegnanti di Coldirodi, i genitori erano in prima fila lo scorso 13 ottobre, al Teatro del Casinò, colmi d’orgoglio mentre ritirava il suo premio in occasione di San Romolo. Una gioia purtroppo strozzata dopo una settimana appena, quando il papà, Luciano, è mancato all’improvviso. Cristina Scocchia è una che guarda avanti e non si ferma. Una donna manager certamente assertiva, ma spinta da una grande attenzione ai valori etico-sociali e ambientali: “Chi è a capo di un’azienda dovrebbe fare una sorta di giuramento che leghi il suo agire al rispetto di un codice etico e morale più elevato” ha dichiarato di recente e in più occasioni. Infatti, sotto la sua gestione, Kiko ha imposto che entro il prossimo quadriennio tutte le aziende fornitrici dimostrino di rispettare alti standard di responsabilità sociale e ambientale e almeno la metà del packaging realizzato con materie prime di origine naturale. Non solo, ha avviato una stretta collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi per la divulgazione scientifica sui tumori, promuovendo tra l’altro i pap test gratuiti per tutte le 2.500 donne impegnate nell’azienda. SANREMO . IT

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Cristina Scocchia A year ago, the national observatory that monitors the online reputation of top Italian managers (www.topmanagers.it) assigned her the 60th position. Only 12 months have gone by, and the Sanremo native Cristina Scocchia, 48 years old – who, after 4 years at the helm of cosmetics company Kiko Milano is set to take the chair of Illycaffè – now lies in the 25th place of this special ranking, and among women, she is second only to Miuccia Prada (17th). This was thanks to the re-launch of Kiko, a company with a 600-million euro turnover, which she led – in only two fiscal years – to double its operating income (the so-called EBITDA) through a reorganization initially implying the shutdown of about 150 of the 900 stores worldwide. The goal for the next three years is, instead, to open 100 shops per year, with a more sustainable and high-performance model. A growth and development plan to be completed by 2023, through the launch of franchise businesses in an additional 20 international markets. Now it’s time – starting in January 2022 – for a new professional adventure as the CEO of Illycaffè, which Cristina Scocchia has been a board member of for the past three years. “given the upcoming listing on the stock market – stated the Chairman Andrea Illy – we chose a manager with a recognized talent in the development of a brand with a high aesthetic and experience content”. Recently famous for speaking out against the pressure of politics and labour unions, which asked companies to cover swab expenses for “no-vax” employees (“We are in favour of the green pass because we support the vaccine; those who don’t wish to get vaccinated can pay for their own swab tests”), Cristina Scocchia has been considered for many years among the most illuminated and reliable managers on the national and

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international stage. It is no coincidence that she has been included in the recent past on the BoDs of EssilorLuxottica, Illycaffè, and Pirelli Spa. After a long experience at the multinational Procter&Gamble – which she began even before earning a cum laude degree from Bocconi of Milan – which peaked with the head position of the beauty department at Max Factor in 75 countries worldwide and, in 2014, with the onerous assignment to relaunch L’Oréal Italia, which had suffered a strong decline in our country for numerous years. With the anticipation of corporate policies adopted by most international companies only in the past two years – due to the pandemic – such as smart working and digitalization, Cristina Scocchia made L’Oréal grow and regain significant market share in her double role as chairwoman and CEO. Even the French government noticed this, and in 2019 – after having already moved to Kiko Milano for a couple of years – made her a Knight the Legion of Honour. In the meantime, Forbes magazine included her among the top-100 most influential women in Italy. Married to a doctor, she lives with her 12year old son in Milan, after living for 13 years in Geneva. La Repubblica newspaper published a beautiful interview where she discussed her son’s premature birth in 2009, when she was still at Procter&Gamble: “When I was 5 months pregnant, I shifted from a life constantly on the move to a hospital room. But I needed to dedicate all my energy to him at that time so that things could go well. The company was at my side like a family, and I understood what it means to work for a business whose values you share”. Her husband has currently moved to Lugano to live closer to his relatives. “We met on a weekend with my cousin; it was love at first sight. Soon after, he asked me to marry

him”, states the manager born in Coldirodi (in the municipality of Sanremo), named Honorary Citizen of Sanremo in the past few weeks. “I was lucky enough to make it big, and experience a myriad of fabulous adventures”, underlines Cristina Scocchia as she talks about her love for her city. “I had the chance to live in numerous cities and countries, with a rainbow of different cultures. Each of these experiences has given me something as a person and manager, but I never forgot my roots. We all need a harbour, a lighthouse. Well, Sanremo is mine. Every time I go too far, I need to return, because it’s where my origins are. In Sanremo, there is my childhood, a beautiful adolescence, some friends, and amazing memories. But above all, there is my family”. A single child of two teachers, both from Coldirodi: her parents were in the front row on 13 October at the Theatre of the Sanremo Casino, glaring with pride as she collected her San Romolo award for illustrious citizens. A short-lived joy, unfortunately, because her father suddenly passed away just a week later. Cristina Scocchia is the kind of person who looks forward, never back. A woman manager who is certainly assertive, but pushed by great attention to ethical-social and environmental values: “Those who lead a business should take some kind of pledge to link their actions to a greater ethical and moral code” she recently stated time and again. In fact, under her management, Kiko has imposed that – within the next 4 years – all of its suppliers shall comply with high standards of social and environmental responsibility, and that at least half of the packaging shall be manufactured using natural raw material. That’s not all: she initiated a close cooperation with the Umberto Veronesi foundation for scientific information on tumours, and to promote free Pap tests for all 2,500 female employees at the company.


Il y a un an, l'Observatoire national italien qui surveille la réputation en ligne des grands dirigeants italiens (www. topmanagers.it) la plaçait autour de la 60e position. Douze mois à peine se sont écoulés et Cristina Scocchia, 48 ans, native de Sanremo, qui, après quatre ans à la tête du géant des cosmétiques Kiko Milano, s'apprête à prendre les rênes d'Illycaffè, se retrouve en 25e position de ce classement particulier, et au deuxième rang des femmes après Miuccia Prada (17e). Et ce, grâce à la relance d'une entreprise comme Kiko, qui réalise un chiffre d'affaires de 600 millions par an et qui, en deux ans seulement, sous sa direction, est parvenu à doubler sa marge d'exploitation (aussi appelé Ebitda) grâce à une réorganisation qui a impliqué, dans un premier temps, la fermeture d'environ 150 des 900 magasins parsemés dans le monde. Cependant, l'objectif pour les trois prochaines années est d'ouvrir 100 magasins par an, avec des formules plus durables et plus performantes. Un programme de croissance et de développement qui se poursuivra jusqu'en 2023, grâce à l'ouverture de magasins franchisés sur 20 autres marchés dans le monde. Désormais, à partir de janvier 2022, Cristina Scocchia se lance dans une nouvelle aventure professionnelle en tant qu'administrateur délégué d'Illycaffè, au conseil d'administration duquel elle a déjà siégé pendant trois ans. « Dans la perspective de la prochaine entrée en bourse », a déclaré le président Andrea Illy, « notre choix s'est porté sur une manager dotée d’un talent reconnu dans le développement de marques à fort contenu esthétique et expérientiel ». Cristina Scocchia s'est récemment retrouvée

sous les feux de la rampe pour s'être publiquement opposée aux demandes pressantes du monde politique et syndical, qui demandait aux entreprises de prendre en charge le coût des tests de dépistage Covid pour les employés Antivax (« Nous sommes en faveur du pass sanitaire parce que nous sommes en faveur du vaccin, ceux qui ne veulent pas se faire vacciner devraient payer les tests »). Elle est considérée depuis des années comme l'un des managers les plus éclairés et les plus fiables sur le plan national et international. Ce n'est pas un hasard si, dans un passé récent, elle a été cooptée dans les conseils d'administration d'EssilorLuxottica, d'Illycaffè et de Pirelli Spa. Après une longue expérience au sein de la multinationale Procter&Gamble, qui a commencé avant même qu'elle ne soit diplômée de l'université Bocconi de Milan, et qui s'est terminée en tant que responsable du secteur Beauty Max Factor dans 75 pays du monde, elle a fait un nouveau bond en avant en 2014 en acceptant la mission prestigieuse mais particulièrement difficile de relancer L'Oréal Italia, qui était en fort déclin en Italie depuis des années. Anticipant les politiques d'entreprise qui, seulement au cours des deux dernières années, ont été adoptées par la plupart des entreprises mondiales, en raison de la pandémie, comme le smart working et la transformation numérique, Cristina Scocchia, dans le double rôle de présidente et de directrice générale, ramène L'Oréal à la croissance et lui permet de reprendre d'importantes parts de marché. Même le gouvernement français l'a remarqué et, en 2019, alors qu'elle était déjà passée chez Kiko Milano depuis quelques années, celui-ci l'a nommée chevalier de l'ordre de la Légion d'honneur. Par ailleurs, le magazine Forbes la classe parmi les 100 femmes dirigeantes les plus influentes d'Italie.

Mariée à un médecin, elle a un fils de 12 ans qui vit avec elle à Milan, où elle s'est installée après avoir vécu 13 ans à Genève. Elle a évoqué la naissance prématurée de son fils en 2009, alors qu'elle était encore chez Procter&Gamble, dans une belle interview accordée au journal Repubblica : « Au cinquième mois, je suis passée en un instant d'une vie toujours frénétique à une chambre d'hôpital. Mais à ce moment-là, je devais lui consacrer toute mon énergie, pour que tout se passe bien. L'entreprise était là pour moi comme une famille, j'ai compris ce que cela signifie de travailler pour une entreprise dont on partage les valeurs. » Aujourd'hui, son mari a déménagé à Lugano pour se rapprocher de sa famille. « Nous nous sommes rencontrés lors d'un week-end chez mon cousin, et ça a été le coup de foudre. Tout de suite après, il m'a demandé de l'épouser », a déclaré la manager né à Coldirodi, qui a reçu ces dernières semaines le titre de citoyenne d’honneur de Sanremo. « J'ai eu la chance d'aller loin, de vivre de belles aventure », souligne Cristina Scocchia, en insistant sur son amour pour sa ville : « J'ai eu la possibilité de vivre dans de nombreuses villes, dans de nombreux pays, avec de nombreuses cultures différentes. Chacune de ces expériences m'a enrichi en tant que personne et en tant que manager, mais je n'ai jamais oublié mes racines. Nous avons tous besoin d'un port, d'un phare. Sanremo est mon port, mon phare. Toutes les fois que je m'éloigne trop, j'ai besoin de revenir, car mes racines sont ici. À Sanremo, il y a mon enfance, une belle adolescence, des amis et de merveilleux souvenirs, et surtout, il y a ma famille ». Fille unique de deux enseignants de Coldirodi, ses parents étaient au premier rang le 13 octobre au Teatro del Casinò, pleins de fierté lorsqu'elle a reçu son prix à l’occasion de San Romolo. Une joie malheureusement de courte durée car une semaine plus tard, son père, Luciano, est décédé subitement. Cristina Scocchia est une personne qui regarde devant elle et ne s'arrête pas. Une femme manager certes affirmée, mais animée par une grande attention aux valeurs éthiques, sociales et environnementales : « Celui qui est à la tête d'une entreprise devrait prêter une sorte de serment qui lie ses actions au respect d'un code éthique et moral supérieur », a-t-elle déclaré récemment et à plusieurs reprises. En effet, sous sa direction, Kiko a exigé que, dans les quatre prochaines années, tous les fournisseurs respectent des normes extrêmement strictes en matière de responsabilité sociale et environnementale et qu'au moins la moitié de leurs emballages soient fabriqués à partir de matières premières d'origine naturelle. En outre, elle a entamé une étroite collaboration avec la Fondation Umberto Veronesi pour la divulgation scientifique sur le cancer, en promouvant notamment des tests de Pap gratuits pour les 2 500 femmes travaillant pour l'entreprise. SANREMO . IT

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Carlo Poletti

UNA VITA INTENSA TRA CULTURA, TURISMO E POLITICA ATTIVA

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Illy Masper

Nella storia di Sanremo sono molti i personaggi che meritano di essere raccontanti, anche per segnalare alle nuove generazioni che la città di oggi è figlia del suo passato, dove tante persone hanno lavorato sodo per il suo futuro. Serve quindi ricordarle e ringraziarle perché quanto costruito non venga disperso. Carlo Poletti, classe 1932, per tanti anni titolare del negozio Saint Germain, prestato alla politica da vero e convinto repubblicano e amico personale di Giovanni Spadolini. Nominato Commendatore della Repubblica nel 1982, Presidente del Rotary Club Sanremo nel 1993, per oltre 20 anni Poletti è stato Presidente dell’Azienda di Promozione Turistica di Sanremo. Anni nei quali la Città dei Fiori ha rinverdito i fasti del passato, conquistando una grandissima popolarità che ha ricreato interesse anche verso molti Paesi stranieri, dai quali ha saputo veicolare nuove clientele che tutt’oggi scelgono la Riviera per le sue bellezze ed il suo clima. Certo, erano altri tempi, ma Carlo Poletti è sempre stato fortemente positivo e preparato. Ha sempre avuto idee molto chiare su come riportare al centro dell’attenzione mondiale il nome di Sanremo. A lui si debbono diverse iniziative che si rivolgeva a un target medio alto, catalizzato dagli eventi culturali e mondani proposti in città. In quegli anni, parallelamente, prendono vita diversi importanti riconoscimenti a imprenditori, scienziati, economisti, tra cui quelli che vediamo nelle foto in questa pagina: il Premio Amici di Sanremo, consegnato al Nobel per la medicina del 1975 Renato Dulbecco e, nel 1982, al presidente del Rotary International Hiroji Mukasa; il Premio “Sanremo Primavera” a Giovanni Agnelli nel 1983, al tenore Luciano Pavarotti nel 1984, a Ennio Morricone; il Premio Stivale d’Oro 1991 a Franco Modigliani, già Nobel per l’Economia nel 1985 e tanti altri ancora. Era un periodo in cui la città era molto attiva nel promuovere il nome di Sanremo nel mondo, partecipando con grandi Stand alle Fiere Internazionali per valorizzare i fiori, gli eventi e le sue strutture alberghiere. Nel 1980 riporta il Corso Fiorito, dopo 13 anni, con la denominazione “Sanremo in Fiore”, che poi passerà sui canali della RAI con la trasmissione Linea Verde alla domenica, a tutto vantaggio di una visibilità nazionale. È stato anche promotore dell’acquisizione e della ristrutturazione per uso culturale e turistico della Fortezza Santa Tecla, a ridosso del Porto vecchio, all’epoca sede del Carcere Circondariale. Significative ed estremamente attuali le risposte e indicazioni che Carlo Poletti dava in una intervista al Secolo XIX del 29 novembre 2008, dove sottolineava come Sanremo avesse l’inverno da vendere bene e sul Casinò aggiungeva: “Basti pensare alla congressistica: un tempo, quando a Sanremo venivano organizzati grandi convegni che si concludevano sempre con una serata speciale al Roof Garden del Casinò Municipale; ed anche in questo caso la simbiosi pubblico-privato era indispensabile». Tante sono state le iniziative che Poletti nel tempo ha realizzato come Presidente di quella che fu l’Apt di Sanremo. Ora, per la Città dei Fiori e della Musica è tempo di ricordare quanto è stato fatto e di proseguire il cammino, insieme alle sue risorse, per far tornare grande il nome di Sanremo e della Riviera dei Fiori nelle possibili soluzioni di eventi che devono avere carattere internazionale.

PREMIO “SANREMO PRIMAVERA” AL PREMIO NOBEL PER LA FISICA E SENATORE CARLO RUBBIA.

PREMIO AMICI DI SANREMO AL NOBEL PER LA MEDICINA DEL 1975 RENATO DULBECCO.

IL PREMIO STIVALE D’ORO 1991 AL PREMIO NOBEL PER L'ECONOMIA FRANCO MODIGLIANI.

IN ALTO A SINISTRA, PREMIO “SANREMO PRIMAVERA” AL TENORE LUCIANO PAVAROTTI - 1984. A SINISTRA PREMIO A CARLA FRACCI.

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CARLO POLETTI, AN INTENSE LIFE OF CULTURE, TOURISM, AND POLITICAL ACTIVITY.

When Sanremo was the pearl of the Italian Riviera Several characters that have made Sanremo history are worth remembering, also to tell the new generations that the city we see today is the daughter of its past, and where many individuals have worked hard for its future. We have written this remembrance and thanks so that the results of such work are not lost in time. Carlo Poletti, born in 1932, a shopkeeper of Saint Germain for several years, lent to politics as a true and convinced republican and personal friend of Giovanni Spadolini. Named Commander of the Italian Republic in 1982 and President of the Sanremo Rotary Club in 1993, Poletti was also the President of the Tourist Board of Sanremo for over 20 years. The years in which the City of Flowers regained its former glory, acquiring great popularity even among foreigners, which he managed to turn into new customers who – to this day – choose the Riviera for its attractions and weather. Of course, those were better times, but Carlo Poletti has always remained absolutely positive and prepared. He always had a clear idea of how to bring the name Sanremo back to the international limelight. He is the man behind numerous initiatives directed to a medium-high target market, catalysed by the cultural and social events offered in the city. At that same time, several eminent awards for entrepreneurs, scientists, and economists were established, including the ones we see in the images: the Amici di Sanremo (friends of Sanremo award), assigned to the Nobel laureate in Medicine Renato Dulbecco in 1975 and the President of Rotary International Hiroji Mukasa in 1982; the Sanremo Primavera (Sanremo springtime award) assigned to Giovanni Agnelli in 1983, to the tenor Luciano Pavarotti in 1984, and to Ennio Morricone; the Premio Stivale d’Oro (golden boot award), handed to Franco Modigliani, the 1985 Nobel laureate in Economic Sciences, in 1991; and many more. It was a time when the city was incredibly active in promoting the name of Sanremo worldwide, taking part with noticeable stands at international trade shows to popularize its flowers, events, and reception facilities. In 1980, Poletti revamped – after 13 years – the Corso Fiorito (flower parade), renaming it Sanremo in Fiore (Sanremo in bloom), which would be shown on RAI through the TV show Linea Verde on Sunday, a bonus for its national visibility. He also was involved as the promoter of the purchase and restoration for cultural/tourist use of the Santa Tecla fortress, overlooking the old port, which formerly hosted the district prison. The 29 November 2008 interview with Carlo Poletti by the newspaper Secolo XIX contained significant and extremely current insights. He underlined that the wintertime in Sanremo was an open market, and – when discussing the Casino – he added: “Just consider conference services: back in the day, great conventions always ended with a special evening at the Roof Garden of the Casino; this is just one example of how the public-private symbiosis was essential”. Poletti was the creator of a plethora of initiatives in his role as President of the Tourist Board of Sanremo (then known as the APT). Now it is time for the City of Flowers and Music to remember the work done, and continue along his path, and with his richness, to make the names of Sanremo and the Italian Riviera great again in events bound to have an international spirit.

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CARLO POLETTI, UNE VIE INTENSE ENTRE CULTURE, TOURISME ET POLITIQUE ACTIVE

Quand Sanremo était la perle de la Riviera dei Fiori Dans l'histoire de Sanremo, de nombreux personnages méritent d'être racontés, aussi pour indiquer aux nouvelles générations que la ville d'aujourd'hui est l’évolution de son passé, où beaucoup de gens ont travaillé dur pour son avenir. Il est donc nécessaire de se souvenir d'eux et de les remercier afin que ce qui a été construit ne soit pas perdu. Carlo Poletti, né en 1932, pendant de nombreuses années propriétaire du magasin Saint Germain, s'est prêté à la politique en tant que républicain authentique et convaincu et ami personnel de Giovanni Spadolini. Nommé Commendatore della Repubblica en 1982, Président du Rotary Club de Sanremo en 1993, Poletti a été pendant plus de 20 ans Président de l'Azienda di Promozione Turistica de Sanremo. Durant ces années, la Città dei Fiori a renoué avec les fastes du passé, en conquérant une grande popularité qui a fait refleurir un intérêt également vers de nombreux pays étrangers, d'où il a su attirer de nouveaux clients qui, aujourd'hui encore, choisissent la Riviera pour sa beauté et son climat. Bien sûr, c'était d'autres temps, mais Carlo Poletti a toujours été fortement positif et préparé. Il a toujours eu des idées très claires sur la manière de ramener le nom de Sanremo au centre de l'attention mondiale. Il était responsable de plusieurs initiatives qui s'adressaient à une cible moyenne-haute, catalysée par les événements culturels et sociaux proposés dans la ville. Parallèlement, pendant ces années, différents prix et reconnaissances importants décernés à des entrepreneurs, des scientifiques et des économistes ont vu le jour, dont


ceux que nous voyons sur les photos de cette page : le Prix Amici di Sanremo, attribué au prix Nobel de médecine 1975 à Renato Dulbecco et, en 1982, au président du Rotary International Hiroji Mukasa ; le Prix « Sanremo Primavera » à Giovanni Agnelli en 1983, au ténor Luciano Pavarotti en 1984, à Ennio Morricone ; le Prix Stivale d'Oro 1991 à Franco Modigliani, ancien prix Nobel d'économie en 1985 et bien d'autres encore. C'était une époque où la ville était très active pour promouvoir le nom de Sanremo dans le monde, participant avec de grands stands aux salons internationaux pour promouvoir les fleurs, les événements et ses hôtels. En 1980, il fait revenir le Corso Fiorito, après 13 ans, sous le nom de « Sanremo in Fiore », qui sera ensuite diffusé sur les chaînes de la RAI avec le programme Linea Verde le dimanche, lui donnant ainsi une visibilité nationale. Il a également été le promoteur de l'acquisition et de la rénovation à des fins culturelles et touristiques de la Fortezza Santa Tecla, près du Vieux Port, qui était à l'époque le

siège de la prison. Les réponses et les indications que Carlo Poletti a données dans une interview au Secolo XIX du 29 novembre 2008 sont significatives et d'une grande actualité. Il y souligne comment Sanremo pouvait profiter de l'hiver pour bien se vendre et, à propos du Casino, il ajoutait : « Il suffit de penser au secteur des conférences : par le passé, lorsque de grandes conférences étaient organisées à Sanremo, elles se terminaient toujours par une soirée spéciale sur le Roof Garden du Casino municipal ; et là aussi, la symbiose public-privé était indispensable ». M. Poletti a mené à bien de nombreuses initiatives au fil des ans en sa qualité de président de ce qui fut l’Apt (Office du Tourisme) de Sanremo. Maintenant, pour la Ville des Fleurs et de la Musique, il est temps de se rappeler ce qui a été fait et de poursuivre le chemin, avec ses ressources, pour rendre à Sanremo et à la Riviera dei Fiori leurs lettres de noblesse, avec des événements qui doivent avoir un caractère international.

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Fabrizio

Actis il Tea Sommelier Simona Maccaferri

Se si parla di tè, le immagini che scorrono nella mente sono quelle delle tradizionali cerimonie cinesi o giapponesi dedicate a questa bevanda millenaria, accompagnata da veri e propri riti sociali e spirituali. Restando in Europa, come non farsi affascinare dal classico tè delle cinque, irrinunciabile per ogni buon inglese. In pochi sanno che di questa bevanda dalle mille proprietà esistono numerosissime varietà con gusti molto differenti. Anche i prezzi hanno forti oscillazioni, a seconda della qualità. Si va dai 3 euro per 100 grammi ai 13 euro per soli 30 grammi. Per districarsi tra queste innumerevoli varietà, esiste una figura specifica: il Tea Sommelier, una professione rara nel nostro Paese, ma molto richiesta. Nel gennaio del 2021 a ottenere il diploma di Tea Sommelier, primo in Liguria, è stato Fabrizio Actis, titolare dell’omonima erboristeria di Arma di Taggia, che la sua famiglia porta avanti da quattro generazioni. Fabrizio, come è nata l’idea di diventare Tea Sommelier? “Curiosando su Internet, cinque anni fa, ho scoperto che a Bologna esisteva In Tè, un festival del tè. Così ho deciso di andare a vedere di cosa si trattasse, e ho scoperto un mondo che non conoscevo, o meglio non così a fondo. In quell’occasione ho saputo di un corso per sommelier e ho deciso di iscrivermi”.

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Quanto è durato il percorso? “Non è stato per nulla breve. È durato indicativamente tre anni e 48 lezioni, con assaggi di svariati tipi di tea, fino ad arrivare al diploma, ottenuto a gennaio di quest’anno”. Quanti Tea Sommelier ci sono in Italia? “Non più di una trentina”. C’è richiesta di Tea Sommelier? “Abbastanza. Devo dire che pur non essendo una nazione particolarmente votata a questo tipo di bevanda, c’è molta curiosità, soprattutto, come sempre accade, nelle grandi città come Milano e Torino. Ci sono molte persone che sono appassionate di tè e che amano che gli si spieghi la differenza tra un tè bianco e uno nero, ad esempio”. Quali sono le proprietà del tè? “Sono molteplici. È una bevanda che fa molto bene. Il tè è molto ricco di flavonoidi, un gruppo di polifenoli che contribuisce in modo rilevante all’apporto giornaliero di antiossidanti. Negli anni, il consumo di tè è stato associato ad azioni protettive ad ampio raggio, a livello cognitivo, cardiovascolare, metabolico (su lipidemia e glicemia), ma anche immunomodulatoria”.


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FABRIZIO ACTIS THE TEA SOMMELIER When we talk about tea, the images that come to mind are the traditional Chinese or Japanese ceremonies dedicated to this millennial drink, accompanied by true social and spiritual rites. Back in Europe, we think of the appeal of 5 o’clock tea-time, an indispensable pleasure for every good Brit. Few know that there is a myriad of varieties, each with extremely different tastes, of this drink with a thousand health benefits. Even prices undergo strong fluctuations, depending on the type. They range from 3 euros for 100 grams to 13 euros for as little as 30 grams. There is a specific figure to guide us through this abundance of varieties: the Tea Sommelier, a rare profession in our country, but in high demand. In January 2021, the first Ligurian to ever attain a Tea Sommelier diploma was Fabrizio Actis, owner of the homonymous herbalist shop in Arma di Taggia (Imperia), a family business spanning 4 generations. Fabrizio, how did the idea of becoming a Tea Sommelier come about? “As I surfed the web 5 years ago, I found out about In Tè, a tea festival held in Bologna. So, I decided to see what it was all about. I discovered a new world I didn’t know, or I didn’t know very well. On that occasion, I heard about the tea taster course, and decided to sign up”. How long did it last? “It was no walk in the park. It lasted about 3 years. 48 lessons, with tastings of a myriad of tea types, and finally the diploma, which I was handed earlier this year, in January”. How many Tea Sommeliers are there in Italy? “No more than thirty-something”. Is there a demand for Tea Sommeliers? “To a certain extent, yes. I must say that, although Italy is not particularly prone to this hot drink, there is a lot of curiosity, like always, in big cities like Milan and Turin. There are plenty of tea lovers who like you to explain the difference between a white tea and a black tea, for instance”. What are the health benefits of tea? “There are several. The drink is good for us in many ways. It is rich in flavonoids, a group of polyphenols that greatly contributes to our RDA of antioxidants. Over the years, tea consumption has been linked to a wide range of protective actions: cognitive, cardiovascular, metabolic (to fight hyperlipidaemia and hyperglycaemia), but even immunomodulatory”.

FABRIZIO ACTIS LE SOMMELIER EN THÉ Quand on parle de thé, les images qui viennent à l'esprit sont celles des cérémonies traditionnelles chinoises ou japonaises dédiées à cette boisson millénaire, accompagnées de véritables rituels sociaux et spirituels. En Europe, comment ne pas être fasciné par le classique five o'clock tea, auquel tout bon Anglais ne peut renoncer. Peu de gens savent qu'il existe de nombreuses variétés de cette boisson aux nombreuses propriétés et aux goûts très différents. Les prix fluctuent également beaucoup, en fonction de la qualité. Ils vont de 3 euros pour 100 grammes à 13 euros pour seulement 30 grammes. Pour s'y retrouver dans ces innombrables variétés, il existe un métier spécifique : le sommelier en thé, une profession rare dans notre pays, mais très demandée. En janvier 2021, Fabrizio Actis, propriétaire de l'herboristerie du même nom à Arma di Taggia, que sa famille gère depuis quatre générations, a obtenu le diplôme de Tea Sommelier (sommelier en thé), le premier en Ligurie.

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FOTO © FABRIZIO ACTIS

Fabrizio, comment est née l'idée de devenir un sommelier en thé ? « Il y a cinq ans, en surfant sur Internet, j'ai découvert qu’à Bologne il existait un festival du thé, In Tè. J'ai donc décidé d'aller voir de quoi il s'agissait, et là, j'ai découvert un monde que je ne connaissais pas, ou plutôt que je ne connaissais pas si bien. C'est alors que j'ai entendu parler d'un cours de sommellerie et que j'ai décidé de m'y inscrire. » Quelle était la durée du cours ? « Pas court du tout. Cela a duré environ trois ans et 48 leçons, avec des dégustations de différents types de thé, jusqu'à l'obtention de mon diplôme en janvier de cette année. » Combien de sommeliers en thé y a-t-il en Italie ? « Pas plus d'une trentaine. »

Y a-t-il une demande pour des Sommeliers en thé ? « Oui, il existe une demande. Je dois dire que, bien que nous ne soyons pas une nation particulièrement dévouée à ce type de boisson, cette dernière suscite de la curiosité, surtout, comme toujours, dans les grandes villes comme Milan et Turin. De nombreuses personnes sont passionnées par le thé et aiment qu'on leur explique la différence entre le thé blanc et le thé noir, par exemple​» Quelles sont les propriétés du thé ? « Elles sont multiples. C'est une boisson très saine. Le thé est très riche en flavonoïdes, un groupe de polyphénols qui contribuent de manière significative à l'apport quotidien en antioxydants. Au fil des ans, la consommation de thé a été associée à des actions protectrices de grande ampleur, au niveau cognitif, cardiovasculaire et métabolique (sur la lipidémie et la glycémie), mais aussi au niveau immunomodulateur ». SANREMO . IT

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Naïs nella terra dei lupi

Rémy Masséglia è un fotografo, video maker, regista, nativo di Breil sur Roya, con una vera passione per la natura, in particolare del suo territorio, la Val Roya, con il parco del Mercantour e le Alpi Marittime. Abbiamo già incontrato Rémy nell’edizione autunnale del 2016, in occasione della presentazione del documentario “The Marvels of Clarence Bicknell” sulla figura del celebre archeologo, bonatino e pittore inglese vissuto a Bordighera, ambientato fra la Valle delle Meraviglie, con le sue incisioni rupestri, Casa Fontanalba a Casterino e naturalmente Bordighera.

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Ora Masséglia presenta un docufilm, “Naïs au pays des loups” dove racconta la crescita della figlia a contatto con la natura di questi posti straordinari. La storia è quella di un papà, il regista Rémy Masséglia, che decide di partire con la figlia alla scoperta del Mercantour, il parco nazionale più selvaggio di Francia. Il docufilm, prima di essere trasmesso su France 3 il 16 dicembre, è stato proiettato in anteprima a inizio novembre al Cinema Bégo di Tenda, riscuotendo un grande successo. La straordinarietà della vicenda è che questa bambina, quando il viaggio comincia, ha solo un anno e che


Ilaria Grigoletto Foto © Rémy Masséglia

l'esperienza durerà ben 24 mesi. La narrazione del film di Rémy Masséglia, prodotto da Grand Angle Productions GAD & Chrysalide con la collaborazione di France Télévisions, inizia esattamente dalla fine, ovvero dal momento in cui la bambina approccia per la prima volta la scuola. La scuola delle aule, dei banchi, delle maestre. Siamo in Val Roya, al confine tra Francia e Italia, terra di piccoli villaggi stretti tra le montagne e di una natura ricchissima quanto a flora e fauna. Qui Naïs, dallo zaino sulle spalle del papà e durante i loro bivacchi in tutte le stagioni, avrà la possibilità di conoscere la natura, le piante, gli alberi, di toccarne le foglie, i tronchi, di imparare i suoni del bosco, di apprezzarne i suoi silenzi. I due viaggiatori incontreranno uccelli, stambecchi, cervi, camosci, rettili, insetti dei più vari. E poi il lupo, che tra le alture del Mercantour ha trovato un habitat ideale. Il progetto di GAD & Chrysalide, che si è aggiudicato a settembre di quest’anno il riconoscimento di “Miglior documentario” al Golden Bee International Children's Film Festival in India, è uno straordinario spaccato di vita selvaggia dell'area montana a cavallo tra la Francia con il suo Parco del Mercantour e l’Italia con il Parco Alpi Liguri. Una territorio che cela tesori naturali meravigliosi e “Naïs au pays des loups” è un assaggio tutto da scoprire, a qualsiasi età. È la storia di un legame eccezionale di un padre e una figlia che

decidono di familiarizzare con la natura, accogliendola completamente nella loro dimensione quotidiana ed azzerandone le distanze. Il film diventa anche lo spunto per parlare della condizione del lupo, animale misterioso e affascinante, è storicamente catalizzatore di paure ancestrali e racconti innaturali che lo dipingono come potenzialmente pericoloso. Da anni si discute su come far convivere la sua presenza con gli allevamenti di bestiame e su come arginare i danni che inevitabilmente provoca. Nel 2019 è nato il progetto internazionale “Life Wolf Alps” che intende proporre soluzioni efficaci al problema, alternative all'abbattimento massivo di esemplari. Il protocollo “Life Wolf Alps” è stato sottoscritto da amministrazioni pubbliche ed enti parco del Nord Italia, e di Francia, Slovenia e Austria. Fino, almeno, a settembre 2024 si lavorerà per migliorare la coesistenza fra questa specie controversa e le persone che vivono e lavorano sulle Alpi costruendo e realizzando azioni condivise, per garantire la conservazione a lungo termine del lupo nel suo territorio. Il film di Masséglia non è che la prima parte di un viaggio. “Questa avventura non l'ho fatta da solo – ha precisato il regista-protagonista a margine della proiezione del mese scorso a Tenda - anche se le immagini danno l'impressione che io stia crescendo mia figlia da solo. Ogni fotogramma ripreso

in questa prima versione di 52 minuti è qualcosa che appartiene all'intera squadra che mi ha accompagnato in questa avventura”. Della squadra facevano parte in particolare Thierry Barra, il padrino di Naïs, e Florent Adamo, entrambi esperti di fotografie naturalistiche. “La storia non finirà qui – ha spiegato Masséglia - e una nuova versione di 90 minuti del film dovrebbe arrivare sul grande schermo nel 2023. Una nuova scrittura e un nuovo montaggio ci aspettano per un altro film sulla stessa avventura”. Molte suggestive riprese e immagini non sono state infatti sfruttate in questa prima versione.

Crediti:

NAÏS NELLA TERRA DEI LUPI Un film di Rémy Masséglia Prodotto da: Jean Luc Millan Raccontato da: Pascal Vasselin e Mathias Malzieu Musica di: Gwenn Masséglia Responsabile del montaggio: Sébastien Bonnefon Sceneggiatore: Marc Wels Immagini: Rémy Masséglia, Florent Adamo, Thierry Barra, Mathieu Echeverri et Marie Amiguet Redattore responsabile: François Guillaume Con la partecipazione di france.tv In partenariato con CNC, la Fondation Prince Albert II de Monaco, il Parco Nazionale del Mercantour, la Regione Nuova Aquitania, la città di Breil-sur-Roya, piegephotographique.fr, Sud Nature Equipement, CAMP - CASSIN e Petit Bivouac.

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Rémy Masséglia is a photographer, video maker, and film director born in Breilsur-Roya, with a true passion for nature, in particular the local wilderness of the Val Roya, with the Park of Mercantour and Maritime Alps. We met Rémy at the 2016 fall edition, when he presented his documentary “The Marvels of Clarence Bicknell”, concerning the famous archaeologist, botanist, and painter who lived in Bordighera. The film is set in the Valley of Wonders, with its cave paintings, Casa Fontanalba a Casterino, and of course Bordighera. Today, Masséglia presents the docufilm “Naïs au pays des loups”, where he tells the story of his daughter’s childhood in contact with the extraordinary nature of such places. It is the story of a father, the director Rémy Masséglia, who decides to explore the Mercantour – France’s wildest national park – with his daughter. Before airing on France 3 on 16 December, the docufilm was shown in preview at the Cinema Bégo of Tenda (Maritime Alps, France) at the beginning of November, recording great success. The extraordinary feature of the story is that at the start of the journey, the girl was only 1 year old, and the experience lasted as many

as 24 months. The short by Rémy Masséglia, produced by Grand Angle Productions GAD & Chrysalide in partnership with France Télévisions, starts from the end, when the child enters a school with classrooms, desks, and teachers for the first time. The setting is Val Roya, at the border between France and Italy. A land of small villages hugged by the mountains and an extremely rich nature in terms of flora and fauna. It is here that Naïs – from the carrier backpack on her father’s shoulders, and throughout their bivouacs year-round – got to know nature, plants, and trees, and touched their leaves and trunks. She learned the sounds of the woods, and how to appreciate their silence. The travelling partners met birds, steinbocks, deer, chamois, reptiles, and miscellaneous insects. Plus the wolf, which found an ideal habitat among the peaks of the Mercantour.

a mysterious and fascinating animal that is historically a catalyst of ancestral fears and unnatural tales that portray it as potentially dangerous. The cohabitation of the wolf and livestock, with the damage inevitably caused, has been on the discussion table for years. 2019 marked the birth of the “Life WolfAlps” international project, which presents efficient solutions to the issue as an alternative to mass cull. The “Life WolfAlps” protocol has been endorsed by the public administrations and park institutions of Northern Italy, France, Slovenia, and Austria. Such bodies will work, at least until September 2024, to improve the coexistence of this controversial species and the people living and working in the Alps, by developing and implementing shared actions to guarantee the long-term conservation of the wolf in the area. Masséglia’s film is only the first part of the

The project by GAD & Chrysalide, which has earned – back in September – the recognition as “Best Documentary” at the Golden Bee International Children’s Film Festival of India, is a remarkable slice of life in the mountain area between France (with its Mercantour National Park) and Italy (with its Ligurian Alps natural park). An area that hides stupendous natural treasures. “Naïs au pays des loups” is a dish to be enjoyed by all, at any age. It is the story of an incredible connection between a father and child who choose to familiarize themselves with the wild, fully making it a part of their daily dimension, and zeroing the distance from it. The film is also the occasion to discuss the condition of the wolf,

journey. “This was not my private experience – specified the director and protagonist at the end of the shooting in Tenda last month – although the images give the impression I am raising my daughter alone. Every frame of this first 52-minute version is the work of the entire team that joined me on this adventure”. The team included, in particular, Thierry Barra, Naïs’ godfather, and Florent Adamo, both nature photography experts. “The story doesn’t stop here – explained Masséglia – and a new 90-minute version should come out in theatres in 2023. A new script and new editing will generate a different film on the same adventure”. In fact, it will include numerous evocative shots and sequences that were not used in this initial version.

Crédits :

NAÏS IN THE LAND OF WOLVES A film by Rémy Masséglia Produced by Jean Luc Millan Narrated by Pascal Vasselin and Mathias Malzieu Music by Gwenn Masséglia Film editor: Sébastien Bonnefon Screenwriter: Marc Wels Photography: Rémy Masséglia, Florent Adamo, Thierry Barra, Mathieu Echeverri, and Marie Amiguet Editor-in-chief: François Guillaume With the participation of france.tv In partnership with the CNC, the Prince Albert II of Monaco Foundation, the Mercantour National Park, the Nouvelle Aquitaine Regional Office, the City of Breil-sur-Roya, piegephotographique.fr, Sud Nature Equipement, CAMP - CASSIN, and Petit Bivouac.

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Rémy Masséglia est un photographe, vidéaste, cinéaste, originaire de Breil sur Roya, animé d’une véritable passion pour la nature, en particulier celle de son territoire, la Vallée de la Roya, avec le parc du Mercantour et les Alpes Maritimes. Nous avons déjà rencontré Rémy lors de l'édition d'automne 2016, à l'occasion de la présentation du documentaire « The Marvels of Clarence Bicknell » dédié au célèbre archéologue, botaniste et peintre anglais qui vécut à Bordighera, et tourné entre la Vallée des Merveilles, avec ses gravures rupestres, Casa Fontanalba à Casterino et bien sûr Bordighera. Aujourd'hui, Masséglia présente un film documentaire, « Naïs au pays des loups », racontant l'histoire de sa fille qui grandit au contact de la nature de ces lieux extraordinaires. L'histoire est celle d'un père, le réalisateur Rémy Masséglia, qui décide de partir avec sa fille à la découverte du

France et l'Italie, une terre de petits villages nichés dans les montagnes et une nature riche en flore et en faune. Ici, Naïs, portée dans le sac à dos de son père et lors de leurs bivouacs en toutes saisons, aura la chance d'apprendre à connaître la nature, les plantes, les arbres, de toucher leurs feuilles, leurs troncs, d'apprendre les sons de la forêt et d'apprécier ses silences. Les deux voyageurs rencontreront des oiseaux, des bouquetins, des cerfs, des chamois, des reptiles et une grande variété d'insectes. Et puis le loup, qui a trouvé un habitat idéal sur les hauteurs du Mercantour. Le projet de GAD & Chrysalide, qui a remporté le prix du « Meilleur documentaire » au Golden Bee International Children's Film Festival en Inde en septembre de cette année, laisse entrevoir, de manière extraordinaire, la vie sauvage dans la zone montagneuse entre la France, avec son parc du Mercantour,

inévitablement. Le projet international « Life Wolf Alps » a été lancé en 2019 dans le but de proposer des solutions efficaces au problème comme alternatives à l'abattage massif des exemplaires présents. Le protocole « Life Wolf Alps » a été signé par les administrations publiques et les autorités des parcs du nord de l'Italie, de France, de Slovénie et d'Autriche. Jusqu'en septembre 2024 au moins, le protocole prévoit de travailler à des solutions visant à améliorer la coexistence entre cette espèce controversée et les personnes qui vivent et travaillent dans les Alpes en élaborant et en mettant en œuvre des actions partagées pour assurer la conservation à long terme du loup sur son territoire. Le film de Masséglia n'est que la première partie d'un voyage. « Je n'ai pas fait cette aventure seule », a déclaré le réalisateurprotagoniste en marge de la projection du

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NAÏS AU PAYS DES LOUPS

Mercantour, le parc national le plus sauvage de France. Avant d'être diffusé sur France 3 le 16 décembre, ce film documentaire a été présenté en avant-première début novembre au cinéma Bégo de Tenda, où il a été acclamé. La nature extraordinaire de cette histoire est que cette petite fille n'a qu'un an lorsque le voyage commence et que l'expérience durera 24 mois. La narration du film de Rémy Masséglia, produit par Grand Angle Productions GAD & Chrysalide avec la collaboration de France Télévisions, commence par la fin, lorsque la petite fille aborde l'école pour la première fois. L'école des salles de classe, des bureaux et des enseignants. Nous sommes dans la Vallée de la Roya, à la frontière entre la

et l'Italie, avec le parc Alpi Liguri. C'est une région qui cache de merveilleux trésors naturels et « Naïs au pays des loups » en offre un avant-goût à découvrir, à tout âge. C'est l'histoire d'un lien exceptionnel entre un père et une fille qui décident de se familiariser avec la nature, en l'accueillant complètement dans leur quotidien pour abattre les distances. Le film est également un prétexte pour parler de la condition du loup, un animal mystérieux et fascinant, historiquement le catalyseur de peurs ancestrales et de contes contre nature qui le dépeignent comme potentiellement dangereux. Depuis des années, un débat a lieu sur la manière de le faire coexister avec les élevages d'animaux et de limiter les dommages qu'il cause

film le mois dernier à Tenda, « même si les images donnent l'impression que j'élève seul ma fille. Chaque image capturée dans cette première version de 52 minutes est quelque chose qui appartient à toute l'équipe qui m'a accompagné dans cette aventure ». L'équipe comprenait notamment Thierry Barra, le parrain de Naïs, et Florent Adamo, tous deux spécialistes de la photographie de nature. « L'histoire ne s'arrêtera pas là », explique Masséglia, « et une nouvelle version de 90 minutes du film devrait sortir sur grand écran en 2023. Une nouvelle écriture et un nouveau montage nous attendent pour un autre film sur la même aventure. » De nombreux plans et images évocateurs n'ont en effet pas été utilisés dans cette première version. SANREMO . IT

www.gad-distribution.com

Un film de Rémy Masséglia Produit par Jean Luc Millan Raconté par Pascal Vasselin avec Mathias Malzieu Sur une musique de Gwenn Masséglia Chef monteur Sébastien Bonnefon Scénariste Marc Wels Images Rémy Masséglia, Florent Adamo, Thierry Barra, Mathieu Echeverri et Marie Amiguet Rédacteur en chef François Guillaume Avec la participation de france.tv En partenariat avec le CNC, la Fondation Prince Albert II de Monaco, le Parc national du Mercantour, La Région Nouvelle Aquitaine, La Ville de Breil-sur-Roya, piegephotographique.fr, Sud Nature Equipement, CAMP - CASSIN et Petit Bivouac.

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Simona Maccaferri Foto © Riserva Bianca

La stagione che è appena iniziata è quella della rinascita per Limone Piemonte e per l’intero comprensorio della Riserva Bianca, dopo i danni causati dalla tempesta Alex dell’ottobre 2020 e dopo un’annata drammatica per le attività ricettive a causa del Covid. Ora si riparte, con il cuore colmo di emozione e speranza per il futuro. La Riserva Bianca con i suoi oltre 80 chilometri di piste è pronta ad ospitare gli appassionati di sci e non solo. “Quest’anno partiamo con tanta gioia – commenta l’amministratore delegato della Riserva Bianca Antonella Zanotti – e tanta voglia di ricominciare, sia da parte nostra che dei nostri clienti, che non vedono l’ora di sciare. Non solo, oltre che con i nostri impianti rimessi a posto dopo la tragedia della Tempesta Alex, ci presentiamo quest’anno con un nuovo Snow Park nella zona del Sole con tre piste, una per i bambini, una per coloro che hanno capacità medie e una per gli esperti. E non è tutto perché siamo pronti a festeggiare la ripresa della stagione sciistica con un evento a cui parteciperanno tutti coloro che ci sono stati vicino, compreso il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che si è dato molto da fare per le stazioni sciistiche”.

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La Riserva Bianca permette di sciare sia a chi per la prima volta si affaccia a questo sport sia a chi è più esperto e vuole tentare il fuoripista. Nella zona cosiddetta del Maneggio, i più piccoli possono divertirsi con il tapis roulant, tanti altri giochi e possono imparare a sciare con i maestri della Scuola Sci che sono considerati tra i migliori dell'intera Regione Piemonte. Il comprensorio può contare su 80 km di piste, 1 cabinovia, 11 seggiovie (6 quadriposto e 5 biposto) e 3 sciovie. Presenti tutte le tipologie di piste, da quelle più adatte ai principianti, come il “Carosello” di Limone 1400 o le piste della conca di San Lorenzo a Limonetto, la bellissima Cabanaira, fino a quelle per gli sciatori più esperti, già teatro di importanti competizioni nazionali e internazionali, come la “Guido Machetto”, la “Giorgio Armand”, la ”Alpetta” o l’Olimpionica. La maggior parte delle piste sono larghe e adatte alla maggior parte degli sciatori. Fondamentali per ogni buon sciatore sono le oltre dieci baite che accolgono sciatori, snowboarder e appassionati per un buon pranzo in quota su meravigliose

terrazze con panorama sulle Alpi, assaporando le prelibatezze della cucina e dei vini piemontesi, per uno spuntino ristoratore, una veloce colazione o semplicemente per un momento di relax. Pur non essendo transitabile la statale 20 fino al colle di Tenda, da quest’anno Limone e le piste saranno raggiungibili anche da uno speciale treno della neve che per tutto l’inverno, dal 12 dicembre in poi, farà la spola tra Limone e Tenda con 3 partenze alla mattina e 3 nel pomeriggio. A queste corse vanno aggiunte le 2 corse giornaliere fra Limone e Ventimiglia e viceversa. All’arrivo a Limone, sono previsti pullman navetta gratuiti per le piste del comprensorio Riserva Bianca. Limone Piemonte e le sue piste innevate saranno il luogo ideale dove trascorrere le lunghe feste di Natale e Capodanno con tanti eventi e con la classica fiaccolata in notturna dei maestri di sci. Per non dimenticare i tanti eventi che fanno da corollario alla stagione invernale e che attirano ogni anno migliaia di turisti non solo italiani e francesi ma anche dai paesi del Nord Europa che apprezzano notevolmente le piste della Riserva Bianca.

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THE RISERVA BIANCA The season recently underway is one of rebirth for Limone Piemonte and the entire Riserva Bianca (white resort) ski resort, after the damage caused by the storm Alex in October 2020 and a dramatic year for the reception business due to COVID. It is now time to restart, with a heart full of emotion and hope for the future. Riserva Bianca, with its 80-plus km of slopes, is ready to host ski enthusiasts and tourists alike. “This year we are all full of joy – states Riserva Bianca CEO Antonella Zanotti – and will to start again. Both us and our clients, who cannot wait to ski. Not only: as well as the facilities we have fixed after the tragic storm Alex, this year we have a new Snow Park in the Sole (sun) area, with three slopes – one for children, one for mid-level users, and one for experts. What’s more, we are ready to celebrate the return of the ski season with an event gathering all of those who supported us, including the President of the Piedmont regional administration Alberto Cirio, who worked hard for ski resorts”. Riserva Bianca allows anyone to practice this sport: both novices and experts looking to try an off-piste. In the so-called Maneggio (stables) area, the little ones can have fun with our treadmills and many other games, or can learn to ski from our Ski School instructors, who are considered among the best in the Region. The resort includes 80 km of slopes, 1 gondola lift, 11 chairlifts (6 four-seaters and 5 two-seaters), and 3 ski lifts. It includes every kind of slope, from ones for novices – like the “Carosello” of Limone 1400,

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the pistes of the San Lorenzo a Limonetto basin, or the fabulous Cabanaira – to ones for more expert skiers, which have hosted national and international competitions in the past: “Guido Machetto”, “Giorgio Armand”, “Alpetta”, and “Olimpionica”. Most slopes are broad and suitable for a wide range of skiers. A fundamental ingredient for every good winter sportsman is the hutch – dozens are available – welcoming skiers, snowboarders, and enthusiasts for a delicious high-altitude lunch with a view of the Alps, including the delicious Piedmont cuisine and wines. The place for a replenishing snack, a quick breakfast, or simply a moment to relax. Although reaching Limone from Colle di Tenda is not possible through state road n° 20, starting this year Limone and the slopes may be reached with a special snow train – running from 12 December and for the entire winter season – connecting Limone and Tenda with 3 rides in the morning and 3 in the afternoon, along with the 2 daily rides connecting Limone to Ventimiglia. Upon arrival in Limone, free shuttle buses will take you to the slopes of the Riserva Bianca resort. Limone Piemonte and its snowy slopes will be the ideal place to spend a long holiday between Christmas and New Year’s Eve, with a myriad of happenings including the classic nightly torchlight procession by the ski instructors. Not to mention the other events garnishing the winter season and attracting thousands of tourists– not only from Italy and France, but also from Northern Europe – who fall in love with the slopes of Riserva Bianca every year.


La saison qui vient de commencer est celle de la renaissance pour Limone Piemonte et pour toute la zone de la Riserva Bianca, après les dégâts causés par la tempête Alex en octobre 2020 et après une année dramatique pour les activités d'hébergement touristique en raison du Covid. Maintenant ça repart, avec un cœur plein d'émotion et d'espoir pour l'avenir. La Riserva Bianca, avec plus de 80 kilomètres de pistes, est prête à accueillir les passionnés de skis et pas seulement. « Cette année, nous démarrons avec une grande joie », commente l'administratrice déléguée de la Riserva Bianca, Antonella Zanotti, « et une grande envie de recommencer, tant de notre part que de celle de nos clients, qui ont hâte de rechausser les skis. En plus de la remise en état de nos remontées mécaniques après la tragédie de la tempête Alex, nous introduisons cette année un nouveau parc à neige dans la zone de Sole, avec trois pistes, une pour les enfants, une pour les personnes de niveau moyen et une pour les plus experts. Et ce n'est pas tout, car nous sommes prêts à fêter la reprise de la saison de ski avec un événement auquel participeront tous ceux qui nous ont été proches, y compris le président de la Regione Piemonte, Alberto Cirio, qui a tant fait pour les stations de ski ». La Riserva Bianca permet de skier tant aux personnes qui s’initient pour la première fois au ski qu’aux skieurs plus expérimentés qui souhaite tenter le hors-piste. Dans la zone dite Maneggio, les enfants peuvent s'amuser avec le tapis roulant et de nombreux autres jeux et apprendre à skier avec les moniteurs de l'école de ski qui sont considérés comme les meilleurs de toute la Regione Piemonte. Le domaine skiable compte 80 km de pistes, 1 téléphérique, 11 télésièges (6 quatre places et 5 deux places) et 3 téléskis. Le domaine

dispose de tous les types de pistes, des plus adaptées aux débutants, comme le « Carosello » de Limone 1400 ou les pistes du bassin de San Lorenzo à Limonetto et la très belle Cabanaira, à celles destinées aux skieurs de haut niveau et qui ont accueilli d'importantes compétitions nationales et internationales, comme la « Guido Machetto », la « Giorgio Armand », l’« Alpetta » ou l’« Olimpionica ». La plupart des pistes sont larges et conviennent à la plupart des skieurs. Indispensables pour tout bon skieur, plus d'une dizaine de refuges de montagne accueillent skieurs, snowboardeurs et passionnés de la montagne pour un bon repas en altitude sur de magnifiques terrasses avec vue sur les Alpes, pour savourer les délices de la cuisine et des vins piémontais, pour un en-cas, un petit déjeuner rapide ou simplement pour un moment de détente. Bien que la route nationale 20 ne soit pas praticable jusqu'au Col di Tenda, à partir de cette année, il sera possible d’accéder à Limone et aux pistes grâce à un train des neiges spécial, qui circulera entre Limone et Tenda pendant tout l'hiver, à partir du 12 décembre, avec 3 départs le matin et 3 l'après-midi. En plus de ces trajets, le service propose 2 trajets quotidiens entre Limone et Vintimille et vice versa. À l'arrivée à Limone, des navettes gratuites sont prévues pour arriver aux pistes du domaine skiable de la Riserva Bianca. Limone Piemonte et ses pistes enneigées seront le lieu idéal pour passer les longues vacances de Noël et du Nouvel An, avec de nombreux événements et la classique descente aux flambeaux nocturne des moniteurs de ski. Sans oublier les nombreux événements qui accompagnent la saison hivernale et qui attirent chaque année des milliers de touristes, non seulement d'Italie et de France, mais aussi des pays d'Europe du Nord qui apprécient beaucoup les pistes de la Riserva Bianca. SANREMO . IT

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LA RISERVA BIANCA

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Il Museo dello

Snowboard Luca Giovannetti Foto © Dino Bonelli Nella splendida cornice di Prato Nevoso, all’interno del Surf Shop, un noleggio di sci e snowboard, c’è qualcosa di inaspettato e straordinario: Il Museo Italiano dello Snowboard. Realizzazione privata di Dino Bonelli, che ha voluto dedicare un piano intero della sua attività per raccontare la sua passione di collezionista e il suo “lavoro” di ricercatore e storico dello snowboard per il nostro paese. Una collezione che oggi si annovera tra le prime tre al mondo per quantità e qualità del materiale esposto. Da vero collezionista, negli anni Bonetti ha saputo raccogliere decine, centinaia di tavole da tutto il mondo, dalle più usate alle più rare, con foto e dettagli per raccontare la storia del primo ventennio (1966 - 1988) di questo sport, diventato disciplina olimpica nel 1998 a Nagano (Giappone). Dino siamo senza parole, ci sono tavole di ogni tipo e per tutte le occasioni. Da dove è nata questa sua passione? Fin da bambino ho provato a cavalcare quelli che all’epoca (1980 circa) erano chiamati “Skate da neve”, poi nel 1985 ho iniziato a usare uno snowboard vero e proprio, risultando uno dei primi italiani a farlo. Negli anni ho sempre praticato tantissimo, diventando anche maestro di snowboard (oltre che di sci), e ho sempre conservato le mie tavole, arrivando ad averne una decina. Poi a fine inverno 2000, un po’ per caso, a Salt Lake City, conosco il più grosso collezionista al mondo, con cui inizio uno scambio che in breve tempo mi porta a raddoppiare la mia ancor piccola collezione. Negli anni, inizialmente anche con l’avvento di e-bay, incremento il numero degli snowboard e acquisisco informazioni, soprattutto dagli USA e dalla Francia,

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arrivando dopo una decina d’anni a oltrepassare il centinaio di tavole differenti, che fin dall’inizio espongo, più o meno con criterio, sulle pareti del mio negozio. Ci racconta come è nato questo sport? Nel 1966, Sherman Poppen, un operaio di una ditta che produce piste da bowling in Michigan (USA), avendo la possibilità professionale e le macchine per deformare il legno, prima come gioco per i propri figli e poi per essere commercializzato, crea lo Snurfer, nome derivante da Snow (neve) e surfer (surfista). Questo è un asse di un metro circa di lunghezza e quasi 20 cm di larghezza, ricurvo e con una cordicella sulla punta per tenersi. Un giocattolo su cui posizionarsi in piedi trasversalmente e scivolare sulla neve, simulando il gesto dei surfisti sulle onde dell’oceano. Quasi tutti i pionieri di questo sport sono passati dallo Snurfer e qualcuno è approdato sulla neve importando direttamente disegni e idee derivanti dal surf da onda. Così fu per Jake Burton, Tom Sims e Chuck Barfoot delle omonime aziende tutt’ora produttrici, ma ci furono anche molti pionieri che produssero solo per qualche anno e poi smisero, come Slicker, Snowtech e Storm. In Europa i primi ad adottarlo furono i francesi, e tra loro Regis Rolland (Apocalypse snowboard) e Serge Dupraz (Hot snowboard) poi man mano tutti gli altri. Come è nata l’idea del museo? Quando nel 2000 iniziai a scambiare tavole, prima italiane e poi europee, con il grosso collezionista americano, che in cambio mi mandava quelle prodotte negli USA e in Canada, volevo sapere tutto sugli snowboard che mi passavano

per le mani, così iniziai anche a cercare articoli di giornale, foto d’epoca e qualsiasi pezzo o informazione che mi servisse a capire l’evoluzione di questo sport. Ben presto fui invitato (primo e allora unico italiano) ai raduni di Vintage Snowboard in California e in Austria, conoscendo diversi personaggi che hanno fatto la storia di questo sport, e ognuno di questi ha contribuito, con foto, giornali, materiale originale e con informazioni, alla “raccolta” che stavo facendo. A quel punto esponendo tutto, e sempre più coordinatamente, sui muri e al primo piano del mio negozio, il passo è stato breve e logico. Le sue tavole coprono un arco di tempo che va dal 1966 al 1988, c’è una tavola che ha una storia particolare? Qual è la sua preferita? Un collezionista raramente ha un pezzo preferito, diciamo che ne ama qualcuno più di altri e nel mio caso potrei stringere ad almeno una decina di snowboard (nel museo sono esposte 220 tavole di 12 differenti nazioni). Tra questi di sicuro la BB1 della Burton (1979), un legno, ancora stretto, che fece passare Burton dal surfing allo snowboard. Poi, per sinuosità delle forme, adoro tutte le Winterstick (1980-1986), tavole made in Utah nate principalmente per la neve fresca e molto polverosa tipica di quella zona. Sono particolarmente legato anche a due Moss (tavole giapponesi del 1983 e 1984), e anche ad una Circle One (Inghilterra, 1984) che è una “copia” perfetta delle già citate Winterstick. Infine. Ma non potrei non inserire in questo mini-gruppo di predilette la piccola Barfoot nera (1982) che mi è stata data direttamente dal mitico Chuck nella sua officina di Ventura, in California.


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Sono rimasto colpito da un particolare che vorrei ci spiegasse: le pinne degli snowboard. Fin dai primi Snurfer, e poi in tutte le produzioni almeno fino al 198485, per dare direzionalità all’attrezzo, scopiazzando le tavole da surf da onda, sotto la tavola, in centro o sui lati, si mettevano pinnette metalliche. Poi, nel 1984, ai campionati del mondo di Breackenridge, in Colorado, si verificò un fatto che divenne epocale. Poco prima della partenza della sua manche di slalom gigante, Tom Sims grande pioniere, produttore ed atleta, prese un cacciavite e iniziò a togliere le pinnette laterali del suo Sims Fe Pro nero. Tutti pensavano fosse impazzito, ma lui, sotto, ai bordi della soletta, scopiazzando dallo sci, aveva messo le lamine. Corse e vinse, dimostrando l’inutilità delle pinnette a confronto di uno spigolo metallico netto e piatto (la lamina appunto) che rendeva più facile la guida dello snowboard aumentando anche la tenuta laterale su nevi più dure. Un fatto che alla luce di oggi sembra banale, ma che rivoluzionò completamente il mondo dello snowboard.

snowboard possa avere ulteriori sviluppi, ma le grandi innovazioni non sono riconoscibili fin che non avvengono, e questo la storia ce lo insegna.

Esistono altre musei simili? In Europa c’è un bel museo in Germania e uno in Olanda, mentre in Francia, in Austria e in Svizzera ci sono tanti collezionisti privati, ma nessuna esposizione aperta al pubblico. Negli Usa ci sono lo Utah Snowboard Museum di Salt Lake City, il Colorado Ski and Snowboard Museum a Vail e uno simile nel Vermont. Molto bello è il Burton Archive nell’omonima sede di Burlinyon VT, dove però, ovviamente, è esposta solo la storia legata a questo impareggiabile marchio. A Whistler, in British Columbia, c’è il Canadian Snowboarding Museum unica esposizione pubblica di questo paese. In Giappone ci sono diversi buoni collezionisti ma anche qui non dovrebbero esserci musei dedicati. L’ Australian Snowboard Association, partecipa a fiere itineranti esibendo qualcosa sulla storia dello snowboard, ma con pochi pezzi di valore e poca logica espositiva.

Ma il museo ha un nome? Come possiamo vederlo da casa? Siamo su Facebook come Museo Italiano dello Snowboard e li, specie durante l’inverno, ogni settimana presentiamo almeno una tavola o un pezzo relativo alla sua storia.

Da esperto di snowboard, lei più di tutti può azzardare quale sarà la sua evoluzione di questo sport da qui a 5-10 anni? Lo snowboard sta vivendo un periodo stazionario, anche a causa delle “nuove” varianti dello sci, tipo il freeride e il freestyle, che gli sottraggono potenziali utenti. Tecnicamente non credo che lo

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Dino Bonelli, di professione commerciante, nella stagione invernale, 7 giorni su 7 con gli orari che seguono quelli delle piste, anche nello sci notturno, collezionista appassionato di tavole da snowboard e curatore del museo, ideatore di eventi come lo Spring Splash e Sunset Running Race (gara di corsa a piedi su neve). Alla fine delle stagione si riposa, ricerca tavole o si dedica a qualche altra passione? Con il livello tecnico raggiunto dal museo, per migliorare la sua qualità devo imbattermi in pezzi realmente rari che normalmente non si trovano né sui canali di scambio né tantomeno su e-bay. Qualche rarità mi può arrivare grazie a generose donazioni (quest’anno ce ne sono state addirittura due) o in cambi mirati con altri collezionisti. In tutti i casi non mi danno più a cercare l’introvabile, se arriva qualcosa bene, altrimenti pazienza e mi godo le stagioni calde andando in giro per il mondo a fare il fotografo di sport e viaggi.

Grazie Dino per avere risposto alle nostre domande, per il suo tempo e complimenti ancora per il suo museo, che ricordiamo, d’inverno è aperto tutti i giorni dalle 8 alle 19, ad ingresso contingentato e gratuito.

THE SNOWBOARD MUSEUM Inside the Surf Shop – a ski and snowboard rental shop over the beautiful backdrop of Prato Nevoso – there is something unexpected and remarkable: the Italian Snowboard Museum. A private creation by Dino Bonelli, who wished to dedicate an entire floor of his business to share his collector’s passion and his “work” as a snowboard researcher and historian in our country. A collection among the best in the world in terms of quantity and quantity of the material on show. As true collectors do, Bonetti has been able to collect dozens, hundreds of boards from all around the world, from the most popular to the rarest, which he paired with photographs and descriptions to tell the history of the first 20 years or so (1966-1988) of this sport, which became an Olympic event in 1998, in Nagano (Japan). Dino, we are speechless. There are boards of any kind and for every occasion. How was this passion born? Ever since I was a child, I tried to ride the wave of what were known as, at the time (around 1980) “snow skateboards”. Then, in 1985 I started using a real snowboard, becoming one of the first Italians ever to do so. I practiced consistently over the years, and also became a snowboard (and ski) instructor. I always kept my boards, and ended up owning a dozen. Then, at the end of the winter, in 2000, I almost unexpectedly met the greatest collector in the world in Salt Lake City. I started trading with him, and doubled my collection, which was still small. As the years went by, initially thanks to the coming of eBay, my snowboard count increased and I started


gathering information, especially from the US and France. After a decade or so, my collection rose to over 100 different boards, which I exhibit from the start – in a more or less organized fashion – on the walls of my shop. Can you tell us how this sport was born? In 1966, Sherman Poppen – a labourer for a bowling alley manufacturer in Michigan (USA) – used his professional skills and the wood-bending machines at his disposal to create – initially as a toy for his children, then as a commercial product – the Snurfer, a combination of “snow” and “surfer”. The board was about 1 metre long and 20 cm wide, with a curved nose and a lanyard on the tip to hold onto it. A toy to stand on with your feet pointing sideways and slide along the snow, mimicking a surfer riding a wave. Nearly every pioneer of this sport started with the Snurfer, and some came to the snow taking with them designs and ideas from surfing. This goes for Jake Burton, Tom Sims, and Chuck Barfoot, of the homonymous companies that are still active today, but even many other founding fathers who were only around for a few years, like Slicker, Snowtech, and Storm. The French were the first to use them in Europe. They included Regis Rolland (Apocalypse snowboards) and Serge Dupraz (Hot snowboards), who paved the way for many more. How did the idea of a museum come about? When I began trading boards – at first Italian, then European – in 2000 with that big American collector – who sent me the ones Made in USA and Canada in exchange – I wanted to know all about them, so I started to also look for newspaper articles, vintage photos, and any item or information that could help me understand the evolution of this sport. I was soon invited (as the first and only Italian at the time) to the Vintage Snowboard conventions in California and Austria, and got to know different characters who made the history of this sport. Each of them contributed – with pictures, newspapers, original products, or information – to my “project”. At that point, showing it all – and in a growingly organized manner – on the walls and the top floor of my store was the natural and logical next step. Your boards include a period from 1966 to 1988. Is there a board with a special story? Which is your favourite? A collector rarely has a favourite item. You can say we love some more than others, and in my case, I can restrict the pool to at least a dozen snowboards (the museum hosts 220 boards from 12 different countries). These definitely include the BB1 by Burton (1979), a wooden board – still narrow – that marked Burton’s transition from the ocean to the snow. Then, given the sinuosity of their shapes, I adore all the Winterstick boards (1980-1986), Made in Utah and born primarily for the fresh and grainy snow typical of that area. I am also especially

attached to two Moss (Japanese boards from 1983 and 1984) and a Circle One (UK, 1984), which is a perfect “imitation” of the aforementioned Winterstick. Finally. But I cannot help including in this small elite the little black Barfoot (1982) given to me directly by the legendary Chuck at his workshop in Ventura, California. I was struck by a detail I would like you to explain: the snowboard fins. Ever since the first Snurfers, and for all boards manufactured at least through 1984-85, small metal fins were added under the board, at the centre or sides, mimicking the ones found on surfs. Then, at the 1984 World Cup in Breckenridge, Colorado, an epochal event occurred. Just before the start of his giant slalom run, Tom Sims – a great pioneer, manufacturer, and athlete – used a screwdriver to remove the side fins from his black Sims Fe Pro. Everyone thought he was crazy, but, instead, he had simply added steel edges – copying the ones on skis – to the soles. He raced and won, proving how useless the fins were in comparison to a sharp and flat metal edge, which made the ride easier and improved grip on harder snow as well. This may seem obvious today, but at the time it completely revolutionized the snowboarding world. Do other similar museums exist? In Europe, we have a pretty museum in Germany and one in The Netherlands, while there are lots of private collectors in France, Austria, and Switzerland, but no open exhibition. In the US, there are the Utah Snowboard Museum in Salt Lake City, the Colorado Ski and Snowboard Museum in Vail, and a similar museum in Vermont. The Burton Archive in the homonymous HQ in Burlington, VT, is also quite nice, though of course it only shows pieces related to the history of this unparalleled brand. In Whistler, British Columbia, there is the Canadian Snowboarding Museum – the only public exhibition in Canada. Japan hosts several strong collectors, but I don’t recall that there are any specific museums. The Australian Snowboard Association takes part in travelling shows, offering a few elements

of snowboarding history, but with only a few valuable pieces and a poor exhibition logic. As a snowboarding expert, perhaps you above all can dare to predict the evolution of this sport over the next 5-10 years? Snowboarding is experiencing a stationary time, also due to the “new” variants of skiing, such as freeride and freestyle, which “steal” potential users. Technically speaking, I don’t believe the snowboard can advance further, but great innovations are only recognizable when they come, as history tells us. Dino Bonelli, a shopkeeper in the winter season, 7 days out of 7, following the opening times of the slopes, including night skiing – and a snowboard collector and curator of the museum, as well as the creator of events such as the Spring Splash and the Sunset Running Race (a snow running race). At the end of the season, do you rest, look for boards, or dedicate time to some other passion? With the technical level the museum has reached, I need to improve its quality by seeking truly rare pieces that you can’t normally find on the swap market, let alone eBay. I do receive a few rare items from generous donors (as many as two this year!) or through specific trades with other collectors. In any case, I don’t go crazy trying to look for the Holy Grail anymore. If something comes, I’m happy. Otherwise, I don’t stress out, and enjoy the warm season by touring the world as a sports and travel photographer. Does the museum have a name? How can we check it out from home? We are on Facebook as the Museo Italiano dello Snowboard (Italian Snowboard Museum), and use the page to present – especially during the winter – at least one board or historical item per week. Thank you Dino for having answered our questions and for your time. And once again, congratulations on your museum, which – let us remind the readers – is open every day in the winter from 8 a.m. to 7 p.m., with free entry and limited capacity. SANREMO . IT

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LE MUSÉE DU SNOWBOARD Dans le magnifique décor de Prato Nevoso, à l'intérieur du Surf Shop, un magasin de location de skis et de snowboards, se trouve quelque chose d'inattendu et d'extraordinaire : le musée italien du snowboard. Une réalisation privée de Dino Bonelli, qui a voulu consacrer un étage entier de son activité à l’histoire de sa passion de collectionneur et de son « travail » de chercheur et d'historien du snowboard pour notre pays. Sa collection qui se classe aujourd'hui parmi les trois premières au monde pour la quantité et la qualité du matériel exposé En véritable collectionneur, M. Bonetti a rassemblé au fil des ans des dizaines, voire des centaines de planches du monde entier, des plus utilisées aux plus rares, avec des photos et des détails pour raconter l’histoire des vingt premières années (1966 - 1988) de ce sport, devenu discipline olympique en 1998 à Nagano (Japon). Dino, nous sommes sans voix, il y a des planches de tous types et pour toutes les occasions. D'où vous est venue cette passion ? Dès mon enfance, j'ai essayé de dévaler les pentes sur ce qu'on appelait à l'époque (autour de 1980) des « planches à neige », puis en 1985 j'ai commencé à utiliser un vrai snowboard ; j’ai fait partie des premiers

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Italiens à pratiquer ce sport. Au fil des ans, j'ai toujours beaucoup pratiqué, devenant également moniteur de snowboard (ainsi que de ski), et j'ai toujours gardé mes planches, jusqu’à en posséder une douzaine. Puis, à la fin de l'hiver 2000, un peu par hasard, à Salt Lake City, j'ai rencontré le plus grand collectionneur du monde, avec qui j'ai entamé un échange qui m'a rapidement amené à doubler ma collection encore petite à l’époque. Au fil des ans, et d'abord avec l'avènement d'eBay, j'ai augmenté le nombre de snowboards et acquis des informations, notamment en provenance des États-Unis et de France. Après une dizaine d'années, je suis arrivé à posséder plus d'une centaine de planches différentes, que j'expose, de manière plus ou moins organisée, sur les murs de mon magasin depuis le début. Pouvez-vous nous raconter comment ce sport est né ? En 1966, Sherman Poppen, ouvrier dans une entreprise de fabrication de pistes de bowling dans le Michigan (USA), ayant la possibilité professionnelle et les machines appropriées pour déformer le bois, crée le Snurfer, un nom dérivé de Snow et surfer, d'abord comme jeu pour ses enfants puis pour la commercialisation. Il s'agit d'une planche d'environ un mètre de long et de près de 20 cm de large, cintrée et munie d'une ficelle à son extrémité pour s'y accrocher. Un jouet sur lequel se tenir transversalement et glisser sur la neige, simulant le geste des surfeurs sur les vagues de l'océan. Presque tous les pionniers de ce

sport sont passés par le Snurfer et certains sont arrivés sur la neige en important directement des designs et des idées du surf des vagues. Ce fut le cas de Jake Burton, Tom Sims et Chuck Barfoot des sociétés du même nom qui produisent toujours, mais il y a eu aussi de nombreux pionniers qui n'ont produit que quelques années puis ont arrêté, comme Slicker, Snowtech et Storm. En Europe, les premiers à l'adopter ont été les Français, dont Régis Rolland (Apocalypse snowboard) et Serge Dupraz (Hot snowboard), puis progressivement tous les autres. Comment est née l'idée du musée ? En 2000, lorsque j'ai commencé à échanger des snowboards, d'abord italiens puis européens, avec le grand collectionneur américain qui, en échange, m'envoyait des planches fabriquées aux États-Unis et au Canada, j'ai voulu savoir tout ce qui concernait les snowboards sur lesquels je pouvais mettre la main. J'ai donc également commencé à rechercher des articles de journaux, des photos d'époque et toute information susceptible de m'aider à comprendre l'évolution de ce sport. J'ai été invité assez vite (le premier et, à l’époque, le seul Italien) à des rassemblements de Vintage Snowboard en Californie et en Autriche. J’ai ainsi pu rencontrer plusieurs personnages qui ont fait l'histoire de ce sport, et chacun d'entre eux a contribué, avec des photos, des journaux, du matériel original et des informations, à la « collection » que j'étais en train de constituer. À ce moment-là,


Vos planches couvrent une période de temps allant de 1966 à 1988, y a-t-il une planche qui a une histoire particulière ? Quel est votre préférée ? Un collectionneur a rarement une pièce préférée, disons qu'il en aime certaines plus que d'autres, et dans mon cas, j'ai pu réduire mon choix à au moins une douzaine de planches (le musée compte 220 planches de 12 pays différents). Parmi elles, il y a certainement la BB1 de Burton (1979), une planche encore étroite, qui a fait passer Burton du surf au snowboard. Ensuite, pour la sinuosité des shapes, j'adore toutes les Winterstick (1980-1986), des planches fabriquées dans le Utah, nées principalement pour la neige fraîche et très poudreuse typique de cette région. Je suis également particulièrement attaché à deux planches Moss (planches japonaises de 1983 et 1984), ainsi qu'à une Circle One (Angleterre, 1984) qui est une « copie » parfaite des Winterstick mentionnées précédemment. Enfin. Mais je ne pouvais pas ne pas inclure dans ce petit groupe des favorites la petite Barfoot noire (1982) qui m'a été donnée directement par le légendaire Chuck dans son atelier de Ventura, en Californie. J'ai été frappé par un détail que j'aimerais que vous nous expliquiez : les dérives des snowboards. Dès les premiers Snurfers, puis dans toutes les productions au moins jusqu'en 198485, des dérives métalliques étaient placées sous la planche, au milieu ou sur les côtés, pour lui conférer directionnalité, à la façon des planches de surf de vague. Puis, en 1984, lors des championnats du monde de Breackenridge, dans le Colorado, il s'est passé un événement qui a fait date. Juste avant le début de sa manche de slalom géant, Tom Sims, le grand pionnier, producteur et athlète, a pris un tournevis et a commencé à retirer les dérives latérales de son Sims Fe Pro noir. Tout le monde pensait qu'il était devenu fou, mais lui, en dessous, sur les bords de la semelle, il avait mis des carres, qui s’inspiraient du ski. Il a participé à la compétition et l’a remporté, démontrant ainsi l'inutilité des dérives par rapport à une arête métallique plate et tranchante (la carre) qui facilite la conduite du snowboard et augmente l'adhérence latérale sur la neige dure. Un fait qui, aujourd'hui, semble insignifiant, mais qui a complètement révolutionné le monde du snowboard. Existe-t-il d'autres musées similaires ? En Europe, il existe un beau musée en Allemagne et un autre en Hollande, tandis qu'en France, en Autriche et en Suisse, il y a de nombreux collectionneurs privés, mais aucune exposition ouverte au public. Aux

États-Unis, il existe le Utah Snowboard Museum à Salt Lake City, le Colorado Ski and Snowboard Museum à Vail et un musée similaire dans le Vermont. Les Burton Archive, à Burlinyon VT, sont très belles, mais bien sûr, seule l'histoire de cette marque incomparable est exposée. À Whistler, en Colombie-Britannique, se trouve le Musée canadien du snowboard, la seule exposition publique de ce pays. Au Japon, il y a plusieurs bons collectionneurs, mais même là-bas non plus, je ne pense pas qu’il y ait des musées dédiés. L'Australian Snowboard Association, participe à des salons itinérants exposant un peu de l'histoire du snowboard, mais avec peu de pièces de valeur et peu de logique d'exposition. En tant qu'expert du snowboard, pouvezvous deviner comment ce sport va évoluer au cours des 5 à 10 prochaines années ? Le snowboard traverse une période stationnaire, en partie à cause des « nouvelles » variantes du ski, comme le freeride et le freestyle, qui lui enlèvent des utilisateurs potentiels. D’un point de vue technique, je ne pense pas que le snowboard puisse se développer davantage, mais les grandes innovations ne sont reconnaissables que lorsqu'elles se produisent, et c'est l’histoire qui nous l'enseigne. Dino Bonelli, commerçant de profession, pendant la saison d'hiver, 7 jours sur 7 avec des horaires qui suivent ceux des pistes, y compris le ski de nuit, collectionneur

passionné de snowboards et conservateur du musée, créateur d'événements tels que le Spring Splash et la Sunset Running Race (une course à pied sur la neige). À la fin de la saison, faites-vous une pause, recherchezvous des planches ou vous consacrez-vous à une autre passion ? Avec le niveau technique que le musée a atteint, pour améliorer sa qualité, je dois tomber sur des pièces vraiment rares que l'on ne trouve normalement pas sur les canaux d'échange ou même sur eBay. Certaines raretés peuvent me parvenir grâce à des dons généreux (cette année, il y en a même eu deux) ou à des échanges ciblés avec d'autres collectionneurs. Quoiqu’il en soit, je ne me donne plus la peine de chercher l'inaccessible. Si quelque chose se présente, tant mieux, sinon, tant pis, et je profite des saisons chaudes en parcourant le monde comme photographe sportif et de voyage. Mais le musée a-t-il un nom ? Comment pouvons-nous le voir de chez nous ? Nous sommes sur Facebook en tant que Musée italien du snowboard et là, surtout pendant l'hiver, nous présentons chaque semaine au moins une planche ou une pièce liée à son histoire. Merci Dino pour avoir répondu à nos questions, pour le temps que vous nous avez consacré et encore bravo pour votre musée, qui, rappelons-le, est ouvert tous les jours en hiver de 8h à 19h, avec une entrée gratuite et limitée.

Museo-Italiano-dello-Snowboard

en exposant tout et de manière toujours plus ordonnée, sur les murs et au premier étage de mon magasin, il n’a pas fallu beaucoup de temps pour sauter le pas car cela suivait la logique.

JAKE BURTON E DINO BONELLI


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Luca Giovannetti Foto © PratoNevoso.com

Tra le possibili destinazioni sciistiche degli appassionati della Riviera dei Fiori, c’è Prato Nevoso, una perla di assoluta bellezza e freschezza incastonata nella splendida cornice delle Alpi Liguri, in provincia di Cuneo. Nata alla fine degli anni Sessanta, a oltre 1.500 metri di altezza, sull’onda di una forte ricerca ligure per una stazione invernale facilmente e velocemente raggiungibile, dopo una buona partenza ha passato un periodo difficile negli anni Novanta, per la ripetuta scarsità di neve. Ha saputo però risollevarsi, rilanciandosi attraverso l’ammodernamento degli impianti di risalita, il potenziamento della rete di innevamento, l’illuminazione di due piste e la realizzazione di uno Snowpark per gli amanti dello snowboard.

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Oggi Prato Nevoso e il comprensorio Mondolé Ski, a seguito della tempesta Alex e gli ulteriori problemi del Tunnel di Tenda, risultano più facilmente raggiungibili dalla vicina Riviera Ligure. I numeri di Mondolé sono importanti: 130km di piste, di cui 97 per sci alpino, 34 impianti, 2 milioni di passaggi a stagione. L’offerta sciistica è rivolta maggiormente a una clientela di livello sciistico di media difficoltà per la relativa facilità delle sue piste, ma il richiamo turistico è notevole perché la stazione è situata in una zona molto soleggiata e calda. Prato Nevoso è anche Snowpark, uno dei primi nati nell’arco alpino e tra i cinque più belli d’Italia. Facilmente raggiungibile per la sua posizione centrale, la stazione offre una grande scelta di servizi: bar, rifugi, solarium e tanto altro. Lo Snowpark rimane aperto anche in notturna durante le vacanze natalizie e tutti i martedì, venerdì e sabato. All’interno si possono trovare linee Easy, Medium e un’area Jibbing, la capacità di scivolare su ostacoli vari, molto curata. Sono moltissimi anche gli eventi promossi a livello nazionale e internazionale.

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Una delle attrazioni più apprezzate è la possibilità di sciare in notturna sotto le stelle durante le tre aperture serali a settimana il martedì, il venerdì e il sabato, dalle 20 alle 23 (tutte le sere nel periodo natalizio): un fiore all’occhiello di Prato Nevoso. I più spericolati possono cimentarsi nelle discese in Snow Tubing all’interno di Prato Nevoso Village nelle serate di apertura. L’Après-Ski può iniziare con l’aperitivo del Borgo in un’atmosfera unica e vibrazioni delle selezioni musicali per proseguire nelle baite, sulle piste o nei ristoranti nel cuore del Borgo. Gli ingredienti base della Night Life di Prato Nevoso sono però sempre musica, animazione e divertimento contornati da una natura mozzafiato e da un cielo stellato. Per i più piccoli, nella splendida conca di Prato Nevoso, c’è il Village, con intrattenimento, animazioni, parco giochi, snow tubing, pista per Mini motoslitte e Adventure Park. Per i più grandi c’è un’area dedicata al relax. Tanti gli eventi che prendono vita a Prato Nevoso, si parte con l’apertura della stagione, l’Open Season Show,

normalmente il fine settimana dell’Immacolata a inizio dicembre, la ormai tradizionale festa di apertura che, grazie alla possibilità di sciare in notturna, si sviluppa di notte con tanti importanti ospiti e sorprese. Il calendario prosegue sempre più fitto con particolare attenzione per i più piccoli e per i disabili, che nel 2020 hanno qui visto realizzare la Coppa del Mondo, che rende ben chiara l’idea di quanto sia considerata importante l’accessibilità per tutti. Natale e Capodanno sono particolarmente intensi e così fino al momento di chiusura in primavera, con un evento veramente particolare e unico: lo Spring Splash; si scende, singolarmente o in gruppo, lungo la discesa di gara e si surfa in piscina! Riuscirete a non bagnarvi??? Se passate da Prato Nevoso non potete farvi mancare la visita al porticato della galleria commerciale, nella quale potrete trovare anche il Museo dello Snowboard, presentato proprio dopo questo articolo. Per approfondimenti e informazioni andate sul sito internet: www.pratonevoso.com


PRATO NEVOSO, THE FUN PLACE Among the possible ski destinations for Italian Riviera enthusiasts, there is Prato Nevoso (snowy field), a pearl of beauty and freshness embedded in the splendid landscape of the Ligurian Alps, in the province of Cuneo. Born in the late-60s, at 1,500 m a.s.l., in the wake of strong demand by the region for an easily and quickly reachable winter resort, Prato Nevoso had a good start, then suffered a crisis in the 1990s, given the repeatedly low amounts of snow. But it managed to get back on its feet by innovating the ski lifts, boosting the artificial snow system, adding lights to two of its slopes, and creating a snow park for snowboard freaks. Today, Prato Nevoso and the Mondolé Ski resort, following Storm Alex and the additional issues of the Tenda tunnel, are more easily reached from the nearby Italian Riviera. Mondolé has numbers: 130 km of slopes – including 97 for alpine ski, 34 ski lifts, 2 million users per year. Its package mainly targets mid-level skiers, given its relatively easy slopes, but tourists love it because it is found in a very warm and sunny area. Prato Nevoso is also known for its snow park, one of the first-ever in the Alpine range, and among the 5 best in Italy. Easily reached given its central position, the station offers a wide range of services: cafés, huts, sun decks, and much more. The snow park is also open in the evenings during the winter holidays and every Tuesday, Friday, and Saturday. It includes Easy and Medium runs, as well as an accurately designed Jibbing area, equipped with obstacles to slide on. It also hosts numerous national and international events. One of the main attractions is the possibility to ski under the stars during the said three evening opening days and during the Christmas holidays, from 8 p.m. to 11 p.m.: Prato Nevoso’s pride and joy. The craziest users may try the Snow Tubing slopes within the Prato Nevoso Village, on opening nights. The après-ski may begin with a local “Borgo” (village) aperitif in a unique atmosphere and to the beat of the music playlists, to then continue the night in the huts, on the slopes, or at the restaurants of the hamlet. The essential ingredients of Prato Nevoso nightlife are always music, animation, and fun, garnished with spinetingling nature and a star-studded sky. For the little ones, the basin of Prato Nevoso hosts the Village, which offers entertainment, a play park, snow tubing, a mini-snowcat track, and an Adventure Park, while adults can relax in a specific area. Prato Nevoso is the stage for a myriad of events. As the season kicks off, there is the Open Season Show, normally on the weekend of the Feast of the Immaculate

Conception early in December: now a traditional “nocturnal” event – thanks to the evening opening – featuring illustrious guests and surprises. The winter calendar gets growingly interesting, with a special focus on children and on the physically impaired, which took part in the World Cup here in 2020 – a proof of how accessibility for all is a priority at Prato Nevoso. Christmas and New Year’s Eve are particularly intense, and the rhythm stays fast until the springtime closure, marked by a truly distinctive event: the Spring Splash; where you can ski – individually or in a group – down the racing slope and surf in the pool! Will you manage to stay dry??? If you swing by Prato Nevoso, make sure you visit the shopping gallery, in which you’ll also find the Museo dello Snowboard (Snowboard Museum) that we shall present in the next article. For further details and information, visit the website: www.pratonevoso.com SANREMO . IT

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PRATO NEVOSO, THE FUN PLACE Parmi les destinations de ski possibles pour les amateurs de la Riviera dei Fiori, il y a Prato Nevoso, une perle de beauté et de fraîcheur absolue située dans le magnifique décor des Alpes liguriennes, dans la province de Cuneo. Née à la fin des années 1960, à plus de 1.500 mètres d'altitude, surfant sur la vague d'une forte demande en Ligurie pour une station d'hiver facile et rapide d'accès, elle a connu, après un bon départ, une période difficile dans les années 1990, en raison du manque répété de neige. Cependant, elle a su se relever, se relançant par la modernisation des remontées mécaniques, l'optimisation du réseau d'enneigement, l'éclairage de deux pistes et la création d'un Snowpark pour les amateurs de snowboard. Aujourd'hui, Prato Nevoso et le domaine skiable de Mondolé, après la tempête Alex et les problèmes du tunnel de Tenda, sont plus facilement accessibles depuis

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la Riviera ligurienne toute proche. Les chiffres de Mondolé sont importants : 130 km de pistes, dont 97 pour le ski alpin, 34 remontées mécaniques, 2 millions de passages par saison. L'offre pour le ski s'adresse principalement à une clientèle de niveau de difficulté moyen en raison de la relative facilitée de ses pistes, mais l'attrait touristique est remarquable car la station est située dans une zone chaude et très ensoleillée. Prato Nevoso est également un Snowpark, l'un des premiers des Alpes et l'un des cinq plus beaux d'Italie. Facilement accessible grâce à sa position centrale, la station offre un large éventail de services : bars, refuges, solarium et bien plus encore. Le Snowpark est également ouvert en nocturne pendant les vacances de Noël et tous les mardis, vendredis et samedis. À l'intérieur, il est possible de trouver des pistes Easy, Medium et une zone Jibbing très bien entretenue et, la possibilité de glisser sur différents obstacles. Il existe également de nombreux événements promus au niveau national et international. L'une des attractions les plus appréciées est la possibilité de skier en nocturne, sous les

étoiles, lors des trois ouvertures nocturnes par semaine, les mardis, vendredis et samedis, de 20 à 23 heures (tous les soirs pendant la période de Noël) : le fleuron de Prato Nevoso. Les plus audacieux pourront s'essayer au Snowtubing à l'intérieur du Prato Nevoso Village les soirs d'ouverture. L'Après-Ski peut commencer par un apéritif du Borgo dans une atmosphère unique et des sélections de musique vibrante pour se poursuivre dans les chalets, sur les pistes ou dans les restaurants au cœur du Borgo. Les ingrédients de base de la vie nocturne à Prato Nevoso sont toujours la musique, les animations et le divertissement, dans le décor d'une nature à couper le souffle et d'un ciel étoilé. Pour les plus petits, dans la merveilleuse vallée de Prato Nevoso, il y a le Village, avec des divertissements, des animations, une aire de jeux, du snowtubing, une piste pour les mini-motoneiges et un parc aventure. Pour les enfants plus âgés, il existe un espace dédié à la détente. De nombreux événements prennent vie à Prato Nevoso, à commencer par l'ouverture de la saison, l'Open Season Show,


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normalement le week-end de l'Immaculée au début du mois de décembre, la désormais traditionnelle fête d'ouverture qui, grâce à la possibilité de skier de nuit, se déroule la nuit avec de nombreux invités importants et des surprises. Le calendrier ne cesse de s'enrichir, avec une attention particulière portée aux plus jeunes skieurs et aux personnes handicapées, qui ont vu en 2020 la Coupe du monde prendre vie ici, donnant une idée claire de l'importance de l'accessibilité pour tous. Les fêtes de Noël et du Nouvel An sont particulièrement intenses, et ce jusqu'au moment de la clôture du printemps, avec un événement vraiment spécial et unique : le Spring Splash. On descend, individuellement ou en groupe, le long de la piste de compétition et on surfe en piscine ! Arriverez-vous à ne pas vous mouiller ? Si vous passez par Prato Nevoso, vous ne pouvez pas manquer de visiter les arcades de la galerie commerciale, où se trouve également le Musée du Snowboard, présenté après cet article. Pour plus d'informations, consulter le site www.pratonevoso.com

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ANREMO Samirah Muran Foto © Sanremo Outdoor

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Gli appassionati di mountain bike, downhill, trekking, soft-air, running o di passeggiate immerse nella natura, a piedi o cavallo, hanno luoghi ideali nel Ponente ligure per dare sfogo ad ogni desiderio di divertirsi in un contesto unico. Questo è lo splendido paesaggio che domina Sanremo e i paesi dell’entroterra. Per raccogliere questo interesse è recentemente nata Sanremo Outdoor, una rete in continua evoluzione che collega strutture pubbliche e private con il fine di regalare un viaggio esperienziale senza eguali. L’obiettivo del progetto è quello di aggiungere al fascino della Sanremo costiera conosciuta in tutto il mondo, grazie ai suoi eventi e – di riflesso – alle sue bellezze a contatto con il mare, una visione turistica differente, da vivere dodici mesi all’anno, grazie al suo famoso clima mite e godibile in ogni stagione. “Sul nostro sito, sempre in aggiornamento anche con materiale che ci viene fornito dagli utilizzatori entusiasti di questi percorsi, è possibile trovare aspetti tecnici di supporto per la loro fruizione, dalle carte gps, ai video tutorial, ai servizi disponibili per vivere al meglio questa esperienza unica. L’offerta Outdoor del Ponente di Liguria – proseguono i promotori di Sanremo Outdoor - nasce dalla constatazione che il nostro entroterra è unico, sia per la vicinanza tra mare e monti, sia per il periodo di fruibilità che copre tutto l’arco dell’anno. È possibile svegliarsi respirando la salsedine del mare,


OUTDOOR proseguire la giornata immersi nell’aria di montagna durante un trail running mozzafiato, in un percorso mountain bike o in un’escursione tra le valli per tornare la sera ad ammirare un tramonto sul mar Ligure. Questa è un’esperienza unica per gli amanti del wellness e della vita sana”. Per gli amanti della mountain bike sono disponibili, una serie di dettagliati percorsi ad anello. Sono diversi quelli sulle alture di Sanremo, a Bajardo e Ceriana in particolare, e molti altri a Pietrabruna (partenza e ritorno a San Lorenzo al mare percorrendo Cipressa, Costarainera e appunto Pietrabruna) a Olivetta San Michele e in Val Nervia, con l’Anello delle Trote fra Dolceacqua, Rocchetta Nervina, Pigna e Isolabona. Capofila del progetto è il Comune di Sanremo, coadiuvato dal Consorzio Forestale Monte Bignone a cui sono stati demandati gli aspetti tecnici per la selezione e manutenzione dei percorsi, allo scopo di poter offrire un prodotto continuamente fruibile, di grande qualità e all’interno di un contesto unico per le sue peculiarità climatiche ed orografiche. Il progetto Sanremo Outdoor, dotato anche di un’apposita “Card” acquistabile direttamente sul sito sanremooutdoor.it, è supportato da 37 Comuni e da operatori produttivi del territorio. La card “Sanremo Outdoor” offre una serie di benefit a fronte di una offerta minima. Ogni sostenitore pubblica periodicamente e di volta in volta sul sito i benefit riservati ai possessori della card. SANREMO . IT

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SANREMO OUTDOOR For those who love mountain biking, downhill, trekking, softair, running, and trekking on foot or horseback in a natural setting, Western Liguria is the perfect place to let all your dreams to have fun in a unique context come true. The landscape around Sanremo and the inland towns corresponds to this vision. Sanremo Outdoor – a constantly evolving network of public and private structures designed to offer unparalleled experiences – was born, indeed, to cater to such demand. The goal of the project was to provide Sanremo, a coast known worldwide for its events and – consequently – its marine beauties with a new touristic vision, to experience and enjoy 12 months a year, thanks to its famous mild weather. “Our website – constantly updated even with the material supplied by the enthusiastic users of such trails – includes technical features of the trails, GPS maps, video tutorials, and services offered to best experience the area. The Outdoor offer of Western Liguria – continue the Sanremo Outdoor promoters – was born as the acknowledgement that our hinterland is unique, both for the closeness between mountains and sea and for the period of activity, which spans the entire year. You can wake up breathing the salty wind, continue your day plunged in the mountain air while performing a spine-tingling trail running session, mountain biking, or trekking our valleys, and return in the evening to admire the sun setting over the Ligurian Sea. The experience is unique for those who love wellness and living a healthy life”. Mountain bike enthusiasts may avail themselves of numerous circular trails described in detail. They include the hills of Sanremo – Bajardo and Ceriana above all – and many others in Pietrabruna (start and finish in a San Lorenzo al Mare, crossing Cipressa, Costarainera, and Pietrabruna), Olivetta San Michele, and in the Nervia Valley, with the Anello delle Trote (“the trout’s circle”) between Dolceacqua, Rocchetta Nervina, Pigna, and Isolabona. The project leader is the City of Sanremo, with the support of the Monte Bignone forest consortium that provided the technical details for trail selection and maintenance to offer a constantly available, highquality product in a unique context in terms of climate and orography. The Sanremo Outdoor initiative – also featuring a specific “card” that may be purchased directly on the website, sanremooutdoor.it – is supported by 37 towns and by local operators. For a minimum charge, the “Sanremo Outdoor” card offers its users a plethora of benefits. Each supporter regularly publishes the benefits restricted to card owners.

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La Ligurie occidentale offre des lieux parfaits pour les amateurs de VTT, de descente, de trekking, de soft-air, de course à pied ou de randonnée dans la nature, à pied ou à cheval, afin qu’ils puissent donner libre cours à toute envie de se divertir dans un cadre unique. Il s'agit du splendide paysage qui domine Sanremo et les villages de l’arrière-pays. C'est pour répondre à cet intérêt qu'a été récemment créé Sanremo Outdoor, un réseau en constante évolution, destiné à tisser des liens entre les structures publiques et privées dans le but d'offrir un voyage expérientiel sans pareil. L'objectif du projet est d'ajouter au charme de la célèbre ville côtière de Sanremo, grâce à ses événements et, par conséquent, à ses beautés en contact avec la mer, une vision touristique différente, à vivre douze mois par an, grâce à son célèbre climat doux et agréable en toute saison. « Sur notre site web, qui est constamment mis à jour grâce au matériel que nous fournissent les utilisateurs enthousiastes de ces parcours, vous trouverez des aspects de support technique pour leur utilisation, des cartes GPS aux vidéos didactiques, en passant par les services disponibles pour profiter au mieux de cette expérience unique. L'offre pour les activités de plein air dans la région de la Ligurie occidentale », poursuivent les promoteurs de Sanremo Outdoor, « est née de l'observation que notre arrière-pays est unique, tant en raison de la proximité entre mer et montagne, que du fait qu’il est possible d’en profiter tout au long de l’année. Il est possible de se réveiller en respirant l’air salin de la mer, de poursuivre la journée, en respirant à plein poumons l'air de la montagne lors d'un trail running à couper le souffle, sur un parcours en VTT ou lors d'une randonnée à travers les vallées pour revenir le soir admirer un coucher de soleil sur la mer de Ligurie. Il s'agit d'une expérience unique pour tous les amoureux de bien-être et d’une vie saine ». Pour les passionnés de VTT, des parcours en boucle détaillés sont disponibles. Plusieurs sont disponibles sur les collines de Sanremo, à Bajardo et Ceriana notamment, et de nombreux autres à Pietrabruna (départ et retour à San Lorenzo al mare en passant par Cipressa, Costarainera et Pietrabruna) à Olivetta San Michele et dans le Val Nervia, avec l'Anello delle Trote entre Dolceacqua, Rocchetta Nervina, Pigna et Isolabona.

Le chef de file du projet est la municipalité de Sanremo, assistée par le Consorzio Forestale Monte Bignone auquel ont été confiés les aspects techniques de la sélection et de l'entretien des sentiers, afin d'offrir un produit utilisable en permanence, de haute qualité et dans un cadre unique en raison de ses caractéristiques climatiques et orographiques. Le projet Sanremo Outdoor, qui dispose également d'une « carte » spéciale pouvant être achetée directement sur le site sanremooutdoor.it, est soutenu par 37 municipalités et entreprises locales. La carte « Sanremo Outdoor » propose de nombreux avantages avec une offre minimale. Chaque contributeur publie périodiquement et ponctuellement sur le site les avantages réservés aux titulaires de la carte.

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www.sanremooutdoor.it

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Samirah Muran Foto © REC race

Grazie alla regia e alla creatività di REC Race questo sogno si è realizzato. Il progetto nasce nel 2020 per sostenere gli atleti, le squadre e la FCI, in un momento in cui si doveva in qualche modo far fronte alla situazione creata dalla pandemia da Covid-19, permettendo così a tutti, sportivi e appassionati, di allenarsi e gareggiare in sicurezza. “Abbiamo ideato, studiato e testato un metodo che attraverso l’utilizzo di una piattaforma virtuale, rulli smart interattivi e la propria bici, permettesse di allenarsi, sfidarsi e gareggiare con altri atleti, come nella realtà” spiegano gli ideatori del progetto. Sono diverse le gare a cui gli appassionati del pedale possono partecipare. Tra queste anche una parte della Classicissima, la Milano-Sanremo. Programmata per il 15 gennaio 2022 alle ore 16, la gara si snoda lungo 42 km nell’ultimo e più entusiasmante tratto della storica competizione che nella realtà si disputa all’inizio della primavera. Quella vera, agonistica e

da Milano a Sanremo, è programmata per il 19 marzo 2022, mentre la amatoriale per il 5 giugno 2022 (www.milano-sanremo.org). Sempre dal vero c’è anche la Classicissima Gran Fondo Sanremo Sanremo che si corre il giorno dopo, il 20 marzo 2022 (www.classicissima.it) su un circuito ridotto e ad anello. Tornando alla nostra Milano-Sanremo, da casa, si parte da Cervo, primo comune della Provincia di Imperia, gli atleti percorreranno l’Aurelia per attraversare tutti i Comuni costieri: Diano Marina, Imperia, San Lorenzo al Mare, Santo Stefano, Riva Ligure e Arma di Taggia prima di affrontare il famigerato “Poggio”. La salita tutta curve strette e tornanti che porta alla mitica frazione sanremese, situata a 153 metri sopra al livello del mare, prima di tornare, attraverso una ripida e impegnativa discesa, sull’Aurelia, a ridosso dello stadio comunale, quindi allo sprint finale in vista del tradizionale arrivo in via Roma. Il tutto comodamente da casa

e in sicurezza, grazie alla genialità dei creatori di REC Race. Sul sito si trova un fitto calendario di gare a cui si può partecipare iscrivendosi gratuitamente: Parigi - Roubaix, Liegi - Bastogne - Liegi, Cesenatico-San Marino e una notturna a Brescia. Tutti i percorsi sono ricreati virtualmente sulla base di vere corse ciclistiche. Si partecipa da casa e con la propria bicicletta posizionata su appositi rulli interattivi davanti a uno schermo che proietta la strada che si sta percorrendo, con tutti gli altri partecipanti in diretta online sulla piattaforma di simulazione – che interpreta non solo il percorso, con curve e tornanti, ma anche le pendenze e in videoconferenza su Zoom. Come un videogame, ma con veri concorrenti e con un solo obiettivo: allenarsi e divertirsi in sicurezza praticando il proprio sport del cuore: il ciclismo. Tutte le informazioni sul sito: www.recrace.it

Partecipare alla Milan o

Sanremo da casa GARE VIRTUALI MA REALI, POSSIBILE? 80

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RUNNING THE MILAN-SANREMO, FROM YOUR HOME Virtual, but real races. Is it possible? Thanks to the coordination and creativity of REC Race, this dream has come true. The project was born in 2020 to support the athletes, teams, and FCI (the Italian cycling federation) in a moment where – one way or another – people were called to face the results of the COVID-19 pandemic. The initiative allowed everyone, professionals and fans, to train and race safely. “We have designed, developed, and tested a method that – through a virtual platform, interactive bike rollers,

and one’s bike – could allow athletes to train, compete, and race against each other, like in real life”, explain the project creators. Cycling enthusiasts can take part in a large number of races, which include the Classicissima: the Milan-Sanremo. Planned to start on 15 January at 4 p.m., it will retrace 42 km of the final and most exciting section of the historic competition taking place, in real life, in the early springtime. The latter, a professional race from Milan to Sanremo, is set to start on March 19, 2022, while the amateur version will happen on 5 June 2022 (www.milano-sanremo.org). Also set in real life, there is the “Classicissima Gran Fondo Sanremo-Sanremo”, which will get cracking the day after, on 20 March 2022 (www.classicissima.it), along a reduced, circular route. Back to our special, domestic MilanSanremo, it will start in Cervo, the first town in the Province of Imperia, and the athletes will take the Aurelia to cross every town of the bay: Diano Marina, Imperia, San Lorenzo al Mare, Santo Stefano, Riva Ligure, and Arma di Taggia. They will then face the infamous “Poggio” – a climb strictly

including narrow bends and hairpin turns, leading to the legendary section of Sanremo, at 153 metres a.s.l. – before they return, after a sharp and strenuous descent, to the Aurelia, close to the city stadium, before the final sprint and traditional finish in Via Roma. All of this, safely from the comfort of your home, thanks to the genius of REC Race creators. Check out the website to find an actionpacked calendar of races you can sign up to, free of charge: Paris-Roubaix, Liège-Bastogne-Liège, Cesenatico-San Marino, and a night race in Brescia. All the circuits are virtually recreated based on true cycling races. You can take part from home using your bicycle placed on specific interactive rollers, facing a screen that shows the road you are biking along together with all the other participants online on the live simulator – which not only mimics the route with its corners and hairpins, but even the elevation gains/losses – and in a videoconference on Zoom. Just like a videogame, but with true contestants and a single aim: to train and have fun, safely and practising the sport you love most: cycling. Information available at www.recrace.it

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www.recrace.it

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Des courses virtuelles mais réelles, est-ce possible ? Grâce à la direction et à la créativité de REC Race, ce rêve est devenu réalité. Le projet a été créé en 2020 pour soutenir les athlètes, les équipes et la FCI (Fédération Cycliste Italienne), à un moment où la situation créée par la pandémie de Covid-19 devait être affrontée d'une manière ou d'une autre, pour permettre à tous, sportifs ou non, de s'entraîner et de courir en toute sécurité. « Nous avons conçu, étudié et testé une méthode qui, grâce à l'utilisation d'une plateforme virtuelle, de rouleaux intelligents interactifs et de votre propre vélo, vous permettrait de vous entraîner, de vous défier et de rivaliser avec d'autres athlètes, comme dans la réalité », expliquent les créateurs du projet. Les amateurs de cyclisme peuvent ainsi participer à plusieurs courses. Parmi cellesci, on a aussi un tronçon de la Classicissima, la Milan-San Remo. Programmée pour le 15 janvier 2022 à 16 heures, la course sera longue de 42 km et se déroulera dans la dernière partie, la plus excitante, de la course historique, qui se déroule en réalité au début du printemps. La véritable course des professionnels de Milan à Sanremo, est prévue pour le 19 mars 2022, tandis que celle pour les amateurs se déroulera le 5 juin 2022 (www. milano-sanremo.org). SANREMO . IT

PARTICIPER À LA COURSE MILANO SANREMO DEPUIS CHEZ SOI Il convient de rappeler aussi la Classicissima Gran Fondo Sanremo Sanremo qui se déroulera le lendemain, le 20 mars 2022 (www.classicissima.it) sur un circuit réduit et circulaire. Pour revenir à la Milano-Sanremo, à courir chez soi, on part de Cervo, la première commune de la province d'Imperia, les athlètes parcourront l'Aurelia pour traverser toutes les communes côtières : Diano Marina, Imperia, San Lorenzo al Mare, Santo Stefano, Riva Ligure et Arma di Taggia avant d’affronter le célèbre « Poggio ». La montée, toute en virages serrés et en épingles à cheveux, mène au légendaire

hameau, situé à 153 mètres au-dessus du niveau de la mer, avant de revenir, par une descente raide et difficile, à l'Aurelia, près du stade municipal, puis au sprint final pour l'arrivée traditionnelle dans la Via Roma. Le tout dans le confort de chez soi et en toute sécurité, grâce à l'ingéniosité des créateurs de REC Race. Sur le site web, vous trouverez un calendrier complet des courses auxquelles vous pouvez participer en vous inscrivant gratuitement : Paris-Roubaix, Liège-Bastogne-Liège, Cesenatico-San Marino et une course de nuit à Brescia. Tous les itinéraires sont virtuellement recréés en se basant sur des courses cyclistes réelles. Les participants peuvent y prendre part depuis chez eux et avec leur propre vélo positionné sur des rouleaux interactifs spéciaux devant un écran qui projette la route sur laquelle ils roulent, avec tous les autres participants en direct en ligne sur la plateforme de simulation - qui interprète non seulement le parcours, avec les virages et les épingles à cheveux, mais aussi les dénivelés et en vidéoconférence sur Zoom. Comme un jeu vidéo, mais avec de vrais coureurs et un seul objectif : s'entraîner et s'amuser en toute sécurité en pratiquant son sport favori : le cyclisme. Toutes les informations sont disponibles sur le site www.recrace.it


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Basta un’ora per visitare l'antica Rocca, l'unico luogo del Principato di Monaco che fino ad ora non ha subito l'inesorabile metamorfosi urbana che ha già traghettando il resto della città verso i canoni estetici delle più moderne metropoli? La risposta potrebbe essere sì, anche se, a dire la verità, il fascino di Monaco Ville non si limita alle facciate delle casette addossate le une alle altre, cornice ideale di vicoli e stradine che caratterizzano anche i villaggi costieri della Liguria. Il Castello, dimora del Sovrano e dei suoi uffici, le antiche mura che ancora circondano il nucleo urbano, insieme alla Cattedrale, il Museo Oceanografico ed i giardini di San Martino, sono la destinazione più comune dei turisti che però, così, trascurano dettagli più consoni a provetti esploratori. Ma se dimenticate auto e moto nei garage che si trovano all'entrata della città, per noleggiare una bici o una Twizy elettrica tipo Mobee, una volta giunti alla sommità di questo piccolo promontorio a picco sul Mediterraneo, per scorgere dettagli che vale la pena conoscere, dovere attrezzarvi di due cosa essenziali: un paio di comode scarpe e dotarvi di pazienza per percorrere l'itinerario che vi suggeriamo noi ora. Iniziamo a sostare di fronte l'uscita del Museo Oceanografico, posizionandoci di fianco alla scalinata che porta direttamente sulla piazza de la Visitation: qui si trova una targa spesso nascosta dai fiori di bouganville che crescono rigogliosi. Ebbene sì, avete letto bene: dove state poggiando i piedi è stato steso il primo strato di asfalto composto per opera di un Ernest Guglielminetti (1862-1943), medico ed inventore, figlio di italiani emigrati in Svizzera. A lui, il Principe Alberto I di Monaco, permise di coprire 40 metri di strada con questa innovativa miscela di bitume caldo, ghiaia e sabbia. Come sia andata questa scoperta non ve lo raccontiamo perché tanto la sapete già.

Proseguiamo ora risalendo verso il Municipio: anche qui sul muro a qualche metro dall'entrata principale, campeggia una placca che svela un segreto di questo edificio, un tempo Collegio del Saint Charles College gestito dai Fratelli Maristi. Ecco, tra i migliori allievi che lo frequentò ,dal 1887 al 1895, spicca un nome famoso: è il drammaturgo, poeta e scrittore Guillaume Apollinaire, che proprio nel Principato di Monaco trascorse parte della sua infanzia. Andiamo ancora avanti, spingendosi verso la Cattedrale dell'Immacolata eretta nel 1911 sui resti della prima chiesa edificata sulla Rocca nel 1247. Di questa struttura, dedicata a San Nicola, si trovano ancora dei reperti deposti sul lato della cattedrale: tutto ciò è ben spiegato su una iscrizione apposta sul muro, a pochi metri da questo edificio religioso, dentro cui riposano i resti dei Grimaldi e dei loro congiunti, che hanno regnato fino ad ora. Terminiamo ora questo minitour attraversando la strada per entrare nei lussureggianti giardini di San Martino. Qui si scorgono lunghi muretti, balconate e nicchie che alternano tra alberi e arbusti con affaccio a strapiombo sul Porto di Fontvieille. La sera però, dalle cavità protette da cancellate con ampie grate in ferro, che si trovano sulla fiancata della falesia, a picco sul mare, escono a caccia di insetti numerosi pipistrelli, specie endemica che qui si riproduce e va in letargo in inverno. Non distanti ma non accessibili via terra, si possono poi scorgere i nidi di cormorani crestati mediterranei e quelli di falchi pellegrini, questi ultimi più nascosti tra le scogliere del Rocher. Insomma, Monaco è proprio tutto da scoprire, non trovate? In verità abbiamo ancora molte altre curiosità da raccontare, sempre rimanendo sulla Rocca: se vorrete potremo continuare a svelarvi altre curiosità nel prossimo numero...

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Le Rocher - Monaco Is it true that it only takes an hour to visit the ancient Rock of Monaco, the only place in the Principality that has still not suffered the inescapable urban metamorphosis to the aesthetic standards of the most modern metropolises, as has the rest of the city? You may answer “yes”, but truth be told, the appeal of Monaco Ville is not limited to the façades of the stacked houses, an ideal frame for alleys and passages also distinguishing the coast towns of Liguria. The most popular tourist attractions are the Castle – the Prince’s residence and home to his offices, the ancient walls still surrounding the urban core, the Cathedral, the Oceanographic Museum, and the St. Martin Gardens. But this would mean ignoring the details noticed by trained explorers. If you leave your car or motorcycle in the garages at the city entrance and rent a bike or a Mobee electric Twizy and reach the peak of this small promontory overlooking the Mediterranean Sea to spot details worth spotting, you will need two more ingredients: a pair of comfortable shoes, and lots of patience to follow the itinerary we are about to suggest. First of all, let us stand outside the exit of the Oceanographic Museum, beside the stairway leading to Place de la Visitation: you’ll see a plaque, often hidden by luxuriant bougainvillea flowers. You read correctly: the place your feet are resting on is the first-ever layer of tarmac, designed by Ernest Guglielminetti (1862-1943), a doctor and inventor, son of Italian immigrants in Switzerland. Prince Alberto I of Monaco allowed him to cover 40 metres of the street with this innovative mix of hot bitumen, gravel, and sand. We won’t tell you how the

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experiment went, because you already know the rest of the story. Let us now walk towards the City Hall: a plaque stands out on a wall, a few metres from the entrance, and reveals the secret of this building – formerly the Saint Charles College managed by Marist Fathers Its alumni include a notable name (who attended from 1887 to 1895): the playwright, poet, and writer Guillaume Apollinaire, who indeed spent a part of his childhood in the Principality of Monaco. Let us plough ahead to the Cathedral of Our Lady Immaculate, erected in 1911 over the ruins of the church built on the Rock in 1247. Findings of the latter – dedicated to Saint Nicholas – may still be seen at one side of the cathedral, as explained in a wall inscription a few feet away from the religious building, which also hosts the relics of the Grimaldi family – which has reigned to this day – and their relatives. Now to end this mini-tour by crossing the street and entering the St. Martin Gardens. Here, we catch a glimpse of long walls, balconies, and niches interspersed by trees and bushes, overlooking the cliff edge of the Fontvieille Port. At night, though, the cavities along the cliff, protected by widemesh grills, unleash a myriad of bats – an endemic species which reproduces and hibernates here – hunting for insects. Not too far away, but not accessible on foot, you may spot the Mediterranean cormorant and peregrine falcon nests, the latter a bit more hidden in the Rocher reef. What do you say, is Monaco a place worth exploring? We have several other fun facts concerning the Rock in store, which – if you like – we may reveal in the next issue…


LE ROCHER MONACO Le Rocher - Monaco Une heure suffit-elle vraiment à visiter l'antique Rocher, le seul endroit de la Principauté de Monaco qui n'a pas encore subi l'inexorable métamorphose urbaine qui a déjà entraîné le reste de la ville vers les canons esthétiques des métropoles les plus modernes ? La réponse pourrait être oui, même si, à vrai dire, le charme de Monaco Ville ne se limite pas aux façades des petites maisons adossées les unes aux autres, décor parfait composé de ruelles et de passages étroits qui caractérisent aussi les villages côtiers de Ligurie. Le Palais, résidence du Souverain et de ses bureaux, les remparts qui entourent encore le noyau urbain, ainsi que la Cathédrale, le Musée Océanographique et les Jardins de SaintMartin, constituent la destination la plus courante des touristes qui négligent toutefois des détails plus appropriés aux explorateurs chevronnés. Mais si vous oubliez voiture et moto dans les garages à l'entrée de la ville pour louer un vélo ou un Twizy électrique type Mobee, une fois arrivé au sommet de ce petit promontoire surplombant la Méditerranée, il vous faudra deux choses essentielles pour percevoir des détails qui valent la peine d'être connus : une paire de chaussures confortables et la patience de suivre l'itinéraire que nous vous proposons maintenant.

Commençons par nous arrêter devant la sortie du Musée océanographique, en nous plaçant à côté de l'escalier qui mène directement à la place de la Visitation : vous y trouverez une plaque souvent cachée par les bougainvilliers luxuriants. Oui, vous avez bien lu : à l'endroit où vous vous trouvez, la première couche d'enrobé a été posée par un certain Ernest Guglielminetti (1862-1943), médecin et inventeur, fils d'Italiens qui avaient émigré en Suisse Le Prince Albert Ier de Monaco lui a permis de recouvrir 40 mètres de route avec ce mélange innovant de bitume chaud, de gravier et de sable. Nous ne vous dirons pas comment cette découverte a eu lieu, car vous le savez déjà. Poursuivons notre promenade en remontant vers l'Hôtel de Ville : ici aussi, une plaque sur le mur à quelques mètres de l'entrée principale révèle un secret de ce bâtiment, autrefois le Collège Saint-Charles dirigé par les Frères maristes. Ici, parmi les meilleurs élèves qui ont fréquenté le collège, de 1887 à 1895, un nom célèbre se détache du lot : il s'agit du dramaturge, poète et écrivain Guillaume Apollinaire, qui a passé une partie de son enfance dans la Principauté de Monaco. Passons à la cathédrale Notre-DameImmaculée, construite en 1911 sur les vestiges de la première église bâtie sur le Rocher

en 1247. De cette structure, dédiée à Saint Nicolas, il reste encore quelques vestiges sur le côté de la cathédrale, comme l'explique une inscription sur le mur, à quelques mètres de cet édifice religieux, à l'intérieur duquel reposent les Grimaldi et de leurs conjoints, qui ont régné jusqu'à présent. Nous terminons maintenant ce minitour en traversant la route pour entrer dans les luxuriants Jardins Saint-Martin. On y voit de longs murs, des balcons et des niches alternant avec des arbres et des arbustes qui surplombent le port de Fontvieille. Le soir, cependant, de nombreuses chauves-souris, une espèce endémique qui se reproduit ici et hiberne en hiver, sortent de grottes protégées par de grandes grilles en fer sur le flanc de la falaise, qui surplombe la mer, à la recherche d'insectes. Non loin de là, mais non accessibles par voie terrestre, il est aussi possible d’apercevoir les nids de cormorans huppés méditerranéens et de faucons pèlerins, ces derniers étant plus cachés dans les falaises du Rocher. En bref, Monaco ne demande qu'à être découverte, vous ne croyez pas ? En vérité, nous avons encore beaucoup d'autres curiosités à raconter, toujours sur le Rocher : si vous le souhaitez, nous pouvons continuer à vous révéler d'autres curiosités dans le prochain numéro... SANREMO . IT

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Da Imperia a Bordighera: è Natale con i presepi artistici Alessandro Giacobbe

Liguria occidentale, terra di presepi. Dalle città della costa ai più remoti villaggi dell’entroterra è facile visitare presepi allestiti in ogni modo. La suggestione è grande, per tutti. La tradizione inaugurata nel 1224 da San Francesco di Assisi e rapidamente diffusa prima in Italia e poi nell’Europa cristiana, si afferma come grande tradizione popolare in alcuni grandi centri affacciati sul Mediterraneo. Napoli, Roma, Genova, la Provenza e Barcellona. In questi grandi laboratori di scenografie e personaggi, con i materiali più diversi, nel tempo, si ricreano mondi attorno alla raffigurazione della Natività. Quindi non per caso in Provincia di Imperia si trovano due esempi assolutamente notevoli legati a diverse forme tradizionali di presepe. A Porto Maurizio, al centro dei locali della Pinacoteca Civica, nell’ottocentesco palazzo già sede comunale in piazza del Duomo, è stato ambientato dal 2008 il presepe storico detto “del Maragliano”. Si tratta di una collezione straordinaria di produzione settecentesca genovese, composta di 113 statue in legno, opportunamente dipinte e vestite con abiti d’epoca. Il presepe era quello della signorile famiglia dei Berio, tra i quali l’abate Carlo Vespasiano Berio, uomo coltissimo e fondatore del primo nucleo della biblioteca pubblica di Genova con ben 16.000 volumi. Di fatto, questo presepe ha sicuramente incantato generazioni di bambini di Porto Maurizio e dintorni, ammessi

alla visione dell’universo in cui si ritrovano soldati antichi, schiavi mori, pastori e suonatori, artigiani e mercanti, mendicanti e cavalieri oltre, ovviamente, ai Re Magi. Tutti attorno alla Sacra Famiglia. L’esposizione è stata aperta nel 2008 e da poco tempo è stato realizzato il nuovo allestimento. Il restauro delle statue è stato minuzioso e condotto presso i più importanti laboratori italiani, tra cui, soprattutto, l’Istituto Superiore per il Restauro e la Conservazione di Roma. Le statue sono tutte in legno, perlopiù di tiglio, composte di elementi collegati da snodi generalmente in noce, quindi

mobili e posizionabili in vario modo, come in un teatro. I vestiti sono in stoffe originali di oltre 200 anni fa. Non mancano dettagli preziosi, con fili d’oro e d’argento. Le figure sono state acquisite nel tempo, come accade ancora oggi. La loro produzione si deve alle mani di abili scultori: gli atteggiamenti e le espressioni sono

legati al fare inaugurato a Genova da Anton Maria Maragliano (1664-1739). È facilmente possibile attribuire l’esecuzione ai suoi continuatori di bottega come Giovanni Battista e Giovanni Maragliano, Agostino Storace, Pietro Galleano e vari altri. Andando da Imperia a Bordighera, in cerca di presepi, ci si traferisce idealmente dalla Genova barocca alla tradizione catalana. Barcellona, altra grande capitale del presepe, ispira i realizzatori del cosiddetto “Presepe dei Fiori” nella parrocchia della Madonna dei Fiori di Bordighera, in via Arca di Noè. È un percorso con una serie a diorama, che comprende diverse fasi legate alla Nascita di Gesù, dall’Annunciazione all’Adorazione dei Magi. Lo stile catalano si apprezza nella fattura delle statue che si accordano alla scenografia dei paesaggi. Un Medio Oriente ideale che potrebbe anche essere un angolo di penisola iberica brulla e assolata. Le tradizioni natalizie, in ogni caso, sono molte nella Liguria occidentale. Sta diventando comune l’accensione delle luminarie con i grandi alberi di Natale nelle città della costa. L’albero di Natale è una tradizione nordica diffusa in Italia tra XIX e XX secolo, anche grazie all’esempio di casa Savoia e al suo legame con case regnanti europee. Nei centri rurali della zona intemelia, infine, arde il fuoco di Natale nelle piazze, sempre acceso durante il periodo festivo. SANREMO . IT

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Western Liguria, the land of nativity scenes. From the seaside towns to the most remote inland villages, you may easily find nativity scenes of all sorts, and greatly appealing for children and adults. The tradition was initiated in 1224 by Saint Francis of Assisi, then spread swiftly in Italy and across Christian Europe, establishing itself as one of the great popular customs of some of the main Mediterranean cities. Over the years, in the great workshops of figurines and sceneries in Naples, Rome, Genoa, and Barcelona, the artisans recreated worlds revolving around the Nativity using the most disparate media. It is no coincidence that the province of Imperia hosts two absolutely outstanding and different samples of traditional nativity scenes. In Porto Maurizio, the rooms of the Pinacoteca Civica (civic art gallery) in the 1800s palace that once hosted the city hall, are the home – since 2008 – of the historic nativity scene known as “del Maragliano”. It is an impressive 1700s Genoan collection of 113 wooden statues, duly painted and dressed in clothes of the time. The nativity scene belonged to the Berio noble family, including the abbot Carlo Vespasiano Berio, an extremely cultured man and founder of the first-ever collection of the Genoa public

From Imperia to Bordighera: the artistic nativity scenes of Christmas library, boasting as many as 16,000 books. In fact, this nativity scene has surely enchanted generations of children from Porto Maurizio and the nearby towns, honoured with the sight of this universe of ancient soldiers, black slaves, shepherds and musicians, craftsmen and merchants, beggars and knights… and of course, the Three Kings.All gathered around the Holy Family. The exhibition was opened in 2008, and recently benefited from a new setup. The statues were meticulously restored at the most prominent Italian workshops, including above all, the ISCR (higher institute for conservation and restoration) of Rome. The statues are all made of wood – mostly lime wood – with elements connected by hickory joints, thus moving and whose positions may be changed, as in a theatre. The clothes are made of original, 200-yearold fabric, and feature precious details such as gold and silver strings. The figurines were purchased year after year, as they still are today. They are the works of skilful sculptors: the positions and expressions may be linked to the style introduced in Genoa

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by Anton Maria Maragliano (1664-1739). The works may be easily attributed to his apprentices: Giovanni Battista and Giovanni Maragliano, Agostino Storace, Pietro Galleano, and various others. As you move from Imperia to Bordighera on your nativity scene hunt, you will ideally shift from Genoa’s Baroque to the Catalan tradition. Barcelona – another great nativity scene capital – inspires the creators of the so-called “manger of flowers” in the Madonna dei Fiori parish church of Bordighera, in Via Arca di Noè. It is a path including a series of dioramas of different stages of the birth of Jesus Christ, from the Annunciation to the Adoration of the Kings. The Catalan style may be appreciated in

the workmanship of the statues, combined with the landscape. An ideal Middle East, which may also be a corner of barren and sunny Iberian peninsula. There is a myriad of Christmas traditions in Western Liguria. Great Christmas trees adorned by lights have become a common feature of the coast towns. The Christmas tree is a Nordic tradition that gained popularity in Italy between the 19th and 20th centuries, even thanks to the example set by the House of Savoy, with its connection with the other European royal houses. Finally, in the rural centres of the historical Intemelia area, a permanent Christmas fire burns in the town squares throughout the holidays.

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D'Imperia à Bordighera : Noël avec des crèches artistiques Ligurie occidentale, terre de crèches. Des villes côtières aux villages les plus reculés de l'arrière-pays, il est facile de visiter des crèches aménagées de toutes pièces. La fascination est grande, pour tout le monde. La tradition, inaugurée en 1224 par saint François d'Assise et qui s'est rapidement répandue d'abord en Italie puis dans l'Europe chrétienne, s'est imposée comme une grande tradition populaire dans plusieurs grandes villes donnant sur la Méditerranée. Naples, Rome, Gênes, la Provence et Barcelone. Dans ces grands ateliers de décors et de personnages, avec les matériaux les plus divers, au fil du temps, des mondes

se recréent autour de la représentation de la Nativité. Ce n'est donc pas un hasard si, dans la province d'Imperia, on trouve deux exemples absolument remarquables de formes traditionnelles différentes de crèches. À Porto Maurizio, dans les locaux de la Pinacoteca Civica, dans le palais du XIXe siècle qui était autrefois la mairie, se trouvant Piazza del Duomo, il est possible d’admirer depuis 2008 une crèche historique connue sous le nom de crèche de Maragliano. Il s'agit d'une extraordinaire collection de production génoise du XVIIIe siècle, composée de 113 statues en bois, peintes et habillées de vêtements d'époque. La crèche appartenait à la famille aristocratique Berio, dont l'abbé Carlo Vespasiano Berio, un homme érudit et fondateur du premier noyau de la bibliothèque publique de Gênes comptant pas moins de 16 000 volumes.

Cette crèche a certainement enchanté des générations d'enfants de Porto Maurizio et des environs. Ces derniers peuvent ainsi admirer un univers dans lequel on trouve des soldats antiques, des esclaves maures, des bergers et des musiciens, des artisans et des marchands, des mendiants et des chevaliers et, bien sûr, les Rois Mages. Tout autour de la Sainte Famille. L'exposition a été inaugurée en 2008 et le nouvel aménagement a été achevé récemment. La restauration des statues a été minutieuse et réalisée dans les plus grands laboratoires italiens, dont, surtout, l'Istituto Superiore per il Restauro e la Conservazione de Rome. Les statues sont toutes en bois, principalement en tilleul, et sont composées d'éléments reliés par des joints généralement en noyer, de sorte qu'elles sont mobiles et peuvent être positionnées de différentes

manières, comme dans un théâtre. Les vêtements sont réalisés avec des étoffes originales datant de plus de 200 ans. Les détails précieux ne manquent pas, comme les fils d'or et d'argent. Les pièces ont été acquises au fil du temps et cela continue encore aujourd'hui. Elles ont été réalisées par les mains d'habiles sculpteurs : les attitudes et les expressions sont liées à l'œuvre inaugurée à Gênes par Anton Maria Maragliano (1664-1739). Il est facile d'attribuer l'exécution à ses continuateurs d'atelier tels que Giovanni Battista et Giovanni Maragliano, Agostino Storace, Pietro Galleano et d’autres encore. En allant d'Imperia à Bordighera, à la recherche de crèches, on passe idéalement de Gênes, la baroque à la tradition catalane. Barcelone, autre grande capitale des crèches, a inspiré les créateurs de la « crèche des fleurs » de la paroisse de la Madonna dei Fiori de Bordighera, dans Via Arca di Noè. Il s'agit d'une série de dioramas, qui comprend différentes phases liées à la naissance de Jésus, de l'Annonciation à l'Adoration des Mages. Le style catalan peut être apprécié dans le travail des statues installées en parfaite harmonie dans le décor et les paysages. Un Moyen-Orient idéal qui pourrait aussi être un coin aride et ensoleillé de la péninsule ibérique. Quoiqu’il en soit, les traditions de Noël sont nombreuses en Ligurie occidentale. Il devient courant d’allumer des illuminations avec de grands arbres de Noël dans les villes côtières devient courant. L'arbre de Noël est une tradition nordique qui s'est répandue en Italie aux XIXe et XXe siècles, en partie grâce à l'exemple de la Maison de Savoie et à ses liens avec les maisons royales européennes. Enfin, dans les centres ruraux de la zone intemélienne, un feu de Noël brûle sur les places, toujours allumé pendant la période des fêtes. SANREMO . IT

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Samirah Muran Foto © BJS | Wikipedia

FOTO © BJS | WIKIPEDIA

In una Basilica gotica nel sud della Francia sono conservate le reliquie di Maria Maddalena. Proprio lei, Maria di Magdala, la cosiddetta “Apostola degli Apostoli”, la prima – per i credenti - ad assistere alla resurrezione di Gesù Cristo. La Basilica, considerata il terzo sepolcro più importante della Cristianità, si trova nel comune di Saint-Maximin-la-SainteBaume nel dipartimento del Var, è stata eretta nel 1295 sotto la cima più alta del massiccio montagnoso a Plan-d'Aups-Sainte-Baume. Proprio in questo luogo c'è una grotta dove la tradizione vuole che sia morta Maria Maddalena, dopo averci vissuto 30 anni. "Sainte Baume", in antico provenzale, significa "santa grotta". Secondo la Legenda Aurea, del Vescovo Jacopo da Varagine, Maria Maddalena arrivò in questi luoghi in compagnia di Lazzaro, Maria Salome, Marta di Betania, Maria Jacobé e assieme alla serva Sara la Nera, dopo aver navigato in mare a bordo di una barca in fuga dalla Palestina nel 48 d.C.. Inizialmente – secondo un racconto tramandato per secoli - giunsero nel territorio della Couronne, l’attuale Martigues, dopo un lungo peregrinare trovarono finalmente un pozzo di acqua potabile. Proprio per questo motivo il luogo d'approdo è chiamato ancora oggi Santo Terro ("Santa Terra") e vi si trovano una cappella dedicata alla Santa Croce, la chiesetta della Sainte-Croix, il famoso pozzo di acqua potabile e quella che la tradizione indica come l'impronta di un piede di Lazzaro. Da qui, raccolta l'acqua necessaria per il viaggio, i santi avrebbero proseguito verso la Camargue, per approdare a Saintes-Maries-de-la-Mer. Dall'abitato di Saintes-Maries-de-la-Mer, mentre Maddalena si sarebbe diretta verso Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, Maria Salomé, Maria Jacobé e Sara si sarebbero stabilite vicino all'Oppidum Râ evangelizzando la regione. Oggi la Santa Grotta in cui si racconta che avrebbe vissuto i suoi ultimi anni Maria Maddalena è visitabile. Una salita di quasi un’ora permette di raggiungere uno dei luoghi più misteriosi di Francia. Una cavità naturale, ora trasformata in un santuario gestito dai domenicani,

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Maria

dedicata proprio alla Maddalena. La salita è molto ripida. La prima parte attraversa un bosco, mentre l’ultimo tratto è composto da una scalinata in pietra. Arrivati in cima, una rappresentazione della crocifissione accoglie turisti e pellegrini. Ancora qualche gradino e si arriva a un piccolo piazzale sul quale è stata eretta una statua della pietà rivolta verso la montagna che indica l’ingresso. La grotta è immensa. Un imponente altare accoglie i visitatori. Qui ogni

giorno i monaci celebrano la messa per i fedeli che con fatica raggiungono questo luogo. Dietro all’altare una statua di Maria Maddalena indica il punto dove la Santa dormiva, l’unico senza infiltrazioni d’acqua di tutta la grotta. Appena sotto la statua c’è invece un reliquiario: al suo interno sono custoditi un osso e una ciocca di capelli, secondo la tradizione appartenuti alla Maddalena. Le sue spoglie, invece, sono custodite nell'attuale cripta della Basilica Santa Maria Maddalena.


Maddalena riposa in Provenza

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Mary Magdalene rests in Provence A gothic Basilica in Southern France hosts the relics of Mary Magdalene. Christians believe it was she, Mary of Magdala, the socalled “Apostle of Apostles”, who was the first to witness the resurrection of Jesus Christ. The Basilica, considered the third most important sepulchre in the Christian world, is found in Saint-Maximin-la-SainteBaume, a town in the district of Var, and was erected in 1295, at the foot of the tallest peak of the Plan-d’Aups-Sainte-Baume mountain range. Traditionally, this is location hosts a cave that is said to be the place where Mary Magdalene died, after living in it for 30 years. In the ancient Provençal tongue, “Sainte Baume” means “holy cave”. According to the Legenda Aurea by Bishop Jacopo da Varagine, Mary Magdalene came here with Lazarus, Mary Salome, Martha of Bethany, Mary Jacobe, and the servant Sara la Kali (Sarah the Black), after having fled from Palestine by sea in the 48th century A.D. Initially – according to a tale passed down for centuries – they reached the area of Couronne (currently Martigues), where they finally found a water well after their long pilgrimage. This is why the haven is still called Santo Terro (“Holy Land”) and hosts Sainte-Croix, a chapel dedicated to the Holy Cross, the famous well for drinking water, and that which legend tells is the footprint of Lazarus. The saints then continued their journey towards Camargue, then reached Saintes-Maries-de-la-Mer.

While Magdalene parted ways with the group, moving on towards Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, Mary Salomé, Mary Jacobe, and Sarah would settle next to the fortress of Oppidum Râ, evangelizing the region. The Holy Cave where Mary Magdalene is said to have lived her final years may still be visited today. A 1-hour trek, approximately, will allow you to reach one of the most mysterious places in France. A natural cavity now turned into a shrine managed by Dominican priests and dedicated, indeed, to Mary Magdalene. The climb is quite steep. The first part crosses a forest, while the final section features stone steps. At the top, an image of the Crucifixion welcomes tourists and pilgrims. Just a few more steps, and you will reach a small square hosting a pietà statue facing the mountain and indicating the entrance. The cave is immense. An imposing altar greets its visitors. Every day, monks celebrate the mass for worshipers painfully reaching the location. Behind the altar stands a statue of Mary Magdalene, indicating the place where the Saint slept, and the only spot in the cave that water does not touch. Just below the statue, there is a reliquary, including a bone and a lock of hair that is popularly believed to belong to the saint. Her remains, instead, are preserved in the current crypt of the Basilica of Saint Mary Magdalene.

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Marie-Madeleine repose en Provence Une basilique gothique du sud de la France abrite les reliques de Marie-Madeleine. Elle, Marie de Magdala, celle qu'on appelle « l'Apôtre des Apôtres », la première, pour les croyants, à être témoin de la résurrection de Jésus-Christ. La basilique, considérée comme le troisième sépulcre le plus important de la chrétienté, est située dans la commune de Saint-Maximin-laSainte-Baume, dans le département du Var, et a été érigée en 1295 sous le plus haut sommet du massif montagneux de Plan-d'Aups-Sainte-Baume. Là il existe une grotte où la tradition veut que Marie-Madeleine soit morte après y avoir vécu pendant 30 ans. « Sainte Baume », en ancien provençal, signifie « sainte grotte ». Selon la Légende dorée, de l'évêque Jacques de Varagine, Marie-Madeleine est venue en ces lieux en compagnie de Lazare, de Marie-Salomé, de Marthe de Béthanie, de Marie Jacobé et de sa servante Sarah la Noire, après avoir navigué en mer dans une barque fuyant la Palestine en l'an 48 de notre ère. Au départ, à en croire le récit transmis depuis des siècles, ils sont arrivés sur le territoire de la Couronne, l'actuelle Martigues, après une longue errance ils ont finalement trouvé un puits d'eau potable. Pour cette raison, le lieu d'accostage est toujours appelé Santo Terro (« Terre Sainte ») et on y trouve une chapelle dédiée à la Sainte Croix, la petite église de Sainte-Croix, le célèbre puits d'eau potable et ce que la tradition dit être l'empreinte de Lazare. De là, après avoir recueilli l'eau nécessaire à leur voyage, les saints ont poursuivi leur route vers la Camargue et ont débarqué à Saintes-Maries-de-la-Mer. Du village de Saintes-Maries-de-la-Mer, tandis que Madeleine se dirige vers Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, Marie-Salomé, Marie-Jacobé et Sarah s'installent près d'Oppidum Râ et évangélisent la région. Aujourd'hui, la Sainte Grotte, où Marie-Madeleine aurait passé ses dernières années, est ouverte aux visiteurs. Une ascension de près d'une heure conduit à l'un des endroits les plus mystérieux de France. Une caverne naturelle, aujourd'hui transformée en un sanctuaire dédié à Marie Madeleine, est géré par les Dominicains. La montée est très raide. La première partie traverse un bois, tandis que le dernier tronçon est un escalier de pierre. Au sommet, une représentation de la crucifixion accueille les touristes et les pèlerins. Encore quelques marches et vous atteignez une petite place où une statue de la piété a été érigée face à la montagne, indiquant l'entrée. La grotte est immense. Un autel imposant accueille les visiteurs. Ici, les moines célèbrent chaque jour une messe pour les fidèles qui fatiguent pour arriver à ce lieu. Derrière l'autel, une statue de Marie-Madeleine indique l'endroit où la Sainte a dormi, le seul de toute la grotte sans infiltration d'eau. Juste en dessous de la statue se trouve un reliquaire, qui contient un os et une mèche de cheveux ayant appartenu, selon la tradition, à Marie-Madeleine. Ses reliques sont toutefois conservées dans l'actuelle crypte de la basilique Sainte Marie Madeleine.

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Collezione GUATELLI, IL MUSEO DELLA LATTA D’OLIO Andrea Moggio Foto ©Associazione Culturale Guatelli

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funzione di proteggerne il contenuto durante il trasporto e di presentarlo all’acquirente con una veste elegante e attraente. Tra i produttori di lattine d'olio, nel 1929 intraprese l'attività anche Rocco Guatelli. Le sue scatole di latta venivano commercializzate per la vendita locale ma finivano anche sulle tavole di imperiesi emigrati, che non riuscivano a rinunciare al condimento simbolo della loro terra d'origine. Le latte, in poco tempo, divennero un veicolo di italianità a livello mondiale, veri souvenir da tenere in casa. Iniziarono ad apparire sulle confezioni immagini che rappresentavano il Bel Paese: vedute e paesaggi emblematici, monumenti noti, volti di personaggi storici, avvenimenti. I contenitori acquisirono così una valenza artistica: le lattine erano anche esempi di creatività italiana. È per salvaguardare e far conoscere questo tesoro che Riccardo Guatelli, erede dell'azienda omonima, insieme alla moglie Tiziana, appassionata d’arte e scatole, hanno deciso di raccogliere e mettere a disposizione del pubblico una ragguardevole collezione di latte d’olio. Nel 2006 a Chiusanico, nell’entroterra imperiese, all’interno di un frantoio del XVII secolo, che già da solo vale il viaggio, è nato così il Museo della latta d’olio. Sono raccolti ben 6.000 esemplari, prodotti da aziende italiane e straniere

agli inizi del Novecento. Una collezione di oggetti che testimoniano il gusto e gli stili dell’epoca. Vi si trovano, catalogati, diversi filoni tematici: le latte con le esili figure femminili della Belle Époque, i panorami simbolo del Paese (la Mole Antonelliana, la Grotta Azzurra), le immagini riconducenti alle opere liriche più note o a personalità che hanno fatto la storia italiana (Mazzini, Caruso, Giotto). Ciò che rende peculiare il Museo Guatelli è che custodisce contenitori “cliché”, usati per la tiratura dell’intera produzione: pezzi unici, insomma. Oltre alle latte sono presenti bozzetti e affiche pubblicitari che le più importanti aziende olearie commissionavano a illustratori e artisti. Anche il famoso regista statunitense ma di origine italiane Francis Ford Coppola è tra gli estimatori della raccolta della famiglia Guatelli: da discendenti di italiani emigrati, si è interessato alla collezione e ne ha acquisito diversi esemplari, che ha collocato in California nella sua tenuta di Napa Valley. Il Museo è oggi curato dall’Associazione Culturale Guatelli, guidata da Manuela Guatelli, figlia di Tiziana e Riccardo Guatelli, e dalla Dott.sa Daniela Lauria, realizzatrici anche del Catalogo “LATTINE ITALIANE PER OLIO DI OLIVA (1860-1960)” acquistabile in tutte le librerie. Maggiori informazioni su: www.collezioneguatelli.com

C’è stata un'epoca in cui a Imperia e nel suo comprensorio la produzione di olio d'oliva rappresentava un vero e proprio propulsore di tutta l'economia del territorio. Imperia era considerata la capitale dell’olio d’oliva e qui si decidevano i gusti influenzando così tutta la produzione. È in parte ancora così, ma non come qualche decennio fa, naturalmente. Accanto a frantoi e oleifici si sviluppò una rete di imprese complementari alla produzione, legata in particolare alla commercializzazione, a cominciare dalla fornitura dei contenitori: damigiane per il consumo interno e latte in particolare per il consumo internazionale. All’inizio del secolo scorso la confezione dell'olio doveva svolgere la doppia SANREMO . IT

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www.collezioneguatelli.com

GUATELLI COLLECTION THE OLIVE OIL TIN MUSEUM There was a time when olive oil production was a driveshaft for the entire economy of Imperia and its surroundings. Imperia was considered the olive oil capital, and it was here that tastes were affirmed, thus affecting the whole market. Things partially remained this way, but, of course, not quite like a few decades ago. A network of complementary businesses was born, especially related to retail, and the first in line was container manufacturing: demijohns for domestic users, and tins, mostly for international consumers. At the beginning of the 1900s, the container served a double function: it needed to protect the contents in transportation, and present the latter elegantly and appealingly to the buyer. Rocco Guatelli was among oil tin manufacturers who entered the business. His tin boxes were marketed for local sale, but also ended up on the tables of Imperian

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emigrants, who could not give up the flagship condiment of their native land. Shortly, the tins became an international vehicle of Italian pride: true souvenirs to exhibit in homes. The tins started bearing images of the Bel Paese: emblematic sights and landscapes, monuments, and images of historic characters and events. The

containers thus acquired an artistic value: the tins became yet another example of Italian creativity. It is to protect and promote this treasure that Riccardo Guatelli – heir of the homonymous company – and his wife Tiziana – an art and box enthusiast – decided to put together and share a considerable collection of olive oil tins. Thus, since 2006, a 17th-century mill – which in itself is worth a trip – in Chiusanico, a town in the inland of Imperia, is the home of the Museo della latta d’olio (Olive oil tin museum). It hosts as many as 6,000 pieces manufactured by Italian and foreign companies in the early 1900s: a collection of objects that represent the tastes and styles of the time. They are classified into different theme-based groups: tins bearing the slender female figures of the Belle Époque; symbolic sights of the country (the Mole Antonelliana of Turin, the Blue Grotto of Capri); images of the most famous operas or personalities that made Italian history (Mazzini, Caruso, Giotto). What makes the Museo Guatelli peculiar is that it shows “stereotype” containers used to produce the entire batch, thus absolutely unique items. Along with the tins, the museum hosts sketches and billboards that the most prominent oil companies commissioned to illustrators and artists. Admirers of the Guatelli collection also include Francis Ford Coppola – the US film director of Italian descent: his origins pushed him to appreciate the tins and buy numerous pieces, which he put on display at his estate in Napa Valley, California. Today, the Museum is managed by the Associazione Culturale Guatelli (Guatelli cultural association), led by Manuela Guatelli, the daughter of Tiziana and Riccardo Guatelli, and by Dr. Daniela Lauria, who also edited the “ITALIAN OLIVE OIL TINS (1860-1960)” catalogue, available in all bookshops. For more information, visit: www.collezioneguatelli.com


COLLECTION GUATELLI LE MUSÉE DU BIDON D'HUILE Il fut un temps où, à Imperia et dans ses environs, la production d'huile d'olive était le moteur de toute l'économie de la région. Imperia était considérée comme la capitale de l'huile d'olive et c'est là que les goûts étaient décidés, influençant ainsi toute la production. C'est encore en partie le cas, mais plus autant qu'il y a quelques décennies, bien sûr. À côté des moulins à huile et des fabriques d'huile, s'est développé un réseau d'entreprises complémentaires à la production, liées notamment à la commercialisation, à commencer par la fourniture de récipients : les bonbonnes pour la consommation nationale et les bidons en particulier pour la consommation internationale. Au début du siècle dernier, le conditionnement de l'huile avait deux fonctions : protéger son contenu pendant le transport et le présenter à l'acheteur d'une manière élégante et attrayante. Rocco Guatelli est l'un des producteurs de bidons d'huile qui s'est lancé dans cette activité en 1929. Ses boîtes étaient commercialisées pour la vente locale mais finissaient aussi sur les tables des émigrants d'Imperia, qui ne pouvaient se passer du condiment emblématique de leur patrie. En peu de temps, les bidons en fer-blanc sont devenus un symbole de l'esprit italien dans le monde entier, un véritable souvenir à conserver à la maison. Des images représentant le Bel Paese ont commencé à apparaître sur les emballages : des vues et des paysages emblématiques, des monuments connus, des visages de personnages historiques et des événements. Les conteneurs ont ainsi acquis une valeur artistique : les bidons étaient également des exemples de la créativité italienne. C'est pour sauvegarder et faire connaître ce trésor que Riccardo Guatelli, héritier de l'entreprise du même nom, et son épouse Tiziana, amoureuse de l'art et des bidons, ont décidé de rassembler et de mettre à la disposition du public une remarquable collection de bidons d’huile en fer-blanc. En 2006, à Chiusanico, dans l'arrièrepays d'Imperia, dans un moulin à huile du XVIIe siècle, qui vaut à lui seul le déplacement, le Museo della latta d’olio (Musée du bidon d'huile) est né. On y trouve pas moins de 6 000 exemplaires, produits par des entreprises italiennes et étrangères au début du XXe siècle. Une collection d'objets qui témoignent du goût et des styles de l'époque. Plusieurs thèmes sont exposés : les bidons métalliques avec des représentations de femmes à la figure élancée de la Belle

Époque, les paysages qui symbolisent le pays (la Mole Antonelliana, la Grotte bleue), les images qui rappellent les opéras les plus célèbres ou des personnalités qui ont marqué l'histoire de l'Italie (Mazzini, Caruso, Giotto). La particularité du musée Guatelli est d'abriter des conteneurs « clichés », utilisés pour l'impression de toute

fait également partie des admirateurs de la collection de la famille Guatelli : en tant que descendant d'émigrants italiens, il s'est intéressé à la collection et a acquis plusieurs pièces, qu'il a placés dans sa propriété de Napa Valley en Californie. Le musée est aujourd'hui géré par l'Associazione Culturale Guatelli, dirigée

la production : des pièces uniques. Outre les bidons en fer-blanc, on trouve des croquis et des affiches publicitaires que les plus importants producteurs d’huile ont commandés à des illustrateurs et des artistes. Le célèbre réalisateur américain mais d'origine italienne Francis Ford Coppola

par Manuela Guatelli, fille de Tiziana et Riccardo Guatelli, et par Daniela Lauria, qui réalisent également le catalogue « LATTINE ITALIANE PER OLIO DI OLIVA (1860-1960) », disponible dans toutes les librairies Pour en savoir plus, visiter le site : www.collezioneguatelli.com SANREMO . IT 101


Storia della

Promenade des Anglais Samirah Muran

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Lunga circa 7 chilometri, che percorrono per intero la Baia degli Angeli, la Promenade des Anglais di Nizza è uno dei percorsi sul mare più emblematici e famosi al mondo. Deve il suo nome al fatto che fin dalla metà del Settecento Nizza era tra le mete preferite dagli inglesi alla ricerca, nel sud della Francia e nella vicina Riviera dei Fiori, di un clima mite per ragioni salutari e, soprattutto, per rifuggire il rigido clima atlantico. Dopo la Rivoluzione Francese e il periodo napoleonico, i ricchi anglosassoni tornano a ripopolare le strade di Nizza nei mesi invernali, ma lamentavano l’assenza di una vera e propria passeggiata lungo il litorale, sia per poter godere del panorama au bord de mer, sia per trarre beneficio dall’aria salmastra. Nel 1822 durante un inverno particolarmente rigido, anche dopo due cattivi raccolti, molti mendicanti

arrivarono in città in cerca di lavoro, denaro e cibo. La chiesa anglicana, che aveva realizzato a Nizza una grande congregazione, decise di dare loro da lavorare per vivere. Fu il reverendo Lewis Way a dare il via alla realizzazione della tanto agognata passeggiata a mare, in buona parte grazie ai finanziamenti dei ricchi borghesi inglesi. Il primo tratto realizzato fu quello compreso tra il Paillon e l’attuale rue Meyerbeer. Completato nel 1824, fu ribattezzato, in dialetto nizzardo, “Camin dei Inglès” (cammino degli inglesi). Nel 1844 il conte Giulio Caravadossi d’Aspromonte, primo console della città (carica che rappresentava nei fatti quella di un sindaco) diede il nome ufficiale alla passeggiata, che fu quindi chiamata come la conosciamo ora: “Promenade des Anglais”. Non solo, il Console Caravadossi

stimolò anche la prosecuzione dei lavori, portando la Promenade fino a Baumettes e facendola arricchire di piante da fiore e grandi alberi. Nel 1856 la Promenade arrivava già fino a Magnan. Negli anni è stata poi allargata e adattata anche al transito dei mezzi di trasporto, prima carrozze, poi vetture, e piano piano hanno iniziato ad essere costruiti i meravigliosi palazzi che ancora oggi si possono ammirare passeggiando lungo il mare. Sulla Promenade (soprannominata Prom dai nizzardi) si svolgono ogni anno la sfilata di Carnevale e la Battaglia dei fiori. Fra i più sontuosi edifici che l’adornano, da segnalare l’Hôtel Le Negresco, il Palais de la Méditerranée, in stile Art Déco, realizzato intorno al 1929, e la scultura gigante in ferro della Sabine Géraeudie, ‘La chaise de SAB‘ del 2014.

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PASSEGGIATA NIZZA HISTORY OF THE PROMENADE DES ANGLAIS 7 kilometres long, spanning the entire Baia degli Angeli (Bay of Angels), Nice’s Promenade des Anglais (walkway of the English) is one of the most iconic and famous sea promenades in the world. Its name comes from the fact that, ever since the mid-1700s, Nice was among favourite venues of the Brits reaching Southern France and the nearby Italian Riviera for health reasons and, above all, to escape the harsh Atlantic weather. Following the French Revolution and the Napoleonic era, rich Anglo-Saxons returned to the streets of Nice in the wintertime, but complained about the absence of a true promenade along the bay, both to enjoy the seaside view and to benefit from the salty breeze. In 1822, following a particularly harsh winter and after two bad harvests, numerous vagrants came to the city in search of work, money, and food. The Anglican Church, which had established a great congregation in Nice, decided to give them a job to make a living. Reverend Lewis Way gave the go-ahead for the long-awaited sea promenade, created mostly thanks to the funds of the rich British bourgeois. The first section developed was the one between the River Paillon and the 104 SANREMO . IT

current Rue Meyerbeer. Completed in 1824, it was rebaptised, in Niçard dialect, Camin dei Inglès (walkway of the English). In 1844, Giulio Caravadossi, Count of Asprémont (the first city consul, a role which at the time corresponded to that of mayor), gave the walkway the name we currently know: Promenade des Anglais. Not only: Consul Caravadossi also encouraged additional work, including an extension to Baumettes, and the embellishment with blooming plants and large trees. In 1856, the Promenade already stretched to the beach of Magnan. Over the years, it was also widened and adapted to modes of transportation: at first chariots, then automobiles, and little by little it was populated with the stupendous buildings that can be still admired from the seaside. The Promenade (nicknamed Prom by the locals) annually hosts the Carnival and the Battle of the Flowers. Among the most sumptuous buildings overlooking it, there are the Hôtel Le Negresco, the Palais de la Méditerranée – erected around 1929 – with its Art Deco style, and La chaise de SAB, the giant iron sculpture created by Sabine Géraeudie in 2014.


Longue d'environ 7 kilomètres et longeant toute la Baie des Anges, la Promenade des Anglais de Nice est l'une des plus emblématiques et des plus célèbres promenades de bord de mer au monde. Elle doit son nom au fait que, depuis le milieu du XVIIIe siècle, Nice est l'une des destinations préférées des Anglais, qui recherchaient un climat doux dans le sud de la France et la Riviera dei Fiori toute proche, pour des raisons de santé et, surtout, pour échapper au rude climat atlantique. Après la Révolution française et la période napoléonienne, les riches anglo-saxons sont revenus repeupler les rues de Nice en hiver, mais ont déploré l'absence d'une véritable promenade le long du littoral, que ce soit pour profiter du panorama du bord de mer ou pour profiter de l'air salin. En 1822, au cours d'un hiver particulièrement rigoureux, et après deux

mauvaises récoltes, de nombreux mendiants sont arrivés dans la ville à la recherche de travail, d'argent et de nourriture. L'église anglicane, qui avait établi une grande congrégation à Nice, a décidé de leur donner du travail pour vivre. C'est le révérend Lewis Way qui est à l'origine de la construction de la promenade de bord de mer, tant attendue, en grande partie grâce au financement de la riche bourgeoisie anglaise. Le premier tronçon à être construit fut celui situé entre le Paillon et l'actuelle rue Meyerbeer. Achevé en 1824, il a été rebaptisé, en dialecte niçois, « Camin dei Inglès » (chemin des Anglais). En 1844, le comte Giulio Caravadossi d'Aspromonte, premier consul de la ville (une position qui était en fait celle d'un maire) a donné à la promenade son nom officiel et elle a alors été appelée avec le nom que nous lui connaissons aujourd'hui : « Promenade des Anglais ». De plus, le consul Caravadossi a

également encouragé la poursuite des travaux en prolongeant la promenade jusqu'aux Baumettes et en l'enrichissant de plantes à fleurs et de grands arbres. En 1856, la Promenade atteignait déjà Magnan. Au fil des ans, la promenade a été élargie et adaptée à la circulation des moyens de transport, d'abord les calèches, puis les voitures, et progressivement, les beaux bâtiments que l'on peut encore admirer aujourd'hui en se promenant le long de la mer ont commencé à être construits. La Promenade (surnommée Prom par les Niçois) est le théâtre du défilé annuel du Carnaval et de la Bataille de Fleurs. Parmi les bâtiments les plus somptueux qui l'ornent, on peut indiquer l'Hôtel Le Negresco, le Palais de la Méditerranée de style Art déco, construit vers 1929, et la sculpture géante en fer de Sabine Géraeudie, « La chaise de SAB » de 2014.

L’HISTOIRE DE LA PROMENADE DES ANGLAIS

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Purtroppo, non è la recensione del film del 2019, ma uno dei informatica potrebbe ripristinare l'accesso; ransomware crypto maggiori problemi in campo informatico dei nostri giorni. (che utilizzano la crittografia per bloccare i dati) in questo caso i In effetti, era solo questione di tempo, ma era chiaro fin da subito dati degli utenti vengono crittografati e non è possibile accedervi che l’utilizzo delle tecnologie digitali avrebbe portato tanta senza una chiave di de crittografia univoca che gli hacker innovazione, soluzioni, nuovi lavori, ma anche problemi. potrebbero avere o meno. Potrebbe infatti capitare che la chiave Tutto è iniziato in sordina, con un passa parola negli ambienti non sia in possesso di chi vi sta chiedendo il riscatto, perché più tecnici che cercavano di capire cosa e come fosse magari generata in modo casuale (random) sulla macchina successo, ma alla fine è arrivato un vero terremoto capace di vittima dell’attacco. compromettere la stabilità e la proprietà di aziende intere, Una volta che il ransomware è stato inoculato, di norma non si piccole o grandi che siano. attiva subito, ma lavora in sottofondo e alla fine il computer, di Sembra una scena di una serie TV ma non è così, un terremoto solito, mostra un messaggio dei criminali. Potrebbe richiedere un che raggiungerà i 25 miliardi di euro pagamento per ripristinare l'accesso ai entro la fine del 2021. Una cifra enorme, file o sbloccare il tuo computer, oppure come la sua pericolosità: stiamo parlando Stefano Cutellè per non pubblicare i vostri dati. dei virus ransomware. ASC Services Sanremo Le richieste di riscatto possono Il ransomware è un tipo di malware richiedere centinaia, migliaia o milioni che viene in genere attivato quando di euro tramite il pagamento in valute qualcuno fa clic su un collegamento in un'e-mail di phishing, non tracciabili come bitcoin o un'altra criptovaluta. Di solito le usa un programma sconosciuto, scarica un allegato di posta scadenze per il pagamento sono di pochi giorni. Se non paghi, i elettronica, oppure scarica programmi in maniera illegale tuoi dati verranno distrutti o pubblicati. perché i programmi che aggirano le protezioni del copyright È notizia del giornale Spiegel del 9 ottobre che le catene spesso contengono programmi malware. Una volta attivato, può di negozi Media Markt e Saturn sono state attaccate da un assumere il controllo di un computer, di un'intera rete e della ransomware crittografico che ha colpito 3.100 server bloccando vostra società. tutta la gestione della merce e le casse. In Italia ha già colpito Il ransomware può anche essere distribuito attraverso falle di tanti tra cui la SIAE, con pubblicazione di dati sensibili, e la sicurezza dei programmi che usiamo o che abbiamo installato nel San Carlo. In passato, in campo digitale significa al massimo nostro computer e può infettare un sistema in modo autonomo. 1-2 anni, i criminali informatici perseguivano grandi obiettivi Anche i sistemi più recenti sono vulnerabili se non vengono come governi, ospedali e università. Sapevano che queste aggiornati con patch per “tappare” problemi di sicurezza noti. organizzazioni potevano essere paralizzate da un attacco e Ad esempio, l'attacco Ransomware WannaCry nel 2017 ha potevano permettersi di pagare un riscatto. colpito migliaia di utenti il cui unico errore era la mancanza Ma ora, le piccole imprese sono il bersaglio del 75% degli di un recente aggiornamento di Windows. attacchi ransomware perché spesso non hanno la sicurezza o Esistono due tipi principali di ransomware utilizzati in un la formazione per prevenire un attacco. Se ti occupi di finanza, attacco da programmi malevoli (malware): ransomware locker che assistenza sanitaria o vendita al dettaglio online, è più probabile blocca gli utenti fuori dai loro dispositivi, un esperto di sicurezza che tu venga preso di mira.

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La buona notizia di tutto questo è che possiamo fare qualcosa per proteggerci. Per prima cosa dobbiamo comprendere che l’utilizzo dei sistemi digitali comporta la presa di coscienza che è un mondo dove potete trovare tutto, nel bene o nel male. E dal male bisogna proteggersi. Tutto questo ha un costo che bisogna affrontare in modo preventivo. Ecco alcune fondamentali regole di base che dobbiamo imparare noi e la struttura della nostra azienda: Usare solo programmi originali e sottoscrivere il canone di manutenzione che dà diritto agli aggiornamenti nell’arco dell’anno. Usare un programma antivirus, firewall possibilmente a pagamento che anche qui da diritto agli aggiornamenti, configurato in modo che faccia scansioni regolari, vi protegga nelle navigazioni internet, nella ricezione della posta elettronica e dall’utilizzo di dispositivi esterni (es. chiavette usb). Ovviamente, mai sospendere le protezioni con la scusa che il computer così è più veloce. Non usare per lavoro lo stesso computer dove gioca vostro figlio Mantenere sempre aggiornati i sistemi Essere attenti a quello che facciamo, aprire solo allegati attendibili e da fonti attendibili. Al limite vi riscriveranno. Eseguire regolarmente il backup dei dati aziendali e archiviarli offline. Questo non vi mette a riparo perché il virus potrebbe essersi copiato su questi spazi, ma vi darà il tempo per neutralizzarlo e recuperare qualcosa. Se siete certi di essere sotto attacco, vi è stato chiesto un riscatto, qualsiasi cosa stiate facendo voi e i vostri collaboratori, senza indugiare fermate tutto, spegnete i sistemi, isolate la

vostra azienda dal mondo, staccate realmente i cavi di accesso a internet, non pensate a soluzioni di ripiego o amici, chiamate immediatamente in aiuto un esperto informatico capace. Siete nel problema e non si può venirne fuori da soli, serve aiuto anche per le responsabilità legali dovuti alla normativa GDPR. Se pensate che la soluzione sia, alla fine, quella di pagare, è meglio che ci pensiate ancora prima di pagare. I vostri dati potrebbero non essere de crittografati dopo il pagamento, i criminali potrebbero richiedere ancora più soldi. Se proprio decidete di pagare, chiedete prima una "prova a garanzia". Questa è una dimostrazione che gli hacker possono effettivamente decifrare i vostri file, non vi metterà al riparo da altro, ma almeno è qualcosa. Cercate di pensare a uscire e altro come ora pago, poi li troveremo. Sono dei criminali, allenati e non hanno scrupoli. Lasciate che se ne occupino le forze dell’ordine. Una volta pagato il riscatto, lo scenario migliore è che forniscano una chiave di decrittazione che ripristina l'accesso ai dati, ma ricordate che non c'è alcuna garanzia che ciò accada. Nell'attacco WannaCry, poche o nessuna delle vittime che hanno pagato ha recuperato i propri dati. Questo comportamento è una delle ragioni principali per cui l'impatto di un crimine informatico può essere avvertito molto tempo dopo la fine di un attacco. Gli attacchi ransomware possono mandare in bancarotta una impresa, anche se i dati vengono recuperati, i tempi di inattività durante l'attacco possono comportare la perdita di profitti e i vostri clienti potrebbero decidere di andare altrove. Teniamo conto che anche i costi di ripristino, sia per pagamento, che per ripristino dai backup sono sempre importanti sia in termini di tempo che di denaro. La cosa migliore di tutte, come sempre, è prevenire, affrontando i lavori da fare come un valore in più della vostra azienda, avere un professionista esperto di riferimento e fare tanta attenzione.

CYBER CRIME Unfortunately, this is not the review of the 2019 movie, but one of the most serious issues in the modern world of IT. In fact, it was clear from the start that the use of digital technology would lead to innovation, new solutions, and new jobs, but even cause problems. It all started quietly, by word-of-mouth, with technical specialists trying to understand what and how it happened. In the end, a true earthquake came about, capable of destabilising entire companies, big and small. It looks like a scene from a TV series, but it is real life: the earthquake will amount to 25 billion euros by the end of 2021. An amount as enormous as it is dangerous. We are talking about ransomware viruses. Ransomware is a kind of malware that is usually activated when users click on a link received by phishing e-mail, use unknown software, download an e-mail attachment, or download software that bypass copyright protection, but contain malware programs. Once it is activated, it can take control of a computer, an entire network, and your business. Ransomware may be spread through security loopholes in the software we use or have installed on our PCs, and may infect a system independently. Even the most recent systems are vulnerable if they are not updated with patches to block known safety issues. For instance, the 2017 WannaCry Ransomware attack hit thousands of users whose only mistake was not having performed the latest Windows update. There are two main types of ransomware used in malware attacks: ransomware locker, which locks users out of their devices – an

IT security expert may be able to restore access; ransomware crypto (that use encryption to block data), in which case the user data is encrypted and cannot be accessed without a univocal decrypting ID that the hackers may or may not have. It may occur, indeed, that the hackers do not own the latter – for which they are asking you a ransom – perhaps because it was generated randomly on the computer attacked. Once the ransomware has been inoculated, it is usually latent and works in the background. When it is done, the PC usually sends the criminals a message. It may request payment to restore access to certain files or to unlock your computer, or even to not distribute your data. Ransom requests may amount to hundreds, thousands, or millions of euros, paid in a non-trackable currency such as bitcoin or another cryptocurrency. Deadlines are usually within a few days. If you don’t pay, your data is destroyed or disclosed. On 9 October, the newspaper Der Spiegel announced that the chains Media Markt and Saturn were under a crypto-ransomware attack that hit 3,100 servers, blocking control over goods and cash registers. In Italy, it has already hit many including SIAE (the Italian author’s rights office, whose sensitive data was disclosed) and the crisp company San Carlo. In the past – which in the digital world means 1-2 years at most – cybercriminals aimed at large institutions such as governments, hospitals, and universities. They knew that an attack could paralyze SANREMO . IT 107


such organizations and that they could afford a ransom. Nowadays, small enterprises are the target of 75% of ransomware, because they often do not have the safety level or skills to prevent an attack. The chances of being a victim are higher if you are in the world of finance, healthcare, or e-commerce.The good news is that we can do something to protect ourselves. First of all, you need to be aware that by using digital systems you can find anything, good and harmful. And you need to protect yourself from the latter. This comes at a price, which needs to be paid by way of prevention. These are a few essential rules that both we and our companies need to learn: Only use original software and subscribe to maintenance plans that include updates throughout the year. Use an antivirus and firewall, possibly not freeware, which also give the right to updates, and configured so that they perform regular scans and provide protection throughout Internet browsing, from incoming e-mails, and from external devices (e.g. pen drives). Of course, never interrupt protection processes with the excuse that the PC will work quicker. The PC that your son uses to play videogames should not be the same one you use for work. Always update your system. Be careful of what you do; only open reliable attachments from reliable sources. Worse comes to worst, they will write to you again. Perform regular backups of corporate data and store them offline. This will not protect you from viruses, because the latter may be copied to such locations, but will give you the time to destroy the viruses and recover some of the data.

If you are sure to be under attack and have been requested a ransom, both you and your colleagues should immediately interrupt what you are doing, whatever it is, shut down your server, isolate your company from the rest of the world, and physically disconnect the ethernet cables. Do not rely on friends or expedients: immediately call an IT expert for help. You are facing an issue and cannot resolve it on your own, and also need legal help related to GDPR responsibility. If you think that the final solution is to pay, think about it before you do. Your data may well not be decrypted upon payment, and the criminals may request even more money. If you decide it is the only way, ask for “warranty” proof before. This is proof that the hackers may actually decrypt your files; it will not protect you from other risks, but it’s something. Try to think of a way out, or other solutions such as “pay them, then find them”. They are well-trained and ruthless criminals. Let law enforcement take care of it. Once you pay the ransom, the best-case scenario is that your oppressors will provide a decryption password that will restore access to the data, but remember there is no guarantee that this will occur. In the WannaCry attack, few or none of the victims that paid were later returned their data.This behaviour is one of the main reasons why the impact of cybercrime may endure long after the attack itself. Ransomware attacks can make a business go bankrupt. Even if the data is recovered, the downtime throughout the attack may imply a loss of profit and customers. Keep in mind that system restore costs – both in monetary terms and for the time to restore data from backup systems – are always high. The best solution, as always, is prevention, thus consider work in this direction an added value to your business, have an expert professional on hand, and always be careful.

CYBER CRIME Malheureusement, il ne s'agit pas ici d'une critique du film de 2019, mais de l'un des plus gros problèmes actuels dans le domaine de l'informatique. En fait, ce n'était qu'une question de temps, mais il était clair dès le départ que l'utilisation des technologies numériques apporterait tant d’innovations, de solutions, de nouveaux emplois, mais aussi tant de problèmes. Tout a commencé tranquillement, par du bouche-à-oreille dans les cercles plus techniques qui essayaient de comprendre ce qui s'était passé et comment cela s'était passé, mais à la fin, un véritable tremblement de terre est arrivé, capable de compromettre la stabilité et la propriété d'entreprises entières, qu’elles soient grandes ou petites. On dirait une scène d’une série télévisée mais il n'en est rien, un séisme qui atteindra 25 milliards d'euros d'ici la fin 2021. Un chiffre énorme, comme sa dangerosité : il s’agit des virus ransomware. Le ransomware est un type de logiciel malveillant qui est généralement activé lorsqu'une personne clique sur un lien dans un e-mail de phishing, utilise un programme inconnu, télécharge une pièce jointe d’e-mail ou télécharge des programmes illégalement, car les programmes qui contournent les protections des droits d'auteur contiennent souvent des logiciels malveillants. Une fois activé, celui-ci peut prendre le contrôle d'un ordinateur, de tout un réseau et de votre entreprise. Les ransomwares peuvent également être distribués par le biais de failles de sécurité dans les programmes que nous utilisons ou que nous avons installés sur nos ordinateurs et peuvent infecter un système de manière autonome. Même les systèmes les plus récents sont vulnérables s'ils ne sont pas mis à jour au moyen de correctifs destinés à « combler » des problèmes de sécurité connus. Par exemple, l'attaque par ransomware WannaCry en 2017 a touché des milliers d'utilisateurs dont la seule erreur était de ne pas avoir une mise à jour récente de Windows. Il existe deux principaux types de ransomware utilisés lors d'une attaque par des programmes malveillants (malware) : le ransomware locker 108 SANREMO . IT

qui bloque les utilisateurs hors de leurs dispositifs, un expert en sécurité informatique pourrait rétablir l'accès ; le ransomware Crypto (qui utilise le cryptage pour bloquer les données), dans ce cas, les données des utilisateurs sont cryptées et ne peuvent être consultées sans une clé de cryptage unique que les pirates peuvent avoir ou non. La clé peut ne pas être en possession du demandeur de rançon, car elle peut avoir été générée de manière aléatoire (random) sur la machine attaquée. Une fois que le ransomware a été inoculé, il ne s'active généralement pas immédiatement, mais travaille en arrière-plan, et l'ordinateur finit généralement par afficher un message des criminels. Le ransomware peut exiger un paiement pour rétablir l'accès à vos fichiers ou déverrouiller votre ordinateur, ou ne pas publier vos données. Les demandes de rançon peuvent s'élever à des centaines, des milliers ou des millions d'euros par le biais d'un paiement en devises intraçables telles que le bitcoin ou une autre cryptomonnaie. Les délais de paiement sont généralement de quelques jours. Si vous ne payez pas, vos données seront détruites ou publiées. Le 9 octobre, le journal Spiegel a rapporté que les chaînes de magasins Media Markt et Saturn ont été attaquées par un ransomware cryptographique qui a touché 3 100 serveurs et bloqué toute la gestion des marchandises et les caisses. En Italie, elle a déjà touché de nombreuses sociétés, dont le SIAE, avec la publication de données sensibles, et San Carlo. Dans le passé, dans le domaine numérique cela signifiant tout au plus 1 à 2 ans, les cybercriminels poursuivaient des cibles importantes telles que des gouvernements, des hôpitaux et des universités. Ils savaient que ces organisations pouvaient être paralysées par une attaque et pouvaient se permettre de payer une rançon. Mais aujourd'hui, les petites entreprises sont la cible de 75 % des attaques de ransomware, car elles ne disposent souvent pas de la sécurité ou de la formation nécessaires pour prévenir une attaque. Si vous êtes dans la finance, les soins de santé ou la vente au détail en ligne, vous êtes plus susceptible d'être ciblé.


La bonne nouvelle dans tout cela est qu’il est possible de faire quelque chose pour se protéger. Tout d’abord, il est nécessaire de comprendre qu'utiliser les systèmes numériques, c'est prendre conscience que c'est un monde où l'on peut trouver de tout, le meilleur comme le pire. Et c’est du pire que l’on doit se protéger. Tout cela a un coût, qui doit être abordé de manière préventive. Voici quelques règles de base que nous devons apprendre, ainsi que la structure de notre entreprise : N'utiliser que des programmes originaux et souscrire à la redevance de renouvellement qui donne droit à des mises à jour tout au long de l'année. Utiliser un programme antivirus et pare-feu, éventuellement payant, qui donne également droit à des mises à jour, configuré de manière à effectuer des analyses régulières, à se protéger lors de la navigation sur Internet, de la réception de courriers électroniques et de l'utilisation de dispositifs externes (par exemple, des clés USB). Évidemment, ne jamais suspendre la protection sous prétexte que l’ordinateur est plus rapide de cette façon. Ne pas utiliser le même ordinateur pour le travail que celui sur lequel votre enfant joue. Maintenir toujours vos systèmes à jour Faire attention à ce que l’on fait, n'ouvrir que des pièces jointes fiables et provenant de sources fiables. A la limite, ils vous réécriront. Sauvegardez régulièrement les données de l'entreprise et stockez-les hors ligne. Cela ne protège pas car le virus peut s'être copié sur ces espaces, mais cela vous donnera le temps de le neutraliser et de récupérer quelque chose. Si vous êtes certain que vous êtes attaqué, qu'on vous a demandé une rançon, quoi que vous et vos employés fassiez, arrêtez tout sans délai, fermez vos systèmes, isolez votre entreprise du monde, débranchez vraiment les câbles d'accès à Internet, ne pensez pas à

des solutions palliatives ou à des amis, appelez immédiatement un expert informatique compétent pour obtenir de l'aide. Vous êtes dans le problème et vous ne pouvez pas vous en sortir tout seul, vous avez également besoin d'aide en ce qui concerne les responsabilités légales dues au RGPD. Si vous pensez que la solution est, en fin de compte, de payer, il est préférable de bien y réfléchir avant de payer. Vos données peuvent ne pas être déchiffrées après le paiement, les criminels peuvent exiger encore plus d'argent. Si vous décidez de payer, demandez d'abord une « preuve pour garantie ». C'est la preuve que les hackers peuvent réellement décrypter vos fichiers, cela ne vous protégera pas contre autre chose, mais c'est toujours ça. Essayez de sortir du concept « je paie maintenant et on les trouvera plus tard ». Ce sont des criminels, entraînés et sans scrupules. Laissez la police s'en occuper. Une fois la rançon payée, le meilleur scénario est qu'ils fournissent une clé de déchiffrement qui rétablit l'accès aux données, mais n'oubliez pas qu'il n'y a aucune garantie que cela se produise. Lors de l'attaque WannaCry, aucune victime ou très peu d'entre elles ayant payé ont récupéré leurs données. Ce comportement est l'une des principales raisons pour lesquelles l'impact d'une cybercriminalité peut se faire sentir longtemps après la fin de l'attaque. Les attaques de ransomware peuvent mettre une entreprise en faillite, même si les données sont récupérées, les temps d'arrêt pendant l'attaque peuvent entraîner un manque à gagner et vos clients peuvent décider d'aller voir ailleurs. N'oubliez pas que le coût de la récupération, que ce soit par paiement ou par restauration à partir de sauvegardes, est également toujours important en termes de temps et d'argent. Le mieux, comme toujours, est de prévenir, en considérant les interventions à effectuer comme une valeur ajoutée à votre entreprise, de faire appel à un professionnel spécialisé et de prendre des précautions supplémentaires. SANREMO . IT 109


Sanremo.it

Luca Giovannetti

diventa Green All’inizio del lockdown per il Covid è stato doveroso, da parte della direzione di questo giornale, pensare a una cellofanatura singola per garantire una fruizione personale e non di massa. Questo ci ha permesso di poter essere con tanti nostri lettori anche in questo periodo. Non possiamo però dimenticare che è pur sempre plastica che immettiamo nell’ambiente. Con la fine del 2020, vedendo le proteste dei tanti giovani per l’inquinamento, guardando i nostri giornali, abbiamo capito però che dovevamo fare qualcosa anche noi se non nell’immediato, ma comunque appesa possibile. Recentemente, durante una recente visita al Santuario di Nostra Signora del Fontan, a La Brigue dopo San Dalmazzo di Tenda in Val Roya, ho notato che a lato della strada c’era un cartello che indicata una foresta PEFC, e mi sono ricordato dell’intenzione di ridurre il nostro impatto sulla natura con le nostre realizzazione. Ma cosa significa PEFC? PEFC, sta per Programme for Endorsement of Forest Certification schemes, è un sistema di certificazione forestale per promuovere la gestione sostenibile delle nostre foreste e garantisce che i prodotti basati su materie prime forestali che raggiungono il mercato sono stati ottenuti da foreste gestite in modo sostenibile. Quindi quella semplice cartello con la scritta PEFC indicava che la foresta davanti a me era utilizzata in modo sostenibile per il futuro del suo ecosistema. In effetti nel mondo ci sono diverse sistemi, tra cui anche la certificazione FSC, Forest Stewardship Council, una ONG internazionale senza scopo di lucro, che ha dato vita ad un sistema di certificazione forestale riconosciuto a livello internazionale. La certificazione ha come scopo la corretta gestione forestale e la tracciabilità dei prodotti derivati. Il logo di FSC garantisce che il prodotto è stato realizzato con materie prime derivanti da foreste correttamente gestite secondo i principi dei due principali standard: gestione forestale per proprietari e gestori forestali, e la certificazione di Catena di custodia, per imprese di trasformazione

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e/o commercio di prodotti forestali. Pensate che la certificazione FSC prevede principi e criteri perché sia assegnata. I Principi FSC rappresentano le regole o elementi essenziali per una gestione forestale rispettosa dell'ambiente, socialmente utile ed economicamente sostenibile, mentre i Criteri permettono di giudicare se un Principio sia stato rispettato o meno. Questo e successive coincidenze e incontri con specialisti nel mondo dell’editoria, ho capito che nel passato non avevamo mai considerato l’importanza della tipologia di carta, della sua rilegatura e di conseguenza non l’avevamo mai comunicato. Così come non avevamo mai richiesto l’uso del marchietto di certificazione alle nostre tipografie. Abbiamo quindi deciso, nel nostro piccolo, di fare una piccola rivoluzione per SANREMO.it, vediamo quali: La carta utilizzata sarà esclusivamente di tipo FSC, quindi rispettosa dell’ambiente e sostenibile, e andremo a riportare anche il bollino del nostro fornitore, che anch’esso dovrà essere certificato FSC, in ossequio alla normativa. Sanremo.it, da questo numero non userà più una rilegatura brossura fresata, ma le pagine saranno cucite fra loro, come i libri, riducendo la colla utilizzata ed elevando la qualità del prodotto. I nostri giornali non saranno più cellofanati, eccetto una piccola produzione dedicata a casi specifici dove questo fatto è ancora necessario. L’indicazione sarà però di ridurre la plastica, colle e derivati a favore di un mondo più pulito e sostenibile. A San Francesco è attribuita questa splendida frase “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso, vi sorprenderete a fare l’impossibile.”, che pensiamo possa rappresentare il faro da seguire. State con noi, tante novità stanno arrivando…


SANREMO TURNS GREEN

SANREMO PASSE AU VERTE

With the start of the lockdown due to COVID, it was right and proper that our magazine editors opted for a single packaging to guarantee personal and not mass handling. This has allowed us to reach many of our readers in this time. Lest we forget, it is still plastic released in the environment. At the end of 2020, following the protests by many young men and women against pollution, and looking at our magazines, we understood it was time to do our part; if not immediately, in the shortest term possible. In a recent visit to the Sanctuary of Our Lady of the Fountains – in La Brigue, after San Dalmazzo di Tenda in Val Roya – I noticed there was a sign indicating a PEFC forest at the roadside, and remembered the intention to reduce our magazine’s carbon footprint. What does PEFC mean? It stands for Programme for Endorsement of Forest Certification schemes, and is a forest certification system to promote sustainable management of our forests, guaranteeing that the raw material reaching the market comes from such forests. Thus, that simple PEFC sign specified that the forest before me was used in the scope of sustainability for the future of its ecosystem. There are numerous certifying bodies worldwide, including FSC – the Forest Stewardship Council – an international, non-profit NGO that has given life to a globally recognized system. The certification has the aim to grant suitable forest management and traceability of the derived products. The FSC logo guarantees that the products have been created with raw material from forests managed according to two main standards: forest management – for forest owners and managers; and chain-ofcustody certification – for forest product transformation and/or trade companies. The certification is assigned according to specific principles and criteria. The FSC Principles are the rules or essential elements for environmentally friendly, socially useful, and financially sustainable forest management, while FSC Criteria help establish whether a Principle has been complied with or not. After this and other coincidences and meetings with specialists in the publishing world, I understood that we had never considered the importance of the paper type and its binding. Consequently, we had never promoted it, and had never requested our printing houses to use the certification logo. We thus decided, insofar as we could, to start a little revolution at SANREMO.it. Let us see what this involves: The paper used will be strictly FSC, thus eco-friendly and sustainable, and we will show the logo of our supplier, which shall also be FSC-certified, pursuant to the standard. From this issue on, Sanremo.it will no longer be perfect-bound, it will be hardbound just like a book, reducing the glue employed and boosting product quality. Our magazines will no longer be packaged, aside from a small batch dedicated to specific cases where this is still necessary. The general rule will in any case be to reduce the use of plastic, glues, and petroleum derivatives, in favour of a cleaner and more sustainable world. Saint Francis of Assisi is said to have pronounced these marvellous words: “Start by doing what’s necessary; then do what’s possible; and suddenly you are doing the impossible”. We believe this can be our polar star. Keep following us, the best is yet to come…

Avec le début du confinement en raison du Covid, il était normal que la direction de ce journal pense à un emballage sous film plastique à l’unité afin de garantir une utilisation personnelle et non de masse. Cela nous a permis d'être présents pour un grand nombre de nos lecteurs pendant cette période. Mais nous ne pouvons pas oublier que c'est toujours du plastique que nous rejetons dans l'environnement. Cependant, à la fin de l'année 2020, en voyant les protestations de tant de jeunes contre la pollution et en observant nos journaux, nous avons réalisé que nous devions agir nous aussi, si ce n'est pas dans l'immédiat, au moins le plus vite possible. Lors d'une récente visite au sanctuaire de Notre-Dame-des-Fontaines à La Brigue après San Dalmazzo di Tenda dans la Vallée de la Roya, j'ai remarqué qu'il y avait un panneau au bord de la route indiquant une forêt PEFC, et cela m'a rappelé l'intention de réduire notre impact sur la nature avec nos réalisations. Mais que signifie PEFC ? PEFC signifie Programme for Endorsement of Forest Certification schemes ; il s’agit d’un système de certification forestière visant à promouvoir la gestion durable de nos forêts et à garantir que les produits à base de matières premières forestières qui arrivent sur le marché proviennent de forêts gérées de manière durable. Ce simple panneau PEFC indiquait donc que la forêt devant moi était exploitée de manière durable pour l'avenir de son écosystème. En fait, il existe plusieurs systèmes dans le monde, dont la certification FSC, Forest Stewardship Council, une ONG internationale à but non lucratif, qui a créé un système de certification forestière reconnu au niveau international. L'objectif de la certification est de garantir une gestion forestière correcte et la traçabilité des produits dérivés. Le logo FSC garantit que le produit a été fabriqué à partir de matières premières provenant de forêts gérées de manière appropriée, selon les principes des deux principales exigences : la gestion forestière, pour les propriétaires et exploitants forestiers, et la certification de la chaîne de contrôle, pour les entreprises qui transforment et/ou commercialisent des produits forestiers. Pour être attribuée, la certification FSC prévoit des principes et des critères. Les Principes FSC représentent les règles ou les éléments essentiels d'une gestion forestière respectueuse de l'environnement, socialement utile et économiquement durable, tandis que les Critères vous permettent de juger si un Principe a été respecté ou non. Grâce à cela et à d'autres coïncidences et rencontres avec des spécialistes du monde de l'édition, je me suis rendu compte que, dans le passé, nous n'avions jamais considéré l'importance du type de papier, de la reliure et, par conséquent, nous ne l'avions jamais communiqué. Nous n'avions jamais non plus demandé à nos imprimeurs d'utiliser la marque de certification. Nous avons donc décidé, à notre petite échelle, de faire une petite révolution pour SANREMO.it, voyons lesquels : Le papier utilisé sera exclusivement FSC, ce qui signifie écologique et durable, et nous apposerons également le cachet de notre fournisseur, qui doit également être certifié FSC, conformément à la réglementation. Sanremo.it, à partir de ce numéro, n'utilisera plus une reliure brochée fraisée, mais les pages seront cousues ensemble, comme dans les livres, ce qui réduit la colle utilisée et augmente la qualité du produit. Nos journaux ne seront plus emballés sous cellophane, sauf pour une petite production dédiée à des cas spécifiques où cela est encore nécessaire. Toutefois, l'indication sera de réduire le plastique, les colles et les dérivés pour un monde plus propre et plus durable. On attribue à Saint François cette merveilleuse phrase : « Commence par faire le nécessaire, puis fait ce qu'il est possible de faire et tu réaliseras l'impossible sans t'en apercevoir » qui, selon nous, pourrait être la route à suivre. Restez avec nous, de nombreuses nouveautés vous attendent... SANREMO . IT 111


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1930, Gino Boccasile 70 x 100 cm Courtesy Galleria L’IMAGE - Manifesti originali del xx secolo - www.posterimage.it Piazza dei Partigiani, 16 - 17021 Alassio (SV) - Tel. +39-0182-644362 - Facebook Galleria L’Image Alassio - Instagram gallerialimage



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